NORMAN P. BARRY

Classical Liberalism and Public Policy

 

N. 145

 

Riassunto — Questo lavoro discute le basi teoriche della politica pubblica classica, liberale e individualistica. Tratta due temi. Il primo, quello negativo, secondo il quale la teoria sociale classica liberale è efficace nella critica razionale delle politiche economiche. e sociali interventiste. Il secondo, per il quale questa stessa teoria incontra gravi difficoltà quando si tratta della costruzione di politiche sociali normative. Dappertutto, il liberalismo classico viene usato nel senso di "economia politica positiva" che deriva dalla micro economia, cioè la sua critica dell’interventismo deriva da una spiegazione delle conseguenze di tali politiche piuttosto che dagli effetti che esse hanno sulla libertà morale individuale e/o sui diritti privati.

La critica dell’interventismo poggia sull’argomento che esse ignorano quelle semplici leggi di causalità, già accennate da David Hume e Adam Smith, che governano l’azione umana: per esempio, gli individui sono massimizzatori razionali dei quali si può essere certi che sono sensibili agli stimoli. Tre politiche interventiste comuni, controllo degli affitti, schemi di assistenza sociale e schemi pensionistici finanziati con contributi correnti hanno dimostrato tutti di ottenere risultati controproducenti. Gli schemi di assistenza sociale sono oggetto di severa critica: la ragione principale è che nessun schema di assistenza sociale può essere concepito che non tenda ad incoraggiare l'aumento del numero degli iscritti (il problema della selezione alla rovescia). Paradossalmente, la tipica proposta classica liberale — Imposta negativa sul reddito — è il peggiore avversario da questo punto di vista.

L’economia politica classica liberale si basa sulla fiducia nel soggettivismo per quanto riguarda l’etica: i valori di un individuo non hanno alcuna priorità sugli altri. Siccome la maggioranza delle riforme economiche liberali sono costrette a danneggiare alcune persone, queste, logicamente, potrebbero opporvisi. Quindi i diritti che già esistono nello status quo possono rivelarsi inamovibili senza coercizione illiberale.

Si afferma che un rigoroso soggettivista classico liberale dovrebbe riconoscere che la legislazione in materia di assistenza sociale dovrebbe derivare dalla scelta. Il lassismo delle attuali norme costituzionali permette l’imposizione di vari stati finali di benessere che godono di poco sostegno. In futuro, la politica pubblica classica liberale dovrebbe incorporare una dimensione costituzionale severa. Un sistema costituzionale riformato proteggerebbe indubbiamente certe istituzioni e diritti che scontenterebbero i liberali classici ma garantirebbe stabilità per il futuro.