Fondata da Bruno Leoni
a cura del Dipartimento di Scienze politiche e sociali
dell'Università degli Studi di Pavia
Editrice Giuffrè (fino al 2005)
dal 2006 Editrice Rubbettino
dal 2019 Editrice PAGEPress

Abstract


Autore:
Casci Simonetta

Titolo:
"Muslim Self-Determination: Jinnah Congress Confrontation, 1943-44"

Il saggio analizza lo scontro fra la Lega Musulmana e il Congresso negli anni 1943-1944 partendo da un’ottica revisionista. La storiografia revisionista si oppone alla interpretazione ortodossa, secondo la quale la teoria delle due nazioni, elaborata dal leader della Lega Ali Jinnah nel 1940, esprime una chiara scelta separatista. Al contrario essa considera tale teoria una mossa strategica, che Jinnah usa come bargaining counter per le trattative con il Congresso (un punto di partenza per i negoziati). Negli anni 1943-44 Jinnah conferma il suo rifiuto alla logica numerica occidentale e chiede la concessione di una parità statutaria agli indomusulmani nei confronti della totalità dei gruppi non-musulmani. La sua politica rimane flessibile: il concetto di Pakistan è vago e non implica la spartizione. Vuole l’inclusione delle intere province punjabi e bengali nel Pakistan, ma allo stesso tempo indica la formazione di una Unione Pan indiana composta da Hindustan e Pakistan come una possibile soluzione. Tuttavia la logica revisionista è messa in discussione dal fallimento dei colloqui fra Gandhi e Jinnah alla fine del settembre 1944. Gandhi non accetta la teoria di due opposte nazioni e si oppone alla inclusione delle intere regioni bengali e punjabi nel Pakistan, ma si dichiara pronto a concedere l’autodeterminazione ai musulmani in un’India unita. Il rifiuto di Jinnah è secco e forse indica che, in caso di mancato accordo, solo la spartizione potrà garantire gli interessi della minoranza musulmana.