La Ricerca

 

 

 

Meccanismi biochimici dell'attivazione piastrinica

Biochimica dell'eritrocita umano normale e patologico

Biochimica della matrice extracellulare

Analisi funzionale di varianti enzimatiche associate ad eritroenzimopatie

Proteomica della BPCO

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Meccanismi biochimici dell'attivazione piastrinica (ENGLISH)

Studiosi partecipanti alla ricerca
Cesare Balduini, Mauro Torti, Ilaria Canobbio, Gianni Guidetti, Silvia Catricalà, Lina Cipolla, Alessandra Consonni

 

Breve descrizione della ricerca
La ricerca che ormai da diversi anni viene condotta da questo gruppo è indirizzata allo studio dei meccanismi biochimici che controllano la funzionalità piastrinica. Tale problematica, oltre che rivestire un notevole interesse scientifico di base, ha anche implicazioni applicative di grande rilievo, in quanto è ben noto che le patologie tromboemolitiche sono in larga misura correlabili con alterazioni dell'equilibrio funzionale delle piastrine conseguenti a lesioni di diverso tipo. Appare evidente che l'approfondimento delle conoscenze sui meccanismi di regolazione dell'attivazione piastrinica potrà consentire di individuare nuove possibilità di interventi terapeutici e preventivi. La nostra ricerca attuale è distinta in tre progetti.

 

Attivazione piastrinica promossa da adesione mediata da integrina a2b1

Questo progetto di ricerca è volto a caratterizzare i meccanismi di attivazione piastrinica mediata da adesione a ligandi dell’integrina a2b1. In particolare la nostra attenzione è focalizzata sulla via di trasduzione del segnale di tipo inside-out implicata nell’attivazione dell’integrina aIIbb3. Abbiamo potuto osservare che l’adesione piastrinica a diversi ligandi specifici per l’integrina a2b1 è in grado di promuovere l’attivazione dell’integrina aIIbb3 ed il conseguente  legame del fibrinogeno alle piastrine adese. Tale segnalazione tra le integrine è strettamente dipendente dall’attivazione della fosfolipasi Cg2 e dalla successiva attivazione della GTPasi a basso peso molecolare Rap1b. Recenti risultati suggeriscono che l’attivazione della fosfolipasi Cg2 mediata dall’integrina a2b1 possa essere regolata da una via di segnalazione diversa da quella tipicamente implicata nell’attivazione delle isoforme g della fosfolipasi C mediata da altri recettori piastrinici. Tale via di segnalazione è ancora poco caratterizzata, ma risultati preliminari indicano che possa esistere una duplice regolazione mediata indipendentemente da tirosin chinasi appartenti alla famiglia Src e dalla GTPasi Rac.

 

Analisi dell’espressione e del metabolismo di APP in piastrine umane

L’anormale metabolismo della proteina precursore dell’amiloide (APP) è considerato tra le principali cause dell’insorgenza della malattia di Alzheimer, dovuta all’accumulo del peptide amiloidogenico Ab nel sistema nervoso sotto forma di placche neuritiche che influenzano negativamente le funzioni neuronali. Le piastrine esprimono APP e le secretasi coinvolte nel suo metabolismo. Questo progetto di ricerca è volto ad indagare in modo approfondito l’espressione di APP in piastrine di individui sani ed il suo metabolismo in seguito alla stimolazione con diversi agonisti piastrinici in modo da caratterizzare i meccanismi di segnalazione intracellulare che portano alla formazione e accumulo di Ab. Lo studio verrà quindi esteso a pazienti affetti da morbo di Alzheimer.

