MOTOSHI SUZUKI
Internationalism and Nationalism in Modern Japan
218 Maggio-Agosto 2008 Anno LXXIII n. 2
Riassunto
- Nel corso del tempo l’ordinamento statale giapponese si è uniformato
all’ordine internazionale corrente. Sotto l’ordine imperiale ottocentesco,
di fronte alla minaccia del colonialismo, il Giappone passò dal feudalismo alla
monarchia costituzionale. Quando, alla fine del diciannovesimo secolo, questo
ordine cominciò a indebolirsi e a trasformarsi in un equilibrio di tipo
militare, il Giappone si trasformò in un impero, combattè guerre contro Cina e
Russia e colonizzò Corea e Taiwan.
Con il collasso dell’ordine capitalistico internazionale, all’inizio degli
anni Trenta, il Giappone divenne rapidamente uno stato fascista riunendo con la
forza sotto il nazionalismo agrario una nazione in difficoltà, spingendola così
verso la seconda guerra mondiale e verso una sconfitta devastante. Con
l’avvento dell’ordine liberale del dopoguerra il Giappone subì
un’occupazione settennale da parte degli Stati Uniti e intraprese una radicale
trasformazione verso un assetto democratico e liberale.Negli
ultimi due secoli il Giappone è stato internazionalista nel senso che ha
trasformato le proprie istituzioni politiche ed economiche, in sintonia con il
mutevole ordine internazionale. Nello stesso tempo è stato nazionalista nel
senso che ha riunito una nazione divisa, mobilitando
le energie per realizzare le necessarie trasformazioni. Dovendosi confrontare
con un ordine internazionale in mutamento, i leader politici ritenevano che una
trasformazione del regime fosse una questione di sopravivenza nazionale: questa
si presentava tuttavia ardua poiché le opinioni delle élites erano divergenti
a causa dell’incertezza associata a un ordine mondiale appena costituito. Nel
tentativo di influenzare il consenso interno i leader sollecitavano i sentimenti
nazionalistici. Quando l’internazionalismo si associò al nazionalismo, la
trasformazione del regime costituzionale divenne possibile. Nello sforzo di integrarsi nell’ordine internazionale liberale del
dopoguerra (l’ordine uscito dal
1945) il Giappone ha istituzionalizzato un principio minimalista in materia di
difesa nazionale e di impegno per lo sviluppo economico, inserendo questi
principi nella struttura costituzionale. Questi assetti istituzionali hanno
offerto ai cittadini i benefici dell’ordine successivo al 1945, e inoltre
prosperità economica e consolidamento democratico. Tali
principi si sono sviluppati come norme nazionali incorporate nella mente
dei cittadini giapponesi. D’altra parte questi principi, inseriti nella
costituzione, sono divenuti sempre più inefficaci e obsoleti con il fallimento
del comunismo. Dovendosi oggi confrontare con trattati relativi alla nuova
sicurezza nazionale, i leader politici tentano di evocare il nazionalismo in
modo da promuovere una nuova trasformazione verso un maggiore impegno nella
difesa e una riforma strutturale neoliberale. Fino a questo punto i loro
tentativi sono stati ostacolati dai vincoli imposti da un sistema maggioritario
e da quelli costituzionali. L’attuale immobilismo è il risultato del successo
istituzionale di ieri così come dell’incongruenza tra nazionalismo e
internazionalismo che si sta sviluppando nell’ambito dell’ordine
internazionale del ventunesimo secolo.
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