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L'Archivio Fotografico dei Missionari Comboniani

 
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I missionari comboniani: cenni storici

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Mons. Daniele Comboni, agosto 1877 

I missionari comboniani devono il loro nome a Monsignor Daniele Comboni che nel 1867 fondò l’Istituto delle Missioni per la Nigrizia. Questo religioso, nato a Limone del Garda (BS) nel 1831, si recò una prima volta in Africa nel 1857-58, al seguito di altri cinque missionari mazziani per un’esperienza nel Vicariato Apostolico dell’Africa Centrale. Destinato alla stazione di Santa Croce, lungo il Nilo Bianco, Comboni ben presto cadde vittima delle febbri tropicali e, dopo un anno di permanenza, dovette fare rientro in Italia. Malgrado l’esito di questo primo contatto, Comboni maturò la consapevolezza della propria vocazione missionaria e da questo momento in poi ogni sua energia fu volta a questo ideale. Dopo essersi occupato del riscatto e dell’educazione di piccoli schiavi africani, Comboni elaborò  un proprio "Piano per la rigenerazione dell’Africa" che comprendeva le linee generali del suo progetto di evangelizzazione. Nel 1867, come abbiamo visto, fondò l’Istituto delle Missioni per la Nigrizia a cui, nel 1872, affiancò la Congregazione delle Pie Madri della Nigrizia. La struttura base di quello che oggi sono i comboniani era così delineata.

 Nel 1872 l’Istituto si diede anche un proprio organo di stampa, gli Annali dell’Associazione del Buon Pastore che nel 1883 divennero La Nigrizia. Sempre nel 1872 Comboni venne nominato Pro-Vicario Apostolico dell’Africa Centrale. Un anno dopo fece ritorno in Sudan, dove riprese l’attività missionaria che si era interrotta circa un decennio prima. Nel 1877 Comboni, ritornato in Italia, venne nominato Vescovo, a riconoscimento della validità della sua azione. Alla fine dello stesso anno si mise alla testa di una nuova spedizione di suore e missionari e si diresse in Sudan. Nel maggio del 1879 era nuovamente in Italia da dove ripartì per il Sudan nel novembre del 1880. Questa vorticosa sequenza di spostamenti ed attività minarono profondamente la salute di Comboni che, esausto, cadde prima malato per poi spirare a Khartum il 10 ottobre 1881.

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Il Vicariato Apostolico dell’Africa Centrale

Privata della sua guida, la creazione di Comboni passò anni di incertezza, aggravati dallo scoppio della rivoluzione mahdista che costrinse i missionari ad abbandonare il paese. Dal 1883 al 1900 i missionari comboniani operarono principalmente in Egitto, in attesa che il potere mahdista fosse neutralizzato da una coalizione anglo-egiziana. Il rientro in Sudan avvenne nel 1900. L'esperienza maturata in questa circostanza spinse i comboniani ad allargare l’ambito geografico della loro presenza. Nel 1910 vennero aperte le prime stazioni missionarie nel nord dell’Uganda. Per la prima volta i comboniani operavano così in un’area esterna ai confini del Sudan.

 

 

 

 

 

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Mons. Francesco Sogaro, il primo successore di Mons. Comboni.

 
La prima e la seconda guerra mondiale misero in evidenza come una Congregazione formata principalmente da elementi di nazionalità italiana e tedesca, e che operava in un territorio sotto la giurisdizione di un’unica potenza coloniale, andasse incontro a notevoli rischi in caso di tensioni politiche e militari. Durante la prima guerra mondiale i missionari tedeschi in Sudan furono, infatti, arrestati ed internati in campi di concentramento perché cittadini di una nazione ostile, mentre quelli italiani, fino al 1915, furono guardati con estremo sospetto. I danni che questi provvedimenti inflissero sono facilmente intuibili: alcune stazioni vennero chiuse, mentre in altri settori l’allontanamento di parte del personale compromise l’efficienza delle strutture. In Europa i missionari in tempo di guerra avevano grosse difficoltà a comunicare coi confratelli sul campo e a raccogliere offerte e vocazioni, visto che lo sforzo bellico assorbiva le energie disponibili. La seconda guerra mondiale produsse nuovi disagi, amplificati dal fatto che sia italiani che tedeschi si ritrovarono nemici della Gran Bretagna. Il fatto poi che l’Italia avesse creato un proprio impero nell’area aumentò le diffidenze britanniche. Fu quindi impossibile sfuggire a dei provvedimenti restrittivi. Nella regione sudanese del Bahr al Ghazal la Missione riuscì ad evitare l’internamento, ma in Uganda le cose andarono decisamente peggio e i disagi furono notevoli. Malgrado queste vicende la Congregazione non cessò di crescere. Se nel 1909 i suoi membri erano 127, nel 1937 erano passati a 417.
  Nel 1914 le Pie Madri della Nigrizia iniziarono a lavorare in Eritrea. Nel 1923 il ramo austriaco dei comboniani, dopo essersi separato da quello italiano, cominciò a lavorare in Sud Africa. Nel 1947 i comboniani giunsero nel Mozambico. Bisogna però attendere gli anni immediatamente successivi la prima ondata delle indipendenze africane per assistere ad un vero e proprio rilancio dell’azione sul continente africano. Tra il 1964 e il 1966 iniziò la presenza e l’attività comboniana in ben cinque paesi africani: l’ex Zaire, Togo, Burundi, Etiopia e Repubblica Centroafricana; negli anni Settanta fu la volta di Kenya e Malawi.
Parallelamente alle attività in Africa i missionari comboniani hanno operato in America (Perù, 1938; Messico, 1948; Brasile, 1952; Ecuador, 1954; Costa Rica, 1979). Nel 1987 è stata aperta una prima casa nelle Filippine, marcando così un nuovo impegno nel continente asiatico.

Nel 1998 i comboniani nel mondo erano 1823, con una presenza capace di coprire tutti i continenti ad esclusione dell’Oceania.

 

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Mons. A. M. Roveggio, secondo successore di Comboni

Indicazioni bibliografiche:

Per la storia della Congregazione fino al termine del XIX secolo sono ormai numerosi i volumi disponibili, alcuni dei quali di notevole rigore storico. Fra questi:

Schmid Erich, Alle origini della Missione dell’Africa Centrale (1846-1862), Verona, Novastampa, 1987, 335 p.

Gilli Aldo, L’Istituto missionario comboniano dalla fondazione alla morte di Daniele Comboni, Bologna, EMI, 1979, 431 p.

Gilli Aldo, "Storia dell’Istituto Missionario Comboniano. Dalla morte del fondatore al cambiamento in Congregazione Religiosa (1881-1885)", in Archivio Comboniano XVIII (1980), 2, pp. 107-153; XIX (1981), 1, pp. 125-205.

Romanato Giampaolo, Daniele Comboni 1831-1881. L’Africa degli esploratori e dei missionari, Milano, Rusconi, 1998, 367 p.

Per le vicende della Congregazione nel XX secolo mancano invece studi globali comparabili ai precedenti. L’unico scritto di rilievo rimane:

Agostoni Tarcisio, Outlines of the history of the Institute of the Comboni Missionaries of the Heart of Jesus, Rome, Comboni Missionaries, 1996, 206 p.


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