Tre
incisioni discografiche delle Missae
super Lhomme armé: Johannes
Regis, Johannes Tinctoris e Mathurin Forestier
Tre incisioni
discografiche delle Missae Lhomme
armé rispettivamente di
Johannes Regis, Johannes Tinctoris e Mathurin Forestier
offrono lo spunto per entrare in contatto con tre
momenti della ben nota tradizione che, snodandosi lungo larco
di circa due secoli (da Ockeghem, Busnois e Dufay a
Carissimi), conta non meno di trentadue messe.
Si tratta delle prime realizzazioni discografiche delle
suddette messe, ad opera della «Schola discantus»
diretta da Kevin Moll (Lyrichord Early Music Series) per
la messa di Regis, di «The Clerks Group» diretto
da Edward Wickham (Musique en Wallonie) per la messa di
Tinctoris e del gruppo «Chicago a cappella» diretto da
Jonathan Miller (Centaur) per la messa di Forestier; le
prime due sono state registrate nel 1997, lultima lanno
successivo.
Elemento unificante della tradizione di messe super
Lhomme armé è, ovviamente, lassunzione
del tenor della chanson omonima come elemento centrale
della costruzione polifonica; ciascuna composizione,
tuttavia, manifesta logicamente caratteri stilistici
diversi in ragione sia dellaltezza cronologica che
dei tratti distintivi del compositore.
La messa di Regis risulta essere stata copiata presso lo
scriptorium della cattedrale di Cambrai nel 14621 ponendosi,
pertanto, in uno stadio immediatamente successivo
rispetto agli esordi della tradizione che,
presumibilmente, risalgono al 1454.2 Si tratta di un
lavoro estremamente ambizioso e complesso, destinato
indubbiamente a una committenza molto colta e raffinata.
Il titolo completo è Missa Lhomme
armé / Dum Sacrum Mysterium, in
quanto il Tenor della chanson condivide il proprio ruolo
di fondamento strutturale con citazioni tratte dallOfficium
in Dedicatione Sancti Michaelis: è
evidente come nel corso della tradizione, la composizione
si sustanzi di significati sempre differenti a seconda
del contesto, legandosi alla rievocazione di san Martino
di Tours (il santo armato del Regno di Francia), allinvito
alla riscossa antiturca lanciato in Borgogna dallOrdine
del Toson dOro3 e, in questo
caso, alla celebrazione di san Michele, altro santo
tradizionalmente armato. La struttura creata
da Regis è una gran prova di rigorosa architettura
musicale: la tecnica strutturale di base è quella del
canone non rigoroso in cui due delle quattro voci (Tenor
e Contratenor altus in Kyrie,
Gloria e Credo,
Bassus e Contratenor altus in Sanctus
e Agnus Dei) eseguono musicalmente la parafrasi della
sezione a e a'
del tenor della chanson: intonati, però, su testi tratti
dallufficio di san Michele (Dum
sacrum mysterium, Milia
milium, Dum
committeret bellum). La sezione b
del tenor della chanson è enunciata solo nei primi tre
movimenti e limitatamente al tenor4 mentre,
contemporaneamente ad essa, il Contratenor altus si
riappropria del testo liturgico utilizzando la musica di Milia
milium. Negli ultimi due movimenti,
limitazione canonica si sposta in Bassus e
Contratenor Altus, mentre al tenor sono affidate la
melodia e il testo di Dum committeret
bellum (nellAgnus Dei III, comunque, si
ritorna allassetto iniziale e il Tenor viene
reintegrato allinterno dellimitazione
canonica).5 Si verifica
quindi una situazione di forte tropatura sia dal punto di
vista musicale che testuale (negli ultimi movimenti si
perviene a un assetto tritestuale: testo liturgico, testo
di Dum sacrum mysterium
e testo di Dum committeret bellum).