 

Meccanismo di segnalazione mediata dal recettore purinergico P2Y12 in piastrine umane

Le piastrine umane presentano sulla loro superficie tre recettori purinergici: il recettore ionotropo P2X1, un canale per lo ione calcio, e i recettori metabotropici P2Y1 e P2Y12 entrambi a sette domini transmembrana. L’attivazione del recettore P2Y12, bersaglio di farmaci antitrombotici, utilizzati nella profilassi del reinfarto cardiaco, è necessaria per garantire una completa ed irreversibile aggregazione piastrinica. Lo studio del meccanismo con cui il recettore purinergico P2Y12 trasduce segnali all’interno della cellula e modula l’aggregazione piastrinica è da anni oggetto di studio nel nostro laboratorio. La nostra attenzione è ora rivolta in particolare al meccanismo di attivazione della protein chinasi C (PKC) in seguito a stimolazione dei recettori P2Y in piastrine umane. Inoltre un ulteriore studio verrà condotto su cellule 1321N1 di astrocitoma umane che esprimono i recettori P2Y1 e P2Y12. Tale studio può risultare di notevole importanza per comprendere al meglio i vantaggi e i limiti di farmaci in grado di agire su tale recettore.

 

Finanziamenti della ricerca

PRIN, MURST, CNR, FAR, Progetto di Ateneo, CARIPLO, Telethon.

Pubblicazioni triennio 2006- 2009
Paganini S, Guidetti GF, Catricala S, Trionfini P, Panelli S, Balduini C, Torti M.
Identification and biochemical characterization of Rap2C, a new member of the Rap family of small GTP-binding proteins.
Biochimie, 88:285
295, 2006.

Canobbio I, Stefanini L, Guidetti GF, Balduini C, Torti M.
A new role for
FcgIIA in the potentiation of human platelet activation induced by weak stimulation.
Cell Signal, 18:861
870, 2006.

Greco F, Ciana A, Pietra D, Balduini C, Minetti G, Torti M.
Rap2, but not Rap1 GTPase is expressed in human red blood cells and is involved in vesiculation
Biochim Biophys Acta, 1763:330335, 2006.

Bernardi B, Guidetti GF, Campus F, Crittenden JR, Graybiel AM, Balduini C, Torti M.
The small GTPase Rap1b regulates the cross-talk between platelet integrin
a2b1 and integrin aIIbb3.
Blood, 107:2728
2735, 2006.

Noris P, Guidetti GF, Conti V, Ceresa IF, Di Pumpo M, Pecci A, Torti M, Savoia A, Balduini CL.
Autosomal dominant thrombocytopenias with reduced expression of glycoprotein Ia.
Thromb Haemost,
95:483-489, 2006.

Reineri S, Bertoni A, Sanna E, Baldassarri S, Sarasso C, Zanfa M, Canobbio I, Torti M, Sinigaglia F.
Membrane lipid rafts coordinate estrogen-dependent signaling in human platelets.
Biochim Biophys Acta, 1773:273
278, 2007.

Mancini F, Rigacci S, Berti A, Balduini C, Torti M.
The low-molecular-weight phosphotyrosine phosphatase is a negative regulator of FcgRIIA-mediated cell activation.
Blood, 110:18711878, 2007.

Ghilotti M, Lova P, Balduini C, Torti M.
Epinephrine induces intracellular Ca2+ mobilization in thrombin-desensitized platelets: a role for GPIb-IX-V.
Platelets, 18:135142, 2007.

Canobbio I, Trionfini P, Guidetti GF, Balduini C, Torti M.
Targeting of the small GTPase Rap2b, but not Rap1b, to lipid rafts is promoted by palmitoylation at Cys176 and Cys177 and is required for efficient protein activation in human platelets.
Cell Signal, 20:1662-1670, 2008.

Guidetti GF, Lova P, Bernardi B, Campus F, Baldanzi G, Graziani A, Balduini C, Torti M.
The Gi-coupled P2Y12 receptor regulates diacylglycerol-mediated signaling in human platelets.
J Biol Chem, 283:28795-28805, 2008.

Guidetti GF, Bernardi B, Consonni A, Rizzo P, Gruppi C, Balduini C, Torti M.
Integrin alpha2beta1 induces phosphorylation dependent and independent activation of phospholipase Cgamma2 in platelets: role of Src kinase and Rac GTPase.
J Thromb Haemost, in press PubMed PMID: 19422462, 2009.

