PERCORSO STORICO

La mostra

La mostra realizzata sviluppa un percorso storico a partire dalla tradizione biologica pavese, che fra Settecento e Ottocento ebbe la sua massima espressione con Antonio Scarpa, Lazzaro Spallanzani e Bartolomeo Panizza, per giungere al grande momento, successivo all’unità d’Italia, che vide l’opera di Cesare Lombroso e Giulio Bizzozero, dai quali Golgi trasse ispirazione per le sue ricerche.

Laureatosi nel 1865 in medicina, quello che doveva essere l’incipit di un’onesta professione medica divenne ben presto una vocazione per la ricerca scientifica, catalizzata dal fascino contagioso della personalità eclettica ed entusiasta di Lombroso. Iscrittosi alla facoltà di medicina con l’unico scopo di ottenere il diploma professionale per esercitare la professione medica, ben presto non fu più la cura dei malati l’ideale professionale a cui Golgi sentiva di dover dedicare una vita. Ben più affascinante diventò ai suoi occhi lo studio dell’encefalo e dei fenomeni nervosi. Tuttavia al meticoloso Golgi la personalità di Lombroso svelò presto le sue bizzarrie e le sue deficienze metodologiche; così, insoddisfatto da quella mancanza di rigore, lo scienziato iniziò a frequentare l’Istituto di Patologia Generale diretto da Giulio Bizzozero, il giovane rivoluzionario della medicina italiana che aveva a proprio emblema il microscopio. Sotto la sua guida il futuro premio Nobel ebbe chiaro l’itinerario scientifico da seguire: la via istologica alla neurobiologia.

 

Le sezioni tematico - didattiche

A questa digressione storica il percorso accompagna alcune sezioni tematico-didattiche che illustrano i temi fondamentali delle ricerche di Golgi.

In primo luogo viene affrontato il legame tra l’opera di Golgi e gli sviluppi più recenti delle neuroscienze.

Una seconda sezione tematica riguarda i contributi dello scienziato pavese all’infettivologia, e, in particolare, alle scoperte sulla biologia del parassita malarico nel sangue umano. Grazie alla sua capacità di correlare la variabilità dei quadri ematologici alla forma clinica, Golgi fu in grado di svelare il segreto dell’intermittenza delle febbri, riuscendo a dimostrare che l’accesso febbrile deriva dalla ‘sporulazione’ (riproduzione) del plasmodio (legge di Golgi).

Alla citologia è infine dedicata la terza sezione che illustra l’opera scientifica di Golgi, in particolare attraverso l’esposizione dei documenti legati alla scoperta dell’apparato reticolare interno o apparato di Golgi.

 

Il percorso biografico

All’evoluzione delle ricerche di Golgi si intreccia un percorso biografico, attraverso l’esposizione dei documenti principali della sua vita e della sua carriera. Si illustrano così lo stato della scienza a cavallo dell’unità d’Italia, gli sviluppi del positivismo medico biologico nel nostro paese, le difficoltà e le possibilità di acquisire un’originale formazione scientifica nella seconda metà dell’Ottocento e il ruolo delle Università nella promozione della ricerca nell’epoca post-unitaria. Si affronta l’avventura politico-amministrativa dello scienziato, sia in ambito locale, in qualità di rettore dell’Università, preside della Facoltà di Medicina, Assessore all’Igiene del comune di Pavia, sia in ambito nazionale, come senatore del regno a partire dal 1900.

L’ultima parte della mostra è quindi dedicata alla scuola di Camillo Golgi: nell’Istituto di Patologia Generale si formarono o si specializzarono alcuni dei nomi più rilevanti della biologia italiana fra Ottocento e Novecento. Basti pensare a Emilio Veratti, cui si deve la scoperta del reticolo sarcoplasmatico, Adelchi Negri, lo scopritore dei corpi che portano il suo nome nel cervello dell’uomo o degli animali infettati dal virus della rabbia, Aldo Perroncito, le cui indagini permisero di chiarire le fasi fondamentali del processo di rigenerazione del nervo periferico dopo lesione sperimentale, Antonio Carini che identificò il Pneumocystis Carinii, il microrganismo ora responsabile delle frequenti pneumopatie in corso di immunodeficienza acquisita, Battista Grassi, lo scopritore dell’Anopheles della malaria nell’uomo.

Oltre a questi allievi diretti, la scuola di Golgi ebbe importanti rapporti scientifici con molti scienziati stranieri, alcuni dei quali trascorsero periodi di studio e approfondimento scientifico nel laboratorio di Patologia Generale e Istologia.

Fra questi Albert von Koelliker, il padre dell’Istologia nell’Ottocento, Fridtjof Nansen, zoologo illustre, che imparò nel laboratorio di Golgi le tecniche istologiche per lo studio della struttura del sistema nervoso centrale e in seguito divenne un famoso esploratore polare e vinse il premio Nobel per la pace (1922), Henry Herbert Donaldson che selezionò i famosi ratti albini Wistar utilizzati in tutti i laboratori del mondo.

 

Documenti, preparati anatomici e hands on

Lungo il percorso espositivo il visitatore potrà ammirare preparati anatomici realizzati alla fine del Settecento dai maestri della scuola anatomica pavese, strumenti antichi e documenti originali oggi conservati al Museo per la Storia dell’Università e all’Istituto di Patologia Generale, dove Golgi condusse per quasi cinquant’anni le sue ricerche.

Hands on e installazioni multimediali permetteranno ai visitatori di partecipare a esperienze neurocognitive in grado di mostrare le sottili complessità delle funzioni cerebrali.

Esperimenti di tipo psicofisico e la ripetizione di osservazioni microscopiche risalenti all’epoca di Golgi permetteranno di rivivere momenti cruciali delle scienze medico-biologiche.

Un viaggio nelle scienze, quindi, che saprà affascinare gli studenti delle scuole, che potranno conoscere episodi significativi nella storia della scienza italiana.