[Prof.Daniele Formenti]

 

NB: Articoli disposti in ordine cronologico inverso: in alto i più recenti

ANTI-EVOLUZIONISTI IN ITALIA?!

RASSEGNA STAMPA del 2012

(Anche A.R.Wallace fa ancora paura? E la sintesi estesa?)

[I testi originali sono linkati, se accessibili, per una verifica del testo e dei commenti]

Per chi vuole controllare… ci sono anche le

Rassegne stampa degli ultimi 9 anni:

(2003/04- 2005- 2006- 2007- 20082009 1’s2009 2’s.- 2010 - 2011 2012 2’semestre)

 

 

Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile 

maggio

Giugno 

luglio

agosto

 

settembre

ottobre

novembre

dicembre

 

GIUGNO 2012

30/6/12-UK

·         Su Antiquity compare un articolo di Michael Aslam che parla di un argomento di solito non trattatoda questa rivista,che di solito si occupa della nostra specie.Il titolo è "Towards a prehistory of primates". Viene presentata la possibilità di applicare le tecniche di indagine sviluppate da secoli di ricerca archeologica anche alle specie di primati che usano strumenti per procurarsi il cibo, come oggi sappiamo avviene almeni fra gli scimpazè e alcune specie di cebi del Sudamerica.     

 

30/6/12-UK

·         Nell'ultimo numero di Nature in un commento editoriale ("Neuroscience: Genes and human brain evolution") si ragiona ancora su recenti importanti scoperte ("Inhibition of SRGAP2 Function by Its Human-Specific Paralogs Induces Neoteny during Spine Maturation" e "Evolution of Human-Specific Neural SRGAP2 Genes by Incomplete Segmental Duplication") che sembrano aver dimostrato che fenomeni di mutazione associati a ripetute duplicazioni del gene SRGAP2 siano associati ad un diverso modo di strutturare le cellule che costituiscono l'encefalo umano, distinguendole dalle cellule nervose che troviamo anche in specie a noi vicine. E' infatti noto che questo gene controlla lo sviluppo dell'encefalo, ed è anche evidente come questi meccanismi di duplicazione con successiva mutazione siano intervenuti solo dopo l'inizio della linea evolutiva che, attraverso almeno una decina di altre specie (non dimentichiamolo) hanno portato all'uomo attuale.

·         Puo' essere istruttivo verificare, dopo aver letto gli articoli che riferiscono di questa scoperta che dimostra l'evoluzione e l'evoluzione umana, il meccanismo con cui i creazionisti USA dell'Institute of Creation Research (ICR) presentano la stessa scoperta ("Newly Discovered Human Brain Genes Are Bad News for Evolution"), evidenziando prima i dati pricipali ma concentrandosi poi su elementi di nessuna rilevanza e senza dimostrare perchè dovrebbe invece averne.
Il lettore quindi, alla fine della lettura, si è ormai dimenticato la frase iniziale che riporta correttamente i fatti e conferma i meccanismi che portano a formare nuove specie ("Perhaps the most striking discovery is that three of the four genes (SRGAP2B, SRGAP2C, and SRGAP2D) are completely unique to humans and found in no other mammal species, not even apes") e si beve tranquillamente la seguente, incoerente e indimostrata, conclusione appiccicata in fondo: "Clearly this is yet another major genetic discovery that invalidates human evolution and shows that we are created uniquely "in the image of God" as the book of Genesis teaches". La seconda parte della frase è assolutamente fondamentale, in quanto dimostra che per contestare quanto sostiene un articolo che è stato verificato da colleghi dei ricercatori (peer-reviewed) sarebbe necessario realizzare esperimenti, oppure anteporre spiegazioni altrettanto incontestabili.
Gli antievoluzionisti, anche italiani, che negano disperatamente di essere soprattutto creazionisti (cioè cercano di far credere di non accettare spiegazioni metafisiche) ovviamente devono omettere la seconda parte della frase, che almeno nei veri creazionisti giustificherebbe, anche se "irrazionalmente", la prima parte. 
I creazionisti dimostrano quindi maggiore coerenza e coraggio ... e forse anche un po' di masochismo, in quanto non sembrano apprezzare nemmeno la dimostrazione che l'encefalo umano sia diverso da quello degli animali, anche se molto simili a noi.

 

29/6/12-SA

·         Non è necessariamente noiosa la vita di un giovane paleontropologo che sognasse di partecipare agli scavi che portano alla luce i fossili che documentano l'evoluzione umana in Africa. Da poco può, se si accontenta, seguire dalla sua poltrona il blog South  African Paleocaves, suggerito dall'antropologo J.Hawks ("A Taung tour")..
Per fortuna non tutti questi giovani rimarranno per sempre in poltrona: anche qualche giovane italiano (è successo anche ad una dinamica naturalista pavese) viene di solito coinvolto in queste ricerche in Sud Africa, anche grazie  alle collaborazioni attivate da anni dai colleghi di Firenze.

 

29/6/12-CINA

·         Un articolo comparso oggi su Science ("Early Pottery at 20,000 Years Ago in Xianrendong Cave, China") dimostra che si deve anticipare a circa 20000 anni fa la prima produzione di ceramiche. Come riassume un commento editoriale ("On the Invention of Pottery") la scoperta della tecnica di produzione del vasellame, ovviamente molto utile per la cottura dei cibi, sarebbe avvenuta in Cina durante l'ultimo massimo glaciale (LGM), ben 10.000 anni prima di una delle più grandi rivoluzioni culturali, l'introduzione dell'agricoltura, che avrà effetti impressionanti su molti aspetti dell'evoluzione culturale umana.

