30/6/09-SA
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[da NCSE] Sul sito del NCSE si racconta
(“Paleontologists dismayed by Creation
Museum") di una
visita effettuata al vicino Creation Museum dai partecipanti al Ninth
North American Paleontological Convention tenutosi a Cincinnati. I
ricercatori hanno potuto apprezzare … quanto venisse valutato il loro lavoro.
Un’uguale impressione la si puo’ avere seguendo le conferenze organizzate dai
creazionisti biblici italiani, dove si criticano gli scienziati … anche se si
dimostra che non potrebbero fare a meno di loro: si confonde infatti il
carbonio con il silicio dell’argilla
, si ignora il principio
di indeterminazione di Heisenberg
, si ridicolizza il ruolo
del caso nell’evoluzione dopo aver affermato erroneamente che ne sarebbe
l’unico motore
, si sbaglia
clamorosamente (6 miliardi!) il numero di geni
, confondendo gene con
nucleotide, e si nega addirittura che il Papa possa avere una razionalità
sufficiente per accettare e consigliare la cronologia fornita dalla scienza.
Nonostante lo sconto offerto loro all’ingresso, non sono mancate le critiche (“I
think they should rename the museum — not the Creation Museum, but the
Confusion Museum", "This
bothers me as a scientist and as a Christian, because it's just as much a
distortion and misrepresentation of Christianity as it is of science"),
amplificate dagli articoli dei giornalisti che hanno accompagnato la visita (Cincinnati
Enquirer, The
New York Times e Agence
France-Presse)- Della
visita si parla anche su Repubblica del 4/7
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30/6/09-IT
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Sul Manifesto
un articolo (“Il gene egoista della Santa Trinità”) cerca di fare il
punto sul rapporto fra iI Vaticano e la teoria dell’evoluzione, evidenziando
“Il prudente
rispetto del Papa nei confronti di Charles Darwin”. Nell’articolo si recensisce
il libro di Pierre Sonigo E Jean-Jacques Kupiec “NÉ
DIO NÉ GENOMA”
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29/6/09-IT
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Mentre almeno un
ente locale italiano ritiene necessario patrocinare i creazionisti biblici (quelli dell’universo
esistente da solo 6000 anni) e il CNR li ospita e li accoglie con dichiarazioni non evidence-based,
chi fa e sa fare scienza alla fine deve arrendersi ed emigrare dopo aver cercato di resistere
anche per decenni.
Forse in Italia qualcuno deve ancora capire cosa si è sbagliato 400 anni fa
con G.Galilei …
Per fortuna a Genova il comune non patrocina, e l’ingegnere non racconterà le sue favole in
un museo scientifico ma, come è corretto, in una cappella avventista.
Non è facile decidere quale sia la più bella favola che racconta … una delle
migliori è quella che - secondo gli evoluzionisti - dalla sala parto una
donna potrebbe magari un giorno uscire con una tartaruga …
Questo è quello che un creazionista capisce (poco o nulla, evidentemente) sul
ruolo del caso nell’evoluzione ….
Non è l’unico … c’è
anche chi tranquillizza le puerpere invitandole a non preoccuparsi troppo
del caso, in quanto “La forza del caso viene imbrigliata
in un piano di costruzione per cui dallo zigote umano esce sempre
soltanto un uomo e dallo zigote di un cavallo esce un cavallo“. Come
si sa … il caso ha comunque un ruolo, tanto è vero che le ecografie sono
consigliate.
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Chi insiste su
interpretazioni alternative a quelle basate sul metodo scientifico sono gli
evangelici italiani; probabilmente ignari dell’esistenza dei pastori
evoluzionisti del Clergy Letter Project, pubblicizzano sul loro sito web un altro prodotto con un packaging un po‘ambiguo: si tratta di un film
biografico su Darwin dal titolo “The voyage that shook the world”, finanziato dalla “Creation
Ministries International” e prodotto dall’australiana Fathom Media.
Sembra che alla CMI abbiano un progetto “intelligente”: nel loro sito c’è una
sezione (Deconstructing Darwin) che si apre con uno slogan che invita al dialogo fra fede e scienza … (“Are you ready for 2009? Evolutionists are”) e con una
definizione piuttosto riduttiva del libro che presenta una delle più
grandi scoperte scientifiche umane: “a book that has
caused millions to doubt the authority of Scripture”.
Per fortuna nei paesi sviluppati ci sono religioni diverse, meno angosciate
del progesso culturale umano, che non cercano di ostacolare con video creazionisti e siti web di geologia biblica.
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26/6/09-USA
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Il Wall
Street Journal pubblica oggi l’articolo (“God and Science Don't Mix”) scritto da un fisico, Lawrence Krauss, che da
tempo partecipa attivamente alle discussioni sulle relazioni fra scienza e
fede, con una posizione molto critica verso chi critica la scienza da
posizioni integraliste religiose, come i sostenitori dell’ID.
Il 12/7/2005 scrisse infatti, insieme ai cattolici Francisco Ayala e a
Kenneth Miller, una lettera al Papa per chiedere urgenti spiegazioni
sull’imprevisto e imbarazzante (per loro, che da 20 anni contrastavano
l’Intelligent Design inventato dagli integralisti protestanti) appoggio del
Card.Shönborn all’ID, con un’editoriale sul New York Times del 7/7/05 (“Finding Design in Nature”).
L’articolo di Krauss inizia con una citazione di uno dei più grandi genetisti
di popolazione del secolo scorso, J.S.B. Haldane (“My practice as a scientist is atheistic. That is to say, when I set up an experiment I assume that no god,
angel or devil is going to interfere with its course; and this assumption has
been justified by such success as I have achieved in my professional career.
I should therefore be intellectually dishonest if I were not also atheistic
in the affairs of the world.“) e Krauss
conferma che almeno per la prima parte del ragionamento tutti gli scienziati
non possono che concordare.
Ritiene però che in una imbarazzante situazione di
temporaneo ateismo relativo possano trovarsi anche i fedeli di qualsiasi
religione quando devono valutare i dogmi di altre religioni. Forse nnon è
corretto usare il termine ateismo
in questo contesto di relativismo
religioso,
ma il risultato non cambia.
Krauss ricorda poi che quel che sta avvenendo in Iran
dimostra quanto sia difficile la gestione di un mondo in cui la ragione deve
contrastare molte visioni dogmatiche originate millenni fa, in altre fasi,
meno avanzate, dell’evoluzione culturale umana..
Questo articolo viene commentato anche
nel blog “The Intersection” (“Lawrence Krauss on Science/Religion”), nel blog “Why
evolution is true” (“Krauss attacks accommodationism in the
Wall Street Journal”) e da PZ Myers di Pharyngula
(“Christian faith is at odds with
science”); nel suo
ragionamento si inserisce un ulteriore punto; l’esperienza di una recente
discussione su scienza e religione, che lo ha portato a verificare
un’incompatibilità fra scienza e religione, ma ammette che è una situazione
contestabile verificandone la coesistenza in molti scienziati che pur non
penserebbero di usare la fede in laboratorio..,
Dopo aver ricordato il tentativo di S.J.Gould di tracciare dei confini fra le
zone di influenza di scienza e religione (che riteneva non overlapping
magisteria), non escluderebbe di lasciare alla religione alcune aree,
come quelle che riguardano ad esempio il comportamento morale, anche se lo disturba
lasciare qualsiasi cosa in mano a chi usa criteri faith-based e non evidence-based;
conclude quindi che comunque preferirebbe consultare un filosofo o uno
psicologo, piuttosto che un religioso, su problemi di moralità, spesso
ritenuti gestibili da criteri faith-based.
Questi ragionamenti di un laico molto critico verso la religione inducono a “domandarsi quanto l’assenza di indignazione sia
strumentale” quando si incontrano cattolici con un forte senso etico e
religioso che sostengono che sarebbe pericoloso che dei semplici peccati venissero anche
considerati reati o che una religione potesse condannare una “condotta morale” che ritiene riprovevole…
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26/6/09-IT
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E’ disponibile il programma del XI Annual Congress - Federazione
Italiana Scienze della Vita (FISV), Riva del Garda, 23-25 September
2009.
Anche in questo caso, come già successo quest’anno con molti congressi di
società scientifiche, si darà all’inizio molto spazio a tematiche che mettono
in evidenza il bicentenario darwiniano, ben sapendo che ormai solo gli
ignoranti contestano che (come disse Theodosius Dobzhansky) "Nulla ha senso in biologia se non alla
luce dell'evoluzione". Per chi fosse a Riva del Garda il 23
settembre, questo sarà il programma del pomeriggio, dalle 15.30 in poi:
Evolution: 200 years since Darwin
Chairs: Giorgio Bertorelle
(Ferrara), Rosaria Scozzari (Roma)
The structure of
evolutionary theory Telmo Pievani (Milano)
Neutralism and selectionism Andreas Wagner (Zurich, Switzerland)
The genetics of speciation Allen Orr (Rochester, USA)
The expression of emotions in man and animals, a
Darwinian Revolution Bernardino Fantini (Geneva, CH)
E questo quello della sera:
Round table: Understanding and
perception of evolution in contemporary society. Coordinators: Gilberto
Corbellini (Roma), Lucio Luzzatto (Firenze), Telmo Pievani (Milano)
In realtà anche il 24/9 si continuerà a parlare
di evoluzione; dopo aver discusso il 23 sera anche di cultura e di politica
(magari qualcuno ricorderà i problemi che può talvolta creare chi dissente), il 24 si parlerà di
sesso, di evoluzione della vita, dei microorganismi ma anche dell’uomo, con
L.L.Cavalli Sforza (“Darwinian
selection in human evolution”).
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Un appuntamento
più vicino (il 10 luglio) sarà la lettura della preghiera darwinana di
Michele Luzzatto da parte di Lella Costa; a Padova il 10 luglio alle 21.30 nei Giardini dell'Arena
Romana
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25/6/09-IT
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Il 30 giugno a Verona (Polo Zanotto, V.le dell’Università 34 –
Verona) il congresso della Società
Italiana di Biologia Vegetale (Programma) si aprirà con una
giornata di conferenze dedicate a Darwin e all’evoluzione:
Plenary
Lecture:
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DARWIN AND EVOLUTION AULA MAGNA T3
Chairmen: Roberto Bassi and Rodolfo Costa
·
ON
DARWIN'S FOOTSTEPS: HOT TOPICS IN ANIMAL PHYLOGENY AND EVOLUTIONARY
DEVELOPMENTAL BIOLOGY A. Minelli.
·
THE
ROLE OF GENOME DUPLICATION IN THE EVOLUTION OF DIVERSITY J.H. Postlethwait.
·
EVOLUTION
OF CELL DEFENCE MECHANISMS G. Macino.
·
EVOLUTION OF THE HUMAN BRAIN G.
Berlucchi.
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LUNCH
& POSTER VIEWING
Plenary Session I:
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PLANT EVOLUTION AULA MAGNA T3
Chairman: Rodolfo Costa and Roberto Bassi SALTATIONAL EVOLUTION IN
PLANTS: STAY. G. Theissen. PHOTOSYNTHESIS, AN UNINTELLIGENT DESIGN. W. Nitschke.
·
ROUND
TABLE: HOTSPOTS ON
EVOLUTION R. Costa, R. Bassi, J. Barber, W. Nitschke, G. Macino G.
Berlucchi G. Theissen.
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24/6/09-UK
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Mentre girano per l’Italia menestrelli locali o importati per imbrogliare
la gente (si puo’ dire che non siamo più nel medio evo?) raccontando
che l’universo ha 6000 anni o poco più, tutti i giorni compaiono le prove che
la realtà è ben diversa e che non si dovrebbe dare né spazio né soldi (né
soprattutto patrocini pubblici) a chi nega addirittura meccanismi evolutivi e
cronologie da tempo comprovate, come già nel 1996 anche GP2 doveva
ammettere: “È degno di nota il fatto che la teoria
dell’evoluzione si sia progressivamente imposta all'attenzione dei
ricercatori, a seguito di una serie di scoperte fatte nelle diverse
discipline del sapere. La convergenza non ricercata né provocata, dei
risultati dei lavori condotti indipendentemente gli uni dagli altri,
costituisce di per sé un argomento significativo a favore di questa teoria”.
Sull’ultimo
numero di Nature un articolo (“New flutes document the earliest musical
tradition in southwestern Germany”) racconta del primo strumento musicale
completo, un flauto in osso, e di frammenti di altri flauti in avorio: “Excavations in the summer of 2008 at the sites of Hohle
Fels and Vogelherd in Germany produced new evidence for Palaeolithic music in
the form of the remains of one nearly complete bone flute and isolated small
fragments of three ivory flutes”. Questi strumenti sono di circa 35.000 anni fa, di 5.000 anni più vecchi
di altri strumenti musicali trovati precedentemente. Esiste in realtà anche
il frammento di un flauto neandertaliano, più antico, ma non c’è la certezza
della sua reale funzione, anche perché realizzato con un osso di orso e non
con un più ragionevole radio di un avvoltoio.
Nella grotta di Hohle Fels era
stata recentemente trovata una statuina femminile in avorio (Conard, N. J. A female figurine from the
basal Aurignacian of Hohle Fels Cave in southwestern Germany. Nature 459,
248–252) .
Del flauto si parla anche sul Sole24Ore, su Galileo, e nel sito
dell’agenzia AGI,
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24/6/09-IT
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L’Avvenire pubblica nelle lettere al direttore un paio di
precisazioni di Odifreddi alla recensione dell’Avvenire al suo libro su
Darwin (il 16/6). La più rilevante riguarda il fatto che le sue citazioni di
dichiarazioni antievoluzioniste di autorevoli esponenti vaticani siano state
presentate come posizioni di protestanti fondamentalisti antidarwiniani USA,
cercando di negare la confusione presente sia nella chiesa che nei cattolici,
dove spesso, come è facile dimostare, non si riesce a limitare o controllare
le intemperanze dei creazionisti biblici.
Nulla infatti si è detto dei due convegni di creazionisti biblici cattolici
che si sono tenuti a Roma per contestare due convegni vaticani che li avevano
intenzionalmente esclusi. E nulla si scrive a questo proposito nella risposta
dell’autore dell’articolo.
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23/6/09-USA
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Sembra che la vecchia idea del cavallo di Troia sia
utilizzata anche dagli antievoluzionisti, che cercano talvolta di
impacchettare contenuti creazionisti in un contesto scientifico serio (come
un museo scientifico, la sede centrale di un istituto di ricerca, o almeno
un’aula universitaria…). La tecnica, già sperimentata in Italia, trova
estimatori anche fra i creazionisti USA, tanto potenti e ricchi da non aver
bisogno di questi trucchetti per farsi notare.
Proprio oggi esce negli USA ad un prezzo stracciato (1$) un’edizione creazionista
del libro di Darwin “On the origins of species”
che sarà offerta dovunque “for use in schools, colleges, and prestigious learning institutions“.
Contiene ovviamente, come si racconta nel sito web (“Special Origin of Species to be Given Away in
Schools “), una prefazione rigorosamente antievoluzionista di 50 pagine,
disponibile anche on line. Contano di venderne un milione di copie e sono
certi che nessuno voglia ostacolarne la diffusione …
Curioso
il fatto che masochisticamente nel sito web del libro si fornisca uno dei
primi commenti, pubblicato giusto oggi, quello ben poco lusinghiero del
biologo evoluzionista PZ Myers, responsabile del blog scientifico Pharyngula:
“It's like a
book with multiple personality disorder — two parts that absolutely hate each
other; an intro that is the inane product of one of the most stupid minds of
our century, and a science text that is the product of one of the greatest
minds of the author's century”. Per capire questa frase è
necessario ricordare che la prefazione è di Ray Comfort, autore anche del
famoso (e in-credibile) video in cui sembra felice di poter dimostrare agli
increduli che la banana [quella attuale, coltivata e selezionata!] è
conseguenza di un progetto divino [e forse l’anguria o il fico d’india no…]
Nel volume non è inserita l’originale e recente “Bibbia di C.Darwin” … pubblicata dai creazionisti biblici di Answer in Genesis [ringrazio il dott.Georgiev per la
segnalazione dell’errore. Controlli poi anche le slide dell’ingegnere,
dovrebbe correggere almeno gli errori che ha ammesso]. Può essere acquistata aggiungendo altri 3,99$ (“The
pocket-sized New Testament covers: why there is suffering, who made God, the
Big Bang, the origin of life, DNA, irreducible complexity, mutations,
transitional forms, the Cambrian Explosion, peppered moths, vestigial organs,
and "mistakes" in the Bible. Includes material from AiG's "Answers" magazine plus a concise topical concordance, and more
“).
Puo’ comunque succedere che questa versione “aggiornata” della Bibbia venga
comunque regalata
a chi si trova al momento giusto nel posto giusto (“One thousand copies of The Charles Darwin Bible will be
freely handed out to public school teachers at their annual National
Education Association convention in San Diego”).
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21/6/09-UK
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[da Pikaia] Nella annuale conferenza del 17 marzo 2009 per
l’Open University, Richard Dawkins presenta Darwin come lo scienziato che con
la selezione naturale ha cambiato il nostro modo di vedere la vita e tutta la
natura. In particolare Dawkins spiega come il pensiero di Darwin fosse ad un
passo dal mendelismo, e quindi abbia permesso il "passaggio al digitale"
in biologia. Qui potete vedere l’intera conferenza
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20/6/09-IT
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Qualcuno si ricorderà che circa 3 mesi fa eravamo stati informati (Creazionismo in salsa turca) che in Turchia il vicepresidente del CNR turco (TUBITAK) aveva censurato un articolo su Darwin
pubblicato sulla rivista scientifica (Bilim ve Teknik) del TUBITAK. In Italia la situazione sembra un po’ diversa;
non abbiamo infatti una rivista del CNR che censurerebbe
Darwin, ma abbiamo la rivista del vicepresidente del CNR che pubblica
direttamente articoli critici non solo verso Darwin e la teoria attuale
dell’evoluzione; alcuni articoli critici anche verso la chimica, la fisica e
la geologia attuale, sono raccolti in un Dossier nel numero di giugno, il
45’, pubblicato in occasione del bicentenario. Molti degli articoli sembra
facciano riferimento alle sciocchezze dette in un convegno tenutosi al CNR
nella sala Marconi il 23/2/09, quando, 2 giorni
dopo un convegno sul quaternario tenutosi nella stessa sala, si cercava di
dimostrare che la terra sarebbe molto più giovane di quanto si pensasse.
Purtoppo gli articoli non sono accessibili, ma il nome della rivista (“Radici cristiane”) fa seriamente
sospettare che sia una delle prime occasioni in cui si manifestano
pubblicamente i creazionisti biblici italiani, che finora avevano
semplicemente ospitato un gruppo di creazionisti francesi in tour a Roma (il 3/11/08 e il 23/2/09) per contestare i due
recenti convegni vaticani su Darwin e la teoria dell’evoluzione. Premettendo
la buona notizia che la rivista è sconosciuta o introvabile nelle librerie
cattoliche (Paoline e Ancora) della “capitale del creazionismo”, Brescia. Ecco gli
sconcertanti titoli degli articoli, con temi ben noti a chi visita i siti web
dei creazionisti biblici USA, e con titoli che corrispondono a quelli delle
comunicazioni ai conegni creazionisti tenuti alla Sapienza e al CNR:
· L'evoluzionismo contraddice la
scienza
· Evoluzionismo: un'ipotesi
eticamente aberrante
·
Dalla
scienza un secco rifiuto all'evoluzionismo
· La termodinamica contraddice
l'evoluzione (se ne parlava anche al convegno creazionista alla Sapienza in novembre)
· Il tempo richiesto dalla
sedimentazione contraddice l'ipotesi evoluzionista
· Ma dove sono quei milioni di anni
·
Dinosauri:
molto più "moderni" di quanto si creda ... (al
convegno al CNR si raccontava di dinosauri vissuti 30/40.000
anni fa)
·
Le
datazioni radiometriche non sono affidabili
La
rivista dimostra chiaramente la sfida non solo alla ragione, alla scienza e
alla cultura occidentale, ma anche alla stessa Chiesa cattolica, portata da
fedeli che evidentemente ignorano le posizioni attuali della Chiesa, che
prevedono un maggior rispetto per la scienza, che qui viene invece
“scomunicata” nel suo complesso (travolgendo anche la chimica, la fisica, e
la geologia oltre alla biologia).
Don TanzeIIa Nitti preferirebbe continuare a non credere che esista anche in
Italia un imbarazzante creazionismo biblico cattolico che contesta
addirittura il documento del card.Ratzinger del 2004 che accetta l’età
della terra proposta dalla scienza.
Questo Dossier dovrebbe stimolarlo ad intervenire, organizzando la
partecipazione di queste pecorelle smarrite ai corsi di aggiornamento di buon
livello (come quelli di primatologia che il progetto vaticano STOQ sta organizzando per il 6/11 luglio
al monastero di Poblet
in Catalogna). Dovrebbe farlo prima che qualche pregalileiano sopravvissuto (chi
altri potrebbe pensare che venga addirittura “Dalla scienza un secco rifiuto
all'evoluzionismo”?) o qualche sostenitore dell’idea assurda di una
terra di soli 6000 anni pensi di poter mandare al rogo.qualche dipartimento di
biologia evoluzionista per il sostegno a comportamenti che sembra vengano
definiti addirittura “eticamente aberranti”
….[con quel che si legge sui giornali in questi giorni…non sarebbe bello
scaricare le colpe sui biologi evoluzionisti].
Si
potrebbe anche ricordare quanto disse mons.Ravasi nel 2005, quando ancora cercava di convincere i
cattolici che, per non dire sciocchezze e fare brutte figure, sulla teoria
dell’evoluzione bisognava fidarsi degli esperti.
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19/6/09-USA
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[da NCSE] Per dimostrare che
non è necessario saper disegnare bene per creare vignette umoristiche, i Florida Citizens for Science hanno sponsorizzato un
concorso per vignette sulla scienza che utilizzino schemi grafici
estremamente semplici: lo “Stick Science cartoon contest”. Qui Ie 10 vignette più belle. Bella quella che
ironizza su chi non crede all’evoluzione per motivi assurdi:
perchè nessuno l’ha vista o perchè … non si può ripetere e verificare
sperimentalmente.
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19/6/09-ITA
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Prossime conferenze a Milano nell’ambito di Milano scienza:
- domenica 21/6 alle 16 al museo di Storia Naturale: Giorgio
Vallortigara su “Menti animali”;
- lunedì 22/6 alle ore 18:30
| Palazzo Besana (piazza
Belgioioso, Francesco
Colotta: Darwin contro il cancro. Introduce Sylvie Coyaudiugno
2009
- mercoledì 24/6 alle ore 21:00 alla Rotonda della Besana (via
Besana, 12) Emanuele
Coco e Elio e Rocco Tanica in Consigli pratici per evoluzionisti spaesati
- giovedì 25/6 ore 18:30 Rotonda della Besana: Edoardo
Boncinelli, Darwinismo e genoma
- martedì 30/6 alle 18 al museo di Storia Naturale l’anteprima della V Conferenza
Mondiale sul Futuro della Scienza di Venezia Con Massimiliano Finazzer
Flory e Umberto Veronesi
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Per chi invece fosse a Bergamo sabato 20/6, quel giorno prenderà il via «Musei Notti Aperte»,
manifestazione che vede protagonisti il museo di Scienze Naturali «E. Caffi»,
il museo Archeologico e l’Orto botanico «L. Rota». In particolare il 20 sera
il ea sarà l’evoluzione: “dalle 21 in piazza
Cittadella l’iniziativa “Graffiti in piazza - Il tema dell'evoluzione
attraverso la street art”, alle 21.30 lo spettacolo teatrale "Quando
Darwin incontrò il suo alter ego" (sala Curò, Piazza Cittadella) e
dalle 22.30 all’Orto Botanico il concerto a cura dell'Istituto Musicale
Donizetti “L'evoluzione del linguaggio musicale”. (Tutte le iniziative sono
ad ingresso libero).”
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18/6/09-ITA
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[da Pikaia] Consigli di lettura sulla teoria
dell’evoluzione.
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[da Leucophea. “Darwin su PNAS”] Anche PNAS, dopo l’Am.J.of Botany, Scientific American, Lancet, Heredity, Genome Research (poster), Science e Nature, regala un intero
numero dedicato a Darwin, con ben 19 articoli liberamente accessibili,
presentati al Darwin Sackler Colloquium dal titolo: “In the light of evolution III: Two centuries of
Darwin”. Molte fra le migliori riviste (fra cui anche una dedicata soprattutto alla ricerca medica
che ha permesso di raddoppiare in pochi anni la durata media della vita, un
obiettivo insperato fino a pochi decenni fa) si sentono in dovere di
continuare a cercare di convincere del contrario chi, pur ricoprendo un ruolo
determinante per lo sviluppo della cultura italiana, continua a credere che “L'evoluzionismo è una teoria che non
ha ragioni che la sostengano”. Non deve essere facile rifiutarsi di
aprire gli occhi di fronte a milioni di prove che dilagano sul mondo da tutte
le riviste scientifiche. …
L’editore
di “Evolution: Education and Outreach” invece esagera: ogni numero del 2009 parla di
Darwin ed ogni numero del 2009 è gratuito!.
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17/6/09-IT
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Fra le news delle Scienze (“Scimmie intellligenti... chi più, chi
meno”) c’è l’invito a leggere
un articolo del gruppo di M.Hauser, comparso su PlosOne (“General Intelligence in Another Primate:
Individual Differences across Cognitive Task Performance in a New World
Monkey (Saguinus oedipus)”; PDF). Come si vede, è una ricerca su un tema
intrigante, con risultati che evidenziano come anche nella platirrina
sudamericana Saguinus oedipus (cotton-top tamarin) un indicatore delle capacità di risolvere
problemi sia fortemente influenzato da fattori individuali. Come avviene
anche nell’uomo…
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16/6/09-NL
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Apre oggi la mostra “First Dutch Neanderthal” al Dutch National Museum of Aniquities. Verrà esposto al
pubblico il primo reperto fossile neandertaliano (un frammento di frontale)
trovato in Olanda, al largo della costa, in una zona fossilifera di circa
40.000 anni fa, quando il livello del mare era più basso rispetto a quello
attuale. Il sito preciso del ritrovamento è sconosciuto, dato che il reperto
è stato trovato da un dilettante in una zona in cui erano stati abbandonati i
residui di dragaggi effettuati al largo. Se ne parla anche qui.
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16/6/09-USA
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Sul Washington Post un articolo (“West of Eden”) di Peter Hess,
teologo e direttore del “Faith project” dell’NCSE (National
Center for Science Education) in risposta all’articolo di John West, un esponente dei neocreazionisti
afferenti al Discovery Institute che il 3/6/09 sullo stesso quotidiano [si]
chiedeva "Is evolution compatible with
God?", in occasione
del lancio da parte loro di un sito web dedicato al rapporto fra fede ed evoluzione e dedicato in particolare ai biologi
evoluzionisti, per cercare di tenerli lontano dal nuovo sito web creato da
F.Collins, che cerca di attirare invece i credenti verso il neodarwinismo.
Più o meno la stessa posizione di P.Hess, che però non chiarisce MAI se il
discorso che fa sull’evoluzione vale anche per la teoria
dell’evoluzione; Hess conclude il suo intervento scrivendo che “Science and faith are but two ways of searching for the
same truths. Evolution can certainly be compatible with religious faith. Because the
evidence for evolution is so overwhelming“.
J.West invece aveva un’opinione
diversa da quella di F.Collins e di P.Hess, ritenendo che “religious belief and scientific inquiry are mutually
exclusive”.
Ambedue gli articoli, come al solito, sono accompagnati da numerosissimi
commenti.
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E’ disponibile in rete il video della conferenza (“The public understanding of evolution and the KISS principle“) tenuta al convegno Evolution 2009 (a Moscow
all’Università dell’Idaho) da Eugenie Scott, presidente del National Center for Science Education, al momento di ricevere il “SJ Gould Award”.
Per chi non si accontentasse del video, qui ci sono due recenti podcast, sempre di conferenze e sempre di Eugenie Scott
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16/6/09-IT
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Conferenza stampa di presentazione della
nuova serie di Superquark, con M.Mazza contento
di essere accanto all’evoluzionista Piero Angela, a cui attribuisce il merito
di avergli fatto scegliere la professione di giornalista. C’è un netto
miglioramento che dimostra l’influenza di P.Angela. Due anni fa infatti era contento di essere in mezzo ad
antievoluzionisti …
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Sull’Avvenire in un articolo (“Odifreddi e Morandini su Darwin”) si commentano un
paio di libri recenti sulla teoria dell’evoluzione, uno più laico e un altro
invece scritto nell’ottica di non disturbare la fede.
Sconcerta, nella critica ad Odifreddi, la frase “la
fede cristiana nel Dio creatore non esclude un certo evoluzionismo, come egli
sa”, dato che probabilmente Teilhard de Chardin se n’è accorto a sue
spese quanto qualche decennio fa fosse stato pericoloso crederlo.
Spiace anche che TdC sia successiamente citato come se “altri teologi e scienziati cristiani” fossero
stati e fossero attualmente altrettanto audaci e masochisti nel dibattere
temi che ai cardinali proprio non piacciono; non è anzi da
escludere che la sua condanna abbia azzerato la discussione nella chiesa su
questi temi centrali per la cultura umana attuale e in particolare sulla
scienza, che ne ha un ruolo centrale.
Incomprensibile è poi la critica a Odifreddi per il riferimento darwiniano a
persone intelligenti mandate al rogo nel Medioevo: certamente si pensava a
religiosi condannati come eretici, come G.Savonarola, G.Bruno o G.C.Vanini (il riferimento non
era abbastanza chiaro?) più che a brave persone come S.Francesco o
addirittura madre Teresa, che il medioevo …
l’ha studiato a scuola a Skopje.
Molto ambigua (onesta ma non troppo chiara) la frase in cui si parla di “riconoscimento” e non di “accettazione” da
parte dei Papi recenti (in effetti su Leone XIII e la sua raffica di
encicliche – 1884, 1887, 1888 - contro i naturalisti
e i razionalisti sarebbe meglio sorvolare … anche perché nessuno ha ancora
chiesto scusa), tanto è vero che si è costretti ad ammettere che la teoria
scientifica dell’evoluzione è “fonte di una serie
di problemi”… dando inevitabilmente ragione a Odifreddi!
In realtà l’autore dell’articolo sembra poi dare ragione anche a Darwin:
subito dopo aver pensato alla “provvidenza e alla
bontà divina” gli scappa infatti quasi una bestemmia “(quanta violenza e morte nella natura da Lui creata!)”,
come se si fosse dimenticato di quello che aveva imparato su un improbabile
creato originariamente creato senza morte (?) – e quindi senza evoluzione
- e sulla morte come conseguenza del peccato originale (!).
Probabilmente Darwin era partito
proprio da qui per arrivare a capire che questa “violenza
e morte” è selettiva, agisce sulla variabilità, e costituisce
quindi il meccanismo creativo che ha chiamato “selezione naturale”.
Brutto il finale, con l’invito a provare a “leggere la Bibbia come se fosse un testo di scienze” (“affiora nella Bibbia e viene
confermata dall’evoluzionismo”) ma soprattutto con la inattesa – per
chi si rivolge ad un ampio pubblico su evoluzione e evoluzionismo -
confusione fra il fatto dell’evoluzione (che l’autore chiama “visione unitaria e pur differenziata della vita”)
e la teoria dell’evoluzione (che invece propone quei meccanismi che
nella Bibbia certamente non affiorano, essendo stati scoperti nel 1859);
proprio F.Facchini che lui invoca,
avrebbe molto da dire per contestare questa opinione pericolosa, umiliante
per l’intelligenza e per l’evoluzione culturale umana, ormai da tempo
superata (ma che viene mantenuta in vita artificialmente proprio come se
l’accanimeno terapeutico fosse un’alternativa ai miracoli di cui si parla
nell’articolo).
Un po’ scorretta, come detto, anche la citazione di Teilhard de Chardin come
se non si sapesse che anche recentemente (17/2/2007) è stato confermato
che è ancora in vigore il “Monitum” del 1962 contro il
gesuita paleontologo umano che, avendone le competenze, ha cercato di
conciliare la religione cattolica con la teoria dell’evoluzione.
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15/6/09-IT
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[da Pikaia] Il Corriere della Sera ha pubblicato un
articolo di Edoardo Boncinelli (L’altruismo evoluzionista. La
provocazione biologica di Gabriele Milanesi) in cui si descrive l'ultimo libro di Gabriele
Milanesi, "I geni altruisti" (Mondadori, pp. 216, euro 18,50).
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E’ uscito il trailer del prossimo film
sulla vita di Charles Darwin. Si racconta la vita di uno scienziato che
ha trovato la spiegazione dei meccanismi che hanno permesso e gestito in modo
automatico il processo creativo dell’evoluzione delle specie animali e
vegetali DOPO un’eventuale “creazione divina” su cui Darwin non ha e non
avrebbe comunque potuto dire nulla. Il titolo del film (“Creation”)
sembra decisamente di buon auspicio: possiamo sperare che la creatività dei
meccanismi intuiti da Darwin associ sempre più il termine “creazione”
all’origine delle specie per meccanismi naturali, facendo dimenticare che
“creazione” per molte religioni è un termine teologico che molti usano in
modo scorrettoo vago.
Lo sanno [dovrebbero sapere] tutti che “creazione divina” ed
evoluzione sono eventi ben diversi: la “creazione divina” sempre più
si rivela un mito o un simbolo non dimostrabile, mentre l’evoluzione
biologica (di cui si è occupato Darwin e di cui si occupano oggi i biologi
evoluzionisti) è un processo costituito da una sequenza infinita e complessa
di eventi biologici ormai dimostrati, che inizia DOPO l’origine della vita,
che a sua volta è iniziata molto DOPO l’origine dell’universo, su cui ancora
ci sono, e non ci si deve meravigliare che rimarranno tali ancora per lungo
tempo, ipotesi scientifiche non sempre convincenti.
Associare Darwin al termine “creazione” è un invito ad attribuire
alla natura quei meccanismi creativi ben dimostrati che sono in azione da
centinaia di milioni di anni senza la necessità di ricorrere a ipotesi
metafisiche o ad enti soprannaturali.
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Sulla Stampa
un articolo (“Alle origini dell'altruismo”) che riferisce delle ricerche di S.Bowles, direttore del programma in Scienze comportamentali
presso il Santa Fe Institute nel New Mexico, che hanno portato alla
pubblicazione di un articolo su Science del 5/6/09 (“Did Warfare Among Ancestral
Hunter-Gatherers Affect the Evolution of Human Social Behaviors?”)
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Il Giornale di Brescia pubblica un articolo (non liberamente
accessibile) dal titolo “L'evoluzionismo non
è incompatibile con il creazionismo”. Si tratta di ua
critica all’ultimo libro di Odifreddi, sul darwinismo. Nell’articolo, oltre
ad una strana e sospetta limitazione dell’evoluzione all’interno delle specie
(“è possibile che … ci siano delle evoluzioni
all’interno delle specie”), si fa parecchia confusione sui due
contesti.
Nella seconda parte dell’articolo si attribuisce alla biologia evoluzionista
l’intenzione di contestare risposte che da millenni forniscono le migliaia di
diverse religioni esistenti. La scienza non ha per ora risposte certe, e
probabilmente non le avrà mai,
sull’origine dell’universo, sul suo fine, sul perché della vita; ma ha
molte altre risposte che non sembra siano apprezzate dalle religioni in
quanto spesso ben diverse ma efficaci.
E’ utile ricordare che non ci sono spiegazioni scientifiche che possano
arrivare dalla Bibbia, ed è facile dimostrarlo: proprio sull’Avvenire del
9/6/09 c’è l’intervista (“Scienza e fede, il flop dei «nuovi atei»”) ad un teologo che riporta un giudizio negativo sui “cristiani fondamentalisti convinti
che il racconto della Genesi sia un dato scientifico assodato” che “si
approcciano ai testi religiosi antichi per provare la loro pertinenza in
quanto fonti di informazioni scientifiche. Ma la Bibbia non ha
mai voluto essere all’origine di verità scientifiche. Tali racconti si
preoccupano di trasformazioni spirituali, non di informazioni scientifiche”.
Tanto è vero che nei due recenti convegni in Vaticano sull’evoluzione, in
novembre e in marzo, creazionisti e sostenitori dell’ID semplicemente NON
sono stati invitati (“Rome meeting snubs intelligent design,
creationism”, “Intelligent
Design Theory Shut Out of Vatican Evolution Conference”), proprio perchè gli organizzatori, sia il
prof.Cabibbo che mons.Ravasi, intendevano realizzare convegni “intellettualmente
rigorosi”.
I convegni inoltre sono stati finanziati in parte dalla Templeton
Foundation, che, come ognuno può verificare nel loro sito web, sono allergici alle persone incompetenti ma
che vogliono parlare con una presunzione che la JTF non accetta (“The John Templeton Foundation does not support
research or programs that deny large areas of well-documented scientific
knowledge”); lo si legge molto chiaramente nel documento in cui spiegano la loro posizione contraria
al creazionismo e all’Intelligent Design, dato che ambedue le ideologie
non accettano la teoria dell’evoluzione, che secondo la JTF è ormai da
considerare “conoscenza scientifica ben
documentata”.
Sembra strano che il comune di Brescia dia il suo appoggio a chi racconta
fatti ben diversi da quelli che vengono raccontati in tutte le scuole della
nazione, della provincia e della città.
Proprio per questo stupisce che un comune appoggi la diffusione di idée che
hanno una certa rilevanza solo negli ambienti integralisti protestanti
statunitensi.
Non dimentichiamo comunque che anche negli USA ci sono pastori protestanti
evoluzionisti che festeggiano il Darwin Day in modo normale (Clergy Letter Project); sarebbe indispensabile che anche in Italia la
si smettesse con le ambiguità e i pasticci e si formassero gruppi di
religiosi che dimostrino davvero di credere che l'evoluzione e la
biologia evoluzionistica siano scienza e che non abbiano alcuna relazione con
la creazione. A quando il primo Darwin Day parrocchiale in Italia?
Curioso il fatto che nel sito di Pikaia si citi proprio in
questi giorni un documento (scritto da religiosi e scienziati protestanti
USA) che cercano di chiarire quel che pensano i protestanti sulla creazione.
E’ impressionante verificare in questo documento (“Dichiarazione Generale sulla Creazione”) come ci siano diverse ipotesi creazioniste
che vengono ritenute ugualmente valide.
Il problema è che sono incompatibili fra di loro! C’è chi crede che
l’universo sia nato 6000 anni fa, altri che credono sia nato invece un bel
po’ prima, 4.5 miliardi di anni fa …;
sembra impossibile che si possa pensare che “L'evoluzionismo non
è incompatibile con il creazionismo” … quando si
promuovono le ipotesi creazioniste dei protestanti, incompatibili fra di loro
ma anche con quelle cattoliche …
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14/6/09-IT
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A Caltagirone (CT) apre oggi una mostra collettiva d‘arte
contemporanea (“Prova D’Autore 2009 - Darwin evolution
(1809–2009)”) organizzata dal MACC,
il museo d’arte moderna: “IL MACC, coglie l’occasione del
bicentenario della nascita di Charles Darwin come stimolante opportunità per
gli artisti invitati a questa edizione di Prova d’Autore, per confrontarsi in
maniera personale non solo con una delle teorie fondative della nostra
cultura ma anche con argomenti quali il “codice”, il “caso”, il “progetto”,
l’“errore”, che nell’Arte contemporanea si presentano con una particolare
carica di ricerca e di suggestione”.
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13/6/09-USA
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Prima giornata della conferenza Evolution 2009, che si tiene
all’University of Idaho di Moscow. La conferenza è stata
aperta dall’antropologa Eugenie Scott, presidente del National
Center for Science Education, con la sua “SJ Gould Award Lecture”. Se ne parla nel blog Skeetersays, che segue il convegno giorno per giorno,
promette di informare tutti quando sarà pronto il video della sua Lecture “focused on ways in which educators
can clarify how they teach science to increase the public understanding of
science”. Una delle interessanti proposte di E.Scott è di considerare
sempre che “Word choice is important - we are
not "darwinists" - we are evolutionary biologists. If you can attach 'ism' to a
word it becomes an ideology. Evolution is not an ideology - it is science”. Bisognerebbe ritornare a S.J.Gould: Evolution as Fact and Theory!
Da notare che il congresso offre
nel suo sito web una pagina con links ai bloggers e ai twitters
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13/6/09-IT
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[da Pikaia] Come copiare la natura? Scopritelo su Ask Nature, un interessante sito prodotto dal The Biomimicky Institute.
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Sulla mostra “Darwin 1809-2009” a Milano, un articolo (“Darwin. Per il centenario mostra imponente alla
rotonda della Besana”)
oggi sul Giornale; purtroppo anche qui si sbaglia il titolo del suo
principale libro, che è “L’origine DELLE specie”. Si riferisce anche del
grande successo che ha avuto questa mostra al Palazzo delle Esposizioni di
Roma, con 120 mila visitatori.
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Di “Brescia, capitale creazionista d’Italia” si parla anche nel blog di Oca Sapiens.
Ora si evidenzia, dandogli ironicamente ragione nel non voler premiare
un’eccessiva competenza, anche che l’assessore ha negato il patrocinio del
comune alle iniziative della UAAR (patrocinate fino all’anno scorso: 2007, 2008), dato che vi partecipava come oratore anche T.Pievani. Il risultato
della valutazione comparativa dei titoli degli oratori a questi due Darwin
Days contrapposti e alternativi conferma le preoccupazioni pubblicate ieri da
Repubblica (“UN MATEMATICO DEI
LINCEI E I CONTI SBAGLIATI DELL'ITALIA - LETTERA”).
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Sull’Avvenire
un articolo (“Ma Ida non è l ’anello mancante“) di F.Facchini
riferisce sul Darwinius masillae, spiegando perchè sia stato
pericoloso l’uso scorretto del termine “anello mancante”, che
attribuisce correttamente al tentativo di indurre ad una interpretazione
lineare del processo evolutivo, che si incontra ancora solo in chi ha paura
che i lettori si allontanino troppo dell’idea di un percorso lineare, di un
progetto, caratteristica della visione ideologica dei creazionisti. Purtroppo
questa volta lo stesso autore della scoperta di questo reperto fossile ha
abusato di questo concetto, forse per sollecitare (e solleticare) la
curiosità del pubblico.
A proposito di solletico, una recente pubblicazione scientifica ha dimostra
la somiglianze fra le antropomorfe e l’uomo per il riso stimolato dal
solletico. Lo riferiva parlava Repubblica il 9/6/09 (“La scimmia sorrise prima dell’uomo”), il blog di Biondi/Rickards, Darwinpunk, il 10/6/09 (“Ridiamo come le scimmie”) e Nature il 4/6/09 (“Human-ape links heard in laughter”).
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Se l’Avvenire chiede la consulenza di un esperto, nel sito SRM in
un articolo dal titolo sconcertante (“Casi mediatici o scoperte scientifiche ? Ida “) come esperto si sceglie invece un creazionista biblico,
che per fortuna non contesta la datazione (“47
milioni di anni”) né che sia un reperto “unico
ed eccezionale”, ma inserisce alcune frasi davvero originali, come
quella che quasi contiene una nuova definizione di “anello mancante”.
Sconcertante che nell’articolo su SRM si parli di “stazione eretta”
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12/6/09-IT
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Finalmente una trasmissione radio in cui si parla a lungo, bene e con
competenza di Darwin! E’ “Alle 8 della sera”
, su Radio2, e il merito
è soprattutto di P.G.Odifreddi, che in breve tempo è diventato un
ottimo conoscitore e divulgatore di Darwin e della sua genialità. Nel sito
della trasmissione sono oggi disponibili i podcast delle prime 9 puntate.
Buon ascolto …! la trasmissione durerà infatti fino al 26 giugno!! Per la
bibliografia si potrebbe suggerire qualche altro testo. Oltre all’ultimo
libro di Odifreddi, nel sito sono consigliati solo libri che non avrebbero
potuto mancare … quelli di Charles Darwin. Forse è un po’ poco; molti altri
hanno studiato Darwin in questi ultimi 150 anni …
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[da Leucophea] Sito web (Timetree) che, a ogni coppia di taxon, vi dice
quanto siano distanti evolutivamente in milioni di anni. Sono gratuitamente dsponibili anche un volume e
splendidi poster stampabili dell’albero della vita. Se un
antievoluzionista se ne appendesse uno in camera ne trarrebbe grande
giovamento: difficilmente si porrà poi il problema degli anelli (?)
mancanti (!) (quelli esistenti e rappresentati sul poster sono anche
troppi …!) … e dormirebbe sicuramente meglio, senza quell’incubo.
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Ovviamente il
problema della serie di conferenze di biologia evoluzionistica che verranno
tenute a Brescia da un ingegnere esperto in semiconduttori (ma in un ambiente
che sembrerebbe garantire la serietà scientifica e con il patrocinio del
comune di Brescia) è solo un sintomo di una situazione preoccupante: lo si
dimostra (“la nostra società non capisce quali
sono i fondamenti dell’eccellenza”) nella lettera scritta a
Repubblica (“UN MATEMATICO DEI
LINCEI E I CONTI SBAGLIATI DELL'ITALIA - LETTERA”) da un eccellente matematico.
Triste la conclusione dell’articolo: dopo aver ricordato gli anni di “errori in cui si è messa in un angolo la classe
scientifica per favorire la crescita di piccoli o grandi poteri
accademici-politici-sindacali” conclude con un triste “auguri a tutti i giovani scienziati italiani”.
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12/6/09-USA
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Sul blog Panda’s Thumb si presenta (“Fossilized Insects Revealed in 3-D Scans”) il risultato dell’applicazione una nuova tecnica che
permette di ricostruire la struttura tridimensionale di organismi di piccole
dimensioni imprigionati da decine di milioni di anni in blocchi di ambra
opaca. Il blog cita un articolo sull’ultimo numero del Discover Magazine
e mostra immagini decisamente impressionanti (realizzate
all’ European Synchrotron Radiation Facility da ricercatori dell’Università di Rennes) di ricostruzioni
tridimensionali di organismi di pochissimi millimetri, vissuti milioni di
anni fa.
E’ probabilmente solo l’inizio dell’applicazione di una tecnica che permette
di vedere anche all’interno di resine fossili non trasparenti, l’inizio
dell’archiviazione di queste immagini in un database (ESRF Paleontological Microtomographic DB) e della produzione di
video (come questo) che presentano la impressionante ricostruzione
tridimensionale di questi organismi. Che siano vissuti 100 milioni di anni
fa, che ne abbiano già trovati 356 diversi e che solo per il 53% sia stata
identificata la famiglia di appartenenza darà sicuramente dei seri problemi a
chi sostiene che l’evoluzione non esiste (nemmeno per il virus dell’influenza..?) e le specie
attuali sono identiche a quelle del passato. Se già hanno cercato di usare esche da pesca per dimostrarlo … in
futuro probabilmente dovranno arrendersi di fronte al numero di specie
diverse che queste nuove tecniche produrranno in numero sempre maggiore.
Interessante anche la ricostruzione tridimensionale di frammenti di piume, anche loro incluse in
ambra.
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11/6/09-USA
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Non è un problema che riguarda molto l’Italia, dove per fortuna il
dibattito culturale sull’evoluzione difficilmente arricchisce (e non solo
culturalmente) giudici e avvocati, ma gli USA: nel sito dell’NCSE hanno
organizzato in un’unica pagina web "Creationism and the Law" tutto quello che riguarda i 17 processi fra
creazionisti ed evoluzionisti, a partire dal primo, nel 1925 fino ad arrivare
a quello del 205 che ha inferto un grosso colpo alla credibilità dell’ID.
Puo’ essere utile per capire come siano quasi sempre i creazionisti, più o
meno mascherati, ad essere da sempre in difficoltà e spennati dai costosi
processi.
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11/6/09-IT
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La notizia che fra 10 giorni un ingegnere, grande esperto in
semiconduttori,
terrà 3 lezioni (una di biologia
evoluzionistica, una di geologia evoluzionistica e una di paleoantropologia)
al Museo di Scienze Naturali di Brescia in parte è divertente (Brescia si
aggiudicherebbe una “prima” nazionale!) e in parte no. E’ infatti ora
evidente che c’è dietro un Progetto Intelligente … [si fa per dire]
E’ forse ancora possibile trovare il modo di alleggerire, con un po’ di
ironia, quello che in realtà sembra un’iniziativa per umiliare la ragione,
decidendo che in alcuna zone del territorio, per fortuna limitate, ipotesi
teologiche da tempo superate e miti mesopotamici possano ancora prevalere
sulla cultura e sulla scienza, quando ci sono le condizioni politiche (ma
soprattutto intellettuali) favorevoli.
Momenti di ritorno a fasi precedenti dell’evoluzione culturale su queste
tematiche ci sono certo state anche 60 anni fa … ma solo in Russia, e sono
state dannose.
Per fortuna non siamo più ai tempi di
Stalin, quando gli evoluzionisti neodarwiniani venivano epurati da Lysenko (un agronomo, apprezzato da Stalin, che
rifiutava la teoria “politicamente scorretta” di Darwin e applicava invece –
anche se senza successo - la teoria di Lamarck che Darwin aveva dimostrato
poco utile).
Al massimo gli evoluzionisti bresciani avranno dovuto pagarsi di tasca loro
una sala che fino all’anno scorso era (ovviamente) quella gratuita,
prestigiosa e adeguata del Museo di Scienze Naturali (che fra l’altro proprio
loro mantengono vivo con la loro attività di studio dei processi evolutivi in
atto nel bresciano).
Era tutto organizzato, c’era un progetto …:
quest’anno gli organizzatori del Darwin Day hanno infatti ricevuto, come
risposta alla loro richiesta che il comune patrocinasse la loro iniziativa
(era previsto che parlassero un naturalista e un filosofo della scienza
esperto di Darwin, persone sicuramente competenti) in occasione del
bicentenario di Darwin, una lettera dal Comune che negava loro, a
differenza degli anni precedenti, il patrocinio e quindi anche l’uso
gratuito dell’auditorium del Museo di Scienze Naturali; per questo motivo
quest’anno si sono dovuti quindi trasferire nella sala della Libreria Rinascita il 27/2 e il 5/3.
I locali del Museo hanno comunque accolto in quei giorni, è importante
precisarlo, ragazzi delle scuole per iniziative
(organizzate dall’UAB) connesse al bicentenario darwiniano … anche se un po’ mimetizzate come
“Laboratorio didattico di
microscopia ed esperimenti di fisica divertente”. Di Darwin nel calendario di febbraio infatti non c’è traccia, mentre se
ne parla esplicitamente solo nel sito dell’UAB.
Controllando oggi il calendario dell’Auditorium si
vede che in febbraio si sarebbe potuto organizzare addirittura un Darwin
Month …: in molte serate di febbraio è rimasto infatti (apparentemente)
inutilizzato (nei giorni 1, 2, 4, 7, 8, 9, 10, DODICI!, 13, 15, 16,
18, 19, 22, 23, 24).
Quando invece la sala del Museo è stata chiesta da creazionisti biblici per
tre conferenze antievoluzioniste in giugno, sembra non ci siano stati
problemi: il comune ha perfino patrocinato l’iniziativa, mettendo a
disposizione l’auditorium per poter contestare non solo la teoria
dell’evoluzione ma anche l’evoluzione stessa; l’iniziativa è stata anche
presentata come un’occasione per festeggiare del bicentenario di Darwin…!
Questo sembra davvero una sciocchezza, se non è una provocazione o un
tentativo di mimetizzarsi.
Comunque una buona notizia c’è, per una città con una forte componente
musulmana come Brescia: è probabile che anche creazionisti biblici musulmani
avrebbero avuto e avrebbero in futuro la stessa risposta positiva, dato che
le loro
idee contro l’evoluzione non sono molto diverse da quelle dei
creazionisti biblici protestanti che verranno ospitati il 19/20/21 giugno.
Quello che comunque lascia più perplessi è il dubbio che in realtà al comune
di Brescia non sapessero che i creazionisti biblici ormai non sono più
benvoluti nemmeno dalle gerarchie cattoliche. Sicuramente non sanno che non sono stati invitati
, intenzionalmente, ai recenti convegni vaticani
sull’evoluzione biologica (“Organizers of the five-day conference at the Pontifical Gregorian
University said Thursday that they barred intelligent design proponents
because they wanted an intellectually rigorous conference. … In
addition to intelligent design, creationism has come under disdain at the
conference“); probabilmente non sanno che il card.Ratzinger stesso aveva firmato
nel 2004 un documento (“Comunione e servizio”
) che
confermava (ai paragrafi 63/69) che anche la Chiesa cattolica oggi è convinta
che l’universo abbia 14 miliardi di anni (proprio come da qualche decennio
dicono gli evoluzionisti) ma soprattutto che l’evoluzione biologica e
l’origine comune degli esseri viventi siano un fatto indiscutibile (come da
un paio di secoli pensano gli evoluzionisti).
Come si è visto ai recenti convegni, il Vaticano pretende che chi parla su
questo argomento sia intellectually rigorous; sarebbe
forse consigliabile che anche al comune di Brescia fossero altrettanto intellectually rigorous e quindi più
rispettosi se non della scienza almeno delle indicazioni del Papa; anche la
diocesi potrebbe avvertire il comune di Brescia che ci sono novità: la Chiesa
non contesta più come un tempo i fatti alla base della teoria
dell’evoluzione.
Si potrebbe inoltre far notare alla presidenza del consiglio che è dal 2005
che non viene assegnato il “Premio
speciale per la Cultura dal sottosegretariato di Stato alla presidenza del
Consiglio” ad un “contributo alla ricerca scientifica
attraverso la critica al ‘darwinismo’”; forse finora non ci sono stati candidati, ma
oggi a Brescia potrebbero trovare qualcuno da proporre per il premio del
2010: … non è facile, oggi che c’è
anche Google, andare “contromano” nello scegliere chi ha più competenza
quando c’è da festeggiare il bicentenario di Darwin … negli USA almeno i
creazionisti hanno cambiato nome e non vogliono più essere chiamati
creazionisti; in Italia invece, come si può verificare facilmente, non sanno
se mimetizzarsi (www.origini.info) o chiamarsi ancora creazionisti
(www.creazionismo.org). Come si vede …. è un sito web unico … ma con due
indirizzi … buoni per tutte le stagioni
.
Perchè un comune non verifica le competenze di chi si occupa, a suo nome,
non solo delle strade e dei marciapiedi … ma anche dei cervelli dei
cittadini? La cultura scientifica della gente è oggi limitata … almeno
mettiamo la gente in buone mani …. E’ troppo chiedere che non raccomandino e
finanzino chi non sarebbe accettato (per la sua incompetenza! non per le
sue idee!) a parlare di evoluzione non solo in un ambiente scientifico,
ma nemmeno in un convegno vaticano sull’evoluzione?
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10/6/09-IT
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Succede anche questo … e anche in Italia!
Il museo di Scienze Naturali di Brescia ospita nel proprio auditorium una celebrazione
piuttosto originale del bicentenario darwiniano; l’iniziativa, che
avrebbe avuto il patrocinio del Comune di Brescia, è stata realizzata in
occasione del “200^ anniversario della nascita di
Darwin e al 150^ anniversario della pubblicazione de ‘L’origine delle specie’”, ed è stata organizzata … dai creazionisti biblici
italiani … Proprio una bella festa
a Darwin, ma sembra piuttosto difficile giustificare il patrocinio del comune
di Brescia.
Non è difficile dimostrarlo: giusto
ieri si leggeva sull’Avvenire l'intervista a un teologo che sosteneva, per
criticare la suscettibilità esagerata degli evoluzionisti, che “la Bibbia non ha mai voluto essere all'origine di verità
scientifiche”.
Oggi scopriamo invece che un Museo di Scienze Naturali
ospiterà (a spese del comune3) conferenze in cui un ingegnere, creazionista biblico,
si chiede se “Gli animali si evolvono?” o
spiega quel che pensa su “La Terra e la sua età” (6000 anni? E’
possibile, dato che “L'Ing. Bertolini espone con passione
l'importanza e l'integrità scientifica del racconto della creazione di Genesi”
… proprio il
contrario di quel che scrive l’Avvenire
di ieri).
La notizia, con le date e il programma delle tre conferenze,
si trova nel sito web dei creazionisti biblici: http://www.creazionismo.org/articolo.asp?id=229.
Il programma è pubblicato anche nel calendario mensile delle conferenze del Museo, con l’indicazione
di chi ha richiesto la sale (l’ A.I.S.O.) .
L’ing.Bertolini da tempo tiene questa serie
di 3 conferenze; di solito ospita il
pubblico nei locali di chiese
avventiste, ma anche in biblioteche comunali (come a Pavia e a Vimodrone),
per cui gli mancava solo un museo di scienze naturali; … se interessasse, la competenza di questo ingegnere, un
grande esperto in semiconduttori, deriva proprio dalla Bibbia; spiega infatti
che: “la lettura
della Bibbia, unita alla passione per la scienza, lo ha spinto a meditare
sulla creazione e sulle principali teorie evolutive e a condividere alcune
eccezionali scoperte che ha fatto nel corso dei suoi studi”.
Come si può facilmente verificare in un corso biblico on line scritto da un sacerdote cattolico – e
certificato dal suo vescovo -, la Bibbia NON è un libro di scienze: “Genesi 1-11 parla dell’origine del mondo e
dell’umanità, del diluvio universale: il genere letterario è quello poetico-mitologico e
poetico-liturgico; mentre Genesi 12- 50 che parla della storia dei
Patriarchi (Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe), si avvale, tra l’altro della genealogia, della narrazione
epica, della leggenda, del racconto popolare e aneddotico”. Anche le meditazioni
ovviamente hanno ben poco a che fare con la scienza.
Spiace davvero che i biologi
evoluzionisti debbano non solo studiare e spiegare la biologia
evoluzionistica, ma siano costretti LORO a far notare che anche la chiesa
cattolica oggi non solo crede anche all’evoluzione ma pretende anche competenza e rigore intellettuale, per
cui non lascia più parlare ai suoi convegni né creazionisti nè esponenti
dell’Intelligent Design. Sarebbe meglio se non si avesse paura di far
sapere quel che pensa … ci sarebbero meno cattolici poco aggiornati anche fra
gli asssessori.
Alle conferenze dei creazionisti dovrebbe comunque partecipare chi non immagina quanta
confusione si faccia spesso fra creazione ed evoluzione, fra Bibbia e
scienza.
Visto che non esistono tracce scritte delle idee di S.Bertolini in
biologia e geologia evoluzionistica, sarebbe interessante che almeno
rimanessero delle registrazioni audio, per i posteri ma soprattutto per gli
assessori che volessero verificarne le competenze.
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10/6/09-NZ
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Sulla rivisa
neozelandese Scoop un’intervista al più dinamico creazionista biblico del mondo, H.Yahia;
impressionante notare la concordanza di idee dei creazionisti, al di là delle
differenze di religione.
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10/6/09-USA
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Un’altra novità
riguardo alla saga del Darwinus masillae. Il giornalista scientifico Carl
Zimmer, che gestisce il blog The Loom. Il 2/6/09 (“A Darwinius Carnival (Plus Some History
of “Missing Links”)”)
aveva messo in dubbio che gli autori dell’articolo fossero stati sinceri nel
negare espressamente, nell’articolo, di avere conflitti di interesse (“The authors have declared that no competing interests exist”)
. Aveva chiesto agli editori di PLOS di chiedere conferma agli autori
dell’articolo. Oggi C.Zimmer si gusta un’altra vittoria: nel post “Darwinius: Science, Showbiz, and
Conflicts of Interest”
riporta infatti una rilevante modifica all’articolo originale, una lunga “Correction to the Competing Interest
Statement”…
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9/6/09-IT
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In un’intervista all’Avvenire (“Galileo non è stato in carcere, né è
morto sul rogo”) Mons.De Toca, vice di
mons.Ravasi al dipartimento della cultura vaticano, dice o cita alcune frasi
che potranno tornare utili fra un paio di giorni: “avrebbe potuto rompere la
tradizione cattolica e che fosse loro dovere vietarne l'insegnamento. Questo
errore soggettivo di giudizio, così chiaro per noi oggi, li ha condotti ad
adottare una misura disciplinare “, “Una verità naturale, scientificamente dimostrata, ha una forza maggiore
dell'interpretazione che io do del libro della Bibbia”, “Pensarono che
permettere l'insegnamento di una dottrina scientifica che non era approvata
poteva mettere in pericolo l'edificio della fede cattolica e soprattutto
della gente più semplice. E credettero che fosse loro dovere vietare questo
insegnamento”, “vietare l'insegnamento di
una dottrina scientifica è un errore. Non è compito della Chiesa dire se è
stata dimostrata scientificamente o meno. Tocca alla scienza”.
Nell’intervista, se non fosse chiaro, si parla del processo a Galileo
Galilei, ormai giunto alla valutazione definitiva.
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In un’intervista all’Avvenire del teologo J.Haught (“Scienza e fede, il flop dei «nuovi atei»”) si mescolano diversi problemi, intrecciando il recente
(sono solo 150 anni...) dibattito sull’evoluzione (viene ampiamente citato
Dawkins) con la secolare discussione sulle religioni e l’ateismo.
Che si parli ancora oggi di Genesi o di uso della Bibbia come libro di
scienze quando si parla di evoluzione dovrebbe chiarire molte cose, ma
d’altronde lo stesso teologo deve ammettere che non si è fatto niente, né per
i teologi, né per i fedeli, dopo il 1988: “Ma i cristiani
devono essere più avveduti: la maggior parte non ha un'adeguata preparazione
teologica e scientifica”; lo stesso GP2 nel 1988 era preoccupato della
situazione, che costringeva molti cattolici a non sapere ancora che “la Bibbia non ha mai voluto essere
all'origine di verità scientifiche”.
Sappiamo però benissimo tutti che su molte questioni
scientifiche si continua, nonostante tutto, a scomodare la Bibbia e a cercare
di intervenire, come successe con il giallo dei due diversi documenti dei
componenti della ”commissione Darwin”, nel 2004.
Su quel MAI si potrebbe quindi discutere, dato che alcuni
lo pensavano ancora, sicuramente ai tempi di G.Galilei, e i cattolici del “Kolbe Center for the study of creation” lo pensano tuttora senza
problemi, tanto che hanno appena organizzato convegni anche a Roma e pure in presenza di responsabili della cultura
vaticana (e anche italiana)
.
Coraggiosamente J.Haught ammette che la critica alle religioni può essere
anche giustificata dal fatto che “gli scandali tra i preti o gli
attentatori suicidi in nome di Dio sono fatti che capitano tutti i
giorni”.
Curiosa la frase finale in cui audacemente attribuisce a
Dio perfino … la bontà degli atei. E’ un argomento che dovrebbe toccare con
maggior prudenza: dovrebbe prima leggere almeno il libro “Naturalmente buoni” di Frans De Waal; potrebbe
scoprire che gli studi recenti sui primati superiori hanno portato a
sviluppare serie ipotesi su un’origine diversa, naturale e non
soprannaturale, non solo della vita, come i biologi sostengono da tempo, ma
perfino della bontà; J.Haught potrebbe ulteriormente riconsiderare
l’importanza di una “preparazione scientifica”
adeguata a quella teologica, almeno sui temi che riguardano aspetti del
comportamento che troviamo perfino negli animali. Già GP2 lo raccomandava ai
teologi nel 1988.
Si riuscirebbe così a evitare di ripetere continuamente
ipotesi non ottenute sperimentalmente e soprattutto non adeguatamente
verificate; una situazione ottimamente illustrata e dimostrata si trova ad
esempio in un post del blog Bioetica: (“Stato secolarizzato=stato pacifico”) in cui si citano ricerche
che dimostrano che … “i paesi più pacifici hanno in media più atei e meno frequentanti funzioni
religiose degli altri … questo è un altro colpo all’idea che la
secolarizzazione porti al crollo delle strutture sociali”; sarebbe il caso anche di approfondire meglio
e magari anche criticare queste ricerche che usano i dati dei “World Values”. Si cita anche un lavoro di Gregory S.
Paul, «Cross-National Correlations of Quantifiable
Societal Health with Popular Religiosity and Secularism in the Prosperous Democracies:
A First Look», Journal
of Religion & Society 7, 2005.
D’altronde anche J.Haught induce a
sospettare che senza preti che danno scandalo tutti i giorni e senza
attentatori suicidi tutti i giorni .. un qualche miglioramento
dovrebbe vedersi…!!
[Molto curioso e sospetto il fatto che questi comportamenti (a differenza
della citata e forse preocupante “bontà degli atei”) NON vengano attribuiti a
Dio!]
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8/6/09-IT
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Si è saputo oggi che il ministro Gelmini ha ecluso che la nota ministeriale 453 del 22 maggio, che
richiedeva il codice fiscale di tutti i maturandi (altre circolari l’avevano
già chiesto a chiunque si fosse iscritto in febbraio ad una qualsiasi
scuola italiana per il prossimo anno) avessero come obiettivo l’esclusione
dalla maturità degli studenti senza il permesso di soggiorno; Daria e tutti
gli altri nella sua situazione potranno quindi sostenere l’esame di maturità.
Avranno semplicemente una casella vuota: “verrebbe semplicemente escluso
dalla base informativa del Ministero” … che presenta ancora parecchie “criticità” …
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8/6/09-USA
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E’ uscito il numero di giugno di Evolution: Education and Outreach. Nella
loro sapienza hanno pubblicato un numero speciale
per spiegare il meccanismo degli “anelli mancanti”.
Nella loro grande (e forse eccessiva) cattiveria li hanno però chiamati,
com’è giusto, “forme di transizione”. Nessun antievoluzionista
quindi si accorgerà di questi articoli su argomenti che invece dovrebbero
approfondire ... e rimarranno quindi ignoranti su un tema che credono tuttora
sia il loro cavallo di battaglia.
Chi avesse tempo può dare anche un’occhiata nella sezione Online First: si può
trovare risposte alle curiosità sull’insegnamento dell’evoluzione in Tunisia o
sull’utilità che di evoluzione non si parli solo in una lezione ad essa
dedicata ma in ogni lezione di biologia.
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7/6/09-IT
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Forse c’è qualcosa da imparare sulla relazione fra evoluzione biologica e
evoluzione culturale umana (oltre che sull’unicità della nostra specie)
mettendo in relazione due notizie, una proveniente dagli USA e una dall’Italia, da un paese che
sceglie il meglio e da un paese che, dimenticando il suo passato (anche lontanissimo) di migranti, si
illude di poter usare solo i cervelli che ha in casa (e che non fuggono).
Si spera che la ragione prevalga e che anche a Daria (e altre centinaia o
migliaia nelle sue condizioni) sia offerta la possibilità di scoprire qualche
formula o di diventare presidente di qualcosa.
Se si diventa professori universitari anche senza la laurea, perché non
permettere di sostenere l’esame di maturità anche senza … codice fiscale ...?
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Ancora un corsivo dell’Avvenire (“Fede e scienza, truffe giocherellone“) su Darwin! In realtà Darwin è citato solo per
poter scrivere ancora una volta in modo errato il titolo del libro del 1859!
Il corsivo infatti serve per far cambiare idea a chi il 29/5 aveva letto sul Foglio (invece che
sull’Avvenire) l’intervento di P.G.Coyne al convegno di Firenze su G.Galilei.
P.G.Coyne ha spiegato infatti
molto bene perché GP2 nel 1992 non avesse affatto chiuso il caso; e
l’archivista vaticano S.Pagano lo conferma, sulla
base anche di 20 nuovi documenti scoperti successivamente. Non è quindi
corretto oggi dire che il caso Galilei fu chiuso con le dichiarazioni di GP2
nel 1992 o nel 2000. Purtroppo chi come
lui non ha sentito o letto l’intervento a Firenze di P.G.Coyne, non può raccogliere
l’invito a chiudere in modo corretto, e urgentemente, anche il dibattito
attuale sulla teoria dell’evoluzione, non accettabile per la Chiesa, Darwin o
non Darwin…
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6/6/09-IT
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Un articolo pubblicato su The American Journal of Human Genetics fornisce una prima
risposta alla domanda “quando la gente ha iniziato a emigrare dalla
penisola italiana?”. Con il DNA mitocondriale un gruppo di ricerca
coordinato da A.Torroni ha dimostrato (“Mitochondrial Haplogroup U5b3: A Distant Echo of
the Epipaleolithic in Italy and the Legacy of the Early Sardinians”) che anche dalla penisola italiana è partita una corrente migratoria
che ha contribuito a ripopolare le zone europee ricoperte dai ghiacci durante
il Wurm. Finora era stato dimostrato solo il contributo genetico di
popolazioni provenienti dai rifugi glaciali in Ucraina e nella zona
franco-cantabrica. Probabilmente la barriera costituita dall’arco alpino
ricoperto da ghiacci perenni aveva per più tempo ostacolato le migrazioni
verso nord a partire dalla nostra penisola. Forse per questo le correnti
migratorie si sono in realtà limitate alla Provenza e da qui si è preferito
tornare ai mari del sud, verso la Sardegna. Se ne parla anche su Galileo
(“Sulle tracce degli antichi italiani”).
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Mordace più che
spiritoso il corsivo dell’Avvenire (“Darwin, tra "Creatore" e
giochi furbacchioni“)
che dimostra quanto Darwin sia quasi sconosciuto in certi ambienti dove pur
lo criticano; qualcuno ancora sbaglia (e non è un errore da poco!) il titolo
del principale libro di Darwin, che è (e non potrebbe essere diversamente)
“Sull’origine delle specie”. Nel
corsivo si confonde fra evoluzione e creazione, come se Darwin avesse detto
qualcosa sulla creazione.
Ad una prima lettura sembrerebbe che si cerchi di spostare l’interesse del
lettore lontano dalla scoperta di Darwin, che è quella dei meccanismi che
spiegano il processo evolutivo. Il dubbio atroce è però che, dopo 150 anni,
non tutti abbiano ancora capito … qual è stata la vera scoperta di Darwin …!!
Il dubbio è confermato da molte delle frasi a conclusione del corsivo (“allora ha ragione chi sostiene che la teoria darwiniana, in
sé, non nega la creazione, e non implica di necessità l'ateismo”);
difficile capire perché gioisca per il fatto che anche Darwin, come milioni
di altri esseri umani, non neghi la creazione. Sarebbe invece il caso di
gioire se si trovasse QUALCUNO che potesse confermare e dimostrare la creazione!!!
C’è anche una frase che fa sospettare pure una certa dose di malafede:
scrivere, subito dopo aver dato ragione a Pio XII, che Teilhard de Chardin è
discusso e discutibile, è un’informazione un po’ troppo imprecisa … nessuno
capirebbe che a condannarlo non sia stata proprio la Chiesa!
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5/6/09-USA
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Non sempre si
riesce a dare un’idea della scala dei tempi dei processi evolutivi. Nemmeno è
facile far capire come l’attività umana abbia modificato e tuttora modifichi
l’ambiente, condizionando l’evoluzione biologica in gran parte del pianeta.
Oggi è possibile e facile dimostrare come l’attività umana stia
sterilizzando, cioè progressivamente
espellendo la vita e quindi l’evoluzione biologica, da vastissime aree un tempo piene di vita.
Qualcuno si preoccupa o si arrabbia se si diffonde il dubbio che la nostra
specie sia una specie di “cancro per il pianeta”, e non è d’accordo; ma le immagini della NASA che dimostrano la
scomparsa della vita da vaste aree dell’Amazzonia in soli 8 anni (“Così scompare la foresta”) non fanno riflettere sulla reale possibilità
di poter usare un termine più ottimista di fronte ad un processo di
desertificazione artificiale che coinvolge in modo così evidentemente
massiccio una delle aree a maggiore biodiversità. Se si vuole passare a
verificare quello che sta avvenendo nelle aree circostanti la Rondonia, basta
sorvolare altre zone del Brasile con Google Map …
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Sul numero di Science
di oggi gli abbonati possono leggere un lungo editoriale di C.Zimmer su un
tema di cui tutti conoscono l’importanza e su cui magari credono di sapere
tutto. C.Zimmer dimostra invece che nemmeno i biologi, che ben conoscono come
funziona, hanno ben capito perché esistano meccanismi così complessi. L’articolo (“On the Origin
of Sexual Reproduction”)
inizia con una citazione di Darwin che non può che far
contento chi crede che non sia stato molto utile all’umanità a che quindi sia
un po’ troppo sopravvalutato: “We do not even in
the least know the final cause of sexuality; why new beings should
be produced by the union of the two sexual elements," he
wrote in 1862, “the whole subject is as yet
hidden in darkness”.
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5/6/09-IT
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Il corsivista
dell’Avvenire il 23/5 aveva probabilmente messo in imbarazzo il
quotidiano (ma anche mons.Ravasi, che nel 2005 cercava di convincere i cattolici che sulla
teoria dell’evoluzione bisognava fidarsi degli evoluzionisti…) attribuendo a
Darwin idee terribili che facevano invece parte della realtà quotidiana prima
dei recenti progressi della scienza (“Darwin stesso teorizza più volte, in particolare nelle
pagine successive alla 250, l’opportunità di eliminare, alla nascita o
anche dopo, gli individui 'deboli'”, “Darwin
lamenta certe scoperte mediche che ostacolano il progresso vero indebolendo "la
specie"”, “ogni
eugenetica, anche quella nazista … è partita proprio da quelle premesse”).
Come si sa, ma spesso si dimentica, una percentuale di embrioni difettosi
o “deboli”, non facilmente quantificabile (30%?) ma che si potrebbe ritenere
piuttosto elevata, non arriva nemmeno alla nascita.
Sembra che qualche lettore abbia protestato [grazie!], e il corsivista
è costretto a smentirsi riportando oggi (“Idillio darwiniano? Ma con giudizio”) citazioni di Darwin … che non dimostrano
affatto quanto aveva scritto, e che quindi … o non conosceva bene o non aveva
capito.
Solo così si spiegherebbe (escludendo che sia dolosa la confusione fra “selvaggi”
e “uomini civili”) la sua sconcertante idea di accusare proprio Darwin
di razzismo e financo di una influenza sul nazismo di cui è ben più facile (e
documentabile) accusare invece alcune religioni cristiane (“as the Eugenics movement came to the United States, the
churches, especially the Methodists, the Presbyterians, and the
Episcopalians, embraced it”).
Già ci aveva provato anche R.ButtigIione il 13/3/09, seguendo, anche lui senza verificarle, le
ampie e battute piste tracciate dagli agguerriti ma poco furbi creazionisti
USA.
Spiace che il corsivista non evidenzi nemmeno oggi il motivo per cui
Darwin ben giustificasse e approvasse il comportamento altruista
verso gli individui “deboli” (dice infatti, e non è casuale, “invece noi uomini civili”)
e che soprattutto non evidenzi che NON ci sono giudizi negativi
di Darwin sull’evoluzione culturale che (anche questo ben sapeva Darwin)
inevitabilmente un po’ intralcia la selezione naturale. Cioè proprio quel
meccanismo che secondo alcuni cattolici, ma non certo il corsivista
dell’Avvenire che non ne da una giudizio positivo, dovrebbe essere un intelligent
design, cioè un progetto gestito a fin di bene in cui però gli individui
“deboli” soccombono prima, dopo e perfino durante la nascita.
Il corsivista cerca di indurre a guardare da un’altra
parte, ma bisogna ricordare che invece l’opportunità di sterilizzare
individui “deboli” è stata proposta ai primi del ‘900 da alcune religioni
cristiane statunitensi (“as the Eugenics
movement came to the United States, the churches, especially the Methodists,
the Presbyterians, and the Episcopalians, embraced it”): “The liberal Rev. Harry
F. Ward, professor of Christian ethics and a founder of the Methodist
Federation for Social Service, writing in Eugenics, the magazine of the
American Eugenic Society, said that Christianity and Eugenics were compatible
because both pursued the “challenge of removing the causes that produce the
weak”.
Molti più giornalisti dovrebbero
sapere che recentemente (il 30/4/08) alcune di queste religioni hanno
anmesso le loro colpe [che invece l’Avvenire attribuirebbe
volentieri – lo si capisce - a Darwin] e si sono persino scusate
(“An Apology for Support of Eugenics“) di avere introdotto negli USA leggi che poi davvero i
nazisti hanno copiato e soprattutto utilizzato con maggiore vigore e
disciplina. Fra l’altro queste leggi sulla sterilizzazione di alcune frange
della popolazione hanno avuto, negli USA, una vita ben più lunga di quello
che chiunque immaginerebbe.
Sarebbe apprezzabile che i lettori [il silenzio dei biologi che leggono l’Avvenire
su quel corsivo contro la biologia, è sconcertante…] facessero ora capire
al corsivista che, come me, anche loro si sono accorti che quella che viene
proposta come una conferma del corsivo precedente ne è invece una evidente
smentita, forse foriera di ulteriori avvicinamenti all’evoluzionismo.
Che ci sia una retromarcia lo conferma anche il fatto che si perde qualsiasi
traccia dell’assurda connessione di Darwin al nazismo, evidenziato nella
conclusione del precedente articolo … (“citi Charles, e ti appare Adolph”)!
(notare
l’uso eccessivo dell’inglese!!!)
Certo che
si vorrebbe capire per chi sono organizzati i convegni su Darwin. Non ci
mandano i giornalisti dell’Avvenire? Almeno per far capire che gli
evoluzionisti non solo non sono responsabili dell’esistenza di “individui
deboli”, ma nemmeno sono responsabili dell’esistenza di leggi eugenetiche, al
contrario di alcune religioni cristiane; è deprimente piuttosto che non si
evidenzi come lo sviluppo della biologia e della medicina ne permette perfino la sopravvivenza
contrariamente a quanto previsto da cosiddette “leggi di natura”;
l’evoluzione culturale umana contribuisce al comportamento altruista
apprezzato da Darwin, che fa di noi degli “uomini civili”.
[Piuttosto imprevisto il risultato del confronto fra due corsivi
antievoluzionisti successivi … ritrattazioni che sembrano conferme …]
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4/6/09-USA
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Su Science intervista alla direttrice dell’NCSE, l’antropologa Eugenie
Scott, che racconta (“Eugenie Scott Toils in Defense of
Evolution”) della sua vita al
fronte, lungo la frontiera con i creazionisti USA di tipo diverso. Intervista
integrale QUI.
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4/6/09-UK
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Nel
blog Jack of Kent si comunica (“Libel
Law Has No Place In Scientific Disputes”) che “Simon
Singh is to apply to
appeal against the recent adverse ruling by the English High Court”. La decisione di
contestare la sentenza che lo ha condannato a pagare 100.000 sterline per
aver sostenuto che “chiropractic treatments for asthma,
ear infections and other infant conditions are not evidence-based” è stata anche conseguenza del grande supporto che
ha ricevuto da ambienti scettici e scientifici inglesi.
La sua condanna aveva finalmente
suscitato reazioni stupite anche sulla grande stampa (The Times, The Independent, e The Times Higher Education Supplement) che si è accorta di come in UK sia facile che
si giunga a discutere di scienza addirittura in tribunale. Sembra comunque
che, se qualche volta S.Singh si diverte a scommettere 10.000 sterline, la posta per il processo d’appello sarebbe ben
più alta …
S.Singh ha scritto anche un libro sulla medicina alternative in generale, che
è stato tradotto in italiano (“Aghi, pozioni e massaggi”)
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Anche
sull’Avvenire si fa una buona pubblicità alla mostra “Darwin 1809-2009”: “Darwin 200 anni dopo”
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3/6/09-IT
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[Da Pikaia] L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e il
Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell'Università di Cassino
organizzano la SCUOLA ESTIVA DI ALTA FORMAZIONE IN FILOSOFIA ED ETOLOGIA
UMANA: “L’ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI NEGLI ANIMALI E NELL’UOMO -
Sviluppi della ricerca da Darwin alla Neuroetica”; a cura di Marco Celentano
(Università di Cassino). Date: 8, 9, 10 giugno 2009, presso la Facoltà di
Lettere e Filosofia dell’università di Cassino
Via Mazzaroppi, 6, aula 5. PROGRAMMA.
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Da domani apre alla Rotonda della Besana, a Milano, la mostra sul bicentenario della
nascita di Darwin. Certo Milano ha già uno dei migliori musei italiani
di storia naturale, per cui i milanesi sono già molto fortunati, avendo a
disposizione uno strumento fondamentale per evitare di essere ignoranti in
scienze naturali, come rischiano gli antievoluzionisti grandi e piccini che
vivono in molte altre città d’Italia.
In realtà sappiamo bene che la teoria dell’evoluzione, indispensabile per
capire bene una parte importantissima del mondo in cui viviamo, richiede
assolutamente una mostra tutta per se: capire bene i concetti che permettono
di maneggiare con sicurezza la chiave di lettura della realtà biogica non è
facile.
Anzi, è quasi impossibile, soprattutto se ci si distrae o non si ricreano
tutte insieme le condizioni che hanno permesso nella prima metà dell’800 a un
giovane creazionista, sostenitore dell’intelligent design (quello
originale però, quello dell’abate William Paley e della sua “Teologia Naturale”), di capire che tutto
quello che insegnavano allora nelle scuole non corrispondeva affatto a quello
che un giovane vivace e curioso come lui era riuscito a scoprire solo avendo avuto
la fortuna di fare un giro fra le meraviglie naturali esistenti al di fuori
delle isole britanniche.
E’ incredibile quanto Paley piaccia anche ai “moderni” creazionisti, che non
sentono l’odore di muffa che emana dalla ormai secolare “parabola” dell’orologio:
“But suppose I had
found a watch upon the ground, and it should be inquired how the
watch happened to be in that place”.
Poichè oggi basta una mostra o una TV per scoprire le meraviglie del mondo,
non possiamo negare di essere ben più fortunati e avvantaggiati di Darwin;
purtroppo , nonostante questo, molti continuano a credere a favole, tante e
diverse, come quelle che raccontano la genesi, frutto di ignoranze
millenarie.
Una
raccomandazione quindi: non solo vedere la mostra con calma e magari più
volte ma soprattutto prendere nota di tutto ciò che personalmente sembra
assurdo. Solo la scoperta e la correzione di tutto ciò che sembra assurdo
(magari con l’aiuto delle numerose conferenze o dei libri in vendita nella
stessa mostra) può portare ad identificare le idee assurde che sono presenti
nella nostra mente magari dal secolo precedente.
Questa autovalutazione è necessaria per invogliare anche alla partecipazone
ai dibattiti previsti nei prossimi mesi.
Nel caso comunque a qualcuno venissero dubbi terribili, come le classiche e
comuni ridicole ossessioni degli antievoluzionisti (“come mai ci sono ancora le scimmie visto che c’è stata poi
l’evoluzione?”, “come mai non si
scoprono tutti gli anelli mancanti necessari almeno per convincermi?”,
“l’evoluzione è solo una teoria”…) non
rimane che affidarsi alle amorevoli cure dell’Associazione Didattica Museale che coordina visite guidate e laboratori didattici
sull’evoluzione, capaci di convincere forse chiunque.
Della mostra si racconta oggi in alcuni articoli, come sul Corriere (“Alla Besana un viaggio nell'evoluzione”); un invito a visitare le mostra viene anche
da un video che si può vedere su Pikaia Channel di YouTube. Anche senza andare alla mostra si
possono gustare alcune vignette molto spiritose, purtroppo in inglese. Ci sono poi fotografie e video.
Da notare alcuni sconti per l’accesso alla mostra, fra cui uno dedicato
a chi arriva a Milano da lontano (qualche ritardatario che si è perso la
mostra a Roma?) con i treni AltaVelocità.
In un video T.Pievani illustra il percorso della
mostra.
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Della mostra e di Darwin si parla in alcuni articolo sul Corriere
di oggi:
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“Darwin il Milanese”, dove si racconta dei legami fra Darwin e alcuni milanesi, un tema
documentato nelal mostra..
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“«L’origine delle specie»? Emozionante
come un albo di Tex” di
G.Giorello.
“La doppia vita del
dottor Charles”
“E il nonno Erasmus mi ha insegnato la
polifonia culturale”
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2/6/09-USA
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C.Zimmer ritorna a guardare il cielo dopo il Darwinius
Day e un po’ si stupisce di vederlo ancora blu (“A Darwinius Carnival (Plus Some History
of “Missing Links”)”);
nel post cita alcuni altri post in cui si riflette sugli avvenimenti connessi
con la gestione dei diversi prodotti
commerciali connessi con la riscoperta (dopo 20 anni) del Darwinius. Riporta
l’indirizzo del blog carnival di B.Switek (Laelaps), in cui si solleva
un serio dubbio sulla reale inesistenza dei ”competing interests” che gli
autori garantiscono espressamente nel loro lavoro (“The
authors have declared that no competing interests exist”). H.Gee, editor
di Nature, aiutato anche dai commentatori, propone una cronistoria
dell’idea errata di “missing link”, un concetto che mette in difficoltà anche intelligenze
che potrebbero essere brillanti se solo pensassero ai banali eventi (che
Darwin stesso ovviamente conosceva bene e faceva notare anche a chi si limita
a guardargli solo il dito) che possono rompere legami biologici che si
pensano duraturi. Anche le competenze del fratello di C.Zimmer vengono
utilizzate nella speranza che non ci siano più confusioni sui milioni di “missing link” che esistevano. Viene scovato anche un
articolo di Mark Siddall su Nature (“The follies of ancestor worship”). C.Zimmer aggiunge
del suo chiedendo conferma a PLOS dell’inesistenza dei citati ”competing interests”. C’è ancora qualcuno al
mondo che non sopporta i conflitti di interesse?
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1/6/09-BR
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E’ stato pubblicato oggi un rapporto di
Greenpeace “Slaughtering the Amazon” (“Macellare l'Amazzonia”) che è
costato tre anni di indagini e ricerche per poter fare i nomi delle ditte
occidentali che in un modo o nell'altro sono legate all'espansione
dell'allevamento bovino ai danni della foresta amazzonica. Una versione breve in italiano è disponibile sul sito italiano di Greenpeace.
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1/6/09-IT
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Su Repubblica un articolo di E.Bellone (“LE DUE CULTURE”) in occasione del cinquantenario della
conferenza di C.P.Snow a Cambridge sulla separazione fra cultura
umanistica e cultura scientifica. Oltre all’auspicio che conclude l’articolo
(“per entrare nella società della conoscenza è
urgente che si ponga fine al processo contro Galilei e che si recuperi
l’unicità della cultura”) Bellone ricorda come il problema del confine
fra culture diverse, e del rapporto fra il controllo di questo confine e il
potere, fosse già ben chiaro a G.Galilei 400 anni fa. Anche allora il
contrasto fra queste culture ostacolava l’evoluzione culturale.
In un suo appunto (già citato in un libro del 1874 di D.Berti) lasciato (dopo la condanna e l’abiura) sul
codice M.S.352 così descrive, rivolgendosi idealmente ai teologi suoi
giudici, una situazione che è riconoscibile ancora oggi, 400 anni dopo: “Voi siete autori di novità che possono cagionare gran
rovina nella religione estendendone la competenza e sopprimendo i limiti che
distinguono e separano la sua giurisdizione da quella della scienza. Queste
sono le novità potenti a rovinare le repubbliche e a sovvertire gli stati”.
G.Galilei trova difficile infatti “ammettere che
persone ignorantissime di una scienza o arte abbiano ad essere giudici sopra
gli intelligenti e per l’autorità concedutagli siano potenti a volgergli a
modo loro” e ritiene che “dottrine
nuove che pregiudicano sono le vostre, quelle con le quali costringete
l’intelletto e i sensi a non intendere e a non vedere … voi siete che
cagionate l’eresia mentre senza ragione alcuna volete che i sapienti
neghino i sensi propri e le dimostrazioni necessarie”. [sembra
difficile che si possa credere che ci sia stato un semplice problema di
incomprensione fra Galilei e la Chiesa … sembra che G.Galilei, almeno a
posteriori, avesse ben capito cos’era successo].
L’ultima frase di G.Galilei non può che ricordare alcuni passi del discorso
papale di Regensburg (12/9/06); in alcuni punti per esempio si
auspica, motivandolo, che “superiamo la limitazione autodecretata della
ragione a ciò che è verificabile nell'esperimento”,
raccomandando “un allargamento del nostro concetto di ragione e
dell’uso di essa”). Esempi peggiori li possiamo
trovare nei documenti dei neocreazionisti sostenitori dell’Intelligent Design
USA; anche li’, come ai tempi di G.Galilei, tanti filosofi e matematici
chiedono che anche i ragionamenti non dimostrati possano
essere utili per contrastare e smentire le dimostrazioni sperimentali.
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Sul sito dell’ICN-NEWS (dell’International Christian Network,
evangelico) una lunga recensione del numero speciale di Micromega sul
bicentenario di Darwin (“LUNEDI' LETTERARIO. L'altro centenario”).
Una valutazione nel complesso positiva (anche al primo articolo, in cui
T.Pievani critica l’“atteggiamento di oscurantismo che rischia di lasciare
indietro il Cattolicesimo rispetto al mondo contemporaneo”), anche se non mancano
di sottolineare come al primo “seguono una serie di contributi
che cercano di mostrare come la teologia non può essere assolutamente
concordata con la teoria darwiniana, su come il progetto del Disegno
intelligente sia debole da un punto di vista epistemologico”. Si apprezza anche il dialogo fra Pievani e
Mancuso, anche se si tende a esagerare quando si attribuisce al primo un
ruolo gerarchico certamente eccessivo
(e non è certo un complimento in un contesto evangelico…).
Non si capisce la valutazione negativa dell’articolo
dell’altra filosofa della scienza, Barbara Forrest, che è riuscita a mettere
in serie difficoltà i creazionisti evangelici USA, dei quali ha svelato, con
un paziente lavoro di analisi dei testi (e non con magie da ateismo
fondamentalista), il modo ingenuo con cui hanno cercato di mutare, nascondendola in modo infantile, la loro
base culturale creazionista biblica.
Non molto giustificata una conclusione negativa per la scienza “… religione e scienza sembrano non riuscire a
dialogare per colpa di entrambi”; le critiche che esconio proprio in questi
giorni dal convegno di Firenze su Galilei, al modo in cui la commissione
Poupoard ha cercato di nascondere i gravi errori della Chiesa nel contrastare
(proprio iniziando con G.Galilei) l’avanzata della scienza come strumento di
conoscenza su basi razionali e sperimentali, rischia far dubitare di questo
abituale tentativo di dare la colpa a tutti i contendenti, come se oggi non
fosse chiaro chi usa meglio la ragione.
Difficile pensare che si possa ancora dire “che ognuno ha il suo campo e che la scienza non può
pretendere di dare all'essere umano tutte le risposte, perché altrimenti non
sarebbe più scienza ma metafisica”. Ormai non sono più frasi finali
accettabili per articoli in cui si mettono a confronto strumenti di
conoscenza difficilmente comparabili in quanto basati su presupposi, ma
soprattutto metodi e criteri di valutazione dei risultati, de tutto diversi.
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31/5/09-UK
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La notizia comparsa sul Guardian (“Why are they trying to gag a top British
science writer?”) non riguarda tanto
l’evoluzione biologica quanto quella culturale. In UK uno scrittore
scientifico deve decidere se intende rischiare di perdere un milione di
sterline dopo averne già perse 100.000 per essere stato condannato per
diffamazione per aver scritto che “chiropractic
treatments for asthma, ear infections and other infant conditions are not
evidence-based”.
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30/5/09-IT
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Alla chiusura dell’assemblea della CEI sembra che, secondo un articolo
della Stampa ci siano state preoccupazioni e lamentele sul fatto che "Potenti lobbies cercano di soffocare la
voce del Papa". Secondo
il card.Bagnasco ci sono “pressioni molto forti da parte di gruppi economici e finanziari”; si fa riferimento non solo alle polemiche sul
fatto che il papa abbia sostenuto che meccanismi fisici di protezione (più
efficienti delle mascherine comunque usate in Messico per altri tipi di
virus) possano addirittura peggiorare la diffusione dell’HIV e quindi
l’incidenza dell’AIDS in Africa, ma anche alla discussione in corso sul ruolo
(positivo o negative) delle biotecnologie vegetali che hanno portato alla
diffusione degli OGM, ormai coltivati da 13.5 milioni di agricoltori nel
mondo.
L’articolo riferisce che gli OGM “secondo le multinazionali dovrebbero garantire la sicurezza
alimentare. «Invece - deplora Benedetto
XVI - si tratta di una tecnica che rischia di
rovinare i piccoli coltivatori e di sopprimere le loro semine tradizionali
rendendoli dipendenti dalle società produttrici di Ogm»”. In realtà l’attribuzione della frase al Papa
è errata: è infatti tratta da un documento pubblicato si’ nel sito web del
vaticano, ma che è stato approvato il 19/3/09 a Yaoundè dal
sinodo dei vescovi africani dopo una lunga consultazione locale.
Non dimentichiamo che lo stesso documento prende una posizione molto chiara
anche su un altro tema su cui in alcune università vaticane circolano spesso
idee opposte, forse non sapendo cosa avviene in zone marginali e con economie
di sopravvivenza estremamente sensibili (e quindi indifese) ai cambiamenti
ambientali: “A ciò si aggiunge il problema del
cambiamento climatico i cui effetti si fanno sentire nelle zone aride,
compromettendo i modesti guadagni delle economie africane. I Padri
sinodali possono restare insensibili a questi problemi che pesano sulle
spalle dei contadini?”.
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29/5/09-USA
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Science ritorna sulla gestione mediatica della eccezionale scoperta del Darwinius
di 47 milioni di anni fa, con un articolo di Ann Gibbons (“Celebrity Fossil Primate: Missing Link
or Weak Link?”); si fa
notare come lo scopritore sia abituato, molto più della maggior parte dei
ricercatori, a far capire a chiunque il significato di quello che studia, in
quanto svolgerebbe anche un ruolo di “star in a
weekly children's science show on Norwegian television”.
