In Memoria del Maestro

Milano, 31 Gennaio 1934
Pavia, 18 Novembre 1991
Pietro Paoletti

Pietro Paoletti
era nato a Milano il 31 Gennaio 1934, una data perfetta per un cattedratico perchè, come poi diceva spesso, « se uno nasce ad Ottobre, ad esempio, compie gli anni... e subito va in pensione a Novembre. Perde un anno! ». In realtà avrebbe preferito nascere in Novembre, come accadde poi per suo figlio, ma nella vita non si poteva essere sempre fortunati. E poi non era dipeso da lui.

la casa di Carella Secondogenito, visse gli anni della sua fanciullezza a Milano e poi, per fuggire agli orrori della guerra, sfollò con la famiglia a Carella di Eupilio, una ridente cittadina del comasco, vicino a Erba, nella "sua" Brianza. Forse per questo la casa di Carella simboleggiava per lui l'ideale rifugio in cui ritemprare il fisico e lo spirito.
A 17 anni, ottenuta la maturità classica con un punteggio più che lusinghiero, si iscriveva alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Milano, seguendo le orme del fratello Rodolfo e del padre, Valente Paoletti, chirurgo molto noto.

Studente modello, si formò scientificamente alla Scuola di Farmacologia del Prof. Emilio Trabucchi, interessandosi principalmente alla sintesi dei lipidi, studi che presentò alla Laurea e che gli valsero il massimo dei voti e la lode nel 1957.

Presso l'Istituto di Via Vanvitelli Pietro Paoletti iniziò quella luminosa carriera che l'avrebbe portato in breve Pietro Paoletti ed Enrica Grossi alla loro scrivania in Università tempo ai vertici accademici. E lì conobbe anche Enrica Grossi, giovane ma già brillante ricercatrice, che divenne di lì a pochi anni sua compagna anche nella vita.

Ma la passione per la chirurgia ed il desiderio di seguire le orme paterne ebbero ben presto il sopravvento. In quegli anni la Neurochirurgia stava acquisendo dignità di scienza chirurgica autonoma e proprio a Milano, al padiglione Beretta, stava coagulandosi, attorno alla figura del Prof. Paolo Emilio Maspes, una delle grandi Scuole che fecero la Neurochirurgia in Italia. Paoletti vi fece parte da subito come giovane assistente, animato, come sempre, da una gran voglia di fare. Finalmente poteva associare alla pratica della chirurgia l'amata ricerca, che procedeva su due fronti.

Pietro Paoletti in Laboratorio Il primo continuava quello che aveva iniziato da studente in Medicina sul metabolismo lipidico nei tumori cerebrali umani e sperimentali. Si svolgeva prevalentemente nei Laboratori dell'Istituto di Farmacologia di via Andrea del Sarto e si avvaleva della collaborazione del fratello Rodolfo, della moglie Enrica, di Remo Fumagalli e di Silvio Garattini. Nel decennio 1959-69 prendono corpo alcuni dei più importanti capitoli sulla sintesi del colesterolo e la composizione in steroli dei tumori cerebrali umani e sperimentali e le loro implicazioni diagnostiche e terapeutiche, che lo renderanno famoso in tutto il mondo.

Il secondo fronte riguardava lo studio della funzionalità dell'encefalo e della fisiopatologia del liquor cefalo-rachidiano mediante radioisotopi. Impiantò dal nulla presso la Clinica Neurochirurgica un "Laboratorio per Radioisotopi", antesignano de moderni laboratori di Medicina Nucleare. Qui trovò due validi collaboratori nei colleghi Migliore e Villani.

Era instancabile. In questo decennio, cosaì denso di iniziative ma cosaì importante per la sua vita professionale, sembrava che i momenti di pausa non esistessero. Era abituale, per lui, utilizzare i periodi di ferie o di permesso per viaggiare, viaggi di studio, di apprendimento, di aggiornamento. E cosaì eccolo a Boston ad Harvard, al prestigioso Massachusetts General Hospital, allievo di W.H. Sweet, per perfezionarsi sui tumori cerebrali sperimentali; nel New Mexico per la Chirurgia Sperimentale; a Zurigo, per la Microchirurgia; a Londra e a Tokyo.