 

29/6/12-USA

·         Un post del blog Pharyngula di PZ Myers ("The worst diffuses well")  cerca di attribuire solo al "genio" americano (e ovviamente non appare contento di ciò!) i contenuti culturali del creazionismo turco, e non solo turco, nel mondo. Viene citato un articolo del 27/6 ("Creationism in Turkey evokes American culture wars") in cui si presentano le principali tappe della diffusione del creazionismo in Turchia. Certo è stato favorito dal successo degli islamici nelle ultime elezioni ma anche da una sconcertante collaborazione del ministero dell'istruzione con i creazionisti USA (Institute of Creation Research e Discovery Institute in particolare), come raccontato in un documentato articolo del Washington Post del 2009 ("In Turkey, fertile ground for creationism").
Sembra che anche in Italia ai legami e alle collaborazioni con i creazionisti turchi "della terra vecchia" (OEC) oggi si aggiungano anche contatti diretti con la fonte principale, il creazionismo americano "della terra giovane" (YEC), soprattutto grazie agli avventisti e ai creazionisti cattolici USA del Centro Kolbe, certamente minoritari fra i cattolici USA (generalmente "evoluzionisti teisti", Kolbe Center a parte) ma soprattutto ormai invecchiati e invia di estinzione.
Riguardo al post di PZ Myers, il suo citare la pizza fra i pochi prodotti esportati con successo dagli USA non depone a favore delle sue competenze in campi al di fuori della biologia evoluzionista. In effetti non sembra abbia mai avuto occasione, nè necessità, di frequentare il nostro paese.

 

28/6/12-USA

·         [da Pharyngula] Un post sul blog Pharyngula ("Beware! Presuppositionalists!") ci ricorda quanto la in Italia la contestazione della teoria dell'evoluzione crei problemi abbastanza limitati, anche grazie alle limitate fonti di finanziamento dei creazionisti - avventisti a parte - da quando la chiesa cattolica si trova oggettivamente condizionata dal ruolo rilevante attribuito dagli ultimi due papi a evoluzionisti come N.Cabibbo e W.Arber, due scienziati autorevoli da anni posti a capo della PAS, l'organo di consulenza per i rapporti con la scienza.
Il pittoresco mondo del creazionismo USA, di cui abbiamo ogni tanto qualche notizia dai diversi blog, presenta invece numerosi aspetti anche pittoreschi oltre che professionalità qui da noi finora per fortuna inesistenti se non impossibili da costruire.
Abbiamo ad esempio, e PZ Myers ci aiuta a conoscerla, una figura come
Aron Ra, uno dei tanti che sono cresciuti nel mondo del creazionismo integralista protestante USA (lui era mormone) e che non hanno difficoltà a duellare con i creazionisti e antievoluzionisti di cui ben conoscono meccanismi dialettici e i condizionamenti e le debolezze culturali.
Gente come lui è quindi abilissima a riconoscere e sfruttare i punti deboli dei creazionisti, come si può verificare nel materiale realizzato per il suo canale su You Tube. Nel blog di Aron Ra si parla ad esempio della modalità di confronto utilizzata spesso dai creazionisti e basata sulle false equivalenze (negli USA lo chiamano presupposizionalismo), che permetterebbe un dialogo anche quando sarebbe oggettivamente impossibile.
Esempi sono evidenti anche in Italia fra gli antievoluzionisti, dove si vedono collaborare senza pudore nè razionalità YEC, OEC PC e evoluzionisti teisti, che evidentemente non concordano fra loro nemmeno sui tempi dell'evoluzione.
Se non c'è differenza fra migliaia e miliardi di anni ..., se i fatti non contano ... se la scienza non conta ... nè la convergenza nè la divergenza sono possibili e il dialogo è impossibile almeno nel mondo reale. 
Purtroppo il trucco è che non sono solo e semplicemente "opinioni" diverse, come i presupposizionalisti tentano di far credere, ma sono soprattutto riferimenti precisi a fatti diversi e incompatibili che rendono impossibile qualsiasi possibilità di "dialogo" con chi disdegna i risultati dell'evoluzione culturale umana.

·         [da Panda's Thumb] Molto interessante il supplemento all'ultimo numero di PNAS, che riporta gli atti di un convegno organizzato da Georg F. Striedter, John C. Avise, e Francisco J. Ayala: "In the light of evolution VI: Brain and behavior".
Come si intuisce dal titolo, il convegno fa parte di una serie i cui atti si possono trovare fra i volumi scaricabili gratuitamente nel sito della NAP. Il titolo poi evidenzia che l'argomento al centro della discussione è una delle più rilevanti sfide che si prospetta a biologi, psicologi e medici nel secolo attuale.
Posso consigliare l'introduzione (F.Ayala è un biologo evoluzionista ben noto, anche perché è consulente del Vaticano per i convegni di tema biologico ed evoluzionistico e dell'NCSE come consulente nei processi ai creazionisti o agli antievoluzionisti che si mimetizzano troppo bene con i creazionisti) e almeno l'articolo che riguarda l'evoluzione del cervello umano da quello dei primati, una dimostrazione del percorso interminabile che ha permesso, anche grazie al passaggio attraverso milioni di anni di esperimenti di adattamento all'ambiente arboricolo, a forgiare mammiferi con le caratteristiche uniche delle scimmie antropomorfe, con potenzialità prima inimmaginabili per un futuro migliore.
Solo gli esperti hanno ben presente l'enorme variabilità esistente di primati e quindi l'enorme differenza fra l'encefalo di una scimmia strepsirrina e quello di una scimmia aplorrina, dovuta soprattutto all'espansione della corteccia cerebrale, stimolata dall'ambiente arboricolo.
Gli altri avranno sempre notevoli difficoltà ad accettare che la somiglianza fra le caratteristiche encefaliche delle antropomorfe e quelle umane possa essere la prova evidente di una stretta relazione filogenetica e quindi di un processo evolutivo che ha stimolato soprattutto una struttura biologica il cui ruolo è certamente rilevante nel caratterizzare la nostra specie rispetto alle altre.
Tutti gli altri articoli del supplemento di PNAS, che permettono di capire come si sia sviluppato in centinaia di milioni di anni un organo che permette di interfacciarsi con l'ambiente in modo sempre più efficace (e per lo sviluppo del quale la teoria dell'evoluzione è evidentemente la migliore spiegazione...), sembrano comunque liberamente accessibili. Non ci sono quindi segreti; solo, eventualmente, ignoranza; non giustificata (se non quella per l'inglese, eventualmente...).