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Biochimica dell'eritrocita umano normale e patologico (ENGLISH)

Studiosi partecipanti alla ricerca
Giampaolo Minetti, Annarita Ciana, Cesare Achilli, Cesare Balduini

Breve descrizione della ricerca
Durante l’invecchiamento in circolo gli eritrociti umani normali vanno incontro a disidratazione, perdita di estensione di superficie e modificazioni delle proprietà antigeniche della membrana, eventi che portano al sequestro, dopo circa 120 giorni di vita, dell’eritrocita senescente, probabilmente per un meccanismo auto-immune con legame di auto-anticorpi diretti contro neo-antigeni di superficie (anti- banda3, anti-
a-galattosidi, ed epitopi non ancora caratterizzati) e attivazione del complemento. È verosimile che la diminuita estensione di superficie dell’eritrocita vecchio sia dovuta a perdita di membrana per vescicolazione, un processo che può essere indotto in vitro da vari trattamenti, tra cui l’attivazione del complemento. Tema della nostra ricerca è lo studio del processo di vescicolazione dell’eritrocita in varie condizioni sperimentali, durante il quale, a livello molecolare, rimodellamenti della struttura del doppio strato lipidico della membrana e dell’intelaiatura proteica che lo sostiene, il membrano-scheletro (MS). L’ancoraggio del MS alla membrana dipende da legami “verticali” tra la principale proteina integrale dell'eritrocita, la proteina della banda 3, e la spettrina, componente principale del membrano-scheletro, mediato dalla proteina periferica anchirina, e tra la glicoforina C e il complesso spettrina/proteina 4.1. Il nostro studio è volto alla caratterizzazione delle varie componenti di queste strutture in eritrociti umani normali, patologici e conservati. Inoltre vogliamo approfondire lo studio del ruolo della fosforilazione in tirosina della banda 3 e le implicazioni di questo fenomeno per la stabilità della membrana, lo stato redox della cellula ed il controllo del pH intracellulare (collaborazione con il Prof. I. Bernhardt, Saarland University). Una parte della ricerca è volta a caratterizzare l’identità ed il ruolo delle proteine G monomeriche nell’eritrocita in funzione dell’età cellulare e della stabilità di membrana. Il gruppo ha condotto uno studio sulle proprietà degli eritrociti conservati a scopo trasfusionale in diverse soluzioni additive, evidenziando le modificazioni che gli eritrociti subiscono in funzione dell’età cellulare.

Gli eritrociti sono dotati di vari sistemi, enzimatici e non, deputati a limitare e/o riparare i fenomeni ossidativi a danno delle proteine e dei lipidi: glutatione (GSH), catalasi, superossido dismutasi, GSH-reduttasi, GSH-perossidasi, GSH-S-transferasi e perossiredoxina, tuttavia non risulta documentata la presenza di attività enzimatiche capaci di ridurre i residui di metionina (Met) ossidati delle proteine. La classe di enzimi con attività Met-solfossido-reduttasica (Msr) si è andata arricchendo di nuovi membri negli ultimi anni. Abbiamo condotto una ricerca di Msr negli eritrociti umani, che sono risultati tuttavia privi di tale attività enzimatica. Nel corso dello studio abbiamo proposto un metodo di saggio di Msr che è stato accolto con favore e viene impiegato correntemente. Inoltre, studiando le proprietà della Msr dei granulociti neutrofili umani, abbiamo osservato la riduzione stereospecifica di uno degli stereoisomeri della L-Met solfossido. Il nostro sospetto originario che esistano in natura due classi di enzimi Msr con opposta stereospecificità ha trovato ampie conferme in studi recenti. E' in corso la caratterizzazione del corredo di Msr nelle cellule del sangue umano

Dal Marzo 2004 il gruppo è impegnato nel progetto CellPROM del Sesto Programma Quadro (FP6) di finanziamenti dell'Unione Europea e che comprende l'Unità di ricerca dell'Università di Pavia insieme con altri 26 partner europei. Il progetto, concepito per integrare competenze nel campo delle nanotecnologie e della biologia cellulare, mira allo sviluppo di un dispositivo per la riprogrammazione non invasiva di cellule su scala industriale, sfruttando superfici nanostrutturate (Nanolandscapes).

