Firenze, 11/12 settembre 2008

 Evoluzione e Biodiversità Umana

Comunicare la Storia Naturale dell'Uomo

 

IL POSTO DELL'EVOLUZIONE UMANA NEL WEB

Daniele Formenti, Dip.Biologia Animale, Università di Pavia

 

Non c'è dubbio che il posto dell'[insegnamento dell’]evoluzione umana dovrebbe essere soprattutto nei percorsi di formazione scolastica obbligatoria (possibilmente in collaborazione  con le strutture museali), dove il tempo di apprendimento, i supporti didattici e il contesto scientifico offrono le condizioni migliori per la comprensione di fatti che per migliaia di anni sono stati spiegati con miti ormai inutili per comprendere la realtà; pur essendo uno strumento che dovrebbe essere aggiuntivo, non agendo sulla formazione primaria, il web fornisce una piattaforma sempre più importante e sempre più e meglio utilizzata.

Il ruolo principale di questa piattaforma dovrebbe essere nell'ambito di percorsi di formazione permanente (lifelong learning) che forniscano gli strumenti per seguire e capire le novità, ravvivando nel contempo le mappe concettuali fornite dalla scuola, per evitare che col tempo scompaia anche il ricordo di informazioni e concetti sull'evoluzione dell'universo e delle specie animali e vegetali in interazione con l'ambiente; sicuramente meno emotivamente coinvolgenti rispetto all'evoluzione umana, ma importanti per garantire la sopravvivenza della nostra specie sul nostro pianeta.

Gli strumenti e le possibilità offerte dal web sono quindi diverse, spesso inserite in strumenti di aggiornamento e di informazione gestiti sia da strutture didattiche che di ricerca; soprattutto queste ultime, grazie al web, oggi riescono ad abbattere molte delle barriere che un tempo le isolavano in una torre d'avorio, oggi ben più trasparente; la ricerca ma nonostante questo però non sempre è compresa e talvolta umiliata anche da chi ne gode i vantaggi, come ben sa chi si occupa di problemi di biologia e di evoluzione biologica.

Questa versione più ampia dell’abstract permette di conoscere e verificare alcuni esempi (non troppi e sicuramente ne mancano tanti altri …) delle diverse tipologie di presenza dell'evoluzione e della biodiversità umana nel web, di solito nel contesto di siti web che si occupano soprattutto di biologia e dell’evoluzione biologica in generale. Sono molto numerosi quelli in inglese, ma ce ne sono anche di utili e ben fatti anche in italiano

 

Fra i diversi strumenti conoscitivi di buon livello (al di là quindi di siti amatoriali, pur numerosi ma non sempre garantiti) che il web offre sull'evoluzione umana possiamo identificare:

1.      Siti web on line di musei, a volte in località di scavi paleontologici, che diffondono senza limiti geografici parte dell'informazione di cui dispongono, spesso anche usando strumenti e linguaggi specifici del web, come l'interattività o i supporti multimediali, non sempre necessariamente presenti nella parte espositiva.
Siti di questo tipo si pongono a volte anche il problema di fornire strumenti utili per la formazione di base, comunque piuttosto difficile su un tema che richiede di solito una verifica individuale delle conoscenze pregresse, spesso condizionate da informazioni errate ricevute fin dalla prima infanzia. Se quasi tutti i musei hanno una porta aperta su internet per invitare alla visita, pochi sono i siti web anche didatticamente stimolanti per un navigatore del web. Alcuni esempi:

·        alcuni siti archeologici, come quelli di Atapuerca o del Lago Turkana.

·        alcuni musei, soprattutto USA: Field Museum (Evolving Planet), Am.Mus.Nat.Hist. NY (anthropology, Atapuerca, ), Houston Museum of Natural Science (eLucy) o il Neandertal Museum

 

 

