Principali siti preistorici e Protostorici 
della Lombardia occidentale, Piemonte e Valle d’Aosta.
by Simona Tedoldi

Prendendo spunto da un testo edito durante un convegno, per ognuno dei siti menzionati verrà esposta una scheda riassuntiva delle principali caratteristiche e della sua storia.

Bibliografia utilizzata:

  • Lombardia occidentale, Piemonte e Valle d’Aosta; Guide archeologiche preistoria e protostoria in Italia volume 8 (XIII congresso internazionale delle scienze preistoriche e protostoriche; Forlì Italia 1996)
  • Materiale reperito da Internet, siti indicati nel testo.

  • CIVICO MUSEO ARCHEOLOGICO P.GIOVIO (COMO)

    Piazza Medaglie d'Oro, 1 tel. 031/271343 fax 031/268053
    Orario di apertura da martedì a sabato: 9.30-12.30/14.00-17.00 domenica: 10.00-13.00 lunedì: chiuso

    Sito Internet:
    http://www.comune.como.it/comohtml/MuseoGiovio/
    Nel sito Internet si trova una descrizione dettagliata delle sezioni del museo, del laboratorio di archeologia e si può effettuare una visita virtuale.

    Il museo nasce nel 1837 ad opera di una circolare dell’Arciduca Raineri, dopo essere stato allestito presso il liceo cittadino, veniva trasferito nella nuova sede appositamente edificata. Qui la collezione del museo è aumentata grazie a donazioni e scambi, attività di vari ricercatori.

    L’attuale collezione comprende diverse sezioni.

    La sezione collezionismo conserva materiale di provenienza varia, esempio di collezionismo archeologico ottocentesco, come la collezione egizia, dei vasi greci e della magna Grecia, dei bronzi , delle gemme, la raccolta preistorica.

    La sezione preistorica e protostorica presenta materiali provenienti dal territorio comasco. Le prime testimonianze risalgono al paleolitico medio (60.000-35.000 anni fa), si arriva al neolitico con la diffusione dell’agricoltura. Ci sono anche interessanti reperti dell’età del bronzo, comunque la parte più importante è dedicata all’età del ferro con la cultura dei golasecca, che ha avuto ampia diffusione.

    La sezione romana conserva un ricco lapidario e alcune sale dedicate ai ritrovamenti cittadini, con la possibilità di osservare la successione archeologica al di sotto dell’attuale città. L’ultima sezione presenta stemmi, lapidi e altro materiale di età medioevale e settecentesca.

    Il museo ha una biblioteca specializzata nel settore archeologico.



     

    SITO DI PIANAVALLE (COMO)

    Sito Internet:
    http://www.preistoria.it/sito/2_1_1.htm
    Questo è una parte del sito del centro studi di preistoria e di archeologia (sito www.preistoria.it), è presentata una descrizione del sito e delle culture che si sono avvicendate.

    La località è posta sul monte Caprino, a sud della città di Como, in un’area boschiva di grande interesse naturalistico. Qui dall’età del bronzo al IV secolo a.C. si trovava un abitato Golasecchiano, corrispondente all’attuale Como, rifondata in seguito dai romani sulle rive del lago. Le prime segnalazioni risalgono agli inizi del ‘900 con delle incisioni rupestri su alcune rocce, le più antiche risalgono all’Età del Rame e giungono fino all’epoca storica. L’abitato golasecchiano è stato in parte costruito coprendo queste incisioni con materiali risalenti al IX-VII secolo a.C., anche se il periodo di massima espansione si ha nel VI-IV secolo. Sono state ritrovati due settori dell’abitato, in diverso stato di conservazione.

    Nel II e I secolo l’area, ormai abbandonata, è stata riutilizzata come luogo sacro (epoca La Tène), sono state ritrovate alcune tombe e diverse offerte votive al di sotto del livello delle abitazioni di epoca precedente. Dopo quest’epoca l’area è stata definitivamente abbandonata.

    Il sito è visitabile all’interno dell’area protetta della Spina Verde, i materiali si trovano, in parte, al museo civico archeologico di Como, sito Internet: http://www.parks.it/parco.spina.verde.como/index.html.


