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Claudio Tolomeo, Geographiae libri octo, Venezia Biblioteca Marciana, Cod. gr. Z 388 (=333), f. VIv (part.)

    Nella storia delle traduzioni dal mondo antico ad oggi le versioni umanistico-rinascimentali dal greco costituiscono un momento di svolta, che riveste valore decisivo nei confronti della traduzione letteraria moderna, sulla scorta di quella grande operazione di translatio del patrimonio culturale della grecità in Occidente, quale elemento qualificante del programma della nuova scuola. Primario il loro ruolo nel processo di diffusione dell’eredità classica e bizantina nei paesi neolatini a fianco della riscoperta dei classici. E, proprio sulla scorta delle ampie esperienze di lettura e traduzione dei testi greci Leonardo Bruni, già all’inizio del Quattrocento, impostò quella perio-

dizzazione dell’intera cultura occidentale tripartita tra mondo antico, medioevale e umanistico, che fondò contrastivamente i concetti di Medioevo e Rinascimento, e li impose a tutta la storiografia letteraria successiva. Inoltre elaborò pure in un trattato teorico e sistematico, il De recta interpretatione, la moderna teoresi della traduzione letteraria, che avrebbe filtrato l’antica lezione metodologica di Cicerone, Quintiliano e san Girolamo consegnandola al secolo successivo nel più divulgato De ratione dicendi di Juan Luis Vives.

    Proprio questo versante nodale della cultura umanistico-rinascimentale registra, allo stato attuale degli studi, ancora molte zone d’ombra, che l’ENTG vorrebbe almeno in parte contribuire ad illuminare. L’impegno sarà rivolto alla costruzione di un repertorio dei traduttori e delle opere tradotte attraverso il censimento dei manoscritti e delle stampe antiche, che ne hanno conservato memoria, e all’allestimento di edizioni critiche integrali di tale produzione. Solo in questo modo sarà possibile iniziare a delineare una storia delle versioni dal greco nell’Umanesimo, impostare in maniera corretta il rapporto tra la teoria della traduzione e la prassi versoria, tra i testi scelti e quello che il traduttore è riuscito a capire effettivamente e a comunicare nella nuova lingua, e valutare il significato, l’influenza e il ruolo nella storia della cultura europea. Allora sarà pure indispensabile, come scrisse Eugenio Garin, rivedere e rettificare l’attuale presentazione e interpretazione di gran parte della storia del Quattrocento nei suoi aspetti letterari, scientifici e filosofici, le cui novità vanno al di là di curiosità grammaticali, retoriche ed erudite.

 

 


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