Finanziamento della ricerca
MURST; FAR; Fondi Comitato Biotecnologie e Biologia Molecolare; Integrated Project CellPROM of the 6th Framework Programme of the European Commission.

 

Pubblicazioni più significative
Minetti G, Balduini C, Brovelli A. 
Reduction of DABS-L-methionine-dl-sulfoxide by protein methionine sulfoxide reductase from polymorphonuclear leukocytes: stereospecificity towards the l-sulfoxide.
Ital J Biochem, 43:273283, 1994.

Minetti G, Ciana A, Profumo A, Zappa M, Vercellati C, Zanella A,. Arduini A, Brovelli A.
Cell age-related monovalent cations content and density changes in stored human erythrocytes
Biochim Biophys Acta, 1527:149–155, 2001.

Brovelli A, Minetti G.
Red Cell Ageing. In: Red Cell Membrane Transport in Health and Disease, I. Bernhardt, J.C. Ellory, eds.,
Springer-Verlag, Berlin, pp 673–690 (chapter 29), 2003.

Minetti G, Ciana A. 
New and old integral proteins of the human erythrocyte membrane.
Blood, 101:3751, 2003.

Minetti G, Ciana A, Balduini C. 
Differential sorting of tyrosine kinases and phosphotyrosine phosphatases acting on band 3 during vesiculation of human erythrocytes.
Biochem J, 377:489497, 2004.

Ciana A, Minetti G, Balduini C.
Phosphotyrosine phosphatases acting on band 3 in human erythrocytes of different ages: PTP1B processing during cell ageing.
Bioelectrochemistry, 62:169173, 2004.

Ciana A, Balduini C, Minetti G.
Detergent-resistant membranes in human erythrocytes and their connection to the membrane-skeleton.
J Biosci, 30:317328, 2005.

Greco F, Ciana A, Pietra D, Balduini C, Minetti G, Torti M.
Rap2, but not Rap1 GTPase is expressed in human red blood cells and is involved in vesiculation
Biochim Biophys Acta, 1763:330–335, 2006.

Arduini A, Minetti G, Ciana A, Seppi C, Brovelli A, Profumo A, Vercellati C, Zappa C, Zanella A, Dottori S, Bonomini M.
Cellular properties of human erythrocytes preserved in saline–adenine–glucose–mannitol in the presence of L-carnitine
Am J Hematol, 82:31–40, 2007.

Achilli C, Ciana A, Rossi A, Balduini C, Minetti G.
Neutrophil granulocytes uniquely express, among human blood cells, high levels of Methionine-sulfoxide-reductase enzymes.
J Leukoc Biol, 83:181189, 2008.

Crepaldi Domingues C, Ciana A, Buttafava A, Balduini C, de Paula E, Minetti G.
Resistance of human erythrocyte membranes to Triton X-100 and C12E8.
J Membr Biol, 227:39-48, 2009.

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Biochimica della matrice extracellulare (ENGLISH)

Studiosi partecipanti alla ricerca
M. Enrica Tira, Ruggero Tenni, Cristian Gruppi.

