Vista aerea di Khartum
(anni '30c.), F1/28/014
Habub su Khartum (anni
'30c.)
F1/28/011
Khartum (anni '30c.)
F1/28/032
Mr.
Christopher Cox, in visita al Comboni College, 1937.
F1/28/341
Da sin.: P. ?; P. ?; Mr. Maese, Mr. C.W. Williams, Mr. C.
W. Cox, P. A. Baroni, P. R. Zanini.
Trade and Technical
School, Wau, 1/1/1928, facciata e portone d'ingresso.
Foto P. Galli
F3/21/221
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Educazione
nello spirito dellindirect rule
Nel 1898 le forze anglo-egiziane sconfiggevano quelle
mahdiste a Karari, poco lontano da Omdurman. Iniziava in
questo modo una nuova fase nella storia del Sudan, che si
sarebbe prolungata fino al 1956.
La nuova amministrazione improntata a modelli
occidentali era alla ricerca di figure professionali che
il sistema educativo tradizionale non poteva creare. La
risposta immediata al problema venne nuovamente data
attraverso il reclutamento di funzionari stranieri,
principalmente di egiziani, siriani e libanesi. Una
soluzione che poteva essere solamente provvisoria perché
comportava costi notevoli sottolineando,
contemporaneamente, limportanza dellelemento
egiziano. Benché il paese fosse, infatti, un condominio
anglo-egiziano, le relazioni fra i due condomini erano
tuttaltro che amichevoli. Tra egiziani e britannici
esisteva una diffidenza di base e molto sentita che
emerse in più occasioni. L'Egitto considerava infatti il
Sudan un'estensione naturale del suo territorio, che la
presenza del Nilo legittimava anche dal punto di vista
strategico. La Gran Bretagna stimava invece prioritario
impedire ogni rivendicazione egiziana per salvaguardare
gli interessi del proprio impero.
Laltro grosso limite era rappresentato dalla scarsa
disponibilità finanziaria del governo di Khartum. Per
non essere inviso alla popolazione il governo aveva
deciso di mantenere una pressione fiscale minima. I costi
aggiuntivi erano solitamente caricati sul bilancio
egiziano, una pratica non molto ortodossa, ma a cui i
britannici ricorsero con una certa naturalezza. Non deve
quindi sorprendere se fra le priorità dei primi anni non
figurava quella educativa. Per risolvere parzialmente il
problema si fece ricorso ad una soluzione abbastanza
pratica. Il governo britannico, infatti, assicurò
tradizionalmente larghi margini operativi al settore
privato in campo educativo. In Sudan la mancanza di fondi
rafforzò questa tendenza. A Khartum, dunque, il governo
guardava alla componente privata come ad un partner
fondamentale nel settore educativo. Dato che
nellAfrica dei primissimi anni del 900 il
settore privato in campo educativo era rappresentato
quasi esclusivamente dalle scuole missionarie, fu
inevitabile che alla fine, tra governo e missionari, si
instaurasse una stretta collaborazione.
La particolarità della situazione
sudanese, da poco reduce da una rivoluzione religiosa,
indusse però il governo anglo-egiziano ad esigere dai
missionari una condotta estremamente cauta nel nord del
paese, dove la popolazione era prevalentemente musulmana.
Ai missionari venne concesso di operare solo
allinterno delle rispettive comunità cristiane. A
lungo rimase invece il divieto di accogliere studenti
musulmani, nel timore che eccessi di zelo potessero
creare tensioni.
La maggior parte delle chiese cristiane presenti nel
paese diedero quindi vita a scuole rivolte principalmente
ai membri delle proprie denominazioni. Già nei primi
anni del 900 erano dunque attive a Khartum e
Omdurman una scuola greca ortodossa, una cattolica, una
copta, una protestante ed una armena. Si trattava
esclusivamente di scuole elementari, il livello
secondario, infatti, rimase a lungo assente.
Prima di consentire lingresso di studenti musulmani
nelle poche scuole missionarie del nord le autorità
governative pretesero una serie di garanzie che volevano
metterlo al riparo dal sospetto di appoggiare una
politica di cristianizzazione del paese. Nel Sud Sudan,
dove la presenza musulmana non era rilevante, questi
timori non furono presenti e il sistema scolastico venne
sostanzialmente appaltato per intero ai missionari
cristiani.