Imponente la partecipazione a Congressi. Il "Congresso", per Pietro Paoletti, non era soltanto un mezzo per proporre in modo formale e spesso accademico alla comunità scientifica le proprie esperienze e discuterne i risultati ma anche, e forse soprattutto, un mezzo semplice e rapido per incontrare "le persone", studiosi animati dalla stesse passioni e interessi. Il vero Congresso, secondo lui, si svolgeva lontano dal clamore delle aule, discutendo mentre si passeggiava tra le aiole del parco, mentre si sorseggiava un caffè durante una pausa dei lavori. Il Ricercatore è "più uomo", più incline alla confidenza o alla confessione personale. Magari davanti ad una "steak", a un "lobster" o a un piatto di gamberoni di cui era ghiotto.

Buon conversatore (conosceva perfettamente tre lingue oltre all'italiano), colto, gran lettore di giornali Congresso di Neurochimica - Oxford - 1965 (ne leggeva tre o quattro al giorno ma prediligeva "Il Giornale" di Montanelli), amante e buon conoscitore delle vicende politiche nazionali ed internazionali, dello sport (soprattutto ciclismo e pugilato), esperto di Arte moderna, soprattutto pittura, studioso di Storia (un trattato non mancava mai sul comodino del suo letto) e di Geografia, a poco a poco si era creato una vasta cerchia di amicizie ed erano poi pochi coloro che non lo conoscessero o non lo stimassero anche sotto questi aspetti. Spesso era accompagnato dalla moglie, la signora Enrica, che parlava però il suo stesso linguaggio. Quando proprio sembrava non farcela più, si rifugiava a Carella e si rilassava leggendo quelle pubblicazioni scientifiche che aveva messo da parte, seduto nel patio e attorniato dall'abbaiare festoso dei suoi due cani.

Nel frattempo, in campo accademico conseguiva due Libere Docenze, in Farmacologia e in Neurochirurgia, entrambe poi confermate, ed una Specializzazione, l'unica, in "Malattie Nervose e Mentali", presso l'Università di Modena, nel 1961. Commenterà poi questo fatto: "Ottimo affare perchè posso esercitare sia la neurologia che la psichiatria. Le specialità in seguito sono state separate, ma la mia è ancora la vecchia e quando sarò stanco di fare il chirurgo me ne andrò a Tahiti o in California. Là ci sono tanti vecchi ricchi pensionati e il lavoro non mancherà di certo!".

Tanto impegno non poteva non essere premiato. Aiutato anche da una serie fortunata di eventi, a soli 36 anni, nel 1970, otteneva dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Cagliari l'incarico di Professore di Neurochirurgia. I formidabili anni '70 di Pietro Paoletti Era un incarico "scomodo" per un milanese, ammise poi, comportando solamente un certo numero di lezioni accademiche (ebbe anche un incarico didattico nella Scuola Specializzazione di Malattie Nervose e Mentali della stessa Università) e di sessioni di esami ma un impegno non indifferente anche finanziario. La via però era aperta e bisognava batterla. Di quel soggiorno cagliaritano serberà sempre un gradevolissimo ricordo e l'amore per l'Isola e i suoi abitanti.

Ma i tempi incalzavano. L'anno successivo, dichiarato "maturo" all'unanimità al Concorso per la Cattedra di Neurochirurgia dell'Università di Firenze, era pronto ad accettare l'incarico a Professore di Neurochirurgia da parte della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Pavia lasciato libero dal Prof. Davini andato in cattedra a Genova. Connesso all'incarico il Prof. Paoletti eredita anche un Servizio di Neurochirurgia annesso alla Clinica Ortopedica e Traumatologica dell'Università di Pavia. Ben presto lo rende autonomo e fonda la attuale Clinica Neurochirurgica di cui diviene il primo Direttore. Incaricato Stabilizzato nel 1973, nel 1974 vince il concorso nazionale per la Cattedra di Neurochirurgia. L'anno seguente ottiene dal Ministero della P.I. la Scuola di Specializzazione in Neurochirurgia dell'Università di Pavia di cui è il primo Direttore. Ha 40 anni ed è già agli apici della carriera accademica. E' il più giovane cattedratico d'Italia.

Ma la sua vita è già stata scossa da due eventi luttuosi. Agli inizi degli anni '70 scompare tragicamente la moglie Enrica, ricercatrice e studiosa di chiara fama, alla quale è legato anche da comuni interessi scientifici, per un incidente automobilistico in cui anch'egli rischiò la vita. Poi la perdita del padre, Valente, al quale era affezionatissimo, portato via da un male incurabile.