Breve descrizione della ricerca
Il lavoro è indirizzato allo studio dell’interazione dei piccoli proteoglicani ricchi in leucina con i collageni fibrillari; entrambe le classi di molecole sono componenti essenziali della matrici extracellulari dei tessuti connettivi.
Attualmente sono presi in esame tre proteoglicani a leucina, decorina, biglicano e fibromodulina,  che possiedono un’elevata omologia di sequenza del core proteico, contenendo 10 motivi strutturali altamente conservati e che sono sostituiti con catene di glicosaminoglicani diversi,  condroitino / dermatan solfato il  primo ed il secondo e cheratan solfato il terzo. Questi proteoglicani, estratti da tessuti connettivi (per es. tendine e cartilagine) oppure di origine ricombinante, vengono caratterizzati e saggiati per le loro capacità di  legame con i collageni di tipo I e II. Parallelamente sono stati preparati e caratterizzati (dal punto di vista strutturale e termodinamico) i peptidi derivati dai collageni di tipo I e II per digestione chimica con CNBr. I peptidi sono stati  utilizzati in studi per l’identificazione del sito di legame per i proteoglicani già citati. Uno studio precedente ha saggiato le interazioni di decorina e fibromodulina verso gli stessi peptidi  modificati chimicamente (N-acetilazione ed N-metilazione dei residui di Lys e Hyl).

Principali risultati conseguiti
Mediante l’utilizzo dei peptidi collagenici in saggi in fase solida (ELISA) si è potuta dimostrare l’interazione del proteoglicano decorina in due diversi siti sulla molecola collagenica di tipo I, una all’estremità N- e una alla C-terminale della tripla elica collagenica, mentre sembra esistere un solo sito di legame all’estremità N-terminale del collagene di tipo II. La tripla elica collagenica è fondamentale per l’instaurarsi del legame, che risulta essere di tipo ionico.
I collageni ed i peptidi modificati chimicamente sui residui carichi positivamente di Lys e Hyl sono stati caratterizzati termodinamicamente, studi che hanno messo in rilievo la necessità dei gruppi ionici nelle stabilità della tripla elica.
Studi preliminari mostrano che anche fibromodulina e biglicano riconoscono gli stessi peptidi collagenici riconosciuti da decorina, ma le caratteristiche e le affinità del legame sono ancora in corso di definizione.
In un secondo momento collageni e peptidi chimicamente modificati sono stati utilizzati per saggiare la capacità di legame verso i proteoglicani, che risulta compromessa in assenza di cariche positive e modulata in presenza di una modifica che non altera la carica netta del collagene o dei peptidi.

Finanziamenti della ricerca
M.U.R.S.T. 40% e 60%, C.N.R.; Progetto giovani ricercatori

Pubblicazioni anni 2003-2007
Guidetti GF, Greco F, Bertoni A, Giudici C, Viola M, Tenni R, Tira ME, Balduini C,Torti M.
Platelet interaction with CNBr peptides from type II collagen via integrin a2b1
Biochim Biophys Acta, 1640:43–51, 2003.

Giudici C, Viola M, Tira ME, Forlino A, Tenni R.
Molecular stability of chemically modified collagen triple helices
FEBS Lett, 547:170–176, 2003.

Guidetti GF, Bartolini B, Bernardi B, Tira ME, Berndt MC, Balduini C, Torti M.
Binding of von Willebrand factor to the small proteoglycan decorin.
FEBS Lett, 574:95
100, 2004. 

Tenni R, Sonaggere M, Viola M, Bartolini B, Tira ME, Rossi A, Orsini E, Ruggeri A, Ottani V.
Self-aggregation of fibrillar collagens I and II involves lysine side chains.
Micron, 37:640647, 2006.

Raspanti M, Viola M, Sonaggere M, Tira ME, Tenni R.
Collagen fibril structure is affected by collagen concentration and decorin.
Biomacromolecules, 8:20872091, 2007. 

Viola M, Bartolini B, Sonaggere M, Giudici C, Tenni R, Tira ME.
Fibromodulin interactions with type I and II collagens.
Connect Tissue Res, 48:141148, 2007. 

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Analisi funzionale di varianti enzimatiche associate ad eritroenzimopatie  (ENGLISH)

Responsabile della Ricerca:
Prof. Giovanna Valentini

Studiosi partecipanti alla ricerca
Dott. Laurent R. Chiarelli, Dott. Simone M. Morera.