 

28/6/12-IT

·         [da Pikaia] Nella splendida cornice di Erice, Centro Ettore Majorana per la Cultura Scientifica, si è appena tenuto "The Evolution of Morality" (Pikaia ne aveva parlato qui) organizzato dalla Scuola Internazionale di Etologia diretta da Dànilo Mainardi e Stefano Parmigiani. Per raccontare l'esperienza, corredato di testimonianze multimediali, è stato pubblicato l'articolo "Evolution and Morality: The Biology and Philosophy of Human Conscience" sul portale "This View of Life", simile a quello di Pikaia.

 

27/6/12-IT

·         [da Pikaia] Ottima notizia: sono già online tutti i video del grande convegno su S.J. Gould (“Stephen J. Gould's Legacy: Nature, History, Society”) che si è tenuto a maggio 2012 a Venezia all'Istituto Veneto di Scienze.

 

27/6/12-UK

·         Su Nature di oggi si può leggere un interessante articolo di E.Dolgin ("Phylogeny: Rewriting evolution"). Riguarda la nuova possibilità di usare la presenza o meno di diverse famiglie di microRNA per ridefinire e quindi anche riverificare con un metodo, forse anche più semplice, le ricostruzioni tassonomiche che definiscono somiglianze e differenze (e quindi diverse distanze filogenetiche) fra le diverse specie.
Su Nature di oggi ovviamente si possono trovare anche molti altri articoli, che nell'insieme dimostrano la potenza della curiosità e della creatività umana, oltre alla conferma, in molti articoli, non solo che la relazione reciproca degli esseri viventi è la dimostrazione di un processo evolutivo che si sviluppa, sempre in relazione con l'ambiente, con i diversi meccanismi autogestiti descritti dall'attuale teoria dell'evoluzione, costantemente sottoposta a verifiche e revisioni.
E' davvero impressionante il contrasto fra l'indice degli articolo della rivista Nature, che settimanalmente ci permette di seguire l'evoluzione culturale umana sulla base dei risultati delle ricerche realizzate per studiare, conoscere e magari risolvere i mille problemi attuali dell'umanità e soddisfare le mille curiosità sull'universo che ci circonda, e i siti antievoluzionisti turchi e italiani - che per alcuni aspetti manifestano preoccupazioni simili e comuni di fronte all'evoluzione culturale umana - che ho oggi  visitato e di cui ho fornito alcuni link nel post qui sotto,.

·         Per tornare alle cose serie quindi (evitando chi dimostra e onestamente ammette una preoccupante "vis destruens", di origine molto probabilmente religiosa, essendo illogicamente rivolta soprattutto verso la scienza moderna da cui trae certamente quotidiani vantaggi) sull'ultimo numero di Nature si possono scoprire i risultati delle recenti ricerche che hanno permesso di conoscere aspetti che riguardano il legame dell'uomo con i nostri antenati scimmieschi, attraverso lo studio dei loro discendenti tuttora viventi ("The bonobo genome compared with the chimpanzee and human genomes") e la comparsa dei primi tetrapodi ("Three-dimensional limb joint mobility in the early tetrapod Ichthyostega"), un altro dei tanti momenti forti dell'evoluzione dei viventi.  

 

26/6/12-IT

·         P.Pellizzetti con un articolo su Micromega ("IL TEOCENTRISMO OSCURANTISTA DEI NEMICI DI DARWIN") risponde a una critica del filosofo e teologo R.Timossi ("DARWIN INCIAMPA NEL “PROGETTO” SULL’UNIVERSO") all'intervista di T.Pievani a Padre G.Coyne ("Evoluzione e contingenza"), comparsa il 3/5/12 su un precedente numero di Micromega.
Sottolinea come il mondo, ma anche la cultura umana, per fortuna stia da secoli sviluppando, con prudenza ma soprattutto con tanta ragione, strumenti capaci di verificare quali conoscenze antiche possano sopravvivere alle verifiche della scienza e quali no. Se davvero si discute di oscurantismo, sarebbe stato utile comunque ricordare che anche il papa potrebbe creare qualche problema al ragionamento di R.Timossi, dato che sembra abbia capito e accettato prima di molti cattolici (magari addirittura laureati in biologia) un dato oggettivo e indiscutibile che pure R.Timossi ricorda: "la teoria dell’evoluzione per selezione naturale è il paradigma evoluzionistico oggi dominante in biologia": alla presidenza della PAS, l'organo di consulenza del Vaticano per i rapporti con la scienza, il papa ha nominato Werner Arber, Nobel neodarwinista, come ha anche confermato personalmente (“Statement on my view on biological evolution”).
Possiamo immaginare che tale scelta abbia fatto felice certamente anche Padre G.Coyne, un allegrone che non si tira indietro quando si tratta di festeggiare tra amici
scienziati il compleanno di un amico della cultura e dell'intelligenza dell'uomo come Charles Darwin.
Comunque davvero sembra eccessiva la riservatezza e il mistero (corvi o non corvi) che  ancora circonda la nomina (di un anno e mezzo fa, ormai) di
Werner Arber. Se qualcuno lo avesse avvertito di questa nomina, it teologo cattolico R,Timossi forse si sentirebbe a disagio di fronte a un suo pensiero certamente critico  verso una nomina del papa: "L’ultima ridotta nella quale si è trincerato da tempo l’ateismo contemporaneo è sicuramente la teoria dell’evoluzione per selezione naturale". Qualcuno dovrebbe avvertirlo che rischia di avere pensieri con cui ... non dovrebbe essere d'accordo.