Per molti gruppi di ricerca sarebbe utile, oltre a quello di un
bioinformatico e di uno statistico, riuscire ad aggiungere anche il suo nome
a quello dei collaboratori…
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29/5/09-IT
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Si terrà ad Erice del 4 al 7 giugno un importante workshop
sull’etologia e le capacità cognitive dei primati: “The primate mind: built to connect with
other minds”
. Qui il Program Schedule e qui la lista
degli oratori. Organizzatori sono Pier Francesco Ferrari e F.De Waal. Frans
De Waal sarà poi a Parma il 10 giugno a discutere dell’età dell’empatia.
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A Milano
sta per iniziare un periodo in cui l’offerta culturale SCIENTIFICA risulta
piuttosto ampia, a cominciare dall’inaugurazione della mostra su Darwin alla Besana,
il 3 pomeriggio.
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Oggi ancora molti altri articoli sul processo a G.Galilei. Uno, dell’ Osservatore
Romano, è un intervista (“Riga
per riga tutto il processo a Galileo”) al curatore del volume che presenta ancora nuovi
documenti sul processo. Preoccupano alcuni commenti del curatore, che fa
capire quanto sia grave che vengano affrontati ancor oggi nello stesso modo
anche il contrasto fra la scienza e la teologia che riguarda la teoria
dell’evoluzione. Leggere che “a giudizio di monsignor Pagano l'atteggiamento dei teologi avrebbe potuto
essere più comprensivo ed elastico”
senza precisare se l’elasticità avrebbe dovuto riguardare la visione che nel
1600 i cardinali avevano della teologia o della scienza. Non è un dettaglio
da poco; soprattutto se pensiamo all’ignoranza dei cardinali di allora sul
sistema solare e all’impreparazione dei cardinali attuali sulla teoria
dell’evoluzione. GP2 aveva certamente ragione quando nel 1988 osservò che prima di intervenire su questi
problemi sarebbe stato necessario studiarli in modo da capirli, per evitare
di mostrarsi ignoranti.
Peccato che nessuno si fosse accorto che fosse un’idea ragionevole e da
mettere in pratica al più presto. Avrebbe evitato di ripetere errori come
quello, che quasi nessuno aveva probabilmente ancora capito, di condannare al
silenzio Teilhard de Chardin.
Basti pensare che una frase che quasi tutti gli antievoluzionisti mettono in
bocca agli evoluzionisti, “la nostra specie è un
prodotto del caso”, è del tutto assurda, ridicola in quanto sbagliata,
e dimostra chiaramente l’impreparazione (come minimo, se non la malafede) da
parte di chi si esprime in questo modo.
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Di alcuni interventi al convegno su G.Galilei, molti dei quali favorevoli
all’idea di una reciproca incomprensione, si parla nell’articolo principale
della pagina che l’Avvenire:dedica al convegno su G.Galilei: “Su
Galileo troppi massimi sistemi”. Nelle prime frasi si accenna a qualche
contrasto con il “club galileiano doc”, che
accetterebbe solo che la incomprensione coinvolga solo la Chiesa di allora, e
non Galilei.
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Brevissima citazione sull’Avvenire (“Coyne: caso
chiuso”) dell’intervento di
P.Coyne, che evidentemente attribuisce gran parte delle colpe alla Chiesa di
allora (“l’errore da parte della Chiesa ci fu”) e non si vergogna di motivarlo («non si rese forse conto che si trovava di fronte a uno
dei più grandi scienziati di tutti i tempi»). L’aspetto più
rilevante dell’intervento di P.Coyne, qui solo intuibile, è l’invito a
risolvere al più presto le situazioni attuali di ignoranza e incomprensione,
come quello che riguarda la teoria dell’evoluzione; P.Coyne ritiene venga
gestito purtroppo in maniera non molto diversa rispetto a come si gestiva
G.Galilei 400 anni fa.
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Sulla stessa linea dell’ intervento
di P.Coyne (su cui l’Avvenire preferisce sorvolare, sintentizzandolo) è
anche quello di S.Pagano nella stessa pagina dell’Avvenire (“Monsignor
Pagano: «Teologi poco elastici» E dall’Archivio Segreto nuovi documenti”), dato che leggiamo “Secondo monsignor Pagano, «l’atteggiamento dei teologi
avrebbe potuto essere più comprensivo ed elastico. Fermo restando che i
tempi storici non erano maturi per recepire gli studi scientifici del grande
studioso pisano, è innegabile che in questa vicenda siano stati commessi
diversi errori”: Per quanto riguarda le colpe di G.Galilei, sembra che
si tratti più di scarso rispetto per l’ignoranza dei giudici cardinali che di
errori: “In una cultura dominata dalla visione tolemaica,
l’irruzione del sistema copernicano che veniva a contraddire sistematicamente
la Scrittura – allora letta senza interpretazioni – richiedeva da parte dello
studioso un atteggiamento meno apodittico”, mentre per quanto riguarda
la Chiesa non sembra che Mons.Pagano neghi che l’obiettivo fosse il rogo: “non si può negare la ferma e risoluta decisione di Urbano
VIII a volere il processo e la condanna, affidando le carte e gli
studi di Galileo al vaglio di studiosi prevenuti e non sempre all’altezza”.
L’ipotesi dell’incomprensione reciproca sembra sia smentita dalle nuove carte
che verranno pubblicate a fine giugno.
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Interessante che il Foglio riporti invece in evidenza la relazione
integrale (“Il
processo dei massimi sistemi”) di P.G.Coyne, probabilmente uno dei pochi
se non l’unico evoluzionista cattolico con la tonaca, forse non casualmente
un gesuita ma soprattutto non casualmente uno scienziato (un astronomo) … e
anche l’unico a cui GP2 ha inviato nel 1988, ben
21 anni fa, una drammatica lettera in cui esprime la sua preoccupazione per
la inadeguata preparazione scientifica dei teologi, che rischiano di temere
quello che non si conosce solo perché non lo si conosce.
Da non dimenticare la conoscenza diretta del creazionismo USA da parte di
p.G.Coyne, la sua conoscenza di prima mano degli stratagemmi usati per far
nascere (nel 1987, improvvisamente) e per diffondere l’Intelligent Design, e
la conoscenza di come molti biologi cattolici siano da decenni in prima linea
(anche nei tribunali) per difendere l’evoluzionismo dai diversi creazionismi
dell’integralismo protestante.
Nel suo articolo P.G.Coyne ripercorre la storia del precedente tentativo di
fare chiarezza sul processo; da astronomo, competente della materia, era fra
i più critici del lavoro fatto dalla commissione diretta dal card.Poupard, di
cui aveva evidenziato l’inadeguatezza e
alcuni grossi limiti, nel tentativo di mantenere gli errori della
Chiesa nell’ambito di un semplice errore di valutazione ([relazione
di Poupard]: “i giudici di Galileo, incapaci di dissociare la fede da una cosmologia
millenaria, erroneamente credettero che l'accettazione della rivoluzione
copernicana, per altro non ancora definitivamente provata, fosse di natura
tale da far vacillare la tradizione cattolica e che, pertanto, fosse loro
dovere proibirne l'insegnamento”).
In particolare P.Coyne evidenzia un grave errore compiuto ai tempi della
commissione Poupard (che ha lavorato dal 3/7/1981 al 31/10/1992): i risultati
del lavoro della commissione erano sfociati in un documento
scritto dal card.Poupard e in una conclusione
scritta da GP2 dopo aver consultato persone del tutto non esperte e che
non avevano partecipato al lavoro della commissione (“né il discorso del Papa, né quello del
Cardinale Poupard-presentavano le conclusioni della Commissione, dato che la
Commissione non aveva effettivamente tratto alcuna conclusione”, “E' anche chiaro ora
che il discorso del Papa si è appoggiato molto su una bozza di alcuni
problemi preparata da Padre Vinaty [non componente della commissione] e che non fu eseguita una consultazione più ampia di
esperti. Infine non sembra che il discorso Papale rifletta molte
delle bozze preparate sotto la responsabilità del Cardinale Poupard. Si
concentra piuttosto sulla discussione riguardo all'armonia tra la fede e la
scienza”)
Nel finale di questo articolo (“Il
processo dei massimi sistemi”) P.G.Coyne solleva l’esigenza di non perdere ancora tempo ad approfondire troppo
la ricostruzione storica degli avvenimenti del ’600, su cui ormai non ci sono
grosse discussioni, ma di concentrarsi piuttosto sulle discussioni
attuali: ”Può il caso Galileo, interpretato
con accuratezza storica, offrire l'opportunità di pervenire a comprendere la
relazione tra la cultura scientifica contemporanea e la cultura ereditata
dalla religione? Nella
tradizione cattolica sussiste quello che Blackwell chiama una "logica di
autorità centralizzata" dovuta al fatto che la rivelazione
deriva dalle Scritture e dalla tradizione che sono ufficialmente interpretati
solo dalla Chiesa. L'autorità nella scienza, invece, deriva essenzialmente
dall'evidenza empirica, che è il criterio definitivo della verità della
teoria scientifica”.
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Un articolo dell’agenzia vaticana Zenit (“Nuova edizione del volume
sui documenti vaticani del processo Galileo”) presenta la relazione del
prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano, il Vescovo Pagano, al convegno di
Firenze su G.Galilei. Si conferma, grazie al ritrovamento di nuovi documenti
che modificano precedenti conclusioni, l’intenzione di arrivare alla condanna
di G.Galilei e la responsabilità del Vaticano nell’aver rischiato di
interrompere con una spettacolare eutanasia pirotecnica la nascita della
scienza moderna. Molto chiaro l’intervento del responsabile dell’archivio: “non si può negare la ferma e risoluta decisione di
Urbano VIII a volere il processo e la condanna affidando le carte e gli studi
di Galileo al vaglio di studiosi prevenuti e non sempre all'altezza. Tra
i gesuiti - che rimasero fuori dal procedimento - infatti non sarebbero
mancati atteggiamenti disposti a essere più indulgenti con gli studi del
pisano". Non sembra che però qualcuno si arrischi ancora a
sospettare che forse i meriti della Chiesa nella nascita della scienza
moderna siano minori di quanto proclamato finora, sempre che ci siano; sembra
difficile che la frase qui citata non rappresenti piuttosto uno scenario da
notte buia e tempestosa, all’interno della quale i pochi scienziati si
muovessero col rischio costante di inciampare in un bel rogo. Ricordiamoci
anche che G.Galilei ben conosceva gli ambienti vaticani, per cui possiamo immaginare
la prudenza di eventuali imitatori meno introdotti nei sacri palazzi.
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28/5/09-USA
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[da NCSE]
Ottime notizie dal Texas: non è stato riconfermato alla direzione del
Texas School Board, che si occupa di approvare i programmi didattici per lo
stato più grande degli USA, il dentista Don McLeroy, creazionista biblico, che stava trascinando lo stato fuori dalla
cultura occidentale.
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28/5/09-UK
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Su Nature si cerca di trarre degli insegnamenti utili da quello
che è successo durante il lancio nell’orbita dei media del reperto di Darwinius
masillae (“A hyped-up fossil find highlights the
potential dangers of publicity machines”). Nell’editoriale si mettono in evidenza
alcune assurdità rispetto alla normale gestione di una grande scoperta
scientifica, un tema che Nature certamente ben conosce (“the authors' claims at the press conference were
appropriately measured. Nonetheless,
the researchers were fully involved in the documentaries and the media
campaign, which associate them with a drastic misrepresentation of
their research”, “the
unavailability of the paper ahead of the press conference and initial media coverage prevented scientists other than
those in the team from assessing the work and thereby ensuring that
journalists could give a balanced account of the research”).
Concludendo, un allarme rivolto alla comunità scientifica: “conflicting incentives can undermine the process of the
assessment and communication of science”..
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28/5/09-IT
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Su Repubblica un commento (“Giordano
Bruno può attendere”) all’idea lanciata da N.Cabibbo su Famiglia
Cristiana (… si potrebbe magari riabilitare anche G.Bruno) e
rilanciata in modo scorretto e provocatorio da altre fonti di informazione (in
Vaticano si pensa di riabilitare G.Bruno); a parte il fatto che anche
l’attribuire l’idea al Vaticano potrebbe sembrare logica, essendo N.Cabibbo
il presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, quello che sconcerta
nel commento è il dubbio che il mondo cattolico non rispetti il ripetuto
impegno di non belligeranza verso la teoria dell’evoluzione. Se proprio anche
oggi sull’Avvenire si legge che “la Chiesa non ha mai condannato Darwin”, il
commento lancia il gravissimo sospetto che la teoria dell’evoluzione non
venga insegnata nelle scuole cattoliche (“provate a
insegnare l’evoluzionismo in certe scuole cattoliche!”).
Sarebbe certo interessante una verifica sul campo su campo di questa ipotesi
….anche se non bisogna illudersi troppo: sappiamo bene che nel 2004 i
consulenti del ministro Moratti riuscirono ad abolire l’insegnamento della
teoria dell’evoluzione ai minori di 14 anni (e trovarono pure i pedagogisti e i filosofi che portarono
dotte giustificazioni … all’insegnamento delle sole favole prima dei 14
anni). Sempre nel 2004 sappiamo bene che una misteriosa manina riuscì pure a
modificare un documento firmato addirittura dagli unici 2 premi Nobel
scientifici che abbiamo (al peggio in Italia … non c’è limite… abbiamo al
ministero gente migliore dei premi Nobel, ma purtroppo sono troppo timidi per
farsi riconoscere, manifestando pubblicamente la loro fede religiosa).
Il dubbio che la teoria dell’evoluzione non venga insegnata nemmeno in molte
scuole statali (e non solo nelle
scuole private cattoliche) è decisamente alto, soprattutto sapendo come anche
autorevoli esponenti della scienza cattolica cerchino
di far credere che quando c’è scritto “teoria dell’evoluzione”
loro leggono invece “evoluzione” … d’altronde aveva cominciato a fare
questo grave errore il Card.Schönborn sul NYT del 7/7/05 (“Finding Design in Nature”)…
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Sempre su Repubblica un articolo sul processo a Galileo (“L'uomo
che salvò Galilei dal rogo”). Agghiacciante. “Galileo
Galilei fu salvato dal rogo grazie al deciso intervento del suo principale
accusatore, il cardinale Roberto Bellarmino …: il porporato durante lo
storico processo a carico dello scienziato pisano (celebrato presso il
tribunale del Sant'Uffizio dal 1616 al 1633) scrisse di suo pugno un
documento nel quale specificava che Galilei "non è eretico", ma che
le sue tesi andavano in quella direzione. Una precisazione non da poco che
bloccò di fatto la infernale macchina dell'allora giustizia papale che
avrebbe portato il padre della scienza moderna quasi certamente al rogo come
Giordano Bruno”. Sarebbe a questo punto urgente anche poter
consultare la documentazione sul processo a cui è stato sottoposto da parte
del Santo Uffizio Teilhard de Chardin, anche lui condannato ad una pena
spropositata rispetto alla colpa (che oggi qualcuno ritiene che possano
essere un merito). Quello che salta all’occhio, a parte il rogo, è non solo
il potere della Chiesa, che allora era addirittura di vita e di morte (si
ponevano meno problemi su chi potesse definire il momento di fine della
vita…), ma anche la fonte di questo potere, la stessa fonte che permette oggi
ad un cardinale di intimorire
chi magari stava quasi per credere a quello che si insegna a scuola
sull’evoluzione. Preoccupante anche il fatto, evidenziato nell’articolo che “la prima pubblicazione di documenti sul processo, curata da
monsignor Pagano nel 1994, fu un lavoro non completo e fatto un po' troppo in
fretta, con poche note esplicative e qualche lacuna nei documenti, una
ventina dei quali sono nuovi, nel senso che non sono mai stati presentati al
grande pubblico”.
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Sull’Avvenire compare oggi un articolo di F.D’Agostino (“Darwin non ci dice che cos’è l’etica
umana”) che cerca di
riscattare un quotidiano che solo 5 giorni fa arrischiava addirittura (usando citazioni
taroccate) una provocatoria associazione fra Darwin e un’ideologia del tutto
opposta a qualsiasi visione etica, nonostante i suoi massimi esponenti
frequentassero e onorassero persone che l’Avvenire oggi considera eticamente
raccomandabili (foto, testi, video e concordati).
Spiace notare che nell’articolo si trovi la solita insistenza eccessiva sul
“darwinismo” e i suoi errori, ormai in gran parte chiariti e corretti:
disturba e sconcerta che siano soprattutto gli antievoluzionisti ormai a
celebrarlo e divertirsi a scoprire e mostrare i suoi errori, preferendo
ignorare la varietà e la complessità (oltre all’utilità) dell’attuale teoria
dell’evoluzione.
Si insiste poi inutilmente a criticare il metodo scientifico, che è ovvio
venga usato in un contesto scientifico. Del tutto originale invece il
tentativo di distiguere tra un Darwin naturalista e uno anticreazionista;
eravamo abituati a una distinzione, forse
più giustificabile, fra Darwin naturalista e Darwin filosofo, capace
di spiazzare alternativamente filosofi e biologi …. Ora si propone una dicotomia piuttosto strana: è come se si
potesse distinguere un Galilei astronomo e un Galilei eliocentrico … come si
fa?
Non si capisce quindi la necessità di far notare la “vivace
connotazione antireligiosa, anzi esplicitamente ateistica” su una
questione che subito dopo viene presentata addirittura in modo quasi corretto
(a parte il fatto evidente e indiscutibile che molte religioni cercano di
dare molti sensi diversi), sottolineando “una
duplice convinzione: la religione non ha titolo per sindacare la lettura
scientifica della natura e la scienza non ha titolo per sindacare la pretesa
(strettamente religiosa) che il mondo abbia un senso”.
Riguardo alla frase successiva (“la Chiesa non ha
mai condannato Darwin”), bisogna considerare che difficilmente la
Chiesa avrebbe potuto condannare un anglicano, un fedele al di fuori della
sua giurisdizione; per cui la condanna che non ha colpito Darwin ha comunque
abbattuto e ridotto al silenzio (perfino da morto) un gesuita e
paleoantropologo cattolico, Teilhard de Chardin, autore di un’ipotesi che si
basa su fatti che la Chiesa ancora non accetta (non ha infatti nessuna
intenzione per ora di disattivare
il Monitum).
Tuttora
Teilhard non è stato riabililitato, tuttora viene negata la casualità dei
meccanismi genetici [casuali!] scoperti dall’abate G.Mendel,
meccanismi che hanno senza dubbio contribuito a confermare la genialità e le
intuizioni di Darwin.
Sembra probabile che molte opinioni siano solo conseguenza dell’applicazione
di filtri ideologici a fatti banali: termini usati anche in questo articolo,
come “spietata lotta per la vita” o “sopraffazione”, “predazione”
descrivono in realtà atti del tutto naturali necessari per la sopravvivenza;
atti che qualsiasi giurista e qualsiasi essere umano che vive oggi in Europa
svolge semplicemente andando al supermercato o al negozio all’angolo; nessuno
addenta una bistecca o un ravanello al grido di “mors tua via mea”, ma
la raltà è semplicemente quella. L’energia necessaria per i processi vitali viene
dall’interruzione di altri processi vitali. O no?
Viene a questo punto anche il dubbio che i giuristi abbiano anche qualche
problema a considerare i “darwinisti” come figure umane simili ai “biologi
evoluzionisti” ….
Del tutto insoliti per l’Avvenire i complimenti a Darwin (anche se con
qualche remora o precisazione …) nella frase conclusiva dell’articolo: “Darwin aveva, grazie alla sua
straordinaria intelligenza scientifica, occhi adeguati a percepire solo
le dinamiche delle specie. E’ per questo che per l’uomo comune, che non ha
l’intelligenza di Darwin, ma ne condivide l’umanità ( cioè la percezione
delle paure e delle speranze, dei dolori e delle gioie degli uomini), Darwin
è un nome nella storia della scienza, un nome grandissimo, ma nulla di
più” (?).
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27/5/09-USA
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La Templeton Foundation ha pubblicato recentemente un opuscolo che
raccoglie le risposte di alcuni scienziati alla domanda:
“Does evolution explains human
nature?”. Qui il
PDF. Le risposte sono di
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27/5/09-IT
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E’ iniziato oggi alla SISSA a Trieste un convegno su “BIOLOGIA E DIVERSITÀ“, con particolare interesse
per l’uomo, e non solo per gli aspetti biologici, come si capisce dal programma.
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E’ stato recentemente pubblicato il fascicolo 87
del Journal of Anthropological Sciences. Molti gli articoli
consultabili liberamente, fra cui una review della paleoantropologia del sud
est asiatico e dell’Australia, e una sui primati paleartici occidentali
(Europa, Nord-Asia e Nord-Africa).
Interessante e intrigante la descrizione (“Cutmarked human
remains bearing Neandertal features and modern human remains associated with
the Aurignacian at Les Rois“) del materiale
scheletrico di neandertal e sapiens trovato associato a tracce di oggetti di
cultura aurignaziana (H.sapiens), datata 28/30 mila anni fa. L’aspetto
più intrigante è dovuto al fatto che la mandibola neandertaliana presenti
solchi creati da strumenti di taglio che sono prove di un possibile uso
alimentare o rituale. La polizia
non indaga … ormai sono scaduti i termini …
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Sul Corriere un articolo (“L'evoluzione
dell'uomo? Nasce in cucina”) che recensisce l’ultimo libro del primatologo
Richard Wrangham (“Catching
fire: How cooking made us human”) in cui presenta e discute la sua
ipotesi di un ruolo importante della scoperta del fuoco e quindi della cottura del cibo nell’evoluzione umana,
biologica ma anche culturale. Dello stesso libro si era raccontato
recentemente anche sul New York Times (“From Studying
Chimps, a Theory on Cooking”), in un’intervista che sollevava alcuni dei
problemi che non avevano convinto alcuni colleghi, come l’assenza di prove
dirette della capacità di controllare il fuoco in quelle prime fasi
dell’evoluzione umana.
Certo si sa bene quanto sia facile accenderlo (soprattutto per chi non
dispone ancora dei fiammiferi…) ma poco sappiamo del momento preciso in cui
il controllo del fuoco ha iniziato a dare un formidabile contributo
all’evoluzione biologica (denti più piccoli) ma soprattutto culturale
dell’uomo.
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Sempre sul Corriere
anche un articolo con cui E.Severino (“La Chiesa comprese Galileo ma non fu meno colpevole”) risponde all’articolo di N.Cabibbo
del 23/5. Severino sembra accusare G.Galilei di aver voluto essere troppo
dogmatico, un atteggiamento che uno scienziato non dovrebbe avere, e cita
anche alcune frasi da cui risulta che Bellarmino fosse addirittura
disponibile a mettere in discussione le Scritture (Bellarmino “ebbe a possedere della scienza, matematica compresa,
lo stesso concetto che la scienza ha oggi di sé stessa: di non essere un
sapere necessario, ma soltanto ipotetico, probabile, falsificabile. E appunto
per questo egli esorta Galileo a esporre le proprie dottrine non come un
sapere necessario che costringe "assolutamente" a modificare la
lettera delle Scritture (cioè l'affermazione del movimento del sole), ma come
ipotesi che, come tali, possono convivere con quella lettera. Se ci fosse
«vera dimostrazione» della teoria copernicano-galileana - se questa
teoria apparisse cioè come una necessità - «allora bisogneria andar con
molta considerazione in esplicare le Scritture che paiono contrarie, e
più tosto dire che non l'intendiamo, che dire che sia falso quello che si
dimostra». Quel che si dimostra come necessario non può essere falso -
anche se, insieme, egli dichiara di avere «grandissimo dubbio» che quella
«vera dimostrazione» ci possa essere”). Forse servirebbe che
mons.Ravasi tornasse a fare (come nel 2005)
appunto la parte del card.Bellarmino …
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27/5/09-VA
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Sull’Osservatore Vaticano si puo’ leggere un articolo di
F.Facchini (“Darwinismo
e biologismo esasperato”) che commenta le posizioni di due filosofi della
scienza (T.Pievani e O.Franceschelli) giustamente critici verso la posizione
della Chiesa, che da 150 anni è non solo diffidente ma anche apertamente
diffidente verso i meccanismi dell’evoluzione biologica, come se non ci
fossero stati addirittura anche dei religiosi che hanno contribuito a
confermarli [proprio in un articolo di ieri
un alto esponente vaticano fa capire sull’Oss.Vaticano quanto vengano
stranamente considerate incredibilmente importanti solo le scoperte fatte dai
religiosi cattolici ... chi avrebbe immaginato una simile diffidenza verso
l’intelligenza di chi non è un religioso cattolico! Un giorno qualcuno farà
notare anche che l’abate Mendel ha scoperto la centralità dei meccanismi
casuali in biologia?].
L’articolo inizia tracciando i confini all’interno dei quali si puo’ muovere
chi studia i processi evolutivi (“L'evoluzione della vita è un insieme di eventi di ordine scientifico, un
fatto di cui prendere atto. È difficile contestare che siano avvenute per
processi naturali che hanno portato a forme di vita via via più complesse”) che poi però si cerca subito di abbattere per
entrare (come fanno i profeti dell’Intelligent Design) in territori in cui la
scienza non ha strumenti per svolgere correttamente il suo lavoro di
ampliamento della conoscenza (“Avviene però
che le discussioni vadano molto al di là dell'aspetto scientifico, perché
finiscono per coinvolgere l'ambito filosofico e teologico. Ed è qui che il
dibattito si fa più vivo e può interessare un pubblico più vasto”) .
Il problema era già stato affrontato da F.Facchini in un articolo del 16/1/06
(“Evoluzione e creazione”) sempre sull’Osservatore Romano, ma la soluzione era
stata diversa. Come antropologo e
scienziato criticava infatti chi proponeva di portare la scienza fuori dai suoi
ambiti: “… così non si fa scienza. Ci portiamo su un piano
diverso da quello scientifico. Se il modello proposto da Darwin viene
ritenuto non sufficiente, se ne cerchi un altro, ma non è corretto dal
punto di vista metodologico portarsi fuori dal campo della scienza
pretendendo di fare scienza”.
A volte è difficile capire il motivo per cui spesso nel mondo cattolico molti
esperti si preoccupino preferibilmente di chi meno ha bisogno di essere
aiutato a capire concetti e problemi su cui mostra di avere le idee chiare ed
aggiornate (in questo modo purtroppo lasciano che autorevoli prelati facciano
fare pessime
figure anche a chi dovrebbe essere responsabili di quell’aggiornamento
che già nel 1988 la lettera di GP2 a P.Coyne sottolineava come fosse urgente fare).
A parte l’uso oggi un po’ insolito del termine “darwinismo” e l’insistenza su
Darwin in parte oggi superato, è interessante notare come una delle frasi
attribuite ai due filosofi della scienza (“il darwinismo ha emancipato la natura da Dio e da ogni
possibile finalismo. Di Dio non c'è più bisogno [per spiegare la natura]”) sia una frase molto
simile a quella detta nel 2006 in un’intervista al NCR da Peter
Schuster, un biologo evoluzionista - presidente dell’Accademia delle
scienze austriaca - invitato dal papa al
primo Schülerkreis organizzato a Castelgandolfo (“the point is that we don't need a
Creator to explain what we see. One hundred years ago, it
was the common belief of Christians that God directly created every new
species. Darwin showed how natural development can lead to new species.
Today we understand this much better, and there's no evidence that can't
be explained within this general framework”).
Si tratta
quindi semplicemente di un opinone comune a gran parte dei biologi
evoluzionisti attuali; stupisce che non si apprezzi che evita il ricorso al
concetto di Dio tappabuchi, solitamente oggi sconsigliato anche in ambito
religioso (lo ammette lo stesso F.Facchini in questa intervista
in cui comunque … garantisce che anche il neandertal avesse l’anima!). Negli
ultimi secoli la scienza ha comunque ampiamente dimostrato quanto fosse un
concetto per fortuna destinato a veder perdere sempre più la sua utilità pratica,
permettendo di concentrare l’azione e l’utilità delle diverse religioni solo
nei contesti in cui la ragione non sempre riesce a dare i migliori
risultati.
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26/5/09-USA
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[da
NCSE]
Il direttore dell’NCSE, l’antropologa Eugenie Scott, ha
ricevuto il premio
Stephen Jay Gould, attribuito annualmente dalla Society for the Study of Evolution
"to recognize individuals whose sustained
and exemplary efforts have advanced public understanding of evolutionary
science and its importance in biology, education, and everyday life in the
spirit of Stephen Jay Gould."
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26/5/09-IT
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Grazie ad un convegno
a Firenze, sono usciti numerosi altri articoli su G.Galilei
in questi giorni: sull’Osservatore Romano U.Baldini scrive su “Il
caso Galileo quattrocento anni dopo”, mentre mons. G.Betori scrive su “L'unica
radice di fede e scienza”. Sembra che questi interventi abbiano
difficoltà a evidenziare come si stiano facendo da 150 anni errori simili con
la teoria dell’evoluzione. Occuparsi oggi di G.Galilei dovrebbe essere anche
un’invito ad attualizzare l’analisi, verificando con cura differenze e
somiglianze che permettano di capire meglio le situazioni attuali più
“calde”. Che questa prospettiva sia fondamentale è evidente soprattutto se
venisse il minimo dubbio [viene, vero?] che si sia perso forse un po’
troppo tempo (circa 350 anni… ) prima di ragonare e decidere su Galilei.
Purtroppo nessuno si alza in
piedi per invitare a parlare soprattutto dei problemi attuali, pur prendendo
magari lo spunto da Galilei. Se non si prendono delle decisioni su Darwin e
la teoria dell’evoluzione a due mesi dalla conclusione di un convegno da cui
INTENZIONALMENTE sono stati tenuti lontani esponenti creazionisti e
neocreazionisti (ID), tanto varrebbe ammettere di non riuscire a orientarsi,
di non saper proporre soluzioni ai cattolici che da tempo sono e vengono
lasciati tranquillamente in confusione [pazzesca,
squalificante e provocatoria ad esempio l’associazione fra razzismo e Darwin
che si legge sull’Avvenire
del 23/5].
Anzi … la soluzione potrebbe essere ancora più semplice: sarebbe sufficiente
che mons. Ravasi confermasse ancor oggi
la posizione estremamente razionale che mons. Ravasi stesso illustrò
nel 2005, quando mons.Brovedani invitò anche lui a
discutere di Darwin al novembre stenseniano. In una intervista alla Nazione
del 5/10 disse più o meno che la valutazione della teoria dell’evoluzione non
era un problema loro, dei teologi, ma degli scienziati … e che quindi
decidessero pure con i loro criteri e sulla base dei loro metodi: “Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano
assolutamente ai teologi. E‘
un settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la verità attraverso
lo spirito”. Non sembra una posizione razionale e anche
ragionevole?
·
Sul Manifesto
un’intervista (“Galileo
fra due scienze”) a P.Galluzzi, direttore del Museo della Scienza di
Firenze. Molto chiare le critiche al modo ideologico (lui “personalmente si augura che si metta in moto
l’auspicato riesame sincero del caso Galileo da parte della cultura cattolica
ufficiale”) con cui la Chiesa affronta ancora oggi la questione del
processo a G.Galilei. P.Galluzzi ricorda poi come la Chiesa, anche
successivamente a Galilei, tentò altre volte di imporre la sua verità, come
quando i geologi vollero mettere in discussione l’età biblica della terra o
quando Darwin pretese di aver “addirittura” trovato i meccanismi che
spiegavano l’evoluzione del mondo dei viventi; meccanismi che ancor oggi
qualcuno crede di vedere anticipati in qualche strofa poetica della Genesi (“Le osservazioni della scienza moderna
riprendono con impressionanti vicinanze l’impressionante descrizione
idealizzata delle sacre scritture”, Rubbia,
12/11/03 all’università Lateranense).
·
Su Repubblica
un articolo (“”Con
te scopriamo Galileo” e Bobbio scrisse a Geymonat”) ricorda alcune acute
osservazioni di N.Bobbio (nel 1957) dopo aver letto in un libro la ricostruzione
fatta da Geymonat sul conflitto fra G.Galilei e la Chiesa. Bobbio apprezza
come Geymonat avesse evidenziato che quello di G.Galilei fosse il tentativo
di “convincere la Chiesa ad accettare la nuova
fisica .. prima di arrendersi di fronte al fanatismo bisogna fare, finchè
è possibile, opera di persuasione. Ci si ritirerà soltanto quando si sia
battuta la testa contro il muro. E lui l’ha battuta”.
Bobbio credeva che si dovesse ancora insistere con quest’opera di
persuasione: “i persecutori, malgrado tre
secoli di sconfitte, sono oggi più potenti che mai e pronti, qualora ne
avessero l’occasione, a ricominciare”. L’autore dell’articolo,
M.Bucciantini, storico della scienza a Siena, conferma questa preoccupata
valutazione di Bobbio, e concorda sul
fatto che la Chiesa cerchi di “riappropriarsi” delle persone e delle idee che
più la mettono in discussione: “il secolo appena
trascorso è dominato dal tentativo della Chiesa di riconquistare la
scienza, come emerge dal tentativo di riappropriarsi di Galileo e del
.suo alto valore simbolico”. L’articolo di M.Bucciantini si conclude
sostenendo che “quel processo e quella condanna
furono atti gravissimi che ebbero pesanti conseguenze per almeno due secoli,
e non solo sul piano scientifico", considerando storicamente
inaccettabile la diagnosi di una semplice “reciproca
incomprensione” con cui si è concluso nel 1984 il processo di
revisione gestito da una commissione coordinata dal card.Poupard.
·
Sul Corriere,
sempre su Galilei, un articolo di U.Melloni (“La
Chiesa inquieta sul caso Galileo”)
·
Sul Sussidiario
un’intervista a P.Ponzio (“Galileo e le carte segrete del
Sant’Uffizio, una questione di verità storica”), che si sviluppa nell’ottica riduttiva che si
sia trattato di «una tragica reciproca incomprensione» fra la Chiesa e
G.Galilei e non di «un’opposizione costitutiva tra scienza e fede».
·
Sul sito della Radio Vaticana
si può leggere una brevissima ma illuminante intervista al sottosegretario del
Pontificio Consiglio della Cultura, mons. Melchor Sánchez de Toca (“La
Santa Sede tra i partecipanti al Convegno internazionale di Firenze, dedicato
alla rilettura storica del ‘Caso Galileo’"); nonostante il tono un
po’ polemico delle 2 domande, mons.De Toca fa immediatamente capire,
semplicemente citandoli, che si stanno rifacendo con la teoria
dell’evoluzione gli errori già fatti al tempo di Galilei. Molto istruttivo
leggere infatti che i due errori che oggi la chiesa ammette furono di non
aver accettato la teoria proposta dallo scienziato, e di aver pensato di
usare la Bibbia per scopi impropri.
Sconcerta che concluda garantendo che “l’errore per
noi, oggi, è molto chiaro”. E subito arriva la smentita a questa “chiarezza”
…
Infatti la seconda domanda, sul “riappropriarsi” da parte della Chiesa
della cultura espressa da Galilei e Darwin, viene forse male interpretata, a
tal punto da portarlo a difendere Galileo … ma solo come ... cattolico (“Galileo è
stato sempre cattolico” “non libero pensatore né anticlericale”). Vengono
evidenziati aspetti che nulla dovrebbero contare oggi nella valutazione,
nell’analisi e nella diagnosi del contrasto fra Galilei e la Chiesa.
Ora davvero si capiscono molte cose … se qualcuno avesse avuto dei dubbi, ora
ha la conferma che la discussione attuale sul processo a Galilei non ha
insegnato finora nulla: gli scienziati farebbero quindi meglio a
procurarsi al più presto e a tenere sul tavolo in bella vista una letterina
di raccomandazione del loro parroco (cattolico); Darwin (non cattolico
anche se per motivi indipendenti dalla sua volontà …) avrebbe forse ben
poche speranze che mons. de Toca si interessi alle sue teorie.
Se queste sono le premesse, è logico pensare di trovare ancor oggi qualcuno
che, come i giudici di G.Galilei, “crede di dover
vietare l’insegnamento di una dottrina che ritiene possa mettere in pericolo
la fede della gente semplice“, magari solo perché non è un cattolico a
proporre questa dottrina.
Mons. de Toca sembra comunque convinto che 400 anni fa, con questa idea fissa
in testa, si fosse fatto un grave errore … purtroppo probabilmente ignora che
ancor oggi qualche suo autorevole collega pensa (e non è da solo …) che,
errore o non errore … Galilei o non Galilei … quando ce vo’, ce vo’ (29/11/07).
Strano comunque che queste manifestazioni allergiche verso scienziati non cattolici emergano
così chiaramente proprio in un momento in cui sembra che alcuni ambienti
universitari vaticani aprano finalmente le porte a scienziati esperti di
evoluzione biologica, che quindi si qualificano più per l’impact factor e la
notorietà internazionale che per l’osservanza religiosa …
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Anche su Famiglia
Cristiana oggi si parla di scienza e fede, con un’intervista a N.Cabibbo,
un ottimo fisico che è presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze fin
dai tempi del precedente papa. L’intervistatore fin dall’inizio manifesta le
sue precise opinoni, per niente adatte ad un articolo dal titolo “Scienza e fede in Dialogo“ (“La ricerca si sforza di leggere il libro
della natura, ma c’è un punto in cui si deve fermare”, “la teoria dell’evoluzione è ormai accettata dalla
Chiesa, purché non si affermi che l’uomo è prodotto del caso”;
un’idea di dialogo vincolato decisamente originale … terribile che faccia
credere che ci sia qualcuno al mondo che crede che l’uomo sia prodotto del
caso … incredibile e provocatorio!!); N.Cabibbo non si lascia troppo
impressionare dall’impostazione di chi sembra voler mettere la scienza a
dialogare in ginocchio, e fa notare subito che “una
parte della teologia continua ad attestarsi su posizioni piuttosto
arretrate”, anche se poi, forse colpito da un’occhiata di
rimprovero, N.Cabibbo si pente e sembra rivolgere il dito solo sugli
evangelici USA creazionisti, che certamente lui non ama … Cabibbo difende
infatti decisamente Darwin e la sua teoria e ne limita l’applicazione agli
aspetti che permettono di utilizzare il metodo scientifico. Nella conclusione
si parla della paura della chiesa verso la scienza e si evidenziano
polemicamente le “troppe porte chiuse nel
rapporto tra scienza e teologia”.
C’è poi un interessante accenno finale (provocatorio?) all’interesse di
Cabibbo ad una riabilitazione di Giordano Bruno, che
non se la passò bene come G.Galilei; sembra sia stato il punto più notato
dell’intera intervista, a tal punto che nei prossimi giorni se ne parlerà
parecchio in molti siti web di riviste (qui un articolo con molti
commenti).
E’ evidente che la eventuale riabilitazione di G.Bruno difficilmente potrebbe
essere gestita in quel contesto paramedioevale con cui si è gestita quella di
G.Galilei nei decenni scorsi. Lo dimostra la difficoltà di approfittare del
bicentenario per ammettere, come ha fatto la chiesa anglicana,
di non aver capito Darwin, né allora né ora, e soprattutto di non essersi
accorti dei 150 anni di continue modifiche e conferme.
La reazione di fastidio che accompagna questa non
comprensione e quindi non reale accettazione di una teoria scientifica
che finalmente spazza via leggende e misteri millenari, tappando un bel buco
nella conoscenza umana, dimostra l‘intenzione di contestare ancora l’idea del
card.Baronio (citato da G.Galilei) che la Bibbia e le religioni insegnino «come si vadia al cielo, e non come vadia il
cielo» … la
terra e la vita. Se
la riabilitazione controllata di G.Galilei non sembra evidentemente sia stata
utile a ricostruire un rapporto corretto con il metodo scientifico, ben venga
quella di G.Bruno, che difficilmente potrebbe essere altrettanto
“controllata”.
Raccogliamo firme per sostenere la proposta del Presidente dell’Accademia
Pontificia delle Scienze? Chiediamo l’opinione di chi ha pubblicato nel … “Ballarmine
theological forum” gestito dal gruppo Catholic Apologetic
International l’articolo “Proof
the Pontifical Academy of Science is Run by Atheists”?
Nello stesso sito
web cattolico USA si possono anche acquistare i due volumi del libro “Galileo
Was Wrong: The Church Was Right”, dove si spiega che “Scientific evidence available to us within the last 100
years that was not available during Galileo's confrontation shows that the
Church's position on the immobility of the Earth is not only
scientifically supportable, but it is the most stable model of the
universe and the one which best answers all the evidence we see in the
cosmos”. Non sembra che la
riabilitazione di G.Galilei sia stata completa … non sembra abbia raggiunto
tutte le aree occupare dal mondo cattolico …
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25/5/09-USA
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Oggi … Darwinius Day (?)
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25/5/09-IT
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Prossimamente a Varese una serie di iniziative di diffusione della
scienza con temi con riguardano anche l’evoluzione: “Storie di scienza”, dal 4 al 7
giugno, in collaborazione con UAAR, ARCI, Università dell’Insubria e Comune
di Varese. Programma.
Di evoluzione si parlerà soprattutto sabato 6 dalle 11, con Toscano (che
parlerà di Landau e di Lysenko), Pievani (Darwin geologo) e Giorello (sul
ruolo della serendipity nell’evoluzione culturale umana).
Anche l’ADM del museo di storia
naturale di Milano organizzerà un’iniziativa per i ragazzi il 5 e 6 giugno. [Peccato
che il link all’ADM nella pagina web del programma non funzioni].
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Incontri sull’evoluzione anche a Spoleto, dove inizierà domani un
ciclo di conferenze “QUATTRO INCONTRI CON DARWIN"; altre iniziative didattiche su Darwin si stanno realizzando in questi giorni.
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Sul sito web di
una rivista tradizionalista cattolica, Tempi, si trova un articolo
(scritto da un giornalista che dirige un master in Scienze Ambientali in
un’università pontificia) che aiuta un po’ a far capire anche all’esterno la
discussione che avviene nel mondo cattolico attorno alla valutazione da dare
agli OGM soprattutto in ambito vegetale.
Già nel titolo si lancia un allarme a nome dei poveri del mondo: “Abbiamo
fame. Anche di Ogm; L’Africa vuole le colture geneticamente modificate. Non
lo dicono le multinazionali, ma gli scienziati e gli agricoltori del
Vecchissimo continente”.
Poco dopo, nella domanda posta ad una esperta keniota di biotecnologie
vegetali, si capisce bene chi è che non vorrebbe aiutare questi affamati;: “nell’Instrumentum
laboris per la seconda Assemblea speciale continentale del Sinodo dei
vescovi africani è scritto che le biotecnologie vegetali «rischiano di
rovinare i piccoli coltivatori e di sopprimere le loro semine tradizionali
rendendoli dipendenti dalle società produttrici di Ogm». Cosa ne pensa?”.
Nella risposta della biotecnologia keniota un giudizio positivo suglio OGM (“Di certo l’Africa ha bisogno di poter utilizzare le
nuove biotecnologie vegetali, ma all’interno di uno sviluppo infrastrutturale
più ampio”) e un’informazione sui suoi progetti di ricerca per un
sorgo OGM, migliore di quelli tradizionali (“Stiamo
lavorando per incrementare nelle sementi e nella pianta il livello di
aminoacidi essenziali, specialmente la lisina, quelle della vitamina A e
anche la percentuale di zinco e ferro”).
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24/5/09-IT
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Articolo abbastanza interessante ma preoccupante oggi sull’Avvenire
(“Galileo, occasione fallita o proficua
lezione?”); in sintesi
l’autore, ordinario di storia delle idée religiose e scientifiche nell’Europa
moderna sembra seriamente preoccupato del fatto che la Chiesa abbia preso una
grossa scottatura con il processo a
Galilei. Oggi sappiamo abbastanza bene come in fondo anche Galilei,
pur avendo sostenzialmente ragione (e
non è difficile se chi ti contesta usa solo la Bibbia!) non avesse in mano
carte adeguate a contrastare le parole della Bibbia, le uniche che i teologi
conoscessero e capissero a quei tempi.
Tutto preoccupato di giustificare gli errori della Chiesa di allora, si
dimentica di evidenziare quello più grave e non si accorge che indirettamente
conferma che la Chiesa oggi sta facendo lo stesso identico errore con la
teoria dell’evoluzione.
Ma non siamo più ai tempi di Galilei, la scienza ha giustamente un ruolo più
autorevole, e il contesto oggi è ben diverso, per cui è probabile che gli
errori oggi si paghino più seriamente.
Lo conferma la frase “L’evoluzionismo … non è
stato condannato”. E ‘una frase che ricorre (purtroppo) spesso
(anche mons. Ravasi pensava di poter avere successo con questa semplice
osservazione, con cui ha aperto nel settembre del 2008 la conferenza stampa
di presentazione del convegno alla Gregoriana su Darwin), ma che dimostra che
si continua ad usare la Bibbia in un contesto e per uno scopo (la spiegazione
scientifica di fatti materiali) in cui risultava già inadeguata al tempo di
Galilei (che ben ricordava che la Bibbia serviva solo a capire come fare per
andare in cielo). Se non serviva per capire “come funziona il cielo”,
tanto meno la Bibbia serve per capire “come funziona la vita”.
Un’ altra frase dell’articolo che preoccupa seriamente è la citazione
dell’importanza di Gregor Mandel e di G.Lemaitre. Non solo perchè è deprimente che si possa far credere che
l’appartenenza al clero cattolico sia necessaria per essere citati come
scienziati, ma soprattutto perchè non si mette in evidenza il fatto che
l’abate Mendel ha dimostrato il ruolo dei meccanismi ereditari casuali nel
meccanismo dell’evoluzione biologica. Se si vuole esaltare G.Mendel è necessario
ricordare come abbia dimostrato che il ruolo del caso è indispensabile per
capire l’evoluzione; anche chi non approva nè condanna la teoria
dell’evoluzione avrebbe il dovere di farlo notare.
Una frase come “le scoperte di Mendel hanno permesso di confermare i
meccanismi genetici che finalmente spiegano la teoria dell’evouzione proposta
da Darwin” sarebbe stato un passo avanti importante che avrebbe reso
“inevitabile” la fine di questa assurda e imbarazzata fase di “non condanna”
dell’evoluzionismo. Ma in questo articolo non si legge. E sono passati già
54787 giorni.
Purtroppo l’articolo si conclude anche senza lasciare molte speranze che
finalmente qualcosa venga approvato/accettato invece che semplicemente
(e inutilmente) “non condannato”: “questa occasione fallita è stata una proficua lezione, che
ha facilitato nel Novecento l’aggiornamento cattolico nei confronti dei nuovi
orizzonti scientifici”. (?)
Se si continua a non capire il ruolo di Mendel nel contribuire al successo
della teoria dell’evoluzione … ci sono poche speranze che quella di Galilei
sia stata una “proficua lezione”.
Meglio non citarlo se non si capisce quanto sia stato indispensabile al
successo della teoria dell’evoluzione.
Sarebbe anche meglio non citare Teilhard de Chardin, un esperto che, a
differenza di G.Mendel, ha insistito troppo per cercare di far capire le sue
idée … e lo ha pagato. Per il Novecento, soli cento anni, quindi, ancora
niente da fare per “l’aggiornamento cattolico nei
confronti dei nuovi orizzonti scientifici”…
Possiamo sperare che il terzo
millennio sia un tempo più adeguato di 100 soli anni?
[PS: Spiace comunque che
anche moltissimi sinceri ammiratori della genialità degli abati Mendel o
Spallanzani si trovino collettivamente inseriti da quasto articolo fra gli “zelanti dello scientismo laicista”, contrapposti a chi “nonostante le prove subite dalla sua Chiesa, è rimasto un
buon cristiano”. Sembra evidente che, dopo 400 anni e dopo il
novecentesco “aggiornamento cattolico nei confronti
dei nuovi orizzonti scientifici”, la lettura della Bibbia rimanga
tuttora OBBLIGATORIA].
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23/5/09-IT
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Sul Corriere un articolo di N.Cabibbo, presidente
dell’Accademia delle Scienze pontificia, spiega “Perché
i teologi non capirono Galileo”: nell’articolo si cerca di giustificare
l’arretratezza culturale in cui si mosse Galilei: “La nuova filosofia della natura si
scontrava quindi con quella dominante, ma anche con il pensiero teologico
che, tramite la scolastica, proprio nella filosofia di Aristotele aveva
trovato le sue fondamenta razionali. Essere contro Aristotele nel Seicento
era estremamente rischioso. Come sappiamo, lo scontro portò alla messa
all’indice delle opere di Copernico nel 1616 e al processo contro Galilei del
1633. Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche
che si trasformava necessariamente in filosofia della natura aveva gettato un
forte sospetto di eresia su Galileo e i suoi seguaci”. Difficile non trovare analogie con una storia che da ben 150 si ripete
con la teoria dell’evoluzione. [Quando finirà? Sembrava evidente che
mons,Ravasi nel 2005 avesse trovato la soluzione in occasione di un
precedente convegno a Firenze, ma gli han fatto cambiare idea …. cercano pure
di confonderlo, facendogli credere che se per teoria dell’evoluzione
(approvata da GP2 nel 1996!) definiamo invece il fatto dell’evoluzione,
allora la
Chiesa non avrebbe nessun problema ad accettarla, in quanto “pienamente
compatibile con l’idea di creazione” (?).Sappiamo che oggi la Chiesa non approverebbe la
teoria dell’evoluzione … se si chiamasse “ teoria dell’evoluzione”… ].
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Oggi anche il corsivista dell’Avvenire
s’azzarda - nel commento (“Citazioni tra memoria e fantasmi: a
rischio”) ad un articolo su Repubblica
di V.Mancuso che cita Darwin - a tentare la pericolosa e assurda
associazione fra Darwin (antirazzista a tal punto da non disdegnare nemmeno –
come sappiamo benissimo – l’associazione dell’uomo alle scimmie che i
cattolici di solito aborriscono …) e Hitler. Le associazioni mentali non
sempre sono documentabili, soprattutto se errate o ideologicamente motivate;
è certo difficile poter mostrare una foto di Darwin con il braccio alzato.
Altre foto, testi e video invece sono ben noti (anche se
forse non a tutti) e confermano non solo associazioni ma anche concordati
difficilmente smentibili e giustificabili. Come si sa, comportamenti
razionali e quindi atti di eroismo individuali non sono mancati, ma il
contesto non li favoriva certo. Per una serie di smentite alla relazione
Darwin-Hitler, si può leggere questo post di un blog (“Hitler and Darwin”).
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22/5/09-USA
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[da The
Loom, il blog di C.Zimmer, un po’ sconvolto dalla notizia]
Forse non tutti si sono accorti che non si riesce ancora a richiudere il vaso
da cui sono usciti in questi giorni lo splendido Darwinius masillae ma
anche tutte le iniziative che probabilmente serviranno a far quadrare
i conti a chi ha comperato quel fossile; sembra infatti che chi
sopravviverà fino al 25 maggio – mancano poche ore … - potrà assistere a
quello che dovrebbe essere l’evento più importante degli ultimi 47 milioni di
anni ….
In attesa dell’apocalisse.
Sempre in ritardo rispetto alle attese, avrà la possibilità di vedere la
puntata History Channel che gli svelerà le meraviglie del video “The link”.
Chi non riuscirà a vederlo potrà solo dire anche lui, come tanti altri
miliardi di esseri umani … “NON C’ERO NEMMENO IO”.
Molti di loro comunque potranno sentire la piccola emozione veicolata dal
battito cardiaco che fa da sfondo sonoro al trailer su YouTube (“Global
Event on May 25, 2009”) … roba da matti …
cosa si deve fare per pubblicare e farsi notare …
Comunque
vedo un aspetto positivo … ben difficilmente qualcuno avrà il coraggio di
alzarsi e chiedere “ma la terra non era stata
creata 6000 anni fa …?” .. o far credere che 30.000 anni fa vivevano
ancora i dinosauri.
Forse è
vero: solo una mobilitazione di questo tipo riuscirebbe a zittire i
creazionisti biblici J e a sbarrare loro la
strada della sala
Marconi del CNR italiano o dalle aule della Sapienza
di Roma … J
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22/5/09-IT
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Su Repubblica un articolo (“La
vita ingiusta e la libertà degli uomini”) con cui V.Mancuso risponde alla reazione di
mons.Sgreggia all’intevento di Fini in difesa della laicità dello stato,
quando il presidente della Camera aveva auspicato “leggi
non orientate da precetti religiosi”. Per contestare la sua idea che “Gli autentici cultori della vera ragione sarebbero solo i rappresentanti
delle gerarchie vaticane”. Mancuso contrappone che “Darwin giunse a scrivere in una lettera a Hooker del 1870: «Non posso
guardare all´universo come al risultato di un cieco caso. Tuttavia non posso
vedere nessuna prova di un disegno benevolo». Da cui deriva che
si evidenzi “ancora una volta, il
principio-contraddizione. Nessuna possibilità di una dogmatica, né teista né
ateista, quando si tratta della vita nella sua concretezza.”
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21/5/09-VA
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Sull’Osservatore Romano compare un articolo (“Abitare la terra secondo
giustizia”) che sintetizza un Messaggio
inviato l’1 maggio dai vescovi italiani in preparazione della quarta Giornata per la salvaguardia del creato
(che si festeggerà il 1’ settembre). Quest’anno sembra che si intenda
prepararsi per tempo ad una iniziativa che non sembra che tutti i cattolici
italiani intendano festeggiare allo stesso modo.
I vescovi italiani esprimono la loro preoccupazione per il
clima e la sua stabilità che sembra seriamente in pericolo per minacce che
vengono soprattutto dai paesi che non sono preoccupati per l’emissione da
decenni di grandi quantità di gas serra.
Anche il tema della giustizia sembra intrecciarsi con i
temi ambientali: “… l’ampiezza e la gravità delle possibili
conseguenze (molte delle quali si stanno già manifestando) richiedono
un’azione incisiva. Una tempestiva riduzione delle
emissioni di "gas serra" è, dunque, una precauzione necessaria
a tutela delle generazioni future, ma anche "di quei poveri della
terra, che già ora patiscono gli effetti dei mutamenti climatici".
Il documento auspica imponenti cambiamenti: “un profondo
rinnovamento del nostro modo di vivere e dell'economia, cercando di risparmiare energia con una maggiore sobrietà nei
consumi, per esempio nell'uso di automezzi e nel riscaldamento degli edifici,
ottimizzando l'uso dell'energia stessa - a partire dalla progettazione degli
edifici stessi - e valorizzando le energie pulite e rinnovabili".
Non mancano osservazioni impegnative e gravide di
conseguenze: "è questione che coinvolge
l'intera famiglia umana in una responsabilità comune, che pone anche
una grave questione di giustizia: a sopportarne maggiormente le
conseguenze sono spesso le popolazioni a cui è meno imputabile il mutamento
climatico", anche perché ci sono documenti di fonte
cattolica che si preoccupano invece soprattutto delle popolazioni … a cui è
imputabile il mutamento climatico.
Proprio l’ultima
frase del documento sembra rivolta a contestare gli ambienti cattolici, anche
autorevoli (come quotidiani e università), in
cui si nega l’esistenza di una questione ambientale e di un problema di
alterazione del clima nel mondo: “Neppure il peso
della crisi economico-finanziaria che investe l'intera comunità
internazionale può esonerare da una "collaborazione lungimirante per
individuare e attivare misure efficaci a garantire la stabilità
climatica”. Ci sono infatti giornalisti cattolici che
sostengono che “la temperatura media degli ultimi
anni non è in aumento” e che sarebbero quindi pronti ad accusare anche
i vescovi, come han già fatto con gli ambientalisti, di dire bugie e di
creare falsi allarmi, nel caso sostenessero che la temperatura media sta
aumentando o che “i poveri della
terra già ora patiscono gli effetti dei mutamenti climatici" o
che serve “una tempestiva riduzione delle
emissioni di gas serra".
Il Messaggio si conclude con un invito alla mobilitazione in difesa
dell’ambiente e in particolare dell’aria: “È
importante dare adeguato risalto a livello diocesano e locale alla Giornata
per la salvaguardia del creato, programmando iniziative che, se del caso,
potranno sviluppate anche nel corso dell’intero mese di settembre”. Da notare che
i vescovi non propongono solo incontri di preghiera o incontri
biblico-teologici, ma anche incontri di approfondimento su tematiche
ambientali, che dovranno necessariamente lasciar spazio non tanto a
giornalisti quanto ad esperti del settore.
[Possiamo
considerare questa accettazione di un mondo in divenire e soprattutto l’idea
nuova e preoccupata di un mondo minacciato anche da alcuni aspetti
irrazionali dell’attività umana un’effetto positivo del convegno su Darwin
alla Gregoriana? O semplicemente qualcuno si è ricordato delle parole del
Papa del 23/9/07 sull’emergenza ecologica: “L’emergenza della fame e quella
ecologica stanno a denunciare, con crescente evidenza, che la logica del
profitto, se prevalente, incrementa la sproporzione tra ricchi e poveri e un
rovinoso sfruttamento del pianeta”. Molti erano rimasti sconcertati, tanto è vero che … perfino la
R.Vaticana le aveva censurate nella pagina scritta, mentre erano le uniche frasi nel video, che
però non è più presente nel sito web; rimane solo l’audio].
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21/5/09-USA
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Nel blog di Carl Zimmer (The Loom) si continua a mostrare
somma sorpresa per come sia stata gestita mediaticamente la scoperta del Darwinius.
Nel post “Science Held Hostage” C.Zimmer dimostra chiaramente come si sia cercato di
impedire che venissero diffusi commenti (critici o meno) su un articolo che
sembra evidenziare alcuni difetti e alcuni limiti. Nel post di oggi di Carl
Zimmer si racconta la storia degli ultimi giorni e si dimostra che i
giornalisti scientifici hanno potuto conoscere l’articolo non almeno il
giorno prima, come avviene di solito per permettere la raccolta dei commenti
da parte di esperti indipendenti, ma pochi minuti prima, per cui al momento
della conferenza stampa, addirittura alla presenza del sindaco di New York,
non c’era nessun giornalista scientifico che fosse pronto a fare domande. Nel post citato interviene con un commento
(#22) anche M.Henderson, science editor del Times di Londra, che racconta la
complessa e strana procedura che gli ha permesso di prendere visione
dell’articolo per tempo ma solo per un breve tempo (“This is a very weird (and in my
experience unprecedented) way to manage the release of published science”
Le uniche frasi diffuse al momento dela conferenza stampa sono state quindi
quelle diffuse dal team degli scopritori. Se questa è la conferma di una
procedura del tutto nuova, lo è ancora di più la citazione, da parte di
C.Zimmer di un paio di frasi forse troppo sincere e non destinate alla
pubblicazione, di uno degli autori dell’articolo, Phil Gingerich.
Le frasi sono comparse oggi (“Scientists
divided on Ida as the missing link”) su un quotidiano australiano, the Australian
del 21/5: “There was a TV company involved and
time pressure. We’ve been
pushed to finish the study. It’s not how I like to do science” e “the team would have preferred to publish in a
more rigorous journal such as Science or Nature”.
Nello stesso articolo su The Australian
si riporta anche la frase di uno dei massimi esperti di fossili di primate
del terziario, Elwyn Simons della Duke University: “It's an
extraordinarily complete, wonderful specimen but it's not telling us too much that we didn't know before";
anche P.Brown, paleoantropologo, sostiene che “the
paper did not provide sufficient proof that Ida was the ancestral anthropoid”.
Proprio questo è uno dei punti centrali dell’articolo, e qualcuno
dubita che sia stato adeguatamente documentato e motivato!
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Un altro successo
di C.Zimmer è stata l’osservazione che la pubblicazione su PlosOne non fosse
sufficiente per il riconoscimento di una nuova specie (“Does Darwinius Exist?”). In
un ulteriore post di oggi C.Zimmer, trionfante, riporta le dichiarazioni con
cui l’editore di PlosOne Peter
Binfield
(che già aveva ammesso il problema: “Does Darwinius Exist, Revisited: The
Official Word Is…Not Yet”) riferisce come stia procedendo a posteriori, con
apposite versioni a stampa dell’articolo, per ottenere il riconoscimento
ufficiale dell’esistenza in vita di una nuova specie di 47 milioni di anni fa
(“Darwinius: Named at Last!”).
In realtà la International Commission on Zoological Nomenclature stava per
autorizzare anche uan procedura per accettare le denominazioni fatte su
riviste on-line, ma la procedura non è attualmente accettata.
[Ci saranno, in precedenti articoli di PlosOne, altre nuove specie non
ufficialmente valide?]
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21/5/09-IT
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Del Darwinius massillae (dal sito del ritrovamento, Messel in
Gernmania) e dalla presentazione pirotecnica e un po’ oltre le righe parla
anche A.Meldolesi su Il Riformista.
(“IL FOSSILE
ROCKSTAR UCCIDE LA SCIENZA”). Giustamente si a notare come la scelta dei modi e
dei tempi siano davvero all’opposto rispetto a quelli di Darwin, che, per
aver aspettato 20 anni, ha pure rischiato seriamente di vedersi soffiare
quella che era davvero un’idea che avrebbe cambiato il mondo.
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Il 3 giugno a Torino
la prima proiezione italiana del divertente Flock of The Dodos, un film (sottotitolato in italiano) diretto da un
biologo evoluzionista sul contrasto fra evoluzionisti e neocreazionisti (ben nascosti dietro all’Intelligent Design) negli USA. Per
chi ci vedesse bene, il film è da tempo disponibile su You Tube in 9 spezzoni
da circa 10 minuti, e lo si può cercare in questa pagina
web che aiuta ad accedere a moltissimi video gratuiti (ma in inglese)
sull’evoluzione biologica e sul dibattito che l’accompagna e spesso la
assedia.
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In un articolo sull’Avvenire (“Quante
mezze verità da Galileo a Darwin”) si recensisce un libro (“Le rivoluzioni scientifiche e il mondo moderno”) in cui E.Agazzi ripercorre il percorso
della scienza cercando di evidenziare come la religione cattolica abbia
favorito nelle sue prime fasi lo sviluppo della scienza; un po’ più difficile
essere convincente su alcune questioni più recenti che riguardano gli ultimi
due secoli; anche se lo nega; sappiamo bene che con la teoria dell’evoluzione
la chiesa non riesce ancora a orientarsi e a decidere, tanto è vero che c’è
perfino chi per risolvere i problemi cerca di far credere che per “teoria
dell’evoluzione” si intende invece … l’evoluzione come fatto, un
fatto che sappiamo già noto e indiscutibile da almeno un paio di secoli! Fa
piacere che E.Agazzi si mostri meno critico di qualche anno fa, quando
polemizzava con L.L.Cavalli Sforza, inorridito
per la sua proposta
di vietare l’evoluzione ai minori di 15 anni.
Vedremo magari nei prossimi giorni se, dopo il convegno di marzo alla Gregoriana, Teilhard
de Chardin è davvero ora “in
consonanza con la tradizione filosofica e teologica del cristianesimo”,
come non è mai stato; certamente TdC non è in consonanza con la scienza
attuale, e questo forse creerebbe, se fosse vero, qualche problema alle
conclusioni del libro, oltre che al magistero della Chiesa.
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Sempre sull’Avvenire un articolo (“Ma
siamo tutti emigrati dal’Africa”) del più famoso paleoantropologo
francese, Yves Coppens, che conferma ai lettori cattolici italiani
tutti i fatti che oggi sappiamo confermare le successive tappe
dell’evoluzione umana e in particolare la nostra origine da una linea
evolutiva che ha avuto origine, come spiega chiaramente, da eventi casuali
che NULLA hanno a che fare con la biologia anche se influenzano pesantemente
l’evoluzione biologica, come ben sapeva già anche Darwin: “il cedimento della Rift Valley, accompagnato da movimenti di inalzamento dei bordi,
avrebbe diviso in due parti diseguali la popolazione dei nostri antenati; frattura
semplicemente tettonica inizialmente, divenuta poi bariera ecologica”;
i teologi che leggono oggi questo articolo sull’Avvenire avranno da
riflettere ancora per qualche decennio, concentrati come sono oggi solo sul
tentativo di negare e contestare quei meccanismi esclusivamenti biologici che
comunque già da tempo sappiamo non siano gli unici necessari per capire né
l’evoluzione biologica né quella umana … Coppens conferma poi l’enorme
quantità di reperti paleontologici che confermano la separazione dai primati
della linea evolutiva che porta all’uomo attuale passando attraverso una fase
che inizialmente non vede un incremento delle dimensioni del cervello ma
favorisce lo sviluppo della locomozione bipede e l’incremento
dell’utilizzazione della mano.
Quello che alla fina sconcerta è come apparentemente questi
fatti non fossero noti negli ambienti vaticani anche prima che l’Avvenire
pubblicasse questo articolo. Dato che le conoscenze necessariamente
indirizzano ad un certo modo di agire, non si capisce infatti come sarebbe
stato possibile che mons.Ravasi si sentisse obbligato a costringere un suo
autorevole delegato ad essere presente al convegno dei creazionisti biblici,
organizzato a Roma il 23/2/09 dal vicepresidente del CNR in
polemica alternativa al convegno organizzato alla Gregoriana su Darwin ai
primi di marzo. Pochi anno
fa, nel 2002,
questi personaggi venivano ricevuti pubblicamente in Vaticano anche dai papi,
ma ora i tempi [dicono che] sarebbero cambiati …
A quel convegno del 3 marzo c’erano infatti solo
creazionisti biblici che non credono affatto a uno scienziato serio come Y.Coppens, tanto è vero che sostengono che
i dinosauri pascolassero sulla terra ancora 30.000 anni fa, 65 milioni di
anni dopo la loro reale scomparsa (“Le date
vanno dai 20.000 ai 40.000 anni, quindi si è evidentemente molto lontani dai
60 milioni di anni che vengono dati abitualmente per la scomparsa di questi
grandi animali!”)!
Questi creazionisti, la sede prestigiosa e il loro
autorevole ospite, avranno convinto anche don Tomasz Trafny, inviato
del Pontificio Consiglio della Cultura? Sarebbe della massima importanza
conoscere i consigli che ha poi dato a mons.Ravasi sulla direzione da
prendere di fronte al bivio che la Chiesa ormai si trova davanti da ben 150
anni. Saperlo aiuterebbe magari a capire perchè nessuno, tranne uno studente in ingegneria aerospaziale, abbia fatto ipotesi sugli effetti del convegno
su Darwin alla Gregoriana. Purtroppo si intuisce solo che forse qualcuno
avrebbe fatto meglio a non parlare di Teilhard de Chardin; un suo collega,
forse più prudente, ha preferito rimanere a casa sua in Svizzera, come ha
notato dispiaciuto alla fine uno degli organizzatori del convegno, P.Leclerc,
gesuita come TdC.
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20/5/09-USA
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Continua oggi la riflessione sul modo davvero originale in cui è stata
gestita da professionisti dell’informazione la notizia della scoperta di uno
dei più completi reperti fossili che documentano le prime fasi
dell’evoluzione dei primati. Uno degli interventi che hanno contribuito a
mantenere i piedi per terra è stato ieri il post (Poor, poor Ida, Or: "Overselling an
Adapid") di Brian Switek, un
giovane paleontologo che gestisce il blog Laelaps e che oggi dichiara
di aver avuto ieri circa 25000 visitatori. Sicuramente sarebbe meraviglioso
se ogni scoperta che dimostri l’evoluzione biologica e quella umana fosse
accolta con un simile entusiasmo invece che con lo scetticismo che spesso
traspare nei molti critici e scettici a cui stranamente in molti paesi viene
lasciato un eccessivo spazio in queste occasioni. In questo caso sembra che
non sia stato lasciato nessuno spazio, e forse ciò sia stato positivo.
Oggi nel blog Laelaps
si ricorda (“A
brief word of thanks”) come il post di ieri sia stato ripreso da tantissime pagine autorevoli (“being
mentioned on wikipedia; being quoted on Slashdot;
ad being picked up by blogs on the Guardian,
the New
York Times, the Times
online (twice!),
Popular
Science, and New
Scientist websites”).
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Sul blog di Carl Zimmer si pone anche in dubbio la validità della
nuova proposta tassonomica (il genere Darwinius) in assenza della
versione a stampa di PlosOne (“Does Darwinius Exist?”). Si attedono precisazioni da parte degli
espeeti dell’International Code of Zoological
Nomenclature.
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Molta ironia anche nel blog NotExactlyRocketScience
(“Darwinius
changes everything”): “Yesterday, the entire world
changed noticeably as the media, accompanied by some scientists, unveiled a
stunning fossilised primate. The creature has been named Darwinius
masillae, but also goes by Ida, the Link, the Chosen One and She Who
Will Save Us All”.
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Se ne parla oggi
anche sul blog Leucophea di M.Ferrari, che cita i commenti del blog Evolving Thoughts ma non cita … l’anello iniziale della catena, il documento agiografico diffuso dal
museo di Oslo.
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Rierimenti ad
alcuni problemi nella gestione dell’informazione sull’adapide fossile di 47
milioni di anni fa si trovano anche nel blog di Nature, anche se la palma di definizione più caustica
si può attribuire ad un articolo (“Seeking a Missing Link, and a Mass
Audience”) sul New
York Times del 18/5/09, dove si evidenzia che “It is science for
the Mediacene age”.
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20/5/09-IT
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Sulla Stampa un articolo di G.Celli (“Pierre
Teilhard de Chardin Il volenteroso gesuita di Darwin”) sintetizza il
pensiero di TdC sulla teoria dell’evoluzione; ricorda che, a differenza di
Darwin e degli altri evoluzionisti che hanno confermato e perfezionato la sua
teoria “Per Teilhard, invece, l’evoluzione degli
organismi obbediva a un grande progetto, andava verso il punto Omega, che era
il Cristo, ritornato tra noi alla fine dei tempi”.
Celli ricorda anche la sua idea che
“la biosfera, l’associazione dei corpi di tutti
gli organismi, finirà per evolversi nella noosfera, in cui tutti i cervelli
degli uomini, pur conservando la propria individualità, si aggregheranno in
un grande organo cognitivo planetario”.
Questo articolo ha suscitato una reazione e unj’esigenza di precisare alcuni
punti da parte di F.Mantovano, uno studioso di TdC, che l’11/6 invia alla
Stampa una precisazione che ai primi di luglio non era ancora stata
pubblicata, né aveva avuto alcuna risposta nemmeno personale da parte di
G.Cellli. Chi fosse interessato troverà il commento nel sito Biosfera/Noosfera.
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Sempre sulla Stampa
si legge un articolo (“OGM,
un dilemma in Vaticano”) molto, ma molto, simile a quello pubblicato ieri
dall’agenzia vaticana Zenit (“La Pontificia Accademia
delle Scienze studia le biotecnologie vegetali”) sullo stesso convegno
fatto in Vaticano a porte chiuse sugli OGM. Solo che è firmato da un altro
giornalista! E ci sono curiosi commenti aggiunti: se nell’articolo di
ieri si leggeva una frase asettica “Per
approfondire il tema il 10 e 11 novembre del 2003, il Pontificio Consiglio
della Giustizia e della Pace ha convocato in Vaticano 60 tra i maggiori
esperti scientifici, agricoltori, associazioni ambientaliste, ministri,
economisti, moralisti” oggi si leggono anche interessanti
puntualizzazioni: “Per
approfondire il tema il 10 e 11 novembre del 2003, il
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace (di cui è Presidente il cardinale Martino, definto [sic] un pro-OGM) ha riunito
in Vaticano 60 esponenti del settore: esperti scientifici, agricoltori,
associazioni ambientaliste, ministri, economisti, moralisti”. Un confronto in parallelo dei due articoli evidenzia
anche che verso la fine è stata fatta una modifica inutile e … non
verificata: la frase “agricoltori che utilizzano sementi transgeniche”
diventa “agricoltori che utilizzano semi transgeniche”
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19/5/09-VA
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Sembra che un argomento connesso all’evoluzione biologica che interessa
parecchio in Vaticano ci sia: si tratta della possibilità di creare organismi
geneticamente modificati (OGM), e in particolare vegetali transgenici, che
hanno dimostrato di poter tenere lontana nei decenni precedenti la minaccia
di gravi carenze alimentari che avrebbero minacciato la sopravvivenza di
milioni di persone in un periodo di forte crescita della popolazione. Un
articolo dell’agenzia vaticana Zenit, firmato da un giornalista,
docente in un’università pontificia e da sempre favorevole agli OGM, racconta
di un convegno conclusosi oggi e organizzato dall’Accademia delle Scienze
Pontificia (“La Pontificia Accademia
delle Scienze studia le biotecnologie vegetali”). Il convegno avrebbe
dovuto cercare di dare una risposta alla seguente domanda, piuttosto
angosciante: “è vero che le biotecnologie
vegetali favoriranno le multinazionali e penalizzeranno i piccoli
agricoltori?”. Visto che nella “Nella
sessione finale si è discusso di come migliorare i regolamenti internazionali
e trovare i modi affinché i poveri possano usufruire delle innovazioni
biotecnologiche in campo vegetale” sembra di capire che si è giunti ad
una risposta negativa e tranquillizzante per i piccoli agricoltori.
L’articolo cita anche altri convegni precedenti, tenuti nel 2001 e nel 2003,
e riporta una condanna dei gruppi anti-OGM, uscita dalla Commissione Pontificia
diretta dal card.Martino: “ci sono gruppi di
persone che, vedendo alcuni disastri ambientali e prevedendone altri
maggiori, si oppongono fortemente allo sviluppo e all’applicazione della
biotecnologia; non di rado tali gruppi sono mossi da una certa ideologia
antiumanistica, quando propongono misure restrittive per la manipolazione
delle specie vegetali animali, mentre favoriscono la manipolazione della
persona umana”.
Si citano poi numerosi documenti recenti di fonte cattolica anche
qualificata, che mostrano un interesse davvero elevato:
·
Un articolo sul Sussidiario del 12/5 dal titolo molto schierato (““No agli OGM”: la fobia ideologica che
affama milioni di persone nel mondo”), tanto da non essere difeso nemmeno dall’autore dell’articolo.
·
un articolo sull’Osservatore
Romano del 1’ maggio (“Quando
si sgomita per arruolare il Vaticano”), che racconta il contrasto sugli
OGM all’interno del mondo cattolico e in particolare in Africa, come risulta
dalle conclusioni del sinodo
dei vescovi africani: “il documento cita la
grave situazione di ingiustizia e di povertà delle popolazioni agricole.
Denunciando in tale contesto "le multinazionali che continuano a
invadere gradualmente il continente per appropriarsi delle risorse
naturali". E, in particolare, la campagna a favore degli ogm, che - si
afferma - "pretende di assicurare la sicurezza alimentare" ma in
realtà minaccia di "rovinare i piccoli coltivatori e di sopprimere le
loro semine tradizionali rendendoli dipendenti dalle società produttrici".
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due articoli del
23/4/09 scritti sull’agenzia Zenit da un bioeticista della Regina
Apostolorum, P.Miranda (“OGM e dottrina sociale
della Chiesa (parte I)” e “OGM e dottrina sociale
della Chiesa (parte II)”); in particolare nel secondo articolo colpisce
una frase che non sembra descrivere la realtà in modo adeguato: “La Chiesa non pretende di insegnare biologia ai
biologi, economia agli economisti, politica ai politici... ”, anche se mitigata dalla successiva “La Chiesa fa un grande
sforzo per capire e per poter vagliare criticamente i dati complessi offerti
dagli esperti”. Come sappiamo
il grande sforzo, che non sempre ha successo, è purtroppo conseguenza del
fatto che non si è poi dato seguito all’allarmata lettera di GP2 a P.Coyne del 1988, per vent’anni del tutto dimenticata.
·
Un articolo del
20/4/09 sull’agenzia Zenit (“Il Vaticano e gli OGM”),
con un’intervista all’inventore di un riso OGM
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Un articolo (“Si torna a parlare di OGM”)
scritto su Zenit il 9/4/09 da un biotecnologo
·
Il documento
del sinodo dei vescovi africani (pubblicato a Yaoundè il 19/3/09), che al
punto 58 illustra il loro punto di vista sul ruolo degli OGM nel contesto
della drammatica situazione dell’agricoltura africana (“Questa tecnica rischia di rovinare i piccoli coltivatori e
di sopprimere le loro semine tradizionali rendendoli dipendenti dalle società
produttrici di OGM”). Interessante anche l’allarme sugli effetti dei
cambiamenti climatici sull’agricoltura e l’economia africana (“A ciò si aggiunge il problema del cambiamento climatico i
cui effetti si fanno sentire nelle zone aride, compromettendo i modesti
guadagni delle economie africane”). Sembra che il cambiamento
climatico in Africa si senta e abbia effetti negativi drammatici in un
contesto al limite della sopravvivenza.
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19/5/09-USA
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Risorge e riprende oggi, con la presentazione
a New York del reperto del Darwinius, la diffusione della notizia
sull’adapide che viene addirittura presentato dallo stesso coordinatore del gruppo di ricerca (Jorn H. Hurum) come un “anello
mancante” fra l’uomo e le scimmie (e questo certo contribuirà al
successo del libro omonimo al riguardo, in uscita in questi giorni: “The
Link”, l’anello, ma anche la connessione, il legame).
Sembra che il principale scopritore, un ricercatore del museo di storia
naturale di Oslo, si sia preparato molte frasi ad effetto; non solo ripete “anello mancante” senza indicare chiaramente se è
davvero l’unico e perchè, ma addirittura fa credere che questo reperto
fossile sia ''la cosa
piu' vicina che abbiamo avuto ad un antenato diretto'', un ''sogno
divenuto realta'', “simile ai primati piu'
evoluti”.
Sembra difficile che altri possano trovare in futuro frasi così assurde ma
“ad effetto” da dedicare ad un antenato alla lontana come appunto è questo
reperto fossile di 60 cm (coda compresa) e di 47 milioni di anni fa, con ben
poche caratteristiche simili a quelle che sono specifiche per le antropomorfe
o gli ominidi bipedi fossili.
Cosa si sarebbe dovuto dire del Pierolapithecus
Catalaunicus, antropomorfa
del Miocene, 13 milioni di anni fa, scoperta pochi anni fa?
Come dimensioni e forma questo primate sembrerebbe proprio uno di quei gatti
da 8-9 etti che girano per le nostre case, nonostante presenti gli
adattamenti alla vita arboricola (come il pollice opponibile) che
caratterizzano l’evoluzione dei primati.
Anche il ritrovamento sembra piuttosto lontano nel tempo; qualche agenzia (ASCA)
precisa che risale a 25 anni fa, agli anni ’80.
Davvero eccezionale, ma questa notizia non appare con la rilevanza che
merita in tutti gli articoli, è certamente la conservazione e la
completezza del reperto fossile, che evidenzia anche tracce delle parti
molli e addirittura del conenuto dell’apparato digerente (l’ultima cena…?).
Fra le notizie più ridicole quelle contenute nelle frasi “caratteristiche umanoidi tra cui il
pollice opponibile” (tutti i
primati hanno infatti il pollice opponibile), “il
passaggio dall'andatura a quattro zampe alla camminata in posizione eretta”
(la locomozione eretta umana è una conseguenza della brachiazione e ci
mancano ancora quasi 40 milioni di anni).
Interessante l’articolo sulla Stampa
(anche qui però non mancano le imprecisioni – noi non siamo certo “l’ultima versione dei primati”, nè tanto meno siamo
“antropodi”), che rivela l’avventurosa storia del ritrovamento: sembra che sia
arrivato a noi separato in due parti, una acquisita da 20 anni dal … Wyoming Dinosaur Center [??!! I tecnici “of the best preparation labs in
the West“ non si erano accorti
di niente? Non avevano visto che non era un dinosauro…?] e l’altra da poco arrivata al museo di Storia
Naturale di Oslo, “comprata ad una fiera
tedesca ad Amburgo da un venditore privato di resti fossili, che la teneva in
un cassetto da 25 anni e disse che era stata trovata nel Pozzo di Messel”.
Se ne parla anche sul Corriere (“UOMO E SCIMMIA,
TROVATO IL FOSSILE DELL'ANTENATO IN COMUNE”); anche qui qualche errore (non è un’opera
d’arte, per cui il museo è quello di Natural History) e qualche esagerazione
che arriva direttamente dagli autori; giusta l’osservazione di F.Facchini che
non ritiene rilevante l’assenza di caratteri che troviamo nelle forme attuali
di un gruppo di primati ora marginale e residuale ma che era allora
dominante; troppi eventi successivi e troppi milioni di anni successivi.
Qui un articolo con disegno e foto
sul “Los
Angeles Times”. Qui un video
della BBC. Forse è una novità, ma probabilmente apre una strada
necessaria in un tempo in cui chi non è in internet non esiste: c’è anche un sito web professionale (che
offre anche un poster
e il trailer
di un video che uscirà prestp su History Channel).
Quello che incombe è il
marchio (“TheLink” che richiama anche il titolo del libro) ma soprattutto le iperboli che accompagnano questa importante scoperta: “The astonishing new discovery that could
change everything”, “everything
we thought we knew about primate origins could change”, “the scientific find of a lifetime”, “the talus bone links Ida directly to humans” (ma la
coda direi di no…!), “a humanlike opposable thumb” (no, primatelike…), “Like all primates, five
fingers on each hand” (no, è una caratteristica dei mammiferi”),
"like an asteroid falling down to earth"
(urca! per fortuna … no!); “she's the ‘Mona Lisa’ of
fossils”; “she answers all of Darwin's
questions about transitional fossils” (ullallà!); "something that the world has never seen before"
(corretto … ma abbastanza banale …).
Il fatto che molte di queste frasi
“esagerate” si leggano già nel documento (anche questo denominato “The
link”) preparato dal museo di Storia Naturale dell’Università di Oslo
lascia davvero MOLTO perplessi e assolve quindi i giornalisti che se le sono
trovate pronte e le hanno usate.
Comunque, per chi vuole le notizie corrette (a
parte qualche errore di spelling incredibilmente non coretto nella
fretta - poco darwiniana - di pubblicare...), c’è l’articolo scientifico di 17 pagine pubblicato su PLOS One,
decisamente più pacato
(“Complete Primate Skeleton from the
Middle Eocene of Messel in Germany: Morphology and Paleobiology”) che fornisce online anche le fotografie originali ad alta risoluzione, come
questa dell due parti speculari delo
scheletro che è davvero
strepitosa.
Per chi volesse inoltre partecipare alla discussione, se ne parla nel blog Pharyngula (PZ Myers è abbastanza sconvolto dalle iperboli
iperboliche usate, che rischiano di far sottovalutare altre importanti
scoperte). Se ne parla anche nel blog Laelaps (Poor, poor Ida, Or: "Overselling an
Adapid"), dove si
mostrano anche alcune serie perplessità su un aspetto davvero importante: la
modalità di posizionamento del reperto, modificando l’attuale filogenesi dei
primati (“By moving the adapids into the
haplorrhine group they can then make the claim that anthropoids evolved from
the adapid stem and not tarsiers or omomyids. The problem is that they are using just one genus, Darwinius,
to change the placement of an entire group without using any cladistic
analysis! This is not good science.”).
Su Laelaps si fa notare anche un dettaglio
davvero sconcertante: sono sbagliati gli spelling di Strepsirrine e Aplorrine
(questi errori nell’articolo han fatto venire un terribile dubbio anche a
me!!); certo il latino e il greco creano sempre seri problemi agli
anglofoni e probabilmente anche ai norvegesi, ma i referee e i revisori delle
bozze di PLOS dovrebbero vigilare e non emozionarsi così facilmente ….!
Pochi sanno, a questo proposito,
che si è da poco conclusa a Seattle (con un successo non eccezionale, tanto
che hanno dovuto interromperne il tour attraverso i diversi musei USA) la
mostra creata attorno al reperto fossile di Lucy (un Australopithecus
afarensis molto ben conservato di 3.5 milioni di anni fa) che, per la
prima volta negli USA, avrebbe dovuto
circolare ancora per qualche anno per i diversi musei paleoantropologici
statunitensi: “They
Didn’t Love Lucy“ scrive purtroppo il NYT…, per cui era noto in questi
mesi che negli USA i fossili non facessero più accorrere il pubblico come ai
tempi in cui Johanson la scopri nel 1974.
Molto critico e ironico
anche il post (“Darwinius: It delivers a pizza, and it lengthens, and it strengthens, and
it finds that slipper that’s been at large under the chaise lounge for several
weeks…”)
sul blog The Loom
di Carl Zimmer, che mette in evidenza anche gli errori di ortografia
“tassonomica” (se di questo si tratta) presenti in questo banale
schema – chiamato dagli autori cladogramma - che non considera gli altri
generi di Adapidae. Molte sono le perplessità che si leggono nel blog Panda’s
Tumb, che riferisce delle obiezioni di Laelaps.
Interessante notare come la
redazione di PlosOne abbia pubblicato un articolo (“Introducing Darwinius masillae”) in cui si racconta di come si sia arrivati
alla pubblicazione; qui fanno perfino notare come non abbiano apprezzato la decisione
degli autori, o dei loro consulenti mediatici, di puntare sull’”anello
mancante” come principale chiave di lettura e interpretazione di questo
importantissimo reperto fossile (“Although
much of the coverage describes this fossil as a
“missing link”, it is important to bear in mind that this term is, perhaps, a
misnomer—evolution
proceeds via incremental changes, and the fossil record of each change is
inevitably incomplete.”).
Se ne parla anche su Science
in un articolo
(“"Revolutionary"
Fossil Fails to Dazzle Paleontologists”) in cui Ann Gibbons raccoglie
anche pesanti critiche da parte di colleghi (solo invidiosi?): “They point out that Hurum and Gingerich's analysis
compared 30 traits in the new fossil with primitive and higher primates when
standard practice is to analyze 200 to 400 traits and to include anthropoids
from Egypt and the newer fossils of Eosimias from Asia, both of which
were missing from the analysis in the paper”, "There is no phylogenetic analysis to support the
claims, and the data is cherry-picked", "Their claim that this specimen should be classified as
haplorhine is unsupportable in light of modern methods of classification",
“by describing the history of anthropoids as
"somewhat speculatively identified lineages of isolated teeth,"the PLoS paper dismisses years of new fossils”,
"They've ignored 15 years of literature". Sembra quindi che sia stata posta grande cura
nella preparazione mediatica dell’evento e un po’ meno nell’approfondimento
dei dati che dovrebbero dimostrare almeno le affermazioni più serie che
vengono fatte nell’articolo.
Della scoperta si accenna anche in un articolo su Skynews in cui si
cerca di aggiornare i lettori sulle
novità del rapporto fra la chiesa cattolica e la teoria dell’evoluzione: “Darwin's Unhappy Relationship With
Religion”. Non sembra
comunque che ci siano notizie fresche.
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19/5/09-IT
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Sembra che per la direzione di RAI1 sia in corsa un vero esperto
antievoluzionista; era infatti riuscito a soffiare il posto previsto per il
direttore del TG5 in occasione della presentazione, alla fine di novembre del
2007, in un’università pontificia e insieme ad un paio di cardinali, di un
libro contro l’evoluzione biologica scritto da R.AIberoni, che si
autodefiniva con grande sincerità .. ignorante e nemmeno interessata ai fatti
che criticava nel libro. Qui il famosissimo video
(ormai scomparso da YouTube) con il futuro direttore al tavolo della
presidenza.
Le università italiane potranno valutare quanto sia considerato il ruolo
della scienza nel nostro paese.
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18/5/09-IT
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Si terrà ad Erice del 4 al 7 giugno un importante workshop (“The Primate Mind” ) sull’etologia dei primati: “THE PRIMATE MIND: BUILT TO CONNECT WITH OTHER
MINDS”
. Qui il Program Schedule e qui la lista
degli oratori. Organizzatori sono GPF Ferrari e F.De Waal.
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17/5/09-USA
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Un’occasione davvero eccezionale
: poter leggere la traduzione italiana, pubblicata sulla rivista web dei
protestanti (ICN-NEWS), di una “Dichiarazione Generale
sulla Creazione”
pubblicata nel 2000 da una commissione dell’American Scientific Affiliation (ASA), “un'associazione di scienziati americani dichiaratamente
cristiani votati alla fedeltà alla Parola di Dio e alla piena integrità nello
svolgimento della professione scientifica”.
E’ davvero impressionante leggere un documento di fonte
religiosa in cui la preoccupazione per la ”verità” sembra lasciare
spazio ad sano (ma soprattutto confuso) relativismo.
Nella presentazione del documento si precisa l’obiettivo
“Questo documento sintetico è una buona
piattaforma iniziale per studiare le varie posizioni nel cristianesimo
americano di fronte ai risultati della Biologia evoluzionista
contemporanea di matrice darwiniana”. Anche se poi si aggiunge quello
che si rivelerà un ulteriore (non necessario e non dimostrato) relativismo: “Non tutte le sfumature presenti in America risultano
significative fra i teologi e i credenti europei”, in realtà si sa che
in Europa non solo fra i protestanti ma anche fra i cattolici, è facile
trovare, anche se non lo si ammette, idee altrettanto eterogenee se non
contradditorie (le opinioni infatti vanno da quelle estreme dei creazionisti
biblici USA del “Kolbe Center for the study of creation” a quella del
darwinista P.George
Coyne - solo per rimanere nell’ambito dei religiosi). Come sa chi si
aspettava qualche chiarimento dal convegno organizzato ai primi di marzo all’Università
Gregoriana, non sono arrivati chiarimenti ma solo la dimostrazione di una
notevole eterogeneità, anche se forse minore di quella clamorosa presente nei
protestanti, come evidenziato da questo documento del 2000.
Per invogliare a leggerlo (o a non leggerlo) basta far notare che (per
non mettere in imbarazzo nessuno …) la dichiarazione generale sul
creazionismo è seguita da altre dichiarazioni che definiscono
accettabili sia l’origine recente
(6000 anni fa) che l’origine antica (4.5 miliardi di anni fa) della terra!
Ma non basta: per chi volesse essere meno conservatore sono previste
ulteriori opzioni altrettanto accettabili nonostante siano razionalmente [che
problema c’è?] incompatibili con le precedenti: c’è poi la possibilità di
credere nell’evoluzionismo teistico e perfino (per coloro che insitono a non
crederlo nato da un imbroglio
informatico) nel “Disegno Intelligente” (no, non c’è da stupirsi …
W.Dembski, uno dei sui maggiori sostenitori, è fra gli autori di questo
documento…). Sembra quindi di capire che ogni ipotesi, purchè senza basi
scientifiche, sia accettabile. Davvero imbarazzante…
Sarebbe interessante sapere l’opinione su questo relativismo teologico dei
pastori protestanti evoluzionisti e neodarwiniani raccolti nel Clergy Letter Project, ma
il loro sito web non aiuta molto i curiosi … e non si riesce a scoprirlo.
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Comunque anche in Italia si po’ trovare talvolta una simile confusione negli
ambienti cattolici, ultimamente indirizzati poco o confusamente.
Su questo sito web cattolico (“Intervento”) è
evidente come l‘anniversario darwiniano sia stato sia festeggiato che demonizzato;
forse solo il tipografo ha avuto il coraggio di mettere i quattro interventi
(1 – 2 – 3 - 4) l’uno a fianco
dell’altro…!
Ovviamente quello più sconcertante è quello autorevolmente firmato “vicepresidente
del CNR”, se non altro per la responsabilità che ha anche verso il
progresso scientifico del paese [e per i problemi che crea al presidente
quando organizza convegni creazionisti].
La frase che si legge nel suo intervento “Malgrado molti evoluzionisti ammettano il fallimento
del darwinismo, non mancano i cattolici che accettano come scientifica la
teoria dell’evoluzione” non è
nuova, ma rimane sempre agghiacciante, anche come monito a chi in Vaticano ha
la “sfrontatezza”, come ha fatto mons.Ravasi, di organizzare convegni su
Darwin senza invitare i creazionisti “esperti” o a chi scrive, appena prima del suo, un articolo a favore di Darwin su una rivista cattolica
integralista.
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17/5/09-IT
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Verranno premiati oggi alla Fiera del Libro di Torino i vincitori
di un concorso, «L'evoluzione continua»,
quinta edizione del premio nazionale di scrittura dell'editrice Zanichelli,
nel 150° anniversario dalla fondazione. Il successo dell’iniziativa è
verificabile dal numero dei partecipanti (6000) ma anche dalla presenza fra i
7 vincitori e fra i 184 segnalati di ragazzi con nomi e cognomi che
dimostrano l’importanza e l’utilità della biodiversità umana. Impressionante anche sfogliare le 184
opere segnalate, tutte indicative di un approccio ai problemi evolutivi ben
più sereno e razionale, ma soprattutto meno problematico e preoccupato di
come spesso appare su molti quotidiani.
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16/5/09-VA
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Ancora silenzio e buio quasi pesto (interrotto solo da qualche saetta
che ha fulminato qualche audace contestato) sul convegno sull’evoluzione
tenutosi ai primi di marzo all’Università Gregoriana (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”).
Qualche tempo fa è comparso un resoconto del convegno sul sito web più
autorevole sui problemi del rapporto fra Scienza e Fede, il sito del progetto DISF, preannunciato nella newsletter
ma senza una data precisa (se non l’indicazione che è l’”editoriale di aprile”). Quello
che lascia perplesso è l’autore di questa relazione che don TanzeIIa Nitti
definisce “un breve
ma completo resoconto”, forse
dimenticando quali fossero le aspettative espresse da P.Leclerc,
organizzatore del convegno. L’editoriale con la
relazione di questo importante convegno su Darwin, da cui tutti si
aspettano di sapere la posizione della Chiesa su un problema centrale della
biologia attuale … viene affidata dal sito DISF
(Documentazione Interdisciplinare in Scienza e Fede) a uno studente della laurea
specialistica in ingegneria aerospaziale … che “ha intenzione
di dedicarsi completamente al cielo” … più che alla biologia
evoluzionistica.
Forse per questo motivo la sua frase “In merito al suggerimento dello scienziato gesuita
di ridefinire il paradigma scientifico sono state avanzate forti riserve,
non inattese ed inevitabili” sembra far capire che
sia stato L.Galleni, forse per la prima volta, a contestare Teilhard de
Chardin.
