Fondata da Bruno Leoni
a cura del Dipartimento di Scienze politiche e sociali
dell'Università degli Studi di Pavia
Editrice Giuffrè (fino al 2005)
dal 2006 Editrice Rubbettino
dal 2019 Editrice PAGEPress

Abstract


Autore:
Di Comite, Girone, Grubanov Boskovic

Titolo:
"Population in Transition: the case of Latin America and the Caribbean "

L’America latina ed i Caraibi rivelano discrasie nel processo transizionale tutt’altro che trascurabili: i cambiamenti, infatti, sono avvenuti in un quadro di compressione temporale ed in momenti non sempre coincidenti. Il 15% circa della popolazione latinoamericana vive in paesi a transizione demografica conclusa; mentre quasi la totalità della popolazione (80%) vive in paesi più o meno prossimi ad una fase terminale della transizione demografica; infine la percentuale residuale (5%) è costituita dai paesi a regime demografico in gran parte ancora tradizionale e da quelli che, pur in presenza di guadagni in termini di mortalità, presentano ancora un’alta natalità. Nell’ambito del lavoro, dunque, viene analizzata l’evoluzione della popolazione dell’America latina e dei Caraibi per il periodo che va dall’inizio degli anni Ottanta ai nostri giorni, evidenziando le eterogeneità che si osservano all’interno dell’area, tanto a livello globale, quanto a livello di singoli fenomeni (fecondità, mortalità infantile, invecchiamento della popolazione, migrazioni, etc.). Tali discrepanze discendono essenzialmente dai differenti gradi di evoluzione della “demografia” dei paesi che fanno capo all’area di riferimento: Cuba, almeno per quel che concerne la fecondità, è in uno stadio di avanzata “seconda transizione demografica” con bassi livelli di fecondità e una speranza di vita alla nascita significativamente elevata; altri paesi come, ad esempio, Costa Rica, Cile e Uruguay sono in fase di arrivo; paesi, invece, come Haiti e Bolivia vivono ancora nella c.d. fase dello “sviluppo accelerato” della prima transizione demografica e che, per tale motivo, conservano un livello del TFT ancora sostenuto ed una bassa speranza di vita. Infine, con riferimento alla componente migratoria il nostro ambito territoriale oggetto di studio, presenta, eccezion fatta per Costa Rica e Venezuela, un cospicuo saldo negativo con il “Resto del mondo”, con flussi emigratori che tra le destinazioni prediligono gli Stati Uniti d’America da un lato e l’Unione europea dall’altro.