BINNAZ TOPRAK

Surviving Modernization: Islam as Communal Means of Adaptation

 

N. 157

 

Riassunto — L’articolo sostiene che il movimento islamico in Turchia è in gran parte una risposta alla vita urbana. Si fa rilevare che la migrazione dalle aree rurali verso i grandi centri metropolitani ha avuto come risultato la parziale ruralizzazione della città dato che i nuovi arrivati trovano difficile adattarsi alla vita urbana. Ciò, inoltre, ha dato origine ad un nuovo conservatorismo poiché l’anonimità della città, con sconosciuti come vicini, l’ha fatta ritenere sospetta come universo morale per la popolazione emigrante.

Tale conservatorismo si è congiunto con il concetto islamico di comunità come pure con aspirazioni di mobilità sociale. Per cui, per individui sia di medio che di basso ceto, il conservatorismo islamico ha fornito uno stato sociale alternativo e rispettabilità —alternativo per la loro precedente posizione marginale nell’economia e/o nella gerarchia sociale. Oltre a questo, vi fu l’impatto del cambiamento economico e della crescita negli anni ‘80 che, da una parte marginalizzava un settore delle classi medio-basse, e dall’altra procurava opportunità di successo ad un nuovo gruppo di imprenditori. Quindi, l’Islam ebbe la funzione sia di movimento di protesta per chi scendeva nella scala sociale sia di spinta al successo per chi saliva.

L’articolo fa inoltre osservare che la forza del movimento islamico negli anni ‘80, in aggiunta ai fattori strutturali menzionati sopra, era anche dovuta ad un mutamento dell’ideologia dello Stato dal secolarismo repubblicano radicale a una tolleranza della religione nella vita pubblica.