Se è successo che qualcuno abbia avanzato invece riserve verso L.Galleni, la
situazione sarebbe più preoccupante … ma lo si saprebbe già
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15/5/09-IT
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Oggi alla Fiera
del libro di Torino: “Siamo solo molecole? Tra scienza e fede, Darwin oggi e domani”. [A
proposito di Francisco Ayala: “Dono di Darwin alla religione”, Jaca Book;
Valter Danna-Alberto Piola: “Scienza e fede: un dialogo?”, Effatà] con Ugo
Amaldi, Michele Luzzatto, mons. Luciano Pacomio
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Si svolgerà dall’1 al 4 ottobre 2009 il XVIII Congresso dell' Associazione
Antropologica Italiana. Scadenza per l’iscrizione e
l’invio dei contributi è il 30 maggio. Tema del convegno è “Evoluzione e biodiversita' umana: la storia
naturale dell'uomo 200 anni dopo Darwin”. Programma. Oggi è stata diffusa la seconda circolare.
Gli oratori previsti per la main
lectures sono:
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Spencer Wells, Genographic
Project: "Deep Ancestry: Inside the Genographic Project"
·
Guido Barbujani, Università
di Ferrara
·
Jean-Jacques Hublin, Max
Planck Institute for Evolutionary Anthropology
· Giulio Barsanti, Università di Firenze
Il 4 ottobre ci sarà anche una Tavola Rotonda
post-convegno: Il ruolo delle
collezioni dei Musei Scientifici nella ricerca antropologica
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15/5/09-USA
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[da NCSE]
La fine della legislatura ha portato a morte naturale due leggi contro
l’insegnamento della teoria dell’evoluzione in Alabama
(House Bill 300) e Missouri
(House Bill 656).
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14/5/08-USA
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Nel sito del blog “Uncommon Descent” del Discovery Institute
compare oggi un’intervista (“Interview with Turkish Darwin doubter“ al famoso creazionista turco autore di decine di libri
antievoluzionisti. Giustamente gli viene posta anche una domanda su cosa lui
pensi dell’Intelligent Design; pur di fronte ad una evidente mancata
risposta, l’intervistatore non insiste. Probabilmente si accontentava di
quanto compariva in una recente intervista allo Spiegel (23/9/08: “All Terrorists Are Darwinists”; assurdo
il titolo …) da cui si capisce come non apprezzi affatto nemmeno i
sostenitori dell’Inteligent Design: “I find the concept of intelligent
design rather dishonest. … . The followers of intelligent
design should openly and clearly declare the existence of Allah as the
Creator.” Da notare il lungo dibattito sollecitato
dall’intervista.
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14/5/09-DE
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Ogni tanto qualche scoperta vera fatta da ricercatori veri ci ricorda
come l’evoluzione, anche quella culturale umana, è continuamente documentata
da migliaia di dati che spesso ci ricostruiscono un panorama coerente. Nell’ultimo
numero di Nature si parla di una scoperta non del tutto coerente con
quello che si conosceva fino a ieri: la scoperta di una figurina femminile in
avorio di mammuth risalente alle prime fasi dell’Aurignaziano (35.000 anni
fa) anticiperebbe infatti di ben 5000 anni la prima comparsa di figurine
femminili scolpite in avorio. Qui l’articolo (“A
female figurine from the basal Aurignacian of Hohle Fels Cave in southwestern
Germany”) a cui si aggiunge un video
che evidenzia anche la rappresentazione esagerata dei caratteri sessuali
secondari, come spesso avviene in queste prime rappresentazioni di figure
femminili a tutto tondo.
Nature ha oggi anche un altro articolo (“Origins
of the female image”) che inquadra la scoperta nelle conoscenze attuali.
Per chi volesse vedere altri video prodotti da Nature, puo’ collegarsi
con il canale
video di Nature su YouTube.
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14/5/09-IT
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[da Pikaia] Giovedì 14 maggio,
alle 18.30 si terrà al Museo di Storia Naturale di Milano il penultimo
incontro per quest’anno degli Happy Hour Evoluzionistici. Il relatore sarà la
prof. Cristina Cattaneo (Università degli Studi di Milano), che ci
parlerà delle applicazioni pratiche delle scienze naturali, con particolare
riferimento all'ambito della criminologia. Si ricorda di prenotare (02/88463337).
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Questa sera a Sedriano (MI) , nell'ambito del Maggio Culturale Comunale giovedi' 14
maggio ore 21 in Auditorium
Scuola Media Luca Novelli presenterà il suo libro per ragazzi
"In viaggio con Darwin". Luca Novelli è un grande divulgatore
scientifico e in questa serata illustrerà il suo libro dedicato al mitico
viaggio intrapreso da Darwin prima di scrivere "L'evoluzione della
Specie". Luca Novelli ha intrapreso un viaggio nell' America del Sud,
toccando le tappe che il Giovane Darwin toccò tra il 1831 e il 1836
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Martedi’ 19
maggio a Pavia al Collegio Cairoli un dibattito con E.Boncinelli sul Disegno Intelligente. Per chi
volesse prepararsi, qui ci può abbeverare alle
fonti, scoprendo come anche i profeti dell’ID ne hanno un’idea davvero poco
seria; per loro stessa ammissione non si baserebbe su altro che dubbi e
riflessioni talmente deboli che anche l’astrologia rientra tranquillamente
fra le scienze (“Domanda: Under your definition, the definition that sweeps in
intelligent design, astrology is also a scientific theory, correct?”.
Risposta di Behe: “Yes, that's correct”). [Cosa vogliamo di più?]
Chi volesse approfondire ulteriormente, capirebbe che questa tragica
conclusione è una logica conseguenza di un’interpretazione moooolto elastica
del metodo scientifico e del potere di una ragione che non ha più bisogno
della verifica sperimentale. Che l’ID non sia altro che creazionismo
riverniciato (e che questo è avvenuto nel 1987) … non c’è alcun dubbio,
come ha dimostrato (a spese dei creazionisti riverniciati …) il processo di
Dover/Harrisburg.
Come raccomanda Pikaia
in questi giorni … guardiamoci lo splendido film sul processo “Judgment Day: Intelligent Design on Trial”.
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13/5/09-K
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Sul Guardian un articolo racconta di un dibattito su Darwin e la
religione (“Did Darwin Kill God?”) avvenuto in un luogo davvero eccezionale, nell’abbazia
di Westminster, a pochi passi dalla tomba di Darwin. Hanno
partecipato alla discussione Steve Jones, Nancy Rothwell, Denis Alexander e Robert Winston. Alla
domanda della moderatrice su chi fosse evoluzionista e religioso, quasi tutta
la platea ha alzato la mano. Sembra che sul dibattito aleggiasse, oltre a
Darwin, anche Dawkins che sulla questione ha da tempo opinioni ben precise, confortate anche dal notevole successo del suo
libro “L’illusione di Dio”. Qui un commento
sempre sul Guardian: “If
Darwin has really killed God, when was the funeral?”
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13/5/09-IT
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A Padova fino al 12 giugno sarà aperta una Mostra su Darwin, a
cui si acompagnano incontri
per presentare Darwin e il dibattito attuale su una scoperta che ancora oggi
a qualcuno sembra sconvolgente e incompatibile con le idee che ha ricevuto da
persone certamente non competenti anche se ritenute credibili. Strano. Oggi
nessuno penserebbe di consultare un fisico per risolvere problemi di cuore.
In alcuni settori invece si pretende che gli altri pensino che la competenza
sia un optional.
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12/5/09-USA
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[da Panda’s
Thumb] Un nuovo sito web con materiale didattico sull’evoluzione biologica,
gestito da Ryan Gregory, responsabile del blog Genemicron. Il sito è Evolver Zone
ed è in costante
sviluppo. Per ora ci sono online databases, software, teaching resources e multimedia. Non manca uno sfondo per desktop con la faccia
di Darwin, adatto per gli antievoluzionisti, che possono trarre utilità
dall’avere alcuni neuroni ripetutamente (anche se involontariamente)
stimolati dalle immagini dei testi di alcune delle sue riflessioni.
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11/5/09-USA
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Sul blog Panda’s
Thumb si cita e si sintetizza un recente articolo (15/4/09: “)
di Barbara Forrest, la
fiilosofa della scienza che ben consoce i profeti dell’Intelligent Design USA
(e che ha svelato i loro trucchetti; è stata lei ad esempio a fare un grafico
che dimostra come, grazie a Word, in pochi mesi l’intelligent Design ha
cercato di far dimenticare il vecchio creazionismo ormai screditato,
semplicemente sostituendo
un termine con l’altro …)
”
Intelligent design creationism (ID) is a religious
belief requiring a supernatural creator’s interventions in the natural order.
ID thus brings with it, as does supernatural theism by its nature,
intractable epistemological difficulties. Despite these difficulties and
despite ID’s defeat in Kitzmiller v. Dover Area School District (2005), ID
creationists’ continuing efforts to promote the teaching of ID in public
school science classrooms threaten both science education and the separation
of church and state guaranteed by the U.S. Constitution. I examine the ID
movement’s failure to provide either a methodology or a functional
epistemology to support their supernaturalism, a deficiency that consequently
leaves them without epistemic support for their creationist claims.”
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11/5/09-DE/UK
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Uno spettro si
aggira per l’Europa e per il mondo: sta circolando la notizia che avrebbero
scoperto una specie fossile di circa 40 milioni di anni fa che viene
addirittura proposta come “missing link” [ma pensa un po’] fra
l’uomo e le scimmie [addirittura!]. Questa notizia, partita
dalla Germania o dall’Inghilterra, sembra abbia mandato in confusione molti
quotidiani italiani, che ripetono notizie che comunque sono già comparse
sulla stampa estera. Per chi volesse capirne di più, qui
(“Is a new adapid a
“Missing Link”?”)
c’è il tentativo di inquadrare correttamente la notizia, cioè la scoperta in
Germania di un fossile di Adapide (antenato delle attuali strepsirrine (le
forme più arcaiche dei primati); la scoperta non sembra ancora comparsa su
alcuna rivista scientifica, ma dovrebbe costituire un richiamo per un nuovo
video di D.attemborough, famosissimo e serissimo documentarista inglese.
Davvero deprimente vedere quanti
quotidiani italiani (fra cui anche Repubblica
e il Messaggero
(che addirittura ospita un penoso “dibattito” con opinioni che dimostrano
come non siano bastati 230.000 visitatori alla mostra romana su Darwin per
convincere 60 milioni di italiani – per fortuna la mostra sarà riproposta a
Milano del 4/6/09 e poi a Bari) riportano – male – questa notizia.
C’è certo ancora molto lavoro da fare per chi vuole insegnare a capire
l’evoluzione biologica ed umana; è sconcertante verificare con che
facilità circolino notizie errate o
imprecise, ma consola vedere come finalmente compaiano lettori a cui dispiace
verificare l’esistenza di tanta ignoranza presuntuosa … e reagiscono.
[Possiamo solo sperare che
l’antropologia, lo studio biologico della nostra specie, non diventi lei
l’anello mancante in una formazione culturale che ormai incredibilmente la
esclude da quasi tutte le lauree triennali nei prossimi ordinamenti didattici
universitari, compresi quelli che si occupano di insegnare l’evoluzione
biologica, come se l’evoluzione umana non fosse indispensabile per la
comprensione di un processo che coinvolge ovviamente anche la nostra specie].
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11/5/09-IT
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Forse sarà
l’effetto dell’anno darwiniano, ma anche il tentativo di un antievoluzionista
di destra (vedi qui sotto in data 3/5/09 la sua lettera al direttore di VareseNews
“Darwin e il razzismo”) di usare le lettere al direttore del giornale
di Varese per accusare ingiustamente Darwin di razzismo ha suscitato molte
lettere di protesta che hanno costretto l’antievoluzionista a chiarire che
non ce l’aveva tanto con Darwin razzista (!?) ma con gli illuministi razzisti
(il 10/5/09: “Nell'illuminismo le radici del razzismo”)!
Purtroppo non erano mancate altre accuse a Darwin, che sono state subito
respinte al mittente da altri lettori che hanno ulteriormente commentato
la sua lettera accusandolo di parlar male di Darwin senza nemmeno averlo
letto. Non sono mancate comunque lettere di appoggio di qualcuno che non si
ricordava di chi aveva conquistato dell’America; né si ricordava come…
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Ancora una lettera
al direttore di Varese News contro l’antievoluzionista Ruggiero;
questa volta a scrivere è il Presidente dell’Academia Philosophiae Naturalis
Scientia Et Ratio di Varese, che gli ricorda come non siano certo stati gli
illuministi a rovinare un mondo pacifico: “le
documentazioni storiche non mancano. I testi più famosi del mondo che
codificano, addirittura in nome del "cielo", razzismo, schiavitù,
sessismo, colonialismo, imperialismo e xenofobia, nonchè rigida divisione in
caste e classi sociali stabilite per nascita, sono: i Veda, la Bibbia e il
Corano. Tutti testi molto pre-XVII° secolo e decisamente anti-illuministici”.
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8/5/09-IT
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[Padova News] Padova:
oggi alle ore 17.00 in Aula Emiciclo dellOrto Botanico, via Orto Botanico 15,
Giorgio Manzi, Università di Roma La Sapienza e Direttore del Museo di
Antropologia G. Sergi, presenter la relazione “L’evoluzione umana ai tempi
di Darwin e oltre: una storia al plurale”.
L'incontro successivo si terra' martedi' 19 maggio alle ore 17.00,
sempre nell'Aula Emiciclo dell’Orto Botanico. Relatore della giornata sara' Telmo
Pievani, dell'Universita' di Milano Bicocca, che terra' una relazione dal
titolo “1809 2009 Abbiamo ancora bisogno di Darwin?”.
L’ultimo incontro del ciclo di conferenze invece si terra' mercoledi' 27
maggio. Sara' presente Alessandro Cerutti, dell'Universita' di
Torino, con un intervento dedicato a “La sfida e l’arte di insegnare
l’evoluzione”.
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[da Umbria.city.it] A Perugia in questi giorni si terrà
la Perugia Science Fest, all’interno
della quale si svolgeranno iniziative dedicate a Darwin e alla teoria
dell’evoluzione. Per esempio il 10 maggio alle 16:30 alla libreria
Feltrinelli si discuterà di un libro (“Compagno Darwin”) che fa talvolta riferimento a questa rassegna
stampa.
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8/5/09-USA
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[da NCSE: “Verdict
against critic of creationism”] Sembra proprio
che negli USA a scuola non si possa criticare il creazionismo nemmeno in California;
definirlo "superstitious nonsense" è
costato ad un insegnante, denunciato da uno studente, la condanna
(“The Court cannot discern a legitimate secular
purpose in this statement, even when considered in context. The statement
therefore constitutes improper disapproval of religion in violation of the
Establishment Clause of the
First Amendment”.
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7/5/09-USA
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L’NCSE sta espandendo la sua
presenza su Facebook; ora una pagina
web si aggiunge al gruppo già
esistente, con 3250 componenti.
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7/5/09-UK
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Sempre intrigante e entusiasmante (in attesa che
nuovi reperti confermino i precedenti) la discussione sui reperti scheletrici
di miniuomini con minicervello trovati sull’isola di Flores in
Indonesia. Oggi se ne parla in due articoli su Nature,
presentati nell’editor’s summary (“The Flores bones: primitive
hominin retentions or insular dwarfing?”):
“The
foot of Homo floresiensis” e “Insular
dwarfism in hippos and a model for brain size reduction in Homo
floresiensis”. Un commento su tutto in “Palaeoanthropology: Homo floresiensis from head to toe”.
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6/5/09-VA
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Nel sito cattolico SRM, che segue i
problemi del rapporto fra scienza e fede, si conclude con la terza parte (“L'equilibrio della biosfera, Teilhard de
Chardin e una creazione in divenire”) una serie di
interviste realizzate da P.Centofanti a L.Galleni, uno dei consulenti del
progetto STOQ e uno degli organizzatori del convegno organizzato a marzo
dall’Università Gregoriana, uno dei pochi davvero convinto che le
teorie darwiniane siano totalmente coerenti anche con il magistero della Chiesa. Anche se in realtà
del convegno sembra dica poco, è uno dei pochi che comunque racconta qualcosa
dopo che è evidente come sul convegno sia calato un silenzo mediatico a dir
poco sconcertante e forse anche preoccupante; preoccupa che ci siano
contrasti su un problema così centrale nel rapporto fra scienza e teologia; e
la teologia è chiaramente in difficoltà, non potendo impedire che molti
ricordino una frase di GP2 del 1996 (“la verità
non può contraddire la verità”) e un’altra di mons.Ravasi del 2005 (“Le critiche alla
teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei
teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito”), due frasi
che riguardano proprio il modo di affrontare il tema dell’evoluzione,
superando ignoranze, ma soprattutto paure, secolari.
Dell’intervista di Galleni ci sono anche due
spezzoni video nel canale di YouTube di SRM.
Nello stesso sito si riportano anche alcuni articoli
recenti tratti dall’Osservatore Romano su problemi scientifici, ma sembrano
poco argomentati e anche poco convincenti, forse perchè basati su atti di
fede, come già si capisce dai titoli (“La direzione finale del cosmo” e “Il cervello non spiega chi siamo”) e da alcune frasi poco
rispettose del metodo scientifico (che non si basa certo sul “rifiuto sistematico di ogni causalità finale” (?) o sulla “esclusione sistematica di ogni finalità naturale”).
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5/5/09-IT
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A Ferrara il 20/5 alle 21 presso il museo
civico di Storia Naturale ci sarà un dibattito sullo spinoso tema della
razza, con G.Barbujani, A.Mornign e S.Mazzotti: “La natura della
razza”. Sappiamo tutti quanto il tema richieda discussioni e chiarimenti,
e in particolare in quest’anno in cui si commemora il bicentenario di Darwin.
E’ incredibile scoprire che molti non sanno che Darwin spesso usava il
termine “razza” per indicare una “specie”; peggio comunque è trovare ancora
chi attribuisce a Darwin delle responsabilità sulle degenerazioni avvenute
nel ‘900; forse si dimentica che le stesse persone che lo accusano di
razzismo non sopportano che Darwin abbia spiegato come la nostra specie sia
imparentata con tutte le specie di primati…
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4/5/09-IT
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Si è concluso oggi a Venezia (con il dibattito “Darwin oggi: Il punto sui meccanismi dell’evoluzione
biologica”) il convegno su Darwin e l’evoluzionismo
organizzato dall’UNESCO (“BASIC ISSUES IN EVOLUTION”).
Qui gli
abstracts.
Sempre l’Istituto Veneto di
Scienze, Lettere ed Arti, che ha ospitato questo convegno internazionale,
organizzerà a Venezia per Giovedì 7
Maggio 2009 alle 17:30 unh dibattito (“Prime popolazioni umane dell'Europa”) con Guido
Barbujani e Giorgio
Manzi.
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Ottime notizie dall’ADNKRONOS
anche sulla mostra di Roma “Darwin
1809/2009”: “Sono stati 121.401 le persone che hanno visitato 'Darwin 1809 -2009', la
mostra che si e' chiusa ieri al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Affollatissimi, sempre tutto esaurito, anche gli incontri del mercoledi'
pomeriggio che ruotavano intorno alla figura del padre dell'evoluzione della
specie.”
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3/5/09-IT
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Buone notizie da Varese: suscita reazioni
il tentativo di approfittare di una “lettera
al direttore” del quotidiano on line VareseNews da parte di un candidato
sindaco di un paese del varesotto, che dirige un circolo di destra per far circolare anche
qui un’assurda accusa a Darwin di razzismo [ma Darwin non era quello che
faceva e fa tuttora inorridire i benpensanti dimostrando come sia
assolutamente certo che siamo imparentati con le scimmie..? Un po’ di
coerenza, per favore…]; due lettori infatti reagiscono oggi vivacemente: Darwin sta al razzismo
come l'elettricità alla sedia elettrica e In difesa del darwinismo.
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Piuttosto sconcertante e deprimente (e anche
poco coerente con il contenuto), il titolo (“Alternative
al fondamentalismo darwinista”) di un articolo
scritto per l’Occidentale da un medico pediatra che semplicemente
informa dell’esistenza anche dei meccanismi epigenetici. Non si capisce dove
sia e chi sia il colpevole di un fiondamentalismo a cui nemmeno accenna.
Nello stesso articolo si ripete spesso l’esistenza di una stretta parentela
non solo fra lo scimpanzè e il topo, ma anche fra l’uomo e lo scimpanzé,
confermando due informazioni che i biologi ben conoscono ma che gli
antievoluzionisti aborriscono…
[Sappiamo che molti leggono solo i titoli degli
articoli, ma qui sembra che la redazione esageri un po’…]
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2/5/09-USA
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Sembra che dal sito dei webcast dell’American Climate
Choices (delle National Academies) si possa seguire (in streaming?) il
convegno del Panel on
Adapting to the Impacts of Climate Change, che si terrà il 4/5
maggio. Nella stessa pagina sono scaricabili i video del Summit on
America's Climate Choices
March 30-31, 2009, in podcast e
in video.
Si possono anche scaricare i PDF di un paio di libretti: Understanding and Responding to Climate
Change e Ecological Impacts of Climate Change. Sarebbe molto importante che fosse molto più
chiaro e conosciuto il concetto che viene documentato nel secondo libretto: i
cambiamenti climatici sono osservabili non solo (è ovvio) nei cambiamenti nel
clima, ma anche nei meccanismi di adattamento osservabili sia in animali che
in piante. I più evidenti sono i cambiamenti di areale, meccanismi con
un’inerzia spesso maggiore dei cambiamenti, ad esempio, dei parametri fisici (temperatura, umidità)
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2/5/09-UK
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Nell’ultimo fascicolo di Nature in un articolo “Climate
crunch: A burden beyond bearing”
(PDF)
si sospetta seriamente che siamo ancora troppo ottimisti, e quindi inattivi
di fronte a un panorama piuttosto allarmante degli effetti futuri
dell’incremento dei gas serra (“The climate situation may be even worse than you think.
In the first of three features,
Richard Monastersky looks at evidence that keeping carbon dioxide beneath
dangerous levels is tougher than previously thought”). Sullo stesso fascicolo altri due articoli sul riscaldamento
globale (“Warming caused by cumulative
carbon emissions towards the trillionth tonne” e “Greenhouse-gas
emission targets for limiting global warming to 2 °C”). Se ne parla su Repubblica.
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1/5/09-IT
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Quattro premi Nobel per ricordare Darwin: Con la partecipazione di quattro premi Nobel per
la Medicina, si svolgerà a Venezia dal 2 al 4 maggio prossimi l'unico
evento in programma in Europa tra quelli organizzati dall'Unesco per
celebrare il duecentenario della nascita di Charles Darwin: «Basic
Issues in Evolution»
. Programma.
4 maggio: Web
Conference dalle 13.30
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1/5/09-USA
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[da Science] Science pubblica un importante articolo che illustra la ricerca, coordinata da Tishkoff, sulla storia
delle popolazioni africane
(“The Genetic
Structure and History of Africans and African Americans”). “We studied
121 African populations (3194 Africans), 4 African American populations, and 60 non-African
populations for patterns of variation at 1327 nuclear microsatellite
and insertion/deletion markers. We identified 14 ancestral population
clusters in Africa that correlate with self-described ethnicity and
shared cultural and/or linguistic properties”.
Sempre sullo stesso fascicolo un
commento di Ann Gibbons
(“Africans' Deep Genetic Roots Reveal Their
Evolutionary Story”)
accompagna l’articolo.
Certamente nessun ricercatore ha dei dubbi sul continente di origine dell’Homo
sapiens … possiamo sperare che su questo concordi anche chi ha una certa
resistenza ad accettare che, come già non ebbe dubbi Linneo qualche secolo
fa, anche l’Homo sapiens sia un primate con antenati comuni con le
attuali antropomorfe, antenati vissuti circa 6 milioni di anni fa. Anche su
questo i ricercatori non hanno dubbi.
Per adeguarsi all’idea si può cominciare a riconoscere che l’Homo sapiens è
comparso in Africa e da lì si è diffuso (non sempre volontariamente) in tutti
i continenti. Grandi migrazioni sono avvenute anche in Africa, come si
sospettava (“the
San bushmen led a major migration throughout Africa, spreading out
from their ancient homeland”). La ricerca ha
indagato anche sull’origine degli afro-americani (“These
people inherited, on average, 71% of their DNA from ancestors who
came from all over western Africa, 8% from other parts of Africa,
and 13% from Europeans”).
Discussione e commenti nel blog di Dienekes.
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Un altro
articolo di Science commemora oggi con soddisfazione (“On the Origin
of The Immune System”) uno dei due o tre momenti in cui durante il processo di Dover è stata contestata nel modo più
efficace la testimonianza del biochimico M.Behe, favorevole all’Intelligen
Design; dopo che aveva sostenuto che non c’erano pubblicazioni sull’origine
del sistema immunitario, gli era stata messa a fianco una pila di volumi e di
articoli peer-reviewed sull’argomento: il fatto che comunque sostenesse
davanti al giudice che erano insufficienti è costato molto caro ai
sostenitori dell’Intelligent Design, come il giudice Jones ha evidenziato
nella sentenza.
Altre informazioni su questo momento (citato da Science) del processo: pila di
libri, testi nel sito
dell’NCSE, articolo di Nature nel 2006 (“Immunology
in the spotlight at the Dover 'Intelligent Design' trial”).
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30/4/09-IT
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[da Pikaia]
Giovedì 30 aprile
alle ore 14:30 Luigi Luca
Cavalli Sforza, professore Emerito della Stanford School of Medicine, terrà
un seminario dal titolo "Evoluzione umana biologica e culturale:
le interazioni" all'Università di Milano Bicocca.
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Sembra
incredibile, ma l’Intelligent Design, che il Vaticano, nella persona
di mons.Ravasi, “ministro della cultura”, ha intenzionalmente (e forse
colpevolmente) tenuto
fuori dalla porta del convegno organizzato all’Università Gregoriana in
marzo,
rientra dalla finestra …
e che finestra!
Nonostante le critiche di F.Facchini
sull’Osservatore Romano (16/1/06
e 23/11/07)
e la condanna dell’Intelligent Design
USA, un fascicolo della rivista cattolica dedicata a insegnanti delle
superiori
(La Nuova
Secondaria n.8, 2009, Anno XXVI,
pag.45) pubblica la traduzione di un articolo
contro l’evoluzionismo (“Come
sopravvivono le falsità”) scritto da J.Wells,
uno dei massimi esponenti della Chiesa di Moon e del Discovery Institute (che
diffonde negli USA l’Intelligent Design). Questa rivista fa pubblicità
all’Intelligent Design USA, che ormai (dopo il processo
di Harrisburg/Dover) sappiamo bene come sia il buon vecchio creazionismo
biblico, ridipinto in
tutta fretta e malamente nel 1987 (“cdesign proponentsists”
è l’anello mancante magicamente ritrovato).
Mentre in Vaticano si continua a ripetere che non esiste incompatibilità fra
scienza e teoogia, ai piani bassi tutto procede come prima, se non peggio.
Saranno i piani alti a doversi adeguare? Il silenzio sul convegno alla
Gregoriana lo fa sospettare …
Sarebbe interessante che, se La Nuova Secondaria (con la consulenza dello
zoologo L.Galleni) ha tradotto un
vecchio articolo del 2001 di J.Wells, qualcun altro traducesse dal sito del NCSE
l’articolo che lo critica e lo smonta:
“Why much of
what Jonathan Wells writes about evolution is wrong?”. Anzi, sarebbe
meglio che fosse la stessa rivista, per completezza dell’informazione (e
della ragione), a pubblicargli accanto la critica puntuale all’articolo (che
sintetizza il libro “Icons of Evolution”, dello stesso autore).
Sconcerta anche il fatto che la stessa rivista aggiunga nello stesso numero,
a pag.45, un articolo simile (“Che
testi usano i tuoi figli?”) critico verso i libri di testo di
biologia italiani, scritto da un … dentista responsabile dell’Oss. Permanente
sui libri di testo (qui il resoconto del convegno
tenutosi al meeting di Rimini nel 2000, con i due rcercatori massimi
esponenti dell’antievoluzionismo italiano). Curioso leggere chi raccomandi un
nuovo libro di testo di biologia …; ma soprattutto fa venire i brividi
(pensando a quel che invece si legge sulle vere riviste scientifiche)
verificare che una rivista cattolica dedicata agli insegnanti abbia il
coraggio di informarli che
“niente, in
paleontologia dimostra la macroevoluzione“ ma anche che
“Con sicurezza al genere Homo appartengono
due insiemi: Homo sapiens (100.000 anni fa) e Homo neanderthalensis che si
pensa abbiano convissuto a lungo”. [Posso assicurare che i creazionisti biblici USA sono ben
più aggiornati sui quel che si pubblica sulle riviste scientifiche serie;
d’altronde sembra che a Milano e in Lombardia non siano necessari corsi
universitari sull’evoluzione umana, forse per non disturbare questi “esperti”
della casa editrice La Scuola di Brescia ].
Da notare che la Nuova Secondaria sta
dedicando alcuni articoli degli ultimi numeri al problema dell’evoluzione,
con editoriali del direttore (“L’evoluzionismo prima di Darwin” nel fascicolo 6,
“L’evoluzionismo darwiniano” nel fascicolo 7 e
“L’evoluzionismo dopo Darwin” nel fascicolo 8)
e articoli di un esperto come l’antievoluzionista cattolico U.FasoI nel numero 7: “La mutazione e l’evoluzione. Un contributo al dibattito”).
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28/4/09-IT
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[da Pikaia]
Dal 2 al 4 maggio prossimo
si terrà a Palazzo Franchetti, Venezia, il "Simposio Darwin 200 - Basic Issues in
Evolution"
, risultato della
collaborazione tra Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, IUBS
(International Union of Biological Sciences) e UNESCO (United Nations
Educational Scientific and Cultural Organization).
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I giornali
sono pieni in questi giorni delle notizie sulla comparsa e diffusione di una
infezione virale che si sta diffondendo molto velocemente a partire dal
Messico. Sembra che ci sia una gran corsa, in quel paese e altrove, all’uso
di mascherine per difendersi da questo nuovo virus. Sull’Avvenire si
ricorda come l’uso delle mascherine non sia una soluzione adeguata; per
fortuna nell’articolo (“Il
virus scatena la corsa alle mascherine“) non si sostiene che con questo
virus la mascherina possa peggiorare la situazione, ma si ricorda che ci
vuole materiale di qualità, che non bisogna badare a spese (“sono efficaci solo quelle di terza categoria: filtro al
carbonio e costo da 30 a 60 euro per confezione, trattengono il 90 per cento
delle particelle che potrebbero portare il virus”) e che comunque non
sono sufficienti … l’articolo fa notare anche la presenza in Messico di
“sciacalli”, che sarebbero coloro che vendono le mascherine a 25 volte il
loro prezzo.
Per chi volesse rileggersi la storia di una precedente infezione virale con
origine dai maiali, comparsa nel 1976 negli USA, puo’ leggersi (gratuitamente
on line) il libro “The
Swine Flu Affair: Decision-Making on a Slippery Disease”. Il governo USA
si organizzò per una battaglia che poi non avvenne ma che permise almeno di
realizzare una realistica esercitazione, utile per il futuro. Per prepararsi individualmente possono essere utili anche questi
due libri on line: “Reusability of Facemasks
During an Influenza Pandemic: Facing the Flu”
e “Preparing for an
Influenza Pandemic: Personal Protective Equipment for Healthcare Workers”.
Sempre sperando che la autorità sanitarie conoscano questi due altri libri: “The Threat of Pandemic
Influenza: Are We Ready?: Workshop Summary” e
“Learning from SARS:
Preparing for the Next Disease Outbreak: Workshop Summary”.
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27/4/09-USA
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Sul blog Mercatornet, S.Liaugminas, presente al convegno alla Gregoriana ai primi di
marzo, lo presenta ai suoi lettori
(“Religion
and science: “isolation is not an option”). Nell’articolo si cita il
ruolo fondamentale della lettera di GP2 a P.Coyne del 1988, per vent’anni quasi dimenticata; si
ricordano le parole iniziali del Card.Levada: “Pressed
to comment on the debate over creationist theory, the prelate said the Church
would not take a stand on a properly scientific issue. "The Vatican listens and learns," he
said.”. Anche nel finale dell’articolo si cita la
lettera di GP del 1988, che attribuiva una insolita importanza alla
separazione dei ruoli fra scienza e teologia.
[Forse è per questo motivo che nei due mesi successivi non si è più
parlato molto del convegno su Darwin alla Gregoriana? Qualcuno non
accetta l’autonomia che la scienza e in particolare la biologia e la biologia
evoluzionistica si è guadagnata negli ultimi secoli (e che si cerca di
negare, subordinandola alla teologia, nei documenti vaticani degli ultimi
decenni)?]
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24/4/09-CH
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In
concomitanza con l'esposizione "Ötzi, l'uomo venuto dal
ghiaccio" (brochure)in cartellone al Castelgrande di Bellinzona
dal 13 marzo al 28 giugno 2009, la Società ticinese di Scienze naturali
propone oggi la conferenza “Antropologia forense: tra
omicidi antichi e recenti” della dottoressa Cristina Cattaneo.
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22/4/09-IT
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E’ disponibile in internet il programma della
serie di iniziative organizzate l’11 e 12 maggio dall’Università della
Sapienza di Roma per festeggiare il bicentenario di Darwin:
“La
sapienza di Darwin; Incontri
darwiniani dal divulgativo allo specialistico”. Programma.
Sembra non sia prevista la trasmissione in streaming della iniziative,
purtroppo.
Altre iniziative associate:
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La
Bacheca del Beagle – 20 marzo, 11 maggio 2009.
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Spettacolo teatrale darwiniano presso il teatro dell’Angelo: Io,
Charles Darwin, tracce e voci della mia vita – l’infanzia, il viaggio sul
Beagle, la teoria dell’evoluzione. Giorni 11-12-13-14 maggio
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Conferenze didattiche presso le Scuole superiori:
alcune delle relazioni tenute durante il convegno potranno essere tenute, su
richiesta, nelle Scuole superiori durante l’anno scolastico 2009-2010.
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22/4/09-USA
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Un articolo dell’evoluzionista J.Coyne mette in
evidenza quello che lui ritiene sia il comportamento ambiguo di alcune
organizzazioni professionali USA, come l’NCSE (National Center for Science
Education), l’AAAS (American Association for the Advancement of Sciences) e
la NAS
(National Academy of Sciences) che preferiscono non sottolineare il contrasto esistente fra scienza e teologia,
ma prospettano che “Acceptance of the evidence for evolution can be compatible with religious
faith” nonostante si rendano magari
ben conto che “Religious faith does not depend only
on empirical evidence, it is not necessarily modified in the face of
conflicting evidence, and typically involves supernatural forces or entities”
(NAS). Spesso queste organizzazioni accettano
addirittura che “Attempts to pit science and
religion against each other create controversy where none needs to exist”
(NAS). Questo Post di J.Coyne viene ripreso e apprezzato da Pharyngula.
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21/4/09-IT
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Due conferenze dedicate al tema della
biodiversità umana dal titolo “Tutti parenti, Tutti differenti”
avranno luogo a Roma il 21 e il 22 aprile 2009.
L'iniziativa, che si
svolge sotto il patrocinio del Comune di Roma, della Provincia di Roma e
della Regione Lazio, si colloca idealmente nell'ambito delle celebrazioni per
il bicentenario della nascita di Charles Darwin. Nella sua opera sull'Origine
dell'Uomo, Darwin avanzò l'idea della fondamentale unità della nostra specie,
in quanto avente un'origine comune, contro quanti sostenevano origini e
caratteristiche separate delle diverse popolazioni. Ad affrontare questi temi
saranno due tra i massimi esperti italiani in materia: il professor Giorgio
Manzi - paleoantropologo dell’Università La Sapienza di Roma - parlerà delle
origini africane della specie Homo sapiens; e il professor Guido Barbujani -
genetista dell’Università di Ferrara - parlerà della diversità genetica tra
popolazioni umane.Luogo dell’evento: Piazza del Collegio Romano 4 – Roma
(presso il Liceo Visconti)
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Sta per cominciare a Perugia il Perugia Science Fest, nell’ambito del quale
ci sarà una parte dedicate anche a Darwin e alla teoria dell’evoluzione. In particolare la
mostra dell’originalissima iniziativa Mini Darwin alle Galápagos
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20/4/09-USA
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Su Scientific
American di maggio, oltre ad
articoli un po’ più angoscianti (Our Planet's Leaky
Atmosphere, Could Food Shortages
Bring Down Civilization?, How Hackers Can
Steal Secrets from Reflections), c’è
un articolo (“What Makes Us Human?”) di Katherine S. Pollard che ci
aggiorna sugli ultimi risultati dei confronti fra il genoma umano e quello
dello scimpanzè, alla ricerca di
quei rari frammenti di DNA (forse l’1% del genoma) che caratterizzano la
nostra specie.
Sempre sulla stessa rivista un breve articolo di Shermer, direttore di Skeptic magazine,
mette in evidenza una situazione che dovrebbe essere inaccettabile: “The Contradictions between the
Creationist Movements”;
che ci sia una notevole confusione non è comunque una novità: da tempo esiste
un manuale che permette di orientarsi. L’articolo dimostra
come ci sono creazionisti che disprezzano chi crede che l’universo sia stato
creato 6000 anni fa. Loro infatti credono che questo sia invece avvenuto ben
prima, … circa 100.000 anni fa …
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[da NCSE] Sempre brutte notizie dagli stati del sud.
Forse per fare un po’ di confusione e favorire l’approvazione di una legge
che abolirebbe l’esigenza di queste certificazioni, l‘ICR (Institute of Creation Research) ha denunciato la Texas Higher Education Coordinating Board per non aver concesso l’autorizzazione a
gestire un corso di laurea in … Creation Science. Se ne parla anche su un
quotidiano on line (e se ne discute nei commenti…): “Local Creationists Create Mammoth
Lawsuit Over State's Refusal to Allow Grad Degrees”.
Pensare che l’ICR si era spostato dalla poco ospitale California
progressista per poter fare in pace il loro mestiere di creazionisti … Per
chi ha tempo da perdere, qui ci sono le 80 pagine della denuncia.
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Sul New York Times
un’intervista (“From Studying
Chimps, a Theory on Cooking”) al primatologo Richard Wrangham sul
suo ultimo libro “Catching
Fire: How Cooking Made Us Human”. Come si
capisce dal titolo, l’evoluzione umana sarebbe merito soprattutto della
cucina (“our
large brain and the shape of our bodies are the product of a rich diet that was only available to us after we
began cooking our foods. It was cooking that provided our bodies with more
energy than we’d previously obtained as foraging animals eating raw food”).
·
Il 4/2/09 il sito
web The Pew Forum on religion and public
life
ha pubblicato un dossier sul dibattito
sull’evoluzione. Alcuni articoli sono davvero interessanti:
·
Overview: The Conflict Between
Religion and Evolution
·
The Social and Legal
Dimensions of the Evolution Debate in the U.S.
·
Religious Groups' Views on Evolution
·
Graphic: Religious Differences on Evolution (molto interessante!)
· Evolution: A Timeline
·
Darwin and His Theory of Evolution
· Fighting Over Darwin,
State by State (aggiornamento
della situazione)
Nello stesso sito il 17/4/09 è stata pubblicata un’intervista a
Francis Collins (“The 'Evidence for Belief': An Interview with
Francis Collins”),
direttore del Genome Project ma anche cristiano evangelico, sul rapporto fra
scienza e religione, che sembra gestire in modo molto originale.
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20/4/09-IT
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Sul quotidiano
online Il Sussidiario si commenta (“Il moscerino della frutta sfida Darwin.
È davvero tutto scritto nel DNA?”) una notizia comparsa il 30/3/09 nel sito web dell’università politecnica
di Zurigo, ETH-Life (“DNA isn’t everything”), e che dimostra l’esistenza di meccanismi
ereditari di tipo epigenetico, cioè senza modifiche delll’informazione
genetica contenuta nella sequenza del DNA trasmesso da una generazione
all’altra. Come si dice giustamente nella prima frase dell’articolo, “Non ci sono solo celebrazioni e dibattiti in questo anno
darwiniano: ci sono anche scoperte, risultati di ricerche, nuove ipotesi
esplicative del fenomeno dell’evoluzione”. Ovviamente questa
scoperte scientifiche sono il prodotto di un lavoro di ricerca che deriva da
una verifica continua e non ideologica del processo evolutivo che coinvolge tutti
gli esseri viventi.
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In occasione del Natale di Roma, domani l‘ingresso alla mostra "Darwin 1809-2009" sarà gratuito!
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19/4/09-USA
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[da Pikaia]
L'ultimo numero della rivista Evolution: Education & Outreach contiene un interessante saggio di Ryan Gregory sulla selezione naturale. La selezione naturale
rappresenta uno degli elementi fondanti della teoria dell'evoluzione. A
dispetto dell'importanza di questo concetto, spesso il ruolo della selezione
naturale viene frainteso, così come il concetto stesso di selezione naturale.
L'ultimo numero della rivista Evolution: Education &
Outreach contiene un interessante saggio dal titolo Understanding Natural Selection:
Essential Concepts and Common Misconceptions in cui Ryan Gregory evidenzia, avvalendosi anche di schemi che
potrebbero essere utili anche da un punto di vista didattico, come la
selezione agisce e perchè la selezione naturale è un concetto fondamentale in
biologia evoluzionistica.
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19/4/09-IT
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Fa piacere leggere
perfino su Libero dei complimenti alla genialità di Darwin. Non capita
spesso … Non è bastato nemmeno il bicentenario di Darwin: il 30/3/09
l’hanno “festeggiato” recensendo il libro di un fisico (uno dei pochi
creazionisti biblici italiani) che faceva notare come Darwin non avesse
risolto 150 anni fa un problema che non si era posto e che ancor oggi non ha
una soluzione nonostante il lavoro di qualche scienziato (“Né Darwin né 150 anni di ricerche riescono a
spiegare l’origine della vita”).
E’ bastata invece una centenaria, il premio Nobel Rita Levi Montalcini,
per far sapere ai lettori di Libero che
“La figura di
Darwin diventa tutti i giorni più importante … È un genio che ha studiato e
previsto tutto: dall’origine delle specie, alla genetica. Ai suoi tempi non si conoscevano ancora i geni ma la sua
teoria sulle mutazioni dei caratteri è stata confermata dalla genetica
moderna. Formidabile!”. D’altronde la domanda
della giornalista era certo imprudente: “Quale
ritiene sia stata l’influenza di Darwin sulla scienza?”.
Ci saranno rimasti male i lettori del quotidiano che, dal 30/3/09, erano alle
prese con il seguente dilemma “se l’origine della
vita è il presupposto filosofico e scientifico della teoria dell’evoluzione,
allora ci si deve chiedere se questa teoria non sia, in ultima analisi, un
colosso dai piedi di argilla”. Quanti avranno in questi venti giorni
capito che non era un presupposto… tanto che Darwin ne aveva fatto a meno?
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18/4/08-IT
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Anche oggi si
svolgono alcune iniziative in occasione del bicentenario darwiniano;
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a Modena
una conferenza “Evoluzione umana: problematiche
filosofico-religiose” di F.Facchini (“autore di molti libri sul tema dell’evoluzionismo
e creativismo” secondo il comunicato stampa dell’università di
Modena) organizzata dall’Accademia
Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena e dalla Società dei
Naturalisti e Matematici di Modena. Sarà possible seguire la diretta alle 16 dal sito
TV dell’università di Modena. Nel sito sono visibili alcune delle precedenti conferenze e si potranno
vedere anche le successive (Torroni): Darwinismo e darwinismo sociale (A.La Vergata), Algoritmi evolutivi (S.Invernizzi) e Darwin geologo e paleontologo (C.Papazzoni), un’intera giornata con Darwin a Modena il 21/3/09
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a Cervia.(E.Alleva
in "A proposito di Charles") dalle
16 alle 16.45 in diretta su Radio3 Scienza.
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Domani, il 19/4
una giornata su Darwin anche a Lignano Sabbiadoro, al Parco Zoo
Punta Verde, dove è stato ricostruito lo studio di Darwin.
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Nei prossimi
giorni anche ad Alghero
(dal 20/4 al 15/6) e a Sassari
(dal 23/4 al 22/5) saranno organizzate iniziative per ricordare il
bicentenario di Darwin
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17/4/09-VA
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Dagli USA giunge
una notizia che forse può spiegare almeno uno dei motivi per cui non si parli
più molto del convegno
sull’evoluzionismo (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”)
organizzato nella sede della Gregoriana da alcune università pontificie
nell’ambito del programma STOQ.
Prenmessa: responsabile principale dell’iniziativa era stato il “ministro”
vaticano della cultura, mons.Ravasi; ragionevolmente (niente di simile si
poteva trovare in Italia) aveva coinvolto nella gestione dell’iniziativa
l’università cattolica USA di Notre Dame, che si era già fatta “apprezzare”
per una posizione decisamente favorevole alla teoria dell’evoluzione (era
solita festeggiare anche il Darwin
Day, mentre i cattolici italiani e le università vaticane preferivano
ostacolare l’evoluzione culturale festeggiando R.AIberoni) e ostile al creazionismo e al neocreazionismo
dell’Intelligent Design; infatti sul loro sito web avevano subito pubblicato
una forte critica (“Darwinism and Catholicism should be
compatible”) contro
l’intervento del Card.Schönborn sul NYT del 7/7/05 (“Finding Design in Nature”), molto favorevole alle idee neocreazioniste che
caratterizzano l’ID USA; l’intervento del cardinale aveva stimolato anche un
articolo molto critico di F.Facchini, pubblicato sull’autorevole Osservatore
Romano del 16/1/06.
Impressionante (pensando all’interesse delle università cattoliche italiane
verso il dibattito sulla teoria dell’evoluzione) il modo con cui nel sito web
dell’Università di Notre Dame si spiegava
che il loro dipartimento di Biologia non avrebbe potuto competere con quelli
di Harvard o di Stanford, se mai avessero accettato le idee del Cardinale,
molto simili a quelle dei protestanti integralisti USA o dei cattolici del
nostalgico “Kolbe Center for the study
of creation”:
“If Cardinal Schönborn’s perspective became doctrine, no
Catholic university could maintain a reputable biology or science program,
because the vast majority of scientists acknowledge that overwhelming
evidence supports Neo-Darwinian evolution—Notre Dame could no longer
stand with Harvard, Stanford and other world-class institutions of learning”..
La loro
posizione era anche decisamente molto critica sull’autorevolezza del cardinale (“the
depth of his misunderstanding of modern evolutionary science must be
illustrated … Cardinal Schönborn would have us deny what we can observe”) e sicuramente concordavano (“Combining science and religion is dangerous, because science relies on observation and religion
relies on faith. God’s existence cannot be scientifically proven,
because God cannot be measured; individuals must personally accept God’s
existence on faith. Intelligent Design resurrects the antiquated notion
of biology as natural theology”.)
con la posizione che mons. Ravasi
manifestava pubblicamente proprio nel 2005 (“Le critiche
alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei
teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito”).
Come si intuisce da questa lunga premessa … l’Università di Notre Dame
deve aver combinato qualche guaio ...
Infatti, in un momento in cui sono evidenti le scintille che scoccano fra
il Vaticano e il nuovo presidente USA (che ha idee un po‘diverse rispetto al
presidente precedente e al Vaticano sulla religione, sull’aborto e sulle
cellule staminali), l‘Università gesuita di Notre Dame ha invitato il
presidente Obama per il “commencement speech”, il
17 maggio, in occasione del quale gli conferirà una laurea honoris causa in
legge …
I vescovi USA stanno attualmente chiedendo insistentemente che l‘università
gesuita di Notre Dame rinunci all’invito ad Obama. Non è quindi il momento
più opportuno per far notare a Roma che proprio questa Università aveva gestito
un mese fa con mons.Ravasi il recente convegno su Darwin e sull’evoluzione ….
né che il
In attesa di spiegazioni più convincenti … forse ci si puo’ accontentare di questa ipotesi, anche se forse sembra un po’ originale
e ardita …
La notizia circola poco in Italia, ma non è nuova: ne parlava già La
Stampa del 26/3/09 con un titolo ben poco coerente con l’articolo (“Notre Dame, l'ateneo cattolico che non
vuole Obama”); proprio
oggi se ne parla anche sul Sussidiario (“Quella laurea honoris causa che divide
l'Università cattolica di Notre Dame”), mentre il Vaticano è impegnato anche su altri fronti (La Stampa:
“Stop del Vaticano alla figlia di JFK”). Un quotidiano on line (Affari Italiani)
propone improbabili simmetrie (“Obama come il Papa: non è gradito
all'università”).
Esiste anche un sito web (“Notre Dame Scandal”)
che evidenzia l’esistenza di un “vivace” contrasto fra i 33 vescovi USA e i
gesuiti USA, che gestiscono anche questa università, la maggiore università
cattolica USA, con 8000 studenti. Qui, come esempio, si può leggere una lettera scritta da un vescovo al
rettore, il gesuita P.Jenkins. Si puo’ ricordare che anche l’università
Gregoriana, che ha ospitato il convegno, è dei gesuiti…
Per chi si vuole mantenere
aggiornato: news dai quotidiani USA.
Qualcuno
protesta anche per la richiesta mimetizzazione del monogramma HIS presente
sul leggio che userà il presidente Obama … (“Religious Symbols
Covered Up When President Obama Spoke at a Catholic University”).
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17/4/09-USA
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Sembra che in Texas
qualcuno si sia accorto del guaio che ha combinato la commissione nazionale
che ha deciso di non ostacolare l’insegnamento dell’intelligent design nelle
scuole dell’intero stato per i prossimi dieci anni. Una decina di
integralisti religiosi, in maggioranza nella piccola commissione didattica
che decide per tutti i texani, ha aperto la strada all’ingresso di libri di
testo creazionisti o neocreazionisti che potrebbero affiancare i libri di
biologia. Prima di questa decisione sarebbe stato pericoloso, per un
insegnante o una commissione didattica locale, invitare gli studenti a
leggere libri creazionisti. In Pennsylvania la commissione scolastica
distrettuale di Dover ci aveva provato, e il tribunale
l’ha condannata (anche al pagamento di un milione di dollari di spese
processuali…!) in un processo che ha anche svelato come l’ID fosse
semplicemente una mimetizzazione del creazionismo biblico.
Un articolo nel sito del NCSE (“Consequences of the flawed standards in
Texas?”) racconta di
come si stia cercando di riparare al guaio, togliendo a questa commissione
nazionale quel potere che ha usato così male, mettendo a rischio la
formazione scientifica di un’intera generazione di texani.
Attualmente ci
sono quindi ben 6 proposte di legge che intendono porre seri limiti al
potere del “Texas state board of education”: “it
is not only with respect to evolution that the board's actions have been
controversial, but the recent decision about the state science standards
seems to have been the last straw”.
Il 14/4/09 Lauri Lebo, una
giornalista che aveva scritto un libro (“The Devil in Dover”) sul processo di Harrisburg/Dover, ha
evidenziato sulla rivista Religion dispatches
(“As Goes Texas, So Goes the Nation “ - bella la fantasiosa immagine utilizzata
…ben più familiare del famoso crocoduck che i creazionisti USA vorebbero un giorno
vedere) l’importanza del Texas nell’editoria scolastica dell’intero paese,
dato che questo stato sceglie e acquista direttamente un’enorma quantità di
libri scolastici (“With the second largest textbook
budget in the nation, publishers are paying close attention”).
Per chi dubitasse della poca serietà del “Texas state board of education”
(e del dentista che la presiede), può verificare alcuni dei suoi fantasiosi
ragionamementi: Texas Board of Education Meeting:
Chairman Don McLeroy (5 Video). Qualcuno ha comunque
cercato di difendere la ragione e la scienza: Texas School Board Meeting Jan 09: NCSE
(E.Scott) Testimony (10 Video).
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Contrariamente a
quanto qualcuno potrebbe credere, c’è sempre qualche stato USA che fa di
peggio rispetto al Texas … proprio oggi un quotidiano della Louisiana
informa che al senato dello stato è stata depositata una folle proposta di
legge (“Human-animal hybrid ban sought at
Louisiana session”) che,
il senaore proponente lo ammette, "The archbishop of
New Orleans asked me to file it”. Scopo della legge è drastico: evitare “to mix human and animal cells in a
Petri dish for scientific research purposes”; certamente ignorando che questo avviene da
anni, come si ricorda in alcuni dei commenti all’articolo.
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17/4/09-IT
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[ASCA]
Seminario di Elio e le Storie Tese all’università Kore di Enna. “Elio e le Storie Tese, in collaborazione con Emanuele
Coco - docente della facolta' di Arti e Comunicazione - affrontano temi di
storia della scienza celebrando il bicentenario della nascita di Darwin
attraverso una lettura di classici di naturalisti vissuti tra il XVII e il XX
secolo. Il podcast, oltre a essere disponibile gratuitamente su internet,
erra' presentato nel corso di alcune importanti manifestazioni nazionali tra
cui le iniziative culturali del Museo Regionale di Storia Naturale di Torino
e la mostra su Darwin organizzata dall'American Museum of Natural History di
New York presso la citta' di Milano, che si svolgeranno nel mese di giugno;
il Festival della scienza di Genova che si terra' ad ottobre”.
·
Il 20 aprile a
Roma al Planetario si potrà
incontrare un personaggio che era molto famoso nel lontano 1972 … 37 anni fa.
E’ L'ultimo uomo sulla luna. Il tempo passa … l’evoluzione culturale ha
lasciato alcune strade un tempo battute (per soli tre anni, dal 1969 al 1972)
…
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[da Pikaia] Il 22 aprile, in occasione della Giornata
Mondiale della Terra, uscirà il nuovo film della Disney, dal titolo
"Earth: la nostra terra"
, per celebrare la
bellezza del nostro pianeta ma anche la fragilità di questo luogo, l’unico in
cui possiamo vivere. Qui invece il link al trailer del video.
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16/4/09-IT
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A Venezia
oggi un piccolo convegno (“Una via mediterranea all'Evoluzione”) su un teilhardiano italiano, il
geologo-paleontologo veneziano Piero Leonardi. Relazioni di Bernardi e
Galleni.
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15/4/09-IT
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Nel sito web dell’ANISN
si trovano aggiornamenti (“Evolution
megaLab: si comincia!”) sul progetto, coordinato in Italia da
G.Bertorelle dell’Università di Ferrara, dell’Evolution Megalab
, che vede come
protagonisti i giovani studenti invitati a contribuire a disegnare una mappa della variabilità
(in Italia e in Europa) di una chiocciola, la Cepaea nemoralis. Attraverso un link (oggi sbagliato) al ministero
si giunge nel sito del progetto.
Cliccando su dati attuali
si giunge a una mappa dell’Europa che riporta, georeferenziati, tutti i dati
finora raccolti. Una nuova dimensione nella raccolta di dati scientifici e la
possibilità anche per ogni cittadino di partecipare, come un ricercatore, ad
un progetto di ricerca scientifica. La continuazione della ricerca negli anni
aggiungerà poi altre dimensioni, permettendo probabilmente di seguire e
riconoscere anche gli effetti dei cambiamenti climatici sulla fauna.
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15/4/09-USA
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[da Pikaia]
un sito web interattivo e interessante realizzato dalla NSF in
occasione del 150° anno dalla pubblicazione de "L'origine della
specie" (Evolution of evolution): notizie, interviste e video di biologia,
geologia, antropologia ed altro ancora, tra cui la cronologia multimediale
di tutte le scoperte che
hanno contribuito a rafforzare la teoria dell'evoluzione dal 1770 ad oggi.
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Calendario delle iniziative per l’anno
del gorilla
(il 2009); una delle maggiori iniziative
sarà un convegno: June 9-11, Year of the Gorilla Symposium in
Frankfurt, Germany.
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14/4/09-USA
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[da Pikaia]
Imparare l'evoluzione con le animazioni. Ecco un interessante sito (in inglese) in cui potete trovare alcuni
materiali didattici e video sulla teoria dell'evoluzione. Bello un cartone
sulla vita del curiosissimo Darwin
(“Darwin
on the evolution trail”).
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Nel sito del NCSE
hanno aggiornato i loro strumenti di informazione rapida: oltre al RSS Feed ora c’è anche un Evolution Education Update
che inviano ogni
settimana a chi si iscrive per essere aggiornato sulla novità
dell’antievoluzinismo (soprattutto battista) USA.
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14/4/09-TR
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[da Hurriyet
Daily News] All’università Sabanci di Istabul è iniziata una serie
di conferenze ("Darwin
and Beyond") in occasione del bicentenario di Darwin. Programma.
Poster. La prima lecture
è stata fatta il 19/4 da Daniel Dennet
(“Darwin’s Strange
Inversion of Reasoning”).
Come si legge in un precedente articolo (“Celebrating
Darwin’s birthday”, del 23/3/09) sullo
stesso quotidiano “The discussions over Darwin in Turkey call to mind the
medieval period: scientific facts versus religious dogmas. The age of the world, its
protection against the sun, modern physical laws and the evolution of human
and animal species cleared the way for critical minds. Darwin should be
discussed in this perspective”. Un altro articolo nella stessa data (“Monkey
business”) ricorda la deprimente iniziativa antievoluzionista gestita
addirittura dal vicepresidente del CNR turco.
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13/4/09-IT
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In occasione del
bicentenario darwiniano l’università di Siena e la scuola superiore santa Chiara
organizzeranno il 10/13 dicembre 2009 un convegno (“Evolution: Intersecting
Natural and Social Sciences”) che pongono all’intersezione fra evoluzione
organica e scienze sociali, con particolare interesse per:
·
bioeconomics and evolutionary
mechanisms in social and natural sciences
·
behavioural evolution and
comparative studies of animal societies
·
human nature and human culture:
crossroads of evolution
Fra gli oratori
per ora previsti: E.Boncinelli, S.Bowles, L.L.Cavalli Sforza, M.Feldman,
M.Ghiselin.
Hanno dato il loro sostegno al
convegno, oltre alla indispensabile banca locale, la SIBE, l’UZI, Pikaia e il
J.of Bioeconomics.
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12/4/09-IT
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[da Pikaia]
Nell’ambito delle iniziative dell’Ateneo di Tor Vergata in occasione
del 2009, “anno darwiniano” nel quale ricorrono 200 anni dalla nascita di
Charles Darwin e 150 anni dalla pubblicazione de L’origine delle specie, la
Facoltà di Lettere e Filosofia ed il Centro Interuniversitario ResViva
propongono una serie di
conferenze
(Biondi, Cassata, Galloni, Pollo,
Caianello, Stanzione) che partiranno il 14 aprile, relative all’impatto
della teoria darwiniana sul pensiero e la ricerca scientifica contemporanea,
anche sulla base dell’evidenza che dalla teologia non arrivano contributi di
conoscenza, tanto è vero che “alla teologia non
rimane che aggiornare sé stessa sulla base delle nuove scoperte”.
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11/4/09-IT
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Qualche giorno fa
(27/3/09) erano state pubblicate nel sito web La Scienza in Rete le
sintetiche valutazione di un paio di antropologi (Biondi e Rickards) che
erano intervenuti al convegno su Darwin organizzato dal Vaticano alla Gregoriana:
“Evoluzione in Vaticano”.
Molto chiara la loro valutazione sul contributo della teologia (nullo), rispetto a quello della scienza (“solo le scienze sono autorevoli”) alla conoscenza
e alla comprensione del funzionamento del mondo. Ricordano anche un dato
spesso intenzionalmente trascurato da chi incontra molte difficoltà ad
aggiornarsi continuando a non capire, dopo 150 anni, che solo la teoria
dell’evoluzione permette di spiegare sempre più e sempre meglio ciò che
riguarda la biologia: “l'etologia ha ormai
dimostrato che anche la radice della nostra morale è di natura evolutiva,
perché la ritroviamo nei primati non umani”.
Alla breve (e un po’ schematica) valutazione fanno seguito alcuni commenti
anonimi piuttosto critici e una risposta, un po’ più curata…, degli autori.
Interessante l’ultimo commento di un lettore, che contesta l’opinione degli
autori, escludendo che “Una spiegazione scientifica
… possa … falsificare o dimostrare una considerazione teologica, spirituale”.
La frase non può che evidenziare la difficoltà di dimostrare una “considerazione teologica” e quindi quasi si
conferma l’opinione degli autori, secondo i quali la posizione della teologia
è "assolutamente inconciliabile"
con quella della scienza. Nel commento si preferirebbe comunque l’uso del
termine “incommensurabile”....
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10/4/09-UK
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Sul New
Scientist un articolo
(“The battle for Turkey's soul”) racconta della sconcertante censura che
avrebbe colpito un articolo sul bicentenario darwiniano che avrebbe dovuto
comparire nel numero di marzo della rivista (“Bilim ve Teknik “) del
CNR turco (TÜBITAK). In realtà ci sono ricostruzioni diverse degli
avvenimenti, e secondo quella ufficiale del 16/3 ("March
Issue of Bilim ve Teknik”), che non corrisponde con le prime
opinioni della direttrice della rivista, si sarebbe trattato di un errore
della direttrice della rivista e non di una censura del vicepresidente del
TÜBITAK. Anche se la ricostruzione ufficiale dimostra quanto il TÜBITAK abbia
fatto per diffondere
il pensiero di Darwin fra i turchi, è ben noto che solo il 25% dei turchi
crede nell’evoluzione biologica, un valore che si pone in una zona fra le
percentuali che troviamo nei paesi occidentali e i valori (ben più bassi) che
si trovano nei paesi islamici (in Egitto siamo all’8%). La Turchia è l’unico
paese europeo in cui si insegna il creazionismo nei libri di scienze delle
superiori dal 1985. Ci sono comunque gruppi di biologi evoluzionisti che si
stanno dando da fare nel gruppo Darwin
2009. Questa iniziativa censoria è stata comunque positiva in quanto ha
spinto molti scienziati a protestare: : "The positive side was that it
revealed the sensitivity of our scientific community to the autonomy of
science". In Italia invece certi sconcertanti convegni
di creazionisti biblici sembra passino (forse è meglio così, per vari
motivi…) sotto silenzio nonostante il ruolo degli organizzatori e la sede in
cui avvengono.
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10/4/09-IT
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[da Pikaia]
E' da qualche giorno in edicola l'ultimo numero della rivista Le Scienze (Aprile 2009, n. 488). Interessanti articoli di numerosi autori,
stranieri ed italiani; un articolo di
T.Pievani ci ricorda le basi
biologiche dell’altruismo.
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9/4/09-IT
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Darwin Day a
Bari il 23/4 nell’Aula Magna
“Aldo Cossu” – Palazzo Ateneo, Piazza Umberto I, 1, con i seguenti
interventi:
· Vittorio Pesce Delfino – Antropologo, Università
di Bari: 5 viaggi e 3 processi per un intelligent design
· Ferdinando Boero – Zoologo e biologo marino,
Università del Salento: L’evoluzione dell’evoluzionismo
·
Francesco D’Alpa –
Neurofisiologo clinico, Catania: La Chiesa contro Darwin
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8/4/09-VA
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Sembra che si
riesca a capire perchè non si sa molto dei risultati del lungo convegno sulla
teoria dell’evoluzione svoltosi un mese fa alla Gregoriana; ci si aspettava
che questo convegno potesse/dovesse chiarire se anche la Chiesa cattolica,
come quella anglicana, avesse finalmente ammesso di non aver capito
molto della teoria dell’evoluzione. Anzi …
a differenza degli anglicani … continua a confonderla con il fatto dell’evoluzione; quando si supera questa confusione, magari si
crede che la teoria che oggi spiega meglio il fatto dell’evoluzione si basi
principalmente sul caso (come dimostra la strana ma diffusa idea che “Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione”)
[o magari sul caos come qualcuno molto autorevole in Vaticano sostiene da anni,
facendo un bel po’ di confusione].
Sembra infatti che si intenda azzerare lo spazio finora dato agli esperti
convocati da mons.Ravasi alla Gregoriana e pubblicizzare invece le iniziative
organizzate dagli ultimi giapponesi, che ancora rifiutano di accettare un
concetto forse troppo facile da capire: nessuna teoria scientifica può essere
sostituita da una semplice critica; ce ne vuole una migliore.
La nostra specie è sapiens, non è quindi stupida, e ha imparato ad
avanzare con grande prudenza; l’origine da specie di primati arboricoli ha
infatti insegnato ad evitare di tagliare il ramo a cui si è appesi prima di
averne trovato uno migliore e più solido.
Chi non l’ha capito organizza una festa alla scienza in quel di Trento il
15/16 maggio … in un istituto di Salesiani. Qui il programma
.
Curiose le citazioni di un biologio molecolare esperto di biologia evoluzionistica
come F.Collins negli abstract. Fra l’altro ben selezionate, se si ricorda che
P.Cantalamessa, il predicatore del Papa, aveva invece preferito farne
ascoltare al Papa (il 07/03/2008)
un’altra, ben più ragionevole e preoccupante: “I giovani cresciuti in famiglie e in
chiese che insistono in questa forma di creazionismo - ha scritto lo
scienziato credente Francis Collins, direttore del progetto che ha portato
alla scoperta del genoma umano - presto o tardi
scoprono la schiacciante evidenza scientifica in favore di un universo assai
più vecchio e la connessione tra loro di tutte le creature viventi per il
processo di evoluzione e di selezione naturale. Quale terribile e inutile
scelta si trovano davanti!...Non c’è da meravigliarsi se molti di questi
giovani voltano le spalle alla fede, concludendo di non potere credere in un
Dio che chiede loro di rigettare ciò che la scienza insegna loro con tanta
evidenza intorno all’universo naturale”. Interessante affiancare questa preoccupazione con le statistiche
(da USA ToDay) che indicano un aumento
dell’agnosticismo negli USA.
In queste poche parole F.Collins fa capire quanto sia assurda l’idea che sia
invece la teoria dell’evoluzione ad essere ostile; secondo F.Collins è vero
proprio il contrario.
Stupisce, chi ancora si vuol stupire…, che sia proprio un’agenzia stampa
vaticana (“Un festival della scienza sull’ipotesi del
Creatore”)
e un giornalista, che è
anche “docente” in una delle università che partecipano al progetto che ha
organizzato il convegno alla Gregoriana, a fare pubblicità ad un convegno che
contesta quello organizzato solo un mese fa dal Vaticano. [ … forse è per
quello che non se ne parla più? Da notare anche che non è il primo convegno
che i creazionisti organizzano in questi mesi per tirare il Vaticano per la
tonaca)].
Sembra anche strano che non sia stato invitato nessuno del Pontificio
Consiglio della Cultura, come era avvenuto anche al convegno creazionista
organizzato a Roma dal CNR [?] il 23/2/09.
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8/4/09-IT
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Il Bioparco di
Roma annuncia su La Repubblica di Roma che, in
occasione dei festeggiamenti del bicentenario della nascita di Charles
Darwin", 160
studenti di architettura e ingegneria provenienti da tutto il mondo hanno
creato cinque installazioni architettoniche sul tema dell'evoluzione: "Le
installazioni rappresentano le tappe di un ideale percorso sull'evoluzione e
saranno visibili fino al 9 giugno 2009”
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Nel sito di TGCOM Libri viene presentato (“Darwin, l’evoluzione e il capitano”) un libro (“Peter Nichols, L'onda lunga
dell'evoluzione,
edito da Effemme”) che presenta sotto un punto di vista nuovo il viaggio
di Darwin sulla Beagle, quello del capitano Fitzroy.
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7/4/09-IT
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In occasione del
secondo centenario della nascita di Charles Darwin e del 150° anniversario della
pubblicazione della prima edizione della sua opera più importante,
"L'origine delle specie", l'Istituto Italiano di Antropologia
organizza, in collaborazione con l'Università di Roma "La
Sapienza", il convegno: "Darwin 2009: una prospettiva evolutiva sulle
emozioni"
Il convegno vuole mettere l'accento sull'importanza dei processi evolutivi
della sfera emotiva ed espressiva, sia per l'ominazione (il nostro ieri) che
per la comunicazione (l'oggi).
Tra i relatori si notano: Bernardino Fantini (Presidente dell'Istituto
Italiano di Antropologia, Université de Genève), Randolph M. Nesse
(University of Michigan), Telmo Pievani (Università di Milano Bicocca),
Alexander Rosenberg (Duke University), Michael Ruse (Florida State
University), Klaus Scherrer (Université de Genève), Elliot Sober (University
of Wisconsin). Il convegno avrà luogo
nei giorni:
o
27 Aprile- Aula
Magna dell'università di Roma "La Sapienza"
o
28 e 29 Aprile-Aula
Gini, Facolta' di Statistica dell'Universita' di Roma "Sapienza"
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6/4/09-USA
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The Society for the Study of Evolution
ha messo in You
Tube un video realizzato in febbraio in cui si mostrano alcuni importanti
ricercatori che festeggiano il compleanno di Darwin. Da notare con piacere (a
55” dalll’inizio del video) la
presenza anche di un astronomo e sacerdote cattolico, P.Gorge Coyne,
allontanato un paio di anni fa dalla direzione della Specola Vaticana per
limiti di età e per motivi di salute.
Qualcuno sospettava che l’allontanamento fosse dovuto al fatto che fosse uno
dei pochi che in Vaticano aveva capito, e quindi apprezzava, la teoria
dell’evoluzione; P.Coyne ha avuto occasione di confermare questa sua opinione
favorevole in molti articoli, molte conferenze, molte interviste. Forse
troppe (per qualcuno) … ma comunque sono state insufficienti (secondo altri)
... Nel video si nota anche F.Ayala,
un evoluzionista che ha partecipato al recente convegno alla Gregoriana.
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5/4/09-FR
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[da Pikaia]
La rivista Comptes Rendus Biologies rende omaggio a Darwin con un numero speciale
(Volume 332, Issues 2-3, February-March 2009): numerosi i temi affrontati,
dalle idee di E. Haeckel al conflitto tra evoluzionismo e creazionismo
negli USA, fino a moderni studi di filogenesi.
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4/4/09-VA
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Si è chiuso alla
Gregoriana un convegno su “Endogenous
Processes and Causation in Brain and Behavioral Sciences”. Nel
sito SRM hanno promesso che in questo caso non staranno zitti, ma “Lunedi 6 aprile
pubblichiamo un articolo sui tre giorni di studi, e una intervista ad SRM del
Prof. Marc Jeannerod”. L’argomento forse
imbarazza meno
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4/4/09-IT
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All’Università
di Sassari dal 23/4 una serie di conferenze sulla teoria dell’evoluzione.
Programma.
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A Modena
continuano le iniziative per discutere dell’evoluzione biologica, ogni sabato
alle 16 a partire da oggi (La Vergata, Facchini, Torroni, Mancuso,
Ferraguti). Programma.
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Su Repubblica
un articolo di Marta Nussbaum (“In
cosa sbagliano i darwinisti”); tutto l’articolo riguarda la presunta
impossibile separazione fra stato e chiesa e il fastidio che danno alla
chiesa (e alle persone religiose) i fautori dell’antireligione di ispirazione
scientifica. Forse M.Nussbaum si stupirebbe se vedesse la profondità
culturale, scientifica e religiosa di
questo intervento del card.Martino;
sicuramente saprebbe trarne un altro interessante articolo, probabilmente
molto diverso, ma forse contenente una frase simile: “una risposta simile è così svuotata di naturale curiosità che
mortifica l’umanità e compromette il progetto di costruzione di uno stato
fiorente e poliedrico fondato sul rispetto per ogni essere umano”.
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3/4/09-IT
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Al Museo
regionale di Scienze naturali di Torino, alle 17.30 inaugurazione
della mostra ‘La scimmia nuda’
, che rimarrà aperta fino
al gennaio 2010. La mostra sarà accompagnata da una serie di iniziative presentate
in una brochure: programma
del Darwin Year torinese.
Da ricordare che Torino fu la culla dell’evoluzionismo italiano, grazie allo
zoologo Filippo
De Filippi e alla sua famosa conferenza “L'uomo e le scimie” (11/1/1864); il testo della conferenza permette
di capire le idee che circolavano fra gli scienziati italiani 145 anni fa,
che subito in gran parte accettarono con gioia la nuova interpretazione del
processo evolutivo, che meglio spiegava le evidenti relazioni fra gli esseri
viventi.
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2/4/09-IT
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Inizia oggi presso
l’Accademia delle scienze di Torino il convegno ‘Darwin e l’evoluzione dell’uomo’..
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Sul Riformista
si può leggere la recensione (“LIBERE CELLULE IN
LIBERO STATO NO AI DOGMI DI DIO E DNA”) al libro “Nè Dio nè genoma” di Kupiec e Sonigo,
scritta da Giulio Giorello.
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Sull’Avvenire
un altro commento all’articolo di T.Pievani comparso sull’ultimo numero
di Micromega (“L’evoluzione addomesticata ovvero come Ratzinger vuole
annettersi Darwin”). Il primo era stato pubblicato il 4/3/09 (“DARWIN: CHI CHIUDE LE PORTE AL
DIALOGO”), ma quello di oggi
(“Darwinisti,
maestri d’intolleranza”) è certamente più autorevole: essendo scritto da
F.Facchini si presta poi ad ulteriori riflessioni, che si aggiungono a quelle
già fatte il 4/3 sul precedente articolo. In particolare l’articolo sembra proprio confermare il cambiamento
di opinione, nel corso degli ultimi anni, di alcune delle principali voci
della Chiesa che conoscono questi temi.
Tanto è vero che per commentare la frase “La teoria
scientifica di Darwin viene piegata verso una concezione filosofica della
natura che esclude la trascendenza” basta citare una frase, sempre di
F.Facchini, che a suo tempo aveva fatto arrabbiare Dembski dell’ID e
probabilmente anche qualcuno in Vaticano; era il 16/1/06 e F.Facchini scrisse
sull’Oss.Romano un articolo (“Evoluzione e creazione”) per criticare l’articolo del card.Schönborn
comparso sei mesi prima sul NYT del 7/7/05. Qui come antropologo e scienziato criticava la
sbandata del cardinale verso l’Intelligent Design, spiegandone il pericoloso
errore di fondo “… così non
si fa scienza. Ci portiamo su un piano diverso da quello scientifico. Se
il modello proposto da Darwin viene ritenuto non sufficiente, se ne cerchi un
altro, ma non è corretto dal punto di vista metodologico portarsi fuori
dal campo della scienza pretendendo di fare scienza”. E’ chiaro che nel 2006 non pensava che
fosse da intolleranti, ma da esseri razionali, che la scienza escludesse la
trascendenza.
La frase scritta oggi fa quindi parte di un modo nuovo di vedere la scienza e
soprattutto la teoria dell’evoluzione; oggi, dopo il discorso di Regensburg
del 16/9/06, è diventato invece normale criticare chi volesse “escludere a priori un allargamento
della razionalità”.
Spiace verificare che solo 3 anni fa anche F.Facchini distinguesse i due
piani (“Ma così non si fa scienza. Ci portiamo su un piano diverso da quello
scientifico”), mentre oggi ha altre priorità. Non diversamente da mons.Ravasi, che
prima di Regensburg, nel 2005 pensava fosse
ragionevole pensare che “Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano
assolutamente ai teologi. E‘ un
settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la
verità attraverso lo spirito”. Questo concetto da tempo, da dopo
Regensburg, non lo ha più ripetuto, purtroppo.
Sconcertante comunque leggere la frase “Certe
posizioni [quelle di chi “esclude a priori
un allargamento della razionalità“] di fatto
sono preclusive al dialogo”, e ricordare che
la frase è davvero molto simile a quella detta dal direttore della
conferenza, P.Leclerc, che aveva giustificato così, il 5/3/09 al giornalista
dell’AP (“Vatican-backed Rome conference on
evolution snubs intelligent-design and creationist groups”) l’esclusione a priori dei creazionisti
dalla conferenza: la loro posizione "non
scientifica, né filosofica, né teologica rende il dialogo molto difficile se non impossibile".
Riguardo all’intolleranza di cui si lamenta fin dal titolo F.Facchini,
si potrebbe anche ricordare ai lettori assidui di quel quotidiano una frase
RECENTE, del 25/2/09, scritta dal direttore dell’Avvenire nella
risposta ad un lettore antievoluzionista e proprio riguardo a Darwin e alle
sue idee:
“presunta
«scientificità» dell’evoluzionismo darwiniano“, “La
mentalità scientista, retaggio di un positivismo ottocentesco e massonico,
sta facendo breccia nell’opinione pubblica grazie a una «cultura» in pillole,
senza contraddittorio, riversata da giornali e tv, «cultura» più simile ad
una subcultura che niente ha a che spartire con la vera formazione delle
coscienze”.
[Questa è l’”informazione”
“tollerante” che è arrivata con il quotidiano
della CEI nelle chiese e nelle case dai cattolici italiani 40 giorni fa, solo
10 giorni prima del convegno su Darwin organizzato dal Vaticano per
“dialogare” con la scienza. Sembra proprio che il dialogo all’interno della
Chiesa sia un’esigenza prioritaria … dato che i contrasti sembrano
maggiori rispetto a quelli che si son visti al congresso; stupisce che
nessuno ci provi, a cominciare dai laici esperti di biologia].
Fra l’altro si può notare che qui il direttore dell’Avvenire audacemente
valuta negativamente (ma a posteriori, quando è quasi impossibile
sbagliarsi!) proprio “il livello scientifico”
di migliaia di biologi evoluzionist, mettendo un po’ in difficoltà
F.Facchini, che forse si era dimenticato della vivacità del direttore
dell’Avvenire..
Se è ben noto che da sempre l’obiettivo dell’ID è proprio un allargamento
della razionalità per far spazio alla metafisica (come chiarisce bene la Wedge Strategy del Discovery Institute), oggi si sospetta che
la Chiesa cattolica abbia problemi di dialogo … sia con i creazionisti che
con gli scienziati, che semplicemente sanno che “non è
corretto dal punto di vista metodologico portarsi fuori dal campo della
scienza pretendendo di fare scienza”.
Se a F.Facchini dispiace che “il livello
scientifico della conferenza della Gregoriana sia stato duramente criticato
da Telmo Pievani prima ancora che la conferenza si svolgesse”, potrebbe sicuramente
aiutarlo a capire perché mai negli ultimi anni ci sia stato un evidente
cambiamento delle posizioni della Chiesa sul tema dell’evoluzione biologica;
potrebbe anche aiutare, lui che era uno dei partecipanti, a capire
perché nessuno dei responsabili della
conferenza e nessuno dei partecipanti abbia ancora fatto capire se sia uscita
qualche novità (positiva o negativa) da un’iniziativa che certamente è costata
cara alla Templeton Foundation (che ha contribuito al 50% delle spese) ma
soprattutto era nata per sfruttare l’occasione del centenario per un
chiarimento.
Sembra invece che non si sia data soddisfazione all’ottimismo
di S.Magister del 9/3/09, né alle attese di G.AuIetta. Basta ricordare
cosa si aspettava dal convegno G.AuIetta,
uno degli organizzatori (“chiarire i punti problematici e i problemi fra la teoria scientifica e la
filosofia e la teologia) … e confrontarlo con
quello che ha detto poi a un giornalista (che gli ha posto domande davvero
da intollerante, tanto da far reagire l’intervistato!) sui risultati: “la teoria dell’evoluzione è essa
stessa in evoluzione” (Tempi.it:
“A
Darwin ciò che è di Darwin”).
L’unico ad esporsi (oltre alla breve intervista citata, a G.AuIetta il 16/3/09)
è stato uno degli oratori, un collega paleoantropologo (Darwin in «Vaticano»), che ha anche messo in evidenza (come già aveva fatto
l’8/10/08
il teologo V.Mancuso) l’evidente assurdità di un Teilhard de Chardin “quasi
martire” dell’incertezza della Chiesa sulla teoria dell’evoluzione, una
scoperta scientifica che ha risolto problemi enormi per l’umanità, ma che
sembra continui invece, incomprensibilmente, a crearli alla Chiesa cattolica
(mentre quella anglicana il 16/9/08
aveva finalmente capito che da 150 anni non aveva capito bene .. e si è
scusata).
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Nel sito SRM continuano a pubblicizzare (involontariamente?)
l’attività di creazionisti biblici (“Né Darwin né 150 anni di ricerche
riescono a spiegare l’origine della vita"). Oggi invitano a leggere
(“La nascita e lo sviluppo di sistemi biologici
complessi, come le cellule, partendo da situazioni di caos, spiega l'autore,
non sono spiegabili, nè è stato possibile ricostruirli scientificamente in
qualche modo in laboratorio. ... “)
un articolo su Libero
(“Né Darwin né 150 anni di ricerche riescono a
spiegare l’origine della vita”) in cui si recensisce il libro di un fisico creazionista biblico. Egli
approfitta del fatto che Darwin non avesse detto nulla sull’origine della vita
(né avrebbe potuto, dato che era un ricercatore serio) per comunicare la sua
grande scoperta: “Darwin non ha detto nulla
sull’origine della vita”.
Ovviamente non tutti capiscono quale effetto (nessuno) possa avere questa
ovvietà sulla teoria dell’evoluzione (su cui Darwin ha invece scritto e
dimostrato molto).
L’articolo comunque dimostra che per criticare la teoria dell’evoluzione
bisogna conoscere e criticare la teoria dell’evoluzione, e non l’origine
della vita. Certo è probabile che un fisico preferisca lavorare sotto il
lampione, scrivendo sugli argomenti che conosce meglio; se trova qualcuno che
lo pubblica, poi il problema è di convincere qualcuno a leggere quel libro …
Darwin comunque ha acceso un bel lampione … ma da un’altra parte …
Forse nel sito SRM dovrebbero raccontare qualcosa di interessante sul
convegno della Gregoriana. Oppure potrebbero intervistare l’inviato del
Pontificio Consiglio della Cultura (e Coordinatore Esecutivo del Progetto
STOQ), don Tomasz Trafny, che rappresentava mons.Ravasi al convegno
antievoluzionista, alternativo a quello del Vaticano, organizzato proprio
dieci giorni prima, il 23/2/09, addirittura al CNR [?] dai creazionisti biblici
del cattolicissimo “Kolbe Center for
the study of creation” (sono intolleranti
anche questi o verranno perdonati?).
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2/4/09-IN
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[da Pikaia]
Sono disponibili online tutti gli articoli del volume speciale del Journal of Genetics (Volume 87, Number 4), interamente dedicato
alla teoria dell'evoluzione: Special issue - Evolutionary genetics: 150 years
of natural selection
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1/4/08-USA
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[da Pikaia]
Sono liberamente accessibili online tutti gli articoli dei numeri di febbraio, marzo e aprile della rivista Evolution
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1/4/09-USA
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[da NCSE]
Si è conclusa con una sconfitta la serie di audizioni che ha portato alla
decisione del Texas state board of education sui programmi e i testi di scienze per i
prossimi 10 anni. Se anche non è stata accettata la frase che avrebbe dovuto
dimostrare il successo dei neocreazionisti dell’Intelligent Design (che
ricordano insistentemente la necessità di insegnare “weakness
and strength”...), una frase ricorda che è necessario insegnare "all sides of scientific evidence".
Qui
una dichiarazione della presidente della NCSE, Eugenie Scott ("The final vote was a triumph of ideology and politics
over science, The board majority chose to satisfy creationist
constituents and ignore the expertise of highly qualified Texas scientists
and scientists across the country. This is a setback for science education
in Texas, not a draw, not a victory. The revised wording opens the door
to creationism in the classroom and in the textbooks. The decisions will not
only affect Texas students for the next ten years, but could result in
watered-down science textbooks across the U.S. There's a reason
creationists are claiming victory."”). In effetti molte società scientifiche si erano mobilitate in difesa della
razionalità.
Non essendo riusciti a imprimere il loro marchio, i creazionisti della
commissione hanno insistito a modificare tanti punti particolari, aprendo
comunque la strada a testi e ipotesi che non accettano il metodo scientifico.
Da non dimenticare
poi che “According to a 2008 study ["Evolution
and Creationism in America's Classrooms: A National Portrait" from PLoS
Biology 2008; 6 (5)], 16% of US science teachers believe humans were
created by God in the last 10,000 years.".
Ad
esempio (“Universe's
age erased from Texas school science standards ”) hanno fatto
togliere la frase che ricordava di insegnare “il
concetto di un universo in espansione che ha avuto origine circa 14 miliardi
di anni fa”; come si sa in Italia frasi così esplicite contro il creazionismo
non sono mai comparse nei programmi scolastici, dove ministri cattolici sono
riusciti ad eliminare dai programmi perfino la teoria dell’evoluzione,
introdotta per la prima volta solo nel 1979, 30 anni fa.
Per avere un’idea di questa commissione, ci sono alcuni video in cui il dentista
che la presiede mostra di contestare molti fatti dell’evoluzione, fra cui
l’origine comune degli esseri viventi, un fatto oggi dimostrato ma già
sospettato nel 1700; tanto è vero che
che non ha creato nessun problema al card.Ratzinger, che nel 2004 ha
firmato un documento (“Comunione
e servizio”) che l’accettava (al punto 63).
Curioso notare una differenza importante: nel Texas i creazionisti cristiani
nel dubbio evitano di credere a quei i fatti (come l’origine comune degli
esseri viventi) che rendono poi quasi inevitabile l’accettazione della teoria
dell’evoluzione; in Italia si assiste invece all’approvazione dei fatti … ma
al rifiuto di accettarne le conseguenze (fra cui l’inevitabile stupore degli
scienziati per l’incoerenza che consegue …).
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1/4/08-IT
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Un circolo
futurista (?) romano (Casa
Pound) organizza una breve contestazione alla mostra Darwin 2009 a Roma.
Stupiscono alcune delle frasi del volantino (“Non farti condizionare da credenze popolari e
superstizioni”, “Poniti le domande”,
“Interrogati su ogni questione”, “Non dare nulla per scontato”, “La scienza e la cultura devono rifiutare ogni spiegazione
irrazionale”) che sembrano indicare l’obettivo di modificare il
significato delle parole che anche gli scienziati usano ogni giorno.
Curioso quindi il fatto che si esalti un italiano che contesta … spiegazioni
razionali. Fra l’altro è vero che ha scritto un libro disponibile in rete per
contestare Darwin, ma … quasi nessuno l’aveva mai sentito nominare!
Consola comunque pensare al grande successo della mostra, che ha il doppio
dei visitatori rispetto al previsto. Speriamo che il successo continui poi
anche a Milano del 4 giugno e a Bari, dove poi la mostra riaprirà.
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Inizia oggi ad
Asti il XIX convegno nazionale di Primatologia, con una presentazione
di G.Barsanti sulle conoscenze dei primati dal 1500 alla metà del 1800 (“The Man of the Woods: A little history of the
Great Apes from Gesner
to Darwin”).
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30/3/09-IT
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Sul Corriere
un dialogo fra G.Giorello ed E.Boncinelli (“UN PIERCING CONTRO
LA TIRANNIA DEI VALORI”)
sulle relazioni fra biologia e arbitrio nella nostra specie, con un breve
accenno al possibile ruolo del peccato, magari accompagnato dal successivo
perdono, come giustificazione di ogni comportamento. Nell’articolo citano
anche alcuni libri sull’evoluzionismo usciti da poco: “Lo
scimmione intelligente”, “La
scimmia pensante”, “Darwin
e l’anima”, “Vita
di Charles Darwin”. Qui
altri libri su Darwin.
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[da Pikaia]
Festival Internazionale del Video, del Film e del Documentario Scientifico, Milano
30/3/2009 - 5/4/2009, Spazio Oberdan, viale Vittorio Veneto 2. PROGRAMMA
. Il 30 marzo sarà interamente dedicato a Darwin: Il bicentenario di Darwin, viaggio tra le specie
viventi e nella storia dell’uomo.
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In occasione
del secondo centenario della nascita di Charles Darwin e del 150°
anniversario della pubblicazione della prima edizione della sua opera più
importante, "L'origine delle specie", l'Istituto Italiano di Antropologia
organizza a fine mese , in collaborazione con l'Università di Roma "La
Sapienza", il convegno "Darwin 2009: una prospettiva evoluzionistica
sulle emozioni".
Programma. Abstracts.
Il convegno avrà luogo nei giorni: 27 Aprile- Aula Magna dell'università di
Roma "La Sapienza"; 28 e 29 Aprile-Aula Gini, Facolta' di
Statistica dell'Universita' di Roma
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Libero news in un articolo
(“Né Darwin né 150 anni di ricerche riescono a
spiegare l’origine della vita”) riesce a dire bene (“lascia una traccia immortale nel cammino della scienza”) e male (“questa
teoria non è in grado di raccontare l’evento più importante“) di Darwin in una breve recensione di un libro in
cui un fisico creazionista spiega la chimica dell’abiogenesi pensando di
smontare con argomenti che non sono pertinenti la teoria dell’evoluzione.
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Nel sito dell’ Almanacco della Scienza del CNR si
può leggere una serie di articoli su ricerche attuali che fanno riferimento
alle ricerche critiche stimlate dalla teoria dell’evoluzione di Darwin:
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L’evoluzione, una rivoluzione!
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Nelle
rocce i segreti delle trasformazioni della Terra
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Dai
tecnosauri informatici ai computer quantistici
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L’obesità?
E’ scritta nel nostro Dna
·
Un
pomodoro ogm più sicuro e salutare
·
Metti la
semantica nel motore (di ricerca)
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Come
evolvono le religioni?
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29/3/09-I
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[da Pikaia] Il Corriere dedica un'intera pagina
(pag. 46) a Darwin e alla salute attuale (buona) della teoria
dell’evoluzione: "Il vecchio Darwin è ancora in buona salute" e "Alla ricerca del «disegno intelligente»" di F.Porciani e "Solidali per selezione" di A.Carioti. Interessante verificare
nell’ultimo articolo, che cita il prossimo libro di O.Franceschelli (“Darwin e l' anima”),
come sia invece scorretto presentare, come si legge in un articolo pubblicato
proprio oggi dall’agenzia vaticana Zenit, in modo ideologico e falso
il comportamento dei primati, animali sociali
(“se
discendiamo dalle scimmie perché non dovrebbe essere valida anche per noi la
"morale" delle scimmie (e qui, allora si scopre che molte
specie animali hanno comportamenti omosessuali, sono poligame,
infanticide, che uccidono o abbandonano gli esemplari più deboli o
anziani...)?”. Non c’è poi da stupirsi se qualcuno poi crede che si
possa confondere tutti i primati con
altre “specie animali” e che la realtà sia così semplice e brutale.
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Anche il museo
civico di Storia Naturale di Cremona inaugura una mostra
sul bicentenario darwinianano, aperta fino al 14/6/09.
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28/3/09-IT
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E’ stato
recentemente pubblicata (18/3/09) una versione rivista ed ampliata (Darwin in «Vaticano») di quello che sembra finora l’unico commento
di G.Manzi, uno dei paleoantropologi partecipanti al convegno sul’evoluzione
che si è svolto alla Gregoriana ai primi di marzo.
Da allora infatti non se ne è più parlato, e anche mons.Ravasi, dopo aver “incrociato gli sguardi”, come suo desiderio, con
i numerosi scienziati esperti che aveva invitato al convegno, oggi ha
preferito non esprimersi e alzare gli occhi al cielo dedicandosi quindi
all’astronomia approfittando delle celebrazioni galileiane. La prima versione
di queste riflessioni, pubblicate l’11/3 su “Il
Riformista” sono state commentate, ma solo dal corsivista dell’Avvenire
(“Fede
e ragione: Darwin il gesuita e il giocoliere”), che non ha
apprezzato (come già era successo alle citazioni fatte da Galleni e Da
P.Leclerc al convegno) la citazione di Teilhard de Chardin, censurato dalla
Chiesa con un Monitum
addirittura post-mortem e descritto come uno che voleva fare troppe cose
insieme [troppo interdisciplinare? Avrebbe certo da insegnare molto a
qualche teologo che parla di evoluzione senza capirla…].
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28/3/08-VA
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Ieri si è
aperto il nono Forum del Progetto culturale promosso
dalla Chiesa italiana. L’Osservatore Romano (“Chi
orienta la scienza”) pubblica ampi stralci della
prolusione del Card.Ruini, da cui si capisce come mai non si parli più del
convegno sull’evoluzione organizzato da mons.Ravasi. Le opinioni
sull’utilizzazione del metodo scientifico per la spiegazione del mondo reale
infatti non concordano, e incredibilmente lo sviluppo delle conoscenze e la
riduzione dello spazio che spesso veniva riempito con un Dio tappabuchi viene
visto come una calamità. Sembra quasi che un’interpretazione scorretta e
primitiva del mondo naturale fosse necessaria, e lo sia tuttora, per evitare guai
all’umanità (o alla religione cattolica?):
I segni e le cause di questa mutazione del concetto di
uomo sono in realtà facili da individuare. Si tratta anzitutto di una
certa interpretazione dell'evoluzione cosmica e biologica, per la quale il
soggetto umano non sarebbe altro che un risultato dell'evoluzione stessa:
certamente il suo risultato più alto, almeno per ora e nella piccola porzione
dell'universo da noi meglio conosciuta, ma pur sempre un risultato omogeneo a
tutti gli altri, in particolare agli animali superiori a noi più vicini nelle
linee evolutive. All'interno di questa cornice, ma anche come sua in certo
senso autonoma conferma, sta assumendo crescente rilievo
un'interpretazione delle neuroscienze che, facendo leva sulla stretta
connessione, che indubbiamente esiste e viene sempre meglio determinata e
precisata, tra l'attivazione delle diverse aree, strutture e architetture del
nostro cervello e le attività conoscitive e volitive, tende a ridurre la
nostra intelligenza e la nostra libertà a funzioni dell'organo cerebrale,
quindi in ultima analisi a funzioni della materia-energia di cui è composta
tutta la natura….. sono anzitutto questi risultati quelli che assicurano
l'attenzione della società e ormai una vera leadership culturale al mondo delle
scienze. Sembra fondata la tesi che una nuova e ingente rivoluzione è da poco
iniziata, in particolare con gli sviluppi delle biotecnologie, e che essa ci
condurrà - anzi ci sta conducendo - in tempi sostanzialmente brevi a
traguardi sconvolgenti e largamente imprevedibili.
