30/12/12-IT
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E' scomparsa a 103 anni Rita
Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina (ottenuto nel 1986
grazie alla scoperta del nerve
growth factor, l’11/6/51).
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28/12/12-EU
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Per fortuna la Commissione Europea è conscia
dei rischi globali conseguenti alla costante perdita della biodiversità, e ha
stanziato 1.7M € in tre anni per finanziare la lotta dell'INTERPOL ai
criminali che hanno come obiettivo le specie selvatiche a rischio di
estinzione, sotto il controllo dell'International
Consortium on Combating Wildlife Crime (ICCWC), una struttura del CITES. Come è noto gli obiettivi
privilegiati del commercio illegale sono negli ultimi anni i rinoceronti e
gli elefanti africani.
Un ulteriore finanziamento della Commissione Europea (2M€) sarà destinato al
programma MIKE, un meccanismo finalizzato a monitorare e
combattere il bracconaggio degli elefanti in tutto il continente africano.
Grazie al commercio illegale dell'avorio si arricchiscono non solo i
commercianti di avorio ma anche le milizie che intendono controllare parte
dei territori di alcuni paesi africani, come avviene ad esempio in Uganda.
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27/12/12-UK
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181 anni fa: "Aveva
22 anni Charles Darwin quando, il 27 dicembre 1831,
salpò a bordo dell’ Hms Beagle sotto il comando del capitano
Robert Fitzroy, forse intuendo che quel viaggio gli avrebbe cambiato la vita".
Ce lo ricorda un articolo dell'edizione italiana di Wired ("Comincia
il viaggio del Beagle").
Come ho ricordato il 24/10/12, chi volesse può seguire su twitter il viaggio di
C.Darwin, con un ritardo di 181 anni. C'è anche una pagina Facebook.
Grazie a David Jones, C.Darwin potrà fare compagnia per i prossimi 3 anni a
chi volesse provare a condividere le esperienze fatte da un giovane e curioso
naturalista dilettante della buona società inglese che entra improvvisamente
in contatto con i diversi ambienti della terra e quindi con le cause della
biodiversità.
A cominciare dalla biogeografia, un fattore determinante per l'evoluzione e
la biodiversità, messo in evidenza poi soprattutto da A.Wallace, che ebbe
esperienze molto simili e che quindi giunse a simili riflessioni e
conclusioni.
Non c'è da stupirsi che difficilmente si ritrovi il termine stesso
"biogeografia" nelle pagine, nei blog e nei ragionamenti dei [neo]
creazionisti sopravvissuti a Lamarck.
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21/12/12-USA
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E' in rete la Biodiversity Heritage Library,
con 57600 testi on line (per un totale di 110.000 volumi e 40 milioni
di pagine) sui seguenti argomenti: AgricultureAmphibiansAnatomyAnatomy,
ComparativeAnimal
behaviorAnimalsAntiquitiesArctic
regionsAustraliaBacteriologyBeesBeetlesBibliographyBiographyBiologyBirdsBotanyBrazilBreedingCaliforniaCanadaCatalogsCatalogs and collectionsClassificationCongressesControlCrustaceaDescription and travelDictionariesDiseasesDiseases and pestsDissertations, AcademicEarly works to 1800Economic aspectsEmbryologyEnglandEntomologyEnvironmental aspectsEuropeEvolutionFisheriesFishesFishingFlowersForests and forestryFranceFruitFruit-cultureFungiGame and game-birdsGardeningGardensGeologyGermanyGreat BritainHeredityHistoryHorsesHuntingIdentificationIllinoisIndiaInsect pestsInsectsItalyLaboratory manualsLepidopteraLivestockMammalsMarine animalsMassachusettsMollusksMontanaNatural historyNew York (State)NomenclatureNorth AmericaOceanographyOntarioOutdoor booksPaleobotanyPaleontologyPeriodicalsphysiologyPictorial worksPlantsPoultryReptilesResearchScienceScientific ExpeditionsSocieties, etcSoilsTobaccoTrainingTreesUFUnited StatesVeterinary medicineZoology.
Ci sono testi in decine di lingue. In italiano ce ne sono 492. i può fare
anche la ricerca
per autore.
Interessante osservare come ci siano molte riviste italiane digitalizzate, ma
sembra che siano le copie esistenti soprattutto presso musei
di scienze naturali i università in UK o negli USA
Sarebbe il caso che l'archivio si arricchisse anche dei fascicoli esistenti
presso i musei e le biblioteche universitarie italiane (non basta certo la
presenza dell'Università di Firenze fra i partecipanti all'iniziativa), in
mondo da render facilmente consultabili on line questi strumenti di controllo
della perdita di biodiversità.
Non dimentichiamo infatti che l'area
mediterranea è uno dei 34 "biodiversity
hotspots" nel mondo (qui la mappa
degli hotspots). A differenza dei britannici Darwin e Wallace, che
dovettero girare il mondo per scoprire la biodiversità e le prove
dell'evoluzione, agli italiani sarebbe sufficiente uscire dalle città per
verificare come l'evoluzione abbia operato in un ambiente climaticamente
favorevole e ricco di barriere geografiche.
Un buon punto di partenza sarebbe quindi di approfittare della situazione per
fornire ai giovani la sensazione e la consapevolezza di vivere in un'area che
da migliaia di anni è ricca di una biodiversità che deve essere protetta,
conservata e trasmessa alle future generazioni.
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20/12/1-DK
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Un gruppo di ricerca danese ha presentato un lavoro
su Science ("An
Update of Wallace's Zoogeographic Regions of the World") che
aggiorna le scoperte di Wallace, proponendo una mappa delle attuali regioni
zoogeografiche nel mondo. E' un lavoro che permette, utilizzando i dati
filogenetici e le mappe di distribuzione di ben 21000 specie animali, di
disegnare i confini delle 11 principali aree zoogeografiche e di quelle
minori. E' stata costruita una mappa più precisa delle precedenti, in quanto
utilizza le conoscenze aggiornate su un numero notevole di specie.
E' un documento fondamentale per identificare i confini geografici che
permettono di spiegare la formazione di nuove specie e di capire il ruolo
delle barriere geografiche rispetto alle altre barriere. Non è da escludere
che da questo momento anche chi ha trovato utile ignorare il ruolo
fondamentale della biogeografia nello spiegare i fenomeni di speciazione
evidenti nel corso del processo evolutivo possa rivedere le sue spiegazioni e
quindi le conseguenti deduzioni.
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20/12/12-USA
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Annosi problemi finanziari stanno mettendo in serie
difficoltà uno dei migliori musei scientifici USA, il Field Museum di
Chicago. Lo annuncia un articolo sul blog di Scientific
American: "Dopo anni di problemi
finanziari, il Field Museum di Storia Naturale di Chicago, Illinois, sta
tagliando 3 milioni di dollari dal suo bilancio annuale, che coinvolge anche
la gestione dei circa 25 milioni di esemplari di fossili, piante e
animali".
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20/12/12-IT
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Probabilmente molti hanno nelle orecchie e nei
pensieri le critiche che da anni si scagliano contro le università italiane e
che vengono riproposte, prima di verificarle e contestarle, nelle prime righe
di uno slideshow (di G.De Nicolao, ingegnere dell'Univ.di Pavia: “Spesa,
risultati, efficienza: miti, leggende e realtà dell’università italiana”)
pubblicato oggi nel sito web ROARS
(Return on Academic Research) e così introdotto: “Con
la Legge di stabilità 2012, il calvario dell’università italiana giunge
all’ultima stazione. La maggior parte degli atenei è ormai a rischio di default
a causa della cura dimagrante imposta negli ultimi anni. Un indubbio successo
della propaganda martellante che per anni ha denunciato i costi inusitati,
l’irrilevanza scientifica e l’inutilità sociale dell’università italiana.
Liberato da questa spesa parassitaria, il paese potrà finalmente risorgere investendo sul lavoro manuale,
il turismo per i visitatori cinesi e
indiani, senza scordare la fabbricazione delle “scarpe
più belle del mondo”. Nelle slides alcuni luoghi comuni di questa
propaganda sono messi a confronto con i fatti e con i numeri”. Che
sono ben diversi e che dimostrano
come il taglio di 300 su 400 milioni di euro alle università previsto dalla Legge
di Stabilità (e probabilmente preparato dalla diffusione di notizie
imprecise e non corrette come quelle citate) sia la risposta peggiore da dare
per preparare l’Italia a resistere alle sfide che da qualche tempo arrivano
dalle dinamiche, risparmiose, studiose e curiose popolazioni asiatiche, molto
apprezzate da chi apprezza le proprie ricchezze finnziarie.
Che ci sia un po’ di masochismo nel negare anche alcuni meriti della ricerca
italiana lo faceva notare già nel 2009 un articolo sulla rivista del CNRS
francese: “The Italian paradox”.
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19/12/12-USA
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Che possa diventare o no una soluzione ai problemi
dell'umanità non è ancora una certezza, ma è comunque utile che qualcuno si
preoccupi di quantificare i costi e di confrontarli con rischi e costi
connessi con un tipo di alimentazione più tradizionale ma probabilmente poco
rispettoso dell'ambiente in un mondo ben diverso anche solo rispetto a 62
anni fa, alla metà del secolo scorso, quando eravamo solo un terzo rispetto
ad oggi, 2.5 miliardi. Il problema è stato affrontato nell'articolo "Environmental
Impact of the Production of Mealworms as a Protein Source for Humans – A Life
Cycle Assessment", che dimostra i minori
costi per l'ambiente delle proteine animali tratte da coltivazioni di
vermi. D'altronde si sa di che cosa hanno bisogno le nostre cellule per
vivere e riprodursi: di aminoacidi, non di proteine.
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19/12/12-CHINA
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I cambiamenti che stanno sconvolgendo le economie
di molti paesi asiatici hanno avuto effetti rilevanti anche sulla
biodiversità e quindi sui delicati equilibri fra l’uomo e l’ambiente, il cui
sviluppo equilibrato è minacciato in molte zone.
L’enorme potenza economica attuale della Cina sta avendo imponenti
ripercussioni sulla biodiversità in tantissimi paesi africani, che si vedono
letteralmente risucchiare attraverso linee di trasporto tanto efficienti
quanto illegali migliaia di parti anatomiche provenienti ottenute
sacrificando ogni anno migliaia di elefanti
e rinoceronti.
A queste stragi si aggiungono poi quelle di tigri in Asia.
Limitata sembra la preoccupazione del WWF
cinese, che non sembra preoccupato di questi problemi nella sua homepage,
anche se la
complessità del problema è nota. La differenza rispetto alla homepage centrale del WWF è evidente:
negli ultimi giorni ci sono continue citazione dell’incremento dei traffici
illegali, in gran parte diretti dall’Africa verso la Cina (fra il 54% e il
65% rispetto allo 0% di 12 anni fa, per quanto riguarda l’avorio!!).
Paesi
di origine dell’avorio sono soprattutto la Nigeria, il Camerun, ma
soprattutto il Kenya e la Tanzania e punti di passaggio sono il
Portogallo,
l’Egitto,
il Sudan, Hong
Kong e la Malesia (impressionante il sequestro
di 1500 zanne – 24 tonnellate – avvenuto qui una settimana fa,
il 12 dicembre scorso, corrispondente al totale dei sequestri dell'intero
2011).
Il 22/10
scorso a Hong Kong, grazie all’intervento dell’International Fund for Animal Welfare erano
state sequestrate 4 tonnellate di zanne arrivate dall’Africa, mentre
altre 2.4 tonnellate erano state sequestrate in Vietnam
in agosto.
Il drammatico peggioramento della situazione nel 2011 e 2012 sta
richiedendo nuovi strumenti (droni
compresi) per contrastare bracconieri sempre più attrezzati, aggressivi e
potenti; anche Google contribuisce a questa guerra con i suoi fondi dei Global Impact Awards.
Davvero impressionante è la lettura di un ampio e documentato rapporto
dell’EIA (Environmental
Investigation agency) anche se è del 2007. Interessante, a pag.29, la
mappa della rete illegale che porta in Cina il 50% dell’avorio africano (il
cui commercio è proibito anche se talvolta si sono commercializzate
legalmente le zanne di avorio sequestrate invece di bruciarle; si attiva così
un circuito ufficiale di avorio legale che lascia sopravvivere il
tradizionale mercato cinese dell’avorio lavorato, ma apre la strada anche
all'avorio illegale documentato dalla mappa dei sequestri in Cina; fanno
impressione le foto delle numerose sculture in avorio in vendita nei centri
commerciali cinesi rivolti ai turisti (ad esempio a Darien). Sembra che anche
le recenti olimpiadi siano state un’occasione per la vendita ai turisti di
avorio lavorato.
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18/12/12-F
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Come ricorda un articolo su Wired,
183 anni fa morì (aveva ben 85 anni) Jean Baptiste de
Lamarck, che nell'anno della nascita di Charles Darwin (1809) pubblicò Philosophie
zoologique, il testo in cui dimostrava come il creazionismo ormai non
fosse più una spiegazione accettabile dell'enorme variabilità degli esseri
viventi, che ormai poteva essere spiegata solo come il prodotto di un processo
evolutivo.
Purtroppo le limitate conoscenze della biologia del tempo non erano in grado
di suggerire a Lamarck una spiegazione ragionevole e dimostrabile, per cui
non riuscì a convincere i suoi colleghi e Darwin ebbe tutto il tempo per
proporre, giusto 50 anni dopo, una spiegazione migliore, nonostante le
conoscenze sui meccanismi ereditari fossero ancora inadeguate.
Se la spiegazione di Lamarck non riuscì a convincere i suoi contemporanei,
non c'è dubbio che comunque, grazie a lui, fin dal 1809 - più di due secoli
fa - il creazionismo si dimostrò del tutto incompatibile con la complessità
del mondo naturale, almeno per i naturalisti che lo conoscevano sempre
meglio; era un evidente conseguenza di un processo evolutivo che però
rimaneva ancora difficile spiegare.
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18/12/12-USA
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Carl Zimmer inaugura
oggi il suo blog The Loom, che riapre nel sito del National
Geographic con un nuovo nome: “Phenomena: the loom”
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Nel blog Why evolution is true un post di Greg
Mayer rievoca ("The
Piltdown Hoax at 100") il centenario della truffa di Piltdown,
un falso cranio "costruito" unendo parti di un neurocranio umano
con parte di una mandibola di orango. Ovviamente mancavano soprattutto le
parti ossee che avrebbero fatto capire che le strutture craniche fossero fra
loro incompatibili.
Come ricorda il post, il falso venne svelato solo nel 1953, grazie a nuove
tecniche di indagine, nonostante già intorno al 1914 alcuni paleoantropologi
avessero sollevato alcuni dubbi sull'autenticità di un reperto che,
curiosamente, confermava le false aspettative di 100 anni fa, quando si era
certi di dover dimostrare l'esistenza di una forma umana ancestrale dotata di
ampia capacità cranica ma con una dentatura ancora scimmiesca.
Come invece sappiamo oggi, l'evoluzione umana è avvenuta in due fasi: nella
prima si è perfezionata, in circa 4 milioni di anni con tutte le
modificazioni anatomiche necessarie, la locomozione bipede; solo
successivamente è iniziato l'aumento dimensionale dell'encefalo, associato
alla creazione e all'utilizzazione di manufatti litici.
Un processo che noi oggi chiamiamo "evoluzione a mosaico" e
che giustifica il fatto che Lucy, l'Australopithecus afarensis di 3,6
milioni di anni fa, fosse bipede (come dimostrano le impronte lasciate a Laetoli)
ma con una capacità cranica non diversa da quella di uno scimpanzé, sui 400
cc.
Nell'occasione del centenario, il museo di
Storia Naturale di Londra, che già dispone di un sito
web ben organizzato sulla truffa, inaugurerà
una mostra sul falso reperto, di cui ancora oggi si ignora il vero
responsabile e creatore. Per i curiosi, questa di R.Harter è un'altra pagina web
interessante sul reperto di Piltdown.
Qui una recente pagina del sito del Museo di Storia Naturale di Londra sul falso
di Piltdown, che informa di indagini in corso.
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17/12/12.USA
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Un articolo (“Ancient Bones That Tell a Story of
Compassion”) nella pagina scientifica del New York Times
di oggi racconta una storia di vita che avrebbe certo fatto piacere a Darwin,
che già aveva notato come la nostra fosse una specie un po’ diversa dalle
altre; come sappiamo (e come ci ha appena ricordato anche Benigni) non aveva
dubbi che la selezione naturale non avrebbe più avuto sulla nostra specie lo
stesso potere che aveva avuto con tutte le altre specie precedentemente
comparse sulla terra.
Certo Darwin si era basato sugli esempi di solidarietà e di collaborazione
reciproca a lui noti; non poteva immaginare che un giorno sarebbero emerse
anche prove così antiche come quelle evidenziate nella sepoltura 9 dello
scavo archeologico del sito neolitico (di 4000 anni fa) a Man
Bac, a sud di Hanoi, in Vietnam.
Lo scheletro della sepoltura 9 appartiene infatti a un soggetto di almeno
venti anni, che avrebbe notevoli difficoltà anche oggi a sopravvivere senza
un’adeguata assistenza sanitaria.
Presentando una paralisi degli arti inferiori e una limitata mobilità degli
arti superiori ha certamente richiesto, dalla fanciullezza e almeno per una
decina di anni, un’assistenza continua, dipendendo dagli altri per ogni
esigenza quotidiana (“Survival
against the odds: Modeling the social implications of care provision to
seriously disabled individuals”).
Questo non è certo l’unico caso oggi conosciuto che dimostra come i parenti
siano dovuti intervenire per permettere la sopravvivenza di soggetti con
handicap che ne impedivano l’autosufficienza.
Certo non si può negare che anche la bioarcheologia
della violenza sia un campo di ricerca (e sembra che i maya abbiano
fornito molto materiale dimostrativo), ma non c’è dubbio che la
bioarcheologia della solidarietà abbia già fornito numerosi interessanti
esempi di un fenomeno recente che comunque presenta molte tracce di
comportamenti comparsi già decine di migliaia di anni fa.
Come già si notava dal 1991 (“Can
paleopathology provide evidence for “compassion”?”), il
reperto di Shanidar
fornisce prove di comportamenti solidali anora più antichi, anche fra i
neandertaliani. Risulta importante anche una scoperta
fatta in Italia: un nano acromesomelico di 17 anni sepolto nella grotta
del Romito (CS), che sicuramente ha richiesto continue cure, avendo una
limitata autonomia.
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Per chi volesse seguire
quotidianamente le scoperte archeologiche fatte nel mondo, questo è il link al sito
migliore e più aggiornato.
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17/12/12-IT
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Sembra probabile che qualcuno non abbia subito ben
capito il motivo della interessante citazione di Darwin fatta da Benigni
nella sua presentazione (“La
più bella del mondo”) delle meraviglie della costituzione italiana: “Lo stato richiede la solidarietà. Hanno messo il dovere
di aiutare chi sta peggio. Noi siamo così
come siamo perchè abbiamo il sentimento della solidarietà. Ci siamo evoluti
per questo. La solidarietà ci distingue
come esseri umani. Magnifica il vangelo dove c’era scritto ‘non fare agli
altri ciò che non vorresti fosse fatto a te’. Qui è propositivo: ‘Fai agli
altri ciò che vorresti fosse fatto a te’. I padri costituenti sono
riusciti a mettere insieme per la prima volta nella storia Darwin e la
Bibbia. Roba dell’altro mondo”.
La citazione è al 55’ minuto, nel commento all’articolo 2 della
Costituzione, quello con cui “quei signori li
sono riusciti a far diventare legge un sentimento”, la solidarietà,
che è anche uno dei prodotti di quella fase dell’evoluzione biologica che ha
prodotto animali come i primati con una socialità complessa e in cui la
cooperazione ed elaborate modalità di comunicazione acquisiscono forse per la
prima volta un ruolo decisamente rilevante.
Proprio dall’interno di un gruppo di primati, in cui è presente un lungo
periodo - anche di 5 anni - di cure parentali che permettono la trasmissione
di tradizioni culturali alla generazione successiva, si sviluppa la linea
evolutiva che in 6/7 milioni di anni porterà all’uomo attuale.
Proprio di un processo complesso che attiva e favorisce la cooperazione e la
comunicazione nel percorso evolutivo che porta all’uomo ha discusso
recentemente Michael Tomasello, del Dip.di Antropologia
Evoluzionistica di Lipsia, in un recentissimo articolo, citato qui sotto in
data 27/11 (“Two Key Steps in the Evolution of Human
Cooperation”), che contribuisce a chiarire il ragionamento,
invero non sempre lineare, di Benigni.
Non è certo una novità che alcune delle caratteristiche davvero interessanti
ed apprezzabili nella nostra specie siano già presenti in aspetti
biologici e culturali presenti oggi anche nelle specie a noi più vicine,
da tempo approfonditi da uno studioso dell’etologia e della psicologia dei
primati come il primatologo Michael
Tomasello.
Per capire come la citazione di Darwin intendesse evocare piuttosto
l’evoluzione come fatto, si può leggere questo articolo di P. A. Spikins, H. E. Rutherford,
A. P. Needham: “The
Prehistory of Compassion” o questo articolo di Jean-Jacques
Hublin su PNAS (“The prehistory of
compassion”), dove ci si spinge fino all’esame della situazione che
si trova nelle scimmie antropomorfe.
Anche l’Avvenire ha notato la citazione di Darwin, e la riporta
nell’articolo “Benigni
show tra satira e politica”.
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14/12/12-UK
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Un articolo dell’Independent ci dimostra (“Debate
on Islam and evolution has to be called off after revolt by student societies”)
come la discussione sull’evoluzione diventi problematica se non pericolosa
quando si cerca di coinvolgere gruppi integralisti che difendono
l’interpretazione letterale del Corano. Gli organizzatori della prevista
iniziativa, afferenti al Deen Institute (un’istituzione diretta da un
islamico conservatore, Adam Deen, che però promuove il pensiero critico),
prevedevano infatti di organizzare in gennaio all’Imperial College di Londra
un convegno sul tema “Have Muslims
misunderstood evolution?”, invitando scienziati musulmani e imam che
sostengono la compatibilità fra evoluzione e Islam; erano invitati anche
creazionisti (come il medico turco che qualcuno forse ha già incontrato a
Milano grazie ai creazionisti italiani e che abbiamo visto proporre
ad un convegno vaticano le solite
domande creazioniste sulle forme di transizione la cui mancanza angoscia
anche gli antidarwinisti cattolici).
Originale, almeno per me, la nuova versione di “marcia del progresso”
adottata per il poster del convegno.
Il Deen Institute pensava di coinvolgere anche le associazioni studentesche
islamiche dell’Imperial College, ma il montare delle critiche dei
creazionisti islamici all’iniziativa ha costretto a spostarla in una
struttura dell’Università di Londra. Interessante il motivo addotto da un
musulmano che non apprezzava che la discussione fosse limitata all’ambito
islamico: “This debate is a big mistake. It is shifting debate to make it
a Muslim issue rather than an issue between atheists and creationists”.
In realtà la scoperta (avvenuta progressivamente negli ultimi 150
anni) delle diverse spiegazioni che rendono oggi del tutto accettabile il
processo evolutivo ha messo in difficoltà un po’ tutte le religioni, i cui
responsabili si trovano in imbarazzo e si mostrano incapaci a controllare e
contrastare l’ignoranza e l’irrazionalità dei gruppi creazionisti; perfino
quando criticano, come avviene nella chiesa cattolica che si vanta di averli
creati già fin dai tempi di Galilei, quegli organismi scientifici (come la PAS, di cui
oggi fan parte decine di premi Nobel, a cominciare dal presidente) a cui da
secoli i papi hanno attribuito un ruolo di consulenza sui temi che
coinvolgono la scienza.
Comunque per molte religioni sono in atto importanti cambiamenti, a
cominciare dal riconoscimento della
validità del metodo scientifico (nei casi in cui è applicabile, al di fuori
delle questioni di fede) e della teoria dell'evoluzione. Abbiamo così il Clergy Letter Project che
negli USA raccoglie migliaia di pastori protestanti, decine di religiosi
buddisti e centinaia di rabbini che festeggiano l'"Evolution Weekend" e non si vergognano
di mostrare un
santino di Darwin nella loro home page.
Nella chiesa cattolica oggi abbiamo come coordinatore della PAS un
neodarwinista che mostra anche una seria preoccupazione per il futuro e la
sopravvivenza del creato, i cui equilibri sono oggi minacciati, come
sottolineato anche dal papa nel
2007 ("L’emergenza della fame e
quella ecologica stanno a denunciare,
con crescente evidenza, che la logica del profitto, se prevalente, incrementa
la sproporzione tra ricchi e poveri e un rovinoso sfruttamento del pianeta").
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14/12/12-IT
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Davvero interessante una pagina ("Terra
del Fuoco: l’anima di un uomo ci muore dentro") comparsa oggi su un
blog (Nobordersmagazine) in cui un americanista, N.Bottiglieri
racconta del suo viaggio in Patagonia sulle tracce di Darwin e rievoca una
delle tappe del viaggio nella Terra del Fuoco, quella della sosta del
24/1/1833 a Wulaya
Bay per riportare nella loro terra i 3 fuegini che erano stati portati in
Inghilterra nel 1930 dal capitano Fitzroy durante un precedente viaggio del
Beagle.
Nell'articolo si racconta di come lo sterminio fu la conseguenza finale
dell'incontro fra la debolezza delle popolazioni locali e la potenza degli
europei, interessati a sfruttare le risorse naturali che erano indispensabili
alla sopravvivenza dei fuegini, minacciata anche quella dai "doni"
portati dall'Europa: "Negli anni successivi le navi baleniere uccisero due milioni di leoni
marini, il cui grasso servì a illuminare la città di Londra, togliendo la
base dell’alimentazione degli indios. Le epidemie di
tubercolosi, morbillo e sifilide decimarono in pochi decenni i “nomadi del
mare”, la popolazione yamana, che viveva vicino Capo Horn e gli Alacalufes
che vivevano sullo stretto di Magellano...".
Vediamo
anche qui un esempio delle conseguenze di quasi tutti i contatti avvenuti fra
popolazioni di cacciatori/raccoglitori e popolazioni che si trovano in
momenti diversi dell'evoluzione culturale e dell'economia.
Sconcerta che qualcuno provi ad addebitare a Darwin o addirittura alla sua
teoria dell'evoluzione eventi simili, che sono sempre avvenuti e che,
soprattutto nel continente americano si ripetevano ben documentati già da
vari secoli.
Lo stesso Darwin aveva potuto verificare durante il suo viaggio come la
riduzione in schiavitù fosse una delle modalità per gestire le popolazioni
indigene.
Anche questa era un'esperienza che sarebbe stato difficile effettuare in
Inghilterra, dove invece ebbe l'occasione di frequentare un ex-schiavo.
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13/12/12-BORNEO
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E' stata scoperta
una nuova specie di proscimmia che vive nel Borneo (o Kalimantan). Si
tratta di una specie di Loridae del genere Nycticebus. E' stato
attribuito il nome specifico di Nycticebus kayan.
Piuttosto insolito che ci sia una specie di primate che dispone di un morso
velenoso; si consiglia prudenza. Qui un paio di
foto di questa nuova specie, che vive in una delle isole più minacciate del
sud-est asiatico. Qui invece una pagina
web e un video che dimostrano la sorte a cui vanno incontro molti degli
animali rari che vengono sottratti alle foreste, resi innocui e venduti nei
mercati delle grandi città; nemmeno i rarissimi Loridae sfuggono a questa
sorte in un contesto in cui le leggi non vengono fatte rispettare. Se ne
parla anche nelle news nel sito del National Geographic: "Venomous
Primate Discovered in Borneo"
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13/12/12-I
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In un post ("Chi
ha paura della scienza?") del blog My genomix (in data 27/11/12) vengono presentati i risultati
di due recenti sondaggi su aspetti che dovrebbero oggi essere ben noti a
tutti i cittadini. Il primo
sondaggio (realizzato da Futuragra) riguarda l'informazione che
arriva ai cittadini sugli OGM, mentre il secondo è un sondaggio
del CENSIS sull'interruzione di gravidanza, sulla fecondazione assistita
e su aspetti connessi anche al possibile uso in terapia di staminali
embrionali o di diagnosi prenatali per identificare i rischi di mutazioni che
potrebbero rendere problematica e magari breve la vita del figlio. Certo sono
aspetti dolorosi della vita che qualcuno ritiene comunque abbiano un
significato e un ruolo positivo, ma non è detto che tutti condividano
quell'opinione e se la lascino imporre volentieri.
I sondaggi mostrano infatti l'interesse elevato per i benefici che la ricerca
biologica oggi permette, ma anche la grande ignoranza correlata alla durata
del percorso scolastico. E' noto che la preparazione culturale, soprattutto
in un ambito come quello scientifico in continua espansione ha effetti
rilevanti, ma fa comunque impressione come anche dimostrazioni evidenti come
le risposte a questi sondaggi non riescono a far ottenere che alla formazione
scientifica si attribuisca il ruolo che merita e che le viene attribuita nei
paesi occidentali che si preoccupano della tempesta che sta arrivando
dall'oriente.
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12/12/12-AU
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Si sta svolgendo in questi giorni (dal 9 al 13
dicembre) a Woollongong il congresso annuale 2012
dell'Australian
Archeological Association. Qui
gli abstract delle comunicazioni. Interessante la presentazione di una ricostruzione
dell'aspetto dell'unico individuo di Homo floresiesis
finora trovato, indicato come LB1 e trovato nella grotta di Liang Bua;
certo uno dei reperti fossili più discussi, anche per la datazione recente
(fra 38.000 e 13.000 anni fa).
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11/12/12-IT
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Il Parlamento ha approvato oggi un documento che ci
fa riflettere come davvero, nonostante la Lega Nord e l'UDC che ostacolavano
questa firma, il mondo sta cambiando e fra qualche decennio sarà
probabilmente molto diverso da quello attuale, con un progressivo aumento del
ruolo dell'Asia, delle sue economie ma anche delle sue culture millenarie: l'intesa
fra lo stato italiano e le principali religioni non abramitiche, quella
buddista e quella induista. Nell'accordo approvato oggi (era stato
richiesto nel 1991 e una bozza dell'accordo era stato firmato dal governo già
12 anni fa, nel 2000); solo oggi è arrivata l'approvazione in un
parlamento che si dovrebbe immaginare fosse favorevole alla libertà
religiosa. Diversi problemi venivano da anni sollevati dai leghisti e
dall'UDC, impedendo l'approvazione dell'intesa.
Nell’accordo siglato solo oggi è inserito il riconoscimento per
i ministri, i luoghi di culto e le festività religiose e le scuole confessionali.
Il diritto a scegliere procedure particolari per la sepoltura e ad avere aree
riservate nei cimiteri oltre che la possibilità di accedere all’8 per mille
del gettito fiscale, come accade per le altre religioni riconosciute.
Solo negli ultimi mesi si sono
rispettate le raccomandazioni dell'art.8 di una costituzione che anche Benigni ammette essere ancora
giovane: solo il 7
agosto 2012 si erano approvate in parlamento le 3 intese che i precedenti
governi hanno già approvato e che riguardavano i
Mormoni, l’ Arcidiocesi Ortodossa, la Chiesa Apostolica.
Per chi fosse imbarazzato dal concedere il proprio 8 per mille alla chiesa
metodista (sono infatti nel modulo insieme ai
valdesi) a causa dello sconcertante sostegno, anche attivo e diretto,
alle politiche eugenetiche negative attivate negli USA nei decenni dal 1910
fino almeno agli anni '50; certo hanno chiesto scusa, ma solo nel 2008 (“An Apology for Support of Eugenics“).
Riguardo ai metodisti bisogna comunque oggi apprezzare come sappiano bene che
ci siano anche "ipotesi evoluzioniste" basate sulla fede e non
sulla scienza; e che sanno
riconoscerle: “THEREFORE BE IT RESOLVED that
the General Conference of the United Methodist Church go on record as
opposing the introduction of any faith-based theories such as Creationism
or Intelligent Design into the science curriculum of our public schools".
La risoluzione aiuta a capire il significato da attribuire alla
raccomandazione "che non siano previste
forme di insegnamento religioso diffuso nello svolgimento dei programmi di
altre discipline. In ogni caso non possono essere
richiesti agli alunni atti di culto o pratiche religiose",
presente nel testo della legge approvata dal senato.
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11/12/12-SP
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Si è concluso oggi alle Canarie,
all'università di Las Palmas, un convegno ("Nobel
forum") che ha visto la partecipazione di alcuni premi Nobel.
Come si vede dalla foto
dei partecipanti, era presente anche il microbiologo ed evoluzionista Werner
Arber, attualmente e da quasi due anni presidente dell'Accademia
Pontificia delle Scienze. L'intervento di W.Arber è stato sui "Meccanismi molecolari della variabilità genetica, motore
dell'evoluzione darwiniana".
Riguardo all'evoluzione biologica ha ovviamente confermato
che abbiamo solo ipotesi sull'origine comune degli esseri viventi, ma per
meccanismi evolutivi che hanno poi agito "noi
oggi possiamo dire che Darwin aveva ragione a pensare che tutti gli organismi
abbiano un'origine comune. E' poi meraviglioso che la selezione naturale
decida quali siano gli organismi destinati a sopravvivere e quelli che invece
non sopravviveranno".
Arber ha poi consigliato di rispettare e proteggere la biodiversità e di
fidarsi delle biotecnologie che si usano per migliorare la produttività delle
risorse alimentari necessarie per la nostra specie, arricchendo la dieta dove
ora è insufficiente..
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11/12/12-USA
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Un recente libro pubblicato dalla NAP, la
casa editrice della National Academy of Science, ("Education
for Life and Work: Developing Transferable Knowledge and Skills in the 21st
Century") permette di capire la seria preoccupazione degli
statunitensi per il mantenimento di un livello culturale elevato nelle scuole
USA, in particolare nel campo scientifico; si rendono però conto di quanto
stia aumentando la difficoltà per i loro studenti nel mantenere le posizioni
rispetto agli standard delle università USA. La dimostrazione viene dalla
competizione sempre più evidente con gli studenti che da anni vengono da
tutto il mondo per frequentare le loro università, alcune delle quali sono
riconosciute fra le migliori del mondo e sono ambite da studenti che sempre
più numerosi arrivano soprattutto dall'Asia.
Il volume, come moltissimi altri pubblicati dalla NAP, può essere scaricato
gratuitamente in formato PDF.
Particolarmente competitivi e "minacciosi" sono oggi gli studenti
che vengono dai paesi asiatici, come ammette anche lo statistico Hans
Rosling che in un suo TED
talk sullo sviluppo economico e culturale dell'Asia, ricordava di quando,
studente universitario per un mese in India negli anni '70, si stupì
parecchio di trovarsi posizionato nella fascia bassa degli studenti che
seguivano il corso, nonostante in Svezia fosse abituato a stare nella fascia
alta.
E la differenza era evidente e riuscì a giustificarla; cambiava soprattutto
nell'impegno nello studio: era maggiore nei compagni indiani più impegnati
nello studio (semplicemente leggevano il libro 3/4 volte rispetto all'unica
volta degli studenti svedesi, che poi andavano alle feste). Il video ha anche
sottotitoli in italiano, come questo, con altri
dati demografici, capaci di far cambiare alcuni preconcetti.
Alcune TED talks sospette
realizzate recentemente in sedi periferiche e su argomenti davvero ai limiti
della scienza hanno indotto i responsabili del progetto a mettere
in guardia i responsabili delle sedi periferiche sulla Bad Science
e sulla Pseudoscience, invitandoli a controllare meglio, magari
consultando anche esperti universitari qualificati se non bastasse anche silo
wikipedia, gli oratori che si propongono senza avere competenze e
qualificazioni adeguate, soprattutto per evitare il rischio di appoggiare e
diffondere conoscenze e terapie non sperimentate in campo medico (health
hoaxes). Vengono prospettate anche
possibili sanzioni ("Presenting bad science
on the TEDx stage is grounds for revoking your license").
La circolare, pur premettendo come non sia facile, in un contesto come
quello scientifico in cui non esistono verità eterne nè dogmi, distinguere
fra scienza, pseudoscienza e cattiva scienza; fornisce però indicazioni utili
per riconoscere eventuali situazioni di rischio o temi che richiedano una
verifica più attenta.
Si suggerisce anche un testo pubblicato su Forbes ("10
questions to distinguish real from fake science”) ma soprattutto si
consiglia di fare verifiche in siti web sempre più qualificati (anche
partendo magari da wikipedia) e in riviste scientifiche serie, consiglia di
evitare chi pubblica solo su siti web e consiglia di far svolgere indagini da
parte di giornalisti coraggiosi, o di consultare esperti, non connessi con il
relatore o appartenenti alle vicine università.
Di questa preoccupazione degli organizzatori di TED talks si parla anche in
un articolo su Slate del 7/12/12 ("TEDx
Talks: Some Ideas Are Not Worth Spreading").
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Il riferimento ai giornalisti coraggiosi allude
alla reazione contro due giornalisti del quotidiano tedesco Zeit, Anita
Blasberg e Kerstin Kohlenberg, che hanno recentemente
(23/11) pubblicato un articolo (“Die
Klimatekrieger”) che racconta i retroscena del lavoro fatto negli USA
delle lobbies finanziate da chi aveva interesse a non modificare il peso dei
fattori che stavano forse stimolando modificazioni del clima che rischiano in
breve tempo di alterare l’ambiente in cui siamo abituati a vivere. Il sito
ambientalista italiano di GreenReport cita ad esempio l’Heartland
Institute, per fare il nome di qualcuno di cui all'inizio dell'anno
si erano svelati documenti compromettenti e che organizza conferenze sul
clima ben sponsorizzate, o l'Exxon
Mobil che ancora finanzia ecoscettici, o la General
Motors che dal 2012 è invece pentita e non li finanzia più)
L’articolo dello Zeit si può leggere anche in italiano, essendo stato
tradotto per l’ultimo numero di Internazionale (“Un clima sospetto”
[La
grande industria paga esperti di comunicazione e scienziati per convincere
l’opinione pubblica che il cambiamento climatico non esiste. Invece è più
grave che mai]).
L’indagine dei due giornalisti sembra non sia stata presa molto bene
né negli ambienti
scettici USA, né negli ambienti
scettici tedeschi, e lo si può verificare; i loro contestatori non hanno
apprezzato che si presentassero dei climatologi che studiano e si
[pre]occupano del clima come persone positive e tranquille, mentre si
dipingeva invece negativamente chi difende gli interessi delle multinazionali
USA dell’energia, oggi a rischio, visto che nel 2006 si era raggiunto il livello
massimo di estrazione del petrolio e quindi giustamente preoccupate che
l’economia USA e il mondo occidentale stesso potessero crollare se non
riescono a mantenere o aumentare il loro ruolo nel mondo. Anche per questo nei
siti di chi nega il riscaldamento globale o la responsabilità dell'uomo, è
facile trovare riportati gli indirizzi mail di questi giornalisti dello Zeit.
L'occasione che ha stimolato l'interesse dello Zeit è stata
l'organizzazione a Monaco della 8'
Conference dell'Heartland
Institute on Climate Change a fine novembre 2012. Oltre che
del clima, l'Heartland si occupa da tempo anche dei diritti dei fumatori.
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11/12/12-IT
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Giovedì
13 dicembre, Telmo Pievani presenterà a Milano alle 18.30 all'acquario
Civico l'atlante 'Homo
Sapiens. Il cammino dell'umanità'. Locandina.
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Venerdì 14
dicembre a Spoleto ci sarà la
presentazione del nuovo libro del geologo Guido Chiesura su Darwin:
"Darwin e il baobab".
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9/12/12
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Un post sul blog di Scientific American invita ("Arctic
Report Card: Dark Times Ahead") a leggere una recente pubblicazione
(l'annuale environmental
assessment of the far North) sui drammatici cambiamenti che
stanno avvenendo nelle regioni artiche, con i numerosi
nuovi record raggiunti nel 2012 (basti pensare che a settembre l'estensione della
banchisa era minore rispetto al precedente record del 2007 ed era
ridotta al 50% (=dimezzata) rispetto al valore medio del 1979/2000, come
si vede dai grafici
interattivi del National Snow & Ice Data Center).
Le notizie più recenti vengono da un nuovo report appena
pubblicato dai ricercatori della NOAA
che monitorizzano quelle aree. "The 20 essays in Report Card 2012, representing the
collective effort of an international team of 141 researchers in 15
countries, are based on published and ongoing scientific research.
Independent, peer-review of the scientific content of the Report Card was
facilitated by the Arctic Monitoring and Assessment (AMAP) Program of the Arctic Council. The
Circumpolar Biodiversity Monitoring Program (CBMP),
the cornerstone program of the Conservation of Arctic Flora and Fauna (CAFF) Working Group of the Arctic Council, was
instrumental in soliciting essays in the ecosystem sections of the Report
Card. The Arctic Report Card is supported by the NOAA Climate Program
Office through the Arctic
Research Program".
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Importante in proposito anche un recente articolo
("Climate
change prediction: Erring on the side of least drama?")
pubblicato sulla rivista peer-review Global
Environmental Change; ha giustificato un paio di interventi sul blog
di Scientific American che già fin dal titolo criticano le precedenti
previsioni fatte dall'IPCC sul riscaldamento globale, in quanto i risultati
sono stati diversi rispetto alle previsioni ("How the IPCC Underestimated Climate
Change e Climate Science Predictions Prove Too
Conservative").
L'articolo, controllato dai
revisori della rivista, dimostra come " Over
the past two decades, skeptics of the reality and significance of
anthropogenic climate change have frequently accused climate scientists of
“alarmism”: of over-interpreting or overreacting to evidence of human impacts
on the climate system. However, the available evidence suggests that
scientists have in fact been conservative in their projections of the impacts
of climate change.".
L'abstract si conclude quindi con ulteriori preoccupazioni
sulla capacità di previsione dell'IPCC e sui rischi relativi: "Climate scientists are not alarmists but have
underestimated recent climate changes. ► We identify a directional bias
toward erring on the side of least drama (ESLD). ► ESLD is an internal
pressure arising from norms of objectivity, restraint, etc. ► ESLD may
cause scientists to underpredict or downplay future climate change".
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8/12/12-USA
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Sempre sullo stesso blog di Scientific American
si riferisce ("African
Great Ape Habitat Underwent Massive Shrinkage Since 1990s") delle
minacce rivolte dalla nostra specie alle antropomorfe aficane, che vedono
ridursi sempre più il territorio in cui sono abituate a vivere, certamente
già ridotto rispetto all'area occupata centinaia e migliaia di anni fa. Il
pericolo di estinzione si avvicina sempre più e si sta aggravando, come
dimostra l'articolo originale ("Recent
decline in suitable environmental conditions for African great apes")
comparso sulla rivista peer-reviewed Diversity and Distributions: "Since 1995, Cross River gorillas have lost 59% of their
habitat; eastern gorillas have lost 52%; and western gorillas have faced a
31% loss. Bonobos have suffered a 29% loss
in their habitat; central chimpanzees have experienced a 17% shrinkage, and
western chimpanzees, 11%".
Alla ricerca hanno contribuito 47 primatologi (2 sono italiani) di 31
istituzioni che hanno analizzato la situazione sulla base dell'eccezionale
archivio APES (Ape
Populations, Environments and Surveys database) creato per
monitorizzare le antropomorfe presenti in 68 aree geografiche.
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Davvero interessante, soprattutto per il sondaggio
realizzato fra il pubblico prima e dopo il dibattito, che permette di
quantificare lo spostamento di opinioni causato dalle nuove informazioni
ricevute dagli spettatori, il confronto fra 4 oratori che cercavano di
convincere il pubblico della loro diversa opinione su "scienza e
fede".
La domanda su cui si voleva testare le opinioni degli spettatori era "Science Refutes God?", certo mal posta ma viene ben chiarita dal moderatore John
Donovan, che la riferisce, ed è
logico, più alle conseguenze che ne derivano nella vita pratica ("So that means: there are no miracles, no life after
death, no saying (as a small group of believers do) that the Earth's age is
roughly 6000 years old per the Bible (versus 4-billion plus years according
to most cosmologists)"). Evidente quindi la relazione con
l'evoluzione della vita sulla terra: sappiamo bene quanti problemi
scientifici derivino proprio (e solo) solo dalle conseguenze della fede su
temi che proprio non dovrebbero coinvolgere affatto le diverse teologie. Partecipanti al dibattito (i
primi due in difesa della scienza):
o
Lawrence
Krauss, Director, Origins Project
and Foundation Professor, ASU
o
Michael
Shermer, Founding Publisher of Skeptic
magazine and author
o
Ian
Hutchinson, Professor of Nuclear
Science and Engineering at MIT
o
Dinesh
D'Souza, Author, What's So
Great About Christianity
Davvero interessanti i
risultati; mostrano un pubblico più favorevole agli scienziati già fin
dall'inizio (37%), ma soprattutto dimostrano di una maggiore efficacia degli
scienziati (il 50% del pubblico preferisce l'opinione degli scienziati, nella
verifica fatta dopo il dibattito); una buona dimostrazione di come forse
possa essere un problema di ignoranza su alcuni fatti scientifici, che è
possibile risolvere conn una migliore informazione, più che un problema
ideologico.
Certo M.Shermer è un ottimo oratore, abituato ad essere molto efficace avendo
avuto un'esperienza di vita che lo ha reso particolarmente convincente: da
piccolo era stato educato e cresciuto come evangelico "born
again" e andava in giro per le case a convincere i suoi
concittadini; in una seconda fase della vita si era poi "convertito" ed era ritornato
nelle stesse case per convincere a cambiare l'opinione che lui stesso aveva
diffuso... (come racconta nella presentazione)-
Per chi lo preferisse, c'è anche la versione
in PDF
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7/12/12-USA
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Il prossimo numero speciale (dicembre 2012) di Scientific
American sarà molto interessante, essendo dedicato all'evoluzione umana
("What
makes us human"). Si presenta una delle più recenti scoperte
fossili fatte in Africa, come la Lucy's baby, in Asia (Homo
floresiensis) e in Europa (Neandertal); si discuterà su alcuni
elementi che hanno contribuito alle prime tappe che hanno portato
all'ominazione, come la perdita del pelo o il comportamento sociale, fra cui
la cooperazione e il connesso sviluppo del linguaggio hanno certo avuto un
ruolo importante.
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6/12/12-UK
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Un articolo di Nature (“To
the limit”) propone alcune tavole e grafici utili per capire come si sia
modificato uno degli indicatori demografici, l’aspettativa di vita, nella
popolazione mondiale nei tempi recenti; è certamente aumentato il valore alla
nascita: se per le popolazioni primitive il valore era di 32 anni,
l’aspettativa di vita alla nascita è recentemente aumentata in modo
impressionante, dai 50 anni del 1850
agli attuali 85 anni, grazie alle scoperte della biologia e della
medicina, ma anche grazie al miglioramento delle condizioni igieniche.
Un aumento notevole si osserva anche nei soggetti che già hanno raggiunto i
60 anni di età: significativa è la mappa che mostra come in alcuni paesi le
donne (i maschi hanno hanno ancora valori inferiori) si possano preparare a
trascorrere ulteriori 30 anni di vita, come ad esempio in Giappone o a Hong
Kong. Ovviamente sono valor medi e non necessariamente tutti ad Hong Kong se
la passano bene, soprattutto se sono fra i 100.000 che trascorrono la loro
vita nelle gabbie a 100$
al mese, pur essendo in centro-città.
I paesi in cui l’aspettativa di vita è maggiore devono preoccuparsi però dei
costi elevati di quello che non è solo un vantaggio desiderabile: oltre alla
Scandinavia e alla Svizzera fra i paesi fortunati troviamo infatti Italia,
Francia e Spagna, oggi citati soprattutto per i loro problemi di bilancio.
Per capire ancora meglio come si sia sviluppato negli ultimi due secoli
questo processo epocale e globale del tutto nuovo, questo video diffuso dalla
BBC (“The Joy of Stats” di Hans
Rosling) ci mostra quale area del mondo abbia [relativamente]
perso potere e risorse negli ultimi decenni, in favore delle aree e delle
popolazioni che hanno saputo utilizzare meglio le risorse disponibili.
Per vedere come la situazione igienica e sanitaria fosse drammaticamente
diversa e stia tuttora cambiando, lo si può chiedere a chi conosce bene la
situazione per averla vissuta personalmente (da 7billionsothers.org,
un sito che aiuta a capire un evento davvero epocale: perchè quando sono
nato, nel 1950, eravano solo 2.500.000 e oggi siamo quasi triplicati,
diventando 7.102.289.638: Health
Matters, Access to health care,
Malaria, AIDS, Diet for Children, Water, Giving birth).
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5/12/12-FR
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E’ noto che molti uccelli apprezzano i pesci e
hanno quindi sviluppato caratteristiche e strategie particolari per
procurarseli.
Sappiamo che anche i gatti apprezzano parecchio gli uccelli… se riescono a
raggiungerli.
Meno noto, ma lo riferisce un articolo comparso oggi su PLOSOne, che
anche i pesci-gatto possano imparare a catturare gli uccelli. (“Freshwater
Killer Whales”, [Orche d’acqua dolce…]); in questo caso si tratta
di un chiaro esempio di strategia comportamentale, molto simile a quella
utilizzata dalle orche per catturare foche o leoni marini, che permette
addirittura di avere un 28% di successo.
In ambedue gli esempi si vede all’opera una strategia che permette
addirittura di uscire dai confini del proprio ecosistema. All’articolo è
allegato un video
che mostra la tecnica di attacco e di cattura dei piccioni che si lavano e
bevono sulla riva del fiume francese che ospita una popolazione di furbi
pesci-gatto di grosse dimensioni (o siluri).
Ne parla oggi anche il blog “Not exactly racket science” (“The
catfish that strands itself to kill pigeons”), che due giorni fa aveva
descritto un lavoro pubblicato su Current Biology di dicembre (“Pygmy
mole crickets jump from water”) che
riferiva di un grillotalpa sudafricano “geneticamente modificato” per
schizzare rapidamente fuori dall’acqua (“Pygmy
mole crickets leap from water with spring-loaded oars on their legs”).
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5/12/12-USA
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[da Why
evolution is true] Uno fra gli esempi più impressionanti di nuove conoscenze
che confermano la creatività e la complessità dei meccanismi che garantiscono
la sopravvivenza e il successo riproduttivo degli esseri viventi sono le
tecniche che permettono il controllo del comportamento delle vittime da parte
di alcune specie che le parassitano aggredendo il sistema nervoso centrale.
E’ davvero sconcertante la foto di una formica,
parassitata e uccisa da un nematode, che simula addirittura una bacca
rossa (nascosta in mezzo ad altre bacche rosse simili) per attirare gli
uccelli destinati a diffondere il parassita.
Per chi volesse saper di più su questo meccanismo che trasforma alti
organismi in zombie agli ordini e al servizio di parassiti, può approfittare
della disponibilità (gratuita) in rete dell’ultimo fascicolo del The
Journal of Experimental Biology,
tutto dedicato al “Neural parasitology: how
parasites manipulate host behavior”.
Questo (“How
pernicious parasites turn victims into zombies”) è l’articolo
introduttivo, davvero utile per stimolare l’interesse a comprendere
l’infinità varietà e creatività dei meccanismi necessari per permettere la
vita sul nostro pianeta. L’editoriale del fascicolo è invece “Neural
parasitology: how parasites manipulate host behaviour”.
Carl Zimmer, giornalista scientifico del New York Times e
autore di alcuni libri su virus e parassiti accompagna con un articolo
("Deciphering
the Tools of Nature’s Zombies") l'uscita di questo fascicolo del The
Journal of Experimental Biology su
un tema sicuramente affascinante, che invita a conoscere meglio le incredibili
interazioni fra tutti i meccanismi
casuali che contribuiscono all'evoluzione dei viventi.
Per concludere l'argomento, un video che mostra il
tentativo di rendere più attraente e desiderabile una lumaca
"zombie", destinata ad essere preda di un uccello.
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5/12/12-IT
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[da Pikaia]
Come dimostra la presenza nel web, anche in Italia, di creazionisti o
antievoluzionisti che insinuano strani dubbi (che spesso vengono dai
creazionisti USA, di solito di altre religioni), è evidente l’importanza e
l’interesse a migliorare la propria cultura aggiornandosi sui progressi della
biologia che comportano aggiornamenti alla teoria dell'evoluzione.
Una selezione dei libri più recenti si può trovare in un pagina
web di Pikaia. Qui è disponibile l'elenco in PDF dei libri consigliati
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4/12/12-IT
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Un articolo dell’Avvenire (“Genesi
e genetica, l'alleanza è possibile”) ritorna a citare, andando un po’
al di là delle rapide
battute di G.Gennari comparse nei primi giorni e dedicate soprattutto a
criticare T.Pievani, l’intervento ad invito del Nobel Werner Arber al
Sinodo dei vescovi del 12/10/12.
La frase più audace dell’articolo (“Arber ha
esposto la tesi secondo la quale la teoria neo-darwiniana non è incompatibile
con il pensiero della Chiesa e, in particolare, con la creatio in fieri
o creazione continua”) evidenzia comunque come l’Avvenire non sembri
uno strumento utilizzabile dall’Accademia Pontificia delle Scienze per
realizzare gli obiettivi che W.Arber indicava come necessari se davvero si
vuole rispettare la complementarietà fra scienza e fede (“la conoscenza scientifica e la fede sono, e devono
rimanere, elementi complementari del nostro sapere orientativo”).
Oltre alla difficoltà a distinguere fra “creazione
continua” impersonale e creatività della natura (W.Arber parla
dell’evoluzione biologica come “un processo naturale
continuo e costante di creatività permanente e graduale”), la
preoccupazione dell’Avvenire sembra quella della compatibilità della
scienza rispetto a quella che evidentemente si considera una “verità”, più
che quella della complementarietà (che preoccupa invece W.Arber), evitando
così di trasmettere in modo corretto l’invito di W.Arber ai vescovi a “ristabilire” urgentemente la coerenza esistente
ai tempi della bibbia “sulla base della
migliorata conoscenza scientifica ora disponibile”.
W.Arber infatti concludeva il suo intervento sottolineando come fosse
assolutamente indispensabile che si ricomponesse al più presto la “concordanza tra la fede religiosa e la conoscenza
scientifica disponibile all’epoca” [biblica]; avendo spiegato ai
vescovi quanto negli ultimi secoli la conoscenza scientifica fosse
enormemente cambiata e migliorata, ricordava che “Oggi
è nostro dovere custodire (e, ove necessario, ristabilire) tale coerenza
sulla base della migliorata conoscenza scientifica ora disponibile” in
modo che continuassero ad essere “elementi
complementari del nostro sapere orientativo”.
Appunto per favorire questa complementarietà, che ritiene necessaria, “la Pontificia Accademia delle Scienze cerca di
assolvere al proprio compito di seguire con occhio critico lo sviluppo delle
ricerche scientifiche e i progetti di applicazione della conoscenza acquisita
… per informare il mondo scientifico, la gerarchia della Chiesa e tutti i
cristiani e gli uomini di buona volontà, offrendo importanti suggerimenti a
favore di uno sviluppo sicuro, responsabile e sostenibile”.
Se non si capiscono i suggerimenti autorevoli di W.Arber, sull’Avvenire
continueremo a leggere ancora, come è successo il 29/11, allusioni
irrazionali e irridenti addirittura all’evoluzione. Forse possiamo
considerarla ironia, anche se è ignoranza. Certamente è ideologicamente
“compatibile” anche se “in-complementare”.
Rimane solo da capire se all’Accademia delle Scienze Pontificia serva ancora
la competenza scientifica dei 40 premi Nobel oggi, anche se forse qualcuno
preferirebbe Shakespeare al posto del presidente attuale, esperto di batteri.
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1/12/12-UK
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Un post nel blog di J.Coyne ("Templeton
pays 12 people to discuss whether the universe has a purpose")
ci accompagna a visitare una pagina
web con 12 risposte diverse e non verificabili alla domanda "L'universo
ha uno scopo?". Se qualcuno fosse interessato, può poi tornare al
post di J.Coyne, che commenta le
risposte.
Sembra in particolare sconvolto dalle risposte di J.Goodall, che prima
ammirava, e di E.Wesel, sopravvissuto ad Auschwitz, mentre gli piace quella
di J.Atkins, che si/ci domanda a cosa servano le domande su questioni
magari importanti ma che non possono essere verificate ("We should not regard as great the questions that have
been invented solely for the sake of eliciting puzzlement").
Qualcun altro sarà magari sorpreso dalla risposta di de Duve,
biochimico e accademico pontificio; anche lui risponde No come J.Atkins. Qui
il PDF
con le risposte.
Stimolante anche una delle frasi
di L.Krauss: "For example, if tomorrow night we look up at the stars and they have
been rearranged into a pattern that reads, “I am here,” I think even the most
hard-nosed scientific skeptic would suspect something was up". Si è dimenticato di chiedere anche una firma.
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30/11/12-UK
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Si chiude male, con una seconda brutta notizia, un
mese caratterizzato da ben 3 notizie provenienti dal settore di ricerca sugli
scimpanzè che comunicano con l'uomo. La prima è stata la notizia della morte
del Panbanisha, un bonobo che è anche la sorella di Kanzi, anche lei con
grandi capacità ed esperienza nel comunicare con l'uomo al Great Ape Trust di Des Moines
(Iowa). Aveva solo 27 anni ed è morta per complicazioni sorte in seguito ad
un'influenza che ha colpito tutto il gruppo di bonobo del laboratorio di Sue
Savage-Rumbaugh. Qui il sito web a
lei dedicato. E qui
un video.
La seconda notizia è che Sue Savage-Rumbaugh, che era stata
temporaneamente sospesa qualche mese fa dalla direzione scientifica del Great
Ape Trust a causa di alcune gravi accuse, è stata riconosciuta innocente da
un'apposita commissione ed era stata reinsediata nel ruolo che aveva ("Dr.
Sue Savage-Rumbaugh reinstated as the Resident Scientist") nella
struttura del Great Ape Trust che
si sta aprendo al pubblico (Iowa Primate Learning Sanctuary).
La notizia più recente è invece (26/11/12) quella della morte di Dar, uno degli scimpanzè
del Chimpanzee and Human Communication
Institute (CHCI) della Central Univ.di Washington, per problemi cardiaci
a 36 anni. Nel blog che
presenta quel gruppo di scimpanzè si possono vedere alcune immagini recenti
di Dar, mentre qui ci sono le webcam
puntate sui sopravvissuti.
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30/11/12-UK
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[da NCSE]
un articolo nel sito dell'NCSE ("Closing
a creationist loophole in Britain") riferisce di un'iniziativa
attuata in Gran Bretagna per evitare un peggioramento nella qualità della
formazione scientifica nei giovani inglesi.
La notizia riprende un articolo
del Guardian di ieri ("Free schools must teach evolution,
ministers announce")
che riferiva di un'iniziativa del governo di pretendere che le scuole private
"make provision for the teaching of
evolution as a comprehensive, coherent and extensively evidenced theory";
il ministro dell'educazione ha poi precisato che, "While we have always been clear that we would expect to
see evolution included in schools' science curricula, this new clause will
provide more explicit reassurance that free schools will have to meet that
expectation."
Già nel 2011 circolava qualche preoccupazione sull'intenzione di
alcuni gruppi religiosi di aprire scuole private in cui il creazionismo
avesse un ruolo rilevante anche nella formazione scientifica ("More
creationist Free Schools planned for 2013 opening").
Una tesi di dottorato dell'Univ.di
Warwik del 2009 ("An
Investigation of the New Independent Christian Schools: What kind of citizens are they producing?") indagava sulla situazione reale
nelle scuole private religiose, verificando anche le differenze di opinione degli studenti sull'evoluzione.
Non bisogna comunque dimenticare le numerose scuole private islamiche aperte
in UK, anche se un articolo sul Guardian di una docente
di scienze cercava di tranquillizzare sull'insegnamento dell'evoluzione.
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29/11/12-USA
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Non è certo una notizia seria ("Pat Robertson Dispels Creationist Idea
That Earth Is 6,000 Years Old"), ma è interessante
vedere in video un vecchio predicatore creazionista di successo come Pat
Robertson che in tarda età si
pente di aver imbrogliato i fedeli, costringendo i bravi cristiani evangelici
USA a leggere la Bibbia come un libro di scienze.
Proprio lui oggi invita a non credere più che i dinosauri convivessero ancora
poco tempo fa con i nostri antenati, dicendo che "there was a time when these giant reptiles were on the
Earth and it was before the time of the Bible. So, don't try and cover it up
and make like everything was 6,000 years. That's not the Bible".
Vedremo se anche i pochissimi creazionisti biblici italiani rimasti si
adegueranno o contesteranno anche Pat Robertson, che comunque capisce il
danno che ha fatto …: "I know that people
will probably try to lynch me when I say this, but Bishop [James] Ussher
wasn't inspired by the Lord when he said that it all took 6,000 years".
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E' uscito l'ultimo fascicolo della rivista diretta
da Niles Eldredge, Evolution:
Education and Outreach; il tema del fascicolo, la biogeografia, è
uno di quelli che permette di capire come sia possibile che la biologia non
abbia sempre un ruolo dominante nel momento in cui si realizzano le
condizioni utili per formare una nuova specie. Certo anche qui il caso ha
sempre una grande importanza.
La differenza è che nessuno ha mai avuto il coraggio di proporre ipotesi
metafisiche sulla deriva dei continenti o sul livello dei mari; sui
meccanismi studiati dai geologi nessuno finora ha azzardato serie ipotesi di
alternative credibili; anche se sono spesso eventi determinanti per spiegare
la macroevoluzione, la loro interpretazione (tranni rari
casi che han poco successo anche fra gli integralisti religiosi) è
lasciata a chi propone soluzioni naturalistiche.
Eldredge annuncia che dal 2013 la rivista sarà open access.
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Nel sito del NCSE si offre gratuitamente un capitolo di un libro un po'
originale ("Once We All Had Gills"),
un'autobiografia di un famoso ricercatore, Rudolf A. Raff's, di origine austriaca, che racconta
soprattutto dei problemi da lui incontrati in relazione all’insegnamento
della teoria dell’evoluzione nell’ultimo secolo. Si parla così di "creation
science" "intelligent design" ma anche della follia
di chi propone di "teaching the controversy" (inesistente).
Ovviamente solo sulla teoria dell’evoluzione, ben sapendo che è il modo migliore
per eliminare anche l’evoluzione, un fatto che vorrebbero rimanesse ancora
senza spiegazione.
Anche Dan Prothero scrive un commento al libro:”Foundation
of a Founder of Evo-Devo
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[da NCSE]
Una legge che cerca di imporre l'insegnamento dell'Intelligent Design nelle
scuole del Montana (USA) ha iniziato il suo percorso alla Camera. Sembra una
legge che intende sfidare la sentenza uscita dal processo di Dover/Harrisburg
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[da NCSE]
Invece sta per iniziare un processo contro la legge della Louisiana che
prevede il finanziamento di scuole che forniscono corsi sull'Intelligent
Design
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28/11/12-RDC
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Brutte notizie dal Congo ("Endangered
primates caught in Congolese conflict") e soprattutto dalle foreste
delle zone nord-orientali, le uniche aree al mondo abitate dai gorilla di
montagna; è in atto una fase violenta del controllo diretto del territorio da
parte dei ribelli sostenuti dal Randa, sostenuti anche dai profitti ottenuti
vendendo all'occidente alcuni minerali (necessari per la produzione di
apparati elettronici) estratti in queste zone tenute appositamente fuori dal
controllo delle autorità della RDC.
Preoccupante quindi la situazione nel Parco dei Virunga che ospita i
gorilla di montagna: da tempo sono sospese le visite dei turisti, la
principale fonte del sostegno economico alle popolazioni della zona. Giunge
quindi attraverso la rete un appello
a sostenere economicamente i rangers che a rischio della vita
garantiscono ancora il controllo e la cura dei gorilla, minacciati anche dai
bracconieri oltre che dai ribelli. In quell'area ci sono il Primate Rehabilitation Centre di Lwiro,
che ospita 50 scimpanzè e 70 scimmie, e il GRACE gorilla sanctuary
di Kasugho, che si occupa dei gorilla feriti da ribelli o bracconieri.