Si potrebbe temere che un tale processo costruttivo neghi
lintelligibilità dei differenti livelli testuali e
musicali, ma lascolto della messa proposta dalla «Schola
discantus» fuga questo dubbio. Grazie alla ricerca della
necessaria trasparenza contrappuntistica e al
bilanciamento delle dinamiche, tese a mettere in evidenza
i diversi temi, ogni dettaglio risulta decisamente
comprensibile e, in particolare, le entrate del cantus
prius factus risultano dotate di una
forte carica suggestiva senza nulla togliere alla
percezione delle altre linee melodiche, in particolare
del Superius (lunica voce non vincolata dallo
schema rigoroso che Regis si è imposto). Anche nel Sanctus
e nellAgnus Dei
si toccano momenti di grande pregnanza in concomitanza
dellentrata del Bassus cui è affidata la parafrasi
del cantus prius factus.
Lascolto dellesecuzione della «Schola
discantus» mette in luce una composizione che,
nonostante limpostazione strutturale severa, non
risulta per nulla artificiosa e lascia facilmente
cogliere quella componente di inventiva melodica6 che, coniugata
ad una concezione compositiva estremamente razionale,7 rappresenta la
sigla stilistica di Regis.
La seconda incisione ci permette di apprezzare il
Tinctoris compositore, troppo spesso messo in ombra dalla
fama di teorico. Sulla genesi di questa messa (attestata
unicamente dal ms. Cappella Sistina 35) non si ha
documentazione, ma si può ritenere che sia stata
composta nel periodo in cui Tinctoris fu a Napoli,
probabilmente dopo il 1475,8 e potrebbe anchessa
essere legata allordine del Toson dOro di cui
il re Ferrante dAragona era da poco stato eletto
Cavaliere. Anchessa è tropata, seppur
limitatamente al Kyrie
(Cunctorum Plasmator,
che è anche il titolo alternativo con cui la messa è
pure nota) e al Sanctus
(Pueri Hebreorum).
«The Clerks Group», fin dalle prime note, ne
lascia trasparire la caratteristica più evidente: lessere
totalmente permeata del cantus prius
factus. La melodia del Tenor della
chanson, infatti, rinuncia alla propria esclusiva
funzione di cantus firmus
per penetrare, con parafrasi sempre diverse e sempre
elaborate con grande fantasia melodica, nel vivo del
tessuto contrappuntistico. Si hanno, pertanto, imitazioni
canoniche più o meno lunghe e giochi di richiami tra le
vari voci costruite a partire da frammenti
riconoscibilissimi del cantus prius
factus; esemplificativo di tale
procedimento è il passo del «Cum sancto Spiritu», in
cui, sulle parole «in gloria», le quattro voci si
producono in un evidentissimo attacco quasi mottettistico
sul frammento corrispondente alla coda della sezione a
del Tenor della chanson (re-re-re-sol). La tecnica dellimitazione
è frequentissima in tutta la messa e non limitata alle
sole citazioni del cantus prius
factus, seppur sia innegabile che
siano proprio i frammenti dellHomme
armé che si stagliano in modo
particolare sullo sfondo contrappuntistico grazie allindiscutibile
pregnanza della melodia. Nella messa, comunque (e in
particolare nel Kyrie
II e nell«Et
resurrexit» e nel «Confiteor» del Credo),
si può notare anche un altro trattamento della melodia,
esteso a tutte le quattro voci, e precisamente il
recupero dellantica tecnica del cantus
prius factus a valori larghi (seppur
qui affidato in maniera non tradizionale al Contratenor
altus anziché al Tenor). È estremamente suggestivo lascolto
dell«Osanna», nel quale, attorno ai valori lunghi
del Contratenor che intona cantus
prius factus senza alcuna sorta di
parafrasi (ma con il testo di Pueri
Hebreorum), si dipana un
contrappunto estremamente florido, basato su piccole
imitazioni, scalette vertiginose che ricordano quelle di
Busnois e movimenti estremamente veloce9 entro cui si
staglia nitida, pur senza forzature dinamiche, la
tranquilla gravità del cantus firmus.
Il contesto mensurale molto articolato in linea
con il pensiero teorico di Tinctoris prevede
infatti frequenti successioni di proporzioni; lincisione
discografica mostra come sia possibile stemperare ciò
che a prima vista potrebbe sembrare mera applicazione di
principi teorici (sospettabile, quindi, di artificiosità)
in unesecuzione che inserisce levidenza dei
cambi mensurali un continuum
sonoro assolutamente impeccabile.
