JOHANNES BRAHMS, Symphonie
Nr. 1, C-moll, Opus 68, hrsg. von
Robert Pascall, München, G. Henle Verlag, 1996 (Neue
Ausgabe sämtliche Werke, Ser. I: Orchesterwerke,
Bd. 3)
La pubblicazione
del primo volume della Neue Ausgabe sämtliche
Werke di Johannes Brahms, dedicato
alla Sinfonia n. 1 in Do minore op. 68,1 riveste notevole
importanza sia per avere sanato le carenze testuali
presenti nelledizione apparsa nei Sämtliche
Werke editi da Breitkopf & Härtel
nel 192627, sia per avere suscitato e alimentato
una proficua speculazione musicologica, tuttora
viva, sulla natura e sulla funzione delledizione
critica delle opere di Brahms, e più ampiamente sulla
specificità della critica testuale e sul suo rapporto
con la ricezione e con la prassi esecutiva.
Il pur pregevole e stimabile lavoro compiuto dai curatori
degli Opera omnia
pubblicati tra il 1926 e il 1927 viene ora visto a
decenni di distanza temporale e alla luce di notevoli
raggiungimenti metodologici bisognevole di
radicale revisione. Sin dagli anni Settanta, con la
basilare disamina dovuta a Donald McCorkle2 sui problemi che
ostacolano la ricerca musicologica brahmsiana, e con il
contributo del 1984 di Margit McCorkle,3 punto di
riferimento obbligato per ogni indagine sui testimoni, e
infine, ma non solo, con lapporto di studiosi quali
Robert Pascall e George Bozarth, era apparsa cogente la
necessità di sottoporre i testi brahmsiani a un nuovo
scrutinio critico. I motivi della parziale affidabilità
dei Sämtliche Werke
del 1926-27 sono noti: limitata e comunque insufficiente recensio
dei testimoni; distinzione operata tra elementi di
carattere essenziale ed elementi di carattere accidentale;
precipitazione, nel lavoro di edizione, dettata dalla
fretta di comparire sul mercato in corrispondenza della
scadenza dei diritti dautore; assunzione del
testimone seriore come testo base per ledizione,
con particolare interesse per la lezione data dallOriginalausgabe;
assenza di un apparato critico propriamente detto.
La nuova edizione della Prima Sinfonia si è proposta
come compito primario e come precipuo interesse la
ricostruzione della relazione a dire il vero
piuttosto complessa, tanto che ognuno dei singoli
movimenti ha richiesto una recensio
autonoma che lega i testimoni manoscritti (autografi
di schizzi, di versioni preliminari e di versioni finali,
apografi impiegati come modelli per lincisione) ai
testimoni a stampa (prima edizione). Ricostruire questa
relazione ha comportato un lavoro significativo sulle
testimonianze documentarie: è stata corretta la
datazione di quattordici lettere, rivista la trascrizione
di una di esse e rivelata limportanza di tre
documenti non pubblicati. Lintendimento del
curatore e dei responsabili delliniziativa4 di consegnare
una edizione storico-critica è rispecchiato nellapparato
critico e nelle appendici: in queste ultime compaiono la
trascrizione di schizzi per il II e per il III movimento, la
versione per una prima esecuzione del II movimento e
infine la lezione originaria della sua Coda. La
preparazione del testo musicale ha presupposto un acuto e
arduo lavoro di posizionamento delle forcelle, dei segni
dinamici e delle legature; la nuova edizione della Prima
Sinfonia oltre ad avere sanato alcune corruzioni
che riguardano laltezza delle note si è
premurata di garantire dunque il corretto collocamento
dellinizio, dellapice e della fine delle
forcelle di crescendo e di diminuendo,5 nonché la
precisa attribuzione alle voci dei segni di espressione e
lesatta estensione delle legature.
Allindomani della nuova pubblicazione della Prima
Sinfonia, tra il novero di autorevoli recensioni,
appariva sulla rivista «Notes» un
commento a firma di Raymond Knapp,6 che toccando e
suscitando temi di particolare interesse, forniva lopportunità
di affrontare ancora una volta, vexata
quæstio, considerazioni di
carattere generale riguardo alla natura del lavoro di
filologia testuale sulle opere di Brahms. Nella
recensione, tra laltro, si affermava che, ad
esclusione dei pochi casi di correzione dellaltezza
delle note, le principali emende apportate nella nuova
edizione come il corretto posizionamento delle
forcelle di crescendo e diminuendo rientravano più
propriamente nella categoria della sfumature esecutive, e
che dunque non avrebbero giustificato unimpresa così
onerosa e dispendiosa come quella di pubblicare nuovi Opera
omnia brahmsiani. La questione,
toccando un punto nodale, merita alcune considerazioni.
Sebbene sia lecito stabilire che la scelta dellesecutore
di anticipare o ritardare lesecuzione di un
crescendo sia da ascrivere allambito delle nuances
dellinterpretazione, è però illecito concludere
che la soggettività e lindeterminatezza delle
scelte esecutive ricadano sul testo, inficiandone loggettività
e la determinatezza. Il problema risiede nella confusione
tra il piano testuale e il piano esecutivo-interpretativo,
nonché nella disconoscenza della loro natura
ontologicamente diversa, dato che la natura del piano
testuale richiede una prospettiva stabile e oggettiva,
che fissi, per quanto possibile, lintenzione finale
e definitiva dellautore, quando invece la natura
del piano esecutivo-interpretativo richiede più
propriamente una prospettiva di soggettività, ed è
legata allelemento transeunte della singola
esecuzione. Lo scostamento dal testo da parte dellinterprete
si auspica debba essere sempre consapevole: la licenza
dellinterprete è infatti tale soltanto se cè
la conscia volontà di scostarsi dal testo originale. Le
licenze dellinterprete non giustificano dunque
medesime licenze da parte del filologo: piuttosto, le
licenze esecutive presuppongono
la correttezza testuale da parte del filologo.