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28/11/12-USA
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Un articolo sulla rivista del museo Smithsonian
("Primate
Origins Tied to Rise of Flowering Plants") invita a leggere un
articolo sull'American Journal of Primatology che chiarisce, per
chi ancora non la conoscesse, una delle prime importanti fasi del percorso
evolutivo che porterà alla nostra specie. Fu il momento in cui un gruppo di
mammiferi iniziò a interessarsi alle piante da fiore (ma soprattutto da
frutto) che, anche loro, erano da poco comparse sulla terra, 130 milioni di
anni fa. Questa coevoluzione portò alla formazione di una particolare
combinazione di caratteristiche fenotipiche caratterizzanti i mammiferi
arboricoli. Autori dell'articolo sono gli antropologi Sussman e Rasmussn e il
famoso botanico Raven, accademico pontificio.
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28/11/12-UK
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Davvero interessante un articolo di Nature
("Analysis
of 6,515 exomes reveals the recent origin of most human protein-coding
variants") che illustra quanto stiano cambiando le conoscenze
quantitative precise sulla variabilità che coinvolge ad ogni generazione il
genoma umano.
Oggi che diventa sempre più economico il sequenziamento individuale,
finalmente cominciano ad arrivare dati che permettono di avere stime reali
sul tasso delle mutazioni casuali che compaiono ad ogni generazione. Certo
questi dati ci permetteranno di abituarci ad accettare senza trami al ruolo
importante di un caso che si manifesta non sempre favorevole ma che comunque
ha un ruolo reale nel creare e novità; che spesso sono negative, raramente
positive e talvolta neutre.
Ci sono anche, e questo probabilmente stupisce chi ignora che ci sono
mutazioni puntiformi che non hanno assolutamente alcun effetto, ma sono
comunque utili come controllo. I ricercatori hanno analizzato su 6500 DNA
idividuali anche il periodo di comparsa di 1146000 mutazioni che coivolgono
solo un unico nucleotide. Sembra che l'86% delle mutazioni che si sospettano
negative siano comparse nel periodo degli ultimi 5000/10000 anni, nel corso
dell'espansione della popolazione umana.
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28/11/12-WORLD
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Un articolo sull’ultimo numero di Nature (“Adapting to a warmer world: No going
back”) non ha difficoltà a dimostrare quanto costi, nei
diversi paesi del mondo, curare ma anche solo pagare i danni degli effetti
del riscaldamento globale. Non è un questione che si discute (male) solo nei
salotti. Già la foto iniziale dell'articolo mostra la tecnica di costruzione
di orti galleggianti utilizzata in uno dei paesi (il Bangladesh) che ogni
anno paga anche con vite umane i cambiamenti climatici, che nel loro paese si
manifestano soprattutto con l'innalzamento delle acque a causa dei cicloni.
Oltre al Bangladesh altri paesi sono seriamente preoccupati dei costi
economici degli interventi che devono necessariamente prendere. L’articolo
cita anche gli USA per i tornado, ma c’è anche l’Australa con la siccità,
mentre UK e Italia cominciano a pensare che l’acqua, che in alcuni giorni è
davvero eccessiva, cominci a diventare un problema. La Francia invece sembra
più preoccupata per le ondate di caldo che minacciano di svuotare i loro
ospizi.
Proprio oggi il sito di Greenreport
informa che anche le zone artiche da anni mostrano cambiamenti climatici che
minacciano anche la presenza umana in quelle zone. Se chi non deve viverci
può apprezzare il riscaldamento globale, notando magari soprattutto l’aspetto
positivo della possibilità di aprire il passaggio a Nord Ovest (e magari ne è
felice per il risparmio sulle spese di spedizione delle merci) chi abita o
deve gestire questi territori comincia a spaventarsi, come riferisce il
rapporto appena pubblicato dall’UNEP, l’agenzia ONU per l’ambiente: “Policy Implication of Warming
Permafrost”.
Ci sono terreni che diventano paludosi e quindi case che crollano e coste che
si sciolgono, con tutto quello che l’uomo ha costruito in questa zone,
confidando sul suolo ghiacciato per tutto l’anno.
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27/11/12-UK
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Circa metà delle scimmie che in Europa vivono in
libertà sono a rischio di essere condannate all'esilio per la loro eccessiva
familiarità con l'uomo, di cui tende a non aver paura. La notizia la si trova sul Mail on line
("'They've
lost their fear of humans': Gibraltar to get rid of HALF its 300-strong
monkey colony"). L'articolo riferisce come si prospetti un altro
sfoltimento della popolazione di Macaca sylvana che vive sulla rocca
di Gibilterra. Nell'articolo ci sono foto e video che dimostra la curiosità
dei dei turisti e l'invadenza delle
macache, interessate soprattutto al cibo (come si vede anche i piccoli Anna e
Carlo avevano dato loro qualche nocciolina, mentre quando sono passato io era già proibito
"to feed the monkeys").
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In un sito di news della BBC si legge invece
una buona notizia ("Amazon
deforestation 'at record low"): siamo in un momento in cui sarebbe
al minimo la deforestazione della foresta amazzonica in alcune delle province
brasiliane (soprattutto Mato Grosso e Parà). Immagino che sia una buona
notizia to per gli agricoltori del Paraguay e dell'Uruguay ma soprattutto
dell'Argentina, che alle piogge di origine amazzonica devono la possibilità
di rifornire di cibo la parte meridionale del sudamerica.
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27/11/12-IT
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Continua anche in Italia l'interesse a scoprire
sempre nuovi fatti che confermano le diverse tappe dell'evoluzione umana, per
cui ci sono sempre nuove occasioni di formazione: a Perugia si terrà in
febbraio una scuola
di paleoantropologia.
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27/11/12-DE
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Un articolo del gruppo di ricerca di M.Tomasello
al MPI-EVA di Lipsia (“Two Key Steps in the Evolution of Human
Cooperation”) comparso sull’ultimo numero di Current
Anthropology propone un’ipotesi in parte nuova (The
Interdependence Hypothesis) come
meccanismo di origine della cooperazione nel corso dell’evoluzione umana.
Non si tratterebbe solo e semplicemente della conseguenza di un atteggiamento
altruistico, che troviamo presente anche in altre specie, ma coinvolgerebbe
aspetti che contribuiscono a stimolare i processi cognitivi, la comunicazione
interindividuale e la vita sociale.
Il processo a due stadi che Tomasello propone coinvolgerebbe soprattutto la
collaborazione reciproca e darebbe un ruolo rilevante ad una selezione
sociale che favorirebbe il successo di chi è affidabile mentre emarginerebbe
chi cerca di imbrogliare gli altri.
Essendo un processo basato sulla collaborazione più che sull’altruismo,
porterebbe inevitabilmente a favorire la comparsa di strumenti culturali che
tenderebbero a complessificare e stabilizzare i gruppi sociali (grazie a
convenzioni culturali, norme e istituzioni) favorendo lo sviluppo di
strumenti di comunicazione sempre più complessi come i linguaggio;
un'ulteriore conseguenza sarebbe poi il ruolo sempre più rilevante del senso
di appartenenza ad un gruppo sociale, non basato più solo sulla condivisione
delle risorse alimentari.
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26/11/12-CA
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T. Ryan Gregory, uno dei partecipanti al
convegno, ha da poco inserito nelle pagine web del suo blog Genomicron
i link
ai video del convegno organizzato in maggio, nel decimo anniversario
della morte di Stephen J.Gould, a Venezia presso l’Istituto Veneto
di Scienze, Lettere ed Arti. La pagina
originale del’IVSLA era comunque già disponibile su YouTube, con i suoi
10 video (per un totale di 6h30’). Nel blog
di L.Moran la pubblicità al talk di E.Lloyd ha subito suscitato un vivace dibattito.
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26/11/12-QATAR
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Inizia oggi a Doha la 18th annual
Conference of the Parties (COP 18)
nell’ambito della UN Framework Convention of Climate Change (UNFCCC) e in vista della revisione
del trattato di Kyoto, che si avvicina alla prevista tappa del 2020
(anno di entrata in vigore di una revisione da approvare nel 2015) nonostante
alcuni paesi, a cominciare dagli USA, ancora non si siano decisi a firmarlo.
Se ne parla su Nature (“What's
at stake in Doha climate talks”).
Interessante, soprattutto in un paese desertico come il Qatar, il
tentativo di ridurre al massimo l’uso della carta (che richiede grandi
quantità di acqua e l’uso di solventi difficili poi da eliminare dalle acque
di scarico) grazie al sistema PaperSmart
che cerca di imporre l’uso dei documenti in formato digitale. Qui il
portale PaperSmart del COP18.
L’uso delle risorse è decisamente cambiato negli ultimi decenni, che hanno
visto spostarsi
il baricentro delle aree in cui si concentra lo sviluppo economico ma
anche il benessere e la ricchezza. E in Europa e negli USA non è difficile
cominciare ad accorgersi degli effetti di questo cambiamento, anche se per
ora non coinvolge troppo il clima. Non è da escludere che le notizie
riportate nel report (“Global Coal
Risk Assessment”) del WRI
facciano presagire un diverso
scenario per il futuro.
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26/11/12-IT
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Una recensione
del volume scritto dagli storici della scienza Adrian Desmond e James Moore
(“La sacra causa di Darwin – Lotta alla schiavitù e e difesa
dell’evoluzione, edito da Raffaello Cortina Editore) compare anche nel sito web Oggiscienza.
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26/11/12-USA
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Interessante un post di Jerry Coyne, in cui si
racconta (“The
value of “stridency”: a creationist becomes a biologist”) la felice
conclusione della storia di un giovane creazionista che il 23/10/2010
aveva manifestato in una mail i suoi dubbi, il suo interesse e la sua
curiosità per i fatti della biologia e per le spiegazioni che venivano
proposte dalla biologia evoluzionistica.
Raccontava come le sue conoscenze fino a quel momento fossero vaghe e
confuse, soprattutto perché sapeva solo quello che raccoglieva o gli insegnavano
nell’ambiente creazionista battista del sud degli USA, in cui era stato
cresciuto e viveva; di biologia sapeva solo quello che serviva per
collaborare con il Discovery Institute nella diffusione, presso ambienti
altrettanto ignoranti di biologia evolutiva, dell’Intelligent Design.
Rendendosi conto della sua ignoranza, si rivolgeva allora a J.Coyne per
fargli sapere che si era però alla fine accorto che “all
the evidence pointed toward evolution instead of away, realizing that the
answers that I was getting from the creationist side were either evasive,
inconsistent, or deceitful. And the long, slow, painful process of shedding a belief I’ve had
instilled in me since childhood… The whole point of this mini-autobiography
is that if people like you weren’t out there making such a ruckus, then
people like me wouldn’t have the chance to break out of the destructive,
irrational belief system that serves as a mental and moral cage. I know
you don’t need me to tell you to, but I hope you’ll keep on being a strident,
arrogant, uncompromising bastard”.
Sconcerta come racconti che non era difficile convincere gli ascoltatori: “I was one of the True Believers who would tell someone
straight to their face that they were going to hell if they didn’t kneel down
that instant and accept Lord Jesus into their hearts. And I’d say it with a
smile”
Nel post di oggi racconta di come, dopo aver lavorato in banca per
raccogliere i dollari necessari, si era iscritto all’università per studiare
biologia e dare riposte serie alle sue curiosità: “It
took two years of work in the banking industry (blech!) in order
to build up enough cash to see me through my education. The
investment, however, has already paid off in spades. My first semester
is not even fully complete, and I am already doing more with my life
than I ever thought possible. I am currently working in my genetics
professor’s lab as a research assistant for one of his grants, designing
my own independent study project, and helping another professor write
a textbook!”.
Racconta anche dell’importanza anche di fatti imprevisti
come l’acquisto di un microscopio nel rafforzare e confermare le scelte che
han portato un creazionista degli Appalachi a contrastare e
superare la tradizionale ignoranza della sua gente, aprendo “his eyes to a world wider, deeper, and more
beautiful than anything suggested by the ancient scratchings
of superstitious goatherds and Greek cultists”. Evidente e onesto
il riconoscimento di un 27enne che il problema fosse l’ignoranza, che ha
riconosciuto e per il quale ha quindi trovato una (ovviamente) impegnativa
(siamo in una delle aree oggi più povere degli USA) soluzione
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25/11/12-USA
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Il World Resource Institute (WRI)
presenta un nuovo report (“Global Coal
Risk Assessment”) sul previsto incremento del numero di centrali
elettriche a carbone; quelle previste nei prossimi anni saranno 1200,
localizzate soprattutto in Cina e India.
Qui la pagina del WRI dedicata ai
principali problemi attuali.
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24/11/12-UK
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Il 30 novembre aprirà a
Londra al Museo di Storia Naturale una nuova galleria, con 22
"tesori". Fra questi i più importanti sono il cranio fossile
del Neandertal di Gibilterra, scoperto nel 1848 prima che
“nascessero” l’evoluzione e la paleontologia umana (per cui nessuno gli diede
alcuna importanza), e lo scheletro del Dodo,
un uccello estinto nel 1662 a seguito dell'occupazione delle sue terre da
parte dei colonizzatori che avevano occupato l’isola
di Mauritius in cui viveva, una
sorte non diversa rispetto a quella a cui andarono incontro nei secoli scorsi
anche molte popolazioni umane che vivevano in vari continenti in aree che un
tempo erano isolate e quindi protette dal contatto con popolazioni dotate di
strumenti culturali più efficaci nella gestione delle risorse ambientali,
minerali ed alimentari esistenti in queste aree.
Altri "tesori" sono un pezzo (piccolo) di luna, un cranio fossile
di leone trovato in Inghilterra e alcuni insetti raccolti in Asia da
A.R.Wallace, il coscopritore della teoria dell'evoluzione, quando si trovava
da quelle parti fra il 1854 e il 1862. Anche a lui la lettura di Malthus e la
conoscenza personale degli effetti dell’isolamento geografico sulla
biodiversità hanno fatto scattare l’idea, originale a quel tempo, della
selezione naturale come spiegazione della continua scomparsa e comparsa di
specie
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23/11/12-IT
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[da Pikaia]
Non è una notizia recente, ma può essere un'emozione per chi non avesse
ancora avuto l'occasione di vedere le impronte di Laetoli, le più
antiche testimonianze incontestabili del bipedismo di nostri probabili
antenati di 3.7 milioni di anni fa.
Le Scienze mette a disposizione l'articolo del 1982 ("Le orme
fossili di Laetoli") in cui Richard L. Hay e Mary D. Leakey
riferivano sulla scoperta delle orme di Australopithecus afarensis
trovate a Laetoli (Tanzania).
Era stato da poco scoperto lo scheletro di Lucy (1974) e si
stava discutendo se l'articolazione del ginocchio potesse giustificare che
questo ominino avesse una locomozione bipede. Il ritrovamento nel 1978
delle impronte di due/tre A.afarensis che 3.7 milioni di anni fa
camminavano sulle ceneri vulcaniche (quindi ben datate) prodotte da
un'eruzione del vulcano Sadiman nei pressi del lago Eyasi e di Oduvai
(Tanzania) ha posto fine alla discussione e confermato che i primi milioni di
anni di evoluzione degli ominini aveva riguardato solo le nuove modalità di
locomozione (originatasi dalla brachiazione) e quindi, indirettamente, la
progressiva liberazione delle mani. La capacità cranica dell'A.afarensis
non era infatti molto diversa da quella dell'attuale scimpanzé.
Solo in seguito, da 2.3 milioni di anni fa, iniziò un “interessantissimo”
processo che coinvolse invece, con l'inizio della produzione di manufatti,
soprattutto migliori relazioni fra la
mano e l'encefalo, dando inizio all’uso di strumenti.
Da quel momento fu impossibile continuare a pensare che l'evoluzione umana
fosse iniziata con modificazioni dell'encefalo, un'idea del tutto errata e
basata su presupposti errati, ma dominante anche fra gli esperti fino ai
primi decenni del 1900 (come insegna il successo del tragico scherzo di
Piltdown).
Qui
una copia dell'articolo originale del 1979 (da Nature) sulle impronte di
Laetoli.
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21/11/12-USA
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Avevo citato il 9/11 i problemi di biodiversità che
riguardavano il giornalista Carl Zimmer, la cui fauna ombelicale era
stata studiata da Rob Dunn.
Per chi volesse proseguire l'esplorazione anche nelle zone circostanti di
biodiversità, il sito web Your
Wildlife ci permette di seguire i ricercatori nei loro progetti e di
utilizzare magari l'album di foto che forniscono degli artropodi che possiamo
facilmente incontrare a casa nostra. La pagina sembra anche un invito a
conoscere meglio la fauna con cui conviviamo.
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21/11/12-EU
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L'EEA (European
Environment Agency) ha pubblicato oggi un nuovo report su "Climate
change, impacts and vulnerability in Europe 2012".
E' disponibile la versione
completa e un summary.
C'è anche un testo
in italiano
Vengono indicate le aree a rischio e si propongono i diversi scenari,
ovviamente diversi fra le diverse aree del continente.
C'è anche una pagina dell'EEA in
italiano e una pagina è dedicata a questo
nuovo report, che viene sintetizzato, evidenziando molte preoccupazioni
sugli inevitabili e difficilmente gestibili effetti economici: "Gli
eventi climatici estremi degli ultimi anni, quali ondate di caldo, alluvioni
e siccità, hanno causato in Europa un aumento dei costi legati ai danni
subiti. Se da un lato sono necessari maggiori elementi per capire il
ruolo svolto dal cambiamento climatico nel delinearsi di questo scenario,
dall'altro la crescita dell’attività umana nelle aree a rischio si è rivelata
un fattore decisivo. Si prevede che gli eventi climatici estremi diventeranno
sempre più intensi e frequenti e i futuri cambiamenti climatici
contribuiranno ad accentuare la vulnerabilità di tale situazione. Secondo la
relazione, se le società europee non adotteranno misure di adattamento, si
prevede che i costi legati ai danni continueranno ad aumentare".
Preoccupazioni non diverse stanno occupando anche i pensieri degli
statunitensi, anche loro alle prese con gli effetti della siccità negli stati
del sud (qui un report
del 15/11 dal National Climatic Data Center). Non manca perfino una pagina
di wikipedia per il sud e una per gli
USA...!
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21/11/12-IT
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[da PIkaia]
Oggi apre a Modena il convegno dal titolo “L’avventura
dell’educazione scientifica” dedicato alla memoria e al lavoro
pionieristico del maestro Alberto Manzi. E’ interessante scoprire che
era anche laureato in biologia e scienze naturali. Per informazioni: www.centroalbertomanzi.it
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[da Pikaia]
Imparare dalla scienza che ci guarda e ci riguarda. A Mogliano Veneto
un lungo ciclo di conferenze: dal 23 novembre 2012 al 17 maggio 2013.
Auditorium LICEO BERTO Via Barbiero 82- Il
depliant
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Domani a Verona, nell’ambito dei Giovedì
della Scienza, si parlerà di Darwin e dei pensieri da lui lasciati
sui Taccuini, che hanno permesso di ricostruire le curiosità e le riflessioni
che hanno portato alle prime intuizioni e alle successive conferme.
Titolo dell’incontro con T.Pievani, che avverrà alle ore 21 al Teatro
Ristori, “La
feconda intuizione Darwiniana” . Se ne anche parla sull’Arena
(“Darwin
pluralista «L'evoluzione oggi è più evoluta»” di oggi.
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20/11/12-USA
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Molto interessanti le riposte raccolte, e
presentate in un articolo nel blog di
Scientific American, a un docente di biologia USA che aveva
interrogato anche i suoi studenti creazionisti sul motivo per cui loro non
credevano alla teoria dell’evoluzione. Sulla base delle risposte fornisce alcuni consigli
su “What Should Teachers Say to
Religious Students Who Doubt Evolution?”.
L'articolo è stato anche tradotto in italiano in questa
pagina sul sito Cronache Laiche, dove è stato subito infettato dalle
solite obiezioni di creazionisi che non sanno nemmeno che il papa ha nominato
un Nobel biologo evoluzionista e quindi sostenitore dell'unica teoria
dell'evoluzione oggi accettata dai premi Nobel che si occupano di biologia.
Basta comunque aprire un qualsiasi libro di biologia anche solo delle
superiori per capire quanto siano confuse le pretese del creazionista che si
nasconde dietro l'anonimato (l'ubiquitario FF? Google
non è d'accordo e trova anche minori distanze fra sequenze di caratteri
presenti in altri testi). Corretta e meritata la risposta.
Anche i licei religiosi privati cattolici italiani oggi infatti pretendono
che studenti e insegnanti studino non solo l'evoluzione ma anche la teoria
dell'evoluzione su normali testi, come questo (Nuovo Bios) che potrebbe
essere stato scritto da Werner Arber; come si
vede dai test proposti per preparare gli studenti alla maturità, si
verifica che abbiano imparato dal loro docente di scienze le definizioni
corrette di evoluzione, da sapere per non essere bocciati ("Si
spieghi brevemente come agiscono i fattori che possono modificare le
frequenze alleliche, determinando così un’evoluzione").
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Un curioso articolo pubblicato sull'ultimo numero
dell'Answer Research Journal (5, 151-204), Mammalian
Ark Kinds, scritto da un veterinario, ha dovuto essere
rapidamente corretto in quanto un attento lettore, costretto ad agire come peer-reviewer
a posteriori di un articolo che cercava di "proporre una stima realistica di quali mammiferi
fossero presenti sull'arca di Noè" (!?) si è accorto di un serio
problema.
[Per capire l’articolo è
necessario sapere che, quando devono citare gli animali presenti sull'Arca,
da qualche tempo i creazionisti "moderni" preferiscono riferirsi ai
"Basic types" o "kinds" inventati dai
creazionisti tedeschi Junker e Scherer nel 1992/1993 (Junker, R. and Scherer,
S., 1992. Entstehung und Geschichte der
Lebewesen, 3. auflage, Gießen. (Origin and History of Living Organisms.);
Scherer, S. (ed). (1993). Typen Des Lebens.
Pascal-Verlag, Berlin.).
In questa pagina del sito inglese Biblical Creation si racconta come questa idea nacque nel 1992
da un creativo brainstorming creazionista (“During
the European Creationist Congress in 1992, a number of us had a brainstorming
session to evaluate the known criteria for demarcating the Genesis kinds and
to search for the best way forward”), “One of the cardinal and most powerful tenets is undoubtedly the Genesis
Kind …Scherer and
colleagues have recently brought these ideas together into a publication, Typen
des Lebens, which contains an overview, then a chapter focusing on each
Basic Type. This is an important book. It may provide the most significant
contribution yet offered in this decade to a creationist research programme”.
Questi fantasiosi Basic
Types (contestati dalla biologia attuale che poi ha dimostrato che esiste
un’unico albero evolutivo, ma
anche dal card.Ratzinger che nel 2004 ha accettato come ragionevole
l’origine comune di tutti gli esseri viventi) vengono ancor oggi utilizzati
da Junker e Scherer nel loro libro (tradotto anche in italiano e venduto in Italia dai creazionisti).
Ne riferisce l’evoluzionista tedesco U.Kutschera (“The
Basic Types of Life: Critical Evaluation of a
Hybrid Model”)
che analizza il volume: “In their popular
schoolbook Evolution — Ein kritisches Lehrbuch (Evolution: A
Critical Textbook), Junker and Scherer (1998, 2006) introduce these “basic types” as a
“scientific” alternative to the occurrence of novel phenotypic variants,
species, and ultimately new body plans via natural processes
(macroevolution). The “Creator” (God in the Bible) is also called the
“Designer”, so that the term “ID creationism” appears appropriate”].
L'articolo che mostra i basic
types che erano imbarcati sull’Arca è recuperabile
nel sito di Answer in Genesis e ora si presenta privo dell'immagine di
una specie di opossum appartenente alla famiglia Pseudocheiridae. L'immagine
… del peluche di opossum, ora scomparsa per la vergogna, si può però
”ammirare” tuttora in un post
del blog evoluzionista Pharyngula, che invia anche al sito web originale da cui
il veterinario ha tratto l'immagine...
Come si capisce, l'immagine sembrerebbe provenire dal pet shop dell’Arca
piuttosto che dalla stiva. Sembra una situazione molto simile a quella
scoperta quanto H.Yaya ci ha mandato un suo volume creazionista con centinaia
di immagini di fossili che erano identici alle specie attuali. In realtà un
paio di essi erano infatti assolutamente identici a due esche per la pesca,
amo compreso.
L’imbarazzante pasticcio può essere utile per invitare chi non fa ricerca a
verificare se ha davvero un'idea corretta del reale ruolo e significato del
peer-review, che certo di solito garantisce la rivista ma solo alcune delle
caratteristiche che si cercano in un articolo. Infatti il metodo del
peer-review non conferma che quanto raccontato nell’articolo sia vero: è
infatti previsto (e richiesto) che non arrivino smentite ma conferme da chi
ripete l’esperimento o cerca di utilizzare i dati per ottenere nuove
conoscenze.
Sarà poi il caso di ritornare su questa strana idea dei kinds,
inventata dai creazionisti ragionevoli (come quelli di Creation Ministries
International, che forse hanno calcolato quanto spazio occuperebbero milioni
di specie animali oggi esistenti) per inserire nel creazionismo anche un po'
di evoluzione
dei "kind" di animali presenti sull'arca.
[Strano che a nessuno sia mai venuta l'esigenza di chiedersi dove mai
avessero invece parcheggiato le piante durante il diluvio....né se la
preziosa ma limitata biodiversità dell'arca fosse stata danneggiata dalla
compresenza di erbivori e carnivori]
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19/11/12-USA
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Nel sito
dell'NCSE un link ad un interessantissimo articolo di uno dei loro
collaboratori, Joshua Rosenau, che affronta un problema che anche negli USA,
il paese in cui la scienza è più avanzata, non sembra facilmente risolvibile,
quello della negazione delle conoscenze e delle scoperte che derivano dalla
ricerca scientifica, in particolare in alcuni campi che coinvolgono
conoscenze tradizionali e in particolare che toccano i miti proposti dalle
numerose e diverse religioni presenti nel paese. Certo la complessità della
scienza attuale, e soprattutto della biologia e della medicina, esplose
soprattutto negli ultimi 50 anni, non rendono facile risolvere la situazione.
L'articolo ("Science
Denial: A Guide for Scientists") appena pubblicato su Trends
in Microbiology 2012;20(12):567-569, sottolinea come dietro a questi
rifiuti ci sia spesso la paura errata che qualcuno voglia minacciare la
propria identità culturale e religiosa. Si consiglia quindi di modificare
l'approccio, facendo riferimento e pubblicizzando situazioni che dovrebbero
essere tranquillizzanti, come il ruolo e la posizione anche dominante di esponenti
che difficilmente potrebbero essere sentiti come una minaccia alla propria
identità o alle proprie credenze ritenute ancora valide e non discutibili.
J.Rosenau suggerisce di citare gli esempi di Francis Collins, ai
vertici della ricerca sull'evoluzione biologica (Human Genome Research
Institute) e medica (National Institute of Health) negli USA e del Clergy Letter Project, un
gruppo abbastanza numeroso di religiosi di diverse fedi che si scambiano i
testi dei sermoni per l'Evolution
WeekEnd in onore della teoria dell'evoluzione e di Darwin. Curioso che
nel sito web dell'UCCR hanno parlato dell'iniziativa del CLP, ma sorvolando
su questo ed altri "dettagli"... forse a loro non piace mettere e
seguire link per avere un'informazione completa; sarebbe infatti comparso un
"santino" di Darwin
nella loro homepage ... e addirittura un'incredibile pagina di Scientific
Consultants, piena di biologi evoluzionisti e quasi priva di chimici,
fisici, sociologi e matematici).
Avrebbe potuto aggiungere anche P.George Coyne e Francisco Ayala,
che collabora pure con l'NCSE, anche quando c'è da negare - e ha avuto
successo - l'accesso all'università della California a chi ha studiato solo
su libri creazioniti, e che quindi si troverebbe poi inevitablmente
svantaggiato nella competizione con i compagni di corso. Ambedue hanno
collaborato ad un video perfesteggiare il Darwin Day e ambedue sono ben noti
in Vaticano (P.G.Coyne ha fatto per 25 l'astronomo pontificio
all'osservatorio di Castelgandolfo)
La situazione europea e italiana per fortuna è migliore (a parte il CLP che
sarebbe da imitare), tanto che quando si è voluto creare un po' di scompiglio
a Roma nel 2009, dopo la cacciata dei creazionisti dopo il 2002,
gli organizzatori romani han dovuto chieder aiuto al Kolbe
Center USA e far venire i creazionisti biblici direttamente da USA,
Francia e Polonia.
La presenza alla presidenza della PAS di un Nobel biologo evoluzionista come
W.Arber ha creato una situazione certo imbarazzante, ma che confina i problemi
all'interno della chiesa cattolica, dove ora esiste un biologo evoluzionista
in un ruolo di fiducia e comunque di una certa responsabilità per tutti i
problemi che coinvolgono la scienza; W.Arber infatti partecipa normalmente ai
convegni di biologia evoluzionistica, come pure a quelli sui temi ambientali
e sul clima.
Se poi W.Arber trova ostacoli a realizzare il suo programma, esposto
il 10/10/12, di diffusione all'interno della chiesa di una conoscenza
corretta sui problemi del clima, dell'ambiente e dell'evoluzione biologica, è
un problema che coinvolge (e quindi dovrebbe dimostrare) le relazioni di
fiducia esistenti fra il papa che l'ha nominato (e che l'8/11 ha confermato
la sua fiducia) e il popolo che dovrebbe sostenere le scelte del papa.
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Certo è facile verificare che l'istruttiva e
sconcertante intervista
fatta da un dinamico creazionista (almeno così si presenta, fornendo anche il
sito web - creazionismo.com - che consiglia - ma come origini.it
sbagliando indirizzo! - ai telespettatori) alla rete 7Gold il 13/11 è
il sintomo di una certa confusione, forse nata grazie alle reti di
collaborazione un po' eterogenee e incoerenti che connette i numerosi e
diversi creazionismi, addirittura di religioni diverse. Interessanti alcune
dichiarazioni che giustificano l'impossibilità di un dialogo con chi pensa
che si debbano studiare problemi misteriosi, impossibili da risolvere per uno
scienziato, e che insiste che ci sia un solo libro al mondo, quello dei
creazionisti tedeschi Junker e Sherer che contesta l'evoluzione. E' un libro
che si può acquistare anche da lui
... che ha cercato di omaggiare a docenti universitari che pensava poco
accorti che ancora non sapevano dell’esistenza dei neocreazionisti tedeschi
(nel 1993 presentarono a vari congressi creazionisti la loro idea dei "basic
types", un’idea viene a chiunque usi la bibbia come un testo
scientifico).
E’ comunque evidente come vada matto per i fatti misteriosi e inspiegabili,
visto che nell’intervista attribuisce a Darwin – senza arrossire e senza
ridere - responsabilità personali
riguardo al colonialismo, alla rivoluzione industriale e addirittura … alla
rivoluzione francese.
Certo risulta difficile controbattere a queste ridicole accuse, col rischio
di trovarsi responsabili magari del meteorite che favorì la radiazione
adattativa dei mammiferi, una colpa da cui almeno Darwin riesce a salvarsi,
non avendo mai citato questo meteorite, a lui sconosciuto.
Comunque stupisce che, pur citando Darwin, non si parli molto di biologia,
lasciando fra l’altro, in chi cerca di capire, il serio dubbio che usi “darwinismo”
come sinomino di “evoluzione biologica”, ben sapendo come molti confondono i
due termini.
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19/11/12-CA
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Sempre il
blog di Larry Moran e sempre una notizia che gli arriva dal Discovery I
Institute. Uno dei loro dipendenti ha realizzato un libro (The
Magician's Twin) e un
video di propaganda piuttosto pesante. Un attacco alla razionalità e al
pensiero critico, realizzato con tecniche vecchiotte ma che rendono bene
l'idea di cosa passi per la testa dei dipendenti del DI quando sentono la
parola evoluzione biologica o sentono citare il nome di Wallace. O forse
reagiscono così solo quando si cita Darwin?.... Forse negli USA non insegnano
come è nata la scienza e per merito di chi?
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18/11/12-CA
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A proposito di M.Behe e dell'ID, appena
citati nel post precedente, nel blog di Larry Moran, un biochimico canadese
apparentemente impegnato nel commentare le posizioni neocreazionista che
forse hanno una certa diffusione anche in Canada, ci sono numerosi post
dedicati ad alcune conferenze che M.Behe ha tenuto a Toronto.
Oltre a mostrare le foto insieme a M.Behe, L.Moran, che vive a Toronto e che
ha assistito ad alcune delle conferenze, riferisce le sue valutazioni in
quattro post (Michael
Behe In Toronto: Part 1, Michael
Behe in Toronto: Part 2, Michael
Behe in Toronto: Part 3), dove evidenzia i limiti e gli errori delle
esposizioni, le difficoltà per il pubblico di capire gli argomenti e quindi
di capirne gli errori, e di riuscire a mettere in difficoltà Behe; come
conclusione aggiunge anche un indice ai suoi precedenti interventi fatti sul
blog negli scorsi anni: My
Posts on Michael Behe.
A proposito di quanto scritto nell'articolo sull'Occidentale, L.Moran
racconta che in una delle conferenze M.Behe non rappresentava molto il tipico
creazionista: "crede" infatti nei tempi lunghi dell'evoluzione (che
la terra ha 4.5 miliardi di anni) e anche nella discendenza comune di tutti
gli esseri viventi (nonostante il blog del DI si intitoli "Uncommon descent"...), e perfino nel ruolo
della selezione naturale nell'evoluzione.
Non "crede" invece nel ruolo delle mutazioni casuali come motori
del cambiamento in quanto il tempo secondo lui sarebbe insufficiente;
preferisce non dare molta importanza agli elementi più recenti presenti nell'attuale
teoria evolutiva, insistendo a riferirsi al darwinismo originale, certo oggi
molto limitato e quindi del tutto diverso grazie al lavoro di migliaia di
ricercatori.
Conseguenza di ciò è la necessità per M.Behe di prevedere miracolosi interventi divini, anche se non è
difficile far credere, se lo si dice per primi, che sono gli evoluzionisti ad
avere bisogno di interventi divini..., se è vero che le mutazioni sono
insufficienti o inutili. Contesta poi l'esperimento di Lenski e aspetta
ancora che qualcuno gli dimostri la comparsa di nuove funzioni.
L'ultimo post (My
Posts on Michael Behe) è interessante in quanto L.Moran invita a rivedere
alcune delle contestazioni che sono state via via fatte nell'ultimo decennio.
Interessante ad esempio il riferimento alle critiche di J.Thornton all'approvazione
(strumentale) di un suo articolo, fatta da M.Behe: "His interpretation of our work is incorrect. He confuses “contingent” or
“unlikely” with “impossible.” He ignores the key role of genetic drift in evolution. And he
erroneously concludes that because the probability is low that some specific
biological form will evolve, it must be impossible for ANY form to evolve. Behe contends that our findings
support his argument that adaptations requiring more than one mutation cannot
evolve by Darwinian processes. The many errors in Behe’s Edge of Evolution —
the book in which he makes this argument — have been discussed in numerous
publications". Qui
nel blog di Carl Zimmer, che a quel tempo era intervenuto sugli errori di
M.Behe, chiedendo a Thornton di rispondergli personalmente, è inserita tutta
la discussione e la risposta di Thornton, che dimostra gli errori di Behe.
Leggendo i commenti inviati all'articolo
dell'Occidentale fa quindi impressione notare frasi a sostegno delle
"critiche scientifiche - o anche
filosofiche, ma con saldi fondamenti scientifici" (!)
inserite da commentatori ignoranti. Per fortuna non siamo negli USA,
dove frasi simili si leggono da tempo anche in articoli a difesa dell'ID o di
M.Behe.
Certo anche in Italia c’è comunque chi pensa di poter contestare i geologi
che certificano che la terra ha 4.5 miliardi di anni o di biologi che
certificano l’origine comune e l'evoluzione degli esseri viventi per poter pubblicizzare
il libro scritto da chi, come i creazionisti tedeschi Junker e Sherer,
sostiene una visione creazionista biblica. "We, the writers, have
a favorable view of Creation, as it is presented in the Bible"
scrive Reinhard Junker nel sito Genesinet, di cui è responsabile,
inserito nel più ampio sito web http://www.wort-und-wissen.de/
Le conclusioni dell'intervento di un ricercatore come Thornton
suggeriscono cosa fare delle critiche di Behe e di tanti che capiscono poco
di evoluzione: "Behe’s argument has no
scientific merit. It is based on a misunderstanding of
the fundamental processes of molecular evolution and a failure to appreciate
the nature of probability itself. There is no scientific
controversy about whether natural processes can drive the evolution of
complex proteins. The work of my research group should not be
misintepreted by those who would like to pretend that there is".
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18/11/12-IT
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Ogni tanto sbarca in qualche locale, di solito
ovviamente in ambito religioso, qualche creazionista biblico protestante che
fa propaganda per una terra giovane, avente meno di
10000 anni, e in cui non è avvenuta alcuna evoluzione. Gli abitanti di
Grantola avranno la possibilità di incontrare contemporaneamente anche un
collaboratore dei creazionisti islamici che credon o invece in una terra
molto più antica. Come si vede bene dal poster,
si cercherà di contestare l'evoluzione, per cui non si capisce proprio il
riferimento a Darwin, che, insieme al povero Wallace che non viene citato, ha
proposto invece la teoria dell'evoluzione, in quanto l'evoluzione l'aveva già
scoperta Lamarck nell'anno in cui nacque Darwin! Peccato che avesse sbagliato
la spiegazione...
Per fortuna sono diversi i protestanti che il papa valuta quando deve
nominare il presidente dell'Accademia Pontificia delle Scienze. L'attiuale
presidente, Werner Arber, è un biologo evoluzionista, premio Nobel per
scoperte che hanno permesso di confermare la teoria dell'evoluzione, una
forma più ampia e più complessa,migliorata grazie a 150 anni di lavoro di chi
ha studiato gli esseri viventi da Darwin ad oggi.
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[da L’Occidentale
del 25/10/12] Fa piacere leggere in questo articolo – di cui mi accorgo
con qualche giorno di ritardo - come ci siano ancora giornali interessati ad
una informazione corretta sull’evoluzione e la teoria che oggi la spiega, e
giornalisti che si sanno documentare alle fonti migliori, ma soprattutto che
sanno rispondere agli ignoranti che contestano solo per motivi ideologici.
Apprezzabile quindi l’articolo di R.Santoro, che sull’Occidentale
del 25/10 (“’Darwin ebreo’,
la nuova frontiera dell'antisemitismo creazionista “) fa notare le ultime
iniziative antievoluzioniste che si sono sviluppate in Turchia; non solo
quelle più recenti, che presentano addirittura Darwin come un ebreo, ma anche
quelle che, dal 2008, criticano la teoria dell’evoluzione per i contenuti
materialisti (troppo facile: è pure normale, quando si parla di scienza!).
Come se non bastasse il creazionismo turco, R.Santoro ricorda come milioni di
americani credano ancor oggi al Disegno Intelligente, una forma recente di
creazionismo – nata nel 1987. Non solo si critica l'antievoluzionismo, ma si
sostiene che i neocreazionisti dell'ID siano anche sostenitori della
"terra giovane".
Come risposta ai commenti critici che l'articolo riceve, R.Santoro invita
anche a leggere un ottimo testo che si può trovare free in rete (“Understanding
the intelligent design creationist movement: its true nature and goals”)
scritto nel 2007 da una filosofa della scienza, Barbara Forrest, che
conosceva bene la situazione essendo stata consulente al processo di
Harrisburg/Dover del 2005, dove aveva dato un valido contributo, avendo
analizzato tutti i documenti del Discovery Intitute, alla sconfitta umiliante
dell’ID, parificata all’astrologia dallo stesso Michael Behe che i
creazionisti citano continuamente, essendo da anni l’unico biologo
universitario noto ed attivo fra i sostenitori dell'D.
Avendo ricostruito in modo dettagliato la storia della nascita
dell’Intelligent Design, B.Forrest aveva documentato anche come in un testo
dei creazionisti tutte le occorrenze di “creationists”
fossero state evidentemente sostituite
nel corso del 1987 con “intelligent design
proponents”. Il fatto importante fu che scoprì
anche un “anello per fortuna non mancante”, che non avrebbe dovuto
esserci: cdesign proponentsists”. Qui
l’immagine del testo e qui
un video nell’NCSE che aiuta a capire come avvenne questo fatto e come
ovviamente influì sulla sentenza in cui il giudice confermò che erano sempre
gli stessi creazionisti di prima … mimetizzati male.
Nella discussione si inserisce, a sostegno del giornalista, anche un lettore
che cerca di far capire come anche il ragionamento dei contestatori non
impediscono che se fosse vero “disegno” gestito da qualcuno intelligente e
onnipotente “seguendo il tuo ragionamento le tragedie e le atrocità sarebbero, per
estensione, un desiderio di dio, non dei filosofi”.
Per capire il tentativo costante di dirottare Wikipedia da parte dei
neocreazionisti italiani è sufficiente fare un giro nella pagina
della discussione della pagina sul “Disegno intelligente”,
che mostra l’assedio ai poveri gestori della pagina, che finora sono riusciti
a difendere un minimo di obiettività, insidiata da chi certo non ha letto il
volume della Forrest con la ricostruzione degli eventi che hanno seguito la
rinascita di questa corrente religiosa già esistente ai tempi di Darwin, che
era stato convinto dai ragionamenti del Rev.Paley. Troviamo in questi testi
molte frasi tipiche dei neocreazionisti dell’ID, che sostengono verso una
progettazione non dimostrabile.
Nel testo della Forrest si trovano
informazioni interessanti a pag.3, dove si scoprono informazioni non sempre
nota in Italia: “Contrary to popular opinion and
to media coverage that incorrectly asserts that ID is not based on the Bible,
ID is every bit as biblically based as the creationism that preceded it”,
“Some, such as Michael Behe, accept the common
ancestry of humans and apes; virtually all reject natural selection
as the mechanism of significant evolutionary changes”, “accept only a
limited amount of evolutionary change within the borders of a species, such
as the ability of natural selection
to produce longer beaks in birds or pesticide resistance in insects”,
“Behe also denies the power of natural selection
to construct cellular structures that he considers “irreducibly complex.” All
believe that the limited power of evolution must be supplemented by God’s
acts of special creation”; Si capisce anche perchè c’è grande
collaborazione con i vecchi creazionisti della terra giovane: “in order to avoid divisive arguments with YECs (for
example, concerning the age of the earth), whom they need as political allies, ID proponents do not use
Genesis as the basis for ID”.
Il punto centrale è comunque che “The ID movement thus chose to operate with an
unworkable, pre-modern definition of science that requires appeals to the
supernatural in order to construct an “adequate” explanation of natural
phenomena”.
Si ritorna così al creazionismo, ad esempio quando si contesta
l’evoluzione stessa come un processo continuo, lamentandosi degli inevitabili
problemi con i fossili; è impossibile nascondersi dietro un dito, illudendosi
che nessuno se ne accorga. In Italia abbiamo il vantaggio che chi si occupa
di evoluzione non deve preoccuparsi troppo di poter facilmente incontrare chi
contesta l'evoluzione soprattutto su basi ideologiche o religiose; e
giustamente ne approfitta.
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17/11/12-UK
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La BBC ha aperto un account su YouTube (Earth
Unplugged) per mettere a disposizione alcuni dei suoi video naturalistici
anche a utenti al di fuori delle isole britanniche, che spesso nn potevano
accedere alla visione dei video archiviati.
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14/11/12-USA
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Carl Zimmer ha vinto per la terza volta un
premio dell'AAAS
(american association for the advancement of the sciences) per alcuni suoi
articoli scientifici del 2011: il AAAS Kavli Science Journalism Award
Competition. Sembra non gliene
possano più dare un altro ...
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13/11/12-UK
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L’EAZA
(associazione Europea degli Zoo e Acquari) ha attivato un nuovo sito
web (“Orangutan Conservation
Education Center”) che fornisce informazioni sugli oranghi, scimmie antropomorfe
asiatiche la cui linea evolutiva si è separata da quella che ha portato alle
antropomorfe africane attuali e all’uomo circa 15 milioni di anni fa; la
separazione è conseguenza delle variazioni climatiche del cenozoico che hanno
provocato un progressivo inaridimento dei territori dell’Asia minore: si sono
interrotti i corridoi di foresta che avevano garantito i collegamenti fra
l’Africa equatoriale e l’Asia equatoriale, costringendo le antropomorfe
allora esistenti ad un’evoluzione indipendente, un normale meccanismo
evolutivo che porta alla formazione di specie diverse come conseguenza
dell’isolamento geografico.
Il sito informa sui problemi di gestione degli oranghi in cattività ma
soprattutto i problemi di conservazione di una
specie presente solo in due isole, Sumatra e Borneo (Kalimantan) le cui
foreste negli ultimi decenni sono rapidamente sostituite da coltivazioni
intensive di palma da olio che hanno provocato la progressiva eliminazione di
una delle principali aree di biodiversità attuali, minacciando quindi anche
la sopravvivenza di una specie che ha partecipato al processo evolutivo che
ha contribuito anche alla comparsa della ventina di specie che hanno
preceduto l’Homo sapiens.
Le iniziative didattiche rivolte alle popolazioni che acquistano i prodotti
tropicali cercano di evitare che aumenti la fauna sfrattata dalle foreste e
quindi condannata a vivere definitivamente in cattività in centri di
recupero, come avviene già oggi in Kalimantan. Il sito contiene quindi
materiale didattico utile per creare una coscienza sui problemi della
sopravivenza delle due sottospecie di oranghi e di un processo evolutivo …
che comunque deve continuare.
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13/11/12-IT
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Sul Corriere si può leggere un’intervista
all’ultimo vincitore del Premio Balzan, David Charles Baulcombe (“DALLO STRESS ALLA DIETA, I GENI INFLUENZATI DALL'AMBIENTE”).
Baulcombe è un botanico di Cambridge noto per le ricerche sul ruolo dei
marcatori epigenetici, “che non alterano la
sequenza del DNA, ma modulano l’azione dei geni sui quali si fissano”. Questi marcatori possono agire anche per
alcune generazioni, fino a quattro anche nei mammiferi. Baulcombe non vede
nessun nesso fra questi marcatori e il tentativo - riuscito - di Lysenko di
distruggere negli anni trenta/quaranta la scienza accademica sovietica
sostenendo la correttezza, almeno ideologica visto che non aveva dati
alternativi convincenti, dei meccanismi ereditari già contestati sia da
Darwin che da Mendel e dai genetisti dei primi del ‘900, ma non ancora
confermati dalla scoperta del DNA.
La difesa della genetica e di una teoria dell’evoluzione poco rispettosa dei
suoi obiettivi non piacque a Stalin e portò al carcere e alla morte anche il
genetista Vavilov, a cui oggi è intitolato l’istituto di Genetica di Mosca.
Baulcombe comunque ritiene che genetica ed epigenetica dovranno contribuire a
spiegare meccanismi che agiscono congiuntamente nell’ambito della biologia,
che vediamo utilizzare in modo integrato meccanismi sempre più complessi e in
cui l’azione dei geni è modulata anche da interazioni con l’ambiente che
influenzano l’espressione dei geni. L’intervista è di M.Piattelli Palmarini.
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11/11/12-IT
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PERCHE' "PERCHE'?", quando
è tutto chiaro?
Decisamente strano il nuovo post del blog di V.Ascheri, una filosofa della
scienza che collabora con l'Università Vaticana della Santa Croce e che sembra
dia stata l'unica ad accorgersi (il 30/10) dell'intervento di T.Pievani sul
Corriere del 22/10 a proposito della conferenza tenuta da Werner Arber il
12/10 davanti al sinodo dei Vescovi. Nel post del 30/10 aveva apprezzato lo
stupore di T.Pievani, ma soprattutto l'intervento di Arber ("quanto ha affermato il prof. Arber sia ricordato e
possa costituire un punto di non ritorno anche nei dibattiti mediatici e nei
confronti, talvolta, accesi e senza 'fine' tra rappresentanti della scienza e
quelli della religione, visti sempre come due opposte fazioni in perenne
controversia"); sembrava preoccupata per il contrasto e anzi
invitava i cattolici esperti a darsi da fare ("siano
i laici, e in particolari gli scienziati, a parlare del rapporto tra scienza
e fede e a spiegare ai propri colleghi, non di rado atei o agnostici, come
non vi sia alcuna contrapposizione").
Il nuovo post riguarda invece l'intervento
del papa l'8/11/12 all'Accademia Pontificia. E il post è davvero
sconcertante fin dal titolo ("Benedetto
XVI: c'è un' "urgente necessità del costante dialogo e
cooperazione" tra scienza e fede. E ... perché?), tanto da
distinguersi da molti degli articoli che in questi giorni riferiscono di
questo intervento che, oltre a confermare la sua piena fiducia in W.Arber, nella
PAS e nel loro ruolo nei rapporti con la scienza, sembra mostrare alcuni
spunti in parte nuovi.
Ovviamente si distingue per l'interrogativo che evidenzia già nel titolo,
un'originale contestazione dell'intervento papale, riferito in modo parziale,
senza i motivi che invece sono ovviamente presentati spesso fin dal titolo
negli altri articoli, che
sottolineano i motivi - anche cercando di essere chiari fin dal titolo
- piuttosto che dubitare delle indicazioni del papa ("Il
Papa: necessità urgente di continuo dialogo e cooperazione tra i mondi della
scienza e della fede per costruire una cultura di rispetto per l’uomo, per la
dignità e la libertà umana, per il futuro della nostra famiglia umana e per
lo sviluppo sostenibile a lungo termine del nostro pianeta", "Il
Papa: la mancanza di dialogo tra scienza e fede crea danni per l'umanità").
"Creare danni per l'umanità" non
sarebbe una giustificazione convincente?! Si vuole forse che prevalgano
"l'irrazionale, il mito e l'indifferenza"?
Non si teme insieme al papa che "Senza
questa necessaria interazione le grandi
questioni dell'umanità lasciano il campo della ragione e della verità"
Addirittura è strano che si insista a sottolineare ulteriormente i dubbi che
creerebbero le proposte del papa: " Penso
che non pochi, leggendo il titolo del post e riportato anche su diversi giornali e agenzie di stampa si
siano istintivamente chiesti: "Perché questo dialogo sarebbe così
urgente e necessario?". La risposta è data dallo stesso Pontefice, ma
forse a qualcuno non appare del tutto convincente".
Se si verifica la realtà, si scopre che gli articoli linkati dell'Avvenire
e dell'ASCA invece riportano la principale preoccupata motivazione del
papa, che coinvolge il futuro: "Senza questa
necessaria interazione le grandi questioni dell'umanità lasciano il campo
della ragione e della verità e sono abbandonate all'irrazionale, al mito o
all'indifferenza, con grande danno per la stessa umanità, per la pace nel
mondo e per il nostro destino finale".
Viene quasi il dubbio che, nonostante le 860 pagine web che riportano le
parole del papa, il riconoscimento del ruolo determinante della scienza, e
quindi anche l'evidente sostegno del papa a W.Arber e alla PAS possano aver
creato qualche problema; almeno a chi, come V.Ascheri, conosce meglio
l'ambiente vaticano; gli altri titoli non mostrano dubbi.
E' curioso che si possa anche dimostrarlo. Se si va a leggere il suo primo
post, che ha inaugurato il blog, si cita e si riporta un intervento poco noto
di 23 anni fa, la lettera di GP2 a P.George Coyne del 1988, dove
il papa manifestava le sue serie preoccupazioni
per il ritardo e la paura ad affrontare il rapporto con la scienza,
invitando a rispettarne le competenze e la dignità, prospettando modalità di
relazione basate sulla complementarietà.
Da oggi le preoccupazioni di GP2, di W.Arber e del papa non sono più
condivise da V.Ascheri. Ovviamente sarebbe interessante capire se è più
onesta e sincera di altri che in questi giorni hanno apprezzato almeno
l'intervento del papa, pur ignorando quello di W.Arber.
Ovviamente può essere anche utile ricordare come c'è da tempo un certo
movimento antiscientifico, e in particolare ci si deve riferire agli
argomenti in cui è chiaramente competente W.Arber, il biologo
molecolare esperto di evoluzione biologica, da solo un anno eletto presidente
della PAS.
E' evidente che la nomina avrebbe anche voluto chiudere le agitazioni
suscitate in ambito cattolico dai 2 convegni organizzati dal Vaticano nel
2009 in occasione del bicentenario di Darwin.
Fra le "agitazioni" possiamo certo ricordare il sostegno del card.Schonborn
nel 2005 alla truffa USA dell'Intelligent Design, contrastata in varie sedi
fra cui anche l'articolo del prof.Facchini del 16/1/2006
sull'Osservatore Romano. C'è stato poi il convegno antivaticano dei
creazionisti "della terra giovane", ospitato a Roma il 23/2/2009 dal prof.De Mattei addirittura al CNR.
Non mancano poi numerose iniziative più economiche e dilettantesche gestite
soprattutto in economia e con scarse competenze sul web addirittura in sante
alleanze con gruppi creazionisti islamici "della terra vecchia"
e (con grande coerenza) predicatori evangelici creazionisti "della
terra giovane". Certo non è facile farsi spazio in un contesto
dominato dalla confusione e dall'ignoranza di base sulle questioni e i
processi che coinvolgono il tempo profondo.
Certo che per raggiungere i loro obiettivi interni alla chiesa, non si
presentano molto bene in confronto ai numerosi premi Nobel presenti nella
PAS, certificati dalla loro autorevolezza scientifica, ma certo non è nemmeno
facile distinguersi
dai diversi creazionismi che sopravvivono negli ambienti religiosi, e c'è
sempre qualcuno che ha perso la testa per l'ipotesi della "Genesi
biblica", un'altra fantasiosa ipotesi basata sulla fede e non su
almeno qualche dato geologico o biologico; per essere onesti bisognerebbe che
finalmente qualcun altro faccia notare che adesso sembra che questi dati
piacciano molto di più anche al papa, come ha appena detto l'8/11;
forse qualcuno potrebbe chiarirci anche questo dubbio.
Ultimamente è comparso addirittura un blog gestito da un filosofo, docente di
una scuola religiosa domenicana, gran sostenitore dell'Intelligent Design di
cui riporta idee che sono state contestate anche da un giudice che ha
scoperto come fosse nato con un evidente
"taglia e incolla" in Word. Spiace che anche lui abbia preso una
cotta per l'ID e propagandi quello che ha letto in un loro opuscolo ("Sarebbe auspicabile che anche in Italia ci si
svegliasse dal torpore scientifico e che le famiglie si rendessero conto
della necessità di partecipare criticamente all'educazione scientifica dei
figli"). Immagino che W.Arber sarebbe interessato a sapere come
ottenere dai domenicani una collaborazione maggiore alle indicazioni papali
Magari potrebbe chiedere a Francisco Ayala la prossima volta che verrà a
Roma, anche se comunque ha cambiato mestiere.
Spiace che queste iniziative, che evidentemente non si preoccupano delle basi
scientifiche (=confronto fra risultati sperimentali) che poi tutti pretendono
che funzionino anche negli ospedali cattolici..., siano magari finanziate con
i fondi dell'8 x 1000 oltre ai fondi della Fondazione Templeton, forse non
sempre assegnati nel rispetto delle indicazioni presenti nel loro sito web,
che non contemplano il sostegno all'ID (Does
the Foundation support “intelligent design”?).
In effetti non si capisce perchè non si pretenda parallelamente che negli
ospedali religiosi si attribuisca un ruolo rilevante ad eventi miracolosi
simili a quelli che determinerebbero l'evoluzione di tutti gli esseri
viventi, che sappiamo ammessa dal card.Ratzinger nel 2004,
a partire da un unico organismo iniziale. Per fortuna anche in Cina oggi la
buona sanità dipende da un serio metodo scientifico di verifica degli
esperimenti.
Anche per questo i sostenitori dell'ID hanno trovato le porte chiuse nel
2009. Ora sembra che cerchino di farle riaprire.
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11/11/12-VA
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Racconta il card. Ravasi, oggi in
un'intervista, che al Sinodo qualche giorno fa si ridacchiasse un po' alle spalle dei vescovi, anche europei,
che non capivano il latino.
Non ci sarebbe proprio da ridere se qualcuno non continuasse a confondere
ancora caos con caso, proprio ora che sembra davvero che anche
il papa abbia finalmente capito la rilevante differenza fra i due termini
quando ci si riferisce alla biologia e all’evoluzione (forse è stato
illuminante il convegno della PAS del 28/10/11 su “The
Scientific Legacy of the 20th Century”, quando si parlava molto di
biologia e il caso veniva spesso citato. Qui gli
atti completi di quel convegno).
Non per niente in questo discorso
conclusivo tenuto l'8 novembre al convegno dell'Accademia Pontificia
sulla complessità ("Complexity and Analogy in Science:
Theoretical, Methodological and Epistemological Aspects"),
il papa non cita affatto il caso, nemmeno per il suo limitato (ma rilevante…)
ruolo nel creare la variabilità, come ben sa chiunque si chieda da cosa
dipendano i ruoli sessuali che interpreta e le sue preferenze sessuali.
E' evidente un certo cambiamento rispetto all'uso improprio che, fin dal
discorso di insediamento, il papa aveva fatto del termine caso, che
qualcuno aveva riferito all’evoluzione; in alcuni contesti l'uso era davvero
ed evidentemente improprio, visto che non c'è nessuno (è vero!) che pensi che
il caso da solo possa mai combinare qualcosa di buono. Davvero non si
capiva quindi a cosa si riferisse. Vedremo però se questa rilevante novità
sarà definitiva.
[Curioso comunque il fatto che invece Google da anni non riesce proprio ad
associare il nome del segretario della PAS, Mons.Sanchez Sorondo, al caso
ma solo al caos.
Un caso di allergia o solo un problema di dizionario? Comunque parla sempre
del caos anche se non si è certi che sia il termine che intende usare.]
Le conclusioni di un convegno su un tema in cui il caso ha evidentemente
dimostrato almeno un ruolo creativo sono certamente il momento migliore per
far notare di aver capito la lezione che l'Accademia delle Scienze aveva
pensato gli sarebbe stata utile per capire meglio il mondo in cui ci
muoviamo.
Nessuno si illude che non si parli più di creazione, ma almeno si può
apprezzare che sembra si sia capito che il caso non sia da demonizzare e che
abbia un giudizio positivo su una struttura come la PAS ("Ringraziandovi per il contributo specifico
dell’Accademia al rafforzamento del rapporto tra ragione e fede, vi assicuro
del mio profondo interesse per le vostre attività") presieduta
dal biologo evoluzionista W.Arber, nominato solo un anno fa ma presente fin
dal 1981.
Una frase importante è anche la precedente, che indica una prospettiva e una
preoccupazione forse non molto diversa rispetto a quella illustrata già da
GP2 nel 1988 e
apparentemente non così centrale per 24 anni ("Nella
grande impresa umana di cercare di dischiudere i misteri dell’uomo e
dell’universo, sono convinto del bisogno urgente di dialogo costante e di
cooperazione tra i mondi della scienza e della fede per edificare una cultura
di rispetto per l’uomo, per la dignità e la libertà umana, per il futuro
della nostra famiglia umana e per lo sviluppo sostenibile a lungo termine del
nostro pianeta. Senza questa necessaria interazione, le grandi
questioni dell’umanità lasciano l’ambito della ragione e della verità e sono
abbandonate all’irrazionale, al mito o all’indifferenza, a grande
detrimento dell’umanità stessa, della pace nel mondo e del nostro destino
ultimo"). Tutti devono
essere d'accordo con chi vuol ridurre gli spazi all'irrazionalità e ai miti,
basta che non lo dica solo quando sembra una captatio benevolentiae.
Comunque non sembra proprio che Arber non sia in sintonia con questi auspici.
Il papa dovrebbe però chiarire se è la PAS che, come sembrerebbe logico,
dovrebbe occuparsi di questo dialogo o se devono occuparsene altri
"dialoganti" che però sappiano riconoscere il ruolo creativo del
caso per evitare che il caos influenzi il "futuro
della nostra famiglia umana e lo sviluppo sostenibile a lungo termine del
nostro pianeta".
Dovrebbe però sapere che la PAS ha molti nemici, in USA
ma anche
in Italia ... nonostante un anno fa W.Arber avesse fatto
notare come "All PAS members have contributed to the remarkable progress of
scientific knowledge in the past century. Personal testimonies from these
actors represent valuable documents for the history of science and for future
generations". Questo solo per ricordare dove
si pongano i componenti della PAS rispetto alla ragione e alla scienza.
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Mi sembra poi, last but not least, che nel discorso
del papa agli accademici
pontifici (la R.Vaticana pubblica anche la versone in inglese
e c’è pure
l’audio originale per ascoltare i complimenti fatti alla PAS per il suo
contributo al rapporto con la scienza) ci siano anche altre importanti
novità. Sono novità che qualunque biologo evoluzionista nota e che certamente
hanno fatto fischiare le orecchie almeno ad A.Zichichi, probabilmente
presente in aula. La frase è posta all'inizio, come premessa; forse queste
osservazioni sono anche conseguenza della discussione sui temi trattati in
questo convegno o in quello di 12 mesi fa: " le
importanti scoperte e i progressi degli ultimi anni c’invitano a esaminare la
grande analogia tra fisica e biologia che si manifesta chiaramente ogni
qualvolta otteniamo una comprensione più profonda dell’ordine naturale".
Dato che sta ragionando su "processi del
passato" che qualcuno credeva che non fossero verificabili il
papa sembra suggerire proprio una nuova valutazione del noto
e troppo citato (1240 volte secondo Google, e spesso si tratta di siti
web di diverse religioni!) assurdo testo di A.Zichichi
che negava scientificità alla biologia evoluzionistica ("dov'è l'equazione dell'evoluzione della specie umana?
Non esiste. Non ci sono né esperimenti riconducibili, né una componente
matematica di rigore dell'evoluzionismo biologico. E questi sono i caratteri
che caratterizzano la scienza, che deve prevedere e non post-prevedere").
Meno importante - ma non troppo - la frase successiva, conseguenza della
precedente, anche per le conseguenze della critica alle valutazioni di
Zichichi, molto diffuse nel mondo cattolico e forse prima considerate utili
anche dallo stesso pontefice: "Se è vero
che alcune delle nuove nozioni
ottenute in questo modo ci possono permettere di trarre anche conclusioni
sui processi del passato, questa estrapolazione mette altresì in rilievo la
grande unità della natura nella complessa struttura dell’universo e il
mistero del posto che l’uomo occupa in esso. La complessità e la
grandezza della scienza contemporanea in tutto ciò che consente all’uomo
di sapere sulla natura ha ripercussioni dirette sugli esseri umani".
Ora
c'è solo da trovare qualcuno chi, dopo aver verificato di averle capite bene
(davvero ora il papa crede di aver convinto i cattolici che si possono trarre
"conclusioni sui processi avvenuti nel passato"?
qualche microbiologo premio Nobel gli ha spiegato che ci sono batteri che
sono stati seguiti per 50000 generazioni e che hanno dimostrato la comparsa
di variabilità? basta la variabilità per parlare di microevoluzione?), faccia
conoscere le conseguenze delle nuove opinioni sul ruolo del caso.
Probabilmente si era fidato troppo di A.Zichichi e di altri non competenti di
evoluzione, quando nel 2006 a Catelgandolfo, nonostante la lezione fattagli
il giorno prima dal biologo evoluzionista Peter
Schuster, presidente dell'Accademia delle Scienze austriaca, da lui
invitato, sottolineò soprattutto i difetti della teoria dell'evoluzione
("La teoria
dell’evoluzione non è una teoria completa e scientificamente provata
ed è in gran parte non dimostrabile sperimentalmente in modo tanto
facile perché non possiamo riprodurre
in laboratorio 10000 generazioni. Ciò significa che ci sono dei vuoti
o lacune rilevanti di verificabilità-falsicabilità sperimentale a causa
dell’enorme spazio temporale a cui la teoria si riferisce”).
Ora sembra che si possa invece trarre conclusioni da "processi avvenuti nel passato"
L'8/11 ha suonato quindi tutt'altra
musica, e non si può quindi negare che ci sia qualche novità rispetto a 6
anni fa; ancora maggiori sono le novità positive rispetto al 2002,
quando addirittura il Prefetto della Congregazione per la
Dottrina della Fede ricevette in Vaticano
creazionisti "della terra giovane" come Berthault e Tassot,
appartenenti al Kolbe
Center USA; gli stessi a
cui nel 2009 vennero sbarrate le porte dei convegni vaticani (e furono aperte quelle del CNR e della Sapienza!).