2.        Siti web in cui ricercatori, spesso giovani, aggiornano sulle novità più rilevanti nella loro disciplina, illustrandole in modo più chiaro e spesso stimolando il dibattito, a volte anche suggerendo motivi di critica o comunque aiutando ad individuare i limiti e le prospettive aperte delle ricerche.
Attualmente “blog” gestiti da ricercatori, spesso dotati di interattività, hanno una grande diffusione e un grande successo, in particolare negli USA, sia nell'ambito di comunità di esperti, sia come finestra aperta sul lavoro degli scienziati per gli altri.
Queste iniziative, che però non sono numerose nel campo dell'evoluzione umana, si stanno negli ultimi anni coordinando (ci sono oggi reti di blog scientifici gestiti da ricercatori) e differenziando nei diversi campi del sapere, supportati da strumenti con gli RSS feeds che ne moltiplicano l’interattività e la possibilità di trovare e scorrere rapidamente le notizie che interessano (o magari solo quelle più interessanti). Qui si possono vedere i blog scientifici ordinati in base al loro successo.
Stanno iniziando a nascere anche in Europa, anche se non ancora su questi temi: a fine agosto un convegno organizzato a Londra da Nature Network ha riunito per la prima volta alcuni blogger scientifici europei, fra cui due italiani.
La lingua inglese favorisce enormemente il successo di queste iniziative, che dispongono in questo modo di una diffusione mondiale, certamente adeguata ad uno strumento di conoscenza ed azione, il metodo scientifico, che ha appunto l'intera umanità come target, al di là delle lingue, delle religioni e dei confini politici e culturali.

·          Network di Blog scientifici

·          Research Blogging - Anthropology - English

·          Blog di paleoantropologia, antropologia ed evoluzione: Dienekes' Anthropology Blog, Yann Klimentidis,  Foley's Paleoanthro Weblog,  Mundo Neandertal, AnthroSite, Greg Laden, The Caveman's Corner, Afarensis, J.Hawks, Laelaps, Popgen Ramblings, This week in evolution, Genetic Future, race/history/evolution notes,  Evolving Thoughts, Evolgen, Gene expression, Anthropology.net, Primatology.net.
Molti di questi blog stanno discutendo in questi giorni l’articolo “Genes mirror geography within Europe,” di John Novembre, o le novità sui reperti di Palau o sull’intelligenza dei Neandertal. <

… c’è anche chi discute se sia personalmente vantaggioso perdere tempo con un blog

 

 

3.        Siti web gestiti da società scientifiche, istituti scientifici, laboratori, singoli ricercatori/docenti  o anche fondazioni private attive nel campo dell'evoluzione umana o nello studio della biodiversità umana attuale. In quest’ultimo caso l'obiettivo è soprattutto di pubblicizzarne le iniziative … per cui i fondi non mancano.

Paleoantropologia

·        Talk origins

·        Fossil Hominids (database)

·        How human evolve

·        In Search of Neanderthals

·        Virtual anthropology modules (QTVR)

·        Nat.Geogr. Human origins

·        Human evolution map

·        Becoming human (IHO) 

·        Human evolution (PBS)

·        The fossil evidence in 3D

·        Leakey Foundation

·        les  cultures de la préhistoire

·        GEA (Genetica Evoluzione Umana)

Biologia umana

·        Human Genome Project

·        Gene Almanac

·        Genographic Project

·        Anthropology in the News

·        GEA (Genetica Evoluzione Umana)

 

Primatologia

·        Living links (De Waal Lab.)

·        Primate characteristics

·        Chimpanzee cultures (St.Andrews)

·        Primates in the News (PIN)

 

Ci sono poi molti docenti che mettono a disposizione dei loro studenti materiale didattico, non limitandone l’accesso; il problema è trovare questi siti … ma internet aiuta .:

·        Ricerca di moduli didattici in Powerpoint su “Human evolution

·        Ricerca di testi in PDF

·        World Lecture Hall

·        Home page del biologo cattolico Ken Miller, attivo difensore del neodarwinismo insieme a Francisco Ayala.

 

In questo settore, che comprende anche fondazioni attive nella conservazione della biodiversità, si sono diffuse negli ultimi mesi anche iniziative che permettono per la prima volta di seguire quasi in diretta, attraverso blog gestiti direttamente nelle foreste equatoriali, l’attività di salvaguardia degli ambienti in cui vivono anche le ultime antropomorfe, seriamente minacciate di estinzione. Alle immagini da satellite anche dettagliate di queste aree sottoposte ad una forte pressione antropica (per motivi demografici ma anche per esigenze economiche) si aggiungono quindi facce, immagini, video e testi che permettono di rendersi conto di quanto avviene (e rendono difficile ignorare quanti si sacrificano per difendere le foreste equatoriali e gli esemplari a rischio della famiglia degli Hominidae che le popolano): 