Si butta nel lavoro. Ha una Clinica da costruire. E le soddisfazioni non mancano. "Dotato intellettualmente in misura molto superiore alla media", come lo descrive il Prof. P.E. Maspes, suo Maestro, in un suo giudizio, ricercatore scrupoloso e attento, profondamente ed intellettualmente onesto, decide di interpretare, come responsabile della Clinica, la figura del moderno "manager".

La sua prima preoccupazione è di crearsi uno staff di collaboratori affidabile. Non ci vuole molto: la Clinica è appena sorta; il Direttore molto giovane; le prospettive di carriera praticamente illimitate. Pietro Paoletti nel suo studio con due giovani ricercatori del suo staff, il dr. Giorgio Butti e il dr. Roberto Knerich Ma c'è molto, molto da lavorare. L'organico ospedaliero si completa ben presto; quello universitario dovrà attendere la Legge n. 382 del 1980. Lo staff ha compiti clinici comuni ma si differenzia per gli interessi scientifici: tumori cerebrali, vasculopatie cerebrali, dolore, neurotraumatologia, neurochirurgia infantile. Ogni gruppo ha la sua disponibilità finanziaria e i propri programmi ed agisce in completa autonomia. La cosa piace, i giovani accorrono, la Clinica è un cantiere sempre aperto. E, come Pietro Paoletti aveva previsto, desta ammirazione e rispetto questo manipolo di giovani sempre presenti ad ogni Congresso, ad ogni Riunione importante. Sono gli anni eroici della costruzione.

Vengono così i primi contratti di ricerca importanti, primo fra tutti quello con il National Institutes of Health statunitense. Dal 1975 al 1981 la Clinica Neurochirurgica dell'Università di Pavia, unica Istituzione non nordamericana, diviene membro del "Brain Tumor Study Group" (BTSG), uno dei più importanti gruppi di studio sulla terapia dei tumori cerebrali. Poi quelli con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) legati ai grandi Progetti Nazionali e concernenti i tumori cerebrali, le vasculopatie, i recettori ormonali, i tumori in età pediatrica.

Nella seconda metà degli anni '70 la "Clinica Neurochirurgica del Prof. Paoletti" ha stabilito rapporti stabili di collaborazione scientifica con i più importanti Centri di Ricerca nazionali ed internazionali, tra i quali il Brain Tumor Research Center (San Francisco, USA), l'European Organization for Research and Treatment of Cancer (Bruxelles, Belgio), il National Cancer Institute (Bethesda, USA), la Clinica Neurologica dell'Università (Torino, Italia), l'Istituto di Recerche Farmacologiche "Mario Negri" (Milano, Italia), la Divisione di Oncologia, Fondazione Maugeri (Pavia, Italia).

Sono fondati due Gruppi Italiani cooperativi per lo studio del tumori del Sistema Nervoso Centrale, uno per la patologia dell'adulto, l'altro per le neoplasie in età pediatrica. Ad esso aderiscono in tempi distinti numerose Cliniche e Divisioni di Neurologia, Neurochirurgia, e Oncologia Relazione ad uno dei tanti Congressi (Pavia, Milano, Torino, Varese, Brescia, Verona, Parma, Ferrara e Perugia) e di Pediatria e Chirurgia Oncologica (Torino, Brescia, Padova, Legnano). Si studiano protocolli terapeutici comuni, si organizzano Meeting e Giornate di Aggiornamento. L'interscambio dei dati delle ricerche e l'unità di intenti è "formidabile", in quanto coordinata da un Ufficio Centrale all'uopo creato. La produzione scientifica e la partecipazione a Congressi è rilevante. Pietro Paoletti viene chiamato dappertutto: a Corsi, Seminari, Convegni, Riunioni Programmatiche e Congressi. E, intanto, continua a costruire.

Arricchisce la Clinica Neurochirurgica di un Centro Universitario per lo Studio ed il Trattamento dei Tumori del Sistema Nervoso, il "Centro Enrica Grossi-Paoletti" dedicato alla memoria della moglie; di un Centro Universitario per lo Studio ed il Trattamento delle Vasculopatie Cerebrali e di un Centro per il Dolore. Costituisce il primo nucleo della Biblioteca della Clinica, donando numerose monografie e collane. Invita nella sua Clinica eminenti personalità scientifiche di tutto il mondo a illustrare metodiche innovative e risultati consolidati.