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Un punto poco chiaro
rimane comunque ancora quello in cui sembra reindirizzare l’interesse dei
cattolici, verso la “creazione continua”, un concetto che, soprattutto
se si confonde scienza, filosofia e teologia, visto anche il contesto,
richiederebbe comunque una definizione e pure un aggiornamento del
Catechismo, che non ne parla.
Interessante comunque che non si
approfitta delle inevitabili debolezze della scienza per sostituirla subito
con un “God of the gaps”. Anche l’articolo sull’Avvenire (“Scienza e fede
insieme per l’uomo”) riporta
questo prudente approccio all’origine della vita; interessante che a
differenza dei laici creazionisti, non ha pretese assurde verso la scienza (“se i primi momenti del cosmo e della vita «sfuggono
all’osservazione scientifica» la
scienza si trova tuttavia a scoprire una vasta serie di dinamiche che
rivelano un ordine evidente”). Che questo si possa chiamare “creazione continua” e quanto di
"naturale" e "materialistico" ciò comporti, sarebbe certo
il caso di chiarirlo meglio, per non occupare ambiti che non competono alla
teologia. La complementarietà è da apprezzare in quanto il rispetto delle
competenze è utile e vantaggioso per tutti.
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10/11/12-IT
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Sull’Avvenire si può leggere un corsivo di
G.Gennari che si lamenta (“Scandali
immotivati e misteri di carta, ghiacciata”) che i
quotidiani non riferiscano delle iniziative che coinvolgono l’Accademia
Pontificia delle Scienze, a cominciare dal citato convegno sul riscaldamento
globale di origine antropica, che presentava la drammatica situazione
dei ghiacciai. Nemmeno l’Avvenire, però, ha finora citato i due
recenti convegni organizzati dalla PAS in questi giorni né l’intervento di W.Arber in favore della
teoria dell’evoluzione al Sinodo; perfino G.Gennari è intervenuto solo il
23/10 per criticare T.Pievani;
purtroppo ha
fatto dell’ironia di cattivo gusto, scrivendo addirittura che un giudizio
positivo su Darwin l’avevano già dato, prima di Arber, V.Marcozzi e Teilhard
de Chardin!
Comunque l’Avvenire si potrà presto riscattare: c'è stato il 9/10 un convegno
su Teilhard de Chardin. Se il precedente presidente della PAS,
N.Cabibbo aveva lanciato l’idea provocatoria di riabilitare
Giordano Bruno, il card.Poupard potrebbe magari aver rilanciato la sua
vecchia idea di riabilitare Teilhard; siamo a 57 anni dalla morte …
Quanto ad Arber sembra che si stia dando da fare per far capire che non si
può continuare a lasciare Darwin fuori dalla porta sperando che qualcuno lo
sbrani. Per fortuna – a differenza di Teilhard de Chardin - non ha nessun
bisogno di essere riabilitato. Anche perché è già sepolto, fin da subito e in
ottima compagnia, addirittura in una cattedrale. Decisamente meglio, che oltreoceano, nel cimitero
di una scuola alberghiera dove deve recarsi chi vuol rendere omaggio.
Magari si potrebbe far domanda per occupare
l’urna che a Roma ospitava da anni il benefattore affiliato alla banda
della Magliana, de
Pedis.
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10/11/12-UK
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Se qualcuno pensasse di essere penalizzato dal non
poter accedere a riviste peer-review ogni tanto può trovare qualche
buona notizia; è certo un'ottima e prudente idea quella di verificare che i
medici ospedalieri o universitari a cui si ricorre per se o per i propri cari
non solo facciano ricerca ma soprattutto che non lavorino inutilmente e diano
il giusto valore a riviste di questo tipo che, come è noto agli esperti,
garantiscono non certo la verità ma cercano solo di verificare la completezza
e la serietà della ricerca e delle premesse su cui si basa.
Da qualche giorno sono liberamente accessibili alla consultazione on line
tutte le riviste della
Royal Society fino al 30 Novembre 2012. Le riviste saranno
comunque poi accessibili nelle biblioteche universitarie.
Da non perdere ovviamente, per chi avesse ancora dubbi, il recente
fascicolo delle Biology
letters con articoli sulla dimostrazione sperimentale dei meccanismi
evolutivi ("Experimental
evolution"), già citato il 29/10.
Per chi invece all'evoluzione biologica ci crede, in teoria, ma avesse
problemi personali sugli aspetti evolutivi più pratici e materialistici, può
trovare qualcosa di utile nell'area etologica, di cui si occupano spesso
queste riviste.
C'è infatti, ed è curiosamente nell'elenco degli articoli
più consultati e scaricati del 2011, un articolo dedicato a "Male
dance moves that catch a woman’s eye", con allegato electronic
supplementary material (che comunque prevede solo l'uso di manichini). La
ricerca comunque potrebbe procedere oltre, indagando anche su altri aspetti
che non riguardano solo la vista e il sistema nervoso.
Come si può forse prevedere, e metto in guardia su questo, l'articolo inizia
- a conferma di quanto sia improbabile che ci si possa dimenticare di Darwin
- citando una delle tante idee geniali di Darwin sul ruolo della selezione
sessuale all'interno dei meccanismi evolutivi ("In 1859, Charles
Darwin proposed that certain male traits evolved owing to sexual selection
via female mate choice").
Mancano comunque ancora solo 20 giorni a fine mese...
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10/11/12-USA
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Non sempre sono necessarie spiegazioni complesse
per capire la realtà. A volte ce ne sono di semplici ed eleganti. Può essere
quindi utile consultare le migliori menti attuali per capire se hanno pronta
qualche risposta se si chiede loro "What is your favorite deep.
elegant, or beautiful explanation?".
Nel sito www.edge.org ("The World's Smartest Website") è questa la
domanda (proposta inizialmente da Steven Pinker) a cui nel 2012
hanno dovuto rispondere, con la potenza dei loro neuroni, 192 ricercatori
coinvolti in decine di diversi campi.
Visto il loro potere esplicativo, le spiegazioni suggerite fanno spesso
riferimento alla meccanica quantistica e all'evoluzione, per cui non solo il
nome di Charles Darwin non può che ricorrere frequentemente, ma troviamo
perfino quello del fratello Erasmus che, in una lettera a lui nel 1859,
spiega in quali rari casi perfino una persona onesta possa rifiutarsi di
cambiare idea nonostante i fatti sembrino dimostrare il contrario: quando
"the a priori reasoning is so
entirely satisfactory to me that if the facts won't fit in, why so much the
worse for the facts". Forse è solo un complimento alla genialità
del fratello (e pure di A.Wallace) la cui teoria si scontrava con i calcoli
di Kelvin sull'età della terra - che oggi sappiamo errati oltre che
influenzati dai pregiudizi e dalle scarse conoscenze del tempo.
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In questi giorni abbiamo scoperto che c'è almeno
una città negli USA in cui Darwin ha avuto nei giorni scorsi parecchi
sostenitori. Quasi 4000, tanti per arrivare secondo in graduatoria, ma
non sufficienti per garantirgli un seggio in senato.
Comunque sono serviti a far avere 4000 voti in meno, su 22000, al candidato
repubblicano, che si era fatto notare per dichiarazioni pubbliche che
confermavano la sua ignoranza scientifica.
Di questa storia si parla in articoli pubblicati non solo sul quotidiano
locale di Athens in Georgia, dove era candidato il senatore Paul Broun
("Charles
Darwin was the natural selection for 4,000 Georgia voters"). Da
notare che sicuramente Darwin avrebbe avuto maggiori competenze per far
parte, al posto di Paul Broun, della commissione Space,
Science and Technology, dove è pure presidente del Subcommittee
on Investigations and Oversight.
Qui il video che mostra uno "'scientist
in Congress saying evolution is from 'pit of Hell'".
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9/11/12-USA
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In tempi di minacce alla biodiversità terrestre
possiamo consolarci con una particolare forma di biodiversità che non sembra
minacciata da nessuna multinazionale nè insidiata da automobili assetate di
benzina. Forse è ancora sconosciuta e quindi per ora non troppo a rischio;
non si sa nemmeno se si potranno ottenere medicinali nuovi o antibiotici
finora inesistenti.
Ne parla il giornalista scientifico Carl Zimmer nel suo blog The
Loom, raccontando come sia uscito sull'ultimo numero di PLOS
l'articolo a cui lui ha personalmente contribuito con una fornitura di un
campione della sua biodiversità personale, e che gli era stato anticipato il
27/6/11 dall'autore R.Dunn con il seguente messaggio: “You,
my friend, are a wonderland.” .
L'articolo si intitola infatti "A
Jungle in There: Bacteria in Belly Buttons are Highly Diverse, but
Predictable" e il post di Carl Zimmer, tutto orgoglioso di aver
contribuito con ben 53 specie di batteri, "On
the Occasion of My Belly Button Entering the Scientific Literature".
Il nome del proprietario dell'ombelico, Carl Zimmer, ovviamente manca fra gli
autori dell'articolo di PLOS, ma aumenterà l'interesse al suo libro "Microcosm"
dedicato al microbioma umano.
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9/11/12-VA
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L'Avvenire riferisce della visita
dell'8/11/12 al Papa degli Accademici Pontifici ("Scienza e fede
insieme per l’uomo") alla fine del loro convegno «Complessità e
analogia nella scienza. Aspetti teoretici, metodologici ed epistemologici».
L'articolo sembra voler chiarire la sua opinione sulla scienza, che
risulterebbe ora meno metafisica: «le scienze non
sono mondi intellettuali disconnessi l’uno dall’altro e dalla realtà, ma
piuttosto sono interconnessi e diretti allo studio della natura come
un’unica, intellegibile e armoniosa realtà», per cui ci sarebbero «fruttuosi punti di contatto con la visione filosofica e
teologica cristiana dell’universo».
Per una lettura complessiva, anche per notare che alcune novità forse ci
sono, qui si può trovare il
testo integrale; soprattutto per capire che forse non è la scienza,
disconnnessa dalla realtà ad «abbadonare le
grandi questioni dell’umanità all’irrazionale, al mito o all’indifferenza con
grande danno per l’umanità, la pace e in definitiva per il nostro destino».
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9/11/12-IT
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[da Pikaia]
A Milano si svolgeranno prossimamente due incontri per ragionare di
alcuni problemi dell’evoluzione umana (“Luce si farà sull’evoluzione
dell’uomo e la sua storia”, disse Darwin qualche tempo fa, e la luce ora
è davvero chiara e permette finalmente di muoversi con grande sicurezza), con
G.Barbujani (Perchè non possiamo non dirci africani il 15/11) e G.Destro Bisol (“Le razze non esistono...o
forse sì, il 21/11 alle). Ambedue in Via Celoria 20 alle 14.30, in
aula 208 o 301. Locandina.
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9/11/12-F/USA
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Su un blog ospitato dal sito di Scientific
American si illustra la novità di una nuova strategia di conservazione
della natura, comparsa per la prima volta in Ecuador
nel 2008, che farebbe riferimento a diritti naturali che la stessa natura, o
meglio la divinità che rappresenta la natura da quelle parti (Pachamama),
potrebbe pretendere che siano rispettati.
Un simile modo di affrontare il problema dell’interazione con una natura in
cui ogni specie animale e vegetale avrebbe dei diritti naturali ad evolvere
liberamente e a non vedersi contrastare questo diritto è certo nuovo e
richiede nuove strategie d'azione; si spera che questa nuova strategia (usata
dal Community
Environmental Legal Defense Fund) sia più efficace di quelle finora usate
da chi pensa sia inaccettabile che pochi uomini possano continuare a non
incontrare qualcuno che impedisca loro di trarre oprofitti personali dal
sequestro di beni collettivi.
Non per nulla l’articolo è intitolato “The Death of Natural
Selection”.
Questa strategia, se avesse successo e si diffondesse anche in altri paesi,
soprattutto nelle zone tropicali, avrebbe effetti certo positivi per
l’ambiente e l’ecosistema globale, ma molti temono che creerebbe problemi per
l’economia.
D’altronde è difficile negare, e lo si può vedere anche da casa propria con Google Maps, che in molte aree del pianeta
in cui l’ambiente non è adeguatamente protetto e difeso, la deforestazione
avanzi a ritmi impressionanti. La trasformazione della foresta tropicale in
piantagioni di palma da olio riduce in pochi anni il numero di specie da
milioni ad una in aree vastissime ("Aerial View of Oil Palm
Plantations and Deforestation in Borneo").
In questi giorni sembra in
discussione il diritto alla nutella in Francia a causa delle tasse
imposte oggi per frenare la distruzione delle foreste tropicali.
Non è certo tranquillizzante sentire che la ditta – che in qualche modo
sembrava collaborasse
alla difesa delle foreste tropicali - si difenda sostenendo che per il
prodotto (per il 30% è composto da olio di palma) “non
utilizza nessun olio vegetale proveniente dall'Indonesia, dove è in corso un
grave processo di deforestazione, e preferisce le zone di Malesia e Papua
Nuova”, senza precisare che sono aree dove si è iniziato a disboscare
solo recentemente…
Il problema esiste ed è serio.
Le nuove strategie sembra abbiano spinto a chiamare in aiuto anche le
divinità tradizionali, uno strumento che di solito viene attivato quando si
vuole una scusa che impedisca di scendere a compromessi, evocando perfino i
principi non negoziabili.
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8/11/12-USA
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Nuovi retroscena sulla realizzazione del video della BBC (Conspiracy
Road Trip Creationism, disponibile in rete) che documenta come si è
concluso il tentativo di riempire gli evidenti buchi culturali che
costringono alcuni creazionisti biblici (YEC, cioè “creazionisti terra
giovane”) britannici a non accettare le scoperte scientifiche dell’ultimo
secolo, che hanno dimostrato che la terra ha 15 miliardi di anni e che la vita è iniziata una volta
sola e quindi tutti gli esseri viventi hanno un antenato comune.
Dopo il commento
di Jerry Coyne (del 10/10) anche un altro evoluzionista racconta la
sua esperienza didattica; è Don Prothero, il geologo che li ha portati
a visitare il Gran Canyon per spiegare loro, anche dimostrandolo con test
sperimentali, come non possa essere
stato creato in pochi giorni da un diluvio, né qualsiasi né eccezionale, ma
da eventi durati milioni di anni. D.Prothero racconta anche l’esperienza, per
lui piuttosto deprimente, di non essere riuscito a fare con successo il suo
solito lavoro di docente. Sottolinea anzi come nemmeno Tim White, il
paleoantropologo, sia riuscito a farli ragionare pur dopo che erano riusciti
(e lo vediamo nel video) a mettere sul suo tavolo nella sequenza corretta
(che è quella realmente trovata) i reperti fossili che lui aveva trovato in
Africa orientale.
Per fortuna in Italia sono ben pochi i creazionisti biblici convinti che la
vita abbia poche migliaia di anni; però ci sono, anche se probabilmente molti
non saprebbero o non vorrebbero indicare quali sono i fatti che ignorano e
che impediscono loro di spiegare l’origine comune degli esseri viventi; chi
accetta l’evoluzione deve saper dimostrare, anche e soprattutto ai
creazionisti, come e perché tutti gli
esseri viventi siano imparentati fra di loro.
Deprimente come invece sia comparso su YouTube un video in cui si spiega
quello che avrebbero dovuto rispondere davanti al Grand Canyon i creazionisti
ingaggiati dalla BBC… almeno l’evoluzione culturale continua e compaiono
nuove strategie per sopravvivere nonostante tutto.
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8/11/12-IT
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Anche a Cagliari è in corso in questi giorni
un festival [della] scienza, che si concluderà l’11/11. E’ la
quinta edizione. Programma ed
eventi. Il 10 si parlerà di evoluzione biologica e culturale con
Francesco Cavalli Sforza.
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8/11/12-VA
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Inizia oggi a Roma un convegno scientifico
organizzato da A.M. Battro,
S. Dehaene,
W.J. Singer
nella sede della Pontificia Accademia delle Scienze ("Neurosciences
and the Human Person: New Perspectives on Human Activities") dove
già si progetta il prossimo convegno sullo stesso tema nel 2036; i precedenti
infatti risalgono al 1968 ('The Brain and
Conscious Experience') e al 1988 (Brain Research and the Mind-Body Problem. Epistemological and
Metaphysical Issues’, sono consultabili gli atti completi di questo
convegno).
E’ consultabile nel sito della PAS anche il PDF con gli atti integrali di un
recente convegno del 2010 su un tema affine: “Human
Neuroplasticity and Education”.
Fra i partecipanti ci sono numerosi ricercatori; soprattutto psicologi, neurologi e neurofisiologi come
M.Gazzaniga, ma anche la paleoantropologia è rappresentata da Yves
Coppens (“Hominid Evolution and the Emergence of
the Genus Homo “) e da Svante
Pääbo (“Human Origins From a
Genomic Perspective”); ci sono le competenze giuste per discutere
anche le ipotesi su come e perché sia comparso l’uomo e come il successo
della mente umana dipenda anche da quello che conosciamo sui 60 milioni di
evoluzione dell’encefalo nei primati e nelle antropomorfe .
C’è un tale traffico di ricercatori e anche di premi Nobel ultimamente a Roma
che si potrebbe usare internet anche in modo positivo e utile, per invitare
qualcuno di loro ad un incontro con gli studenti in un qualche liceo statale
romano.
Soprattutto i Nobel: non solo hanno ricevuto riconoscimenti pubblici per il
loro contributo spesso disinteressato
all’evoluzione culturale umana, ma come ricercatori di successo sanno quanto
sia stimolante e utile mettere a contatto la loro curiosità con la naturale
curiosità dei giovani a cui dovremmo augurare di aspirare ad un simile tipo
di successo in futuro.
Purtroppo non è frequente che ai giovani siano oggi proposti simili modelli
di successo, e comunque molti di coloro che ne sono stati contagiati tendono
a viaggiare e non sempre riescono a tornare. Se tornano, a differenza di
Darwin che era ricco di famiglia, non sempre riescono a seguire i loro sogni.
Se non fosse stato parecchio sfortunato, potremmo comunque consigliare di
seguire l’esempio di Wallace, che non era ricco di famiglia ma riuscì anche
lui a capire che ci sono meccanismi curiosi e complessi che hanno gestito e
gestiscono le interazioni gli esseri
viventi.
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7/11/12-VA
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E' finito oggi a Roma un convegno organizzato da Werner
Arber & Jürgen
Mittelstraß nella sede dalla Pontificia
Accademia delle Scienze ("Complexity and Analogy in Science:
Theoretical, Methodological and Epistemological Aspects")
. Fra i partecipanti c'erano ricercatori fisici chimici e biologi di alto
livello: A.Zichichi, M.Rees
(presente anche al Festival della Scienza di Genova nei giorni scorsi, a
parlare di infinito),
L.Alberghina. Si è parlato anche di cambiamenti climatici in una sessione
presieduta dal Nobel Paul
J.Crutzen, a cui ha contribuito anche W.Arber con un intervento su un
tema che ritiene importante per progettare il futuro "Towards a
Sustainable Use of Natural Resources by Respecting the Laws of Nature". Per i
curiosi, e per chi ritiene di aver in qualche modo contribuito alla
realizzazione del convegno della PAS, qui sono consultabili i riassunti
delle comunicazioni.
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6/11/12-IT
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Tutte le ultime novità sull'evoluzione umana
verranno presentate in un interessante convegno a Venezia
il 14 novembre: intervengono il paleoantropologo Giorgio Manzi e
il fisico Claudio Tuniz. Interessanti alcuni testi tuttora già linkati nella pagina web
dell’Istituto Veneto:
- TED: Svante
Pääbo: DNA clues to our inner neanderthal
- Claudio Tuniz: Out of
Africa.
- Manzi - Di
Vincenzo: L'ultimo antenato (H.heidelbergensis)
- Giorgio Manzi: A brief
history E’ il testo della relazione tenuta da Manzi ad uno dei convegni
vaticani organizzati nel 2009 per il bicentenario di Darwin (“Biological evolution: facts
and theories”). G.Manzi presenta tutte le novità scoperte
successivamente a Darwin (“Human evolution: a brief history of the
research since Darwin’s times”); si nota con piacere come da 2 fossili
(quelli di Gibilterra e di Neandertal trovati in Europa occidentale) si sia
passati in 150 anni a centinaia di fossili trovati in tutto il mondo.
Si può oggi dimostrare come, grazie ai fossili ma soprattutto alla genetica,
la previsione di Darwin (“light will be thrown on the origin of man and
his history”) si sia realizzata; nel 1891 e nel 1924 si
trovarono perfino quelli che, con i pregiudizi e le ignoranze di allora,
venivano definiti erroneamente “missing link”, un
termine che ormai non viene più usato, travolto dalle numerose e continue
scoperte di questi ultimi decenni.
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6/11/12-USA
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Se qualcuno si fosse preoccupato per la
sopravvivenza dei ratti nella metropolitana allagata di New York durante
l’ultimo uragano, questo
video pubblicato recentemente nel blog di Scientific American
potrebbe tranquillizzarlo, anche se
si tratta di ratti spinti dall’uomo ad apprendere un comportamento insolito
per la specie.
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Sempre nel blog di Scientific American si
commemorano i cinque anni passati dalla morte di Washoe, la prima
scimpanzé (era una femmina) allevata
fin da piccola da una coppia di psicologi, Allen e Beatrix Gardner, in
un ambiente (il Center for Advanced Studies,
CAS) che le ha permesso di acquisire la padronanza dell’ASL (American
Sign Language).
L’abilità nell’uso delle mani, caratteristica perfezionata nei primati e
molto simile a quella che è comparsa successivamente già nelle specie che
hanno preceduto l’attuale specie umana, ha permesso a Washoe di comunicare
con gli umani nel corso di tutta la sua vita. Washoe trascorse gli ultimi
anni al Chimpanzee and
Human Communication Institute.
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5/11/12-DE
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Per chi ama la natura, qui le foto vincenti del premio fotonaturalistico
2012. E degli anni
precedenti. La foto che ha vinto nel 2008 ci ricorda come la mano
dell’uomo è comunque spesso presente quando alcune specie di primati vngono
eliminate; non sempre viene fotografata, per cui si rischia di non saper
riconoscere le diverse mani.
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5/11/12-VA
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E' in arrivo un altro convegno
su Teilhard de Chardin, che si terrà il 9/10 novembre a Roma alla
Gregoriana. Ci saranno gli ultimi due responsabili del dicastero della
cultura, il card.Ravasi e il card. Poupard, che aveva fatto inutilmente
sperare che si potesse, e fosse ancora utile, riabilitare TdC, dopo più di
cinquant'anni dalla morte.
Qui
il programma del convegno, nel sito dell'UNIGRE.
Il sito web vaticano SRM, che dovrebbe essere dedicato alla scienza
non ne parla, come non ne parla nemmeno il loro blog, dove l'ultima notizia ("Werner
Arber: scienza e fede sono e devono continuare ad essere complementari") è un
riferimento vago all'intervento
di Werner Arber al sinodo dei Vescovi (che probabilmente hanno
sentito per la prima volta la teoria dell'evoluzione spiegata in modo
corretto). Comunque è almeno riportato correttamente la raccomandazione di
Arber di "mantenere la complementarietà" fra scienza e fede (“According to my conviction, scientific knowledge and
faith are and should remain to be complementary elements in our orientational
knowledge”).
Un certo interesse per W.Arber l’ha mostrato una filosofa della scienza
dell'Università della Santa Croce, che l'ha letto e ne ha parlato
positivamente sul suo blog il 30/10
(auspica perfino che "quanto ha affermato il
prof. Arber sia ricordato e possa costituire un punto di non ritorno anche
nei dibattiti mediatici") e con curiosità (intravede la fine di
"confronti, talvolta, accesi e senza 'fine'
tra rappresentanti della scienza e quelli della religione, visti sempre come
due opposte fazioni in perenne controversia"); magari ne potrebbe parlare il
9/11 al convegno alla Gregoriana su Teilhard de Chardin, un altro autorevole
esperto di evoluzione oggi non troppo apprezzato, visto che, dopo l’esilio
che ha dovuto subire da vivo (e che continua tuttora,
ospite dal 1955 di
una scuola alberghiera), non riesce ancora a riemergere dal purgatorio in
cui è stato virtualmente rinchiuso dal 1962.
Ha letto male chi ha notato nell'intervento di W.Arber frasi in cui osservava
che non ci fosse conflittualità fra scienza e fede. Anzi, a quasi un mese
dall'intervento di Werner Arber (che auspicava invece che continuasse la
"complementarietà"), sembra che
una conflittualità esista, ma forse è rivolta soprattutto verso ...
l'Accademia Pontificia (“The
Pontifical Academy of Sciences and the Crisis of Faith").
Dopo quasi un mese sembrerebbe che l'intervento di Arber al sinodo sia stato
ignorato o talvolta riportato in modo non preciso (la versione italiana non è
ben tradotta nemmeno sull'Osservatore
Romano del 15/10); viene il ragionevole dubbio che nessuno sia
interessato a sostenere l'impegnativo lavoro che Arber e la PAS stanno
svolgendo, cercando di diffondere le opinioni della PAS fra i cattolici che
richiederebbero migliori conoscenze scientifiche, adeguate al momento
attuale: "the Pontifical Academy of
Sciences tries to fulfill its tasks to critically follow the
development of scientific investigations and the projects of applications of
acquired knowledge. It periodically issues its publications, informing the scientific
world, the Church hierarchy, and all Christians and people of good will,
both in book form and digitally on its web site www.pas.va and it also makes
relevant recommendations in favor of a safe, responsible and sustainable
development".
Ancor oggi sono ben poche le copie in rete dell'intervento di W.Arber,
sia in italiano ("selezione
naturale che agisce come variante fenotipica") che nella versione
originale inglese (e senza errori...) ("natural selection acting on phenotypic
variants").
C’è comunque un video
dell’intervento, che conferma anche la presenza del papa, che l’ha nominato e
invitato alla sinodo.
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5/11/12-USA
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Il 13 novembre si aprirà a San Francisco il congresso annuale 2012 (è il 111°) dell’Associazione Antropologica
Americana, che riunisce gli antropologi culturali. Le tematiche che
verranno sviluppate sono raccolte nella pagina web Sections
and Committees.
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Nel sito Science Now un video mostra
l’impressionante abilità di un pappagallo nel progettare strumenti utili per
raggiungere il cibo: “The Innovative Cockatoo: Figaro Invents, Makes, and
Uses a Tool”
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4/11/12-IT
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Ottima notizia: è già disponibile in
rete
il dibattito che si è svolto a Genova ieri con James Moore che presentava il
libro "LA
SACRA CAUSA DI DARWIN", che permette di scoprire quale fosse
davvero l'idea di Darwin sul razzismo e sul monogenismo, talvolta
intenzionalmente stravolte nella foga polemica. Interessante scoprire che si
impegnò anche personalmente contro il razzismo e lo schiavismo; non è
irragionevole né difficile capire che è una conseguenza abbastanza logica per
chi crede che anche l'uomo abbia avuto origine da specie precedenti, non
troppo diverse da quelle che le hanno precedute.
Assurdo che accuse di razzismo arrivino da chi magari si rifiuta di concedere
ad altre specie uno spazio nell'album di famiglia.
Sono sempre attuali e centrali per la biologia e per la cultura umana le
riflessioni iniziali proposte da G.Giorello nell'introduzione, quando
ha citato Ernst Mayr.
Se l'incontro con J.Moore è sicuramente da non perdere, nel sito
dei video del Festival di Genova si possono già seguire molti altri
incontri interessanti ma soprattutto utili per capire il mondo e progettarne
il suo futuro:
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3/11/12-USA
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Fa decisamente riflettere il tema scelto da Mary-Claire
King, presidente dell'American Society of Human Genetics per aprire il
loro convegno il 6 novembre prossimo. Tanto è vero che viene anticipato sul
numero di Science di questa settimana: "The Scientist as
World Citizen".
Mary-Claire King trae spunto da un'intervista fatta dopo qualche mese ad una
giovane, Mona Seif, che era diventata famosa per aver inviato dal Cairo da
piazza Tahir il resoconto della lotta dei suoi concittadini per abbattere il
regime di Mubarak.
Nell'intervista (qui l'audio)
realizzata poi il 15 aprile al Cairo da Brooke Gladstone ("What's
a nice girl like you messed up in a revolution like this?") si
scoprì che Mona Seif era una giovane laureata che faceva ricerca sulla
genetica del cancro, occupandosi in particolare del tasso di mutazione del
gene BRCA1 nei pazienti egiziani.
Mary-Claire King approfitta di numerosi spunti tratti dall'intervista e
sottolineare che il mondo ha oggi bisogno di gente come Mona Seif; una
ricercatrice che ha capito che il mondo ha bisogno che gli scienziati, con le
loro conoscenze, le loro reti e la loro cultura, universale come la biologia
che unisce e caratterizza ogni essere umano, integrino sempre più la loro
vita professionale con quella pubblica. Questo permetterà soprattutto di
aiutare gli altri a capire, svelare e dimostrare le assurdità che si
utilizzano per gestire e conservare il potere, aiutandoli, come dice anche
Hans Rosling, a "dare
un senso al mondo" cercando di conoscerlo meglio attraverso i dati
di cui ormai disponiamo.
Mary-Claire King sottolinea come
"As human geneticists, we are particularly
privileged world citizens. Our field is inherently global in both content and
talent. All people share the same biology. A gene responsible for a human
trait in any family, anywhere, is part of the biology underlying that trait
in everyone, everywhere.... The extraordinary success of contemporary human genetics is due both
to the revolution in genomic technology and to advanced training of scientists
from across the globe. Collaborations formed using the very best talent for
each project lead to both productive science and an understanding of people
and places outside of one's home turf. The job of the citizen scientist is to
put this understanding to use."
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Risulta interessante anche
accogliere il suggerimento di Mary-Claire King "As
human geneticists, we are particularly privileged world citizens. Our field
is inherently global in both content and talent. All people share the same biology" e verificare
con più attenzione di cosa si occuperanno i genetisti umani USA. Qui il sito web e il programma del
congresso, che evidenzia i principali temi del dibattito, per cui ognuno può
conoscere i temi affrontati e
verificare quanto ""As human
geneticists, we are particularly privileged world citizens".
Sicuramente hanno a disposizione strumenti potenti sia a livello di
popolazione ("Insights into Human Demography and Selection from Full Genome
Sequencing ") che individuale ("Surveying Customer Responses to Personal Genetic Services
") per osservare l'evoluzione umana in azione ("Gene Regulatory Change: The Engine of Human Evolution?")
ma anche per aiutare a risolvere le patologie umane di origine genetica
("Assessing the Pathogenicity of Genetic Variants: Translating
in Vitro and in Silico Advances to the Clinic", "Genetics of Autism Spectrum Disorders"). Affrontando
problemi che affliggono ad ogni età in quanto esseri viventi insertiti in un
processo che usa la mutazione come fonte di una variabilità genetica che si
manifesta fin dall'inizio della vita ("Prenatal and Perinatal Genetics"), o si manfesta
durante ("Chromosomes and Disease"), o si aggiunge alle
patologie che contribuiscono alla fine della vita ("Vascular and Congenital Heart Disease"). Si
affrontano ovviamente anche gli argomenti scientifici che coinvolgono
delicate relazioni con le diverse culture ("Gene Discovery and Patent Law: Present Experience in the U.S.
and in Europe", "Ethical, Legal, Social and Policy Issues") oltre a
minacciare diritti e libertà individuali.
L'aspetto che comunque si nota di più se si scorrono i nomi dei ricercatori
che mettono a disposizione di tutti i partecipanti le loro conoscenze e le
loro scoperte sono, in assenza di fotografie, i cognomi, che dimostrano uno
degli aspetti più impressionanti della ricerca biologica e scientifica: i
contributi vengono da tutto il mondo; e se magari i cognomi nascondono la
cittadinanza americana, non possono nascondere quanti vantaggi ottenga chi ha
messo loro quelle risorse e di quell'autonomia decisionale e gestionale che
in altri contesti vengono negati, a cominciare dall'Italia.
L'assenza dei nomi purtroppo nasconde invece le dimensioni del contributo
femminile allo sviluppo delle conoscenze genetiche. Certo potremmo fidarci
della garanzia fornita dal fatto che presidente dell'ASHG sia Mary-Claire
King, ma è certo che il mondo della ricerca biologica, pur non facile per le
donne, non le costringe, come avviene in altri contesti (come quelli politici
o religiosi), ad un ruolo subalterno; e hanno saputo dimostrare quanto sia
dannoso per l'umanità penalizzarne le capacità e le potenzialità.
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2/11/12-USA
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Certo non siamo più ai tempi in cui negli USA era proibito per legge
insegnare a leggere e scrivere agli schiavi neri , temendo giustamente che,
grazie all'innata curiosità umana, la possibilità di conoscere la
realtà avrebbe inevitabilmente portato alla fine della loro ignoranza e al
momento in cui i 4 milioni di schiavi di origine africana esistenti negli USA
nel 1860 avrebbero preteso la loro libertà.
E' quindi ragionevole chiedersi se sia provocatoria o quali secondi fini
abbia l'iniziativa di offrire, in un paese come gli USA, in cui secondo gli
ultimi sondaggi, il 46% degli individui pensa sinceramente che la vita sulla
terra abbia meno di 10000 anni, un libro troppo economico (solo 4$ invece dei
normali 23$) che spiega il vero significato dei fossili, non certo oggi
utilizzabili come anelli mancanti per evidenziare quel che manca, ma
come una delle principali dimostrazioni della lunga storia evolutiva che
abbiamo alle spalle. Certo oggi non sono più le uniche prove, grazie al
confronto che oggi si può fare fra il DNA delle specie, ricostruendo proprio
quell'albero ben ramificato che Linneo aveva disegnato già nel 1700.
Qualcuno potrebbe sospettare che sia un'iniziativa antireligiosa, vista
l'origine prevalente di queste conoscenze certamente errate e fuorvianti
ancora diffuse negli USA.
Comunque per fortuna in Italia i creazionisti che non capiscono il reale
ruolo dei fossili o della genetica nel confermare che l'evoluzione è un fatto
sono molto meno; o semplicemente non conoscono bene l'inglese; qualunque sia
il motivo, purtroppo non è disponibile questo sconto in Italia. Chi volesse
il libro è costretto quindi a pagarlo una cifra 3 volte maggiore, anche se
comunque ragionevole e scontata (12.25€). In ogni caso ci si deve comunque
accontentare della versione digitale di "Evolution:
What the Fossils Say and Why It Matters" scritto da Donald
Prothero, un noto paleontologo,uno dei 5 evoluzionisti che ha cercato di
far ragionare i creazionisti biblici (YEC) ingaggiati dalla BBC per il video
citato qui il 10/10/12.
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1/11/12-AS
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E' decisamente tragico e imbarazzante che ancor
oggi in molti paesi del mondo dominino culture cha fanno dipendere da eventi
casuali non solo il percorso di vita individuale ma anche i diritti
individuali, condizionando pesantemente la possibilità di sviluppare (e di
utilizzare) adeguatamente e a vantaggio di tutti le proprie capacità
individuali nel corso della vita.
Questo
video (da al Arabiya News) di uno scontro verbale di una donna di Riyadh
(Arabia Saudita, dove le donne inizieranno a votare solo fra 3 anni) con
agenti della Commission for Promotion of Virtue and Prevention of Vice
(CPVPV) dimostra in modo chiaro come tuttora (e certo ancora per lungo tempo)
non tutti capiscano come la semplice scelta biologica casuale del sesso
effettuata dai meccanismi riproduttivi ed evolutivi non dovrebbe più
condizionare così pesantemente il presente e il futuro di nessuno.
Non dimentichiamoci come anche in Italia e anche in alcuni paesi dell'Europa
(soprattutto centro- meridionale) il voto alle donne sia arrivato solo
recentemente, negli anni in cui è stata approvata la dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo (1948).
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1/11/12-IT
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[da
Pikaia] Lotta alla schiavitù e difesa dell'evoluzione; di questo
si occupa il nuovo libro di Adrian Desmond e James Moore (La
sacra causa di Darwin), edito da
Cortina. Sarà in libreria dal 7 novembre ma su Pikaia si può
cominciare a leggere in anteprima l'introduzione.
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1/11/12-ITA
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Alcune conferenze del Festival della Scienza
2012 di Genova possono essere seguite dalla in diretta. Qui
la pagina
con il programma delle dirette programmate. Consigliabili:
- 2 novembre ore 21: Viaggio
al centro della vita
Lectio Magistralis con Edoardo Boncinelli
- 3
novembre ore 15.30:
La sacra
causa di Darwin
Lotta alla schiavitù e difesa dell’evoluzione
Incontro con James Moore (autore del libro in vendita dal 7/11),
Giulio Giorello, Telmo Pievani.
- 3 novembre ore 21
Da
qui all’infinito Una riflessione sul futuro della
scienza
Lectio Magistralis con Martin Rees
- 4 novembre ore 18
Medicina e fine della vita: oltre il caso Englaro
con Carlo Defanti, Gustavo Zagrebelsky
- 4 novembre ore 21
L’immaginazione ci rende umani
Lectio Magistralis con Ian Tattersall
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1/11/12-USA
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Anche il blog di Scientific American si
adegua al tema che (negli USA) domina questa giornata: “13
Horrifying Ways To Die (Arthropod Edition)”.
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31/10/12-UK
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Un articolo su Nature ("NIH
faces chimp housing quandary") mostra i problemi che deve
affrontare l'istituto nazionale della sanità USA (NIH) in seguito al
progressivo smantellamento delle ricerche e dei laboratori che richiedevano
l'uso dei primati ma soprattutto degli scimpanzè.
L'NIH ne gestiva circa 670,un numero enorme che è risultato sempre più
esagrato rispetto alle esigenze, che si sono ridotte sempre più man mano i
primatologi mettevano in evidenza quali e quante fossero le somiglianza con
la nostra specie, evidenziando l'esigenza di rispettare i diritti di queste
specie simili e filogeneticamente vicine all'uomo.
Anche la scoperta che gli scimpanzè non sono utlizzabili, come si pensava invece qualc he anno fa, nelle
ricerche sull'HIV, sta rendendo devvero problematica la gestione di tutti
questi primati con una durata media della vita di 50/60 anni.
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31/10/12-IT
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Anche il sito web delle comunità cristiane di
base riporta (“Darwin
in Vaticano”) senza commenti l’articolo di T.Pievani del 22/10/12
sul Coriere della Sera
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Non interessa affatto gli studiosi dell'evoluzione
un bando
del Consiglio
dei Ministri – Dipartimento per la Gioventù che scadrà il prossimo 15
novembre.
Il progetto da
finanziare ("Darwin, L'evoluzione") si prefigge come obiettivo quello di far partecipare
giovani artisti alla rappresentazione e messa in scena di una rock opera ispirata
alla preistoria – sintesi di teatro, video art, danza e musica – e
realizzata sulle composizioni e i testi dello storico concept-album Darwin!, capolavoro “manifesto” del rock progressive italiano
nel mondo.
Chi fosse interessato a sapere di più di questo progetto "Darwin,
L'evoluzione" può consultare il sito web www.darwinlevoluzione.it.
Fa comunque piacere che al Dipartimento per la Gioventù si ricordano di non
trattar male Darwin anche se si deve solo finanziare l'occupazione giovanile.
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30/10/12-IT
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Nel sito Mybook è possibile sfogliare
un'interessante tesi di Master in Comunicazione della Scienza, "La guerra di
Darwin. Evoluzionismo vs Intelligent Design", realizzata
a Padova da Luca Ceccato.
Nella prima parte la tesi descrive in breve la storia e le caratteristiche
principali della Teoria dell'Evoluzione e analizza i movimenti creazionisti,
in particolare quello dell'Intelligent Design (ID). Nella seconda parte la
tesi analizza la presenza nel web di evoluzionismo e movimento ID, con
un'occhio particolare per gli USA.
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30/10/12-IT
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Compare finalmente un commento ("Il
Prof. Werner Arber, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, al
Sinodo dei vescovi: "la conoscenza scientifica e la fede sono, e devono
rimanere, elementi complementari del nostro sapere orientativo". E la
notizia fa scalpore...") al discorso di Werner Arber al
sinodo dei Vescovi, nel blog di V.Ascheri, una filosofa della scienza
che collabora con l'Università Vaticana della Santa Croce e che sembra
l'unica ad essersi accorgerta di questo intervento, che apprezza.
E lo si vede anche solo dal fatto che non accusa (ingiustamente) W.Arber o
T.Pievani di essere arrivati in ritardo rispetto a V.Marcozzi e a Teilhard de
Chardin, come ha ironizzato (“Entusiasmi:
grazie, ma attenzione ai ‘ritardi’”) G.Gennari sull'Avvenire (alludendo
ad una situazione che ormai dovrebbe essere invece imbarazzante, a 57 anni
dalla morte di TdC) anche lei inizialmente un po' si stupisce che "faccia scalpore" l'intervento di W.Arber al
Sinodo.
In effetti è una novità che un evoluzionista di fiducia del papa (l'ha
nominato presidente appena l'anno scorso) abbia aggiornato il sinodo dei
vescovi (alla presenza del papa, come si legge in questo
testo e si vede in questo
video) sull'evoluzione biologica come fatto ormai indiscusso e li abbia
informati che gli esperti (i biologi che fanno ricerca e diventano premi
Nobel come lui) ormai non abbiano dubbi sulla spiegazione oggi ritenuta più
convincente, che è l'attuale versione della teoria dell'evoluzione, ben
diversa e meglio verificata rispetto all'originale. Sembra quasi che il papa
stia indirettamente sfidando gli ambienti conservatori che da tempo lo
sfidano sulle relazioni con la scienza
E' difficile non apprezzare che finalmente il 12/10 la teoria dell'evoluzione
sia stata spiegata al sinodo dei vescovi da un autorevole esperto in modo
sintetico ma aggiornato, negando che per la scienza abbiano validità le
critiche fatte qualche anno fa dal card.Schönborn, che si era invaghito
dell'Intelligent Design; anche lui, come tanti altri che ancora ne parlano,
ignorano certamente come una storica della scienza, Barbara Forrest,
nel 2005 avesse dimostrato come l’ID fosse stato creato
a tavolino nel 1989. Preoccupa che per ignoranza si creda e si faccia
credere a falsità che non hanno 2000 ma solo 20 anni.
Non ci si dovrebbe stupire quindi che T.Pievani abbia apprezzato questa
evidente novità, probabilmente l'inizio di una diffusione anche di questa
buona novella, secondo le indicazioni precisate da W.Arber nelle conclusioni
del suo intervento.
In realtà stupisce anche il suo stupore: proprio lei nel suo primo post nel
sito ha citato proprio un documento che sembrava dimenticato da più di 20
anni e che riferiva le preoccupazioni
di GP2 per il ritardo e la paura ad affrontare il rapporto con la scienza, invitando a
rispettarne le competenze e la dignità, prospettando modalità di relazione
basate sulla complementarietà, come Arber stesso ha detto al Sinodo. Viste le
sue competenze ha evitato di citare Teilhard de Chardin come modello del
rapporto della Chiesa con la teoria dell'evoluzione.
Magari potrebbe fornire qualche utile suggerimento al convegno
su Teilhard de Chardin che si terrà il 9/10 novembre a Roma alla
Gregoriana. Ci saranno anche gli ultimi due responsabili del dicastero della
cultura, il card.Ravasi e il card. Poupard.
Potrebbe anche approfittare del prossimo convegno su TdC per consigliare,
magari insieme a qualche partecipante più competente di controversie, che
"quanto ha affermato il prof. Arber sia
ricordato e possa costituire un punto di non ritorno anche nei dibattiti
mediatici e nei confronti, talvolta, accesi e senza 'fine' tra rappresentanti
della scienza e quelli della religione, visti sempre come due opposte fazioni
in perenne controversia".
Arber infatti sottolinea la "complementarietà".
Anche GP2 nel 1988
invitava urgentemente alla complementarietà se si voleva far sopravvivere la
teologia: "Siete ambedue chiamate ad
imparare l’una dall’altra, a rinnovare il contesto in cui si fa la scienza e
a far progredire l’inculturazione che una teologia vitale richiede".
Non servirebbe quindi prevedere l'invio di scienziati missionari fra gli
scienziati agnostici ("siano i laici, e in
particolari gli scienziati, a parlare del rapporto tra scienza e fede e a
spiegare ai propri colleghi, non di rado atei o agnostici, come non vi sia
alcuna contrapposizione") ma servirebbe che chi capisce Arber lo
spieghi a chi non lo capisce o si butta a cercare e trovare il modo di
criticare chi parla di evoluzione biologica; che non ci debba essere
contrapposizione bisognerebbe infatti cominciare a spiegarlo ai partecipanti
al convegno
alla Gregoriana dal prossimo venerdì 9 novembre, che non sembra intendano por
fine alla controversia che i loro predecessori hanno sollevato alla metà del
secolo scorso.
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30/10/12-USA
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[da NCSE]
Il NCSE offre un assaggio del volume Storms of My Grandchildren (New York:
Bloomsbury, 2009) scritto da James Hansen,
climatologo del GISS e uno dei consulenti consultati per i problemi del riscaldamento
globale. Come si vede, comincia a preoccuparsi di arricchire le conoscenze
per le prossime generazioni.
Nel sito è disponibile anche un articolo recente di j.Hansen (“Perception
of Climate Change”, PNAS 2012, con animazioni nel sito
della NASA-GISS) e uno più datato
(J.Hansen, 2005: "Is There Still
Time to Avoid ‘Dangerous Anthropogenic Interference’ with Global
Climate?").
A questo proposito un altro articolo nel sito del NCSE ("Climate
change in american mind") evidenzia come, a differenza rispetto alla
stabilità delle opinioni sull'evoluzione biologica, tuttora negata dal 46%
dei cittadini americani, per il riscaldamento globale - ma soprattutto sulla
responsabilità umana - l'opinione degli americani stia cambiando davvero
molto rapidamente.
Un'indagine
del settembre scorso dimostra infatti come ormai più del 54% degli
americani si sia resa conto di quanto l'uomo sia responsabile di cambiamento
climatico ormai riconosciuto dal 70% della popolazione. Addirittura si è
notato un aumento delle preoccupazioni dell'8% rispetto a solo qualche mese
fa (marzo 2012). Interessante e positivo che il 76% degli americani si fidi
soprattutto dei climatologi quando hanno bisogno di informazioni credibili
sul clima. D'altronde possiamo capirli; rispetto agli europei, per loro i
cambiamenti climatici cominciano a diventare minacce credibili; anzi da tempo
provocano già danni seri, come confermano anche le crescenti preoccupazioni
delle compagnie di assicurazione, preoccupate anche dei loro profitti.
Anche un video della PBS ("Climate of
Doubt") riferisce di questo rilevante e recete cambiamento
d'opinione degli americani.
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29/10/12-USA
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Sull'Huffington Post USA è comparso nella
pagina sulla religione un articolo che dimostra come di fronte alle calamità
naturali negli USA non si faccia solo affidamento sui tecnici esperti (prima)
o sulle assicurazioni (dopo). Per quanto riguarda il"durante",
l'articolo ("Hurricane Sandy Presents Complex
Questions About God For Clergy And The Faithful As Victims Cope") fornisce, oltre a possibili spiegazioni,
anche utili strumenti pratici consigliati per alcune delle diverse fedi
presenti negli USA, tutte poco disposte a suggerire il ricorso al
tranquillizzante ruolo del caso, che certamente non ha un atteggiamento
pregiudizialmente ostile verso nessun essere vivente.
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29/10/12/-UK
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Sconcerta non poco leggere come l'ufficio
metererologico inglese (Met Office) debba ricorrere al suo blog per
smentire le conclusioni errate (confermate anche da una riproposizione solo
parziale di un grafico) che due articoli di D.Rose sul Daily Mail
On Line traggono in ottobre a partire da dati pubblicati dall'ufficio
metereologico inglese. Lo fa con due articoli, uno del 14/10 e l'altro
del 29/10
E completamente accessibile un numero speciale della versione online di Biology
Letters, dedicato a "Experimental
evolution", cioè a ricerche sviluppate soprattutto nelle ultime
decine di anni, che studiano direttamente il processo evolutivo in condizioni
replicate e controllate, permettendo di effettuare analisi dettagliate dei
meccanismi evolutivi, e della genetica sottostante, a livelli finora difficilmente raggiungibili con i
metodi precedenti. Qui alcuni dei titoli degli articoli consultabili:
Nel
fascicolo sono inseriti anche i testi degli interventi a convegni forse non
coì all'avanguardia su temi forse meno interessanti, ma altrettanto rilevanti
per una comprensione corretta di problemi centrali per capire almeno un
minimo dei fatti che continuano a confermare l'utilità esplicativa
dell'attuale teoria dell'evoluzione:
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29/10/12-IT
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[da Pikaia]
Inizia oggi nei musei italiani la settimana dei mammiferi: "M'ammalia.
La settimana dei Mammiferi, Mammiferi ai 4 venti", iniziativa
promosso in sinergia dall'Associazione Teriologica Italiana e dalla Associazione
Nazionale Musei Scientifici, Orti Botanici, Giardini Zoologici e Acquari
(A.N.M.S.). Tutte
le iniziative in tutta Italia, giorno per giorno
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29/10/12-USA
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Si conclude oggi a Stockbridge (Mass. USA) un
incontro di 14 filosofi e biologi evoluzionisti, probabilmente impegnati in
un’impresa quasi sovrumana se non soprannaturale, come sottolinea anche Larry
Moran nel suo blog Sandwalk (“The
Stockbridge 14”): l’incontro è intitolato “Moving Naturalism
Forward” e coinvolge alcuni biologi evoluzionisti che si sono già
trovati per un incontro nei pressi di Vienna (definito “Altenberg
16”) dove invece discutevano sull’ipotesi di un necessario aggiornamento della teoria dell’evoluzione sulla base
delle novità dell’ultimo mezzo secolo. Qualche grossa novità certamente
c'era, dopo le nuove possibilità offerte dalla scoperta della struttura del
DNA (1953), che ha rilanciato la ricerca biologica e ha permesso di ottenere
ulteriori e sempre più convincenti conferme alla teoria dell’evoluzione. Nel
link citato sono elencate le impegnativa parole chiave (free will, moralità, meaning, purpose, epistemology,
emergence, consciousness, evolution, determinism) attorno a cui si è
cercato di ragionare per proporre una visione naturalistica della realtà che
potesse essere convincente e alternativa alle migliaia di diverse risposte
oggi esistenti ma ben consolidate e difese, nonostante siano spesso
condizionate dalla tradizione ma soprattutto da un’ignoranza ormai secolare
anche se certo tranquillizzante.
Il problema è certamente complesso, come nota anche
L.Moran, che vede un grande impegno su problemi, ma soprattutto su
definizioni di termini che sembra interessino soprattutto se non solo ai
filosofi, magari con un secondo fine (“So
far it sounds quite boring. It looks looks like some of the
philosophers have tricked the scientists into debating the precise meaning of
words that nobody has been able to define precisely in the past one hundred
years. Does anyone outside of philosophers actually care whether we have
precise definitions of "naturalism" and "supernatural"? We all know what we're talking about when we discuss the
existence of god(s)”); L.Moran nota anche, citando
un commento di J.Coyne che partecipava all’incontro, come la discussione
sulla complessità risultasse in parte incomprensibile non solo a lui, biologo
evoluzionista, ma anche ad un filosofo come D.Dennett ….
Chi volesse approfondire comunque la discussione, può
trovare alcune sintesi nel blog di M.Pigliucci (parte
1, parte
2, parte
3; oltre alla lettura dei commenti, ai fan farà piacere sapere che su
YouTube è in arrivo anche il video), in quello di Sean Carroll ("Nudging
Naturalism Just a Bit Forward") e in quello di J.Coyne
(“Moving
Naturalism Forward: my summary”).
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28/10/12-UK
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Sul Guardian si può leggere un’intervista a David
Attenborough (“David
Attenborough: force of nature”) , fatta in occasione della prossima
uscita di una nuova serie di documentari (“Attenborough: 60 Years in
the Wild”); i suoi primi
documentari infatti sono del 1952. Nell’articolo si evidenzia come l’uso
delle nuove tecnologie di ripresa (recentemente ha realizzato anche video in
3D, che permettono oggi riprese spettacolari e quindi sempr più efficaci nel
descrivere la biodiversità e i pericoli che la minacciano, a cominciare dalla
plastica che ormai è diventata una seria minaccia alla biodiversità,
soprattutto nei mari.
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26/10/12-P
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[da Pikaia]
Sono aperte le iscrizioni per la 1st International
Winter School on Evolution, 11-15 marzo 2013, Ciência Viva Knowledge
Pavilion, Lisbon, Portugal. I corsi sono rivolti a studenti magistrali,
dottorandi e post-doc di molte discipline appartenenti a scienze della vita,
scienze umane, scienze socioculturali, scienze "esatte" aperte a
una prospettiva evolutiva. La scuola è organizzata dal Applied Evolutionary Epistemology Lab
del Centre for Philosophy
of Science of the University of Lisbon, in collaborazione con Ciência
Viva e con il supporto della ricca John
Templeton Foundation.
Da notare il supporto finanziario della fondazione, che è interessata
soprattutto alle grandi questioni nell’area di confine fra scienza, filosofia
e le diverse religioni. Nel suo sito
indica chiaramente il motivo per cui non finanzia più (un tempo l’aveva
fatto) alcuni progetti poco seri (Does
the Foundation support “intelligent design”?).
Il motivo è chiaramente indicato: non intendono finanziare progetti che
negano gran parte della moderna biologia evoluzionistica, oggi ben
documentata e confermata , soprattutto se vi sono progetti che ritengono
“politici” più che scientifici (““No. We do not support the political
movement known as “intelligent design,” which denies
large areas of well-documented scientific knowledge in evolutionary biology.
As a matter of policy and in keeping with our legal status, we do not support
or endorse political movements of any kind”).
Per chi non se lo ricordasse, qui si racconta il contrasto, che
coinvolse anche il Vaticano e l’Accademia Pontificia delle Scienze,
quando nel 2009 N.Cabibbo, W.Arber e il card.Ravasi organizzarono a Roma ben
2 convegni sull’evoluzione senza invitare né creazionisti “scientifici” né
neocreazionisti esponenti dell’ID (“Discovery
Institute vs. The Vatican and Fox News”).
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25/10/12-USA
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Nel blog del biochimico L.Moran (Sandwalk)
si smonta (“Five
Myths (?) About Inteligent Design Creationism“) un altro
post che si illude di smontare alcuni miti sull’ID.
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24/10/12-UK
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Per chi non riesce a resistere senza inserirsi
nella vita degli altri grazie ai social networks e ha perso i tweet in
diretta del primo viaggio, virtualmente da poco concluso, si può seguire … Charles
Darwin che twitta … dal Beagle (?!). E C.Darwin (interpretato da Sam
Pepys, che utilizzerà i documenti disponibili) twitterà ancora per i prossimi 3 anni. .
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23/10/12-EU
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Un gruppo di premi Nobel europei lancia un
appello dell’Unione Europea che si riuniscono proprio in questi giorni: “Il
futuro si garantisce solo con la ricerca”. L’appello, pubblicato oggi dal Corriere,
è soprattutto un invito a non perdere, a causa delle attuali difficoltà
economiche, il vantaggio competitivo che l’Europa certamente aveva fino
alcuni anni fa rispetto a molti altri paesi.
Questo l’elenco dei firmatari: Sidney Altman, Werner Arber,
Robert J. Aumann, Françoise Barré-Sinoussi, Günter Blobel, Mario Capecchi,
Aaron Ciechanover, Claude Cohen-Tannoudji, Johann Deisenhofer, Richard R.
Ernst, Gerhard Ertl, sir Martin Evans, Albert Fert, Andre Geim, Serge
Haroche, Avram Hershko, Jules A. Hoffmann, Roald Hoffmann, Robert Huber, sir
Tim Hunt, Eric R. Kandel, Klaus von Klitzing, sir Harold Kroto, Finn Kydland,
Jean-Marie Lehn, Eric S. Maskin, Dale T. Mortensen, Erwin Neher, Konstantin
Novoselov, sir Paul Nurse, Christiane Nüsslein-Volhard, Venkatraman
Ramakrishnan, Richard J. Roberts, Heinrich Rohrer, Bert Sakmann, Bengt I.
Samuelsson, John E. Sulston, Jack W. Szostak, sir John E. Walker, Ada E.
Yonath, Rolf Zinkernagel, Harald zur Hausen; Pierre Deligne, Timothy Gowers,
Maxim Kontsevich, Stanislav Smirnov, Cédric Villani.
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23/10/12-USA
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Un articolo sulle Scienze online (“Uomo
e gibbone, fratelli di sangue”) consiglia la lettura di uno dei tanti
articoli che quotidianamente confermano l’evoluzione biologica e l’unitarietà
del processo che ha via via generato tutte le specie e gli esseri viventi. In
questo caso l’articolo uscito su PNAS (“The ABO blood
group is a trans-species polymorphism in primates”) conferma che il
sistema di antigeni legato al gruppo sanguigno AB0 è emerso in un antenato
comune dei primati del vecchio mondo (Europa, Asia, Africa) ed è stato poi
trasmesso senza modifiche a tutte le specie comparse successivamente.
Un esempio abbastanza raro se non unico, fra i primati del vecchio mondo, di
stabilità di un carattere durata per milioni di anni e una dimostrazione
anche di come l’evoluzione proceda con un processo “a mosaico”,
coinvolgendo in tempi diversi segmenti diversi del genoma e aspetti diversi
del fenotipo, con combinazioni di
stabilità/variabilità dei caratteri, sempre interagendo con gli stimoli che
provengono dall’ambiente.
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23/10/12-IT
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Il 25 ottobre aprirà a Genova
il Festival della Scienza
2012, un'occasione per scoprire il motivo per cui sia
stata soprattutto la scienza a
cambiare completamente, con una mossa in due tempi, il mondo negli ultimi due
secoli, come mostra (ma soprattutto fa capire come sia davvero cambiata la
vita nei diversi paesi del mondo) il
video di Hans Rosling nel sito web Gapminder.
Ognuno può scegliere
le iniziative a cui partecipare e prenotarsi. Ci saranno anche iniziative
didattiche sull’evoluzione dedicate ai ragazzi (Laboratorio
“Immagina la vita”), come informa il
sito di Pikaia.
Fra le iniziative più interessanti:
"Geni
e lingue del mondo" con G.Barbujani, "Viaggio
al centro della vita" con Boncinelli, "Darwin
geologo" con G.Chiesura e Pievani, "Darwin
e Turing: quando la scienza rovescia il senso comune" con Rosolini e
Pievani, "La
sacra causa di Darwin" con Moore, Giorello e Pievani su
Darwin e il suo odio contro la schiavitù, "L'orologiaio
miope" con L.Signorile e M.Ferrari.
Attenzione che il 4 novembre si chiude!
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Curioso ma preoccupante commento di G.Gennari sull’Avvenire
(“Entusiasmi:
grazie, ma attenzione ai ‘ritardi’”) all’articolo con cui T.Pievani sul
Corriere aveva ieri mostrato interesse per le novità contenute nel discorso
tenuto da Werner Arber il 12/10 (ben 12 giorni fa) al sinodo dei
vescovi; sconcerta che si accusi T.Pievani (?) di essere arrivato in ritardo
rispetto … a Teilhard de Chardin, che ancora, a 57 anni dalla morte, non
riesce a farsi togliere il “monitum”
(come si legge è stato confermato nel 2004!) che condanna il suo pensiero e i
suoi testi ….; a proposito di ritardi, stupisce invece che sull’Avvenire
l’ultima citazione di W.Arber sembra risalire al 6/10,
6 giorni prima del suo intervento al sinodo; finora ignorato, secondo il
motore di ricerca del quotidiano.
L’imbarazzante accusa di ritardo – davvero non giustificata (questa intervista è successiva a TdC, visto che ha
solo 5 anni) - sarebbe comunque da fare al presidente dell’Accademia
Pontificia delle Scienze, Werner Arber, non certo a chi riporta la notizia …
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Sembra proprio che, smentendo G.Gennari, almeno i
visitatori del blog degli “Amici
di Papa Ratzinger” davvero non fossero aggiornati e non abbiano apprezzato
l’intervento di W.Arber, nominato presidente della PAS dal papa giusto un
anno fa. Vedremo se i biologi cattolici preferiranno collaborare con W.Arber
o con il Card.Martino. Comunque le frasi che compaiono nel blog manifestano
una sincera sensazione di panico e di paura, quella che temeva GP2 nella
lettera del 1988
(“In questo processo dobbiamo superare ogni tendenza
regressiva che porti verso forme di riduzionismo unilaterale, di paura e di
autoisolamento”). Nei commenti compaiono anche reazioni contro la PAS
simili a quelli che sono presenti da tempo nel sito dei creazionisti
(YEC) del Kolbe Center USA, gli stessi che organizzarono i 3 convegni
creazionisti a Roma nel 2009 e che vengono ben considerati e citati, insieme
ai creazionisti inglesi del sito Truth in Science, anche in blog
“antievoluzionisti” italiani.
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22/10/12-IT
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L'articolo di Pievani sul Corriere a
proposito dell'intervento di W.Arber al sinodo dei vescovi viene ripreso
anche da Micromega ("Darwin
in Vaticano"); l'articolo è disponibile on line anche in versione
inglese ("Darwin
in the Vatican")
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Nel
sito web dedicato al sinodo dei vescovi l'articolo ("il
microbiologo al sinodo") sull'invitato speciale W.Arber, con
il testo integrale dell'intervento, rimane tuttora linkato in prima pagina.
Purtroppo bisognerà far rileggere il testo a chi ne conoscesse solo l'attuale
versione, visto che la traduzione rimane sempre quella iniziale, imprecisa
per le parti dedicate alla biologia.
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Sono passati giusto 10 giorni. Tanti, troppi. Sul Corriere
on line un articolo (“L'Accademia
del Vaticano promuove le idee di Darwin”) informa sulla novità del
discorso di W.Arber di fronte al Sinodo dei vescovi, a cui raccomanda
di fidarsi di Darwin e dell’attuale teoria dell’evoluzione, che ha portato la
biologia a successi prima inimmaginabili. [Spiace l’immagine errata che
affianca il testo, un’improbabile evoluzione lineare del cavallo, che
solleciterebbe un aggiornamento delle conoscenze scientifiche dei giornalisti
o dei grafici del Corriere (e di un bel po’ di spazio in più nella pagina)].
Una delle preoccupazioni manifestate da W.Arber nel suo invito a non aver
timore della teoria dell’evoluzione richiama la lettera (1988)
di GP2 a P.Coyne (certo troppo prudente su questo punto, che forse non è
stato compreso, visto che la lettera è in un cassetto – e nel web - da quasi
25 anni). Comunque quella lettera è stata ricordata dal Card. Ravasi nel suo intervento
del 12/10, riportato dall'Oss.Romano.
W.Arber ricorda come possiamo considerare il racconto del Genesi coerente con
l’ignoranza scientifica del tempo in cui la Bibbia fu scritta (“The chapter of the Genesis in the Old Testament is for
me a testimony of an early scientific worldview already existing several
thousand years ago. This chapter also reflects a wide consistency between religious faith and
available scientific knowledge”).
Arber invita quindi a non utilizzare oggi la stessa ignoranza
scientifica che porta all’attuale situazione conflittuale, e a rileggere
quindi il testo biblico sulla base delle incredibili novità, in modo da “…. ristabilire tale coerenza sulla base della migliorata
conoscenza scientifica ora disponibile” (“It
is our duty today to preserve (and where necessary restore) this consistency
on the basis of the improved scientific knowledge now available”). E’
quindi corretta l’osservazione di Pievani che Arber “ha
sottolineato che esistono altri modi per cercare una compatibilità tra fede e
scienza, nella sfera della ricerca personale di ognuno, senza negare le
conoscenze scientifiche acquisite”.