Curiosa e poco realistica invece la frase “l'evoluzione
potrebbe essere sottratta ai ritmi lentissimi della natura e affidata
invece a quelli rapidissimi della tecnologia”; come tutti sanno
l’evoluzione della nostra specie da almeno due milioni di anni, ma
soprattutto negli ultimi 10.000, è soprattutto guidata dall’evoluzione
culturale; quelli che a volte sembrano lenti sono non i tempi della natura
(non ci stiamo preoccupando per l’innalzamento del livello dei mari entro
iporssimi 100 anni?), ma quelli dell’evoluzione culturale un po’ in tutte le
religioni. Per quanto riguarda quella cattolica, sappiamo che l’accettazione
di una ovvia spiegazione dei processi evolutivi (non è un obbligo…!) tarda
ancora a venire dopo 150 anni di continue conferme.
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27/3/09-IT
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Oggi alle 18 al Museo
Civico di Paleontologia di Maglie nel Salento, ci sarà una conferenza su
un poco noto martire … dell’evoluzionismo: “Giulio Cesare Vanini, Un
filosofo-scienziato salentino nell’epoca di Galileo”; interverranno il
prof. Francesco Paolo Raimondi e il prof. Franco Tommasi, Università del
Salento. Vanini nacque a Taurisano, in Terra d’Otranto, presumibilmente nel
gennaio del 1585, da una famiglia benestante e compì studi accademici di
diritto civile e canonico a Napoli. Tra le sue opere va ricordato il "De admirandis naturae reginae deaeque mortalium
arcanis libri quatuor" in cui nel dial. XXXVII del Liber
III, affronta con spregiudicata modernità il tema su "De
prima hominis generatione". Perseguitato dall'Inquisizione, fu
scomunicato e condannato al rogo, dopo aver subito torture, nell'agosto del
1620. Qui un sito web (Giulio
Cesare Vanini) con le informazioni
necessarie per approfondire le conoscenze su uno dei primi che osò, a sue
spese, ipotizzare che la specie umana avesse avuto origine da specie
precedenti, un’idea che ancor oggi scandalizza qualcuno. Per fortuna,
nonostante il Vaticano non rifiuti la pena di morte, ormai non la utilizza da
un bel po’ di tempo.
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Il Museo regionale
di Scienze naturali di Torino, organizza venerdì 3 aprile, ore 12.00,
la conferenza stampa di presentazione della mostra di rilevanza
internazionale ‘La scimmia nuda, che aprirà nel pomeriggio stesso alle 17.30.
L’inaugurazione della mostra coincide con la chiusura del convegno ‘Darwin e l’evoluzione dell’uomo’ che si tiene a Torino il 2–3 aprile presso
l’Accademia delle scienze.
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Sempre in Piemonte
e quasi in contemporanea, ad ASTI dal 1’ al 3 aprile si terrà il XIX Convegno nazionale dell’ Associazione Primatologica Italiana. Il convegno si aprirà l‘1 aprile con una presentazione di Giulio
Barsanti sulla storia della conoscenza dei primati prima di Darwin (“The Man of the Woods: A little history of the
Great Apes from Gesner
to Darwin”).
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27/3/09-VA
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L’agenzia Zenit
informa che mons.Ravasi ha presentato il volume "Galileo e il
Vaticano", che permette di avere un "giudizio
obiettivo da parte degli storici" che fa sì che la Chiesa possa
entrare "in un confronto vivace e più pacato
con la scienza". MPe chi si occupa di evoluzione e vede
impostazioni ed errori simili è abbastanza triste sentire che mons Ravasi
ammette che “il lavoro svolto ha potuto porre fine
all'"errore soggettivo dei giudici di Galileo, incapaci di distinguere
tra il dato di fede, ossia 'le verità
necessarie per la salute' spirituale",
e la "cornice espressiva legata a una cosmologia contingente, allora
vigente e di matrice tradizionale". Magari sarebbe anche una
buona notizia sapere che l’astronomia allora (e forse anche la teoria
dell’evoluzione oggi) disturbavano 'le verità
necessarie per la salute' spirituale [?!].
Purtroppo è una brutta notizia pensare che bisognerà aspettare ancora secoli
prima che anche per l’evoluzionismo si potrà dire (con GP2, di poter “lasciarsi alle
spalle le macerie di un passato infelice, generatore di una "tragica e reciproca
incomprensione e si aprisse un orizzonte libero da ogni "opposizione
costitutiva tra scienza e fede"".
[Il “reciproca” forse stona un po’,
comunque. Soprattutto nel caso dell’evoluzionismo, dove è evidente che la
confusione e la conseguente incomprensione su un problema, che riguarda
comunque più la salute fisica che quella spirituale, sta soprattutto da una
parte. Nulla di nuovo o strano: tanto è vero che lo aveva tranquillamente
ammesso lo stesso mons.Ravasi nel 2005, quando aveva detto che la teoria dell’evoluzione non
era affatto era un problema che riguardasse i teologi].
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Sempre un articolo
dell’agenzia Zenit riporta un ulteriore intervento (“Antropologia cristiana
contro nichilismo e derive tecno-scientiste”) critico verso il convegno
alla Gregoriana, evidenziando concetti che per qualcuno non sono stati
adeguatamente affrontati e presentati durante un’iniziativa che non aveva
saputo lanciare il messaggio corretto. Interviene così il card.Ruini,
per cui “la causa prima dell’emergenza educativa
va ricercata nella “mutazione del concetto di uomo”. Per molti infatti il
soggetto umano non sarebbe altro che un
risultato della mera evoluzione;
mentre un’interpretazione delle
neuroscienze ridurrebbe l’umanità a funzioni dell’organo cerebrale e le scienze empiriche
considererebbero l’uomo solo come un ‘oggetto’ materiale”. [Sempre
che il discorso sia stato riportato correttamente, data l’assenza di
virgolette]
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L’Osservatore
Romano pubblica l’introduzione
di mons.Ravasi al libro su G.Galilei. Sembra che si ricordi del convegno di
un mese fa (“un importante simposio sul tema
dell'evoluzione biologica, convocando in un dialogo diretto scienziati di
ogni estrazione ideologica, confessionale o agnostica, filosofi e teologi”)
ma non ha nulla da dire sui risultati o le conseguenze. Ora rivolge,
insieme a Galilei, gli occhi al cielo, nonostante la citazione di una frase
di Galilei: “infinita è la turba degli sciocchi,
cioè di quelli che non sanno nulla".
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Il Sussidiario
diffonde anche in Italia una notizia, che già circolava nei primi giorni di
marzo, sulla possibile bancarotta della Chiesa cattolica USA (“USA
- Pronta una legge che può mandare in bancarotta la Chiesa”) nel caso
venisse approvata una legge che rende perseguibili comportamenti individuali
riprovevoli ma spiegabili da impulsi provenienti dall’organo cerebrale, una
dimostrazione della natura non solo spirituale degli impulsi che influenzano
l’azione di quelli che si pensa siano i migliori esponenti della nostra
specie (e di chi potrebbe controllare
il loro operato).
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26/3/09-USA
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[da Pikaia] Finora poco era noto poco dei fondamenti
neurali della religiosità.
Dati nuovi vengono da un lavoro pubblicato su PNAS da un gruppo di neurologi e psicologi di vari
istituti americani: Dimitrios Kapogiannis, Aron K. Babey, Michael Su,
Giovanna Zamboni, Frank Krueger e Jordan Grafman. Cognitive and neural foundations of religious belief. PNAS, Vol. 106 no. 12: 4876-4881.
Dell’importanza della mente fra I
criteri di distinzione fra l’uomo e gli altri animali, il genetista gesuita
P.Serra aveva recentemente (Civiltà Cattolica del 21/2/08) scritto un
articolo (“A 150 anni dall'Origine delle
specie di Darwin”), dove sembrava desse per già approvate le
somiglianza con i primati superiori che gli scienziati hanno dimostrato negli
ultimi 150 anni, riducendo l’imporanza di molte delle differenze che, secondo
la Chiesa, avrebbero dovuto essere risolte ad un livello molto superiore a
quello strettamente biologico.
Nell’articolo di P.Serra sembrava di capire che ci si potesse adeguare alla
situazione, per cui oggi, solo “L'enigma della mente
e della coscienza, esclusivo della specie umana, deve essere risolto ad un
livello molto superiore a quello strettamente biologico, che non potrà mai
fornire una spiegazione convincente”.
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25/3/09-VA
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L’Avvenire
cita un articolo dell’Osservatore
Romano che accusa la stampa italiana di una rappresentazione errata e
caricaturale della prolusione
del card.Bagnasco, che non aveva parlato di scontro di civiltà o di
culture, ma del “fronteggiarsi di due culture” (come se avesse parlato di
dialogo o di “incontro fra due culture”); è sufficiente rileggere come le due
culture venivano da lui presentate (tutto il bene da una parte e tutto il
male dall’altra) per capire che c’è stata una manipolazione ma, non
eccessiva. Soprattutto il contrasto con precedenti posizioni è evidente se si
confronta questo discorso con quelli (perfino quelli più recenti) di
mons.Ravasi, ma soprattutto se lo verifichiamo alla luce delle preoccupazioni
di GP2 nel 1988.
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24/3/09-USA
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Un altro intervento
interessante di Jerry Coyne sul suo blog “Why evolution is true”,
dove si può leggere la sua risposta alla domanda “Must
we always cater to the faithful when teaching science?”
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24/3/09-IT
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Su La Stampa
un articolo (“La teoria dell’evoluzione non è farina
del suo sacco. Così la copiò dalle lettere che gli inviava Wallace”) invita gli antievoluzionisti a immaginare una
situazione in cui dovrebbero parlare male del wallacismo invece che del
darwinismo (termine coniato da Wallace). Per fortuna ora abbiamo una versione
più recente e aggiornata, che comprende anche il mendelismo e il contributo
di tanti altri ricercatori.
L’articolo cita un libro recente (di Roy Davies: “The Darwin Conspiracy”) in cui
si sostiene che Darwin abbia
utilizzato le idee contenute in un paio di lettere che ricevette da Wallace
quando era in Indonesia. In realtà Darwin ebbe la prima intuizione della
selezione naturale nel 1837/38 (quando Wallace aveva 14/15 anni), e lo
dimostrano i suoi taccuini.
Non c’è comunque alcun dubbio che “Se Alfred Russell Wallace nel
marzo 1858 avesse inviato la lettera - contenente le quattromila parole del
Ternate essay - alla Natural History Society anziché a Charles Darwin, oggi
parleremmo di wallacismo e non di darwinismo”.
Qualcuno
forse oggi apprezzerebbe anche certi aspetti un po’ sconcertanti del
comportamento e del pensiero di Wallace in tarda età, quando fu attratto
dallo spiritismo, come si racconta in questo articolo
(“Darwin, Wallace e il caso della Pensione
Civile”),
o quando in una pubblicazione del 1869 aveva sostenuto che “un´intelligenza superiore ha guidato
lo sviluppo dell´uomo in una ben precisa direzione e per uno scopo speciale”, facendo arrabbiare Darwin (“Spero che non abbiate del tutto
assassinato la vostra e mia creatura”).
Il supposto plagio non è una novità, ogni tanto ritorna:
se ne era già parlato su Repubblica del 29/12/08, ma il 7/1/09 la stessa Repubblica aveva
pubblicato un articolo critico di PG Odifreddi ("Darwin, il plagio inventato")
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23/3/09-VA
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Da un articolo
dell’AGI (“LAICITA’: BAGNASCO, IN ATTO SCONTRO TRA
RAGIONE E PREGIUDIZI”)
sembrerebbe di capire il motivo dell’improvviso silenzio su Darwin del
Vaticano dopo il convegno alla Gregoriana. Sono uscite solo poche righe
antievoluzioniste dall’Avvenire, in risposta ad un articolo di G.Manzi.
Secondo l’articolo di oggi (che ha un pessimo titolo, non supportato affatto
dal testo scritto del cardinale, che non parla di
“scontro fra
ragione e pregiudizi”) sembra che oggi nella sua prolusione al
Consiglio Episcopale Permanente il card.Bagnasco abbia chiarito che “la mancata condanna [?!] della Chiesa alle teorie di Darwin non puo’ essere letta come una
benedizione a “un’interpretazione esasperata e
unilaterale del paradigma evoluzionistico”. [?!] . Un articolo
dell’agenzia ASCA sembra meno drastico (“Bagnasco: scontro non tra civilta' ma
tra due concezioni ragione”).
In realtà solo una parte della frase è virgolettata e sembra quindi che la
prima parte sia solo un interpretazione giornalistica, anche se forse
ragionevole, dato che in alcuni punti dell’intervento si presenta un
contrasto con la teoria dell’evoluzione ben più forte del contrasto vissuto
con G.Galilei; la versione integrale del discorso (“Prolusione card. Bagnasco al Consiglio
permanente CEI” –
doc.orig.fonte
CEI) non parla infatti di una prevista condanna, anche se le sue parole
non lasciano dubbi che “vari segnali ci rendano
vieppiù avvertiti che il trapasso culturale dentro al quale ci troviamo vada
assumendo il carattere di un vero e proprio spartiacque”
.
Ed ecco qui di seguito la scena da mezzogiorno di fuoco (o forse da
crociata?) prospettata dal responsabile della CEI. Sembra un attacco a
freddo, dato che non mi sembra che si siano stati motivi di contrasto al
recente convegno alla Gregoriana, organizzato per “dialogare”.
Non si giustificherebbe altrimenti una rappresentazione così drammatica,
tipica di chi ha perso la pazienza e forse anche qualcos’altro:
”Chi, tempo addietro, paventava uno scontro di
civiltà, facendolo magari derivare in parte da divaricanti matrici
religiose, oggi si trova dinanzi agli occhi una situazione alquanto
diversa, e non necessariamente più complessa da descrivere: Si
fronteggiano sostanzialmente due culture
riferibili all’uso della ragione. Al centro di entrambe c’è – come sempre
– una specifica risposta alla domanda sull’uomo. Da cui discendono due
diverse, per molti aspetti antitetiche, visioni antropologiche.
·
Su un
versante c’è la cultura che considera l’uomo come una realtà che si
differenzia dal resto della natura in forza di qualcosa di irriducibile
rispetto alla materia.
·
Nell’altro
versante, invece, si esplica una cultura per la quale il soggetto umano è un
mero [?] prodotto dell’evoluzione del cosmo, ivi inclusa la sua
autocoscienza [?]. In quanto risultato
di un processo evolutivo mai concluso, l’uomo sarebbe solamente un
segmento di storia [?], sganciato cioè da
qualunque fondamento ontologico permanente e comune a tutti gli uomini, privo
quindi di riferimenti etici certi e universali” [?]
La “traduzione” che fa il Corriere
di queste “belle” parole è un po’ cruda e “medioevale” ma forse rende il
senso profondo del pensiero del cardinale, che in realtà aveva presentato
un’immagine in bianco e nero (con tutto il nero da una parte sola) non
adeguata a ua situazione di dialogo: “Secondo
Bagnasco, quindi, il vero scontro di civiltà è quello fra credenti e non
credenti. Non quindi un conflitto fra culture religiose diverse, ma tra chi
fa discendere l'uomo da Dio, e da chi lo colloca nel mezzo di un'evoluzione
ancora in corso «nell'esasperato paradigma evoluzionista».
Questa sintesi un po’ troppo brutale, che sembra persino sconfessare i
possibili contributi della Chiesa alla comparsa della scienza, può sembrare
una semplice fotografia della realtà per chi è all’esterno della Chiesa (e in
particolare di quella italiana); per chi è all’interno è invece un invito a
schierarsi al più presto dalla parte giusta. Sembra comunque un po’ strano
l’invito a contrastare Cavalli Sforza in un momento in cui si moltiplicano
anche in Italia le occasioni di contatti e anche contrasti con altre
religioni (si pensi all’incontro di
Sibiu
del 2007 o all’immigrazione da paesi musulmani).
Anche un cattolico devoto come AccattoIi ha capito che sull’evoluzionismo c’è
molto nervosismo e nel suo blog ritiene di dover dare “un consiglio al
card.Bagnasco”: avrebbe fatto meglio a evitare “due
passaggi – al paragrafo 3 – che hanno sapore polemico e nei quali gli
interlocutori non potrebbero riconoscersi”.
Impressionante comunque verificare ancora una volta quanto fosse stato
preveggente GP2 nella sua preoccupazione che la Chiesa arrivasse a questo
punto di rottura senza nemmeno un
tentativo razionale per evitare questo disastro. Una tale sottovalutazione (“mero prodotto
dell’evoluzione…”,?!])
di un processo evolutivo di 14 miliardi di anni, o il giudizio su persone ben
diverse da altre che certo oggi rappresentano meglio il “nichilismo gaio e trionfante” è davvero originale e inconsueta.
Nella lettera a P.Coyne del 1988 (un documento non ufficiale ma
comunque frutto di una profonda riflessione) GP2 si mostrò molto preoccupato
per l’inadeguatezza della preparazione culturale dei teologi di fronte alle
grandi scoperte della scienza, che forse solo in GP2 (ma forse non nel
card.Bagnasco) destavano stupore e ammirazione (“I
biologi molecolari hanno studiato la struttura della materia vivente, le sue
funzioni e i suoi processi di moltiplicazione. Essi hanno scoperto che tutti
gli organismi della terra hanno alla base gli stessi costituenti i quali
compongono sia i geni sia le proteine da essi codificate. E' un'altra
impressionante manifestazione dell'unità della natura”).
Di fronte a questi successi, che ammirava, GP2 aveva fiducia e rispetto
per le competenze, l’affidabilità e la serietà degli scienziati, molti dei
quali aveva accolto nell’accademia delle scienze pontificia.
Fra questi scienziati ci sono tuttora esperti che potrebbero illustrare a
mons.Bagnasco dove sbaglia, a partire dal fatto che l’Homo sapiens è
DAVVERO un breve, anzi brevissimo segmento della storia dell’universo
(200.000 anni su 15.000.000.000 anni sono lo 0,001% del tempo); lo sappiamo
da poco, ma sono ormai 60 anni che lo sappiamo, per cui bisognerà farsene una
ragione e prevedere una sedia o un trono per chi dovesse aspettare per quasi
14 miliardi di anni il momento adatto per creare l’uomo a sua immagine e
somiglianza (se lo avesse fatto prima gli evoluzionisti un giorno si
sarebbero accorti del trucco …..
Che ne è delle preoccupazioni
di GP2 nel 1988? (“In questo processo dobbiamo
superare ogni tendenza regressiva che porti verso forme di riduzionismo
unilaterale, di paura e di autoisolamento”, “perché non potremmo sperare che le scienze di oggi,
unitamente a tutte le forme del sapere umano, possano corroborare e dar
forma a quelle parti della teologia riguardanti i rapporti tra natura,
umanità e Dio?”, “I cristiani non
potranno non assimilare le idee prevalenti riguardanti il mondo, idee che
oggi vengono influenzate profondamente dalla scienza”, “Il problema è urgente. Gli sviluppi odierni della scienza
provocano la teologia molto più profondamente di quanto fece nel XIII secolo
l'introduzione di Aristotele nell'Europa occidentale”).
Non si è fatto nulla e si sono persi 21 anni.
Curioso ricordare che 2 anni fa il Papa era stato criticato per una sua
vecchia citazione di Feyerabend,
che sosteneva che ai tempi di G.Galilei sarebbe stata la Chiesa ad essere più
rispettosa delle prove scientifiche allora disponibili.
Sembra che il card.Bagnasco abbia invece creato una situazione
imbarazzante, da cui difficilmente il Papa potrà uscire … rispettando sia gli
attuali dati scientifici oggettivi che l’attività svolta dal suo ministro
delle cultura (che nel 2005 aveva già detto che la teoria dell’evoluzione
non era affatto era un problema che riguardasse i teologi).
Certamente a mons.Ravasi devono essere fischiate le orecchie se ha letto,
in alcuni siti cattolici, le accuse di “complesso di
inferiorità nei confronti della cultura laica, caratteristico di chi non si
sente sicuro delle proprie idee cattoliche” lanciate contro chi “in campo cattolico, rifiuta l’evoluzionismo filosofico, ma
accetta sul piano scientifico la teoria dell’evoluzione” da un docente
dell’Università Europea al convegno creazionista biblico da lui organizzato
nella sede centrale del CNR il 23/2/09 (per contestare il convegno alla Gregoriana
organizzato anche … dalla metà pontificia dalla sua stessa università …!?).
Mons.Ravasi ha capito cosa stia succedendo? La spiegazione più
ragionevole è che lo accusano forse di aver tenuto fuori i creazionisti e i
neocreazionisti dell’ID dal suo convegno? Da allora non ha più aperto bocca
su questo problema.
Le dichiarazioni degli organizzatori del congresso contro l’ID sono
chiare anche se non tutti le conoscono. P.Leclerc, direttore del convegno e
professore di filosofia della natura alla Gregoriana ha detto, il 5/3/09 in un’intervista all’Associated
Press, che gli esponenti dell’ID non sono stati invitati in quanto
l’Intelligent Design non è una prospettiva scientifica, nè filosofica, né
teologica, per cui il dialogo è molto difficile se non impossibile.
Conoscendo questa premessa, è comprensibile che il card.Bagnasco abbia
espresso in modo colorito il dissenso proprio e della CEI verso “l'esasperato paradigma evoluzionista”, anche perché
il convegno ha dimostrato che parte della chiesa vede grossi rischi nel
continuare a contrastare anche l’ovvio.
Solo così si capirebbe perchè, dal dialogo,
le due culture riferibili all’uso della ragione
sono passate a fronteggiarsi … dopo solo due settimane…?!
Qui un’intervista alla radio Vaticana del 13/2/09 sul dialogo sui temi
dell’evoluzione (“Padre Leclerc: non contrapporre
creazione ed evoluzione”).
Parole non autorizzate?
Questi fatti (e altri citati qui sotto) dimostrano che il confronto nella
Chiesa sembra aspro ma in realtà c’è chiaramente un bel po’ di ignoranza sui
fatti, che porta a una inevitabile confusione sui termini. Forse per questo
mons.Ravasi nel 2005 era convinto che il problema dovesse essere
discusso e risolto dagli evoluzionisti, che di solito almeno capiscono di
cosa parlano.
Poi ha cambiato idea e ha cercato di discuterne … ma non dice ancora oggi
come sia finita.
Fa impressione rileggere oggi un corsivo dell’Avvenire dei primi del
mese (5/3/09: “Darwin e la fede: creduloni e
furbacchioni”), quando
il corsivista rimprovera l’autore di un articolo su Repubblica del 3/3/09 su
quelle che sembrano grandi novità
nella Chiesa («Scoppia la pace tra Chiesa cattolica e
Darwin»).
Si può leggere una frase che farebbe rabbrividire l’editore del suo giornale,
il presidente della CEI, card.Bagnasco, che oggi preferisce “fronteggiarsi”: “che il
darwinismo come teoria scientifica dell'evoluzione non sia incompatibile con
la fede, è ammesso di fatto da almeno un secolo; basterà citare
l'opera dei due gesuiti Teilhard De Chardin e Vittorio Marcozzi”.
L’editore dell’Avvenire sarebbe invece molto più contento della risposta
data dal direttore dell’Avvenire il 25/2/09 ad un lettore che parlava male
della teoria dell’evoluzione (citando la “presunta «scientificità» dell’evoluzionismo darwiniano”
o l’ “eversione della logica a cui può condurre una
superficialità di massa, pronta a digerire acriticamente le tesi intorno alle
quali i mezzi d’informazione tendono a uniformarsi”).
Sembra che sulla teoria dell’evoluzione non ci
siano indicazioni chiare; ognuno è
comunque certo che le sue idee siano quelle giuste … anche se
non si capisce nemmeno se parla di evoluzione (un’ipotesi già presente nel
1700) o di teoria dell’evoluzione (un’idea e una teoria ancora piuttosto
claudicante nel 1859 – i sostegni erano ancora scarsi e un po’ di fede era
ancora necessaria … -, ma poi ripetutamente confermata nel secolo
successivo).
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23/3/09-USA
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Sul S.Francisco
Chronile si racconta (“High court rejects evolution suit
against Cal”) che si è
conclusa alla Corte Suprema USA, dopo 4 anni, un’iniziativa legale intentata
da una creazionista biblica al sito web “Understading evolution” gestito dall’università di Berkeley. La signora si sentiva danneggiata
da una frase contenuta in una pagina del sito, dove si leggeva che il
darwinismo non era incompatibile con la religione. I tribunali di livello
inferiore avevano sentenziato che la signora non aveva ricevuto danni
significativi da questa frase. La signora, prevedibilmente, è moglie di un
avvocato. Se ne parla anche nel sito dell’NCSE.
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Su American
Scientist un’interessante intervista
a J.Coyne sul suo ultimo libro, “Why
Evolution Is True”, in
cui cerca di far scoprire che la teoria dell’evoluzione non mangia nessuno,
per cui non bisogna averne paura (“people
everywhere may share my wonder at the sheer explanatory power of Darwinian
evolution, may face its implications
without fear"). Il libro è anche conseguenza di una sua
scoperta: “I realized when I
started teaching that nobody ever taught the evidence for evolution, which is
wide-ranging and cool”.
Nella sua esperienza ha anche notato che “I don't
know of any challenge to evolution that's ever come from a non-religious
person … all creationists share four beliefs: that God exists, that he
intervened in the development of life, that one of these interventions was
the creation of humans, and that some traits or species are too complex to
have evolved”.
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Il Clergy Letter Project, l’associazione di circa 1000 religiosi
protestanti ed ebrei USA che difendono l’insegnamento della biologia
evolutiva e della teoria dell’evoluzione, ha appena aperto un sito web (“Teach them science”) per collaborare nella difesa
dell’insegnamento corretto delle scienze e della biologia nel Texas, dove un
creazionista che dirige la commissione scolastica statale (a maggioranza
creazionista) si sta preparando a modificare i programmi scolastici. Alcuni
video con interventi del presidente della commissione, Don McLeroy, e della presidente del NCSE, Eugenie
Scott, sono disponibili anche qui (cercare “Texas”).
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23/3/09-UK
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Un articolo della Reuters
(“Darwin, vita dorata a Cambridge con
lavapiatti e lustrascarpe”) riferisce che ci sono sempre nuovi documenti consultabili nel sito Darwin Online: ora sono
saltate fuori anche alcune “newly re-discovered student bills from Christ's College, Cambridge”. Dalle note delle spese quotidiane si riesce a
scoprire qualcosa di nuovo sulla sua vita da studente a Cambridge.
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23/3/09-IT
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A Torino
questa sera alle 21 si può assistere, nell’ambito del programma
del Darwin Year torinese, alla
proiezione del film “E l’uomo creò Satana” (“Inherit
the wind” è il titolo originale) che racconta, con qualche libertà,
l’ultimo processo (Processo
Scopes, Scopes
trial) contro un docente per il semplice fatto di insegnare l’evoluzione
a scuola, avvenuto negli USA nel 1925. Come sappiamo gli ultimi processi che
si sono svolti negli USA riguardano i tentativi di insegnare qualcos’altro in
alternativa o oltre alla teoria dell’evoluzione (qui
si trovano info sul recente processo di Harrisburg/Dover, conclusosi con una
sentenza di condanna della commissione scolastica di Dover che aveva cercato
semplicemente di invitare gli studenti ad andare a leggere un libro di cui i
creazionisti avevano riempito la biblioteca scolastica).
Il prossimo 3 aprile a Torino, culla dell’evoluzionismo italiano grazie allo
zoologo Filippo
De Filippi e alla sua famosa conferenza “L'uomo e le scimie” (11/1/1864), aprirà la mostra “La scimmia
nuda”, inizialmente installata a
Trento, dove ha avuto grande successo) e poi spostatasi a Udine.
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22/3/09-IT
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Sull’Avvenire
un paio di articoli che riguardano anche l’evoluzione umana. Si parla di
Biologia e di genetica e,
inspiegabilmente, forse senza pensarci, si parla male, e parecchio, dei
meccanismi che hanno prodotto la specie umana. Forse per questo si evita di
parlare di Dio, ma si evita pure di parlare dell’evoluzione, e si forniscono
quindi notizie importanti senza inquadrarle né nelle conoscenze attuali della
biologia e nemmeno nel processo evolutivo. Nel primo articolo (“Genoma: Il mistero delle pagine bianche”) si parla sia del junk DNA che del DNA che si
occupa del controllo dell’alltività o della repressione dell’informazione
genetica, meccanismo alla base del differenziamento cellulare e di alcune
riposte all’ambiente.
Nel secondo (“DaIIapiccola:
«Siamo solo agli inizi. Occhio allo screening facile») si presenta invece
come drammatica la situazione del DNA di ogni essere umano: “Se mi facessi l’analisi genomica, troverei centinaia di
migliaia di variazioni dalle quali emergerebbe la mia predisposizione
verso le malattie più disparate. E siamo tutti, esattamente, nella
stessa condizione. Perciò uno screen genomico di tutta la popolazione
umana servirebbe in primo luogo a farci morire di paura, e le malattie
psicosomatiche dilagherebbero, se qualcuno non ci spiegasse subito che tutte
quelle variazioni sono per lo più innocue”. Sarebbe interessante che
il genetista medico spiegasse se qualcuno ha qualche colpa per questa
degenerazione di una specie che qualcuno crede sia stata creata perfetta e da
poco tempo. E invece altre notizie angoscianti: “Chiunque
di noi possiede, nel proprio imperfetto
genoma, una specie di immondezzaio.
Per fortuna, con un numero limitato di eccezioni, tutta questa 'robaccia'
non si traduce in nessuna malattia”.
A parte che non si capisce questa storia di una “predisposizione verso le malattie più disparate”
che “non si traduce in nessuna malattia”;
soprattutto se leggiamo più avanti che invece le malattie genetiche ci sono e
non poche anche se rare: “le malattie semplici e rare
sono circa 8.000 e conosciamo i fondamenti biologici di 2.000-2.500 di esse”;
ma non è finite qui: a queste 8000 il genetista aggiunge “le malattie complesse, che riguardano molto più della
metà della popolazione adulta”.
Immagino che a questo punto uno si arrende, o
chiede di sapere se c’è chi ha progettato tutto questo, o se non è una
spiegazione più logica quella degli evoluzionisti …; chiunque dovrebbe a
questo punto chiarire che ovviamente un progettista non c’è, ma che non è
solo il caso a comandare.
A questo punto però sarebbe meglio lasciare che
l’evoluzione venga studiata a scuola appena possible …
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Ogni tanto si
trova qualcuno che, pur non coinvolto professionalmente, ha il coraggio di
protestare per come viene trattato Darwin dagli antievoluzionisti, sia come
persona che per le sue geniali idee e teorie.
L’articolo suggerisce però l’esigenza che anche in altri settori
dell’evoluzione culturale si utilizzino sempre più le idee e gli strumenti
che hanno favorito l’eccezionale successo della scienza: la verifica
preventiva da parte dei colleghi, meglio se nascosti dietro all’anonimato.
Qualcuno la può considerare un’intrusione nella propria libertà di
espressione, ma il metodo della peer-review ha acquisito un ruolo
sempre più importante nell’accompagnare e garantire il progresso scientifico;
soprattutto perché evita che gli articoli contengano errori o incoerenze, o
non siano aggiornati, con il rischio di creare problemi e imbarazzi agli
stessi autori.
L’articolo che avrebbe tratto un grande vantaggio da une verifica preventiva
è quello con cui S.Tamaro sul Giornale (“Ma
come hanno ridotto il mio Darwin”) cerca di difendere Darwin,
evidenziando proprio una delle caratteristiche migliori della nostra specie,
che l’autrice dell’articolo ritrova in sé come in Darwin e in altri
naturalisti, la curiosità, e in particolare quella giovanile (“Mi sono chiesta così le ragioni di questa grande serenità
e della amabilità dei loro caratteri. Nessuno di loro era fanatico, perché lo
studio delle scienze naturali esclude qualsiasi idea preconcetta, qualsiasi
gabbia nella quale infilare la realtà trasformandola in ciò che noi
desideriamo che sia. Il naturalista vive leggendo il mondo circostante e,
nel leggerlo, il sentimento che più spesso lo assale è lo stupore. All’improvviso,
prova qualcosa che non credeva di provare e questo qualcosa lo spinge a
interrogarsi, a fare ipotesi, a cercare di scoprire le cause e di collegare
le ragioni”).
Spiace che nel finale dell’articolo anche lei dia la zappa sul piede
anche a Darwin, attribuendogli responsabilità su tutta la scienza e
pretendendo addirittura dalla biologia e dagli evoluzionisti la spiegazione
di tutto (“La scienza, sicuramente, ci ha portato - e
porta - straordinari benefici e progressi per l’uomo, ma credo non sarà mai
in grado di risolvere il mistero della vita. Potrà anche farci vivere cento,
centocinquanta, duecento anni ma la morte sarà
sempre e comunque davanti a noi e non potrà mai spiegarci perché viviamo, il
senso profondo dei nostri giorni. Come non riuscirà mai a spiegare l’origine
delle leggi della natura. Da dove vengono le leggi della fisica, della
matematica, della chimica? Quelle leggi che, interagendo tra di loro, hanno
permesso alla materia di esistere e di evolversi nel tempo? Da dove viene
questo straordinario e complessissimo ordine?”).
Contribuisce così (involontariamente?) alla confusione fra la biologia e
gli altri strumenti di conoscenza della realtà, che comunque hanno già
fornire tante spiegazioni utili ed interessanti su questioni di cui però né
Darwin né i biologi evoluzionisti si sono mai occupati.
S.Tamaro non fa un buon servizio a Darwin anche successivamente, con un colpo
i di zappa anche sull’altro piede, quando dall’esaltazione del processo
evolutivo passa alla denigrazione di uno (uno solo) degli elementi della
teoria dell’evoluzione. Il caso (il cui meccanismo di azione fra l’altro è
stato dimostrato più dall’abate Mendel che da Darwin, che lo sospettava ma
non lo poteva dimostrare) è infatti solo un elemento, importante ma
assolutamente non fondamentale per poter capire il successo dell’evoluzione
biologica.
Molti, fra i critici di Darwin, non hanno ancora capito (e siamo già a un
terzo del 2009! Ne rimangono solo 2/3!) che se l’evoluzione non è cieca lo
dobbiamo non al caso ma alla selezione naturale, che ci vede benissimo…
Comunque anche la redazione è stata creativa: nel sottotitolo si legge “non era estraneo a Dio” (che forse per un agnostico
dichiarato non è una definizione corretta) ma anche “i
suoi seguaci pretendono di trasformarlo in uno spauracchio da usare contro la
fede”. Forse chi ha scritto questa frase, non essendo naturalista,
aveva “idee preconcette“ e una “gabbia nella quale infilare la realtà trasformandola in
ciò che noi desideriamo che sia”; non poteva quindi capire cosa
volesse dire S.Tamaro quando nel suo testo citava i “dementi seguaci dei
santoni, delle fattucchiere o dei preti” contrapponendoli
alla “illuminata e carica di speranza visione
della scienza”. S.Tamaro inoltre aveva appena scritto che se fosse
stata contemporanea di Darwin anche lei sarebbe uscita dalla fede se avesse
scoperto l’evoluzione e che tuttora, ma solo ogni tanto [e non spiega
perché…], comunque vacilla.
[Si sa che molti leggono solo i titoli … ma nessuno poteva sospettare che
lo facesse anche … chi scrive i sottotitoli …]
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21/3/09-IT
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E’ arrivata la
notizia, diffusa da ICN-News (“Non è tutto scienza”), che ha ricevuto un comunicato ufficiale
dell’AISO, un’associazione
certamente inquietante in quanto un gruppo di fedeli propone
una dichiarazione di
fede che prevede una lettura letterale della Bibbia (“Noi siamo
convinti che il racconto biblico sulla creazione e le leggi della natura non
siano in contrasto”), di cui non
si può dubitare impunemente.
[E’ davvero impressionante leggere che un
astrofisico dell’AISO venga criticato: “è
esegeticamente inammissibile giustificare, separando Genesi 1,1-2 dal resto della
settimana creative, un’età dell’Universo di miliardi di anni: credo che
contrasti chiaramente con Esodo 20,8-11”; non sembra nemmeno di essere ai tempi di
G.Galilei, quando anche la Chiesa cercava di ragionare sui fatti]
ICN-News annuncia il comunicato (non consultabile per una
mutazione – caso o necessità? -nel link) apparentemente senza nemmeno
correggere uno dei soliti errori di chi parla di evoluzionismo senza aver
capito nemmeno il titolo del principale libro di Darwin: “si celebra il bicentenario della
sua nascita e l'uscita del suo libro più importante "Origine DELLA specie tramite la selezione naturale". Per questo motivo e per il carattere simbolico
che riveste questa data,anche AISO intende
organizzare un convegno con lo sopo [altra mutazione casuale]
di far sentire una voce diversa, quella che
non accetta "la teoria dell'evoluzione
DELLA specie" perché non è
scienza” [se uno accettasse la loro dichiarazione di fede,
la scienza non sarebbe mai nata…]
Speriamo che, prima che inizi (il 16 e
il 17 ottobre 2009 a Milano) il terzo dei convegni
organizzati in questi mesi in Italia dai creazionisti contro la teoria
dell’evoluzione, qualcuno di loro abbia
il tempo di leggere meglio Darwin; sarebbe comunque necessario affrontare
anche i più moderni testi
e le migliaia di pubblicazioni
scientifiche che hanno confermato e utilizzano
costantemente, a vantaggio della nostra specie, la teoria
dell’evoluzione.
I primi due convegni si sono svolti quasi
clandestinamente alla Sapienza il 3/11/08 e al CNR il 23/2/09; vedremo quale sede almeno
altrettanto prestigiosa sarà destinata ad accogliere a Milano questa
iniziativa contro la scienza e l’evoluzione culturale umana, che ormai da
quasi due secoli suggerisce che l’origine DELLE
specie non si possa più cercare nella Bibbia.
Speriamo solo che si eviti di dire (come
è già stato detto a
Roma al CNR) che 30.000 anni fa anche a Milano pascolavano pacifici
dinosauri erbivori, come incredibilmente si legge tuttora sia nel sito degli organizzatori del
convegno di Milano che in un sito creazionista
probabilmente amico (“Crediamo che i
dinosauri siano esistiti in abbondanza prima del Diluvio, dopo il quale si
sono estinti a causa delle mutate condizioni ambientali. La convivenza
dell'uomo con loro poteva comportare qualche problema, ma fino ad un certo
punto, essendo essi quasi tutti erbivori”, “Il modello creazionista propone una creazione operata da
Dio in sei giorni, poche migliaia di anni or sono”).
[Nemmeno in Vaticano, giustamente, mons.Ravasi fa entrare qualcuno con
queste idee; certo …
forse non tutti sono contenti di questi importanti e reali cambiamenti
rispetto al 2002…]
Comunque ogni oratore dovrebbe iniziare dicendo quanto tempo fa, secondo
lui, sia nato l’universo; nei due
convegni a Roma erano tutti d’accordo sulle poche migliaia di anni. Erano
comunque quasi sempre gli stessi, in tournee per due volte. A Milano sono
prevedibili grosse novità (che dovranno giustificare) anche su questo punto.
Si può dubitare quindi di vedere anche a MIlano i creazionisti che erano
andati per due volte a Roma a contestare
il Vaticano («Abbiamo chiesto di partecipare anche
noi [ai convegni vaticani su Darwin], ma siamo stati lasciati fuori»).
Se avessero voluto invece contestare la scienza dovrebbero sapere che è
inaccettabile criticare “non dicendo quale idea
bisogna mettere al posto del darwinismo”. [si consiglia di evitare
il termine darwinismo per indicare l’evoluzione; ormai è un trucco noto …].
A Roma al CNR il convegno ha lasciato ai posteri questa riflessione: “Un società in ordine richiede l’esistenza di un’autorità
intellettuale superiore, la quale ci avrebbe risparmiato questa ideologia
evoluzionista che oggi invade tutti gli ambiti dell’azione e del pensiero”
. Sembra un progetto che riporterebbe dritto al medioevo, dimenticando
addirittura il ruolo che la stessa chiesa cattolica ha avuto inizialmente
nella promozione della conoscenza scientifica; sapranno fare “meglio” a
Milano, nella terra in cui hanno fatto scienza gli abati Stoppani e Spallanzani?
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Anche il Sussidiario
partecipa (“Allargare la
Ragione”: l’evoluzione è davvero senza senso?”) alla contestazione
organizzata dalle frange cattoliche conservatrici al convegno su Darwin
realizzato ai primi di marzo da molte università pontificie e di cui ancora
incredibilmente si ignorano gli eventuali risultati e conseguenze.
Contro le indicazioni e i suggerimenti forniti al convegno dai migliori
biologi evoluzionisti cattolici si lancia eroicamente, schiantandosi, un
biologo docente e dirigente in una scuola privata cattolica. E’ ricordato dai suoi studenti del corso di scienze naturali
per un’idea che farebbe risparmiare i molti miliardi investiti nella ricerca
e i milioni e i boschi usati per stampare molti libri (oltre a sconcertare chi credesse che i primati
e l’uomo si distinguono dagli altri animali per la loro curiosità innata): “Dio non è solo la spiegazione per quello che non si
conosce, ma è la spiegazione per quello che già si sa”.
Nonostante l’articolo sia già stato pubblicato il 29/5/2007 (
preesitente …
è anche il refuso), sembra vi sia una connessione con il congresso vaticano
su Darwin, data l’evidenza data ad una frase - favorevole al ruolo del caso
nel processo evolutivo - di Yves Coppens (paleoantropologo, uno dei
principali esperti presenti al convegno alla Gregoriana, intervistato anche
dall’Avvenire il 5/3/09).
Per una visita al luogo del disastro si può farsi guidare dal blog Leucophea
(“Chi gli ha dato la laurea?”). Spiace che, travolto dagli errori,
M.Ferrari non abbia evidenziato in modo particolare quello che dimostra
chiaramente che idea incredibile dei processi evolutivi (o meglio creativi…)
avesse in testa l’autore: secondo lui
i cambiamenti devono
avvenire “tutti nello stesso istante, altrimenti
non ‘funziona’ nulla”. Gli antievoluzionisti non sempre permettono
di capire cosa passi per la loro testa.
[sì, davvero non c’è dubbio … il libro di testo di scienze usato nella
sua scuola non può essere che la Bibbia, l’unico testo che racconta quale
meraviglia (“tutto nello stesso istante, altrimenti
non ‘funziona’ nulla”) si possa ottenere da una banale costola !
Per capire come non abbia capito nulla di un concetto forse troppo semplice
ma fondamentale basta guardare un
video in cui già nel 1987 R.Dawkins spiegava la differenza fra eventi
casuali del tipo “tutto nello stesso momento” e eventi casuali
cumulativi e verificati, che sono
quelli che agiscono nei processi evolutivi].
Sconcerta anche la domanda “Perché qualcosa e non
niente?”.
Non è chiaro a che cosa
stia pensando, ma se si riferisse al contenuto della scatola cranica, non c’è
dubbio che già in quella delle scimmie antropomorfe, qualcosa (anzi molto)
sia già presente, accumulatosi nel terziario grazie all’adattamento
all’ambiente arboricolo. Da quasi due secoli è noto quasi a tutti che,
nell’evoluzione biologica, solo la prima volta si è partiti da zero.
E’ il semplice concetto che si insegna almeno ai biologi: la vita è iniziata
solo la prima volta, 3 miliardi di anni fa, e poi la vita è proseguita come
un flusso continuo a cui ognuno (batterio, pidocchio o uomo che sia) è
caldamente stimolato a contribuire.
Tutti quelli che per diversi motivi non partecipano, cercano di
interromperlo, ma è un’impresa spesso difficile e di solito inutile: Darwin
ha dimostrato che le potenzialità riproduttive sono comunque largamente
superiori alle esigenze, anche nella nostra specie.
Interessante e MOLTO istruttivo (e soprattutto pertinente e preoccupante)
ricordare come F.Ayala, uno dei più importanti fra i biologi invitati al
convegno alla Gregoriana, collabori con il NCSE
nel contrastare gli antievoluzionisti USA.
Qui si può leggere la
sua relazione come esperto in un processo causato dalla decisione dell’Univ.California di
impedire l’accesso all’università a studenti che provenivano da scuole
superiori religiose dove si erano (mal) preparati sul testo antievoluzionista
“Biology for Christian schools”; anche la sua testimonianza ha contribuito
alla vittoria dell’Università della California. Come se non bastasse,
Francisco Ayala è anche autore del libro “Darwin's Gift: to Science and Religion” (chiaro il concetto?) e perfino della
lettera scritta al Papa nel
luglio del 2005 per metterlo in guardia dalle iniziative
antievoluzioniste del card.Schönborn, suggeritegli probabilmente dai
sostenitori USA dell’ID, che lui conosceva.
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20/3/09-IT
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A Bergamo oggi
alle 21 in piazza della Libertà T.Pievani e P.Roversi rievocano il
viaggio di “Evoluti
per caso” sulle tracce di Darwin, realizzato l’anno scorso. Un
appuntamento che può sollevare l’umore anche di un antievoluzionista …
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19/43/09-IT
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Un articolo di Repubblica
(“L'evoluzione
è scritta sul guscio”) presenta Evolution Megalab, un’interessantissima iniziativa didattica che
permetterà a ragazzi di tutta Europa di giocare al piccolo evoluzionista,
per analizzare i processi evolutivi su una chiocciola con il guscio a
strisce, la Cepaea nemoralis.
Le osservazioni svolte localmente confluiranno in un unico archivio che
permetterà di fotografare la situazione attuale in Europa. Logica vorrebbe
che l’esperimento venga ripetuto nel 2109 …
Tutte le persone interessate a partecipare possono collegarsi ai siti
dell'iniziativa (internazionale e italiano).
"Vogliamo che il pubblico veda l'evoluzione
con i suoi occhi", spiega Jennifer Worthington, della Open University,
"i partecipanti si sentiranno Darwin per un giorno". Evolution
Megalab fa parte delle iniziative per festeggiare i 200 anni della nascita
di Charles Darwin, il naturalista che gettò le basi della visione scientifica
moderna della vita.
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19/3/09-UK
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Articolo su Nature
sul declino del giornalismo scientifico e sul possibile ruolo dei blog
scientifici: “Supplanting
the old media”
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19/3/09-VA
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Interessante
accenno, in un’intervista
del Papa, ad un auspicio, quello dell’umanizzazione della sessualità,
che sembra considerare importante che la nostra specie trovi il modo di
distinguersi rispetto alle altre specie animali.
E’ utile ricordare che la nostra specie già si distingue, in quanto è proprio
caratterizzata da un modo diverso di vivere la sessualità: è infatti quasi
l’unica che, anche grazie alla notevole durata e al recente allungamento
della vita media, non ha mai limitato la sessualità all’ambito e alla
finalità riproduttiva.
Probabilmente è avvenuto anche grazie all’instaurarsi di un circolo virtuoso,
forse in una delle prime fasi dell’evoluzione; nel corso dell’evoluzione
umana sono infatti misteriosamente scomparse le manifestazioni esterne dei
periodi fertili (estro) che caratterizzano le femmine in tutte le altre
specie animali, perfino quelle filogeneticamente a noi vicine come i bonobo o
gli scimpanzé.
Questo circolo virtuoso ha probabilmente ridotto nei gruppi umani le
competizioni per le femmine, favorendo l’instaurazione di legami di coppia e
garantendo in questo modo la cura dei neonati, ben più indifesi rispetto ai
neonati dei primati non umani.
Su quale sia il significato (adattativo?), l’origine (evoluzione o dono?) o
la causa (materiale o metafisica?) di questa situazione davvero del tutto
eccezionale nel mondo animale, si può ovviamente avere opinioni diverse, ma
non si può negare che anche per questa “umanizzazione” l’uomo sia già
da tempo, oggettivamente e indiscutibilmente, molto diverso dalle altre
specie animali, dove la sessualità ha quasi esclusivamente scopi
riproduttivi.
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18/3/09-USA
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Il National Evolutionary Synthesis Center ha messo in rete la prima della serie di
conferenze organizzate per l’anno darwiniano. La prima è di Carl Zimmer su
"Darwin and Beyond: How Evolution Is
Evolving"
(qui una versione a
bassa risoluzione)
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17/3/09-IT
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Oggi
nell’auditorium della biblioteca di Cellatica (BS) G.Brunelli parlerà di “Evoluzione e
creazione”
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17/3/09-TR
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[ANSA]
Ritorna al lavoro la direttrice della rivista 'Scienza e Tecnica' che era stata licenziata per aver messo
Darwin in copertina. Sembra che in Turchia il videpresidente creazionista del
CNR turco (Tubitak) sia meglio che non decida più da solo. Il licenziamento
della Atakuman aveva infatti provocato le proteste di numerosi scienziati
turchi che, in un comunicato, avevano detto di 'star vivendo uno degli eventi
piu' vergognosi' della storia del paese. A differenza dell’Italia, In Turchia
sembra sia molto più forte la lobby degli studiosi islamisti.
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Passa anche
dall’Avvenire la campagna “informativa” di un giornalista
cattolico dell’agenzia Zenit, che contesta alcune frasi di F.Facchini che, in
un articolo del 1’ marzo sull’Avvenire (“DARWIN, MEGLIO DEI SUOI NIPOTINI”) sosteneva che C.Darwin non potesse essere proprio responsabile di alcune
degenerazione realizzatesi al di fuori della biologia, come il darwinismo
sociale.
La contestazione utilizza una pagina di Darwin che questo
giornalista sta diffondendo in questi giorni su vari siti web e quotidiani
(ora tocca appunto all’Avvenire, dopo La
Stampa e addirittura il sito
web di FI) per alzare una cortina fumogena che forse faccia passare in
secondo piano il convegno su Darwin organizzato da mons.Ravasi alla
Gregoriana.
Che il giornalista sia un importante esponente di un’altra
università pontificia romana (che collabora comunque al progetto STOQ che ha un ruolo
importante nella gestione del convegno) forse non è un dettaglio da
sottovalutare, soprattutto in una fase di espansione dell’entropia vaticana.
Purtroppo, come gli fa notare F.Facchini nella risposta, il
giornalista cerca di trovare queste responsabilità in alcune pagine de “l’Origine dell’uomo”; sono però le
stesse in cui Darwin fa notare come
anche nella nostra specie la selezione naturale, per fortuna, è sempre più
temperata dal progresso della moralità umana, che appunto “costringe” ad
impedire le conseguenze più estreme della selezione naturale.
Lo stesso Darwin, poche pagine prima di quella
citata, evidenziava infatti come la moralità caratterizzi soprattutto le
popolazioni civilizzate, che tendono sempre più a limitare la selezione
naturale; Darwin ben sapeva che la nostra specie traeva altri e maggiori
vantaggi proprio dal rispetto dalla massima “non
fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”.
Certo non tutti i critici di Darwin l’hanno letto tutto nè
hanno capito tutto, nonostante magari invitino gli altri a farlo. Nemmeno
sembrano seguire la massima che lo stesso Darwin indica come vantaggiosa, e
che caratterizza e stimola la cooperazione nelle popolazioni che hanno un
livello morale più elevato.
Su un articolo simile dello stesso giornalista, pubblicato
il 5/3 su Affari Italiani
(“Darwin
bocciato dalla storia”) è passato e ha lasciato un
suggerimento T.Pievani: “anche Darwin in
altri scritti riconosce che la medicina e la solidarietà per i più deboli
sono conquiste importantissime dell'umanità e si guarda bene dal dire che la
selezione naturale debba essere l'unico criterio da appplicare alla vita
delle persone".
Un modo gentile per fargli capire che aveva trovato proprio una pagina in cui
Darwin non difendeva affatto la selezione naturale … ma non se n’era proprio
accorto …
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16/3/09-IT
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Su un sito web
cattolico conservatore, (Tempi.it: ““A Darwin
ciò che è di Darwin”) si trova una strana intervista al direttore del
progetto STOQ, a cui finalmente qualcuno comincia a chiedere come sia andato
il congresso.
Certo l’intervistatore fin dall’inizio non nasconde affatto la propria
allergia sia ai laicisti
(“l’intellighentsia
laicista torna a intonare vecchi ritornelli come quello secondo cui la teoria
dell’evoluzione avrebbe sancito la non esistenza di Dio e dunque la sconfitta
della Chiesa cattolica”) che alla teoria dell’evoluzione
(“una teoria
troppo idolatrata, poco studiata e molto sfruttata da un’industria che
mortifica l’essere umano solo per poterlo usare a fini commerciali”
[?!]), tanto da sconcertare anche G.AuIetta:
D. “Secondo lei esiste un rapporto fra
l’affermarsi della teoria dell’evoluzione e la deriva cui assistiamo in molte
questioni di bioetica? Se tutto è affidato
al caso, alla legge del più forte, dove andremo a finire?
R. Non credo che la questione vada posta in
questi termini
Nemmeno il vicedirettore del convegno appena concluso ha comunque una
risposta alla ovvia domanda:
D. Cosa è emerso dal convegno di Roma?
R. Che la teoria dell’evoluzione è essa stessa in
evoluzione
Interessanti invece alcune risposte (che sembrano accettare
interpretazioni materialistiche perfino dell’evoluzione dell’intelligenza
umana) ad un’altra domanda:
D. Che rapporto c’è tra l’intelligenza
dell’uomo e l’evoluzione?
- L’evoluzione ha creato, in un modo che noi non siamo ancora in grado di
capire perfettamente, l’essere umano, fondamentalmente diverso da tutti gli
altri esseri viventi ….
- È proprio l’evoluzione che ha creato le condizioni perché
l’intelligenza emergesse …..
- lo scimpanzé si limita ad osservare un comportamento, mentre l’essere
umano elabora un pensiero, cerca di indovinare le intenzioni dei propri
simili, crea orizzonti e prodotti culturali [qui invece non va bene; come
oggi sappiamo, la scoperta dei neuroni specchio e delle diverse culture degli
scimpanzé sta facendo scomparire queste idee di qualche decennio fa]
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15/3/09-UK
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Sul blog Pharyngula (Come on, New Scientist) si
racconta la strana storia di una articolo
(How to spot a
hidden religious agenda)
che sembrerebbe scomparso dal sito di New Scientist a causa di una
denuncia. L’articolo, secondo il sito Examiner.com,
è recuperabile altrove, e non sembra offensivo vero nessuno, ma elenca alcuni
trucchi per capire se un articolo o un libro sono scritti da creazionisti o
antievoluzionisti. Trucchetti che sono abbastanza noti e non coperti da
copyright, come il fatto che fra gli antievoluzionisti “darwinismo” indichi
semplicemente l’evoluzione e
“darwinista” sia di solito usato per indicare un biologo.
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14/3/09-TR
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Sembra che la
questione stia diventando sempre più imbarazzante; adesso anche il Corriere
pubblica un articolo per difendere gli evoluzionisti … TURCHI?!
E’ certamente giusto difendere la teoria dell’evoluzione dovunque (“Turchia,
Darwin non va in edicola e gli scienziati scendono in piazza”), ma ci si
dovrebbe anche preoccupare di quanto avviene nel nostro paese … non sarebbe
il caso di inviare qualche agente
sergreto a scoprire che cosa impedisce di sapere quali siano state le
conclusioni del convegno che il Vaticano ha organizzato ma che ora sembra voler
nascondere, forse imbarazzato dal fatto che non ci sia nessuna delle novità
che qualcuno magari attende … da 150 anni. Visto che gli organizzatori si
stanno ora occupando di altri problemi … possibile che nessuno dei relatori
si faccia avanti e racconti qualcosa? Perché se qualcuno lo fa … viene
bacchettato (anche se comunque meno di Teilhard de Chardin…)?
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Anche un
quotidiano locale di Messina (“IN TURCHIA UNA FOTO DI DARWIN COSTA IL
POSTO DI LAVORO“) si occupa della storia
che ha messo in evidenza l’insofferenza verso la teoria dell’evoluzione in un
paese come la Turchia a causa dell’influenza del pensiero religioso. Alcune
riflessioni: “Un
provvedimento che nell’Occidente cattolico appare esagerato, nonostante il
creazionismo sia alla base anche della Bibbia. Una vicenda del genere in
Italia avrebbe destato scalpore e la Atakumansarebbe diventata subito una
“martire” della censura politico-religiosa”, “Evidentemente nel paese della Mezzaluna conta più la fede
della scienza”. [Evidentemente non tutto quel che
avviene nel CNR in Italia è noto…]
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13/3/08-USA
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Finalmente
qualcuno è riuscito a trovare una strategia vincente per fermare la
diffusione in diversi stati USA della nuova strategia del Discovery
Institute, che prevede di convincere i parlamenti statali a lasciare entrare
l’intelligent Design nelle scuole per penetrare nelle scuole ad insegnare
senza rischi il neocreazionismo. Come si racconta nel blog Panda’s Thumb,
nello Iowa (“Iowa
Gives The Thumbs Down to the Discovery Institute”) si sono mosse le
università, promuovendo raccolte di firme per mettere autorevolmente in
guardia gli ignari rappresentati del popolo, ben meno esperti delle
commissioni didattiche nazionali, il luogo in cui finora avvenivano le
discussioni, di solito fra persone esperte.
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13/3/09-VA
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Ancora convegni
sull’evoluzione in Vaticano: dal 15 al 19 maggio ci sarà un convegno sul
ruolo delle piante OGM per risolvere i problemi dello sviluppo: “Transgenic
plants for food security in the context of development”
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P.Cantalamessa
ritorna a parlare di evoluzione, ma questa volta è meno incisivo e non sembra
così deciso, come fece il 07/03/2008, nella
difesa della teoria gdegiwell’evoluzione. (“Predicatore del Papa:
perché la materia è capace di salvezza”, ma anche, per chi ha più tempo e
magari sospetta che il giornalista aggiunga idee sue, la versione integrale
che è stata un po’ occultata:
“Prima predica di p.
Raniero Cantalamessa per la Quaresima 2009”).
Sembra che nell’articolo sintetico ci sia anche un errore: è completamente
sbagliata e un po’ cattivella la spiegazione della nascita dell’ID, che il processo di Harrisburg/Dover ha chiarito fin nei minimi
dettagli (“Di fronte alla visione puramente materialista promossa
dai sostenitori dell'evoluzionismo, la tesi dei credenti "ha finito
per cristallizzarsi nella formula che in inglese suona Intelligent design,
il disegno intelligente, s'intende del Creatore"); certamente non è stata una reazione, dato che di “intelligent
design” si parlava anche ai tempi di Darwin (che si era inizialmente
innamorato delle idee dell’abate Paley); l’ID poi era stata resuscitata
artificialmente nel 1989.
[Orrore: basta verificare
la versione integrale per scoprire che la sintesi davvero poco sintetica, col
rischio di far arrabbiare P.Cantalamessa o quei pochi “sostenitori
dell’evoluzionismo” che leggono questo articolo; loro magari
hanno una visione materialista, ma si dovrebbe chiedere il permesso a
P.Cantalamessa prima di fargli dire una sciocchezza].
Poco chiaro il tentativo (che
comunque c’è in ambedue le versioni) di spiegare che l’ID scientifico è
sbagliato mentre quello teologico sarebbe una verità di fede, e come tale
indiscutibile e quindi giusto. Visto che nell’ora di religione ai bambini
italiani di 3 anni viene insegnata la creazione (immagino che
corrisponda alla versione scientifica dell’ID, dato che per la teologia è un
po’ presto), non si capisce però come si possa criticarlo.
Non è chiaro nemmeno il ragionamento per cui se la scienza scopre come
funziona qualcosa che prima era spiegato come intervento divino, la scienza
intenderebbe negare Dio. La scarsa utilità e serietà dell’uso di Dio come
tappabuchi è ben nota a P.Cantalamessa (lo ha fatto improvvisamente capire al
Papa il 07/03/2008,
citandogli un paragrafo del libro di F.Collins).
D’altronde appena sotto lo conferma:
“Sappiamo tutto del mondo, eccetto
perché e come è cominciato”. Sembra
che per il Dio tappabuchi ormai non ci sia più molto spazio, sempre che ci
sia qualcuno che pensa ancora di ricorrervi.
Interessanti le successive citazioni sia di Teilhard de Chardin (che nel
convegno alla Gregoriana è comparso quasi solo di sfuggita) e di un
sostenitore di Teilhard. Teilhard. TdC durante il convegno è stato citato
solo da Galleni (una cui citazione del punto omega ha provocato irritazione e
un po’ di scompiglio) e da P.Leclerc
che nella conclusione si è addirittura dispiaciuto – dicono -
dell’assenza di una relazione su Teilhard de Chardin; inutile evidenziare che
non è possibile trovare da nessuna parte il suo intervento conclusivo,
apparentemente segretato … come pure quella di P.Ravasi di cui son comparse
solo 2 frasi banali qui.).
[Prima del convegno (il 14/2/09) il direttore P.Leclerc diceva che evoluzione e creazione vanno benissimo
insieme … il
problema allora dove starebbe? C’è qualcosa o qualcuno altro che non vanno
bene insieme? Perchè si nascondono le conclusioni di un convegno così
impegnativo e costoso? Forse non tutti si sentono di ammettere qualche errore
recente o passato?]
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Che ci sia qualche
problema nelle conclusioni del convegno lo si capisce anche dal sito vaticano
SRM (scienza, religione, media), che
sembra colpito da un improvviso “congelamento globale”: nella pagina
iniziale del sito web si legge infatti una frase decisamente sospetta:
“Il convegno
che si è svolto dal 3 al 7 marzo 2009 presso
la Pontificia Università Gregoriana, come ha dichiarato nella sua
relazione di apertura il presidente del Pontificio Consiglio della
Cultura, Mons. Gianfranco Ravasi, costituisce "un evento
particolarmente importante nei rapporti tra scienza e fede”. Sembra probabile che ci sia un “anello
mancante” nella frase.
Cliccando per aprire la pagina risulta
evidente che dalla fine del convegno (7 marzo) al 14 marzo l’unico
cambiamento è stata la frase evidenziata in rosso; infatti nella pagina
completa il ragionamento ritrova una sua logica, riacquistando
miracolosamente la scorrevolezza originale: “Il
convegno che si sta svolgendo in questi giorni …”. Ancora
più fossile il blog, ormai
fermo all’8 febbraio …, come pure il canale di
You Tube, che invita a guardare nei buchi neri. Se qualcuno volesse
spiegare la curiosa situazione … se ne può parlare qui …
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12/3/09-VA-USA
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La rivista USA Catholic
Culture riporta le parole di un esponente della chiesa cattolica
newyorkese piuttosto preoccupato per una legge che potrebbe avere gravi
conseguenze: “We believe this bill is designed to
bankrupt the Catholic Church,” said Dennis Poust of the New York State
Catholic Conference”.
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12/3/09-VA
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Intervista su Fuoritutto
(!?!?) di mons.Ravasi che presenta le conclusioni del convegno alla
Gregoriana (“La
teoria della l’evoluzione: arcivescovo Ravasi a Fuoritutto, un confronto
sereno”).
Da notare che non risponde chiaramente alla domanda “Quindi, la Chiesa di
oggi accetta la visione evoluzionistica di Darwin e dei suoi continuatori?”,
anche se precisa che “una ricerca scientifica
invece ha canoni e metodi d’indagine ben definiti, e deve restare sempre
autonoma da “ipoteche” teologiche o ideologiche”. Peccato che
sembra lo dica solo in questa intervista a “Fuoritutto” …
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12/3/09-IT
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Della brutta
figura del vicepresidente del consiglio nazionale delle ricerche turco si
parla anche sul blog di Le Scienze (Creazionismo in salsa turca). L’articolo si conclude con un’involontaria
evocazione dei tempi antecedenti alla battaglia di Lepanto: “Mamma li turchi…”: Si sono aggiunti poi commenti
preoccupati sul ruolo della religione in Turchia.
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Si cita Darwin sul
Foglio, con un articolo (“POVERO CHARLES”) preoccupato per quelli che secondo BandineIIi
sarebbero i risultati del recente convegno in Vaticano organizzato da
mons.Ravasi: “epici scontri di idee fino a ieri, ma la banderuola gira
altrove, ormai”. A parte che le idee prima erano solo da una parte, non
sembra che iI convegno giustifichi questo sintetico giudizio. Divertente il
fatto che nell’articolo si definisca (in modo originale ma poco
correttamente) “creazionismo intelligente” (?!) l’’”intelligent design” che sempre
nega e sempre negherà la base creazioista che comunque è ben nota e dimostrata. Non si capisce perchè si abbia nostalgia di
una santa alleanza fra cattolici e creazionisti della Bible Belt USA; forse
perchè “abbandona in mezzo alla strada” i
creazionisti nostrani?
La conclusione dell’articolo è davvero sconsolata (“neppure
sulla Chiesa, ormai, si può più contare”), anche se appare poco
giustificata dal convegno che si è recentemente concluso senza alcuna
decisione. Sicuramente al Foglio sono bastate infatti le decisioni assunte
nei mesi prima: creazionisti biblici e sostenitori dell’ID non sono stati
accettati nè al convegno di novembre nè a questo. Effettivamente “la banderuola gira altrove, ormai” e almeno in
Vaticano si è capito che con persone così “originali” è inutile continuare
a “dialogare”; il CNR invece comincia proprio adesso, e li ha raccolti
quasi tutti – per fortuna sembra che di italiani non ce ne siano - nel convegno
creazionista biblico organizzato
il 23/2 dal suo vicepresidente. Proprio tre giorni dopo la conclusione di un
convegno (serio, bisogna precisare!) sul quaternario, nella stessa
aula sono stati presentati dati che dimostrerebbero l’esistenza dei dinosauri fino a 40/20.000 anni fa e che
dimostravano che un diluvio (ovviamente universale) possa creare un
Gran Canyon in poche ore (… neppure sul CNR si può più contare?). [Bisogna
comunque ricordare che anche in un’aula della Sapienza si sono sentite le
stesse favole qualche mese fa, il 3/11/08].
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12/3/09-TR
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Mentre in Italia
sembra che ci sia poco interesse per il fatto che ha coinvolto il
vicepresidente del CNR turco (TUBITAK), che ha licenziato la direttrice della
rivista del TUBITAK per un articolo e una foto in copertina su Darwin, nel
resto del mondo invece se ne parla: numerosi sono infatti gli articoli in inglese
e tedesco.
Per fortuna ci sono anche molti articoli in turco;
non sono comprensibili, ma si intuisce l’agitazione che ha preso in questi
giorni il mondo scientifico turco, piuttosto turbato di trovarsi un
antievoluzionista come viceopresidente del massimo organo di gestione della
ricerca scientifica, con rischi per l’auspicato inserimento della Turchia in
Europa ma soprattutto per l’inserimento del paese nei massimi livelli della
ricerca biologica.
Sembra che questa protesta (ci sono state anche le dimissioni di uno dei
componenti dell’editorial board della rivista) abbia ottenuto dei risultati,
tanto è vero che la la procedura di licenziamento, secondo il quotidiano
Hurriyet (“Council
denies censorship”, sembra oggi sospesa (“Atakuman
was removed by verbal order, but official procedures were suspended after the
"Darwin scandal" was covered in the media”) e si cerchi
perfino di cotruire una diversa spiegazione ai fatti (sembra che l’articolo
non fosse stato scritto tanto bene …).
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11/3/09-IT
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Interessante
articolo
(“'Convergenze parallele tra Darwin e Vaticano'”) di
G.Manzi, uno dei relatori al convegno su Darwin alla Gregoriana, sul Riformista.
Qui (Darwin in «Vaticano») una versione rivista ed aggiornata pubblicata
il 18/3/09 su ScienzaOnLine. Si racconta del dialogo intelligente avvenuto
nell’ambito del recente convegno, quando teologi, filosofi e biologi esperti
si sono guardati negli occhi.. Secondo Manzi ci sarebbero poche speranze di
dialogo anche perchè
«…una possibilità di sintesi delle diverse forme di
conoscenza, scienza, filosofia e teologia è impossibile, come testimonia
l’opera del gesuita Pierre Teilhard de Chardin, censurato dal Sant’Offizio».
Non si può non essere d’accordo, ma il corsivista dell’Avvenire ci
riesce (“Fede
e ragione: Darwin il gesuita e il giocoliere”); sostiene infatti che le tesi evoluzioniste
di Teilhard non sono starte censurate dalla Chiesa…; era TdC che era un po’
confusionario poiché voleva fare troppi mestieri tutti insieme, era anche
troppo interdisciplinare e non riusciva a proporre una diversità
sufficientemente chiara (“Nei testi di Teilhard, non lo
sforzo di sintesi ha fatto e fa problema alla Chiesa – e anche a tanto mondo
di scienza – ma la mancata chiarezza delle posizioni, che sono insieme di un
paleontologo, di un filosofo, di un teologo, di un poeta e anche di un
mistico”) .
Da ricordare come in un articolo sul Corriere del 16/9/2008
si riportano opinioni ben diverse di un paio di storici cattolici:
“Teilhard de Chardin merita di
restare ai margini della Chiesa, perché la sua filosofia si risolve in un panteismo
cosmico, incompatibile con la visione di un Dio trascendente”,
“Considero molto interessante, anche se forse un po'
troppo ottimista, il tentativo compiuto da Teilhard de Chardin per conciliare
la teoria scientifica evoluzionista con una visione dell'universo
religiosamente ispirata. Come tutti gli studiosi fortemente innovativi,
suscitò diffidenze ed ebbe dei problemi con il Sant'Uffizio, ma oggi mi
pare ampiamente recuperàto”.
Si può poi ricordare anche il giudizio del teologo V.Mancuso:
“cercò di
conciliare la teoria dell'evoluzione con il cristianesimo e nel 1962 venne colpito da un Monitum, un richiamo del Sant'Uffizio che rilevava nelle sue
opere gravi errori.”
Che fossero noti i guai di TdC, non c’è dubbio:
migliaia di esperti di questi evoluzione negli ultimi decenni si sono
ben guardati dall’intervenire, con le loro competenze troppo
interdisciplinari … Ora siamo arrivati al punto che l’Avvenire e Civiltà
Cattolica (dei gesuiti) pubblicano, proprio in coincidenza del convegno di
mons.Ravasi, contributi di persone che al convegno non sarebbero state
invitate, proprio per problemi di competenza.
Potremmo chiederci se, nel caso fosse stao disponibile,
avrebbero invitato anche TdC al convegno alla Gregoriana? Non si può sapere … ai suoi tempi non gli
era stato concesso di coesistere, tanto che lo mandarono in esilio per
il resto dei suoi giorni, e in esilio morì, forse solo perchè non era
riuscito ad essere abbastanza chiaro.
A nessuno viene il dubbio che forse sia stata la stessa
“mancata chiarezza delle
posizioni” a far ignorare l’allarme
sull’ignoranza e l’insofferenza della Chiesa verso la scienza lanciato da GP2
nella lettera a P.Coyne del 1988?
Il dubbio viene anche dal fatto che sembra che qualcuno
ritenga che giornalisti, medici, fisici e teologi siamo più indicati per
orientare i cattolici sulla biologia evoluzionistica. Forse in quanto “per la fede cattolica è «dogma» che la
ragione umana può conoscere la verità”.
Sembra possibile che in questa situazione chi ha parlato al
convegno prima o poi lascerà spazio a chi sbeffeggia non solo le convinzioni
scientifiche altrui, ma soprattutto i fatti.
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Interessante anche
l’articolo di C.Mancina sempre sul Riformista
(“La
Chiesa cattolica l'evoluzionismo e le cellule staminali”) in cui si
evidenziano alcuni dei diversi guadi in cui oggi si trova la Chiesa
cattolica, nelle ampie zone di confine fra biologia, etica e spiegazione
naturalistica della realtà. Sono zone dominate da riferimenti precisi a un
fenomeno (l’evoluzione) e ad un meccanismo esplicativo in realtà estremamente
semplice lo capiva anche Darwin ben 150 anni fa…) ma apparentemente quasi
impossibile da capire da parte di chi non lo studia e si illude di poterlo
capire, conoscere e magari anche controllare.
Nell’articolo si nota un errore, che ultimamente si è ripetuto anche altrove:
credere che la Chiesa abbia cambiato idea su un quasi eretico e lo consideri
oggi quasi un santo: la frase “Del resto la Chiesa
cattolica non aveva mai formalmente condannato l'evoluzionismo, e anzi tra i
suoi maestri annovera un teologo evoluzionista come Pierre Teilhard de
Chardin” avrà fatto contento qualche ammiratore di TdC, ma altri si
staranno chiedendo se è stato un errore non impedire che di TdC (ancora
sottoposto al Monitum
a ben 54 anni dalla morte!) si parlasse in numerosissimi convegni, anche in
ambiti religiosi, negli ultimi anni …
Su questo punto C.Mancina evidenzia la connessione fra la paura della scienza
e il rifiuto di accettare sia la teoria dell’evoluzione che i suoi prodotti
(che pur si utilizzano con grande soddisfazione personale).
Questi prodotti hanno avuto infatti talmente successo che nell’ultimo secolo
le nuove conoscenze della biologia e
della medicina hanno favorito l’enorme incremento numerico della nostra
specie (nel 1950 sulla terra eravamo in 2,5 miliardi, ora siamo 6,5, come non
notarlo?).
Questa posizione assurdamente critica vede spesso accomunati l’integralismo
protestante USA e quello cattolico in Italia e in Europa, in un percorso che
non può che essere perdente.
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Molto meno
interessante invece un articolo su Liberal
(“Darwin
è scienza, non metafisica”) anche perchè l’autore, il filosofo ButtigIione, cerca di far capire agli antievoluzionisti
(sono infatti quasi solo loro i fanatici estimatori del darwinismo) che il
darwinismo non è scienza. Gli evoluzionisti infatti sanno bene che tutto quello
che il filosofo racconta nel suo articolo è solo l’inizio di quello che la
scienza ha messo a disposizione della cultura umana ma soprattutto di chi
riesce davvero a mantenersi aggiornato e a utilizzare le conoscenze
acquisite.
Carino quando, dopo una frase che anche alcuni cattolici (ma non il vicepresidente
del CNR) riterrebbero ovvia (“Come Darwin non
costruisce la sua teoria per insegnarci qualcosa su Dio, così l’autore
della bibbia non la scrive per insegnarci la biologia”) si legge
una frase che lascia perplesso chi conosce la sua storia evolutiva, che negli
ultimi milioni di anni lo ha visto primeggiare fra le specie più curiose: “l’uomo ha una dignità particolare che lo eleva al di
sopra di tutte le cose create”; giusto ieri intatti proprio
sull’Avvenire si ricorda che questa sete di conoscenza per i cattolici
avrebbe invece procurato seri guai – trasmessi ai discendenti con un
meccanismo ereditario - alla nostra specie (“l’anima fu poi deturpata dalla colpa originale”).
Piuttosto sospetti sono il giudizio positivo di BottigIione sul disegno
intelligente. Lascia sconcertati anche il suo giudizio sul fatto che la
teoria di Darwin oggi non crei problemi e sul fatto che i biologi la
ritengano vera. Sembra non pensi nemmeno che una teoria scientifica possa
essere migliorata e, come altri critici, ama ricordare e sottolineare che
potrebbe essere dichiarata falsa.
Dopo la sconcertante frase “è pericoloso, oltre che scorretto, per i credenti come per
gli atei il tentativo di provare le proprie convinzioni con argomenti
scientifici” credo pero’ sarebbe inutile proseguire nella lettura
dell’articolo, soprattutto per chiunque viva nel mondo della ricerca e della
scienza.
Sembra non ci si renda conto che la sopravvivenza della nostra specie dipenda
non tanto da “verità”, ma dall’UTILITA’ delle scoperte che vengano fatte e
degli strumenti, anche culturali, che si utilizzano.
In effetti anche lo sforzo di leggere ancora un’altra frase, la successiva,
evidenzia che il ragionamento, anche grazie a quella premessa, prende il
volo: “Darwin non è più considerato come uno
scienziato ma come un filosofo” e non puo’ che arrivare dopo poche
righe alla provocatoria connessione fra Darwin e il nazismo, solo temperato
da un accenno (che un esperto come lui della chiesa e del mondo germanico non
poteva non fare) al secolare antiebraismo cristiano che sembra
qualcuno trovi necessario cercare di nascondere dietro a Darwin.
Non dovremmo però dimenticare quel che scriveva Hitler,
né che i libri del principale evoluzionista tedesco, E.Haeckel, erano
nell’elenco dei libri
proibiti dai nazisti.
Inaccettabile che Bottiglione scriva “Per passare
allo sterminio razzista era necessaria una base (pseudo)scientifica. Quella
che i nazisti ritennero di trovare in Darwin”.
Sembra grave che dimentichi (si sono persino scusati!) il ruolo
determinante di gruppi religiosi cristiani nel movimento eugenetico USA (si
sono persino scusati il 30/4/08! “An
Apology for Support of Eugenics“), una ben nota fonte delle iniziative
che poi si sono diffuse anche in Germania, come si legge nel documento che
val la pena di riportare:
Ironically, as the Eugenics movement came to the United
States, the churches, especially the Methodists, the Presbyterians, and the
Episcopalians, embraced it.
In 1929, the Methodist Review published the sermon
“Eugenics: A Lay Sermon” by George Huntington Donaldson. In the sermon,
Donaldson argues, “the strongest and the best are selected for the task
of propagating the likeness of God and carrying on his work of improving the
race”
Both the Methodist Episcopal Church and the Methodist
Episcopal Church, South promoted eugenics. Most of the
time, church advocates of eugenics supported positive eugenics—essentially
careful selection of mates. Nevertheless, sterilization became an acceptable
kind of eugenics along with marriage laws limiting marriage between whites
and non-whites. Some annual conferences supported such laws and a few opposed
them.
Indiana passed the first forced sterilization law in 1907;
eventually 33 states passed similar laws. Most used Harry Laughlin’s model
law that provided for the sterilization of “feeble minded, insane,
criminalistic, epileptic, diseased, blind, deaf, deformed, and dependent”
including “orphans, ne’er do wells, tramps, homeless, and paupers.” Virginia
passed in 1924 a sterilization law based on the Laughlin model and on the
same day passed a law making marriage between a white person and a non-white
person a felony.
Thirty-three US States eventually passed laws authorizing
sterilization of criminals, the mentally ill, the “feeble minded”,
Sterilization of the allegedly mentally ill continued into the 1970s in
several states, by which time about 60,000 Americans had been involuntarily
sterilized. In 1933, Hitler’s Nazi government used
Laughlin’s Model Law as the basis for their sterilization law that led to the
sterilization of some 350,000 people.
Anche Cesare sarà responsabile, ma
non bisogna dimenticare di attribuire a Dio quello che è di Dio … come viene fatto in questa ammissione di
responsabilità [Per chi volesse approfondire: Image archive on the American
Eugenics Movement]:
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11/3/09-TR
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Sembra proprio che
non si chiuda qui, con il licenziamento della giornalista che dirigeva la
rivista del CNR, la campagna antievoluzionistia del vicepresidente del CNR
turco. Forse se si fosse limitato a dire che quella di Darwin è solo un
”’ipotesi scientifica che non è mai stata dimostrata”,
non sarebbe stato grave, dato che lo dicono anche altri vicepresidenti; in
fondo, la Turchia non è un regime teocratico intollerante, né critica chi
contesta quel che dice un papa. GP2 infatti aveva un opinione del tutto migliore:
già nel 1996 non aveva problemi a parlare di “teoria dell’evoluzione”,
sostenendo che era appunto “ben più che un’ipotesi”;
gli si sarebbe potuto perdonare anche una dichiarazione come “l’evoluzionismo era nato come un movimento di rifiuto della
Creazione“
in contrasto con
dichiarazioni di mons.Ravasi che nel 2005 era favorevole a garantire una certa autonomia
ai paleontologi, giustamente stanchi di essere criticati da chi non capisce
nulla di questi problemi.
La censura su una foto in copertina e la cancellazione dell’articolo su
Darwin hanno spinto i radicali italiani a organizzare iniziative a livello
europeo per contrastare “La feroce opposizione
islamica alle teorie evoluzioniste”. “Pannella
e Cappato chiedono alla Commissione Ue di intervenire presso le autorità
turche affinché rettifichino la situazione, valutare le possibili conseguenze
di questo caso sulla cooperazione scientifica tra Ue e Turchia” (Virgilio). E’ giusto far capire ai turchi che non ta
bene entrare in Europa se gli antievoluzionisti sono cosi influenti in una
struttura che si occupa di ricerca scientifica.
Qui si legge il testo
dell’interrogazione, che si conclude con alcune domande alla commissione europea,
invitata a difendere la scienza occidentale: “La
Commissione può valutare le conseguenze della violazione di alcuni diritti
fondamentali come il diritto alla libertà di espressione e la libertà di
ricerca scientifica sulla cooperazione UE-Turchia in materia di scienza?
… La Commissione può spiegare
quale impatto potrebbe avere l'atteggiamento anti-scientifico mostrato dal
TÜBÝTAK nel caso in esame sulla cooperazione UE- TÜBÝTAK?”
Se ne parla anche nel sito della UAAR, dove sono giustamente preoccupati
del “condizionamento che la religione opera ormai
sulla società turca”.
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10/3/09-USA
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Che si siano
creazionisti e antievoluzionisti in centri di potere che possono danneggiare
il futuro culturale di un paese non avviene solo in Italia e in Turchia. Nel
sito del NCSE si racconta del
presidente creazionista della commisione che decide i programmi scolastici del
Texas (“Creationist
board chair profiled”). Comunque non c’è da stupirsi per quel che
riguarda la Turchia (50% di creazionisti di vario tipo) e gli USA (40%),
mentre la situazione italiana è ben diversa, anche se nella chiesa la
confusione è davvero al massimo, con posizioni che vanno da un estremo
all’altro e in assenza di qualsiasi indicazione seria.
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Se la situazione
non appare del tutto chiara e omogenea nel mondo cattolici italiano anche
dopo il convegno, non pensiamo che negli USA sia tutto rose e fiori, anche
non mancano storie, come quella raccontata su The telegraph (“Evolution
or bust”), di una coppia che gira gli states con un camper decorato con
un’immagine originale che auspica una riappacificazione fra la religione
cristiana (protestante) che il marito predica come pastore e la teoria
dell’evoluzione che la moglie scienziata ritiene indispensabile per capire il
mondo … e forse anche il marito. Hanno anche un sito web che propaganda il
loro libro a quatto mani, che ha un titolo che richiama la valutazione
positiva e non certo atea che anche un’ottimo biologo evoluzionista come
F.Ayala dà della teoria dell’evoluzione (“Thank God for evolution”).
Una reazione perplessa rispetto al convegno la vediamo invece in un sito web
che non riesce a spiegarsi il motivo per cui i sostenitori dell’Intelligent
Design siano rimasti chiusi fuori (“Intelligent
Design Theory Shut Out of Vatican Evolution Conference: Discovery Institute”)
e danno loro la parola.
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10/3/09-IT
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Poco chiari
gli obiettivi di una simpatica lettera all’Avvenire di un sacerdote
che non ha apprezzato la pubblicazione sull’Avvenire del francobollo italiano
per il bicentenario di Darwin (“Non
mi è piaciuto il francobollo per Darwin”)..
Anche lui, come altri ben più qualificati, non ha apprezzato la
rappresentazione della “marcia del progresso”, che suggerisce l’idea
(falsa) che l’evoluzione umana sia stato un processo lineare, e finalizzato,
come suggerisce l’immagine. In questo caso però l’obiezione è diversa e non
troppo chiara: “noi cattolici
sappiamo che l’eterno Padre ha creato l’uomo bello e aitante nel corpo, anche
se l’anima fu poi deturpata dalla colpa originale”, nè si suggerisce
come possa essere risolta se non aggiungendo anche una “Marcia verso la
deturpazione” con l’immagine, amagari animata, di un’anima prima e dopo la
colpevole deturpazione. Anche il direttore sembra non capisca nemmeno se la
frase successiva e conclusiva (una valutazione critica del quotidiano?) sia o
no logicamente connessa .. comunque ha pubblicato anche quella ...
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Non è ben chiaro,
forse lo vedremo fra qualche giorno, quale possa essere stata la conclusione
del convegno che si è concluso senza grandi novità né dichiarazioni di
particolare interesse, ma nel blog Leucophea (“L’ultimo
baluardo”) si cerca di capirlo attraverso la lettura degli abstract
(purtroppo in inglese) delle comunicazioni fatte al congresso alla
Gregoriana.
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10/3/09-UK
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Il video “Tree
of Life”, inserito in un documentario su Darwin e l’evoluzione curato da
David Attenborough
(Charles Darwin and the Tree of Life) e citato qui sotto il 2/3/09, in realtà è un prodotto autonomo,
sponsorizzato dalla Wellcome, che lo distribuisce in una forma migliore, e
anche interattiva nel
suo sito web. Il video è già stato visto da 55.000 visitatori.
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10/3/09-TR
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Una notizia dalla
Turchia (Hurriyet
Dail News, ANSA,
R.Dawkins
net - è il sito più informato) sta turbando un po’ tutto il mondo
culturalmente avanzato, che teme il ritorno di tempi bui per la cultura: Cigdem Atakuman, la direttrice della rivista Bilim ve Teknik del CNR turco (Tubitak) è stata licenziata dal vicepresidente del
Tubitak Omer Cebeci per aver messo addirittura una foto di Darwin
sulla copertina del numero che conteneva un articolo sul bicentenario. Foto e
articolo sono stati quindi sostituiti prima della stampa, e ora la foto in
copertina, come si vede, riguarda … il cambiamento climatico.
Sembra che anche in Turchia il vicepresidente del massimo centro di ricerca
non ami molto Darwin. Se si sviluppassero delle collaborazioni difficilmente
si incontrerebbero comunque nella sede del Centro Culturale
Lepanto… si rischierebbe … un’ulteriore battaglia navale ..
E’ sconcertante quello che succede nel 2009 in un paese che vorrebbe entrare
in Europa; per fortuna sembrerebbe che non tutti in Turchia abbiamo accettato
in silenzio questa iniziativa del vicepresidente del Tubitak, per cui la
notizia è finita anche nei telegiornali.e
in altri siti informativi (qui
e anche qui)
e probabilmente la conclusione della storia è ancora da scrivere.
Probabilmente molti in Turchia hanno ora paura di non riuscire ad entrare in
Europa (non dobbiamo dimenticare che in Turchia i creazionisti costituiscono
una percentuale elevata della popolazione,
il 50%, perfino superiore alla percentuale, 40%, che si trova negli
USA).:
Per questo motivo non si sa ancora se almeno Bilim ve Teknik, la rivista del
Tubitak, accetterebbe di pubblicare gli atti del convegno
creazionista
realizzato al CNR il 23
febbraio scorso …
Di questo convegno organizzato, contro le posizioni vaticane, fra l’altro si
parla, senza citarlo, in un sito
cattolico che sembrava più accorto, dove un commentatore (che già aveva criticato il
papa 6 mesi fa, mentre il 3/3/09
aveva appunto ripetuto le parole dette dal vicepresidente del CNR al convegno
creazionista che aveva organizzato: “L'evoluzionismo è
una teoria che non ha ragioni che la sostengano, frutto del pensiero laicista
anticristiano”) si permette di criticare (per ora indisturbato) la
posizione di F.Facchini e del Vaticano e di riportare le posizioni dei
creazionisti che sono venuti 2 volte in 4 mesi a Roma, ma che il Vaticano non
ha accettato ai suoi convegni.
Ma chi lo capisce, chi se ne accorge che si stanno pubblicando opinoni di
persone inesperte e fantasiose che il Vaticano aveva cercato di isolare?
Ma soprattutto: chi ricorda la preoccupatissima
lettera di GP2 a P.Coyne del 1988 sui pericoli dell’ignoranza
scientifica (e della contemporanea presunzione) e del mostrare in pubblico la propria
incompetenza? Sembra che la confusione sia grande, sotto il cupolone, tanto
che alcuni cattolici non si accorgono nemmeno di NON fare il gioco della
Chiesa.
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Sempre dalla
Turchia abbiamo un’intervista al più noto antievoluzionista europeo (“Challenging Darwin”), che
festeggia a suo modo i 150 anni della teoria dell’evoluzione. L’articolo
sembra un po’ troppo elogiativo (“high-quality
presentation”) e forse si dimentica che nel suo voluminoso (7 kg)
volume creazionista regalato gratuitamente a mezzo mondo venivano presentati
come fossili anche esche da pesca fatte da un artigiano USA.
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9/3/09-IT
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E’ comparsa
finalmente una relazione sul convegno creazionista organizzato il 23/2/09
al CNR di Roma:
“EVOLUZIONISMO: bilancio critico e
risposta a Darwin”.
Spero che quello che si legge nella relazione del convegno tenutosi nell’aula
Marconi del CNR non faccia scappare qualche altro cervello dall’Italia …
Il convegno ha avuto l’onore di essere aperto … dal vicepresidente del CNR
(come prevedeva un articolo del Foglio del 31/1/09), uno dei “troppi” presenti (fisici,
chimici,geologi, medici … ma il CNR affitta le sale a chiunque?!) che non si
occupa dell’argomento del convegno. Molti degli ospiti previsti sono
componenti dell’”autorevole” comitato di controllo del gruppo creazionista USA riunito nel “Kolbe Center for the study of creation”.
Ospite gradito (o imprevisto) un inviato del Pontificio Consiglio della
Cultura (diretto da mons.Ravasi), don Tomasz Trafny, speriamo in visita di
ispezione, per verificare se hanno fatto bene a non invitarli al convegno
alla Gregoriana.
Il Vice Presidente del CNR, ha fornito il suo
contributo come storico, con una ricostruzione in buona parte originale di un
capitolo importantissimo della storia della scienza moderna:
“ha ricordato che l’evoluzionismo
era nato come un movimento di rifiuto della Creazione[?]. Ha proseguito poi affermando che «quello che chiamiamo
evoluzionismo è
un insieme
composto da una ipotesi scientifica, più propriamente definibile come “teoria
dell’evoluzione” e da un sistema filosofico”, “«Teoria scientifica e teoria filosofica – ha
continuato de Mattei – formano due aspetti distinti di un unico complesso,
che hanno bisogno l’uno dell’altro per sopravvivere[?], e si sorreggono a vicenda[?].
L’ipotesi
scientifica, che non è mai stata dimostrata[?],
si nutre[?] del sistema
filosofico[?]; la tesi filosofica,
per giustificarsi, si fonda a sua volta sulla presunta teoria scientifica.
Tra gli
evoluzionisti non manca chi ammette il fallimento della teoria scientifica»”; originale la sua valutazione sui partecipanti al convegno organizzato
alla Gregoriana in alternative al suo: “«D’altra
parte, nel campo antievoluzionista, e più precisamente in campo cattolico, non
manca chi rifiuta l’evoluzionismo filosofico, ma accetta sul piano
scientifico la teoria dell’evoluzione. Si tratta di un giro mentale
analogo a quello di alcuni cattolici che fino al crollo del comunismo
rifiutavano l’ateismo marxista, ma ne accettavano l’analisi socio-economica,
giudicandola scientifica.
Tali
posizioni, ieri ed oggi, nascono da un complesso di inferiorità[?] nei confronti
della cultura laica,
caratteristico
di chi non si sente sicuro delle proprie idee cattoliche[?]»”.
Sarebbe importante conoscere la sua opinione anche sul motivo per cui Galilei
insisteva tanto per quella storia dell’eliocentrismo che era pure sbagliata,
come sappiamo oggi; forse voleva far arrabbiare il card.Bellarmino?
Se si fossero fermati un paio di giorni in più, i partecipanti al convegno sul quaternario che si è chiuso il 20/2 avrebbero potuto farsi
quattro risate ascoltando
“Un chimico
americano, Hugh Miller, che ha presentato le misure del
carbonio 14 [?] che ha appena realizzato sul
collagene di ossa di dinosauri[?]. Le date
vanno dai 20.000 [?!] ai 40.000 anni” [?!]. [Già dobbiamo chiarire il mistero dell’Homo
floresiensis, ci mancava solo che convivesse con i dinosauri!!]
F.Ayala invece avrebbe dovuto arrivare a Roma qualche giorno prima per
sentire invece un medico di Montpellier che sosteneva che
“è impossibile spiegare mediante una
genesi spontanea [?!] la complessità e l’ammirevole
inter-correlazione dei nostri organi e delle loro funzioni”. Giusto il
contrario di quanto F.Ayala ha detto anche all’Avvenire il 3/3/09.
Decisamente incredibile la conclusione dell’articolo, anche perchè si capisce
che il vicepresidente del CNR non aveva avuto solo il ruolo di occuparsi del
saluto iniziale come un bene educato padrone di casa! Con un discorso
conclusivo che forse nemmeno mons.Ravasi o il papa potrebbero oggi fare, ha
sostenuto
“l’importanza
di un dibattito in cui si manifestano chiaramente i
limiti della scienza[?] e l’importanza di ristabilire una visione cristiana del mondo che
ponga il concetto di Creazione al suo posto centrale[?] portatore di ordine, di finalità e di
intelligibilità” [ma non siamo al CNR?].
La
conclusione di D.Tassot (uno dei creazionisti francesi più dinamici, che da
giovane aveva avuto anche la ventura di frequentare il card.Ratzinger, che
aveva incontrato poi anche nel 2002 in Vaticano quando per lui il Vaticano era più
accogliente), se riportata correttamente, realmente sfiora pericolosamente i
limiti della razionalità umana:
“Una
società in ordine richiede l’esistenza di un’autorità intellettuale superiore[?], la quale ci avrebbe risparmiato
questa ideologia evoluzionista[?] che oggi invade tutti gli ambiti dell’azione e del
pensiero”. Anche qui F.Ayala, autore del libro “Darwin's Gift: to Science and Religion” potrebbe spiegare perchè è di opinione opposta
anche questa volta… e ritenga che la teoria dell’evoluzione sia appunto il regalo anche alla religione di un’autorità
intellettuale superiore.
[Questo articolo si sta diffondendo in rete,
per cui si trova nei siti integralisti cattolici Exsurgat Deo e ComeDonChisciotte, e nel forum di Panorama] Se ne parla anche in
inglese in forum
tradizionalisti. Bib sembra che si riesca comunque a suscitare un minimo
di dibattito.
