CARLO   FLORES JUBERÍAS

The Breakup of the Czecho-Slovak Federation: 

Political Strategies and Constitutional Choices  

 

N. 179

 

Riassunto — La dissoluzione della Cecoslovacchia si configura come un caso anomalo per il ruolo giocato dalle elites politiche, che si pongono quali uniche responsabili della disgregazione dello stato, avvenuta senza alcun ricorso alla consultazione popolare. Le elezioni del 1992 faranno emergere i contrasti da tempo latenti, essenzialmente riconducibili a due ordini, i modi della riforma economica e il modello di stato da attuare: laddove i Cechi propugnavano uno stato federale e la libera economia di mercato, gli Slovacchi chiedevano uno Stato costituito da due repubbliche, ciascuna con un suo status internazionale e una quasi totale indipendenza, e un maggior intervento statale nell'economia.

Da quel momento la disgregazione, divenuta l’obiettivo principale dei partiti e dei due parlamenti e governi locali, verrà portata avanti dai leader dei due partiti più importanti, la ceca ODS di Vàclav Klaus e la slovacca HZDS di Vladimír Meciár con negoziati intesi ad attuare la secessione in modo da garantire pari status internazionale ai due stati successori.

Ai partiti di opposizione che tentavano invano di evitare la separazione, non restò che prendere atto in seno all’Assemblea federale che la federazione era in realtà dissolta. La separazione avvenne legalmente con l’Atto costituzionale del 25 novembre 1992. Fra il 25 novembre e il 17 dicembre una serie di leggi portarono all’estinzione delle istituzioni federali, aprendo così la via alla proclamazione il 5 dicembre della repubblica slovacca e il 16 dicembre della repubblica ceca.