Fino al termine della prima guerra mondiale altre
priorità impedirono alla questione educativa di attirare
la dovuta attenzione. Ma a parte lordine delle
priorità e la cronica mancanza di fondi, a limitare lo
sviluppo del sistema educativo sudanese nei primi
trentanni di governo anglo-egiziano furono anche
delle considerazioni politiche.
Con particolare diffidenza si guardava infatti
allemergere di una classe intellettuale con una
maggiore coscienza politica, considerato un sottoprodotto
inevitabile di ogni politica educativa moderna. Numerosi
amministratori condividevano poi delle riserve sulle
"capacità intellettuali orientali"; un
pregiudizio che valse a giustificare un impegno meramente
formale in campo educativo. Sotto leffetto di queste
considerazioni si favorì un limitato sviluppo
dellistruzione elementare e professionale
trascurando deliberatamente quella secondaria ed
universitaria. Lunica eccezione fu rappresentata
dallistituzione del Gordon Memorial College (1902),
la prima scuola media e superiore, dai cui ranghi ci si
aspettava di ricavare il ridotto personale per
lamministrazione del paese. Dal Gordon Memorial
College e dalle poche altre scuole del paese provennero
quindi i primi ragionieri, contabili ed impiegati delle
poste e delle ferrovie. Altri studenti trovarono impiego
nell'esercito, nella polizia, nei tribunali e negli
uffici governativi.
Il primo direttore delleducazione, Sir James
Currie, nominato nel 1900, sostenne apertamente questa
politica facendo intendere come il governo vedesse nella
"over-education" una minaccia ben maggiore di
quella posta dallassenza deducazione.
I primi dieci anni di attività in questo campo vide i
funzionari britannici impegnati a mantenere un equilibrio
assai precario: creare una classe di funzionari ed
artigiani sudanesi capaci di sostituire il più possibile
quelli egiziani, senza però consentirgli di maturare una
coscienza politica e nazionale.
La precedenza venne quindi accordata
allinsegnamento professionale e tecnico. Molto più
moderato e cauto fu invece limpegno per la
formazione di quadri maggiori. La principale
preoccupazione britannica sembrava essere quella di
evitare la comparsa di figure di
"europeizzati". Ritenuti Incapaci di capire
intimamente il nuovo sistema, ma anche incapaci di
ritornare al sistema tradizionale; la prospettiva della
comparsa e dellallargamento di questa classe di
deracinès, o detribalizzati, sembrava incutere molti
timori a Khartum.
Nel 1903 nel paese erano
attive solo quattro scuole governative con 577 alunni di
cui solo 180 erano sudanesi, 128 egiziani e 179
muwalladin; gli alunni restanti appartenevano a varie
nazionalità. In questi primi anni la popolazione
sudanese mostrò anche di avere una certa diffidenza nei
confronti delle scuole governative. Occorsero alcuni anni
prima che questi timori scomparissero del tutto e il
ruolo centrale delleducazione moderna venisse
compreso.
Tra le esperienze più interessanti di questo primo
periodo va ricordata quella condotta da Shaykh Babikr
Badri nel villaggio di Rufaa. Convinto
dellimportanza di estendere anche alle ragazze
opportunità educative, Babikr Badri nel 1904 chiese di
poter aprire una scuola femminile. Le autorità
governative indugiarono fino al 1907 quando autorizzarono
lapertura della scuola. Le prime alunne furono 17
fra cui figuravano 9 figlie di Babikr Badri. Prima di
allora solo alcune scuole missionarie, gestite dalle
suore, si erano prese carico delleducazione
femminile. Babikr Badri lavorò però principalmente con
alunne sudanesi, di qui la rivendicazione di essere, se
non la prima, una delle prime istituzioni di questo tipo
in Africa. A parte questi particolari, lidea di
Babikr Badri, nella sua rivoluzionarietà, ebbe un
notevole seguito. Da questo nucleo si è poi sviluppata
quella che oggi è la Ahfad University.
Le peggiori ansie britanniche si materializzarono agli
inizi degli anni 20, quando nella società sudanese
cominciarono a circolare le tanto paventate idee
nazionalistiche.
