Catalogue of Early Music Prints from the Collections of the Former Preußische Staatsbibliothek in Berlin, Kept at the Jagiellonian Library = Katalog starodruków muzycznych ze zbiorów bylej Pruskiej Biblioteki Panstwowej w Berline, przechowywanych w Bibliotece Jagiellonskiej w Krakowie, edited by = opracowala Aleksandra Patalas, Musica Iagellonica, Kraków, 1999 Redatto nel corso
degli anni Novanta, è comparso finalmente a metà del
2000 (nonostante la data ufficiale di stampa sia il 1999)
il catalogo delle stampe musicali già possedute dalla
Preußische Staatsbibliothek di Berlino ossia la
biblioteca più importante della Germania fino alla
seconda guerra mondiale ed ora in deposito presso
la Biblioteka Jagiellonska di Cracovia. Le vicissitudini
occorse allingente patrimonio della biblioteca
tedesca, negli anni finali della guerra e in quelli
immediatamente successivi, sono un dato ormai acquisito
dal mondo musicologico. È noto, infatti, come i
responsabili della biblioteca berlinese, avvicinandosi il
momento della capitolazione finale, avessero decentrato
la parte più importante dei fondi di manoscritti e di
stampe in numerose biblioteche dislocate in punti
periferici del Reich,
allo scopo di preservare un materiale di tale rilevanza
dai bombardamenti. Sono stati abbastanza puntualmente
ricostruiti i movimenti di tale materiale nel dopoguerra,1 con il ritorno a
Berlino di buona parte di quanto si era disperso. Ma il
rientro di questo materiale pativa già uno degli effetti
della guerra: la divisione della città in due parti e la
conseguente scissione in due sedi della precedente Preußische
Staatsbibliothek: nella Deutsche Staatsbibliothek
confluirono i materiali che alla fine della guerra si
trovavano nelle biblioteche della nuova Repubblica
Democratica Tedesca, nella Staatsbibliothek Preußischer
Kulturbesitz invece quanto era rimasto sul suolo della
nuova Repubblica Federale Tedesca.2 Non tutto il
materiale precedentemente posseduto dalla Preußische
Staatsbibliothek fece ritorno: parte di esso non fu più
rintracciato e venne creduto genericamente disperso per
eventi bellici. Alla fine degli anni 70, tuttavia,
in ambienti bibliotecari cominciò a circolare la voce
che tale materiale fosse da ricercare nei depositi della
biblioteca di Cracovia e in breve questa notizia ebbe
riscontri sempre più puntuali, fino ad essere del tutto
confermata. Non è quindi una novità: da oltre venti
anni è stata finalmente localizzata una cospicua parte
del disperso patrimonio berlinese,3 patrimonio che
era stato ampiamente segnalato e studiato prima della
seconda guerra mondiale e la cui scomparsa aveva creato
disappunto in non pochi studiosi. Considerata però limportanza
e la ricchezza del fondo rintracciato a Cracovia, ben si
comprende come ancora oggi ci sia chi sembra riscoprirlo
con inedito entusiasmo, quasi che ogni volta si
verificasse la prima scoperta di oltre venti anni or sono.4 Tuttavia ci sono
due aspetti che destano una certa curiosità: da un lato
la constatazione che il maggiore interesse verso questo
fondo sembra si sia limitato prevalentemente ai
manoscritti dei grandi compositori tedeschi del Barocco,
del Classicismo e del Romanticismo, dallaltro che
la comunità internazionale non abbia sentito lurgenza
di una ricatalogazione puntuale di un fondo così
importante, o perlomeno non ne abbia sostenuto con vigore
liniziativa. A corredo di questa seconda
riflessione bisogna però rammentare come il materiale
ora a Cracovia costituisca in certo qual modo un motivo
di imbarazzo nelle relazioni bilaterali fra Germania e
Polonia: la prima nazione rivendica la proprietà dei
materiali, la seconda forse non vuol cedere facilmente un
patrimonio che potrebbe anche configurarsi come parziale
risarcimento per le tragiche vicende belliche. Lopera
di puntuale censimento di tutti i materiali ex berlinesi,
pertanto, non può non risollevare anche il problema
della collocazione giuridicamente corretta di essi.
La pubblicazione
si conclude con un unico indice finale, che seppur
non dichiarato come tale raccoglie solo i nomi dei
compositori rappresentati nel catalogo stesso.