Questi creazionisti sono comunque ammirevoli e danarosi, dato che sono
ritornati ancora una volta a Roma, e sempre a raccontarsi le stesse
sciocchezze di 10 o 20 anni fa che si erano detti alla Sapienza poco tempo fa, il 3/11/08. Sembra strano, ma questa volta nessuno degli
italiani presenti quel giorno è tornato a salutarli. Per fortuna il
vicepresidente del CNR non li ha lasciati soli.
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Sul convegno alla
Gregoriana interviene con una relazione anche S.Magister: “Date a Darwin quello che è di Darwin, ma
la creazione è di Dio” . Sembra non sapere che Darwin (e i suoi eredi)
ancora oggi devono litigare non solo per farsi attribuire quello che è suo,
ma anche per NON farsi attribuire quello che invece è di suo nonno Erasmus,
come l’evoluzione come fatto, che molti ingiustamente gli attribuiscono.
Nell’articolo è inserito anche un estratto dell’articolo (“L'origine
delle specie". Genesi 1 e la vocazione scientifica dell'uomo”) del gesuita P.Sonne, comparso
il 7/2/09 su Civilità Cattolica e che tanto ha entusiasmato la redazione del
sito italiano dei creazionisti biblici, che vi hanno visto con gioia una smentita alle
timide aperture alla teoria dell’evoluzione da parte di un altro gesuita,
P.De Rosa, in altri articoli comparsi qualche anno fa sempre su Civilità
Cattolica. In effetti la gioia dei creazionisti la si capisce fina dalle
prime righe, che distruggono secoli di evoluzione CULTURALE umana: “In questo saggio cercheremo di dimostrare che il
riferimento ai primi capitoli della Genesi non implica affatto una resa
dell’intelligenza”.
Non si capisce perché si parli solo di Genesi 1 e perché ci si dimentichi
di dire che non è un pezzo tratto da un libro di scienze, anche perché di
solito i libri di scienze son molto grossi. Probabilmente nelle università
vaticane i libri di scienze non si vede quanto sianto tanti e quanto siano
grossi … perché non ci sono; e sembra ovvio: anche i professori di scienze si contano
sulle dita di una mano!
E’ davvero imbarazzante che tutta la lunga discussione su Genesi 1 secondo S.Magister
sia “Una prova luminosa di come le due visioni del
mondo possano convivere e integrarsi” e perfino una prova che “il racconto
biblico della creazione non solo non è incompatibile con la razionalità
moderna ma ha segnato "una emancipazione del sapere scientifico",
consegnando il creato alla responsabilità dell'uomo”. Una valutazione
così positiva fa probabilmente riferimento a una definizione di cultura e di
evoluzione culturale molto riduttiva e forse simile a quella che potremmo
riconoscere in alcune specie animali, priva dell’esigenza di fornire
soprattutto conoscenze utili per la sopravivenza di una specie, per la difesa
dalla selezione naturale e dalle quotidiane minaccie alla sopravvivenza degli
individui della nostra specie.
Sembra che P.Sonne dimentichi che proprio la Genesi, più avanti, prospetti
una vita molto dura per la nostra specie, per cui sembra evidente che
sottovaluti l’enorme utilità e necessità di strumenti di conoscenza (ma
soprattutto di azione) utili alla nostra sopravvivenza.
E la teoria dell’evoluzione, a differenza della Genesi (1 o 2) è alla base
della medicina moderna che garantisce un livello minore di masochismo e una
migliore sopravvivenza agli appartenenti alla nostra specie.
Dire che “il racconto biblico della creazione non è
incompatibile con la razionalità moderna” sembra una grave
sottovalutazione della razionalità moderna e soprattutto della sua utilità
proprio grazie alla possibilità di creare nuovi strumenti culturali, fra cui
quelli che hanno permesso il raddoppio della durata media della vita
nell’ultimo secolo (… e spero che nessuno provi a dire che Matusalemme viveva
ancora più a lungo… :-) )
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Sembra che non vi
sia più molta discussione nei quotidiani sul convegno che si è appena
concluso alla Gregoriana.
Bisogna quindi accontentarsi di siti web come ad esempio quello de Il
sussidiario, dove è comparso un lungo e complesso articolo di valutazione
del convegno (“La Chiesa alla tavola alta
dell’evoluzione”).
Nell’ambito della valutazione positiva che viene data al convegno, sembra
comunque che nell’articolo si trovino le soilite frasi molto sospette, come
quella che conferma la confusione (ormai poco credibile e quindi non
accettabile) fra evoluzione e teoria dell’evoluzione,: “Nessun tentativo, quindi, di
“intrusioni teologiche” ingiustificate nella scienza sperimentale: quello
dell’evoluzione è un fatto ormai ampiamente accettato”. [tranne che dal card.Martino e da
mons.Fisichella, rettore della Lateranense, due anni fa. Ormai nessuno più si stupisce del fatto che
MAI nelle frasi “di approvazione” capiti di leggere “teoria dell’evoluzione”].
E’ assurdo che nel 2009 si presenti come una novità quello che era già un
fatto noto agli esperti prima della nascita di Darwin; ripeterlo qui
presentandolo come una grande concessione (per cui ormai e ampiamente sono davvero di troppo) … sembra quasi una provocazione, dato che sono
ormai 200 anni che la scienza lo sa!
Tanto più che frasi di questo tipo sono offensive verso lo stesso GP2 che già
nel 1996 parlava chiaramente di “teoria
dell’evoluzione”.
Dopo una tale premessa, è evidente che sorga qualche dubbio quando si legge
una frase come “La biologia evoluzionistica ci offre oggi una mole
impressionante di dati a suo favore. La cornice classica, la famosa “sintesi
moderna”, è quindi ancora il punto di riferimento per un’indagine seria,
ma con alcune novità di tutto interesse”.
Anche qui evidentemente si evita di citare la “teoria dell’evoluzione”,
forse sperando che nessuno sappia associarla alla “sintesi moderna”,
che comprende ovviamente le mutazioni casuali e la selezione naturale (non
casuale nè cieca come qualcuno insiste a dire).
L’asimmetria fra il metodo scientifico e i metodi usati dalla filosofia e
dalla teologia sono ben dimostrati in vari punti dell’articolo; lascia
davvero perplessi la frase “L’eliminazione della metafisica (e
quindi della filosofia e della teologia) non è giustificabile
scientificamente sulla base dei dati che ci confermano la realtà del processo
evolutivo”; una simile frase sconcerta qualsiasi scienziato (per cui sarebbe più
razionale scrivere “l’utilizzazione”), anche
perchè apre a conclusioni non motivate e non giustificate ma che si pretende
acquisiscano “razionalità”, come “In questo senso, è possibile
accettare unitamente il concetto di creazione della realtà da parte di un
Essere superiore”, e porta ad assurde subordinazioni non motivate di
strumenti di conoscenza diversi
(“La teoria
evolutiva non può dunque avere la pretesa di delegittimare le indagini di
tipo filosofico e teologico”), dimenticando adirittura il fatto
fondamentale che il metodo scientifico è l’unico che ha fornito e fornisce
continuamente strumenti efficaci di intervento sulla realtà che hanno
garantito il successo della nostra specie.negli ultimi secoli.
In una simile situazione asimmetrica, sembra difficile credere che sia
sincera e nello “spirito di profondo rispetto reciproco e di onestà
intellettuale“ la frase “La scienza può evitare alla religione
di ridursi a semplice superstizione; teologia e filosofia, dal canto loro,
possono evitare alla scienza di diventare scientismo, cioè un falso idolo che
si autoadora”.
Anche perchè per evitare il rischio per le religioni di “ridursi a
semplice superstizione“ non c’è bisogno di scomodare la scienza:
basta la semplice verifica delle discordanze fra le mille diverse religioni,
tanto più se ci si illude di credere che la scienza possa essera ascoltata da
chi ritiene che “La teoria evolutiva non può … avere la pretesa di
delegittimare le indagini di tipo filosofico e teologico”. Infatti
… di solito avviene il contrario ….
“Superior stabat agnus”
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8/3/09-USA
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A proposito dell’articolo sull’enigma
della mente linkato nella notizia qui sotto e il riferimento al fatto che la
nostra specie possa essere l’unica a “scegliere
ed eseguire le proprie decisioni”, in un blog USA si dimostra
l’enorme creatività e fantasia che la nostra mente ci mette a disposizione.
Come sappiamo, l’evoluzione oggi è senza dubbio un fatto, almeno per tutti
coloro che la stanno studiando e quindi la conoscono. Forse per loro sarebbe
difficile elencare addirittura 50 motivi per accettare l’evoluzione. Chi la
nega sembra invece possa scegliere fra ben “50 Reasons to
Reject Evolution”. [a volte
anche gli evoluzionisti apprezzano e usano la parodia…]
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8/3/09-USA
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[dal blog Bobbie-the-Jean] Molto spiritose le “50 Reasons I Reject Evolution”.
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8/3/09-VA
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L’agenzia Zenit
pubblica un articolo (“ “L'Origine
delle specie” di Darwin e l'enigma della mente ) che commenta l’articolo
(“A 150 anni dall'Origine delle specie di
Darwin”) del genetista gesuita P.Serra, comparso su Civiltà
Cattolica il 21/2/08. Sembra di capire che finalmente vengano date per
già approvate tutte quelle questioni sull’evoluzione umana che gli scienziati
hanno chiarito negli ultimi 150 anni e che il convegno chiusosi ieri alla
Gregoriana sembra abbia dimenticato di chiarire se vengano o meno accettate
(e da quando) dalla Chiesa cattolica.
Fino a qualche anno fa quasi tutte le differenze fra l’uomo e gli animali,
secondo la Chiesa, dovevano essere risolte ad un livello molto superiore a
quello strettamente biologico, che non potrà mai fornire una spiegazione
convincente e quindi si ipotizzava un “salto ontologico” abbastanza
impressionante. Ora sembra che ci si possa accontentare di un “saltino
ontologico”: P.Serra infatti ormai si accontenterebbe di una differenza
minore fral’uomo e le altre specie, anche se certamente molto importante:
“L'enigma della
mente e della coscienza, esclusivo della specie umana, deve essere risolto ad
un livello molto superiore a quello strettamente biologico, che non potrà
mai fornire una spiegazione convincente”.
Mentre altri insistono a ignorare le somiglianze fra l’uomo e le altre
specie, certamente P.Serra identifica un problema serio, ancora da risolvere,
a differenza di altri che sono stati risolti, tappando dei buchi che prima
venivano chiusi senza problemi ricorrendo ad un entità superiore.
Probabilmente nell’articolo originale P.Serra deve aver fatto qualche esempio
migliore di quello riportato qui, dato che la frase “le
strutture del cervello umano si sviluppano quale strumento indispensabile per
consentire alla persona umana di elaborare ed esprimere i prodotti della sua
mente e di scegliere ed eseguire le proprie decisioni” non sembra
distinguere fra la nostra e molte altre specie animali i cui individui devono
costantemente “scegliere ed eseguire le proprie
decisioni”.
E’ infatti molto improbabile che P.Serra creda ancora che l’istinto
distinguerebbe l’uomo dagli animali.
Comunque fa piacere verificare l’enorme sviluppo che ha avuto la conoscenza
unana grazie alla ricerca scientifica in questi ultimi secoli. Si sono
chiariti aspetti che un tempo si spiegavano solo ricorrendo al caso o a
interventi divini che potevano magari essere influenzati anche con sacrifici
umani. Oggi per fortuna sembrano ormai poche le aree per le quali qualcuno
pensa che la scienza “non potrà mai fornire una
spiegazione convincente”.
Fa piacere che P.Serra involontariamente confermi OGGI che ormai c’è
sempre meno spazio per spiegazioni “ad un livello
molto superiore a quello strettamente biologico”.
Come sappiamo, soprattutto se abbiamo già sentito parlare dei “neuroni specchio”
(video, intervista
a Rizzolatti), in questo secolo appena iniziato si prevedono grandi
miglioramenti nella conoscenza del funzionamento della mente umana; molte spiegazioni
si otterranno grazie allo studio della mente dei primati, dato che è molto
simile a quella umana.
Verificheremo fra qualche decennio se le spiegazioni saranno più o
meno convincenti rispetto a quelle che purtroppo non convincono ancora
i cattolici sulla teoria dell’evoluzione … dopo 150 anni.
Un assaggio di comportamenti reali a cui probabilmente qualcuno non
crederebbe, lo vediamo in questi giorni in uno scimpanzé chiuso in uno zoo, e
di cui si parla nel blog Leucophea (“Previsione”)
e nel blog Pharyngula (“On being
human”) che riportano una storia presentata in un articolo del Guardian
(“Chimp
who threw stones at zoo visitors showed human trait, says scientist”)..
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7/3/09-IT
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Mi accorgo solo
oggi di una lettera al direttore dell’Avvenire pubblicata il 3/3/09 (e
che commento qui sotto in quella data); non sembra scritta da uno delle
centinaia di biologi cattolici universitari che conoscono l’evoluzione e la
teoria dell’evoluzione ma che hanno forse paura a dare consigli corretti
sulla base delle loro competenze, come un tempo aveva provato a fare … Teilhard de Chardin.
Probabilmente sono (giustamente)
timorosi di mettersi in contrasto con la gerarchia (e il direttore dell’Avvenire)
ma forse anche con i tanti medici che da tempo danno indicazioni vaghe e
imprecise sul modo di gestire problemi che conoscono poco, citando più i
documenti papali che quelli scientifici;
proprio come è avvenuto in un articolo pubblicato dall’Avvenire giusto
due giorni fa, il 5/3/09,
forse come improbabile siluro contro l’intervista, molto chiara e precisa sul
potere esplicativo della biologia attuale, all’autorevole evoluzionista F.Ayala pubblicata due giorni prima sempre
sull’Avvenire.
La lettera di Giampaolo Riva del 3/3/09 è una risposta ad una precedente
lettera contro Darwin e la teoria dell’evoluzione pubblicata il 25/2/09. In
quel caso il direttore aveva appoggiato la lettera, aggiungendo pure le sue
(ulteriori e imbarazzanti) critiche.
In questo caso invece la lettera non ha avuto (stranamente) commenti del
direttore. Sarebbe stato davvero troppo imbarazzante, dato che lo stesso
giorno veniva pubblicata un’intervista a F.Ayala (“Darwin e l’occhio del calamaro”), che aveva il “coraggio” di dire alcun verità
spiacevoli, confermando quello che scrive il lettore.
La lettera di G.Riva avrebbe potuto essere una buona traccia per la
conclusione del convegno e una proposta di documento ufficiale sulla teoria
dell’evoluzione, che sarebbe stato logico iniziasse con la sua frase molto
razionale: “Basterebbe leggere
un buon libro di biologia per trovare abbondanza di prove sulla teoria
evolutiva verificate sulle più varie specie viventi, dai batteri all’uomo”.
Certamente G.Riva rimarrebbe abbastanza sconvolto, come lettore
dell’Avvenire, a scoprire che alcuni gruppi cattolici hanno addirittura
organizzato, in collaborazione con i pochi antievoluzionisti italiani,
iniziative contro quelli che lui chiama “i buoni
libri di biologia”: l’iniziativa può essere considerata ridicola, ma è
stata fatta, e pure in una sede autorevole: può verificarlo leggendo questo
documento presentato al Meeting di Rimini nel 2000 e preparato in
collaborazione antievoluzionisti che hanno [troppo] spesso facile accesso
alla stampa cattolica italiana.
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Stanno comparendo
alcune notizie d’agenzia sulle conclusioni del convegno alla Gregoriana (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”).
L’APCOM sembra non riferisca alcunché di interessante come conclusione di un
convegno che avrebbe dovuto dire finalmente (dopo ben/solo 150 anni) ai
cattolici che la teoria dell’evoluzione attuale è non solo unica (anche
se complessa e articolata, verificata
e dimostrata, utile e utilizzata, non ideologica come una religione ma basata
sui fatti e quindi scientifica, ecc.) ma soprattutto accettabile e quindi
accettata anche dalla Chiesa Cattolica, arrivata buona seconda dopo la chiesa
anglicana.
Il convegno avrebbe anche potuto raccomandare le scuse, come ha fatto la chiesa
anglicana il 16/9/08.
Che non ci sia niente di nuovo lo si capisce subito anche dal titolo che
sintetizza l’intervento conclusivo dell’organizzatore, il ministro della
cultura del Vaticano: “Ravasi:
Dottrina creazione e' diversa da creazionismo” [l’articolo è già
scomparso; c’è ancora una copia qui].
Insomma un titolo che non riguarda il tema più caldo del convegno, ma che
evidenzia un problema che angoscia solo i cattolici, … e quindi niente di
nuovo per gli altri.
Quindi nulla che giustificasse un convegno di 5 giorni. Strano che questo
ulteriore rinvio dell’accettazione di una teoria scientifica che non tocca,
né lo potrebbe, alcun dogma di fede (ma quale?!), si accompagni a un
tentativo di rivitalizzare la confusione fra creazione e creazionismo, non
fornendo una definizione chiara che permetta di decidere se si può continuare
a insegnare la creazione come un fatto ai bambini dell’asilo statale dai tre
anni in avanti.
Pochissimi al mondo capiscono il significato di una frase conclusiva del
convegno che suona così: "Da un punto di vista
teologico, la dottrina della creazione è fondamentale all'interno della
visione teologica e cristiana. Diversa è l'applicazione scientifica del
creazionismo, cioè inserendola materialmente all'interno di una ricerca di
tipo strettamente scientifico che ha i suoi canoni".
Se la frase indicasse veramente che il creazionismo scientifico è
inaccettabile, non potrà che avere qualche effetto, e lo si potrà verificare
subito, in pochi giorni.
Sarebbe logico che questa dichiarazione comportasse infatti una immediata
revisione dei programmi di religione per i bambini dell’asilo dai tre anni.
Si avrebbe poi la chiusura immediata e l’apposizione di sigilli al “Kolbe Center for the study of creation”
che da anni smentisce mons.Ravasi, cercando di far credere ai cattolici che
il creazionismo sia una scienza … ma senza canoni.
La pagina web del centro dovrebbe quindi essere sostituita da una pagina web
con le chiavi di S.Pietro e l’elenco delle motivazione che hanno portato alla
chiusura del sito, un po’ come le pagine che le questure mettono nei siti web
pedofili. Nel sito dovrebbe essere soprattutto disattivato il link che hanno
messo da poco ad un pessimo video
pieno di sciocchezze (di origine francese, ma ormai tradotto in molte lingue,
fra cui l’italiano) che cerca di dimostrare anche ai fedeli italiani il
creazionismo scientifico.
Non è chiaro se si provvederà ad aprire un procedimento presso il Santo Uffizio
almeno contro i suoi principali esponenti religiosi (numerosi sono infatti i religiosi consulenti
del centro, fra cui anche un vescovo cattolico, R.Danylak) e magari un controllo ulteriore potrebbe
essere richiesto per verificare l’ipotesi di abuso di potere o abuso di
titolo contro un certo G.Keane, che nella sua scheda informativa si definisce
“Creation author” di professione.
Tutti comunque arrivano subito a capire dall’articolo che di evoluzione e di
Darwin in futuro bisognerà continuare a parlarne il meno possibile.
Questo lo si capisce soprattutto dalla frase finale dell’articolo,
in cui si dice che “L'auspicio di monsignor Ravasi è
"far sì che i risultati di questi incontri possano essere diffusi
a livello didattico, possano cioè avere un orizzonte molto più vasto rispetto
a quello degli studiosi"”.
Prima sarebbe però necessario sapere quali sono stati i risultati e se
riguardano solo un chiarimento sulla dottrina della creazione. Anche perché
sarebbe masochista privarsi dell’esperienza del Kolbe Center nella didattica
della creazione: fanno quasi concorrenza ai creazionisti protestanti e ai
loro Creation Museum! Sono già pronti e attrezzatissimi, con “Free
Creation Videos & DVDs”, e pagine web didattiche specifiche: “What does the Catholic
Church Teach about Origins?”, The Importance of the Traditional Doctrine of
Creation, “Special Creation Rediscovered
Catholicism and the Origins Debate” (questa pagina è gestita
personalmente dal citato, e sospetto, “Creation
author”).
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Cattive notizie
anche dall’articolo sulla chiusura del convegno alla Gregoriana (con
un’intervista a mons. Sorondo) messa in rete dalla Radio Vaticana.
Già è sbagliato (nel titolo) il titolo del principale libro di Darwin (“Chiuso
alla Gregoriana il confronto sull"Origine DELLA
specie" di Darwin”), come se in 5 giorni non si fosse arrivati a
leggere fino alla fine nemmeno il titolo del libro che si festeggiava proprio
quest’anno.
Riguardo all’articolo … ormai ho scritto già di più: E’ LUNGO DUE (2)
RIGHE!!!! Qualcuno deve essere
rimasto senza parole! Per fortuna c’è l’audio dell’intervista.
Poi non si capisce se faccia riferimento al convegno o a Darwin e cosa
intenda il cancelliere dell’Accademia Pontificia delle Scienze [ma non era
il responsabile del convegno di novembre? Cosa ci fa qui nel convegno del
responsabile della cultura vaticana mons.Ravasi?] quando dice che “di fronte allo scientismo bisogna
sfatare che noi siamo figli del caos”?
Si dovrebbe tenere presente che anche esperti come F.Ayala potrebbero leggere
l’articolo … e F.Ayala potrebbe riprendere carta e penna e scrivere una
lettera al papa … come quella che
scrisse nel
luglio del 2005 per metterlo in guardia dagli errori e dalle ingenuità
scritte dal card.Schönborn nel suo editoriale in favore dell’ID USA,
pubblicato il 7/7/05 sul New York Times.
Sembra di capire che mons.Sorondo (audio) confonde tuttora
CAOS con CASO, come già fece in un’altra intervista (non più disponibile, ma
che era archiviata qui)
qualche anno fa. Comunque fa impressione sentire come questa ed altre
critiche immotivate e ingiustificate alla teoria dell’evoluzione siano
addirittura la risposta alla domanda più ragionevole che un giornalista possa
fare dopo un convegno su Darwin tenuto in Vaticano: “Cosa accetta oggi la Chiesa dell’evoluzione?”.
Non era stato mons.Ravasi a dire ripetutamente “no
problem”?
Perché vergognarsi di rispondere che dopo 150 anni si fa finta di confondere
ancora fra “evoluzione” e “teoria dell’evoluzione”? Quanti
anni sono che, anche senza convegni, ci sono le stesse risposte?
L’aspetto più sconcertante è che molti degli scienziati partecipanti al
convegno sono credenti… lo stesso F.Ayala ha spiegato chiaramente (perfino
sull’Avvenire,
forse non se ne sono nemmeno accorti…) che ormai Dio non è più necessario
per spiegare l’evoluzione dei viventi, proprio grazie alla teoria
dell’evoluzione.
Niente di nuovo: già lo aveva fatto con parole simili l’austriaco Peter
Schuster, consulente del papa a Castelgandolfo nell’agosto del 2006.
Ripetere sempre le stesse critiche anche dopo il passaggio di un esperto
probabilmente cattolico come Ayala sembra a questo punto un comportamento
oggettivamente masochista, visto che il rischio di inadeguatezza lamentato
addirittura da P.Cantalamessa il 07/03/2008, aumenta ogni anno. Non si può
certo aspettare altri 200 anni, come si è fatto con Galilei …
·
Interessante
articolo dell’Avvenire (“Un’anima
per l’evoluzione“) con un sintesi degli interventi della giornata
di ieri al convegno alla Gregoriana.
Dall’articolo si scopre che per evitare di dare un giudizio positivo su
Darwin non c’è niente di meglio che parlare di Darwin aiutandosi con
S.Tommaso, S.Agostino, Aristotele o al massimo Abbagnano (succede anche
questo). Non c’è davvero nessun rischio di sbagliare.
Altri interventi sembravano più intermezzi ricreativi. Un probabile esempio
della poco nota (… finora … e in Italia, ma un relatore arrivato dagli USA ce
la fa conoscere ….) Legge
di Poe lo troviamo nell’intervento di Numbers.
Forse pochi conoscono questa legge proposta nel 2005: non è né solo una misera
ipotesi, né solo una semplice teoria scientifica, ma è proprio una
legge (forse un po’ particolare, dato che è l’unica finora nata in un blog…)
che trova spesso applicazione nelle discussioni ai confini della fede e può
quindi essere verificata soprattutto in ambienti frequentati da integralisti
di qualsiasi religione
: “Without a winking
smiley or other blatant display of humor, it is utterly impossible to parody
a Creationist in such a way that someone won't mistake for the genuine
article”.
Nel sito web linkato non solo ci sono esempi reali e verificati; ma vengono
indicati anche alcuni corollari e formalizzazioni. Trattandosi di una legge e
non di una teoria come quella dell’evoluzione (che non la prevede), non può
mancare la formulazione matematica che qualche fisico potrebbe richiedere
(parodisticamente o no…).
Se il giornalista ha riportato bene quanto detto da Numbers durante il suo
intervento, nel mondo ci sarebbero centinaia di milioni di persone che
credono nel creazionismo e quindi nella comparsa improvvisa di personaggi
simili ad Adamo ed Eva, magari proprio nel momento iniziale dell’universo e
dell’evoluzione biologica.
Che questi miti mesopotamici abbiano ancora un così grande successo sarebbe
addirittura da attribuire, secondo Numbers, a quel “satanasso” di
R.Dawkins, che da qualche anno dice in giro che i fossili sarebbero la prova
dell’inesistenza di Dio e dell’anima (o delle
anime?): “come possiamo
meravigliarci di ciò, se gente come Richard Dawkins va affermando che i
fossili sono la prova che non esistono nè Dio né l’anima?»”
Sembra che l’oratore creda davvero che sia R.Dawkins il
responsabile di un indottrinamento di massa in favore del creazionismo ma non
si capisce se lo può provare e se può quindi provare che ci sia stato un
qualche incremento significativo negli ultimi anni e se questo corrisponda al
momento della nascita o della laurea, o delle prime predicazioni ...
Che si trattasse di un intermezzo umoristico nel
mezzo del lungo convegno sembra la spiegazione più probabile, dato che non si
può ritenere Dawkins responsabile di situazioni precedenti (e anche di molti
secoli) alla sua nascita.
Ovviamente la spiegazione più razionale è che il comportamente di Dawkins sia
semplicemente una reazione alla situazione che ha trovato già comunque
esistente al momento della sua nascita.
Si accenna poi al fatto che l’oratore non riesca a
trattenere le lacrime («Mi viene da piangere»,
dice); ciò induce a sospettare che fossero lacrime di ilarità.
Tanto più che non ricordo che qualcuno abbia mai
sostenuto che l’esistenza, sia di Dio che dell’anima, sia dimostrabile con i
fossili (sarebbe stato un altro caso in cui si applicherebbe immediatamente
la Legge di Poe). Fra l’altro di
fossili si parla solo da un paio di secoli …, per cui anche loro come Dawkins
sono probabilmente innocenti.
Se qualcuno, incuriosito per una nuova legge che
ha dovuto imparare, volesse vedere uno dei migliori esempi della legge di
Poe, eccolo qui:
questo
video davvero non si capisce se sia serio (e allora immaginiamo cosa
potrebbe avvenire con un’anguria o una noce di cocco) o una parodia. Per
fortuna sappiamo che quei due sono dei famosi propagandisti del creazionismo
protestante USA, per cui non c’è alcun dubbio che sia un video creazionista,
anche se … sembra proprio una parodia … Per togliere ogni dubbio, ecco qui un
articolo in cui uno dei due accusa il Vaticano di essere favorevole al
darwinismo (“Comfort
says Rome believing Darwin over Jesus”) . Probabilmente dagli USA non vedono bene quel
che succede in Europa…
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6/3/09-VA
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Caso, caos, provvidenza, batterio o virus …? Non
si sa.
Comunque oggi al convegno della Gregoriana su Darwin e la teoria
dell’evoluzione è saltato un intervento che probabilmente avrebbe potuto
imbarazzare: “La visione teologica dell’evoluzione in Teilhard de
Chardin” di Georges Chantraine. Teilhard de Chardin infatti non è stato ancora
riabilitato, anche se spesso viene evocato in quanto paleoantropologo e
religioso che ha cercato davvero di trovare una sintesi fra scienza e fede
nel rispetto di ambedue gli srumenti di conoscenza.
La condanna, tuttora attiva,.del suo tentativo di sintesi non può che confermare
l‘impossibilità di questa sintesi, che d’altronde i pochi esperti successivi
hanno prudentemente evitato di cercare e proporre, accettando che la linea
antievoluzionista fosse nelle mani di persone spesso molto creative e poco
rispettose dell’esigenza (ma soprattutto dell’utilità!) per la cultura umana
di spiegazioni coerenti con i dati
sperimentali.
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6/3/09-USA
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[da
NCSE] Negli USA gli antievoluzionisti ultimamente hanno scopert o che
conviene far passare qualsiasi cosa per le assemblee elettive, ben conoscendo
il ruolo delle potenti e ricche lobbies religiose. Si
è arrivati in questi gioni al ridicolo: “Two bills in the Oklahoma House
of Representatives — House Resolution 1014 (document) and House Resolution 1015 (document), introduced on March 3,
2009 — attack Richard Dawkins's visit to the University of Oklahoma”..
Per ora non sono state ancora
approvate.
Quale sarebbe l’obbiettvo? “Both
measures, if adopted, would express the strong opposition of the Oklahoma
House of Representatives to "the invitation to speak on the campus of
the University of Oklahoma to Richard Dawkins of Oxford University, whose
published statements on the theory of evolution and opinion about those who
do not believe in the theory are contrary and offensive to the views and
opinions of most citizens of Oklahoma”
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5/3/09-USA
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Un articolo dell’AP racconta
della protesta dei sostenitori dell’Intelligent Design che sono stati esclusi
dalla conferenza vaticana
(“Rome meeting snubs intelligent
design, creationism”): “A Vatican-backed conference on evolution is
under attack from people who weren't invited to participate: those espousing
creationism and intelligent design”.
Interessante verificare la risposta
della Templeton Foundation (che ha coperto il 50% delle spese del convegno)
all’accusa di essere responsabile di questa esclusione (dato che nel suo sito
web si specifica chiaramente che “the TF doesn't support any research or programs that deny large
areas of well-documented scientific knowledge"): “They sent us the proposal after they had most of the
speakers already. We decided to make the grant in part because it is a
really good speakers' list"; la TF esclude quindi di aver condizionato
la scelta dei relatori, e P.Leclerc, uno degli organizzatori, spiega che, per
quanto riguarda l’ID "We think that it's not a
scientific perspective, nor a theological or philosophical one. This makes
a dialogue very difficult, maybe impossible".
Purtroppo risulta evidente che
nell’articolo si debba ricorrere a una citazione di GP2 (1996) per poter inserire una recente valutazione
minimamente positiva della ”teoria dell’evoluzione” da parte del
Vaticano: “theory of evolution is more than a
hypothesis"; da notare che la citazione è corretta, per cui non
si capisce proprio come abbia fatto
il card.Schönborn a copiarla sbagliata nel suo articolo del 7/7/05.
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In diretta
relazione con la notizia precedente, un articolo nel sito del Discovery
Institute
(“Templeton's
Darwin Conference in Rome”) cerca di chiarire i rapporti fra DI, TF e
Vaticano in relazione al grosso finanziamento della TF per l’organizzazione
del convegno (“The Pontifical Council on Culture
has little money of its own for science programs. The staff explained this to me and so, too,
did others in the Vatican. How much money Templeton is providing has not yet
been reported anywhere. What you have in Rome right now is largely a
Templeton-directed conference.”).
L’articolo fa notare come al DI non
sembri che nè al convegno né in Vaticano siano tutti sfavorevoli al “progetto
intelligente”; si cerca però di negare che nell’articolo del 2005 (dal titolo
piuttosto chiaro, “Finding Design in Nature”, e dai retroscena
ben noti e inequivocabili) il
Card.Schönborn abbia sostenuto l’ID
(“The AP story
reports that Cardinal Schoenborn supports intelligent design. I don't know of any occasion when the cardinal
has said that”).
L’articolo ironizza anche sul fatto
che a volte negli ambienti vaticani, ma è successo anche al convegno, si
difenda solo l’”evoluzione” e non la “teoria dell’evoluzione” che non piace
nemmeno al DI (“Reporters often point out that the
pope and Church accept "evolution," as if that somehow repudiates
criticism of Darwinian theory. But I don't know anyone at Discovery Institute
who doubts that some form of evolution has taken place. The questions
are whether Darwinian theory or any process of evolution that is
inherently unguided, can adequately explain the origin of the universe or the
development of life on Earth, let alone man's place in the world. That is a different set of issues,
isn't it?”); sono decisamente
“cattivelli”, ma sanno bene che anche in Vaticano di un progetto intelligente
proprio non può dispiacere … come hanno scritto nel loro sito nel commento
ironico all’articolo di F.Facchini del 16/1/06 (“Evoluzione e creazione”).
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5/3/09-VA
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[ASCA] Un appartente al gruppo dei ricchi
creazionisti turchi che ha invaso l’Europa di prezioni volumi in cui si
spiegava che tutti gli esseri viventi erano stati creati da Allah nella forma
attuale (chissà perché mancano le foto dei dinosauri … erano sfuocate? Che
potessero essere utilizzati come esche
da pesca è improbabile) è stato allontanato dal microfono al convegno
sull’evoluzione dove aveva iniziato una relazione … sugli anelli mancanti
invece di fare una domanda
(“EVOLUZIONE:
CREAZIONISTA 'CENSURATO' A CONFERENZA VATICANA”).
E’ avvenuto durante una sessione
presieduta dai genetisti F.Ayala e D.Futuyma.
Il video dell’evento è già su You Tube, per cui si
può capire che a questo convegno ci sono almeno due creazionisti fra i
partecipanti, e gli altri, che rumoreggiano e applaudono F.Ayala, sembrano in
gran parte evoluzionisti.
Secondo quanto racconta (“Investigating Evolution in Rome”) il parlamentare europea e creazionista
infliltrato grazie ad raccomandazione nel convegno di novembre sull’evoluzione
dell’universo, lui era invece il solo creazionista in una platea di
evoluzionisti. E’ rimasto quasi traumatizzato (forse non ha mai incontrato
Zichichi, anche lui presente).
Non si può negare che qualcosa in
Vaticano stia in effetti cambiando anche se in mezzo a una notevole
confusione; purtroppo la posizione ufficiale non c’è ancora, né mancano, come
dimostra l’iniziativa del vivace docente dell’Università Europea, le
provocazioni per mettere in difficoltà chi si sta rendendo conto che non si possono
ripetere le conoscenze del 1700 e pretendere anche che la gente del 2000 ci
creda. Purtroppo gli integralisti non si rendono conto che la corda rischia
di spezzarsi … per eccesso di irrazionalità.
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Intervista alla Radio
Vaticana di L.Galleni, zoologo alla statale di Pisa e Filosofo della
scienza all’università Gregoriana: “Dialogo tra scienza e fede al Convegno
sull'evoluzionismo alla Gregoriana”. Sul ruolo positivo del caso, come zoologo non può che essere
d’accordo: “che ci siano anche meccanismi aleatori, all’interno dei
meccanismi evolutivi, e degli strumenti che la scienza, con tutti i suoi
vantaggi ed i suoi limiti, cerca di usare per descrivere questo evento ormai
accertato che è l’evoluzione, va bene”. Non è chiaro come l’aleatorietà possa essere
considerata uno spazio di libertà (“aleatorietà - questo è uno dei segni che il valore
fondamentale dell’universo è la libertà, un universo creato per accogliere la
creatura libera - questo mi sembra invece una cosa bellissima, un
suggerimento importante che la scienza dà alla teologia ed alla filosofia”).
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4/3/09-IT
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Articolo di
P.Greco sull’Unità (“Darwin in Vaticano: prove di dialogo tra
scienza e fede) presenta
(forse è più ottimista di T.Pievani)
le attese e le speranze legate alla conferenza organizzata dal
Vaticano sulla teoria dell’evoluzione (o sull’evoluzione … secondo qualcuno).
Cita le perplessità di F.Ayala sul titolo della conferenza, dato che si parla
di “teorie” e non di “teoria dell’evoluzione”; Greco ricorda
poi la preoccupante sbandata del 2005 del card.
Schönborn verso l’ID USA, che (ricordo) è stata confermata nel discorso fatto a da
lui a Sydney il 16/7/08) (“Alcuni
fenomeni particolarmente complessi non depongono nettamente a favore di un
«disegno intelligente» nella natura?”).
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Articolo sul
convegno alla Gregoriana anche su Liberazione (“In
casa dei gesuiti si cerca la pace tra Darwin e la Chiesa”); si da credito
ad alcuni degli organizzatori el convegno, ma si indicano alcuni esponenti
vaticani vicini al Papa, e in particolare il card. Schönborn, come sospetti di intelligenza con il “nemico”,
l’Intelligent Design, condannato anche. Si ricorda come si sia rischiato, nel
2005, di seguire il cardinale viennese nella sua cotta per
l’ID USA. Si apprezza l’intervista di G.AuIetta all’Osservatore Romano.
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Sull’Avvenire intervista (“è
tutta questione di cranio”) a Y.Coppens
che partecipa al convegno della Gregoriana, lo scopritore di Lucy inseme a
D.Johanson. E’ ovviamente entusiasta della scoperta del passaggio dagli
animali all’uomo, ma non riesce a posizionarlo nel tempo e nello spazio, né
potrebbe, dato che per quei tempi abbiamo solo fossili, mentre questo
passaggio sarebbe determinato dalla comparsa del pensiero, che possiamo
ovviamente vedere solo nelle specie attuali. Che questo passaggio si chiami “salto
ontologico”, glielo dice il giornalista dell’Avvenire, che cita GP2, e la
redazione usa in modo poco corretto questo termine virgolettandolo nel
sottotitolo, come se fosse una dichiarazione di Y.Coppens. Sarebbe stato più
corretto usare le parole dette da Y.Coppens, a cui non sembrano piacere i
salti e sembra preferire una spiegazione più naturalistica: “l’emergere naturale della specie Homo ha fatto nascere
il primo essere vivente dotato di un pensiero spirituale, morale, estetico”.
Alla fine Y.Coppens dice che «Si cerca l’incrocio tra scimmie prebonobo e ominidi
pre-umani. Per trovare l’antenato comune bisogna risalire a due milioni di
anni fa. E si è molto vicini al traguardo». Speriamo che arrivi
un’errata corrige sulla data… ma soprattutto che il direttore dell’Avvenire
legga un po’ tutti gli articoli che pubblica in questi giorni sull’evoluzione
umana …
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Sempre sull’Avvenire
un commento davvero imbarazzante anche per il tono (“Darwin
e la fede: creduloni e furbacchioni”) di qualcuno
che non è ben informato che un secolo sono sempre ben 100 anni e che non sa
del Monitum
che ha colpito Teilhard de Chardin addirittura nel 1962, quando era già morto
da ben sette anni:
“che il darwinismo come teoria scientifica dell’evoluzione
non sia incompatibile con la fede, è ammesso di fatto da almeno un secolo – basterà citare l’opera dei due gesuiti Teilhard De
Chardin e Vittorio Marcozzi – e ufficialmente dalla 'Humani Generis' di
Pio XII (1951)! Ma da noi c’è chi, pur in perpetuo ritardo, si crede
progressista e fa la figura del bimbo che sul treno che parte grida
emozionato che «la stazione si muove». Spesso si sfiora anche il ridicolo”.
Su Teilhard de Chardin ci sono oggi parecchie valutazioni nella Chiesa, ma
questa è davvero nuova … (è poi molto imbarazzante toccare in questo modo un
tasto delicato)
Forse sarebbe meglio che sull’Avvenire lui non avesse citato affatto le opere
di Teilhard de Chardin (che aveva proprio cercato, pagandola molto cara, di
rendere compatibile la teoria dell’evoluzione con la fede!); nel Monitum
si legge infatti che “le opere menzionate [anche
… nel corsivo di oggi dell’Avvenire…]
racchiudono
tali ambiguità ed anche errori tanto gravi, che offendono la dottrina
cattolica. Di conseguenza, gli Eccellentissimi e Reverendissimi Padri
della Suprema Congregazione del Santo Ufficio esortano tutti gli Ordinari e i
superiori di Istituti Religiosi, i Rettori di Seminari e i Direttori delle
Università, a difendere gli spiriti, particolarmente dei giovani, dai
pericoli delle opere di P.Theilard de Chardin e dei suoi discepoli”.
Come confermato il 17/2/2007
(non è passato un secolo da allora…) il Monitum è tuttora valido: “A tale proposito padre Vincenzo D’Ascenzi ha letto ai
presenti una lettera di risposta a un suo sollecito circa il problema del «monitum» della Chiesa ancora esistente nei
confronti del pensiero di Teilhard de Chardin
pervenutagli dal cardinal Paul Poupard,
presidente dei Pontifici Consigli per la Cultura e per il Dialogo
Interreligioso, che, sebbene non concretamente operativa, lascia sperare in una possibile risoluzione dell’annoso
problema”.
Come aggiornamento recente il giornalista si può leggere un intervento
(“La parola del Darwin cattolico, di
Vito Mancuso) che
invita mons.Ravasi a riabilitare Teilhard e a concedere la parola al convegno
a Carlo Molari, un teologo che giudica positivamente Teilhard … e ne paga le
conseguenze: “In Italia abbiamo la fortuna di
avere un insigne erede di Teilhard de Chardin, il teologo don Carlo Molari, ottantenne come Benedetto XVI e come lui in splendida
forma. Molari è stato sospeso
dall’insegnamento universitario alla fine degli anni ’70 a causa della sua
vicinanza a Teilhard e del suo dialogo con Darwin. Il gesto di apertura che ho chiesto a mons. Ravasi è
di invitarlo tra i relatori del convegno. Sarebbe come dare la parola a
Teilhard de Chardin”. Il corsivista dell’Avvenire potrebbe protestare
per l’assenza dal convegno di Carlo Molari, magari cercando di coinvolgere
anche il direttore dell’Avvenire (prima però vada a leggersi – per la prima
volta - le lettere
al direttore del 25/2/09; si sorprenderà della risposta e del tempo che
passa inutilmente: quell’attacco a Darwin del direttore era di 10 giorni fa,
non di un secolo fa!!!).
Sull’”Humani
generis” il commento è davvero provocatorio: non si può dimenticare quale
valore e quale autonomia vengano date da quel papa alla ricerca scientifica,
che va al di là di qualsiasi religione attuale e passata (“le ragioni delle due opinioni, cioè di quella favorevole e
di quella contraria all'evoluzionismo, siano ponderate e giudicate con la
necessaria serietà, moderazione e misura e purché tutti siano pronti a
sottostare al giudizio della Chiesa”) .
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Sempre sull’Avvenire
oggi l’intervento di un internista padovano
(“Tra
teorie scientifiche e metafisiche c’è di mezzo la «falsificazione»”); con
tanti fra esperti e inesperti (da Ayala ad AuIetta) che al convegno ammettono
che in realtà il titolo del convegno è sbagliato e oggi di teorie
dell’evoluzione ce n’è una sola, qui leggiamo invece che “sembrerebbe opportuno parlare di teorie
scientifiche dell’evoluzione invece che di teoria darwiniana dell’evoluzione”
(ripete pari pari le parole di GP2 nel 1996); è strano leggere sui
quotidiani cattolici (e sull’Avvenire in particolare) pensieri e riflessioni
che contrastano con quanto si dice in questi giorni nella sala del
convegno.
Viene quasi il sospetto
[certo] che ci sia una parte del mondo cattolico italiano che non sopporti
che di evoluzione parlino soprattutto gli esperti. In questo articolo viene
ad esempio dato uno spazio eccessivo al filosofo Abbagnano.
Sembra poi un po’ masochistica l’insistenza di questo
medico sui difetti della teoria dell’evoluzione: “Ebbene, la teoria scientifica proposta da Darwin, già
incompleta alla nascita, ha dato luogo a molte discussioni e non si è
mostrata in accordo con molti risultati osservativi”.
Mi stupisco sempre di come molti uomini di fede, laici o
religiosi, siano presi da una grande curiosità per la scienza, e non si
accontentano mai delle risposte, sia quelle adeguate che quelle che magari
per ora sono inadeguate. Si accontentano invece sempre e comunque di
qualsiasi risposta, spesso insoddisfacente o immotivata, che porti il timbro
della fede.
Immagino che chiunque sarebbe interessato a chiedere la sua
opinione sull’accordo dei dati di fede delle diverse religioni con “molti risultati osservativi” e sulle probabilità
della loro sopravvivenza nel caso i miracoli previsti non arrivassero.
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4/3/09-DE
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Dalla Germania una
lezioncina (“Susie
Smartypants explains the evolution!”) decisamente carina (con sottotitoli
in inglese). Belli anche i disegni sullo sfondo (da notare un dettaglio
curioso a 1:31). Per gli argomenti trattati, ai tempi della Moratti l’avrebbero
potuto vedere solo gli studenti dei licei.
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4/3/09-VA
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In un sito web
cattolico è disponibile l’audio di 3 interviste
della Radio Vaticana: TanzeIIa Nitti, L.GaIIeni, G.AuIetta. Si può
sentire (TN) la ridefinizione di “teoria dell’evoluzione” … che acquisisce la
definizione di “evoluzione” e G.AuIetta che racconta di un fascicolo speciale
di Le Nouvel Observateur in cui si spiega che la teoria dell’evoluzione
avrebbe dimostrato l’inesistenza di Dio. AuIetta dice anche che cosa si
aspetta dal convegno: chiarire i punti problematici e i problemi fra la
teoria scientifica e la filosofia e la teologia.
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Articolo sull’Avvenire
dal titolo e dal contenuto un po’ strano
(“DARWIN: CHI CHIUDE LE PORTE AL
DIALOGO”). Molte sono le stranezze di un commento critco
all’articolo di T.Pievani sul convegno vaticano comparso su Micromega qualche
giorno fa. Quasi nessuna di queste stranezze è purtroppo riconoscibile come
tale dai lettori dell’Avvenire o di altri quotidiani italiani, e quindi
probabilmente nemmeno da un giornalista che da queste fonti di solito trae le
sue informazioni. Vediamole:
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Strano perchè
l’articolo, in fondo, conferma i dubbi di T.Pievani, che sono di almeno un
mese fa, quando scrisse l’articolo: nessun alto espsibonente del Vaticano
negli ultimi giorni o nel primo giorno del convegno si è espresso infatti
chiaramente in favore nè della teoria dell’evoluzione nè della libertà
dei biologi evoluzionisti di sostenere e difendere, senza essere importunati,
una parte importante della cultura umana attuale.
Il giornalista non può che citare, ma lo avrebbe potuto fare anche T.Pievani,
solo ricercatori esterni, notoriamente favorevoli al darwinismo (non sono
stati ammessi i creazionisti al convegno). Ovviamente sia F.Ayala che
T.Pievani sarebbero contenti di verificare che le loro preoccupazioni
stimolino una valutazione positiva, che davvero per ora non arriva nè sembra
prevedibile.
Sono passati solo 4 anni da quando, nel 2005, mons.Ravasi correttamente disse che “Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano
assolutamente ai teologi. E‘ un
settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la
verità attraverso lo spirito”. [adesso invece don TanzelIa Nitti ci
dice che “è compito della teologia
parlarci della natura”, e le opinioni recenti di mons.Ravasi sono un
po’ diverse (“Il Rubicone dell'uomo” dell’1/3/09)]
·
Strano
innanzitutto che per difendere il Vaticano si utilizzi addirittura Francisco Ayala, non ricordando che
proprio F.Ayala è uno dei biologi evoluzionisti di origini cattoliche (da
giovane è stato anche domenicano) che nel 2005 ha contestato, addirittura con
una lettera al Papa (che l’Avvenire non ha mai citato), le
posizioni (antievoluzioniste e favorevoli all’ID USA) del card.Schönborn
espresse in un famoso articolo del 2005, che oggi viene citato ma su cui non fa
chiarezza. Alla una lettera al Papa di F.Ayala, L.Krauss e K.Miller il Vaticano non
sembra abbia mai risposto.
- F.Ayala ha scritto il libro “Darwin's Gift: to Science and Religion”; già il titolo fa capire che probabilmente il
dialogo sarebbe molto facile fra due come T.Pievani e F.Ayala, che hanno
certamente apprezzato … il regalo di Darwin.
- F.Ayala è uno dei principali esperti e sostenitori del NCSE (qui la sua
scheda nel sito del National Center for Scienze Education); è anzi uno dei più attivi e partecipa da anni alle iniziative per
impedire l’accesso dei creazionisti alle scuole USA (qui si può leggere la sua relazione come esperto in
un processo causato dalla decisione dell’Univ.California di
impedire l’accesso all’università a studenti che si erano (mal) preparati sul
testo “Biology for Christian schools”; anche grazie alla perizia tecnica di F.Ayala,
l’Univ:California ha vinto il processo).
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Strano perchè si
cita (giustamente) l’autorevolezza dell’Università di Notre Dame, ma non si è
mai ricordato in un qualche articolo dell’Avvenire che in quell’università,
diversamente dall’università Lateranense che il 27/11/07 festeggiava R.AIberoni, ogni anno (“Happy belated birthday, Darwin”) si festeggia il Darwin Day (e quindi sono
autorevoli anche perchè sanno bene quanto grandi siano i meriti della teoria
dell’evoluzione … che al convegno qualcuno cerca perfino di nascondere).
La stessa università aveva immediamente spiegato (“Darwinism and Catholicism should be
compatible”) perchè
l’articolo del Card.Schönborn del 7/7/05 (“Finding Design in Nature”, auspicato dal nuovo Papa, secondo il cardinale)
fosse sbagliato e pericoloso. Ricordo che un’agenzia stampa vaticana nel 2005
segnalava il Darwin Day come un esempio di …“intolleranza anticattolica”
Non so quali siano gli standard di riferimento per le università pontificie
romane, ma è davvero istruttivo e
impressionante leggere quali fossero nel 2005 quelli dell’Università
cattolica di Notre Dame:
“If Cardinal
Schönborn’s perspective became doctrine, no Catholic university could
maintain a reputable biology or science program, because the vast majority of
scientists acknowledge that overwhelming evidence supports Neo-Darwinian
evolution—Notre Dame could no longer stand with Harvard, Stanford and
other world-class institutions of learning”
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Strano è
anche il pudore ad usare il termine “avversario”, che si puo’
leggere invece nero su bianco in un articolo (proprio nel sito web dell’università vaticana che organizza il convegno.
Fra l’altro l’autore dell’articolo 2006
“Noi cattolici
non dobbiamo fare l'errore gravissimo di prendere ciò che questi signori [?] ci dicono come se fosse “la teoria dell'evoluzione”. Questo è proprio l'errore che noi a volte compiamo, cioè
prendere sostanzialmente per buono quello che i
nostri avversari [?] ci dicono,
come se fossero teorie definitive [?], e come se la loro interpretazione ideologica fosse “la
teoria”.
·
Strano anche che ci si dimentichi della risposta del direttore dell’Avvenire
data solo 10 giorni fa, il 25/2, a un lettore che strapazzava Darwin e la
teoria dell’evoluzione; troviamo frasi come queste
:
- “presunta «scientificità»
dell’evoluzionismo darwiniano”
- ”la dice lunga sull’eversione
della logica a cui può condurre una superficialità di massa, pronta a
digerire acriticamente le tesi intorno alle quali i mezzi d’informazione
tendono a uniformarsi”.
- ”La mentalità scientista, retaggio di un positivismo
ottocentesco e massonico, sta facendo breccia nell’opinione pubblica”
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Strano anche che si dubiti sulla necessità di una ritrattazione del card. Schönborn. Certo una ritrattazione del suo
pericoloso sostegno all’ID USA nel 2005, non è più necessaria …
Praticamente tutti
hanno confermato che non è scienza nè teologia, compresi la Templeton Foundation (che finanzia anche queste iniziative critiche
ma pretende serietà e scientificità), F.Facchini, F.Ayala, l’università di Notre Dame.
Pure gli organizzatori del convegno il 16/9/08 e il 10/2/09 hanno chiarito che l’ID è un errore, tanto è
vero che non è stato invitato nessuno dei sostenitori di un’ipotesi (anche se
l’Avvenire e lo stesso F.Facchini
sull’Osservatore Romano amano a volte chiamarla addirittura “teoria”) che è nata in un modo poco onesto e comunque non ha nulla di scientifico; questo
lo ha appurato addirittura un processo che è costato un milione di dollari a chi ha
perso, i neocreazionisti USA.
Una ritrattazione sarebbe invece necessaria
per aver scorrettamente
modificato una parola centrale in un testo di Giovanni Paolo II. Basta
leggere il documento originale del 1996: si vede chiaramente che il card.Schönborn il 7/7/05 aveva sostituito “teoria dell’evoluzione” (il termine corretto usato
da GP2) con “evoluzione”;
non è chiaro se l’abbia fatto per contestare meglio quel documento
definendolo “poco importante”, o per
difficoltà a distinguere – capita purtroppo addirittura anche
in questi giorni … – fra “evoluzione” e “teoria dell’evoluzione”..
Strano che nessuno finora abbia mai avuto il coraggio di notare questa
modifica di un documento papale e che quindi nessuno abbia mai difeso la
razionalità (che si è persa con la modifica del testo fatta dal cardinale) di
quel coraggioso e razionale documento di GP2.
Forse la stranezze sono troppe? Forse T.Pievani è stato troppo ottimista?
Sicuramente questo articolo non smentisce il suo pessimismo.
·
In un altro
articolo dell’Avvenire si riporta l’intervista fatta il 3/3/09 dall’Osservatore
Romano a G.AuIetta, vicedirettore
del convegno in corso alla Pontificia Università Gregoriana (“La falsa contrapposizione tra darwinismo
e Chiesa”).
[E’
abbastanza interessante notare come
il testo originale dell’intervista sia ben più avanzato della sintesi fatta
ieri dall’agenzia ASCA.
Occorre quindi prudenza a commentare interpretazioni giornalistiche, dato che
su questi problemi scientifici il rischio di misunderstanding, o di qualcosa
di peggio, è sempre in agguato].
Molto positivo iI fatto che, come F.Ayala, critichi subito il titolo del
convegno, confermando anche lui che esiste un’unica teoria dell’evoluzione “Oggi direi che non è una teoria monolitica,
ma parlare di più teorie dell'evoluzione mi sembrerebbe eccessivo.
Credo si debba parlare di un'unica teoria, con una pluralità di
approcci”; sembra voglia chiarire anche la differenza fra mutazioni casuali,
fonti della variabilità, e selezione naturale (“se
si tratta di mutazioni certamente casuali nel loro manifestarsi iniziale,
i loro effetti non lo sono”); apprezzabile
il giudizio sull’ID e la sua pericolosità: “bisogna stare molto attenti a evitare il discorso dell'Intelligent
design, che non è una teoria scientifica, anche se si spaccia come tale”.
Sembra
addirittura che, come Darwin, si preoccupi di quello che gli passa per la
testa: il dubbio che nell’evoluzione biologica non ci sia un progetto, non ci
sia finalismo, “non essendo la stessa evoluzione,
per quello che ne sappiamo sul piano scientifico, indirizzata a
un fine determinato”. E cerca
subito di scusarsi: “Non dico però che
l'evoluzione sia qualcosa che procede in modo cieco.
Anche se non ha un finalismo intrinseco, l'evoluzione
va, nel tempo, nel senso di un maggior esercizio di controllo da parte degli
organismi sull'informazione ambientale”.
Ma si pente subito anche delle scuse…:
“sarebbe
sciagurato far discendere dal discorso teologico sul disegno provvidenziale
un finalismo forte”.
Dimostrando di aver profondamente modificato le sue opinioni del 2006, conferma che “la teoria
dell'evoluzione è sul piano scientifico una teoria vitale” (speriamo che anche il direttore dell’Avvenire
legga l’intervista).
Anche la conclusione sembra una confessione: cerca di far dimenticare
le sue paure del 2006: “Magari, quello che accadrà, e sarebbe interessante che
accadesse, è scoprire che i problemi sono molto diversi da quelli che
abbiamo immaginato fino a ora. Si
parla spesso d'incompatibilità tra cattolicesimo e teoria dell'evoluzione,
del rischio di ridurre l'essere umano a un aggregato di cellule o alla pura
dimensione animale, ma forse questi sono
solo miti da sfatare e i problemi sono altrove”.
·
Anche Repubblica
dedica un articolo al convegno vaticano sull’evoluzione (“ORA ANCHE LA CHIESA ACCOGLIE DARWIN”), molto ottimista oltre che speranzoso. Si
ricordano comunque i recenti problemi, tanto che F.Ayala nel 2005 aveva
dovuto scrivere (con L.Krauss e K.Miller) una lettera al Papa per fermare la deriva del card.Schönborn verso
l’ID. Lo stesso fece poi anche F.Facchini sull’Oss.Romano il 16/1/2006.
·
Lo stesso fa Il
Messaggero, con un articolo richiamato anche in prima pagina (“Ravasi: sia pace fra Darwin e Adamo”) in cui si intervista mons.Ravasi. [L’articolo
non si trova in rete!!!]
·
Intervista di don
TanzeIIa-Nitti alla Radio Vaticana sui temi della “Conferenza internazionale alla
Gregoriana su “L’evoluzione biologica: fatti e teorie”: Impressionante come si possa modificare la
definizione di teoria dell’evoluzione da una frase all’altra, tanto che nella
seconda si riesce a dire:
“Se evoluzione vuol dire questo,
è pienamente compatibile con l’idea di creazione”. Purtroppo la frase
precedente iniziava con una definizione falsa che serviva a preparare la
conclusione
“per
teoria dell’evoluzione intendiamo il fatto che le specie biologiche si sono
avvicendate sul nostro pianeta e la vita è
stata il soggetto di uno sviluppo graduale che ha portato da forme di vita
semplici, poco diversificate a forme di vita sempre più complesse, sempre più
organizzate”.
Che la definizione, già fornita da lui anche nella conferenza stampa del
10/2, sia falsa non bisogna andar troppo lontano dal Vaticano per
verificarlo; basta andare a leggere il punto 63 di un documento vaticano
forse poco noto (“Comunione
e servizio”) firmato nel 2004 dal card.Ratzinger, in cui “evoluzione”
(il fatto) e “teoria dell’evoluzione” (la spiegazione) appaiono ben
distinte:
“Poiché è stato dimostrato che tutti gli organismi
viventi della Terra sono geneticamente connessi tra loro, è praticamente
certo che essi discendono tutti da questo primo organismo, i risultati
convergenti di numerosi studi nelle scienze fisiche e biologiche inducono
sempre più a ricorrere a una qualche teoria dell’evoluzione per
spiegare lo sviluppo e la diversificazione della vita sulla Terra”. [Chiaro, no?]
Non è facile trovare un intervento in cui è così palese il gioco delle due
carte fatto con “evoluzione” (è noto a quasi tutti che è un
fatto ben noto già alla fine del 1700, tanto è vero che Lamarck già propose una teoria
dell’evoluzione proprio nell’anno della nascita di Darwin, il 1809)
e teoria dell’evoluzione di cui Darwin con Wallace propose nel 1859
alcuni meccanismi che furono confermati con certezza solo grazie alle
scoperte successive.
Certo mons.Ravasi aveva chiarito che al convegno non si sarebbe celebrato
Darwin, ma attribuirgli “articoli poco profondi” sembra un po’
riduttivo. Il fatto che Darwin abbia contestato e abbia cercato di dimostrare
quanto fossero false le ipotesi del rev. Paley allora dominanti e in cui lui
stesso da iovane credeva significa evidentemente che contestava “l’idea
che nell’universo o anche nello sviluppo della vita sulla terra ci sia una
progettualità, un finalismo, una direzione verso cui la vita si manifesta per
tendere poi all’uomo”.
Dall’intervista proprio non è chiaro perché si sia fatto un convegno su
Darwin, a meno che non sia per il fatto che lasciava aperti i discorsi.
Sarebbe improbabile che si fosse organizzato il primo convegno per commorare Erasmus Darwin, che
nella sua “Zoonomia” del 1794 così anticipa (nel SECT. XXXIX.) la definizione che ancor oggi qualcuno propone
per la teoria evoluzione di suo nipote Charles:
“millions of ages before the commencement of the history of mankind
would it be too bold to imagine that all warm-blooded animals have
arisen from one living filament, which THE GREAT
FIRST CAUSE
endued with animality, with the power of acquiring new parts; The
cold-blooded animals, as the fish-tribes, which are furnished with but one
ventricle of the heart, and with gills instead of lungs, and with fins
instead of feet or wings, bear a great similarity to each other; but they
differ, nevertheless, so much in their general structure from the
warm-blooded animals, that it may not seem probable at first view, that the
same living filament could have given origin to this kingdom of animals, as to
the former.”
La “teoria
dell’evoluzione di Darwin” è citata solo in una pericolosa domanda
dell’intervistatore, che viene subito “disattivata”; nella risposta si è
subito chiarito che la teoria dell’evoluzione sarebbe semplicemente il fatto
dell’evoluzione e quindi qualcosa che già era ben noto quando Darwin non era
ancora nato [Bisognerà ricominciare da capo a contare 350 anni? Qualcuno
vuol contestare il documento vaticano del 2004? Perché non fare un convegno
per festeggiare Erasmus Darwin che già nel 1794 disse che tutti gli esseri
viventi avevano avuto origine da antichi vermicelli?].
Riguardo alla citazione di una frase di Dobzhansky (“la stessa
evoluzione era il modo con cui Dio creava”), forse si può trovare
qualcosa di ben più interessante e utile per questo convegno nel famoso
articolo che Dobzhansky scrisse nel 1973 “Nothing in biology
make sense except in the light of evolution”. Oltre a leggere
ragionamenti ben diversi dalla frase citata, è interessante leggere una
citazione fatta da Dobzhansky proprio alla fine dell’articolo:
“One of the great thinkers of our age, Pierre Teilhard
de Chardin, wrote the following: "Is evolution a theory, a
system, or a hypothesis? It is much more it is a general postulate to which
all theories, all hypotheses, all systems much henceforward bow and which
they must satisfy in order to be thinkable and true. Evolution is a light
which illuminates all facts, a trajectory which all lines of though must
follow this is what evolution is." Of course, some scientists, as
well as some philosophers and theologians, disagree with some parts of
Teilhard’s teachings; the acceptance of his worldview falls short of
universal. But there is no doubt at all that Teilhard was a truly and deeply
religious man and that Christianity was the cornerstone of his worldview.
Moreover, in his worldview science and faith were not segregated in
watertight compartments, as they are with so many people. They were
harmoniously fitting parts of his worldview. Teilhard was a creationists [sic],
but one who understood that the Creation is realized in this world by means
of evolution”.
Se qualcuno facesse un salto sulla sedia leggendo
l’ultima frase … avrebbe ragione. L’intervistato, nella conferenza
stampa del 10/2/09 aveva detto, senza citare l’autore, che “l'evoluzione è in fondo il modo con cui Dio crea” … allora non aveva precisato se l’avesse detto
Dobzhansky o Teilhard de Chardin.
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4/3/09-IT
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Sul sito web Affari
Italiani si può leggere un articolo che si riferisce (tranne … il
titolo “Il professor Giorgio Manzi della
Sapienza: "Darwin bocciato dalla storia"”) all’intervento di oggi del
paleoantropologo G.Manzi al convegno sull’evoluzione alla Gregoriana. [PS:
l’errore nel titolo è poi stato corretto, per cui manca qualsiasi accenno al
convegno in cui sembra si cerchi di inserire il contributo di qualcuno che
non era stato invvitaoa parlare.]
Il titolo ha origine da una fastidiosa interferenza, probabilmente effetto di
un progetto intelligente: l’articolo inserisce infatti nel convegno vaticano,
affiancandolo all’intervento di G.Manzi, anche un intervento comparso oggi
altrove … nel sito web di Forza Italia, Ragion Politica.
Qui è in effetti stato pubblicato un articolo (“Ma l’avete mai letto Darwin?”) di un giornalista dell’agenzia vaticana Zenit
che è anche direttore del Master vaticano in scienze ambientali.
L’articolo riprende argomenti coltivati dalla destra integralista e
antievoluzionista USA, che provano a ritenere responsabile del razzismo e
dell’eugenetica del ‘900 un dichiarato antischiavista come Darwin. Forse il
docente dell’università dei Legionari di Cristo ha voluto aggiungere in
questo modo il suo contributo a quello delle altre università vaticane che
stanno in questi giorni ragionando su Darwin? In effetti la pubblicazione dell’articolo anche in un blog
legato al quotidiano la Stampa ha sviluppato una discussione di cui al
convegno vaticano sarebbero magari invidiosi.
PS: il 9/3 fra i
commenti se ne legge uno di Odifreddi che conferma di aver letto tutto Darwin
.. mentre il giornalista non ha letto il suo libro… J
”E lei ha mai letto il mio libro? Evidentemente no,
perché altrimenti avrebbe trovato un intero capitolo su "L'origine
dell'uomo", con citazioni che ha dovuto scomodarsi a cercare altrove.
Dunque la risposta alla sua domanda è: sì, io ho letto Darwin. E la
risposta alla mia è: no, lei non ha letto me.
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3/3/09-VA
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Iniziano a
comparire alcune notizie di stampa sul convegno “EVOLUTION: FACTS and THEORIES” che si è aperto oggi in Vaticano:
·
AGI: Levada & Ravasi d'accordo: non c'è
contraddizione tra la teoria di darwin e la dottrina cattolica
·
ASCA (“Vaticano:
convegno evoluzione, in universo spazio per scienza e fede”). Splendida
dimostrazione del fatto che proprio si vuole aspettare un altro centenario di
Darwin prima di esprimersi sulla teoria dell’evoluzione. Le parole dette dal
card.Levada (prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede), se
riportate correttamente, sembrano indicare una nuova geniale strategia,
basata su due punti:
1)
“c'e' uno ''spazio sufficientemente ampio'' per credere
tanto nell'evoluzione quanto nell'esistenza di Dio creatore”.
2)
''crediamo
che, qualunque sia il modo in cui la creazione e' venuta in essere e si
e' evoluta, alla fine sia comunque Dio il creatore di tutte le cose''
E’ evidente che sarebbe stato meglio se già ai tempi di Galilei si fosse
scelto di dire che “qualunque sia il modo in cui
la terra si è piazzata al centro dell’universo, alla fine sia comunque Dio il
creatore di tutte le cose”. Incaponirsi contro il furbo Galilei è
costato caro: la chiesa è stata costretta, dopo 350 anni, a chiedere scusa. [Molto,
troppo imbarazzante! Mai più!].
Ovviamente c’è anche un “piccolo” dettaglio: la frase indicata in rosso
sembra abbastanza in contrasto con una delle premesse del convegno (“La condizione fondamentale è di operare una chiara
distinzione dei piani di studio, la cui confusione ideologica rende ogni
dialogo impossibile e genera solo sterili polemiche pseudo-scientifiche”),
ancora leggibile in questa
pagina web ma evidentemente sempre più dimenticata man mano si avvicinava
l’inizio del convegno.
Dire agli scienziati “dite pure quel che volete che tanto a noi non
interessa” è certamente il modo migliore per evitare confusioni
ideologiche, ma qualcuno potrebbe pensare che ci sia ancora qualcuno che, 350
anni dopo Galilei, non capisca per quale motivo sia utile avere fiducia nella
scienza.
Se la posizione rimanesse davvero questa, che ha preceduto di pochi minuti
gli apprezzamenti degli evoluzionisti cattolici per la teoria attuale
dell’evoluzione, sarebbe urgente, dopo aver congedato gli ospiti
evoluzionisti, organizzare un convegno per il bicentenario della
pubblicazione del libro di Lamarck … (in fretta, sarebbe meglio entro il
bicentenario, e quindi entro il 2009! Certo ci vorrebbe qualcuno che racconta
anche qualcosa sul contrasto fra Voronov e Lysenko).
Si potrebbe poi far tornare una terza volta a Roma i 7 creazionisti
biblici 7 che, a differenza del 2002, negli ultimi mesi sono stati tenuti lontano dalle mura vaticane e sono
quindi scesi a Roma inutilmente già ben due volte in soli 4 mesi (il 3/11/08 alla Sapienza e il 23 febbraio 2009 al CNR
nell’aula Manzoni che hanno affittato). In questi giorni non si sono
presentati in quanto mons.Ravasi nella conferenza stampa del 16/9/08 era stato molto chiaro: i creazionisti e i
discepoli dell’Intelligent Design intenzionalmente non sono stati invitati.
Se infatti anche gli aspetti meno importanti, quello che si lasciava da
scoprire alla scienza (il COME o forse anche solo il ruolo di fare domande
intelligenti e razionali) non interessa più, perché si dovrebbe continuare a
strapazzare i creazionisti, gli unici forse d’accordo che “qualunque sia il modo in cui la creazione e' venuta in
essere e si e' evoluta, sia comunque Dio
il creatore di tutte le cose”?
C’era bisogno di aspettare fino ad oggi per dirlo?
Dovrebbero comunque essere contenti anche gli evoluzionisti, che da
questo momento dovrebbero trovare solo indifferenza verso le loro scoperte
“materiali”.
L’unico a rimetterci rimane quindi solo Teilhard de Chardin, che casualmente
è vissuto in un periodo in cui per la Chiesa non era invece indifferente “il modo in cui la creazione e' venuta in essere e si e'
evoluta”.
…. Ora è però lui ad essere indifferente a questi dettagli.
·
Con uno strano e
fastidioso titolo “Con buona pace di atei e razionalisti
anche la Chiesa celebra Darwin”, un articolo del Sussidiario riferisce del convegno alla
Gregoriana. Se qualcuno avesse letto la risposta (25/2/08)
del direttore dell’Avvenire ad un lettore antievoluzionista capirebbe quanto
atei e razionalisti [razionalisti?! Sarebbe un’offesa o un complimento?]
sarebbero contenti della diffusione della ragione anche in ambienti dove a
volte se ne nota, con sorpresa ma soprattutto preoccupazione, la mancanza.
Non si capisce nemmeno lo stupore (“un elemento che
balza all’occhio è la frequenza con la quale ricorrono espressioni del tipo:
“restano dei problemi”, “ha sollevato seri dubbi”, “molto resta da imparare”
e simili”) di un fisico per i dubbi che normalmente caratterizzano
qualsiasi scienza (e quindi anche la fisica…) e chiaramente la distinguono
dalla teologia in cui i dubbi non esisterebbero o sono inutili: probabilmente
non si sarà stupito per niente, né si sarà preoccupato (come alcuni) per la sorte di milioni
di anime lì conservate ed ora raminghe, quando nel 2007 è stato abolito il
limbo (e pure senza un adeguato preavviso …)
Ma la frase più preoccupante è quella finale, in cui si mette in guardia dal
pericolo “che una teoria scientifica si voglia
erigere a spiegazione ultima della realtà …”; mai nessuna teoria
scientifica si è mai proposta come una spiegazione ultima della realtà,
dato che dovrebbe fornire la dimostrazione. Sarebbe strano che ci sia invece
qualche teoria non scientifica che pretendesse di poterlo fare; nell’articolo
sembra di intuire che si creda che questo sia invece l’obiettivo delle
diverse religioni (“… ciò
che ne farebbe o una pseudo-metafisica, o una pseudo-religione”), che
non forniscono le prove approfittando dell’ampia copertura offerta dalla fede
(o se necessario da altri strumenti coercitivi oggi ormai da tempo in
disuso).
Interessante anche la frase “teologi e biblisti,
pure loro ben rappresentati nel programma romano, potranno mostrare la
sterilità di tante contrapposizioni e proporre strumenti per evitare ogni
opposizione frontale tra creazione ed evoluzione, nonché le polemiche
suscitate dall'Intelligent Design come se fosse una teoria scientifica
alternativa al neodarwinismo”.
·
[da ANSA] (SCIENZA
E FEDE DIALOGANO SU DARWIN): si leggono molti interventi in favore della
teoria dell’evoluzione … ma non si pensi di poterne trovare finora uno che
esca dalla bocca di qualche religioso: sono addirittura entusiasti della
teoria dell’evoluzione il biologo F.Ayala (“Darwin
ha avuto il merito di dimostrare che esiste una spiegazione scientifica per
le caratteristiche degli organismi"), il nobel W.Arber (“la teoria di Darwin è alla base della "moderna
sintesi evoluzionista" alla base della biologia molecolare e dei futuri
sviluppi della genetica, come la proteomica”), e il quasi nobel N.Cabibbo,
che si fa notare in quanto fisico, ma concorda (“la
teoria dell' Evoluzionismo gode di ottima salute, quella del disegno
intelligente molto meno").
L’unico a non inserirsi nel coro è infatti mons.Ravasi ("l'analisi scientifica risponde a domande relative al modo
in cui avviene l'evoluzione dei viventi, mentre compito della religione è
interrogarsi sul valore che ha una creatura come l'uomo"), che
forse ripensa alla poco educata frase citata nell’articolo scritto domenica
1/3: (“lo scienziato non è l'uomo che fornisce vere
risposte, è invece colui che pone le vere domande”) o
forse già sa che il COME non interessa più di tanto.
D’altronde non vive immerso nel mondo di dubbi in cui vive ogni scienziato,
tanto è vero che oggi avrebbe anche
detto “noi
non tanto abbiamo la verità, intesa come possesso oggettivo, ma siamo nella
verità”.
Sembra improbabile sperare che, dopo le dichiarazioni di mons.Ravasi e del
Card.Levada, nei prossimi giorni qualche autorevole religioso abbia il
coraggio di esprimere anche un giudizio positivo, oltre a critiche che
derivano di solito dalla confusione fra piani diversi.
·
ASCA: “EVOLUZIONE: OSS. ROMANO, DA CHIESA MAI
CONDANNA, ID NON E' SCIENZA”: si riportano i punti
salienti di un’intervista
dell’Oss.Romano al direttore scientifico del progetto STOQ G.AuIetta, un
filosofo che solo 2 anni fa, nel 2006, era preoccupato dalla
teoria dell’evoluzione, che considerava … un’arma ideologica contro la
religione..
Oggi probabilmente ha superato le
sue preoccupazioni e la sua critica alla teoria dell’evoluzione, e scrive
addirittura che “La teoria
dell'evoluzione non soltanto non ha di per se' una carica anti-religiosa, ma nemmeno è una teoria che dal punto di vista
epistemologico può provare che Dio non esiste'”, ma non il fatto che la Chiesa non ha mai
accettato la teoria dell’evoluzione, tanto che può dire solo “'ne' la Chiesa cattolica, ne' suoi esponenti significativi,
hanno mai condannato, ne' il darwinismo, ne' la teoria dell'evoluzione''.
Prima di tutto qualcuno potrebbe
chiedergli per quale motivo a Teilhard de Chardin sia stato impedito di
pubblicare le sue opera finchè era in vita, perchè anche 7 anni dopo la sua
morte sia stato confermato (Monitum del 1962) che le sue opere
non potevano circolare nelle biblioteche degli istituti religiosi e perchè
ancora oggi, a 54 anni dalla sua morte, non sia stato “riabilitato”. Anche
perchè spesso viene citato e commentato…, come avviene anche in questo
convegno
·
APCOM: “Vaticano: Darwinismo non esclude credere
che Dio ha creato terra”.
E’ possibile che pochi strabuzzino gli occhi leggendo questo titolo. Ormai
siamo a abituati a stravolgimenti dei fatti anche peggiori.
La prima frase (“Il Vaticano ritiene che la teoria
dell'evoluzione naturale di Charles Darwin non esclude credere che Dio abbia
creato la Terra”) e il titolo dell’articolo fanno davvero cascare le
braccia. Il fatto che sia stato il card. Levada a dirlo sarebbe la prova
provata che non tutti sanno che Darwin non ha fatto proposte sulla creazione
del nostro pianeta, essendosi occupato principalmente di evoluzione delle
specie animali e vegetali, come si legge nel titolo della sua opera
principale, “Sull’origine delle specie”. Mons.Levada è impreciso anche
quando dice che l'evoluzione “prova l'inesistenza
di Dio”, dato che, come anche dell’esistenza, non è possibile
darne una dimostrazione.
La teoria dell’evoluzione ci permette invece di dire con ragionevole
sicurezza che Dio non è necessario per poter spiegare l’evoluzione
biologica. Un concetto ben diverso, e di cui è facilmente dimostrabile
l’importanza: da quando la medicina ha ridotto progressivamente il ruolo
della preghiera come unica o principale terapia, la durata media della vita
umana è almeno raddoppiata.
Per qualcuno potrebbe essere la prova dell’inesistenza di Dio. Tutti
potrebbero invece avere seri dubbi sulla sua possibilile utilità in assenza
di una medicina su basi scientifiche, il che è una cosa diversa.
Se si vuole essere autorevoli sarebbe bene invece pronunciarsi sull’attuale
versione della teoria dell’evoluzione; anche una valutazione della teoria
originale proposta da Darwin 150 anni fa, oggi non avrebbe più molto senso
…
Sembra comunque che oggi mons.Ravasi sia più tranquillo: “Ravasi ha raccomandato "la nobiltà della
distinzione, del riconoscimento della diversità degli approcci, del rispetto
dei diversi statuti epistemologici". "Non dobbiamo cedere - ha
ammonito - alla miseria della 'hybris' integralistica, dell'arroganza
esclusivistica. L'incrociare gli sguardi esclude la prepotenza, la prevaricazione,
la prevalenza esclusiva". Anche se non ha rinuciato a far notare
che non è possibile un confronto alla
pari, ha spiegato perché si sente tranquillo: “occorre la consapevolezza che "noi non tanto
abbiamo la verità, intesa come possesso oggettivo, ma siamo nella verità”.
Possiamo solo sperare che questa tranquillità non lo porti a cercare di
provare l’inesistenza della medicina moderna.
Sembra evidente che al massimo potrebbe dimostrarne, suo malgrado, l’utilità.
P.S. Qualcosa si potrebbe dire anche riguardo al titolo dell’articolo…:
proprio oggi sull’Avvenire F.Ayala
spiega all’inizio dell’intervista come sia completamente sbagliato parlare di
“darwinismo”, un termine che non è
corretto usare e che gli evoluzionisti non lo usano mai; lo usano spesso
invece … gli antievoluzionisti, come dimostra il titolo dell’articolo…
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3/3/09-IT
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Grazie ai
creazionisti dell’AISO che pubblicano una [soddisfatta] recensione su ICN_News
(“Gesuiti creazionisti“) si riesce a scoprire qualcosa dell’articolo
sulla teoria dell’evoluzione comparso il 17/2/09 sulla rivista dei gesuiti Civiltà
Cattolica, a firma di Jean-Pierre Sonnet. Sembra di capire dalle poche frasi
citate, che nella Genesi (ma solo nella Genesi 1) si avrebbe addirittura la
dimostrazione [?!?] che “l'intervento divino non è rivolto a "classi" di animali, ma va
diritto alle specie particolari …
E queste specie appaiono "tali quali", cioè nello stato in
cui le incontra lo sguardo dell'uomo. [...] Se le specie sono portate
ognuna all'esistenza con un intervento immediato di Dio, sono pure create
nella loro autonomia”.
Nell’articolo dell’AISO sono citati altri articoli di Civiltà Cattolica sullo
stesso tema, che arrivano a conclusioni diverse, scritti anni fa dal gesuita
De Rosa.
Non si può che concordare con il titolo dell’articolo originale: “RIVOLUZIONE A ROMA. Dalla Genesi a Darwin e ritorno: i
gesuiti ora sono creazionisti”.
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Decisamente
difficilmente credibile: meno di 10 giorni dopo la risposta (vedere qui sotto
in data 25/2) del direttore dell’Avvenire che appoggia e addirittura rincara
le critiche di un lettore a Dawin e alla teoria dell’evoluzione, oggi invece
si puo’ leggere, sempre sull’Avvenire, un’intervista a F.Ayala
in cui si spiega perché siano eccezionalmente importanti e utili le scoperte
di Darwin …
[Un’alternanza di docce fredde e calde, per i poveri lettori dell’Avvenire…!]
Nell’intervista
(“Darwin e l’occhio del calamaro”) F.Ayala cerca di far capire che solo
la scienza può spiegare i meccanismi che hanno agito per creare l’immensa
varrietà degli esseri viventi attuali, e lo fa con spiegazioni
naturalistiche, le uniche che la scienza può fornire (“È possibile spiegare con leggi e processi naturali la
forma e la struttura di organi e organismi viventi”, “Noi dimostriamo che [la selezione naturale] può spiegare
benissimo [l’evoluzione dell’occhio]. Un organismo, quando trova beneficio a
disporre di un occhio più completo, si migliora, riceve mutazioni favorevoli
che vanno a vantaggio della specie”, “esempi
chiari di come un organo da semplice diventi complesso”, “Anche oggi ci sono cose che la scienza non sa e che
scopriremo in futuro”, “scienza e
fede trattano di cose distinte. La scienza spiega i processi naturali con
leggi naturali.”), e spiega come la religione si occupi invece di
altro. Bisogna quindi che i cattolici capiscano che “Darwin
e la teoria della selezione naturale non implicano materialismo metafisico,
non negano l’esistenza di Dio, né i valori spirituali e morali”.
Sconcertante una frase detta da F.Ayala nell’intervista, verso la fine,
quando riferisce di un dato che ben difficilmente compare sulle pagine
cattoliche, soprattutto perché smentisce uno dei punti centrali di qualsiasi
ragionamento sull’inizio della vita e sull’inevitabilità del fatto che un
embrione si trasformi in un bebè: “il sistema
riproduttivo umano non è perfetto, al punto
che il
20% delle gravidanze si conclude in un aborto spontaneo nei primi due mesi”. Forse il 20%
è il limite inferiore di un dato che è indiscutibile ma difficilmente
quantificabile, data l’impossibilità di verifica di aborti nelle fasi
iniziali dello sviluppo. Comunque questo dato dimostra come sia ben difficile
associare l’inizio della vita con lo zigote, dato che almeno il 20% degli
zigoti sono bambini solo potenzialmente; questo perché,e i genetisti lo sanno
bene, molti degli zigoti, essendo un
prodotto dei meccanismi evolutivi casuali, sono difettati e quindi non
vitali.
Da ricordare che F.Ayala è uno dei biologi universitari USA che si batte da
anni per contrastare il neocreazionismo USA, e lo ha fatto anche quando il
card.Schönborn ha pubblicato sul New York Times il 7/7/05 uno sconcertante
articolo (“Finding Design in Nature”) a loro favore, criticato anche da F.Facchini il
16/1/06 sull’Osservatore Romano (“Evoluzione e creazione”) e dallo stesso F.Ayala che il 13/7/05 scrisse
una una lettera per il papa insieme ad altri (Kenneth R. Miller e L.Krauss) per raccomandargli di smentirlo; la
smentita non è ancora arrivata.
·
Proposito delle
docce fredde a cui il direttore sottopone i suoi lettori, oggi viene
pubblicata sull’Avvenire la lettera
di un lettore favorevole a Darwin e critico verso la lettera pubblicata
qualche giorno fa (educatamente non cita il fatto che la risposta del
direttore sarebbe stata per lui altrettanto inaccettabile) : “Ormai l’evoluzione più che una teoria è
considerata un dato di fatto dagli scienziati e tutti i più recenti studi di
genetica non fanno che confermarla. Chi continua a negarne l’evidenza è
accecato da pregiudizi ideologici, gli stessi che condannarono Galilei poiché
le sue scoperte si scontravano contro le ideologie del tempo (la terra
immobile al centro dell’universo) e quindi furono liquidate come «prove
inconcludenti », per usare gli stessi termini del lettore. Non cadiamo nello
stesso errore, Darwin rappresenta uno dei più grandi scienziati al
pari di Galilei, di Newton, di Einstein e il suo contributo alla conoscenza
delle leggi naturali è altrettanto importante”.
Per evitare la situazione assurda di una doccia mezza
calda e mezza fredda, il direttore questa volta non risponde … anche
perchè nelle stesse pagine troviamo una conferma nelle parole di F.Ayala,
qualcuno sicuramente ben più autorevole di lui, che conferma le dichiarazioni
del lettore e aggiunge altre informazioni sicuramente imbarazzanti per il
direttore. L’aspetto curioso di questa lettera è che sembra un
suggerimento per il discorso conclusivo di mons.Ravasi al convegno!!! Vedremo
se accoglierà il suggerimento!
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2/3/09-IT
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Anche a Pavia
inizia, proprio oggi, una serie di conferenze per il bicentenario darwiniano.
Si terranno al Collegio Ghislieri, di solito al lunedi’. Ecco il Programma
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2/3/09-UK
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[da APCOM]
E’ stato pubblicato oggi un sondaggio completo (finanziato dalla nota
ricchissima fondazione religiosa USA Templeton Foundation) sulle opinioni
degli inglesi sull’evoluzione biologica e le spiegazioni possibili.
Interessante scoprire che, secondo il giornalista italiano che riporta la
notizia traducendola, quasi la metà delle persone intervistate crede Darwin
che sia stato autore della "Origine della
Specie". La percentuale sembra troppo elevate: infatti egli scrisse
“Sull’Origine DELLE specie”.
Per quanto riguarda le spiegazioni fantasiose sull’evoluzione biologica, le
percentuali sono davvero incoraggianti: “l'89%
respinge il "progetto intelligente" e l'83% il creazionismo“.
Qui l’articolo originale, nel sito web di chi ha realizzato li sondaggio: “What is Darwin's legacy?” (curiosa la citazione di versamenti annuali di
Darwin a un ordine religioso missionario, e il riferimento al fatto che molti
degli scienziati in contatto epistolare con lui fossero religiosi).
Strane alcune incoerenze che sono emerse: “Some of the 37%
who believe that 'humans evolved by a process of evolution which removes any
need for God' also profess to believe in God elsewhere in the poll.
It's possible that, philosophically, people think evolution removes the need
for God, but continue to believe for other good reasons. Out of the 17% of
people who are self-described creationists (the idea that God created the
world some time within the last 10,000 years), only 11% believe it is
either 'definitely' or 'probably' true. Thirdly, a significant number of
people in the UK believe that you can't do both God and Darwin. Strangely,
this is one issue (the only one perhaps) that 'fundamentalists', atheist and
religious, are likely to agree on”.
Altre
info sintetiche sul sondaggio, qui nelle news, mentre i risultati completi sono qui:
“Rescuing Darwin: Faith and Darwin: Harmony,
Conflict, or Confusion?” (2,060 UK adults between 14 October and 21
November 2008) e qui le Tabelle.
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Poco chiara la relazione fra questo sondaggio e una pubblicazione, sempre
della “Theos”, pubblicata agli inizi di febbraio, che dovrebbe riferire su un
sondaggio con risultati apparentemente molto diversi…: “Rescuing
Darwin; God and evolution in Britain
today” (è presentato qui
nel sito della “Theos” in data 2/2 e una sintesi è: “Only
half of the UK population consistently choose evolution over creationism or
Intelligent Design, according to a major report published today by Theos”).
In realtà
sembra che il sondaggio sia lo stesso (finanziato dalla Templeton Foundation)
ma che ai primi di febbraio sia stata fornita solo una sintesi che ha
ricevuto numerose critiche, soprattutto per la presentazione tendenziosa di
risultati che in realtà sembrano meno esaltanti per i siti antievoluzionisti
(che erano stati ben contenti di pubblicarli): commenti qui: blog Open
Parachute, Daily
Telegraph (“Poll
reveals public doubts over Charles Darwin’s theory of evolution. Belief in creationism is widespread in
Britain, according to a new survey”), LDV, British Humanist Ass.: (“The British Humanist
Association has criticised research by the
think-tank Theos as “an insult to the British public”).
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1/3/09-IT
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Sull’Avvenire
oggi ben due articoli sul dibattito attuale sulla teoria dell’evoluzione,
scritti da un esperto in neonatologia che si occupa di
bioetica più che di evoluzione e da un antropologo esperto di evoluzione
umana.
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Il primo
articolo
(“Altro
che cieca, l'evoluzione ci vede benissimo”) è una copia (è stata
eliminata una frase ripetuta ma è stato messo un titolo più battagliero) di
un articolo già pubblicato dall’agenzia Zenit un mese fa, l’1/2/09 (“L’effetto dell’ambiente sull’evoluzione”) in cui si ipotizza che le caratteristiche
epigenetiche non sorgano casualmente ma che si trasmettano “mutando l'espressione dei geni“
e quindi “ci vedano benissimo”. L’articolo
è simile anche ad un altro pubblicato sul Sussidiario il 4/2/09 (“I conti
(giusti) che Darwin fece senza l’oste”) dove si riprendono le stesse
citazioni. In nessuno dei 3 articoli l’autore cita la sua esperienza
professionale per far capire se almeno nella nostra specie (se davvero l’”evoluzione che ci vede benissimo”) le patologie
ereditarie dovute a mutazioni casuali stiano o meno scomparendo. Chiaro
invece che cerchi di criticare la teoria dell’evoluzione senza dire se le “creazioni separate” di cui
parla all’inizio siano per lui la spiegazione migliore.
Anche questi 3 articoli sono una dimostrazione dell’attesa,
molto tranquilla in verità, verso un pronunciamento dell’autorità, che
permetta di raccontare quello che certamente un neonatologo ben conosce: che
i meccanismi ereditari scoperti dall’abate Mendel oltre a confermare i
sospetti di Darwin sugli effetti dei meccanismi di trasmissione dei caratteri
ereditari, confermano gli eventi casuali che (a partire dalla determinazione
del sesso) vengono dimostrati ad ogni parto.
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Abbastanza diverso, ovviamente, l’articolo sull’Avvenire di
mons.F.Facchini (“DARWIN, MEGLIO DEI SUOI NIPOTINI”)
, dove
al caso (ovviamente – ma dovrebbe essere ovvio anche per chi vede nascere
maschi e e femmine al 50%!!) viene riconosciuto un ruolo importante. Non
sembra comunque che il testo giustifichi il titolo, che non sembra certo
un.cordiale “benvenuto” rivolto agli evoluzionisti scelti per essere invitati
al convegno …
Purtroppo anche nel suo articolo si presenta all’inizio
l’inutile (o forse è utile ad uso interno) elenco delle distorsioni delle
idee di Darwin applicate in contesti impropri.
Fa quasi sorridere l’utile indicazione che “un certo concetto di creazione” è oggi superato
(il neonatologo non era stato affatto chiaro, forse perché preferisce non
chiarire la sua opinione sul creazionismo): “Darwin
si distaccava da un certo concetto di creazione, quello che era comune al suo
tempo e oggi superato”.
Da apprezzare il giudizio positivo sull’intelligenza di
Darwin e sul suo contributo a eliminare idee che almeno qualcuo nella chiesa
oggi ritiene “superate” … che invece non è affatto apprezzata nell’altro
articolo, dove si mescolano aspetti scientifici e aspetti politici con
l’obiettivo evidente di negare o svalutare il contributo di Darwin
all’evoluzione culturale umana (“La teoria
sull'evoluzione è stata partorita da teorie nate a contatto del pensiero
malthusiano, secondo cui il mondo è una continua e cieca lotta per la
sopravvivenza tra cambiamenti casuali; ed è nata non a caso [?!] nell'epoca
vittoriana, in cui l'Impero inglese cercava le basi filosofiche e
scientifiche del suo diritto a conquistare e governare il mondo di cui doveva dimostrare di essere il
frutto migliore e più adatto”) – possiamo
immaginare che giudizio si darebbe di ideologie nate e diffuse sotto un altro
impero, quello romano … magari solo grazie … alla conversione di un
imperatore…).
F.Facchini ha certamente ragione quando si preoccupa che “purtroppo in molte persone è passata l'equazione
darwinismo=ateismo, evoluzione=ateismo, al punto che sembra si tolga qualcosa
a Darwin o alla teoria dell'evoluzione se si sostiene una visione
evoluzionistica aperta alla trascendenza”
.
Purtroppo non spiega CHI faccia passare questa equazione
(qualche sospetto ovviamente c’è …sia fra autorevoli laici
che fra autorevoli chierici),
anche perché le stesse persone forse non gli perdonerebbero il paragrafo
successivo, a partire dalla prima frase “l'evoluzione
è un fatto, come oggi si ammette”, per arrivare alla conclusione “i fatti si conoscono, si accertano, si cerca di capire
come sono avvenuti”. La successiva osservazione “E fin qui non dovrebbero esserci differenze sostanziali tra
credenti e non credenti” è discutibile e porta ad un “allarme”
abbastanza originale ma soprattutto davvero angosciante e che richiederebbe
un convegno tutto per sé: “Un secolo e mezzo di
studi e ricerche non possono essere trascorsi invano”.
L’allarme (molto serio anche perché per ben un terzo del
periodo è probabile un riferimento all’esperienza personale di evoluzionista
in tonaca) allude forse ai 350 anni passati prima che la Chiesa nel
1992 si scusasse per come aveva trattato Galilei, o al fatto che solo la
chiesa anglicana si è scusata (il 16/9/08) non solo per non aver capito
niente della teoria dell’evoluzione, ma soprattutto per aver trascinato
milioni di suoi fedeli a difendere ideologie che erano “comuni al tempo di Darwin e oggi superate”.
A questo punto sembra probabile che il pensiero nascosto di
F.Facchini sia che
1) le differenze fra credenti e non credenti (nella
teoria dell’evoluzione…?) ci sono e che
2) un secolo e mezzo -
con entusiasmanti scoperte e conferme che cita - è trascorso invano
(e il titolo che i redattori gli hanno dato all’articolo sembra proprio una
conferma non richiesta … né motivata dall’articolo).
Nella conclusione dell’articolo, F.Facchini usa però un
concetto di creazione non superato né spiegato (e ben più ampio
del concetto teologico, dato che fornirebbe spiegazioni di fatti materiali)
riferendosi a “conciliabilità della evoluzione
con la creazione”, a “novità che rappresentano
una estensione della creazione”, a “una
visione della creazione che lascia spazio alle cause seconde, compresi
eventi aleatori” [è autorizzata l’ipotesi di accettare eventi
aleatori fra le cause seconde?]; apprezzabile la definizione di “questione non scientifica” per “le differenze di vedute fra gli scienziati nella visione generale delle cose
per quanto riguarda la dimensione trascendente”.