    MUSEO CIVICO DI SESTO CALENDE (VARESE)

    Piazza Mazzini, 21018 Sesto Calende. Visite da lunedì a giovedì : 9.00 - 12.00; 14.30 - 16.30 Venerdì: Chiuso Sabato - domenica mattina e festivi: solo su prenotazione. Domenica pomeriggio e festivi pomeriggio:15.00 - 18.00
    Ingresso: L.4.000 intero , L.2.000 ridotto
    Per le visite e le prenotazioni: Lunedì - martedì - mercoledì - giovedì :9.00 - 12.00 14.00 - 18.30 Venerdì:9.00 - 12.00 14.00 - 17.00 Sabato:10.00 - 12.00 TEL: 0331922489 / 0331919448 - FAX: 0331922605

    Siti Internet:
    http://www.archeologia.com/museo008.htm
    Contiene una descrizione dettagliata dei reperti del museo. Questa Pubblicazione fa parte del sito: www.archeologia.com
    http://utenti.lycos.it/sestocalende/museoarc.htm#nostro Museo
    Anche qui c’è una descrizione dettagliata del museo, con, in aggiunta, le foto di alcuni reperti. Il sito è una parte di un altro dedicato al comune di Sesto Calende e dintorni (sito: utenti.lycos.it/sestocalende/index.htm)

    Il museo presenta materiale della prima età del Ferro, proveniente da Sesto calende, Golasecca e Castelletto Ticino, con prevalenza di reperti del IX-VIII e VII-VI secolo.

    I reperti provengono, per la maggior parte da corredi funebri scoperti a partire dell’800; rispetto ad altre collezioni dello stesso tipo si trovano molti materiali in associazione. Reperti molto interessanti (alcuni anche molto rari),sono quelli dell'area funeraria del monsolino (presso Golasecca), località Abbazia e la tomba del tripode. Sono presenti anche materiali ceramici provenienti da aree abitative. Oltre al materiale si trovano anche pannelli didattici riguardo a quanto esposto.
     



     

    NECROPOLI DELMONSORINO (GOLASECCA, VARESE)

    Siti Internet:
    http://www.provincia.varese.it/preziosita/itin/ticino/monsor.htm
    con una breve descrizione della necropoli e incluso nel sito: www.lagomaggiore.net
    http://www.provincia.varese.it/preziosita/itin/ticino/monsor.htm
    include anch’esso una descrizione dell’area. La pagina è parte del sito della provincia di Varese (www.provincia.varese.it/preziosita)
    http://www.vialattea.net/archeo/recinti.htm
    documento riguardante i recinti tombali della cultura Golasecca, che include una parte sul Monsorino

    Il Monsorino è una collina boscosa posta nel parco del Ticino in un’area in cui sono iniziati, dall’800, gli studi sulla cultura Golasecca e il loro ruolo negli scambi commerciali tra Italia e centro Europa. Qui si trovano molte strutture funerarie costituite da allineamenti di pietre erette a formare circonferenze e corridoi tra di esse che mostrano analogie formali con le tombe a circolo liguri e italiche. La prima pubblicazione della descrizione del sito fu fatta da Giovan Battista Giani nel 1824, che però attribuì i reperti a epoca romana, fu seguita da diversi altri studi (Gabriel de Mortillet nel 1870, Bertolone e Rittatore nel1965), di cui il più recente ha portato allo scavo una nuova parte nella necropoli.

    I materiali sono conservati al museo civico di Sesto Calende (Varese) e al museo civico Archeologico presso il castello sforzesco di Milano.

    L’area è visitabile partendo dalla località Cascina Melissa di Golasecca, dopo circa 20 minuti di cammino lungo una mulattiera (vedere i siti per maggiore dettaglio della strada).
     



     

    MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO DI ARONA (NOVARA)

    Piazza S. Graziano, n.34 28041 Arona Tel 032248294

    Siti Internet:
    http://www.archeomuseo.it/
    ha una presentazione del museo e dei reperti

    Il museo è stato fondato nel 1996 e raccoglie collezioni di privati e materiale recente di scavo provenienti dal Lagone di Mercurago, da Arona, risalenti all’età del Bronzo e del Ferro; da Castelletto Ticino e Dormelletto corredi di varie necropoli e da Verbano proviene materiale di età romana, con pezzi di particolare interesse.