Breve descrizione della ricerca
La ricerca svolta nel laboratorio è essenzialmente indirizzata allo studio della correlazione fra struttura e funzione delle proteine. Il gruppo di ricerca vanta una lunga esperienza nell'espressione, purificazione e caratterizzazione biochimica di enzimi e nel protein engineering. La principale linea di ricerca riguarda da un decennio enzimi eritrocitari e le relative varianti patologiche che nell'uomo sono associate ad anemia emolitica non sferocitica ereditaria. L'obiettivo dello studio è da un lato quello di individuare le basi molecolari dei deficit enzimatici e trovare una correlazione fra difetto molecolare e sintomi clinici, dall'altro quello di definire il ruolo funzionale degli aminoacidi le cui sostituzioni sono responsabili dell'insorgenza della malattia Gli enzimi di interesse sono prodotti in laboratorio mediante le tecnologie dell'ingegneria genetica, purificati all'omogeneità e caratterizzati mediante l'analisi delle proprietà strutturali, cinetico-regolatorie e di termostabilità. Dal confronto delle proprietà delle diverse varianti con quelle degli enzimi wild-type è possibile determinare il tipo e l'entità delle alterazioni enzimatiche causate dalle mutazioni geniche e risalire alle cause dei deficit enzimatici.
Lo studio iniziato con la caratterizzazione di 13 varianti patologiche della piruvato cinasi (RPK), e proseguito nel tempo con l'analisi di tutte le varianti enzimatiche della pirimidina 5'-nucleotidasi di tipo 1 (P5N1) (8 mutanti) e della adenilato cinasi di tipo 1 (AK1) (5 mutanti). è attualmente rivolto alla fosfoglicerato cinasi di tipo 1 (PGK1) e alle sue varianti (16 mutanti derivati da mutazioni puntiformi).
I principali risultati, pubblicati su riviste internazionali con alto impatto scientifico, indicano, in linea generale, che: a) l'entità delle alterazioni enzimatiche osservata in laboratorio non sempre correla con l'attività residua eritrocitaria dei pazienti; b) è difficile fare previsioni sugli effetti delle mutazioni anche in presenza delle informazioni sulle strutture tridimensionali, perchè non esiste sempre correlazione fra la natura e la localizzazione degli aminoacidi sostituiti e il tipo di alterazione molecolare. La conoscenza delle effettive alterazioni delle varianti patologiche possono essere di grande ausilio ai medici per una più precisa diagnosi e per il counseling genetico.
Il gruppo ha rapporti di collaborazione con le seguenti istituzioni:
Divisione di Ematologia, IRCCS Ospedale Maggiore di Milano. Dipartimento di Genetica e Microbiologia dell’Università di Pavia.

Pubblicazioni triennio 2005-2008
Chiarelli LR, Bianchi P, Fermo E, Galizzi A, Iadarola P, Mattevi A, Zanella A, Valentini G.
Functional analysis of pyrimidine 5'-nucleotidase mutants causing nonspherocytic hemolytic anemia.
Blood
, 105:3340-3345, 2005.

Fermo E, Bianchi P, Chiarelli LR, Cotton F, Vercellati C, Writzl K, Baker K, Hann I, Rodwell R, Valentini G, Zanella A.
Red cell pyruvate kinase deficiency: 17 new mutations of the PK-LR gene
Br J Haematol, 129:839-846, 2005

Zanella A, Fermo E, Bianchi P, Valentini G.
Red cell pyruvate kinase deficiency: molecular and clinical aspects.
Br J Haematol 130:11-25, 2005
.

Azzalin A, Del Vecchio I, Chiarelli LR, Valentini G, Comincini S, Ferretti L.
Absence of Interaction between Doppel and GFAP, Grb2, PrPC Proteins in Human Tumor Astrocytic Cells
Anticancer Res 25:4369-4374, 2005

Chiarelli LR, Fermo E, Zanella A, Valentini G.
Hereditary erythrocyte pyrimidine 5’-nucleotidase deficiency: A biochemical, genetic and clinical overview.
Hematology, 11:67-72, 2006.

