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1954-1965 Le difficili sfide del nazionalismo e dell’indipendenza

 

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Vista notturna del College, anni '50
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Nel 1954 il College festeggiò i 25 anni di attività. Il bilancio non poteva essere che positivo visto che la scuola aveva fama di essere una delle migliori strutture del paese. A livello politico l'imminenza dell'indipendenza faceva sorgere qualche riserva. Le relazioni fra Sudan indipendente e chiesa cattolica come sarebbero state?
Messaggio di Mons. Baroni in occasione dei 25 anni di attività del Comboni
 
 

  Il Primo Ministro Al-Azhari in visita al Comboni College, 6 aprile 1954

Inizialmente le due parti optarono per una linea distensiva evitando prese di posizione troppo polemiche. Il governo aveva bisogno di scuole qualificate e quindi non aveva nessuna convenienza ad ostacolare una fra le più efficienti scuole del paese. Tra l’altro alcuni ministri e politici sudanesi erano ex alunni del Comboni College, un piccolo legame affettivo che sembrò in qualche situazione favorire la moderazione.
In questo periodo la sostanziale cordialità dei rapporti e il reciproco rispetto venne sottolineato da ricorrenti visite dei massimi rappresentanti sudanesi in occasione delle principali festività del College. 

Nel 1954 il primo ministro del Sudan, Sayyid Ismail al-Azhari, visitò il Comboni College in due occasioni, a gennaio durante lo Sport Day e poi, in visita ufficiale alla scuola, il 6 aprile. Un anno dopo fu la volta di Ali Abd Al Rahman, ministro dell’educazione e poi ancora di Al-Azhari.

  Ma queste iniziative non riuscirono a frenare la diffidenza che gradualmente cominciò a separare i due campi. Da una parte il governo sudanese riteneva la Chiesa la principale ispiratrice dei disordini nel Sud. I missionari erano considerati come la manifestazione di un neocolonialismo che, fomentando vecchi rancori e creandone di nuovi, tentava di impedire la naturale tendenza del paese ad unirsi ed orientarsi in senso arabo-islamico. Dall’altro lato la Chiesa riteneva che il governo mirasse all’eliminazione dell’elemento e dell’influenza cristiana.
Con il governo militare del generale Abbud la situazione degenerò e il 22 febbraio 1964 tutti i missionari stranieri nelle regioni meridionali furono espulsi. 
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La Biblioteca del College
(anni '70 ca., foto P. P. Boffelli), F1/28p2/255

 
 
 
 

P. G. Antonini sui disordini al C. College di Khartum, Dic. 1964
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Questo provvedimento invece di arrestare i combattimenti nel Sud finì per intensificarli, fatto che venne aspramente rinfacciato ad Abbud e che contribuì a fargli rassegnare le proprie dimissioni.
Verso la fine del 1964 un ritardo nell’arrivo dell’aereo di Clement Mboro, leader sudista e Ministro degli Interni, scatenò la folla che lo stava attendendo. Una violenta manifestazione, che degenerò anche in atti di teppismo, portò la popolazione di Khartum a confrontarsi con i rifugiati sudisti. In alcune zone della capitale si assistette ad una vera e propria caccia al sudista. Alle 19:30 del 6 dicembre l’American Mission, vicino al Comboni College, venne attaccata dalla folla e messa a fuoco perché aveva dato rifugio ad alcuni manifestanti. Numerosi sudisti furono linciati. Poi la folla si mosse alla volta del Comboni College. Intanto all’interno della scuola il personale sudista era stato nascosto negli scantinati e nelle soffitte. I manifestanti cominciarono a lanciare sassi contro le finestre dell’edificio e una porta secondaria venne incendiata. In questo frangente fu solo il coraggioso intervento degli studenti musulmani dell’internato a scongiurare il peggio. Scesi in strada seppero persuadere la folla a desistere dall’attacco. Alle 3 di mattina arrivarono i rinforzi della polizia e l’emergenza rientrò. Ma a parte la drammaticità di questo momento l’anno scolastico 1964-65 fu marcato da continue manifestazioni degli studenti che determinarono la chiusura precauzionale del College in più occasioni. L’ondata della contestazione non risparmiò neppure le sedi periferiche del Comboni College: ad Atbara il preside dovette essere richiamato d’urgenza perché minacciato di morte dagli studenti. A Port Sudan si verificarono numerosi scioperi. Difficile non pensare ad una qualche forma di coordinamento in queste manifestazioni; il governo, ad esempio, contribuì ad esacerbare gli animi non ostacolando la circolazione di notizie che accusavano la Chiesa di appoggiare la guerriglia nel Sud.

Tra l’altro i disordini erano intervenuti in un momento in cui il College stava preparandosi ad inaugurare forme di insegnamento universitario. I piani in questo senso erano ad uno stadio avanzato. Lo shock patito interruppe il progetto e sembrò, a tratti, mettere in dubbio la stessa presenza missionaria nel paese. Il corpo insegnante del Comboni College, duramente provato, dovette essere in più casi sostituito.
Dopo queste tensioni l'avvento al potere di Nimeyri inaugurò un periodo molto più calmo. L'accordo di Addis Ababa, firmato nel 1972, portò la pace nelle regioni meridionali, eliminando uno dei punti su cui più acuti erano stati gli attriti precedenti.

 

Storia del Comboni College
1929-35: La creazione e il rapido successo
1936-53: Da scuola delle minoranze straniere a scuola delle élites
1953-64: Le difficili sfide del nazionalismo e dell'indipendenza
1965-99: Il Comboni College nell'epoca del NIF