    Il museo svolge anche attività didattica per i bambini delle scuole elementari e medie, i dettagli sono indicati nel sito.
     



     

    LAGONI DI MERCURAGO (ARONA, NOVARA)

    Siti Internet:
    http://www.viaggiatori.com/parchi/mercurago.htm
    E’ presentata una descrizione dettagliata dei ritrovamenti e della storia sito stesso, la pagina fa parte del sito www.viaggiatori.com/del_viaggiare.htm
    http://www.lagomaggiore.net/old/it/nature/lagonipark.asp
    Viene data una presentazione naturalistica dell’area; questa è fornita dal sito www.lagomaggiore.net, sull’area del lago maggiore.

    I lagoni sono due specchi d’acqua derivati da torbiere e situati all’interno del Parco naturale omonimo, a cui rivolgersi per eventuali visite. Dal più grande dei due sono stati fatti i maggiori ritrovamenti (palafitte e molti oggetti vicino ad esse) a partire da fine ‘800 con i lavori di estrazione della torba.

    L’area fu abitata a lungo con fasi di apparente abbandono, la prima occupazione risale all’antica età del Bronzo, la seconda è databile verso la fine della media età del Bronzo, con i reperti più interessanti, sono invece pochi quelli risalenti alla prima romanizzazione. In una località vicina è stato anche rinvenuto un abitato dell’età del Ferro e una necropoli del Golasecca risalente al VI-V secolo a.C.

    Negli ultimi anni si cerca di portare in luce la parte restante dell’insediamento e dell’area limitrofa, i reperti ritrovati e i loro calchi (parti lignee, soprattutto di quelle ritrovate nel ‘800) sono conservati in diversi musei (delle antichità di Torino, civico archeologico di Arona, di artiglieria di Torino, della fondazione Galletti di Domodossola, di antropologia e di etnologia di Firenze.
     



     

    CASTELLETTO TICINO (NOVARA)

    Siti Internet:
    http://www.lagomaggiore.net/old/it/citta/castellettoticino.asp
    Fornisce una spiegazione molto generica sull’area

    L’area, parte della cultura golasecca, è situata vicino all’uscita del Ticino dal lago Maggiore, questo ha consentito lo sviluppo di ricchezza della popolazione locale grazie alla gestione della navigazione in transito tra fiume e lago. La società e commerci sono resi possibili e gestiti da gruppi familiari di tipo principesco, con influenza delle culture italico-etrusche, qui si trovava l’insediamento di maggiori dimensioni.

    Importanti e più note sono le necropoli ritrovate in zona, che hanno permesso di migliorare la cronologia dei ritrovamenti e documentare l’adattamento dell’alfabeto etrusco alla lingua locale.

    Si formarono insediamenti sparsi durante l’età del Bronzo e del Ferro che a partire dal VIII secolo si organizzarono in uno unico, quasi del tutto scomparso nei secoli, con la necropoli posizionata in un alveo fossile del Ticino. L’area di Castelletto viene abbandonata improvvisamente nel V secolo.

    I materiali sono esposti al museo di antichità di Torino e ai musei civici di Milano Varese, Novara, Arona, Domodossola e Sesto Calende.
     



     

    MUSEO CIVICO PALEONTOLOGICO ED ARCHEOLOGICO DI BORGOSESIA (VERCELLI)

    Siti Internet:
    http://www.viaggiatori.com/parchi/fenera.htm
    Da precise indicazioni sul parco ma non è indicato nulla sul museo

    Aperto nel 1996 ha lo scopo di radunare i reperti già rinvenuti durante le ricerche sul monte Fenera e quelli che verranno ritrovati in ricerche successive.

    I reperti delle grotte del monte Fenera comprendono resti di fauna pleistocenica, di homo sapiens neandertalensis, materiali dell’età del Bronzo, neolitici e paleolitici, ceramiche e utensili tardoantichi.

    L’area rappresentava, durante le glaciazioni, rifugio per uomini e animali con conseguente possibilità di caccia. I resti neandertaliani rappresentano un uso funerario della grotta, la parte insediativa è invece rappresentata dalla cultura dei vasi a bocca quadrata del neolitico medio.

