MARIO TELÒ

L'Europe centrale défi à la construction européenne

 

N. 154

 

Riassunto — Le rivoluzioni democratiche del 1989/90, segnando la fine dell’era del bipolarismo e dell’Europa divisa, hanno restituito una maggiore sovranità e importanza politica ai paesi dell’Europa centrale, Ungheria, Polonia e Cecoslovacchia, la cui stabilizzazione democratica è essenziale per la costruzione di un nuovo ordine paneuropeo di pace e di cooperazione. Secondo l’A., per il buon esito di questo processo storico di edificazione di una nuova architettura della grande Europa, tre sono i terreni principali di verifica, tre le grandi sfide a carattere politico-istituzionale che stanno di fronte sia ai responsabili politici, sia al pensiero europeista: 1) la riabilitazione del ruolo dell’Europa centrale non solo come cultura politica della "Mittel-Europa " ma come aggregazione regionale intermedia, che sappia far fronte ai nazionalismi e ai micronazionalismi interni e, dall’altro lato, rappresenti un ponte e un fattore di equilibrio tra le due Europe 2) un salto di qualità delle istituzioni paneuropee, dalla C.S.C.E. al Consiglio d’Europa, nel senso che già sta maturando all’interno delle organizzazioni, come anche nelle proposte dei paesi dell’Europa centrale 3) una nuova capacità della CEE di contemperare la sollecitazione all’allargamento (accettazione delle nuove domande di adesione) con la scelta dell’"approfondimento" dell’Unione politica e monetaria, unica via che può consentire a quello che resterà il nucleo forte dell’Europa "a cerchi concentrici", prospettata da J. Delors, di corrispondere alle sue nuove responsabilità storiche paneuropee.