Marsiglia (1878) - Parigi (1947)
Vincent Clovis nacque a Marsiglia nel 1878.
Laureatosi in Medicina, ben presto fu a Parigi. Formatosi alla Scuola di Joseph Babinski, amico di Thierry de Martel, chirurgo. Fu lui a presentarlo a Babinski quando egli, sfiduciato per la scarsa manualità di Paul Lecéne, il chirurgo cui aveva affidato un caso di tumore midollare, decise di cercare un sostituto.
Questo chirurgo, aristocratico e raffinato, mise il suo ingegno al servizio nella chirurgia del sistema nervoso. Thierry mise a punto uno strumentario adatto alla bisogna e preconizzò l'uso della anestesia locale negli interventi di neurochirurgia cerebrale. Si recò numerose volte negli Stati Uniti, dove ebbe modo di conoscere Harvey Cushing. Cercò di convincere varie volte anche l'amico Vincent a recarvisi, per constatare di persona quella vera rivoluzione che egli stava praticando nella neurochirurgia
Finalmente, nel 1927, Vincent si convinse. Partì per gli Stati Uniti e rimase a Boston, alla Scuola di Cushing per cinque settimane. Tanto bastò. Al suo ritorno si sforzò di applicare le metodiche diagnostiche delle quali si era impadronito in America e, incapace di restare più oltre « spettatore », divenne primo assistente del suo amico Thierry. Vincent Clovis, neurologo, divenne così neurochirurgo a tempo pieno. Lui era divenuto chirurgo partendo da una solida base neurologica, e che base, quella costruita da anni di militanza tra gli allievi di Babinski. Conosceva perfettamente il Sistema Nervoso. Thierry, invece, era nato chirurgo generale ed era stato prestato alla chirurgia neurologica. Vincent otteneva, quando operava da solo, risultati migliori. Chiaro che questa situazione dovesse ingenerare rivalità e gelosie tra i due tanto profonde da rompere la ventennale amicizia che li legava.
A questo punto Vincent, a 48 anni, prese la decisione di diventare definitivamente un neurochirurgo.
Da lui tutto era sorprendente, fuori dalla norma: il suo passo, i suoi gesti, la sua andatura, il suo comportamento, spesso imprevedibile, le sue idee originali, il suo misto di profonda timidezza e di altezzoso orgoglio. A dispetto del suo carattere ombroso e talvolta tirannico, suscitava un affettuosa ammirazione nei suoi collaboratori.
Nel 1933 ottenne la direzione del Reparto di Neurochirurgia. Era la prima volta che un'amministrazione pubblica affidava ad un medico (neurologo) un reparto chirurgico, ma non avrebbe poi dovuto pentirsene. Ottenuto l'incarico ed i finanziamenti, Clovis poteva finalmente esprimere al meglio tutto il suo potenziale intellettivo ed organizzativo. In qualche anno, i dati statistici della neurochirurgia francese invertirono la loro tendenza. A chi gli chiedeva la ragione del suo successo, Clovis rispondeva: « se ci sono riuscito, è perché io sapevo come è fatto il cervello, io soffrivo con lui durante gli interventi ... Bisogna trattare il cervello come il più sensibile e il più vendicativo degli esseri viventi ».
Come ultimo atto del suo cursus honorum, nel 1938, gli è assegnata la cattedra di Neurochirurgia, la prima per questa specialità in Francia. Ha termine, in tal modo, l'epoca "eroica" dell neurochirurgia francese. Gli anni successivi, segnati dalla scomparsa di Harvey Cushing e dallo scoppio della II Guerra Mondiale, sono i più duri per Clovis. Henry de Martel si suicida all'ingresso delle truppe tedesche in Parigi. I suoi allievi anziani lasciano la Pitié per altre sedi. Clovis non è un collaborazionista, anzi resiste agli occupanti, e, a rischio della propria vita, rifiuta il loro ingresso in ospedale.
Gli allievi della sua Scuola Petit-Dutaillis, Marcel David, Jacques Puech e Bernard Pertuiset perfezionarono la "colonizzazione" neurochirurgica della Francia.
Segnato dagli eventi, muore a Parigi nel 1947.