Gardone Riviera (BS) - Il lungolagoNel 1978, con ferrea volontà, tra enormi difficoltà ma con l'aiuto determinante della Fondazione "Giovanni Lorenzini" di Milano, presieduta dal fratello, riesce a portare in Italia il primo Congresso mondiale sui tumori cerebrali riunendo il "gotha" del sapere sull'argomento. Lo "International Symposium on Multidisciplinary Aspects of Brain Tumor Therapy", celebratosi a Gardone Riviera (BS) ha uno straordinario successo per la qualità scientifica dei lavori presentati, per l'accuratezza organizzativa, curata dalla Fondazione, e per la bellezza dello scenario naturale e del tempo, che regala ai congressisti tre giornate di sole.
Due anni dopo si replica, sempre a Gardone Riviera, con il Congresso internazionale dedicato alla Patologia Vascolare dell'encefalo.

 Apertura del XXXV Congresso della Società Italiana di NeurochirurgiaPoi, finalmente, nel Settembre 1986, Pavia ospita il XXXV Congresso Nazionale della Società Italiana di Neurochirurgia, la Società, fra le tante a cui era iscritto, che più amava. L'occasione sembra fatta apposta per presentare il suo "Manuale di Neuro-oncologia Clinica", edito da Masson Italia, Milano, che raggruppa le esperienze dei maggiori centri di ricerca italiani sull'argomento.

Intanto, sulla base della Legge per la Riforma dell'Università n. 382 del 1980, profonde modificazioni avvenivano nell'assetto universitario. Aderendo all'invito del Prof. Massimiliano Campani, Docente di Chirurgia e Direttore dell'Istituto di Patologia Speciale Chirurgica I, nel 1982 diviene convinto promotore del primo Dipartimento di Chirurgia della storia dell'Università italiana, individuandone subito, per la sua consueta lungimiranza, i benefici futuri. Partecipa attivamente alle riunioni preparatorie e dopo la sua fondazione, il 1 Gennaio 1983, a quelle di stesura del Regolamento. E' il suo periodo più felice.

Ma al di là dei brillanti successi nel lavoro, la felicità di Pietro Paoletti era dovuta alla ritrovata serenità familiare. Elisa, Valente e Pietro PaolettiIl 7 Agosto 1978 aveva sposato Elisa Ravizzini, che il 3 Novembre 1982 aveva dato alla luce Valente. Pietro, che la vita aveva sempre amato, che in essa aveva creduto firmando, subito dopo la proclamazione della legge sull'aborto, la lettera al Medico provinciale di ricusazione di qualsiasi pratica abortiva, che aveva strenuamente lottato per essa, sia per sè che per i suoi pazienti, ma che aveva trascurato, adesso comincia ad assaporarla. La fanciullezza del figlio è una rilettura della propria fanciullezza. Gioca con lui, gli parla, gli canta canzoni dei suoi tempi, legge libri di fiabe, lo porta a spasso come ogni buon padre ma, da buon Paoletti, non dimentica di mostragli qualche bel dipinto o di spiegargli le qualità pittoriche di qualche Artista. Valente tace o sorride, chissà quanto avrà capito!
Andava orgogliosissimo di suo figlio. Ricordo una volta, al telefono con lui, sentii Valente, che aveva si e no 6 mesi, dire correttamente: « pa-pa ». Era come impazzito; lo raccontò a tutti ma pochi gli credettero. Con i collaboratori e gli amici più stretti faceva progetti per il suo futuro: « farà il Liceo Classico, e poi lo manderò a studiare negli Stati Uniti; io, intanto, qui gli preparerò il terreno perchè abbia poi una brillante carriera » per poi, subito dopo, soggiungere: « però adesso è giusto che pensi solo a giocare, intanto che può » detto con la malinconia di colui che poco aveva potuto farlo.

Pietro Paoletti saluta i Congressisti a Sanremo - 1990Nel Settembre 1990 l'ultimo Congresso, "Advances in Neuro-oncology", il secondo in Italia dopo quello di Gardone del 1979. Era già malato e lo sapeva.
Sanremo è molto bella in quel periodo dell'anno. Il clima è mite e la vegetazione ancora lusurreggiante prima del riposo invernale. Alla chiusura del Congresso, salutando i Congressisti e facendo i ringraziamenti e gli auguri di rito, ben ritto su quell'ambone troppo grande anche per lui, il volto già scavato dalla malattia, disse: « Arrivederci; a presto! ».
Ma, per la prima volta, mentiva.

Roberto Knerich

 

Nota: Tutte le informazioni qui riportate sono tratte dalla documentazione raccolta e pubblicata a stampa, in varie riprese, dallo stesso Prof. Paoletti.

 


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