    Tra l’antica e la media età del Bronzo viene sfruttata per l’acqua di stillicidio; l’uso successivo da parte di pastori cacciatori sconvolge la grotta.

    Durante l’età del Ferro prevalgono gli insediamenti di fondovalle, quelli nelle grotte vengono sigillati da massi caduti durante un sisma nel secolo XI.

    Oltre a questi il museo conserva i reperti di tutta l’area circostante, in particolare del sito di Seso. Questo nasce durante l’età del ferro, legato ai giacimenti minerari locali e continua il sua sviluppo fino e durante l’epoca romana, come testimoniato dalle necropoli rinvenute. Tra i reperti più interessanti ci sono dei bronzetti di Ercole del III secolo a.C..

    La ricchezza di questo sito è dovuta al commercio di minerali continuato anche in epoca storica. Sono state ritrovate anche incisioni rupestri risalenti all’età del ferro.

    Il museo, oltre a raccogliere materiali di scavo, svolge anche attività didattica.
     



     

    GLI INSEDIAMENTI SOMMERSI DEL LAGO DI VIVERONE (BIELLA – TORINO)

    Sito Internet:
    http://www.archeocarta.com/piemonte/biella/siti/viverone.htm
    viene presentata una buona e ordinata descrizione dell’area e dei reperti

    Il lago, situato vicino alla serra morenica di Ivrea, allo sbocco della Dora Baltea, è posto a 230 m s.l.m., con una superficie di 6.05 kmq.

    Il sito viene scoperto negli anni ‘60-’70 con il ritrovamento di vari campi di pali in località Cascina nuova, S. Antonio, Emissario e Riva del Clerico. Dal 1977 sono condotte regolari campagne subacquee che consentono di comprendere meglio l’età del Bronzo nel Nord Italia e le modalità di insediamento in aree umide. Dalle indagini condotte sono risultati essere presenti i resti i resti di due piccoli villaggi e un complesso urbano bene organizzato e regolare. Le sue dimensioni e accessibilità lo rendono però facile preda di razzie; per questo le indagini si sono concentrate sugli altri siti da cui sono emersi materiali risalenti all’età del bronzo antico e medio.

    Le indagini archeologiche includono anche il vicino laghetto di Bertignano da cui sono state recuperate due piroghe.
     



     

    LE MINIERE DELLA BESSA (MONGRANDO – CERRIONE – ZUBIENA, BIELLA)

    Siti Internet:
    http://www.archeocarta.com/piemonte/biella/siti/bessa.htm
    descrive bene la storia dell’area e dei reperti e come visitarla
    http://www.atl.biella.it/natura/bessa/riserva.html
    esplica tutte le caratteristiche dell’area (archeologia, natura, ecc.) e i punti di accesso

    La Bessa è situata tra i torrenti Elvo, Viona e Olobia e presenta un paesaggio singolare, di origine antropica, la zona è parco Regionale.

    Le diverse ricerche condotte hanno portato alla luce dei canali di lavaggio e insediamenti temporanei dell’antica miniera degli Ictimuli. La raccolta dell’oro è iniziata dall’età del Bronzo e si è intensificata fino all’età del Ferro, grazie al suo valore negli scambi commerciali.

    Gli Ictimuli (Victimuli per i romani) deviano il torrente Viona tra il IV e il II secolo a.C. per effettuare il lavaggio artificiale di un deposito aurifero; nel 140 a.C. vengono completamente sottomessi dai romani. Questi fruttano la miniera impiegando oltre 5.000 addetti che si insediano temporaneamente in abitazioni ricavate sui cumuli di ciottoli che costituiscono il materiale di scarto. Nel corso del I secolo a.C. la miniera perde progressivamente di importanza a causa di preoccupazioni sociali, dell’esaurimento del giacimento principale e la scoperta di miniere in altre parti dell’impero.

    La particolarità è l’ottima conservazione del paesaggio antropico antico; si sono fatti e si stanno facendo sforzi per la valorizzazione. I reperti sono conservati al museo delle antichità di Torino, al museo leone di Vercelli e al museo civico archeologico di Biella.
     