 

26/6/12-TR

·         [da Pharyngula] Nel suo blog P.Z.Myers grida giustamente al miracolo: "How could it be possible? It is miraculous!".
Gli evoluzionisti anglofoni saranno certo rimasti a bocca aperta di fronte alla nuova strategia comunicativa messa in atto dal creazionista turco H.Yahia, che propone nuove modalità, ma soprattutto nuovi - e certo costosi - strumenti didattici per cercare di contrastare il successo nel mondo scientifico della teoria dell'evoluzione grazie alle conferme che escono dai laboratori, accettate in tutto il mondo da qualsiasi persona ragionevole.
La teoria dell'evoluzione spesso è contestata da chi - nonostante G.Galilei  - non ritiene la ragione uno strumento sufficiente per comprendere eventi così complessi, soprattutto se mettono in dubbio eventi indimostrabili in cui da secoli si continua a credere per fede - nonostante G.Galilei.
Se molti antievoluzionisti ritengono che un aiutino possa venire solo dalla fede, H.Yahia esplora invece nuove strategie comunicative. Se F.Fratus ci garantiva che un tempo c'erano "oltre 300 scienziati, professori e medici, che girano il mondo per partecipare a convegni e dibattiti" oggi H.Yahia sembra suggerire che per contrastare scienziati come R.Dawkins, o altri vecchietti come lui, serva personale con maggiore appeal, anche se forse con una professionalità meno adatta a spiegare l'irriducibile complessità dell'occhio o i miracoli della sintesi proteica, o l'inesistenza degli "anelli mancanti". [Un po' irritanti comunque le continue invocazioni che accompagnano il video sulla creazione].
Per ora, per fortuna, H.Yahia non fornisce ancora "materiale didattico" new style in italiano o docenti più adeguati come look al pubblico italiano, ma è possibile che i suoi amici italiani dell'AISO, che hanno già ospitato a Milano e Viterbo esponenti del creazionismo islamico (solo maschi per ora), possano magari aiutarli a risolvere ambedue i problemi. 
Non credo proprio che si possa invece organizzare in tempi brevi un tour; sarebbe necessaria la consulenza di qualche esperto di casting che magari già conosca bene i gusti dell'audience dell'intera area mediterranea (non solo della Turchia, ma anche dell'Egitto e di tutto il nord Africa - qui, da 10').
Se questi video prefigurano il futuro dei "dibattiti" con i creazionisti o gli antievoluzionisti, sarà evidentemente sempre più difficile trovare qualche evoluzionista disposto a farsi coinvolgere. Già adesso bisogna saper evitare chi ritiene sia possibile, nonostante le responsabilità connesse al proprio ruolo professionale essenzialmente "costruttivo", accontentarsi di affrontare in modo talvolta spericolato la “pars destruens”, lasciando ai posteri la “pars construens”.
Soprattutto se si scopre che giustamente Bacon si dedicasse prevalentemente alle "antiche conoscenze errate", evitando di concentrarsi su quelle, probabilmente giuste, della settimana prima.
Comunque è possibile che una migliore e più efficace strategia comunicativa possa portare qualche miglioramento anche in Italia: abbiamo assistito proprio l'anno scorso all'autoaffondamento improvviso di un intero sito web cattolico dedicato all'"Insegnamento delle scienze", solo perchè il suo autore non si riteneva soddisfatto dell'appeal del suo impegnativo lavoro, probabilmente un sottoprodotto delle sue attività istituzionali (infatti la teoria dell'evoluzione per selezione naturale veniva spiegata in modo abbastanza corretto ... come confermatomi perfino dall'allora presidente della SIBE e come forse confermerebbe anche Werner Arber, il Nobel neodarwinista e protestante recentemente nominato dal papa come presidente della PAS).
Non è da escludere che, grazie alla collaborazione da poco iniziata con esperti  creazionisti italiani dell'AISO, che a loro volta da tempo collaborano con H.Yahya nonostante l'"incompatibilità cronologica" (secondo il sito dell'AISO i dinosauri pascolavano fra gli uomini ancora fino a tempi recenti!), possa comparire in rete materiale didattico antievoluzionista in forme più stimolanti (e magari organizzate in modo più organico, come lo era il vecchio sito per insegnanti di scienze cattolici, nascosto nonostante l'impegno speso per realizzarlo).
Magari l'indice del diffuso testo "Nuovo Bios", eventualmente depurato o modificato, potrebbe essere usato come traccia per mettere in rete materiale "controinformativo" completo e organico, con tutti gli argomenti di biologia, e ben organizzato; ma soprattutto è importante che  il materiale abbia una coerenza interna: è infatti rischioso dimenticare il "trucco" con cui la scienza e la teoria dell'evoluzione convincono gli uomini ma anche i papi; tutti rimangono a bocca aperta per un motivo semplice e razionale: "La convergenza non ricercata né provocata, dei risultati dei lavori condotti indipendentemente gli uni dagli altri, costituisce di per sé un argomento significativo a favore di questa teoria" (quella dell'evoluzione) (GP2, 22/10/96). 
Sembra probabile che oggi i creazionisti turchi, anche grazie alle loro ben note disponibilità finanziarie, pongono agli antievoluzionisti italiani una difficile sfida: non solo hanno creato un sito web creazionista ("della terra antica") in italiano, estremamente ricco di sciocchezze indimostrate e di evidenti intrecci acrobatici e impropri fra teologia (islamica) e scienza ( e questo anche nella parte in italiano), ma iniziano da poco a farsi carico anche delle loro preoccupazioni.
Finora in Italia solo il prof.De Mattei aveva avuto il coraggio di manifestare pubblicamente (anche a costo di ospitare e pagare personalmente un convegno creazionista al CNR, il 23/2/2009) di non accettare la posizione ambigua del Vaticano sulla teoria dell'evoluzione nè la novità che i creazionisti fossero stati intenzionalmente esclusi dai convegni vaticani del 2009 su Darwin.
Quello al CNR fu uno dei tre convegni organizzati a Roma in sedi universitarie prestigiose dai creazionisti cattolici USA del Centro Kolbe, che da tempo non sopportavano l'esistenza e il ruolo secondo loro distruttivo della PAS ("The Pontifical Academy of Sciences and the Crisis of Faith
"), che non li aveva accettati al convegno. Grazie a De Mattei fu anche il convegno antivaticano che venne meglio pubblicizzato, tanto da far uscire, a spese del CNR, addirittura un volume con gli atti del convegno.
H.Yahia sa bene che De Mattei (come i suoi ospiti del Centro Kolbe e pure S.Bertolini dell'AISO), sostengono l'ipotesi di una "terra giovane", di 6000 anni e, pur avendo i loro buoni motivi per fare ciò, sono oggi impresentabili. Si adegua quindi almeno alle scoperte scientifiche indiscutibili; infatti per H.Yahia i 7 giorni della creazione sarebbero iniziati 4.5 miliardi di anni fa (come almeno dal 2004 e autorevolmente anche il Vaticano sostiene, pur senza avvertire personalmente fedeli e creazionisti, forse temendo possibili conseguenze sulla valutazione del peso relativo dell'onnipotenza divina rispetto alla sua pazienza davvero unica e assolutamente ingiustificata).
H.Yahia cerca di proporsi quindi oggi come il più valido - anche se improbabile - difensore del Vaticano, esplicitamente presentato come minacciato da una "mafia darwinista che pare lo abbia pervaso" e che lo condizioni, tanto che si rifiuta di credere alle "affermazioni attribuite al Papa riguardo alla teoria dell’evoluzione riportate dalla stampa". Le preoccupazioni si estendono anche alla scuola italiana, che secondo lui "Obbliga gli studenti a scuola a studiare e accettare la teoria dell’evoluzione".
Una situazione decisamente nuova e invitante per eventuali insegnanti che sarebbero ben contenti di poter togliere, anche senza preoccuparsi di non poter insegnare ìnesistenti proposte alternative migliori, una "pietra angolare" che sostiene oggi la cultura umana.
Una collaborazione non è da escludere, e sarebbe forse anche logica, visto gli interessi comuni e una certa difficoltà a distinguersi ("La fine della dittatura Darwinista: la secondo venuta di Gesù si approssima", "La frode Darwinista di ''Il numero di cromosomi è sceso da 48 a 46'"', "Il Darwinismo e' una falsa credenza destinata ad essere distrutta alla fine dei tempi", "La fine del darwinismo"), anche se forse ormai è tardi, "se è vero che" ... H.Yahia è certo di poter essere autosufficiente: "L'Atlante della Creazione ha distrutto il darwinismo in Europa".