L’invito a ristabilire la coerenza dopo i nuovi sviluppi delle
conoscenze scientifiche si ritrova anche nella lettera del 1988,
che Arber sembra cercare di riportare all’attenzione (“questa conoscenza ci ha anche dato la capacità di
viaggiare, comunicare, costruire, guarire e investigare in modi che
sarebbero stati quasi inimmaginabili per i nostri antenati”, “In questo processo dobbiamo superare ogni tendenza
regressiva che porti verso forme di riduzionismo unilaterale, di paura e
di autoisolamento”, “I biologi molecolari
hanno studiato la struttura della materia vivente, le sue funzioni e i suoi
processi di moltiplicazione. Essi hanno scoperto che tutti gli organismi
della terra hanno alla base gli stessi costituenti i quali compongono sia i
geni sia le proteine da essi codificate. E' un'altra impressionante
manifestazione dell'unità della natura”, “Ciò
comporterebbe che almeno alcuni teologi fossero sufficientemente competenti
nelle scienze per poter fare un uso genuino e creativo delle risorse offerte
loro dalle teorie meglio affermate”, “Il
problema è urgente. Gli sviluppi odierni della scienza provocano la teologia
molto profondamente”, “Un contributo
chiave a questo processo di mutuo apprendimento può essere dato da quei
membri della Chiesa che sono scienziati attivi …La Chiesa da lungo tempo ne
ha riconosciuto l'importanza fondando la Pontificia Accademia delle
Scienze, nella quale scienziati di fama mondiale si incontrano
regolarmente per discutere sulle loro ricerche …. Ma si richiede molto di più”,
“perché non potremmo sperare che le scienze di
oggi, unitamente a tutte le forme del sapere umano, possano corroborare e dar
forma a quelle parti della teologia riguardanti i rapporti tra natura,
umanità e Dio? …. sia la religione,
sia la scienza devono conservare la loro autonomia e la loro distinzione. La
religione non si fonda sulla scienza né la scienza è un'estensione della
religione.”)
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[da Pikaia]
L’IUCN ha pubblicato in questi
giorni l’ultima versione del volume (scaricabile gratuitamente dal sito di Conservation International) “Primate
in Peril – The World’s 25 Most Endangered Primates”, che aggiorna
l'elenco delle 25 specie di primati più in pericolo di estinzione.
La situazione dei primati è sempre piuttosto grave per l’attacco concentrico
verso l’unico ambiente in cui quasi tutti i primati sono adattati a vivere,
la foresta tropicale. Come si sa, le foreste tropicali vengono abbattute d un
ritmo sempre crescente, per l’estrazione di legname tropicale ma oggi
soprattutto per destinare queste terre senza valore [economico] ma
soprattutto senza proprietari, alla coltivazioni di vegetali utili per
ottenere biocarburanti od oli a basso costo per numerosi prodotti distribuiti
nei supermercati soprattutto occidentali. Il volumetto contiene le schede
informative dei primati in pericolo; permette di osservare la distribuzione
geografica di questi primati e quindi di capire l’importanza della
biogeografia nei fenomeni di speciazione, come già aevvao evidenziato Darwin
e Wallace più di 150 anni fa; spesso chi cerca di negare l’evoluzione non
capisce che non si possono ignorare gli eventi non biologici come quelli
legati alla distribuzione geografica e quindi ai fenomeni di isolamento. La
speciazione quasi sempre dipende anche da questi eventi; e la biologia non
può che adeguarsi. Addirittura sono cotrette a nascere milioni di nuove
specie, note o ancora ignote, quando due continenti si allontanano; gli
eventi biologici non possono che adeguarsi.
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Nel sito
delle news del National Geographic si illustra, anche con foto
drammatiche, come si stiano portando all’estinzione i bonobo, una
specie di scimpanzé che presenta straordinarie e intriganti somiglianze con
la nostra specie, con cui è certamente “imparentato”: “Why
are We Eating Bonobos? Can
We Save Africa’s Vast Wildernesses from Destruction?”. L’aspetto più tragico è appunto
che la caccia è stimolata da "banali" esigenze alimentari, oltre
che dall’interesse dei buongustai per il “bushmeat”.
Certo nelle foreste tropicali non dobbiamo preoccuparci solo dei primati: la IUCN
Red List of Threatened Species contiene infatti centinaia di altre
specie, sia vegetali che animali, di grandi dimensioni che vengono spinte
all’estinzione dall’abbattimento delle foreste. Nessuno si preoccupa
delle altre specie di piccole
dimensioni, le più numerose in questo ambiente.
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L’ultimo numero del National Geographic
attira l’attenzione su un problema che viene reso complesso dagli interessi
economici sottostanti: l’estinzione degli elefanti, che avviene soprattutto
(ma non solo) a causa non solo dell’evidente valore commerciale dell’avorio
che si portano a spasso. L’articolo (“Blood
Ivory: Ivory Worship”) a cui è
dedicata anche la copertina,
e i video allegati dimostrano come vi siano anche enormi interessi culturali
e religiosi (di cattolici, ma anche di buddisti, e un interesse laico non
trascurabile anche a Taiwan e in Cina) che alimentano un flusso di commercio
illegale di avorio proveniente dall’Africa verso alcuni paesi asiatici.
Una strage di decine di elefanti avvenuta in un parco in Camerun nel gennaio
del 2012 ha evidenziato la difficoltà di impedire che avvengano anche stragi
di massa di elefanti. L’articolo è arricchito da foto
e video di enorme interesse; il giornalista Bryan Christy da due anni cerca
di far luce su questa rete illegale che rifornisce di avorio i mercati
dell’Asia orientale. Qui
la mappa che indica le aree africane da cui arriva l'avorio per il
mercato mondiale.
La pubblicazione dell’articolo (qui un'intervista
che spiega alcuni retroscena) ha spinto le autorità filippine ad indagare
sul commercio dell’avorio utilizzato per creare icone sacre molto diffuse
nell’isola di Cebu.
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Articoli appenan meno recenti (28/9/12) nel sito
dedicato agli elefanti ("A
voice for elephants") del National Geographic dimostrano anche
quanto sia pericolosa la vita dei guardiaparco che cercano di impedire
l'estinzione degli elefanti in Africa: "Elephant
Guards Murdered in Chad"
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20/10/12-VA
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Anche il sito di Pikaia si interessa (“Il
Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze spiega perché
l’evoluzione è un fatto e perché la sua spiegazione è neodarwiniana“)
alla parte centrale della lezione tenuta da W.Arber, presidente
dell'Accademia Pontificia delle Scienze (PAS), ai vescovi riuniti a Roma per
il sinodo. Un'iniziativa eccezionale per una lezione eccezionale su un tema,
quello dell'evoluzione come fatto che da tempo ha una spiegazione. che però
suscita da tempo reazioni che sono sempre irrazionali.
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20/10/12-USA
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Sul sito on line di Scientific American si solleva e si discute (in un video) una
domanda non da poco: "Are We Facing the Sixth Mass Extinction?"
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19/10/12-USA
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Alcuni dei temi che vengono citati nel precedente
post sono presenti anche in un post del blog dell'evoluzionista J.Coyne, che,
occupandosi dell'associazione evangelica Biologos ("BioLogos
suggests that much of the Bible is metaphor") inizia notando che "Per lungo tempo Biologos ha dimenticato che era nata
per cercare di convertire i cristiani evangelici all'evoluzione".
E' interessante che anche il premio Nobel W.Arber sottolinei il problema
serio di aggiornare la visione della scienza e della biologia, che appare
congelato alla situazione esistente ai tempi della nascita delle religioni
("Oggi e' nostro dovere custodire
(e, ove necessario, ristabilire) tale coerenza sulla base della migliorata
conoscenza scientifica ora disponibile").
Di qui la necessità, evidenziata fin dai tempi dello sfortunato ma coraggioso
gesuita e paleoantropologo Teilhard de Chardin, che qualcuno con competenze
anche in campo scientifico senta l'esigenza di risolvere il problema, anche a
rischio, come avvenne a TdC, di essere esiliato, prima in Cina e poi negli
USA, e di non poter pubblicare le sue idee.
Certo probabilmente non tutti riescono ad accettare quello che ha dovuto
subire, e che tuttora,a più di 50 anni dalla morte, ancora incombe sulla sua
memoria, non ancora liberata dal "monitum"
che lo ha colpito addirittura dopo la sua morte.
Tehilhard de Chardin già aveva visto il problema qualche decennio fa e aveva
proposto una soluzione. Certo W.Arber, come scienziato, può preoccuparsi
della necessità ormai non più rinviabile di migliorare le relazioni fra la
scienza e le diverse fedi senza avere vincoli particolare di obbedienza o
sottomissione, per cui non ha queste preoccupazioni.
Vedremo gli ettetti se e quando ci sarà una valutazione su questo documento
che per ora è già ben archiviato. Come la lettera, proprio sullo stesso tema,
di GP2 a P.George Coyne, archiviata al
DISF ormai quasi 25 anni fa, nel 1988.
Jerry Coyne (omonimo dell'ex-astronomo vaticano ora in pensione ma attivo
contro creazionisti
e antievoluzionisti)
ipotizza ("BioLogos
suggests that much of the Bible is metaphor") che il gruppo di Biologos si sia
convinto (o sia stato convinto) ad abbandonare questo obiettivo dal rischio
che, accettando che il racconto della Genesi sia metaforico, non ci si riesca
poi a fermare di fronte ad altre possibili interpretazioni come metafora di
altre parti del testo.
Secondo J.Coyne quindi Biologos, avrebbe abbandonato l'obiettivo iniziale
(che sembra W.Arber voglia oggi suggerire ai cattolici con un percorso
diverso da quello di Teilhard de Chardin) per cercare di proporre alcune
limitate spiegazioni compatibili sia con la fede che con la scienza.
Mi sembra comunque che Biologos continui a cercare almeno di
convincere degli errori contenuti in idee creazioniste che hanno tuttora
molto successo fra gli evangelici USA, invitando a percorrere la stretta via
che credono di riuscire a trovare fra l'evoluzionismo ateo, l'intelligent
design e il creazionismo, una via che a volte sembra che si cerchi di aprire
anche in Europa e in Italia, pur in un contesto culturale e religioso certo
molto diverso.
Comunque bisogna ammettere che nel loro sito web, ovviamente dopo aver
illustrato la loro posizione ("How is BioLogos
different from Evolutionism, Intelligent Design, and Creationism?")
e dopo aver spiegato l'evidenza scientifica attuale ("Scientific
Evidence"), una parte è
tuttora dedicata a contrastare i principali argomenti antiscientifici
presenti già secoli fa, diffusi fra coloro che loro riescono a identificare
come "creazionisti", ma presenti anche in chi vorrebbe non essere
considerato creazionista. C'è cosi' una pagina che dimostra la loro intenzione di distinguersi chiaramente dai
creazionisti e da coloro che negano l’evoluzione stessa ("Responses to Arguments Against the
Science of Evolution").
Recentemente a questo scopo hanno creato e diffondono un video ("From the dust")
in cui cercano di convincere altri evangelici USA a seguirli.
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19/10/12-VA
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Davvero non è facile informare chi passa di qui di
un intervento che forse doveva essere ancora coperto da riservatezza se non
forse da censura.
Sconcerta infatti che, dopo ben 7 giorni, ancora nessuno ne riferisca su
nessun quotidiano, anche se il testo della relazione ad invito di Werner
Arber (12/10/12), uno dei tre ospiti speciali al sinodo dei vescovi
("La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede
cristiana") attualmente in corso in Vaticano. Il testo è disponibile
in forma integrale e in diverse lingue sia nel sito web che archivia i
documenti del Sinodo (ita
[imprecisioni!] - fra
- eng)
che nel sito web dell'Accademia Pontificia delle Scienze (ita
[imprecisioni!]- eng
[originale] - spa
- ger)
diretta dallo stesso W.Arber.
L'agenzia vaticana Zenit riporta il testo originale solo in inglese, mentre
nella pagina in italiano (in cui
troviamo comunque i link ai testi integrali nel sito del sinodo) compare una
sintesi in cui ci si premura di sottolineare come la scienza appaia tuttora
incapace di fornire spiegazioni soprattutto nei casi ... che “trascendono la sfera naturale”, mentre le
religioni riuscirebbero a dare spiegazioni di senso anche in questo contesto
difficilie.
La parte centrale della relazione che il presidente dell'Accademia
Pontificia, Werner Arber ha tenuto al Sinodo è stata infatti un momento
di "insegnamento delle
scienze", dato che ha evidenziato i principali motivi che giustificano
l'importanza e l'uso da parte della biologia della forma attuale della teoria
dell'evoluzione.
Werner Arber, premio Nobel e microbiologo, che con le sue ricerche ha anche
confermato la validità dell'attuale teoria dell'evoluzione è per ora la
migliore spiegazione dell'evoluzione degli esseri viventi, era certamente la
persona più adatta per spiegare il
"neodarwinismo" alla platea dei vescovi convenuti a Roma, e gliene
è stata data un'incredibile ed eccezionale occasione, fatto che provocherà
certo reazioni (se e quando la notizia circolerà).
Nella parte finale della relazione W.Arber, citando un convegno
("Transgenic
Plants for Food Security in the Context of Development") e i
relativi documenti del 2009 della PAS, ha poi spiegato l'importanza dell'uso
degli organismi geneticamente modificati nell'aver garantito il benessere
all'umanità.
Vista la platea, non sono mancate anche alcune citazioni della Bibbia, ma
usate soprattutto per far capire meglio le dimensioni dell'informazione
genetica contenuta nel genoma degli organismi viventi.
Ci sono in realtà alcuni quotidiani o agenzie che citano la lezione di
W.Arber e ne riportano alcune parti; qualcuno cita comunque solo le frasi in
cui si riportano gli evidenti limiti del metodo scientifico, che ovviamente
non è uno strumento utilizzabile in assenza di dati; o le frasi finali che
indicano la posizione favorevole della PAS e della
Chiesa all'uso di organismi geneticamente modificati, soprattutto per
aver garantito risorse alimentari sempre crescenti ad una popolazione in
continuo aumento (è critico e stupito l'articolo della Stampa;
invece è prevedibilmente favorevole l'articolo dell'agenzia vaticana Zenit, scritto da A.Gaspari,
giornalista ed ex-Direttore del Master in Scienze Ambientali
all'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum).
E tutto questo avviene mentre in ambienti cattolici critici sull'evoluzione,
che da poco sono stati forse convinti che era
meglio lasciar perdere i corsi interni per occuparsi piuttosto di
"critica scientifica", si discute appassionatamente di diluvio
universale senza nemmeno preoccuparsi di quando sarebbe avvenuto,
appassionandosi a domande senza possibili risposte (i bambini per fortuna
partono dalla realtà quando riempiono i genitori di domande!) e
dimostrando di conoscere bene solo i creazionisti biblici (YEC)
del Kolbe Center. Non è più l'età in cui basta chiudere gli occhi per
mimetizzarsi!
Un comportamento prevalente negli ambienti protestanti USA ma presente nel mondo cattolico, che conferma la
preoccupazione di W.Arber (e di GP2 nel 1988):
che la fede non si adegui ai tempi e non accetti che la scienza non le sia
più subordinata e poco utile come alle origini, ma complementare e quindi
necessariamente autonoma. Galileo sembra non aver insegnato nulla...
Non dovrebbero perdersi questa occasione di confronto con uno scienziato di
fiducia del papa, autorevole e competente, che ha spiegato come le "variazioni genetiche spontanee sono la forza motrice
dell’evoluzione biologica", che "la
selezione naturale agisce sulle varianti fenotipiche", e che
recentemente "è diventato più chiaro che una
molteplicità di diversi meccanismi specifici può contribuire alla generazione
di nuove varianti genetiche" che provocano l'evoluzione
biologica. C'è molto lavoro da fare.
Sarebbe utile che W.Arber potesse trovare supporto e collaborazione anche in
altre e numerose persone interessate e competenti, non essendo possibile per
lui verificare che tutti i vescovi abbiano davvero capito un concetto
importante come le mutazioni casuali, che sembra anche i giornalisti trovino
ostiche.
Certo possiamo concedere che i vaticanisti non fossero preparati a discutere
di aspetti naturalistici, ma hanno tutti saltato interamente la parte
centrale e principale dell'intervento, che è scomparsa dai loro resoconti.
Non si trova nessun commento su quella parte dell'intervento, e sono
rarissime (una, qui, tratta
dall'Oss.Romano del 15/16 ottobre) le trascrizioni integrali al di fuori dei
siti ufficiali del Vaticano.
Forse si sono spaventati per alcune parole in inglese (come Charles e Darwin).che
sono rimaste anche nella traduzione italiana (non sempre precisa)?
Non è chiaro quali potranno essere le conseguenze di questo primo e insolito
intervento al sinodo di un premio Nobel biologo evoluzionista, certo più
abituato a congressi scientifici, che ad un sinodo di vescovi da
"evangelizzare". Per ora nelle trascrizioni
degli interventi fatti al sinodo nelle giornate successive non si trovano
proprio commenti a Werner Arber.
C'è da augurarsi che qualche cardinale non convinca anche lui a guardare
altrove e ad occuparsi piuttosto di criticare la scienza.
Sembra molto improbabile; W.Arber continua la sua partecipazione ai congressi
di biologia molecolare, come quello dell'EMBO tenutosi nel maggio 2012 a
Venezia: "International
Workshop on Evolution in the Time of Genomics" (programma -partecipanti - foto di W.Arber e di un filosofo della
scienza italiano che si occupa di evoluzione - video dell'intervento [da
18'] di W.Arber su "Molecular
mechanisms of genetic variation as revealed by microbial genetics".
Il testo di W.Arber è un po' migliore sualcuni punti, ma comunque coerente
con una dispensa sull'evoluzione creata per i
corsi interni di formazione tenuti a Roma in Vicariato, oggi scomparse dal
web anche se non c'erano problemi di copyright, essendo senza immagini)
·
[Per controllare se compare ancora in rete il testo
integrale dell'intervento di W.Arber in italiano non ancora corretto da un
biologo evoluzionista, si può cliccare su questa query di Google: "selezione
naturale che agisce come variante fenotipica"; in inglese il testo è
l'originale e quindi è corretto e comprensibile: "natural
selection acting on phenotypic variants"], Davvero sconcertante;
qualche biologo cattolico italiano anglofono e amico dei vescovi del sinodo
se ne accorgerà e provvederà?
·
Si puo' anche verificare che alcuni commentatori
stravolgono la frase "un’ampia
concordanza tra la fede religiosa e la conoscenza scientifica disponibile
all’epoca", per svuotare una osservazione successiva, che
evidenzia una posizione molto critica di W.Arber sull'attuale coerenza fra
fede e scienza: "Oggi e'
nostro dovere custodire (e, ove necessario, ristabilire) tale coerenza sulla
base della migliorata conoscenza scientifica ora disponibile".
Avviene chiaramente ad es.nel sito Korazym
("il prof. Arber ha indicato la concordanza
tra conoscenza scientifica e fede religiosa, dimostrata già nel libro del
Genesi") e nell'articolo della Radio
vaticana ("Benedetto XVI è presente in Aula ed ascolta, attento, il
presidente della Pontificia Accademia delle Scienze citare la Genesi per
dimostrare che sin da allora esisteva una concordanza tra fede e
scienza"); speriamo che solo il giornalista fosse distratto,
visto che W.Arber ha detto piuttosto qualcosa di simile a "solo allora", per cui la frase aveva unn
significato e un obiettivo ben diverso). La versione spagnola dell'articolo
dell'agenzia Zenit fa intuire addirittura che allora la scienza fosse già ai
massimi livelli attuali: "En estas
narraciones podemos identificar una gran coherencia entre la fe religiosa
disponible entonces y el conocimiento científico sobre el desarrollo
evolutivo". [Sono meglio le traduzioni di Google?]
·
C'è
qualcuno davvero entusiasta dell'intervento di W.Arber; è il presidente di Futuragra.
In un articolo
in cui si evidenzia che "Secondo la
Pontificia Accademia delle Scienze 'i metodi recentemente adottati nel
preparare gli organismi transgenici seguono le leggi naturali di evoluzione
biologica e non comportano rischi legati alla metodologia dell’ingegneria
genetica' il presidente
aggiunge il suo commento, in cui cerca di tirare anche il papa per la tonaca:
“il fatto che questa posizione venga presentata e
condivisa in occasione del Sinodo dei Vescovi è un segnale di straordinaria
importanza, visto che è il Papa stesso ad approvare preventivamente i testi
degli interventi principali, incluso quello del Prof. Arber” (!!?).
·
Comunque qualcuno dovrebbe contestare al prof.Arber
soprattutto la conoscenza insufficiente del testo del Genesi. Dice infatti
che il testo "propone una sequenza logica di
avvenimenti"; è evidente che ignori che ci siano due versioni
incompatibili della "sequenza logica di
avvenimenti". Una, evidentemente illogica, con Adamo ed Eva
all'inizio e l'altra in cui compaiono solo alla fine. Si dovrebbe censurare
questa frase, piuttosto che mezzo intervento, la parte centrale, sulla teoria
dell'evoluzione.
Forse anche lui, come Rubbia
alla Lateranense il 12/11/03 ("La scienza moderna
non può quindi non riconoscere la straordinariamente precisa ed obbiettiva
osservazione sperimentale di una creazione iniziale dell’universo. L’uomo di
scienza non può non associare queste osservazioni alla lettura delle Sacre
Scritture e più precisamente ai primi versi della Genesi"), ha voluto compiacere i vescovi che l'avevano invitato a
parlare.
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18/10/12-USA
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Nella versione on line di Scientific American
viene presentata ("Rhino
Poaching: An Extinction Crisis") la situazione sempre più grave dei
rinoceronti sudafricani, che vengono abbattuti dai bracconieri per ottenere i
corni che sono molto ricercati in alcuni paesi asiatici. Nel 2009 ne sono
stati uccisi 133, nel 2010 333, nel 2011 448. Quest'anno,sempre e solo in
sudafrica sono già 455 il 15 ottobre. Ormai i bracconieri utilizzano anche
elicotteri per raggiungere le loro
prede.
La situazione è talmente seria da spingere a ricorrere all'ablazione
preventiva dei corni non riuscendo ad evitare l'abbattimento dei rinoceronti
da parte dei bracconieri. Oltre ad un aumento della richiesta recente da
parte del Vietnam, l'aumento notevole dell'abbattimentodi rinoceronti è
dovuto ad un notevole incremento di richieste dal mercato cinese, ora
alimentato dal maggiore benessere
economico.
Il 22
settembre scorso è stato il world
rhino day.
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15/10/12-VA
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L'Osservatore
Romano del 15/10 pubblica a pag.8 l'intervento di Werner Arber
("Scienze e fede religiosa") al Sinodo dei Vescovi, già
pubblicato nel sito web della PAS (ita
[imprecisioni!]- eng
[originale] - spa
- ger)
e nel sito web del sinodo dei Vescovi (ita
[imprecisioni!] - fra
- eng).
Spiace che il testo non sia stato controllato prima della stampa. Ovviamente
non mi riferisco ad una peer review, ma ad un controllo della traduzione
fatto da un biologo, in quanto si notano punti con gravi imprecisioni nella
traduzione, insoliti in un quotidiano noto per saper pubblicare testi in
decine di lingue diverse. Certo le traduzioni scientifiche non sono il loro
forte...
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13/10/12-USA
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Nel blog Afarensis
è iniziata una critica puntuale del volume "Science
and human origins" pubblicato dai sostenitori dell'ID. Una
critica anche questa puntuale l'aveva già pubblicata precedentemente Paul McBride suo
blog Still
Monkeys.
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Carl Zimmer informa che oggi aprirà, con un
articolo sull'evoluzione delle idee
che abbiamo del cervello umano, un nuovo sito dedicato all'evoluzione umana,
che si chiama Being Human. Qui la
pagina di
presentazione del nuovo sito.
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12/10/12-USA
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Oggi
compare sulla versione cartacea di Science l'eccezionale articolo,
anticipato on line a fine luglio, di Matthias Meyer e Svante Paabo,
con il DNA della Denisovana in alta risoluzione (30×): " A High-Coverage Genome
Sequence from an Archaic Denisovan Individual"
·
Ann
Gibbons ci ricorda su Science
che l'orologio molecolare usato per l'evoluzione dei primati e dell'uomo
abbia bisogno di qualche modifica,dato che secondo un articolo pubblicato
su Nat Rev Genet. di ottobre sembra troppo veloce: "Turning Back
the Clock: Slowing the Pace of Prehistory". Qui il podcast.
Il lavoro originale, di Scally A e
Durbin R. ("Revising the human mutation rate:
implications for understanding human evolution.") è stato.
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NCSE offre una preview gratuita
(PDF) di un capitolo del nuovo libro di Carl Zimmer e Douglas J.
Emlen: Evolution: Making Sense of Life (Roberts &
Company, 2013).
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Un sito web da tenere d'occhio per i suoi
documentari o i suoi testi (talvolta trascrizioni di video) che riguardano
l'evoluzione è quello della PBS. Nella directory /NOVA/evolution si
trova infatti spesso materiale interessante anche se qualche video a volte
solleva qualche perplessità, come è successo per ll'inizio della terza
puntata di "Becoming
Human" ("Nova:
Becoming Human Hour Three: I’m speechless")..
Da poco nel sito è depositato il documentario "What
makes us humans", messo in onda sulla TV USA il 10/10.
Come gli altri video, purtroppo non sembra accessibile da siti esteri.
Si riescono a consultare alcune pagine (come quella con un confronto fra le
abilità cognitive di bambini e di scimpanzè) e leggere alcuni trascripts
(come quello -"Big
Thinkers on Evolution" - che presenta il pensiero di 5 esperti di
evoluzione "che potrebbero farti cambiare il
tuo modo di interpretare Darwin e il mondo intorno a te": Stephen
Jay Gould, Sylvia Earle, Dan Dennett, James Moore, and Ken Miller).
Oggi si possono leggere alcune risposte a domande
sui Neandertaliani che sono arrivate al sito.
In un'altra pagina Carl Zimmer risponde alla domanda "Are
Neanderthals Human?", a cui da tempo è difficile
rispondere,in quanto le ricerche hanno suscitato domande a cui ancora oggi
non si riesce a dare una risposta definitiva. D'altronde è evidentemente
difficile porre confini fra le specie non solo utilizzando il materiale
scheletrico fossile di cui si disponeva un tempo (e questo era ben noto) ma
anche avendo a disposizione il DNA.
C'è poi una pagina ("Who's Who In Human Evolution")
da cui si accede a un sito interattivo e ad una pagina stampabile in c ui si
cerca di rispondere nel modo migliore alle curiosita sulle specie di ominini
bipedi che ci hanno preceduto.
Come si vede, con la necessaria compagnia dell'inglese (purtroppo) chi ha
delle domande serie può trovare spesso in internet anche tante risposte
serie.
Si può anche discutere e contestare ("Are
We Still Evolving?") una frase detta
tempo fa da Stephen J.Gould sulla microevoluzione.
Non c'è dubbio che anche la microevoluzione sia evoluzione (c'è scritto anche
nei libri d testo delle superiori)
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A proposito di Ken Miller, appena citato,
nel sito The Browser lo intervistano: "on
Arguments against Creationism" chiedendogli quali sono secondo
lui i 5 libri migliori contro il creazionismo (e quindi per capire la teoria
dell'evoluzione una volta che siano accettati i punti principali connnessi
con l'accettazione che l'evoluzione è una fatto).
Nell'articolo si ricordano le principali caratteristiche e qualifiche di Ken
Miller, un biologo evoluzionista e cattolico che collabora anche con l'NCSE
per diffondere la conoscenza dei fatti dell'evoluzione e della teoria che
oggi la spiega.
Nell'intervista che precede l'indicazione dei 5 libri, chiarisce che come
cattolico ed evoluzionista non ha dubbi che gli eventi naturali da soli siano
stati sufficienti per ottenere un mondo come lo vediamo oggi:" I maintain, as I think nearly all scientists do, that
natural processes alone are indeed sufficient to bring about the world as we
know it".
Non ci sono novità. Sappiamo che su questa posizione ci sono anche il biologo
evoluzionista Werner
Arber (presidente dell'Accademia delle Scienze Pontificia) e il biologo
evoluzionista Peter
Schuster, presidente dell'Accademia delle Scienze austriaca, che il papa
chiamò nel 2006 come esperto quando a Castelgandolfo scelse di discutere di
evoluzione con i suoi allievi.
Il primo scrisse
che "I am neither a “Darwin skeptic” nor an
“intelligent design supporter”. I stand fully behind the NeoDarwinian theory
of biological evolution and I contributed to confirm and expand this theory
at the molecular level so that it can now be called Molecular Darwinism"
mentre P.Schuster il 17/8/06
chiarì che " we don’t need a Creator to
explain what we see. Darwin showed how natural development can lead to
new species. Today we understand this much better, and there’s no evidence
that can’t be explained within this general framework". Schuster
il 17/8/06
aggiungeva che sorgono seri problemi quando persone ignoranti "who are not scientists, interfere with scientific
questions, but don’t have the full information". Notava
la preoccupante presenza nel mondo cattolico di "a general hostility toward scientists" e di " an anti-intellectual element".
Ce ne fu una prova proprio in Italia, a Trento nel 2007, dove integralisti
cattolici provarono a contestare una mostra sull'evoluzione umana; la mostra
trasse molta pubbicità soprattutto dal fatto che questi integralisti furono
addirittura contrastati
e smentiti anche da un teologo che insegnava in Germania, A.Autiero.
I
5 libri utili, secondo Ken Miller, per chi vuol capire
l'evoluzione e la teoria che la spiega, rifiutando il tradizionale creazionismo
o il neocreazionismo dell'ID, sono: "The Blind Watchmaker" di Richard Dawkins, Endless Forms Most Beautiful di Sean B Carroll, Carl
Zimmer’s "Evolution, Creationism's Trojan Horse di Barbara Forrest and Paul R Gross, The Devil in Dover: An
Insider's Story of Dogma v. Darwin in Small-Town America di Lauri Lebo. Molto interessante l’ultimo, che
permette di capire come grazie alla ragione fu sconfitto il dogmatismo che
cercò di contrastare la presenza nella scuola di una delle idee più utili per
capire il mondo, quella di Darwin. C’è sempre l’alternativa (piuttosto
impegnativa, ma consiglio di leggere almeno la penosa testimonianza di
M.Behe, un biologo che non è proprio riuscto a convincere i giudici) di
leggere i verbali del processo.
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11/10/12-IT
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[da Pikaia]
Il 15 ottobre, interessante conferenza a Milano: L’officina
della vita. Dalla clonazione alla medicina rigenerativa, con Alberto
Piazza e Ian Wilmut (che il 13/9 sarà a Bergamo), il ricercatore
britannico che nel 1996 clonò la pecora Dolly. Utile ricordare la storia per
capire meglio le scoperte di oggi (“Baby
Mice Born from Eggs Made from Stem Cells”), di domani e di dopodomani.
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11/10/12-USA
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E' uscito l'ultimo fascicolo di Evolution:
Education and Outreach, curato
da Antonio Lazcano. Come
qualcuno avrà già intuito, il tema affrontato nel fascicolo 5 è
ancora particolarmente oscuro e riguarda anche poco la teoria
dell'evoluzione: "The
origin and early evolution of life". ci sarà quindi anche un
articolo in cui ci si preoccupa di sottolineare "What We Know, What We
Don't"
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Ha suscitato una certa curiosità negli USA la
notizia, diffusa acriticamente anche da alcuni organi di stampa (ad es.
l'articolo "Heaven is real" su Newsweek),
delle particolari esperienze, che lui sostiene non fossero solo oniriche, di
un chirurgo USA che è stato in coma per meningite batterica. Sta per
pubblicare un suo libro sull'esperienza che crede di aver vissuto durante
alcuni giorni in cui "my entire cortex had
shut down", "E. coli bacteria
.. were eating my brain", "my
higher-order brain functions totally offline".
Chi volesse sapere quali sono le contraddizioni del suo racconto e
quali le spiegazioni scientifiche alternative e più probabili, può leggere un
post ("This Must Be
Heaven"), nel blog di Sam
Harris che si avvale anche (oltre che della sua passata e diretta
esperienza, sia di neurobiologia che di allucinogeni) della consulenza di
esperti dell'attività cerebrale:
Comunque non è un'esperienza che non sia stata raccontata da altri, che
probabilmente hanno visitato ambienti diversi; dal 2010 è acquistabile
"Heaven is for Real: A Little Boy's
Astounding Story of His Trip to Heaven and Back" (7 milioni di
copie e 3122 recensioni on line su Amazon!). Non c'è da stupirsi, ma
purtroppo sembra che i due racconti non concordino. Il bimbo. figlio di un
pastore, sarebbe comunque arrivato fino alla sala dei troni ... e questo
forse solo in conseguenza di un'anestesia. Altre esperienze sono raccontate in "90 minutes in heavens" e "The Boy Who Came Back from Heaven: A remarkable account
of miracles, angels, and life beyond this world"; non poteva
mancare lo sfortunato a cui sono invece capitati ben "23 Minutes in Hell".
Esistono testi anche in italiano su questo tema intrigante, ma sembra
che nel mondo protestante USA ci sia ben più curiosità e interesse a dare
un'occhiata nell'aldilà rispetto a quanto avviene in Europa o in Italia.
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11/10/12-CA
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A proposito della curiosità, un elemento che certo
contribuisce non poco
all’intelligenza dell’uomo, non dimentichiamo come sia una
caratteristica che viene da molto lontano e che non è certo un'esclusiva
dell'uomo.
Ce lo ricorda un recente video
inserito su YouTube, che mostra due gorilla dello zoo di Calgary
(Canada) incuriositi da un nuovo ospite della loro gabbia. Forse anche loro
sono stimolati (da un bruco e non da Jerry Coyne) a riflettere sulle certezze
(ma le hanno?) sull’evoluzione biologica … o sul modo per uscire dalla gabbia
... o su come faccia quel bruco a grattarsi o a pulirsi il pelo ....
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10/10/12-IT
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Nel preparare il materiale didattico per aggiornare
i miei corsi ho trovato un sito dell'università di Austin che potrebbe
essere utile amche per chi fosse interessato a trovare, archiviate ben
organizzate, una serie di informazioni di base che riguardano la primatologia o la paleoantropologia. Le informazioni di
base sono fondamentali per stimolare la curiosità a partire da problemi
reali.
Ultimamente molte università - purtroppo sono di solito negli USA - mettono a
disposizione sia siti informativi come questo che siti contenenti lezioni e
corsi, certo molto utili per chi affronta per la prima volta e da solo questi
argomenti. Serve comunque la normale curiosità che spinge a porsi
continuamente domande ad ogni schermata ...
o ad ogni novità che si incontra, come dimostrano i gorilla dello zoo
di Calgary.
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10/10/12-UK
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Davvero sconcertante ma altamente istruttiva la
visione di un filmato che documenta la reazione di 5 creazionisti che
partecipano ad un “reality” della serie “Conspiracy Road Trip”,
realizzata dalla BBC: sono stati trasportati attraverso alcuni stati
orientali degli USA per metterli a confronto con 5 biologi evoluzionisti di
livello mondiale (Jerry Coyne, Don
Prothero, Gregg
Wilkerson, Michael
Russell, e il paleoantropologo Tim White).
Essi mostreranno le principali prove dell’evoluzione a questi 5 coraggiosi
(ma poco curiosi) creazionisti; cercheranno di metterli a confronto con una
realtà che in alcuni ambienti religiosi viene demonizzata, come ha dimostrato
il convegno antivaticano organizzato dagli amici del prof.De Mattei,
sostenitori di una terra che avrebbe poche migliaia
di anni e dove quindi i discendenti di Adamo
avrebbero vissuto cibandosi di dinosauri, che in realtà vissero 60 milioni di
anni prima.
La puntata “Conspiracy Road Trip: Creationism”,
andata in onda in UK l’8/10, viene introdotta e commentata da uno degli
esperti partecipanti, J.Coyne, nel suo blog Why evolution is true: “Conspiracy
road trip with creationists: Noah’s Ark and other LOLz”.
Fra i commenti di J.Coyne quello più rilevante viene fatto a proposito
dell’ipotesi dei “non overlapping magisteria”, proposta da S.J.Gould
ma che proprio non sembra piacere ai 5 creazionisti partecipanti al road
trip, visto che usano la Bibbia come se fosse un libro di scienze, senza
nemmeno rendersi conto che un tempo, migliaia di anni fa, era aggiornato; ora
non più.
Infine J.Coyne, nella conclusione
del post, sottolinea sconcertato: “If you can
face the row of skulls that Tim White set up, and pretend that they don’t
show evolution, you’re hopeless. Look at Abdul’s ridiculous response”.
Commenti generici – numerosissimi e vari- si trovano nella pagina
di You Tube dedicata al video (finchè sarà disponibile…).
Ho il sospetto che si documenti in questo modo uno dei tentativi più costosi
e impegnativi per convincere un piccolo gruppo di persone ignoranti di
evoluzione biologica e che, per la giovane età, dovrebbero essere più curiose
e disponibili a mettere ancora in discussione le proprie idee. Per invitarli
a farlo, sono stati messi di fronte a dimostrazioni effettuate da esperti di
evoluzione che hanno potuto anche utilizzare la migliore documentazione
disponibile, quella che dovrebbe essere più convincente (da una ricca
collezione di fossili di ominidi all'incontro diretto addirittura con uno
scimpanzè ... forse più curioso di loro).
Il video è certo molto deprimente, anche se chi ha la fortuna di lavorare in
università verifica ogni anno come di solito la conoscenza della realtà
sviluppa conoscenze, esperienze e competenze nuove che di solito fanno
realmente crescere e maturare gran parte dei giovani che hanno la possibilità
di apprendere fatti e concetti con cui prima non erano entrati in contatto o
che non erano stati aiutati a comprendere. La formazione che deriva
dall'acquisizione di nuove conoscenze ovviamente è utile per creare persone
con nuove e spesso originali conoscenze, utilizzabili per migliorare la società e magari anche
l'umanità.
Capita comunque di verificare talvolta anche situazioni simili nel caso siano
presenti preconcetti di origine religiosa o politica.
Il video comunque un'utilità ce l'ha: dimostra che anche i migliori
ricercatori, esperti in campi diversi dell'evoluzione non riescono proprio a
penetrare nei neuroni dei creazionisti, che non temono il ridicolo (sono oggi
gli unici a vedere oggi ancora tanti "darwinisti" in giro
nonostante i successivi 150 anni di scoperte della biologia) o la confusione
(solo loro chiamano darwinismo anche il fatto stesso dell'evoluzione, che non
può ormai più essere definito un'ipotesi o una teoria).
Risulta evidente che gli esperti non riescono nel lloro obiettivo nemmeno
avendo il tempo di mostrare diverse e concordanti prove dell'evoluzione.
Forse le stesse che probabilmente avevano convinto anche GP2 quando nel 1996
si dichiarò impressionato da questa caratteristica (che definì "La convergenza non
ricercata né provocata, dei risultati dei lavori condotti indipendentemente
gli uni dagli altri") che distingue la scienza dalla teologia. Queste convergenze lo convinsero
però solo del fatto dell'evoluzione, più che della teoria che la spiegava.
Il video comunque dimostra chiaramente quanto sia importante verificare
preventivamente la disponibilità ad accettare almeno che oggi l'evoluzione
biologica sia un fatto, che la storia della vita abbia qualche miliardo di
anni, che la generazione spontanea non esista e che quindi, come riconobbe
anche il card. Ratzinger nel 2004, sulla base dei dati di cui oggi
disponiamo tutta la vita abbia avuto origine da un unico organismo iniziale,
il cui materiale genetico è stato trasmesso (evidentemente con continue
successive modificazioni) a tutte le forme viventi successive, ormai
scomparse al 99%.
Su questi fatti, non accettati dagli antievoluzionisti nonostante sembrassero
addirittura ragionevoli già ad Erasmus Darwin nel 1794, si inserirono
poi, solo successivamente, tutte le ipotesi sui meccanismi evolutivi, a
cominciare dalla prima proposta organica, quella di Darwin (ma anche di
Wallace, che oggi viene lasciato in pace).
Il video dimostra - con la presentazione contemporanea delle diverse prove
dell'evoluzione, anche un fatto ben noto pure a GP2 già nel 1996:
"È degno di nota il fatto che questa teoria
si sia progressivamente imposta all’attenzione dei ricercatori, a seguito di
una serie di scoperte fatte nelle diverse discipline del sapere".
La conseguenza fu evidente: lui chiamò all'Accademia Pontificia delle Scienze
(l'organo di consulenza scientifica del papa) anche vari biologi
evoluzionisti e da un anno il presidente è Werner
Arber, un premio Nobel biologo evoluzionista che, come tutti i suoi
colleghi - anche se non ancora premi Nobel-, utilizza e conferma la teoria
attuale dell'evoluzione.
Se a qualche fedele questo dà fastidio, non dovrebbe perder tempo: è più
utile che chieda informazioni direttamente a lui o a chi lo ha nominato; sono
loro, che - solo dopo il 2002 -
hanno improvvisamente favorito il turbamento in coscienze diversamente formate;
hanno quindi il dovere di dare una risposta alle angosce che hanno suscitato,
spiegando perchè ora tengono lontano i creazionisti e gli antievoluzionisti,
(come ha dimostrato M.Giertych nel 2008 nella sua relazione
per gli amici creazionisti consulenti del Kolbe Center).
Chi si occupa di evoluzione ha oggi la certezza, dopo aver visto questo video
sconfortante, che non è un problema che lui possa affrontare e risolvere;
nemmeno con i migliori strumenti
cultuali di cui si dispone. Rischia solo di attirare le "attenzioni"
di chi in realtà ha paura di rivolgersi direttamente a W.Arber o al papa.
·
Oggi è anche iniziato (con 32000 iscritti) il corso
online "Introduction
to Genetics and Evolution", tenuto da Mohamed Noor,
quello consigliato anche dal Discovery Institute a chi sospetta di avere
qualche carenza o qualche confusione sulla biologia postdarwiniana.
Sembra che la prima lezione abbia come obiettivo quello di rispondere ai
dubbi (che NON hanno) giovani come quelli che hanno partecipato al road trip,
evidentemente già da tempo dotati di una efficiente blindatura che va ben al
di là degli aspetti non materiali che caratterizzano la realtà e la natura
…
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9/1/12-USA
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Nel sito del blog di Scientific American un
post ("The
Prize in Biology in Memory of Alfred Nobel") pone il problema
urgente dell'istituzione di un premio Nobel anche per la biologia, una
disciplina che alla fine del secolo scorso era appena nata, ma che oggi
certamente ha acquisito un'importanza enorme.
Lo si è notato anche in questi giorni, con premi Nobel dati a bio-medici o a
bio-chimici; ci mancava che lo dessero anche a bio-fisici...
Particolarmente evidente la situazione spiacevole evidenziata dal premio assegnato al biologo John Gurdon,
che ha ottenuto il Nobel per le sue scoperte sulle staminali ben 50 anni
dopo; e questo solo perchè sono arrivate in ritardo le applicazioni della sua
scoperta anche all'uomo, e quindi al settore che riguarda il premio Nobel
per la Medicina e Fisiologia.
Per fortuna ha avuto la pazienza di aspettare, visto che non si concedono
premi Nobel alla memoria. Purtroppo la sua scoperta ha visto un'applicazione
all'uomo (e quindi alla medicina) solo pochi anni fa, grazie alle scoperte,
di un giapponese, che riguardavano l'uomo. Se fosse esisitito un premio Nobel
per la Biologia, John Gurdon avrebbe aspettato probabilmente meno
anni.
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9/10/12-SUMATRA
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Un fotografo riprende le varie fasi del salvataggio
di due oranghi (madre e figlio) che rischiavano di morire, essendo
rimasti isolati in un'area ridotta di
foresta a Sumatra (Indonesia); sono rimasti isolati, circondati dalle
piantagioni di palma da olio per l'esportazione che negli ultimi anni hanno
eliminato l'ambiente che prima permetteva la sopravivenza degli oranghi. Le
foto sono pubblicate sull'Huffington Post: "Baby
Orangutan And Mother Saved From Starvation During Sumatra Rescue Mission".
Le sole foto non rendono bene la situazione, qui si può vedere invece un
video ("Green")
che racconta l'agonia di un altro orango, rimasto privo della foresta, sua fonte di vita. Impressionante anche l'elenco iniziale
delle 400 ditte, molte sono multinazionali occidentali, che producono
ricchezza eliminando
le foreste e utilizzando l'olio di palma soprattutto per la produzione di
cibi, cosmetici, biodisel.
Il video mostra come l'area sia ben più ordinata dopo l'eliminazione delle
foreste, sostituite da campi di palme da olio ben allineate.
Questo video ("Deforestation
in Borneo by BBC's Orangutan Diary") documenta sul terreno quello
che chiunque definirebbe un fenomeno evolutivo che si svolge sotto i nostri
occhi e che riguarda un'area enorme, come forse si apprezza maggiormente in
un video fatto dall'aereo in un'altra zona ("Aerial View of Oil Palm
Plantations and Deforestation in Borneo").
Purtroppo al massimo si riesce a manifestare una preoccupazione e magari
anche a fare
qualcosa solo per gli oranghi,
solo una delle centinaia di migliaia di specie animali e vegetali presenti in
un'area sempre più desertificata dall'uomo.
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9/10/12-IT
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Da oggi sul sito
di Pikaia apre un nuovo spazio (LabEvo) dedicato alla didattica
dell’evoluzione, in collaborazione con Marcello
Sala, da anni impegnato in questo campo della didattica. Verranno anche
forniti (ora è disponibile il primo PDF)
materiali utilizzabili in contesti formativi (scuole, musei, corsi,
manifestazioni...).
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James
Watson al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino
Venerdì 12 ottobre alle ore 18.00, Piergiorgio Odifreddi intervisterà James
Watson: "DNA: la storia di un Nobel che ha cambiato il mondo"
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8/10/12-S
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Sembra che nella scelta dei premi Nobel per la
medicina 2012 NON si siano tenute presenti le "incompatibilità"
del deputato repubblicano USA Paul Broun per le discipline, come
l'embriologia, sospette di connessioni "diaboliche".
I vincitori
si sono occupati infatti di studiare e chiarire i meccanismi di
riprogrammazione delle cellule staminali adulte.
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6/10/12-USA
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Sull’Huffington Post un fisico, V.Stenger,
illustra (“Is
Evolution Compatible With Religion?”) la situazione USA per quanto
riguarda la percentuale di cittadini a cui sembra convincente la teoria
dell’evoluzione, una spiegazione della storia della vita scoperta e
verificata utilizzando il metodo scientifico, un metodo che si applica con
grande successo e soddisfazione oggi in molti campi, a cominciare dalla
medicina e dall’ingegneria.
Questa percentuale sarebbe, secondo un sondaggio
recente della Gallup (ma i precedenti non sono molto diversi) circa il
16%, una percentuale curiosamente non molto diversa da quella che si trova in
un sondaggio che permette di stabilire la percentuale dei cittadini americani
che trova convincente una delle circa 26 diverse fedi esistenti negli USA
(secondo in un recente sondaggio che illustra l’“U.S.Religious Landscape”).
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5/10/12-USA
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Il 3/10 avevo citato il corso online "Introduction to
Genetics and Evolution", tenuto da Mohamed Noor. Sembra
che il corso abbia suscitato un certo interesse fra i promotori
dell'Intelligent Design, probabilmente preoccupati per l'incongruenza fra
l'intelligenza del loro "progetto" e una certa confusione dei
propri sostenitori sulla biologia postdarwiniana.
Forse per questo hanno invitato, dal blog (con un titolo un po' da ignoranti,
visto che negherebbe l’origine comune e quindi l’evoluzione: "Uncommon
Design"), a mettersi in coda per partecipare a questo corso: " I particularly recommend that those among us who don’t
have a strong biology background take this course. It is very important that we ID
proponents make sure we have a robust grasp of what evolutionary theory is
saying and why it says it, so that no one can say we haven’t given it a fair
hearing".
Forse si vuole evitare soprattutto le accuse di ignoranza, come
auspica anche Larry Moran oggi nel
suo blog. Spera infatti che finalmente i sostenitori dell'ID capiscano
che non possono continuare a criticare l'evoluzione chiamandola erroneamente
"darwinismo".
L.Moran spera ardentemente che finalmente scoprano come Darwin conoscesse ben
poco di quello che poi è stato scoperto sull'evoluzione e sulla genetica:
soprattutto grazie a questo noi non abbiamo dubbi che l'evoluzione è
innanzitutto un fatto. E pure incontestabile.
Molti problemi degli antievoluzionisti non deriverebbero quindi da
intelligenza o stupidità, ma solo da ignoranza nella materia o dalla
difficoltà ad integrare conoscenze che derivano da discipline scientifiche
molto diverse.
D'altronde lo ammettono anche nel
sito dell'ID: "It is very important
that we ID proponents make sure we have a robust grasp of what evolutionary
theory is saying and why it says it".
Per gli italiani un semplice corso on line sull’evoluzione
è offerto nel sito di Pikaia, anche grazie alla collaborazione con
l’università della Bicocca:”Corso
di base on line: La teoria dell’evoluzione”. Anche
questo può essere un utile aiuto.
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5/10/12-USA
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Probabilmente in Italia non sono tanti i
parlamentari che avrebbero il coraggio di esprimere pubblicamente le loro
opinioni su evoluzione, embriologia, big bang; forse perché sospettano di non
avere le idee chiare e di non essere proprio certi che dietro a queste novità
si possa nascondere belzebù.
Negli USA invece non solo questo avviene, ma il colpevole è addirittura un
repubblicano componente addirittura della commissione della camera che si
occupa di scienza, all'interno della quale è anche presidente di una sottocommissione. Il video della sua
dichiarazione si trova in un articolo dell'Huffington Post.: "Paul Broun:
Evolution, Big Bang 'Lies Straight From The Pit Of Hell' ".
Qualcuno si è chiesto quali possano essere le colpe dell’embriologia; l’unica
risposta ragionevole potrebbe essere la sua eventuale unica possibile ipotesi
alternativa, l’”intelligent delivery” gestito dalle cicogne.
Della stessa commissione purtroppo fa parte anche il repubblicano Todd Akin,
anche lui responsabile di un'altra dichiarazione che il 19/8/12 ha fatto il
giro del mondo: "Todd
Akin On Abortion: 'Legitimate Rape' Victims Have 'Ways To Try To Shut That
Whole Thing Down' "
Se ne parla anche in uno sconcertato articolo nel sito di Scientific
American ("House
Science Member Says Earth Is 9,000 Years Old")
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5/10/12-IT
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Da oggi a fine mese si possono acquistare alcuni
(16) ebook della casa editrice Festival
della Mente a soli 3 euro. Ce ne sono di psicologia e di storia, ma
anche di biologia (e quindi di evoluzione); ce ne sono 2 di Boncinelli (La
vita della nostra mente e Come
nascono le idee) e uno di Barbujani (Sono
razzista, ma sto cercando di smettere).
Per assonanza, ho verificato che, per le prossime lunghe serate autunnali e
invernali il comune di Sarzana mette a disposizione, come alternativa
a molte trasmissioni televisive, audio e video di tutte le conferenze
tenute nell'ambito del Festival della Mente,
che viene organizzato dal 2004. Ovviamente si possono trovare anche argomenti
di biologia ed evoluzione. Ci sono conferenze di Boncinelli ma anche di Cavalli
Sforza. Può essere interessante vedere od ascoltare una sua conferenza
del 2009: Evoluzione
culturale: è più importante di quella biologica?, La conferenza di
Cavalli è estremamente interessante da sentire non solo in quanto è uno dei
pochi italiani presenti per i suoi meriti come scienziato studioso
dell'evoluzione umana nell'accademia pontificia delle scienze, ma anche
perché chiarisce le differenze fra evoluzione culturale ed evoluzione
biologica.
Quest'ultima, non dimentichiamolo, rimane sempre
presente anche se oggi è meno rilevante; una delle differenze più rilevanti
riguarda i meccanismi di trasmissione. Essendo una specie che ha realizzato
il suo successo grazie all'evoluzione culturale, ovviamente i
meccanismi evolutivi che caratterizzano i fattori culturali ci sembrano più “intelligenti”, ci piacciono di più e vorremmo anche
estenderli anche a contesti impropri, come quelli della biologia
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4/10/12-DE
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Su PLOS un lavoro del gruppo di Paabo
all'Istituto di Evolutionary
Anthropology (dept. of Evolutionary Genetics) di Lipsia prova a fare
qualche ipotesi su "The
Date of Interbreeding between Neandertals and Modern Humans"
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4/10/12-USA
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Nel blog This view of life si riferisce
("A New Method of Determining Ancient DNA")
di un recente articolo comparso su PNAS ("Reconciling molecular phylogenies with
the fossil record") in
cui Hélène
Morlon1,
Todd
L. Parsonsb,
e Joshua
B. Plotkin propongono un nuovo metodo per integrare meglio dati
paleontologici ovviamente parziali ma ottenuti per vie diverse, in modo da
garantire o sospettare quelle convergenze e sostegni reciproci (che
garantiscono il successo del metodo scientifico rispetto ad altre forme di
conoscenza precedenti, talmente deboli da preferire imporre le conoscenze
piuttosto che cercare corrispondenze fra fatti diversi usando magari tecniche
di indagine diversi. .
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3/10/12-USA
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Il video non è recente, ma mi è passato sotto gli
occhi solo recentemente, linkato in un blog: si tratta di un video della BBC
(“The
Joy of Stats” di Hans Rosling) in cui prende letteralmente
vita un grafico di correlazione diacronico che mostra (o meglio ce la spiega
rendendoci partecipi, anno dopo anno, dei drammi e delle gioie di miliardi di
individui) la relazione fra l’aspettativa di vita e il reddito pro capite nei
diversi paesi del mondo.
L’aspetto interessante è appunto lo scorrimento del tempo per rappresentare
meglio l’andamento di questi due parametri nel corso degli ultimi 200 anni,
usando un software assolutamente eccezionale e presentato da Hans Rosling,
uno statistico svedese coinvolgente ed appassionante.
Il risultato finale è che si viene coinvolti dalla rappresentazione degli
ultimi due secoli dell’evoluzione
biologica e culturale della nostra specie, che si intrecciano con gli eventi
culturali e politici che hanno creato le condizioni per l’esplosione
economica e demografica avvenute proprio nell’ultimo secolo ma soprattutto,
per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo, negli ultimi decenni.
Chi ha almeno più di 50 anni e magari ha avuto anche la fortuna di vivere in
un periodo storico e in un continente “favorevoli”, ovviamente riesce a
connettere i cambiamenti di questi 2 importanti indicatori con le conoscenze
dovute alla partecipazione diretta agli eventi che stanno portando ad una
situazione che negli ultimi decenni evidenzia preoccupanti segni di
cambiamento in peggio.
Per i giovani, a cui il video ricorda che comunque questo lungo periodo
di progresso sempre più accelerato ha
compreso anche due drammatiche guerre mondiali che hanno avuto la loro
origine in Europa, le dinamiche evidenziate dal grafico permettono di porsi
domande sul modo, certo nuovo, necessario per progettare qualcosa di diverso.
Un futuro sostenibile in un periodo che sarà certamente caratterizzato
dall’esigenza di cambiare (oltre che di dividere meglio) le risorse,
soprattutto energetiche (per il petrolio si
è già raggiunto, come previsto 35 anni prima, il massimo della
produzione; come ricorda un articolo su American Scientist nel
2009:"Revisiting
the Limits to Growth After Peak Oil").
La fase, di pochi decenni, in cui i paesi oggi in parte “emersi” hanno
raggiunto il benessere e la salute, fa capire come lo sviluppo e le
diffusione delle conoscenze in un mondo sempre più piccolo e affollato pone
condizioni diverse rispetto ai periodi dominati dagli imperi coloniali.
Ora le risorse, che un tempo erano più abbondanti (anche se spesso
convogliate verso alcuni paesi), dovranno essere divise in parti un po’ più
uguali di prima; il grafico mostra come si sia già cominciato a farlo negli
ultimi decenni.
L’aspetto interessante comunque, è che il sito di Hans Rosling (Gapminder) mette a disposizione
anche molti altri dati statistici recenti che permettono ad ognuno di
rappresentare nello stesso modo anche l’andamento di altre variabli nello
stesso periodo di tempo. Il video non aggiunge però un dato importante: dal
1800 al 2010 il mondo ha visto incrementare di ben 7 volte il numero di
abitanti, da 1 miliardo a 7 miliardi di individui.
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Sembra che ci si possa iscrivere al corso online
"Introduction
to Genetics and Evolution", tenuto da Mohamed Noor, un
allievo dell'evoluzionista Jerry Coyne. Ci sarà poi il tempo di approfondire
e verificarne l'utilità. Si comincerà il 10/10/12.
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2/10/12-USA
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Ovviamente molto più interessante è il sito
internet che contiene il materiale prodotto nel XIX secolo da un altro
naturalista che è riuscito a notare, come face Darwin, ma nella biodiversità
dell'arcipelago indonesiano, le tracce dei segni lasciati dal passaggio e
dall'azione dei meccanismi evolutivi, Alfred Russel Wallace; il sito, Wallace on-line è stato costruito a
Singapore sempre dallo storico della scienza John van Wyhe,
che aveva curato il sito web sulle opere di Darwin (Darwin On Line)
Sarà quindi ora più facile accedere ai testi originali di Wallace, e sarà più
facile scoprire come avvenne che capì, insieme a Darwin e grazie a Malthus,
uno dei meccanismi che ha gestito gli eventi che per quasi 4 miliardi di anni
hanno portato all’enorme biodiversità, attuale e passata, che è iniziata con
le prime forma di vita; la loro origine – di cui la teoria dell’evoluzione
certo non si è mai occupata né potrebbe occuparsi - non credo sia stata
spiegata nemmeno al recente eterogeneo convegno
di Parigi dei creazionisti.
Nel sito si può trovare anche il curioso lavoro del 1907 sull’esobiologia (“Is
Mars habitable? A
critical examination of Professor Percival Lowell’s Book “Mars and its
canals,” with an alternative explanation”).
Un precedente sito web su Wallace era ed è tuttora The
Alfred Russel Wallace Page, di Charles H. Smith.degli
eventi evolutivi.
Ovviamente è curioso che si possa accomunare Wallace a Darwin nella scoperta
della teoria dell'evoluzione per selezione naturale, ma evitargli tutte le
colpe che invece vengono attribuite solo a Darwin, con cui dovrebbe
condividere l'astio di chi ancora non ha capito come va e quanto
"costa" il mondo naturale.
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1/10/12-USA
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Aumentano
sempre più, con la discesa dei prezzi, gli individui che usano la
direct-to-consumer (DTC) genomica personale. Ormai bastano 300 euro per
conoscere l'0informazione contenuta in uno dei circa 20000 geni che ognuno
riceve dai propri genitori. Quali notizie si ottengono, quale effetto
facciano e quali conseguenze ognuno poi ne tragga, sono ancora problemi che
non si sa ancora bene come risolvere, soprattutto se entrano in gioco la
speranza di vita (e il suo costo finanziario e umano) o il diritto alla vita
(anche qui con il suo costo finanziario e umano).
Nel blog (The
mermaid's tale), gestito da tre antropologi della Penn state
University, si affrontano ("Be
afraid of fear, not personal genomics") alcuni degli aspetti del
problema. Da notare che ben 20 studenti iscritti aduno dei loro corsi
vogliono sapere se hanno una delle
7500 malattie genetiche che possono coinvolgere un appartenente alla nostra
specie, per cui hanno deciso di far sequenziare il loro genoma.
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Nel blog
Panda's Thumb, nel post "Report on a Creation Evidence Expo",
si invita chi non c'è mai stato a
partecipare ad una "Creation
Evidence Expo" che si è tenuta recentemente ad Indianapolis. Fuor di
dubbio l'interesse da parte di chi, come un europeo, non ne ha ancora vista
una. Da noi c'è solo un'arca di Noè in Olanda.
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Sempre nello stesso giorno e nello stesso blog un
aggiornamento sui risultati del progetto ENCODE. Ce ne sono nel sito web di T. Ryan Gregory
e nelle Nature News. Della scoperta sull'80% del DNA a cui è
stata attribuita una funzione sembra se ne sia parlato anche alla visita alla
"Creation Evidence Expo": "informed
the audience that junk DNA doesn’t exist because god made us and that they
now know 80% of what our DNA does".
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Un sito web molto interessante è quello in cui il
gruppo BioLogos, un gruppo USA di
evoluzionisti teisti evangelico (a cui fa riferimento anche Francis Collins - attualmente
direttore dell’NIH), espone attraverso domande
e risposte il suo modo di vedere il processo evolutivo, in cui crede
anche per quanto riguarda la speciazione; e questo almeno come fatto, visto
che certo non contestano fatti evidenti, per vari motivi, come l’origine
comune degli esseri viventi e i tempi
di miliardi di anni. Loro ritengono però che l’evoluzione sia gestita
dall’alto in un modo che ritengono spiegabile anche se non sembra gli
interessi dimostrarlo (e nessuno prova nemmeno a chiederlo, e per ovvi
motivi, trattandosi di teologia).
Il sito di BioLogos è probabilmente utile se non indispensabile agli
evoluzionisti teisti USA per tendere ad riorganizzare e coordinare le idee
(spesso confuse anche in quanto indipendenti e poco coerenti fra di loro) di
chi cerca di contestare la teoria dell’evoluzione, gestendo anche la scienza
come se fosse un'altra religione.
Spesso infatti gli evoluzionisti teisti hanno qualche dubbio o
resistenza con il tempo profondo, con la micro/macroevoluzione, con la
speciazione e i tanti diversi meccanismi, lasciando spesso intravedere quanto
perfino gli argomenti dei "creazionisti della terra giovane" (YEC)
emergano anche fra chi proprio non vorrebbe sembrare un YEC agli occhi degli
altri e degli evoluzionisti.
Il problema c’è anche in Italia, dove continuano a esistere evidenti contatti
– diretti e indiretti - con YEC locali o importati come quelli dell’AISO, del Kolbe Center for the study of Creation USA e
del centro CEP francese.
Questi ultimi due gruppi avevano organizzato ben 3 convegni
creazionisti a Roma nel 2009, forse confidando un po’ troppo nel fatto
che le ricerche del sedimentologo Guy
Berthault dimostrassero davvero che la terra aveva poche migliaia di
anni, proprio come dice la Genesi.
Il sito di BioLogos permetterebbe anche di capire quali potrebbero essere le
idee e le ipotesi che gli evoluzionisti teisti cattolici, che finora non
hanno nemmeno precisato in modo così preciso e dettagliato le loro opinioni
su fatti già dimostrati dalla scienza, potrebbero proporre come alternativa
all’attuale teoria dell’evoluzione, quella che utilizzano e aggiornano nel
loro lavoro di ricerca praticamente tutti i biologi evoluzionisti. Essi da
decenni evidenziano errori,
imprecisioni e aggiornamenti necessari sia rispetto alle ipotesi originali di
Darwin che ai successivi aggiornementi del secolo scorso.
Ovviamente l’attuale teoria dell’evoluzione viene accettata e utilizzata (lui
sostiene anche di aver contribuito
a dimostrarla e confermarla) anche da un premio Nobel delle biologia
evoluzionista come Werner Arber, da un anno
nominato presidente dell’Accademia delle Scienze Pontificia.
Nel sito di BioLogos è presente anche un aggiornatissimo Forum.
Fra le domande più interessanti a cui nella pagina “Questions” si forniscono risposte
che si vorrebbe avere anche in Italia (dove solo la scienza si preoccupa di
rispettare l’innata curiosità umana) ci sono le seguenti:
·
How is BioLogos different from
Evolutionism, Intelligent Design, and Creationism? (Si insegna come fare a distinguersi da altri tipi
antievoluzionisti)
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How are the ages of the Earth and
universe calculated? (“Many independent measurements have established that the
Earth and the universe are billions of years old”; I 9000 euro del CNR
sono stati un pessimo investimento)
·
What evidence do we have for
evolution besides fossils and genes? (l’evoluzione
oggi più che dai fossili è confermata dalla genetica, ma non solo)
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Is there room in evolutionary creation to
believe in miracles? (I
creazionisti evolutivi credono comunque nei miracoli, che – non sapevo -
sarebbero di 2 tipi…)
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Are gaps in scientific knowledge evidence for
God?
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Why should Christians consider
evolutionary creation?
In
quest’ultima Q&A gli esperti di
BioLogos spiegano quali attributi divini si apprezzano (con grande gioia,
sembra dalla foto) quando si studia l’evoluzione: “Dio
è stravagante” (non si accontenta di creare un solo tipo di fiore …),
“paziente” (se deve fare qualcosa, può
impiegarci anche miliardi di anni…), “provvede
alle sue creature” (creando complessi ecosistemi che mantengono in
vita contemporaneamente diversi tipi di esseri viventi, o duplicando geni che
forniscono nuove possibilità).
Certo leggendo per intero questo capitolo di Q&A, una cosa risulta subito
evidente: quando è in gioco l’evoluzione biologica, un processo che dura
miliardi di anni e in cui molti eventi oggettivamente sono estremamente
violenti (collisioni fra pianeti, terremoti, meteoriti, continenti che viaggiano,
ecc.), è molto più facile e piacevole dedicare il proprio interesse alla pars
destruens; è meglio che sia “qualcun altro” a preoccuparsi delle ipotesi
dimostrabili e razionali, che molto probabilmente non saranno solo positive.