A questa parte principale della scheda seguono, in carattere di corpo minore:
Così come è
articolato nelle sue quattro parti, il catalogo presenta
le edizioni musicali in analogia a tre serie del RISM: le
prime due sezioni (edizioni monografiche ed anonime)
trovano un pendant
nella serie A/I, la terza sezione (antologie) nella serie
B/I e la quarta (Kirchenlieder
tedeschi) nella serie B/VIII.
Come tali, il
catalogo conta ben 573 unica,
che rappresentano oltre il 22% di tutti gli esemplari
catalogati. Di essi, 371 sono edizioni del tutto assenti
nel RISM (quasi il 65% degli unica;
di questi ben 74 non sono segnalati nemmeno dallEitner),
52 sono pubblicazioni presenti nel Rism, ma in edizione
diversa (il 9% degli unica),
mentre 150 sono le pubblicazioni le cui parti presenti a
Cracovia integrano (ma non sempre in maniera completa)
edizioni segnalate come lacunose nel RISM (il 26% degli unica). Riassumendo, secondo una prima valutazione, certamente non definitiva ma comunque sufficientemente indicativa, il catalogo della Patalas riporta allincirca 550 unica:
Dal calcolo
numerico di unica
è esclusa a priori
una intera categoria, quella dei libri liturgici: non
avendo essi un riscontro nella catalogazione del RISM, la
curatrice del catalogo non si è sbilanciata a valutarne
lunicità, o meno, di esistenza. Anche questo
settore, tuttavia, presenta documenti di spiccato
interesse: alcune di queste edizioni non sono censite
nella base dati Relics (Renaissance Liturgical Imprints
Census, base dati creata e gestita dalla University of
Michigan, consultabile allURL http://www-personal.umich.edu/~davidcr/index.html), che mira a
descrivere tutti i libri liturgici editi fino al 1601.25 PIETRO ZAPPALÀ 1 PETER JAMES PALMER WHITEHEAD, The lost Berlin manuscripts, «Notes» 33 (1976), pp. 7-15; ID. , The Berlin manuscripts Recovered, «Notes» 36 (1980), pp. 773-776; WILLIAM M. MCCLELLAN, The curtain comes down on the lost Berlin manuscripts, «Notes» 37 (1980), pp. 309-310. 2 A seguito della riunificazione della Germania si è avuta anche la riunificazione delle due biblioteche nella moderna Staatsbibliothek zu Berlin Preussischer Kulturbesitz, che quindi riassume il ruolo e limportanza che ebbe a suo tempo la Preußische Staatsbibliothek. 3 Estremamente rappresentativa dellimportanza del fondo, anche limitandosi ai soli manoscritti, è la gran mole di autografi di autori come Bach (numerose cantate), Mozart (Così fan tutte, Le nozze di Figaro, la sinfonia Jupiter), Beethoven (la Grosse Fuge, le sinfonie n. 7, 8 e 9), Mendelssohn (il Concerto per violino, il Sogno di una notte di mezza estate), oltre a manoscritti di Haydn, Schubert, Schumann, Brahms, Bruckner, solo per menzionare i maggiori. Ma il dato più rilevante, perché essenzialmente inedito, è che non tutto il materiale che risultava disperso è rintracciabile a Cracovia: parte di esso manca ancora allappello, e tutto lascia prevedere che si trovi in biblioteche situate ancora più a Est. 4 Si veda ad esempio la prefazione a FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY, Mendelssohn's Concerto for Violin and Orchestra in E Minor, op. 64: a Facsimile, foreword by H. C. Robbins Landon; introduction by Luigi Alberto Bianchi and Franco Sciannameo, New York-London, Garland, 1991 (Music in Facsimile, 4). 5 La numerazione delle schede arriva a 2591, ma a causa dellinterpolazione di alcune schede con numerazione ripetuta e seguita da una lettera alfabetica diacritica, il numero reale è superiore di qualche unità. 