 

25/6/12-USA

·         Nel sito del mensile Scientific American compare oggi un articolo su una tematica evolutiva che verrà discussa nel prossimo numero della rivista e che coinvolge in modo particolare l'evoluzione dei primati ed umana: la cooperazione ("Why We Help: The Evolution of Cooperation"). E' un tema altrettanto interessante come quello della moralità, di cui si è discusso ad Erice proprio nei giorni scorsi ("The Evolution of Morality: The Biology and Philosophy of Human Conscience").

 

24/6/12-IT

·         Domani, nelle sedi in cui si svolgono gli esami di maturità, è prevista la giornata della cosiddetta "terza prova", allo scopo di verificare la preparazione complessiva degli studenti, proponendo domande o test anche su materie un tempo considerate meno importanti, come ad esempio la biologia.
E' quindi un'occasione unica anche per verificare quali siano le conoscenze sulla biologia e sull'evoluzione previste dai programmi scolastici che vengono realmente accertate al termine della formazione scolastica liceale, necessaria per accedere alle università.
E' utile e possibile, al fine di questa indagine, consultare almeno un sito web fra quelli associati ai testi liceali di biologia, che di solito raccolgono quiz, test e domande che vengono utilizzati dai docenti e dagli studenti per "simulare" questa "terza prova" che un po' spaventa gli studenti, che avrebbero preferito non dover studiare in modo approfondito alcune materie, nonostante abbiano un peso rilevante nell'evoluzione culturale.
Se visitiamo il sito web di uno dei testi scolastici fra i più utilizzati nei licei, quello di "Nuovo Bios" della Mondadori, adottato anche nei licei di E.Pennetta, lo troviamo ricco di proposte per aiutare gli studenti a capire correttamente i meccanismi evolutivi.
Fa piacere notare nella pagina dei link il rinvio ai siti web di Pikaia e dell'Associazione didattica museale (ADM) del Museo di storia naturale di Milano e il suggerimento di consultare testi anche di qualificati esperti italiani di aspetti diversi dell'evoluzione biologica, come ad esempio Visalberghi, Minelli, Fasolo, Pievani, Boncinelli, Barbujani). Non mancano poi schede di approfondimento. Interessante quella sull'esperimento di Lederberg, abbastanza facile da capire nonostante il refuso (da NuovoBios: "
I Lederberg dimostrarono che la resistenza all’antibiotico era già preesistenti [sic] nella popolazione batterica originaria, anche se i batteri non ne avevano bisogno”), che dimostra la preesistenza delle mutazioni all'azione del fattore selettivo. Questo noto esperimento è un'importante conferma di come agisca la selezione naturale darwiniana, per cui chi ribalta questo risultato (sostenendo che la mutazione "non è una nuova caratteristica" ... e quindi non c'è evoluzione) sembra voler "cambiare la verità per accordarla al proprio pensiero", oltre a non conoscere quanto spiegato da ogni insegnante di biologia nei licei che segua il libro di testo.
Ci sono poi proposte di attività (come quella che simula il ruolo creativo del caso nell'evoluzione, o il ruolo della selezione naturale, o la somiglianza genetica fra l'uomo e lo scimpanzé, o gli effetti anche negativi delle attività umane sull'ambiente).
Molto interessanti sono anche alcune delle proposte di "terza prova" che gli studenti potrebbero trovarsi proprio domani fra le mani; si chiede ad esempio di spiegare perchè alcuni zigoti vengano quasi sempre eliminati dalla selezione naturale, perchè casualmente e in percentuali a volte prevedibili possano nascere soggetti di sesso diverso o affetti da malattie genetiche, oppure perchè le mutazioni abbiano un ruolo nell'evoluzione dei viventi e quale sia questo ruolo.
Si scopre con piacere che agli insegnanti di scienze dei licei, che hanno scelto di svolgere il ruolo di trasferire conoscenze che quasi sempre ovviamente contrastano con le conoscenze tradizionali precedenti, si chieda soprattutto di far capire ai loro studenti che "
L’evoluzione biologica è il processo che ha consentito la trasformazione degli organismi nel tempo e la teoria evolutiva proposta da Charles Darwin rappresenta ancora oggi la struttura basilare per la sua comprensione".
Sarebbe infatti possibile, secondo gli autori del libro, che una delle domande alla maturità sia: "Si elenchino le principali prove a sostegno del processo evolutivo e si illustrino i concetti fondamentali del pensiero darwiniano".
Molto bella e corretta anche la domanda che prevede una semplice ma esatta definizione di evoluzione, che addirittura qualcuno ignora o anche contesta: "Nella vita reale, le popolazioni naturali non sono mai in equilibrio genetico, in quanto le frequenze alleliche cambiano. Si spieghi brevemente come agiscono i fattori che possono modificare le frequenze alleliche, determinando così un’evoluzione".
Questa definizione, purtroppo, è forse ben nota solo ai biologi o ai tanti studenti che in tutto il mondo alle superiori hanno studiato sui libri di Helene Curtis (che chiarisce come "In fact, evolution can be precisely defined as any change in the frequency of alleles within a gene pool from one generation to the  next.").
Non manca nemmeno una domanda sul probabile ruolo negativo della nostra specie, visto che non si mette in dubbio che "
Negli ultimi decenni le attività antropiche hanno determinato un’alterazione sempre più evidente della biosfera".
Possiamo immaginare che tutto questo materiale allegato a "Nuovo Bios"  sia stato quest'anno sottoposto ai loro allievi dagli insegnanti dei licei che hanno scelto di adottare un testo che fa riferimento ai programmi scolastici che ogni mattina gli insegnanti di qualsiasi tipo di scuola superiore è tenuto a rispettare, in modo da garantire il maggior successo sia all'esame di maturità, che all'università, che nella vita.