La terza incisione, a cura del gruppo «Chicago a
cappella», riguarda la messa di Mathurin Forestier,
compositore per il quale manchiamo a tuttoggi di
notizie biografiche certe. Di lui ci sono pervenute nove
composizioni, tra cui tre messe, in testimoni della prima
metà del XVI secolo sia a
stampa che manoscritti. La mancanza di informazioni
stupisce se confrontata con la fama di cui egli dovette
godere, almeno a giudicare dallinserimento del suo
nome nella lista dei altri celebri musici dellentourage
della corte francese che ci consegna il mottetto Mater
floreat di Puierre Moulu. Edward
Lowinsky ha ipotizzato una possibile identificazione con
del nostro Mathurin con Mathurin Dubuysson, cantore al
servizio della Sainte-Chapelle di Bourges tra il 1489 e
il 1513.10
La Messa, inizialmente a 5 voci11 (con organico
destinato ad amplificarsi in corso dopera)
evidenzia alla base della propria costruzione polifonica
un trattamento di imitazione canonica rigoroso sulla
melodia dellHomme armé,
di cui è recuperata non solo la funzione di sostegno
strutturale, ma anche, per così dire, il legame con la
passata tradizione isoritmica. Il cantus
firmus, infatti, lievemente
parafrasato, si presenta sempre identico in ogni
movimento12 (salvo qualche
piccolo taglio funzionale alla ripartizione della melodia
tra i diversi submovimenti), e subisce un trattamento
mensuralistico nell«Et resurrexit» mediante il
raddoppiamento dei valori. Ma uno dei maggiori centri dinteresse
della messa è dato dal virtuosismo del trattamento
canonico del quale Forestier dà prova. Le voci canoniche
sono da ricavare dalla scrittura del tenor (tranne che
nellAgnus Dei
II, in cui il
trattamento imitativo è a carico delle tre voci
superiori) mediante motti e signa
congruentiae. Il modo dimpianto
è il misolidio che stabilisce così il legame con
la chanson di Morton , ma questo è costantemente
messo in dubbio da una sorta di sfasamento modale dovuto
a unimitazione canonica che poggia su gradi sempre
differenti: nel Kyrie il Tenor secundus parte dal do, «in
subdiapente»; nel Gloria limitazione «in
subdyatessaron p[er] re» suggerisce invece il modo
dorico, e così via. A ciò si aggiunge il fatto che,
mentre il trattamento canonico nei primi tre movimenti e
nella sezione iniziale del Sanctus
resta circoscritto ai due Tenores, a partire dall«Osanna»
il numero dei comites
canonici aumenta fino a sette nellAgnus
Dei III. È naturale che
una tale tecnica compositiva lasci poco spazio allinventiva
melodica delle voci di volta in volta non interessate allenunciazione
del cantus prius factus,
e in effetti il contrappunto di queste è perlopiù
condensato in formule ricorrenti migranti da voce a voce
e spesso replicate in successione anche nella medesima
linea melodica.13 La scarsa
indipendenza delle singole linee è resa inoltre ancor più
evidente dal frequentissimo uso del declamato pseudo-contrappuntistico.
A volte, frammenti di cantus firmus
compaiono anche nelle voci di contrappunto, confermando
così il ruolo centrale che esso assume nelleconomia
dellintera composizione. Negli incipit di Kyrie
I e Christe
è chiaramente percepibile una tecnica tradizionale,
laddove il Contratenor altus cita la melodia iniziale del
superius della chanson di Morton. Ascoltando lincisione
discografica dei «Chicago a cappella» si nota invece
una scelta esecutiva improntata alla ricerca di una
sonorità composta e contenuta che tuttavia (in grazie
anche di una condotta vocale non sempre nitida) non
raggiunge quella trasparenza contrappuntistica che, sola,
permetterebbe di cogliere nitidamente la costante
presenza del cantus prius factus.