6 Contrariamente a quanto avviene in simili casi nella serie A/I del RISM, in queste antologie viene segnalato il nome degli altri compositori coinvolti (debitamente riportati nellindice finale), con il numero delle composizioni a loro attribuite nella pubblicazione. In questa sezione vanno segnalati anche alcuni intrusi. Come tali, probabilmente, vanno registrate almeno le schede 212, 213 e 214: si tratta di tre volumi di salmi in versione francese, nella traduzione di Théodore de Bèze e Clément Marot, cui le schede figurano intestate. Esse avrebbero dovuto figurare, in realtà, nella successiva sezione delle pubblicazioni anonime (o in quella delle antologie, se ci fosse lelenco dei compositori, quale però non appare dalla scheda catalografica). 7 Non si fa riferimento, invece, alla Bibliographie der Musiksammelwerke di Eitner, che nella descrizione delle antologie è per molti aspetti ancora uno strumento insuperato. 8 La lista, denominata «Compositori della serie A/II» (e parallele forme nelle lingue straniere), costituisce un complemento della serie A/II del RISM e viene distribuita nel medesimo CD-Rom che contiene i dati catalografici relativi ai manoscritti. 9 Basti menzionare il dibattito apertosi immediatamente dopo la comparsa dei primi volumi della serie A/I, in particolare WOLFGANG SCHMIEDER, Bemerkungen zum «neuen Eitner», «Die Musikforschung», 26 (1973), pp. 81-89, cui risponde KARL-HEINZ SCHLAGER, RISM, Serie A/I: Wunsch und Wirklichkeit, «Die Musikforschung», 26 (1973), pp. 89-91, al quale a sua volta ribatte WOLFGANG SCHMIEDER, Erwiderung, «Die Musikforschung», 26 (1973), pp. 91-92. Per limitarsi allarea italiana sembra opportuno citare gli interventi di CLAUDIO SARTORI, «Nuova Rivista Musicale Italiana», 8 (1974), pp. 634-637 e 10 (1976), pp. 285-286, e il ponderoso contributo di OSCAR MISCHIATI, Bibliografia e musicologia, «Note darchivio per la storia musicale», N.S. 3 (1985), pp. 171-192. 10 Bisogna però rilevare come la curatrice si discosti dal RISM nellordinamento alfabetico di intestazioni con lettere provviste di segni diacritici: nel RISM abbiamo Schütz e successivamente Schultheiss (quindi secondo luso in auge in Germania fino a pochi decenni or sono di intendere i segni diacritici come implicitamente sciolti: Schütz da leggersi e quindi da ordinare come Schuetz), mentre nel catalogo della Patalas prima Schultheiss e poi Schütz (e quindi secondo la tendenza corrente di intendere le lettere con segni diacritici alla stregua delle medesime lettere sprovviste di tali segni (ossia Schütz come Schutz). 11 Vi sono casi in cui la scelta dellintestazione non è accettabile (si vedano ad esempio la scheda 357 intestata a Cesare Romano Giulio II, in luogo di Alessandro Romano, e la scheda 1230 intestata a LHoste Spirito da Reggio, in luogo di Hoste da Reggio oppure di Torresano, Bartolomeo), altri in cui la grafia andrebbe ricondotta a forme più corrette (ad esempio la scheda 200 intestata a Bernardi Steffano, in luogo di Stefano; la scheda 205 a Berti Caroli, in luogo di Carlo, - il frontespizio riporta in latino il nome dellautore al genitivo; la scheda 304 intestata a Canale Floriano, in luogo di Canali; la scheda 409 intestata a Colombani Orazio, in luogo di Colombano; e così via), altri ancora in cui siamo palesemente di fronte a mere sviste redazionali (schede 938-961, intestate a Hammerchmidt Andreas in luogo di Hammerschmidt). Il problema qui discusso in relazione ai compositori si deve estendere per metodo e risultati anche ai nomi degli editori e stampatori e ai luoghi di edizione: nel primo caso si oscilla, ad esempio, fra Sartorius e Schneider, oppure fra Pruscivus e Prüß, fra Junte e Giunta, nel secondo invece fra Straßburg, Strasbourg e Argentina, oppure fra Moguntia e Mainz. 