Politics in a Post-Military State in Africa
n. 1/1984
Riassunto -
Lo
studio inizia definendo il tipico Stato post-militare in Africa, la natura del
problema centrale che i suoi leaders devono fronteggiare, i motivi per cui
esiste una certa preoccupazione di una ulteriore restaurazione militare, la
“politica di sopravvivenza” che essa produce e i vari stratagemmi e
spogliazioni connessi al fenomeno. La tesi centrale è che un intervento
preventivo abbatte i confini fra «civile» e «militare», fa pendere la
bilancia delle forze sociali dalla parte dei militari e rende ogni successivo
intervento più difficile da fronteggiare. Nel sostenere ciò lo studio
classifica le forze sociali e gli interessi attivi nella politica di questo tipo
di Stato in due grandi raggruppamenti, «pro-militare» e
«anti-militare». Nel primo sono compresi l’establishment
militare stesso, la burocrazia pubblica, i nuovi interessi economici, vari
gruppi politici di opposizione, i disoccupati delle aree urbane e le masse
rurali; mentre il secondo raggruppamento comprende il restaurato governo, la
vecchia aristocrazia, gli intellettuali, i lavoratori organizzati e simili altre
organizzazioni potenzialmente radicali. Si ipotizza che la politica di un tipico
Stato post-militare, la forma che esso assume e la sua stabilità possono essere
calcolate in base allo studio dell’equilibrio fra questi due gruppi compositi
e delle diverse permutazioni e combinazioni, nel corso della lotta per le scarse
risorse della società. Sulla base di un considerevole materiale empirico tratto
dall’esperienza comparata di Ghana, Sierra Leone e Nigeria, lo studio indica
anche che una pianificazione a lungo termine per affrontare i problemi
socio-economici dello sviluppo diventa difficile dove i governanti sono
preoccupati della propria sopravvivenza politica e di questioni contingenti.
Questo, in conclusione, è il dilemma dello Stato post-militare in Africa.