Emergono con chiarezza, rimbalzando da una voce allaltra,
solo le citazioni del frammento b3
del Tenor della chanson. Naturalmente, man mano che si
procede verso gli ultimi movimenti, lispessimento
del trattamento canonico aumenta la percepibilità della
melodia dellhomme armé si
fa più presente; ma, anche in questi casi, larticolazione
vocale poco marcata non riesce a evidenziare come si
dovrebbe lincisività anche ritmica per cui il
Tenor della chanson è universalmente noto.
FRANCESCO ROCCO ROSSI
1 Cfr. JULES HOUDOY, Histoire
artistique de la cathédrale de Cambrai, ancienne église
metropolitaine Notre-Dame: Comptes, inventaires et
documents inédits, avec une vue et un plan de lancienne
cathédrale, Lille, 1880 (rist.
Geneva, 1972).
2 Vi sono
opinioni divergenti circa il primato cronologico di tale
tradizione: per Taruskin punto di partenza sarebbe la
Messa di Busnois (Antoine Busnois and
the LHomme Armé Tradition, «Journal
of the American Musicological Society», XXXIX/2, 1986,
pp. 255-293) mentre per Maria Caraci Vela e Agostino
Magro gli esordi sarebbero da ricercare nella messa di
Ockeghem eseguita, probabilmente, per le celebrazioni
avvenute nel 1454 a Tours per la traslazione delle
reliquie di san Martino (Cfr. MARIA CARACI VELA, Un
capitolo di arte allusiva nella prima tradizione di messe
L'homme armé, «Studi Musicali», XXII, 1993,
pp. 3-21; AGOSTINO MAGRO, Basilique,
pouvoir et dévotion: Ockeghem à Saint-Martin de Tours,
in Johannes Ockeghem. Actes du XL
Colloque international dEtudes humanistes,
Edités par Philippe Vendrix, Paris, Klinksieck, 1998, pp.
79100).
3 Lo
stretto collegamento tra la prima fase della tradizione
di Missae super LHomme Armé
e la volontà di crociata dellOrdine del Toson dOro,
formulato soprattutto da William Prizer (Music
and Ceremonial in the Low Countries: Philppe the Fair and
the Order of the Golden Fleece, «Early
Music History», V, 1985,
pp. 113153), è comunemente accettato. È bene però
puntualizzare che ciò non implica che tale competizione
sia necessariamente scaturita in seno allambiente
cavalleresco borgognone, ma semplicemente che lOrdine
del Toson dOro se ne sia appropriato. Lo stesso
potrebbe essere avvenuto anche relativamente alla messa
di Regis, che diventa per ciò stesso difficile non
associare allOrdine di S. Michele.
4 Quindi
è esclusa dal trattamento canonico.
5 Per unaccurata
analisi della Messa Cfr. EDGAR HERNDON SARKS, Cantus
Firmus in Mass and Motet (1420-1520),
Berkeley and Los Angeles, University of California Press,
1963, pp. 181183.
6 Frutto,
probabilmente di una lunga frequentazione di Regis con
Dufay a Cambrai.
7 SPARK, Cantus
Firmus, cit., pp. 181-183.
8
Propongo il 1475 come terminus post
quem, considerando lassenza di
questa messa dal ms. CS 14, redatto entro tale data e
donato dal re di Napoli al papa in occasione dellanno
santo.
9 Il
contrasto ritmico è reso da Tinctoris mediante lutilizzo
nel Contra del tempus imperfectum cum prolatione maiore e
laggiunta dellindicazione «crescit in duplo»,
mentre le altre voci sono notate in tempus imperfectum
diminutum.
10 Cfr. EDWARD E. LOWINSKY, The
Medici Codex of 1518,
Chicago, University of Chicago Press,
1968 (Monuments of Renaissance Music IIIV), vol. III, p. 74,
n. 34. Lidentificazione scaturisce dallanalogia
semantica tra Forestier (Forest) e Dubuysson (Bois).
11 Le voci
in eccedenza rispetto alle tradizionali quattro sono
sempre da ricavare tramite motto.
12 Anche le pause al suo interno
sono sempre rispettate.
13
Paradigmatico in tal senso è il «Pleni» (tenor tacet
con imitazione tra primo e secondo discantus), in cui si
ha una divisione in due parti di cui la seconda è molto
simile alla prima.
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