12 A titolo desempio, la ricca produzione di Valentin Haussmann include a giudicare dalla trascrizione dei frontespizi più riedizioni delle medesime opere: le schede 1009, 1011, 1012, 1021, 1024 si riferiscono a differenti riprese dei Neue artige und liebliche Täntze ... (anni 1598, 1599, 1600, 1604, 1606 rispettivamente), mentre le schede 1010, 1013, 1023, 1025 si riferiscono a varie impressioni o riedizioni delle Neue liebliche Melodien unter neue Teutsche Weltliche Texte ... (anni 1598, 1600, 1604, 1606 rispettivamente). Le schede descrittive, così disposte in ordine cronologico di stampa, non consentono quindi unimmediata percezione della reale consistenza della produzione di un compositore e neppure della fortuna di una o dellaltra delle sue opere. 13 È il caso delle schede 2461, 2468, 2503, 2510, 2550, 2568. 14 Tanto zelo si spinge, come sè detto più sopra, a riprodurre il frontespizio in forma diplomatica, con il rispetto di maiuscole e minuscole, tondi e corsivi, suddivisioni delle parole e indicazione di fine riga. Bisogna però rilevare che sarebbe forse stato preferibile adottare una trascrizione in forma più lineare (ma pur sempre integrale!), sfruttando il tempo risparmiato per curare una maggiore precisione nel testo trascritto, onde evitare i non infrequenti errori di lettura o di scioglimento delle abbreviazioni: una descrizione semplificata non avrebbe inficiato la funzione di identificazione precisa dellesemplare descritto e sarebbe tornata a tutto vantaggio dellintelligibilità del frontespizio. 15 Oltre ad una maggiore definizione degli effettivi unica, la consultazione degli Addenda del RISM A/I avrebbe consentito, fra laltro, il perfezionamento della catalogazione di alcuni esemplari presenti a Cracovia, ma in qualche modo difettosi (è il caso, per esempio, della scheda 549, priva del tutto di note tipografiche perché ledizione è mutila del frontespizio). 16 Il RISM non ha mai pubblicato volumi di aggiornamento e integrazione delle serie B/I e B/II, e anche i volumi 11-14 della serie A/I che pure dovrebbero sancire la conclusione dellattività di repertoriazione, con la speranza che siano effettivamente seguiti dal volume 10 con indici di editori e stampatori non sono esenti da errori e ulteriori lacune. 17 Sono stati considerati due lavori di OSCAR MISCHIATI, Bibliografia delle opere dei musicisti bresciani pubblicate a stampa dal 1497 al 1740. Opere di singoli autori, Firenze, Olschki, 1992 (Biblioteca di bibliografia italiana, 126) e Bibliografia delle opere pubblicate a stampa dai musicisti veronesi nei secoli XVI-XVII. Roma, Torre dOrfeo, 1993 (Biblioteca musicologica, 2), larticolo di FRANCO BRUNI, Edizioni rare e unica del Seicento nella Cattedrale di Malta, «Nuova rivista musicale italiana», 29/3 (lug.-set. 1995), pp. 505-527 e la base dati Edit16, che censisce le cinquecentine stampate in Italia o quelle stampate allestero in italiano, consultabile allindirizzo http://edit16.iccu.sbn.it/. 18 Si vedano, ad esempio, la scheda 626 (ANDREA FELICIANI, Il primo libro de madrigali a sei voci , Venezia, Giacomo Vincenti & Ricciardo Amadino, 1586 [esemplari a Siena, Biblioteca comunale degli Intronati e Archivio del Duomo]), la scheda 645 (COSTANZO FESTA, Il primo libro de madrigali a tre voci, nuovamente ristampati e corretti per Claudio Merulo da Correggio, Venezia, Claudio Merulo, 1568 [esemplari a Bressanone]), la scheda 891 (BONIFACIO GRAZIANI, Il secondo libro de motetti a voce sola , Roma, Giacomo Fei, 1662 [esemplare a Malta]) e la scheda 1077 (PAOLO ISNARDI, Missa cum motetto octo vocibus pro concertis disiunctis , Venezia, erede di Girolamo Scotto, 1594 [esemplare a Perugia, Biblioteca comunale Augusta]). 19 Riporto
qui di seguito le divergenze fra le annotazioni di Mann e
le indicazioni del catalogo Patalas, oltre ad alcune
ulteriori osservazioni.