Chiarelli LR, Fermo E, Abrusci P, Bianchi P, Dellacasa CM, Galizzi A, Zanella A, Valentini G.
Two new mutations of the P5’N-1 gene found in Italian patients with hereditary hemolytic anemia: the molecular basis of the red cell enzyme disorder.
Haematologica, 91:1244-1247, 2006.

Zanella A, Bianchi P, Fermo E, Valentini G.
Hereditary pyrimidine 5'-nucleotidase deficiency: from genetics to clinical manifestations.
Br J Haematol, 133:113-123, 2006

Comincini S, Chiarelli LR, Zelini I, Del Vecchio I, Azzalin A, Arias A, Ferrara V, Rognoni P, Dipoto A, Nano R, Valentini G, Ferretti L.
Nuclear mRNA retention and aberrant doppel protein expression in human astrocytic tumor cells.
Oncology Report, 16:1325-1332, 2006.

Zanella A, Fermo E, Bianchi P, Chiarelli LR, Valentini G.
Pyruvate kinase deficiency: The genotype-phenotype association
Blood rev, 21:217-231, 2007
.

Abrusci P, Chiarelli LR, Galizzi A, Fermo E, Bianchi P, Zanella A, Valentini G.
Erythrocyte adenylate kinase deficiency: characterization of recombinant mutant forms and relationship with nonspherocytic hemolytic anemia.
Exp Hematol, 35:1182-1189, 2007.

Chiarelli LR, Morera SM, Galizzi A, Fermo E, Zanella A, Valentini G.
Molecular basis of pyrimidine 5′-nucleotidase deficiency caused by 3 newly identified missense mutations (c187T>C, c469G>C and c740T>C) and a tabulation of known mutations.
Blood Cells Mol Dis, 40:295-301, 2008.

Cappelletti D, Chiarelli LR, Pasquetto MV, Stivala S, Valentini G, Scotti C.
Helicobacter pyloril-asparaginase: a promising chemotherapeutic agent.
Biochem Biophys Res Commun, 377:1222-1226, 2008.

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Proteomica della BPCO (ENGLISH)

Studiosi partecipanti alla ricerca
Paolo Iadarola, Maurizia Valli, Simona Viglio, Fabio Ferrari, Marco Fumagalli 

Breve descrizione della ricerca
La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è un insieme di condizioni cliniche gravi caratterizzate da una persistente ostruzione delle vie respiratorie con conseguente rapido declino delle funzioni polmonari. Pur essendo molto diffusa, tale patologia presenta tuttora aspetti oscuri che ne limitano sia la prevenzione che il trattamento. Non essendo ancora stati identificati i meccanismi responsabili della sua insorgenza e progressione, è importante sviluppare ricerche che portino alla determinazione di nuovi biomarkers che possano essere inequivocabilmente correlati con la severità della malattia o con i suoi outcomes. Il progetto di ricerca si propone di individuare tali biomarkers. I soggetti reclutati per questo studio, sia sulla base di linee-guida internazionali sia rispettando rigidi criteri di esclusione, vengono suddivisi in classi differenti a seguito di un’approfondita anamnesi respiratoria ed esame radiografico del torace. L’analisi delle proteine espresse da questi soggetti viene effettuata utilizzando apparecchiature ad alta risoluzione quali cromatografi liquidi ad alta prestazione accoppiati a spettrometria di massa/massa (HPLC-Q-TOF-MS/MS), 2-DE e spettrometria di massa SELDI-TOF. Una precisa comparazione di questi profili, effettuata impiegando analisi di calcolo probabilistico avanzato, consente di evidenziare le differenze significative tra di essi sulla base delle quali saranno isolate ed identificate le proteine alterate nei pazienti. La validità di tali markers nel fornire indicazioni per l’applicazione di terapie mirate viene valutata mediante studi longitudinali di variazioni di alcuni parametri clinici (FEV1, etc).
Il gruppo ha rapporti di collaborazione con le seguenti istituzioni: Department of Pulmonology, University Medical Center, Leiden, The Netherlands; Georgetown University Proteomics Laboratory, Washington, DC, USA; Laboratory of Biochemistry and Genetics, Institute of Respiratory Disease, IRCCS San Matteo Hospital Foundation, Pavia; Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università degli Studi di Ferrara; Dipartimento di Fisiopatologia e Medicina Sperimentale, Università di Siena.

