Da Il nuovo del 22/2/03
L'evoluzionismo, teoria vecchia con molti punti deboli
Questo editoriale e quello pubblicato di fianco esprimono due opinioni diverse sul valore delle teorie darwiniane. Giuseppe Sermonti è un genetista di fama internazionale
Giuseppe Sermonti

ROMA - "Io dai giovanotti di An non sono stato invitato. Sono il loro maestro, evidentemente hanno paura di me". Giuseppe Sermonti, genetista di fama internazionale, una delle voci più autorevoli che osino contestare la teoria dell'evoluzione delle specie di Charles Darwin, apprende della settimana antievoluzionista organizzata da "alleanza studentesca" con aria divertita. "Sono dibattiti che, sul piano della contrapposizione tra destra e sinistra, fanno solo molto male alla scienza - commenta - anche se sui libri di testo credo proprio che quei ragazzi abbiano ragione".

Professor Sermonti, ma allora è vero che le teorie di Darwin sono l'anticamera del marxismo, e che sono funzionali alla sinistra?
Le rispondo citandole un autorevole intervento che apre l'ultimo numero della rivista Scienze. Ernst Mayr, uno dei più accreditati evoluzionisti viventi, dice che le teorie di Darwin sono materialiste. Perché rifiutano qualunque causa sovrannaturale, qualunque intervento divino, non contemplano la figura di un creatore o di un architetto. Ma d'altra parte bisogna anche dire che ci sono molti evoluzionisti cattolici. E poi le teorie di Darwin possono anche essere considerate vicine al liberismo, quindi di destra, se lei mi citasse ad esempio la legge del più forte. La realtà è che nel pensiero di destra convivono degli aspetti inconciliabili, come il liberismo e la tradizione. E in ogni caso spostare il dibattito su questo piano può solo essere deleterio.

Ma la critica degli organizzatori della settimana antievoluzionista si focalizza soprattutto sui libri di testo, che presenterebbero Darwin come verità assoluta. E' anche secondo lei una carenza del sistema educativo?
Direi proprio di sì. Perché non solo i nostri testi presentano il darwinismo come una verità assoluta, ma si limitano a considerare teorie vecchie di due secoli. Troviamo ancora i disegnini che mostrano come dalla scimmia si è arrivati all'uomo, dal batterio all'elefante. Quello è un darwinismo ottocentesco, messo in discussione oggi dagli stessi evoluzionisti. In realtà, l'evoluzionismo, come teoria, non esiste. Può interpellare il senso comune, ma non la scienza. Non esiste una definizione di questa teoria, e questo la mette al riparo da ogni contestazione. 

Con quali argomenti si potrebbe semplicemente contestare le teorie di Darwin?
Nessuno è un grado di dire perché una mosca è una mosca e un cavallo è un cavallo, e su queste basi quella teoria non si può contraddire, perché è una non teoria. E se è così non parliamo più di scienza, ma dell'opposto della scienza. Questa è la debolezza e la forza più grande del darwinismo. Per essere chiaro le faccio un esempio: evoluzione, sui vocabolari, significa mutamento della serie dei geni. Ma chi dice che questo sia per forza un processo positivo, "evolutivo" per quello che significa nel senso comune? E' pieno di esempi di mutazioni degenerative... E almeno questo agli studenti dovrebbe esser fatto presente. Siamo in presenza di una confraternita che impedisce agli altri di esprimersi. Se non si è evoluzionisti non si fa carriera. Questa è una grave anomalia per la scienza, dove tutti dovrebbero avere il diritto di formulare le proprie teorie. 

Essere antievoluzionisti significa per forza di cose essere creazionisti? E' corretto identificare chi mette in discussione Darwin come un integralista religioso o un esponente dell'estrema destra?
L'antievoluzionismo nasce di sicuro in ambito religioso. Ma già oggi la situazione è diversa. Negli Stati Uniti, ad esempio, sta prendendo forza una cerchia di scienziati che mettono in discussione Darwin senza chiamare in causa la divinità, e senza avere nulla a che fare con la "destra". Si mette "il caso" di fronte al "progetto". Si inizia a pensare che la natura abbia una sua direzione, tenda a configurarsi in un certo modo, abbia un suo progetto originario e si muova in quella direzione. Si inizia a pensare che la natura abbia un suo scopo indipendente dall'utilità. E questa è una teoria inaccettabile per i darwinisti. Parlando con una collega evoluzionista, ultimamente, le ho sentito dire questo: "Odio i fiori, perché non servono a nulla. Amo la frutta, perché serve a nutrirsi". E' possibile che dal mondo degli evoluzionisti sia esclusa la bellezza e regni solo l'utilità? A me sembra abbastanza triste.



