Fondata da Bruno Leoni
a cura del Dipartimento di Scienze politiche e sociali
dell'Università degli Studi di Pavia
Editrice Giuffrè (fino al 2005)
dal 2006 Editrice Rubbettino
dal 2019 Editrice PAGEPress

Abstract


Autore:
Foppiani Oreste

Titolo:
"The World Cruise of the US Navy in 1907-1909"

Durante il suo secondo mandato (1905-1909), il presidente Theodore Roosevelt si impegnò a fondo per rendere operativo il suo ambizioso progetto di riforma della marina militare statunitense: la costruzione di una marina fatta esclusivamente di corazzate di prima classe. Per una strana combinazione di fortuna e calcolo politico, il percorso della “riforma Roosevelt” coincise con problemi di politica domestica e internazionale (tensioni razziali in California, la sfida tra Giappone e Stati Uniti nell’Oceano Pacifico e la competizione navale europea). Per mettere in atto la sua riforma, Roosevelt dovette convincere deputati e senatori della bontà del suo grandioso progetto navale. Tramite una campagna di marketing politico, il presidente esaltò le virtù di una grande e potente forza armata oceanica tra la popolazione, con l’intenzione di creare il necessario sostegno pubblico per spingere il Congresso ad autorizzare una tale flotta. Roosevelt mise in piedi un evento mediatico estremamente controverso. Nell’estate del 1907, dopo aver sentito i responsabili dei Ministeri della Guerra e della Marina (e tenuto all’oscuro il Ministero degli Affari Esteri), annunciò che nel dicembre di quello stesso anno sedici corazzate sarebbero partite da Hampton Roads (Virginia) e avrebbero circumnavigato le Americhe. In termini di numero di navi coinvolte e di distanza da coprire, questo viaggio rappresentava un record per la marina da guerra americana. L’annuncio di Roosevelt fu accolto quasi universalmente con una certa disapprovazione. Infatti, il Congresso dichiarò subito che non avrebbe votato lo stanziamento finanziario per sponsorizzare la “crociera del presidente.” Addirittura, alcuni giornali si alternarono in una serie di articoli sulla messa in stato d’accusa (impeachment) del presidente e sulla speculazione relativa alla distruzione delle città statunitensi, lasciate senza protezione dalla marina (le sedici navi rappresentavano praticamente la totalità della “flotta” atlantica della U.S. Navy). Nonostante tutti questi segnali negativi, la crociera intorno al mondo divenne un evento epocale. La crociera fu un successo personale del ventiseiesimo presidente: una crociera a mo’ di “fiera galleggiante” degli Stati Uniti che suggellò l’avvento di una nuova era imperialista-navalista, sulla scia della potenza navale britannica