M.GIOVANNA MERLI The past, present and future of China's birth planning policy
213 Settembre-Dicembre 2006 Anno LXXI n. 3
Riassunto - In
Cina, la visione maltusiana secondo la quale una crescita incontrollata della
popolazione determina un deterioramento degli standard di vita è stata alla
base degli interventi di controllo delle nascite iniziati nella prima metà
degli anni Settanta e inaspriti con la draconiana “politica del figlio
unico” nel 1979. Oggi, la politica
della pianificazione delle nascite in Cina si trova ad un crocevia. Da un
lato, il governo cinese continua a dimostrare un forte sostegno a questa
politica, pur avendo diminuito il controllo statale in numerosi ambiti della
vita sociale ed economica. Dall’altro, si registra una crescente
preoccupazione per i costi sociali, politici ed economici di questo approccio
nell’ affrontare i problemi demografici del paese. Tale preoccupazione ha
determinato una transizione da una politica basata su targets demografici
incentrati su un forte ricorso alla sterilizzazione femminile ad una
caratterizzata dall’offerta di un’ampia gamma di mezzi contraccettivi e
dall’accesso ai servizi di salute riproduttiva e sessuale di alta qualità. La
questione rimane se questa transizione “qualitativa”
determinerà un abbandono dei limiti “quantitativi” sul numero di figli per
coppia. L’analisi di dati qualitativi e quantitativi da noi raccolti in alcune
regioni della Cina del nord nell’arco di un decennio ci permette di dimostrare
che è in atto una convergenza tra le preferenze individuali sul numero dei
figli e quelle dello stato e che la strategia dei policy makers dovrà in un
prossimo futuro affrontare la sfida di conciliare i programmi demografici con le
esigenze dello sviluppo economico.
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