Nel 1923 venne fondata la White Flag League che predicava
una politica antibritannica ed unionista nei confronti
dellEgitto. Un anno dopo il governatore generale
del Sudan, Sir Lee Stack, venne assassinato al Cairo. Per
ritorsione venne così decisa lespulsione delle
unità militari egiziane dal Sudan, ma a Khartum
lXI battaglione sudanese si ammutinò e volse le
proprie armi contro le truppe britanniche.
Lammutinamento fu sedato nel sangue ma questa
vicenda dimostrò come in certi ambienti esistesse una
notevole ostilità nei confronti britannici. La risposta
governativa fu una drastica riduzione dellelemento
egiziano, accusato di fomentare idee nazionalistiche e
panarabe, e una stretta adesione alla teoria politica
dellindirect rule. Nellanalisi dei funzionari
britannici una delle cause principali delle tensioni del
periodo 1919-1924 era individuata nelleffetto sulla
società dei pur limitati tentativi di introdurre un
sistema educativo moderno. Si era così creata una classe
di individui detribalizzati inclini alla contestazione e
fautori di una pericolosa instabilità sociale. Per
riportare la situazione sotto controllo, il governo
appoggiò le istituzioni tradizionali
dinsegnamento: il numero delle khalwe che godevano
di contributi pubblici passarono da 6 nel 1918 a 768 nel
1930. Parallelamente limpegno diretto del governo
si contrasse drasticamente. Le scuole elementari
governative rimasero 80, senza testimoniare nessun
sostanziale aumento. Il budget destinato
alleducazione nel 1915 aveva raggiunto il 3.9% per
ridursi all1.9% nel 1926. La scuola militare di
Khartum venne chiusa, mentre al Gordon College il
personale egiziano venne ridotto, mentre
linsegnamento venne orientato in senso
esclusivamente tecnico. Ancora nel 1936 il governo
destinava il 2.1% del proprio bilancio
alleducazione; in Tanzania la stessa voce
raggiungeva il 4.9%, mentre in Uganda il 5.5%. Il sistema
educativo coinvolgeva 11.000 ragazzi e 2.700 ragazze su
una popolazione scolastica stimata in 525.000 unità.
In questa situazione fu il settore privato a farsi carico
di una parte della richiesta deducazione che
proveniva dalla società sudanese. Nel 1927 venne
inaugurata la Ahlia School, che dodici anni dopo aveva
circa 250 studenti. E comunque evidente che il solo
settore privato non poteva soddisfare la domanda sudanese
e che solo un deciso intervento governativo poteva
modificare in profondità questa situazione.
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Trade and Technical
School, Wau,
1933-34 "Giovane allievo Ndogo col tabernacolo da
lui intagliato su disegno di Fr. Montolli"
F3/21/084
Trade and Technical
School, Wau, "Un mobile fabbricato in officina"
F3/21/085
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Verso
una maggiore apertura: gli anni '30
Un primo segnale in questo
senso si manifestò quando Sir Stewart Symes successe a
John Maffey alla carica di governatore generale del
Sudan.
Symes, pur asserendo in
principio la validità dellindirect rule, limitò
la rigorosità della sua applicazione e mostrò di avere
meno timori nei confronti della classe educata. Vennero
così rivisti numerosi provvedimenti e un maggiore
impegno caratterizzò tutto il periodo successivo al
1934. Dall'attentato mortale a Sir Lee Stack,
l'orientamento britannico era stato quello di limitare al
massimo il ruolo dell'elemento egiziano. Ma la
sostituzione di questo personale con funzionari
britannici avrebbe comportato dei costi enormi per il
bilancio, visto il trattamento economico garantito a
questi quadri. Si optò quindi per una politica di
compromesso in cui il moderato aumento del personale
britannico sarebbe stato compensato da un deciso aumento
di quello sudanese. Da qui il bisogno di aumentare
l'output delle scuole del paese. Una decisione la cui
portata venne però limitata dalla decisione di ridurre
il potere decisionale dei posti da affidare ai sudanesi.