Domani mattina invece i commissari di maturità avranno il compito di verificare se e come i maturandi siano stati preparati ad affrontare e discutere queste tematiche.
Certo sarebbe anche interessante andare oltre, e verificare anche se queste conoscenze sopravviveranno negli anni successivi all'esame di maturità, soprattutto se si frequentano corsi universitari che non approfondiscono i problemi della biologia e i meccanismi dell'evoluzione biologica e in contesti culturali in cui passano, spesso mimetizzati come religiosi, messaggi che propongono come scientifiche indimostrabili ipotesi creazioniste o neocreazioniste che, è dimostrato dal sito di "Nuovo Bios", non trovano affatto sostegno nei programmi o nei testi scolastici, che ovviamente si basano sulle migliori conoscenze scientifiche attuali.
Scopriamo quindi che non è necessario "cambiare la verità per accordarla al proprio pensiero", basta averne più di una. Una per quando si lavora (e si citano le riviste scientifiche) e una per gli hobby, quando si può tranquillamente autocitarsi.

 

23/6/12-USA

·         Oltre ai creazionisti avventisti USA è interessante notare come anche Answer In Genesis di Ken Ham abbia oggi una sezione italiana, per ora solo virtuale, che diffonde in italiano anche articoli sulla convivenza fra l'uomo e i dinosauri, ovviamente databile a meno di 6000 anni fa. Vedremo se e come anche Ken Ham collaborerà con gli eterogenei antievoluzionisti italiani. Certo non sarà difficile: anche i creazionisti dell'AISO credono alla "terra giovane" e sono certi che uomini e dinosauri abbiano convissuto, anche se credono che non si siano pestati reciprocamente i piedi. E' un buon punto di accordo per una futura collaborazione; altri si aggiungeranno?

·         Un sito web USA ha diffuso la notizia - falsa, ma non assurda in un mondo in cui comunque alcune religioni rendono impossibile distinguere fra antievoluzionisti e creazionisti - che un theme park dedicato al Corano si sarebbe aggiunto ad altri già esistenti, come il Creation Museum di Ken Ham.

 

23/6/12-IT

·         Oggi a Forlì si presenteranno tre missionari della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, invitati in Italia dall'AISO (www.creazionismo.org), il grupppo creazionista "della terra giovane" gestito dai protestanti avventisti italiani; due di loro sono laureati in università avventiste e hanno attraversato l'oceano solo per spiegare ai forlivesi perchè la vita sulla terra sia durata solo poche migliaia di anni, come in Italia sostengono da anni quasi solo il presidente dell'AISO, il prof.De Mattei e loro sostenitori.
Urgono quindi rinforzi qualificati in una situazione che da un anno si è modificata profondamente; probabilmente la notizia che l'anno scorso sia diventato presidente dell'Accademia Pontificia delle Scienze un protestante neodarwinista, Werner Arber, deve aver suscitato non poca preoccupazione nel mondo creazionista protestante USA, che vede chiudersi porte che erano sempre state aperte, come aveva confermato anche un incauto intervento a sostegno all'ID da parte del card.Schönborn sul New York Times del 7/7/2005.  Fu un intervento molto apprezzato dai creazionisti USA, anche se contestato comunque da un successivo articolo di F.Facchini sull'Osservatore Romano del 16/1/06.
I tre missionari fanno parte dello staff del Geoscience Research Institute ("an official institute of the Seventh-day Adventist Church"). Anche per gli avventisti, come per altre religioni, la scienza da sola è ritenuta uno strumento insufficiente nella spiegazione dei fenomeni naturali; quindi essi hanno bisogno di usare "both science and revelation to study the question of origins because it considers the exclusive use of science as too narrow an approach". Nessuna novità.
Grazie a Google Scholar si può verificare il contributo del presidente del GRI alla cultura scientifica umana. Si trovano soprattutto citazioni di alcuni suoi articoli non scientifici pubblicati nella rivista del GRI. L'unico articolo suo che si può consultare on line riguarda il creazionismo dal punto di vista religioso. Sembra rivolto a chi oggi ancora si accontenta di atti di fede su fatti scientifici che non si pensa nemmeno di dover dimostrare ("
God activities include regular maintenance actions we observe as natural laws, and also special acts we observe as singularities or miracles...  The conditions necessary for life on our planet, and life itself, were created in the short period of a week ... The creation of our world occurred at a time in the past measured in thousands of years "); nel testo mancano infatti le spiegazioni, nè sono presenti citazioni bibliografiche che permettano di verificare le impegnative affermazioni (manutenzione? regolare! miracoli?!).
Cercheranno quindi di spiegare ai forlivesi interessati il motivo per cui secondo loro, e solo loro, l'universo ha invece poche migliaia di anni. Ma soprattutto dimostrano come i creazionisti biblici da un po' di tempo sono diventati sostenitori dell'ID, senza provare imbarazzo per una scala dei tempi complletamente diversa. 

