ROMA
- "Io dai giovanotti di An non sono stato invitato. Sono il loro maestro,
evidentemente hanno paura di me". Giuseppe Sermonti, genetista di fama
internazionale, una delle voci più autorevoli che osino contestare
la teoria dell'evoluzione delle specie di Charles Darwin, apprende della
settimana antievoluzionista organizzata da "alleanza studentesca" con aria
divertita. "Sono dibattiti che, sul piano della contrapposizione tra destra
e sinistra, fanno solo molto male alla scienza - commenta - anche se sui
libri di testo credo proprio che quei ragazzi abbiano ragione".
Professor
Sermonti, ma allora è vero che le teorie di Darwin sono l'anticamera
del marxismo, e che sono funzionali alla sinistra?
Le rispondo citandole un autorevole intervento che
apre l'ultimo numero della rivista Scienze. Ernst Mayr, uno dei
più accreditati evoluzionisti viventi, dice che le teorie di Darwin
sono materialiste. Perché rifiutano qualunque causa sovrannaturale,
qualunque intervento divino, non contemplano la figura di un creatore o
di un architetto. Ma d'altra parte bisogna anche dire che ci sono molti
evoluzionisti cattolici. E poi le teorie di Darwin possono anche essere
considerate vicine al liberismo, quindi di destra, se lei mi citasse ad
esempio la legge del più forte. La realtà è che nel
pensiero di destra convivono degli aspetti inconciliabili, come il liberismo
e la tradizione. E in ogni caso spostare il dibattito su questo piano può
solo essere deleterio.
Ma
la critica degli organizzatori della settimana antievoluzionista si focalizza
soprattutto sui libri di testo, che presenterebbero Darwin come verità
assoluta. E' anche secondo lei una carenza del sistema educativo?
Direi proprio di sì. Perché non solo
i nostri testi presentano il darwinismo come una verità assoluta,
ma si limitano a considerare teorie vecchie di due secoli. Troviamo ancora
i disegnini che mostrano come dalla scimmia si è arrivati all'uomo,
dal batterio all'elefante. Quello è un darwinismo ottocentesco,
messo in discussione oggi dagli stessi evoluzionisti. In realtà,
l'evoluzionismo, come teoria, non esiste. Può interpellare il senso
comune, ma non la scienza. Non esiste una definizione di questa teoria,
e questo la mette al riparo da ogni contestazione.
Con
quali argomenti si potrebbe semplicemente contestare le teorie di Darwin?
Nessuno è un grado di dire perché
una mosca è una mosca e un cavallo è un cavallo, e su queste
basi quella teoria non si può contraddire, perché è
una non teoria. E se è così non parliamo più di scienza,
ma dell'opposto della scienza. Questa è la debolezza e la forza
più grande del darwinismo. Per essere chiaro le faccio un esempio:
evoluzione, sui vocabolari, significa mutamento della serie dei geni. Ma
chi dice che questo sia per forza un processo positivo, "evolutivo" per
quello che significa nel senso comune? E' pieno di esempi di mutazioni
degenerative... E almeno questo agli studenti dovrebbe esser fatto presente.
Siamo in presenza di una confraternita che impedisce agli altri di esprimersi.
Se non si è evoluzionisti non si fa carriera. Questa è una
grave anomalia per la scienza, dove tutti dovrebbero avere il diritto di
formulare le proprie teorie.
Essere
antievoluzionisti significa per forza di cose essere creazionisti? E' corretto
identificare chi mette in discussione Darwin come un integralista religioso
o un esponente dell'estrema destra?
L'antievoluzionismo nasce di sicuro in ambito religioso.
Ma già oggi la situazione è diversa. Negli Stati Uniti, ad
esempio, sta prendendo forza una cerchia di scienziati che mettono in discussione
Darwin senza chiamare in causa la divinità, e senza avere nulla
a che fare con la "destra". Si mette "il caso" di fronte al "progetto".
Si inizia a pensare che la natura abbia una sua direzione, tenda a configurarsi
in un certo modo, abbia un suo progetto originario e si muova in quella
direzione. Si inizia a pensare che la natura abbia un suo scopo indipendente
dall'utilità. E questa è una teoria inaccettabile per i darwinisti.
Parlando con una collega evoluzionista, ultimamente, le ho sentito dire
questo: "Odio i fiori, perché non servono a nulla. Amo la frutta,
perché serve a nutrirsi". E' possibile che dal mondo degli evoluzionisti
sia esclusa la bellezza e regni solo l'utilità? A me sembra abbastanza
triste. |