Fondata da Bruno Leoni
a cura del Dipartimento di Scienze politiche e sociali
dell'Università degli Studi di Pavia
Editrice Giuffrè (fino al 2005)
dal 2006 Editrice Rubbettino
dal 2019 Editrice PAGEPress

Abstract


Autore:
Martin A. Klein

Titolo:
"The End of Slavery and the Dream of a Post Racial Society"

La schiavitù non è stata solo un’istituzione di dipendenza individuale, bensì un sistema globale di commercio e produzione che ha determinato la vita di decine di milioni di individui, ma anche le stesse traiettorie storiche delle società che fornivano gli schiavi o erano vittime del commercio e della produzione a base schiavistica – in primo luogo le società africane: entro il XVIII secolo, almeno in Occidente, schiavo e africano erano divenuti pressoché sinonimi. La schiavitù ha di fatto provveduto una cruciale fondazione ideologica al colonialismo. Al di là della loro natura ascientifica, le idee razziste sono state caratterizzate da grande persistenza proprio perché radicate in queste esperienze storiche e, nonostante i loro principi universali e egualitari, cristianesimo e islam hanno di fatto giustificato la riduzione in schiavitù e il profitto dato dallo sfruttamento dell’altro. L’ordine razziale derivato dalla schiavitù ha cominciato a dissolversi solo dopo la Seconda guerra mondiale. Decolonizzazione, rivoluzione dei diritti civili negli Stati Uniti e immigrazione di massa hanno reso i non bianchi parte visibile e attiva delle società occidentali, obbligando il contesto internazionale ad accelerare il processo di inclusione razziale. Un numero crescente di giovani europei e americani vive oggi in un mondo post-razziale. Tuttavia il razzismo persiste, anche se con una geografia diversa rispetto al passato. Ad esempio è oggi più forte a livelli sociali bassi che non fra le élite e in Europa il torna ad assumere aspetti diretti e violenti. Di questo quadro sono indicativi, per limitarci all’Italia, gli attacchi razzisti subiti da Cecile Kyenge, ministro di origine congolese del governo Letta. Tuttavia l’ “imbrunimento” delle nostre società è in atto: le famiglie cambiano e molti nell’élite già ora non si identificano più su basi di razza, ma di classe sociale o gruppo corporato. La differenza di colore perde di importanza. Se anche ciò non implica ovviamente la fine delle differenze, un ordine post-razziale appare possibile.