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Breve storia dell’educazione in Sudan

Il periodo Turco-Egiziano
Il periodo Turco-Egiziano 
Il Sudan Anglo-Egiziano
L'indipendenza
Dal 1983 ad oggi
 

La comparsa delle prime scuole in Sudan risale probabilmente al periodo in cui l’area settentrionale del paese entrò nella sfera d’influenza della chiesa copta, verso il VI d.C. La documentazione esistente, però, non consente delle ricostruzioni sufficientemente precise. Quando il paese entrò invece nella sfera d’influenza islamica è documentata la diffusione delle khalwe, le scuole coraniche, che si diffusero rapidamente in tutto il paese. I ragazzi che vi studiavano erano introdotti alla scrittura e alla lettura; il testo base era rappresentato dal Corano che veniva memorizzato e ripetuto. La completa memorizzazione del testo segnava anche la fine degli studi. Solitamente gli alunni entravano nelle khalwe all’età di 4-7 anni per rimanervi fino ai 12. La giornata tipica degli studenti comprendeva, oltre allo studio, la cura delle proprietà del maestro, il faki, e della scuola stessa. Terminata la khalwa lo studente rientrava presso la comunità d’origine circondato da un notevole prestigio. Vi era poi la possibilità di proseguire gli studi presso le zawiye, centri che combinavano la funzione di moschea a quella di scuola. Anche in questo caso gli studi erano eminentemente religiosi e centrati sull’apprendimenti mnemonico. Le khalwe e le zawiye si assunsero per secoli la responsabilità della formazione scolastica nella società sudanese. Per gli allievi più dotati e volonterosi rimaneva sempre aperta la possibilità di completare i propri studi recandosi al Cairo, la capitale culturale del mondo arabo. Dal sultanato di Sennar, ad esempio, diversi studenti completarono la propria formazione in Egitto presso l’università di Al-Azhar, a sottolineare un legame con il mondo esterno che, per quanto fragile in certe fasi, non venne mai meno.

Il periodo turco-egiziano 

Con l’occupazione turco-egiziana del paese, avvenuta nel 1820, il rapporto con l’Egitto si rafforzò. A livello educativo l’ossatura del sistema venne garantito ancora dalle khalwe che, nonostante i molti limiti, garantivano un sistema abbastanza capillare ed efficace. Aumentò poi il numero di studenti che vennero incoraggiati a studiare all’università di Al Azhar, nel tentativo di creare una classe di funzionari in sintonia con il nuovo governo. Per dovere di cronaca, ma non per altro, deve essere citata la missione di Rifa’a Bey Badawi al-Tahtawi, famoso animatore della scena culturale egiziana e, per un certo periodo, direttore delle scuole di lingua del paese. Tra il 1850 e il 1851 fu inviato in Sudan assieme ad gruppo di assistenti per fondare una scuola. Un tentativo che lo tenne occupato quattro anni e che diede risultati molto limitati, anche a causa dell’appoggio incostante ottenuto dai vari governatori generali. Nel 1855 questa esperienza ebbe termine e al-Tahtawi poté fare ritorno in Egitto. Del resto questo esperimento aveva ragioni più politiche che educative, visto che il nuovo viceré d’Egitto sembrava non gradire la spinta e l’influenza modernista di al-Tahtawi.
Parallelamente a queste iniziative si devono ricordare i tentativi portati avanti dai missionari cattolici che da subito affiancarono alle loro stazioni delle piccole scuole che ebbero generalmente risultati modesti. Il primo tentativo di questo genere venne effettuato tra il 1842 e il 1846, quando P. Montuori e P. Serao affiancarono alla loro chiesa di Khartum una piccola scuola. Solo nella capitale sudanese però la presenza dell’amministrazione governativa offerse un qualche sbocco lavorativo agli studenti dei missionari. Nell’arsenale della capitale, ad esempio, la maggior parte dei 200 impiegati provenivano dalle scuole missionarie. E’ chiaro che i timidi tentativi missionari e governativi non erano assolutamente in grado di fornire il personale per il funzionamento dell’amministrazione. Del resto il nuovo governo mostrò di volere formare personale sudanese con molta cautela. Questo orientamento rispondeva ad una precisa impostazione politica, determinata dalla diffidenza nei confronti del formarsi di una classe politica sudanese. Il problema di come fornire l'amministrazione del paese del personale necessario venne risolto impiegando personale straniero. I ranghi dell’amministrazione turco-egiziana in Sudan furono coperti da funzionari egiziani, siriani, libanesi ed europei. A livello commerciale fu l’elemento egiziano e greco a distinguersi; mentre l’esercito mantenne il tipico carattere cosmopolita delle armate ottomane.

Durante il periodo mahdista il paese rimase ancorato alle istituzioni educative tradizionali e non sentì alcun bisogno di modernizzare la propria struttura visto che questa rispondeva efficacemente ai bisogni locali. I ruoli più tecnici furono assicurati da alcuni dei funzionari della precedente amministrazione, rimasti intrappolati fra le maglie della rivoluzione mahdista.

 


 

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