MARIA ANTONIA DI CASOLA
Italo-Turkish Relations between the two Wars
N. 181
Riassunto
- La politica estera di buon vicinato nell'area dei Balcani, del Mediterraneo e del Medio Oriente attuata dalla Turchia kemalista all'indomani della riacquisita unità nazionale viene sfidata - nel periodo tra le due guerre - dalla minaccia dellespansionismo mussoliniano.Né vale ad attenuare la preoccupazione dei turchi, la pretesa somiglianza che alcuni settori italiani ravvisano tra le rivoluzioni nazionaliste dei due paesi da cui sorgono entrambi gli autoritarismi del fascismo e del kemalismo.
In Turchia Mustafa Kemal intende personificare un nuovo tipo di nazionalismo e la guerra di indipendenza turca vuole costituire lesempio della lotta che tutti i popoli oppressi dellest devono seguire per impedire lo sfruttamento di un paese sugli altri e per debellare limperialismo.
Lespansionismo italiano che si dirige verso il Mediterraneo e lAfrica in particolare, è suscettibile di modificare la posizione di indipendenza e di sostanziale non allineamento messa in atto da Mustafa Kemal negli anni 20 favorendo un più deciso avvicinamento della Turchia alla politica anglo-francese.
Se e quanto questultima impostazione politica abbia rappresentato una deviazione della politica estera kemalista originaria definita antiimperialista, non contraria al socialismo e sempre favorevole al mantenimento di relazioni amichevoli con lUnione Sovietica è materia tuttora aperta al dibattimento tra gli storici turchi.
Di fatto, il conflitto italo-etiopico suscita grave preoccupazione in Turchia che teme di divenire la pedina successiva dellespansionismo fascista.
La politica messa in atto da Ankara si articola dunque in due direzioni: da una parte con la sottoscrizione di intese di assistenza reciproca nel Mediterraneo con Gran Bretagna, Francia, Jugoslavia e Grecia in funzione anti-italiana (solo in seguito alla loro denuncia lItalia firmerà la convenzione di Montreux); dallaltra con lofferta, continua e pressante, allItalia di un sistema di garanzie nellarea del Mediterraneo che ne limitino lespansione e possano in seguito trasformarsi in un Patto del Mediterraneo che annoveri anche lItalia tra i contraenti delle intese precedenti. Parallelamente alla reiterata offerta di impegni politici che punteggiano lintera fase della crisi etiopica, Ankara promette di assumere una posizione favorevole a Roma nelle discussioni della Lega delle Nazioni.
Una fitta rete di contatti diplomatici delinea così i contenuti dellappoggio che lItalia vorrebbe ottenere da Ankara e quelli che il governo turco è di fatto propenso a concedere: lopposizione della Turchia alle sanzioni militari e la sua pronta richiesta di revoca di quelle economiche non paiono sufficienti a Roma.
Stimando, con limpresa abissina, di avere acquisito nel Mediterraneo una forza militare e una posizione strategica per certi aspetti superiore a quella britannica, la diplomazia italiana ritiene di dover considerare ormai certa sia la dipendenza dalla Gran Bretagna che si è venuta a creare per il governo turco (che con lappoggio inglese ha ottenuto la revisione della Convenzione degli Stretti), sia i radicati timori della Turchia ormai difficilmente sormontabili.
In tal modo viene lasciata cadere anche lultima offerta turca del febbraio 1937, quando Aras propone a Ciano la creazione di una lega di neutrali da costituirsi tra Italia, Turchia e Spagna in vista di un conflitto tra la Germania e lInghilterra e la Francia.