     

    AREA MEGALITICA DI AOSTA

    Siti Internet:
    http://guide.supereva.it/vall_e_d_aoste/interventi/2002/10/121837.shtml
    http://www.regione.vda.it/turismo/immagini/dettaglio_i.asp?id=2&cosa=A
    danno una descrizione molto, molto breve dell’area

    Situata alla periferia occidentale della città, è stata scoperta nel 1969, è un’area di culto e sepoltura utilizzata per tutto il III millennio a.C. Si rilevano 5 fasi strutturali successive a partire dalla fine del neolitico fino all’età del bronzo (1-22 pali in legno allineati e deposizioni di ceneri di cranio di bue; 2-aratura con semina di denti umani per delimitare due file ortogonali di steli antropomorfe; 3-allinamento di vari pozzi cilindrici con i pali in legno e una fila di steli; 4-reimpiego delle stele in 5 tombe megalitiche; 5- Reimpiego ulteriore di stele per altre 3 tombe più piccole).

    Tutte le tombe megalitiche erano all’aperto, senza copertura, descrizione delle tombe: Fase 4.

    Tomba II. Formata da un dolmen a pianta trapezoidale, con ingresso laterale su di una piattaforma di 15m a forma di triangolo isoscele, e stato datato grazie ad uno specifico rito di fondazione (deposizione di un bicchiere campaniforme ritualmente frammentato). I corredi funerari sono formati da elementi metallici, litici bottoni in osso perforati. Utilizzata dall’eneolitico all’età del Bronzo.

    Tomba V. Costituita da un dolmen a pianta rettangolare inserito su una piattaforma poligonale – semicircolare, i corredi sono dati da resti di campaniformi e utensili in osso. Costruzione e uso nell’eneolitico recente.

    Tomba IV. Inizialmente a forma di bassa torre cilindrica, ora è una struttura submegalitica a pianta circolare, con una fossa rettangolare all’interno contenente un solo individuo.

    Tomba VII. Dato da una allée couverte e camera tombale, come la tomba II è datata da un rito specifico simile al precedente, che presenta in più molari di un vecchio bue, scarsi i resti dei corredi funebri. Costruzione e uso nell’eneolitico recente.

    Tomba VI. Tomba a cista individuale, datata eneolitico recente, presenta corredi funebri costituiti da bicchieri campaniformi.

    Fase 5.

    Tomba III. Formata da una grande cista rettangolare è posta vicino alla tomba II. Il corredo funebre è forato da un boccaletto decorato, industria microlitica, bottoni in osso, elementi arciformi forati in osso e conchiglia. Costruzione e uso nell’eneolitico recente.

    Tomba I. Formata anche questa da una cista rettangolare, presenta una cintura di pietre sul lato nord. Il corredo funerario è scarso, l’uso risale, come per le altre all’eneolitico recente.

    Tomba II SE. E’ addossata alla tomba II dal lato SE, il piano basale di sepoltura è a semicombustione diretta, il corredo è dato da un pugnale. Costruzione e uso dell’età del Bronzo.

    Tutti gli ornamenti delle strutture allineate presentano connessioni astronomiche, collegamenti tra mondo religioso e sfera celeste. Dagli studi si è rilevato l’uso di un’unità di misura di 31cm; è emerso anche che le stele sono più antiche di 3 secoli rispetto alle tombe, in cui sono state riutilizzate. Questo permette di scollegare i due elementi e mettere in relazione le prime con il culto dei vivi.

    La presenza delle tombe fa ipotizzare l’esistenza di un importante centro abitato di attribuzione culturale difficile, ma con sicure affinità orientali, in quest’ambito si colloca l’aratura con semina di denti. La posizione del sito tra mediterraneo e nord Europa permette di identificare la presenza di correnti culturali e commerciali.



     

    NECROPOLI DI VOLLEIN (QUART, AOSTA)

    Sito Internet:
    http://www.aostaturismo.com/comuni_quart.htm
    Il sito del comune di Quart fornisce una descrizione del sito insieme ad altre caratteristiche locali.