E in effetti non c’è dubbio che chi, come gli evoluzionisti, oggettivamente
si occupa di eventi che coinvolgono la morte, la selezione naturale, il cibo
non acquistato al supermercato, l'estinzione del 99% delle specie, ecc.
diventa normalmente e inevitabilmente un facile obiettivo della pars
destruens dei creazionisti, che forse preferirebbero un mondo di esseri
viventi a dieta …
Ed ecco così che nascono le critiche agli evoluzionisti, che sarebbero solo
capaci di rappresentare la natura come “un
sistema in cui la spietatezza, la crudeltà, l’oppressione e lo sfruttamento
dei deboli, l’omicidio, il terrore e l’anarchia sono perfettamente legittimi”.
Questa frase si trova in quello che sembrerebbe (ma forse oggi non è più,
nonostante l’indirizzo web ufficiale www.parrocchie.it) il sito di una
parrocchia modenese; il giornalista
webmaster, forse in un impeto di ecumenismo, ha culturalmente appaltato a
islamici turchi la pagina web creazionista “confutare Darwin”.
Forse il giornalista non sapeva che ci sono anche creazionisti italiani
altrettanto “competenti”, che da tempo collaborano proprio con la ditta di
H.Yahia, composta però da creazionisti OEC.
Sarebbero
quindi capaci anche loro di scrivere che “l’amore,
la compassione, la pace, l’amicizia e la fratellanza sono ordinate da Allah” o
che “i neodarwinisti hanno condotto molti
esperimenti di mutazione sulle moscerini della frutta senza vedere una
mutazione che migliorasse i dati genetici dell’essere vivente”, “questi organi complessi si siano evoluti gradualmente,
se si considera che fallirebbero la loro funzione nel caso in cui mancasse
anche una singola parte”, “avremmo dovuto
trovare milioni di forme di transizione”, “le
più recenti scoperte scientifiche hanno solo accresciuto le difficoltà della
teoria di Darwin”.
Gli antievoluzionisti potrebbero quindi apprezzare e importare il lavoro del
gruppo di BioLogos (soprattutto teologi ma anche in minima parte fisici e
biologi), che han cercato, certo non rispettando l’invito al non
overlapping, di utilizzare la teologia per proporre spiegazioni anche per
eventi del mondo naturale che considerano non soprannaturali (che
preferiscono però chiamare “materiali” se non ci sono tracce di
interventi esterni, come ormai capita sempre più spesso negli ultimi secoli
anche grazie alla curiosità di qualche religioso che si è dedicato alla
scienza più che alla teologia).
Il risultato non è sempre soddisfacente; forse anche a loro verrebbe un po’
da ridere se si potesse, ma almeno fanno capire che un po' si vergognerebbero
- e nel 3' millennio è comprensibile - se qualcuno li confondesse con gli YEC.
Sembra comunque che li frequentino. Scorrendo la pagina con il materiale multimediale
sembrerebbe che comunque non ci sia grande interesse per le opinioni dei
biologi evoluzionisti, ma si dimostra che continuano a frequentare antievoluzionisti
di diverso tipo, YEC compresi.
Probabilmente interessante per chi, dovendo maneggiare cervelli, non si può
proprio accontentare della pars destruens - probabilmente non li pagano
per quello - è un dibattito fra 3 docenti universitari di livello undergraduate:
Teaching
Evolutionary Science in a Christian College Context.
Nei libri suggeriti
troviamo comunque un po’ di varietà. Sono infatti consigliati Francis
Collins, Alister McGrath, Simon Conway Morris, John Polkinghorne, Michael
Ruse, ma si nota anche la presenza di Kenneth Miller, un biologo cattolico
che viene attivato dal National Center for Science
Education (NCSE) quando si tratta di litigare con i creazionisti e di
spiegare loro come funziona e si migliora una semplice trappola per topi
senza bisogno di alcun “God of the gaps”.
Manca ovviamente un autore prolifico come Francisco
Ayala, pure lui biologo evoluzionista consulente del NCSE ed
ex-domenicano, frequentemente convocato in Vaticano quando si deve spiegare
la biologia ed evoluzione.
[PS: Il libro più caro - 50 $ - citato nel precedente link può essere scaricato
tutto qui
gratuitamente in PDF o può essere letto on line. Qui c’è il primo
capitolo, che spiega l'importanza di Darwin: l'aver fatto rientrare anche la
biologia fra glie elementi del mondo materiale, governato da leggi naturali:
"Darwin’s
Greatest Discovery: Design Without Designer". OK. Ecco perchè
Ayala non piace agli evoluzionisti teisti del sito BioLogos].
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30/9/12-F
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Oggi invece è la giornata in cui a Parigi si
incontrano diversi ed eterogenei gruppi creazionisti a Parigi, appartenenti a
diverse fedi religiose e con diverse e contrastanti ipotesi alternative
rispetto all’attuale teoria dell’evoluzione. Riescono a sedersi attorno allo
stesso tavolo sia creazionisti della terra giovane che creazionisti islamici
della terra vecchia.
Gli YEC sono rappresentati da un creazionista
che gestisce il sito web (www.creazionismo.it)
dell’AISO (qui sono esposte le loro idee) e dal presidente
del CEP, un’associazione francese (Centre d'Etudes et de
Prospective sur la science) che da anni
punta sul creazionismo per contrastare soprattutto l’evoluzionismo teista
sostenuto dal Vaticano. E lo fanno col valido aiuto del cattolico Kolbe Center (USA) for the study of
Creation e del prof.De Mattei, con cui hanno organizzato le
scene di massa (convegni ristretti di una decina di
creazionisti pensionati stranieri per contestare i convegni vaticani su
Darwin e la teoria dell'evoluzione).
Certo – pur giocando su tavoli diversi - non hanno le forze, né le
conoscenze, né l’autorità per occuparsi della scienza, di cui la biologia
(che si basa oggi sulla teoria dell’evoluzione, ormai autonoma dalle
originali geniali idee ottocentesche) certo fa parte.
Forse nemmeno l’ambiente vaticano è più così permeabile come nel 2002.
D’altronde anche GP2 nel 1996 notò una condizione importante richiesta per
corroborare scoperte scientifiche serie come la teoria dell’evoluzione: “La convergenza non
ricercata né provocata, dei risultati dei lavori condotti indipendentemente
gli uni dagli altri, costituisce di per sé un argomento significativo a
favore di questa teoria”.
Le prove della terra giovane presentate dal CEP nel 2009 a Roma e tuttora presenti nel sito del CEP non
convincono più nessuno, “nonostante” siano state pubblicate nel volume
creazionista finanziato dal CNR grazie ai buoni auspici del suo
Vicepresidente. Sono solo 9000 euro, ma non saranno dimenticati facilmente,
nonostante gli scandali attuali.
Un tempo D.Tassot, presidente del CEP era ben più influente in Vaticano, pur
non riuscendo a convincere il giornalista cattolico del NCR che non fosse un
creazionista, come si legge in questa intervista
del 2006 a J.Allen, che contiene anche alcune notizie interessanti su
quando, qualche decennio fa, il card.Ratzinger non frequentava ancora biologi
evoluzionisti come Peter
Schuster o Werner Arber: “Tassot believes that recent experiments by a French
colleague on sedimentation support a quasi-literal interpretation of
Genesis regarding the physical age of the earth. This brings him close to a view
known as "Young Earth Creationism," although Tassot says he is not
a creationist”.
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28/9/12-IT
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IL blog di Aldo Piombino ci permette di
compiere un tuffo nel passato. Anzi nel passato profondo, per capire quanto
eventi come le
grandi estinzioni di massa della fine del Permiano, che nessuno ha mai
pensato di attribuire seriamente a entità superiori (infatti erano eventi che
non erano conosciuti ai tempi in cui si crearono spiegazioni che oggi tentano
di intrappolare la biologia) hanno avuto un ruolo inimmaginabile nel plasmare
la biodiversità attuale.
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Su Panorama un articolo ("Homo Sapiens:
una mostra per capire chi siamo") riferisce dell'apertura a Trento
della mostra "Homo sapiens", che rimarrà aperta fino al
13/1/2013 al museo delle Scienze.
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Stasera ci sarà “la notte dei Ricercatori”,
un’iniziativa europea per ricordare e sostenere il ruolo e l’importanza di
chi si impegna a dare risposte ad alcune domande utili per migliorare sia le
conoscenze umane che la capacità di contrastare, almeno a vantaggio della
nostra specie, la selezione naturale che condiziona la sopravvivenza di
qualsiasi essere vivente.
I risultati si sono visti, e alcuni gruppi umani ne hanno tratto notevoli
vantaggi, raddoppiando in modo inaspettato e imprevedibile l’aspettativa
di vita nell’ultimo secolo. Certo rimane ancora molto da fare e di fronte
alcuni importanti fattori ambientali (come la malaria) si lascia fare ancora
troppo alla selezione naturale, i cui meccanismi di difesa, comparsi
recentemente – solo circa 10000 anni fa -, sono tuttora attivi ed efficaci ma
certo insufficienti.
Qui il programma delle
iniziative italiane per la notte dei ricercatori e qui quelle mondiali.
Certo ci sono iniziative
anche a Pavia, che permetteranno di far conoscere ai pavesi alcuni
dei più bravi ricercatori, anche nell’ambito della biologia. Sarà possibile
anche una visita serale al Museo
per la Storia dell’Università di Pavia.
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27/9/12-USA
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Nel blog di Scientific
American un post ("Windows on Evolution – can you
outdo “March of Progress” imagery?") ricorda la nascita della
tavola che rappresenta un'immagine
(errata) delle evoluzione umana come un processo lineare, una Marcia del
Progresso (1965) by Rudolph
Zallinger for Time-Life.
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26/9/12-UK
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Un articolo su un quotidiano arabo, Gulf News,
racconta la storia del primo scienziato che propose una teoria
dell'evoluzione. L'articolo ("The father of the theory of evolution")
farà disperare gli antidarwinisti, costretti a rimettersi a studiare. Compte
non servirà infatti più molto, Malthus e Hitler nemmeno, e bisognerà anzi
impegnarsi seriamente fin dall'inizio, per riuscire a memorizzare qualcosa di
molto più complesso del titolo completo del capolavoro di Darwin. Ora sarà infatti
molto difficile anche solo ricordarsi
il nome di chi per primo avrebbe osservato in azione la selezione naturale,
il nuovo "padre della teoria dell'evoluzione per selezione naturale.
Avvenne circa 1050 anni prima di Darwin, e questo genietto, da solo, si
chiamava Abu ‘Uthman ‘Amr Ibn Bahr Al Qinanih Al Fuqaymih Al Basrih.
Dagli amici si faceva chiamare confidenzialmente Al Jahiz, ed era nato a
Bassora (Iraq) nel 776. Un libro su Jahiz, per chi fosse interessato: "The Life and Works of Jahiz”,
mentre un semplice PDF scaricabile ("Al-Jahiz and the Rise of Biological
Evolution”) permette di avere un minimo diinformazioni su questo precursore,
talmente curioso da saper vedere qualcosa che ovviamente già allora era in
funzione ma che fu capito solo 1050 anni dopo.
Sicuramente, a differenza di Darwin e di Wallace, Al Jahiz non è stato
stimolato dal pensiero di Malthus e della
relazione che aveva evidenziato fra risorse e dimensioni della popolazione.
Ora nessuno può connettere ideologie ottocentesche con la scoperta di
relazioni fra individui e specie che, ora abbiamo la conferma, si potevano
notare anche 1050 anni prima.
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Un articolo su Nature (“Skin shedding and
tissue regeneration in African spiny mice (Acomys)”) presenta una
scoperta davvero interessante e foriera di possibili interessanti applicazioni
nel caso si potesse ricreare lo stesso meccanismo in un mammifero di maggiore
interesse per noi: è stato scoperto un roditore africano che mostra la
possibilità di rigenerare alcuni tessuti con una modalità simile a quella che
ritrova in alcuni anfibi. Qui,
sempre su Nature, un commento alla scoperta. Altri commenti si trovano nell’articolo “Regenerative biology: Skin, heal thyself” e nel blog di Ed Yong (“Spiny mice defend themselves with
self-flaying skin and fast healing factors”).
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26/9/12-USA
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Nel sito del blog del biochimico Larry Moran
(Sandwalk) si può leggere un aggiornamento sul database delle varianti
del DNA umano (ENCORE): "Ewan
Birney: Genomics' Big Talker". Il titolo fa riferimento ad un
insolito articolo sul coordinatore della ricerca, E.Birney, scritto da un
editor di Science, Elizabeth Pennisi.
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Come dimostrato anche da un articolo ("IgNobel
Prize in Anatomy: I would know that butt anywhere") nel sito web di Scientific
American, una ricerca primatologica realizzata da Frans de Waal,
uno dei migliori primatologi attuali, ha ricevuto un premio non
particolarmente desiderabile, l'Ig-Nobel, dedicato a ricerche che risultano
curiose per alcuni aspetti, magari poco noti all'uomo della strada. Il Video
della consegna del premio a F.de Waal è qui ("The
22nd First Annual Ig Nobel Prize Ceremony"), dal minuto 2h:13.
Se ne parla anche nel blog di E.Bruner, Biozoologica ("La faccia
come il …")
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26/9/12-AFRICA
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Come racconta un articolo nel sito PhysOrg
("Dwindling
space for Africa's great apes"), diventa sempre più stretto lo
spazio per le grandi antropomorfe in Africa: la caccia per l'alimentazione o
il commercio, l'eliminazione delle foreste rendono sempre più difficile
sopravvivere a gorilla, scimpanzé comuni e bonobo in Africa. L'articolo invia
ad un interessantissimo sito (http://apes.eva.mpg.de/)
aperto presso
il laboratorio di Antropologia
Evoluzionistica di Lipsia, che raccoglie i dati sulla sopravvivenza
delle scimmie antropomorfe in Africa.
Il portale A.P.E.S. presenta in
modo georeferenziato i dati sulla diffusione delle grandi antropomorfe in
Africa.
Un articolo nello stesso sito web (“DR
Congo conflict puts endangered mountain gorillas in peril”) dimostra
come anche I conflitti locali siano una seria minaccia alla sopravvivenza dei
gorilla, anche indirettamente. Le guerre per la conquista e il controllo
delle aree minerarie dove si raccoglie il coltan, necessario per scongiurare
l’aumento di prezzo di telefonini e minicomputer tengono infatti lontani i
turisti, i cui soldi sono indispensabili per la sopravvivenza delle
popolazioni che vivono nei pressi dei parchi nazionali.
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24/9/12-IT
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Sull'Avvenire un articolo di F.Facchini
("Creazione,
Dio non è contro Darwin"); il ragionamento sull’interazione fra
Dio e il caso risulta un po' più elaborato di quanto risultasse
nell'intervista al Sussidiario del 7/9/12.
Si cita inizialmente il NOMA (non overlapping magisteria) di
S.J.Gould, ma se ne propone un superamento a vantaggio della religione,
riconoscendo chiaramente che "dovrebbero
esserci contrapposizioni" ("Dalla
visione scientifica o dalla visione teologica possono sorgere difficoltà o
incongruenze tra l’una e l’altra").
Si propone di ritornare quindi a San Tommaso stiracchiando la creazione fino
al completo "overlapping" sull'evoluzione (che diventerebbe
"una creazione che si manifesta nel tempo
attraverso le trasformazioni della natura creata da Dio").
Regolarità e casualità non sono più misteri se non si pongono domande nemmeno
su un’improbabile e indimostrabile "bontà
intrinseca degli elementi della natura". Sinceramente ci vuole
molta creatività nell'immaginare la bontà o la non casualità di uno dei tanti
corsi d’acqua che da milioni di anni scavano valli ovunque o di tutto ciò che
avviene in "un mondo che si è formato per
una serie infinita di trasformazioni ed è passato attraverso varie tappe di
organizzazione dei viventi, un mondo che ha conosciuto cataclismi, terremoti,
estinzioni di specie". Anche il prof.De Mattei il
28/3/11 aveva inserito "cataclismi,
terremoti ed estinzioni" in una categoria di eventi
caratterizzati dalla "bontà", ma
non era stato del tutto convincente.
Piuttosto difficile e ambiguo il ragionamento che inizia con una frase
destinata a non essere capita: "Una parentela
diretta, per discendenza, con le scimmie antropomorfe, nonostante si cerchino
le somiglianze con l’uomo, non viene sostenuta da nessuno"; la
lettura puntuale del testo invece fa capire che non discendiamo dalle scimmie
antropomorfe attuali; ci mancherebbe altro…. ma temo che chiunque la
interpreti invece come negazione dell’origine della nostra specie da forme
precedenti, senza che vengano fornite ipotesi alternative..
Conseguenza di ciò è la negazione non solo di quanto si trova su tutti i
libri, bibbia esclusa, ma anche la negazione della dichiarazione sull'origine
di tutti gli esseri viventi da un unico antenato comune, firmata dal
Card.Ratzinger nel 2004:
“Poiché è stato dimostrato che tutti gli
organismi viventi della Terra sono geneticamente connessi tra loro, è
praticamente certo che essi discendono tutti da questo primo organismo".
[Mi sembra improbabile che la frase neghi semplicemente che la nostra
specie possa derivare da un'altra specie attualmente vivente, anche perché tutti
sanno che l’Homo sapiens è stato preceduto negli ultimi 5/6 milioni di anni
da una ventina di specie di ominini bipedi. Ma improbabile
dovrebbe essere soprattutto la contestazione della frase citata del
card.Ratzinger, che conferma quanto dimostrato già dall'abate Spallanzani].
Quanto alle questioni poi sollevate dal proposto "salto ontologico" che avrebbe causato la
comparsa della nostra specie, si evitano non solo quelle più ovvie (in
quale momento dell'evoluzione umana? Coinvolgendo quale specie?) ma anche
quella più ragionevole. Se questo evento fosse possibile, giustificabile e
realizzabile, sarebbe comunque necessario spiegare perché si sia aspettato
addirittura quasi 4 miliardi di anni, un tempo che chiunque riterrebbe
eccessivamente lungo.
La domanda è diventata centrale da quando abbiamo ben chiaro il lunghissimo
tempo che ci separa dal big bang.
Tanto lungo da far sorgere quindi il dubbio che il mondo come noi lo
conosciamo, sia ottenibile anche per una via più semplice, ragionevole e
senza indimostrabili salti miracolosi: l’evoluzione geologica e quella
biologica e l’interazione fra le due,.
Questo dubbio non viene di solito discusso e contestato, ma non é nuovo: è
già stato sollevato anche da chi ben conosce quanto sia pericoloso il lento
fluire del tempo: uno storico, il prof.De Mattei, creazionista. Lui non
concederebbe più di poche migliaia di anni
all'evoluzione biologica, in quanto è seriamente
preoccupato che i quasi 4 miliardi di anni possano diventare proprio una
"pericolosa" dimostrazione dell'evoluzione biologica.
Ci sarebbe infatti il tempo per eventi capaci di creare barriere fisiche che
inevitabilmente possono smembrare
e isolare individui per milioni di anni, costringendoli a formare
casualmente nuove specie, indipendentemente dalla biologia e da qualsiasi
ipotesi di progetto.
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24/9/12-USA
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Il Guardian
commemora oggi il 50° anniversario della pubblicazione di un famoso libro (“Silent
Spring” di Racher
Carson) che ha segnato il primo momento di presa di coscienza
(eravamo nel 1962) delle difficoltà e dei rischi di un rapporto che stava
cominciando a diventare sempre più difficile
e a rischio, quello fra l’uomo e l’ambiente. Il libro di R.Carson iniziò un
dibattito e una riflessione seria che portò all'eliminazione di uno strumento
creato dalla scienza, il DDT, di notevole utilità soprattutto nella lotta
alla malaria, come ben sanno gli italiani che han tratto enormi vantaggi
dall'unico esperimento riuscito di eliminazione
della malaria da un ampio territorio.
Se ne parla anche su Repubblica.
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23/9/12-IT
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In occasione dell'apertura a Trento della
mostra "HOMO SAPIENS. LA GRANDE
STORIA DELLA DIVERSITA' UMANA", il Sole
24 Ore pubblica alcuni articoli sull'evoluzione umana, tutti
leggibili solo nel sito della rassegna stampa dell'Università di Ferrara
(dove):
- "Perché il razzismo è puro nonsense", di Guido
Barbujani
- "Il narcisismo di tre primati americani", di
Gilberto Corbellini
- "Le trappole da evitare per capire
l'evoluzione" di Gilberto Corbellini
- "Origini del linguaggio. Guarda, le mani parlano",
di Anna Li Vigni
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"In dubbio
l'accoppiamento Sapiens-Neanderthal. Forse fu solo un flirt. Niente
figli" di Guido Barbujani
Molto
interessante il secondo articolo di Corbellini, che presenta i problemi che
dovrebbero cercare di affrontare e risolvere i musei che hanno il ruolo di
affrontare e risolvere i bias che condizionano quasi tutti coloro che si
trovano ad affrontare il problema dell'evoluzione e in particolare di quella
umana.
Certo l'articolo illustra soprattutto la situazione tipica del contesto
culturale USA, dove i creazionisti biblici, quelli che credono che il mondo
abbia poche migliaia di anni, sono addirittura
il 46%.
In Italia invece, dove lo stesso papa accetta (e lo disse nel 2004) che la vita sulla terra abbia avuto origine
quasi 4 miliardi di anni fa da un unico organismo vivente iniziale, rimane
comunque il problema di inserire in questo contesto macroevolutivo (che non
dovrebbe più essere contestato...) solo le informazioni che riguardano i
meccanismi microevolutivi, poco noti e contestati da chi li ignora, che
permettono la continua formazione delle diverse specie.
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Nella rassegna
stampa di Ferrara del 23/9 si
possono leggere anche due articoli (quelli su Rita Levi Montalcini e Ilaria
Capua) che fanno capire come la scienza e le molte e diverse religioni
affrontino in modo completamente diverso un problema che condiziona
l'evoluzione culturale e quindi anche il futuro dell'umanità, la differenza
dei diritti riconosciuti ad ogni essere vivente. E' un puro nonsense, come direbbe Guido Barbujani, che la cultura, l'intelligenza e tutto ciò che
ne consegue (come il ruolo nella società) siano fortemente condizionate da un
evento certamente casuale che dipende solo dal tipo di spermatozoo che, 9
mesi prima della nascita, entra nell'ovulo.
Non c'è solo la battaglia contro il razzismo, che tuttora deve
continuare; purtroppo anche la storia dell'ostilità verso una scoperta
semplice ed evidente come quella dell'evoluzione biologica e della teoria che
la spiega non rende ottimisti nemmeno sui tempi del riconoscimento
dell'uguaglianza dei diritti umani.
Non possiamo dimenticare che il voto alle donne in Italia oggettivamente è
arrivato molto tardi, solo
nel 1946. In altri paesi sappiamo non essere ancora arrivato.
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Un altro articolo interessante
leggibile nella rassegna
stampa di Ferrara del 23/9 è
quello di G.Giorello, che ci spiega "Perchè siamo diventati
molto più intelligenti dei nostri antenanati" di un secolo fa. In
realtà l'articolo cerca di spiegarci solo come sono cambiati i risultati dei
test che misurano il quoziente di intelligenza, evitando di ragionare sul
fatto che ci siano comunque molti indicatori che mettono in dubbio che siamo
davvvero pronti ad affrontare i problemi con strumenti razionali invece che
con vecchi strumenti probabilmente più adatti a culture contadine; non sempre
le popolazioni umane si dimostrano rispettose dell'ambiente, delle risorse
non rinnovabili e delle altre specie necessarie per la nostra sopravvivenza.
Non sempre la nostra azione è guidata dal pensiero che stiamo gestendo un
patrimonio che ci è stato temporaneamente concesso in prestito dai nostri
figli.
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21/9/12-USA
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Interessante un articolo ("Why Is
BioLogos, a Christian Organization, Promoting Darwin-Only Science Education?")
piuttosto polemico fin dal titolo, pubblicato nel sito del Discovery
Institute. E' una polemica fra evoluzionisti teisti evangelici e
sostenitori dell'Intelligent Design che sono furiosi per il sostegno dato da
BioLogos alle iniziative e alle posizioni del National Center for science
Education, che contrasta con ogni mezzo ogni tentativo del Discovery
Institute di infiltrarsi nei programmi scolastici per insegnare il
neocreazionismo. In particolare è interessante una tabella che evidenzia le
differenze fra le due posizioni, una definita "Darwin Lobby"
e l'altra "Darwin Skeptics like DI". Nella tabella si
evidenzia con soddisfazione il diverso successo negli USA delle due
posizioni: 16% e 80%.
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Come ci illustra oggi Carl Zimmer sul suo
blog The Loom, non riusciremo a liberarci facilmente delle ricerche di
Richard Lenski; probabilmente non iuscirà comunque a convincere
i creazionisti dei meccanismi che agiscono nei processi evolutivi nemmeno ….
ricominciando l’evoluzione da capo. Anche quest’ultima possibilità viene
infatti prevista negli esperimenti diretti da R.Lenski, che riesce a
verificare (non a “controllare”) un esperimento un po’ diverso da quello che
alcuni teologi continuano a cercare di spiegare con l’aiuto di Aristotele e
San Tommaso. Come ci racconta Carl Zimmer oggi nel suo blog The
Loom (“The
Birth of the New, The Rewiring of the Old”) una pubblicazione di R.Lenski
su Nature di 2 giorni fa (“Genomic analysis of a key innovation in
an experimental Escherichia coli population”) ci
aggiorna dei numerosi processi evolutivi in parallelo che si stanno
realizzando nel suo laboratorio.
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17/9/12-ITA
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[da Pikaia]
Dal 21 settembre, la mostra "HOMO
SAPIENS. LA GRANDE STORIA DELLA DIVERSITA' UMANA", curata da T.
Pievani e L.L. Cavalli Sforza, riapre i battenti al Museo delle Scienze di
Trento
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17/9/12-UK
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[da Pikaia]
La descrizione delle 100 specie più a rischio di estinzione: un intero libro
(dal
titolo “Priceless or Worthless”) della Zoological Society of
London (ZSL) e della International Union for Conservation of Nature (IUCN), liberamente
accessibile online.
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16/9/12-USA
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Su Slate si può ammirare oggi una vignetta di
Doonesbury che allude alla possibilità che in Louisiana
si insegnino a scuola, come alternative alla teoria dell'evoluzione, perfino
ipotesi che a priori non hanno né richiedono alcuna prova.
Proprio la frase in cui l'insegnante nella vignetta sottolinea come
l'alternativa che deve "spiegare" sia "an alternative theory supported by no scientific
evidence whatsoever" fa capire come per i [neo]creazionisti sia sufficiente
criticare l'attuale teoria dell'evoluzione. Anche in questo caso il perché
lo sanno bene.
Sanno che l'ipotesi alternativa ricade, pur volendo spiegare meglio dei
fatti. in un contesto che abitualmente non fornisce dimostrazioni, che i
fedeli spesso nemmeno chiedono.
Addirittura sembra che anche fatti come l'origine comune degli esseri viventi
e i tempi geologici di miliardi di anni (che corrispondono a quanto viene
mostrato nel TimeTree of
Life) siano fatti che non trovano concordi i diversi [neo]creazionisti.
Sarebbe importante verificare se questi fatti vengano accettati come tali, e
come li spieghino.
Abbiamo imparato che sarebbe megio verificare le credenziali di chiunque
voglia farci credere qualcosa che riguarda fatti reali. I modi di formazione
dell'albero della vita sono confermati dalla genetica e da chi ha negato la
generazione spotanea, mentre i tempi sono confermati da [quasi] qualsiasi
geologo e da [davvero] qualsiasi astronomo.
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15/9/12-USA
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Larry Moran nel suo blog Sandwalk
cerca di verificare “How
Do Intelligent Design Creationists Define ‘Creationism’?”.
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14/9/12-IT
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In Italia sembra che, dopo 8 giorni dall'articolo
su Nature che conferma che ("Science
wins over creationism in South Korea") inon sia ancora giunta la
buona notizia che nella Corea del Sud è stato sconfitto il tentativo di
togliere dai libri di testo di scienze un paio di riferimenti alla teoria
dell'evoluzione. Ovviamente una notizia coreana non avrebbe nessun interesse
se in giugno non fosse stata ripresa invece la notizia che dava per certo che
il governo accettasse la richiesta dei creazionisti. Il
chiarito che "la teoria dell'evoluzione è
una componente essenziale della scienza moderna e che tutti gli studenti
devono studiarla a scuola".
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13/9/12-IT
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Panorama pubblica un articolo di
L.Sciortino (“Il mistero
dell'antenato scomparso”) sulle recenti scoperte sul Lago Turkana di
ulteriori reperti fossili che confermano l’esistenza di due specie, H.habilis
e H.rudolfensis nel periodo intorno a 1.8 milioni di anni fa.
Non è affatto chiaro cosa intenda rappresentare la filogenesi allegata
all’articolo, con tre linee evolutive che connettono specie diverse del
genere Homo, fino all’A.afarensis. Nessuno oggi poi potrebbe credere
che l’Australopithecus afarensis possa essere localizzato nel punto di
separazione fra la linea evolutiva dell’ H.sapiens e quella dell’H.neandertalensis,
tanto meno dopo la scoperta di materiale genetico in comune fra di loro e con
i Denisovani (che devono essere riusciti a scappare dal grafico).
Ci deve essere comunque almeno qualche problema di grafica, visto che non è
indicato il nome della specie che scenderebbe lungo la linea centrale, quella
che serve solo a reggere i cartellini della scala dei tempi (e da cui
apparentemente si sporgerebbe solo il neandertalensis).
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13/9/12-RDC
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Ha avuto un notevole successo l'articolo pubblicato
ieri da PLOS One ("Lesula:
A New Species of Cercopithecus Monkey Endemic to the Democratic
Republic of Congo and Implications for Conservation of Congo’s Central Basin")
riguardo alla scoperta di una nuova specie di primate nelle foreste della
Repubblica Democratica del Congo: il Cercopithecus lomamiensis.
E' una specie nuova del genere Cercopithecus, separata dal C.hamlyni da barriere geografiche (i
fiumi Lomami e Tshuapa). Anche questa scoperta conferma come sia facile
che fattori che provocano un isolamento geografico favoriscano la nascita di
una nuova specie, anticipando la successiva comparsa nel tempo di barriere
anche genetiche. Se poi l'area è isolata, la scoperta viene fatta in ritardo.
In realtà è dal 2007 che i ricercatori sono sulle tracce di questa specie e
ne hanno a disposizione alcuni esemplari.
Moltissimi organi di stampa diffondono in
questi giorni la notizia, decisamente poco frequente. E' infatti insolita la
notizia della scoperta in Africa di una nuova specie di primate, soprattutto
di queste dimensioni (50/60 cm): è la seconda specie di primate scoperta nel
continente africano negli ultimi 28 anni, dopo quella del Rungwecebus kipunji,
scoperto in Tanzania nel 2005.
Non dimentichiamo comunque che in
Madagascar negli ultimi decenni sono state scoperte altre nuove specie, in
questo caso di proscimmie, primati più primitivi e meno facili da trovare a
causa delle piccole dimensioni.
Anche nel caso dei primati del Madagascar
è interessante poter dimostrare quanto la biogeografia dia un importante
contributo nello spiegare la
formazione di nuove specie. In questo caso si tratta di forme
primitive, proscimmie, che sono sopravvissute solo grazie alla separazione
del Madagascar dal continente africano. Solo così non han dovuto
competere né con predatori, né con
specie con una migliore specializzazioone per la vista a colori e
stereoscopica.
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13/9/12-DE
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In un articolo su Nature ("Wallace
pioneered astrobiology too") U.Kutschera si raccomanda che
qualcuno si ricordi, in occasione del vicino centenario della morte di A.Wallace
(1913), che non deve essere giustamente considerato, come autore del
libro “The
geographical distribution of animals. With a study of the relations of living
and extinct faunas as elucidating the past changes of the earth's surface”,
solo l'inventore della biogeografia (un elemento fondamentale
per la selezione naturale, che anche lui scoprì insieme a C.Darwin). Dobbiamo
considerarlo infatti anche padre dell'astrobiologia (o esobiologia)
introdotta per la prima volta nel suo libro “Man’s
place in the universe” (1903).
Non sappiamo ancora se possiamo invece considerare o no profetico il suo
successivo libro « Is Mars
Habitable?» (1907), dato che egli escluse la
possibilità di vita su Marte. Lo sapremo presto se ...
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12/9/12-USA
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Huffington Post si occipa, con un post di James
Shapiro ("Bob
Dylan, ENCODE and Evolutionary Theory: The Times They Are A-Changin')
della polemica sul progetto ENCODE e l'abstract del principale articolo,
quello in cui si sostiene che hanno capito il significato
"funzionale" dell'80% del DNA spazzatura.
Un altro sito qualificato in cui si possono trovare informazioni e
discussioni su ENCODE è Ask
science.
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Ritornando oggi nella pagina web della Daylight Origins Society,
un'associazione USA specializzata in "Origin
science for catholics" e di cui è membro onorario M.Giertych,
ho notato i link a 4 associazioni incredibilmente
considerate “amiche”. Oltre al Kolbe Center for the study of creation
(altri creazionisti cattolici della “terra giovane”), si notano i link a Evolution
News and Views, un sito del Discovery Institute (neocreazionisti
evangelici favorevoli all’Intelligent Design, e quindi alla “terra vecchia”),
a Creation Ministries International (creazionisti avventisti, “terra
giovane”) e Answers in genesis (creazionisti evangelici, “terra
giovane”).
C’è poi una pagina destinata a raccogliere i link ad
altri siti web creazionisti o neocreazionisti, di altri paesi del mondo
ma in questo caso solo ammessi solo se cattolici. Qui troviamo anche il link
al sito italiano che si occupa dell’Intelligent Design (Progetto Cosmo)
e al sito del CEP, un gruppo francese che nel 2009 è intervenuto
ripetutamente a Roma (il Centre d'Etudes et de Prospective sur la science di Dominique
Tassot).
Sembra che ci sia un notevole interesse, che accomuna gruppi aderenti a
diverse religioni, nel contrastare lo studio con il metodo scientifico
dell’evoluzione biologica, un processo complesso, un insieme di eventi
materiali che da 150 anni sappiamo possono essere studiati e poi utilizzati
con enorme successo grazie al metodo scientifico; la biologia e la medicina
lo confermano, con grande soddisfazione per molti esseri umani che riescono a
difendersi da eventi un tempo letali, raddoppiando la durata della vita.
L’aspetto sconcertante è la prova della collaborazione che si è instaurata
fra gruppi creazionisti che, oltre a sostenere interpretazioni
contrastanti e incompatibili sull'evoluzione (addirittura divergono, e non
sempre in modo razionalmente coerente, sull'origine
comune da un unico organismo iniziale e sui tempi dell'universo!),
aderiscono a interpretazioni filosofiche e teologiche della realtà molto
diverse.
Invece di incontrarsi per chiedersi innanzitutto il motivo che ha reso
necessaria anche l’esistenza di una realtà materiale (unica) oltre alle tante
diverse "realtà" metafisiche (che, sappiamo, creano comunque spesso
problemi, ma avrebbero dovuto essere sufficienti), sono disponibili ad
annullare i contrasti fra le diverse "realtà" metafisiche per
contrastare l’unica modalità di indagine che da 400 anni l’uomo ha scoperto e
che utilizza per capire e sfruttare a suo vantaggio l’unica realtà materiale
di cui disponiamo.
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Sinceramente si rimane ulteriormente sconcertati
quando si scopre che, oltre ad un’alleanza fra organizzazioni creazioniste
appartenenti a diverse religioni cristiane, esistono collaborazioni con altre
religioni per contrastare non solo lo studio scientifico degli aspetti
materiali dell’evoluzione biologica, ma anche spiegazioni in buona parte
metafisiche come l’evoluzionismo teista, sostenuto dalla chiesa cattolica che
accetta l’origine comune degli esseri
viventi avvenuta miliardi di anni fa. La riunione del CEP del 29/30
settembre prossimo (2012 : Apocalypse ou
résurrection?) prevede infatti l’incontro fra chi nel 2009 ha
contribuito a realizzare ben 3 convegni creazionisti antivaticani e
l’organizzazione creazionista turca (creazionisti ma della “terra vecchia”)
che il 5/3/09 ha
contestato il convegno vaticano sull’evoluzione biologica (video).
Chi non volesse rimanere assente da questa discussione contro l’evoluzionismo
teista, tenga presente che deve affrettarsi: il 14/9 si chiudono le iscrizioni.
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11/9/12-USA
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Da un blog USA (Chimp
Trainer's Daughter) si viene a sapere che si concluderà domani, con
il pensionamento di Sue Savage-Rumbaugh, un periodo molto
drammatico, e non solo sul piano finanziario, del Great Ape Trust, una struttura
che fino a un anno fa studiava, in ambiente artificiale, modalità originali
di comunicazione fra i bonobo e l’uomo, due specie ben diverse.
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11/9/12-GIB
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Dal 13 al 16 settembre si terrà a Gibilterra
il convegno "The Human Niche: Ecology, Behaviour and
Culture in the genus Homo" organizzato presso il Museo. Ne parla e ne parlerà
l’antropologo J.Hawks nel suo blog ("Gibraltar").
Programma.
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10/9/12-IT
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[da Pikaia] L’ottava
edizione della World
Conference on the Future of Science, che si terrà come di consueto
presso la Fondazione Cini a Venezia, a partire dal 16 settembre, affronta uno
dei temi che sta suscitando sempre maggiore interesse scientifico, economico
e politico su scala globale: le nanotecnologie.
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In talia c'è chi si ricorda anche del compleanno di
stephen Jay Gould, e pubblica un articolo su WIRED ("Buon
compleanno, Stephen Jay Gould")
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10/9/12-USA
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Ancora alcuni post perplessi se non decisamente
critici (“I don't think I've seen anything like
it in my lifetime”, secondo L.Moran) su alcuni aspetti che emergono
riguardo al progetto ENCODE.
Certo, si tratta di big science (è un progetto da 200M$
iniziato vari anni fa), ma … qui un articolo di A.Timmer (il cui
curriculum accademico è
ricordato da L.Moran) su Ars Tecnica (“Most of what you read was wrong: how
press releases rewrote scientific history”) e qui
un insolito video “pubblicitario” linkato da L.Moran sul blog Sandwalk
(“The Story of You: Encode and the human
genome – video”) ; ne
parla su Evolverzone anche R.Gregory (“ENCODE:
a flying, cancer-punching mega robot.”), che cita anche un nuovo
post di E.Birney e un commento illuminante sulla questione della
poco motivata ridefinizione di “funzione” (“Birney dodges but
Sparc nails it.”) e sottolinea come questo possa essere un problema da
chiarire meglio (“Are
critics exaggerating ENCODE’s emphasis on function?”).
Piuttosto sicuro il commento di E.Pennisi, giornalista di Science, il
7/9 su Science (“ENCODE Project
Writes Eulogy for Junk DNA”), ripreso oggi da L.Moran (“Science Writes Eulogy for Junk DNA, con
commenti a cui partecipa anche J.Felsenstein”).
Su Forbes, J.Farrell pubblica un articolo sul dibattito in corso (“Reports
of Junk DNA's Demise Have Been Greatly Exaggerated”).
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9/9/12-IT
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Come annunciano oggi i creazionisti milanesi “della
terra giovane” (YEC), il 14/9 a Roma Maciej
Giertych presenterà il suo ultimo libro, scritto per suggerire quale
genetica sia utile insegnare; dopo una pars destruens realizzata
proprio a Roma intervenendo in ben tre successivi convegni creazionisti
antivaticani nel 2008/09 in cui spiegava
gli "errori del darwinismo" - ora intende fornire suggerimenti
utili.
Purtroppo sembra arrivato tardi, visto che il papa ha già scelto come nuovo
presidente della PAS, e suo consulente per la genetica, l'ambiemte,
l'evoluzione, e tutta la scienza un premio Nobel, Werner
Arber, che partecipa abitualmente ai convegni di biologia
evoluzionistica. L'ultima volta in maggio al convegno EMBO a Venezia, dove ha
incontrato anche italiani esperti di evoluzione.
M.Giertych certo non può negare di essere molto apprezzato dai creazionisti:
è infatti diventato uno
degli advisors del cattolico Kolbe Center for the study of Creation (USA). Si
trova insieme a molti religiosi e ai creazionisti che, non avendo imparato
nulla nemmeno dalle recenti indagini sulla tragedia di G.Galilei (che ne fu
uno dei primi componenti), vedono perfino nella PAS (oltre che negli
evoluzionisti) una minaccia alla fede religiosa. Lo sostengono nel documento
"The
Pontifical Academy of Sciences and the Crisis of Faith", che contesta su presunte
basi religiose perfino i documenti vaticani che dal 2004
confermano senza problemi
la macroevoluzione e i suoi tempi (miliardi di anni, non certo tempi
biblici).
Molti advisors, fra cui l'assiduo M.Giertych. hanno quindi partecipato
ai 3 convegni
creazionisti antivaticani svolti a Roma nel 2009 e sono intervistati nell'articolo sul convegno organizzato al CNR il 23/2/09
dal suo vicepresidente, per nulla imbarazzato nel chiarire i suoi buoni motivi per confermarsi creazionista.
Nel sito (indubbiamente creazionista) del Kolbe Center ci sono molti
documenti, anche suoi, che lo associano alle solite idee che propongono i
creazionisti biblici un po' in tutto il mondo (notevole la sintonia con le
idee e le fissazioni dei creazionisti
italiani dell'AISO) e che troviamo tutti concentrati e in fila (un vero
"Gish gallop")
in un suo documento ("Teaching
on evolution in European Schools"); spesso emerge
l’interesse a dimostrare una terra giovane con dinosauri che pascolano con
gli ominini (“evidence that dinosaurs coexisted
with humans”) - la cui specie si evita accuratamemte di indicare, insieme agli altri dati
verificabili -; forse con un ovvio obiettivo ("Of
course, without millions of years, there is no evolution").
I meriti creazionisti di M.Giertych l'hanno fatto accogliere anche come
membro onorario della Daylight
Origins Society, un'associazione USA specializzata in "Origin
science for catholics". Nella pagina web, ricca di una gran
quantità del solito materiale informativo creazionista e neocreazionista, si
nota il link alla Newsletter
del creazionista Kolbe Center.
Mentre il blog della DOS è
aggiornato con notizie creazioniste YEC, è curioso notare che per quanto
riguarda l'evoluzionismo teista, la posizione ufficiale della chiesa cattolica,
l'aggiornamento si fermi invece a Pio XII, con la sua enciclica del 1950. Non
c'è quindi da stupirsi nello scoprire che nella pagina web è consultabile
anche un articolo contro la posizione della chiesa cattolica: "Theistic Evolution: A tragic misunderstanding and grave error".
Una buona occasione per animare il dibattito con eventuali non creazionisti
che fossero presenti a Roma il 14/9, verificandosi vicendevolmente coerenza e
razionalità.
M.Giertych è noto anche per esser riuscito a inserirsi nel convegno vaticano
sull’evoluzione organizzato da N.Cabibbo e W.Arber (grazie all’appoggio del
fratello teologo Wojciech, che gli procurò un invito addirittura dal
responsabile della PAS); da qui scrisse una relazione
per gli amici creazionisti del Kolbe Center, riferendo quanto il convegno
fosse insopportabilmente pieno di esperti, atei ed evoluzionisti, oltre che
chiuso ai creazionisti (il chairman F.Ayala addirittura espulse un creazionista
islamico un po' invadente),
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8/9/12-USA
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Nel suo blog Cryptogenomycon, Sean Eddy
(member of the national advisory council to the NIH-National Human Genome
Research Institute at the time ENCODE was conceived and planned) scrive
un post che riassume in modo dettagliato tutti gli elementi che devono essere
considerati nel leggere gli articoli pubblicati dal progetto ENCODE: "ENCODE says what?".
Segue nuna discussione con ulteriori riferimenti a blog (The Open Helix, Next gen seek) che forniscono
link a siti web (quotidiani e altri blog in cui si discute la questione con
competenza e interesse).
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7/9/12-IT
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Sul Sussidiario viene pubblicata
un'intervista a F.Facchini ("Cinque
domande per andare oltre Darwin"), monsignore e docente emerito di
antropologia a Bologna, che ha recentemente pubblicato Evoluzione –
Cinque questioni nel dibattito attuale (Jaca Book). Abbastanza
evidente come il titolo - ben diverso (come diversa è oggi la biologia!) -
scelto dal Sussidiario sembra alludere al fastidio di fronte alla recente
nomina papale di un "darwinista" (come vengon chiamati i biologi
evoluzionisti che non sono non dubitano dell'attuale teoria dell'evoluzione,
ma magari si vantano pure come ha fatto Werner
Arber, di aver contribuito a dimostrarla (“Statement on my view on biological evolution”): “Io non sono né "scettico su Darwin" né un
"sostenitore dell’intelligent design". Io sostengo pienamente la
teoria dell’evoluzione neodarwiniana e ho contribuito a confermare ed
ampliare questa teoria a livello molecolare, tanto che ora la si può definire
darwinismo molecolare”..
Non è facile credere che il Sussidiario ignori chi sia oggi il presidente
dell'accademia Pontificia delle Scienze; magari fa finta di dimenticarsi chi
lo ha nominato,
Comunque anche la confusione fra i "piani" ritorna appena
confermata anche nelle parole di F.Facchini nell'intervista (1: "evoluzione e Creazione rispondono a domande diverse e
quindi la diversità delle risposte non pone alcun problema, non genera alcun
conflitto", 2: "due strade di
conoscenza diverse e complementari", 3: "Vorrei aggiungere che non c’è solo complementarietà",
4: "l’evoluzione può essere vista come una
modalità della Creazione nel tempo", 5: "il concetto di Creazione non riguarda soltanto gli
inizi lontani delle cose", 6:" una
volta create, le cose possano essere abbandonate a se stesse",
7:" Dio mantiene la natura nell’esistenza e
che in qualche modo si manifesta attraverso l’evoluzione".
Mancherebbe solo un punto 8 ("Dio è il caso") per poter concludere
restituendo il termine "evoluzione": "grazie non ci
serve; abbiamo già tutto".
E tutto questo ragionamento viene concentrato solo in poche righe.
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7/9/12-UK
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Nel sito delle news di scienza
della BBC viene riportata la notizia della riscoperta nel 2008 di un
documento fossile, conservato al Wyoming
Dynosur Center, che ricostruisce un momento di vita avvenuto 150 milioni
di anni fa.
Si tratta delle tracce fossili degli ultimi 10 metri percorsi, prima di
morire, da un limulo, un artropodo molto simile a forme esistenti ancora
oggi.
La traccia fossile inizia improvvisamente (foe termina dopo circa 10 metri,
nel punto in cui ancor oggi si può vedere l'impronta del materiale biologico
lasciato dal limulo che ci ha tracciato la sua impronta.
L'articolo su questo fossile, trovato nel 2002 in Germania nel giacimento di
Solnhofen che ci ha dato anche un Archeopteryx (anche lui conservato al WDC).
è stato recentemente pubblicato sulla rivista Ichnos,
dedicata alle tracce lasciate da animali e piante.
Chi volesse poi, già che è qui, imparare un termine nuovo, può visitare una
nuova voce di Wikipedia: mortichnia.
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7/9/12-CA
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Continua molto intenso nel blog di Ryan Gregory, con la
partecipazione - magari involontaria - anche del team di ENCODE, la
discussione sui numerosi punti discutibili delle pubblicazioni che presentano
i risultati del progetto ENCODE.
Ha cominciato il 6/9/12 con la lista di tutti i principali articoli
giornalistici per far notare quale fosse il tema evidenziato nei titoli dei
quotidiani ("The ENCODE media
hype machine").
Sempre il 6/9 rievoca la gestione mediatica della scoperta del Darwinius
maxillae, probabibilmente connessa alle grosse spese allora sostenute
dal museo di Oslo e alla sospetta mancata dichiarazione dei conflitti di
interesse ("Have you heard?") e il
tema attuale ("ENCODE and fighting
about junk"). Dal 7/9 Ryan Gregory inizia con
riferimenti alle sue cipolle (l'onion test) e alle dimensioni del
genoma e al valore sospetto dell'80% ("Birney
thinks the Onion Test is silly", "The
ENCODE view of genome size diversity: simple and silly", per
concludere con un confronto
- fra diverse definizioni di "junk
DNA" (a partire da quella originale di Comings di 40 anni fa) e
di "DNA funzionale": "ENCODE (2012) vs.
Comings (1972)" e
- fra due diverse sintesi del progetto ENCODE, quella di S.Salzberg
e quella di E.Birney ("Two very
different summaries of ENCODE").
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7/9/12-IT
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Anche Le Scienze ("Luce
sul lato oscuro del genoma") illumina la strada per orientarsi nel
labirinto dei risultati del progetto ENCODE..
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6/9/12-IT
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[da Pikaia]
Non solo letteratura al Festivalletteratura
di Mantova, .previsto tra il 5 e il 9 settembre. Su Pikaia
sono indicati i più interessanti appuntamenti con la scienza a Mantova
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Chi volesse rendere più interessante la sua vita
iniziando a far ricerca in biologia evoluzionistica allo scopo di scoprire
qualcosa di nuovo che confermi, perfezioni o confuti qualche aspetto centrale
o periferico dell'attuale teoria dell'evoluzione, o che dimostri che il caso
non ha nel mondo il ruolo creativo che gli si attribuisce, può essere utile
approfittare della recente pubblicazione in rete di decine di riassunti
delle che riassumono le nuove
scoperte che verranno illustrate al prossimo convegno
annuale dell'American Society of Human Genetics, che si terrà a
San Francisco ai primi di novembre.
Una visita al sito è indispensabile per cercare di capire quali siano oggi le
ricerche più economiche ma soprattutto per farsi un'idea di quello che si è
già scoperto e dimostrato e che non è più possibile contestare in modo facile
ed economico.
La ricerca scientifica è un processo che contribuisce all'evoluzione
culturale umana, un processo che integra ed accumula le conoscenze utili e
scarta quelle ormai inutili o che non hanno superato i controlli effettuati
su ogni novità.
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Si sta rapidamente avvicinando la scadenza (è
l'1/10/12) per chi avesse intenzione di partecipare alla RFP (request for
proposal) per ottenere un finanziamento per il progetto "Randomness
and Divine Providence"; il progetti nasce da un'idea di Jim
Bradley, a cui piacerebbe dimostare (come piacerebbe probabilmente anche
ai suoi finanziatori) che non sia in realtà il caso il fattore che sembra
fondamentale per molte delle spiegazioni che ci propongono la fisica, la
chimica e la biologia evoluzionistica ("Many
scientists have come to see randomness as pervasive in the physical world,
notably in quantum mechanics, chaos theory, complexity studies, and
evolutionary biology"). Come anticipato in data 31/8, sono
disponibili 8/10 finanziamenti da 200.000 dollari, messi a disposizione da Jim
Bradley (finanziato dalla Templeton Foundation) che ha risposto
all'appello di chi vorrebbero riuscire a dimostrare che invece la "randomness is an instrument of divine purpose and may
enrich our understanding of the creator".
Ci sono quindi un sacco di soldi disponibili per chi fosse seriamente "interested
in exploring the relationship between randomness and divine providence".
Qui
il bando con esempi di domande a cui rispondere il più seriamente
possibile. Non sono facili e non si sa a priori quale sia la risposta
giusta. Una delle più difficili
sembra essere "could an extended Molinism provide a plausible
account of the relationship between quantum mechanics and divine
providence?". Affrettarsi.
Non capisco perchè ci sia qualcuno disposto a spendere 200.000$ per
dimostrare che in ogni specie animale dotata di riproduzione sessuata il
rapporto sessi si avvicini normalmente al 50% sia per l'insieme di individui
di una specie che per ogni sottoinsieme della stessa; e questo rimane
costante nl tempo. Escludendo l'esistenza, la gestione e il controllo di
miliardi di contatori, la spiegazione più semplice e ragionevole non può
essere che un meccanismo casuale come quello scoperto, gratuitamente, da
Mendel, che lo ha dimostrato attivo anche per i caratteri definiti "mendeliani
semplici".
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Questo invece è uno spritoso video
proposto dalla rivista "Onion".
Questo invece è gratuito ma poco serio.
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6/9/12-UK
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Un articolo su Nature annuncia che "Science
wins over creationism in South Korea". Il governo ha infatti
bloccaro la richiesta della Society for Textbook
Revise (STR) di far togliere dai libri di testo alcune informazioni
sull'evoluzione che a loro non sembravano corrette e che riteneva fossero
tuttora in discussione.
Il governo ha nominato una commissione di esperti di evoluzione, che il 5/9
ha confermato che gli argomenti (Archeopterix
ed evoluzione del cavallo) contestati da questi creazionisti dovevano
rimanere presenti nei testi scolastici (solo migliorando e aggiornando la
ricostruzione dell'evoluzione del
cavallo, magari sostituita dalla ricostruzione, oggi molto chiara e
interessante, dell'evoluzione delle balene); la commissione soprattutto ha
chiarito che "la teoria dell'evoluzione è
una componente essenziale della scienza moderna e che tutti gli studenti
devono studiarla a scuola".
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6/9/12-USA
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Commenti sul progetto ENCODE cominciano ad
uscire in diversi blog. Innanzitutto un commento critico sulla possibilità
che in questo articolo si riesca a spiegare la funzione dell’80% del DNA in
modo diverso da come è spiegato in trent'anni di ricerche, svolte anche da
lui, sul controllo dell'attività dei geni, lo si trova nel blog del
biochimico Larry Moran, [che aveva appena iniziato una discussione
su un tema non certo banale (“Does
Philosophy Generate Knowledge?”)].
Il titolo del post si riferisce proprio a quello che Moran ritiene potrebbe
diventare per lui un grosso problema professionale (“ENCODE
Leader Says that 80% of Our Genome Is Functional”) ed è stato sollevato
soprattutto dall'intervista a Ewan Birney inserita nel lungo commento
che si può leggere nel blog di Ed Yong (“ENCODE:
the rough guide to the human genome”).
Probabilmente uno dei post più affidabili ed autorevoli è il post “ENCODE:
My own thoughts” che si trova nel blog “Bioinformatician at large”
di Ewan Birney, dell’EMBL-EBI, responsabile del
progetto ENCODE. [Consigia
di consultare questo blog l'antropologo John Hawks ("The ENCODE project and function in the human
genome")].
Ewan Birney indirizza innanzitutto i più curiosi a scaricare a dedicated iPad/eBook App, a
visitare un web site e a salire su una virtual machine. Nel
suo post ritorna il problema di cosa lui intenda per DNA “funzionale”
o “biochimicamente funzionale”.
Comunque si scopre che, per le “hard-core functional bases”, sembra
che Ewan Birney accetti che un valore più corretto dell'80% possa essere il
10/20%…. mi immagino che ci sarà un po’ di discussione su queste percentuali
così elastiche riferite ad una qustione critica come quella della quantità di
DNA che non sintetizza proteine, che qualcuno finora chiamava "DNA non
funzionale"!
Chi si innervosisce solo a immaginare che ci sia una somiglianza del 98% fra
uomo e scimpanzé, respirerebbe certo meglio se potesse sommare mele e pere
pensando che anche in questo caso si possa togliere un bel 65% …
Su questo tema ci sono nel blog alcune domande,commenti e risposte, ma
soprattutto dalle torrette di guardia si annuncia già l’arrivo quasi
immediato del primo articolo del neocreazionista C.Luskin del Discovery
Institute, ben contento di poter far notare (“Junk
No More: ENCODE Project”) l’ovvia ignoranza non solo di Darwin ma anche
dei biologi molecolari dei decenni scorsi, prima che venissero fatte le loro
scoperte. Non avendo laboratori e non dovendo/potendo quindi dimostrare
nulla, ricorda che invece le loro riflessioni “dimostravano” che non ci
potessero essere molecole inutili, visto che “ID
did it”.
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Obiezioni e perplessità sorgono anche dal blog di Ryan
Gregory, un biologo molecolare canadese che da tempo si occupa di
problemi di dimensioni del genoma e che nel 2007 nel suo blog "Evolver zone" aveva
proposto di sottoporre a "The onion
test" qualsiasi proposta generica di spiegazione della gran quantità
di DNA non codificante. Nel suo post del 5/9 ("A slightly different response to today’s
ENCODE hype")
rimane un po' stupito di come il team di ENCORE dia una definizione un po'
insolita del termine "DNA funzionale", attribuendogli quindi anche
un valore (80%) che risulta insolito per i biologi molecolari che erano
abituati ad indicare come "DNA
funzionale" la sequenza del DNA,con percentuali spesso molto
basse, vicino a volte al 2%, che si occupava della sequenza delle proteine.
Il gruppo di ENCODE invece tende a interpretare il "DNA funzionale" come "DNA biochimicamente funzionale",
attribuendogli percentuali attorno all'80% (pur facendo capire che potrebbe
scendere anche al 10/20%).
Nel suo post Ryan Gregory cerca quindi di ragionare e far
ragionare questi bioinformatici sospettandoli forse poco esperti delle
consuete definizioni usate nell'ambiente ("Junk
DNA: Quotes of Interest series"). E ricorda loro
il suo onion
test. Non sarà un caso che Nick Matzke su Panda's thumb
("ENCODE
hype? From now on I’ll just reply: #oniontest") propone #oniontest come un nuovo hashtag adatto al momento, da
aggiungere a #ENCODE...
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Anche il noto giornalista e
ottimo divulgatore Carl Zimmer, distratto da trasvolate atlantiche,
rimane travolto dalle decine di articoli usciti dal progetto ENCODE e non può
negare di esserne stato travolto: "very now and then we science writers
come face to face with how much science there is to write about–and how
limited our powers to write about it are: ... a week that just so happens to
be the one that a team of scientists chose to publish dozens of
papers at once on the nature of the human genome". anche lui consiglia di visitare i blog di
alcuni esperti che sono rimasti perplessi:
- Brendon Maher at Nature News
- Ed Yong blogs the story, then
updates with responses from skeptics
- Biochemist Larry Moran explains
why he doesn’t buy the results.
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Alcune riflessioni utili si trovano anche nel blog Genomes unizpped. D.Mac Arthur
mette a fuoco soprattutto il problema delle "Lessons
for scientific publications"-
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Del problema del progetto ENCODE si parl anchenel
blog It is not JUNK
di Michael Eisen ("This 100,000 word post on the
ENCODE media bonanza will cure cancer")
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Una
nuova puntata su blog di Ryan Gregory il 6/9: "Michael
Eisen’s take on ENCODE — there’s no junk?"
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5/9/12-USA
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Oggi si realizza una delle tappe importanti in
questa epoca storica in cui è molto facile passare per ignoranti a causa
della continua (e quasi ingestibile) accumulazione di conoscenze che ci
permettono di conoscere e di utilizzare a nostro vantaggio (come dimostrato
in Why
we die) le caratteristiche biologiche della nostra specie.
Oggi, dopo il completamento del sequenziamento del DNA umano e di quello di
altre specie a noi vicine e non, abbiamo la prova che la nostra specie è ben
inserita in un processo evolutivo che, con una sequenza di accumulazione di
caratteristiche diverse iniziato milioni di anni fa, ha permesso di
sviluppare e accumulare caratteristiche genetiche e fenotipiche di
eccezionale importanza, che caratterizzano e costringono a differenziarsi
tutte le diverse forme animali e vegetali che si sono adattate ai miliardi di
nicchie ecologiche disponibili sul nostro pianeta.
Nature dedica un articolo introduttivo (The
human encyclopedia) e una cartella nel suo sito web ad articoli che
presentano i risultati del progetto ENCODE (http://www.nature.com/encode/), che
ha appena realizzato un'Enciclopedia del
genoma umano: "ENCODE (video),
the Encyclopedia of DNA
Elements, is a project funded by
the National Human Genome
Research Institute to identify all regions of transcription,
transcription factor association, chromatin structure and histone
modification in the human genome sequence. Thanks to the identification of these
functional elements, 80% of the components of the human genome now have at
least one biochemical function associated with them".
Se 8
anni fa (qui il video
con J.Carter e F.Collins al primo annuncio nel 2000) l'NHGRI aveva
pubblicato la sequenza completa dei 2.85 miliardi di nucleotidi che
costituiscono il DNA presente in ogni nucleo delle 1x1013 cellule
di ogni essere umano, oggi l'NHGRI, grazie al lavoro svolto da 440
ricercatori in 32 laboratori in tutto il mondo, presenta una prima rappresentazione
globale di come davvero è organizzato e di come funziona il DNA in 147
diversi tipi cellulari umani (e ce ne sono altri...).
Proprio questa sera al telegiornale intervistavano una studentessa che
aveva appena sostenuto il test di ammissione a medicina. Forse non tutti si
meravigliano (come faceva lei) della domanda sui trasposoni presente nei
test. Certo sembra ignorare che in un sito web pur molto frequantato dai
giovani (YouTube)
i video sui trasposoni siano numerosissimi... anche se non è detto
che vengano visti; nemmeno dai liceali interessati alla biologia o alla
medicina.
Spesso dimentichiamo (non si può sapere tutto..) che la biologia in fondo è
nata con la scoperta della struttura del DNA nel 1953, nemmeno 60 anni fa, e
che, grazie alle corrrispondenze e alle somiglianze dovute all'unicità del
processo evolutivo, sta accumulando nuove conoscenze con un tasso di crescita
esponenziale e con una complessità tale che molti si arrendono e preferiscono
fingere di ignorare le ultime novità (certamente degna di entrare nelle
statistiche sull'evoluzione culturale l'ignoranza di un esperto del nostro
ministero dell'istruzione sulla scoperta
della speciazione come sostituto della creazione, avvenuta 150 anni fa
grazie a Darwin).
Qui il sito di ENCODE
all'NHGRI. Qui
il coordinatore di ENCODE, Ewan Birney, spiega il progetto a Nature.
Molto interessante anche, in appoggio a questa diffusione di notizie sule
nuove scoperte, l'archivio del materiale didattico a disposizione
degli insegnanti USA: Educational
materials about genetics and genomics e il Curriculum
Supplement Series.
Interessanti anche due moduli didattici supplementari per le superiori,
uno su "Evolution and medicine"
(versione
web) e l'altro su "Human
genetic variation" (versione
web)
Qui un articolo di oggi su Repubblica, che fa sorgere il sospetto di
una confusione fra il topo e lo scimpanzè, la specie che davvero dovrebbe
avere il DNA al 98% uguale a quello umano ("La
nuova mappa del Dna umano, "Ecco perché siamo diversi dai topi").
Ovviamente questa percentuale di somiglianza fra il DNA umano e quello di
scimpanzè oggi è certamente una delle migliori e più convincenti prove
dell'evoluzione; come molte delle altre prove sarebbe sufficiente da sola, ma
certo la convergenza di tante prove dell'evoluzione risulta certo ancora più
convincente. La somiglianza del DNA delle due specie indica il passaggio
recente di una grande quantità di materiale informativo/genetico/DNA da una
antenato comune
Ben nota una situazione comparabile: nessuno studente che fosse trovato con
un compito in classe uguale al 98% a quello di un suo compagno avrebbe la
sfrontatezza di negare la certezza di un passaggio di informazioni. Nessuno
studente in questo caso penserebbe di aggravare la situazione pretendendo che
il passaggio di informazioni potesse essere denunciato solo nell'attimo in
cui avveniva.
Sul progetto ENCODE comunque ci sarebbe ancora molto da leggere nella cartelletta di articoli su
Nature, ma anche in altri articoli accessibili oggi su Genome Research e Genome
Biology (dove però si parla di topi); l'uomo ha oggi in mano strumenti
eccezionali che permettono di avvicinarsi a capire come funzionano e come
collaborano fra le cellule quei tre metri di filamento di DNA che sono
contenuti in ogni nostro nucleo cellulare.
Alcuni commenti ai risultati del progetto ENCODE si possono leggere, sempre
su Nature, nell'articolo "Genomics:
ENCODE explained", con contributi di Joseph R. Ecker, Wendy A. Bickmore, Inês Barroso, Jonathan K. Pritchard, Yoav Gilad & Eran Segal.