20 Oltre al contributo di Mann si è fatto ricorso, nei limiti di questa recensione, ad uno dei già menzionati lavori di OSCAR MISCHIATI (Bibliografia delle opere pubblicate a stampa dai musicisti veronesi nei secoli XVI-XVII), e alla pubblicazione di MARCELLO EYNARD RODOBALDO TIBALDI, Per una bibliografia delle opere a stampa dei musicisti nati o attivi a Bergamo nei secoli XVIXVIII, Bergamo, Secomandi, 1996 [numero unico di «Bergomum. Bollettino della Civica Biblioteca Angelo Mai di Bergamo», 91 (1996), n. 3]. 21 Johann Georg Ahle, Heinrich Albert (5 edizioni), Bonaventura Albrecht, Michael Altenburg, Bonus Joachim, Adrianus Petit Coclico, Valentin Cremcovius, Johann Dilliger (4 ed.), Benedict Faber (4 ed.), Melchior Franck (6 ed.), Peter Franck (2 ed.), Georg Geisler, Joachim Goltz, Johannes Heronymus Grave, Heinrich Grimm, Johann Hess, Nicholas Levavasseur, Paul Luckemann [Luetkeman?], Thomas Mancinus, Johann Valentin Meder, Severo Quernteno, Georg Quitschreiber, Julius Ernst Rautenstein (2 ed.), Johann Martin Rubert, Johann Hermann Schein, Salomon Schmied, Johann Sommer, Johann Staden, Scipione Stella, Johann Stobaeus (4 ed.), Balthasar Tobias Türchner, Johann Friedrich Zuber e quattro antologie. 22 Nei lavori menzionati nelle precedenti note sono già segnalate pubblicazioni di Giovanni Matteo Asola, Valerio Bona, Giovanni Battista Camarella, Giovanni Cavaccio, Tomaso Cecchino, Giulio Cesare Romano II (ossia Alessandro Romano), Costanzo Festa, Marco Ghirlandi, Jean de Macque, Rinaldo del Mel, Claudio Merulo, Philipp de Monte, Pompeo Natali, Desiderio Pecci, Giovanni Priuli, Lucrezio Quinzani, Paolo Ragazzo, Livio Rezzano, Giovanni Felice Sances, Antonio Savetta, Girolamo Scotto, Annibale Stabile. 23 Alessandro Aglione, Wolfgang Christoph Agricola, Gregor Aichinger (2 edizioni), Guiglielmo Arnone, Jakob Banwart, Costantino Baselli (2 ed.), Giovanni Battista Bassani, Eusebius Bohemus, Angelo Bolis, Ottaviano Borono, Lucio Bosso, Marcu Dietrich Brandisius, Giovanni Antonio Cangiasi, Marsilio Casentini, Dario Castello, Carlo Ciminelli, David Civita, Andreas Crappius (2 ed.), Constantin Christian Dedekind (2 ed.), Henning Dedekind, Adam Drese, Gallus Dressler (2 ed.), Johannes Eccard, Thomas Elsbeth (5 ed.), Benedikt Faber (2 ed.), Johann Fabricius [I], Andreas Finolt, Michael Franck, Leandro Gallerano, Wolfgang Gastenhover, MarcAntonio Gemma, Eleazar Genet (Carpentras), Martin Gramelovius, Johannes Hieronymus Grave, Heinrich Grimm (3 ed.), Ekias Groskurdt, Arnold Grothusius (2 ed.), GuglielmoVeneziano, Marcus Hamel, Peter Heinsius, Michael Hoffmann [I], Zacharias Hofmann, Josquin ab Holtzen, Anton Holzner, Paul Homberger, Tobias Krumbhorn, Gregor Langius, Daniel Langkhner, Volckmar Leisring, Guglielmo Lipparino, Johann Jacob Loewe (2 ed.), Johannes Lyttich, Thomas Mancinus, Oggerio Manelgen, Albericus Mazak, Matthias Mercker (2 ed.), Bernhard Meyer, Samuel Michael, Giacomo Moro, Leonardius Nervius, Anthon van Noordt, Paolo Aretino, Johann Christoph Pez, Johann Pezel, Freidrich Pittannus, Ortensio Polidori, Bruno Quinos, Francesco Ramella, Benedetto Re, Gottfried Reiche, Ambrosious Reiner, Johann Remsched, Jacobus Reuffius, Matthäus Reymann, Richard Valentin, Christoph Riemer, Johann Robach (2 ed.), Donato Rubini (2 ed.), Ippolito Sabino, Franz Sale, Henri Schaffen (2 ed.), Thomas Schattenberg, Paul Melissus Schede, Giulio Schiavetto, Christoph Schimpf, Albert Schop, Jakob Seel, Thomas Selle (5 ed.), Johann Baptista Serranus (2 ed.), Ambrosius Sidel, Michael Siegel (2 ed.), Kaspar Speiser, Annibale Stabile, Johann Staden (2 ed.), Siegmund Gottlieb Staden, Johann Stadlmeyr, Johann Stobaeus (5 ed.), Melchior Straus (3 ed.), Wolfgang Striccius, Nicolaus Adam Strunck, Felicianus Suevus, Jacobus Syringus, Melchior Teschner, David Thusius, Caspar Trost, Andreas Ungar, Francesco Spongia Usper, Giovanni Valentini [I], Giovanni Bonaventura Viviani, Melchior Vulpius, Christoph Thomas Walliser, Georg Weber [II], Georg Caspar Wecker ed infine sei antologie. 