Fondata da Bruno Leoni
a cura del Dipartimento di Scienze politiche e sociali
dell'Università degli Studi di Pavia
Editrice Giuffrè (fino al 2005)
dal 2006 Editrice Rubbettino
dal 2019 Editrice PAGEPress

Abstract


Autore:
Connolly Richard

Titolo:
"Is Russia as an Asian Power? The Economic Dimension of Russia’s Turn to East Asia"

Nella strategia del Cremlino l’estrema parte orientale del Paese assume un ruolo centrale per lo sfruttamento delle risorse economiche e come regione di collegamento con la Cina e con le altre ricche economie asiatiche (Giappone, Corea). La questione a cui l’articolo si propone di rispondere riguarda i potenziali effetti positivi che lo sviluppo del Far East russo può esercitare sulla modernizzazione dell’economia del Paese e sull´economia mondiale. Secondo l’a. tali effetti sono controversi per una serie di ragioni. Innanzitutto l’integrazione commerciale con L’Asia orientale è meno intensa rispetto a quella esistente con l’Europa Occidentale e, dal punto di vista merceologico, è incentrata prevalentemente sulle materie prime energetiche. Anche limitatamente agli idrocarburi la Russia non prevale come supplier dei paesi energivori dell’Asia anche se, per quanto riguarda le riserve potenziali di gas (in particolare gas liquido naturale), il mercato potrebbe avere prospettive interessanti qualora venissero rimosse le strozzature infrastrutturali che per ora lo ostacolano. Pertanto, nonostante i recenti sforzi per migliorare la rete di trasporto e stoccaggio, la tradizionale destinazione “occidentale” rimane quella più rilevante. Se una crescita dell’integrazione economica della Russia con la Cina e i paesi dell’APEC è innegabile, tuttavia essa non ha comportato un ridimensionamento della asimmetria strutturale che caratterizza l’interscambio con questi Paesi (materie prime contro prodotti con più elevato contenuto tecnologico) e, inoltre, non si è discostata dal trend del commercio internazionale che ha coinvolto molti altri Paesi. Anche relativamente ai rapporti finanziari e agli investimenti diretti esteri (FDI) l’a. ne sottolinea la natura “superficiale”. Infatti il peso dei flussi finanziari che la Russia scambia con l’Europa e, in misura minore, con gli Stati Uniti non è paragonabile a quello che fa riferimento ai Paesi dell’Estremo Oriente mentre, per quanto riguarda i FDI, è sufficiente ricordare che solo il 5% di questi proviene dai paesi APEC. Il giudizio conclusivo dell’a. contiene valutazioni negative sulle possibilità di integrazione del Far East russo nel più vasto scenario delle economie asiatiche. Vi si frappone una serie di fattori fra i quali: il livello tecnologico e la diversificazione settoriale dell’apparato produttivo ancora non soddisfacenti, la scarsa presenza di piccole e medie imprese, una struttura demografica della Russia asiatica che non facilita processi produttivi ad alta intensità di lavoro e certamente non è sostenuta da condizioni climatiche favorevoli, infine l’inadeguatezza amministrativa e istituzionale a realizzare efficaci programmi di sviluppo dell’area (cfr. Plan for the Development of the Far East, 2013-2018).