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4/9/12-USA
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Nel sito web di Scientific American stanno
suscitando interesse in questi giorni sui numerosi temi che verranno
sviluppati nell fascicolo di settembre; non mancano i riferimenti al processo
evolutivo. Per quanto riguarda l'uomo ci sono articoli sul fatto che l'uomo
nasca come essere assolutamente indifeso e sui cambiamenti nel tempo
(nell'ultimo secolo) nella durata della vita e nelle cause di morte (Why
we die), una delle componenti dell'aumento demografico e uno dei motivi
per cui è utile misurare l'impronta ecologica individuale, soprattutto nei
paesi economicamente avanzati. Per
chi volesse approfomdire, qui gli indicatori
sanitari dei paesi OECD.
Come capita ogni 4 anni, ai candidarti alla presidenza USA vengono poste
domande per capire quali sono le loro intenzioni sul ruolo (e il
finanziamento) della ricerca scientifica. Le risposte siu trovano anche su
questo sito web: "Obama and Romney Tackle 14 Top Science Questions"
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3/9/12-USA
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Sembra davvero che il video
(ormai è stato visto da più di 4 milioni di persone) in cui Bill Nye,
"the science guy" mette in guardia gli statunitensi dal far crescere i figli come creazionisti
abbia costretto i diversi creazionisti a rispondere. E' così arrivato anche
(ne parla J.Coyne
nel suo blog) il video di Creation
Ministries International e quello di T.Jennings,
presidente dell'associazione degli psichiatri del Tennessee e contemporaneamente
"creazionista della terra giovane".
Fa sempre una certa impressione sentire che quel che dicono i creazionisti
biblici USA viene ripetuto un po' in tutto il mondo anche da chi pensa di non
sembrare creazionista (nessuna prova dell'evoluzione, nessuna della
speciazione, le mutazioni degenerano il DNA della specie, non ci sono
mutazioni che creano novità che
migliorano una specie, ma solo mutazioni che danneggiano e degradano una
specie, ...).
Purtroppo nella nostra specie di solito si attribuisce notevole importanza
alla ragione, per cui si preferisce avere una spiegazione alternativa,
dimostrabile e più convincente di quella creazionista, se ci si vuole
distinguere.
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2/9/12-USA
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Mi sembra che troppo spesso si dimentichi che la
nostra specie NON ha una connessione diretta con l'antenato che abbiamo in
comune con gli scimpanzé. ci sono molte altre specie che ci separano, per cui
sarebbe utile, per chi pensa che ci sia stato un salto o una conquista che ci
distingue dagli animali, guardare in faccia quei 10/15 animali molto simili a
noi che ci separano da quell'animale che sarebbe il nostro antenato comune.
qui su Discovery News possiamo vedere una galleria
"fotografica" dei nostri antenati (ce ne sono solo 11)
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Sul Chronicle of Higher Education un
articolo ("The Templeton Effect")
cerca di fare il punto su come agisce, negli USA e in Europa, una Fondazione
con enormi disponibilità economiche (finanzia il premio individuale omonimo,
che dispone annualmente di un budget superiore al premio Nobel per finanziare
ricerche che indaghino sul rapporto fra scienza e fede anche se orientati soprattutto in senso teologico e
filosofico). Un tempo nel sito web della Templeton Foundation si chiariva che
avevano smesso di finanziare il Discovery Institute (quello che diffonde e difende
l'Intelligent Design). In effetti nel sito si chiariva anche il disinteresse
al finanziamento dei creazionisti USA della terra giovane in quanto "The John Templeton Foundation does not support research
or programs that deny large areas of well-documented scientific knowledge....
the
Foundation does not generally support theologically-motivated critiques of
evolutionary science ".
L'articolo illustra la
destinazione di somme enormi per ricerche al confine fra religione e
filosofia, ma preferibilmente in università religiose cattoliche (come
l'università di Notre Dame) e protestanti (come la Biola University).
Finanziamenti di 4 e 3 milioni di dollari sono finiti recentemente a queste
due università per ragionare su temi come "Le
grandi Domande" e "Il libero arbitrio".
La Fondazione Templeton finanzia soprattutto iniziative e ricerche su temi al
confine fra scienza e fede; anche per questo i due convegni evoluzionisti
vaticani del 2009 furono finanziati soprattutto da loro.
Finanziamenti importanti (2.7 milioni di dollari) sono però andati anche per
le ricerche di biologia evoluzionistica del laboratorio di G.Wagner a Yale ("This research project aims to understand how creative
processes in nature lead to the origin of higher levels of organization from
lower molecular genetic levels"). Il progetto quinquennale "Genetics
and the Origin of Organismal Complexity" si è concluso proprio in questo
mese.
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2/9/12-IT
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Dal 31 agosto fino al 6 settembre si sta tenendo ad
Erice un convegno sui neuroni specchio, organizzato dai
ricercatori dell'università di Parma, Giacomo RIZZOLATTI e Pier Francesco FERRARI: MIRROR NEURONS:
NEW FRONTIERS 20 YEARS AFTER THEIR DISCOVERY. Nel sito web sono
disponibili il programma
e gli abstract.
Sono ricerche che vedono impegnati primatologi e neurofisiologi,su un tema
che da Parma ha coinvolto ricercatori di tutto il mondo, curiosi di
approfondire le ricerche su questi neuroni che troviamo nei primati e
nell'uomo e che sembrano avere un ruolo fondamentale nell'apprendimento,
un'attività che prevede anche un coinvolgimento nelle sensazioni che provano
altri soggetti.
MIRROR NEURONS AND DEVELOPMENT sarà il tema specifico di un piccolo convegno che
si terrà il 6 settembre.
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1/9/12-ARTICO
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Sono davvero deprimenti le notizie che nelle ultime
settimane arrivano dall'Oceano Artico. Giusto 4 giorni fa sul Daily
Mail on line si
potevano leggere queste due righe di aggiornamento: "The National Snow and Ice Data Center has revealed that the
extent of Arctic sea ice shrank to 1.58 million square miles and is likely to
melt more in the coming weeks. That breaks
the old record of 1.61 million square miles set in 2007".
Questa notizia (e le mappe
allegate) ci ricordano come appunto nel 2007 la notizia del raggiungimento
del precedente record avesse davvero sollevato serie preoccupazioni anche in
chi non capiva molto di climatologia; c'era anche chi già dubitava nell'innocenza dell'uomo e si illudeva di
contribuire a impedire, con strumenti impropri, il disastro ambientale che ci
minacciava.
Ci fu un patriarca che cercò quindi di organizzare un esperimento mai tentato
prima, forse pensando di mettere a frutto le competenze finora acquisite nel
controllo delle piogge e di altri fenomeni atmosferici locali e di piccole
dimensioni nella penisola balcanica.
C'era il ragionevole dubbio che però non sarebbe stato possibile affrontare
il riscaldamento globale in ordine sparso e magari con il dubbio che gli
agganci non fossero quelli con il vero responsabile. Si organizzarono quindi
le cose in grande, come dimostra il programma della costosa, incredibile e
poco pubblicizzata impresa che si svolse in occasione del 7' convegno
dell'organizzazione "Religion, science and environment",
dal 6 al 12 settembre 2007 nei mari della Groenlandia, nel mezzo dell'area
glaciale in cui la temperatura aumentava, minacciando l'innalzamento del
livello marino e la comparsa un po' dovunque di fenomeni climatici in parte
nuovi e imprevisti.
Si organizzò così una task force, coordinata dal patriarca ortodosso Bartolomeo di
Costantinopoli, ma appoggiata anche da Barroso e da K.Annan, per tentare di
fare qualcosa di risolutivo contro il cambiamento climatico: "As scientists reached a consensus, it
was no longer just an issue of environmental preservation but, insofar as
it is human-induced, it is a profoundly moral and spiritual problem. Nowhere do the effects of this moral problem more cruelly manifest
themselves than in the Arctic, a starkly truthful mirror of our own failings.” (?)
Momento centrale del convegno fu il "pellegrinaggio polare":
"leaders of different faiths and disciplines
will join in a prayer for the planet" (qui l'articolo della Reuters e qui il video della preghiera comune di 200 religiosi -
musulmani, ebrei, buddisti, cattolici, ortodossi, protestanti - dalla nave
norvegese Fram). Se
probabilmente non credevano seriamente di poter influire sui ghiacci o sulle
temperature, questi leader religiosi in trasferta fra i ghiacci polari
intendevano almeno realizzare un'iniziativa che avrebbe dovuto essere poi
utilizzata per responsabilizzare il loro fedeli, molti dei quali non
avrebbero creduto al riscaldamento globale se il messaggio non fosse arrivato
dai loro responsabili religiosi, gli unici di cui si fidavano anche su
questioni di cui non hanno alcuna competenza. Mi sembra che invece non venne
pubblicizzata (la notizia l’ho trovata solo in un resoconto sul convegno di
Sibiu, dove si riferisce della partenza di Bartolomeo e Barroso per la
Groenlandia).
Qui si può vedere un altro video,
realizzato da un giornalista che partecipò all'iniziativa per l'ABC;
il titolo dell'articolo ("Prayer to End Climate Change")
forse ha fatto piacere anche agli organizzatori, quasi che fosse un miracolo
realizzabile; magari indica quello che molti potrebbero credere fosse
l'obiettivo, certo più adatto a una cultura prescientifica,
deresponsabilizzante per l'uomo.
Un video diverso sembra sia invece arrivato dal
papa, con un messaggio che appoggiava l'iniziativa: "Pope Benedict gave his backing to the Greenland
symposium on Wednesday in a new appeal for protection of the environment,
saying issues such as climate change had become gravely important for the
entire human race". Rappresentante del papa al "pellegrinaggio polare": era il card. McCarrick, giunto dagli USA.
Comunque, dopo esattamente 5 anni, nel 2012, purtroppo abbiiamo visto che i
risultati non sono quelli desiderati. Occorre quindi cambiare rapidamente
strategia e trovarne una più seria e migliore, Sarebbe meglio sostenere
fortemente la cultura scientifica invece di accusarla di
"scientismo" in quanto si vuole occupare di problemi che qualcuno
ha definito erroneamente "morali e spirituali"
e collaborare rapidamente con chi avesse idee migliori ma soprattutto basate
su dati che non possono essere solo "morali
e spirituali".
Il Christian Today ha dedicato al pellegrinaggio polare l'articolo
"Religious Leaders Unite in Prayer on Climate Change",
mentre il Digital Journal annuncia senza pudore che si cercherebbe
addirittura di fare un miracolo ("Religious and Scientific Leaders Join Hands To Save The World")
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31/8/12-USA
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A fine agosto nel sito web di Biologos (gestito da un gruppo di
evangelici USA favorevoli all'evoluzionismo teista), nel Forum, è
comparsa la notizia del finanziamento da parte della Templeton Foundation di
un progetto - The
randomness project. L'obiettivo è di trovare una nuova via per
risolvere il conflitto fra scienza e fede, che ha il suo nucleo centrale
nell'inscompatibile alternativa fra un essere superiore (che secondo alcuni
ha dato solo il calcio d'inizio, mentre secondo altri controlla in ogni
momento il movimento di ogni atomo - o addirittura di ogni quanto ("could an extended Molinism provide a plausible account
of the relationship between quantum mechanics and divine providence?")
- e il caso, che secondo alcuni ha un ruolo creativo (insieme ad altri
fattori, nel caso della materia vivente) nell'evoluzione dell'universo..
Sembra che per chiarire questo punto fondamentale anche per la comvivenza
civile (Randomness and Divine providence)
la Templeton Foundation abbia
deciso di non badare a spese ed investire ben 1,69 milioni di dollari; forse
con l'obiettivo di riuscire a dimostrare che, ci piaccia o non ci piaccia,
magari coincidono; certo, potrebbero anche sorgere problemi per chi
legittimamente avesse proposte diverse su quale sia la divinità che gestisce
il caso o la provvidenza in un certo momento.
In attesa di avere una conferma che sia davvero un caso, si può far notare
che il nome del progetto non
è originale, anche se l'entità del finanziamento certamente lo è.
Il progetto.dovrebbbe iniziare nel 2013, per cui penso sia possibile che chi
avesse interesse a dimostrare finalmente che non esiste affatto in biologia
un ruolo per il caso, pur evidenziato anche da Mendel, farebbe bene ad
affrettarsi a chiedere un finanziamento. Tenga comunque presente che la TF
pretende che le pubblicazioni che loro finanziano escano solo su riviste
qualificate e certificate.
Si potrebbe certamente ottenere un finanziamento per indagare sull'evidente
contrasto fra provvidenza (inefficiente) e le estrazioni casuali del
lotto (molto efficienti) nel risolvere i problemi economici dello Stato
Pontificio dal 1700 al 1800.
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31/8/12-RO
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5 anni fa a Sibiu, in Romania, si tenne (dal
4 al 9 settembre) la 3AEE (Terza Assemblea Ecumenica Europea)
organizzata dalla CEC (Conferenza delle Chiese europee) e dal CCEE (Consiglio delle
Conferenze episcopali europee).
In conseguenza di questo incontro interconfessionale, dal 1997 il 1'
settembre per tutte le religioni cristiane europee è, come confermato nel
documento finale di Sibiu
(versione 2', del 9/9/2007; dal sito dell'agenzia vaticana Zenit), la "Giornata per la Salvaguardia del Creato",
"dedicato a pregare per la salvaguardia del
creato e alla promozione di stili di vita sostenibili per contribuire a
invertire la tendenza del cambiamento climatico". Purtroppo l'uso
del termine "creato", oltre a non essere corretto e ad indurre in
errore chi già non ha capito che il mondo è un oggetto delicato da usare con
cura, ci deresponsabilizza nei confronti dei nostri figli, a cui non dovremmo
lasciare un mondo che sembra un po' diverso da quello che abbiamo ricevuto.
Come si può facilmente verificare leggendo le 10 raccomandazioni, quello
concordato a Sibiu è un documento che su molti temi si può considerare
avanzato e coerente con il quadro che la scienza ci mostra (come sul
tema ambientale, visto che ci si
preoccupa per la "promozione di stili di
vita sostenibili per contribuire a invertire la tendenza del cambiamento
climatico" che "non risulta
compatibile con un futuro sostenibile del nostro pianeta").
Forse per questo qualcuno temeva che il 3° possa anche rimanere l'ultimo
incontro ecumenico. In realtà sembra che stiano organizzando un incontro - non un'assemblea - prossimamente.
Già la foto scattata a Sibiu il primo
giorno può suggerire che su alcune questioni i rappresentanti della chiesa
cattolica abbiiano dovuto rinunciare ad una prova di forza (che avevano
tentato nella confusione delle ultime ore a Sibiu) su un tema connesso
all'importanza della selezione naturale e al ruolo e all'autonomia che le
donne hanno conquistato e sembravano intenzionate a difendere, ma solo in
altre religioni cristiane.
Il fatto che a Sibiu i rappresentanti della chiesa cattolica abbiano ceduto,
rinunciando a inserire nel documento questioni che ai laici italiani fan
credere siano "non negoziabili" è una buona notizia, anche
se curiosamente si confermerebbe che la strategia dei pastafariani, che
preferiscono disporre anche loro di loro verità non dimostrabili e non
negoziabili, sia purtroppo la soluzione vincente, paragonabile a quella usata
con successo a Sibiu dalla delegazione protestante ...
Curioso comunque che nel sito dell'agenzia giornalistica vaticana Zenit
sia rimasta ancora, dopo ben 5 anni, la seconda versione del
documento di Sibiu, quella che cedeva alla posizione protestante, senza
alcuna condanna dell'aborto; solo dopo due settimane si era poi trovato un
altro accordo per nascondere un'incredibile prova di debolezza e di cedimento
sul momento di inizio della vita; ma in internet la terza versione, quella
con la nota che racconta la furbizia, la scoperta del pasticcio, il cedimento
e il ripensamento finale, non è l'unica sopravvissuta.
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30/8/12-DE
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Clamorose novità e nuovi risultati vengono
annunciati dall'articolo pubblicato oggi su Science ("A
High-Coverage Genome Sequence from an Archaic Denisovan Individual")
sulla sequenza del DNA dei Denisovani, ottenuta con un metodo molto
migliore sempre dallo stesso frammento di mignolo trovato nella grotta di
Denisova sui monti Altai, nel centro/sud della Siberia.
Sempre su Science si può
leggere un commento di Ann Gibbons ("A Crystal-Clear
View of an Extinct Girl's Genome"), che accenna alle grosse
novità del metodo usato questa volta, grazie sembra a Matthias
Meyer. Se ne parla anche su molti quotidiani, e in Italia ne
parlano il Corriere
e Wired.
Sul National
Geographic possiamo leggere un po' di riassunto sui molti aspetti
dell'importante scoperta.
Le notizie più interessanti si trovano invece o sul materiale supplementare
allegato all'articolo, o sono spiegate nei blog degli antropologi e genetisti
Hawks
e Dienekes,
che cercano di far capire le grosse novità e quindi i grossi cambiamenti che
ci aspettano in futuro, sia per quanto riguarda la gran quantità del
materiale disponibile che per quanto riguarda l'incredibile possibilità di
datare il DNA antico di cui disponiamo, potendo avere anche la possibilità di
controllare datazioni ottenute con i soliti metodi. Immagino poi che anche
chi si divertiva a contestare la datazione col C14 ora dovrà studiare anche
per capire come funziona biologia molecolare.
Questo DNA, datato circa a 83.000 anni fa (e che viene da una specie che si
sarebbe separata 800.000 anni fa dalla nostra linea evolutiva di Homo
sapiens) è comunque per ora una delle molecole di DNA più antiche di cui
abbiamo ricostruito la sequenza ad alta densità.
Il fatto che sia ora anche una delle sequenze di DNA antico meglio conosciute
indica che dovremo aspettarci forse ancora qualche novità sul materiale
biologico delle numerose specie di ominini che sono vissute dopo questa data;
l'interesse è elevatissimo soprattutto sull'Homo floresiensis, di cui
avremmo bisogno almeno di qualche altro reperto scheletrico; questi DNA di
specie recentemente scomparse potrà fornirci sempre più informazioni anche
sui meccanismi di speciazione e la interazione del DNA con gli altri fattori
anche non biologici che ben sappiamo condizionano l'evoluzione.
Questi nuovi risultati si spera riusciranno a convincere finalmente chi, dai
musei di storia naturale, a metà agosto diffondeva per il mondo
preoccupazioni un po' datate per distrarre i vacanzieri dal gossip che di
solito domina in questi periodi ("Did
Humans Mate With Neanderthals Or Not? - Mating
with Neanderthals is off-again, on-again - The date of interbreeding between
Neandertals and modern humans). In realtà sembra le cose siano
un po' più complesse... Non ci preoccupa più solo il DNA dei Neandertaliani,
per non parlare dei dubbi sulla datazione del DNA mitocondriale sollevata
dalle indagini effettuate sulla filogenesi degli orsi polari ("Polar
and brown bear genomes reveal ancient admixture and demographic footprints of
past climate change").
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29/8/12-USA
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Il sito del Worldwatch Institute
informa che alcuni recenti report su problemi globali, energetici (gas,
petrolio, carbone, solare) e ambientali, ma anche sul ruolo delle donne e la
salute, sono da poco disponibili gratuitamente o quasi, in formato Kindle o
PDF.
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29/8/12-UK
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Dalla BBC alcune splendide foto naturalistiche, con
animali catturati al volo in attimi non sempre piacevoli né vitali, ma sempre
momenti del mondo vivente in cui viviamo e a cui contribuiamo. Qui una altro
slideshow con foto anche paesaggistiche
e quindi più tranquille.
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28/8/12-IT
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Anche la rivista di CL sul web, il sussidiario.
pubblica un'intervista a Ian Tattersall ("Quello
che le scimmie non dicono (perché non possono)") , che il 22 è stato
ospite del meeting di Rimini. Il titolo fa riferimento alla struttura
anatomica del tratto vocale, per cui la comunicazione verbale per i primati è
difficilissima se non impossibile. Altre modalità di comunicazione sono
invece alla loro portata, come ha dimostrato il laboratorio di Susan Savage
Rumbaugh, che qui in una TED
conference racconta (siamo nel 2004) il suo lavoro sui bonobo.
Un commentatore sembra trascurare che la ricerca in questo campo si è svolta
sopratttutto dopo il 1979, quando si era davvero agli albori negli esperimenti
di comunicazione con i primati e in particolare gli scimpanzè.
Se fino ad allora c'erano stati solo i casi di Nim e di Washoe, da allora il
panorama si è decisammente arricchito, anche se sempre su casi individuali
ben addestrati e collaboranti. Da pochi anni sono cominciati anche esprimenti
che vedono il coinvolgimento secondario anche di altri primati. Qui si può
vedere qual'era la situazione del 1979 in un timeline
che mostra le tappe successive delle ricerche sulla comunicazione negli
scimpanzè e nei bonobo. Si possono vedere, nel sito del Great Ape Trust, alcuni
video di Kanzi, Panbanisha e degli
altri bonobo.
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28/8/12-UGANDA
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Non ci sono dubbi, secondo un articolo pubblicato
su Science con un titolo volutamente eccessivo anche se tutto è
comunque sempre relativo, ("Chimps'
Answer to Einstein") che lo scimpanzé di nome Natasha, che vive nel
santuario dell'isola di Ngamba nel lago Vittoria, sia riuscita a distinguersi
dagli altri scimpanzé per il modo di rispondere alle diverse sollecitazioni a
lei (è una femmina) sottoposte dai ricercatori.
Questi esperimenti, eseguiti su scimpanzé sia in Uganda che in Germania,
facevano parte di un progetto più ampio gestito da anni presso il Max Planck Institute of Evolutionary
anthropology. E' una struttura che presenta competenze, fondi e
ricercatori adeguati per svolgere ricerche al massimo livello un po' in tutti
i campi dell'evoluzione umana e dei primati; in effetti da un po' di anni
MPI-EVA sta producendo in questi campi la ricerca europea di migliore qualità
(le ricerche sul DNA antico attirano in questi laboratori i
migliori ricercatori al mondo - vista la qualità dei risultati).
I risultati di queste ricerche sulle abilità cognitive dei primati e di altri
animali (oltre che sulla variabilità individuale di queste caratteristiche)
sono stati pubblicati questa settimana riuniti in un fascicolo (il 367 del 5/10) della rivista Philosophical
Transactions of the Royal Society B: "Animal
minds: from computation to evolution"
L'articolo sulla variabilità all'interno degli scimpanzé è quello di
E.Herrman e J.Call ("Are
there geniuses among the apes?") che ha probabilmente stimolato
la scelta dei titoli degli articoli divulgativi. Sono comunque interessanti
anche i temi presentati dagli altri articoli... d'altronde il tema della
capacità cognitive rimarrà con noi certo ancora per molti decenni; una serie
di seminari su questi temi si è per esempio appena svolto a Vienna
in marzo/aprile 2012.
Anche l'anno scorso (il 27/7/11) era stato pubblicato dalla rivista Philosophical
Transactions of the Royal Society B un fascicolo dai contenuti simili
"Evolutionary
developmental biology (evo-devo) and behaviour")
Di queste ricerche si parla anche nel numero attuale di Discovery
News: "Ape
'Genius' Smarter Than the Average Chimp".
Di Natasha si parlava comunque da tempo (qui un articolo del 25 marzo
scorso sul Daily Mail: ""Meet the primate prodigy: Natasha the
chimp genius stuns scientists")
Chi volesse capire meglio la situazione farebbe comunque meglio a lasciarsi
coinvolgere un po' di più, prima di farsi domande originali, nei problemi e
nella vita degli scimpanzé, anche per capire come le scimmie antropomorfe
siano decisamente diverse dagli altri primati e soprattutto sono ben diversi
da come venivano raccontati a casa loro...: Ape
genius di PBS Nova.
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28/8/12-USA
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Sembra che il video, citato ieri, in cui Bill
Nye supplicava i genitori di aiutare i propri figli a capire, con la
ragione e non con la fede, come funziona il mondo, mostrato dalla CNN nella
pagina di religione, abbia sollevato una notevole e vivace reazione. Il video
"Creationism
Is Not Appropriate For Children" è stato visto da quasi tre
milioni di americani, stimolando ben 10,000 risposte, che sono state raccolte
dalla CNN in 5 diversi tipi di contestazioni a Nye.
A Nye risponderanno domani gli esperti del Creation
Museum "creato" da Ken Ham: il
direttore stesso e due
biologi del museo. E' possibile anche vedere un video in cui Ken Ham
pubblicizza un libro
per bambini sui dinosauri.
Ovviamente ci saranno stati, si spera, anche commenti di approvazione...
Forse in Italia - visto i problemi che abbiano - non ce ne rendiamo ben
conto, ma gli americani da qualche anno sono seriamente preoccupati per la
loro posizione economica un tempo dominante nel mondo; da anni è minacciata dallo
sviluppo politico di molti paesi asiatici, seriamente impegnati nello
stimolare i propri giovani a impegnarsi nello studio e nella ricerca.
Le angosce USA si possono trovare su alcuni libri che fanno riferimento alla
preoccupazione di un paese che verrà travolto da una incombente "gathering storm".
Il problema oggi negli USA non è quindi il discutere di evoluzionismo o
antievoluzionismo in qualche sito web. Servono, e qualsiasi politico o scienziato
lo sa o lo dovrebbe sapere, ricercatori ma anche tanti fondi sia per
assumerli che per farli lavorare. Cina,
India e Corea si stanno impegnando seriamente; gli USA e l'Europa
devono scegliere fra investire negli agi o continuare nell'impegno umano e
finanziario come han fatto nell'ultimo secolo.
Per quanto riguarda l'Italia,
sembra che si
trattenga dall'investire nella ricerca, rispetto a F e GB, che hanno una
popolazione di dimensioni simili.
Un articolo del 24/8/12 su Scientific American conferma che negli USA
questo sia un chiodo fisso ("Will
the U.S. Remain a Leader in a Science- and Technology-Driven Economy?");
in Italia, come sappiamo, ci siamo già trovati improvvisamente travolti da
una tempesta piccola ma simile a quella che gli statunitensi si stanno ancora
preparando a ricevere.
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28/8/12-VA
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Il caldo d'agosto se ne sta andando, ma in internet
si trova ancora qualcosa che conferma che sia stato un mese piuttosto
interessante e vivace per le notizie che riguardano la scienza e il suo
futuro e ricco di notizie sull'evoluzione.
Seguendo le tracce dell'Università Notre Dame -
l'università cattolica USA con dipartimenti di biologia che accettano la
teoria dell'evoluzione e rifiutano l'ID in quanto si
considerano in competizione con Harvard e Yale e che il Pontificio
Consiglio della Cultura del Vaticano diretto dal card.Ravasi ha utilizzato
come fonte per consulenti nell'organizzazione del convegno su Darwin nel 2009
- ho trovato in rete il video di una conferenza tenuta l'anno scorso in
quell'università, in occasione del Workshop
on Adult and Alternative Forms of Stem Cell Research, da Tomasz Trafny,
direttore esecutivo del progetto
STOQ e responsabile
della "Fondazione Scienza e Fede" del PCC, istituita all'inizio
del 2012 (ne parlò l'agenzia vaticana Zenit il 30/1/12).
In questo workshop ci si occupava anche del recente considerevole impegno finanziario
(un milione di dollari), caldeggiato dal Vaticano e dall'Università di ND, a
sostegno della Neostem che si occupa
delle ricerche e delle sperimentazioni (negli USA e in Cina) sulle cellule
staminali adulte.
Interessante il resoconto di due incontri (T.Trafny ne
parla anche qui, dove c'è pure una citazione della lettera a P.Coyne del 1988)
avvenuti ad un convegno a Budapest; in quell'occasione ben due partecipanti,
un cattolico e un ebreo, lo coinvolsero in discussioni sul rapporto - che
criticavano - fra scienza e chiesa cattolica, iniziando con la stessa domanda
"ma lei cosa ci fa qui?".
T.Trafny sembra abbia preferito dimenticare invece di quando, nel 2008, fu
inviato a seguire uno dei tre controconvegni antidarwiniani organizzati sotto
le mura vaticane dai creazionisti cattolici del Kolbe Center for the study of Creation USA,
quello ospitato dal vicepresidente del CNR, De Mattei, che riuscì anche ad
avere un memorabile finanziamento per la pubblicazione degli atti; quello era
un contesto creazionista antiscientifico in cui sarebbe stato forse più
ragionevole che qualcuno gli chiedesse "ma lei cosa ci fa qui?".
Se qualcuno avesse anche l'interesse ad ascoltare la sua intervista sul rapporto
oggi della chiesa cattolica con la scienza, le cellule staminali, la cultura
e l'insegnamento delle scienze, potrebbe verificare che non solo la critica
della scienza non sia la sua preoccupazione principale (visto che è anche
responsabile con la Stem for
Life Foundation, a cui partecipa personalmente, di controllare un grosso
investimento finanziario nella Neostem), ma che (verso la fine del secondo
video) non sembra serbare più rancore per il card.Ravasi che, forse solo per
una sua migliore conoscenza dell'inglese..., l'aveva inviato a sostituirlo al
convegno di De Mattei a cui era stato invitato; qui,
a pag.23 e 24 del fascicolo con le interviste ai rari creazionisti cattolici
"della terra giovane", lo vediamo al tavolo della
presidenza, accanto all'allora VP del CNR.
In questo articolo dell'1/11/11 T.Trafny e R.Smith, amministratore delegato della
Neostem, ("Vatican
To Host Stem Cell Research Conference") presentano un convegno
organizzato pochi giorni dopo in Vaticano sulle ricerche sulle staminali
adulte.
I
video della conferenza stampa del 16/6/11 non sono disponibili ma nel
sito della conferenza stampa di
presentazione dell'8/11/11 c'è il testo dell'intervento di T.Trafny, in
cui spicca un estratto, ed è forse la prima volta che si nota che quel
documento sia sul tavolo di qualcuno, della lettera di GP2 a P.Coyne del 1988
sulla paura della chiesa cattolica per la scienza: "... il dialogo deve continuare e progredire in profondità e
in ampiezza. In questo processo dobbiamo superare ogni tendenza regressiva
che porti verso forme di riduzionismo unilaterale, di paura e di
autoisolamento". L'approccio alla scienza sembra un po'
diverso rispetto a quello proposto da W.Carroll a Rimini
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Stupisce scoprire nel suo (?) sito pubblico su Amazon
che mons.T.Trafny nel suo profilo dichiara interessi anche per il "Global Warming" e il "Climate Change", oltre alla prevedibile
"Science and Religion".
La sua "wish list" sembra quasi infinita - probabilmente
sono 107 libri da acquistare per l'ufficio - e copre gran parte della
neurobiologia (neuroteologia, neuroetica e perfino neuroeconomia comprese);
non manca un pizzico di astronomia (forse per discuterne con mons.Tanzella
Nitti?) e qualche libro su conoscenza, coscienza e coscienza di sè, forse per
capire meglio la strana definizione recentemente partorita ad un convegno sulla coscienza di sè negli animali;
se ne parla, con una certa perplessità, qui
e qui
nel blog di PZMyers, uno zoologo che è pure un esperto proprio di Octopus,
il genere messo a guardia dei limiti tassonomici inferiori degli animali
che sarebbero dotati di coscienza di sè.
Non manca nella "wish list" un
libro per capire i creazionisti del Kolbe Center o quelli turchi, uno per
capire gli
evoluzionisti e gli anatomo-comparati e uno per capire le scoperte dei primatologi.
Sembra troppo limitato l'interesse di T.Trafny per la teoria
dell'evoluzione, anche se è evidente che alcuni testi di biologia della
"wish list", ad esempio "Life",
faranno certo riferimento al mistero che la chiesa cattolica deve ancora
svelare dal 2004
(quando proprio il card.Ratzinger dichiarò in un documento ufficiale
che l'origine comune di tutti gli esseri viventi era un fatto ormai accertato
e quindi accettabile anche per la
chiesa, ma che non intendeva però accettare anche la teoria dell'evoluzione
che da decine di anni lo spiegava modo migliore.. almeno secondo i premi
Nobel interpellati).
Il giorno che lo facesse chiuderebbe la bocca a chi approfitta continuamente
proprio di questa sua dimenticanza, accettabile forse per la teologia, dove
rimangono da spiegare razionalmente ancora tante cose più semplici, ma non
per la scienza, che una spiegazione la sta perfezionando da 150 anni, sempre
più complessa, completa e soddisfacente.
Insistere oggi con gli anelli mancanti, con la negazione della
macroevoluzione già chiaramente accettata nel 2004,
e tanti altri cavilli (ci vuole del coraggio per consigliare un'ipotesi
alternativa chiaramente creazionista e pro-generazione spontanea!)
significa contestare non solo l'evoluzione come processo unico, ma
soprattutto l'origine comune dei viventi, due fatti oggi confermati
proprio grazie a scoperte frutto della
dell'impegno anche di gente curiosa e intelligente come Spallanzani
e Mendel (le cui scoperte - che i creazionisti e i neocreazionisti non
accettano fino in fondo - sono poi state confermate e certificate dagli
zoologi e dai genetisti successivi, contribuendo a sostenere l'attuale teoria
dell'evoluzione).
Continuare a negare valore a Spallanzani e Mendel, le cui scoperte confermano
appunto l'origine comune degli esseri viventi, di tutti gli esseri viventi,
un dato che si accetta ma che non si vuole spiegare passo per passo; sembra
davvero creare problemi alla teologia (che si troverebbe in imbarazzo nel
gestire una visione del mondo reale incoerente) più che alla biologia, che,
anche grazie a loro, crede di aver trovata una spiegazione coerente con la
realtà.
Non avrebbero dovuto occuparsi ANCHE di scienza, forse.
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27/8/12-12-IT
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La storia quasi incredibile dell'insetto stecco
dell'isola di Lord Howe, il Dryococelis
australis, - che, a differenza dei dinosauri, viene salvato in
extremis dall'estinzione - viene proposta anche dal blog dell'evoluzionista Jerry
Coyne ("A big insect saved from extinction").
Becky Crew, sempre dello Scientific American, aggiunge altre notizie ("Lord
Howe Island stick insects are going home"); questa specie rinasce,
anche grazie all'uomo, dopo essersi ridotta a soli 24 esemplari.
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L'evoluzionista Jerry Coyne si occupa,
sempre nel suo blog ("Catholics
proclaim complete harmony between science and their faith, trot out
Aquinas again") del dibattito del 22/8 al Meeting di Rimini
fra W.Carroll e I.Tattersall, probabilmente sulla base dell'articolo
della CNA. Al lungo post segue un ampio dibattito ...
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27/8/12--USA
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Il National Geographic conferma oggi che
l'evoluzione si prende un po' troppo gioco di chi crede che ci sia evoluzione
solo quando compare un nuovo carattere. In alcuni casi viene il dubbio che
sarebbe importante anche poter decidere, Darwin o non Darwin, DOVE il nuovo
carattere debba comparire, in modo da poter considerare anche l'aspetto
estetico: "New
Genitalia-Headed Fish Is Evolutionary Mystery". Per fortuna non è
una delle poche specie che si riconoscono allo specchio.
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Ha avuto un grande successo (1.800.000 persone
l'hanno visto) un video su YouTube ("Creationism
Is Not Appropriate For Children") in cui un "predicatore
scientifico nel web", Bill Nye ("The science guy") ha provato un nuovo argomento (ne
parla anche la CNN)
per cercare di abbassare la percentuale di creazionisti americani "della
terra giovane", integralisti per motivi religiosi o tradizionalisti per
ignoranza, che credono che la specie umana e le sltre specie viventi siano
state create meno di 10.000 anni fa da una qualche divinità (ci sono decine
di diverse religioni in USA); la loro percentuale è stabilmente sul 46% circa
da almeno trent'anni.
Bill Nye è sconcertato da percentuali così elevate e
sospetta che abbiano dei seri problemi a capire il mondo: "The idea of deep time, of this billions of years,
explains so much of the world around us. If you try to ignore that, your
world view just becomes crazy, just untenable, itself inconsistent".
Nye si stupisce che questo problema colpisca proprio gli abitanti del
paese tecnologicamente più avanzato del mondo, e giustamente si preoccupa del
futuro del suo paese,che rischia di perdere il ruolo (e i benefici) a cui in
fondo gli americani erano abituati ...
Si rivolge quindi a costoro, a
questo quasi 50% di americani, e li supplica: "if
you want to deny evolution and live in your world, in your world that's
completely inconsistent with everything we observe in the universe, that's
fine, but don't make your kids do it because we need them. We need
scientifically literate voters and taxpayers for the future. We need
people that can—we need engineers that can build stuff, solve problems".
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Proprio in questi giorni circolano anche altre
strane percentuali elevate che distinguono notevolmente gli statunitensi di
sesso maschile dagli europei. Proprio oggi (come avverte un post sul blog di
K.Harmon sullo Scientific American: "Pediatricians
Group Praises Benefits of Circumcision for Male Infants") sulla
rivista dei pediatri USA la Task force on circumcision (istituita nel
2007) ha pubblicato una preoccupata raccomandazione rivolta ai genitori di
figli maschi ("Circumcision
Policy Statement").
I risultati delle ricerche pubblicate in questi ultimi 15 anni in USA non
sono così sconcertanti come quelli usciti da ricerche svolte in paesi (Kenia,
Uganda e SudAfrica) in cui l'HIV è endemico, la mortalità è elevata e le
percentuali di persone infette raggiungono anche il 30%. I pediatri USA
comunque invitano a considerare la possibilità di prevederla per i figli
maschi, magari invertendo la tendenza a ridurre oggi gli interventi (si è
passati dal 62% nel 1999 al 57% nel 2008, forse anche per il costo elevato,
600$, se in assenza di un health plan che
la preveda).
Nei paesi
africani comunque la situazione è drammatica, e la possibilità di ridurre
addirittura del 50% (questi sono i dati rilevati dalle ricerche effettuate:
"Is male
circumcision a humanitarian act?") i nuovi casi di HIV ha spinto da
tempo l'OMS
a raccomandare l'intervento come insostituibile strategia preventiva per
salvare milioni di vite umane in queste zone del mondo.
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26/8/12-USA
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Nel blog di J.Hawks si riferisce di un
articolo del New York Times (""Genes
Now Tell Doctors Secrets They Can’t Utter") che solleva alcuni seri
problemi etici che possono sorgere improvvisamente oggi che alcuni
ricercatori riescono a monitorare su singoli individui o gruppi familiari
l'avanzare sul terreno, all'interno dei genomi dei singoli individui, del
processo evolutivo. Per ora sono casi rari, anche se drammatici in quanto
sorgono dalla scoperta o meno dell'esistenza di geni che predispongono a
gravi malattie genetiche che potrebbbero essere eventualmente evitate. Solo
che i ricercatori, che possono venire a conoscere a volte informazioni
genetiche che i pazienti (o loro parenti) non conoscono, sono in alcuni casi
vincolati dagli stessi pazienti o loro parenti, al segreto. Che fare? Questi
problemi diventeranno in futuro sempre più numerosi, in seguito al continuo
ridursi del costo delle indagini genetiche, e all'aumento della loro
importanza.
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25/8/12-USA
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Sempre su uno dei blog di Scientific American
si solleva un dubbio ("When should
medicine talk about race?") sul motivo per cui, mentre biologi ed
antropologi sollevano da tempo dubbi non solo sulla possibilità di definire
l'afferenza di un particolare individuo ad un certo gruppo etnico, ma anche
la reale utilità - per l'individuo stesso o per il ricercatore? - di tale
attribuzione, in medicina invece, soprattutto negli USA, "race is everywhere".
Nel post si ricorda come spesso le statistiche sanitarie prevedono questa
distinzione per gruppo etnico, nonostante si sappiia bene che non ci sono più
i meccanismi che un tempo "garantivano" bassi livelli di
rimescolamento. Ora questi meccanismi non esistono o non funzionano più tanto
bene, per cui - in assenza di criteri validi - il rischio di
misclassificazione cresce continuamente, e non sembra che sia una soluzione
valida l'autovalutazione del gruppo etnico.
In effetti può capitare anche da noi, se si riesce ad allungare gli occhi sul
monitor di un'apparecchiatura usata per un esame diagnostico, di leggere che
il software richiede "race" fra
le caratteristiche che si ritengono utili per caratterizzare un certo
paziente. [E' capitato recentemente anche a me in una struttura sanitaria
milanese, con una macchina per la spirometria].
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25/8/12-AU
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Nei giorni scorsi è comparso nel blog di Scientific American (un
sito web davvero consigliabile a chi
capisse l'inglese e volesse aggiornarsi sulle novità scientifiche, di solito
presentate nel modo semplice ma corretto) una storia ("Hatching
of The Lord Howe Island stick insect") difficile da presentare in
poche righe: cos'è successo dopo il 2001, l'anno della la scoperta in
un'isoletta inaccessibile, la
Ball's Pyramid, a 600 km dall'Australia in direzione della Nuova Zelanda,
di una specie di insetto stecco di notevoli dimensioni (12 cm e 25 gr di
peso) che si pensava estinto da più di 80 anni.
Si tratta dell'insetto stecco dell'isola di Lord Howe,
l'isola principale dell'arcipelago, a 20 chilometri dalla precedente, da
cui erano scomparsi nel 1920/30 come conseguenza dell'introduzione dei topi e
poi dei ratti da parte dell'uomo; i nuovi esemplari sono stati trovati
inaspettatamente nel 2001 su uno scoglio distante ben 20 km dall'isola di Lord Howe, il cui
accesso venne proibito all'uomo dal 1982,
Gli altri particolari (l'allevamento allo
zoo di Melbourne dei 4 esemplari portati via nel 2003 dalla Ball's
Pyramid, per ottenerne oggi circa 9000 esemplari, lo scoglio isolato
ridotto oggi ad una piramide di roccia basaltica, il progetto
di reintroduzione dell'insetto - ma solo quando i ratti saranno stati
eliminati - , la
visita allo zoo di Melbourne da parte di R.Attenborough il 17 agosto scorso)
si possono trovare facilmente in rete, ottenendo una conoscenza più completa
della situazione.
A questo si aggiunge anche l'entusiasmante e impressionante video dell'uscita dal bozzolo di un
individuo adulto, archiviato sul sito di VIMEO. Sembra incredibile come questo
insetto riesca a "scompattarsi" uscendo da un contenitore di quelle
dimensioni!
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24/8/12-IT
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Troviamo I.Tattersall,
ma soprattutto W.Carroll, in un articolo della Catholic News Agency
"Scientists:
no contradiction between evolutionary biology and belief in God". Il
titolo è probabilmente tratto da una dichiarazione di Tattersall ("Science is a different way of knowing than spiritual
faith, both answer to a need that humans have ‘to know,’ but they are
answering different parts of the question”), che riprende l'ottimista
ma spesso irreale concetto di NOMA (Not
overlapping magisteria) proposto anni fa da S.J.Gould. Già in
quest'articolo però si capisce che comunque nessuno riesce ad accettare
facilmente che gli altri invadano il proprio campo; sembra comunque che la
fede venga usata per sostenere certezze che in realtà si pretende siano
addirittura considerate verità indiscutibili.
Immagino, ma soprattutto spero, che per Ian Tattersall sarà stata poi una
sorpresa scoprire che alcune dichiarazioni di W.Carroll non solo intendono
fornire risposte definitive e non contestabili proprio alle domande sui
problemi scientifici che lui studia da una vita, ma che si trova davanti
qualcuno che non ha dubbi che "tutto
quello che esiste è causato da Dio", negando alla radice
qualsiasi possibilità di accettare il concetto di NOMA; sconcerta la certezza
di non ritenere utile nemmeno informarsi di quel tanto che oggi si conosce su
come abbiano avuto origine le 10/20 specie di ominini che hanno preceduto il sapiens
attuale e in qualche modo ci collegano agli antenati scimmieschi che non c'è
dubbio abbiamo in comune con le attuali scimmie antropomorfe.
Carroll non ha alcun rispetto verso le competenze; è infatti sicuro che
"nessuna scoperta biologica può negare che
gli esseri umani siano stati creati", smentendo anche quelli che
non scommettono ormai più sugli aspetti biologico/naturalistici
dell'evoluzione umana nella speranza di poter salvare almeno la creazione
dell'anima. Da notare l'ingenuità e l'ignoranza con cui W.Carroll affronta un
problema che ha oggi una dimensione scientifica ben nota; sconcerta che non
ci informi a quale delle tante specie del genere Homo faccia
riferimento quando è così certo (a meno che non si riferisca solo all'anima)
che si tratti di un atto di creazione (=generazione spontanea?)
Anche Carroll sembra addirittura quasi un seguace di De Mattei, lo storico
secondo cui Adamo
ed Eva erano personaggi storici. In attesa del video e della trascrizione
di una conferenza che tratta argomenti su cui in Vaticano si sono tenuti 3
anni fa ben 2 convegni, possiamo solo sperare che la giornalista abbia
semplificato concetti che non conosceva.
A questo proposito è interessante ricordare un'intervista fatta su NCR
nel 2006 (il 17 agosto) dal giornalista John Allen a un biologo
molecolare austriaco, Peter
Schuster, invitato a Castelgandolfo dal papa nei giorni 1/3 settembre a
parlare di evoluzione nella Schülerkreis
organizzata dal papa per prepararsi al bicentenario di Darwin.
Lui era invitato come scienziato esperto (era presidente dell'Accademia delle
scienze austriaca) e nell'intervista premette che "I was a Catholic, but
I no longer consider myself one. I suppose I am agnostic. Let’s put it his way -- I have difficulties with the
idea of a personal God. I don’t have trouble with God as creator of the world
as a whole. Biology by no means disproves the idea of a Creator. But the
point is that we don’t need a Creator to explain what we see. One hundred
years ago, it was the common belief of Christians that God directly created
every new species that exists. Darwin showed how natural development can
lead to new species. Today we understand this much better, and there’s no
evidence that can’t be explained within this general framework". Sembra che il papa, che sappiamo
dall'intervista che pretese che l'esperto di evoluzione ovviamente non fosse
un creazionista, mostri qualche interesse a circondarsi di persone
qualificate e desiderose di capire e risolvere i misteri della scienza.
Curiosamente è ancora consultabile in rete il materiale
didattico che Peter Schuster usò nel 2005 per spiegare ad un
sicuro antidarwinista e antievoluzionista come il card.Schönborn la biologia
del 21' secolo. Molto probabilmente è uno slideshow simile a quello
presentato l'anno dopo a Castelgandolfo.
Da notare come P.Schuster ricostruisca la nascita della biologia del 20°
secolo ponendo alla sua base le scoperte fatte da Darwin, Mendel e Woeler
nell'800, e come ritenga che a quella del 21° secolo abbiano contributo le
scoperte di Mayr, Dobzhansky, Watson, Crick, Jacob, Monod, Perutz, Eigen,
Brenner e Kendrew.
Lo schema che presenta nella slide 14 chiarisce come la scienza si fondi su
scoperte che avvengono grazie a un progetto collettivo di sviluppo integrato
delle conoscenze che si ottengono grazie al metodo scientifico, che è
affiancato e controllato da meccanismi di controllo che cercano di garantire
la coerenza delle dichiarazioni e la loro accuratezza e serietà. Il
meccanismo delle peer-review dovrebbe garantire che uno non possa sostenere
ogni volta ipotesi diverse senza fornire le relative prove.
Nelle slide successive si capisce come Schuster abbia spiegato al
card. Schönborn, e forse poi anche al papa, il ruolo del caso in biologia,
gli esperimenti di Lenski e di Arber, gli equilibri punteggiati, i diversi
tentativi indipendenti di produrre un organo utilizzabile per la vista, e la
complessità dei sistemi di reazioni biochimiche che avvengono a milioni e
continuamente in ogni essere vivente.
Stupisce comunque che non sia stato invitato al Meeting il nuovo presidente
della PAS; Werner Arber. Visto che conosce meglio l'ambiente, frequentandolo
ormai da 30 anni, certo avrebbe potuto rispondere con meno imbarazzo di
I.Tattersall alle certezze e alle provocazioni di W.Carroll, che non sembra
disposto ad apprezzare le competenze filosofiche e teologiche degli
scienziati. Generalizzando le posizioni di un paio di scienziati,
cerca di annullare anche le serie preoccupazioni che GP2 aveva cercato di
sollevare nella lettera a P.G.Coyne del 1988
(il 20° anniversario è passato inutilmente e ormai si sta avvicinando il
25°).
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Sul dibattito di Rimini intanto è uscito anche un
articolo ("Il
balzo del simbolo che libera l'uomo") sul sito web del Meeting di
Rimini di CL che riporta alcuni momenti della conferenza. Nella conclusione
ci si concentra sull'autocoscienza e la sua importanza per la nostra specie;
in questi giorni si sa che ha destato un certo scalpore un documento uscito
il 22/8 da un convegno
di neuroscienziati, in cui si attribuirebbe l'autocoscienza a numerosissime
specie animali. Se n'era discusso anche in maggio, in
riferimento ad alcuni neuroni ("spindle neurons") trovati nei
primati.
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23/8/12-USA
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Come scrive oggi nel suo blog Dienekes Pontikos
("Or,
maybe they speciated 3.7-6.6Ma ago?"): "this has certainly
been an eventful August in human origins research"; continua anche
in questi giorni la publicazione di nuove scoperte che coinvolgono e
ridefiniscono anche i tempi dell'evoluzione e dei diversi eventi di
speciazione nel corso dell'evoluzione umana. Migliaia di ricercatori
forniscono i risultati del loro lavoro, ed è quasi difficile scegliere - e
verificare - le notizie più interessanti e importanti, almeno per citarle e
fornire gli stumenti per informarsi direttamente alle fonti originali e
qualificate, le uniche consigliate in un mondo in cui ormai tutti possono
farsi vedere su internet senza che qualcuno controlli preventivamente se
quello che scrivono è giustificato da ricerche effettuate correttamente o
sono semplici "rivelazioni private" confermate solo da se stesso.
Molte di queste scoperte non fanno che confermare come diversi ricercatori,
con diversi strumenti e per diverse strade, di solito giungono a risultati
simili, che però in questi giorni costringono a modificare alcune date
importanti, come quella dell'origine dell'Homo sapiens o dell'inizio
della linea evolutiva degli ominini, citata nel titolo del post.
Uno dei lavori che cerca di modificare il tempo di divergenza dalle
antropomorfe modificherebbe il tasso di mutazione casuale fra una generazione
e l'altra, aumentando il tasso nel caso i padri abbiano un'età avanzata. Il
lavoro su Nature, di Kong et al. ("Rate of de novo mutations and the
importance of father’s age to disease risk"2012),
suggerisce che i padri a 40 anni trasmettano ai propri figli molte più
mutazioni "de novo" (due in pi+ù ogni anno d'età in più
rispetto a quando avevano solo 20 anni. Il commento di Dienekes, ma anche
quello su Nature di E.Callaway ("Fathers
bequeath more mutations as they age") e di Kondrashov ("Genetics:
The rate of human mutation") sottolineano alcune possibili
conseguenze di questi risultati, ottenuti grazie alla banca dati genetica
islandese, unica nel suo genere, contenente intere sequenze del DNA di
famiglie con individui di diverse generazioni. Curioso il fatto - osservato
da E.Callaway, che il lavoro di Kong permetta finalmente di spiegare
razionalmente, dopo 80 anni, un'osservazione che fece il grande genetista J.
B. S. Haldane nel 1930: secondo lui i padri trasmettevano ai figli più
mutazioni puntiformi rispetto alle madri. Sempre Callaway fa comunque notare come "The study does not prove that older fathers are more
likely than younger ones to pass on disease-associated or other deleterious
genes".
Questo toglie forza e giustificazione ad una preoccupante osservazione di
Kondrashov ("If the paternal-age effect on
the de novo mutation rate does lead to substantially impaired health
in the children of older fathers, then collecting the sperm of young adult
men and cold-storing it for later use4 could be a wise individual
decision. It might also be valuable for public health, as such action could,
according to Kong and colleagues' findings, substantially reduce the rate of
deterioration of the gene pool in human populations under relaxed selection").
Questo lavoro rischia anche di influenzare i risultati di un altro
recente lavoro di Langerbraver che in luglio, con un articolo su PNAS
scritto da genetisti molecolari e primatologi che hanno fornito nuovi dati
sulla riproduzione dell scimmie antropomorfe in natura ("Generation
times in wild chimpanzees and gorillas suggest earlier divergence times in
great ape and human evolution") anticipava a 7/8 millioni di anni il
momento della divergenza fra la linea evolutiva degli ominini e quella delle
antropomorfe.
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22/8/12-USA
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Nel blog di John Hawks, in vista della
ripresa dei corsi universitari, si suggeriscono ("Human
evolution links for teachers") alcuni siti web ("Human
Evolution Education Resources" ) non troppo recenti ma utili a chi
insegna antropologia ed evoluzione.
J.Hawks ricorda anche che la PBS ha una pagina con links a NOVA
online videos pertinent to human evolution.
Non per i docenti di antropologia ma per i loro studenti sono anche - in un
altro sito web - le notizie sulle possibilità di lavoro offerte da competenze
nei diversi campi della scienza. Ci sono le 10
lauree migliori e le 10
peggiori. si fa ovviamente riferimento al contesto USA, ma non è detto
che in Italia per gli antropologi le prospettive siano probabilmente
migliori.
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22/8/12-UK
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Nature pubblica oggi un appello
("Conservation
policy: Listen to the voices of experience") che arriva da
alcuni esperti (Esther Turnhout, Bob Bloomfield, Mike Hulme, Johannes Vogel & Brian Wynne) dell'Intergovernmental Platform on
Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES),
insediatisi in aprile a Panama.
Questi esperti si augurano che l'IPBES acquisti l'autorità scientifica e
l'influenza politica che ha acquisito in questi anni l'IPCC, anche se
auspicano che visiano meno contestazioni e controversie. Sottolineano quanto
il controllo dei cambiamenti climatici (spesso quantificabili con dati
oggettivi ed esterni) sia ben diverso del controllo della biodiversità, che
richiede una capacità di conoscenza e controllo dell complesse interazioni
fra la biodiversità e buona parte dei 7 miliardi di abitanti sulla
terra.
Chiedono quindi una particolare cura e criteri diversi nella composizione
degli esperti dell'IPBES, da non scegliere con i criteri della ricerca
scientifica peer.reviewed ma considerando anche la capacità di muoversi in
ambito politico ed economico, per poter agire efficacemente e rapidamente ad
esempio su pratiche agricole od economiche che minacciano la biodiversità.
Queste sono i suggerimenti degli esperti per una gestione dell'IPBES:
Rules of engagement for the
IPBES
1. Operate not as a centralized global
organization, but as global coordinator of a distributed network that can be
sensitive to local knowledge, needs and conditions.
2. Address all mandated functions
simultaneously and in a balanced way so that non-elite actors are not placed
in an end-of-pipe position.
3. Facilitate broad discussion of the
terms and methodologies used to define, understand, assess and conserve
biodiversity; and be explicit about contested assumptions.
4. Ensure diverse representation in
activities and decisions. Expert panel should include natural scientists,
social scientists, humanities researchers, biodiversity practitioners and
indigenous-knowledge networks, with accreditation criteria and selection
processes made public.
5. Experiment with ways to validate and
maintain quality control, such as sensible narratives and citizen panels.
6. Embrace dissenting views and
perspectives to build trust among represented parties — for example, through
minority reporting instead of pursuing consensus.
7. Work with trusted civic organizations
and networks at the interface of science, citizens, business and culture.
8. Have rolling and overlapping
timetables for different products, rather than delivering a single ‘big-bang
report’ every six years.
9. Reflect regularly to identify areas
for improvement.
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22/8/12-IT
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Un gruppo di ricercatori in gran parte italiani ha
pubblicato oggi su PLOS i risultati di una ricerca che dimostra, sulla
base sia delle caratteristiche anatomiche delle ossa dello scheletro
postcraniale che dell'orientamento striature rilevate sugli incisivi la
preferenza manuale del neandertaliano
trovato a Regourdou: Virginie Volpato, Roberto Macchiarelli, Debbie
Guatelli-Steinberg, Ivana Fiore, Luca Bondioli, David W. Frayer:
Hand
to Mouth in a Neandertal: Right-Handedness in Regourdou 1
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Oggi si è parlato di Darwin e di evoluzione umana
al Meeting di CL a Rimini (se ne parla sul sito dell'AGENSIR: Dio
e Darwin), con gli interventi di William Carroll e del
paleoantropologo Ian Tattersall, del Museo di Scienze Naturali di New
York; Tattersall fu uno dei curatori anche della mostra "Darwin 2009",
che, sul modello di quella di New York nel 2008, è stata realizzata nel 2009
in Italia, prima a Milano e poi in altre sedi.
L'incontro era su “Evoluzione biologica e natura dell’essere umano”.
Secondo l'articolo sembra che W.Carroll sostenga che la scienza sia da
criticare in quanto ha dimostrato che per spiegare l'evoluzione biologica non
sia necessario fare ricorso ad un Dio creatore.
Nell'articolo non è ben chiaro il motivo per cui il primo sottotitolo faccia
riferimento a "Due causalità senza
conflitto", cercando di connetterlo inizialmente ad una
citazione di W.Carroll ("L’incompatibilità
tra creazione ed evoluzione è solo apparente”, che possiamo sperare
fosse stata ben motivata o che l'oratore abbia spiegato quali ne fossero le
conseguenze) e ad un "naturalismo
totalizzante che ritiene la scienza sufficiente a spiegare tutto ciò che deve
essere spiegato”. A cominciare da Galilei e ricordando che qualcuno
sostiene che la chiesa cattolica abbia avuto un ruolo importante nell'origine
della scienza,
Potrebbe inizialmente sembrare anche solo un semplice errore di stampa
(causalità/casualità), in quanto proprio un religioso, Gregorio Mendel, più
di un secolo fa dimostrò il ruolo fondamentale del caso nella riproduzione e
quindi in biologia, e quindi nell'evoluzione e nella teoria che la spiega.
In realtà si scopre poi invece che W.Carroll alluderebbe a una frase di
S.Agostino citata successivamente, che fa riferimento a due causalità,
nessuna delle quali però coinvolgerebbe la biologia.
Se W.Carroll sostiene, e non si capisce se e come l'abbia provato, che "nessuna scoperta biologica può negare che gli esseri
umani siano stati creati", dovrebbe almeno chiarire se davvero
intende usare Dio come tappabuchi, in quanto già otto anni fa, nel 2004,
il Vaticano accettò tranquillamente l'origine comune di tutti gli esseri
viventi (negando la generazione spontantea e collegando quindi l'uomo ai
precedenti ominini, a loro volta direttamente connessi ai precedenti antenati
primati, come spiega bene R.Dawkins nel suo bel libro "Il
racconto dell'antenato. La
grande storia dell'evoluzione"): " Since it
has been demonstrated that all living organisms on earth are genetically
related, it is virtually certain that all living organisms have
descended from this first organism. Converging evidence from many studies
in the physical and biological sciences furnishes mounting support for some
theory of evolution to account for the development and diversification of
life on earth".
Strano che non ci si renda conto che esistono scoperte, le prime
furono quelle di G.Mendel, che confermano come il caso gestisca le modalità
di trasmissione dei caratteri geneticamente determinati, a cominciare dal
sesso, fatto ben noto anche alla giornalista, che dimostra di conoscere la
percentuale di femmine nella popolazione e quindi di aver compreso il
meccanismo casuale che lo determina, non
ancora noto a tutti.
Forse, proprio per questo, chi vorrebbe trovare nella biologia e nel processo
evolutivo una "causalità", di cui proprio Mendel nel suo
orto a km 0 non aveva trovato tracce, spesso sottovaluta il suo nome e
l'importanza della sua scoperta del dimostrare il ruolo centrale del caso e
quindi dell'incompatibilità fra la biologia e ogni teologia che non
accettasse questa scoperta che, fra l'altro, chiarì immediatamente alcuni
punti debolissimi della teoria di Darwin, prima indifendibili, come anche lui
ben sapeva.
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22/8/12-WORLD
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Oggi, 22 agosto, è una ricorrenza che è
facile dimenticare. Si tratta infatti dell'Earth
Overshooting Day. La si dimentica in quanto purtroppo cambia ogni
anno e ogni volta arriva sempre prima del previsto. Molto prima. L'anno
scorso infatti era quasi un mese dopo (il 27 settembre!), nel 2002 era il 3
ottobre e nel 1992 era il 21 ottobre. A livello globale la data si
calcola sulla base del rapprto fra "l’ammontare
di risorse naturali che la Terra è in grado di generare ogni anno e la
quantità di risorse e di servizi che richiede l’umanità".
E' evidente un'anticipazione sempre più accelerata negli ultimi anni, come si
vede anche nel
grafico che indica quanti pianeti sarebbero necessari per produrre le
risorse che ogni paese consuma annualmente. Il concetto di Impronta
ecologica, proposto e sostenuto dal Global
Footprint Network, ha oggi un notevole successo in quanto anche un
bambino capisce il concetto di carenza o debito (ma anche il dubbio del furto
si affaccia alla mente) che consegue al consumo di una maggior quantità di
risorse rispetto a quelle disponibili.
Un po' in tutto il mondo sono quindi sorte negli ultimi anni iniziative per
monitorare i consumi a livello di famignia, città, regione e nazione,
ottenendo facilmente dati quantitativi e relazioni utili per programmare la
gestione futura delle risorse disponibili senza doverle rubare altrove e ad
altri.
Davvero interessante come esista un progetto di valutazione dell'impronta
ecologica nell'area mediterranea (Mediterranean Ecological
Footprint Trends), a cui l'Italia però aveva
deciso di
non partecipare. Una prima
bozza dei risultati dell'indagine è stata pubblicata a giugno ("Are
Mediterranean countries at risk?") mentre i risultati
definitivi verranno presentatati ai
primi di ottobre in un workshop a Venezia.
Interessante invece verificare come in Italia sia partito un grosso progetto
che sostiene l'idea dell'Impronta Ecologica e abbia lanciato e realizzato
numerosi progetti di valutazione del consumo di risorse in alcune aree del
paese. Il progetto è gestito da un'organizzazione di area cattoolica, Greenaccord, a cui aderiscono
decine di soci fra cui molti vescovi e cardinali, ma anche rappresentanti
dello stato (Schifani, Marini, Prestigiacomo, Chiti, Pecorar Scanio) degli
enti locali; non mancano esperti qualificati, anche di livello mondiale
(Pachauri, Maathai, Severino, Lester Brown, Latouche).
Nel sito web sono presenti informazioni sui loro interessi, ma anche
sulle iniziative, che hanno
realizzato soprattutto coinvolgendo alcune parrocchie e con la collaborazione
del WWF.
È stato avviato nel febbraio 2011 il progetto “Impronta Ecologica - Progetto
di sensibilizzazione finalizzato all’adozione di stili di vita sostenibili”. Il
progetto prevede il coinvolgimento di 300 famiglie della diocesi di Napoli e
di alcune della Lombardia (Milano, Bergamo e Brescia), che registreranno i
loro consumi per il calcolo dell’impronta ecologica familiare, e riceveranno
dei suggerimenti pratici da mettere in pratica per ridurre il proprio impatto
sul pianeta risparmiando risorse e denaro. Alla fine del percorso, attraverso
un secondo calcolo dell’impronta ecologica, sarà possibile verificare i
miglioramenti ottenuti. Nel sito sono disponibili i risultati di alcune delle
indagini effettuate a Napoli, Milano e Brescia.
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21/8/12-USA
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Su PLOS oggi è uscito un articolo di
notevole interesse per capire il funzionamento, la riutilizzazione e il
rimodellamento dei "moduli genetici" nel corso dei processi
evolutivi: "Evolutionarily
Repurposed Networks Reveal the Well-Known Antifungal Drug Thiabendazole to Be
a Novel Vascular Disrupting Agent". E' un articolo che assolutamente
non può lasciare indifferenti, anche se magari qualcuno potrebbe fare sempre
domande sui milioni di anelli mancanti su cui l'articolo non ha informazioni.
Per dirla in breve (chi fosse interessato non può che leggere l'articolo e i
commenti che certo susciterà): si è scoperto che le cellule del lievito e i
vasi sanguigni dei vertebrati hanno in comune il fatto che utilizzano nei
loro processi biochimici delle proteine simili ma per scopi diversi: mentre
nel lievito controllano la
manutemzione delle pareti cellulari, nei vertebrati regolano l'angiogenesi.
Le conseguenze comunque non finirebbero qui: la scoperta di meccanismi basati
su sistemi di proteine simili in organismi del tutto diversi ma
filogeneticamente connessi apre la strada alla scoperta di nuovi farmaci;
seguire proprio la somiglianza dei processi biochimici coinvolti permette
infatti di cercare per esempio inibitori che agiscono sui processi che
avvengono sia nel lievito che nei vasi dei vertebrati.