·        Wildlife direct conservation blogs

·        Bonobo  (RD Congo)

·        Gorilla Protection (RD Congo)

·        Gorillas in peril

·        Limbe Wildlife Centre

·        Chimpanzee Conservation Centre

·        Orangutan Foundation (Kalimatan)

·        Tacugama (Sierra Leone)

·        Lola Ya Bonobo (RD Congo)

 

Questa nuova prospettiva a livello del terreno si e si integra con le immagini della terra che possiamo facilmente vedere con Google Map (Sudamerica, Africa, Kalimantan). Se non è oggi facile capire quali danni reali l’attività umana procuri agli ambienti in cui vivono gli orsi polari, chiunque può invece oggi verificare cosa succede alle foreste americane, africane ed asiatiche in cui vivono i primati, tanto è vero che non ci sono, e non ci potrebbero essere, polemiche né sulla deforestazione né sulla desertificazione che sta facendo fuggire milioni di persone disperate ma fiduciose della comprensione dei popoli che un tempo avevano apprezzato le loro terre e di cui ancora oggi apprezzano i prodotti.

 

Ormai sappiamo che l’evoluzione umana non è il falso percorso lineare che ai creazionisti (ma non solo a loro..) piace immaginarsi; non è però semplice per nessuno capire come il cespuglio dell’evoluzione umana si innesti su un ramo dell’albero dei primati.

Le antiche antropomorfe del miocene presentavano caratteristiche morfologiche che, con poche ma importanti modificazioni create dall’interazione con ambienti diversi, hanno prodotto la forma umana; come ben sappiamo, prima si sono modificati gli arti inferiori, i denti, la mano e solo alla fine, dopo 4 milioni di anni, è iniziato l’aumento quantitativo e qualitativo dell’encefalo e delle funzioni “superiori”.
Sapere quanto avviene oggi a primati, di solito ben poco conosciuti non può che favorire sia la loro sopravvivenza che una maggiore consapevolezza del loro ruolo nell’evoluzione umana.

Questo è sicuramente un punto ancora un po’ carente e trascurato nella formazione, e non ci si accorge che mancano spesso, anche in persone di una certa cultura, le conoscenze necessarie per capire che sia possibile connettere, attraverso i primati, l’evoluzione umana con il mondo animale, che siamo abituati a vedere popolato soprattutto di cani, gatti, topi e (d’estate..) zanzare.

Anche per questo motivo l’Associazione Primatologica Italiana, di cui sono attualmente presidente, prova a fornire attraverso il suo sito web anche alcuni semplici strumenti e percorsi di conoscenza della biodiversità di specie che sonno per il 50% a rischio, sperando di non sentire più che ci sono biologi che parlano senza pudore della “scimmia” (per non spiegare che ce ne sono almeno 300 specie molto diverse fra di loro) o addirittura di “scimmioni” che sarebbero magari derivati dall’uomo solo 500.000 anni fa … e che il bipedismo sia nato dal bipedismo rettiliano ...

 

Sicuramente qualcosa di più le società scientifiche italiane dovranno fare anche nei prossimi mesi, approfittando degli stimoli del 2009.
Magari prendendo esempio anche dalle esperienze USA, dove le diverse società scientifiche hanno spesso firmato, diffuso e difeso documenti collettivi (come questo: "Evolution and Its Discontents: A Role for Scientists in Science Education” – antropologi e primatologi mancano!) o singoli (“Paleontology society urges repeal of Louisiana Science Education Act”, “The Geological Society of London adds its voice for evolution”).

E’ importante anche solo per far sapere ai loro concittadini che esistono, che lavorano, che sono al loro fianco per far capire che la scienza è utile in quanto per definizione si occupa solo delle spiegazioni materiali, quelle che hanno permesso di capire come hanno avuto origine e come funzionano le strutture materiali, anche quelle viventi, con cui abbiamo a che fare tutti i giorni.

L’unica esperienza italiana sembra per ora questo documento (Evoluzione, scienza, società) promosso dalla SIBE (Società Italiana di Biologia Evoluzionistica).