Linteresse e il ruolo attribuiti da Brahms alle
esecuzioni di prova che abitualmente precedevano la
pubblicazione delle sue opere non può essere frainteso:7 revisioni e
correzioni effettuate in base alle prime esecuzioni erano
compiute nella prospettiva di pervenire a un testo quanto
più stabile e definitivo possibile. Non è escluso che
questa medesima prospettiva si sia rispecchiata, tra laltro,
nella sistematica distruzione degli schizzi e degli
abbozzi delle proprie opere.
Limpropria commistione tra il piano testuale e il
piano esecutivo è a volte dovuta, se non al retaggio
decostruzionista più o meno inconsapevole, allassunzione
a norma della distinzione tra elementi sostanziali (valore
e altezza delle note) ed elementi accidentali (indicazioni
di tempo, dinamica e fraseggio), a detrimento di questi
ultimi. Alcuni fattori portano piuttosto a ritenere che,
per quanto riguarda Brahms, la distinzione sia
inaccettabile. In primis
è illuminante un esame dei manoscritti: la meticolosa
cura di Brahms riservata nei suoi autografi allapposizione
dei segni di dinamica, espressione e fraseggio
frequentemente oggetto di revisione rispecchia una
ponderata scelta nonché un preciso pensiero musicale. È
da considerare, ad esempio, il modo tipicamente
brahmsiano di ottenere la varietà ritmica e metrica
elemento di modernità della sua scrittura,
indicato con acume da Arnold Schönberg attraverso
lo spostamento sui tempi deboli delle legature di frase e
di portamento:8 da questo usus
scribendi si può arguire che la
legatura diviene un mezzo per intervenire sulla struttura
metrica e ritmica e che dunque inerisce al sostanziale
piuttosto che allaccidentale. Analogamente, un
segno di espressione (come lindicazione dolce)
viene, non di rado, apposto da Brahms con la funzione di
discriminare la voce principale da quella secondaria, con
un procedimento che precorre luso adottato dalla
seconda Scuola di Vienna di indicare con un simbolo
convenzionale la Hauptstimme
e la Nebenstimme.
In conclusione, considerare la nuova edizione della Prima
Sinfonia come testo destinato prevalentemente allesecuzione
oppure alla stregua di una edizione pratico-didattica
equivale a riconoscere alla Neue
Gesamtausgabe un ruolo quanto mai
limitato, nonché a distorcere la natura e la funzione di
una pubblicazione che si è proposta di trasmettere il
testo dellopera brahmsiana in una prospettiva
stabile. Invero, il lavoro compiuto sulla Prima Sinfonia
il cui presupposto è una conoscenza globale
confluita poi nelledizione critica presenta
un contenuto testuale e un corredo di apparati critici e
di appendici che ricoprono una funzione tanto vasta
quanto è il beneficio che può produrre, oltre che allinterprete,
agli studi in ambito storico-critico e analitico, agli
studi sulla genesi e sul processo compositivo, allo
studio della ricezione dellopera.
ANDREA MASSIMO GRASSI
1 È
recentemente apparsa, curata da Carmen Debryn e Michael
Struck, ledizione del Quintetto
per pianoforte e archi op. 34. Il
piano editoriale prevede ora la pubblicazione del Concerto
per violino, violoncello e orchestra
op. 102.
2 DONALD M. MCCORKLE, Five
Fundamental Obstacles in Brahms Source Research,
«Acta Musicologica», XLVIII/1, 1976,
pp. 25372.
3 MARGIT L.MCCORKLE, Johannes
Brahms Thematisch-Bibliographisches Werkverzeichnis,
München, Henle, 1984.
4 Cfr.
ROBERT PASCALL, Zur
Edition von Brahms 1. Symphonie. Methoden, Probleme
und Lösungen, in Johannes
Brahms. Quellen Text Rezeption
Interpretation. Internationaler Brahms-Kongreß Hamburg
1997, Verbindung mit Costantin
Floros und Peter Petersen, , hrsg.
von Friedhelm Krummacher und Michael Struck in München,
Henle, 1999, pp. 23146; MICHAEL STRUCK, Bedingungen,
Anfangen und Probleme einer neuen Gesamtausgabe der Werke
von Johannes Brahms, Ibid.,
pp. 21330.
5 Il
problema è stato trattato esaurientemente da WOLF-DIETER SEIFFERT, Crescendo-
und Decrescendo-Gabeln als Editionsproblem der Neuen
Brahms Gesamtausgabe, in Johannes
Brahms. Quellen Text Rezeption,
cit., pp. 24765.
6 «Notes»,
LIV, 1997/2,
pp. 5547. Lautore si è occupato in passato
dellopera sinfonica di Brahms: RAYMOND KNAPP, Brahms
and the Problem of the Symphony: Romantic Image, Generic
Conception, and Compositional Challenge,
PhD diss., Duke University, 1987; ID. The
Finale of Brahmss Fourth Symphony: The Tale of the
Subject, «19th
Century Music», XIII/1 1989,
pp. 713.
7 Cfr.
MARGIT L.MCCORKLE, The
Role of Trial Performances for Brahmss Orchestral
and Large Choral Works: Sources and Circumstances,
in Brahms Studies: Analytical and
Historical Perspectives, ed. by
George S. Bozarth, Oxford, Clarendon, 1990, pp. 295330.
8 Cfr.
WALTER FRISCH, The
Shifting Bar Line: Metrical Displacement in Brahms,
in Brahms Studies: Analytical and
Historical Perspectives, cit., pp.
13964.
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