L'articolo riporta la notizia della proposta di una nuova molecola che
potrebbe essere utlilizzato come inibitore dell'angiogenesi. Sembra
incredibile, ma i processi biochimici del lievito possono rendersi utili per
trovare nuovi farmaci utilki per inibire l'angiogenesi.
Per una descrizione degli aspetti utili e interessanti di questa riucerca
possiamo leggere l'articolo scritto dal giornalista Carl Zimmer per il
New York Times: "Gene
Tests in Yeast Aid Work on Cancer"
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21/8/12-IT
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Esce oggi su Repubblica, tradotto in
italiano, un articolo ("“Clima,
gli scettici hanno torto”, di Richard A. Muller"), che avevo già
citato il 28/7, di un climatologo, responsabile del progetto Berkeley Earth Surface Temperature
che si è pentito del suo scetticismo sul riscaldamento globale dopo aver
guardato meglio i dati. Non è l'unico ad aver cambiato opinione e a spiegarne
il motivo. E' successo tempo fa anche ad un politico, ex-presidente della
commissione ambiente del senato USA. Anche lui dopo aver riguardato i dati
l'aveva ammesso, durante un dibattito televisivo ("Inhofe’s
Stunning Admission To Maddow on Global Warming") con una giornalista
ben preparata sull'argomento. Ha
candidamente ammesso il motivo per cui i conservatori USA non credono nella
climatologia: “I was actually on your side of this issue when I was
chairing that committee and I first heard about this. I thought it must be
true until I found out what it cost.”
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20/8/12-USA
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Carina la vignetta.
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Sembra un periodo certamente ricco di novità su
temi che ripetutamente rivitalizzano l'interesse e la curiosità per le
meraviglie prodotte dal processo evolutivo e chiarite dalla curiosa genialità
dei ricercatori; sconcerta scoprire che per alcuni di quelli del secolo
scorso (e non si parla di qualcuno della famiglia Darwin ...), qualcuno ormai
suggerisce che potrebbero anche essere messi in pensione e addirittura tolti
dai libri di testo, dove sarebbe meglio aggiungere informazioni oggi
indispensabili.
Sembra che l'esplosione delle conoscenze ci costringe a notare che lo spazio
sui libri di biologia stia diventando insufficiente; oggi si sta ponendo il
problema di non occupare pagine che potrebbero essere più utilmente dedicate
a ricercatori e scoperte più recenti, riguardanti temi più caldi e
coinvolgenti.
Oggi l'enorme dimensione numerica degli esseri umani costituisce essa stessa
un rischio notevole per la stessa sopravivenza della nostra specie, come ha
dimostrato anche Carl Zimmer il 16/8; molti dei problemi connessi alla gestione
consapevole di quest'emergenza richiedono una maggiore conoscenza diffusa che
permetta di gestire meglio e democraticamente anche i rischi connessi, non
gestibili con strategie tradizionali.
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Alcuni di questi temi appassionanti escono oggi
dalle pagine web del sito di Scientific American: l'idea di eliminare
dai libri di testo un grande naturalista del secolo scorso, che dimostrò con
una sua scoperta il ruolo centrale ma anche spesso drammatico del caso
nell'evoluzione biologica (basta pensare al diverso destino che attende
individui che casualmente - è noto - hanno la fortuna di nascono maschi
invece che femmine in molte culture umane anche attuali) viene proprio da una
ricercatrice genetista, Ricki Lewis, che scrive libri di genetica
umana di successo; per esperienza diretta si preoccupa seriamente che alcune
delle novità non sempre riescono a trovare spazio nel libro di cui ha già
pubblicato 10 edizioni annuali, "Human genetics,
concepts and applications".
Due sono i temi cui dedica l'articolo ("Hidden
Meanings in Our Genomes–-and What to Do with Mendel") che pubblica
su Scientific American; il primo riguarda la premessa: l'esplosione
delle scoperte fatte negli ultimi 40 anni, illustrate elencando con grande
efficacia i principali articoli pubblicate da una rivista di genetica umana (American
Journal of Human Genetics) nei mesi di
agosto degli anni 1982, 1992, 2002 e 2012, con un'impressionante
crescita esponenziale di conoscenze sulla struttura e la funzione delle
incredibili molecole alla base della vita. Conseguenza di questa crescita,
che fra l'altro riguarda solo una parte della biologia. è la difficoltà di
inserire nei libri di testo, ma anche nei nostri cervelli, informazioni che
oggi sono sempre meno importanti anche se rimangono ovviamente fondamentale
per capire i meccanismi riproduttivi casuali che gestiscono l'evoluzione
biologica.
La sua proposta è quindi di dare per già note informazioni che ci dobbiamo
illudere che siano già state precedentemente insegnate agli studenti che
arrivano all'università.
Che ci siano molti nuovi argomenti che oggi è necessario conoscere Ricki
Lewis lo mostra anche nel suo blog,
in cui presenta molti casi personali delle infelici
giovani"vittime", inconsapevoli ma inevitabili, dei meccanismi
evolutivi, e mostra cosa si faccia per risolvere i problemi loro e di chi
avrà in futuro la loro stessa rara malattia.
Il dibattito su Mendel e la sua utilità didattica è stato già sollevato
recentemente con un articolo su PLOS biology ("‘Why
do we have to learn this stuff?’-A New Genetics For 20th Century Students")
su cui si è anche discusso parecchio, ritenendo che sia superato parlare di
piselli e di caratteri monofattoriali quando ormai con meno di 1000 dollari
si riesce a sequenziare un intero genoma umano per avere una possibile
diagnosi precoce anche di future malattie.
Non c'è però dubbio che una conoscenza scarsa sugli esperimenti che 150 anni
fa hanno dimostrato il ruolo della selezione naturale e del caso corre il
rischio di non fornire una base conoscitiva sufficiente e necessaria per
utilizzare anche le informazioni più aggiornate e complesse.
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19/8/12-UK
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Sono passati 50 anni e il Guardian
vuole ricordarcelo, con un articolo sul volume che oggi appunto compie mezzo
secolo e ha cambiato il modo di leggere la scienza: Thomas Samuel Kuhn: The Structure of Scientific Revolutions,
E' disponibile per i kindle anche una edizione
speciale per il 50'
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18/8/12-IT
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I giornalisti del Foglio hanno invitato Piattelli
Palmarini a rispondere ad un articolo di A.Massarenti comparso
domenica scorsa sul Sole 24 Ore in occasione di una ripubblicazione del suo
volume "Gli errori di Darwin".
Il Foglio pubblica oggi le sue risposta ("Il
totem darwinista"), continuando una polemica che lo stesso Foglio
aveva sollecitato anche un paio di anni fa, nonostante l'interesse minimo che
ha sempre manifestato all'argomento.
La polemica di MPP sembra rimanere vivace soprattutto con il giornalista del
Sole 24 Ore, mentre con i biologi e filosofi che avevano criticato il libro,
sia in Italia che negli USA, la discussione magari continua, ma più su altri
piani piuttosto che su quello scientifico, l'unico dove sarebbe corretto che
la discussione continuasse, tenendo conto che le conoscenze biologiche
attuali sono ben diverse e maggiori rispetto a quelle di 150 anni fa ... ma
non molto diffuse.
Almeno non dappertutto. come dimostrato dagli avvenimenti che recentemente
hanno messo in luce le terribili incompetenze degli esperti ministeriali
nominati dal ministro Gelmini per garantire che solo i migliori entrino nelle
scuole a trasmettere il sapere attuale. Soprattutto in ambito biologico
sembra davvero che purtroppo si lavori per limitare l'aggiornamento a chi si
occupa della ricerca
Curiosamente fra i critici del libro non solo i neocreazionisti italiani, ma
anche Piattelli Palmarini si dimentica sempre del "povero" A.Barzaghi,
un biologo che ha criticato anche lui gli errori contenuti nel libro sul
quotidiano cattolico on line Il Sussidiario: "Anche
i laici attaccano Darwin: ma il fuoco amico sbaglia bersaglio…": la
soluzione da lui proposta ricalca quanto da tempo sostenuto da chi si occupa
seriamente del problema: "la via più
proficua da battere sembra essere quella di un ampliamento della cornice
evolutiva di riferimento offerta dalla Sintesi."
.
Rimane quindi drammatico il problema della diffusione delle conoscenze
scientifiche, biologia compresa, in un ambito più vasto rispetto al mondo
della ricerca; in Italia il problema è meno grave che negli USA, dove però
non ci sono "esperti" ministeriali creazionisti che, forse non
frequentando i nostri supermercati alimentari, non sanno che si possa anche
variare la dieta, proprio grazie alla "speciazione".
Preferisco comunque rimanere in trepida attesa: il 12/7/12 un articolo
del Foglio annunciava che "in tema di
evoluzionismo ci sono novità formidabili, che modificano il darwinismo ma
confermano la grandezza di Darwin".
Non è certo una bella notizia per chi si illudeva di vivere in "tempi di rampante antidarwinismo creazionista".
Lo è invece per Darwin, che potrà riposare in pace rimanendo sempre nella
"cattedrale" degli anglicani.
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17/8/12-USA
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In una grotta dell'Oregon è stata scoperta una
nuova specie di ragno con caratteristiche originali; tanto originali da dover
essere inserito in una nuova faniglia e in un nuovo genere, addirittura. Si
tratta del Trogloraptor, un ragno dotato anche di artigli alle
estremità degli arti. se ne parla in un blog di Scientific American
("Scientists
Discover New Cave Spider Species… with Claws!").
·
Attenzione che Scientific American
ospita numerosi blog, gestiti in
modo autonomo rispetto alla rivista
·
Una strana polemica è stata sollevata dai senatori
repubblicani in Kentucky. Si sono accorti solo ora degli effetti di
una legge, da loro approvata tempo fa, che autorizza a valutare la
preparazione scientifica degli studenti prima dell'università; prevede quindi
anche domande sull'evoluzione biologica; è iinfatti uno dei tanti temi scientifici che vengono affrontati oggi in
qualsiasi scuola, anche del loro stato. Ne parla oggi un articolo sull'Huffington Post:
"Kentucky
Evolution Fight: GOP Lawmakers Upset State Exams Test Students On 'Made Up'
Theory".
A questo proposito viene subito in mente un famoso processo (ACSI vs Stearn)
suscitato dalla non ammissione all'Università della California di studenti
che alle superiori non avevano studiato correttamente "biologia",
avendo utilizzato libri creazionisti nelle scuole religiose protestanti che
frequentavano. Un problema simile presentavano anche i numerosi home
schooler per motivi religiosi.
Il processo si
concluse il 12/10/10 con sentenza della Corte Suprema in favore delle
scelte dell'università. Al successo contribuì
anche la consulenza di un famoso
professore di biologia dell'Università della California, Francisco Ayala,
un evoluzionista apprezzato in Vaticano, dove venne anche chiamato a gestire
scientificamente uno dei recenti convegni sul centenario di Darwin («EVOLUZIONE BIOLOGICA. Fatti
e Teorie»). Anche in questo covegno
non vennero accettati i creazionisti e i sostenitori dell'ID (“Creationists, Intelligent Design Advocates Blast
Vatican for Not Inviting Them to Evolution Conference”:
"We think that it's not a scientific prospective, nor a theological
or philosophical one," said the Rev. Marc Leclerc, the conference
director); davanti allo stesso Ayala, venne espulso un creazionista
islamico un po' invadente; lo stesso che venne poi incredibilmente
invitato a Milano il 21/10/2010 dai creazionisti "della terra
giovane" dell'AISO, evidentemente intellettualmente più elastici del
Vaticano.
Per organizzare quel convegno vaticano sulla teoria dell'evoluzione il
card.Ravasi coinvolse anche un'università cattolica USA, quella di Notre
Dame, che certamente conosceva ed era abituata a contrastare i
creazionisti e i neocreazionisti sostenitori dell'Intelligent Design, come si
capisce dall'articolo "Where’s
the Intelligence in Intelligent Design?" di Don Howard,
professore di filosofia dell'Univ. di Notre Dame.
Dalla stessa università cattolica uscì nel 2005 un documento molto critico ma
molto chiarocontro il sostegno mostrato dal Card.Schonborn verso l'ID con un
editoriale sul New York Times del 5/7/2005.
Un docente di biologia, Gary
Belovsky, lo contestò subito, scrivendo un mese dopo che "Darwinism
and Catholicism should be compatible"; il motivo gli sembrava
evidente e facile da capire: "If Cardinal
Schönborn’s perspective became doctrine, no Catholic university could
maintain a reputable biology or science program, because the vast majority of
scientists acknowledge that overwhelming evidence supports Neo-Darwinian
evolution—Notre Dame could no longer stand with Harvard, Stanford and
other world-class institutions of learning. Micro-evolution has
elucidated Neo-Darwinian mechanisms that include genetics, reproduction and
ecology. Neo-Darwinism is what has been tested and never refuted; Cardinal
Schönborn would have us deny what we can observe".
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16/8/12-UK
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Nel blog di J.Coyne "Why evolution
is true" si riporta la notizia "A
gorilla never forgets" di un ricongiungimento familiare che
riguarda tre gorilla fra loro fratelli, ceh vengono rimessi insieme nel Longleat Safari Park dopo 2 anni di
separazione. Le immagini della ricongiunzione sono visibili in alcuni siti
web, che mostrano i comportamenti conseguenti al riconoscimento e alla gioia
che questo provoca. Se ne parla anche su The
telegraph, The
Sun e sulla BBC,
dove c'è uno slideshow.
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16/8/12-USA
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Nel blog The Loom il giornalista scientifico
Carl Zimmer insiste con virus e parassiti vari, aggiungendo nuove
angosce al caldo torrido che in questi giorni ci rende già difficile ed
agitato il sonno.
Questa volta ("West
Nile Virus: The Stranger That Came To Stay") il suo interesse è per
un virus che negli USA è comparso davvero recentemente, nel 1999, ma che
oggi, diffuso dalle zanzare, sta angosciando i cittadini e le autorità
sanitarie di Dallas: 200 abitanti sono stati recentemente infettati e ben 10
sono morti, per cui a Dallas è stato decretato lo stato di emergenza, come
informa questo articolo pubblicato sul New York Times di oggi: "West
Nile virus is wreaking havoc in Dallas". E' la prima volta dal 1966 che a Dallas è stata
autorizzato un intervento
aereo di disinfestazione contro le zanzare.
A livello nazionale nel 2012 ci sono stati 690 casi, di cui una
trentina letali,.
Secondo Carl Zimmer questo è quindi
il momento buono per riproporre nel suo blog la
storia della comparsa e della diffusione del West Nile Virus, da lui
pubblicata come capitolo nel libro A
Planet of Viruses (2011).
Anche per quanto riguarda l'Italia la situazione merita di essere monitorata,
come fanno il governo,
il ministero
della salute, i centri
trasfusionali, i veterinari
e l'ISS. Qui gli ultimi
aggiornamenti (luglio 2012) e le
sospensioni delle donazioni di sangue per chi ha dormito
recentemente - o dormirà
prossimamente - in alcuni paesi stranieri! Qui una mappa
europea aggiornata per il 2012. Come si vede la situazione negli USA è
veramente peggiore.
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16/8/12-USA
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Succede anche questo.
Dovremo cambiare i nostri DVD e i nostri lettori-MP3 con lettori-DNA?
Probabilmente non succederà mai, anche perché si avrebbe probabilmente
bisogno delle ottime tariffe offerte dai sequenziatori cinesi per poi leggere
libri o musiche registrate come sequenza di DNA.
Certo potrebbe essere una buona idea cominciare a mettere su DNA i libri
di Darwin, che il DNA ancora lo ignorava.
Qualcuno è curioso di conoscere quale sia la notizia pubblicata oggi da Science?
"Next-Generation Digital
Information Storage in DNA" di George M. Church, Yuan Gao,Sriram Kosuri: "Here, we develop a strategy to encode arbitrary digital
information in DNA, write a 5.27-megabit book using DNA microchips, and read
the book using next-generation DNA sequencing".
Questo metodo, come prevedibile, permette di ottenere la
massima densità di informazione per mm3. Molto piccole novità ....
per i James Bond del futuro!?
Il primo volume pubblicato su DNA e leggibile solo con un sequenziatore
è "Regenesis: How Synthetic Biology Will Reinvent
Nature and Ourselves"
di George M.
Church e Ed Regis. Attualmente non disponibile su Amazon, si sa che sarà disponibile dal
2/10 presso Barnes&Noble.
Anche Carl
Zimmer ne parla nel suo blog The Loom in un post dal titolo "Want to Get 70 Billion Copies of
Your Book In Print? Print It In DNA". Ulteriori notizie sono che poi George M.
Church ha creato 70 miliardi di copie del suo libro, che
questo modo di codifica e archiviazione è probabilmente l'unico che potrà
essere riletto anche fra qualche secolo: il DNA è un codice universale e
sapremo sempre come leggerlo; tutt'al più i bibliotecari dovranno
possedere una laurea in biologia....
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Anche se questo argomento è più
interessante: nel suo blog l'antropologo Dienekes commenta ("Our
big human brains may depend on DUF1220 copy numbers") un articolo
comparso oggi sull'American Journal of Human Genetics: "DUF1220-Domain
Copy Number Implicated in Human Brain-Size Pathology and Evolution".
Il dato presentato è semplicemente sconcertante e riguarda un punto certo
direttamente connesso con una caratteristica ritenuta importante per la
nostra specie.
La scoperta conferma la nostra origine fra i primati in quanto si dimostra
una evidente correlazione fra il numero di copie del gene e la dimensione
dell'encefalo, che è risultato elevatissima (0,98, ma i dati sono ancora
pochi e la distribuzione non è omogenea...) nei primati finora esaminati (270
copie sono state trovate nell'uomo, nello scimpanzè 125, nel gorilla 99,
nella Calithrix 30 e nel topo 1 solo). La correlazione elevata vale anche per
il numero di neuroni dell'encefalo.
Una correlazione elevata è stata trovata anche in soggetti umani micro e
macrocefali patologici per una nota mutazione sul cromosoma 1, dove appunto
si trova il geneDUF1220. Da notare che è stato anche notato che nei
Neandertal il numero di copie dei DUF1220 è maggiore di quello umano (e il
loro encefalo è mediamente di maggiori dimensioni); sarà poi interessante
verificare, appena disponibile, il numero di copie presenti in Homo
floresiensis.
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14/8/12-PARAGUAY
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Non sempre in occidente si riesce a capire come in
altri paesi e in altre cultura capiscano l'importanza e l'utilità
dell'evoluzione culturale che caratterizza quella che noi chiamiamo civiltà
occidentale, nè sappiamo quanto lo apprezzino.
Un articolo ("Spanish
tycoon’s role in destruction of ‘hiding tribe’s’ forest") nel sito
web di Survival Intentaional, un'associazione che cerca di difendere
le popolazioni selvagge ancora presenti in tutti i continenti del mondo
mostra gli effetti della costruzione, con i buldozer, di una rotonda
autostradale attorno ad una capanna
degli Ayoreo, che credevano di vivere nella loro foresta fino a quel
giorno poco frequentata. Invadente responsabile di questa novità nella
viabilità della foresta è uno degli spagnoli più ricchi, respomsabile del
gruppo S.Josè che ha dei grossi prgetti che coinvolgono le foreste in cui
vivono gli Ayoreo in Paraguay. Anche questo è progresso, anche se non
richiesto.
Qui un
video dal sito di Survival International mostra la vita, ripresa
dall'altro,di alcune popolazioni che vivono in un modo molto simile a quello
anche dei nostri antenati. D'altronde questo è quello che è possibile
ottenere dalle loro terre.
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14/8/12-USA
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Da un post di Panda's Thumb ("More
Luskin head-faking about human descent") può partire la ricerca
delle reazioni che ha scatenato il contenuto di un libro sull'evoluzione
umana scritto da C.Luskin, un avvocato del Discovery Intitute per spiegare
l'evoluzione umana a chi non ha grande interesse a capire quello che gli
esperti conoscono meglio. Il post invita a iniziare (col dizionario inglese
sottobraccio, se serve) leggendo una critica
di Paul McBride, capitolo per capitolo, del libro "Science and
Human Origins". Un'altra critica, di Carl
Zimmer sulle nuove scoperte sulla fusione centrica che ha dato luogo al
cromosoma 2 nell'uomo, riducendo il numero di cromosomi da 48 a 46. l recente
sequenziamento del genoma del gorilla ha permesso una ricostruzione più
accurata degli eventi nei diversi eventi di speciazione
Un'altra critica molto interessante si trova nel blog Afarensis
che invee analizza un capitolo di Luskin sulle australopitecine che si può
leggere qui: Later Hominins: The Australopithecine Gap,
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13/8/12-SA
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Dal Sud Africa giungono notizie che
l'epidemia di ebola in Uganda sembrerebbe sotto controllo (l'ultimo
caso letale è stato identificato il 4 agosto); una partita
di calcio fra Uganda e Malawi prevista prossimamente comunque è stata
sospesa, per evitare spostamenti di tifosi ugandesi da un paese all'altro
dell'Africa.
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11/8/12-USA
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Una special Issue ("World of Waste",
sulla "Garbology") della rivista Science presenta uno
dei problemi che dovrebbe oggi preoccupare un po' di più anche gli
economisti, in genere più interessati a scoprire come procurarsi le sempre nuove risorse necessarie per
garantire la sopravvivenza nel tempo di ogni nazione e dell'intero pianeta.
In un sistema che per alcune risorse, a cominciare da quelle idriche, è
sostanzialmente chiuso, anche la gestione ottimale degli scarti e dei rifiuti
deve essere considerata necessaria per la sopravvivenza della nostra specie,
e quindi dovremmo controllare che gli
economisti (ma anche i politici e i cittadini comuni) lo pongano al centro di
ogni problema di cui si occupano e di ogni scelta di vita.
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10/8/12-USA
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Su Scientific American di oggi un articolo
("See
Change: Rapid Emergence of New Sea Star Species Illustrates Evolution's Power")
riferisce di una interessante scoperta, fatta nei mari dell'Australia: hanno
scoperto che sarebbe comparsa circa 6000 anni fa una nuova specie di stella
marina del genere Cryptasterina.
Lo annuncia un articolo pubblicato il 18/7/12 sui Proceedings Royal
Society B ("Extraordinarily
rapid life-history divergence between Cryptasterina sea star species"),
ripreso il 23/7 da Science Daily ("Superfast
Evolution in Sea Stars").
Già da tempo (il 3/8) l'articolo era poi stato addocchiato dai
neocreazionisti USA (C.Luskin
del Discovery Institute) che dalla loro poltrona hanno spiegato che
"an Intelligent Design perspective might
suggest this group as a whole is pre-programmed with the capacity to
reproduce in different ways", che sarebbe, dicono, "proprio quello che i bravi ricercatori hanno visto"....
Chi potesse vederlo, l'articolo è QUESTO
ed è improbabile che C.Luskin possa aver previsto dal suo ufficio tutti
questi risultati che utilizza e conferma.
Pieno di errori è anche il post (" di un creazionista biblico ("The scientific evidence is more compatible with the
origin of life account as recorded in Genesis than any theory of evolution.")
ammiratore di Fodor e Piattelli Palmarini, che viene però corretto e smentito
da un visitatore che fa anche notare anche come l'articolo dimostri proprio
che "questa nuova specie sia il prodotto di
una discendenza con modificazione".
Gli autori dell'articolo originale sospettano che differenze ambientali
locali o demografiche ai margini meridionali dell'area occupata possano
essere i meccanismi selettivi che hanno gestito uno degli eventi di
speciazione più rapidi finora identificati in ambiente marino. Il fatto che
siano coinvolte caratteristiche che coinvolgono il ciclo vitale degli
organismi (e in particolare il tipo di riproduzione) ha probabilmente avuto
un ruolo rilevante nel creare rapidamente la barriera riproduttiva necessaria
per l'evento di speciazione.
In altre situazioni, e anche A.Wallace se n'era accorto in Indonesia,
le barriere riproduttive - viste da Darwin alle Galapagos ma anche altrove -
si ottengono grazie all'isolamento geografico, senza l'intervento iniziale di
potenti meccanismi che creano immediatamente, come in questo caso, un
meccanismo di isolamento su base genetica; ovviamente ignoti nell'800...
Nell'articolo non si fanno riferimenti a Darwin, che era probabilmente poco
informato su eventi così complessi e del tutto ignaro dell'esistenza del DNA,
che è al centro delle indagini effettuate dal 1952 su questa come su tutte le
altre specie che evolvono.
Sembra che comunque si sappia che c'è un'attesa quasi messianica di prove del
creazionismo, tanto da sperare che la frase "questa ricerca
smentisce Darwin" possa far aumentare le tirature e garantire il
successo e il trasferimento in una redazione più facile al giornalista poco
contento di doversi occupare di argomenti che non conosce e probabilmente non
capisce se non continua a studiare,
con tutti quegli scienziati che non smettono di fare ricerca e produrre
numeri e grafici.
Quella è giusto la frase che non farebbe piacere a chi in Vaticano un
anno fa ha nominato Werner
Arber, un premio Nobel biologo evoluzionista, come presidente
dell'Accademia Pontificia delle Scienze. Viene il dubbio che l'obiettivo
non sia davvero solo Darwin ...
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10/8/12-IT
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[da L'Espresso] Un articoletto di poche
righe ("Umani per
sbaglio") riporta la notizia della scoperta della mutazione (Srgap2)
avvenuta circa 2.4 milioni di anni fa nel corso dell'evoluzione degli
ominini; la notizia è del 30 giugno e avrebbe
richiesto, e meritato, qualche chiarimento in più.
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Nell'inserto Sette del Corriere della
Sera un articolo davvero impreciso e disinformativo ("Contro Darwin
ora c'è un disegno intelligente") cerca di confondere le idee sulla
reale importanza attuale (che è nulla) del cosiddetto Disegno Intelligente
nel contesto della ricerca scientifica USA, confondendo la ricerca
scientifica e i suoi finanziamenti con l'indubbia consistenza numerica degli
integralisti religiosi (protestanti battisti soprattutto, ma anche avventisti
e mormoni) che negli USA sostiene - anche finanziariamente, senza dubbio - il
creazionismo e l'assurda ipotesi di origine recente della vita sulla terra.
Sarebbe stato indispensabile che l'articolo precisasse chiaramente che negli
USA quelle creazioniste "della terra giovane" sono idee oggi
diverse da quelle sostenute dall'ID, come si vede bene anche dalle colonne
dell'istogramma, che indicano il sostegno che hanno oggi negli Usa due
ipotesi che prevedono tempi storici ben diversi e incomparabili (6000 anni o
miliardi di anni).
Purtroppo l'articolo sembrerebbe datato a parecchi anni fa (come dimostra
anche l'indicazione temporale "ora", presente nel titolo):
l'ID è infatti nato nel 1987 (come dimostrato da un famoso missing
link) dopo una famosa sconfitta
processuale dei creazionisti, e oggi - qualche anno dopo un'ulteriore sconfitta disastrosa al processo
di Harrisburg nel 2005 - non si sente ancora tanto bene.
L''articolo non aiuta nemmeno a capire come la confusione e l'indifferenza
sui tempi geologici della vita sulla terra sia incompatibile con la stessa
ragione (nonostante anche in Italia non sia difficile vedere sconcertanti
collaborazioni fra antievoluzionisti "della terra vecchia" e
creazionisti "della terra giovane").
Non si evidenzia nemmeno che in fondo sono anni che vediamo sempre e solo i
due "scienziati" citati, S.Meyer e M.Behe, a tirare la carretta al
Discovery Institute, e ovviamente non possono certo impedire o influenzare il
lavoro di migliaia di ricercatori evoluzionisti quotidianamente al lavoro in
tutto il mondo, ben finanziati da chi poi utilizza i risultati delle loro
scoperte.
Quello che soprattutto sconcerta dell'articolo è l'assenza di informazioni
sulla posizione reale della chiesa cattolica, l'evoluzionismo
teista, con un papa che nel 2004ha
accettato l'origine comune di tutti gli esseri viventi (basta leggere al
punto 63 di "Comunione
e servizio") e che nel 2010 ha nominato un biologo evoluzionista
protestante (Werner
Arber) come presidente dell'Accademia
Pontificia delle Scienze.
Per non parlare dei due convegni sull'evoluzione organizzati nel 2008 ("SCIENTIFIC INSIGHTS INTO THE EVOLUTION OF
THE UNIVERSE AND OF LIFE") e nel 2009 ("«EVOLUZIONE BIOLOGICA. Fatti
e Teorie»), nel bicentenario della nascita di Darwin e a 150 anni dalla
prima formulazione della teoria dell'evoluzione; non sempre si ricorda che,
come avviene sempre nel caso delle scoperte scientifiche, anche ad Alfred R.
Wallace dobbiamo riconoscere il merito per la scoperta: insieme a Darwin
propose un'ipotesi che ormai era comunque nell'aria.
A cosa doveva servire questo articolo celebrativo non si sa bene se dell'ID o
del creazionismo biblico? A nulla, soprattutto perchè sono realtà culturali
che la chiesa cattolica ufficialmente ha espressamente bandito dai suoi
convegni evoluzionisti ("Intelligent Design Theory Shut Out of
Vatican Evolution Conference", "Rome meeting snubs
intelligent design, creationism")?
E' possibile che qualcuno cerchi ancora di cavalcare il malcontento suscitato
da questa decisione, sostenuta soprattutto dal papa e dall'attuale
responsabile del dicastero vaticano della cultura, il card.Ravasi?
Non c'è dubbio, visto che c'è chi ne è assolutamente sicuro ("Il teo-evoluzionismo è una malattia dello
spirito da cui guardarsi, dice il prof.De Mattei").
L'articolo avrebbe dovuto appunto chiarire chi altri c'è dietro a questo
ribollire del neocreazionismo in Italia....
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9/8/12-IT
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R.Bianucci sulla Stampa ("Troppa
conoscenza fa l'uomo ignorante") evidenzia il problema sollevato da
due recenti libri: "Le
cose che non sapppiamo: 501 casi di comune ignoranza" di W.Hartston
e "Il
secondo libro dell'ignoranza" di J.Lloyd e J.Mitchinson.
Il riferimento è soprattutto alla recente esplosione della conoscenza
scientifica, che cammina con le gambe anche di migliaia di riviste
scientifiche (Hartston ricorda i 300.000 periodici accademici), ma non solo:
cammina soprattutto grazie ai cervelli, e anche qui ci sono oggi cambiamenti
notevoli. Ad essa si dedicano sempre più persone oggi nel mondo, e
soprattutto giovani curiosi provenienti da culture che fino a pochi decenni
fa fornivano contributi nulli o piuttosto limitati ma che oggi permettono di
illuminare anche situazioni finora ignote. E' una realtà, quella delle
pubblicazioni scientifiche, le cui dimensioni spesso sfuggono ma che grazie ad internet possono essere
facilmente intuite se non conosciute (molte riviste sono solo limitatamente
accessibili). E' quindi oggi evidente il fatto che migliaia di ricercatori
scientifici di decine di paesi oggi "emergenti" contribuiscono
sempre più al sapere attuale, magari con condizionamenti ideologici e culturali diversi rispetto ai
"tradizionali" ricercatori "occidentali".
Proprio in questi giorni ricercatori cinesi ci informano delle
caratteristiche originali di virus dell'influenza aviaria, letali per l'uomo
al 60%, isolati in varie zone della Cina negli ultimi anni. Le statistiche
sugli effetti dell'influenza aviaria si possono trovare, costantemente
aggiornate, nel sito dell'OMS/WHO
dedicato all'influenza e in particolare ai problemi di interazione con le
influenze diffuse in altre specie animali (Influenza at
the Human Animal Interface, HAI)
La tabella del "Cumulative
number of confirmed human cases for avian influenza A(H5N1) reported to WHO,
2003-2012" riporta appunto 608 casi, di
cui 359 letali, dal 2003 al 2012 in molti paesi orientali (Indonesia e Viet
Nam soprattutto) ma anche nel vicino Egitto. Sull'H5N1 esiste anche un numero
speciale di Science: "H5N1", con
articoli in inglese ma accessibili al pubblico.
Queste notizie sulle caratteristiche molecolari del virus dell'influenza aviaria arrivano da aree geografiche finora poco
esplorate con tecniche moderne di indagine e stanno stimolando scambi di
conoscenze e interazioni fra popolazioni e culture diverse, finora poco
comunicanti e poco collaboranti, spesso separate da false conoscenze della
realtà dovute a tradizioni e miti diversi. Ora strutture scientifiche
internazionali cercano di gestire questi eventi globali che vedono
preoccupanti interazioni evolutive che coinvolgono specie diverse ma a
contatto stretto con l'uomo.
Una situazione certamente nuova e positiva, del resto inevitabile in una
realtà che vede oggi la convivenza e l'interdipendenza di 7 miliardi di
individui con risorse limitate (difficile dimenticare che solo 60 anni fa
eravamo "solo" 2.5 miliardi) e concentrate in poche mani.
Una visione e interpretazione scientifica della realtà e l'uso comune di un
metodo e un linguaggio scientifico è e sarà certamente sempre più utile e
necessario, anche se le preoccupazioni evocate da Bianucci fanno riflettere
su una situazione in cui l'ignoranza sarà comunque inevitabile e qualcuno
potrà gestirla politicamente per controllare popolazioni preoccupate e
angosciate di fronte ad una realtà difficile da conoscere e quasi impossibile
da controllare razionalmente.
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9/8/12-USA
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Nel blog This week in
evolution vengono presentati
due libri, uno di medicina darwiniana ("Why
we get sick") e uno di agricoltura darwiniana ("Darwinian
Agricolture").I link permettono di leggere l'introduzione.
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Sempre per rimanere in un tema caldo appena citato,
quello delle influenze aviarie e della loro trasmissibilità ai mammiferi e
all'uomo grazie alla mutabilità dei virus, qualche sorpresa davvero parecchio
interessante la troviamo anche in ricerche sviluppate negli Stati Uniti e
pubblicate oggi sulla rivista mBio: "Emergence of Fatal Avian
Influenza in New England Harbor Seals".
La prima frase del riassunto dell'articolo non è certo tranquillizzante per
chi sa che viviamo in un mondo in costante evoluzione: "From September to December 2011, 162 New England harbor
seals died in an outbreak of pneumonia. Sequence analysis of postmortem
samples revealed the presence of an avian H3N8 influenza A virus, similar to
a virus circulating in North American waterfowl since at least 2002 but with
mutations that indicate recent adaption to mammalian hosts".
Evidenti e preoccupanti le conclusioni che propongono gli autori:
"Questo "unusual mortality event"
è particolarmente significativo non solo perché la patologia è presente nelle
foche (mammiferi), ma anche perché il virus ha acquisito nuove mutazioni
che si sa che aumentano la sua trasmissibilità e la sua virulenza nei
mammiferi".
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8/8/12-KE
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Alcuni giorni saranno probabilmente necessari per
raccogliere anche almeno alcuni link che permettano di approfondire
l'articolo pubblicato da Nature l'8/8/12 ("New
fossils from Koobi Fora in northern Kenya confirm taxonomic diversity in
early Homo") che annuncia la scoperta di alcuni
nuovi fossili trovati a Koobi Fora sul lago Turkana. Sono fossili di
notevole interesse in quanto con nuovi dati permettono di riaprire la
discussione su un momento molto importante, quello del passaggio fra le
precedenti forme australopitecine, che sopravvivranno ancora in varie forme
anche nel periodo compreso fra 2 e 1 milione di anni, e le prime forme
attribuite (con qualche dubbio, preoccupazione o anche solo incertezza) al
genere Homo. E' una discussione che è sempre avvenuta sulla base di
pochi e frammentari reperti fossili che non tutti si sentivano certi di
attribuire al genere Homo, tanto è vero che per alcuni reperti alcuni
preferiscono il riferimento al genere Australopithecus. Il lavoro, del
gruppo di Meave Leakey, moglie di Robert, è arricchito da informazioni
supplementari, destinate a completare le notizie sul materiale ritrovato,
ossa facciali (KNM-ER 62000) simili a quelle del famoso KNM-ER 1470, una
mandibola (KNM-ER 60000) e un frammento di mandibola (KNM-ER 62003). I nuovi
reperti confermano la presenza di due forme primitive di Homo
contemporaneamente all'Homo eractus in Africa orientale fra 1.95 e
1.78 milioni di anni fa.
La stessa rivista Nature affianca all'articolo un commento di un
famoso paleoantropologo, Bernard Wood: "Palaeoanthropology:
Facing up to complexity"
Commenti successivi sono quelli di:
- Kate Wong il 9/8/12 su Scientific American ("Kenyan
Fossils Rekindle Debate over Early Human Diversity"), con una bella
immagine che unisce la nuova mandibola con il vecchio ma contemporaneo
ER1470.
Sui blog invece interventi interessanti, almeno finora, sono quelli di
- Zachary Cofran il 9/8/12 sul suo blog Lawn
Chair Anthropology: "These
new fossils are intriguing as hell", dove imposta un intrigante confronto
con l'Australopithecus sediba scoperto da L.Berger in SudAfrica.
- John Hawks il 10/8 sul suo
blog Paleoanthropology, genetics and evolution: Koobi
Fora perspectives.
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6/8/12-USA
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In un blog USA in cui la giornalista, e geofisica, Faye
Flam si occupa soprattutto di evoluzione (Planet
of apes), c' è oggi un post con una delle prime foto arrivate da Marte,
dalla Curiosity. A fianco della foto c'è anche un contributo inviato
al blog da un creazionista, critico verso la costosa "curiosity"
dimostrata dal popolo americano che ha finanziato la missione. Il
proprietario la considera un messaggio proveniente da un universo parallelo,
e su questa base risponde al messaggio,raccogliendo l'approvazione di PZ
Myers, che del blog Pharyngula risponde con una simile ironia nel post "Can
we send them to Mars?"
Fantastiche, e utili per convincere i non credenti che ancora vorrebbero
"aprire una discussione" su Armstrong sulla Luna, le
fotografie che la NASA ha fatto arrivare direttamente da Marte: si vede la
Curiosity che scende su Marte con il paracadute, e il materiale
disperso sulla superficie lunare il giorno dopo l'atterraggio... gli
evoluzionisti hanno addirittura oggetti che provengono dal passato, ma,
fossili come sono, e senza il cartellino originale con la data ... qualcuno
ne approfitta facendo finta di non crederci me inducendo altri a seguirli.
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6/8/12-IT
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L'Avvenire pubblica un'intervista inedita
fatta a Teilhard de Chardin a pochi anni dalla sua morte, avvenuta nel
1955: Teilhard:
«Io, né utopista beat né millenarista». L’intervista è uscita nel gennaio
1951 sulla rivista «Les nouvelles littéraires»: qui egli spiega la sua
concezione teologica e scientifica e respinge le accuse che gli furono
rivolte di ignorare il ruolo del male e della sofferenza nella vita.
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5/8/12-IT
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Un editoriale di F.Facchini sull'Avvenire
("Viaggio nella noosfera sotto il segno di Cristo") commenta
la recente pubblicazione ("Teilhard:
«Io, né utopista beat né millenarista» "), sempre sull'Avvenire,
di un'intervista inedita fatta da Teilhard de Chardin nel 1951, a
pochi anni dalla sua morte, avvenuta nel 1955.
Già la prima frase di TdC che viene citata allude alla sua visione
naturalistica dell'origine dell'uomo che probabilmente non è stata apprezzata
dal Santo Uffizio ("Siamo fatti della stessa
stoffa dell'universo, atomi, molecole, cellule") e aiuta in
parte a capire come sia possibile
che, nonostante le promesse del card.Poupard, precedente responsabile
vaticano della cultura, che diceva di volersi occupare del problema, le opere
di TdC, gesuita ma soprattutto paleoantropologo professionista, siano ancora
sottoposte ad un "Monitum"
che dal 1962 ne ostacola la libera circolazione nella chiesa cattolica e in
particolare nelle strutture religiose che si occupano di formazioone e didattica.
Il Monitum è stato ribadito nel 1981 e nel 2012 qualcuno ha ritenuto
necessario ricordare nel
suo blog che sono già passati ben 50 anni, certo ancora poco rispetto ai
400 che hanno preceduto la riabilitazione di Galilei, avvenuta nonostante ciò
non senza problemi e in due tappe (come
dimostrò Padre George Coyne in un convegno sul tema),
NB: l'articolo dell'Avvenire non è ripreso dalla stampa cattolica e quindi
in internet non si trova.
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2/8/12-IT
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Sul Foglio le riflessioni ("Logica
ed etica") di un laico che crede nell'evoluzione ("non mi sarebbe possibile mettere in discussione
ricerche consolidate che hanno portato mille conferme , assieme a opportune
modifiche e correzioni, alle tesi di Darwin") ma che insiste ad
affiancare, sempre come laico ma senza motivazioni razionali, la chiesa
cattolica in quello che lui ha sentito chiamare "evoluzionismo
dogmatico". L'evoluzione come la spiega, allora, senza una teoria
dell'evoluzione? Non presenta motivazioni scientifiche ma riflessioni sulla
"riflessione", che lui riesce a
vedere solo nell'uomo. E allora? Come A.Bandinelli sospetta (e quindi
potrebbe verificare prima di negarlo con tanta certezza), molte delle
caratteristiche che troviamo nell'uomo (o almeno alcuni elementi) si vedono
progressivamente comparire nel corso dell'evoluzione dei mammiferi e in
particolare dei primati.
Non è detto che quando lui accenna alla "riflessione" ... si
riferisca magari anche (almeno in parte) alla capacità di riconoscersi allo
specchio, che comunque è un'indicazione precisa del fatto di riconoscersi nell'immagine,
ma potrebbe interessarsi a queste ricerche del tutto recenti. Se abbiamo
ancora oggi persone intelligenti ed acculturate che si rifiutano di
aggiungersi a chi fa in tempo, prima di invecchiare, a capire la genialità
esplicativa (e non certo "evoluzionismo dogmatico") della teoria
dell'evoluzione, quanti decenni ci vorranno per capire la genialità
esplicativa delle ricerche svolte sui primati (anche in natura) solo negli
ultimi 30 anni?
Se A.Bandinelli avesse fretta, dovrebbe mostrare una ben maggiore curiosità e
interesse rispetto a quella mostrata nell'articolo; c'è qualche incertezza,
come d'altronde è normale negli antievoluzionisti, ma anche un insolito
accenno alla complessa ma necessaria interdipendenza fra la filogenesi e
l'ontogenesi, che di solito gli antievoluzionisti non notano e i creazionisti
ovviamente ignorano.
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2/8/12-RDC
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In Uganda, nell'occidente del paese, è in
corso e attualmente
sembra sotto controllo un'epidemia
di Ebola a 37 km dalla capitale, Entebbe. Sono già 16 i morti, 30 i
ricoverati in
isolamento e 232 soggetti a rischio (erano in contatto con i pazienti)
sono sotto controllo.
Le autorità sanitarie sperano di non ripetere gli eventi del 2000, quando ci
furono 200 morti su 425 infettati (meglio era andata recentemente: 42 morti
nel 2007 e 1 solo nel 2011).
L'origine sembra sia stata localizzata nella zona della foresta di Kibale, ai
confini con la RDC, un parco naturale ricco di fauna e di primati.
Fra primati di Kibale sono famosi gli scimpanzé, i cui aspetti biologici e
comportamentali - fra cui l'uso di erbe e foglie a scopo forse terapeutico -
sono da anni studiati da vari gruppi di ricerca (qui un libro per chi fosse
rimasto bloccato in Europa: "Chimpanzees
of Kibali forest") . Qui alcuni
loro video. Parte dei video illustrano un'iniziativa interessante e utile
per la sopravvivenza sia degli scimpanzé che delle popolazioni locali, che
imparano ad apprezzarli e a proteggerli loro stessi: la realizzazione di
trekking per farli conoscere meglio, rivolti a chi può permettersi di fare il
turista da queste parti.
Purtroppo la comparsa del virus Ebola sta avendo effetti negativi su queste
attività (infatti molti turisti annullano il viaggio, secondo il Telegraph
di oggi) pur non essendoci nessuna indicazione in proposito né dal Foreign
Office né dalla WHO, per cui non è probabile che la spesa del viaggio venga
rimborsata.
Se interessa, forse la special
offer nel sito web del parco (790$) è riferita a questi giorni di
disdette... comunque qui c'è il programma
e qui si può prenotare
e pagare (anche con Paypal).
Finora queste attività si sono dimostrate le più efficaci anche per la
conservazione dei gorilla, che prima per le popolazioni locali erano
considerati utili soprattutto come bistecche (nonostante il rischio di
Ebola...) o come animali da vendere
abusivamente, se neonati, dopo aver ucciso i genitori.
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Un video su Repubblica ("Congo:
la guerra del coltan, l'oro grigio") aggiorna le conoscenze su uno
dei problemi che da anni (se non decenni) angoscia e condiziona la vita di
milioni di persone nella provincia del Nord Kivu, nel nordest
della Repubblica Democratica del Congo.
E' questa la principale zona di estrazione del coltan
(columbite-tantalite), un minerale che serve a milioni di esseri umani per
migliorare i loro telefonini, i loro computer, i loro DVD e le loro playstation PS2; purtroppo è
anche l'unica area al mondo in cui vivono i gorilla di montagna (ad
esempio nel Kahuzi Biega
National Park) ma purtroppo anche le milizie irregolari di origine
rwandese che mantengono da un ventennio il disordine in quest'area,
controllata infatti oggi e da tempo
non dalla RDC ma dal Rwanda. Nel Rwanda poi i minerali vengono acquistati e
prendono il volo verso l'Europa e i paesi che realizzano oggetti che non
possono funzionare in aree prive di corrente.
Altri video si trovano nel sito web di
una ditta che produce coltan in Sudafrica, e informa ("Congo's Bloody
coltan") che l'80% del coltan mondiale viene dall'Africa e il suo
80% viene estratto illegalmente e quindi economicamente nell'est della RDC,
dove è costato fino al 2008 ben più di 4.000.000 di vittime per i conflitti
necessari per impedire che la RDC controlli le ricchezze del territorio.
Milioni anche gli sfollati, a Goma e in altre città anche fuori dalla RDC.
Fra le ricchezze c'è anche la preziosa fauna selvatica usata a scopi
alimentari, e pure con enormi rischi,
inn quanto si favorisce il passaggio all'uomo di patogeni letali fortemente
infettivi e trasmissibili all'uomo quando coinvolgono, come è il caso del virus Ebola, specie di
primati, come il gorilla ("Ebola
outbreaks kill 25% of world's gorillas") che hanno notevoli
affinità con l'uomo. E' infatti molto probabile il passaggio da primati
all'uomo, un dato che si aggiunge a tutti gli altri che confermano la
somiglianza genetica e quindi la filogenesi in parte comune.
Ambedue le specie infatti non hanno ancora difese (anche se le
si stanno studiando) e l'uso alimentare dei primati prospetta notevoli
rischi anche per la nostra specie, rischi letali che potrebbero
paradossalmente aumentare se l'infezione del virus non fosse quasi
immediatamente letale, impedendole
finora di raggiungere qualche grande città dove sfuggirebbe facilmente al
controllo.
Anche se è i 4 milioni di vittime suggeriscono che sia già molto tardi,
sarebbe indispensabile pretendere che, come avvenne per i diamanti
della Liberia di Taylor e della
Sierra Leone del Ruf, anche il coltan della RDC non avesse mercato. Per
ottenere ciò non è però sufficiente aspettare che queste iniziative vengano
prese da chi domina il mercato, come l'americana Kemet. .
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1/8/12-F
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[da Panda's thumb] In
attesa di cascare fra 32 anni in un anniversario dotato di 2 cifre tonde,
possiamo augurare con Joe Felsenstein
Happy
268th birthday to Lamarck.
Ricordarci di questo anniversario permette anche di riflettere su quanto sia
difficile "vedere" i fatti che avvengono in natura se non hanno
trovato una spiegazione. Il metodo scientifico, ma anche la nostra specie,
accettano i fatti solo se e quando trovano una dimostrazione razionale.
L'evoluzione biologica è diventata conoscenza comune quando finalmente si è
trovata una spiegazione ragionevole, pur se non potè essere completa fin
dall'inizio.
Prima del metodo scientifico o in contesti disciplinari diversi può essere
credibile anche chi contesta le spiegazioni o propone idee alternative non
dimostrate. Se è applicabile il metodo scientifico bisogna invece dimostrare
che nuove spiegazioni siano credibili e soprattutto migliori delle precedenti,
anche se magari ancora imprecise e incomplete.
Questo è quello che fecero indipendentemente sia Darwin che Wallace e proprio
grazie a loro e solo dopo di loro il mondo si convinse che era reale quella
[macro]evoluzione che già Erasmus Darwin intuiva quando già nel 1794
scrisse "inutilmente" di "vermicelli" primitivi
che lui era convinto avrebbero col tempo dato origine a tutti i diversi
organismi che vivevano sulla terra.
Senza dimostrazione, ovviamente non convinse nessuno, nemmeno suo nipote Charles,
che pur conosceva le sue intuizioni. Nemmeno Lamarck sappiamo riuscìsse ad
essere convincente, con spiegazioni basate su conoscenze deboli ed
insufficienti; e i creazionisti continuarono a prosperare e ad avere
successo.
Dal 1859, da 150 anni, nessuno che volesse informarsi di modi e tempi, di
fatti e spiegazioni potè più dubitare dell'evoluzione e dei meccanismi
automatici che la permettono e la controllano.
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31/7/12-UK
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[da sciDev.Net]
Un consorzio internazionale di genetisti e botanici (soprattutto di origine
francese) ha completato il sequenziamento del genoma della banana. L'articolo
è stato pubblicato l'11/7 su Nature ("The
banana (Musa acuminata) genome and the evolution of monocotyledonous
plants"). Come sanno anche i visitatori della mostra “Homo sapiens”
realizzata a Roma in onore di un grande genetista umano italiano, L.L.Cavalli
Sforza, membro dell'accademia Pontificia delle Scienze, il DNA umano è
ovviamente simile anche a quello della banana, anche se solo per il 50%,
indicando quindi un notevole lontananza temporale se siamo interessati a
risalire all'antenato comune.
Molto più vicino certamente l'antenato che abbiamo in comune con lo scimpanzè,
che probabilmente viveva circa 6/8 milioni di anni fa.
Come ben sa ogni biologo e probabilmente ormai anche ogni studente delle
superiori, questi dati di sequenza del DNA che si ottengono continuamente da
sempre nuove specie animali e vegetali sono i dati che oggi confermano,
meglio di qualsiasi altro, l'origine comune di tutti gli esseri viventi e il
processo evolutivo che ne ha gestito la progressiva comparsa e scomparsa
sulla terra. Sapere che anche la banana ha una somiglianza con l'uomo così elevata
permette soprattutto di capire un concetto che sembra incomprensibile a molti
antievoluzionisti che sbagliano sempre le percentuali di impossibilità
dell'evoluzione biologica. Dimenticano infatti che non è necessario
ricominciare ogni volta da zero, da un genoma "azzerato", ma è
sufficiente che si modifichi parte del DNA preesistente.
I risultati di questa ricerca saranno fondamentali per la produzione futura
di un vegetale di enorme interesse economico nelle regioni tropicali.
Cinooscerne il genoma permetterà di proteggere meglio questo prodotto dalle
numerose minacce che vengono da diversi parassiti.
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30/7/12-USA
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Dalla Louisiana arriva davvero una buona notizia
per i creazionisti USA. Un
articolo dell'Huffington Post riferisce che il "Louisiana
Voucher Program Includes Schools That Teach Creationism and Reject Evolution".
Davvero una pessima notizia di fronte alle minacce di alcuni paesi
asiatici alla posizione leader degli Stati Uniti nell'economia e nella
cultura mondiale in quasitutti i campi, e quindi anche una minaccia seria al
benessere e alla tranquillità a cui gli statunitensi sono abituati. Si tratta
di passsare a scuole private confessionali parte del finanziamento che prima
andava solo alle scuole pubbliche rispettose delle linee guida statali per i
programmi didattici.
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29/7/12-USA
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Anche in un post ("Stephen
J. Gould and his legacy") nel blog dell'antropologo Dienekes
compare il link ai video realizzati al convegno su Stephen J.Gould
tenutosi a Padova un paio di mesi fa (10-12
maggio 2012).
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28/7/12-IT
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[da Pikaia]
All'evo-devo è quasi interamente dedicato l'ultimo numero della
rivista Evolution: Education and Outreach diretta
da N. e G. Eldredge. Purtroppo non è possibile procedere oltre all'indice se
non si è autorizzati a consultare la rivista. E' un peccato, visto che
articoli come "The (Paleo) Geography of Evolution: Making Sense of
Changing Biology and Changing Continents" o "An Introduction
to Evolutionary Developmental Biology", che connettono questioni che
siamo abituati a considerare separate e indipendenti potrebbero far crescere
il numero di conversioni di chi, forse condizionato dalla ingenua ma
inevitabile e ben nota patologia ereditaria definita "teleologia
intuitiva infantile" ("Children’s
Intuitive Teleology: Shifting the Focus of Evolution Education Research")
ritiene "inevitabile" mantenerle separate... e rimane fuori dalla
comprensione piena dei processi che spiegano la biologia evoluzionistica.
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28/7/12-USA
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[da OcaSapiens]
Forse stimolato dalle critiche ricevute, ora il fisico di Berkeley H.Muller
ha onestamente capito che ci fossero le condizioni per ammettere lui stesso
che sul riscaldamento globale si era sbagliato, per cui prima ha controllato
personalmente quali fossero i dati più completi e attendibili che descrivessero
le variazioni di temperatura negli ultimi secoli, e poi ha cambiato
il proprio pensiero per accordarlo alla verità ai migliori dati
oggi disponibili e sottoposti a critica nella letteratura controllata da
esperti qualificati.
E lo comunica addirittura con un editoriale che non intende lasciar passare
inosservato, visto che lo pubblica oggi sul New York Times: "The
Conversion of a Climate-Change Skeptic": "Call me a converted skeptic. I concluded that global warming
was real and that the prior estimates of the rate of warming were correct.
I’m now going a step further: Humans are almost entirely the cause".
La conclusione è la stessa a cui da tempo erano giunti i principali
climatologi e a cui sono giunti anche
gli esperti - fra cui il climatologo premio Nobel P.Crutzen, il
presidente dell'IPCC R.Pachauri e il Nobel C.Rubbia - convocati il
2/4/12 dall'Accademia Pontificia delle Scienze a discutere dello scioglimento
dei ghiacciai: (“Il
destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”):
"Noi invitiamo tutti i popoli e le nazioni ad
una nuova consapevolezza degli impatti, gravi e
potenzialmente irreversibili, del riscaldamento globale causato
dall’emissione di gas serra e di altri inquinanti da parte dell’uomo e dai
cambiamenti nell’uso del territorio".
Anzi, quasi la stessa, in quanto i climatologi
dell'IPCC erano un po' più prudenti sulle responsabilità umane per il global
warming. H.Muller infatti è certo che le responsabilità del
recente rapido aumento delle temperature mondiali siano in buona parte umane.
I dati in parte ampi e nuovi
su cui oggi si basano le nuove conclusioni di H.Muller - molto più allarmiste
ripetto a quelle che si leggono negli ultimi report degli esperti dell'IPCC
- sono disponibili nel sito web del Berkeley
Earth Surface Temperature project che gestisce lo stesso H.Muller.
Nel sito sono disponibili anche le bozze di alcuni recenti articoli che ha
sottoposto a revisione. Commenti e aggiornamenti (ma anche critiche alle
conclusioni degli articoli) si possono trovare sempre sul NYT, ma in un blog
gestito da A.Revkin.
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[da Panda's Thumb] Un
post di M.Young ("Evolution’s Witness: book review")
contiene la recensione di un libro che appare decisamente affascinante per
chiunque avesse un interesse a capire come il processo evolutivo abbia potuto
"creare" le incredibili strutture citate nel primo paragrafo:
"Who knew? A single-celled
organism has a camera eye with a lens. A certain fish has two corneas and
controls the intensity of light on its retina by injecting pigmented
particles between them. Other animals can shield their rods (the receptors
for low intensity) during the day. A conch can grow a wholly new eye. A
flatfish has both eyes on the same side of its head, but starts life with bilateral
symmetry. A sea snake has a light sensor in its tail to ensure that the tail
is hidden under a rock. Some birds cram their corneas through their irises in
order to focus on nearby objects under water. The woodcock can see behind its
own head - in stereo. Some animals have two foveas in each eye, one for
peripheral vision and one for binocular vision".
Dopo aver "steso" il lettore con questo elenco di
"magie", arriva la provocazione: "Se
per caso questi fatti ti sembrano interessanti ... devi leggere il nuovo
libro "Evolution’s
Witness: How Eyes Evolved", di Ivan Schwab, un
professore di oftalmologia dell'University of California di Irvine".
Che dei professori propongano libri così stimolanti è certo indispensabile se
non vitale in tempi in cui si leggono post che evocano il dubbio che internet
in futuro favorisca la comparsa di blog o siti web dal titolo (finora non
utilizzato in rete) "Don't feed the proffs" ...
Certo è preoccupante, e rischioso, che ci siano oggi aree
del web (di solito riservate o a pagamento per i costi elevati) in cui
circolano articoli accettati dalle decine di migliaia di riviste scientifiche
e quindi selezionati con rigidi criteri di qualità, e altre aree in cui
invece sono rare le citazioni qualificate e si riportano magari anche
informazioni altrui dopo averle depurate di autorevoli citazioni della loro
qualità e serietà.
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28/7/12-IT
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Le statistiche dicono che quest'anno continuano a
diminuire gli italiani che si potranno permettere le ferie. Sono comunque
certo aumentati quest'anno i proprietari di IPAD, che vorranno verificare se davvero
dalle spiagge o dalle montagne riescono a connettersi alla rete e a vedere
qualcosa col nuovo gadget che si sono potuti permettere.
Qualcuno magari cercherà perfino di vedere qualche video da internet anche
accontentandosi un piccolo palmare.
Si potrebbero quindi vedere ovunque, nei prossimi giorni di ferie, i 91 video
(divisi in 15 playlists) archiviati nel sito di Pikaia Channel, che
ripropongono le conferenze organizzate a Milano in occasione degli ultimi Darwin
days o Evolution Days.
Probabilmente i tempi morti durante le vacanze non saranno tanto lunghi da
permettere di vederli tutti e 91, ma comunque saranno sufficienti per quelli
più interessanti. Ormai sotto l'ombrellone non si possono portare solo i
libri ...
Chi rimane a casa sarà probabilmente più contento: potrà trarre vantaggio
dallo schermo domestico da 15" e della connessione veloce (oltre che
dell'assenza di fastidiosi riflessi). Ecco gli indirizzi, da non dimenticare,
delle
15 Playlists esistenti su You Tube:
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Darwin Day 2011 - Programma
PDF
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Video
Evolution Day Milano 2012
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Eva
Jablonka - Evolutionary synthesis, Milan, 2012
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Video Darwin
Days Milano 2011
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I grandi esploratori: in
viaggio, Milano, Evolution Day 2011
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I
grandi esploratori: la storia, Milano, Evolution Day 2011
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Diverso
è bello - Milano - Evolution Day 2010
·
Domesticazione
è storia - Milano - Darwin Day 2008
·
L'evoluzione
umana - Milano - Darwin Day 2008
·
L'evoluzione
in 4 dimensioni - Milano - Darwin Day 2008
·
I
taccuini di Darwin - Milano - Darwin Day 2008
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Creazione
senza Dio - Milano - 2007
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Darwin
geologo - Milano - Darwin Day 2007
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Terra
vista mare - Milano - Darwin Day 2007
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Terra:
pianeta in evoluzione - Milano - Darwin Day 2007
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Breaking
the Spell - Milano - Darwin Day 2007
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Darwin
geologo - Milano - Darwin Day 2007
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La
scoperta del tempo profondo a scuola - Milano - 2007
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27/7/12-IT
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Sull'Avvenire un articolo (!"E l'evoluzione
si piegò al nostro volere") con un iintervista al paleoantropologo Ian
Tattersall, che interverrà il prossimo 22 agosto al meeting di Rimini su
"Natura umana ed evoluzione biologica". Temi dell'intervista
sono il lavoro del paleoantropologo e le sue riposte ad alcuni dei problemi
che sembrano angosciare, forse per i problemi che pone a sistemi basati su
verità che si vorrebbero eterne e incontestabili, un po' tutti i pensieri
religiosi. Anche la domanda sulla posizione preminente dell'uomo nel processo
evolutivo non ottiene da Tattersall la risposta desiderata. Anche la domanda
sulla relazione fra evoluzione e competizione ottiene la risposta che ognuno
potrebbe dare dopo una visita al supermercato alimentare. Non c'è traccia se
non nell'occhiello, del principio antropico, che sembra angosci solo alcuni
fisici.
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27/7/12-USA
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Interessante ma anche sconcertante un articolo
sulla ricostruzione della filogenesi degli orsi americani, comparsa oggi su PNAS
("Polar
and brown bear genomes reveal ancient admixture and demographic footprints of
past climate change").
L'aspetto sconcertante è stata la scoperta che le precedenti ricostruzioni
filogenetiche effettuate in modo più semplice, rapido ed anche molto più
economico utilizzando il DNA mitocondriale avevano fornito ipotesi
filogenetiche diverse rispetto a quelle ottenute oggi con DNA nucleare,
le uniche che dovrebbero essere utilizzate in futuro nel caso si verifichi
una situazione simile a quella evidenziata per gli orsi polari: la possibile
presenza di fenomeni di ibridazione.
Questa situazione ha permesso che la precedente stima di divergenza (150.000
anni fa) si tramutasse in realtà in una divergenza risalente invece a 600.000
anni fa, e questo utilizzando il DNA nucleare, ben più abbondante ma
soprattutto trasmesso non solo per una via materna che può essere influenzata
molto pesantemente da eventi casuali.
E evidente che i risultati ottenuti su queste specie pongano seri dubbi sulla
possibilità che anche nella valutazione dei tempi di divergenza fra l'Homo
sapiens e la specie di ominini più vicine sia meglio fidarsi solo di
differenze ottenute dal DNA nucleare. E' stata infatti recentemente
dimostrata l'esistenza di fenomeni di ibridazione che coinvolgono proprio
anche l'Homo sapiens., destando così grossi dubbi sulle ricostruzioni
filogenetiche basate solo sul DNA mitocondriale.
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27/7/12-USA
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Davvero interessante e sconcertante la storia
presentata da PZ Myers nel suo blog Pharyngula ("What
strange beast is this?"). Mostra un'immagine
che è stata pubblicata il 20/7 in una pagina web ("Do People Have 'Gill Slits' in the
Womb?") nel sito dei creazionisti biblici dell'Institute for Creation Research USA (ICR):
sembra un embrione di un alieno e invece secondo Brian Thomas, autore
del tragico post, dovrebbe essere un embrione umano da cui sono state
eliminate le tasche faringee e la coda, gli elementi che in effetti poi
l'articolo nega che possano trovarsi in un embrione umano; non è difficile
capire il motivo per cui quest'opera d'arte abbia attirato un creazionista
(che purtroppo è anche laureato in biologia).
PZ Myers invita i curiosi a visitare la pagina web ("Creationist
foists “fraudulent” embryo picture on his readers") del blog di
T.Britain (Pigeonchess), dove
viene illustrata in modo ben documentato la storia delle tasche faringee
nell'embrione umano, scoperte ben prima di Darwin ma soprattutto ben prima
dell'immagine degli embrioni di Haeckel del 1868/1874, i cui errori reali
sembrano però oggi una scusa che i creazionisti utilizzano per contestare
somiglianze che sono comunque una delle tante prove dell'origine comune degli
esseri viventi, su cui ormai tutti concordano (a parte i creazionisti biblici
e qualcuno che si dimentica di non essere d'accordo con loro).
L'embriologia infatti non è nè iniziata nè finita con Haeckel, come mostrano
queste immagini
reali di embrioni umani allo stadio 13, ben diversi dalla falsa immagine
mostrata nella pagina dell'ICR (NB: T.Britain è riuscito a scoprirlo ed a
scambiare email con l'innocente autore del disegno
di fantasia che tanto era piaciuto alle idee sbagliate presenti nella
testa del creazionista Brian Thomas, autore del tragico post ... ).