Quanto ha circolato questa traduzione di un documento prodotto da numerose società scientifiche statunitensi? Quante società scientifiche lo pubblicizzano? Può essere utile anche tradurre e diffondere la versione estesa? Si prevede un coordinamento di iniziative di questo tipo per i prossimi mesi?

Certo le poche volte che qualche ricercatore italiano o qualche presidente di società scientifica ha cercato di reagire a qualche sciocchezza pubblicata dai giornali … è stato poi fin troppo facile per i mass media… sganciarlo; si è arrivati addirittura a sconsigliare e poi negare di pubblicare un documento firmato da esperti italiani e statunitensi in difesa sua e del neodarwinismo! In questa situazione sarebbe necessario trovare altre strade, ma non è facile…

 

Anche perché nel 2009 sarebbe meglio non succedesse … è certamente positivo che fra le persone che nella conferenza  stampa del 16/9 in cui verrà presentato il convegno L’Evoluzione biologica: fatti e teorie – Una valutazione critica 150 anni dopo l’ ‘Origine delle specie’ ”), organizzato da mons.Ravasi in Vaticano, sia presente anche uno degli autorevoli biologi evoluzionisti firmatari del documento appena citato in difesa di Darwin e della teoria dell’evoluzione.

 

4.      L'accesso facilitato alle fonti primarie di conoscenza, gli articoli sulle riviste scientifiche, anch’esse strumenti di lavoro dei ricercatori. La possibilità di consultare i risultati delle ricerche di professionisti esperti di evoluzione e biodiversità umana non può che favorire anche l'ultimo passaggio, quello che porta all'accesso diretto all'informazione creata e gestita dai ricercatori.
Non c’è solo Google Scholar (che permette anche di valutare i contributi e la serietà dei singoli ricercatori); quasi tutte le riviste sono oggi online e mettono a disposizione i riassunti degli articoli; alcune rendono anche liberamente e integralmente accessibili articoli che potrebbero migliorare (anche troppo) le proprie conoscenze sull’evoluzione umana (1500 articoli sull’evoluzione umana su Plos biology, 141 su Biomed Central). 
Sicuramente non tutti sono in grado di utilizzare questi nuovi strumenti, ma oggi il web permette di accedere in tempi brevi e in modo facile alle stesse fonti informative usate dai ricercatori, entrando nel vivo del dibattito ma soprattutto facendo conoscere modo di lavorare del metodo scientifico.
Interessante quindi il fatto che da qualche mese in molti blog scientifici USA sia comparso un logo che identifica le discussioni su argomento trattati in articoli “peer review”, e che proprio in questi giorni sia nata una struttura di coordinamento (Research Blogging).

·        PubMedCentral (PMC) (1383 articoli free)

·        BioMedCentral (BMC)  (141 articoli  free)

·        Plos biology (1500 articoli free)

·        High Wire Press (HWP)

·        Peer Review on Science Blogs

·        Research Blogging

5.      L'accesso (in questo caso di solito a pagamento) anche a materiale multimediale di altre fonti; sono così più facilmente accessibili (anche su questi argomenti) testi e video anche non recenti, inizialmente prodotti in formati che prevedevano una diffusione più limitata (libri, audio, video). La possibilità, nuova, di trovare su YouTube (ma solo con metodi di ricerca rigorosi e specifici e con parole chiave selettive, come si può verificare qui) anche video che riguardano l'evoluzione umana è certamente positiva, anche se la spazzatura è abbondante e non sempre risulta facile a tutti valutare il livello culturale e scientifico (… anche qui ormai si ritrovano le polemiche presenti nel mondo reale).

·        Video: The Judgment day (PBS NOVA)

·        Video e audio di discussioni/dibattiti/conferenze sull’evoluzionismo

·        Interviste a ricercatori su evoluzionismo e creazionismo

·        PBS human evolution Video Library

·        BBC human evolution videos

·        Audio e video di conferenze/dibattiti con R.Dawkins

·        Links a video sull’evoluzione e l’evoluzione umana (anche dibattiti)

·        357 Libri della National Academies Press sull’evoluzione umana (leggibili gratuitamente)

 

A questa situazione ricca e in espansione per quanto riguarda il mondo anglosassone si contrappone una situazione meno dinamica nelle aree linguistiche di dimensioni più limitate, fra cui ovviamente anche quella italiana, che è quindi “pronta”, possiamo sperarlo, a notevoli sviluppi futuri se si creeranno le condizioni economiche e si svilupperanno sinergie capaci di rendere permanenti anche iniziative temporanee. Fra le risorse italiane ricordo:

·        Un sito amatoriale, a cui collaborano anche ricercatori, che segue il progresso delle conoscenze in campo antropologico (sia biologico che culturale): Anthropos, che contiene anche un forum

·        Un altro forum è stato aperto da poco nel sito dell’Istituto Italiano di Antropologia (IsIta)

·        Un blog gestito dai colleghi O.Rickards e G.Biondi

·        Pikaia, “portale italiano dell’evoluzione”, segue con attenzione anche i problemi dell’evoluzione e della biodiversità, umana e dei primati. Per altri blog l’interesse per l’evoluzione è saltuario, per cui di evoluzione e anche di evoluzione umana si parla raramente.

·        Un sito nato da poco (Videoscienza) raccoglie e distribuisce video di interventi a conferenze (anche su temi come antropologia e evoluzione). Occorrerebbe sviluppare iniziative di questo tipo, in fondo sono gli anni di YouTube … e sembra che tutti riescano a farsi vedere.

·        A parte questo corso di Genova, di materiale didattico di livello universitario, in rete e in italiano, sull’evoluzione e la biodiversità umana per ora non c’è molto. Spero di sbagliarmi.

·        Qualche video in italiano c’è anche su YouTube … ma non è facile trovarli (es: scavi alla Grotta Paglicci)

 

C'è comunque da notare che per quanto riguarda il mondo anglosassone e gli USA in particolare, il dibattito sull'evoluzione umana è probabilmente favorito da una polarizzazione di posizioni spesso nette e contrapposte fra evoluzionisti e le diverse tipologie di creazionisti, che spesso dispongono di notevoli disponibilità finanziarie e … non sono assillati dalla didattica né, ovviamente, dalla ricerca.
Questo contrasto ha comunque favorito l’aggregazione di cittadini in difesa della scienza e della cultura occidentale, come i gruppi di base dei “Citizen for Science”, nati un po’ in tutti gli stati USA e che si appoggiano al NCSE (National Center for Science Education).


[Questo contrasto ha stimolato addirittura la nascita di un gruppo di quasi 12000 pastori protestanti di un migliaio di chiese diverse, raccolti nel Clergy Letter Project; festeggiano a modo loro (qui un archivio di testi di sermoni) anche l’Evolution Weekend, che ovviamente è fissato intorno … al 12 febbraio. Come consulenti, anche per evitare di dire sciocchezze su un argomento che sanno di non conoscere bene, possono consultare una lista di 600 scienziati; ci sono molti nomi anche in Europa (… no, in Italia per ora non sono richiesti)]

 

La situazione è diversa in Italia, con una frammentazione e anche una confusione dei termini che permette di muoversi in un'ampia “zona” fra le due posizioni ... sia ai diversi tipi di evoluzionisti che ai diversi tipi di “antievoluzionisti”, le cui idee di solito cambiano nel tempo e rimangono vaghe non basandosi su spiegazioni razionali …
Li accomuna però spesso la comune valutazione spesso acriticamente negativa su Darwin ... che, si è recentemente verificato (ed è citato nella rassegna stampa che fotografa il dibattito in Italia), porta facilmente anche alla possibilità di attribuire a Darwin (forse ignorando che i libri sul darwinismo fossero nella loro lista nera ... e che Darwin abbia ben dimostrato il suo rifiuto verso il razzismo) la responsabilità del razzismo e dei genocidi nazisti.

 

Quasi come se incolpasse Newton ... uno che inciampa e si frattura una caviglia …

Potrei provarci … ma nessuno mi crederebbe … !

Con la teoria dell’evoluzione .. soprattutto se si parla dell’evoluzione umana, invece alcuni ci provano … e purtroppo trovano spesso chi gli crede ciecamente …; in fondo se nessuno si è preoccupato che Galileo sia stato riabilitato solo da una frazione di secolo, il 31/10/1992 ... Darwin potrebbe aspettare ancora … 

 

 


P.S: Nel caso qualcuno notasse qualche carenza rilevante (soprattutto nel panorama italiano), può informarmi e provvederò ad aggiornare la pagina web.

Daniele Formenti

 


 

 



















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