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Con l’avvicinarsi
dell’apertura del convegno in Vaticano sull’evoluzione (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”),
l’evento è presentato anche su alcuni quotidiani laici:
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Sul Sole 24 ore
si può leggere un articolo di mons.Ravasi
(“Il Rubicone dell'uomo”); l’incipit dell’articolo sembra invocare
l’orgoglio - piuttosto che l’umiltà ma soprattutto la curiosità auspicata da
GP2 nella lettera a P.Coyne del 1988 o la separazione di competenze ed
obiettivi proposta dallo stesso mons.Ravasi solo 4 anni fa, nel 2005.
Soprattutto in questa occasione, un convegno sull’evoluzione biologica e
sulle spiegazioni “scientifiche” su cui la Chiesa indirizza soprattutto
critiche (F.Facchini addirittura sospetta, e non si può dargli torto, che si disprezzi un secolo e mezzo di studi e
ricerche!!) non sembra irrilevante premettere che “Si
deve lasciare alle spalle l'orgogliosa autosufficienza dello scienziato che
relegava la teologia nel deposito dei relitti di un paleolitico intellettuale” .
Purtroppo il ragionamento di mons.Ravasi non sembra rispettare nemmeno le sue
stesse premesse (tratte da M.Planck o da GP2) quando fa capire, citando Levi
Strass, come valuti l’utilità della scienza
(“lo scienziato non è l'uomo che fornisce vere
risposte, è invece colui che pone le vere domande”) e quali strumenti intende utilizzare per
ragionare sull’evoluzione biologica e che rispetto abbia per tre secoli di
ricerche scientifiche: “la filosofia ci aiuta a individuare il
trapasso dalla pura e semplice biologia, per cui l'organismo funziona secondo
regole obbligatorie” ; la conclusione del ragionamento sarà poi una citazione
del papa attuale che invita gli scienziati … a non accontentarsi del metodo
scientifico, travalicando «la limitazione autoimposta
alla ragione solo a ciò che è verificabile nell'esperimento» …
Sembra di capire che un articolo iniziato con «Fede
e scienza sono complementari e non opposte e incompatibili» si
conclude con l’invito alla scienza a rinunciare al metodo che la rende
complementare (o meglio alternativa) alla teologia. Si sa dai discorsi di
Regensburg che questo invito a rinunciare al rigore del metodo scientifico
devrebbe permettere alla teologia di disporsi, come avveniva nei secoli
pregalileiani, su un piano superiore alla scienza ...
E’ abbastanza interessante notare come mons.Ravasi pensi che l’evoluzione sia
un fenomeno che riguarda solo la nostra specie e come eviti quindi un punto
piuttosto delicato: accenna al fatto che per descrivere l’evoluzione umana “si è preferito puntare più sui "marcatori"
culturali”, e cita il linguaggio, l’attività simbolica e la
sensibilità estetica, ma sorvola sul fatto che anche la comparsa delle
diverse religioni nel corso dell’evoluzione sia un evento sicuramente
associabile a questo momento di “trapasso dalla pura
e semplice biologia, per cui l'organismo funziona secondo regole
obbligatorie”
Possiamo sperare che qualcuno al convegno in Vaticano ricordi anche a
mons.Ravasi che Darwin scrisse ad un amico prete del suo paese, J. Brodie Innes: "I hardly see how religion & science can be
kept ... distinct. But... there is no reason
why the disciples of either school should attack each other with bitterness".
Una tale
fredda accoglienza (“lo scienziato non è l'uomo che fornisce vere risposte“) sembra ingenerosa, tanto più che gli scienziati
invitati al convegno sono stati scelti fra quelli che non si sono fatti notare
per la difesa della biologia evoluzionista da assurde critiche di fonte
religiosa.
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Sempre sul Sole
24 ore P.Leclerc (Né confusioni, né steccati”) presenta il convegno e le sue diverse
sessioni; dopo che mons.Ravasi ci ha dato la brutta notizia che “lo scienziato non è l'uomo che fornisce vere risposte“, P.Leclerc ci lascia senza speranze: nemmeno
la teologia (nè “una lettura
scientifica dei testi della Bibbia”) ce le fornisce (“la Sacra Scrittura non indica come
funziona il Cielo” in quanto serve solo per indicarci “la ‘via’ che ci può permettere di raggiungerlo”).
E’ angosciante sospettare che la giusta preoccupazione di F.Facchini (“Un secolo e mezzo di studi e ricerche
non possono essere trascorsi invano”) possa riguardare un periodo “di studi e ricerche” non limitato a un secolo e
mezzo … Se qualcuno volesse
contestare anche solo i 150 anni, basta la citazione di Teilhard de Chardin
per smentirlo.
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Gentiloni sul Manifesto
scrive un articolo su “La svolta della teologia dopo Darwin” che sembra contestare (“anche il Vaticano pian piano si convinse”, “Si
inserisce la vicenda dell'uomo nel complesso dell'universo e della sua storia”)
la visione più pessimista dello stesso F.Facchini.
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28/2/09-IT
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Su Repubblica
articolo di V.Mancuso sulla teoria dell’evoluzione. Il titolo fa sperare (“Così un
teologo vede l'evoluzione”), ma la
frase principale rimane “io francamente qui mi
muovo su un terreno non mio”, tanto più che si sorregge alla “vulgata darwinista tradizionale” e a “quello che normalmente si legge sui giornali”.
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Nel caso passasse
da queste parti anche chi segue molto malvolentieri le scoperte che
dimostrano le diverse tappe dell’evoluzione, anche umana (prima di inventersi
nuove critiche c’è comunque da studiare, e non è facile … se non si riesce
per motivi ideologici né ad accettare, come tutti gli esperti, la teoria
dell’evoluzione, né a proporne una alternativa), abbiamo in questi giorni
un’ulteriore prova dell’evoluzione a mosaico che ha caratterizzato anche della
nostra specie. Sono state scoperte a Ileret, nel nordest del Lago Turkana,
impronte di piedi molto simili alle nostre in una periodo in cui la capacità
cranica media era decisamente scarsa rispetto ai valori medi attuali,
confermando il bipedismo come prima fondamentale acquisizione, prima di
rilevanti modifiche nella struttura dell’encefalo.
Le impronte fossili si aggiungono a quelle, decisamente più antiche (3.6
milioni di anni, attribuite all’Australopithecus afarensis) trovate a
Laetoli in Tanzania. Articoli: Los Angeles
Times, Corriere, Repubblica.
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27/2/09-IT
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[da Pikaia] E' da oggi in edicola l'ultimo numero di Micromega
interamente dedicato al bicentenario della nascita di Charles Darwin
(Almanacco
di Scienze: Darwin, 1809-2009). Da notare l’articolo di T.Pievani (“L’evoluzione addomesticata ovvero come Ratzinger vuole
annettersi Darwin”) e quelli di O.Franceschelli (“Darwinismo e finalismo: la teologia impossibile”),
M.Luzzatto (“Darwin e Qohèlet“) e
G.Barsanti (“Miseria del Disegno intelligente“)
sulle ultime penose strategie di attacco alla teoria dell’evoluzione da parte
di chi ancora non riesce a decidersi, col rischio, come raccontava anche il
gesuita De Rosa (su Civiltà Cattolica, 19/11/05) che “Se poi questo cristiano ha raggiunto un
livello culturale abbastanza alto e conosce, anche soltanto in maniera
elementare, ciò che la scienza oggi insegna sull’origine dell’uomo con la
teoria dell’evoluzione, rimarrà scandalizzato dall’atteggiamento della Chiesa
che continua a insegnare quella che può apparire una favola per bambini e si
convincerà che c’è opposizione tra quanto insegna la fede cristiana e quanto
afferma la scienza”.
Interessante anche la discussione fra
V.Mancuso e T.Pievani e l’articolo della filosofa della scienza Barbara
Forrest (“Intelligent Design:
creazionismo col belletto”), una
delle prime traduzioni in italiano di chi ha svelato la vera natura
neocreazionista dei sostenitori dell’ID USA, che ora, dopo la bruciante
sconfitta al processo di
Harrisburg/Dover si muovono con una maggiore prudenza.
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[da Pikaia] Il Corriere ha pubblicato "Un saggio di
Piergiorgio Odifreddi. Il pensiero di Darwin: origini e evoluzione", in cui E.Boncinelli parla dell'ultimo
libro di Piergiorgio Odifreddi, intitolato "In principio
era Darwin". Da
notare come Boncinelli apprezzi il percorso di un matematico che, con l’uso
della ragione, “ha approfondito un argomento che
prima probabilmente ignorava e che alla fine si è impadronito dei nodi
essenziali dell’evoluzionismo, molto meglio a mio giudizio di tanti
colleghi biologi”. La valutazione di “tanti
colleghi biologi” non può che essere severa, dato che viene da un …
fisico (che è comunque innegabilmente ben diverso da “tanti suoi colleghi
fisici” che hanno qualche problema a capire l’evoluzione stessa). [Sarebbe
interessante verificare cos’hanno in comune i fisici e i biologi che non
capiscono –o preferiscono non raccontare in giro - i nodi essenziali
dell’evoluzionismo … qualche sospetto comunque c’è].
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[dal museo tridentino di scienze
naturali] Oggi a Trento
un’iniziativa importante, piuttosto rara in Italia e visibile in streaming sul proprio computer. Il
MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI DI TRENTO e la FONDAZIONE CASSA DI
RISPARMIO DI TRENTO E ROVERETO presentano, il 27 FEBBARIO 2009, “REASONS
FOR HOPE”, l’unico intervento scientifico per l’anno in corso della
famosa ricercatrice britannica JANE GOODALL, figura scientifica fra le
più importanti nel campo dell''etologia e delle attività in difesa della
natura.
La conferenza si terrà presso l''Auditorium S. Chiara di Trento, alle ore
20.45. Per chi non potrà essere presente sarà inoltre possibile seguire l''intervento
in diretta sul sito www.mtsn.tn.it. Sul corriere del Trentino del 22/2/09 un’intervista a Daniela De Donno, coordinatrice del Jane Goodall Institute, sezione italiana. Speriamo che l’iniziativa
non faccia innervosire i creazionisti trentini … che comunque verrebbero
stoppati ancora una volta dai teologi dell’Istituto Trentino di Scienze
Religiose (“AUTIERO.
Teoria dell'evoluzione e scienza. La paura è cattiva consigliera“)
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[Dal Jane Goodall Institute, sezione italiana] Jane Goodall si trasferirà
poi a Roma. Comunicato
stampa. Nel sito
delle news del JGI-Italy leggiamo:
Dieci Anni per la Natura. Dieci Anni per i
Piccoli della Tanzania.
“LA LUPA” A JANE GOODALL CERIMONIA IN CAMPIDOGLIO IL 1 MARZO
e PREMIO JGI FATYNA 2009 AD ALESSIA MARCUZZI.
Domenica primo marzo, in occasione del decennale del Jane Goodall
Institute Italia il Presidente del Consiglio Comunale di Roma Marco Pomarici
consegnerà “La Lupa” alla fondatrice Jane Goodall, DBE e Ambasciatrice di
Pace per l’ONU per l’impegno ambientale e umanitario dell’Istituto italiano.
La cerimonia (ingresso solo per invito) si terrà alle ore 10.30 nella
prestigiosa sala Pietro da Cortona (Musei Capitolini in Campidoglio) e vedrà
una conferenza stampa, un intervento della scienziata, la proiezione del
video-documento (7 min) "Essere bambini a Kigoma" di Giuliana Palmiotta, già menzione speciale al Paola Biocca International Award 2008. In
chiusura la violinista Masha Diatchenko (7 min). Interverranno, oltre a
Goodall, il professore Ferdinando Boero, Daniela De Donno, presidente
dell’Istituto Jane Goodall Italia, Massimo Di Forti, il Messaggero, Claudio
Manicastri, direttore del Museo di Zoologia.
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27/2/09-USA
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Sul sito del NCSE
un articolo con links a nuovi “Journals
celebrating the Darwin anniversaries”. Tempo che gli antievoluzionisti hanno finito
di leggere tutto quanto è disponibile gratuitamente on line… il 2009 sarà
finito … non avranno avuto il tempo di dimostrare delle loro scoperte … e
continueranno a dire solo “no, questo non mi piace”.
Si parla di siti darwiniani organizzati da Science e da Nature, dello splendido numero
speciale di Lancet in flash e
di un numero
speciale su Darwin dell’American
Biology Teacher. Impressionante l’impatto
del creazionismo sull’insegnamento della biologia nelle scuole superiori USA; in Italia non ci
sono dati, ma il tradizionale insegnamento del creazionismo fin dai primi
anni di scuola sembra meno efficace … in assenza di polemiche. Heredity
dedica al bicentenario il numero di
gennaio con
articoli free sulla genetica dei
meccanismi di speciazione. Il J.of
Biology si chiede “What did
Charles Darwin prove?”, ma
l’articolo non è disponibile.
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Sulla rivista
Science un articolo di A.Curry sul creazionismo in Europa. Purtroppo non ci
chiarisce che si mettono insieme le iniziative di diversi gruppi di
antievoluzionisti pure di religioni diverse. Si parla così del deputato
europeo polacco, di un sondaggio fra insegnanti in UK e del voto al Consiglio
d’Europa in difesa dell’evoluzionismo (dei appresntanti italiani, ben 3 su 4
hanno votato contro!!!) del Papa e dei cattolici ma anche di quello che
succede in Turchia.
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26/2/09-IT
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Sconcertante ma
interessante articolo su Europa (“Bioetica.
Cresce in università il fronte anti-Cei. La rivolta dei filosofi cattolici”) che cerca di fotografare una situazione molto
dinamica e piuttosto confusa che coinvolgerebbe la bioetica cattolica nella
zona di Milano e dintorni, e in particolare si evidenzierebbe un contrasto
fra le due università cattoliche milanesi, il San Raffaele e la Cattolica;
dopo la critica globale del teologo Hans Kung, ora il dissenso coinvolge
problematiche che si avvicinano alla biologia e alla ormai secolare allergia
della chiesa (nonostante i grandi meriti della curiosità degli abati Stoppani,
Spallanzani e Mendel) per le spiegazioni naturalistiche della realtà
biologica: “Ieri, per dire, il Foglio anticipava «a tradimento» l’appello di alcuni
filosofi morali contro la linea ufficiale della Cei sul testamento biologico
e il teologo Vito Mancuso chiedeva, su Repubblica, un Concilio Vaticano
III per una nuova teologia della natura.
«Se ai nostri giorni la Chiesa sembra talora tornata a quella della
Controriforma – scrive Mancuso – questo lo si deve a un’antiquata teologia
della natura che ancora governa la dottrina, incapace di assumere il
principio di laicità introdotto dal Vaticano II a proposito della storia»”.
Anche qui si evoca, come faceva il gesuita De Rosa (su Civiltà Cattolica,
19/11/05) il fatto che se si continuasse a leggere la Genesi come se fosse un
libro di scienze, ci sarebbe “… la rivolta dei cattolici più colti, quelli che possono
parlare sui giornali e farsi sentire”. Si scopre poi che “i filosofi cattolici meno ortodossi hanno deciso di
rompere il fronte del silenzio”, e che “molti
filosofi che insegnano in Cattolica hanno più difficoltà a parlare
liberamente, a venire fuori, anche per ragioni “istituzionali”. Ormai là comandano
Opus Dei e Comunione e liberazione»
. «Sui temi della bioetica c’è paura di esporsi in pubblico, –
aggiunge Mordacci – i cattolici non allineati preferiscono non esporsi,
non per banali ragioni di carriera accademica, ma perché rischia di essere
messa in dubbio la loro appartenenza alla famiglia cattolica»”
.
Proprio quello che si era potuto verificare dalle parole del filosofo
cattolico romano Antiseri in un dibattito a Pavia il 4/2/09, dove aveva dato
improvvisamente ragione alla tesi sostenuta da G.Giorello nel libro “Di nessuna
chiesa. La libertà del laico”.
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25/2/09-IT
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Nell’inserto TuttoScienze
della Stampa compare un’intervista fatta ai coniugi Grant sui
fringuelli delle Galapagos, che furono osservati e studiati da Darwin durante
e dopo il suo viaggio sul Beagle: "L'evoluzione?
Qui è in diretta".
Nello stesso inserto scientifico anche un’intervista a uno dei curatori della
mostra «Al futuro di Galileo»: “C'è voluto Galileo per fare Darwin”.
Visto che già fin nel titolo si cerca di sottolineare che Darwin non ci
sarebbe stato senza Galilei (o meglio senza il microscopio…) può essere
importante ricordare anche che senza Darwin [ma anche Wallace o qualcun
altro, no?!] non ci sarebbe stato il grande successo della biologia e della
medicina nel XX secolo.
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Davvero
impressionante una lettera al direttore pubblicata oggi sull’Avvenire
(“Mode
culturali: Darwin «star» dei sondaggi”); un lettore
si stupisce per il fatto che in un sondaggio fatto da un quotidiano prevalga
Darwin su Lincoln: “Le teorie di
Darwin , nella migliore delle ipotesi, sono da verificare (la loro
riproducibilità 'galileiana' non è ancora dimostrata e gli esperimenti fatti
sono inconcludenti
); peraltro penso
che l’evoluzione possa essere una faccia della realtà, che però nel caso
dell’Uomo è tutta da verificare; Non può sfuggire il fatto che le teorie
evoluzioniste sono usate come 'arma' contro la Chiesa
”. [l’ultima frase ricorda
tanto un articolo scritto nel 2005 - “A New Arms
Race”, del
3/8/2006 - dal direttore scientifico del progetto STOQ, che
coordina tutte le iniziative vaticane sul rapporto scienza-fede].
Uno si aspetterebbe a questo punto che, a pochi giorni da
un convegno su Darwin organizzato in Vaticano, il lettore venga criticato per
le sciocchezze che ha scritto.
Nulla di tutto questo.
Anzi, come se il convegno in Vaticano fosse un tentativo di
sequestrare Darwin e i suoi “nipotini” per rinchiuderli a Castel S.Angelo il
direttore aggiunge altre randellate, citando la “presunta
«scientificità» dell’evoluzionismo darwiniano” e infierisce
ulteriormente:
“Contrapporvi e, anzi, sovrapporvi la
figura di Darwin per «il maggior contributo all’umanità» la dice lunga
sull’eversione della logica a cui può condurre una superficialità di massa,
pronta a digerire acriticamente le tesi intorno alle quali i mezzi d’informazione
tendono a uniformarsi.
La mentalità
scientista, retaggio di un positivismo ottocentesco e massonico, sta
facendo breccia nell’opinione pubblica grazie a una «cultura» in pillole, senza
contraddittorio, riversata da giornali e tv, «cultura» più simile ad una
subcultura che niente ha a che spartire con la vera formazione delle
coscienze”.
La paura della scienza di cui parlava GP2 nella lettera a
P.Coyne del 1988
sembra essersi già trasformata in panico. D’altronde il diretore
dell’Avvenire non è nuovo a queste sparate e a questo disprezzo delle
competenze.
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24/2/09-IT
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Su Liberazione
un’intervista a Francesco Cavalli Sforza (“FRANCESCO CAVALLI SFORZA: «LA RAZZA NON ESISTE, IL
RAZZISMO SÌ»”) sul tema della razza e del
razzismo. Si spiega perché per i biologi il massimo mescolamento delle
caratteristiche genetiche, la massima biodiversità, è la migliore garanzia per
la sopravvivenza della nostra specie .
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[da Pikaia] E’ disponibile il programma delle interessanti
iniziative previste per il Darwin
day a Parma, il 5 e 6
marzo prossimi. Si parlerà molto anche di primati (Visalberghi, De Marco,
Ferrari) oltre che di Wallace (Focher). Brochure PDF
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[da Pikaia] Il 2 marzo prossimo Lynn Margulis sarà
a Milano, per cui si parlerà certamente di simbiosi e degli sconcertanti
meccanismi evolutivi, attuali e arcaici, ad essa connessi. Qui su Pikaia la notizia, e qui anche la Locandina.
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24/2/09-VA
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Un’interessante
notizia, che però in Italia non è riuscita proprio a circolare, riguarda
proprio due punti della biologia che sono sempre i primi ad essere contestati
(senza prove) quando da ambienti religiosi si critica la teoria
dell’evoluzione: il ruolo del caso e il fatto che la biologia e le
spiegazioni “materialistiche” non sarebbero comunque mai sufficienti … ormai
da 150 anni; ovviamente la biologia, come tutte le scienze, cerca solo quelle
spiegazioni perché sono le uniche che poi possono fornire strumenti di
diagnosi utili per interventi costruttivi sulla realtà.
Purtroppo questa impostazione ideologica contro la biologia prova a negare le
spiegazioni naturalistiche e cerca di far credere che ci sia invece un
progetto che coprirebbe e gestirebbe tutto ciò che avviene.
La notizia, che fra l’altro ha iniziato a “circolare” già da 20 giorni sulla
stampa cattolica sia USA (3-15/2/09
National
Catholic Review, 17/2/09 Beliefnet, Renewamerica il 10/2/09) che italiana (Zenit il 5/2/09
, ASCA il 4/2/09, Agenzia
Adista il 16/2/09)
riguarda il sesso della figlia nata al fondatore dei Legionari di Cristo.
Fr.Marcial Maciel Degollado, morto l’anno
scorso, già aveva creato qualche problema che era stato analizzato però quasi
solo dalla stampa cattolica USA (Archivio
della National Catholich Review, Video “Vows
of Silence” nel sito del NCR
sul sistema giudiziario vaticano).
La notizia ovviamente è interessante perché fa riflettere sulla possibilità
di verificare appunto sia il ruolo del caso che quello delle forze
“materiali” (ormoni e comportamenti, ovviamente molto naturali, da essi
determinati) che spingono tutti gli esseri viventi, piante e animali, verso
l’obiettivo vitale di riprodurre e conservare un bene sicuramente importante
e “non negoziabile” come la vita sul pianeta.
Certo esiste una spiegazione alternativa alla dimostrazione sperimentale data
da Fr.
Marcial Maciel Degollado dei meccanismi biologici (molti dei quali
basati chiaramente sul caso, come la scelta del sesso) che guidano
l’evoluzione biologica.
Non è detto che questa spiegazione alternativa del fatto che sia nata, e che
sia una femmina invece che un maschio, sia più accettabile. Secondo la Chiesa
cattolica infatti noi “Non siamo il prodotto
casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di noi è il frutto di un
pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è
necessario”. [sembra
di capire che in alcuni casi però è meglio non farlo sapere]
Forse in questa frase possiamo trovare una giustificazione anche al
funzionamento del sistema giudiziario vaticano in questo “increscioso”
(secondo loro) caso, e della reazione brusca del Card.Ratzinger mostrata nel
video citato e riferita ai precedenti comportamenti (“incresciosi”
secondo tutti) che per anni erano stati “superati” col silenzio e si
sono conclusi con una lieve pena (non farsi vedere troppo in giro).
Si spiegherebbe invece solo con un ruolo rilevante dei fattori “naturali”
e “materiali” la preoccupazione per il futuro dei Legionari, di cui si
parla in un articolo ottimista della NCR (“'Difficult, not impossible' for
Legionaires to recover”).
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23/2/09-IT
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Pochi sanno
resistere quando si tratta di rispondere a dei quiz … anche se gratis …; su Galileo una decina di domande (con la soluzione) aspetta chi vuole verificare
le proprie conoscenze sull’evoluzione biologica e sui suoi meccanismi. Non
troppo difficili, tranne per chi non non riesce a decidere se gli
evoluzionisti siano darwinisti dogmatici o ex-darwinisti parricidi.
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22/2/09-IT
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Su Europa
un interessante articolo (“DARWIN? FA PIU' PAURA DI MARX”) in cui si cerca di verificare se anche Darwin
si aggiri come uno spetto non solo per l’Europa, pronta a spaventarla. Bella
e realistica (purtroppo) la frase
“Nessun profano oserebbe mettere in dubbio la teoria della
relatività o la meccanica quantistica; tutt’al più direbbe di non essere
qualificato a parlarne. Nel caso della teoria dell’evoluzione invece i
profani non hanno mai smesso di vociferare la loro opinione”. In
realtà la frase sottovaluta una situazione che è ben più pericolosa, in
quanto si attenta alla ragione: infatti
ogni volta che si cerca di far capire che le sciocchezze dei profani
non possono comunque modificare una realtà che conferma la teoria
dell’evoluzione, è subito pronta l’accusa di dogmatismo; ovviamente assurda e
ridicola (soprattutto se riferita all’attuale teoria dell’evoluzione, molto
modificata rispetto all’originale imposrtazione darwiniana, ma anche se lo
scopo è difendere il dogmatismo religioso, indiscutibile e ben difeso), ma
qualcuno ci potrebbe credere, con gravi danni per la ragione, come si vede in questa intervistata e in questo
intervistatore.
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Sull’Occidentale
un articolo (“Alla Chiesa
piace Darwin ma non i darwinisti”) che
dimostra i limiti che incontra la diffusione di informazione scientifica
quando è mediata da persone esperte in campi diversi dalla biologia.
Interessante comunque questo articolo, in difesa della posizione della Chiesa
(quale? Proprio in questo periodo sembra che ce ne siano tante e anche
posizioni di qualche anno fa, come quella
di mons.Ravasi del 2005, si sono
modificate), ma che mette in evidenza uno dei problemi che rende difficile
una mediazione quando si incontra un problema, quello del peccato originale,
su cui di solito si sorvola.
Qui non solo non si sorvola, ma si fa credere che possa essere un problema
politico (“Tutti i veri problemi teologici hanno
anche formidabili risvolti politici, a cominciare da quello del peccato
originale, che è implicato dall’evoluzionismo”
).
L’articolo riprende un precedente articolo (del 9/1/09) dello stesso autore
(“Il peccato
originale e i suoi surrogati moderni secondo R.Spaemann”) comparso in un sito web cattolico, in cui si
commentava un recente libro (“La diceria
immortale”) di
R.Spaemann.
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Commenti molto,
forse troppo, simili sono stati pubblicati pochi giorni fa, il 19/2/09 da
Mons.Crepaldi (“Aspetti
politici del darwinismo a 200 anni dalla nascita di Darwin”) nel sito web dell’Osservatorio Van Thuan, che
dirige.
Un programma intelligente, grazie anche agli ingegneri informatici di
Google, permette di scoprire che
alcune frasi iniziali di Mons.Crepaldi si ritrovano anche nell’articolo di
oggi (“Tutti i problemi teologici hanno
anche formidabili risvolti politici”, “Il peccato
originale presuppone una metafisica della creazione”), ma nella
seconda metà dell’articolo forse si confida un po’ troppo nel fatto che
mons.Crepaldi non abbia tempo di leggere anche l’Occidentale.
Da notare comunque alcune curiose differenze fra i due testi:
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è stata
aggiunta ex novo una frecciata contro E.Boncinelli
(confermando il dubbio che siano spesso i cattolici “laici” a
indicare nomi e cognomi … anche quando i chierici sono più discreti – si dice
il peccato ma non il peccatore), ma soprattutto
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è stata eliminata
la frase, decisamente un po’ forte e poco dimostrabile, “La Chiesa ha sempre cercato di aiutare a distinguere la
scienza dall’ideologia” (in realtà proprio sui problemi della biologia
evolutiva, di cui tratta l’articolo, spesso si cerca di ricoprire il più
possibile con il mantello dell’ideologia, anche dove l’ideologia proprio non
c’è, come nel ruolo del caso … per giustificare gli interventi censori);
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anche la originale
(parecchio originale) distinzione fra evoluzionismo (che sarebbe buono) e
darwinismo (che sarebbe invece cattivo) è stata eliminata, anche se
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nel dubbio in un
paio di frasi “evoluzionismo” è stato sostituito da un riferimento a
Darwin.
In realtà l’articolo
del 19/2 sembra
voler chiarire ed evidenziare, in maniera autonoma rispetto ad altri “chiarimenti”,
alcuni punti che impedirebbero un passaggio importante e forse necessario
l’accettazione della teoria dell’evoluzione (che forse altri, dopo 150 anni,
auspicherebbero - anche per far prendere una boccata d’aria alla ragione
troppo spesso citata senza motivo):.
Si può cominciare da questa definizione, che non sembra però accettata da
tutti: “Evoluzionismo è una ipotesi / teoria scientifica la cui validità
viene attestata dalla scienza. Si ha, invece, darwinismo
quando si assegna alla teoria dell’evoluzione un significato superiore a
quello strettamente scientifico, trasformando una tesi scientifica in una
filosofia o addirittura in una religione”.
[Il 10/2/09 mons.Ravasi aveva invece detto che
l’evoluzionismo “si è
trasformato progressivamente in un sistema ideologico interpretativo
dell’intera realtà umana, passando oltre – perciò – il suo ambito specifico”].
Anche questa distinzione non è stata recepita nell’articolo di oggi, tanto è
vero che in un punto si modifica una parte del testo originale di
mons.Crepaldi.
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21/2/09-VA
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E’ uscito,
nell’ultimo numero di Civiltà Cattolica, un articolo del gesuita
P.Serra sull’evoluzione umana.
Piuttosto “asettico” il titolo (“A 150 ANNI
DALL'«ORIGINE DELLE SPECIE» DI DARWIN”), ma ben poco chiaro il riassunto:
Viene affrontato
il tema dell'origine biologica dell'Homo sapiens…. Tutta la struttura
biologica di questo Homo sapiens è un evidente capolavoro -- è sufficiente
ricordare le meravigliose strutture del cervello -- intrinsecamente associato
a una componente non più di ordine materiale, ma strettamente spirituale: lo
«spirito» o «anima». Anima che esercita la funzione «mente», radice comune
delle due facoltà «intelletto» e «volontà».
Bisogna attendere il testo
completo, soprattutto per capire se questo giudizio entusiasta sulla
struttura biologica si potrebbe estendere anche alle scimmie o magari almeno
allo scimpanzé, bestie meravigliose quasi quanto l’uomo e con una mente che
funziona probabilmente bene anche se (forse) senza anima.
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21/2/09-VA
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Sono stati messi
in rete altri video della conferenza stampa di presentazione del convegno
vaticano di marzo sull’evoluzione (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”), tenutasi
il 10/2/09.
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Don Giuseppe
TanzeIIa Nitti parte 1 e Don Giuseppe
TanzeIIa Nitti parte 2.
Interessante e nuova la sua ammissione iniziale, quando dice che, parlando di
evoluzione, quasi tutti oggi hanno in testa la spiegazione della Genesi: “Per
la gente comune il racconto biblico della
creazione rappresenta ancora in larga parte l’orizzonte di comprensione
dell’origine naturale del mondo e della vita, uomo compreso”.
Quel che dice non è del tutto vero, secondo alcuni recenti sondaggi anche
comparativi, ma comunque sappiamo bene che bisogna capire il perchè; e si
scoprirebbe che NON è solo
la gente comune ad avere
idee settecentesche … e quindi è spiegabile il motivo per cui molta “gente
comune” è nella situazione di essere così poco attrezzata per capire il
mondo attuale.
Oltre ai cardinali, in Italia comunque ci sono alcuni filosofi, fisici,
matematici e teologi che ancora oggi sono certi che sia proprio la Chiesa
cattolica a pensare che “il racconto biblico della
creazione rappresenta ancora in larga parte l’orizzonte di comprensione
dell’origine naturale del mondo e della vita”, per cui si adeguano,
cercando anche di contrastare la diffusione delle conoscenze scientifiche.
Di solito le contestazioni all’evoluzione e alla teoria che la spiega fanno
riferimento alla religione, e sono ben pochi i casi in cui le sciocchezze su
dati oggettivi sono state contrastate da esponenti della Chiesa; si possono
ricordare solo gli interventi di F.Facchini sull’Osservatore Romano (“Evoluzione e creazione”) verso il
card.Schönborn (e la sua sbandata per l’ID USA) e quello di P.Autiero
dell’ISR di Trento (“AUTIERO.
Teoria dell'evoluzione e scienza. La paura è cattiva consigliera“)
che ha spiazzato gli integralisti cattolici
trentini che speravano di poter contestare impunemente una mostra
sull’evoluzione umana.
Nessuno sembra dire niente sull’incredibile Kolbe Center for the study of Creation
(“Defending
Genesis from a traditional catholic perspective)”, un centro culturale
USA tuttora vivace, che nel 2002 ha organizzato un convegno di creazionisti
biblici addirittura in Vaticano, e i cui consulenti il 23 hanno organizzato
una riunione con gli amici romani e hanno ottenuto una sala in affitto
(speriamo che abbiano la fattura per dimostrarlo) dnella sede nazionale del
CNR a Roma …
L’eliminazione dell’evoluzione dai programmi scolastici delle medie nel 2004
non è stata certo un evento casuale e richiede ancora spiegazioni e
chiarimenti; se il ministro di allora ebbe il coraggio di dire che (Moratti
6/4/04) “i cosiddetti miti delle origini
favoriscono l'approccio del bambino al dato scientifico”, la chiesa
dovrebbe essere orgogliosa dei risultati; comunque è certamente
apprezzabile che finalmente qualcuno (non è dettto però che sia l’unico…)
veda gli effetti dell’insegnamento dei miti
delle origini anche ai bambini fin dall’età di 3 anni …; se ne traggano le
conseguenze.
Prima di fare le pulci alla teoria dell’evoluzione sarebbe indispensabile che
si dicessero parole chiare, comprensibili sia dai filosofi che dalla gente
comune, sull’evoluzione come fatto. Don TanzeIIa
Nitti le ha dette (“è vero che l’evoluzione
biologica è certamente un fatto”)
ma frasi così dovrebbero essere ripetute fino a che diventa una
posizione ufficiale.
[Comunque è importante fare una precisazione,
che potrebbe tranquillizzare anche Don TanzeIIa Nitti: forse non lo sa, ma
gli adulti italiani che guardano il mondo attraverso il racconto biblico sono
una minoranza: vari sondaggi fatti in diversi paesi del mondo mostrano che in
Italia i creazionisti sono solo il 20%, mentre il 65% crede all’evoluzione,
mentre negli USA le percentuali sono ben diverse (35% e 40%), simili a quelle
della Turchia, le peggiori fra quelle dei paesi di cui si hanno i dati. La
ricerca (“Public
Acceptance of Evolution”) è del
2006 ed è stata pubblicata su Science]
E’ preoccupante e minacciosa la
seconda parte della frase, dove si ipotizza che “La gente comune desidera capire se e in quale misura l’idea di una evoluzione
biologica sia compatibile con la visione trasmessa dalla Sacra Scrittura”
, sia perché fa riferimento solo all’evoluzione
come fatto (che non si preoccupa di compatibilità), ma soprattutto
perché fa capire che lui non lo sa ancora … dopo 200 anni dalla prima teoria,
quella di Lamarck. L’evoluzione è infatti un fatto, da accettare oltre che da
spiegare, già nel 1809, quando ci provano per la prima volta.
Non è chiaro poi perché dica, senza dimostrarlo, che
“L’evoluzione in
fondo è il modo in cui Dio crea”. Sembrano passati solo pochi
giorni da quando un importante cardinale negava
l’evoluzione come fatto… Chi s’è
accorto per primo della novità? Quando è successo? Da cosa si è capito?
Strano che novità così importanti e originali vengano comunicate
improvvisamente in una conferenza stampa.
La scienza, che invece ha dimostrato da tempo che l’evoluzione biologica
potrebbe essere solo un processo automatico, sarebbe magari interessata ad
una smentita di quello che ha scoperto, non ideologica ma documentata.
Anche le conseguenze di questa frase potrebbero essere rilevanti. Significa
che da ora in poi dall’asilo si insegnerà l’evoluzione biologica, invece che
la creazione? Si potrà verificare sperimentalmente, in questo modo, se hanno
comunque ragione gli autori del libro “Nati per
credere” .
Non approfondisce poi questo punto “Al teologo
serve una conoscenza dei fatti scientifici recenti per saper distinguere … quali visioni della vita e
dell’uomo rispondano a risultati acquisiti e quali possono essere facilmente
preda di estrapolazioni e perfino di ideologie, che usano le scienze in modo strumentale e riduttivo,
spesso contro il comune sentire di buona parte della stessa comunità
scientifica”.
Non si capisce l’interesse per dati che poi non sembrano molto apprezzati dai
teologi (da 150 anni ormai sembra che troppe volte si risponda … che non c’è
niente di nuovo … da Aristotele o da Agostino in poi …).
E purtroppo non sono solo i teologi a non saper o voler usare i dati
scientifici … lo stesso TanzeIIa Nitti, pur essendo anche un astronomo
laureato in fisica non si sottrae a questo triste rito, dicendo che … : “Il Vescovo di Ippona non conosceva il termine evoluzione,
ma sapeva che il pesce grande mangia il pesce più piccolo e che le forme
della vita erano andate incontro a lente trasformazioni nel tempo”.
Spero si sentisse in imbarazzo leggendo questa frase ... qualcuno potrebbe
infatti chiedergli se c’è qualcosa di nuovo nell’astronomia dopo i re magi …
e non potrebbe nemmeno offendersi …
Come i dati scientifici vengano utilizzati e studiati lo dimostra la strana
analogia con il materialismo storico da cui sembra uscire una critica alla
scienza “non rispondente ai dati scientifici“
(“Proprio in merito alla prospettiva evolutiva, un
simile impiego delle scienze è avvenuto in passato con il materialismo
storico, che volle fondare una dialettica della natura su una visione del
mondo fisico e della vita non rispondente ai dati scientifici, ma in
linea con le proprie finalità di propaganda”).
Se dire “è vero che l’evoluzione biologica è
certamente un fatto” è una frase che dovrebbe aiutare “La gente comune che desidera capire se e in quale
misura l’idea di una evoluzione biologica sia compatibile con la
visione trasmessa dalla Sacra Scrittura”, sarebbe molto utile spiegare
il motivo della compatibilità, essendo passati 150 anni. Come l’evoluzione
biologica, anche la compatibilità, senza una spiegazione razionale,
non può convincere “la gente comune”
Si potrebbe concordare sull’auspicio (“mi auguro
che le scienze naturali siano impiegate sempre più dalla teologia come una
risorsa positiva di conoscenze, e non viste
solo come una fonte di guai”) se non fosse evidente come nemmeno
un fisico si trattenga – trovandosi soprattutto nel ruolo di teologo . dal far credere, a chi gli vuol credere,
che S.Agostino aveva qualcosa da spiegare a Darwin.
[Qui ci sta bene una menzione (ulteriore) delle preoccupazioni di Francis
Collins, un biologo molecolare credente, riportate al Papa dal suo
predicatore, P.Cantalamessa il 07/03/2008].
Curioso che dica che non c’è
dubbio che la nostra specie sia al vertice dell’evoluzione biologica.
Concede che “il ricorso al caso resti una semplice lettura
scientifica dei fenomeni” e giustamente sottolinea che nessuno possa
dimostrare che Dio non stia guidando tutto (“nessuno
dei meccanismi evolutivi si oppone all’affermazione che Dio abbia voluto,
cioè creato, l’uomo”), anche se questa situazione è fin troppo
frequente e si presta ad abusi e a grandi guadagni; purtroppo non dice quando
e come, purtroppo con ragionamenti non molto diversi da quelli del rev.Paley
nell’800 e già contrastati e contestati dal metodo scientifico che Darwin ha
applicato proprio a quel problema (“Chi potrebbe
negare, ad esempio, che anche ciò che ai nostri occhi appare come puro gioco
d’azzardo non segua lo scopo nascosto di chi possiede tutte le regole del
gioco, cioè di un Creatore?)”.
Solo abbandonando domande impossibili (“lo scopo
nascosto”) Darwin e i suoi successori hanno capito quali fossero le
regole del gioco e questo ha permesso
di fare scoperte eccezionalmente utili per la nostra specie.
TanzeIIa Nitti comunque ammette l’importanza del lavoro di chi ha cercato e
usato le regole del gioco, conosce queste scoperte eccezionali (“nel caso degli scimpanzé, oltre il 97% del nostro
patrimonio genetico è in comune”) ma non capisce che queste scoperte
si sono ottenute proprio utilizzando i meccanismi evolutivi che mette in
discussione (“Non vi si oppone - all’affermazione
che Dio abbia voluto, cioè creato, l’uomo - nemmeno l’aleatorietà di tanti eventi accaduti lungo
il lento sviluppo della vita, purché il ricorso al caso resti una semplice
lettura scientifica dei fenomeni, incapace di negare la sfera dei fini”). [Sarà mai convinto dal lavoro dei biologi evoluzionisti?
]
Non si capisce invece quali sarebbero i vantaggi per l’umanità nel caso si
fosse continuato solo a insistere sui fini, come se fosse utile per l’umanità
che ogni religione difenda i propri dogmi, magari a qualsiasi costo.
Una delle ultime frasi richiederebbe poi un ampio dibattito: “Non credo sia possibile un’evoluzione biologica in un mondo
materialista, senza informazione, senza
direzione, senza progetto. In un mondo creato, il compito della teologia è
proprio parlarci della natura e del senso di questa informazione”, che
sembra mescoli e rimescoli realtà che appartengono a mondi diversi (“è compito della teologia parlarci della natura”?).
Sono passati solo 4 anni da quando, nel 2005, mons.Ravasi correttamente disse che “Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano
assolutamente ai teologi. E‘ un
settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la
verità attraverso lo spirito”. [Cosa sta succedendo?Perché
adesso invece “è compito della teologia
parlarci della natura”? ]
Inevitabile il confronto con i suoi interventi ben più apprezzabili (e apprezzati)
in un dibattito in un ambiente meno “dogmatico”, con esperti di evoluzione,
tenutosi solo due anni fa, il 6/11/07, dove comunque aveva dubbi su fatti che “rispondono a risultati acquisiti” e non poteva certo
criticare (stava discutendo con Cavalli Sforza e Pievani!) “ideologie che usano le scienze in modo strumentale e
riduttivo”.
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Qui la
prima e la
seconda parte dell’intervento di mons.Ravasi nel corso
della stessa conferenza stampa; mancano ancora i video di P.Leclerc e di
S.Forestiero, anche se i testi (tranne quelli di mons.Ravasi) sono
disponibili QUI (nel sito vaticano) o qui (nel sito SRM).
La lettura dei tre interventi mette in evidenza un fatto abbastanza
sconcertante (per chi criticava il titolo della conferenza): che solo don
TanzeIIa Nitti, abbia intenzione di accettare o giustificare il fatto che nel
titolo del convegno (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”) si
accennasse a improbabili “teorie dell’evoluzione”.
Forestiero in particolare, ma anche P.Leclerc, sanno dire solo “teoria dell’evoluzione”, pur ammettendo che è
una teoria “in evoluzione”.
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Dall’intervento di
S.Forestiero si evidenzia la sua posizione di laico non credente e il suo
coordinamento con il filosofo della scienza M.Stanzione; ambedue si
dichiarano preoccupati della situazione e dei rischi che intravedono [che
anche i laici diventino fondamentalisti!?!]: “Giudichiamo un autentico pericolo per l’umanità il
protrarsi del conflitto fra opposti fondamentalismi. Cosicché, pur essendo consapevoli che qualsiasi
conoscenza obiettiva non possa bastare da sola a evitare un conflitto del
genere, non vorremmo che, viceversa, esso trovasse giustificazioni di
sorta sul terreno scientifico stesso. Tradizionalmente, per opposti
fondamentalismi s’intendono quelli fra religioni rivelate. Ebbene, noi
vorremmo scongiurare il rischio che queste inclinazioni, che nascono dal
fideismo e si nutrono d’un malinteso senso di appartenenza, portatore
d’intolleranza e di atteggiamenti illiberali, possano arrivare a contagiare
la mentalità laica e il libero pensiero, contraddicendo così nei
fatti le migliori intenzioni di progresso umano e civile”.
[Sarà per evitare il contagio che nelle
ultime sessioni,quelle conclusive, i laici non siano molti?]
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20/2/09-IT
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Si è conclusa la
settimana dedicata da
Radio3
Scienza a Darwin,
per cui sono ora scaricabili dal sito web le cinque puntate, con le interviste e le
discussioni gestite da P.G. Odifreddi (Veronesi, Giacobini, Fo, Nosengo,
Focher, Luzzatto, Bozzoni)
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19/2/09-USA
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E oggi per l’anno
di Darwin sono arrivati anche poster e magliette … Obama’s style.
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19/2/09-IT
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Non bisogna
dimenticare le numerose iniziative teatrali che si accompagnano al
bicentenario darwiniano:
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a Roma al
Teatro Eliseo, c’è perfino uno spettacolo (“NONNO CHARLIE
E IL MISTERO DELL’ANELLO MANCANTE - magico viaggio nel mondo di DARWIN”) adatto a
bambini dai tre fino a 11 anni, proprio il periodo di età che, secondo il
consulente del ministro Moratti per i programmi scolastici, era più adatto
per i miti, magari solo per quelli quelli biblici (Moratti
6/4/04: “Le Indicazioni nazionali privilegiano,
quindi, le narrazioni fantastiche, i cosiddetti miti delle origini, che
favoriscono l'approccio del bambino al dato scientifico") .
E appunto per questo motivo consigliava di non parlare di Darwin e
dell’evoluzione almeno fino alle scuole superiori (dove non tutti arrivano…).
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A Milano
fino al 1° marzo: Spettacolo di Giulio Giorello
e Luca Boschi, regia Stefano de Luca produzione Piccolo Teatro di Milano –
Teatro d’Europa L’epistemologo Giulio Giorello e il professore di fumetto
Luca Boschi propongono lo spettacolo ideale per tutti Darwin...
tra le nuvole (info: Piccolo Teatro, tel. 848.800304; www.piccoloteatro.org).
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A Milano
tra il 6 e il 10 aprile è previsto al Teatro Arsenale lo spettacolo “CHARLES DARWIN OVVERO COME UNA GITA IN BARCA INTORNO AL
MONDO PUO' SPIEGARE L'ORIGINE DELLA SPECIE” di Gianluca
Ranzini. Regia: Luca Ciancia
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A Roma dal 24/2 al 15/3: Il Teatro Stabile di Innovazione di
Firenze presenta LUCIA POLI in IL DIARIO DI EVA O COME DARWIN CI CACCIO’
DALL’EDEN,
spettacolo di A.Savelli liberamente ispirato agli scritti di Mark
Twain e Charles Darwin con S.Gragnani e S.Faucci (info)
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Ad Asti il
primo aprile alle ore 21 nell’ambito del XIX congresso dell’Associazione
Primatologica Italiana ci sarà la prima dello spettacolo teatrale “La scoperta dell’orizzonte”.
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18/2/09-IT
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Darwin Day perfino
a Bergamo, al Caffè
Letterario, dove,
grazie alla UAAR che ha organizzato l’incontro, T.Pievani spiega che cosa Darwin ha tenuto anscosto per 20
anni: “È come confessare un
delitto. I taccuini giovanili inediti di Charles Darwin”.
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Nel sito Affari Italiani si annuncia che “Ad aprile
esce "Lo scimmione intelligente", il nuovo libro di Giulio Giorello
ed Edoardo Boncinelli”.
Nell’articolo breve intervista a G.Giorello..
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National
Geographic Channel (canale 402 di Sky) dedica una speciale
programmazione a Charles Darwin, raccontando Il viaggio
perduto di Darwin, in onda il
18 febbraio alle 22:00. Appena prima, alle 21, errà invece trasmesso in “L’evoluzione
dele specie”. E’
disponibile anche un vivace sito web su questi e altri documentari sull’evoluzione..
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In occasione del
bicentenario darwiniano, il Bioparco di Roma, partner della mostra
Darwin 1809-2009 propone un concorso nazionale
(PAROLE IN
EVOLUZIONE) sul
tema dell’evoluzione biologica, dedicato ad aspiranti divulgatori di età
compresa tra i 18 e i 30 anni. Il concorso si svolge con il patrocinio di ANISN, di PIKAIA
- il portale dell'evoluzione e della SIBE e con la collaborazione di Codice Edizioni, Sironi
Editore e Zanichelli.
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Ci mancava proprio
… il sondaggio del Corriere per verificare chi è più importante fra Lincoln e
Darwin. L’unica relazione fra i due è solo la data di nascita..: e non lo
dicono nemmeno!)
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Su Toscana Oggi
un articolo (“Darwin, se
l’evoluzione si trasforma in ideologia”) di E.Brovedani, direttore dell’Istituto Stensen di Firenze, che nel 2005 organizzò un settembre
stenseniano sull’Evoluzionismo.
Importante il riconoscimento dell’importanza delle scoperte di Darwin per la
cultura
(“Spesso e quasi unanimemente si attribuisce a Darwin il
merito di aver operato non solo una rivoluzione scientifica, un nuovo modo di
interpretare e spiegare l’origine delle «specie biologiche», ma anche una
rivoluzione antropologica, in quanto ha modificato la visione del mondo,
compresa la posizione dell’uomo nella natura.”) ma soprattutto per
la scienza
(“Benché tutt’ora sussistano svariate e ricorrenti
critiche, la maggioranza dei biologi, come anche delle persone di cultura,
sono unanimi nel riconoscere l’importanza e la validità della teoria
dell’evoluzione biologica, la sua seria e complessa impalcatura logica e i
considerevoli progressi che ha fatto compiere alla biologia”).
Molto apprezzabile, almeno dagli scienziati, è il fatto che le critiche che
spessoin Italia arrivano da ambienti
e quotidiani cattolici sembrano indistinguibili dalle critiche che
E.Brovedani attribuisce ai creazionisti USA:
“Nel più ristretto ventaglio delle posizioni critiche e
anti-evoluzionistiche, invece, particolare clamore ha suscitato il gruppo, in
prevalenza nordamericano, dei «creazionisti», per i quali il darwinismo e
l’attuale « teoria sintetica dell’evoluzione» sono falsi, e l’evoluzionismo
un’ideologia, una «religione secolare» che non vuole lasciarsi smascherare
come tale”.
Una critica anche ad alcune opinioni di altri teologi viene dalla frase “Il modo in cui la Genesi (capp. 1-2) descrive la
creazione delle piante e degli animali, non implica né la evoluzione delle
specie, né la concezione opposta della loro immutabilità”. Non è
quindi facile capire come si possa giustificare una frase come “L’evoluzione in fondo è il
modo in cui Dio crea”, detta da don TanzeIIa Nitti l’11/2 ("MA NO ALL'EVOLUZIONISMO CHE SI FA SISTEMA IDEOLOGICO") insieme ad altri concetti criticati da
E.Brovedani.
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18/2/09-USA
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[Da Paryngula] PZ Myers (“There is no
one simple evolution story“)
cerca di proporre nel suo blog una
rappresentazione grafica dell’evoluzione che non sia la solita immagine di
una scimmia che si trasforma in pochi passi in un Homo sapiens,
camminando lungo un percorso senza bivi.
Il grave errore di questa immagine, oltre a far credere ad un percorso già
previsto e addirittura lineare
(mentre in realtà sappiamo che molte specie diverse di ominidi bipedi hanno
convissuto nella stessa zona anche per un milione di anni), è che non si vede
nulla attorno … e qualcuno può illudersi che l’evoluzione sia solo un
problema della nostra specie; si vuole forse nascondere che l’evoluzione sia
un processo che coinvolge qualsiasi essere vivente e non solo la nostra
specie.
Se qualcuno pensasse che il processo sia gestito da qualche essere superiore,
deve essere ben convinto che stia tuttora gestendo l’intero processo
evolutivo, un percorso estremamente complesso e tuttora attivo, che è certo
meglio rappresentato in questo
schema.
Sarebbe ben più difficile pensare che un essere superiore occupi il suo tempo
a dirigere (in ogni secondo per ben 4 miliardi di anni) la riproduzione (in
fondo è il meccanismo centrale del processo evolutivo) di tutte quelle
bestiacce e di quei bacherozzi. Chi ha un’idea dei tempi dell’evoluzione non
può che convenire che la sua qualità più evidente sarebbe la pazienza, invece
dell’onnipotenza …
Non si capisce perché qualcuno insista a negare che la migliore spiegazione
attuale sia il meccanismo scoperto da Darwin e confermato da tutti quelli che
hanno studiato e studiano oggi il processo evolutivo. Nessun altro ha finora
fatto proposte migliori, anche se tante sono state le integrazioni e i
miglioramenti. Ovviamente ci si riferisce a spiegazioni scientifiche,
dimostrabili e utilizzabili, altrimenti ci si puo’ accontentare della
fantasiosa ipotesi di don
G.Bortoluzzi, che sembra
l’unica finora non condannata, ma nemmeno consigliata, dalla Chiesa.
Questa immagine complessa dell’evoluzione biologica può avere l’effetto di
ricreare i dubbi che erano via via sorti nella mente di Darwin quando, quasi
due secoli fa, ha faticosamente ricostruito nella sua mente proprio questo
schema evolutivo che permetteva di mettere in relazione tutte le specie
viventi. Se l’immagine in sé non fornisce i meccanismi, sollecita comunque la
curiosità … necessaria per scoprirli, verificarli ed apprezzarli. Ognuno può
cercare di scoprire … il Darwin che è in sé …
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17/2/09-IT
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[da Valdelsa.net] “Darwin
Day 2009: il convegno 'Una didattica per Darwin' ai Fisiocritici di Siena martedì 17
febbraio ore 15.00 | L'annuale Darwin Day celebra
nel 2009 i duecento anni della nascita di Charles Darwin e i centocinquanta
della pubblicazione della sua grandiosa opera "L'Origine delle
specie". Nell'occasione l'Accademia dei Fisiocritici insieme al
Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti - Sezione di Preistoria e a
quello di Biologia Evolutiva dell'Università di Siena, organizza martedì 17
febbraio dalle ore 15 alle 18 l'iniziativa pubblica intitolata "Una
didattica per Darwin. L'insegnamento della teoria dell'evoluzione ai
ragazzi".
Obiettivo dell'appuntamento è quello di stimolare una riflessione sulla
didattica dell'evoluzione dato che le difficoltà che tale teoria incontra
nelle scuole sono dovute probabilmente ai metodi didattici adottati!
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[Dal blog Sciencebackstage] Interessante la
presentazione dell’ultimo libro di Odifreddi (“In principio
era Darwin”) avvenuta ieri in una libreria
Feltrinelli di Milano.
Abituati ai pericoli che corre la teoria dell’evoluzione quando ne parlano
persone professionalmente non direttamente coinvolte e probabilmente non
esperte, fa piacere che un matematico e un attore e premio Nobel come Fo
contribuiscano a interrompere o anche solo a migliorare questa tradizione,
facendo dimenticare che altri matematici ci avevano abituati a ben altre
riflessioni su Darwin e i suoi successori ...
Odifreddi spiega comunque che da tempo lui si documenta sull'evoluzione,
leggendo sia le opere di
Darwin, su tutte L'origine della specie, Il diario del viaggio
sul Beagle, L'origine dell'uomo.
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Anche sul sito web
di Wuz c’è un’intervista a P.G. Odifreddi, autore di “In principio
era Darwin. La vita, il pensiero, il dibattito sull'evoluzionismo”. Nell’intervista si racconta anche come sia
avvenuto l’incontro con Darwin.
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Articolo su Il
Sussidiario in cui si cerca di contestare la teoria dell’evoluzione sulla
base di una simulazione matematica di un particolare tipo di dinamica
evolutiva (“Quante
sorprese nell’anno di Darwin: in alcuni casi sopravvive il più debole”); l’articolo citato (con un titolo diverso: “Zero-One
Survival Behavior of Cyclically Competing Species”) evidenzia che il modello teorico è valido per
alcune situazioni particolari di competizione fra specie.
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17/2/09-USA
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Anche oggi una
novità sulla legislazione antievoluzionista in qualche stato USA. In realtà
si tratta di una strategia recente dei creazionisti, che, per evitare i guai
che sono avvenuti nel liceo di Dover, prevede di intervenire a livello
statale per garantire prima la possibilià per i docenti di usare materiale
didattico “alternativo” per alcuni argomenti “contestati”, come appunto
avviene per l’evoluzione biologica e il “cambiamento climatico”. Oggi, ci
aggiorna il sito del NCSE, è la volta del Missouri, mentre nei giorni scorsi era capitato in Alabama, Iowa, New Mexico. Una situazione di stallo si è riscontrata
invece in Louisiana, mentre notizie positive per gli evoluzionisti
vengono dal Texas, dal Mississippi e dall’Oklahoma.
Queste iniziative possono scatenare reazioni, come lo spostamento di convegni
scientifici da stati poco affidabili (“Major
biology conference shuns Louisiana”).
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16/2/09-IT
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Ottime notizie
dalla mostra di
Roma su Darwin,
un’occasione unica in Italia, importante per spiegare la teoria
dell’evoluzione, indispensabile per capire la sua potenza nello spiegare
l’evoluzione della vita sulla terra. Vedere i problemi, Darwin lo ha
insegnato, è il fondamentale punto di partenza per cercare di risolverli.
Ben 6000 persone l’hanno visitata nel primo weekend, immergendosi (come fece
Darwin in un periodo certo un po’ più lungo, i 5 anni del viaggio intorno al
mondo sulla nave Beagle) in una realtà spesso sconosciuta e che deve essere
compresa e poi spiegata: la varietà degli esseri viventi.
Ripetere l’esperienza che un po’ alla volta entusiasmò e poi sconvolse Darwin
e porsi le stesse domande (e magari arrivare alle stesse risposte) non può
che essere un vaccino per capire perché sono ingiuste le opinioni di chi
sostiene che
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“La teoria dell’evoluzione si può trasformare in
ideologia a causa di due elementi della sua teoria: il carattere aleatorio
delle variazioni e il meccanismo della selezione naturale“ (13/2/09)
La mostra cerca di far capire come questi due meccanismi non solo non
sono oggi gli unici che agiscono, ma fanno comunque parte di una teoria
scientificamente dimostrata e confermata che ha permesso le grandi conquiste
della biologia e della medicina del novecento, di cui molti oggi (anche se
non tutti) approfittano.
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Oppure che
“La teoria
scientifica da discutere secondo lo statuto scientifico si è trasformata
progressivamente in un sistema ideologico interpretativo dell’intera realtà
umana, passando oltre – perciò – il
suo ambito specifico.” (11/2/09)
La mostra evidenzia come la teoria scientifica sia rimasta quella che
era, una teoria scientifica; anche se
modificata, aggiornata, verificata e confermata ormai da 150 anni; non è
diventata “un sistema
ideologico interpretativo dell’intera realtà umana” … anche perchè è chiarissimo che l’uomo è solo
una delle tante specie.
Da questa
spiegazione ovviamente deriva, e forse un po’ disturba qualcuno, anche una
ricostruzione documentata e non mitica nè mitizzante della storia evolutiva
della nostra specie. Una storia che è importante conoscere anche per capire
se le nostre scelte politiche attuali, che possono distruggere o conservare
la vita sulla terra per i nostri discendenti, sono scientificamente motivate.
E’ sperabile che la visita alla mostra costituisca per molti solo la prima
tappa di un percorso di approfondimento, necessario per eliminare le nebbie e
le confusioni che hanno spesso circondato e nascosto un’idea così semplice e
facile da capire come la teoria dell’evoluzione. A questo scopo sono certamente importanti i libri, ma anche internet può fornire qualche utile contributo.
Per esempio è indispensabile per capire come evitare l’integralismo religioso che solo 2 anni fa (pochi lo sanno o lo
ricordano) ha cercato di ostacolare, perfino organizzando assemblee pubbliche,
un’altra mostra sull’evoluzione umana a cui ha collaborato anche T.Pievani.
Per fortuna un teologo di Trento (che insegna teologia anche in Germania) ha
autorevolmente bloccato (“AUTIERO.
Teoria dell'evoluzione e scienza. La paura è cattiva consigliera“) gli integralisti cattolici, che si sono stupiti (qui una lettera del gruppo Mariano di Trento)
di … essere già nel 2007, e di essere pubblicamente umiliati dall’intero
Istituto di Scienze Religiose di Trento.
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Nel sito dei video
di Repubblica si può riascoltare un dibattito
sul bicentenario di Darwin registrato
oggi. In studio, Gianfranco Biondi (dipartimento di Scienze
Ambientali Università dell'Aquila), Giuseppe Sermonti (biologo
e genetista), Marco Cattaneo (direttore Le Scienze). Anche qui si
sente, da parte della giornalista, una traduzione scorretta del titolo del
libro principale di Darwin (“L’origine DELLA specie”).
Se è apprezzabile la posizione inizialmente ragionevole di G.Sermonti,
favorevole a Darwin, non si capisce però l’accettazione del racconto della
Genesi come spiegazione scientifica; addirittuta cita come corretta la
sequenza di comparsa delle specie, ma sottolinea che si riferisce solo a una
delle versione, Genesi1; peccato che la Chiesa, e in particolare recentemente
mons.Ravasi, non sia d’accordo con l’uso della Bibbia come libro di scienze. Da notare poi che non si parla affatto qui
di teoria dell’evoluzione, ma solo dei fatti dell’evoluzione, su cui non ci
sono da tempo discussioni.
Spiace che provenga da una persona che si presenta come esperta un’opinione a
favore dell’uso della Bibbia come libro di scienze, dato che contribuisce a
rafforzare le posizioni critiche sull’evouzione come fatto, tuttora
presenti nella Chiesa
cattolica nonostante il documento del 2004.
Certo sono ben più apprezzabili gli interventi di G.F.Biondi a favore della
spiegazione naturalistica sia degli aspetti fisici che di quelli
comportamentali della nostra specie, ce ha avuto origine da specie di cui
oggi conosciamo aspetti comportamentali affini a quelli umani.
C’è anche una visita alla mostra di Roma in compagnia di T.Pievani, e
un’intervista a Zucconi sul creazionismo negli USA, che indica come in gravi
difficoltà, soprattutto dopo l’elezione di Obama (che apprezza
Darwin a
differenza del creazionista
Bush) e la
sconfitta di una creazionista dichiarata come Sarah Palin.
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Repubblica mostra
anche alcune foto della
mostra su Darwin di Roma. E’
impressionante notare, nella foto dello studio, la povertà dei materiali a
disposizione di una curiosità sempre insoddisfatta come quella di Darwin.
Certamente aveva meno possibilità di distrazioni rispetto a quelle a nostra
disposizione oggi, ma allora era molto più facile per i suoi contemporanei
non credere alla sua teoria.
Ai suoi tempi non era facile viaggiare per il mondo, per cui pochi allora
potevano rendersi personalmente conto di quanto fosse enorme la varietà delle
specie viventi.
Oggi ci vogliono pochi
secondi per rendersene conto e pochi
minuti per porsi delle domande sulla origine di questa enorme biodiversità.
Purtroppo manca quasi del tutto la curiosità, o meglio è orientate altrove.
E ai curiosi mancano le risorse …
E la biodiversità è a rischio.
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Sul Corriere
un corsivo di G.Giorello (“Quell’etichetta
che vale solo per il radicchio”) che,
citando un intervento di G.Barbujani ad un convegno su Darwin in cui
ricordava l‘origine africana degli europei e l’utilità delle migliaia di anni
di meticciamento, ricorda che purtroppo (per qualcuno) le razze non ci sono
più … ma purtroppo (per tutti) rimangono i razzisti. Abituati a distinguere
fra i diversi radicchi, dalle parti di Treviso sembra pretendano di mettere
l’etichetta (e magari anche il prezzo) perfino sugli umani.
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15/2/09-IT
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[da Comix.it] Recensione di G.Salati dello spettacolo
teatrale “Darwin …
fra le nuvole”, al
Piccolo Teatro Studio di Milano. Video.
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14/2/09-USA
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Intervento in video di Barack Obama sul ruolo che deve avere la
scienza per il progresso e il successo del suo paese. Cita anche il bicentenario di Darwin. Fra i commenti che
si possono leggere, qualcuno non ricorda quando aveva sentito parlare così
bene della scienza negli ultimi anni…
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14/2/09-VA
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Sembra ottimista
il direttore dekl convegno che si aprirà alla Gregoriana ai primi di marzo: E
lo manifesta nell’intervista alla Radio Vaticana (“evoluzione e
creazione vanno benissimo insieme”) . SI parla dei rischi di interpretazione
scorrette da parte degli scienziati, ma anche da parte deli teologi (“Troppo spesso gli avversari stessi del
darwinismo cadono nella stessa trappola, cioè vedono non ciò che voleva
Darwin, cioè una teoria scientifica, sempre perfettibile, sempre discutibile,
come ogni teoria, ma invece uno strumento a volte contro la religione, contro
il cristianesimo, uno strumento di ateismo militante a volte, e non era
sicuramente l’intento di Darwin”)
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14/2/09-IT
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E’ disponibile in
rete l’intervista
di C.Augias a T.Pievani
(27/1/09); durante l’intervista si parla sia dell’evoluzione
biologica e di Darwin, che della difficoltà che abbiamo a capire in
particolare proprio questa teoria, fondamentale per capire sia la posizione e
il ruolo della nostra specie che l’enorme potenzialità delle nostre capacità
intellettuali quando riescono a liberarsi da alcuni limiti che sembrano
innati; è l’argomento dell’intrigante
libro “Nati per
credere”
(sottotitolo: “Perché il nostro cervello sembra predisposto a
fraintendere la teoria di Darwin”), scritto da T.Pievani con V.Girotto e
G.Vallortigara.
Stupisce e
un po’ commuove l’emozione di Augias di fronte a una banale rappresentazione
di zampe di
diversi animali, che
dimostra un fenomeno ben noto, l’omologia, che da più di un secolo è solo una
delle tante prove dell’evoluzione (per chi le conosce). (Qui un articolo
recente di Nature su questo fenomeno
che, prima di Augias, incuriosì – giustamente – anche Darwin).
Forse bisognerà trovare il modo di far vedere questa e altre immagini con
maggiore frequenza? Pochi ad esempio conoscono la ormai vecchia immagine del
1982 che mostra il confronto
fra i cromosomi umani
e quelli delle antropomorfe (scimpanzé, gorilla,
orango); rendono immediatamente comprensibili e ragionevoli le percentuali di
somiglianza del DNA, che spesso si citano senza troppa convinzione e senza
riuscire ad associare un’immagine a questi dati. Qui anche una discussione.
La curiosità
di Augias è anche una prova di come sia già una mezza sconfitta per la
scienza un incontro tra un antievoluzionista e un qualsiasi evoluzionista
impossibilitato ad utilizzare immagini; l’uso delle sole parole richiede
notevoli abilità per spiegare anche fatti che sarebbero immediatamente evidenti
(e non facilmente contestabili) solo se si utilizzano le immagini.
C’è poi il vantaggio che gli antievoluzionisti, soprattutto se creazionisti,
sono masochisti e ridicoli quando utilizzano immagini o video
per chiarire le loro spiegazioni del mondo
(spesso si dimostrano non tanto “sbagliate”, quanto basate su conoscenze non
adeguate o non aggiornate).
Questi video mostrano quanto sia probabile un ruolo importante dell’innata
l’esigenza di accontentarsi di facili spiegazioni tranquillizzanti; certo
anche l’educazione ha un ruolo importantissimo, soprattutto se si può
verificare che già a tre anni, all’asilo, invece di stimolare la curiosità,
vengono proposte facili spiegazioni della complessa realtà della natura
(forse nessuno si ricorda più dopo qualche anno che addirittura l’acqua e i colori possono essere spiegati come un miracoloso
risultato di un progetto di creazione). Queste spiegazioni per molti rimangono, per
molti anni se non per sempre, anche le uniche che ricevono.
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[da Pikaia] Nel sito de Le scienze è liberamente
disponibile l’articolo di T.Pievani (“Darwin
l’Italia e gli italiani”) sui
rapporti, molto intensi, di Darwin con l’Italia e con i ricercatori italiani,
pubblicato sul numero di febbraio. Su Darwin si può anche ascoltare un’intervista a T.Pievani fatta da Radiocitta’fujiko
di Bologna.
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13/2/09-USA
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[da Leucophea] E’ arrivato a 1000 il numero di ricercatori
esperti di biologia e con PhD di nome Steve/Stephen (o qualcosa di simile, in
memoria di Steven J.Gould) che hanno firmato una dichiarazione di appoggio
verso la teoria dell’evoluzione (Project
Steve).
Se il caso (qualcuno preferisce chiamarlo contingenza, ed è una buona
idea in quanto evita che gli inesperti confondano caso con caos)
ha indubbiamente un ruolo importante nell’evoluzione biologica, non ne ha
affatto quando ci sia sotto un progetto umano e quindi “intelligente”.
Ne è una prova lampante il nome del 1000° ricercatore della lista, comunicato
6 anni dopo l’inizio del progetto da Eugene Scott (executive director del National Center for Science Education) al
convegno annuale dell’American Association for the Advancement of Science e pubblicato oggi su Science News (“AAAS: Darwin
is the 1000th Steve”).
Il fatto che si chiami Steven P.
Darwin
(nomen
omen?) e che sia (il dato è molto sospetto …) della stessa università (la
Tulane University) di Barbara Forrest, la filosofa della scienza (sempre dell’NCSE)
che ha scoperto il “progetto poco intelligente” archiviato nei
computer del Discovery Institute, fa sospettare che anche qui sotto sotto ci
sia un progetto intelligente…; se si può escludere, data l’età, che il
progetto venga da lontano e che già la scelta del suo nome alla nascita fosse
in previsione di questo show, almeno possiamo scommettere che fosse da tempo,
se non dal 2003, parcheggiato in lista d’attesa.
E’ probabile che questo evento non passi attraverso il complesso filtro che
il matematico Dembski utilizza per
distinguere gli eventi casuali da quelli progettati da un essere superiore
intelligente [al dibattito del 12/2 a Milano un ingegnere ha infatti
impiegato un sacco
di tempo per
spiegarlo tutto, ipnotizzando il moderatore e la platea, che però ha saputo approfittare
di una pausa di riflessione per lanciare un grande applauso di commiato].
Quello che è certo è che una semplice proporzione fra i quasi 700 laureati di qualsiasi tipo (e quasi tutti incompetenti) che hanno firmato un documento in cui si
rifiuta la teoria dell’evoluzione, e i 1000 PhD in biologia che si chiamano
Steve o simile (sono solo l’1% della popolazione USA) porta a 100.000 la
stima del numero di laureati con PhD in biologia che si dichiarano favorevoli
alla teoria dell’evoluzione. Se al competenza è importante, i 172 competenti [da un documento pre-dibattito sugli
standard scientifici in Texas] rispetto ai 100.000 fa una bella
differenza …; non è casuale, e non
serve un filtro matematico per capire che molti americani stiano puntando sul
cavallo sbagliato (E.Scott: “the current
signatories to Project Steve represent an estimated 100,000 scientists who
accept evolution, she contends. And yes, this fete comes the day after Charles Darwin's
200th birthday”).
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13/2/09-VA
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Intervista (“Padre
Leclerc: non contrapporre creazione ed evoluzione”)
della Radio Vaticana a P.Leclerc, teologo
e filosofo della natura, uno degli organizzatori del convegno vaticano su
Darwin.
Si conferma l’intenzione di provvedere ad una “valutazione
critica”. Sembra che altre “valutazioni critiche” siano invece considerate con
fastidio ("EVOLUZIONE, BASTA POLEMICHE") …;
nell’intervista non si spiega perché gli organizzatori abbiano coinvolto
un’università cattolica USA, quella di Notre Dame. Se qualcuno fosse interessato, qui sotto, in
data 17/1/09 si capiscono alcuni dei principali motivi … a cominciare dal
fatto che in quell’università ogni anno fanno festa a Darwin … organizzando
un Darwin Day (“Happy
belated birthday, Darwin!”)
proprio come quelli che in Italia l’agenzia cattolica
Zenit nel 2005 definiva con fastidio “segnali di intolleranza
anticattolica” ...
Speriamo che dall’anno prossimo, dopo questo convegno su Darwin, gli
Evolution Days, magari anche grazie all’8 per mille, si possano moltiplicare
…
[Comunque fa piacere confrontare le opinioni che compaiono nell’intervista
con le pagine web di quell’università cattolica, che contengono valutazioni
positive sulla teoria dell’evoluzione … ]
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P.Leclerc viene
intervistato oggi anche dall’agenzia Zenit
(“Il darwinismo deve essere visto
come teoria scientifica, non come ideologia”). Dopo aver riferito correttamente la semplice
verità che “la teoria scientifica in quanto tale
non ha niente a che dire né sull'esistenza né sulla non esistenza di Dio
perché siamo su un piano totalmente diverso”, la giornalista lo
riporta subito sulle previste “valutazioni
critiche” con una domanda che rispecchia meglio l’obiettivo del
convegno, che era in realtà quello di fare “un’attenta
valutazione critica, rigorosa ed oggettiva”.
La domanda è semplice ma forse parecchio tendenziosa: “Qual è il
pericolo della possibilità che la teoria dell'evoluzione di Darwin si
trasformi in un'ideologia?”.
Si scopre così già adesso che i punti che al convegno verranno ritenuti a
serio rischio ideologico
… sono punti alla base della teoria
dell’evoluzione: “il carattere aleatorio delle
variazioni e il meccanismo della selezione naturale. Astrarre questi due elementi e farne la chiave per
l'interpretazione di tutta la realtà è passare, forse senza neanche
accorgersene, da un piano scientifico a un piano ideologico, che è una falsa
filosofia, una falsa teologia, e si contrappone direttamente alla spiegazione
religiosa della realtà”. [Non si capisce proprio come questi due
meccanismi possano agire se non sulla realtà biologica! Né come siano utili
per interpretare TUTTA la realtà! Mons.Ravasi accetta che un teologo critichi
“settori che non lo riguardano”?]
Forse P.Leclerc non conosce le indicazioni che si leggono nel sito web della
Templeton Foundation che finanzia il convegno?
“The John Templeton Foundation does not
support research or programs that deny large areas of well-documented
scientific knowledge … the Foundation does not generally
support theologically-motivated critiques of evolutionary science”
Non sembra invece che P.Leclerc abbia paura a navigare in mare aperto quando
risponde ad una domanda che richiede una risposta precisa ma ancora ignota ai
padri della Chiesa e della Teologia: “in quale momento è stata creata
l'anima?”; e così scopriamo che
c’è un ampio e probabilmente inutile dibattito: “Qualcuno
dirà che “comincia con l'homo sapiens”, qualcun altro dirà: “comincia
molto prima con l'homo erectus”, un altro dirà “comincia prima con l'homo
habilis”. E' impossibile dirimere la questione. Abbiamo degli indizi
ma nessuna prova formale.”
.
P.Leclerc riesce a salvarsi poi da una domanda a rischio (“La Genesi deve
essere considerata una teoria sulla creazione del mondo o una teoria
teologica?”); il trabocchetto di mescolare teologia e scienza lo evita,
ma purtroppo smentisce quanto appena detto prima: citando Galilei fa capire
che Darwin avrebbe avuto il diritto di proporre quei meccanismi utili a
spiegare “il COME”, di cui la Bibbia sappiamo che non si occupa … (“La Genesi dice com'è l'uomo creato dal
pensiero di Dio, come si va a Dio e come ci si è allontanati da Dio. Non
ci dice scientificamente perché.”).
Da notare che si dimentica la strana
distinzione fra il come e il perchè, lasciando quindi libera la
scienza di spiegare “scientificamente” sia il come che il perchè.
Peccato che poi non tutti stiano ad ascoltare; nè il come, nè il perchè.
Non troppo coerente (e un po’ masochista) l’ultima risposta, in cui P.Leclerc
esalta come esempio dell’evoluzione culturale e della differenza dell’uomo
rispetto agli animali (insinuando inevitabili sospetti su chi non fosse
d’accordo con Darwin) proprio … il libro di Darwin, “Sull’origine delle
specie” …
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“la teoria scientifica in
quanto tale non ha niente a che dire né sull'esistenza né sulla non esistenza
di Dio perché siamo su un piano totalmente diverso”
P.Leclerc, 2009
“Le critiche alla teoria evoluzionistica non
spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la
verità attraverso lo spirito”
Mons.Ravasi, 2005
“La teoria dell’evoluzione si può trasformare in
ideologia a causa di “due elementi della sua teoria: il
carattere aleatorio delle variazioni e il meccanismo della selezione naturale.
Astrarre questi due elementi e farne la chiave per l'interpretazione di tutta
la realtà è passare, forse senza neanche accorgersene, da un piano scientifico
a un piano ideologico, che è una falsa filosofia, una falsa teologia, e si
contrappone direttamente alla spiegazione religiosa della realtà”.
P.Leclerc,
2009
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13/2/09-IT
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Il settimanale della
chiesa umbra « La voce » riferisce oggi (“Homo
informaticus e “mal” educato”) di una serie di incontri
rivolti “ai
dirigenti,
agli insegnanti e a quanti operano nel campo dell’educazione. Il tema dei tre
incontri di quest’anno riguarderà l’evoluzione biologica e culturale
dell’umanità”. Un biologo
cellulare dell’università, che è anche presidente del MEIC umbro presenterà
l’evoluzione umana, mentre un filosofo e un pedagogista indagheranno sugli
aspetti dell’evoluzione culturale.
Curioso il concetto che l’uomo sia “l’unico
essere vivente che abbia saputo affrancarsi dal meccanismo apparentemente
casuale della evoluzione biologica”, smentito dalle numerose patologie
di origine genetica che purtroppo colpiscono anche l’uomo.
Deprimente il riferimento all’uomo come colui che ha “capovolto le dinamiche
evoluzionistiche basate sull’adattamento all’ambiente e sulla lotta per la
sopravvivenza, con il dominio del più forte”. Nonostante l’esaltazione dell’evoluzione
culturale, non manca la preoccupazione per un problema serio come il fatto
che “siamo forse
per la prima volta nella nostra storia di fronte ad una generazione di
adolescenti culturalmente più deboli dei propri genitori”.
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12/2/09-DE
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Svante Pääbo del Max Planck Institute for
Evolutionary Anthropology ha comunicato oggi in una conferenza
stampa (un’ora di
video, per chi la volesse seguire!) di aver sequenziato il 63% del genoma
(3.7 miliardi di basi del DNA nucleare) del Neandertal (a partire da
materiale osseo trovato a Vindija in Croazia) e di confermare i dati già
ottenuti con il DNA mitocondriale: è una specie diversa rispetto all’Homo
sapiens e se c’è stato uno scambio di materiale genetico fra le due
specie è stato minimo, per cui il Neandertal ha contribuito in una parte
minima al patrimonio genetico della nostra specie. L’antenato comune di
situerebbe circa 800 mila anni fa e l’Homo neandertalensis sarebbe
comparso circa 300.000 anni fa, mentre l’Homo sapiens 250.000 anni fa.
Se ne parla su ScienceNews, ma per avere una discussione seria dei
principali problemi non ci può rivolere che ad un esperto, J.Hawks. C’è
poi l’audio di un’intervista di Science a Svante Pääbo. Nessun articolo
scientifico però, per ora.
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12/2/09-UK
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[da Nature 457 Pag.775] Brutte notizie sul previsto giro degli USA in
sei anni da parte dello scheletro originale di Lucy, il primo reperto fossile
di Australopithecus trovato nel 1974. Era previsto che toccasse 10 città in 6
anni, ma la scarsa affluenza nella seconda città, a Seattle (1/3 dei
visitatori previsti), ha convinto a sospendere il giro e a parcheggiare il
reperto a Huston.
Sempre su Nature (Volume 457
Number 7231) numerosi
articoli sul bicentenario darwiniano. In particolare l’articolo “Humanity and
evolution” (free) che
attribuisce un ruolo importante alla repulsione che Darwin aveva verso lo
schiavismo.
Anche un numero del supplemento Nature
Insight è dedicato
alla teoria dell’evoluzione. Preoccupante al notizia che in Olanda è stato
smantellato il laboratorio dell’università di Leiden che si occupava di
biologia evoluzionistica. Nella competizione con gli altri laboratori, e in
particolare con quelli di biologia molecolare, i risultati di questo
laboratorio non erano accettabili; viene il sospetto che si lasci il campo a
filosofi e a teologi, che sanno occuparsi dei problemi dell’evoluzione …
sicuramente in un modo più economico rispetto ai biologi.
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Non è solo Trento
la città europea dove si ha il coraggio di organizzare una contestazione ad
una mostra sulla teoria dell’evoluzione: da oggi sembra che a questo penoso
elenco si possa aggiungere anche Belfast, una città che comunque non è sempre
stata un esempio di pacifica convivenza (“Belfast
museum faces legal battle over Darwin exhibition”).
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12/2/09-USA
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Nel sito del NCSE
una rassegna
stampa aggiornata
degli articoli che in questi giorni negli USA parlano dei 200 anni che avrebbe
oggi Darwin.
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[dal NCSE] Sta per arrivare a mille il numero dei
Steve/Sephen/Stefano che, dotati di PhD in biologia, dovrebbero
controbilanciare i pochi esperti USA che hanno manifestato i loro dubbi
generici contro la teoria dell’evoluzione. In realtà i firmatari erano circa
600, ma 1) non si chiamavano solo Steve, come Gould 2) non tutti erano esperti di
biologia con PhD
relativo. Non c’è competizione…
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12/2/099-VA
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Un articolo della Radio
Vaticana incredibilmente deve citare esponenti della religione anglicana per trovare qualche religioso che ritenga
necessario commentare in questi giorni in modo positivo i duecento anni dalla nascita di Darwin (“La scienza è amica della fede”: così i vescovi inglesi
per il bicentenario di Darwin”). Non sembra che abbiano tutte le preoccupazioni che
c’erano il 10/2 nelle parole dei partecipanti alla conferenza stampa di
presentazione del convegno di marzo sull’evoluzione.
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Sull’Osservatore Romano un articolo di F.Facchini (“L'agnostico
che guardava alla grandiosità della natura“) sul bicentenario di
Darwin. Quello che sconcerta di più è che purtroppo finisce proprio quando
sembra cominciare a diventare interessante; proprio nell’ultima riga infatti
ci si chiede “Resta il problema: come si è sviluppato il processo evolutivo? come si
sono formate le regolarità che si osservano in natura? Se la selezione naturale non basta (ed
è molto probabile) il discorso è aperto, ma sta alla scienza affrontarlo”.
Se la conclusione (che sembra indicare correttamente come ben diversi siano i
metodi e gli obiettivi della scienza rispetto alla teologia) sembra
tranquillizzante, molte delle frasi precedenti confermano quello che i papi
ripetono da tempo: l’ultima parola rimarrà pero’ alla Chiesa, che deciderà
chi assolvere e chi condannare: “La sua teoria è
stata usata ideologicamente in senso antireligioso da alcuni suoi seguaci. Le
estensioni della selezione naturale per spiegare la sfera morale, costruita
su supposte analogie del
comportamento animale e umano, non hanno fondamento scientifico”,
“Il tema dell'evoluzione ha stimolato la riflessione
teologica sulla creazione” (anche se TanzeIIa Nitti sembrava
preoccupato che “la gente comune” creda troppo al mito babilonese
della Genesi), “Per quanto riguarda l'uomo, Darwin
sostiene una derivazione analoga a quella delle altre specie, senza porsi il
problema della dimensione spirituale”, “finisce
per assumere una connotazione ideologica, quella che ha poi ispirato
largamente il pensiero di molti etologi e il naturalismo, una posizione che
va riemergendo, particolarmente nelle neuroscienze”.
E’ strana l’insistenza sulla critica della teoria dell’evoluzione, che spesso
si intreccia con l’approvazione di non si sa bene che cosa. E’ inevitabile che in questa situazione
sia difficile abbandonare il mito della Genesi per qualcosa che evidentemente
la Chiesa non sembra approvare.
Da notare il fatto che F.Facchini abbia ora un sito web tutto suo
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Per dovere di
cronaca si deve citare anche la festa che Zichichi fa oggi a Darwin ma
soprattutto a un secolo e mezzo di biologia. Niente di nuovo, tanto è vero
che l’articolo inizia con una delle sue frasi fanose “La teoria dell’evoluzione non spiega come sia avvenuto questo passaggio,
dalla materia inerte alla materia vivente” (chiaramente dimostra di
non sapere che la teoria dell’evoluzione NON si occupa di ciò) e
finisce con la nota frase di cui ormai detiene il copyright: “la teoria dell’evoluzione non è una scienza esatta”
(e che una teoria NON è una scienza); prima o poi potrebbe
aggiungere, per far contenti i biologi, “ma ce la
teniamo perché ci serve tantissimo”.
[Gli
intervistatori non dovrebbero stare
così in ginocchio davanti ad un fisico che spiega la biologia! Non è nemmeno
un teologo….]
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12/2/09-IT
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Un articolo della Reuters
(“Darwin
"difficile" per evoluzione nostra mente, dice studioso“) riferisce le parole di Vallortigara sulla
difficoltà per la nostra mente di capire un idea in fondo abbastanza semplice
come quella dell’evoluzione per selezione naturale.
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Dal sito delle Scienze
gli auguri di compleanno a Darwin: “150 anni di
Origine delle specie”, dove però
si ricordano i suoi meriti (“Daniel Dennett scrive:
"Se dovessi assegnare un premio per la migliore singola idea che
qualcuno abbia mai avuto, lo darei a Darwin") ma anche che i
problemi attuali devono essere risolti da noi: “La
misura dell'importanza e della "pericolosità" delle idee darwiniane
è data dal fatto che ancora oggi ci troviamo periodicamente di fronte a
rigurgiti di vecchie concezioni creazioniste che vorrebbero far passare
quella dell'evoluzione come una teoria controversa, a cui sarebbe giusto contrapporre,
anche in sede di insegnamento, le concezioni che la negano”.
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Su Galileo
intervista a Mary Jane West-Eberhard, biologa evoluzionista presente al
convegno che si sta tenendo in questi giorni ai Lincei: “Ambiente
alla riscossa”.
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In diretta sul web
oggi alle 17.45: (RI)LEGGERE
DARWIN 150 ANNI DOPO (a
Torino con Piergiorgio Odifreddi).
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Su il
Sussidiario un articolo sul bicentenario di Darwin (“I duecento
anni "POP" di Charles Darwin”)
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Dal blog Darwin Safari (o meglio dal Dip.di Biologia umana
dell’università di Stanford arriva un file kmz per seguire il viaggio del Beagle su Google
Earth (a proposito, oggi c’è un logo speciale di Google dedicato alla
biodiversità, in onore di Darwin che ci ha aiutato a spiegarla. Purtroppo c’è
ancora in giro qualcuno che proprio non vuole capire con qual i meccanismi si
siano originate le meraviglie del mondo. Né quelle che studiano i geologi, né
quelle che studiano i naturalisti
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Questa sera alle
20.30 alla Casa della Cultura di Milano un frizzante incontro (“Evoluzione della specie e intelligent design tra
etica, ricerca scientifica e fede religiosa”) di un primatologo, un medico e
un autorevole giornalista scientifico con una pattuglia (un fisico, un
sociologo e anche un ingegnere…) di rari creazionisti biblici … ormai in via
di estinzione dopo che anche il Vaticano fa finta di non conoscerli più quando
li incontra e anzi non li lascia nemmeno entrare ai suoi congressi per
fornire le “prove” della creazione (prove a cui credono solo loro …). Forse
sono gli unici che credono ancora a quello che ancor oggi la chiesa spiega ai
bambini di tre anni per non doverlo
dimostrare. E, da grandi, cercano (inutilmente) di dimostrarlo … …
[inutilmente si riferisce al fatto che nemmeno la Chiesa, oggi, glielo
chiede…]
Solo gli avventisti, che però preferiscono sostenere l’Intelligent Design
USA, e i protestanti liberali italiani li sostengono ancora.
Questi ultimi forse anche perchè non sembrano capire il problema e credono a
qualsiasi cosa; anche la più assurda, come questa che leggiamo nella loro
pagina: “la teoria darviniana, mantenuta in piedi per OLTRE 150 ANNI come
IPOTESI DI LAVORO, dopo inutili ricerche della benché minima prova scientifica,
è stata UFFICIALMENTE CHIUSA ed abbandonata a favore della teoria
della SELEZIONE NATURALE, dimostrata scientificamente vera dai genetisti”. [??!!??]
Come si vede la ragione non serve …
proprio quando la fede è così confusa … anzi! se si va in fondo alla pagina
web appena citata non si può che inorridire: addirittura Cavalli-Sforza
(insieme a Zichichi e a G.Sermonti) viene inserito insieme ad uno degli
oratori di questa sera fra gli improbabili “[in]Esperti creazionisti anti-evoluzionisti”. [Sarà un parente?]
Comunque è stata una serata
indimenticabile e da raccontare; che ci si trovasse alla Casa della Cultura
era del tutto evidente: il pubblico faceva a gara nel suggerire le parole o
correggere gli errori a un ingegnere creazionista biblico talvolta in
difficoltà con i nomi e con la storia della truffa dell’ID ma abilissimo con
la matematica (anche se la conferenza era di biologia evoluzionistica).
Poco noto al sociologo era anche che
Darwin non fosse un teologo, ma solo un “fuori corso” in teologia e che in
democrazia col 51% non si possa proprio comandare su tutto. E’ stato davvero
molto istruttivo … per alcuni oratori …; il pubblico avrebbe dovuto comunque
capire che non si deve mai trattare male gli ospiti, per cui sarebbe stata
auspicabile una maggiore pazienza e la concessione di tempi di apprendimento
più rilassanti.
Il dibattito, uno dei tanti previsti in Italia
per il Darwin Day, era organizzato dalla UAAR (che dovrebbe selezionare meglio … o il
pubblico o gli oratori).
Ho scoperto solo dopo che si voleva invitare anche AgnoIi da Trento! Sarebbe
stato troppo per una serata sola! Questo sarebbe stato il suo intervento, che
troviamo sul Foglio e che la Rassegna
stampa della
Camera si premura di diffondere in tutto il mondo, favorendo ingiustamente
lui rispetto agli oratori intervenuti a Milano.
Per una relazione della serata (i TG incredibilmente non ne hanno quasi
parlato; ma in fondo non si puo’ pretendere troppo: hanno parlato molto poco
anche del bicentenario di Darwin …), dobbiamo accontentarci della frizzante
relazione di S.Coyaud.
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Non può certo
mancare in questa giornata anche l’articolo sul Foglio di F.AgnoIi (“GOOD BYE MR DARWIN”). Scrivendo quello che si vorrebbe che i
lettori pensassero si rischia di suscitare il terrore del salto nel vuoto
della ragione: “Darwin è meglio che non venga
arruolato da nessuno. Coloro che lo hanno fatto, in passato, per darsi
un’aura di scientificità, non gli hanno reso un grande servizio”.
Forse non sa che è arrivato in ritardo, forse nessuno gli ha ancora detto
quello che pensava Dobzhansky sul ruolo delle scoperte iniziate grazie a
Darwin e a Wallace in biologia … [ma sa che esiste anche la biologia?].
Non sarebbe meglio, nel 2009, scrivere che “rimane indimostrabile l’esistenza
di un salto ontologico”?
Una differenza notevole certamente c’è, 7 milioni di anni di evoluzione
indipendente su 650 milioni di anni sono certo tanti, circa 1/100 rispetto ai
tempi complessivi dell’evoluzione biologica… ma il salto ontologico QUANDO è
avvenuto? E’ dimostrabile?
Fa sorridere che pretenda le spiegazioni solo dagli altri … o forse lui ha
sempre la risposta. Non sarà magari simile, ma più lunga, rispetto a quella
ben nota negli USA? “God did
it!”.
Splendida l’idea, incontestabile, che l’anima (immateriale, nessuno ha
dubbi …) sia “irriducibile a meccanismi puramente
materiali ed evolutivi, tanto più se casuali”; difficile invece capire
se per l’evoluzione di oggetti materiali (Darwin si è occupato solo di
quello) proponga (e dimostri) l’utilità dei “meccanismi puramente
immateriali”. Spiace leggere nel finale che ad una negazione
dell’evoluzione biologica si aggiunge anche una valutazione negativa
addirittura dell’evoluzione culturale: “Bastava già
Aristotele, senza bisogno di Darwin …,
bastava la narrazione della Genesi …”.
[Possibile che sia difficile proporre qualche cosa di nuovo che si possa
dimostrare senza citare Aristotele? Magari anche verificabile?]
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11/2/09-USA
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Interessante
articolo nel sito del blog di Roger Ebert sul sito del Chicago Sun-Times (“Darwin
survives as the fittest”). Si
elencano le diverse tipologie di esperti e meno esperti che di solito hanno
qualcosa da dire su Darwin. Come tanti l’autore non è un esperto di biologia
evolutiva: “I'm not a scientist. No, but I am an intelligent, curious person
who years ago became fascinated by the Theory of Evolution because of its
magnificence, its beauty, and its self-evident truth. To study it is to see
pieces falling into place. It appears to describe a process that takes place
throughout the universe, in the struggles of molecules and the collisions of
galaxies. As Darwin went on the voyage of the Beagle and produced journals of
his observations of flora and fauna, so I have returned from my voyage
through all of those comments, with my own notes”
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11/2/09-UK
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Un articolo sul Times
On Line riferisce sulla conferenza stampa di ieri in Vaticano (“Vatican
buries the hatchet with Charles Darwin”). La prima frase (“The
Vatican has admitted that Charles Darwin was on the right track when he
claimed that Man descended from apes”) lascia un po’ sconcertati
perchè sembra che il Vaticano abbia finalmente ammesso l’evoluzione come
fatto, mentre non è una novità. Certamente
c’erano, ancora un anno e
mezzo fa, cardinali
che non accettavano nemmeno l’evoluzione come fatto (per cui per qualcuno è
comunque una novità) ma il card.Ratzinger nel 2004 aveva confermato che l’origine comune degli
esseri viventi (già sospettata da Erasmus Darwin nel 1794, era accettabile
anche dalla chiesa cattolica, che quindi ammetteva che Erasmus Darwin, il nonno di Charles, era sulla strada giusta
quando sospettava (nella sua “Zoonomia”) che anche l’uomo derivasse da un antichissimo
“vermicello”.