 

23/6/12-BR

·         Si è conclusa oggi a Rio de Janeiro la conferenza Rio+20, con una lunga dichiarazione di buone intenzioni, che si può leggere qui nel testo inglese: The future we wont. Non è chiaro chi si preoccuperà del modo in cui queste volontà potranno poi tradursi in un reale cambiamento delle condizioni di vita delle specie che abitano questa terra, a cominciare dalla nostra.

 

21/6/12-IT

·         [da Pikaia] Venerdì 22 giugno alle 21.00, il CICAP Piemonte organizza a Torino 'Creazionismo in evoluzione', il secondo appuntamento della sesta edizione del ciclo di conferenze “Mysteri al Mausoleo”. Per gli evoluzionisti più evoluti esiste perfino la pagina Facebook dell’evento; altrimenti ci si può accontentare della tradizionalista pagina web su Oggiscienza.  
Sinceramente, se si parla della situazione italiana, parlerei piuttosto di creazionismo in contorsione o in confusione, visto che compaiono addirittura di pignole difese dell'Intelligent Design, nonostante l'Osservatore Romano abbia già anni fa chiuso  il problema ricordando
(17/1/06: “Evoluzione e creazione”) che "non si tratta nè di buona scienza nè di buona teologia" e nonostante tutti quelli che fanno ricerca sull'evoluzione biologica, a partire dal "neodarwinista" oggi scelto dal papa come presidente dell'Accademia Pontificia delle Scienze, il premio Nobel Werner Arber, conoscano bene la potenza dell'exaptation, che permette di "creare" nuove strutture anche con funzioni diverse dalle precedenti.
Non manca nemmeno, nell'ambito di posizioni integraliste e pseudoreligiose, chi nega di essere creazionista biblico ma pretende che gli si spieghi perchè sbagli chi, come i creazionisti biblici del Kolbe Center for the study of Creation, sostiene assurdità che metterebbero in imbarazzo qualsiasi maestra elementare, come una durata della terra di poche migliaia di anni. Se si parla di evoluzione biologica, il caso è certo sempre presente, come ben sa chi ha manifestato curiosità per il sesso dei propri figli; ma la ragione, di solito presente quando è in azione un ben diverso tipo di evoluzione, quella culturale, sembra assente o almeno fortemente condizionata in chi lo nega.
Non è da escludere che le posizioni del Kolbe Centre ("The Pontifical Academy of Sciences and the Crisis of Faith
") abbiano in Italia altri sostentori oltre a quelli che nel 2009 hanno permesso di organizzare ben tre iniziative antivaticane e che oggi difendono anche chi crede in una terra giovane.

 

18/6/12-USA

·         [DA NCSE] Sul sito del NCSE si fa notare un articolo che riporta la storia di come negli USA si siano via via aggiunti altri temi scientifici su cui si esercitava la forza dei grupppi integralisti religiosi protestanti e la loro capacità di modificare i programmi scolastici di scienze per evitare che su alcuni argomenti si insegnassero solo le ipotesi e le teorie confermate dal metodo scientifica.
L'articolo ("The link between creationism and climate change") scritto da S.Newton e pubblicato sul numero di maggio del giornale dell'American Geoscience Institute, Earth, svela come i creazionisti abbiano via via inserito altri temi nei loro tentativi di modificare i programmi scolastici.  La prima volta fu nel 2008 con il Louisiana Science Education Act, che prevedeva di contestare le teorie scientifiche su “the origins of life, global warming, and human cloning”. Altri stati poi seguirono la Louisiana, come il Tennessee e l'Oklahoma; l'intreccio fra la contestazione alla teoria dell'evoluzione e alle cause umane dei cambiamenti climatici ha visto spesso l'attiva partecipazione delle stesse persone o delle stesse organizzazioni, come nel caso dei creazionisti di Answers in Genesis.

 

18/6/12-USA

·         Ingresso vietato agli estranei. Anche le modalità che caratterizzano i comportamenti sociali degli umani italiani possono essere di interesse per i primatologi italiani, di solito piuttosto in difficoltà per l'assenza nella penisola di primati non umani che vivano in natura. Anche gli esseri umani, grazie alle affinità genetiche, possono essere però oggetto di studio e fonte di indagini scientifiche, e questo soprattutto se un primatologo ben conosce l'ecosistema italiano e soprattutto se ha scelto di evitarlo. Sul numero di giugno di "Psychology Today" un articolo di Dario Maestripieri ("Strangers Need Not Apply") analizza uno dei fattori (la raccomandazione come migliore - dipende ovviamente dagli obiettivi - alternativa alla meritocrazia) che hanno portato l'Italia al punto in cui è oggi. Il tema viene ripreso il 20/6/12 anche dall'Espresso, in un'intervista al sociologo De Rita

 

15/6/12-USA

·         In questi giorni il sito web della NAP (National Academy Press) si festeggia il primo anno dalla scelta di mettere a disposizione gratuitamente in tutto il mondo tutti i loro volumi. Una scelta certo coraggiosa, che permette di diffondere conoscenze scientifiche di alto livello uscite dalla NSF (National Sciennei loro tentativi di modificare ce Foundation) USA.  Oltre all'elenco completo delle centinaia di libri disponibili, è possibile anche consultare selezioni tematiche per la quindicina di temi che sono consideranti rilevanti nella competizione in atto con le "tigri asiatiche" che stanno sfidando il predominio USA nel campo della ricerca scientifica (fra cui evoluzionismo, educazione scientifica, cambiamenti climatici)

 

14/6/12-USA

·         [da Pikaia] Si riporta da Scienzainrete un articolo di Pietro su iniziative antievoluzioniste in un contesto culturale e scientifico abbastanza unico, quello della Corea del Sud, un  da notevoli investimenti nella cultura e nella scienza e da un antievoluzionismo non su basi religiose.