Non si trattò dunque di una
rivoluzione, ma numerosi progressi furono comunque
realizzati; bisogna poi ricordare come proprio in questi
anni la grande depressione economica impose dei sensibili
limiti ad ogni tentativo riformista. Sotto Symes, ad
esempio, al settore educativo fu destinato un magro 2.3%
del bilancio. Ma nonostante queste limitazioni è
possibile cogliere più di un elemento di novità
nellatteggiamento generale. Il settore educativo in
questo periodo dovette molto anche a V.L. Griffith, che
promosse e diresse, nel 1934, la scuola di Bakht al Ruda
che preparò generazioni di insegnanti e si fece
portavoce di numerose riforme a livello educativo
guidando il rinnovamento del settore. La decisione di
fondare la scuola venne determinata dal bisogno di
preparare un corpo insegnante allaltezza della
modernizzazione che si cercava di promuovere. La scelta
di aprire la scuola non nella capitale ma in ambiente
rurale (vicino a Dueim) si rivelò doppiamente felice,
almeno dal punto di vista delle autorità. Da una parte
allontanava i futuri maestri elementari dai fermenti
politici di Khartum, dallaltra manteneva i
candidati in un ambiente per molti aspetti simile a
quello in cui avrebbero poi operato.
Tentativi di riforme e rilancio si realizzarono anche a
livello medio e secondario, anche se i risultati furono
meno evidenti. Quello che però era chiaro era che oramai
la società civile, specialmente quella urbana, aveva
compreso pienamente come una delle chiavi del progresso e
dellavanzamento sociale, risiedesse
nellaccesso alleducazione e non mancò di
sollecitare costantemente un maggiore impegno
governativo. Si deve in parte a queste pressioni se il
Comboni College venne aperto anche agli allievi di
nazionalità sudanese.
Nel 1937 la Commissione Educativa De La Warr, come parte
del suo tour dei possedimenti britannici in Africa,
visitò il Sudan. Sulla base di questo viaggio stilò un
rapporto che influenzò notevolmente la politica
educativa nel periodo 1938-46. La Commissione sollecitò
la destinazione di maggiori fondi al settore educativo,
lespansione delleducazione elementare
maschile e femminile, lespansione delle scuole
intermedie maschili, laumento delle scuole
secondarie e la creazione, nel lungo periodo, di una
Università a Khartum.
Nel 1939 si tentò una riforma delleducazione
intermedia, ma la coincidenza con lo scoppio della
seconda guerra mondiale ne limitò limpatto. Nel
1931 era stata inaugurata a Khartum la scuola di legge;
nel 1936 venne approvata la creazione di una scuola di
ingegneria, di un istituto agrario e uno di veterinaria.
Nel 1940 queste scuole vennero aperte agli studenti
affiancandovi anche una School of Arts.
Nonostante queste aperture il sistema scolastico sudanese
non fu in grado di assorbire che una minima parte dei
ragazzi disposti a frequentare le scuole. Uno dei
principali impedimenti fu lo scarso numero di insegnanti
disponibili. Nonostante i continui sforzi per arrivare
alla creazione di un corpo insegnante moderno e
numericamente sufficiente, i risultati furono sotto le
aspettative. Un limite che fu particolarmente sensibile
per quanto riguardava leducazione femminile. Questi
risultati finirono per allarmare anche coloro che non
erano mai stati propensi ad aperture troppo democratiche
in campo scolastico. Cominciò poi anche a prospettarsi,
come abbiamo visto, lipotesi di una qualche forma
dinsegnamento a livello universitario. Un passo che
avrebbe dovuto essere preceduto dalla creazione di un
efficiente sistema di scuole secondarie. Dati questi
obiettivi, e considerata la cronica tendenza
dellamministrazione britannica a privilegiare
politiche di contenimento della spesa, fu inevitabile
fare affidamento anche al settore privato. A Khartum la
Church Missionary Society nel 1939 aveva 7 scuole
frequentate da 90 ragazzi e 800 ragazze. LAmerican
Presbyterian Mission nello stesso periodo ne aveva 4 con
642 studenti. I comboniani avevano, nel 1939, 5 scuole
con 1400 ragazzi. Fra queste il Comboni College era la
più prestigiosa perché si situava là dove più carente
era la presenza governativa: il livello secondario.
Complessivamente il settore privato nel 1939 serviva
7.300 allievi; nel 1944 un po più di 10.000 e nel
1946 circa 12.300.
Il settore pubblico poteva vantare un maggiore numero di
studenti (1939: 20.000; 1944: 29.000; 1946: 33.200), ma a
livello secondario le cifre si riavvicinavano, perché
quello era il settore più incline a creare quel tipo di
élite istruita per cui si nutriva ancora una certa
diffidenza.
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