L’articolo riporta poi una frase molto chiara che verrebbe erroneamente
attribuita a mons.Ravasi “In fact, what we mean by
evolution is the world as created by God” [dalla registrazione
audio dell’intervento non risulta che l’abbia detto; probabilmente è una
frase di don TanzeIIa Nitti] che fa sospettare che il dialogo fra scienza
e fede richieda prima un accordo sui termini da utilizzare e sul loro
significato. Questa frase infatti mi sembra in contrasto netto con una delle
frasi nella homepage del convegno: “Scienza e
teologia rappresentano differenti campi di analisi e di interpretazione,
sebbene essi vengano spesso ingiustamente sovrapposti, generando confusione e
polemiche ideologiche”.
L’articolo ha molti commenti, spesso molto critici;
uno dei più brevi è “”In fact, what we mean by
evolution is the world as created by God” Really? Are these guys serious?”, un
altro altrettanto lapidario è “Vicars are certain
of everything. That's why we should distrust what they say”.
D’altronde bisogna capire gli inglesi; sappiamo che gli inglesi, o meglio
gli anglicani, nel settembre scorso hanno ricevuto le scuse ufficiali dalla
chiesa anglicana, che ammetteva (“Good
religion needs good science”) di non
aver capito Darwin e di aver
trascinato anche i suoi fedeli nell’errore per 150 anni (Charles … “the Church of England owes you an
apology for misunderstanding you and, by getting our first reaction wrong,
encouraging others to misunderstand you still”).
Anche per gli anglicani come per altre religioni, hanno dovuto aspettare
con pazienza; i fedeli esperti dei problemi infatti preferiscono adeguarsi e
aspettare in silenzio che le autorità religiose si esprimano. Un articolo del Times di ieri (“Church
theory evolves to allow Darwin back into the congregation”) riferisce delle iniziative in corso nella
chiesa anglicana riguardo al recupero di Darwin e della teoria
dell’evoluzione.
Il prossimo convegno in Vaticano invece dedicherà ancora molto tempo alla
discussione dei miti della Genesi, e ciò avverrà soprattutto nella fase
conclusiva, negli ultimi giorni.
Purtroppo il peggior difetto del metodo scientifico è che non accetta che ci
siano ragionamenti senza punti poco chiari …. ogni
passaggio deve essere dimostrato.
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11/2/09-IT
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Sul Giorno
un articolo di G.Acquaviva (“La Chiesa e
Darwin, un dialogo in evoluzione”) sulla
presentazione del prossimo convegno su Darwin in Vaticano, organizzato da
mons.Ravasi.
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Anche il comune
di Roma organizza una serie di iniziative in occasione del bicentenario
darwiniano. “Darwiniana” inizia il 12 febbraio con una conferenza di
O.Franceschelli. Qui il
programma con le
altre iniziative, che si concluderanno il 1’ aprile con una conferenza di
B.Continenza e S.Forestiero.
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Qui il programma
del Darwin
Year a Ferrara. E’ un
peccato che tutte queste iniziative siano e rimangano locali; se fossero
registrate, potrebbero essere messe a disposizione in interet. La prossima
occasione sarà infatti nel 2082 o nel 2109, quando forse … il teletrasporto
renderà possibile una partecipazione di massa ad ogni iniziativa (sempre che
la nostra specie sia ancora presente…)
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Articolo di L.L.Cavalli
Sforza su Repubblica: “I duecento
anni di Darwin,
sfidò millenni di pregiudizi”. Errore
(di battitura?) nel sottotitolo (“… l’origine DELLA specie”!)
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Sempre su Repubblica
una pagina (“IL DISEGNO DIVINO CHE MISE IN DISCUSSIONE”) sul rapporto fra Darwin e la religione,
tratta dall’ultimo libro di Odifreddi, che si occupa di Darwin (“In principio
era Darwin”)
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Panorama nota che è
prevista … Una valanga
di eventi per i 200 anni della nascita di Darwin … e linka anche alcuni siti utili per
informarsi sulla teoria dell’evoluzione; non manca il link al sito di Pikaia.
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Sul Riformista
un articolo (“TRA TEISMO ED EVOLUZIONISMO LA CHIESA RISTUDIA DARWIN”) sul
prossimo convegno alla Gregoriana
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La rivista Galileo
pone (e cerca anche di rispondere) un’”angosciante” domanda: “L'evoluzione
è di destra o di sinistra?”
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Il quindicinale
del CNR “Almanacco della scienza” elenca in un articolo (“Tutti pazzi
per Darwin”) alcune
delle principali iniziative che si
svolgono in Italia in occasione del bicentenario. Ci si può chiedere se
quest’anno sarebbe altrettanto ricco di iniziative un po’ in tutti i comuni
senza tutte le iniziative che già da alcuni anni si svolgono in Italia, sia
grazie alla mobilitazione conseguente al tentativo del ministro Moratti di
eliminare l’insegnamento dell’evoluzione dai programmi delle medie, ma
soprattutto grazie al fatto che dal 2003 e, ovviamente,
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anche quest’anno l’UAAR
organizza decine di iniziative un po’ in tutta Italia in occasione del Darwin
Day. Qui l’elenco. Qui una tabella.
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Sulla Stampa
un’intervista a Ian Tattersall, curatore dell’«AMERICAN MUSEUM OF
NATURAL HISTORY» DI NEW YORK e della mostra che si aprirà domani a Roma: Ian
Tattersall "Per noi l'evoluzione è finita"
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Sulla Stampa
anche un articolo (“L'Evoluzione
non è il Diavolo”) sulla
conferenza stampa di ieri, in cui si sottolineano soprattutto gli aspetti
negativi di tutto ciò che, a torto o ragione, qualcuno ha attribuito a
Darwin; sarebbe stato ben difficile il contrario… questa conferenza stampa ha
mostrato obiettivi diversi rispetto a quelli della conferenza
stampa del 16/9/08 e di cui
esistono sia i video che una trascrizione.
Forse allora la presenza di un laico come A.Minelli aveva consigliato una
maggiore prudenza?
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Anche sul Tempo
un articolo favorevole alla teoria dell’evoluzione, di cui riconosce
l’importanza: “Il darwinismo ha cambiato la nostra
concezione della biologia e della storia della vita sulla terra ed è stato
giustamente definito la più grande teoria unificatrice della biologia. Nella
concezione darwiniana, tutto in natura, inclusa l'origine dei viventi, è il
risultato di processi naturali governati da leggi naturali”.
Spiace un po’ il titolo, che sembra far riferimento ad un altro Darwin, Erasmus; di lui si può davvero dire che nel 1794 "Darwin intuì
l'origine comune dei viventi”; in Zoonomia scrisse infatti che tutti gli esseri viventi
ebbero origine da “vermicelli” primitivi. Quel che Erasmus intuì come fatto,
Charles lo spiegò, parecchi anni dopo, nel 1859, 150 anni fa.
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Sempre sul Tempo
un’intervista a Telmo Pievani, che illustra gli obiettivi della mostra di
Roma («La mostra a
Roma non è ideologia»).
Sottolinea in particolare come la mostra abbia approfondito sia l’evoluzione
umana che l’interazione fra Darwin e i naturalisti italiani del tempo, che
accolsero subito con favore le sue ipotesi.
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Ancora sul Tempo:
un articolo di F.Papi sul convegno di oggi ai Lincei.
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Sull’Avvenire
un articolo con un’intervista a don TanzeIIa Nitti, che sembra indispettito
per il fatto che non riesca a convincere che fede e scienza sono su due piani
diversi ma che possono lo stesso comunicare, meglio se in un’unica direzione
("EVOLUZIONE, BASTA POLEMICHE"); se uno non capisse quali sono le polemiche,
il successivo articolo lo dimostra molto bene ("MA NO ALL'EVOLUZIONISMO CHE SI FA SISTEMA IDEOLOGICO").
Molto triste, davvero … comunque lo si
capisce molto bene anche da una frase abbastanza “insolita” anche per la
mescolanza (che forse mons.Ravasi chiamerebbe confusione?) fra un concetto
scientifico e un concetto teologico che si legge nell’intervista: “L’evoluzione in fondo è il modo in cui Dio crea”;
forse potrebbe essere d’accordo anche Teilhard de Chardin … se solo la Chiesa
non l’avesse condannato e non l’abbia ancor perdonato a 54 anni dalla morte …
proprio per aver sospettato qualcosa di molto simile …
[Sarà bene controllare che anche questa frase
venga poi sottoposta, come si intende fare alla teoria dell’evoluzione, ad “un’attenta valutazione critica, rigorosa ed oggettiva”.
La frase sembra infatti in netto contrasto con una delle frasi nella homepage del convegno: “Scienza
e teologia rappresentano differenti campi di analisi e di interpretazione,
sebbene essi vengano spesso ingiustamente sovrapposti, generando confusione e
polemiche ideologiche”.].
Per esempio, se la frase fosse vera non si giustificherebbe che ai bambini di
3 anni, all’asilo, nell’ora di religione si spieghino
miti babilonesi e non un prodotto dell’evoluzione culturale come la teoria
dell’evoluzione,.
Se Darwin e i suoi successori (fra cui l’abate Mendel) sono davvero stati
così bravi da dimostrare COME “in
fondo” Dio crea, con meccanismi casuali, sarebbe utile insegnarlo appena
possibile ai bambini, che crescono più furbi; “In fondo” sappiamo che il
ruolo del caso lo conoscono già: se si guardano intorno sanno già che c’è un
50% di probabilità di nascere maschio e un 50% di nascere femmina.
Certo, basta polemiche … ma quanti mesi sono passati da queste
dichiarazioni che Pievani
e Cavalli Sforza hanno esplicitamente apprezzato il 6/11/07?
Certo …. basta polemiche.
Ma perché polemizzare con mons.Ravasi che non solo nella homepage ma anche
ieri condannava l’uso scorretto del concetto teologico di creazione, che è
avvenuto quando “creazione –
dottrina teologica – è diventato creazionismo, cioè è diventato sistema di
pensiero anche scientifico”.
Nel secondo articolo si nota come non ci sia nessuna intenzione di discutere
la teoria dell’evoluzione per quello che è, tanto che le viene applicata una
maschera diabolica, attribuendole colpe che né Darwin né i suoi successori
non hanno (perchè prendersela con il buon abate Mendel?).
Che alla scienza non vengano nemmeno attribuiti i meriti che merita lo si
capisce dalla frase “una sessione speciale
studierà l’origine dell’uomo secondo la scienza”. Aggiungere “secondo
la scienza” è infatti del tutto superfluo, non essendoci alternative …
Altrettanto preoccupante la ripetuta affermazione che non si intende “celebrare Darwin”; sarebbe meglio invece
“celebrarlo” se non si sanno proporre eventuali ipotesi alternative più
valide. In caso contrario si da’ ragione a Padre Cantalamessa, che il 7/3/08, preoccupatissimo per
le sorti della religione cattolica, durante la predica lesse al Papa queste
preoccupate parole del genetista cristiano F.Collins:
“… presto o tardi [i giovani cresciuti nel creazionismo] scoprono la schiacciante evidenza scientifica in favore
di un universo assai più vecchio e la connessione tra loro di tutte le
creature viventi per il processo di evoluzione e di selezione naturale.
Quale terribile e inutile scelta si trovano
davanti!...Non c’è da meravigliarsi se molti di questi giovani voltano le
spalle alla fede, concludendo di non potere credere in un Dio che chiede loro
di rigettare ciò che la scienza insegna loro con tanta evidenza intorno
all’universo naturale”. Interessante affiancare questa
preoccupazione con le statistiche (da USA ToDay) che indicano un aumento
dell’agnosticismo negli USA.
E’ evidente come P.Cantalamessa il 07/03/2008 prospetti un approccio MOLTO
diverso, molto razionale e per niente polemico verso la scienza.
[Quale sarà la strategia migliore per la scienza e quale la migliore per
la Chiesa?]
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11/2/09-VA
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”Interessante” l’articolo
dell’agenzia Zenit sulla conferenza stampa di ieri, quando mons.Ravasi
ha presentato il prossimo convegno sull’evoluzione biologica: “Monsignor Ravasi sottolinea
l’assurdità del darwinismo sociale”.
Si usano alcune parole di mons.Ravasi per costruire un articolo in cui si
riprendono frasi di Darwin estratte dal contesto (anche quello culturale del
suo tempo), allo scopo di parlare solo di darwinismo sociale, eugenetica e
razzismo, seguendo le tracce di noti interventi della destra integralista cattolica italiana ma
anche USA (basti pensare al film “Expelled” …).
Un bell’esempio e una splendida base di “dialogo”, senza dubbio …
mons.Ravasi saprà apprezzare la collaborazione (e l’indicazione degli
esperti) che viene data a chi in Vaticano dovrebbe essere il massimo responsabile
della cultura …
D’altronde non c’è da stupirsi: ci troviamo infatti proprio fra gli ammiratori dell’antievoluzionismo orgogliosamente
ignorante (“non me ne
importa niente [di Darwin] e non sono competente”) della prof.AIberoni, finora sostenuta
proprio dalle stesse università pontificie che adesso invece si allineano a mons.Ravasi e
improvvisamente organizzano questo convegno in cui si invita al “dialogo”…
chi prima veniva sbeffeggiato …
Ieri invece l’agenzia Zenit proponeva un articolo (“Un
Congresso sulla teoria dell'evoluzione alla luce della fede”) che
riferiva, senza polemiche improprie, sulla conferenza stampa, anche se si giustificava lo spazio limitato dato
alla scienza, tutta concentrata nelle
prime sessioni: “Il punto
centrale del Congresso sarà la quinta sessione, che cerca di dare uno sguardo
interdisciplinare ai vari rami del sapere sull'evoluzione e le sue questioni
antropologiche”.
Curioso e interessante il fatto che proprio in questa sessione “centrale” parleranno 2 naturalisti
cattolici, critici verso la moderna teoria dell’evoluzione e ben visti in
Vaticano nonstante siano da anni ammiratori di Teilhard de Chardin che, secondo il
card.Poupard, che lo
comunica il 17/2/2007 al gruppo teilhardiano romano, non si prevedeva di
riabilitare in tempi brevi, pur non escludendo una soluzione in futuro.
Sarebbe stato proprio questo convegno il momento giusto per far ricomparire
anche TdC …? [Ci sarà qualche sorpresa?]
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10/2/09-VA
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Anche l’agenzia Zenit
riferisce della conferenza stampa di oggi in Vaticano (“Un Congresso sulla teoria
dell'evoluzione alla luce della fede”); si viene a sapere che “Il punto centrale del Congresso sarà la quinta sessione,
che cerca di dare uno sguardo interdisciplinare ai vari rami del sapere
sull'evoluzione e le sue questioni antropologiche. In seguito, due sessioni
filosofiche cercheranno di analizzare le implicazioni razionali della
teoria, sia in campo epistemologico che in quello metafisico o della
filosofia della natura”. Forse pochi ormai si ricordano quando nel 2005 mons.Ravasi diceva che non era compito dei
teologi valutare la teoria dell’evoluzione. Qui si dice che il momento
principale del convegno è quello in cui, dopo che hanno parlato gli esperti,
le “implicazioni razionali della teoria” verranno esaminate dai filosofi.
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Nel sito Vaticano
di You Tube c’è il servizio giornalistico sulla conferenza stampa di presentazione del prossimo convegno vaticano sull’evoluzione in occasione del bicentenario di Darwin.
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Per ora su You Tube sono disponibili solo
due video (1 e 2) con l’intervento completo di mons.Ravasi alla conferenza stampa di
presentazione del prossimo convegno su Darwin. Come già si capiva dagli articoli pubblicati
oggi slal conferenza stampa, grande spazio è stato dato alle interpretazioni
e alle distorsioni che sono intervenute successivamente, al di fuori della
responsabilità di Darwin e anche al di fuori della biologia. “Triste”
soprattutto l’accenno al maggiore spazio dedicato a Darwin … nella
“garzantina” di filosofia rispetto allo spazio dedicato a Darwin in quella di
scienze. Forse sarebbe stato meglio entrare in una libreria scientifica e in
una libreria filosofica o teologica, o in una facoltà di filosofia e in una
di biologia, o consultare le riviste scientifiche più autorevoli nelle due
discipline. Se davvero si ritenesse importante, solo in questo modo avrebbe
ottenuto una valutazione quantitativa più razionale e soprattutto pesata
sulle reali competenze di chi scrive (e di chi scrive le “garzantine”).
Poco chiaro anche l’uso di termini (evoluzione, teoria dell’evoluzione,
darwinismo, evoluzionismo, darwinismo sociale) talvolta accompagnati da segni
di sconforto da parte dei vicini, che non sempre saranno stati correttamente
interpretabili da parte dei giornalisti.
Pochi quindi avrebbero capito a quale di questi termini si riferisse
mons.Ravasi quando nel 2005 correttamente disse che “Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano
assolutamente ai teologi. E‘ un
settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la
verità attraverso lo spirito”.
Sembra quasi che obiettivo del
convegno sia addirittura di contestare, evidenziando degenerazioni e dettagli
magari non legati alla biologia, unico campo di applicazione della teoria
dell’evoluzione, i 150 anni di conferme della capacità esplicativa e
dell’utilità di una grande scoperta di cui la cultura umana non potrebbe fare
a meno.
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Un articolo della Radio
Vaticana riferisce sulla presentazione alla stampa del prossimo convegno vaticano sull’evoluzione biologica, riportando alcune
dichiarazioni di Mons.Ravasi: “Mons. Ravasi ribadisce la necessità del dialogo tra
scienza e fede”.
Ancora una volta si ripete la frase “dialogo fra scienza e fede”, e questo non può
che preoccupare, dato che non si chiariscono prima le basi e le rispettive
conoscenze e competenze necessarie per poter impostare un dialogo utile.
Spiace, ma non stupisce, che non si confermi più nemmeno se è tuttora valida
la frase di GP2 che indicava un’accettazione della teoria dell’evoluzione;
molti infatti in questi anni sembra se la siano dimenticata, anche ai livelli
alti della gerarchia. Forse 150 anni sono pochi … nonostante oggi tutte le scienze della vita, a cominciare dalla
medicina, ormai si basino proprio sulla teoria dell’evoluzione.
E’ curioso notare che mentre nel documento del 1996 GP2 citava espressamente la “teoria
dell’evoluzione”, nelle citazioni successive di quel documento invece
si preferiva riportare solo il punto iniziale del ragionamento, quello in cui
la “teoria” viene definita solo “più che un’ipotesi”. E’ ovviamente sospetta tanta
evidente paura di usare i termini usati allora da GP2. Già il card.Schönborn
il 7/7/05 aveva sostituito “teoria
dell’evoluzione” con “evoluzione”, per errore (o per contestare meglio
quel documento) …
Sconcerta un po’ la frase in cui Mons.Ravasi sostiene, senza spiegarlo, che “La creazione –
dottrina teologica – è diventata creazionismo, cioè è diventata sistema di
pensiero anche scientifico”. Non sembra che
qualcuno abbia da allora presentato fatti nuovi che possano essere sottoposti
ad una verifica richiesta dal metodo scientifico, per cui comunque il
creazionismo non soddisfa le condizioni che lo rendano credibile in ambito
scientifico, come ben sa chi ha notato (ed è certamente apprezzabile … se non
ci si fermasse qui) che non si accettano più i creazionisti nei convegni vaticani.
Non si capisce poi quali siano i motivi e l’attualità della diagnosi che “La teoria scientifica da discutere secondo lo statuto
scientifico si è trasformata
progressivamente in un sistema ideologico interpretativo dell’intera
realtà umana, passando oltre – perciò – il suo ambito specifico. Ed ecco,
per esempio, il sorgere di quella assurdità, a mio avviso, che è il darwinismo
sociale”.
Non si capisce quindi se questo darwinismo sociale rappresenti davvero un problema che riguarda la teoria
dell’evoluzione e quindi un problema di cui qualcuno si dovrebbe preoccupare
in un convegno nel 2009 [cosa ne dice la “garzantina”? Se ci
accontentiamo della … wikipedia non sarebbe un
problema attuale – nemmeno nella versione
inglese].
Non si capisce se questa critica (che evidentemente non riguarda proprio chi
si occupa davvero della teoria dell’evoluzione) sia una tappa di un percorso
culturale orientato verso l‘accettazione, magari fra qualche secolo o
decennio, dei meccanismi alla base della teoria dell’evoluzione [di questo
obbiettivo non si parla mai …] o se è solo una riflessione che riguarda
Spencer e i darwinisti sociali del passato.
Esplicitare così, a pochi giorni dal convegno, una critica così globale ma
anche errata alla teoria dell’evoluzione (come se non avesse un ambito di
azione ben definito e davvero fosse in competizione con qualche altro ben più
serio “sistema ideologico interpretativo dell’intera
realtà umana”) sembra anche una contestazione verso lo scorso
congresso di novembre, che un creazionista
sconcertato (e
infiltrato…) racconta fosse pieno
solo di evoluzionisti. Possiamo sperare che anche in questo caso il congresso deluda i critici della teoria
dell’evoluzione.
Comunque non si può negare che l’opinione di mons.Ravasi (e in particolare la
sconcertante critica appena citata, apparentemente condivisa e ritenuta
attuale anche dallo zoologo e dal fisico presenti sul palco) sia stranamente
in contrasto rispetto a quella che lui stesso aveva espresso nel 2005: “Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano
assolutamente ai teologi. E‘ un
settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la
verità attraverso lo spirito”. [Dev’essere
successo qualcosa …]
Differenze si possono notare anche rispetto al documento di presentazione del
convegno, che considerava in modo più corretto gli aspetti scientifici del
problema, certo molto difficili da gestire per un teologo, che comunque non
ha il compito di “criticare la teoria evoluzionistica”.
·
Della
presentazione del convegno
vaticano in cui si
farà la festa a Darwin si racconta anche in un articolo di Toscana Oggi,
(“Scienza e
fede, conferenza sull'evoluzionismo”) dove si chiarisce che un ricercatore di
zoologia di Roma II ha sostituito il prof.Minelli (lui sì definibile come uno
dei migliori esperti italiani di evoluzione biologica) che aveva partecipato alla
presentazione precedente alla conferenza
stampa del 16/9/08.
Proprio S.Forestiero chiarisce la posizione assolutamente negativa verso
l’ID: “non da discutere sul terreno scientifico,
filosofico o teologico”, ma solo storico.
Sembra però che TanzeIIa Nitti nel suo intervento abbia proposto che qualcuno
di “intelligente” (un “progettista”?) sia
comunque necessario (“un creatore che
dall’interno guidi l’evoluzione”, “per la tradizione
cristiana c’è un creatore intelligente, ma nel cuore del mondo c’è
l’intenzione del creatore a creare il mondo e a dare un senso alla creazione
nel suo insieme”. Come si capisce non c’è nulla di oggettivo che si
possa discutere, quindi, nulla su cui dialogare, nulla da confrontare.
La scienza non potrà che presentare al convegno le sue conoscenze, come al solito dimostrate da
fatti, dati o applicazioni utili e funzionanti, ma, come al solito,
circondate e riempite da tanti dubbi: una situazione inadeguata per fondare
un “sistema ideologico” che possa superare le
previste verifiche scientifiche (!), filosofiche (?) e teologiche (?): “si tratterà di un’attenta valutazione critica, rigorosa ed
oggettiva”.
·
Un articolo del Velino
(”Convegno del
Vaticano a 150 da “Origine della specie” di Darwin”) preannuncia il convegno organizzato in Vaticano su Darwin. Come si vede, soprattutto se si fa un
confronto con l’impostazione delle iniziative organizzate per il bicentenario
alla Duquesne
University citata qui
sotto … sembra più un processo che una festa … e pensare che sono 150 anni
che si aspetta che finiscano critiche inutili e sbagliate. Impressionante il
dubbio che sia anche colpa degli evoluzionisti il fatto che si noterebbe “il ritorno di concezioni ‘creazioniste’ o di ciò che si
presenta a volte come una teoria alternativa, il così detto ‘intelligent
design”.
Visti i “convegni” dei soliti 6/7 creazionisti “biblici”ospitati a Roma prima
in Vaticano (il 27/10/02), poi alla Sapienza (il 3/11/08) e adesso addirittura al CNR (il 23/2/09) qualche dubbio viene, ma non dovrebbe essere
difficile escludere che sia colpa di chi usa al meglio la ragione.
·
In un altro
articolo del Velino (“Darwin, TanzeIIa-Nitti: Nessun
contrasto evoluzione-creazione”) si
riporta quanto detto invece da don TanzeIIa Nitti, che svela, senza dare però
una giustificazione ragionevole, uno dei tanti misteri della fede: come si
poteva sospettare … le scienze naturali sarebbero per ora soprattutto … una
fonte di guai per la teologia. Certo sembra sincero, ma ammette una
situazione grave e non indica quanti secoli ancora serviranno per concludere
questa traversata del deserto che, davvero non si capisce perchè, le scienze
naturali dovrebbero fare. Auspica infatti “Che le
scienze naturali siano impiegate sempre più dalla teologia come una risorsa
positiva di conoscenze, e non viste solo
come una fonte di guai. Come la
teologia ha già imparato ad usare i risultati fornitigli dalla storia,
dall’ermeneutica, dalla psicologia, crescendo in profondità e in rigore
scientifico, così è chiamata a prendere sul serio anche i risultati certi
delle scienze, giovandosene per il suo lavoro e il suo servizio alla
verità”. L’allusione ai guai che ha avuto Teilhard de Chardin sorge
spontanea, ma dimostra come siano stati ALTRI ad avere guai a causa delle scienze naturali, soprattutto
se si muovevano senza i dovuti permessi nel terreno minato che circonda
l’evoluzione biologica e soprattutto i suoi meccanismi (per alcuni dei quali
dobbiamo perfino ringraziare alcuni intelligenti e soprattutto curiosi abati
vissuti nei secoli scorsi).
Ormai risuta troppo ripetuto il mantra “per
la teologia cristiana, evoluzione biologica e
creazione non si escludono affatto”, in quanto la compatibilità non
esclude la costante ostilità verso una delle più importanti scoperte
dell’uomo, che ovviamente non può confermare (né contestare) che sia “anche un fatto che l’essere umano si trovi alla
sommità di questo lungo sviluppo, quasi a indicare che la nostra
specie, proprio come ci insegna la Rivelazione biblica, giunge a coronare uno
scopo inteso fin dall’inizio”. Non sembrano proprio le premesse per un
dialogo. L’esclusione (che lui nega) deriva anche dall’impossibilità di
accettare verità di fede che sembrano ovvie come un tempo era ovvio il fatto,
chiaramente osservabile con i nostri occhi …, che il sole ruotasse
quotidianamente attorno alla terra.
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Sembra piuttosto
difficile commentare le frasi citate in un altro articolo (“Vaticano:
Darwin, l'evoluzione è in fondo il modo con cui Dio crea“) che riporta un ipotesi (scientifica? teologica?)
attribuita in questo articolo a don TanzeIIa Nitti (che è teologo ma anche
astronomo).
La frase, che per alcuni aspetti potrebbe essere risolutiva (ma solo se “facesse riferimento ad uno o
più specifici meccanismi evolutivi”),
non sembra a prima vista tratta da una versione autorizzata della Bibbia, né
si indica l’autore, né si spiega in che occasione sia stata partorita né se
sia giustificata o spiegata da qualche teologo … per cui è meglio aspettare
che sia disponibile la trascrizione autorizzata del testo originale.
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Nel sito Korazym
si parla del prossimo convegno alla Gregoriana (“Evoluzione e creazione non si escludono a vicenda, se
ne parla a marzo alla Gregoriana”). Anche qui una elle solite frasi fatte per non dire
che non si capisce, non piace e non la si accetta (“il
Vaticano propone una “attenta valutazione critica, rigorosa e oggettiva sotto
i vari piani implicati””)
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10/2/09-IT
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Ecco il programma delle Baxter
Lectures che si
tengono a Pisa l’11 febbraio, aprendo l’anno darwiniano. Si parlerà di
“Medicina darwiniana”, iniziando con un intervento di G.Corbellini: "Un'introduzione storico-epistemologica alla medicina
darwiniana".
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Su La
Repubblica, edizione di Roma, si presenta
la mostra che aprirà
il 12 e il programma di iniziative che la accompagneranno.
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[da Radio
3 Scienza]: Oggi
dalle 10.50 alle 11.30, Elisabetta Tola intervista Niles Eldredge,
paleontologo e biologo, Ian Tattersal, paleoantropologo, entrambi
dell'American Museum of Natural History di New York. Qui l’audio
della puntata.
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10/2/09-UK
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[da Galileo] Forse si deve sorridere, forse no, soprattutto
dopo le proteste per l’articolo (1/2/09) del Giornale in cui si fa del sarcasmo sulla
ricerca naturalistica. Negli EMBO Repors si può trovare una spassosa
lettera (“A letter to
Darwin“, di
F.Gannon) in cui si nega il finanziamento alla ricerca naturalistia che si
immagina proposta da … C.Darwin…
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10/2/09-USA
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Computerworld (“Ha 200 anni
ma concede interviste: la tecnologia resuscita Darwin”) informa che al Carnegie Science Center di Pittsburgh un clone virtuale del padre dell'evoluzionismo
interagisce con i visitatori grazie al sistema 'synthetic interview'. I
visitatori possono scegliere tra 199 possibili domande su argomenti sia
scientifici che personali, e rivolgerle al 'clone' di Darwin che risponde in
maniera naturale e in tempo reale.
Non si esclude che in futuro un Darwin virtuale sia disponibile anche sul
web.
Molto interessante scoprire che il progetto Charles
Darwin Synthetic Interview è stato
finanziato da un’università privata cattolica, la Duquesne University of the Holy Spirit di Pittsburgh, che
intendeva “give visitors of the Carnegie Science
Center the opportunity to virtually “converse” with Darwin about his life and
theories”. Ottima l’idea dei cattolici USA di chiedere a Darwin di
insegnare qualcosa sulla teoria dell’evoluzione! Qui ci sono le iniziative
dell’università cattolica in occasione del Darwin Day (fra cui la visione del
film “Flock of the Dodos”); ci sono anche tante iniziative per
festeggiare il bicentenario darwiniano.
Non si vede traccia di inutili discussioni scienza/fede; si lavora, c’è un dipartimento
di Biologia, che ha le idee chiare su che cosa non sia scienza,
come l’Intelligent Design, e lo fa sapere in un documento molto articolato: “Duquesne University Department of Biological Sciences
Position Paper on Intelligent Design Creationism”..
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Sono in linea gli
articoli del nuovo fascicolo (Marzo) di Evolution: Education and Outreach,
la rivista di N.Eldredge. Fra gli articoli:
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Experimenting with
Transmutation: Darwin, the Beagle , and Evolution di N.Eldredge
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Charles Darwin and Human
Evolution di Tattersall.
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Don’t Call it “Darwinism” di E.C.Scott
In linea ci sono anche altri articoli (OnLineFirst), come Darwin: Origin and Evolution
of an Exhibition di C.Ceci, In the Wake of Charles Darwin
and Beyond: A Tribute to Ernst Mayr e
(forse per i bambini…), Evolution in Lego ®:
A Physical Simulation of Adaptation by Natural Selection.
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9/2/09-USA
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Il New York
Times dedica oggi a Darwin una serie di interessanti articoli:
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Darwin, Ahead of His Time, Is Still Influential
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Darwinism Must Die So That Evolution May Live
Interessante l’idea contenuta in questo articolo, che sottolinea il pericolo
di trascurare il lavoro di tutti quelli che, pur con un nome diverso, hanno
continuato e soprattutto perfezionato il suo lavoro. D’altronde è abbastanza
noto che ormai quasi solo gli antievoluzionisti si accaniscono rabbiosi sul
“darwinismo” (lo chiamano così). Gli evoluzionisti da tempo sono già più avanti
… di 150 anni.
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Genes Offer New Clues in Old Debate on Species’ Origins
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Crunching the Data for the Tree of Life
Carl Zimmer racconta della difficoltà di rappresentare correttamente l’albero
evolutivo quando si cerca di mettere in relazione contemporaneamente tutte le
specie attualmente viventi. Vengono presentati alcuni tentativi di creare alberi
navigabili, come il programma Paleoverde, o rappresentazioni statiche ma dettagliate
come questa (con la freccia per ritrovarsi…)
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Seeing the Risks of Humanity’s Hand in Species Evolution
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Darwin the Comedian. Now That’s Entertainment!
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Sempre il NYT
mette anche a disposizione una versione on line sfogliabile di “On the
origin of the species”
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9/2/09-CA
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Sul canadese National
Post un articolo (“Evolution
2.0: From Darwin to dot-com”) racconta i meriti di Darwin e ricorda
anche uno dei suoi giudizi, motivato, sulla religione cristiana “… this is a damnable doctrine”. Questo giudizio, presente nell’autobiografia,
venne censurato dalla moglie Emma (“I should dislike the passage in brackets to be published. It seems to me raw. Nothing can be said too severe upon
the doctrine of everlasting punishment for disbelief”), e ricomparve solo nell’edizione del 1958.
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9/2/09-IT
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Anche gli economisti
della Bocconi discutono di Darwin, secondo quanto si legge sul loro
quotidiano: “Darwin, un
grande dell’economia?”. Sarà una
battuta, ma nell’articolo si sospetta che ”Charles
Darwin abbia fatto più successo
in economia che in biologia”. Nell’articolo si consiglia “una interessante riflessione sui rapporti tra biologia
evolutiva e teoria economica, quella proposta da Paul Krugman, premio Nobel
per l’economia 2008, in un discorso tenuto all’European Association for
Evolutionary Political Economy nel 1996: http://web.mit.edu/krugman/www/evolute.html”.
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Articolo forse un po’
ambiguo sul Secolo XIX, apparentemente ostile alla teoria
dell’evoluzione dal secondo paragrafo fino all’ultima riga (forse non tutti a
Genova apprezzano e partecipano al Festival della Scienza…): “Darwin la
sfida continua”. Certo è
imbarazzante se pensiamo alla confusione che c’è, e che continua, fra chi
critica Darwin e la moderna teoria dell’evoluzione non solo senza conoscerli,
ma senza nemmeno essere capaci di distinguerli. Spiace leggere che “A dispetto del consenso della comunità scientifica
internazionale, le polemiche continuano infatti ad abbattersi sulle spalle di
Darwin”. Perché non dare più importanza al consenso attuale? Per fortuna non si conclude che si stanno
buttando via inutilmente nella ricerca scientifica un sacco di soldi che si
potrebbero impiegare meglio, ma si immagina un Darwin travolto da un “fuoco di polemiche segnate da riduzionismi, indebite
attribuzioni e palesi strumentalizzazioni politico-razziali”. Certo il
giudizio positive su Darwin è chiaro (“palesi
strumentalizzazioni”) … ma …
forse non tutti i lettori capiscono.
Sempre sul Secolo XIX anche un articolo di Michele Luzzatto (“Luzzatto:
chi lo attacca si allontana da Dio”)
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8/2/09-IT
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Sul Sole 24 Ore
una serie di
articoli (“Ecce Homo, disse Charles”, “Domande dell’anello mancante”, “L’origine di tutti i best sellers scientifici”,
“Navigazioni neodarwiniane”, “Alex pappagallo pensoso”, “Così cinguetta l’evoluzione”, “Progressi da manuale” sulla mostra (spot video) che si aprirà il 12 a Roma: “Darwin 1809-2009”
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Sulla Stampa
F.Cassata (“Heil Darwin”) prova a chiudere definitivamente, citando i
testi originali, il tentativo tuttora attivo in diversi paesi di distorcere
il meccanismo della selezione naturale allo scopo di cercare di attribuire a
Darwin almeno parte della responsabilità delle politiche razziste alla base
dei genocidi dei nazisti. Esempi recenti di queste odiose mistificazioni li
troviamo nel film “Expelled”, che per fortuna nessuno ha avuto finora il
coraggio di distribuire in Europa, dopo il fallimento negli USA.
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Si parla di
creazionismo anche su Panorama, in un articolo (“Chi sono i
neocrociati alla destra del Papa”) in cui si
presenta la variegata destra cattolica, tradizionalista e conservatrice.
Peccato che per quanto riguarda il creazionismo, le idee siano ben poco chiare, sia per la (non
facile) distinzione fra ID e creazionismo, ma soprattutto per il fatto che
non solo i cattolici tradizionalisti preferiscano negare che il caso abbia un
ruolo: “Discorso a parte meritano i creazionisti
che nel bicentenario della nascita di Charles Darwin, contrappongono il
disegno intelligente alla teoria evoluzionista. Secondo l’ipotesi
creazionista, assai popolare nell’universo tradizionalista e lefebvriano,
motore dell’evoluzione non sarebbe il caso bensì «il dito di Dio»”.
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Forse per farsi
perdonare un precedente articolo sfortunato (pieno di ignoranza ed osilità
verso il lavoro dei naturalisti), oggi il Giornale ha messo al lavoro
qualcuno un po’ più competente e meno ossequioso verso il ministro della
funzione pubblica. Ecco così un articolo (“«Charles
Darwin? Ecco la verità sull’evoluzione» Peter e Rosemary Grant raccontano al
Giornale il loro lavoro sulle orme del grande naturalista“) in cui si
esalta la ricerca naturalistica svolta dai coniugi Grant, presenti ai Darwin
Days milanesi: per 35 anni (l’altro giornalista avrebbe probabilmente pensato
che due giorni sarebbero sicuramente bastati, e avrebbe criticato i loro ritmi
di lavoro … e il tempo che hanno perso…) hanno analizzato i fringuelli delle
Galapagos, studiati anche da Darwin quasi due secoli fa. Una buona metà
dell’intervista riguarda comunque non il lavoro dei Grant e le loro scoperte,
ma i dubbi del giornalista (o dei suoi lettori?). Un’occasione comunque per
chiarire le idee dei coniugi Grant sul rapporto fra la scienza e le
religioni.
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Sempre sul
Giornale anche un articolo che elenca alcuni dei libri che stanno uscendo
in coincidenza con il bicentanario di Darwin (“Bicentenario.
Per la ricorrenza una pioggia di libri”). Sconcerta la citazione impropria di un libro
che concederebbe alla teoria dell’evoluzione solo lo status di ipotesi, una
fra le altre (quali?). Probabilmente ci sarà qualcuno che ancora in occasione
del tricentenario rimarrà ancora a questo livello? O fra 100 anni tutti
avranno imparato almeno il significato di “teoria scientifica”?
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7/2/09-IT
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Sul Corriere
un articolo di T.Pievani (“DARWIN A DOHRN: "PREZIOSA LA SUA IDEA SULLA FUNZIONE"”) sulla corrispondenza di Darwin con A.Dohrn
(fondatore della stazione zoologica di Napoli) e altri scienziati italiani
entusiasti delle idee di Darwin, come dimostrano alcune lettere da poco rese
pubbliche. Criticando alcuni aspetti della teoria dell’evoluzione, hanno
aiutato Darwin a verificare meglio e migliorare alcune sue ipotesi.
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6/2/09-IT
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Anche a Napoli,
alla cittadella
della Scienza, dall’8
febbraio iniziano a presentare sempre meglio e in modo più stimolante le
conoscenze attuali sull’evoluzione biologica, a cominciare dalla scoperta da
parte di Darwin della teoria dell’evoluzione per selezione naturale, giusto
150 anni fa
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Sull’Avvenire
un articolo di N.Cabibbo (“DALLE
STELLE AI GENI, FATTI NON TEORIE”); il
titolo non è certo adatto per un’intervista ad uno scienziato che, pur
presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, sa bene cosa sia una
teoria.
In realtà nell’intervista la parte sull’evoluzione non è per niente chiara:
N.Cabibbo dice infatti che l’”evoluzione è un
fatto e non una teoria”, e poi non dice nulla della teoria
dell’evoluzione, fermandosi quindi alla biologia predarwiniana, quando
l’evoluzione ea sempre un fatto ma non aveva ancora una spiegazione
ragionevole; … e pensare che proprio lui ha organizzato in novembre un
convegno sull’evoluzione, dove certamente qualcuno avrà parlato anche della
teoria dell’evoluzione, cioè dei meccanismi che la spiegano, su cui qualcuno,
e non solo i fisici da Nobel, ancora preferisce sorvolare …
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6/2/09-USA
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Questa settimana è
il turno del numero speciale per Darwin di Science. Sul blog Laucophea una presentazione degli articoli (però non
consultabili liberamente). Particolarmente interessanti, anche per chi non
dubita né dell’evoluzione né delle spiegazioni naturalistiche, gli articoli
che presentano esempi di speciazione.
Nel caso incontrasse sotto casa uno degli ultimi creazionisti sarebbe ora
capace di fargli cambiare idea; non vedono l’ora di abbandonare idee
settecentesche … non aspettano altro che qualcuno gli racconti che su Science
è stata dimostrata la formazione di una nuova specie.
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5/2/09-IT
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Il convegno
creazionista biblico del 23/2/09 in aula Marconi al CNR, annunciato con numerosi
dettagli preoccupanti in un articolo sul Foglio del
31/1/09, si farà e
non viene più considerato un evento ufficiale ma privato, e la seguente scheda è stata quindi improvvisamente eliminata dalla
pagina web del calendario delle iniziative:
23/02/2009
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Workshop Internazionale
sull’Evoluzionismo
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Roma
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CNR,
Aula Marconi - P.le Aldo Moro, 7 - 00185 Roma -
Orario: 9:00
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D.G.
– Uff. Paesi Industrializzati Organismi Internazionali
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Non sembra altro che una ripetizione della riunione di creazionisti consulenti del cattolicissimo Kolbe Center for the study of Creation (“Defending
Genesis from a traditional catholic perspective” ma nessuno in Vaticano
li critica come avviene invece per i biologi evoluzionisti…), tenutasi il
3/11 in un’altra struttura romana dedicata alla scienza, l’università La
Sapienza, e utilizzandone addirittura il logo.
Al CNR lo sapevano? Sarebbe stato assurdo che il
CNR appoggiasse, pubblicizzandola e inserendola nel suo calendario, una
riunione di creazionisti biblici non accettati se non come uditori muti in un
convegno
vaticano sull’evoluzione, tenutosi a
fine ottobre 2008.
Da notare che sono stati anche poco riconoscenti: chi è riuscito ad
infiltrarsi, grazie ad una autorevole ma incauta raccomandazione, ha preso
appunti, distribuito libri pubblicitari sul creazionismo e raccontato a tutti
i cattolici il suo sconcerto per l’assenza di qualsiasi critica verso la
teoria dell’evoluzione in un convegno vaticano..
E’ anche facilmente dimostrabile che non sono
stati contenti dell’esclusione e si sono lamentati: G.Berthault, esperto del
famoso mito del diluvio universale di cui si parla nella Bibbia e in altri
testi che sono diventati sacri, dice “siamo stati lasciati fuori”.
Nel sito del
convegno che si son
fatti tra loro il 3/11/08 scrivono, davvero delusi: “The
conference coincides with one being held by the Pontifical Academy of
Sciences, which refused to allow the scientists with evidence against
the theory of evolution to participate in their event”), per cui avevano dovuto riunirsi in una sede
che garantiva loro più libertà … alla
Sapienza (qui si
possono leggere gli abstract di un convegno che sembra simile a quello
previsto il 23 febbraio).
Forse non si rendono conto che dei pericoli che avrebbero fatto
correre alla Chiesa cattolica: il convegno vaticano avrebbe forse rischiato
di perdere i finanziamenti dalla Templeton Foundation, che non supporta iniziative in cui si critichi la teoria dell’evoluzione: “The John Templeton Foundation does not support
research or programs that deny large areas of well-documented scientific
knowledge”,
“If your project takes an anti-evolutionist position scientifically, or seeks
to engage in political advocacy concerning evolution or anti-evolution, it is
unlikely to pass through the initial filters and external expert review
process“, “the Foundation does
not generally support theologically-motivated critiques of evolutionary
science”,
Sarebbe stato poi davvero imbarazzante
presentare al CNR un esperimento del 1991 che non escluderebbe la possibilità
della “terra giovane” e del diluvio universale nella stessa sala Marconi in
cui solo tre giorni prima si discuteva delle ultime scoperte sul clima nel quaternario. Scheda
dell’evento.
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Penosa iniziativa
a Milano, dove un creazionista ha avuto l’idea di contestare una conferenza sull’evoluzione al liceo Parini.
Non si rendono conto che non siamo più nel 2002, quando riucirono ad entrare
al Vittorini, sempre a Milano, ma che ormai anche nei
convegni vaticani quando si discute di fatti sull’evoluzione, parlano solo gli
esperti e quindi i creazionisti (per evitare che si spaventino troppo o che raccontino in giro che in Vaticano
i creazionisti non sono più applauditi come un tempo) non sono neanche
invitati. Viste le sciocchezze che raccontano ormai sono costretti a ritrovarsi fra di loro ripetendo sempre le stesse cose e
cercando inutilmente di farsi notare (sembra che del loro convegno del
3 novembre se ne sia
accorto solo il quotidiano L’Adige di Trento!).
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4/2/09-IT
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Anche il Teatro
Il Piccolo di Milano festeggia Darwin con uno spettacolo dall’8 al 27
febbraio. Lo spettacolo teatrale, 'Darwin ... tra le nuvole', è
firmato dall'epistemiologo Giulio Giorello con la regia Stefano De Luca e la
collaborazione in scena di Luca Boschi.
·
Su La Stampa
interessante articolo di Niles Eldredge, in questi giorni in Italia.
Con tanti titoli che in questi giorni cercano di attirare lettori mettendo in
evidenza gli errori o (certo è più corretto) le ignoranze di Darwin, proprio
uno dei suoi eredi, citando alcuni appunti darwiniani da lui letti ma non
ancora pubblicati, annuncia nell’articolo
(“Darwin aveva
capito tutto”) che ci
saranno presto alcune interessanti sorprese; in particolare fa notare che da
giovane Darwin anticipò, ma poi scartò, alcune ipotesi che ai suoi tempi non
trovavano le giustificazioni rigorose che Darwin riteneva necessarie per
convincere i suoi colleghi. Il giovane Darwin ebbe idee che solo dopo di lui
ebbero maggiore successo: ragionò sui meccanismi di estinzione delle specie e
sul ruolo dell’ambiente anche nel creare la variabilità, ma poi si concentrò
soprattutto sulla selezione naturale.
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Sempre sulla Stampa,
ma in Tuttoscienze, 2 pagine su Darwin: “Così abbiamo
reinventato l’evoluzione” e “Charles
& Emma”
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4/2/09-USA
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Il sito web The Pew Forum on religion and public life ha
pubblicato un dossier sul dibattito sull’evoluzione. Alcuni articoli sono
davvero interessanti:
· Overview:
The Conflict Between Religion and Evolution
·
The Social and Legal Dimensions of the Evolution
Debate in the U.S.
·
Religious
Groups' Views on Evolution
·
Graphic:
Religious Differences on Evolution (molto interessante!)
· Evolution: A
Timeline
· Darwin and His
Theory of Evolution
·
Fighting Over Darwin, State by State (aggiornamento della
situazione)
·
Giorno dopo giorno
il dibattito sull’articolo di J.Coyne su New Republic del 26/1/09 (“Seeing and
Believing”) si è allargato e si è arricchito
di contributi, diventando sempre più interessante. Lo si trova in una
pagina web
nel sito di The Edge. Si ragiona
e ci si confronta su domande come Does
the empirical nature of science contradict the revelatory nature of faith? Are the gaps between them so great that the two institutions must be
considered essentially antagonistic?
·
Questa sera a Pavia
al collegio S.Caterina un dibattito fra G.Giorello e D.Antiseri sul loro
ultimo libro (“Libertà. Un
manifesto per credenti e non...”), toccherà
probabilmente tematiche molto vicine se non simili. E’ stato spiacevole
sentire che Antiseri nel buco nero della preistoria precristiana veda solo
clave e stridor di denti (“cosa c’era prima della
società civile e del cristianesimo? La clava!”). Mi ha stupito la sua
certezza. Non si capisce quali siano le sue fonti di informazione e se le
ritenga talmente affidabili da affidarle la sua credibilità.
Molti primatologi sono ben più ottimisti di lui; si può ricordare F.De Waal,
che ha scritto un libro di etologia dei primati, che fin dal titolo invece è
ottimista “Naturalmente
buoni”. Antiseri
ha poi riferito che secondo il Card.Martini nel libro della Bibbia non si
dice nulla di quelle “leggi naturali” che secondo il Papa devono essere
scritte lì da qualche parte. Potrebbe chiedere a qualche esperto di
verificare invece se qualcosa sia invece scritto nel libro della natura…
Leggendo questo articolo del 15/4/08, non sembra (sempre che il giornalista abbia
interpretato correttamente il suo pensiero) interessato a trovare eventuali
soluzioni in quel libro, pur recentemente
raccomandato anche dal Papa.
Si è parlato anche di questioni che la Chiesa ritiene non negoziabili, come
quelle che riguardano l’inizio e la fine della vita. Probabilmente per questo
motivo il filosofo della scienza cattolico, che ha riferito la sua opinione
accennando a dolorose esperienze familiari, ha onestamente ammesso di aver
rifiutato di esprimere le sue opinioni sull’argomento in interviste che due
quotidiani gli avevano richiesto, negando di inserire un suo contributo come
cattolico in una questione su cui anche autorevoli non cattolici approfittano
di un ruolo politico per fornire indicazioni ai cattolici.
Sarebbe quindi necessario aggiungere un ulteriore capitolo al libro appena
scritto con Giorello; era infatti nato da una contestazione di un precedente
libro di G.Giorello: “Di nessuna
chiesa. La libertà del laico”.
Niente di nuovo: anche i biologi cattolici preferiscono non parlare di
evoluzione; sono talmente riservati che mons.Ravasi, per organizzare il suo convegno in marzo, deve andare fino all’Università di Notre Dame negli USA, dove trova biologi evoluzionisti cattolici che
festeggiano
Darwin e sono
disposti ad “ammettere” di sapere quello che hanno studiato sui libri.
Non è difficile quindi non apprezzare la posizione di G.Giorello, che ha
scritto il libro “Di nessuna
chiesa. La libertà del laico” e può
esprimere le sue opinioni ma soprattutto diffondere le sue conoscenze.
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3/2/09-UK
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Molto bello il
video della BBC (
“Tree of Life”, tratto dal video 'Charles
Darwin and the Tree of Life') con animazioni che accompagnano i sei minuti
del racconto di Lord Attenborough dei 3 miliardi di ani di storia della vita
sulla terra, su cui nessuno dovrebbe avere alcun dubbio … se non sul modo
migliore per rappresentarla.
Bella anche la frase finale che invece molti avrebbero bisogno di capire
meglio: “noi condividiamo il mondo anche con gli
organismi più semplici, i batteri, comparsi già 3 miliardi di anni fa”.
Come sappiamo la condivisione non è affatto pacifica, e non è sempre l’uomo ad
avere la meglio … nonostante i batteri non ricorrano a metodi che definiremmo
violenti o che assoceremmo alla “lotta per la vita”
Questo video sarebbe consigliabile come sfondo silenzioso ad ogni
iniziativa pubblica in cui si parla di evoluzione.
Sarebbe un semplice strumento per stimolare in
un essere curioso per natura (come lo sono i primati e quindi anche e
soprattutto l’uomo) il bisogno di conoscere e capire i meccanismi biologici
che oggi permettono di spiegare il lunghissimo (a volte lo si dimentica…),
improbabile e entusiasmante processo in cui siamo inseriti …
Purtroppo anche noi umani siamo inseriti come
comparse destinate a scomparire rapidamente dopo aver lanciato nel futuro, se
interessati, i nostri messaggi di speranza e anche i nostri messaggi di vita,
le nostre cellule ma solo con metà del nostro DNA, per garantire la varietà e
per contribuire al successo della nostra specie … anche rispetto ai microbi …
che saranno certo sempre presenti.
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2/2/09-IT
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Intervista («Darwin aveva
ragione, Dawkins no») del
presidente dell’Accademia Pontificia, N.Cabibbo, all’Eco di Bergamo,
giustificata dalla sua presenza a Bergamo per una conferenza su un tema che,
lo capisce anche lui, non è propriamente quello per il quale può essere
ritenuto un esperto: “Creazione ed evoluzione”.
La sua missione sembra però quella di portare un po’ di chiarezza su un tema
che forse vede i cattolici bergamaschi un po’ confusi: la differenza fra
evoluzione ed evoluzionismo. Purtroppo l’inizio non sembra molto chiaro per
chi avesse davvero un po’ di confusione: “L'evoluzione
è un'idea proposta da Darwin 150 anni fa, basata sull’esistenza delle
mutazioni e della selezione naturale” … “oggi
dunque quella dell'evoluzione non è più solo una teoria, ma un fatto”.
Tranquillizza comunque che N.Cabibbo confermi ancora una volta, per la gioia
degli evoluzionisti, che “l'ossatura della
Teoria dell'evoluzione è ormai sicura … sull'evoluzione come tale ormai non
ci sono più dubbi”.
Meno chiara poi la definizione di “evoluzionismo” come “L'idea che, avendo scoperto che c'è stata e c'è
l'evoluzione, Dio sia diventato un'ipotesi inutile”; sarebbe infatti
più corretto dire che non sia necessaria per spiegare l’evoluzione biologica,
comunque questa opinione non scalfisce affatto la teoria dell’evoluzione;
discutibile invece è la sua idea che non solo la condanna di G.Galilei, ma
anche quella di Giordano Bruno, siano da considerare errori della chiesa.
Dovrebbe magari proporre che se ne discutesse, ma attualmente l’idea non
troverebbe certo sostenitori all’interno della Chiesa cattolica, che hanno
una visione diversa dei motivi della condanna, che sarebbe in gran parte non
conseguenza delle sue opinioni scientifiche.
Interessante e insolito che metta in evidenza
quanto sia problematico il rapporto della scienza con la religione;
sottolinea infatti un fatto ovvio ma su cui spesso si evita di attirare
l’attenzione: che la scienza è unica mentre le religioni sono tante e tutte
con verità diverse: dire che “la scienza non
appartiene ad una sola Chiesa” sembra un fatto ovvio, ma le
conseguenze non sono facilmente gestibili; l’ammissione dell’esistenza di
religioni diverse sarebbe una giustificazione della necessità del
relativismo.
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2/2/09-DE
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Il prossimo 20
febbraio si aprirà a Dortmund, organizzato, dal Max Planck
Institute for Molecular Physiology, il convegno europeo “Attitude and Knowledge
concerning Evolution and Science in Europe (AKESE -
EWEWE)”. Sembra però, leggendo il programma, che manchino molti, troppi paesi europei,
mentre per fortuna è presente la Turchia, dove l’insegnamento del
creazionismo nella scuola è più diffuso e più costante che in Italia, dove
comunque inizia già a 3 anni anche nelle scuole pubbliche (visto che “L’educazione religiosa
nell’eta’ dai 3 ai 6 anni risponde al bisogno del bambino di dare
un significato alle leggi della natura” si organizza un “Ascolto del racconto della Creazione”). Si
discuterà del problema della diffusione della conoscenza della teoria
dell’evoluzione nella cultura europea attuale:
“Despite its great importance and
enormous explanatory power, evolution and the theory of evolution are still
poorly understood and are actively rejected by many. While the evolutionary
theory is supported by an overwhelming body of evidence, it remains the most
controversial scientific theory in the history of man. This criticism is by
no means a newly emerging phenomenon of the early 21st century, and it is not
limited to highly religious people: Ever since Charles Darwin, critics of the
evolutionary theory have been found in all countries and all social classes.”
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2/2/09-UK
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Non abbiamo ancora
cominciato a commemorare il bicentenario di Darwin che già qualcuno (spesso abituato
a stimolanti provocazioni, come il genetista Steve Jones) si alza in piedi
(sulle pagine del Daily Telegraph) e si/ci chiede:
“Can we
please forget about Charles Darwin?”.
Certo forse si potrebbe risparmiare un po’ di soldi (a cominciare da quelli
impegnati nel convegno organizzato dal CNR il 23/2 a Roma per gli amici
creazionisti biblici del Centro Kolbe, che invece il Vaticano oggi tiene giustamente
a distanza a meno che … qualcuno li
faccia passare di nascosto da mons.Ravasi), ma
certo capita solo poche volte in ogni secolo l’occasione di provare ad
aumentare la percentuale di cittadini che capisce qualcosa di più di una
delle più grandi scoperte degli ultimi secoli, ancora in gran parte
incompresa se non perfino temuta o aborrita.
Certamente troppi (soprattutto gli antievoluzionisti
che nella biologia evoluzionstica annaspano) preferiscono soffermarsi sugli
inutili dettagli della sua vita privata (basti pensare a quanti ricamano
sugli effetti della morte della figlia sulla biologia evoluzionistica …
Appunto per questo S.Jones ci
raccomanda: “In 2009 we should celebrate the
science rather than the man – the fact rather than the anecdote”.
S.Jones sembra poi piuttosto preoccupato dell’interesse dei filosofi e
soprattutto dei teologi, in maggioranza del tutto incompetenti di biologia,
soprattutto se postdarwiniana o contemporanea (“And
when theologians try to explain what Darwin really thought, I roll my eyes in
despair”) e della ripetitività e costanza nei decenni dei loro
interventi esplicativi (“… human evolution
happened in the accepted way – because it was meant to happen …”)
indifferenti al progresso scientifico; in effetti è divertente ricordare che
questa tranquilla ma poco convincente spiegazione, sempre la stessa da molti
decenni nonostante le conoscenze siano profondamente cambiate, riesce a
convincere anche molti biologi che dovrebbero conoscere anche i meccanismi
dell’evoluzione.
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Sul Guardian
oggi un commento ai risultati del sondaggio pubblicati ieri. In un articolo (
“Rescuing
Darwin”) ci si chiede se non sia necessario un
intervento per raddrizzare una
situazione pericolante, per riportare sulla retta via milioni di poveretti
che sono stati indottrinati male: “The public has
been turned off evolutionary theory by its false association with
reductionism, nihilism, atheism, and amorality”; incredibilmente
l’articolo non indica chi sia responsabile di questo “dirottamento
intellettuale”. Forse si vuol dare la colpa al caso? O si pensa
che siano scelte individuali, anche “at the
popular level”?
Visto che siamo in UK non si capisce proprio perchè il giornalista non
ricordi semplicemente che solo qualche mese fa, in settembre, la Chiesa
Anglicana aveva chiesto scusa
proprio per questo: “Charles Darwin: 200 years from
your birth, the Church of England owes you an apology for misunderstanding
you and, by getting our first reaction wrong, encouraging others to
misunderstand you still. We try to practice the old virtues of 'faith seeking
understanding'”.
Se il reo è confesso e ammette 150 anni di
errori, perchè si ha paura di scriverlo?
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1/2/09-UK
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Un articolo sul Guardian
(“Half of
Britons do not believe in evolution, survey finds”)
riferisce di un sondaggio (promosso da associazioni che analizzano il
rapporto fra fede e scienza) che ha aggiornato i dati sulla percentuale di
inglesi che credono alla teoria dell’evoluzione. Come è noto è un argomento
su cui le percentuali sono molto influenzate dalle domande che vengono
poste, anche perché è necessario ce non ci sia confusione fra evoluzione e
teoria dell’evoluzione, che non tutti gli inesperti percepiscono come due
facce della stessa medaglia.
Purtroppo i risultati dell’indagine sono disponibili solo a pagamento.
Sembra che il 50% siano in qualche modo convinti
che un esser superiore abbia gestito l’evoluzione (ma non sanno come); solo
il 25% degli inglesi sembra siano davvero convinti del fatto che la teoria
dell’evoluzione sia corretta e
convincente (il fatto che dall’articolo sembra di capire che la domanda
riguardi solo il vecchio modello “darwiniano” non permette di capire quanto
siano attendibili i risultati…). Il 25% sono invece contrari e confusi, per
cui rimarrebbe solo l’ultimo 25% che è confuso ma tendenzialmente in favore
della spiegazione naturalistica dell’evoluzione, che è alla base delle
conoscenze mediche che probabilmente
si usano ogni giorno.
Non c’è molto da stare allegri… soprattutto per quanto riguarda la formazione
scolastica, che sembra non riesca a verificare e modificare alcune delle
informazioni errate che vengono trasmesse negli ambienti domestici fin dalla
più giovane età.
D’altronde in Italia abbiamo pure strutture di rierca che nel 2009 invitano
ancora creazionisti biblici a parlare di evoluzione (se la notizia è vera).
[Piuttosto
deprimente notare che le notizie pubblicitarie che compaiono in fondo alla
pagina web del Guardian rimandano tutte a ricchi siti creazionisti!!]
La notizia è ripresa da alcuni siti
giornalistici italiani, come quello dell’APCOM (dove non hanno nemmeno verificato la
traduzione…).
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1/2/09-VA
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Proprio
contemporaneamente ad un articolo dell’Osservatore Romano (in cui ci si preoccupa
più della sua perdita della fede che delle eccezionali scoperte di Darwin)
nel sito dell’agenzia vaticana Zenit troviamo invece un articolo con
un titolo un po’ diverso dai soliti e con un contenuto che attribuisce
termini come “fede” e “divinizzazione” a chi per mestiere non
si occupa né di divinità né di fedi.
Il titolo dell’articolo è
“L’effetto dell’ambiente
sull’evoluzione”; si parla
quindi del ruolo dell’ambiente [e curiosamente non di Dio] come motore
dell’evoluzione biologica.
Forse anche per questo motivo è uno dei pochi articoli che compaiono nel sito
di Zenit SENZA alcun “articolo correlato”. In tutto l’articolo in
effetti si usano ripetutamente termini scientifici che probabilmente non sono
abituali per il sito web di questa agenzia di stampa.
Si cita perfino (e non è frequente …) l’importanza dell’abate Mendel nel
fornire alla teoria dell’evoluzione quelle basi che ai tempi di Darwin si
ignoravano. L’articolo poi si concentra però soprattutto sui meccanismi
epigenetici, anche se gli esempi fatti sembrano riguardare lo sviluppo e il differenziamento individuale, e il
controllo dell’espressione genica nel singolo individuo.
Si citano anche E.Jablonka e M.Lamb che dicono che “Ogni singola mutazione è casuale, ma la risposta del genoma – l’aumentata velocità di
mutazione – può essere adattativa, cioè influenzata dall’ambiente”
.
L’autore dell’articolo, medico neonatologo, sottolinea poi che “è rilevante umanamente riscontrare che l’ambiente non è
solo un selezionatore ma anche un induttore di cambiamenti ereditabili”,
come d’altronde ben sapeva non solo Darwin, che ne aveva avuto la prova studiando la speciazione nei fringuelli
delle Galapagos, ma chiunque si occupi di biogeografia in relazione ai
movimenti nel tempo di isole o zolle continentali.
Il contrasto evidenziato fra “la continua e cieca
lotta per la sopravvivenza fra cambiamenti casuali” e la “capace di generare solidarietà” non è chiaro se
solo si considera quanto siano ben più comodi oggi gli utili pacchetti
sanguinolenti oggi impilati nei banchi di macelleria dei supermercati; a meno
che non si riferisca invece ai violenti conflitti narrati dal vecchio
testamento (e che angosciano anche un biblista come mons.Ravasi) o quelli
tuttora in corso nei territori contestati dalle grandi religioni
monoteistiche.
La conclusione dell’articolo è molto brusca e allude, rimescolandoli senza giustificazione,
a concetti e termini usati più frequentemente in testi teologici che in
biologia e in medicina: “fideismo cieco”, “casuale lotta”, “termini
assoluti e quasi divinizzati” e “termini
ideologici”. Chiara comunque
la confusione fra eventi casuali (le mutazioni, che anche E:Jabklonka
nell’articolo conferma come eventi casuali) e la selezione naturale, che
nessuno può proprio dire che sia cieca.
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Anche l’Osservatore
Romano da’ inizio oggi ai festeggiamenti per il bicentenario di Darwin,
con l’articolo
(“Ma la biologia non spiega tutto
l'uomo”) di una
storica che da tempo si occupa di problemi di evoluzione e di bioetica.
Di solito gli esponenti della Chiesa cercano di non citare Teilhard de
Chardin negli interventi sull’evoluzione, per evitare di ricordare ai
cattolici che si occupano professionalmente di evoluzione biologica quanto
sia pericoloso utilizzare le proprie competenze per tentare di diffondere in
ambito religioso la cultura scientifica “nella forma
ormai contemporanea”.
Nell’articolo invece “coraggiosamente” si ricorda (riprendendo l’intervento
di mons.Ravasi alla conferenza
stampa del 16/9/08) che Darwin
non sarebbe mai stato messo all’indice [… a questo imprudente accenno …
gli esperti di evoluzione subito pensano però all’enciclica
contro i naturalisti del 1893
o al Monitum del Santo Uffizio (postumo, 1962!) che ha
sigillato per anni le idee di Teilhard de Chardin, ed è tuttora valido … a 54
anni dalla sua morte]. Imbarazzante risulta quindi la successiva
citazione proprio di Teilhard de Chardin, come se non si sapesse dell’incompatibilità
tuttora esistente di TdC con la sua Chiesa; esalta infatti la “compatibilità fra scienza evoluzionista e fede in Dio, già
difesa del resto dallo scienziato gesuita Pierre Teilhard de Chardin”.
Se TdC è ancora da ripassare, si è per fortuna aggiornata sul fatto che il
DNA non smentisca Darwin (come scrisse qualche anno fa, il 22/1/04: “il fatto che la scoperta del Dna costituisca un
ostacolo consistente alla teoria
dell'evoluzione naturale - il Dna delle diverse specie è composto da un numero diverso di
cromosomi - non viene mai affrontato”): “sarà solo dopo la
riscoperta delle ricerche del botanico Gregor Mendel che la sintesi
neodarwiniana comincerà a rispondere a queste domande, con teorie che le
ricerche successive, soprattutto quelle sul DNA, confermeranno e
arricchiranno”. [finalmente
un’esaltazione dell’utilità della ricerca biologica]
Spiace che però l’autrice non tragga qualche conseguenza da questa novità che
ora ha capito quanto sia importante,
che conferma quindi la bravura e l’intelligenza di Darwin …
Nell’articolo ritorna infatti comunque a criticare la vecchia teoria
darwiniana, sorvolando sul fatto che non sia stato smentito dal DNA, ma anche
sui 150 anni di ricerca scientifica che sicuramente sono ben più importanti
della posizione personale di Darwin verso la religione o della sua reazione
alla morte della figlia.
Sconcerta un po’ la frase finale, in cui sembra che si dia ancora molta
importanza alla “contrapposizione fra scienza e
Bibbia sulla storia dell'evoluzione”; in effetti non ci
dovrebbero essere problemi: non si dovrebbe dimenticare che se Teilhard è
stato condannato è perché il problema non era sulla storia, ma sui meccanismi
dell’evoluzione! Comunque non può
proprio dire che in Vaticano (o alla RAI) l’evoluzione (anche solo come
fatto) sia ancor oggi accettata
senza problemi …
Stupisce quindi anche la frase “oggi la questione
piu’ scottante e’ un’altra: non tanto la possibilita’ di far coesistere
l’ipotesi scientifica dell’evoluzione delle specie viventi con un progetto
divino, ma il modo stesso di concepire l’essere umano”.
Non si capisce se per la Chiesa (o per l’autrice dell’articolo? o per i
biologi evoluzionisti?) sono già risolti due problemi … e si può passare ad
affrontarene un terzo…
Sembra poi che si confonda l’evoluzione biologica, che è un fatto, e la
teoria che la spiega (e che appunto la rende un fatto). Quanti secoli ancora
bisognerà attendere per accettare la teoria dell’evoluzione?!
[Curioso il fatto che
Teilhard de Chardin, con la sua ipotesi della noosfera, sia uno dei candidati a patrono
di internet . L’ipotesi è presente perfino in un sito cattolico, nonostante sia successo che “… nel tentativo di conciliare teologia
cristiana e teoria dell’evoluzione, si sia sbilanciato a favore della seconda
al punto da sconfinare nell’eresia”]
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Proprio in questi
giorni anche nel sito dell’agenzia cattolica Adista in un articolo (“IL FUTURO DI
DIO STA ARRIVANDO”) si spiega
il comportamento molto prudente, dopo il 1962, di molti che dovrebbero essere
esperti di evoluzione: si cita infatti “Teilhard
de Chardin, il cui peccato fu di accettare la teoria dell’evoluzione”.
Come si vede molti sanno distinguere fra evoluzione e teoria
dell’evoluzione, e non confondono i meccanismi con la storia!
Non si capisce allora perché la sua condanna sia valida tuttora, né si
capisce perché si continui a ripetere ipocritamente che non ci siano problemi
solo perché Darwin non è stato messo all’indice come hanno fatto i
nazisti.
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31/1/09-IT
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Articolo di
G.Sermonti sul Foglio di oggi: “IL PROF. KAMMERER E IL CASO DEL ROSPO OSTETRICO. UNA STORIA
ANTIDARWINISTA/ L'ANNO DI CHARLES”; viene raccontato quello che non sembra altro
che lo smascheramento di un tentativo di truccare un esperimento scientifico,
anche se secondo G.Sermonti sarebbe invece l’esempio di una “storia antidarwinista” (?) che purtroppo è
finita con il suicidio di Kammerer.
L’aspetto più “interessante” è però l’articolo successivo, non
firmato; si annuncia infatti che
il 23/1/09 in una sala del CNR si terrà un
workshop internazionale sull’”evoluzionismo” invitando
qualcuno dei pochi “studiosi di netta impostazione
antievoluzionista” esistenti in Europa [in realtà alcuni di loro
sono chiaramente creazionisti biblici aderenti al Kolbe Center!] …
IL WORKSHOP il 5/2/09 E’ SCOMPARSO DAL PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE DI FEBBRAIO (dopo
una telefonata da Milano) E NON C’E’ PIU’ LA SCHEDA. (Ritorna infatti
un messaggio di errore quando si cerca la pagina http://www.cnr.it/cnr/events/CnrEventi?IDn=1779….)
Nell’articolo si parla della
prevista presenza di G.Berthault (ingegnere in pensione), P.Rabischong,
N.Giertych (botanico e ora politico), J.de Pontcharra (fisico
atomico), G.Sermonti (microbiologo in pensione) e T.Seiler.
Il più noto è certamente G.Berthault, che ha già incontrato il papa nel 2002
ad un
convegno
creazionista biblico in Vaticano, ma che non
è stato accettato a presentare le sue prove della creazione al convegno
vaticano sull’evoluzione a fine
ottobre, dovendosi accontentare di un convegno di
creazionisti biblici ospitato
alla Sapienza in quegli stessi giorni, il 3 novembre. [Qui un commento
critico a un suo esperimento che dimostrerebbero che il Gran Canyon si è
formato in un giorno:
“Autopsie d’une imposture”].
Si scopre facilmente che ben quattro di loro, fra cui G.Berthault, sono
persino
consulenti ufficiali del
“Kolbe Center for the Study of Creation”, il gruppo di creazionisti
biblici cattolici USA che ha organizzato il convegno in Vaticano nel 2002 (e pensare che anche mons.Ravasi sembra voler
negare che questi gruppi sono sopportati … se non supportati... )
Ben quattro su sei, come racconta N.Giertych
(
“Investigating Evolution in
Rome
”),
erano inoltre presenti al convegno creazionista
tenutosi alla Sapienza. Curioso il fatto che N.Giertych era
stato invitato personalmente da mons,.Sorondo, solo grazie a suo fratello
teologo, anche al convegno in Vaticano, purchè non intervenisse:
“I received a phone call from my brother Fr. Wojciech
Giertych, Theologian of the Papal Household, with the information that Bishop
Sánchez Sorondo had called him and told him that I would not receive a
reply to my letter, but that I could come and sit in on the session as an
observer,
but without the right to speak. However, I used all the intervals for conversations
with the participants and I made my booklet available in English to all
who were interested. About 40 copies were picked up”.
Interessantissima la relazione che fa di quel
convegno e non dispiace notare la sua insoddisfazione:
“
The conference lacked even a
single paper that would be critical of the theory of evolution from the
scientific point of view. Those
present, primarily retirees,
had never heard of scientific
research that contradicted the theory of evolution. Because of the makeup of the group of speakers
selected for the conference, the Church also did not hear about this
research; All the academicians are scientists of the highest level and the
papers presented were truly of top quality. However,
unfortunately many of the
academicians are atheists.
The remainder are supporters
of the theory of evolution but
allow for the possibility of God’s influence on its course.
The applause after the
presentations of atheists was much more enthusiastic than after the speeches
of believers. In all the
discussions after the papers the main confrontation was between atheists and
theists on whether God is necessary or redundant in explaining evolutionary
processes.
Among the speakers and
polemists there was not a single critic of the theory of evolution”.
L’articolo (“Our Lady and Evolution“) inserito pochi giorni fa nel sito del Kolbe
Center) ruota attorno alla seguente curiosa domanda, che evidenzia una
curiosa coincidenza:
“Did Our Lady say anything
at Lourdes (25 March 1858, only one year before
Darwin’s theory was published)
that could help us discern the truth of the theory that says the first human was
conceived by an ape?”
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31/1/09-VA
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L’agenzia Zenit
pubblica oggi una prefazione di mons.Ravasi ad una edizione della
Bibbia con la
nuova traduzione della Conferenza episcopale italiana
(“La
Scrittura tra eternità e tempo”).
Occupandosi in questo periodo anche dei problemi dell’evoluzione biologica, e
avendo già detto molto chiaramente nel 2005 che “Le critiche
alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei teologi
è solo cercare la verità attraverso lo spirito”, gli è sembrato
naturale tornare a dare indicazioni sul comportamento assurdo (almeno secondo
gli scienziati) di chi ama usare la Bibbia come un libro di scienze, per
contestare il lavoro e le competenze dei ricercatori; e magari anche per
condannarli, come è avvenuto a Teilhard de Chardin .
In realtà in questa prefazione mons.Ravasi dopo aver detto che “la Bibbia non voleva rispondere a domande di scienza”, evidenzia un aspetto importante che di
solito non viene rispettato: “Bisogna,
dunque, interrogare la Bibbia in modo corretto, senza costringerla a risposte
che non vuole offrire e che solo artificiosamente le possiamo strappare”.
Sembra che finalmente mons.Ravasi si sia accorto che forse i suoi predecessori
si erano sbagliati cercando per secoli di infilare una qualsiasi VERITA’
nelle 20 righe della Genesi in cui
vengono riportati addirittura due racconti ben diversi di origine
mesopotamica.
Nella frase successiva il concetto viene ripetuto in modo più chiaro, pur
sapendo come sia imbarazzante anche per lui ripetere ancora oggi quanto già
avrebbe dovuto chiarire “in modo
nitido il concilio Vaticano II”:
“L'«inerranza» della Sacra Scrittura — come si era soliti dire in
passato — non riguarda la scienza o la storiografia ma gli asserti
religiosi. O meglio, la «verità» che la Bibbia ci vuole comunicare non è di
tipo scientifico ma teologico”.
Pur sapendo anche lui che il passato in realtà non sia ancora del tutto
dietro alle nostre spalle (conosce sicuramente molti prelati che pretendono
che le favole mesopotamiche vengano comunque raccontate anche ai bambini di
tre anni), non arriva comunque al punto da chiarire ai lettori quali siano le
caratteristiche delle “verità” [il termine è comunque scorretto in
questo contesto] di tipo scientifico. Avrebbe dovuto infatti sottolineare
come, a differenza delle verità teologiche, la verifica sperimentale o
l’utilità pratica sono condizioni necessarie per le ipotesi e le teorie
scientifiche.
L’accusa di materialismo è a questo punto facile e possibile … e viene sempre
lanciata …; come pure si “costringe” la scienza “a dare risposte
che”, a differenza della teologia,
non può “offrire”: la scienza non può certo rispondere a domande su problemi
metafisici non verificabili, ma questo è un merito del metodo scientifico,
non un difetto.
Non è invece facile capire quando sia stata scritta una frase successiva, che
non sembra del tutto coerente con quanto detto precedentemente: “La Bibbia è il «grande codice» di riferimento della
cultura”.
Si potrebbe infatti supporre che la prefazione sia precedente alla recente
intervista del 26/1/09 (“Tra fede e scienza,
occorre un incontro sulle frontiere”), quando
mons.Ravasi sembra suggerire che qualcuno pensi che solo da poco tempo la
scienza faccia parte a pieno titolo della “forma ormai contemporanea” della cultura umana:
“
Il Dicastero stesso [che
presiedo] avendo come propria insegna la cultura,
la considera nella forma ormai contemporanea.
La cultura non è infatti solo la dimensione artistica intellettuale,
umanistica, ma considera molte discipline”.
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Oltre ad essere
curioso di sapere da quando la scienza faccia finalmente parte della
cultura umana “contemporanea”, mi sembra poi improbabile che consideri
la Bibbia un “codice di riferimento” anche per la biologia
evoluzionistica …; non avrebbe infatti potuto dire nel 2005 che “Le critiche
alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei
teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito”.
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31/1/09-USA
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Nel sito della NAP
(National Academy Press) non solo fanno notare con soddisfazione la novità che alcuni importanti scienziati (e anche
autori di libri pubblicati dalla NAP) sono ora stati promossi a consiglieri
scientifici o responsabili in alcuni settori strategici nella nuova
amministrazione USA (nucleare, energia, cambiamento climatico) ma annunciano,
in occasione del Darwin Day, sconti del 30% su alcuni libri sull’evoluzione.
Gli sconti valgono per libri che possono essere acquistati on line, anche in
formato PDF.
Recente è una coppia di volumi
(“In the Light of Evolution”) con contributi diversi, coordinati da John C. Avise, Stephen P. Hubbell, e Francisco J. Ayala.
Ricordo che nel sito i libri si possono anche leggere on line gratuitamente
anche se non in un modo facile e piacevole; a volte (ma bisogna cercarli e
trovarli…) i PDF scaricabili sono addirittura gratuiti: qui alcuni esempi di
libri sull’evoluzione
:
·
Science, Evolution, and Creationism (PDF free)
·
Teaching
About Evolution and the Nature of Science (PDF free)
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Evolution
in Hawaii: A Supplement to Teaching About Evolution and the Nature of Science
·
Darwin's Gift to Science and Religion
·
In
the Light of Evolution
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30/1/09-UK
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Intervista di Nature
su Darwin ad una delle persone che forse oggi ha la maggiore conoscenza
diretta della enorma variabilità attuale degli esseri viventi prodotta
dall’evoluzione biologica: David
Attenborough (video in
inglese). Scorretto comunque che usi il termine “verità” parlando di una pur
importantissima teoria scientifica.
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Nel sito di
Dawkins è stata pubblicata oggi
l’intervista
integrale a Randolph Nesse, realizzata
per il documentario 'The Genius
of Charles Darwin'. Nesse è l’autore
del volume 'Why We Get Sick: The New Science of Darwinian Medicine', per cui l’intervista riguarda un argomento che
dovrebbe essere tenuto presente più spesso: l’importanza fondamentale della
teoria dell’evoluzione per il progresso della medicina e quindi per il
benessere umano nell’ultimo secolo.
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30/1/09-IT
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Anche il Sole
24 ore pubblica un articolo di Stephen J. Gould. In questo caso
una riflessione sull’uso a volte ambiguo di Darwin da parte dei conservatori
(“Darwin per
ogni bandiera”). Gould fa
notare che non si può sostenere ipotesi contrastanti come “pare che ormai sia giunto anche per Darwin il momento
di subire una svalutazione” e ” una politica darwiniana è in larga misura una politica
conservatrice”.
Gould però invita ad una maggiore coerenza anche i “liberal”: “L'uso improprio di Darwin non è rimasto confinato alla
destra politica. Anche i liberal hanno adottato entrambe le strategie di
gioco, peraltro contraddittorie: negando Darwin quando trovavano sgradevoli
le implicazioni della sua teoria, e invocandolo per poter considerare i loro
principi politici avallati dalla natura.”
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Su Repubblica
un articolo su: “TUTTE LE RISPOSTE CHE DARWIN NON HA TROVATO”; l’articolo riporta i risultati di un’indagine
svolta dal New Scientist (“Evolution:
The next 200 years”) per
cercare di capire se ci sia ancora qualcosa da scoprire nei prossimi anni.
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30/1/09-USA
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Ci sono anche
cattolici che festeggeranno presto, come molti protestanti USA (Clergy
Letter Project), anche il Darwin
Day. Questo sembra che accada solo negli USA (in Italia sembra
proprio che anche
alla base non ci sia molta serietà e interesse per la cultura contemporanea)
ed è importante far notare che le iniziative elencate nel
programma siano organizzate dall’Università cattolica di Notre Dame, che mons.Ravasi ha coinvolto
nell’organizzazione del convegno sull’Evoluzione previsto in Vaticano in
marzo.
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29/1/09-IT
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Il titolo di un
articolo comparso oggi sul Manifesto attira certamente l’attenzione:
“Le radici
dell’agressività umana”. Uno
penserebbe che l’autore sia un antropologo o un primatologo, esperti delle
probabili basi biologiche di questa aggressività umana che talvolta compare.
E invece l’autore del preoccupato articolo è don Enzo Mazzi, che parla di
scontri fra fondamentalismi religiosi invece che fra ragione “umana” e istinto
“animale”. Se si pensa a quanto le
culture del mondo si intreccino sempre più, sembra urgente proporre soluzioni
razionali e quindi rendere desiderabile
un po’ di sano relativismo.
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Il CNR organizza
per il 23/2/09 un “Workshop
Internazionale sull’Evoluzionismo”
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Su Repubblica
un articolo (“UN ENIGMA TRA MARX E DARWIN”) in cui
Stephen Jay Gould raccontava delle interazioni fra Darwin e Marx, e di come
siano spesso state distorte per motivi ideologici.
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29/1/09-USA
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Guardando oggi le
notizie riportate nel sito di Pikaia, il portale italiano
dell’evoluzione, non è ben chiaro se la disponibilità gratuita di tantissimi
nuovi articoli su Darwin e la biologia evoluzionistica facciano arrabbiare
più gli antievoluzionisti o chi ha dei problemi a leggere in inglese;
sicuramente saranno molto in difficoltà soprattutto gl antievoluzionisti che
magari sanno il latino ma non conoscono l’inglese, impossibilitati a
replicare. Sicuramente sarebbe loro interesse provvedere alla traduzione (si
spera corretta ..) di questi testi. Sarebbe certo utile anche a chi si fida
delle scoperte della biologia evolutiva, ma anche loro potrebbero impararare
qualcosa di nuovo rispetto alle scoperte si Darwin, ormai in gran parte
migliorate …
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[da Pikaia, con un bel commento di M.Mandrioli] Sulla
rivista Evolution, Education & Outreach un interessante saggio di Eugenie
C. Scott e Glenn Branch sul termine
"Darwinismo":
“Don’t
call it Darwinism” [“Per favore non chiamatelo Darwinismo”]:
L’articolo, molto interessante, mette in evidenza il fatto noto che solo gli
antievoluzionisti usano spesso questo termine ormai superato, forse credendo
che non si sia scopart niente di nuovo neghl ultimi 150 anni. Ovviamente è
falso; correttamente compaiono ultimamente soprattutto articoli dal titolo
“Quello che Darwin non conosceva” piuttosto che dal titolo “Quello che Darwin
ha sbagliato”, come ha purtroppo fatto The New Scientist (“Darwin was
wrong”), copiando
titoli di articoli di antievoluzionisti islamici o evangelici; per fortuna il National
Geographic aveva
aggiunto un punto di domanda…
Appunto per questo Scott e Branch raccomandano di evitare assolutamente il
termine “darwinismo” per indicare invece la biologia evoluzionistica, che ogi
è ovviamente ben diversa rispetto alla teoria di Darwin di un secolo e mezzo
fa.
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[da Pikaia] Segnalo questo numero speciale
(Darwin
turns 200) della
rivista ScienceNews interamente dedicato al bicentenario della
nascita di Darwin. Nei diversi articoli, tutti liberamente
accessibili, sono trattati vari aspetti della teoria dell'evoluzione. Buona
lettura!
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[da Pikaia] Sono disponibili in rete i primi due numeri
del 2009 della rivista Journal
of Evolutionary Biology. Tutti gli articoli
sono liberamente accessibili:
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Volume 22 Issue 2 - February 2009 (231-434)
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Volume 22 Issue 1 - January 2009 (1-229)
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29/1/09-UK
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[da Leucophea] Si cita uno stimolante articolo di Dawkins su Free
Inquiry: “The power
of Darwin”
, che merita una visita o meglio una lettura. Abbastanza coinvolgente e sconvolgente (per qualcuno…) la frase “It is mainly its power to simulate the illusion of
design that makes Darwin’s theory seem threatening to a certain kind of
mind. The same power constitutes the most formidable barrier to understanding
it. People are naturally incredulous that anything so simple could explain so
much. To a naïve observer of the wondrous complexity of life, it seems
self-evident that it must be intelligently designed. But intelligent design
(ID) is the polar opposite of a powerful theory: its explanation ratio is
pathetic”.
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28/1/09-IT
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Ancora un articolo sul francobollo commemorativo di Darwin … dove
fanno notare ancora un errore…: manca, se non è nascosta dalla folta
capigliatura di Darwin, la prima parola del titolo della sua opera principale
“On the evolution of species”; manca poi, se si vuole essere pignoli… , anche
" … by means of Natural Selection”. Peccato
che ci siano almeno un errore e mezzo anche nell’articolo … oltre al dubbio
iniziale sulla filogenesi umana…
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27/1/09-IT
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Probabilmente
nessuno si stupirà … ma il numero delle Scienze di febbraio (indice) è dedicato a Darwin. Se ne parla in un
articolo nel sito della rivista
(“La
potenza di un'idea”). Belle la
frase iniziale (“L'evoluzione è così semplice -
dice David Lee Hull, filosofo della Northwestern University - che chiunque
può fraintenderla”) ma soprattutto la citazione finale, poco nota, di
comportamenti razionali di persone abbastanza autorevoli e coraggiose di 140
anni fa (“nel 1875 - come racconta Telmo Pievani
nell'articolo Darwin, l'Italia e gli italiani - Vittorio Emanuele II nominava
Charles Darwin socio straniero dell'Accademia dei Lincei. Come cambiano i
tempi...”).
Certo la data evoca Porta Pia … ma comunque i tempi cambiano decisamente
troppo … se qui, insieme a molti altri che non apprezzano
l’importanza e la razionalità di Darwin, vediamo anche il direttore di un TG
… con quelli che sembrano essere gli “editori di riferimento” che ogni
giornalista deve frequentare e rispettare.
Sarà utile che tutti loro leggano bene entro il 12 febbraio il libro
allegato al fascicolo delle Scienze di febbraio: “Al di
là di ogni ragionevole dubbio. La teoria dell'evoluzione alla prova
dell'esperienza”, di Sean B.Carroll. Eviterebbero figure imbarazzanti per le
istituzioni che rappresentano.
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Anche a Morbegno numerose iniziative, con la partecipazione di
L.Pozzi e di M.Ferraguti, e anche una mostra dell’IDCDI su Darwin, oltre ai collegamenti con il museo
di Storia Naturale di Milano per seguire le iniziative del Darwin Day.
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Impressionante
l’elenco delle iniziative previste durante il Darwin Year a Ferrara e a Firenze. Incredibile è la qualità e la qualità del
materiale informativo che potrebbe essere memorizzato e archiviato per essere
messo a disposizione di chi avrà la possibilità o la necessità di ribattere
agli antievoluzionisti o dialogare con loro senza perdere di vista le
differenze che tuttora sono presenti ed evitando le trappole più comuni e i
salti illogici fra il mondo reale e quello senza vincoli delle idee . I cento
anni che ci separano dal prossimo centenario sono proprio tanti, e sarebbe una bella idea progettare un Darwin
century e approfittare del 2009 per registarare ed archiviare i video
delle conferenze previste: (basta una digitale con possibilità di
registrarli).
Lo stesso anniversario della morte (2082) non è per niente vicino. Sarebbe
indispensabile poter creare anche in Italia un archivio di video imponente
come quello che ormai è stato creato in inglese.
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Il Museo
regionale di scienze naturali di Torino presenta
alcune iniziative darwiniane che si svolgeranno in febbraio:
· Lunedì 19/2: Conferenza
"Chi ha paura di Darwin?" con
C.A.Redi
· Mercoledì 21/2: Convegno
"Darwin oltre i confini"; con Paolo
Bertinetti, Aldo Fasolo, Michele Luzzatto, Laura Mollea, Carlo Pagetti e
Carlo Augusto Viano
· Domenica 25/2: "L'uomo e le
scimie. Lezione pubblica" Una
rievocazione della conferenza tenuta a Torino nel 1864, in cui De Filippi, per primo in Italia, si espresse a favore del
pensiero darwiniano.
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26/1/09-USA
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[da EvolutionBlog] Su The New Republic un ottimo articolo
di Jerry Coyne
(“Seeing and
Believing”) con la recensione di due recenti
libri di Karl Giberson (“Saving Darwin: How to be a Christian and Believe
in Evolution”) e di Ken Miller (“Only A Theory: Evolution and the
Battle for America's Soul”), biologi che cercano di conciliare la teoria
dell’evoluzione con il soprannaturale. J.Coyne già
dal sottotitolo sembra far capire le conclusioni: “The never-ending attempt to reconcile science and
religion, and why it is doomed to fail”.
”A true harmony
between science and religion requires either doing away with most people's
religion and replacing it with a watered-down deism, or polluting science
with unnecessary, untestable, and unreasonable spiritual claims”.
La conclusione di J.Coyne è drastica
:
“This disharmony is a dirty
little secret in scientific circles. It is in our personal and
professional interest to proclaim that science and religion are perfectly
harmonious. After all, we want our grants funded by the government, and
our schoolchildren exposed to real science instead of creationism. Liberal
religious people have been important allies in our struggle against
creationism, and it is not pleasant to alienate them by declaring how we
feel. This is why, as a tactical matter, groups such as the National
Academy of Sciences claim that religion and science do not conflict. But
their main evidence--the existence of religious scientists--is wearing
thin as scientists grow ever more vociferous about their lack of faith.
... Attempts to reconcile God and evolution keep rolling off the
intellectual assembly line. It never stops, because the reconciliation never
works”.
Certo è difficile che il convegno in Vaticano
possa portare a dimostrare invece che il dialogo sia utile ad ambedue.
D’altronde lo stesso J.Coyne indica come distinguere fra i diversi
evoluzionisti:
“Although Giberson and Miller see themselves
as opponents of creationism, in devising a compatibility between science and
religion they finally converge with their opponents. In fact, they exhibit
at least three of the four distinguishing traits of creationists: belief in
God, the intervention of God in nature, and a special role for God in the
evolution of humans. They may even show the fourth trait, a belief in
irreducible complexity, by proposing that a soul could not have evolved, but
was inserted by God”.
Miller e Giberson hanno poi pubblicato i loro commenti alle
critiche in una
pagina web
nel sito di The Edge, insieme ai
commenti di altri interessati al problema, come D.Dennet e L.Krauss. Giorno
dopo giorno il dibattito si è allargato e si è arricchito di contributi,
diventando sempre più interessante.
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26/1/09-VA
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Intervista (“Tra fede e scienza,
occorre un incontro sulle frontiere”) all’agenzia vaticana Zenit di
mons.Ravasi sul convegno che si terrà in marzo sull’evoluzione biologica (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”).
Si dovrebbe contestare uno dei due motivi che vengono proposti da mons.Ravasi
come causa del convegno : “la dimensione scientifica
ha provocato ripetutamente in questi ultimi tempi la dimensione religiosa”,
dato che non ci sono motivi che lo giustifichino, a meno che con “ultimi
tempi” non ci si riferisca a 150 anni: è difficile negare che l’impegno
degli scienziati sia dedicato prevalentemente al loro lavoro, la ricerca
scientifica, di cui si vedono (e si usano) i risultati. Non hanno molto tempo
per provocare
Certo non possono non difendere il loro lavoro e la razionalità di fronte a
dichiarazioni critiche verso il metodo scientifico e le scoperte scientifiche
che tutti oggi utilizzano per sopravvivere. Purtroppo non son eventi rari,
anche se per fortuna raramente si raggiungono elevati livelli di emotività e
di scarsa conoscenza del problema con critiche che, come questa molto autorevole, “si
risolvono il più delle volte soltanto con delle battute e alcune volte
persino con delle ironie”, come ammette mons.Ravasi..
Mons.Ravasi cerca perfino di giustificare questi comportamenti irrazionali
spiegando che sono soprattutto problemi che dovrebbero risolvere senza aver
bisogno di uno scienziato: ammette infatti che spesso un teologo o un
filosofo vede i ricercatori come “persone che
vogliono costruire dei nuovi mostri”; c’è quindi soprattutto il
vecchio problema che già nel 1988 aveva inutilmente indicato GP2 nella lettera a
P.Coyne, che
mons.Ravasi ben conosce ma non sempre cita.
La scarsa conoscenza e competenza nei problemi scientifici fa sorgere seri
dubbi sul ruolo che mons.Ravasi vorrebbe attribuire OGGI alle università
pontificie (si sa che fra tutte dispongono di un unico docente di scienze naturali, che fra l’altro non sembra nemmeno coinvolto
in questo convegno).
Dato che siamo in una situazione
in cui accade che rettori di università pontificie sostengano anche
discutibili iniziative critiche, è evidente che mons.Ravasi abbia dovuto
coinvolgere nella preparazione del convegno addirittura la lontana Università
Cattolica USA di Notre Dame, forse grazie al fatto che si era distinta con
una immediata e ben motivata critica (“Darwinism
and Catholicism should be compatible”) allo sconcertante intervento pro-Intelligent
Design del card. Schönborn nel luglio del
2005.
Sicuramente l’avrà colpito che in quell’università si festeggia … il Darwin
Day (“Happy
belated birthday, Darwin!”) proprio come
fanno gli scienziati ma anche gli atei
in Italia e altri cristiani in migliaia di chiese
protestanti USA (no, negli USA non c’è solo l’Intelligent Design…ma anche il Clergy
Letter Project).
In Italia purtroppo quasi solo don TanzeIIa Nitti e F.Facchini (“Evoluzione e creazione” del 16/1/06) avevano
ritenuto necessario intervenire criticamente e autorevolmente, magari
perfino dalle pagine dell’Oss.Romano.