    E’ posta su un dosso roccioso a 91m di quota ed è stata scoperta nel 1968. Gli scavi hanno ritrovato una necropoli di 66 tombe a cista e un gruppo di incisioni rupestri simboliche, la necropoli è di difficile datazione a causa dei rimaneggiamenti subiti e dei pochi reperti trovati.

    Sono stati rinvenuti frammenti di ceramiche risalenti al tardo neolitico e alla media età del bronzo, ma la datazione esatta del sito potrà essere data a termine del lavori di scavo di tutta l’area.

    La necropoli era in origine più vasta di quanto appare ora, con almeno 20 tombe in più; le ciste sono quasi tutte orientate tra N, NE. Dopo la sua fondazione, a nord est fu edificato un muro di recinzione, oltre al quale si trovano deposti dei ciottoli.

    Le tombe erano forma rettangolare, con i montanti bloccati nel terreno e stabilizzati da cinture di pietre esterne ad essi, il tetto era formato da lastre più ampie del perimetro della tomba; si hanno casi di deposizioni multiple.

    Gli scheletri sono sempre posti rannicchiati sul fianco sinistro, con il capo a sud, sud – ovest, sono presenti anche tombe infantili, ma prive di resti ossei. Fatto importante è una tomba in cui due individui giacciono distesi e affiancati, con presenza di bracciali di conchiglia, forse indizi che si trattasse di persone di alto rango. La scarsità di altri tipi di corredo può essere dovuta a razzie successive. Questa cultura è stata posta in relazione con altre svizzere, grazie allo studio di aree vicino e meglio conservate.

    L’area per ora non è visitabile, ma al termine dei lavori di scavo diventerà parco archeologico.


    MOMPANTERO E SUSA (TORINO)

    Sito Internet:
    http://rupestre.net/tracce/ORMESUS.html
    tratta in generale della Val di Susa, oltre che di altri siti piemontesi.

    Area ad incisioni e pitture rupestri di Mompantero.

    Siti Internet:
    http://www.archeocarta.com/piemonte/torino/siti_torino/montepanero.htm
    come per altri, si ha una descrizione buona del sito

    Le incisioni si trovano su di una balza poco accessibile, lungo un sentiero utilizzati fino ad epoche recenti per processioni religiose. Sono state realizzate a martellina, rare in Piemonte per la scarsità di rocce adatte. Le figure più antiche, della fine dell’età del Bronzo sono meandriformi e spirali, mentre le più recenti, della fine dell’età del Ferro, sono antropomorfe e a forma di grandi asce.

    Alcune figure di guerrieri del VI-V secolo, poste vicino a un ruscello ora asciutto, delimitavano un’area sacra. L’area permette di studiare la religiosità preromana e verificare le connessioni culturali tra i due versanti delle alpi.

    Area archeologica e museo di Susa (Torino)

    Siti Internet:
    http://www.prosusa.it/master/info_susa/musei/castello/castello.htm
    fornisce una breve descrizione del museo
    http://www.archeocarta.com/piemonte/torino/siti_torino/villar_focchiardo.htm
    illustra le caratteristiche del sito e dei reperti rinvenuti

    Importante centro sia preromano che romano, alla confluenza della Dora Baltea con il torrente Cenischia, è posto nel punto di arrivo delle vie di transito del Moncenisio e del Monginevro verso e della Gallia. L’abitato più antico è contornato da una cinta muraria del III secolo d.C.

    L’area dove c’è il castello del secolo XI è di antica occupazione, grazie alla sua vocazione difensiva, si può ancora vedere un’area i culto preromana, formata da incisioni sovrapposte poi dai basamenti dell’acquedotto successivo. Durante il processo di romanizzazione è stata conservata la sacralità delle aree di culto precedenti.

    Il museo civico ospita i materiali ritrovati durante gli scavi più antichi e una documentazione sulle incisioni rupestri. L’area non è visitabile.
     



     

    MUSEO DI ANTICHITA’ DI TORINO

    Via XX settembre 88c, Torino Ingresso intero 4 euro, ridotto 2.

    Sito Internet:
    http://www.museoantichita.it/museo.htm
    è il sito ufficiale del museo in cui trovo informazioni, visite virtuali alle collezioni, storia del museo, ecc.