D'altronde lo stesso Darwin presentava, ben prima di Haeckel, immagini (non sue, ma di autori citati
anche da Haeckel, Ecker e Bischoff) che mostrano una certa somiglianza fra un
embrione umano e uno di un cane in stadi iniziali, come mostrato in un
articolo di R.J.Richards ("Haeckel’s
embryos: fraud not proven") che inquadra storicamente il problema,
ricordando non solo che le metodiche di 150 anni fa avevano tratto in errore
anche i colleghi embriologi che pur criticavano Haeckel, come W.His, ma che
il lavoro di Richardson
del 1997 non è tenero nemmeno con alcuni embriologi recenti, che
avrebbero già potuto realizzare già prima, disponendo di tecniche migliori,
la sua revisione critica.
Per fortuna non tutti seguono i creazionisti in queste acrobazie che li
portano a centrare l'obiettivo prefissato: concludere che "Very precise timing required an ingenious precision
engineer". Altri articoli nel sito dell'ICR
sono comunque anche più espliciti sulle premesse ideologiche che diventano
rapidamente conclusioni: "Clearly, they are
uniquely designed and highly-engineered pieces of DNA programmed by God the
Creator".
Certo che questi embrioni non sembrano proprio gli orologi del
Rev.Paley ... forse qualche idea ulteriore sarebbe necessaria, trattandosi di
strutture ben più complesse... ci vorrebbe qualche meccanismo autogestito ...
certo non basta ipotizzare un ingegnere se si intende progettare una
struttura che parta da un'unica cellula e sopravviva più o meno bene per
decine di anni, rinnovandosi continuamente e quotidianamente ...
Per fortuna non tutto il materiale creazionista riesce ad attraversare
l'Atlantico ... chi lo usa dovrebbe imitare i cechi, che non
nascondono la fonte, a differenza del creazionista che ha usato
l'immagine di un embrione davvero improbabile. Bisognerebbe poi non usare
sempre i loro esempi tagliando magari solo le conclusioni creazioniste
sperando di non essere riconosciuti.
Sembra poi che i creazionisti attivi nella Repubblica
Ceca apprezzino non solo questo biologo (Brian Thomas) ma anche Jerry
Bergman, proprio il creazionista dell'ICR che nel 2008 fece
arrabbiare Werner Arber (biologo evoluzionista, premio Nobel e
attuale presidente dell'Accademia Pontificia delle Scienze) mettendone in
dubbio la serietà scientifica ("Werner
Arber: Nobel Laureate, Darwin Skeptic").
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26/7/12-IT
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L'evoluzionista Stephen J.Gould compare
spesso anche dove uno meno se lo aspetterebbe.
Oggi è comparso addirittura in due occasioni nella lista di discussione
italiana UNILEX, dedicata alla politica universitaria e gestita dal sito del
sindacato CNU. Il tema caldo discusso in questi giorni sono le regole dei
prossimi concorsi che dovranno gestire le progressioni di carriera, con
meccanismi che, nelle intenzioni, dovrebbero rendere meno soggettivi i
giudizi delle commissioni di docenti universitari che sceglieranno i migliori
per promuoverli al livello superiore.
Non tutti però sono convinti che si possano trovare parametri quantitativi
sempre migliori di qualsiasi valutazione soggettiva della qualità dei
docenti. Ecco quindi un articolo comparso nel sito web di un sindacato
universitario (The Mismeasure
of Scientists) che allude chiaramente ad un famoso libro di Gould (The mismeasure of
man, 1981) sulla difficoltà di ottenere valutazioni libere da pregiudizi,
almeno per quanto riguarda la nostra specie.
Del tutto azzeccato, visto che i parametri oggettivi previsti dal ministero
farebbero grande uso delle mediane, il suggerimento - che è comparso
successivamente nella stessa lista di discussione - di un altro docente che
invitava ad andarsi a rileggere anche un breve testo sempre di Gould, "The
Median Isn't the Message".
Questo articolo di Gould fa riferimento ad una storia personale fin troppo
fortunata pur in un contesto tragico, visto che egli ebbe la possibilità di
andare ben oltre la mediana dell'aspettativa di vita calcolata per la
patologia tumorale che gli era stata diagnosticata nel 1982: "When I learned about the eight-month median, my first
intellectual reaction was: fine, half the people will live longer; now what
are my chances of being in that half?".
Evidentemente Gould era un grande ottimista, ma non fu l'unico motivo per cui
sopravvisse per 20 anni, fino al 2002; il tumore del 1982 infatti scomparve
dopo 2 anni, in seguito a cure anche nuove e sperimentali. Fu infatti un
tumore diverso a causare poi la sua morte comunque prematura.
Questo testo di Gould si ritrova oggi anche in siti web destinati ai
pazienti con tumore, soprattutto perchè questo testo può essere ritenuto
"the wisest, most humane thing ever
written about cancer and statistics. It is the antidote both to those
who say that, "the statistics don't matter," and to those who have
the unfortunate habit of pronouncing death sentences on patients who face a
difficult prognosis. Anyone who reads this will be armed with reason and with
hope.".
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25/7/12-UK
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Un editoriale su Nature ("A 'health
check' of protected ecological areas reveals an alarming decline in
biodiversity") mette in evidenza un
articolo sempre su Nature ("Averting
biodiversity collapse in tropical forest protected areas") che
aggiunge dati quantitativi riferiti a ben 60 aree protette in diverse zone
tropicali. I dati riguardano circa 30 gruppi di specie e coprono un periodo
piuttosto ampio (da 20 a 30 anni). Il lavoro dimostra come solo circa la metà
delle aree protette hanno svolto efficacemente il ruolo per cui erano state
create:proteggere la biodiversità dalle minacce che vengono solitamemente
dalla specie umana. L'articolo evidenzia come le aree in cui la biodiversità
è stata alterata, questa distruzione inizia nelle aree circostanti.
L'articolo è protetto, ma risulta interessante anche il file, accessibile,
contenente le
informazioni supplementari
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24/7/12-USA
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Un post ("A
new study of polar bears underlines the dangers of reconstructing evolution
using mitochondrial DNA") nel blog del biologo evoluzionista Jerry
Coyne, illustra alcuni problemi che risultano sempre più evidenti
nell'uso del DNA mitocondriale (MtDNA) nella ricostruzione filogenetica che
riguarda soprattutto specie vicine. Oltre che nella specie umana, per la
quale solo da poco tempo sono disponibili anche sequenze di DNA nucleare di
una specie affine e per cui sono stati dimostrati casi di ibridazione (come
con il Neandertal), anche nello studio recentemente effettuato sull'origine
dell'orso bianco ("Polar and
brown bear genomes reveal ancient admixture and demographic footprints of
past climate change") sono state rilevate notevoli incongruenze nel
confronto fra i risultati ottenuti usando DNA nucleare e quelli ottenuti
sulla base dell'MtDNA, la cui instabilità
è evidente e nota, vista la modalità di trasmissione uniparentale. Il
motivo sembra essere che eventi di ibridazione fra quelle che sono o
diventeranno specie diverse rendono possibile il trasferimento di mtDNA, che
poi si diffonde in maniera molto più rapida rispetto al nDNA, condizionato da
procedure di verifica ben più rigorose rispetto a quelle richieste dal mtDNA,
confinato nei mitocondri.
Se sulla base del mtDNA l'orso bianco aveva avuto origine 600.000 anni fa, il
confronto sulla base del nDNA porta a 5 milioni di anni fa il momento della
divergenza. Le conseguenze di questa ricerca può avere notevoli effetti su
alberi filogenetici che sono stati costruiti solo sulla base del mtDNA,
soprattutto se coinvolgono specie simili.
La storia dell'origine dell'orso bianco è brevemente raccontata anche dal New
York Times di ieri ("How
Brown and Polar Bears Split Up, but Continued Coupling").
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23/7/12-RWANDA
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Nel sito del National Geographic Italia si
può leggere un articolo ("Due
piccoli gorilla distruggono le
trappole dei bracconieri") di un comportamento finora mai osservato,
cioè la distruzione di due trappole predisposte dai bracconieri per catturare
esemplari della fauna selvatica. Questa novità è stata osservata dagli studiosi del Karisoke Research Center della fondazione Dian
Fossey, che hanno assistito
alla scena. "È la prima volta che
vediamo dei giovani individui fare una cosa del genere... Non mi risulta
nemmeno che sia mai stata segnalata in altre parti del mondo", dice Veronica
Vecellio, coordinatrice del programma gorilla del centro di ricerca. Solo
qualche settimana prima una piccola gorilla di nome Ngwino era stata
ritrovata ferita da uomini del Karisoke: purtroppo era troppo tardi, e la
piccola è morta per le ferite riportate
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23/7/12-USA
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Ci sono ancora un paio di articoli, citati da Carl
Zimmer o da altri in riferimento alla discussione sul mistero della
scomparsa di un cromosoma, ill numero 2, dal cariotipo umano, che richiedono
di essere evidenziati.
Uno è l'articolo pubblicato recentemente in giugno su Genome Research
("The
evolution of African great ape subtelomeric heterochromatin and the fusion of
human chromosome 2") e che ha permesso a C.Zimmer di fornirne
un'ottima e chiara spiegazione
illustrata del meccanismo evolutivo ad uso di lettori inesperti. E'
infatti interessante notare come ben due degli autori vengano da un centro
universitario di ricerca genetica di Bari, che ora stanno lavorando in un
dipartimento universitario di medicina di Seattle.
Forse sarebbe meglio non dare troppa pubblicità al fatto che dalle nostre
scuole e università escono giovani biologi evoluzionisti preparati e pronti a
lavorare anche nei migliori laboratori stranieri? Non è giusto far sapere che
molti giovani ricercatori che vanno all'estero per trovare possibilità di
lavoro adeguate alle competenze che acquiscono poi dimostrano le loro
capaità?
D'altronde se si puo' dimostrare che le idee che escono dalle diverse
correnti creazioniste USA riescono ad attraversare l'Atlantico per essere ben
accolte da ambienti culturali italiani pronti a tradurle e diffonderle, mi
sembra ancora più utile far notare come idee e persone formate nelle nostre
università possano trovare il modo di esprimersi anche oltre oceano,
contribuendo, anche grazie alle notevoli disponibilità economiche dei
laboratori USA, all'evoluzione culturale umana.
Il secondo articolo citato da Carl Zimmer (o forse da qualche altro blogger
in questi giorni) è davvero curioso, e dimostra come non sempre negli USA
siano pacifici i rapporti fra le decine di persone che sostengono
pubblicamente i diversi tipi di creazionismo o di antievoluzionismo che si
contrappongono alla scienza (il "darwinismo" è evidentemente solo
una scusa).
Si tratta di un articolo pubblicato sulla rivista dell'ICR (Institute of Creation Research,
creazionisti della terra giovane), che ha una posizione simile a quella degli
avventisti italiani dell'AISO, che immaginano dinosauri che pascolano insieme ai bellicosi Homo sapiens, che
quando han fame li catturano con una corda tesa fra - robusti - alberi, come
spiegato in un convegno
creazionista antivaticano del 2009 organizzato a Roma al CNR, che
scandalizzò molto gli evoluzionisti (certo un po' troppo condizionati dalla
razionalità del metodo scientifico).
L'articolo ("The
design revelation", 2005) è del presidente e fondatore dell'ICR,
Henry Morris, che accusa R.Dembsky e l'Intelligent Design di plagio, in
quanto sfrutterebbero le idee e gli esmpi dell'ICR, senza citare la fonte nè
attribuirne i meriti e senza far notare che l'ICR, a differenza dell'ID,
crede nella terra giovane e quindi usa casi adatti ad una cronologia breve,
con il rischio di passare per neocreazionisti. Morris cita il caso del
flagello batterico, diventato poi un cavallo di battaglia anche per l'ID (che
pur cerca sempre di distinguersi dal creazionismo) ma proposto per la prima
volta come esempio di creazione da parte di D.Bliss, dell'ICR.
Ovviamente poi in internet si può trovare e leggere anche la risposta a
H.Morris di R.Dembsky, del Discovery Institute ("A
REPLY TO HENRY MORRIS", 1/2/2005).
Sarebbe interessante anche verificare, come molti hanno provato a fare con
Darwin, se anche questo potesse essere considerato un caso di plagio.
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Oggi finalmente Carl Zimmer ha avuto una
risposta dai neocreazionisti del Discovery Institute sulla fusione
centrica che per gli evoluzionisti ha dato origine al cromosoma 2 nell'uomo.
Non soddisfacente.
Ne riferisce oggi nel suo blog ("And Finally
the Hounding Duck Can Rest"); il post si conclude con la seguente
frase riferita a due esperti del DI, che C.Zimmer ritiene non aggiornati sulle scoperte scientifiche recenti:
"Luskin has nothing to say about any of the
research that has come out in the past ten years. Klinghoffer has nothing to say,
either".
Zimmer infatti ha ben chiaro - come chiunque altro, spero - che negli
ultimi anni il sequenziamento completo del genoma delle antropomorfe ha
completamente rinnovato le nostre conoscenze, confermando in modo oggi non
più contestabile le ipotesi che precedentemente si basavano su dati che
riguardavano più la cromatina che l'informazione genetica ... [ho
apprezzato che Zimmer citi anche un articolo del 2008 sulle sequenze
telomeriche interstiziali, pubblicato da colleghi genetisti pavesi; era un
articolo ignoto ai neocreazionisti dell'ID, che pur avevano scritto
addirittura un inutile capitolo sull'argomento]
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La verifica dei commenti
positivi al libro pubblicato dal Discovery Institute
sull'evoluzione umana (Science
and Human Origins) permette di verificare quale sia il tema di fondo
più evidenziato dai lettori che hanno apprezzato questo testo che affronta un
argomento di notevole interesse dal punto di vista scientifico anche se
magari con proposte alternative rispetto a quelle della scienza ufficiale:
l'evoluzione della nostra specie. Queste sono alcune delle frasi estratte
dalle recensioni:
- "the insufficiency of the
Darwinian paradigm to account for available evidences"
- "disputes on empirical grounds
the Darwinian credo of a gradualist evolutionary change"
- "offers a spectrum of scientific
analyses of Darwinian failures"
- "disprove that Darwinian
evolution can produce novel proteins"
- "Clearly, the observed evolutionary
time frame is much too short to allow for the slow Darwinian mechanism
to pull it off".
- "neo-Darwinism is inadequate
to explain human origins".
Come si
vede, l'apprezzamento del libro riguarda aspetti che accomunano un po' tutti
coloro che - negli USA - preferiscono spiegazioni non naturalistiche; è un
contesto ampio e vario, dai creazionisti, agli antievoluzionisti, a coloro
che si accontentano di essere "antidarwinisti" pur senza proporre
ipotesi alternative e probabilmente anche non essendo interessati a conoscere
le novità degli ultimi 150 anni, che portano a non considerare più così
importanti oggi le proposte, ma anche i numerosi errori, di C.Darwin. Da
notare come alcune di queste frasi facciano riferimento a preoccupazioni e
critiche diffuse anche in altri paesi e perfino in Italia.
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22/7/12-USA
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[da The
Loom] Nel suo blog Carl Zimmer racconta sconcertato in prima
persona ("Four Days
of Fusion Chromosome Freak-Out") la storia dello scontro, che ha
vinto per abbandono, per il rifiuto/impossibilità del Discovery Institute a
rispondere alle sue domande.
Anzi, è importante notare che a rifiutarsi di rispondere sono stati
addirittura gli autori del libro di cui si sta discutendo (Science
and Human Origins), che sono anche responsabili del Biologic Institute, la
struttura che il DI ha dovuto creare dopo che nel processo
di Harrisburg/Dover lo stesso giudice Jones si stupì del fatto che dei
contestatori della teoria dell'evoluzione non avessero una struttura di
ricerca e si illudessero che bastasse una "part destruens"
che anche il giudice di Harrisburg aveva capito non fosse più sufficiente.
Proprio queste persone non fanno
quello che dovrebbero fare, come sottolinea C.Zimmer: "in none of their published papers, to my knowledge, do
they say anything like, “Our experiment thus provides clear evidence of
intelligent design.” Instead, they make their big claims about intelligent
design in their non-peer reviewed books and on their web sites. In 2005, the
Discovery Institute set up an outfit called the Biologic Institute, where
some scientists are supposedly doing the research that will show the world
that Intelligent Design is the real deal. So far, they haven’t published
any scientific papers in peer-reviewed journals to that effect".
Certo quelli del DI non sempre capiscono, come dimostra questa
reazione nel sito "Evolution
News" (del Discovery Institute) a chi non ama strumenti inutili come
i dibattiti. Una risposta del Biological Istitute alle critiche al loro
volume, tutto dedicato a criticare l'evoluzione umana la si trova in un'altra
pagina
web.
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21/7/12-USA
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[da Pharyngula] Nell
blog di PZ Myers un post oggi ("Creationist
FUD refuted") e uno ieri ("Forever
disappointed") ci invitano a buttare un'occhio, se interessati e
anglofoni, sulla "rissa" virtuale che sta creandosi in seguito alla
pubblicazione dell'ultimo libro antievoluzionista del Discovery Institute, Science
and Human Origins.
Probabilmente ha cominciato a dar fuoco alle polveri la
dettagliata recensione di P.McBride in parte riprodotta anche nel sito
web di Amazon.it.
La recensione evidenzia un fatto assolutamente rilevante e incredibile: il
libro non si preoccupa molto di proporre quale sia, su un tema certo centrale
come l'evoluzione umana, l'ipotesi alternativa del "progetto intelligente"
che proprio il DI dovrebbe approfondire, dimostrare e diffondere: "the only original claim in favour of intelligent design
is in the last couple pages of the book.
The book will
still probably be read by many people seeking to disprove evolution" e il giudizio sintetico finale è
sconcertante: "Science and Human
Origins has to be described first
and foremost as being anti-evolution rather than pro-intelligent-design, or
pro-science. If it offers solace
to those seeking evidence against evolution for their faith, the solace
should be as incomplete as the arguments made in the book".
Sarebbe interessante verificare, leggendo le numerose recensioni
accessibili nel sito
USA di Amazon quali siano le caratteristiche apprezzate nelle numerose
recensioni favorevoli: le prove di un progetto intelligente, le critiche
all'evoluzione, le critiche alla spiegazione (la teoria dell'evoluzione) o le
critiche a Darwin (oggi soprattutto un simbolo che riunisce tutti coloro che
non sopportano un'interpretazione naturalistica della realtà).
Un altro aspetto interessante è la incapacità degli autori a rispondere a
forti e motivate critiche che sono arrivate dal giornalista scientifico Carl
Zimmer, che ha contestato sul suo blog ("The
Mystery of the Missing Chromosome (With A Special Guest Appearance from
Facebook Creationists") e sul sito Facebook del DI gli errori del
capitolo del libro che contestava la spiegazione scientifica dell'origine del
cromosoma 2 nell'uomo.
C.Zimmer ha prima spiegato in modo dettagliato il meccanismo -
aggiornato anche in base alle nuove
conoscenze sul genoma del gorilla - che prevede una fusione robertsoniana che
ha coinvolto (esclusivamente nella linea evolutiva che porta all'uomo) una
coppia di cromosomi che troviamo già nelle scimmie antropomorfe, e poi ha
sfidato gli autori del libro a fornire le prove della loro spiegazioni
alternative.
Interessanti, anche per le somiglianze con fatti avvenuti pure in Italia, le
risposte arrivate inizialmente dal Discovery Institute. Prima hanno preteso
che Carl Zimmer comperasse un loro libro solo per leggere una spiegazione che
ovvviamente non era passata per riviste peer-review accessibili nelle
biblioteche universitarie, poi l'hanno invitato a "discutere" con
loro, come se una discussione possa mai creare novità serie nella conoscenza
scientifica.
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19/7/12-IT
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[da Pikaia]
Regalate
e/o regalatevi….un libro!
Come ogni anno, il sito di Pikaia si preoccupa di quello che faremo nel tempo
libero con la parte migliore di noi... e consiglia di passare un po' di tempo
a leggere
qualcosa, conoscendo e condividendo le idee di chi ha idee interessanti
sulla scienza, la biologia e l'evoluzione.
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18/7/12-IT
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Su LA7, nel programma Missione Natura di questa
sera, David Attenborough ha guidato i telespettatori interessati a
capire le meraviglie del Cambriano in una visita alle argilliti di Burgess
nel corso della seconda
puntata di First Life (qui la prima).
Si sono ammirate ricostruzioni digitali di alcune delle 65000 specie
primitive fossili che sono state trovate in quelle argilliti.
Solo alla fine della parte dedicata alle argilliti (0'45") è comparsa la
specie che dimostra come nel Cambriano sia avvenuta anche
l'"invenzione" del primo organismo dotato della struttura anatomica
che ha poi favorito il maggior successo agli organismi che ne erano dotati,
la colonna vertebrale, una struttura di sostegno che, essendo interna, non
ostacola la crescita dimensionale. Quell'organismo vivente, il primo dotato
di spina dorsale, è stato chiamato Pikaia.
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18/7/12-IT
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Questa storia inizia il 24/6,
quando feci un'allusione a una frase un po' masochista che introduce ogni
post del blog "Critica scientifica"; avevo notato infatti
che nel sito web del libro di scienze adottato dal collegio dei docenti del liceo
in cui insegna E.Pennetta si raccontano "verità" un po' diverse
rispetto alle "verità" che si trovano nel blog.
[In realtà si deve precisare che non esistono "verità" nelle
scienze. Si dovrebbero anche evitare termini di solito usati in contesti in cui
esisterebbero solo verità (in realtà una volta basta un concilio per
modificarle, mentre oggi è possibile che aboliscano il limbo da un giorno
all'altro). F.Crick nel 1958 propose addirittura un "dogma centrale
della biologia". Seecondo alcuni testi sembrerebbe sia stato
smentito dopo pochi anni dalla scoperta dei retrovirus; purtroppo la
definizione linkata (pur tratta da un sito apparentemente autorevole se non
di eccellenza) è diversa da quella originale, come spiega L.Moran, che nel
suo blog ("The
Central Dogma Strawman"), cita proprio la definizione originale:
"... once (sequential) information has passed
into protein it cannot get out again (F.H.C. Crick, 1958).
Immaginavo comunque che agli studenti si raccontassero informazioni
corrispondenti a quelle che loro stessi potevano verificare nel sito web del libro di testo,
che la scuola aveva fatto acquistare o almeno consigliato.
Mi è sembrata quindi strana una critica poco scientifica comparsa oggi
nel blog e riferita al mio post dell'11/7/12, in cui definisco
giustamente come evoluzione il semplice cambiamento di frequenze alleliche
fra generazioni successive, come quello osservato e dimostrato nel gruppo di salmoni
rosa studiato nel lavoro citato nel post.
Non ci sono infatti dubbi sulla definizione di evoluzione, almeno in chi
crede nell'evoluzione e nella biologia attuale. E' infatti sufficiente
verificare le definizioni di evoluzione tratte da testi scolastici (Helene
Curtis: "In fact, evolution can be
precisely defined as any change in the frequency of alleles within a gene
pool from one generation to the next."; A.J. Tobin, J
Dusheck: "Si spieghi brevemente come agiscono i fattori che possono
modificare le frequenze alleliche, determinando così un’evoluzione".).
Altri esempi e un ragionamento più
ampio si può trovare nella FAQ del sito TalkOrigins ("What is
evolution?") in cui si chiarisce che "When biologists say that they have observed evolution,
they mean that they have detected a change in the frequency of genes in a
population".
Certo i risultati più garantiti sono quelli che si ottengono dai libri
di biologia evoluzionistica: Douglas Futuyma scriveva che l'evoluzione
"... embraces everything from slight
changes in the proportion of different alleles within a population..."; non so se sia un merito o una colpa,
ma D.Futuyma era uno degli evoluzionisti di fiducia invitati al convegno
Vaticano sull'evoluzione del 2008 organizzato da N.Cabibbo e dal
neodarwinista e premio Nobel Werner
Arber, attuale presidente della PAS.
Come già avevo scritto il 24/6 nel post dedicato agli
esami di maturità allora in corso, anche il sito
web con esempi di terza prova del testo "Nuovo Bios" - adottato
dal 2008 nell'Istituto in cui insegna il prof.Pennetta - riporta la stessa
definizione; certamente gli studenti di quei licei l'hanno imparata
preparandosi a rispondere a questa domanda proposta nell'Unità E: " Si spieghi
brevemente come agiscono i fattori che possono modificare le frequenze
alleliche, determinando così un’evoluzione".
Saper rispondere correttamente a questa domanda permette di capire bene
quello che poi verrà spiegato all'università (qui ad esempio ci sono i
contenuti e le definizioni di un corso
di base di biologia evoluzionistica di un'università USA) e di
partecipare più attivamente ai numerosi dibattiti che animano il web ogni
volta che si tocca il tema caldo dell'evoluzione.
Come credo di aver dimostrato, non sempre le scoperte scientifiche vengono
trasmesse correttamente dalle persone responsabili della formazione; è anche
possibile che ci siano diverse verità, come tranquillamente ammette un
insegnante di scienze delle medie (a Corsico?) in questo video.
Comunque, la definizione da me utilizzata è coerente con le definizioni
utilizzate nell'articolo citato da Nature ("Genetic
change for earlier migration timing in a pink salmon population"), dove si sottolinea [non si
dovrebbe continuare a ignorare la frase che chiarisce l'importanza
dell'articolo] - la difficoltà di dimostrare che si tratti realmente di
evoluzione quando ci troviamo di fronte a modifiche del fenotipo ("evidence documenting that these phenotypic changes are due to
microevolution is exceedingly rare");
ma è anche
corrispondente alle definizioni che si possono trovare in ogni dizionario
scientifico serio.
Nel post del 24/6 avevo infatti citato un esempio di semplice
modifica del fenotipo avvenuta recentemente nella nostra specie, la
crescita secolare della statura; l'aumento di circa 10 cm avvenuta in Italia in un secolo (2,5 cm per
generazione!) ha causato modifiche ai parametri e ai limiti della
distribuzione statistica delle stature, ma in quel caso non è possibile
essere certi che si tratti di evoluzione.
[Ovviamente è del
tutto inutile (e incomprensibile anche didatticamente) contestare solo chi fa
notare un articolo che, evidenziando proprio un problema serio ma
difficilissimo da evidenziare su tempi brevi, può anche aiutare chi non
capisce bene come funziona l'evoluzione biologica ad esultare di meraviglia
nel momento in cui finalmente capisse un meccanismo creativo che non si
immaginava avesse una spiegazione così semplice e apparentemente poco
"intelligente"].
Sarebbe invece necessario contestare, con adeguate prove, la definizione di
evoluzione, se non piace. Ovviamente non è facile. E' noto però che
l'evoluzione culturale invece richieda sempre qualche nuova
informazione, se davvero si vogliono cambiare definizioni che certo un
cameriere di Juneau
che non ha fatto il liceo ha il diritto di non capire.
Per fortuna il gruppo che sostiene E.Pennetta (tranne l'autore del
primo commento) questa volta si è ribellato, e non si è proprio accontentato
di citare anche looro ancora l'asino d'oro; gli hanno infatti
ricordato che basta andare su una delle fonti che spesso utilizza e accetta
... Wikipedia (in realtà sarebbe stato meglio che nel blog anche lui
citasse "Nuovo Bios" o un altro testo di biologia, visto che è uno
strumento del lavoro che ha scelto di fare nella vita) per scoprire che non è
corretto farsi notare criticando chi gli ricorda una verità che anche loro
ben coonoscono: anche la microevoluzione è
evoluzione.
Sono contento di aver contribuito indirettamente a spingere i suoi amici (degli
esperti non si fida molto) a ricordare a E.Pennetta che, anche se è ormai
in ferie, non può dire a loro, senza dimostrarlo, che "l’attuale definizione di “evoluzione” sia un autentico
insulto alla ragione", cercando di modificare la verità (...
e quel che è auspicabile e previsto che insegni a scuola) per adeguarla al
proprio pensiero.
Sono comunque stati un po' troppo bruschi; avrebbero potuto aggiungere "Senza offesa, s'intende". Forse non
sospettano nemmeno che si corra il rischio che non sia il motto - com'è ormai
doveroso, viste le critiche degli amici ad una definizione che dovrebbe
conoscere bene e non dovrebbe adattare al contesto - ma l'intero blog ... ad
essere improvvisamente cancellato ...
Ho anche apprezzato il fatto che sia stato sottolineato, forse per la prima
volta (non è infatti una delle solite autocitazioni che si trovano nel blog)
che "La teoria secondo la quale la
macroevoluzione altro non è che la microevoluzione estesa nel tempo, e quindi
i meccanismi che la spiegano sono i medesimi, viene chiamata
“neo-darwinismo”, od anche “teoria sintetica dell’evoluzione”.
Che questo "sia veramente uno dei nodi
centrali di tutta la discussione sul neo-darwinismo" (che avviene
nel blog) non è una novità se non per il blog stesso: non solo il papa nel 2004
ha firmato un documento che al punto 63 accetta la macroevoluzione, ma
recentemente ha addirittura nominato un "neodarwinista" come il
premio Nobel Werner
Arber, a presidente dell'Accademia
Pontificia delle Scienze.
Werner Arber aveva anche organizzato il convegno evoluzionista in Vaticano
nel 2008 (SCIENTIFIC INSIGHTS INTO THE EVOLUTION OF
THE UNIVERSE AND OF LIFE), dove i creazionisti e gli
esponenti dell'ID non erano stati ammessi.
Chi volesse un aggiornamento sulle sue idee, può ascoltare un intervento
di Arber (in inglese purtroppo) ad un convegno dell'EMBO tenutosi in
maggio a Padova sulla teoria dell'evoluzione.
ll convegno ha dimostrato che sono in ottima salute sia Werner Arber che la
teoria dell'evoluzione (anche grazie alle scoperte di Arber e del suo collega
Lenski fatte sui batteri che, seguiti per decine di migliaia di generazioni,
dimostrano di evolvere).
Ovviamente, visto che ogni tanto Arber è a Roma, chi è ignorante di biologia
potrebbe sempre provare ad avvicinarlo per chiedergli come sia possibile che
nonostante l'evoluzione, anche questa sera i batteri siano rimasti sempre batteri ...
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14/7/12-USA
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A fine mese (26/27 luglio) si terrà negli USA, in
Virginia, la conferenza congiunta Origins 2012 (Genesis, Creation and the
Flood), organizzata dalla Creation Biology Society e dalla Creation
Geology Society.
Lo riferisce il blog New
Creationism. Il programma dell'iniziativa si trova nel CBS
website. E' sufficiente leggere lo statement
of faith di questi creazionisti biblici per capire a cosa si riferisse PZ
Myers quando ieri raccontava la "parabola" del carpentiere e
del piromane ("The
carpenter and the pyromaniac"): "You
can’t call any creationist a scientist, because what they’re actively
promoting is a destructive act of tearing down every beautiful scrap of
knowledge the real scientists have acquired".
Quello che PZ Myers non evidenzia è che magari un piromane potesse
essere comunque utile quando, come
avveniva nel '600, ci fossero da verificare in modo critico idee o ipotesi
basate su una tradizione che magari affondava nella preistoria o in credenze
infantili assurte a tradizione, e non su dimostrazioni o ipotesi ragionevoli
ma sopratutto razionali, come molti per fortuna pensano avvenga oggi.
Pensare quindi che oggi sarebbe di ua qualche uitlità un piromane che si
occupi di biologia negli USA, dopo 150 anni di lavoro serio di ricerca
scientifica, non può che avere l'obiettivo di rivolgersi a chi ha molta fede,
dato che l'obiettivo può solo essere quello di ripristinare le precedenti conoscenze,
che appunto si sono dimostrate, una dopo l'altra, davvero deboli ed errate
già da più di un secolo.
Il problema sembra presente anche in Italia, pur in un altro contesto
culturale e religioso, dove ci sono evidentemente ambienti cattolici
ufficiali che non si sognano proprio di affidarsi a piromani, tanto è vero
che, pur con qualche ambiguità e timore, apprezzano, onorano e consultano
scienziati che sono certificati da premi Nobel; in altri ambienti invece si
preferisce affidarsi a piromani che nemmeno valutano che la situazione non
solo oggi non è adeguata, ma che anzi purtroppo è decisamente sfavorevole;
nonostante ciò e si illudono di poter criticare anche quei premi Nobel che il
papa stesso ha messo a dirigere l'Accedemia Pontificia delle Scienze.
Si apprezzano e si citano invece i deliri dei creazionisti baraminologi
americani (qui un articolo dei creazionisti biblici di Answer in Genesis, con un'analisi
della posizione
tassonomica dell'A.sediba, fatta utilizzando la baraminic
distance, utile per far capire la validità delle alternative a chi non
apprezza le novità e le scoperte dei paleoantropologi) o tedeschi
(come Junker e Scherer,
che piacciono tanto ai creazionisti
biblici italiani).
Apprezzabile comunque il fatto che l'articolo di Answer in Genesis
riporti ed accetti la classificazione attuale della famiglia Hominidae, che non solo
comprende quindi tutte le scimmie antropomorfe nella stessa famiglia, ma che
fa immediatamente capire anche a un creazionista o ad un antievoluzionista
come una struttura filogenetica così complessa ed affollata che descriverebbe
eventi che coprono pochi milioni di anni dia immediatamente e facilmente
l'idea, che rende anche accettabile, di una rete che interconnetta tutte
quelle specie con meccanismi evolutivi come quelli descritti dalla teoria
dell'evoluzione. Bisogna che anche gli evoluzionisti si mimetizzino e
pubblichino su queste riviste. D'altronde le citazioni sono numerose e quelle
di biologi evoluzionisti (come il famoso Bernard Wood e il meno
famoso, ma italiano, Davide Caramelli) si confondono e si mimetizzano
bene in mezzo alle citazioni dei lavori creazionisti.
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13/7/12-UK
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Da un post sul blog Why
evolution is true di un famoso biologo evoluzionista, Jerry Coyne,
si viene a conoscere di una iniziativa realizzata in Europa da un gruppo di
creazionisti dell'Irlanda del Nord: sono riusciti a pubbllicizzare le loro
ippotesi creazioniste dal centro didattico
della famosa e incredibile struttura geologica, di circa 60 milioni di anni
fa, denominata Giant’s
Causeway, davvero impressionante con le sue 38000 colonne basaltiche
esagonali, che ho potuto ammirare personalmente negli anni '60. Ma il
successo non è ancora completo: nel sito web ufficiale
manca tuttora qualsiasi riferimento alla posizione creazionista; bisogna
proprio andare nell'Ulster per accorgersene.
Come invece abbiano fatto due giganti a costruire un paesaggio da favola, nemmeno la BBC
riesce a spiegarlo in modo comprensibile.
Qui un
post del 10/7 nel sito creazionista di Ministries
Internalional, che gongola. Qui
si può acquistare il loro opuscolo che illustra questa meraviglia della
creazione.
Nel post c'è comunque una frase che fa capire come la situazione italiana sia
comunque migliore: "The first step in the
battle has been to exclude the Christian worldview from the public arena and
confine within “church halls” long-age geology and evolution";
sembra che, almeno in Italia, quasi tutti abbiano rinunciato a contestare
l'evoluzione (anche se sopravvive un po' di ambiguità e di confusione) e a
vergognarsi a difendere ancora la cronologia breve della terra. Avventisti
dell'AISO a parte, che difendono ancora le poche
migliaia di anni della vita sulla terra. Sembra gli avventisti siano rimasti
gli unici a rimanere indifferenti anche davanti all'enorme "aumento
di informazioni", tutte coerenti nbel dimostrare come la terra abbia
4,5 miliardi di anni.
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13/7/12-DE
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Sono stati decisamente fortunati i visitatori dello
zoo di Heidelberg che sono stati oggi coinvolti nella fuga da una
gabbia di ben 5 scimpanzè, un evento che avrebbe potuto avere conseguenze più
gravi rispetto al ferimento di un'unica bimba. Esiste anche un
video che evidenzia come per fortuna gli scimpanzè, maschi e femmine
adulti e ben muscolosi, apparissero abbastanza pacifici e curiosi per le
novità; probabilmente non hanno notato atteggiamenti aggressivi, nè hanno
ritenuto minacciosi gli atteggiamenti sorpresi e preoccupati dei visitatori,
che mostravano di non essere coscienti del rischio che stavano correndo,
magari fiduciosi del fatto che fosse un'iniziativa organizzata dallo zoo.
I visitatori dello zoo, circa 2500 persone, poi sono stati allontanati, prima
della ricattura degli scimpanzè, che erano fuggiti senza chiedere il
permesso.
Per fortuna non si è reso necessario abbatterli, anche perchè quasi tutti
sono ritornati spontaneamente nella loro gabbia.
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13/7/12-IT
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Sull'Espresso di questa settimana uscito
oggi si può leggere un articolo di 3 pagine cerca di presentare ("Mio
cugino il gorilla") le conoscenze attuali sull'evoluzione delle
scimmie antropomorfe. Lo spunto è dato dalla notizia che è stato effetuato il
sequenziamento completo del DNA del gorilla. Anche se la notizia non è così
fresca (era infatti a fine marzo che su Nature si annunciava che “Gorilla
joins the genome club”, invitando ad andare a leggere l'articolo
originale "Genomics:
Gorilla gorilla gorilla"). Chi non l'avesse letto allora può trovare
una sintesi appunto sull'ultimo numero dell'Espreso, dove si presentano in
modo corretto le conoscenze attuali sulla filogenesi delle antropomorfe, con
i dati sui tempi necessari per il loro differenziamento. Chi volesse sostenere
che i tempi sono troppo brevi deve ovviamente dimostrare la falsità dei tempi
di divergenza che sono attualmente noti.
La notizia più recente è infatti quella del 27/6, del
sequenziamento del genoma del bonobo (Pan paniscus): ("The
bonobo genome compared with the chimpanzee and human genomes")!
Ormai la scienza procede con un velocità maggiore di quella della
stampa...?
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12/7/12-RDC
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Non sono per niente buone le notizie che arrivano
dalla parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, e in
particolare dalla provincia del Nord Kivu a cui appartiene la parte
occidentale del Parco dei Vulcani, l'unico posto al mondo in cui vivono
i gorilla di montagna. La loro sopravvivenza dipende dal fatto che nel
parco non circolino milizie ribelli, come sta avvenendo da un paio di mesi,
ma anche dal fatto che il parco e i gorilla siano meta di un turismo di lusso
che fornisca le risorse necessarie per la sopravvivenza degli ultimi gorilla
di montagna, dei rangers e della popolazioni circostanti.
Come si legge nel post di oggi inserito dai rangers del parco che proteggono
i gorilla ("No
summer tourism for the Virungas National Park"), da due mesi il
parco è in mano ai ribelli della milizia 23 (M23), i rangers si sono
rifugiati a Goma, capitale del Nord Kivu tuttora minacciata dai ribelli che
avanzano, e il turismo è sospeso almeno per i prossimi due mesi.
Il post dice poco del contesto generale e del ruolo aggressivo e interessato
del Ruanda, che da anni cerca di controllare e sfruttare economicamente una
zona lontana dalla capitale della RDC ma ricca di risorse minerarie preziose
e ... troppo vicina alla capitale del Ruanda...
Non c'è quindi da stupirsi che, per fortuna dei gorilla, almeno l'area del
parco compresa nei confini del Ruanda sia invece tranquilla e il turismo
proceda regolarmente ("Rwanda Tourism Not
Affected By DRC Conflict").
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12/7/12-IT
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Oggi sul Foglio si un finale inatteso in un
articolo di F.Agnoli ("Viva
la scienza") che inizia decisamente male, con una frase che
diagnostica un "rampante antidarwinismo
creazionista" che davvero nessuno vede se non in contesti
ambientali in cui prevale l'ignoranza scientifica o una visione totalizzante
di una qualche ideologia religiosa.
Decisamente geniale anche l'idea di una possibile comparsa dell'antibosonismo
a fianco dell'antidarwinismo, per non parlare dell'idea di approfittare dei
meriti della scienza (è facile suggerire "Meglio
che la chiesa sia cauta a sposare o contrastare una teoria: è fatta per
essere ribaltata") per sostenere il vantaggio delle consolanti
verità immutabili che caratterizzerebbero le migliaia di religioni che l'uomo
si è inventato nei millenni.
A conferma della potenza e della supremazia delle verità religiose,
l'articolo non manca di aggiungerne altre a piacere, forse per raggiungere la
lunghezza dell'articolo prevista: "Li'
magari il Padreterno sta leggendo il ponderoso libro o sta dormicchiando su
una polverosa poltrona ... 'Ah siete arrivati. Vi stavo giusto aspettando'".
Una scena davvero improbabile e assurda, ai limiti dell'eresia se immaginata
da un credente,visto che mette in dubbio l'onnipotenza di un'entità che
avrebbe aspettato (leggendo e dormicchiando) circa 14 miliardi di anni
l'arrivo di qualcuno a cui fare una battuta davvero spiritosa sulla propria
onnipotenza oltre che sulla propria onniscienza.
Il finale inatteso è quel che vede F.Agnoli nella tv, propossa a sfera di cristallo:
"si è verificato un continuo scivolare
indietro che vedrà il trionfo dei primati quali compimento di un'umanità
depotenziata e intristita", "Anche
in tema di evoluzionismo ci sono novità formidabili, che modificano il
darwinismo ma confermano la grandezza di Darwin".
Sarà contento E.Pennetta, che potrà scrivere un nuovo libro sulla grandezza
di Darwin e magari anche un altro sui primati che sostituiranno l'umanità
attuale, con un'interpretazione del tutto personale del"l'Avenir de
l'Homme" prevista da Teilhard de Chardin.
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11/7/12-UK
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Sull'ultimo numero di Nature un interessante
editoriale ("Pink salmon evolve to migrate earlier in
warmer waters") cerca di attirare l'attenzione su un
articolo comparso sui Proceedings of the Royal Society B ("Genetic
change for earlier migration timing in a pink salmon population"),
dove si dimostra come il patrimonio genetico possa cambiare (=evoluzione)
per permettere ad una specie di adattarsi ai cambiamenti dell'ambiente.
Si tratta della descrizione di una scoperta ottenuta solo studiando per 40
anni una popolazione di salmoni rosa che si riproduce in un fiume
dell'Alaska, l'Auke Creek; nel patrimonio genetico di alcuni di questi
individui era stato inserito negli anni '80 un marcatore genetico che
permetteva di distinguere i salmoni che migravano prima rispetto agli altri.
Si è scoperto che i salmoni oggi risalgono la corrente per deporre le uova
con due settimane di anticipo rispetto a 40 anni prima, e che il fiume aveva
una temperatura maggiore di più di 1 grado rispetto a 40 anni prima. Grazie
al marcatore genetico si è potuto verificare che che non si trattava di
plasticità fenotipica (come avviene per il fenomeno del secular
trend che ha portato, ad esempio in Italia, ad un aumento medio della
statura di 10 cm in un secolo, 2,5 cm per generazione), ma proprio di un
adattamento genetico, con un sempre maggior successo riproduttivo, e quindi
una maggior frequenza delle forme che risalgono prima il fiume.
Si tratta quindi, essendo un cambiamento di frequenze alleliche, di un caso
evidente di evoluzione, come si legge in ogni testo di biologia delle
superiori (ad esempio nell'unità E degli esempi di terza prova proposti nel
sito del testo "Nuovo
Bios").
La conseguenza è stata (e anche questo dato è stato osservato) che è rimasto
costante il numero complessivo di individui della popolazione, pur in
presenza di variazioni nelle condizioni ambientali.
Questo è avvenuto - e ognuno può capire come sia improbabile che questo sia
avvenuto proprio in una popolazione che viene costantemente monitorata per
anni - in un tempo tanto breve (40 anni) da poter dimostrare che si è
trattato di fenomeni evolutivi che modificano la composizione genetica della
popolazione.
L'articolo è importantissimo in quanto dimostra in modo convincente come
purtroppo sia molto difficile poter analizzare ìn natura i diversi fattori
(biologici, fisici e ambientali) che agiscono nel momento in cui avviene un
meccanismo evolutivo.
E' evidente che questi rimarranno sempre esempi piuttosto rari ma
indispensabili per permettere alle persone intelligenti di capire come anche
eventi simili avvenuti nel passato
possano - ma soprattutto debbano - essere spiegati.
C'è e ci sarà sempre chi trova tatticamente più conveniente la strategia di
pretendere che anche i processi evolutivi già avvenuti vengano spiegati TUTTI
nello stesso modo, ben sapendo come sia oggettivamemnte impossibile; è quindi
una strategia distruttiva vincente a priori, soprattutto se abbocca chi non
si aspetta o non ha bisogno di spiegazioni alternative.
Al recente convegno dell'EMBO a Padova (Qui i video
dell'iniziativa) c'erano molte persone esperte ed intelligenti,
fra cui un premio Nobel della biologia, Werner Arber, e si è parlato
di evoluzione e di meccanismi evolutivi senza mettere in dubbio l'attuale
teoria dell'evoluzione, come si può verificare ad esempio proprio guardando il
video dell'intervento di Werner Arber, recentemente nominato dal papa
presidente dell'Accademia Pontificia delle Scienze.
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L'editoriale su Nature rimanda poi ad altri
articoli, recenti e di qualche anno fa, che presentano dati scientifici
provati che confermano l'esistenza di meccanismi adattativi ai cambiamenti
climatici: "Climate
change linked to shrinking leaves" (un fenomeno che avviene in
Australia), "Global
warming wrecks moths' rhythm", "Warming
world altering thousands of natural systems" (Il riscaldamento
globale influenza circa 30000 fenomeni biologici e fisici).
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8/7/12-USA
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Un paio di post interessanti dal blog di Carl
Zimmer "The
Loom". Il primo
("Presenting “Evolution: Making
Sense of Life” (and a free app!)") riguarda un libro
che Zimmer ha scritto con il biologo D.Emlen. Si tratta di un libro di
livello universitario sulla biologia evoluzionstica. Il libro fra poco sarà
in libreria e nel post si possono leggere alcune autorevoli recensioni
davvero molto lusinghiere; fanno però capire che questo testo potrà essere
utile soprattutto prima dell'universita (R.Lensky e altri sottolineano
infatti che "This
book is bound to attract many more students into the field of evolutionary
biology”; questo
anche perchè "This is not your grandmother’s
evolution text. Breathtakingly
illustrated, this book covers not only the usual topics in evolution – adaptation,
drift, phylogenetic analysis – but also a host of new and exciting areas
where groundbreaking research is occurring”.
L'app evidenziata nel titolo si
scarica da iTunes e fornisce anche il link per leggere gratuitamente il
primo capitolo, che permetterà di capire le capacità divulgative degli autori
e l'importanza della scelta delle immagini: "Two
master craftsmen in the art of scientific communication have combined to
produce an excellent basic text on evolution: it informs, explains, teaches
and inspires. The illustrations
are outstanding”.
L'editore poi ha un sito
web dedicato al libro (anche da qui si scarica il primo capitolo, dove si
spiega perchè possiamo dire che l'Ambulocetus sia utile per capire che
l'evoluzione sia un fatto ma anche una teoria); è presente anche un virtual lab (Evobeaker) per gli studenti che studiano su quel libro (sono
presenti alcuni video di demo). per chi fosse interessato all'acquisto,
faccio notare che sul sito dell'editore il libro costa un quinto di meno
rispetto ad Amazon.
Il secondo post ("Live-blogging Arsenic
Life") ci trasporta invece al congresso Evolution 2012 di
Ottawa, da dove Carl Zimmer relaziona in diretta (live-blog) su una
conferenza di Rosie Redfield sul caso intrigante della vita basata
sull'arsenico, ipotizzata sulla base di un articolo su Science del
dicembre del 2010 sulla scoperta di una "vita aliena" sulla terra.
Nel post si racconta la storia, non ancora conclusa (sta per uscire un
articolo su Science di R.Redfield), e si forniscono alcuni link per
chi voglia capire meglio quello che sembra essere, secondo quanto racconta
Zimmer sulle conclusioni della conferenza tenutasi ieri a Ottawa: "a story of serial failure. Lead author convinced of evidence without good research, senior
authors didn’t provide supervision. Co-authors should have accepted
responsibility. Reviewers failed, missed a lot of problems. Science failed in
selecting reviewers".
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Spiace che E.Pennetta non abbia riportato correttamente e fino in fondo
questa notizia nel
suo blog del 10/7/12, omettendo di precisare che ad Ottawa si
anticipavano risultati pubblicati quasi contemporaneamente (oggi) su Science
("Absence
of Detectable Arsenate in DNA from Arsenate-Grown GFAJ-1 Cells" e
"GFAJ-1
Is an Arsenate-Resistant, Phosphate-Dependent Organism"); questi
articoli hanno verificato e smentito l'articolo del 2010 ("A Bacterium That Can
Grow by Using Arsenic Instead of Phosphorus") che non riguardavano
l'evoluzione in quanto riferiti ai gruppi fosfato presenti nell DNA.
I due articoli fanno capire bene come oggi nel mondo l'evoluzione culturale
gestisca una corretta e seria "part destruens": solo
fornendo sempre quello che qualcuno chiamerebbe "un aumento di
informazione" che giustifichi con validi motivi la prevalenza di una
spiegazione alternativa. Critiche che non forniscono un'informazione più
soddisfacente e utile non vengono di solito considerate
Purtroppo sembra che un evidente - e dichiarato - chiodo fisso un po'
sospetto in un docente che insegna oggi biologia ("il darwinismo contemporaneo non ha in realtà
nessun vero risultato da presentare"!) induca a tagliare perfino
notizie che non coinvolgono principalmente la questione dell'evoluzione
("In conclusion the new research shows that
GFAJ-1 does not break the long-held rules of life, contrary to how
Wolfe-Simon had interpreted her group’s data”).
Piuttosto avrebbe dovuto andare a bussare alla porta dell'Accademia
Pontificia delle Scienze per verificare se davvero il papa ha "confermato
le antiche regole" dell'evoluzione culturale, scegliendo come
presidente Werner
Arber, uno che ha ricevuto un premio Nobel, che si vanta di aver
dimostrato il "neodarwinismo" (“Statement on my view on biological evolution”) e che in maggio ha collaborato con T.Pievani e molti
autorevoli biologi evoluzionisti al successo di un convegno dell'EMBO a
Padova ("International
workshop on Evolution in the Time of Genomics").
I fatti, anche questo, dimostrano come sia indispensabile dimostrare gli
errori, non essendo oggi sufficiente dire che qualcosa non piace; non solo non
è sufficiente storcere il naso, nè dire che si tratta di una bufala;
addirittura non basta nemmeno una conferenza come quella tenuta ad Ottawa, ma
servono addirittura (e sono comparsi pochi giorni dopo) nuove informazioni
certificate, come sono gli articoli su Science, la stessa rivista che
aveva pubblicato nel 2010 l'articolo di Felisa
Wolfe-Simon dell'Astrobiology Institute della NASA.
Lo si capisce anche andando a leggere un articolo molto scettico, ma
poco utile come "pars destruens", di Carl Zimmer del
dicembre 2010, pubblicato su Slate ("This
Paper Should Not Have Been Published").
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Purtroppo il metodo scientifico, che i nostri figli dovrebbero imparare a
scuola fin dalle elementari, è un metodo rigoroso e richiede quindi passaggi
(e tempi) precisi, che E.Pennetta conosce e insegna (e quindi non è chiara la
sua preferenza per una "pars destruens" senza nuove
informazioni, non adeguata al contesto scientifico: perchè censurare quel che
ha detto Rosemary Redfield a Ottawa? per dimostrare che cosa dell'improbabile
"agonia del darwinismo", che invece anche R.Timossi sostiene -
apparentemente dispiaciuto - essere in ottima salute?).
Tutta la storia, tranne i link agli articoli originali, è raccontata
correttamente anche dal Christian
Science Monitor del 9/7.
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Sulla conferenza di Rosie Redfield si può
leggere qualcosa anche nel blog di un biologo creazionista biblico a cui è
piaciuta molto la conferenza di Ottawa, a cui ha partecipato. Qui un post
sulla giornata
di ieri, qui un'altro sulla giornata
di oggi e qualche
riga, con i necessari link, sulle recenti critiche esposte a Ottawa da
R.Redfield al lavoro del 2010 della NASA. Esiste anche la Creation Biology Society (CBS)! Si
occupano, da bravi creazionisti, di baraminologia, su cui stanno preparando
un numero speciale del "Journal
of Creation Theology and Sciences Series B: Life Sciences";
stanno aspettando di ricevere contributi in proposito. L'ultimo
volume on line contiene gli atti del convegno del 2011, per cui si può
capire quali ricerche potrebbero interessare. Curioso l'abstract che
conferma la quasi identità della sequenza del DNA umano e di quello dello
scimpanzè, mentre non mi è chiaro cosa si intenda per distanza
baraminologica. Puo' essere utile per chiarirsi le idee anche un dibattito
fra un young-earth creationist e un evolutionary creationist, ambedue
evangelici, comparso recentemente su Christianity
To-Day
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8/7/12-UK
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Si chiude oggi in UK Science Live, una
mostra didattica ("Summer
science Exibition 2012") organizzata dalla Royal society
inglese. Nel sito web sono presenti paginette sui diversi exibits ospitati
dalla manifestazione, rivolta soprattutto a stimolare ulteriormente la
curiosità innata nei primati e nella nostra specie, abbondante ed evidente
soprattutto negli esemplari più giovani.
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6/7/12-CA
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Inizia oggi ad Ottawa un megacongresso di
biologi evoluzionisti, che convergono in Canada da tutto il mondo e da
diverse società scientifiche che si occupano di evoluzione. Il congresso
infatti vede riuniti evoluzionisti afferenti a diverse società scientifiche:
American Society of Naturalists (ASN), la Canadian Society for Ecology and
Evolution (CSEE), l'European Society for Evolutionary Biology (ESEB), la
Society for the Study of Evolution (SSE), e la Society of Systematic
Biologists (SSB). Il congresso è infatti denominato Evolution 2012, First
Joint Congress on Evolutionary Biology, e qui si può
consultare il programma (anche on PDF).
Sarà un problema di spending review, o di time use review, ma
oggi sempre più spesso si tende a far prevalere i congressi internazionali o
quelli congiunti, che permettono una più rapida diffusione di tutte le
scoperte che, una volta verificate, permetteranno di migliorare le nostre
conoscenze, modificando quello che si è studiato e si riteneva sino ad oggi
corretto. Congressi congiunti sono certo gli strumenti con cui questo avviene
più rapidamente e in modo certo più economico.
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4/7/12-USA
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[da Sandwalk]
Il blog di Larry A.Moran, un biochimico di Toronto, è tutto dedicato a
problemi evoluzionistici, come si capisce anche dal nome del blog, intitolato
al percorso pedonale dedicato alla riflessione presente nella casa di Darwin.
Nel post di oggi ("Another
IDiot Book: Science and Human Origins") si linka una recensione - di
Paul McBride on Still
Monkeys - ad un recente volume che cerca di smontare l'evoluzione
umana e se possibile anche tutta la paleoantropologia, pubblicato dal Discovery
Institute, l'organizzazione che gestisce l'Intelligent Design. Paul McBride, come Larry Moran sottolinea ("Most IDiot literature is nothing more than a
misguided attack on evolution. It's increasingly rare to see any defense of
intelligent design."), ritrova in questo libro le principali
caratteristiche del modo di affrontare l'evoluzione che troviamo in molti e
diversi tipi di antievoluzionisti: "Science
and Human Origins has to be described
first and foremost as being anti-evolution rather than
pro-intelligent-design, or pro-science. If it offers solace to those seeking
evidence against evolution for their faith, the solace should be as
incomplete as the arguments made in the book".
Procedure, ragionamenti e obiettivi simili si trovano un po' in tutto
il mondo e in ogni tipo di contestazione alla teoria dell'evoluzione, fin dai
tempi in cui c'erano solo i creazionisti. Ora ci sono diversi tipi di
contestatori della teoria dell'evoluzione, e li possiamo conoscere tutti
grazie ad internet, per cui è facile
verificare che di solito non si difende una ipotesi alternariva, ma si
critica qualsiasi novità, proprio come facevano e fanno i creazionisti della
terra giovane, e si inviocano interventi metafisici, proprio come facevano i
creazionisti della terra giovane.
Non possono meravigliarsi se sembrano proprio creazionisti della terra
giovane, come loro del tutto ignari della prudenza con cui avanza la scienza,
sempre alla ricerca di errori ma non disposta ad abbandonare le idee
precedenti senza averne di migliori!
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L'8/7/12 anche il blog Panda's Thumb dedica
un post all'argomento, riportando alcune dei principali critiche di Paul
McBride ("Paul
McBride’s review of the Disco ‘Tute’s “Science and Human Origins”)
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4/7/12-IT
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[da Pikaia]
Anche Da Pikaia giunge il link ad una forte risposta, pubblicata
su Micromega e riportata qui sotto il 26/6, ad un articolo comparso sull'Avvenire
il 30/5 a firma di un filosofo e teologo (R.Timossi)
che lanciava accuse abbastanza assurde e ingiustificate, non si capiva se
rivolte più a T.Pievani o più a Padre G.Coyne, certo
l'esponente autorevole della religione cattolica meno ostile (ma
probabilmente anche "più vicino") all'accettazione della teoria
dell'evoluzione, tanto è vero che è uno dei pochi che sa di cosa parla quando
si esprime su questi temi.
Certo la sua competenza come astronomo, e i suoi 25 anni all'osservatorio di
Castelgandolfo lo aiutano a capire le dimensioni di problemi come
l'evoluzione del mondo e della vita.
Comunque nessuno ha fatto notare che, forse involontariamente (ma l'ignoranza
non è perdonabile e sarebbe davvero imbarazzante) le accuse di R.Timossi
sembravano rivolte quasi più al Nobel e biologo molecolare
"neodarwinista" Werner
Arber... e a chi il 20/12/11 ha nominato un
"neodarwinista" addirittura come presidente dell'Accademia
Pontificia delle Scienze, cioè il papa.
Quello che quindi è utile mettere in relazione è una delle dichiarazioni di
Timossi, l'unica davvero non certo contestabile ("la teoria dell’evoluzione per selezione naturale è il
paradigma evoluzionistico oggi dominante in biologia") con le sue
conseguenze "naturali e inevitabili", che si sono potute vedere nei
video linkati qui sotto, realizzati ai primi di maggio a Venezia, durante
l'"International
workshop on Evolution in the Time of Genomics" organizzato dell'EMBO,
l'European Molecular Biology Organization.
Qui i
video dell'iniziativa.
Se si guarda il primo
video, si può verificare che al 18' minuto, dopo l'introduzione al
convegno, inizia a parlare il primo relatore, che apre la prima sessione su
"Questioni di base dell'evoluzione": è un premio Nobel, Werner
Arber, che, per nomina papale, è attualmente anche il presidente
dell'Accademia
Pontificia delle Scienze.
Qui è con i suoi colleghi
biologi evoluzionisti di livello internazionale, a cui parlerà per 1h25'
di "Molecular mechanisms of genetic variation as revealed by
microbial genetics". Genetica ed evoluzione dei batteri, quindi, uno
dei principali temi delle sue ricerche. Nell'introduzione al suo intervento
Arber ricorda i pilastri della teoria dell'evoluzione neodarwiniana e i dati
sul tasso di mutazione casuale verificabile nelle sue culture; le mutazioni
casuali poi, apparentemente non orientate secondo Werner Arber, sono inoltre
sottoposte, come già Darwin aveva portato all'attenzione del mondo, alla
selezione naturale. Lo dimostra un grafico che aveva già attirato
l'attenzione di qualche antievoluzionista sospettoso del fatto che questo
premio Nobel sulla teoria dell'evoluzione avesse idee un po' diverse
dalle sue e troppo simili a quelle di evoluzionisti come T.Pievani o
R.Dawkins.
Interessante notare come il primo relatore dell'undicesimo
video, Mark Ptashne ("Basic
models tell us more than we can at first know" -Karl Popper) venga
invece introdotto dal chairman dell'ultima sessione, che è T.Pievani.
Non ci si stupisce poi più di tanto quindi se nel dodicesimo
video il primo relatore, Eugene
Koonin, che tratta di '"Molecular
evolution at fifties", venga introdotto dal chairman pro tempore,
Werner Arber, mentre si vede T.Pievani seduto in platea davanti ad Arber.
C'è poi la relazione di Mark von Montagu "(Evolution in plant kingdom and difficulty to
communicate science"); alla fine della relazione si introduce
brevemente anche il tema del rapporto fra scienza e fede e viene citato anche
il volume di Michael Shermer, un famoso "debunker"
USA che ha rifiutato l'integralismo religioso battista che ha ben conosciuto
nei suoi primi anni di vita, mettendo a disposizione le sue competenze:
"The
Believing Brain: From Ghosts and Gods to Politics and Conspiracies---How We
Construct Beliefs and Reinforce Them as Truths".
Questo è quello che è utile che avvenga: gli esperti della teoria
dell'evoluzione è inevitabile che si incontrino in quanto anche R.Timossi
conferma che "la teoria dell’evoluzione per
selezione naturale è il paradigma evoluzionistico oggi dominante in
biologia"; e non è mai stata meglio in salute, tanto che Arber è
pronto anche a ipotizzare come l'evoluzione condizionerà il futuro.
Dalle due ore in poi, ci sono un lungo intervento di W.Arber (in cui fra
l'altro ricorda che il Vaticano non ha problemi nell'accettare
l'evoluzione - anche se poi allude ai problemi e alle confusioni che
invece creano in Vaticano i meccanismi evolutivi e la selezione naturale -
una discussione e una conclusione finale del convegno.
Nonostante gli attuali gravi
problemi associati alla perdita della biodiversità, fatto che sappiamo
preoccuparlo molto, Werner Arber è ottimista sul futuro della vita, grazie ai
meccanismi evolutivi che la gestiscono: "nature
has the possibility to bring back biodiversity in the long time; however it
will not be the same biodiversity .. the habitat can change drastically ...
evolution helps; it is for me a big hope that, probablynot the human beings
but at least living organisms will survive as long as possible on this space
in the universe...". [Forse pensava a quanto sia
breve la presenza dell'uomo rispetto a quella dei suoi batteri, fra i primi
organismi comparsi sulla terra e probabilmente destinati ad essere gli
ultimi...?]
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3/7/12-IT
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[da Pikaia]
L'estate è il periodo dei convegni, e fa piacere notare la rapidità della
disponibilità in internet di quanto si presenta e si discute in questi
incontri di esperti. Non siamo ancora alla "diretta" generalizzata,
come nel caso delle riviste (anche gli studenti possono oggi leggere i
fscicoli più recenti delle riviste in contemporanea ai loro docenti), ma
ormai spesso possiamo sederci accanto a chi partecipa a questi convegni. Per
i convegni non trasmessi in streaming comunque i tempi di pubblicizzazione
delle videoregistrazioni sono
decisamente sempre più rapidi.
Su Pikaia compare quindi oggi l'invito (quasi provocatorio, visto
l'impegno di tempo che richiederebbe) ad andare a gustarsi tutti i video
dell'"International
workshop on Evolution in the Time of Genomics", tenutosi a
Venezia tra il 7 e il 9 maggio 2012; sono infatti online i seminari tenuti da
questi oratori.
Qui il programma.
spiace che la pagina
You Tube con i video sia organizzata male, con i 12 video semplicemente
numerati e senza che siano indicati i nomi degli oratori in ogni video, per
cui uno distratto rischia anche di non accorgersi nemmeno della presenza di
premi Nobel.
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1/7/12-USA
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Nel blog
dell'antropologo Dienekes si può trovare un'interessante sistesi
aggiurnata delle conoscenza che abbiamo oggi, grazie ai nuovi dati molecolari
sul DNA nucleare estratto da alcuni reperti scheletrici preistorici, sul
processo che ha portato alla diffusione dell'agricoltura in Europa nell'età
del bronzo. Il titolo del post è abbastanza chiaro ed evoca pure problemi
attuali che sembrano angosciare o almeno preoccupare per molti europei:
"The
Bronze Age Indo-European invasion of Europe".
La prospettiva comunque è di poter capire sempre meglio come si è formato il
mosaico delle attuali popolazioni europee, l'origine di alcune delle quali è
sempre rimasta alquanto misteriosa (basti pensare al popolo basco).
Il post evidenzia un importante momento di transizione, sia per le
caratteristiche genetiche che per quelle linguistiche, avvenuto circa 5000
anni fa, corrispondente al periodo dell'invasione dell'Europa da parte di
popolazioni medio-orientali che portarono con loro sia le nuove tecniche agricole
che le lingue indoeuropee; questo spostamento di popolazioni indusse ad un
declino o ad una diversa dislocazione le popolazioni di cacciatori e
raccoglitori che fino ad allora, certo con densità di popolazione
estremamente limitate, dominavano l'Europa.
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