24 Si tratta di edizioni di opere di Antonio Maria Abbatini, Agostino Agazzari, Gregor Aichinger, Giovanni Francesco Alcarotti, Anello Antignano, Giovanni Francesco Anerio, Jacobus Archadelt (3), Arnoldus Flandrus, Giovanni Matteo Asola (3), Ippolito Baccusi, Giovanni Bassano, Andreas Berger, Carlo Bertoli, Gioseffo Biffi (2), Georg Bleyer (2), Antoine Boesset (2), Valerio Bona, Guillaume Boni, Domenico Borgo, Wolfgang Carl Briegel (2), Serafino Cantone, Jean de Castro, Giovanni Cavaccio, Tomaso Cecchino, Johann Celscher, Johann Christenius, Johannes Chustrovius, Annibale Coma, Girolamo Conversi, Andreas Crappius, Giovanni Croce, Giovanni Del Turco, Christian Demelius, Johann Dilliger, Giovanni Battista Dulcino, Christian Erbach, Benedikt Faber (3), Andrea Falconieri, Stefano Felis, Giovanni Ferretti, Andreas Finolt, Melchior Franck (9), Daniel Friderici, Giovanni Battista Gabella, Marco da Gagliano, Giovanni Giacomo Gastoldi (3), Bartholomäus Gesius, Wolfgang Getzmann, Johann Glück, Claude Goudimel, Guglielmo Veneziano, Adam Gumpelzheimer, Georg Hasz, Valentin Haussmann (4), Johann Andreas Herbst, Ludwig Hörnigk, Johann Hofmann, Johann Caspar Horn, Paolo Isnardi, Michael Kraf (2), Giandomenico La Martoretta, Leone Leoni (2), Johannes Lindemann, Nicolas Maiscocque, Fra Michele Malerba, Giovanni Piero Manenti, Giovanni Antonio Mangoni, Berardo Marchesi da Viadana, Tiburzio Massaino, Giovanni Battista Massari, Georg Mengel, Tarquinio Merula (2), Samuel Michael, Philipp de Monte, Giovanni Maria Negri, David Oberndörffer, Sante Orlandi, Valerius Otto, Giovanni Pierluigi da Palestrina, Didacus Philataerus, Leopold von Plawenn, Michael Praetorius (2), Caspar Prentz, Johann Pulsitiva (Weinlein), Cipriano de Rore (2), Johann Martin Rubert, Ippolito Sabino, Christoph Satzl, Erasmus de Sayve, Lambert de Sayve, Paul Schaeffer, Georg Schmezer, Christoph Schultz, Theodor Schwartzkopff, Girolamo Scotto, Daniel Selich, Agostino Soderini, Johann Staden (4), Johann Stobaeus (2), Valentin Strobel, Tilman Susato, Melchior Teschner, Michael Teutschen-Holdt, Matthias Thalman, Francesco Spongia Usper, Jacobus Vaet, GiovanniValentini [I], Lodovico da Viadana, Johann Vierdanck (2), Samuel Völckel, Erasmus Widmann, Adrian Willaert, Nikolaus Zangius e 12 antologie. 25 Si segnalano in particolare le schede 2223 (Rituale, descritto, ma non localizzato dal Relics), 2228 e 2230 (due Rituali, descritti dal Relics, ma in altre edizioni), 2247 (un raro Graduale), 2265 (una Passione), 2270 e 2271 (due Salteri-Innari). 26 Nel sito Web dedicato al RISM, ed in particolare alla pagina che ne elenca le pubblicazioni (http://www.rism.harvard.edu/rism/publications.html), viene segnalata la ripubblicazione della serie B/I, in corso di preparazione. La notizia era già stata segnalata anche da Brian Mann nel suo articolo. In entrambi i casi, però, liniziativa è legata al nome di Howard Mayer Brown, scomparso ormai da otto anni: non sembra quindi che la riedizione del RISM B/I stia progredendo in questo senso. Viceversa le case editrici Henle e Bärenreiter,di concerto con la sede centrale del RISM di Francoforte, stanno studiando la fattibilità di una versione informatica delle serie A/I, B/I e B/II (comunicazione personale del Dott. Seiffert della Henle-Verlag). |