    Il museo è ospitato presso l’ex Orangerie del Palazzo Reale e comprende le collezioni storiche, l’archeologia del territorio piemontese e una parte dedicata alle mostre temporanee.

    Le collezioni sono raccolte per epoche, si trovano le collezioni: di sculture e rilievi greco romana proviene in gran parte dalla vecchie collezioni sabaude e Drovetti; molti gli elementi di particolare interesse (trono di luni, frammenti di un mosaico di Cagliari, ecc.).

    • Cipriota: donate da Cerutti e Censola presenta reperti di età compresa tra la prima età del Bronzo e quella ellenistico - romana; importanti sono il vasellame ceramico e le sculture in calcare.
    • Protostoriche: c’è la collezione Gastaldi (paletnologo che l’ha creata) che presenta reperti di provenienza varia, materiale litico di origine baltica, materiale padano, svizzero e francese. Si ha anche la collezione Assi che presenta 400 fibule provenienti dall’Italia centrale e meridionale in bronzo e argento dell’età del bronzo e del Ferro.
    • Etrusche: comprende vasi greci e manufatti etruschi derivati dagli scavi di Vulci, una importante raccolta di buccheri e materiale derivante dalla tomba della famiglia Matausni.
    • Ceramiche: greche e italiote di cui gli esemplari più antichi risalgono al VII secolo a.C. Si trovano vasi di imitazione italica, sono presenti sia vasi a figure rosse che nere alcuni molto preziosi.
    • Sabaude e di sculture: provengono in gran parte dalle vecchie collezioni sabaude e Drovetti; molti gli elementi di particolare interesse come il trono di luni, frammenti di un mosaico di Cagliari raffigurante Orfeo che ammaestra le fiere con la lira, molte statue e il calco del fregio dell’arco di Augusto a Susa. La maggior parte delle statue in bronzo appartiene alla collezione Pullini.

    MUSEO EGIZIO DI TORINO

    Via Accademia delle Scienze 6, 10123 Torino Ingresso intero 6.20 euro, ridotto 3.10

    Sito Internet:

    http://www.museoegizio.org/

    è il sito ufficiale del museo, contiene la descrizione delle collezioni, la storia del museo, i servizi che esso fornisce, ecc., anche se è ancora in fase di completamento.

    Per qualità e entità dei materiali è tra i più importanti musei egizi al mondo, secondo solo a quello del Cairo. Raccoglie su tre piani migliaia di reperti con grandi statue, papiri, stele, sarcofagi e mummie, oggetti di bronzo, amuleti, monili e molti oggetti della vita quotidiana.

    La descrizione delle raccolte sarebbe troppo lunga da fare in poche righe per cui si rimanda ai siti Internet.
     



     

    MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO DI BOLOGNA

    Via dell'Archiginnasio 2 Ingresso intero 4,00 euro, ridotto 2,00

    Siti Internet:

    http://www.comune.bologna.it/bologna/Musei/Archeologico/

    fornisce una buona descrizione delle collezioni del museo, dei suoi servizi e attività e della storia della città.

    E’ uno tra i più importanti musei archeologici italiani per ricchezza e qualità del patrimonio; rimasto fin dalla fondazione nella stessa sede, è nato dall’unione di due nuclei: il primo formato dalle collezione universitarie e del pittore Palagi, comprendenti materiali greci, etruschi, romani ed egizi; il secondo documenta l’archeologia locale.

    La collezione egizia è la seconda per importanza in Italia comprende sarcofagi in legno dipinto, molte statuette funerarie, amuleti, bronzetti, papiri, ecc.

    Importante è anche la collezione romana con i reperti provenienti dalla città, caratterizzata da numerosi oggetti d'uso domestico, da statuette di bronzo, sculture in marmo, vetri e avori. La storia della città è documentata però a partire dal paleolitico inferiore e medio, con strumenti in pietra e da corredi funebri dell’età del Rame. Si segnalano anche molti reperti dell’età del Bronzo e quelli provenienti dalla necropoli villanoviana (IX – VI secolo a.C.).

    Tra le altre collezioni ospitate si rileva la gipsoteca costituita da copie in gesso di sculture greche e romane.