 
"Altro che Marx, Darwin era un conservatore"

Questo editoriale e quello pubblicato di fianco esprimono due opinioni diverse sul valore delle teorie darwiniane. Giorgio Celli è uno studioso di fama ed europarlamentare dei Verdi europei

Giorgio Celli

 
 
ROMA - "Attenzione ragazzi. Nel '68 i marxisti sostenevano che la scienza non fosse neutrale. Voi state facendo lo stesso loro errore. La scienza è un sistema che cresce su se stesso, e non ha ideologie. Dovreste studiare meglio. La storia, perché in questo modo vi rendereste conto che da sempre le teorie di Darwin sono considerate di destra, e gli stessi marxisti hanno dovuto sempre adottarle con qualche imbarazzo e con delle correzioni. E le scienze, perché così capireste che non esistono verità assolute, ma conclusioni che si avvicinano quanto più possibile alla verità". Giorgio Celli, studioso ed europarlamentare dei Verdi europei, non condivide l'idea che l'evoluzione delle specie sia "l'anticamera del marxismo", e resta di stucco appena sente parlare della "settimana antievoluzionista" organizzata da Azione studentesca di Milano. 

Professor Celli, proprio non è accettabile l'idea del darwinismo "funzionale alla sinistra"?
Secondo me è semplicemente falso. Piuttosto, se volessimo, potremmo dire che è liberista, di destra, che trasferisce sul piano biologico l'ideologia che chi vince è sempre il migliore, il più forte. E poi certe polemiche mi sembrano superate anche negli ambienti cattolici più integralisti. La stessa casa editrice che fa riferimento a Comunione e liberazione, la Iaka Book, pubblica ormai volumi sull'evoluzionismo. Non capisco come ancora oggi ci si possa impegnare in certe battaglie di retroguardia. Anche il Papa ha già assolto Darwin, definendolo un grande scienziato, e tra gli studiosi più illustri d'accordo con le teorie di Darwin c'è anche un gesuita, Teilard De Chardin. Non si può parlare di "materialismo" per avvicinare Darwin al marxismo. Anche il liberalismo è materialista, e con Marx non c'entra nulla. Anzi, a me risulta che Marx volesse dedicare a Darwin il primo volume del Capitale, e che proprio il padre dell'evoluzionismo, conservatore, abbia rifiutato.

A parte le polemiche politiche su marxismo e liberismo, non intravede punti deboli nelle teorie di Darwin?
Contestare il darwinismo significa essere fuori dalla scienza, negare secoli di conquiste scientifiche. Il 95 per cento delle persone che studiano questi fatti sono evoluzionisti convinti. E poi come ce lo spieghiamo che tra il Dna degli scimpanzé e il nostro c'è solo il 2 per cento di differenza? E che sono stati scoperti geni uguali che comandano le stesse dinamiche in esseri viventi differenti? Succede addirittura tra le ali dei moscerini dell'aceto e le foglie di alcune piante. Questo significa che tutto è composto dalla stessa pasta molecolare. E poi le prove a favore dell'evoluzione ci sono, dal 1859 a oggi abbiamo avuto solo conferme. Certo, la teoria ha subito dei cambiamenti ne tempo: all'inizio si pensava che l'evoluzione fosse graduale, adesso sembra molto più probabile che invece avvenga "a scatti", con bruschi cambiamenti dopo lunghi periodi di stabilità. 

Passiamo ai libri di testo. E' vero che sono così carenti?
Non c'è dubbio che i libri devono essere fatti bene. Se mi si mostrasse un libro carente, sarei io il primo a dire che bisogna cambiarlo. Ma rifiuto il paragone tra la "storia di parte" e la "scienza di parte". Non esiste una scienza di parte. L'evoluzionismo è la teoria che nel tempo ha dimostrato di avere più probabilità di avvicinarsi alla verità. Su questo si confrontano teorie diverse di correnti di pensiero diverse, ma non vedo un'alternativa. Quando si preparano dei libri per le scuole si corre su una corda. Da una parte c'è il rischio di dire cose troppo superficiali, dall'altra di finire nel troppo difficile. Ma la più alta probabilità di verità, non c'è dubbio, viene da Darwin. E questo sarebbe vero anche se la sua dottrina fosse stata strumentalizzata - come non è avvenuto - dal marxismo. Io sono un democratico, e non mi permetterei mai di proporre l'abolizione dello studio di Nietsche dai licei perché le sue teorie sono state considerate vicine al nazismo. Un grande filosofo resta un grande filosofo, e un grande scienziato rimane un grande scienziato.