Principali risultati conseguiti
L’analisi proteomica effettuata sui campioni di esalati condensati di pazienti affetti da enfisema polmonare ci ha permesso di dimostrare che il contenuto proteico di questi campioni è superiore a quello dei campioni prelevati dai soggetti sani. Avendo ipotizzato che questo potesse essere dovuto alla diversa condizione del tessuto polmonare si è proceduto all’identificazione delle proteine contenute nei campioni, allo scopo di individuare potenziali biomarcatori dello stato patologico.
Il tipo di proteine più abbondanti e frequenti sono le citocheratine, in particolare la cytokeratin 1, la cytokeratin 9 e la cytokeratin 10. I nostri dati sono confortanti in quanto concordano con i risultati ottenuti da un altro gruppo di ricerca su soggetti fumatori. Questi ricercatori infatti hanno evidenziato un aumento della quantità di citocheratina a livello degli esalati condensati provenienti da soggetti fumatori rispetto a quelli di soggetti non fumatori.
L’aumento della concentrazione di citocheratina nei campioni relativi ai pazienti AATD è stato interpretato come indice del danno tissutale che si verifica nello stato patologico. Infatti, considerato che la manifestazione clinica tipica di questi pazienti è l’enfisema caratterizzato da distruzione dei setti alvolari e del parenchima, è ipotizzabile che vi sia quindi una rottura delle cellule epiteliali con rilascio all’esterno del materiale citoplasmatico e perciò anche della citocheratina. Poiché tale proteina è una componente citoscheletrica tipica di questa tipologia di cellule, ciò spiega allora la sua presenza a livello delle vie respiratorie. Considerati i dati ottenuti e le considerazioni fatte in precedenza, si può quindi affermare che la citocheratina possa rappresentare un potenziale biomarcatore dello stato patologico. Non è ancora chiaro il motivo per cui, apparentemente, solo la citocheratina, rispetto all’elevato numero di proteine del citoplasma, venga veicolata all’esterno.
Sono state inoltre trovate proteine a basso peso molecolare che sono state identificate come IFN-g, IL-2 e IL-15. Dal momento che queste citochine vengono secreti dai leucociti al fine di mediare e di regolare le risposte immunitarie ed infiammatorie sono da considerare importanti biomarcatori indicativi dello stato infiammatorio che si instaura a livello delle vie respiratorie.
L’identificazione di questi biomarkers rappresenta il primo gradino verso l’interpretazione dei meccanismi multipli che possono portare all’insorgenza e alla progressione della malattia.

Finanziamenti delle ricerche
Programma Strategico del Ministero della Sanità “Miglioramento della valutazione diagnostica e prognostica della BPCO mediante nuovi indici funzionali e biologici”; alfa1-International Registry; FAR.

Pubblicazioni triennio 2005-2008
Stolk J, Veldhuisen B, Annovazzi L, Zanone C, Versteeg EM, van Kuppevelt TH, Nieuwenhuizen W, Iadarola P, Berden JH, Luisetti M.
Short-term variability of biomarkers of proteinase activity in patients with emphysema associated with type Z alpha-1-antitrypsin deficiency.
Respir Res, 7:20, 2006.

Viglio S, Annovazzi L, Conti B, Genta I, Perugini P, Zanone C, Casado B, Cetta G, Iadarola P. 
The role of emerging techniques in the investigation of prolidase deficiency: from diagnosis to the development of a possible therapeutical approach.
J Chromatogr B Analyt Technol Biomed Life Sci, 832:1–8, 2006.

Boschetto P, Quintavalle S, Zeni E, Leprotti S, Potena A, Ballerin L, Papi A, Palladini G, Luisetti M, Annovazzi L, Iadarola P, De Rosa E, Fabbri LM, Mapp CE.
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