Abstract
Autore:
Connolly Richard
Titolo:
"Is Russia as an Asian Power? The Economic Dimension of Russia’s Turn to East Asia"
Nella strategia del Cremlino l’estrema parte orientale del
Paese assume un ruolo centrale per lo sfruttamento delle
risorse economiche e come regione di collegamento con la
Cina e con le altre ricche economie asiatiche (Giappone,
Corea). La questione a cui l’articolo si propone di
rispondere riguarda i potenziali effetti positivi che lo
sviluppo del Far East russo può esercitare sulla
modernizzazione dell’economia del Paese e sull´economia
mondiale. Secondo l’a. tali effetti sono controversi per una
serie di ragioni. Innanzitutto l’integrazione commerciale
con L’Asia orientale è meno intensa rispetto a quella
esistente con l’Europa Occidentale e, dal punto di vista
merceologico, è incentrata prevalentemente sulle materie
prime energetiche. Anche limitatamente agli idrocarburi la
Russia non prevale come supplier dei paesi energivori
dell’Asia anche se, per quanto riguarda le riserve
potenziali di gas (in particolare gas liquido naturale), il
mercato potrebbe avere prospettive interessanti qualora
venissero rimosse le strozzature infrastrutturali che per
ora lo ostacolano. Pertanto, nonostante i recenti sforzi per
migliorare la rete di trasporto e stoccaggio, la
tradizionale destinazione “occidentale” rimane quella più
rilevante. Se una crescita dell’integrazione economica della
Russia con la Cina e i paesi dell’APEC è innegabile,
tuttavia essa non ha comportato un ridimensionamento della
asimmetria strutturale che caratterizza l’interscambio con
questi Paesi (materie prime contro prodotti con più elevato
contenuto tecnologico) e, inoltre, non si è discostata dal
trend del commercio internazionale che ha coinvolto molti
altri Paesi. Anche relativamente ai rapporti finanziari e
agli investimenti diretti esteri (FDI) l’a. ne sottolinea la
natura “superficiale”. Infatti il peso dei flussi
finanziari che la Russia scambia con l’Europa e, in misura
minore, con gli Stati Uniti non è paragonabile a quello che
fa riferimento ai Paesi dell’Estremo Oriente mentre, per
quanto riguarda i FDI, è sufficiente ricordare che solo il
5% di questi proviene dai paesi APEC. Il giudizio conclusivo
dell’a. contiene valutazioni negative sulle possibilità di
integrazione del Far East russo nel più vasto scenario delle
economie asiatiche. Vi si frappone una serie di fattori fra
i quali: il livello tecnologico e la diversificazione
settoriale dell’apparato produttivo ancora non
soddisfacenti, la scarsa presenza di piccole e medie
imprese, una struttura demografica della Russia asiatica che
non facilita processi produttivi ad alta intensità di lavoro
e certamente non è sostenuta da condizioni climatiche
favorevoli, infine l’inadeguatezza amministrativa e
istituzionale a realizzare efficaci programmi di sviluppo
dell’area (cfr. Plan for the Development of the Far East,
2013-2018).