A New Type of Democracy in Uganda?
N. 195
Riassunto - In un referendum svoltosi nel giugno 2000, i cittadini ugandesi hanno votato in favore del mantenimento dell'attuale "democrazia del Movimento" (o 'democrazia senza partiti', come è conosciuto il regime emerso nella seconda metà degli anni '80), rifiutando di sostituirla con un più ortodosso sistema di competizione politica a base partitica. Ancora oggi, tuttavia, manca un'interpretazione condivisa delle caratteristiche fondamentali del regime ugandese. Questo è in parte dovuto ad una serie di riforme politiche che hanno reso difficile inquadrare un obiettivo in continuo movimento. In particolare, gli osservatori si trovano in disaccordo sull'opportunità di descrivere il regime del Movimento come un regime a partito unico e, contestualmente, su quale sia l'effettivo ruolo e margine di manovra per le opposizioni organizzate. Di più, un'indagine empirica su che cosa sia realmente il Movimento - ovvero un'analisi dei suoi assetti organizzativi - non è ancora stata prodotta.
Questo articolo avanza due argomentazioni. La prima è che il Movimento non è un 'sistema' politico, come suggerito dai suoi sostenitori, bensì un'organizzazione politica di parte (partisan). La comprensione del Movimento non può che prendere le mosse dallo studio empirico dei suoi tratti organizzativi. In secondo luogo, l'articolo propone di guardare all'attuale sistema politico come ad un sistema egemonico, in cui alle organizzazioni politiche non dominanti è concesso di esistere e giocare un ruolo solo a condizione che - e fintanto che - il gruppo dominante non veda sfidata la propria posizione di potere.