MARIA PIA BELLONI

A Common Policy on Migration: A Step Towards Citizens' Europe  

N. 3/1987

 

Riassunto — I Paesi della Comunità Economica Europea si confrontano attualmente con un fenomeno migratorio molto diverso da quello degli anni ‘50-60. I migranti di oggi, infatti, provengono, per lo più, da Paesi terzi, tendono a stabilirsi definitivamente con la famiglia nel Paese che li ospita, sono costretti a lasciare, sempre più spesso, il proprio, oltreché per motivi economici anche per ragioni politiche. Inoltre, a cercare occupazione e sicurezza nei Paesi dell’area comunitaria non sono solo lavoratori non qualificati, ma anche tecnici altamente specializzati. Questa "fuga di cervelli", fenomeno molto recente, è destinata a costituire un ulteriore fattore di freno del decollo economico delle aree più povere e rappresenta un inquietante punto interrogativo sulla validità dei programmi in atto di aiuto allo sviluppo. Accanto alla persistente difficoltà di determinare, sulla base di statistiche attendibili, la consistenza di queste nuove migrazioni e di definirne le caratteristiche, si affianca, comunque l’urgenza di tutelare i diritti dei migranti, delle loro famiglie e, quindi, indirettamente. anche dei rispettivi Paesi d’origine. Purtroppo, a livello giuridico, sia esso nazionale, comunitario e, più generalmente, internazionale, il quadro è desolante, non essendo mai stato pienamente favorito lo sviluppo di concreti e decisivi interventi, mentre, in diversi Stati membri, si assiste, sempre più frequentemente, ad episodi di razzismo, accompagnati dalla chiusura parziale o totale delle frontiere. D’altra parte le iniziative promosse dalla CEE sono spesso disattese anche a causa di incomprensioni tra i "partners", mentre i numerosi accordi internazionali, da tempo esistenti, risultano privi di efficacia per la mancanza di un sistema di controllo che ne garantisca l’effettiva applicazione. Infine gli accordi bilaterali tra la Comunità Economica Europea ed i Paesi d’emigrazione si sono rivelati inadatti a costruire un’organica politica migratoria, tendendo, piuttosto, in non pochi casi, alla difesa di interessi particolari, ed evidenziando i limiti e le incertezze di un meccanismo decisionale comunitario che andrebbe, senza indugi, modificato. La tutela giuridica dei migranti extra comunitari rappresenta, dunque, una vera e propria "sfida" per l’Europa; il mancato raggiungimento di un accordo per la soluzione di questo problema, dalle molteplici implicazioni, toglierebbe credibilità non solo a quell' "Europa dei cittadini" da più parti sollecitata, ma renderebbe certamente più ardua l’affermazione dei principi di democrazia e di uguaglianza verso i quali tende da sempre, il processo di integrazione europea.