Giustamente mons. Ravasi raccomanda quindi ai partecipanti al convegno di
attivare soprattutto la capacità di ascolto e la verifica previa delle
conoscenze (forse per evitare i gravi – e imbarazzanti - errori di
interpretazione basati proprio sull’ignoranza) ma ammette di partire comunque
da una impostazione che tende a ridurre l’importanza dei meccanismi che
spiegano la realtà biologica, negando che ciò sia necessario per rendere oggi
credibile chi da secoli si accontenta di fornire spiegazioni sempre valide
indipendentemente dai meccanismi che solo gli scienziati oggi cercano di
scoprire.
Desta qualche preoccupazione invece che, dopo che il prof.Leclerc aveva chiarito
nella conferenza
stampa del 16/9/08 che
intenzionalmente non si invitavano al convegno i creazionisti USA
dell’Intelligent Design (“A tali confusioni ha pure
contribuito una posizione abbastanza recente come quella del cosiddetto "Intelligent
Design"), nell’intervista di oggi si prospetta
invece la possibilità di un ulteriore convegno solo con loro, e si fa capire
che la Chiesa voglia porsi in una posizione intermedia fra due posizioni “estreme”
che si intendono criticare (“Pensiamo ad esempio
a tutta la corrente americana del cosiddetto “creazionismo” che ha certamente
una sua visione e che in futuro
potrebbe essere anche oggetto di un altro
confronto serrato”)!
Non è da escludere che il ripensamento sia in qualche modo obbligato, viste
le diverse posizioni del Papa (sintetizzate il 23/9/08, forse senza il
permesso dell’autore, da uno degli organizzatori del convegno:
“La riflessione di Joseph
Ratzinger sull’evoluzione”) e del direttore del progetto STOQ (sconcerta
la lettura del suo articolo
“A New Arms
Race”, del
3/8/2006; anche qualche mese fa, il 12/7/08, G.AuIetta esprime chiaramente le
sue idee sulla serietà, l’importanza e l’utilità della biologia evolutiva nel
mondo attuale:
“Noi cattolici non dobbiamo fare l'errore
gravissimo di prendere ciò che questi signori [?!] ci dicono come se
fosse “la teoria dell'evoluzione”. Questo è proprio l'errore che noi a volte
compiamo, cioè prendere sostanzialmente per buono quello che i nostri
avversari [?!] ci dicono, come se fossero teorie definitive, e come se la
loro interpretazione ideologica fosse “la teoria” … Le cose che si possono effettivamente dimostrare in scienza
sono molto poche [?!]”).
E’ probabile che il “molto poche” sia una
valutazione comparativa rispetto alle tantissime cose che le diverse teologie
[umane] oggi riescono a spiegare … con grande fantasia e facilità.
Interessante comunque e positivo il fatto che mons.Ravasi non abbia pensato
di inserire Teilhard de Chardin fra la Chiesa e la scienza. La revisione del
giudizio su TdC è ormai solo un
problema della Chiesa, un brutto problema che conferma l’impossibilità di
dialogo con “persone che vogliono costruire dei
nuovi mostri” … o dei nuovi martiri; in questo caso è avvenuto con un
gesuita, uno di famiglia quindi, con particolari competenze che cercava
inutilmente di utilizzare per contribuire allo sviluppo culturale dei suoi
confratelli.
Lascia un po’ perplessi la parte
iniziale dell’intervista, in cui si evidenzia qualche problema a ritenere che
la scienza faccia parte della cultura umana; ormai sono 400 anni che
G.Galilei ha aperto una strada che non è quindi certo nuova per l’evoluzione
culturale umana, ma la Chiesa sembra sempre stupita: “Il Dicastero stesso [che presiedo] avendo come propria insegna la
cultura, la considera nella forma ormai
contemporanea.
La cultura non è infatti solo la
dimensione artistica intellettuale, umanistica, ma considera molte discipline che hanno ormai delle risonanze all'interno
dell'esperienza sociale ed umana, come facenti parte dell'interesse stesso
della cultura. Sappiamo d'altra parte che adesso
la categoria cultura è diventata una categoria trasversale che quindi
attraversa le esperienze fondamentali dell'uomo nella loro
capacità di riflessione, quindi di
un'interpretazione della realtà. La
scienza è sicuramente sul podio, sulla tribuna all'interno della cultura
contemporanea, quindi richiede un confronto, un'attenzione da parte di chi,
appunto ha come referente la cultura”.
Si rimane poi stupiti nel leggere che la realtà sia interpretabile anche solo
con la capacità di riflessione … e che la scienza abbia un ruolo “all'interno della cultura contemporanea”. Triste
come ci si dimentichi senza imbarazzo di abati e religiosi come
Spallanzani, Stoppani, Mendel, ecc. che un tempo potevano senza paura [di
ricevere un Monitum] partecipare all’evoluzione culturale umana pre-contemporanea.
Per fortuna almeno gli scienziati apprezzano tuttora il fatto che questi
religiosi non si accontentassero della “capacità di
riflessione”, ma si sporcassero le mani con la sperimentazione.
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25/1/09-IT
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(ANSA) - ROMA, 25 GEN -
Celebra i 200 anni dalla nascita di Charles Darwin la grande mostra che si
apre a Palazzo delle Esposizioni il 12 febbraio. Intitolata
'Darwin
1809-2009', ricostruisce attraverso opere
d'arte, materiale documentario, pubblicazioni, la biografia avventurosa del
naturalista inglese, la cui teoria e' diventata pietra miliare del pensiero
scientifico. La mostra si inaugurera' a chiusura del convegno
'Il mondo
dopo Darwin', organizzato dall'Accademia dei Lincei per l'11 e il 12/2.
Se ne parla anche nel sito on line di “La Tecnica
della Scuola”
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24/1/09-IT
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Nel mondo stanno
sorgendo ogni giorno nuove iniziative per permettere a chiunque di informarsi
e mantenersi aggiornato sull’importanza del contributo di Darwin
all’evoluzione culturale umana e in particolare alla biologia ed una
spiegazione naturalistica dei meccanismi di funzionamento dell’unico mondo in
cui viviamo.
L’occasione del bicentenario rende sempre più difficile trovare
giustificazioni per chi, senza una preparazione adeguata, incappasse in
qualche errore nel cercare di criticare, correggere, approfondire e
perfezionare le scoperte di Darwin, magari pensando di poterlo fare meglio di
quanto già hanno fatto migliaia di scienziati negli ultimi 150 anni.
Una scusante tuttora valida potrebbe però essere quella della lingua e dei
costi. Effettivamente sono in inglese molti dei siti internet che permettono
oggi di vedere documentari che spiegano i fatti e le idee sull’evoluzione
biologica e umana o di leggere on line e gratuitamente quasi tutti i testi originali darwiniani.
Testi che sono davvero tantissimi … una situazione ottimale per gli storici
della scienza che possono ricostruire quasi ogni sua giornata e ogni suo
pensiero, ma una spiacevole sorpresa per chi pensava che potesse rimanere la
possibilità di non dire qualche sciocchezza sperando di non essere smentito
da una qualche citazione tratta o dai libri o dalle lettere o dagli appunti scritti da Darwin.
Puo’ essere utile sapere quindi che sono disponibili gratuitamente in
italiano, nel sito
Liber Liber, tutti i più importanti libri scritti da
Charles Darwin. Per i suoi critici improvvisati (e squattrinati) è
un’occasione importante per dedicare il 2009 ad un’attività culturalmente
esaltante ma purtroppo oggi insufficiente e quindi inutile.
Infatti prima di poter criticare Darwin (in modo credibile) è oggi necessario
studiare soprattutto come sia avvenuto che nei successivi 150 anni i
biologi abbiano poi approfondito e modificato le idee e le ipotesi a cui
Darwin era arrivato sulla base delle conoscenze della biologia dell’ottocento.
E’ interessante notare come molti di coloro che oggi cercano di criticarlo
sembrino ignorare che ai suoi tempi queste conoscenze fossero molto
limitate.
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23/1/09-IT
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Purtroppo sembra che,
nonostante quanto stia avvenendo in Texas … e probabilmente in tutti gli USA
(il nuovo presidente USA ha promesso un rilancio della ricerca scientifica: “riporteremo la scienza al
rango che deve essere il suo” e una minore influenza politica dei
battisti del sud, essendo gli USA “una
nazione di cristiani e di musulmani, di ebrei, di indù e di non credenti”), un gruppo di
evangelici italiani che gestisce il sito ICN-News sia cascato oggi
nella trappola di un nuovo progetto ben poco intelligente gestito dal
Discovery Institute.
Probabilmente altri (i cattolici italiani sembrano vaccinati rispetto
all’Intelligent Design USA, anche se molti di loro avrebbero bisogno di
ulteriori e continui “richiami”) riprenderanno le astute (purtroppo così
paiono … ma solo a chi non capisce molto di scienza) idee e parole d’ordine
che ritroviamo, in italiano, in un loro articolo di oggi (“Giornata della libertà
accademica 2009”)
.
E’ deprimente vedere che, seguendo proprio le ultime strategie del Discovery
Institute (commentate qui in un
blog),
inconsapevolmente arrivano al punto di strumentalizzare addirittura una frase
di Darwin (“Si può ottenere
un risultato equo solo se illustriamo e confrontiamo i fatti e gli argomenti
di tutt'e due le facce di ogni problema") estratta dal
contesto che ne giustifica la razionalità, per poter addirittura attribuire a
Darwin la confusione che loro fanno fra problemi che appartengono a piani
diversi, fra realtà che devono essere affrontate con strumenti e metodi di
indagine del tutto diversi.
E’ impressionante verificare come la frase di Darwin che invita ragionevolmente
a considerare sia i FATTI a favore che quelli contrari (come prevede
il metodo scientifico) venga usata impropriamente per sostenere che gli
studenti avrebbero il diritto di “di parlare contro la censura” e di “discutere a favore o contro la teoria dell’evoluzione”.
Seguendo ciecamente i profeti dell’ID, si rischia di non accorgersi dei
difetti e della poca serietà delle loro strategie; sembra incredibile, ma non
si accorgono che mai nessun FATTO potrebbe sostenere uno dei tanti
miti creazionisti, per cui Darwin non poteva certo sostenerli.
Apparentemente una strategia simile di confusione fra piani di conoscenza
diversi sembrerebbe facilmente attuabile anche nel prossimo convegno di marzo
in Vaticano (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”), che lascia
poco spazio agli aspetti e al metodo scientifico, a differenza del convegno
sull’evoluzione avvenuto nel 1984.
Non so se ci si può ancora illudere che mons.Ravasi creda ancora nella
separazione fra il “metodo scientifico” (che l’umanità ha scoperto da pochi
secoli…) e il collaudato ma incerto “metodo teologico”, ambedue non
applicabili in contesti non adeguati.
Solo 3 anni fa il 5/10/2005, in un’intervista) mons. Ravasi era stato fin
troppo chiaro (“Le critiche alla teoria
evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei
teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito”), ma quel
semplice concetto incomprensibilmente non era stato più da lui ripreso con
tale chiarezza …
Se anche in Italia qualcuno proverà a usare spudoratamente la frase di Darwin
proprio per offenderlo e umiliarlo, sarà importante far sapere che la frase
originale è chiaramente inserita in un contesto che non lascia
assolutamente spazio alla possibilità assurda che Darwin pensasse al
confronto fra dati scientifici e dati di fede, anche perché dai teologi
non viene alcun dato, come ben sapeva (nel 2005) anche mons.Ravasi … e alcuni non hanno difficoltà a dimostrare
spiritosamente come siano un po’ confusi e poco prudenti.
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Come viene
spiegato in questa pagina web (“Academic
Freedom Day and A Fair Result”), Darwin
spiegava nell’introduzione di aver avuto poco tempo e di non aver messo molti
dati critici nel suo libro del 1859 sull’origine delle specie, un veloce
lavoro di sintesi che non utilizzava tutta l’enorme quantità di dati che
aveva considerato, sia quelli pro che quelli contro le sue ipotesi.
Incredibile anche verificare che non tutti sappiano che non siamo più nel
1859: l’uso di questa frase di Darwin sorvola infatti sui 150 anni di lavoro
di migliaia di ricercatori che hanno raccolto soprattutto conferme delle
principali idee di Darwin, che ovviamente erano a quel tempo insufficientemente
supportate da prove.
Bisogna essere almeno ciechi per non vedere che la situazione attuale è ben
diversa … per cui sembra strano che qualcuno accetti di seguire le indicazioni di persone evidentemente incompetenti e tendenziose, come si è dimostrato il
responsabile del poco fortunato film “Expelled”.
E’ sconcertante e masochista che qualcuno cerchi di utilizzare conoscenze
scientifiche ormai superate per difendere spiegazioni della realtà basate su
preconcetti ideologici che difficilmente reggerebbero al confronto con le
conoscenze scientifiche attuali.
Sarebbe ancora più tragico se nel convegno di marzo, dopo aver
ascolato, senza poterle contestarle né discutere, le scoperte fatte
nell’ultimo secolo sull’evoluzione biologica, si cercasse di concludere che
lo sviluppo di conoscenze che hanno rivoluzionato l’intera cultura umana non
possono modificare tradizioni che notoriamente gli esperti dei sacri testi
riconducono alla cosmogonia
babilonese; è
sufficiente consultare alcune tavolette, in biblioteca per dimostrarlo. A Ninive.
Cosmogonia babilonese contro la scienza umana attuale! Marduk contro Darwin e
le migliaia di esperti eredi! Un contrasto dall’esito incerto?! [Possiamo
ritenere meritato un ulteriore
diluvio universale…?!]
“Tante grazie, non abbiamo alternative serie, ma non ci interessa”
sarebbe una conclusione irrazionale ma anche sicuramente inadeguata al
momento attuale dell’evoluzione culturale in occidente.
Un primo tentativo di discutere di questi problemi in novembre nel convegno
organizzato dall’Accademia delle Scienze non aveva prodotto risultati degni
di nota.
L’organizzatore aveva perfino - inutilmente - richiesto di
presentare al convegno
“un contributo scientifico che possa confermare
o, al contrario, confutare le teorie sull’evoluzione”.
Gli speranzosi creazionisti biblici della scuola francese si erano illusi di
poter finalmente trovare qualcuno che avrebbe dato loro ascolto se avessero
portato le loro prove … ma non avevano potuto partecipare … e han dovuto
chiedere ospitalità per il loro convegno davvero creazionista al tempio del
sapere scientifico romano (attuale)… l’università di Roma La Sapienza …. E
così nessuno ha potuto confutare la teoria dell’evoluzione.
Un grande successo, ma forse non era quello desiderato, per cui non si è
fatta pubblicità alla conferma indiretta dell’unica teoria dell’evoluzione
che oggi è utilizzata, studiata, e magari anche modificata, dagli esperti.
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Negli USA, al
tentativo del Discovery Institute di organizzare, nell’ambito della sua nuova
strategia, un
parodistico Academic Freedom Day, che qualche integralista protestante
cerca acriticamente di proporre anche in Italia, si contrappone (ma solo come
parodia) la proposta dell’Alliance for Science di sponsorizzare una commemorazione
alternativa, l’Academic
Free-for all Day; si prevede
di rilanciare, sulla base di convizioni personali oggettive e facilmente
dimostrabili [per dimostrare che è il sole che gira intorno alla terra
basta aprire la finestra e verificare che la posizione del sole cambia dal
mattino e alla sera!], le contestazioni a ipotesi – in questo caso anche
errate - che hanno eliminato concezioni tradizionali ben consolidate: “Geocentrists Unite! Reject the stifling domination of the Copernican
Worldview! Copernicanism
is just a fancy cover-up for old-fashioned pagan Sun worship. From Sun
worship, it's only a few more steps in the downward spiral leading to devil
worship, cannibalism, and other social evils like talking loud in the movie
theater.”
Ovviamente è ancora più facile
dimostrare che nella stessa giornata, mentre il sole girava tranquillamente
intorno alla terra (no … ora non è più piatta…), nessuna nuova specie
sia comparsa; questo dimostrerebbe che anche l’evoluzione sarebbe un’idea
sciocca e magari pericolosa … speriamo che la sostituzione di Bush con Obama
(che nei 20 minuti del discorso
inaugurale ha trovato
anche il tempo per dire
“we will restore science to it’s rightful place”)
contribuisca a suscitare … una salutare riflessione …
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23/1/09-USA
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[da Pikaia] La New York Academy of Sciences dedica l'ultimo fascicolo del NYAS
Magazine alle
celebrazioni darwiniane. Articoli interessantissimi; in particolare una selezione di alcune
frasi Darwin sulla selezione
naturale,
l’editoriale del Presidente (Evolution in
Thought & Deed) e un
articolo (“Darwin's
Descendants”), in cui
by Janet Browne, Paul Ekman, Stuart Kauffman, Lord Robert May, Massimo
Pigliucci e Charles Raison dimostrano come siano stati bravi e molto
efficienti gli eredi di Darwin.
·
La commissione
didattica nazionale del Texas (Texas State Board of Education) ha
eliminato dai nuovi programmi scolastici di scienze la provocatoria frase con
cui si raccomandava agli insegnanti di insegnare “i
punti di forza e di debolezza” della teoria dell’evoluzione. La frase,
introdotta nella precedente revisione, serviva solo a garantire la
possibilità di insegnare (senza rischi di licenziamento) ipotesi non
scientifiche nelle ore di scienze.
La notizia viene riferita nel sito web del NCSE ("Weaknesses"
removed from Texas science standards). Il successo è stato ottenuto soprattutto
grazie all’iniziativa della 21th Century Science Coalition di raccogliere 1365 firme di soli scienziati (di cui 588 sono docenti delle facoltà di
scienze del Texas!) che raccomandano al Board of Education di non scherzare
sui programmmi scolastici, un fattore determinante per il futuro della
nazione (se ne parla nel blog
Panda’s Thumb):
Scientists for a
Responsible Curriculum in Texas Public Schools
A strong science curriculum is an essential part of a
21st-century education and should be based on established peer-reviewed
empirical research. In 2008-09 the State Board of Education is revising the
Texas Essential Knowledge and Skills (TEKS) curriculum standards for the sciences.
Scientifically sound curriculum standards must:
·
acknowledge that instruction on evolution is vital to
understanding all the biological sciences;
·
make clear that evolution is an easily observable
phenomenon that has been documented beyond any reasonable doubt;
·
be based on the latest, peer-reviewed scholarship;
·
encourage valid critical thinking and scientific
reasoning by leaving out all references to “strengths and weaknesses,” which
politicians have used to introduce supernatural explanations into science
courses; and
·
recognize that all students are best served when
matters of faith are left to families and houses of worship.
We,
therefore, call on the Texas State Board of Education to approve science
curriculum standards that prepare Texas students to succeed in the 21st
century.
·
Anche il National
Geographic nel numerosi febbraio si è rcordato dell’anniversario della
nascita di Darwin, con due articoli, uno di D.Quammen
(“Darwin's
First Clues”) e l’altro
di Matt Ridley
(“Modern
Darwins”), in cui
si immagina quanto sarebbe contento se potesse verificare il successo delle
sue idee, oggi depurate dai limiti delle conoscenze scientifiche del suo
tempo. In particolare si evidenzia l’importanza della scoperta (Watson e
Crick, 1953) di come la struttura del DNA giustifichi i meccanismi genetici
proposti da Mendel.
·
Da notare come il numero
speciale di Lancet su Darwin (citato il 24/12) sia ora integralmente
disponibile
liberamente on line e in un formato davvero
accattivante (manca solo il fruscio e l’odore delle pagine stampate…).
Altre riviste con numeri speciali sull’anniversario sono linkate in una pagina
dell’NCSE
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22/1/09-UK
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Il documentario in
tre parti di R.Dawkins “The Genius of Charls Darwin” ha vinto oggi il
premio 'Best
Documentary Series' al British
Broadcast Awards 2009. Presto
dovrebbe uscire la versione in DVD, ma già ora lo si può vedere come somma di
spezzoni video di bassa qualità su You Tube. Qui un’intervista
a R.Dawkins sul
documentario.
·
Sembra però che
perfino nella patria di Darwin, in Gran Bretagna, gli esperti di francobolli
(in questo caso si tratta di privati) non sospettino di quanto sia errata,
come modello dell’evoluzione umana, l’immagine della “marcia del progresso”. E’ infatti
rappresentata in questa cartolina
commemorativa del
bicentenario darwiniano creata da una ditta privata.
A differenza degli esperti italiani, almeno hanno disegnato (per chi lo sa
notare) un gibbone brachiatore e non un quadrupede come primo elemento della
“marcia”.
I francobolli inglesi invece preferiscono non dare
indicazioni che potrebbero essere errate.
·
Ed ora, secondo un
articolo comparso oggi su Nature, sembra che anche l’Antartide si stia
scaldando, anche se forse un po’ meno dell’Artico (“Warming of
the Antarctic ice-sheet surface since the 1957 International Geophysical Year”).
·
Sono sempre
benvenuti i contributi di chi vuole dimostrare le evidenti e importanti
relazioni fra i progressi della medicina (che interessa a tutti, anche ha chi
non si fida della scienza) e la teoria che spiega i meccanismi
dell’evoluzione biologica (che sembra interessino a pochi). Il 29/1, al
Circolo della Stampa di Milano, verrà presentato “Darwin contro il cancro”, un libro di F.Colotta (direttore
Ricerca e Sviluppo del Centro Ricerche di Nerviano del Nerviano Medical
Sciences) che intende rispondere alla domanda: “Può
la teoria dell'evoluzione biologica indicare la strada per migliorare la
prevenzione e il trattamento del cancro?”.
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22/1/09-DE
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[da Leucophea] Un
articolo di Der Spiegel (tradotto in inglese come “Has Darwin
Failed?”) in cui si
affrontano i problemi del rapporto fra scienza, evoluzione e religione. Anche
qui appare (come succede sempre più spesso da un po’ di tempo,) l’idea della
religione (o meglio delle religioni) come prodotto dell’evoluzione biologica
e culturale umana, appoggiando qundi una visione naturalistica di un aspetto
della cultura che si vorrebbe sfuggisse agli strumenti di analisi degli
scienziati. All’articolo sono allegate alcune immagini e alcuni istogrammi che riportano i risultati di indagini svolte in
diversi paesi europei e in USA e Messico.
Interessante vedere come gli USA (70%) e il Messico (80%) risultino
prima dell’Italia (51%) come fede incrollabile nell’esistenza di Dio.
Interessante l’aumento dal 9 al 14% dei cittadini USA che (fra il 1982 e il
2008) credono che l’uomo si sia sviluppato da specie precedenti senza
interventi divini. A questo proposito è importante ricordare che negli ultimi
anni le principali prove dell’evoluzione, anche umana, vengono da laboratori
USA …
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22/1/09-US
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Sta continuando
nel Texas la discussione sulla riforma dei programmi scolastici di scienze
per la parte che riguarda temi con una forte componente ideologica o religiosa.
La discussione è ovviamente monitorata dal sito del NCSE (“What's next
for Texas science standards?”) dove
si cita un articolo del New York Times che aggiorna sulla situazione
(“In Texas, a
Line in the Curriculum Revives Evolution Debate”)
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22/1/09-VA
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In preparazione al
prossimo convegno su Darwin, oggi conferenza all’Università Gregoriana di
F.Giorgi di Pisa: “Sintesi
Neo-darwiniana: radici storiche e problemi aperti”
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22/1/09-IT
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ll francobollo italiano per festeggiare il
bicentenario darwiniano contesta … il modello di evoluzione delle specie
proposto da Darwin.
Nel nuovo francobollo, mostrato in questo articolo dell’ANSA (“ARRIVA IL
FRANCOBOLLO ITALIANO PER DARWIN”) compare
infatti una rappresentazione del processo evolutivo umano che sconfessa non
solo l’attuale rappresentazione dell’evoluzione umana, ma addirittura il
generico schema evolutivo “a corallo” che
Darwin aveva intuito e che lui stesso aveva disegnato nel 1837 in un suo
taccuino, accompagnato dalla prudente frase “I
think”.
Lo schema purtroppo è ben noto, è facile da trovare anche in internet, ed è
spesso utilizzato di solito da chi, cercando di nascondere i tentativi di
evoluzione falliti e le linee evolutive scomparse, cerca di appoggiare
l’idea, del tutto non coerente con i dati scientifici, che l’evoluzione, e in
particolare l’evoluzione umana, abbia seguito un percorso prestabilito per
arrivare ad un obiettivo prestabilito.
Speriamo che il prof.Capanna nell’opuscolo (che purtroppo non verrà allegato
ad ogni francobollo) chiarisca le pericolose conseguenze della diffusione nei
neuroni degli italiani di questo modello errato di un processo evolutivo.
Ecco qui il modello di
evoluzione proposto da Darwin, ben
diverso da quella che S.J.Gould definiva la “marcia
del progresso” che vediamo nel francobollo, e qui possiamo controllare come siano diversi gli
schemi “a cespuglio” che rappresentano
oggi più correttamente il percorso che ha portato anche alla nostra specie;
sono evidenti nei modelli attuali i percorsi evolutivi che non hanno avuto
successo e la presenza a volte contemporanea di diverse specie. NON si è
trattato, né per l’uomo né per altre specie animali e vegetali, di un
processo lineare come quello raffigurato nel francobollo. Speriamo che un
eventuale francobollo commemorativo vaticano eviti una rappresentazione del
processo evolutivo che sarebbe accettabile forse solo da chi crede
nell’Intelligent Design USA, una ipotesi che il Vaticano, anche con articoli
sull’Osservatore Romano, ha sempre rifiutato.
Qui, in
un articolo
tratto da Pikaia, una
contestazione di M.Sala verso questa rappresentazione errata dei percorsi
evolutivi.
[Da anni cerco di far capire,
spesso inutilmente, a studenti universitari (forse abituati fin da piccoli a questa
false rappresentazione dell’evoluzione umana) che il bipedismo umano non può
derivare da un precedente quadrupedismo ma da una precedente locomozione per
brachiazione, l’unica modalità di locomozione che crea le precondizioni
(exaptations) necessarie per la locomozione bipede. Dopo questo francobollo
sarà sempre più difficile convincerli del motivo razionale per cui l’uomo
oggi non ha la coda …]
In fondo però non ci si dovrebbe arrabbiare
troppo se si usano immagini errate ma “familiari”; è usata perfino dalla fondazione Leakey, che da decenni finanzia ricerche sulle diverse
linee evolutive umane in Africa ….
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21/1/09-IT
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La Stampa
dedica un’intera pagina al prossimo bicentenario della nascita di Darwin, con
un’intervista ad Odifreddi
(“Darwin, il
nostro eroe”) e una
utilissima (sono tanti i medici incoerentemente antievoluzionisti…) citazione
(“Anche le
scoperte dell’oncologia confermano la sua rivoluzione”) del libro di un oncologo, F.Calotta,
direttore Ricerca e Sviluppo del Centro Ricerche di Nerviano del Nerviano
Medical Sciences. Il 29/1, questo libro (“Darwin contro il cancro”) verrà presentato al Circolo
della Stampa di Milano.
Il libro ci ricorda come Darwin abbia solo dato inizio, con le sue ipotesi
poi confermate e aggiornate, un progetto di ricerca che si è poi esteso fino
a coprire tutto quanto riguarda gli esseri viventi, e quindi ovviamente le
sue idee anno rivoluzionato anche la medicina, favorendo quell’allungamento
della durata della vita che ha portato (purtroppo …) all’attuale enorme
diffusione delle malattie degerative, molto meno diffuse, per ovvi motivi,
anche solo 200 anni fa.
·
Ormai si avvicina
il momento dell’anniversario darwiniano e le iniziative culturali si
moltiplicano in tutta Italia. Può essere importante programmare i propri
impegni per tempo, consultando
il
calendario messo a disposizione nel sito web di PIKAIA.
Da evitare putroppo il link ai Darwin Day nel sito della rivista Darwin. Sono rimasti un po’ indietro …
Domani riprendono a Milano, al Museo di Storia Naturale, anche gli Happy Hours
evoluzionistici.
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20/1/09-USA
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Oggi è fin troppo
facile evidenziare che, oltre all’evoluzione biologica – tuttora in azione
anche nella nostra specie – è soprattutto l’evoluzione culturale che ha avuto
ed ha un ruolo fondamentale per il successo della nostra specie, e per creare
le condizioni per un futuro migliore per le prossime generazioni.
Cambiamenti
che milioni di uomini ritenevano irrealizzabili fino a pochi decenni fa si
sono realizzati quando l’evoluzione culturale umana è riuscita a seppellire
dogmi e spezzare catene che alcune ideologie che negavano l’unicità della
nostra specie e l’uguaglianza di tutti gli uomini presentavano come
incrollabili e indistruttibili.
Molti
milioni di uomini sono morti prima di veder realizzate le loro speranze, ma
hanno comunque contribuito a creare le condizioni affinché i loro figli
riuscissero a realizzare anche dei
loro sogni di un mondo di uomini con uguali diritti e uguali responsabilità.
Il raggiungimento
in pochi decenni di un obiettivo ritenuto
prima improbabile se non impossibile è di buon auspicio per il superamento di
ideologie o fedi che disegnano e difendono confini culturali anche dove ormai
è dimostrato che non esistono barriere biologiche, o che cercano di imporre
visioni ideologiche di una realtà che ormai la nostra specie ha la capacità e
gli strumenti migliori per conoscere meglio e per gestire nel modo più
razionale; per noi, ma soprattutto per consegnare alle prossime generazioni un
mondo vivibile.
Possiamo ora
essere più ottimisti sulla possibilità che siano superate anche le ideologie
che negano la spiegazione naturalistica dell’evoluzione umana e la piena
appartenenza della nostra specie ad un processo evolutivo di cui comunque siamo
sempre più responsabili grazie alle conoscenze acquisite.
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20/1/09-ITA
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Video di
Repubblica con
un’intervista a Elisabetta
Visalberghi
sull’importante scoperta che i cebi sudamericani, in natura, rompono le noci
usando sassi trovati nell’ambiente.
Ci sono anche alcune sequenze con i cebi al lavoro.
L’uso di strumenti era noto da tempo negli scimpanzè, sia in laboratorio che
in natura. Per i cebi già era stata dimostrata una notevole abilità nell’uso
di strumenti ma solo in laboratorio. Da pochi anni questo è stato dimostrato
anche in natura. Nell’articolo (“Tutti i
trucchi della scimmia che inventò lo schiaccianoci”) si raccontano anche gli esperimenti con cui si
è cercato di mettere alla prova l’abilità di questi cebi.
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Sul Corriere
si accenna all’interesse per Darwin da parte del mondo dell’arte (“E ANCHE L'ARTE SI ACCORSE DI DARWIN”)
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19/1/09-USA
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Nel numerio di Scientific
American uscito oggi ci sono un paio di articoli che girano intorno al
dibattito sulla teoria dell’evoluzione. Uno (“Is Religion Adaptive? It's Complicated”) riferisce di un
dibattito avvenuto a Edinburgo fra un gruppo di teorici dell’evoluzionismo
interessati a sviluppare una nuova disciplina
(“Evolutionary
religious studies”) che intende sviluppare un’analisi naturalistica
delle religioni per capire il loro significato adattativo). Il gruppo ha un sito web che “is funded by a TARP (Templeton
Advanced Research Program) grant from the John Templeton Foundation, which is administred by the Metanexus Institute. It is
directed by an evolutionist (David Sloan Wilson) and a religious scholar
(William Scott Green), with the help of a diverse advisory board. Evolutionary theory includes a number of
major hypotheses about religion that must be evaluated on a case-by-case
basis. Our goal is for this website to reflect the full diversity of
approaches within the field of evolutionary religious studies”.
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17/1/09-USA
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Il giornalista
scientifico C.Zimmer racconta (“The Beeb and Darwin (and me)”) del suo contributo (“Evolution
in action” sui lavori di R.Lenski) ad una serie di articoli sul
bicentenario di Darwin pubblicati su una delle due nuove riviste digitali (“digimagazines”)
della BBC (BBC Focus e BBC
Knowledge). Purtroppo
su BBC Focus è accessibile solo un breve articolo a pag 9
(“What Darwin
didn’t know”)
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17/1/09-IT
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[da Pikaia] Iniziative “darwiniane” molto
interessanti sono ormai in corso in varie parti d’Italia, sia nelle grandi
città (in arrivo i
Darwin
Days a Milano - dal 4 al
12 febbraio) e l’apertura della grande mostra a Roma il 12 febbraio) che in
quelle piccole. E’ ad esempio in corso a Nettuno, vicino a
Roma, un’iniziativa organizzata (dal 15/1 al 5/2) dalla locale ...
Università civica …
Anche la Chiesa cattolica si sta preparando ad organizzare un grande convegno
in marzo (“EVOLUTION:
FACTS and THEORIES”). Il convegno
è stato organizzato con l’università cattolica USA di Notre Dame, i cui
biologi subito avevano condannato (“Darwinism
and Catholicism should be compatible”) l’improvvisa e imprevista
sbandata del card.Schönborn per l’Intelligent Design nel luglio
del 2005) e con la partecipazione di biologi
evolutivi di ottimo livello.
Spero che riusciranno a convincere uno dei principali organizzatori del
convegno (il direttore del progetto STOQ) a scusarsi dell’idea negativa sul
lavoro dei biologi evoluzionisti
(“Noi cattolici non dobbiamo fare
l'errore gravissimo di prendere ciò che questi signori ci dicono come se fosse “la
teoria dell'evoluzione”. Questo è proprio l'errore che noi a volte
compiamo, cioè prendere sostanzialmente per buono quello che i nostri avversari
ci dicono, come se fossero teorie definitive, e come se la loro
interpretazione ideologica fosse “la teoria”) e perfino
sull’utilità e l’importanza del lavoro delle migliaia di scienziati (“Le cose che si possono effettivamente dimostrare in scienza
sono molto poche”) che aveva
manifestato solo 6 mesi fa, nel luglio del 2008 (“Poblet: ipotesi per un nuovo
concetto di specie”) e a
tranquillizzarsi rispetto alla paura degli “avversari” (!?!) che aveva
solo 2 anni fa, il 3 agosto 2006, quando addirittura criticò il cardinal
Poupard per non aver capito che
Evolutionism
is now an ideological weapon“avversari”
che dispongono di “armi ideologiche”
il 5/10/2005 in un’intervista) che la verifica della teoria
dell’evoluzione (e magari anche la proposta di nuovi concetti di specie …)
non fossero certo problemi che riguardassero i teologi (“Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente
ai teologi. E‘ un settore che non li
riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la verità attraverso lo
spirito”.). Certo che il
direttore del progetto STOQ avrebbe forse fatto meglio a non mettere in
dubbio, con un articolo del 26/9 (pubblicato solo sul sito SRM) che riporta
alcune citazioni papali dal 1999, quanto insieme a mons.Ravasi aveva
sostenuto solo pochi giorni prima, nella conferenza stampa di presentazione
del convegno (testi e video). In particolare la indispensabile separazione
fra il piano della teologia e quello della scienza quando si affronta un
problema di questo tipo.
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Con queste
premesse [una certa confusione, se si può dire … dopo averlo ben
dimostrato…] si capisce quindi come possa essere pubblicato in un sito web
ben collegato al Vaticano (SRM) un articolo che inizia addirittura con la sconcertante (ma
soprattutto incomprensibile: quanti creazionisti biblici ci sono fra i
frequentatori di questo sito vaticano!!?) frase “Alcuni lettori ci chiedono come
conciliamo la cronologia biblica con la scoperta che la prima donna,
dalla quale tutti discendiamo, sarebbe vissuta 150000 anni fa”.
Questo avviene nonostante don TanzeIIa Nitti e
mons.Ravasi neghino spesso che la chiesa cattolica dia oggi alcuno spazio ai
creazionisti biblici, qui creazionisti che ancora oggi credono che l’universo
abbia solo 6000 anni.
Esiste anche il video del dibattito a Milano (il 6/11/2007), in cui
don TanzeIIa Nitti conferma non solo la sua valutazione sui creazionisti
biblici ma anche di conoscere bene –
essendo anche un astronomo – i tempi dell’evoluzione dell’universo, ben
diversi da quelli utilizzati nell’articolo. Purtroppo probabilmente ignora
che i pensierini dei creazionisti siano oggi “certificati” dal bollino del progetto STOQ … e compaiano a fianco delle
pagine del convegno di marzo e della foto di mons.Ravasi. La pagina di SRM
con l’articolo creazionista mostra perfino (oltre al logo del Master in Scienza e Fede e di
un’università pontificia) il logo del progetto STOQ … che, con i fondi della
Templeton Foundation, dovrebbe gestire il “dialogo” SOLO con la scienza che
rispetta i criteri internazionali di serietà …
L’autore dell’articolo (pubblicato originariamente il 13/11/08 nel sito dei
creazionisti biblici … dove scrivono “i lettori” che davvero vogliono “conciliare la cronologia biblica”) cerca
arditamente di compattare i tempi dell’evoluzione di Homo sapiens
(150.000 anni) nei microscopici “tempi biblici” (6000 anni), ma alla
fine si distrae e si dimentica di recuperare tutti gli antenati di Homo
sapiens che sono vissuti dopo che (lo scrive lui stesso!) “la linea evolutiva dell’uomo e
quella dello scimpanzé si sono divise, 5 milioni di anni fa”.
[Articoli con questi
obiettivi (e quindi di questo livello) non erano
mai comparsi recentemente sulla stampa o nei siti cattolici vicini al
Vaticano. Cosa sta succedendo? Qualcuno sta remando contro mons.Ravasi
proprio adesso che si avvicina la data del convegno?]
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16/1/09-VA
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Nel sito di SRM
un’intervista a L.Galleni, che cerca di spiegare le differenze fra la
posizione della Chiesa e quella della scienza sulla teoria dell’evoluzione “Ludovico
Galleni: tra teorie evolutive e fede non c'è incompatibilità, solo la
necessità di fare chiarezza”. Molto onestamente fa capire che “in realtà si tratta di due piani
tra loro differenti” e
conferma che “onestamente
oggi è la teoria della selezione naturale quella che spiega il maggior numero
di fatti”. Quello che si dimentica di spiegare, né lo potrebbe fare, è perché anche
la Chiesa cattolica ammette l’evoluzione biologica (un documento firmato dal
Card.Ratzinger del 2004 lo conferma) ma non accetta
alcuna spiegazione scientifica, nemmeno quella che L.Galleni conferma come la
migliore spiegazione attuale.
Purtroppo non riesce quindi a fare chiarezza sul motivo
per cui la Chiesa vede un’incompatibilità fra teorie evolutive e fede. Il
motivo comunque è noto ma non a tutti piace raccontarlo: la scienza propone i
meccanismi evolutivi automatici e casuali che è riuscita a dimostrare (anche
con l’aiuto di religiosi come l’abate Mandel), mentre la Chiesa preferisce
sospettare – ma non riesce a dimostrarlo - che i miliardi di atti
riproduttivi che avvengono ogni giorno fra gli organismi viventi che
brulicano nella biosfera siano gestiti da un’essere superiore intelligente
che guiderebbe l’evoluzione biologica verso una direzione ben precisa che
però nessuno conosce.
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16/1/09-IT
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[da Leucophea] Nel sito web di Dawkins sono disponibili 10 video sull’eredità di
Darwin, prodotti dall’Università di Stanford (qui la loro Playlist di questi video).
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16/1/09-USA
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Nel sito dell’NCSE
(National Center for Science Education) un articolo (“Teach Them
Science “) racconta
di una geniale iniziativa organizzata nel Texas, dove si stanno per approvare
i nuovi programmi di scienze per le scuole statali. Due organizzazioni, una
secolare (il Center for Inquiry of Austin) e una
religiosa (il Clergy
Letter Project che
raccoglie pastori protestanti e rabbini favorevoli all’evoluzionismo) hanno
unito le loro forze in difesa dell’insegnamento corretto della scienza e
della teoria dell’evoluzione.
Hanno infatti creato un sito web
(Teach Them
Science) in cui
spiegano quanto sia importante che ai ragazzi a scuola vengano insegnate le
nozioni scientifiche e il metodo scientifico, ma soprattutto fanno capire che
l’evoluzione deve rimanere il punto centrale e unificante dell’intera
biologia.
Come può verificare chiunque faccia un giro nel loro sito web, i 12.000
pastori evangelici e rabbini che partecipano al
Clergy
Letter Project si
preparano a festeggiare (Evolution weekend
2009) il mese
prossimo il compleanno di Darwin (una data, il 12 febbraio, che viene festeggiata
anche nell’università cattolica di Notre Dame, che collabora con mons.Ravasi
nell’organizzazione del prossimo convegno in Vaticano sull’evoluzione (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”). Speriamo
che qualcuno anche in Italia inizi da quest’anno a preparare qualche predica
filodarwiniana, magari citando le preoccupazioni che P.Cantalamessa ha trasmesso al Papa il 07/03/2008.
Mons.Ravasi per organizzare il convegno ha dovuto cercare cattolici
evoluzionisti negli USA, dato che ai vertici della chiesa italiana e anche
nelle università pontificie non sembrano intenzionati a capire perché
dovrebbero chiedere scusa per i loro misunderstanding di 150 anni fa su Darwin ….
E anche i biologi cattolici o sono prudenti sull’evoluzionismo (se infatti
difendono l’Intelligent Design USA … le loro lettere poi vengono pubblicate
sui quotidiani cattolici) o non sono apprezzati.
Il sito web Teach Them Science intende
anche informare i cittadini del Texas dei rischi che corrono i loro figli se
si modificano i programmi, e intendono anche invitarli a far pressione sulla
commissione scolastica statale, in modo che non danneggi la preparazione
scientifica dei loro figli.
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15/1/09-USA
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Su Science
un articolo molto intrigante (“Strong
Release of Methane on Mars in Northern Summer 2003”) sulla probabile presenza di metano su Marte:
se ne parla nel blog di Carl Zimmer (Live
Blogging The Mars Methane Mystery: Aliens At Last?, che riporta la conferenza stampa dei
ricercatori). Che sia la prova della presenza su quel pianeta di organismi viventi
che producono metano (come sulla nostra terra fanno i batteri …. ma anche i
bovini …) non è certo; si sa comunque che “Living
systems produce more than 90% of Earth's atmospheric methane; the
balance is of geochemical origin. On Mars, methane could be a signature of
either origin”. Insomma … non si sa da dove
venga … ma si sa come è
meglio “spingere” per avere soldi …
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15/1/09-IT
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Venerdì, 6 febbraio
2009, dalle ore 9 alle 17.30 si terrà presso l’università di Firenze,
in aula magna, piazza San Marco 4, il convegno
“Il Tempo
Profondo da Stenone a Darwin”.
Interverranno Paolo Rossi, Alan Cutler, Stefano Dominici, Niles Eldredge,
Emiliano Mutti.
Sarà
disponibile la connessione video in streaming per seguire il convegno anche
dalle spiaggie o dalle piste da sci: basta collegarsi all'indirizzo http://www.csiaf.unifi.it/CMpro-v-p-30.html
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Riprendono il 22 gennaio gli
Happy Hour
evoluzionistici al Museo di Storia
Naturale di Milano. Qui il calendario delle iniziative dei prossimi mesi. Ingresso
gratuito. Con consumazione: € 6. E' vivamente consigliata la
prenotazione. Informazioni:
02/88463337.
Per chi non si accontentasse, a Milano ci
saranno presto i
Darwin
Days, dal 6 al 9 febbraio.
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Altre iniziativeorganizzate in Italia per il
Darwin Day si trovano qui. Qui invece il calendario dei Darwin Day organizzati dalla
UAAR; un calendario dettagliato delle prossime iniziative programmate a
Treviso si trovano qui.
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Sul sito web di G.Galilei ci sono le informazioni sul Darwin Year di Trento. Fra le iniziative
questa è certamente la più interessante:
Jane
Goodall – “Reason for hope”, il 27 febbraio alle ore
20.45.
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14/1/09-IT
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Un articolo sull’ Avvenire (“Usare Darwin
contro Dio, una logica che fa acqua”) critica
l’articolo del 2/1/09 del Corriere (“Così Darwin
spiega Dio”) in cui l’entusiasta E.Boncinelli recensisce il recente libro
di Girotto, Pievani e Vallortigara “Nati per
credere”. Non è
chiaro quanto l’autore dell’articolo abbia capito quali novità siano state
introdotte nella cultura umana negli ultimi due secoli. Discutere dei
problemi di comprensione dell’evoluzione biologica citando Adamo ed Eva Evemero, Aristotele e Platone, non è detto
che sia il modo più convincente
·
Anche nel sito dei creazionisti biblici italiani si citano le numerose iniziative commemorative per i due
centenari di Darwin. In questo sito ci si stupisce sempre del fatto che tanta
gente pensi che abbia scoperto qualcosa di importante. E’ un peccato che non
si chiedano se per caso abbiano capito qualcosa di più su Darwin; forse
sarebbe utile un giro nel sito del
Clergy
Letter Project, che
riunisce ben 12300 fra pastori protestanti (e quindi cristiani) e rabbini
(500) che si preparano a festeggiare nelle loro chiese il 12 febbraio il
bicentenario della nascita di Darwin con un bel Evolution
weekend.
Apprezzabile comunque che tutti i creazionisti biblici italiani abbiano
capito che la teoria dell’evoluzione non è più quella originale di Darwin e
che è stata “più volta [sic] rivista e
rielaborata negli anni successivi da molti scienziati”, per cui l’uso del
termine “dogma” può essere appropriato per la teologia ma non per
quella che i creazionisti amano chiamare “darwinismo” invece che “teoria
dell’evoluzione”. Da correggere
anche la ripetuta citazione della UAAR, in modo che corrisponda al nome per
esteso riportato nella nota.
·
Finalmente anche un quotidiano nazionale (Repubblica: “La bufala
del ghiaccio in ripresa. Ricercatore costretto a smentire”) spiega come sia
avvenuto che quasi tutti i quotidiani italiani nei giorni scorsi abbiano
presentato dati errati sull’estensione dei ghiacci artici, dimostrando la
facilità con cui notizie false e tendenziose possano essere facilmente
inserite nei neuroni degli italiani [senza che poi nessuno smentisca o
chiarisca le notizie false diffuse nel paese!].
Fatti simili sono purtroppo abbastanza normali sulle tematiche ritenute “calde”
[forse il termine non è il più adatto in questo caso…], come anche
quella ben nota dell’evoluzione biologica.
Spiace che sia difficile che i giornalisti e gli stessi lettori imparino da
eventi così sconcertanti di manipolazione (magari in buona fede, ma
sicuramente in presenza di preconcetti ideologici che trasformano miracolosamente
dati “globali” in dati “artici”); le smentite e i chiarimenti,
spesso non ripresi da chi ha dato notizie sbagliate… [e si sa che comunque
non hanno la stessa diffusione e la stessa rilevanza della notizia iniziale].
Purtroppo lo stesso articolo di Repubblica non ha suggerimenti da dare per
evitare questi comportamenti, anche se si sottolinea come la parte migliore e
maggiore degli esperti sia preoccupato di un fatto che nemmeno gli scettici
possono seriamente negare: che sia in atto un insieme di cambiamenti
climatici: “Due fazioni non esattamente
simmetriche visto che della prima fa parte la crema della ricerca
internazionale sul clima e si esprime attraverso studi posti al vaglio della
comunità scientifica. Nella seconda ci sono invece pochi ricercatori outsider
e molti polemisti di professione”. [P.S.: Fra pochi
giorni uscirà sulla rivista EOS un articolo sullo “Scientific consensus on climate change”]
Quello che negano è
che sia colpa dell’uomo e che quindi si possa e si debba fare qualcosa,
magari urgentemente. Purtroppo molti dei loro lettori non sempre capiscono
bene che cosa si debba … negare.
Forse qualcuno sorriderà e/o si stupirà nel leggere questi quattro recenti
articoli
(“Dove vanno i
ghiacci? Chiediamolo ai merluzzi”, “Un'oasi tra
i ghiacci nella baia di Baffin”, “La disperata
ricerca di una zattera di ghiaccio” e “I serbatoi
del freddo sembrano in riserva”) scritti nel
giugno/luglio scorso (il 28/6, il 3, il 10 e il 19 luglio) da una giornalista
scientifica (M.Maggi, science editor del
suo quotidiano) che racconta le preoccupazioni degli scienziati più esperti e
competenti per il riscaldamento dell’Artico.
La giornalista non scrive dalla sua scrivania, ma coraggiosamente (lo si vede
dalla foto che prospetta un ritorno non facile al rompighiaccio…)
invia i quattro articoli sul riscaldamento dell’artico (forse perfino
finanziati dai cittadini con l’8x1000) dal rompighiaccio Amundsen in
navigazione nel mar glaciale Artico.
Dato il suo lavoro, intervista gli esperti sulle ricerche in corso, e
racconta che: “Per
studiare l'evoluzione del clima di Artide e Antartide cinquantamila
scienziati di una sessantina di Paesi stanno lavorando in duecentoventotto
progetti di ricerca mirati. Questa iniziativa, sotto l'egida dell'Onu, si
chiama Anno Polare Internazionale”.
Certo le opinioni di due fisici italiani come
Zichichi e Battaglia devono essere prese in considerazione, ma come dubitare
che le centinaia di ricerche e le migliaia di ricercatori non siano ben più
autorevoli e ben più importanti?
Come avrà già verificato chi li ha letti, i quattro articoli sono stati
pubblicati … sull’Osservatore Romano (il quotidiano del Vaticano)
dalla loro science editor.
E’ davvero interessante (ma un po’ triste) verificare che oggi si possano
incontrare scienziati … che avrebbero qualcosa da imparare … dai giornalisti
vaticani … che riportano il pensiero di esperti che confermano sia il riscaldamento
dell’Artico come fatto
(“Nelle foto
satellitari di trent'anni fa si vedeva che l'estensione ghiacciata del tetto
del mondo, ossia della banchisa sul Mar Glaciale Artico, era in estate di
sette-nove milioni di chilometri quadrati. Nell'estate del 2007 la calotta
si è ridotta alla metà ossia a circa quattro milioni di chilometri quadrati“) che le sue cause, in parte dovute all’attività
umana: "Il
riscaldamento del pianeta - continua
David Barber dell'Università del Manitoba che sta guidando la missione
scientifica Circumpolar
Flaw Lead - è dovuto alla dipendenza dell'uomo moderno dai combustibili fossili
che sprigionano una gran quantità di gas serra durante la combustione…. Bisogna
sviluppare fonti di energia alternative e ridurre la nostra dipendenza dai
combustibili fossili".
“Uno dei gas serra è l'anidride carbonica
(CO2), liberata principalmente nella combustione di petrolio,
carbone e gas naturale. Si sa che gli
oceani possono assorbirla, ma non al tasso con cui viene prodotta, dalle
attività umane in larga misura o da fenomeni naturali come il vulcanismo”.
Non è difficile per una giornalista scientifica dimostrare che l’attività
umana abbia molti e diversi effetti negativi che raggiungono anche l’Oceano
Artico: “Le ricerche svolte sulle balene beluga
hanno rivelato che nel suo corpo il mercurio tossico aumenta e, in
particolare, si deposita nel cervello”.
E che si dire sui ghiacci artici? Che erano
“ghiacci perenni fino a qualche tempo fa
e che ormai si stanno sciogliendo inesorabilmente”.
Purtroppo questa giornalista ha scritto, sembra, solo 4/5 articoli e
solo sull’Osservatore Romano …trascurando altre
pubblicazioni cattoliche [o forse sono le pubblicazioni cattoliche che
trascurano lei…?]
Interessante comunque
scoprire sull’Osservatore Romano articoli che riportano tutte le notizie e le frasi demonizzate
dai negazionisti del riscaldamento globale, molti dei quali stranamente si
possono trovare fra cattolici che cercano di negare i danni prodotti dall’uomo ben più di quanto
faccia il Papa. Utile e positivo anche che un sito cattolico vicino a CL
diffonda questi articoli che possono interessare anche ai cattolici che non
sono abbonati all’Osservatore Romano.
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Nelle
foto satellitari di trent'anni fa si vedeva che l'estensione della banchisa
sul Mar Glaciale Artico, era in estate di sette-nove milioni di chilometri
quadrati. Nell'estate del 2007 la calotta si è ridotta alla metà ossia
a circa quattro milioni di chilometri quadrati.
·
Ciò
sta portando a una diminuzione dei pesci e di conseguenza a una diminuzione
di foche e trichechi, che si nutrono di pesci, fino ad arrivare all'orso
polare, predatore di foche e pesci. Gli scienziati temono l'estinzione
di questi animali. (c’è chi
dissente)
·
Lo
scioglimento della banchisa artica per l'aumento globale della temperatura
provoca la diminuzione rilevante di orsi bianchi, foche e trichechi,
che hanno bisogno di solide "zattere" di ghiaccio su cui fermarsi,
figliare e far crescere i piccoli. (c’è chi
dissente, e chi
trova altre colpe … ma sempre umane!)
·
Nell'Artico
si stanno aprendo, intanto, nuovi territori per la ricerca di petrolio e gas, e il famoso "Passaggio a Nord-Ovest" sempre più libero dai
ghiacci, potrebbe diventare il percorso abituale per le navi tra l'Asia e
l'Europa. Gli ambientalisti e i ricercatori tremano a queste prospettive,
perché l'area polare, che il clima avverso aveva preservato a lungo da
inquinamento e devastazioni, cambierà inesorabilmente.
·
è in
questi giorni lanciato l'allarme sulla possibilità che già quest'estate il
Polo Nord possa essere per la prima volta libero dai ghiacci.
·
il
Ghiacciaio Morto della Groenlandia, che non si era mai mosso da quando fu
scoperto nel 1750, nel 2000 si è messo improvvisamente in movimento rapido,
disperdendo iceberg nell'oceano.
·
Accadono
altri fenomeni preoccupanti nelle terre all'estremo nord: il permafrost
si sta sciogliendo. Il permafrost è un terreno congelato, rimasto così
anche per millenni.
·
Avendo
intrappolato enormi quantità di materiale organico e quindi di carbonio, il
permafrost con il suo disgelo sprigionerà una gran quantità di gas serra
(da cinquecento a mille miliardi di tonnellate) nella sua decomposizione.
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Sul
terreno, una volta saldo perché gelato, le popolazioni native delle regioni
polari hanno costruito le loro case. Ora, con l'aumento della temperatura,
le case sprofondano nel fango e i villaggi stanno diventando paludi.
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14/1/09-UK
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[UNEP] Domani iniziativa di apertura per l’anno
internazionale del gorilla (YoG 2009) al museo di Storia naturale di
Londra: “As part of the 2009
international Year of the Gorilla (YoG), co-ordinated by the United Nations
and to herald the Charles Darwin bi-centenary celebrations next month, a
troupe of skaters dressed as primates are to take to the rink at The Natural
History Museum in London“.
L’’iniziativa è presentata anche nel sito web YoG 2009: “The Year of the Gorilla (YoG) is a
joint initiative of the UNEP-CMS, the UNEP/UN Educational, Scientific and
Cultural Organization's Great Ape Survival Partnership (GRASP) and the World
Association of Zoos and Aquariums (WAZA). CMS has 110 governments supporting
as Parties.
Renowned primatologist and Year of the Gorilla 2009 Patron Dr. Jane Goodall
said: “It is time for us to pool all of our resources toward saving these
magnificent creatures. I am pleased to lend my voice to the Year of the
Gorilla 2009, a campaign aimed at ensuring a future for this close cousin of
humankind”.
Come racconta il conservazionista Karl Amman in
questo video (No Hiding
Place), la situazione attuale dei gorilla è precaria,
e in alcune zone addirittura drammatica a causa della guerra che si è estesa alle zone dei Virunga in cui
vivono gli ultimi 700 gorilla di montagna.
Fra le recenti iniziative in difesa dei gorilla, un sito web
informativo (Gorilla Wiki Home) e l’Agreement
on the Conservation of Gorillas and Their Habitats fra I diversi paesi in cui vivono i gorilla. Piani di
azione per la
conservazione dei gorilla sono stati approvati recentemente al First
Meeting of Parties to the Agreement on the Conservation of Gorillas and Their
Habitats, tenutosi a
Roma fra il 29 Novembre e il 4 dicembre 2008.
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12/1/09-IT
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Il giornale in rete Il Sussidiario intervista un glaciologo (“Maggi
(glaciologo): "I ghiacciai tornati agli anni '70? Troppo presto per
dirlo") per verificare se sia vero che i ghiacciai si ritirino
o se “stando a quanto recentemente
sostenuto da alcuni climatologi [?!] sembrerebbe che
i ghiacciai siano ritornati alle dimensioni che avevano negli anni '70”.
Il glaciologo non ci crede (e fa bene) e dimostra che la situazione è invece
abbastanza preoccupante, anche perché, chiarisce, noi possiamo prevedere solo
il clima fino alla prossima settimana. Parla comunque della possibilità che i
livelli marini possano innalzarsi di 40 cm, con grossi rischi per l’Olanda e
il Bangladesh, paesi in cui milioni di persone vivono a pochi decimetri o
anche sotto il livello del mare. Si sa che l’Olanda sta pianificando il
miglioramento del sistema di dighe che la protegge, e che negli USA hanno già
pianificato gli interventi da realizzare nei prossimi anni lungo le coste del
golfo del Messico, per garantire la sopravvivenza agli abitanti della zona,
già sempre più colpiti dagli uragani.
In molte zone del mondo GIA’ ORA cominciano ad accorgersi che ogni anno
aumentano i danni dovuti
a fattori climatici, e le
compagnie di assicurazione ovviamente se ne preoccupano: “Climate change: the re/insurance perspective”. Anche
Greenpeace ha fatto un’indagine (“Rischio
climatico e assicurazioni”) e qualche
preoccupazione c’è anche sulle Alpi. Non si capisce perché chi nega che i
cambiamenti climatici siano colpa dell’uomo debba anche negare che i
cambiamenti climatici siano una realtà … e che i danni sono
incrementati negli
ultimi decenni.
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Ancora un articolo
sui ghiacci dell’Artico che si espandono (ma non vi si legge affatto
che “tornano ai livelli del 1979” …) oggi
sulla Stampa (“A fuoco
lento”). E’
scritto infatti dal geologo M.Tozzi, che cita la notizia errata diffusa dagli
altri quotidiani, ma si dimostra sospettoso e prudente (e cita quindi solo
l’“espansione invernale”, del tutto
ovvia); dimostra di conoscere infatti, a differenza di tutti i giornalisti
che sono intervenuti in questi giorni, i dati di qualche mese prima, che
ripete, confermando “un deficit di un milione di
kmq rispetto alle medie consolidate”.
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Ieri si era anche
aggiunto su questo tema un articolo per niente prudente sul Secolo XIX (“i ghiacci artici
hanno avuto una crescita rapidissima negli ultimi mesi del 2008 e il loro
livello è tornato ad essere pari a quello registrato nel 1979”).
Anche in un sito web di
meteorologia il 7/1 non
si trattenevano (“Il livello dei ghiacci artici è
tornato ai livelli del 1979, ebbene si. I
dati parlano chiaro e di fronte a questi non ci sono alibi che tengano. E' il
centro di ricerca sul Clima Artico dell'Università dell'Illinois a renderli
noti”). Spiace vedere che anche i 4 italiani che hanno firmato il
recente (11/12/08) documento al senato americano (minority
Report) dei 650
scienziati (pochi i
climatologi esperti…) che non credono che l’uomo sia responsabile più del
sole per i cambiamenti climatici, non si dissocino da questa diffusione di
notizie errate apparentemente diffuse per far loro piacere. Sembra strano che
si possa credere ad accuse di catastrofismo che provengono da parte di chi
evidentemente non conosce nemmeno l’argomento su cui scrive..,
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11/1/09-IT
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Nel blog Resistenza laica si ricordano le prossime principali
iniziative per commemorare il doppio anniversario darwiniano (e non
dimentichiamo gli anniversari lamarchiano e wallaciano…): “E luce fu...”
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10/1/09-IT
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In un sito web, Pontediferro,
si racconta qualcosa, in modo critico, del convegno vaticano su G.Galilei
Galilei: “Quattrocento
anni fa, G.Galilei umiliato e negato. Il moderno pentimento non basta”.
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9/1/09-USA
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Anche Science
dedica parte del fascicolo e la copertina a C.Darwin. Per la copertina ha
scelto una foto che allude alla sua curiosità e genialità giovanile, che contrasta
certamente con le facce, quando sono note, degli antievoluzionisti, spesso
avanti con l’età, e con curiosità mediamente minore anche solo per motivi
biologici. Nel fascicolo, oltre all’articolo di Peter J. Boiler ("Darwin’s
Originality") ce
n’è uno scritto da Carl Zimmer “On the
Origin of Life on Earth”.
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Nel sito web di Science
invece si lancia un blog (Origins, a
history of beginning) e si
ricorda, nel primo post, che se allora ci fosse stata internet, Charles
avrebbe volentieri ripreso a navigare da Down House: “Had Charles Robert Darwin had access to the Internet, he would
have been a blogger. The
prolific 19th century naturalist--and father of evolution--eagerly shared his
ideas and observations with the world around him through 16 books and
pamphlets and more than 5000 letters to the scientific and cultural
luminaries of his day. He covered everything, from the formation of mold or
the perception of ants, to the movement of leaves”.
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9/1/09-IT
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Si può ora fare un
po’ una sintesi di come i quotidiani italiani hanno gestito, a cominciare dal
Corriere del 5/1/09, la diffusione di una informazione errata su un
tema molto caldo. Purtroppo è un altro grande tema che non solo è
difficilmente gestibile dai singoli individui, di solito incompetenti, ma si
presta bene, proprio come il tema dell’evoluzione/”teoria dell’evoluzione” a
manipolazioni politiche e/o ideologiche. Si tratta della notizia, certamente
… “agghiacciante”, di cui ha trattato per primo il Corriere del 5/1/09
nell’articolo «I ghiacci
artici ai livelli del '79». Peccato
che la notizia fosse falsa. E fosse tratta non da nuove scoperte di esperti
del problema, ma addirittura da un semplice blog, ideologicamente scettico sui cambiamenti
climatici, che in un articolo del 1’ gennaio (Sea Ice Ends
Year at Same Level as 1979,
citatissimo) aveva diffuso informazioni climatiche in modo tanto impreciso
che il centro di ricerca coinvolto ha dovuto immediatamente precisare [ma non si trovano molti link alla
precisazione, nonostante la localizzazione sia prevedibile e quindi facile da
recuperare]. Nella precisazione il centro glaciologico dell’Illinois fa
notare che i dati citati (male e ideologicamente distorti) riguardano tutto
il mondo e non solo l’Artico, dove il ritiro dei ghiacci negli ultimi 30 anni
è assolutamente indiscutibile.
In Italia la notizia è circolata riferita solo all’Artico e, come si è visto
dal titolo del Corriere, è stata purtoppo avvallata anche da autorevoli
quotidiani, oltre che ripresa dal TG2 (il TG che ama diffondere notizie
sbagliate se l’argomento è caldo, come già successe con l’evoluzione
biologica, che il TG2 il
29/11/07 ha lasciato contestare da … un cardinale).
Un ottimo esempio di come si cerchi di far crescere il numero di scettici
verso un fenomeno che nessun esperto ormai nega. Che poi si discuta, e spesso
non ci sia accordo, sulle cause è un altro discorso; ma negare o confondere i
fatti è poco corretto e sospetto. Oltre a squalificare la professionalità di
chi amplifica, senza verificare, le imposizioni ideologiche di altri,
inesperti come loro.
Per chi si vuole davvero informare su questi problemi, non è difficile: http://www.nsidc.org/ (il centro nazionale USA) e http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/ (il sito del centro di ricerche di cui vengono
distorte le informazioni su molti quotidiani italiani). Nel loro sito web si
può ben vedere che i dati simili del 1979 e quelli del 2008 sono riferiti
alla situazione globale, senza distinguere fra l’emisfero più antropizzato (90 per cento
delle industrie totali) e quello meno antropizzato; i due emisferi
hanno ovviamente impianti di climatizzazione indipendenti (sono regolati in
modo tale che adesso in Australia è possibile fare il bagno …).
Sconcerta un po’ che i pochi esperti critici verso il riscaldamento globale
non protestino per l’assurdità della notizia [era già successo qualcosa di
simile ai primi del ‘900 agli antropologi e agli anatomisti che non si erano
accorti del falso di Piltdown, errore che viene loro tuttora rimproverato …],
e non contestano né correggono quello che scrivono in questi giorni i
giornalisti, sbeffeggiando gli scienziati e i governi preoccupati per il
cambiamento climatico.
Non è difficile verificare come un pifferaio magico abbia trascinato nella
trappola quasi tutti i quotidiani italiani: lo si può verificare sul Foglio (si cita la ricerca e la si riferisce
all’artico “che invece di sciogliersi aumenta”
e si precisa anche che “i ghiacci dell’artico tornano ai livelli del 1979”),
sul Giornale (il 6/1/09 si cita la ricerca e la si riferisce
all’artico: “qualcuno aveva predetto lo scioglimento
totale dei ghiacci artici entro l’anno… ma i territori ghiacciati sono
invece aumentati velocemente riportando ai livelli di 30 anni fa”),
sulla Stampa (il 6/1 si cita la ricerca e la si riferisce
solo all’artico: “negli ultimi mesi la superficie dei
ghiacci artici è tornata ai livelli del 1979”, “i territori ghiacciati sono
aumentati velocementeriportando i livelli a quelli di 30 anni fa”, “l’orso polare potrà
contare quest’anno sulle distese polari ai massimi livelli”!!), sul Corriere (qui invece il 6/1 si cita la ricerca come se
riguardasse solo i ghiacciai: “si sono ricostruiti in
breve tempo, tornando ai livelli del 1979, i ghiacciai perduti per
eccesso di caldo negli anni passati”), sul Riformista (anche qui il 7/1 si cita la ricerca come se
riguardasse solo i ghiacciai: “la maggior parte dei ghiacciai
del mondo è tornata ai livelli di 30 anni fa”) o su Libero (l’8/1 si cita la ricerca e la si riferisce ai
ghiacciai artici. “oggi i ghiacciai artici
sono identici a quelli del 1979” ); l’unico articolo in cui non si
parla di artico se non nel nome del centro di ricerche è quello pubblicato il
7/1 sul Giorno/Nazione, il più polemico di tutti contro Gore e gli “ecologisti eco-fascisti e/o eco-marxisti”,.
Scopro che anche P.Greco (La neve a Milano e il
cambiamento del clima del 9/1)
sull’Unità, pur criticando un errore del Giornale, cita il “ritorno dell'estensione dei ghiacci sull'Oceano Artico ai livelli del
1979”. Sembra che giornalisti che verificano i dati
originali si trovino solo nel sito di Greenreport (“Clima e
informazione: tanto valeva nascere caproni?“ dell’8/1 e “La mezza
bufala dei ghiacci del 2008” dell’8/1).
Il secondo articolo fornisce comunque una spiegazione diversa da quella che
si trova nel sito
dell’UIUC, dove si
chiarisce (smentendo comunque tutti gli articoli sui quotidiani italiani
citati) non solo che che “observed N. Hemisphere
sea ice area is almost one million sq. km below values seen in late
1979” ma anche che si deve considerare anche il volume dei
ghiacci: “Arctic ice volume is now below
its long-term average by an even greater amount than is ice extent or
area”. Nello stesso articolo di Greenreport si cita un’articolo di
P.Greco del giorno precedente in cui si fa riferimento all’importanza del
volume del ghiaccio.
Nel blog Indigo, oggi si fa riferimento sia all’articolo di Greenreport che alla correzione nel sito
dell’UIUC.
Ricordando che comunque il volume è più importante dell’area, si può lasciare
a loro la traduzione della frase citata qui sopra: “Qualunque sia la verità, tra il 1979 ed il
2008 si è registrata una diminuzione dell’area coperta dai ghiacci al polo
nord di un milione di chilometri quadrati, solo parzialmente compensata
dall’aumento dell’area coperta dai ghiacci al polo sud - 0,5 milioni di
chilometri quadrati”.
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[da Pikaia] E’ disponibile l’edizione italiana di una
nuova biografia di Charles Darwin dal titolo "L'evoluzionista
riluttante"
scritta da David Quammen. Lo recensisce su Pikaia M.Mandrioli, che comunque preferisce “Casa
Darwin” (Einaudi,
2007), “biografia scritta da Randal
Keynes e divenuta una lettura obbligata per calarsi in modo appropriato
nel mondo (e nel modo) in cui Darwin ha vissuto e lavorato”.
·
Sull’Espresso, articolo di S.Magister (“Tutti i
numeri della fede. Quando Ratzinger veste i panni di G.Galilei“) sull’omelia del Papa del 6/1/2009
sull’astronomia e la matematica in rapporto alla fede. Come al solito è
difficile contestare la probabilità che “i re magi “erano con tutta probabilità degli astronomi" come lo fu
G.Galilei Galilei”, ma anche la certezza che “avevano notato l’apparire di un nuovo astro, ed avevano
interpretato questo fenomeno celeste come annuncio della nascita di un re”
o che “le stelle, i pianeti, l’universo intero
non sono governati da una forza cieca, non obbediscono alle dinamiche
della sola materia”); certamente nessuno intende attribuire o negare
loro il libero arbitrio (come si può invece fare per miliardi di esseri
umani) ma le dinamiche di molti milioni di stelle e pianeti sono oggi
comunque sconosciute, per cui sembra un’ipotesi non ancora facilmente
dimostrabile né contestabile con i parametri della scienza.
Si cita anche dell’accenno fatto
alla matematica il 22/12 nell’incontro con la curia romana (“Auguri natalizi del Papa ai
Cardinali e ai membri della Curia”), e poi
S.Magister riferisce anche delle
interviste su fede/scienza a matematici universitari cattolici (o evangelici)
italiani pubblicate da dicembre sul quotidiano Avvenire.
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8/1/09-IT
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[dal blog Leucophea, che aggiunge alcuni links utili per
approfondire] A partire da un libro che si chiama The Rough Guide to Evolution, l'autore Mark Pallen ha elencato nel suo sito web
omonimo una serie di
miti (errati) sulla vita di Darwin. Molto interessante … anche il verificare
come nascono questi miti e chi li diffonde; … e non sempre è colpa degli
antievoluzionisti.
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8/1/09-UK
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Coming out … di un
biologo evoluzionista, oggi scrittore scientifico freelance: ha ammesso di
non aver ancora letto “Sull’origine delle specie” di C.Darwin e per
“punizione” lo leggerà e poi lo commenterà nel suo blog, dal prevedibile nome
“Blogging the
Origins”… da domani
inizia con l’introduzione. Per seguirlo con l’edizione italiana basta
collegarsi con il sito di Liber liber, che mette gratuitamente a disposizione molti
dei testi darwiniani in italiano. Un’occazione utile anche per i biologi
italiani (e per chi sospetta di Darwin senza aver provato a leggere i suoi
libri; alcune informazioni sulla biologia sono ormai superate, ma la
curiosità per la natura e la ricerca meticolosa e soprattutto rigorosa di
spiegazioni naturalistiche non sono facilmente superabili. Certo è
consigliabile la lettura di qualche più recente libro di Gould, ma è comunque
notevola la differenza e la distanza rispetto a certi ragionamenti degli
antievoluzionisti, che spesso non cercano nemmeno di nascondere la loro
scarsa curiosità per il funzionamento dei meccaninimi che controllano
l’evoluzione biologica; tanto sono tranquilli … conoscono già la soluzione … “God did it”.
Non si meravigliano nemmeno del fatto che l’Onnipotente, solo da poco lo
sappiamo, avrebbe aspettato non 6000 ma 14 miliardi di anni la “prevista”
comparsa dell’uomo. Questa aumento drastico dei tempi (moltiplicati per 2.5
milioni di volte) metterebbe in evidenza, come principale caratteristica, la
pazienza. A questo proposito qualcuno ha creato e messo su You Tube questo
angosciante video che prevede una durata dell’universo solo 2000
volte minore di quanto sostengano i creazionisti
biblici … dieci
minuti.
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7/1/09-IT
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Finalmente qualcuno
chiarisce i veri termini della questione, dopo che un articolo di Repubblica
del 29/12/08 aveva
addirittura insinuato il sospetto che Darwin avesse copiato da A.Wallace e
che quindi saltasse uno dei due anniversari darwiniani che ci apprestiamo a
festeggiare.
E’ Odifreddi ("Darwin,
il plagio inventato") che chiarisce
ai lettori di Repubblica (almeno quelli rimasti ancora confusi e dubbiosi dal
29/12) che nessuno può insidiare la primogenitura; non dimentichiamo che lo
stesso A.Wallace l’aveva volentieri attribuita a Darwin, che da tempo
conosceva ancge attraverso al letura dei diri di viaggio.
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Nel sito dell UAAR
si pubblica l’elenco
delle iniziative organizzate
da loro nei prossimi mesi per festeggiare Darwin. Di particolare interesse sembra
il convegno (Attualità di Darwin - giornate di studio e divulgazione
scientifica) organizzato a Venezia il
13/14 febbraio, e a cui
parteciperanno ospiti illustri.
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6/1/09-IT
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Sull’Avvenire
una preoccupante intervista (“Matematica,
il fascino della verità”) ad un preoccupato
matematico universitario torinese di religione valdese; sembra non conoscere
l’ex-collega matematico torinese Odifreddi, a cui probabilmente non ha mai
chiesto di spiegargli bene il motivo per cui “se
apre un giornale o una rivista, specie nelle pagine di scienza, genetica o
medicina, come credente mi sento circondato da ostilità e rancore”.
Odifreddi glielo avrebbe certamente spiegato; forse avrebbe cominciato un po’
da lontano, da G.Galilei e poi, sicuramente, passando attraverso Darwin,
sarebbe arrivato a spiegargli il motivo di quello che a molti scienziati
sembra solo una mania di persecuzione.
Ci sono comunque, oltre ad Odifreddi, anche molti scienziati cattolici (pochi
italiani, in verità) che potrebbero illuminarlo (anche se dice che l’illuminismo
non gli piace proprio).
Se fra i religiosi non possiamo dimenticare certo l’ex astronomo pontificio
P.G.Coyne (interessante, per conoscerlo meglio, l’intervista nel recente
libro di Chiaberge…), fra gli italiani c’è un fisico, che è
addirittura il presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, N.Cabibbo; gli farebbe capire, come ha scritto ieri sul
Sole 24 ore, che il problema è dovuto anche al fatto che la Chiesa cattolica
non riesce a sopportare il metodo scientifico e ama contestare e sfidare,
spesso aggiungendo “ostilità e rancore”
all’ignoranza su questi temi, i limiti oggettivi della scienza, rifiutandosi
di accettare quello che la scienza può dare alla cultura umana soprattutto su
tematiche che un tempo la ragione non aveva gli strumenti per analizzare
meglio.
Per quanto riguarda poi il sentirsi ”circondato
da ostilità e rancore”, potrebbe rivedersi un’intervista illuminante, che dimostra un’evidente ostilità verso i
fatti (!) ma anche verso il metodo scientifico. Non da meno è anche il
corsivo dell’Avvenire del 3/1 (“False
euforie: tra «pance» e dogmi laici”).
PS: E’ comunque curioso che
l’intervista a un “docente di probabilità” venga titolato “il fascino della verità” … potrebbe sicuramente
suggerirne lui uno più adatto, che permetta di valutare l’ambito di variabilità
in cui si può trovare questa verità, che anche lui ammette (sottolineando
forse senza accorgersene l’universalità della scienza) è spesso MOLTO
relativa: ”la matematica cinese e quella di Euclide
sono la stessa cosa. Altri campi della cultura umana non hanno questa
caratteristica”.
Essendo di religione valdese, non potrebbe certo negare che la
religione sia uno di quei “campi della cultura
umana” che hanno (certamente con elevata probabilità … o meglio con
elevata certezza) verità relative.
Sì! Un titolo più adatto per l’intervista sarebbe stato “il fascino delle verità relative”, togliendo il
riferimento alla matematica e magari aggiungendone uno al travagliato
incontro di Sibiu del 2007, dove proprio “verità” diverse hanno
impedito un accordo fra chi non ne accetta di relative.
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6/1/09-USA
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[da NCSE] Oggi negli USA è stata proposta la prima legge
antievoluzionista del 2009. E’ successo nell’Oklahoma, e si tratta della Senate Bill 320.
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[da Panda’s
Thumb] E’ stata
pubblicata negli USA la terza edizione del libro “But Is It
Science?: The Philosophical Question in the Creation/Evolution Controversy” di Robert T.
Pennock
(Editor), Michael Ruse (Editor).
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[da Panda’s
Thumb] Sullo stesso blog si informa dei confronti fatti
sull’intera sequenza del DNA mitocondriale di un Neandertal di 28.000 anni fa
(Vindja Cave): “A complete
Neandertal mtDNA genome”. Conclusione? “Analysis of the
assembled sequence unequivocally establishes that the Neandertal mtDNA
falls outside the variation of extant human mtDNAs, and allows an estimate of
the divergence date between the two mtDNA lineages of 660,000 ± 140,000 years.
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Non sembra che il
caso meriti di essere connesso con il dibattito sull’evoluzione, ma è in
corso un processo contro un’insegnante di scienze creazionista che avrebbe
marcato una croce sul braccio di uno studente. Il processo sembra si stia
avviando verso le conclusioni e se ne parla in un articolo (“Creationism
Makes Its Mark”) della
giornalista Lauri Lebo, che ha appena scritto un libro sul processo di
Harrisburg/Dover. Se rilevante è l’aspetto della tortura allo studente, nel
processo si sta discutendo anche del fatto che l’insegnante teneva libri
religiosi in classe e insegnava il creazionismo invece dell’evoluzione
biologica.
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[da Pharyngula] Un esempio di ignoranza creazionista in una lettera al
direttore in un
giornale USA dell’Alabama. Per fortuna qualche lettore risponde per
le rime: “I have heard some
spectacularly stupid, ill-informed, willfully ignorant arguments about the
Theory of Evolution in my day, but you have managed to trump them all,
hands-down. Simply put, you clearly don’t even know what the Theory of
Evolution is in the first place”. In un altro
blog si racconta di un altro
esempio di
presuntuosa ignoranza
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6/1/09-UK
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La BBC ha
organizzato un ricco
sito web su Charles Darwin. Non tutto il materiale è però consultabile al
di fuori dell’UK
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5/1/09-IT
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Una prova della
preparazione dei quotidiani italiani all’anniversario darwiniano. Sul Messaggero
il titolo di un articolo è corretto (“La teoria
di Darwin compie 150 anni”), ma il sottotitolo è davvero deprimente :”L'evoluzione della specie spiega il mondo”. L’errore è
ripetuto nel testo dell’articolo una volta su due. Ancora più deprimenti i
commenti sull’articolo, sconsigliabili ad un pubblico … competente.
Effettivamente nei commenti si trova anche il suggerimento per una correzione
da introdurre nel testo, ma nessuno suggerisce di correggere “della specie” in “delle
specie”.
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Interessantissime
(e in parte sconcertanti per il fatto che non ne tragga tutte le conseguenze,
dando utili consigli al Vaticano su come superare una posizione che non
risolve certo i problemi evidenziati da GOP2 nel 1988) le conclusioni
dell’articolo di N.Cabibbo sul Sole 24 Ore (“Perché la
Chiesa sbagliò”).
Anche il presidente dell’accademia delle scienze pontificia, come molti altri
scienziati,
“non riesce ad entusiasmarsi al dibattito scienza-fede”;
purtroppo non è abbastanza chiaro nello spiegare perché lo ritenga inutile;
chiarisce comunque il grave errore della chiesa, di non accettare il metodo
scientifico, che è il modo con cui la scienza avanza, decisamente ben diverso
dal rimuginare verità di fede (queste siì che si possono chiamare dogmi…):
“Il possibile imbarazzo teologico di oggi
verso alcune idee della scienza sembrerà domani del tutto irrilevante: le
teorie scientifiche di oggi saranno forse rafforzate, e poi sopravanzate da
teorie più complete e dettagliate. È quello che è successo alle teorie di
Copernico, inglobate e completate da quelle di Newton e poi di Einstein. È
così che la scienza procede, ed è bene abituarsi”
.
Sembra proprio di intravedere una citazione della lettera di
GP2 a P.Coyne del1988 …
in cui GP2 indicava una strategia per superare innanzitutto “l’imbarazzo teologico di oggi verso alcune
idee della scienza”. Purtroppo si susseguono inutili confronti fra procedure incompatibili.
E se lo sospetta il presidente dell’accademia delle scienze pontificia …
forse dovremmo credergli …
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Quello
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5/1/09-USA
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Nel blog Panda’s
Thumb raccontano
come si sia conclusa, nel sito del blog di Carl Zimmer, la serie di
risposte (Part 1, Part 2 and Part 3) del ben
noto biologo evoluzionista cattolico (sembra quasi che ci siano solo negli
USA …) Ken Miller (uno dei più bravi a contrastare gli errori di
biologia dei sostenitori dell’Intelligent Design) a C.Luskin su uno dei punti
caldi sollevati dall’Intelligent Design: “l’irriducibile complessita”.
Nelle risposte di K.Miller si parla soprattutto dei meccanismi di
coagulazione del sangue. Nel blog di C.Zimmer si discuteva invece della
differenza di complessità
fra motocicli e bicicli, che in
realtà sono prodotti dell’intelligenza umana e non della biologia.
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[da NCSE] Il Biochemical Journal inaugura
la sua serie di articoli per commemorare il bicentenario di Darwin con un
articolo di Kevin Padian and Nicholas Matzke:
"Darwin,
Dover, 'Intelligent Design' and textbooks" (PDF) (209; 417; 29-42). L’articolo racconta in
particolare gli effetti del processo di Harrisburg/Dover e suggerisce le
iniziative più adatte per contrastare l’inerzia collettiva che impedisce
negli USA una migliore comprensione della scienza. K.Padian, un paleontologo
oggi presidente dell’NCSE, è stato un importante testimone nel processo Kitzmiller v. Dover, che nel 2005
ha dimostrato l’inconstituzionalità dell’insegnamento dell’”intelligent
design", un’ipotesi non scientifica, non dimostrata e non dimostrabile,
nelle scuole pubbliche.
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[da NCSE] In un articolo sul New York Times (“Four Stakes
in the Heart of Intelligent Design”) si passano in rassegna 4 libri recenti
sull’evoluzione e il dibattito sulla teoria dell’evoluzione. Viene apprezzato
il libro di Ken Miller (“Only a theory”), che fu uno dei migliori
testimoni in favore della teoria dell’evoluzione al processo di
Harrisburg/Dover.
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3/1/09-IT
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In un corsivo
dell’Avvenire c’è posto anche per una ridicolizzazione
dell’articolo di Boncinelli sul Corriere di ieri: “False
euforie: tra «pance» e dogmi laici”, in cui recensisce “il
libro "Nati per credere", ove tre allegri autori
"spiegano" la religione, ogni religione, di ogni tempo e di ogni
luogo, naturale o rivelata che sia: viene dalla «tendenza innata a trovare un
senso a tutto», e quindi Dio come causa di ogni fenomeno è solo una falsa
invenzione! Ma perché? Ecco, nero su bianco: perché «tutti e tre gli autori
concordano comunque sul fatto che la spiegazione (di tutto) possa e debba
essere cercata nelle pieghe del processo evolutivo che ha forgiato il nostro
corpo e la nostra mente»”
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2/1/09-IT
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Ottimo articolo
oggi sul Corriere
(“Così Darwin
spiega Dio”) in cui
E.Boncinelli recensisce il recente libro di Girotto, Pievani e Vallortigara “Nati per
credere”. Ottimo
fin dall’incipit, che sottolinea il ruolo di una delle principali caratteristiche
che la nostra specie ha ulteriormente sviluppato, ma già presente nei
primati, la curiosità: “Tutto deve avere per noi
una spiegazione. Ogni spiegazione che ci
danno o che ci diamo, la accogliamo con una grande soddisfazione e un vero
sollievo psicologico. Perché ne abbiamo bisogno. Non possiamo vivere senza
spiegazioni. Che sono poi di due grandi tipi: che cosa ha causato o
causerà un dato evento e con quale scopo ciò è accaduto o accadrà”.
Bello e pure utile (anche se un po’ angosciante) l’auspicio di dover usare
questo libro come
“un potente antidoto alle tonnellate di
sciocchezze, più o meno intellettualmente raffinate e finemente argomentate,
che ci toccherà di ascoltare in questo 2009, anno darwiniano per eccellenza,
contro Darwin e le affermazioni del darwinismo nel suo complesso”.
Sempre sul Corriere un altro articolo (“DOPPIO ANNIVERSARIO DI CELEBRAZIONI (E DI POLEMICHE) “) con informazioni sulle iniziative in corso in Italia durante il 2009. Si
cita anche il sito web di Pikaia e le mostre in preparazione a Roma (dal 12
febbraio) e a Milano.
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Articolo di M.Luzzatto
sul Riformista (“Darwin e fu
dibattito”), in cui
riflette sul doppio anniversario di Darwin che cade nel 2009. Forse sarebbe
meglio non dimenticare che è anche il 200’ anniversario della pubblicazione
del libro con cui Lamarck fornì la
prima ipotesi per spiegare i meccanismi dell’evoluzione – la coincidenza con
la nascita di Darwin dovrebbe zittire chi continua ad attribuirgli addirittura
la scoperta dell’evoluzione, che un altro Darwin, suo nonno Erasmus già sospettava nel 1794.
Si confronta il diverso riverbero creato nel mondo dai 3 precedenti
anniversari; le novità di oggi sono probabilmente dovute anche a fattori
legati alla diversa velocità di diffusione dell’informazione nel mondo. Mai
nei precedenti anniversari si riusciva a confrontare e coordinare in tempo reale
iniziative e riflessioni che sorgevano nei diversi paesi. Non sembra che la
frase “alcuni esponenti vaticani faticano ancora
oggi ad accettare l’evoluzione” sia del tutto concorde con la
precedente “Il
cattolicesimo moderno ha assorbito il colpo e il racconto della Genesi è
accettato nel suo significato metaforico e non in quello letterale”, anche perché è evidente dal contesto che ci si
riferisce solo all’evoluzione come fatto e non alla teoria dell’evoluzione,
non evidenziando un equivoco su cui alcuni continuano, magari inconsciamente,
a giocare, evitando di risolvere il contrasto esistente.
Sempre sul Riformista un altro articolo (“Dodici mesi di convegni”) fornisce alcune
indicazioni utili per programmare gli impegni e i viaggi nel 2009. Se
qualcuno si chiedesse perché mons.Ravasi abbia dovuto cercare oltreoceano dei
biologi cattolici evoluzionisti, qui sotto si può trovare qualche indicazione utile.
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2/1/09-USA
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Secondo una
ricerca citata oggi in un articolo di Pikaia (“L’evoluzione
è tutto”), sembra
quasi che l’insegnamento della biologia potrebbe forse essere appaltato agli
antievoluzionisti…! L’articolo citato (“Does the
Segregation of Evolution in Biology Textbooks and Introductory Courses
Reinforce Students’ Faulty Mental Models of Biology and Evolution?”) risponde
infatti in modo imprevisto alla domanda “Cosa
succede se l’evoluzione non è il cardine dell’insegnamento della biologia,
bensì una mera nota a margine, avulsa dal resto?”. Sembra infatti che
i più diffusi libri di biologia USA tendano a concentrare l’impostazione
“evolutiva” nel capitolo sull’evoluzione, dimenticando di sfruttare
l’indicazione di Dobzhansky, utile anche nella didattica oltre che nella
ricerca
("Nulla ha senso in biologia se non alla luce
dell'evoluzione").
Sarebbe interessante verificare quali sarebbero i risultati se si utilizzasse
un libro di biologia antievoluzionista che comincia a circolare anche in
Italia. [stupisce parecchio il
fatto che sia … sponsorizzato da chiese evangeliche poco note in Italia - per
cui almeno negli USA non potrebbe certamente entrare in nessuna scuola
statale].
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2/1/09-UK
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Oggi troviamo
articoli che cercano di mettere in evidenza alcune delle 150 risposte alla
“domanda dell’anno 2009” proposta nel sito dell’Edge (World Question Center).
Il Guardian oggi fa notare (“Richard Dawkins: How would you
feel about a half-human half-chimp hybrid?”) come la risposta di R.Darwinks (“BREAKING THE SPECIES BARRIER”) tocchi temi delicati connessi con la nostra identità come specie
ma soprattutto come specie autonoma (“Dawkins
speculates about how a human-chimp hybrid or the discovery of a living Homo
erectus would change the way we see the world”). Dawkins
“ricama” sui dubbi che abbiamo oggi sui confini della nostra specie,
nonostante i paleoantropologi ricordino continuamente come la nostra sia
comunque solo una (l’ultima sopravvissuta) delle circa 15 specie che si sono
succedute a partire dall’antenato, vissuto circa 6/8 milioni di anni fa, che
abbiamo in comune con l’attuale scimpanzé.
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1/1/09-USA
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La fine dell’anno
è sempre un momento di bilanci. Su un blog USA (Stranger fruit) si
analizza (“The Year in ID
– 2008 Edition”)
l’attività svolta dal Discovery
Institute, la ditta
di Seattle che mantiene in vita l’Intelligent Design USA. Si osserva con
sconcerto che dal 2006 fino a metà del 2008, e
per loro
ammissione, non è stato pubblicato nessun articolo riguardante
l’Intelligent Design su una rivista scientifica seria. Sul blog
viene fatto anche un confronto con l’attività del 2007 e del 2006. Soprattutto sconcerta lo scarso rispetto delle
promesse fatte: negli anni scorsi si erano promessi contributi culturali e
chiarimenti che vengono continuamente rinviati, dimostrando una difficoltà a
rispettare tempi dei propri progetti, che chiaramente risultano più vaghi che
intelligenti.
Un esempio? Fra poco saranno ormai 5
anni che si attendono chiarimenti (promessi inizialmente in due giorni)
sull’idea dell’ "ontogenetic
depth", proposta
da un biologo del DI nel 2004. Strano che sembra abbiano maggiori difficoltà
ad interpretare i meccanismi biologici proprio coloro che partono da
presupposti ideologici e che sono certi che sia tutto progettato da un essere
intelligente … chi se lo sarebbe mai aspettato …?
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Non meno
disastrosa la valutazione comparativa del film di Ben Stein “Expelled”,
che avrebbe dovuto diventare l’arma letale che gli amici dell’Intelligent
Design avevano puntato contro la teoria dell’evoluzione. Il sito dell’NCSE (“Good news
and bad news for Expelled”) informa
che quel film è infatti inserito nella lista dei peggiori film del 2008,
e lo dimostra raccogliendo tutti i commenti critici che ha ricevuto. Uno dei
commenti più articolati non lascia vie di scampo agli autori del film:"There are terrible movies, and then there are terrible
movies that cause harm to society by feeding into its ignorance. Nathan Frankowski's odious anti-evolution
documentary belongs in the latter category. ... Few moments in cinema in
2008 were as shameless and disgusting as the Expelled sequence
where Stein solemnly visits a Nazi death camp and unsubtly links 'survival of
the fittest' theory to the Holocaust.". Sarebbe necessario che ogni
sostenitore dell’Intelligent Design cercasse di capire il motivo della
correttezza di questo ed altri
giudizi così liquidatori.
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Oltre ai bilanci
sull’attività del DI, all’inizio dell’anno vengono anche pubblicate, nel sito
dell’Edge (World Question Center) le risposte di 150
autorevoli esseri umani, spesso scienziati e filosofi, alla domanda
dell’anno.
Quest’anno la domanda è
“WHAT WILL CHANGE EVERYTHING? - What game-changing
scientific ideas and developments do you expect to live to see?".
Molte, interessanti e spesso
originali le risposte, alcune delle quali coinvolgono problemi connessi con
l’evoluzione e con i problemi biologici, psicologici, filosofici (e
purtroppo anche teologici) connessi con una prospettiva che per centinaia
di milioni di esseri umani ha e avrà difficoltà ad essere capita ancora per
decenni.
Troviamo per esempio fra gli autori
delle riflessioni Richard Dawkins, Freeman Dyson, Daniel Dennett, Paul Davies (e questo solo per quanto riguarda la lettera
D…).
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1/1/09-UK
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Proprio oggi Nature
nel suo primo numero di gennaio offre la possibilità di una prima (e lunga)
immersione in fatti che possono contribuire ad una visione più razionale
dell’evoluzione biologica.
Un articolo accessibile a tutti,
“15
evolutionary gems”, elenca
ben 15 fatti [perchè accontentarsi solo di uno o due…?] che dimostrano
come l’evoluzione biologica per selezione naturale sia un fatto. L’articolo (purtroppo…)
è anche un pressante appello a tutti i biologi: quasi nessuno di loro
contesta l’evoluzione biologica come fatto, né i suoi meccanismi, per cui
dovrebbero collaborare a diffondere le conoscenze di cui dispongono, aiutando
altri ad aprire gli occhi sulle meraviglie del mondo per capire meglio una
realtà che soprattutto loro ben conoscono e capiscono, ma soprattutto sanno
fa capire come oggi vi siano convincenti spiegazioni naturalistiche.
Oggi sono troppo pochi quelli che, come loro, hanno capito che sono oggi da
considerare fatti non solo l’evoluzione biologica, ma anche la selezione
naturale e gli altri meccanismi che la spiegano.
Fatti non molto diversi da quelli che oggi sono ormai riconosciuti e
accettati da tutti: pochi oggi si sognerebbero di mettere in discussione che
la terra ruoti attorno al sole e non viceversa, nonostante le evidenze
assolutamente contrarie.
Non dovrebbe quindi essere difficile raggiungere gli stessi risultati, anche
se si richiede un maggior contributo
da parte di chi già ben conosce i fatti.
L’articolo mette a disposizione informazioni utili per diffondere e
consolidare le conoscenze necessarie per capire l’evoluzione biologica;
l’articolo aiuta anche a capire come gli argomenti utilizzati dai diversi tipi
di creazionisti tendano
ormai a concentrarsi su problemi limitati, sempre che non si rifugino nel
porto sicuro dei problemi assolutamente non affrontabili né risolvibili con
gli strumenti della scienza.
HAPPY DARWIN YEAR
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