 

14/6/12-USA

·         Il blog Afarensis: anthropology, evolution and science è interessante, ma soprattutto utile, per orientarsi nel mondo delle ricerche antropologiche ed evoluzionistiche, soprattutto nordamericane: si possono consultare le pagine web dei ricercatori, l’elenco delle principali riviste peer reviewed, ma perfino il link a decine di blog più o meno vivaci e attivi. Ci sono link anche ad alcune pagine che riportano i commenti dei creazionisti USA. Certo negli USA il dibattito, connesso soprattutto alla ricerca, è più vivace che in Europa. Chi conosce l’inglese e sa come trovare rapidamente le domande dei creazionisti qui troverebbe in modo altrettanto facile anche le risposte (in realtà interessa riattivare nei lettori idee e intuizioni infantili).

 

13/6/12-UK

·         Un'altro articolo di fondamentale importanza, in quanto svela i segreti finora nascosti nel genoma di una delle specie a noi più vicine, il bonobo (Pan paniscus), è stato pubblicato oggi da Nature ("The bonobo genome compared with the chimpanzee and human genomes"). Come tutte le grandi imprese della recente genomica, gli scienziati e i laboratori coinvolti sono numerosissimi, in modo da accorciare i tempi. Ovviamente molto altro lavoro comparativo aspetta prossimamente i ricercatori. Un'immagine dell'articolo certo impressionerà molti che si occupano (e si preoccupano) della biodiversità e rimangono sempre impressionati dalle prove degli effetti disastrosi della nostra specie sul successo o addirittura sulla sopravvivenza delle altre con cui compete per il. territorio e le risorse. La mappa della distribuzione geografica delle specie apppartenenti al genere Pan, almeno di quelle oggi sopravvissute, mostra una notevole frammentazione, incompatibile con la sopravvivenza di molte popolazioni; è evidentemente la prova che migliaia e milioni di anni fa il genere Pan si estendeva senza rischi di estinzione dal Senegal al centro del bacino del fiume Congo.     
Se ne parla anche sul numero di giugno dello Scientific American ("The Bonobo Genome and Rewinding the Tape of Life") 

·         A proposito di creazionismo e di come i creazionisti difficilmente riescono a mimetizzarsi, può essere interessante verificare come i miti della creazione siano stati sottoposti a meccanismi di selezione simili a quelli ben noti a chi studia l'evoluzione culturale. Chi volesse verificarlo lo può fare con i 12$ necessari (un anno dovrebbe bastare) per accedere all'interessante sito web gestito da Fiona Passantino (qui una sua intervista).
Il sito è denominato The Big Mith ed nato per presentare 25 miti dell'origine dell'universo, elaborati da 25 popolazioni diverse. Visto che il programma lo permette, anche molti dei visitatori del sito hanno creato nuovi e originali miti della creazione che hanno messo a disposizione dei successivi visitatori.
Chi volesse può  cercare somiglianze e differenze fra i diversi miti, scoprendo ad esempio la sua buona conoscenza del mito di Enuma Elish, che già contribuiva all'interpretazione del mondo da parte dei babilonesi.

 

13/6/12-USA

·         Da qualche mese nel sito di You Tube c'è un canale (Evolution Documentary)  per accedere facilmente a fonti di video (BBC, PBS, NOVA, Channel 4, Discovery Channel, NG) e a siti web (NCSE) qualificati sull'evoluzione biologica.
entrando su You Tube da questo portale non si rischierà più di incontrare antievoluzionisti travestiti (da gorilla o da creazionisti ignoranti) o deliri di creazionisti turchi o USA.
Ma soprattutto si potrà anche imparare qualcosa di nuovo, smentendo altre falsità che a volte circolano in internet: sono interessanti ad esempio i video sulle dissezioni, anche loro utili per chi vuole una dimostrazione della potenza e della creatività della selezione naturale. La dissezione della giraffa ad esempio smentisce chiaramente che ci siano dei limiti alle modificazioni dimensionali a cui può andare incontro una specie nel corso dell’evoluzione; lo dimostra il nervo che scende e sale lungo il collo della giraffa; unisce due punti fra loro vicini e convincerebbe qualunque ingegnere dell’assenza di un progetto specifico per la giraffa.

 

12/6/12-USA

·         Un articolo (“Why We Don’t Believe In Science”) su un recente numero del New Yorker cita i risultati, deprimenti ma incredibilmente stabili nel tempo, della recente versone di un classico sondaggio della Gallup ("The latest Gallup poll on evolution"), che certamente non ha fatto felici gli insegnanti delle superiori soprattutto negli USA: infatti non sembra sia cambiato molto rispetto al 1982, ben 30 anni fa. Chi si occupa di epistemologia ben conosce il problema della difficoltà a capire alcune idee scientifiche, ma anche ad accettare definitivamente alcuni dei fatti ben noti e ripetutamente confermati su cui queste idee scientifiche si basano.
Un recente lavoro di Andrew Shtulman (“
Scientific knowledge suppresses but does not supplant earlier intuitions”) dell’Occidental College, in pubblicazione su Cognition cerca di spiegare come sia difficile il lavoro dei docenti di scienze delle superiori, ogni anno travolti da sempre nuovi giovani che dovrebbero essere allievi da informare e istruire, ma che arrivano già carichi di pregiudizi che li portano anche a proporre, magari proprio addirittura al proprio insegnante di scienze, le idee, che a loro sembrano spesso più convincenti, di gente scientificamente ignorante ma di gran fede religiosa (e quindi ignorati ma non criticati) come il francese F.Crombette o magari il padano don Bortoluzzi.
Come si dimostra nel volume citato dal giornalista scientifico Carl Zimmer ("Science Literacy: A Worldwide Look"), in molti paesi gli adulti sembrano uscire, spesso anche dalle scuole superiori, senza aver corretto definitivamente intuizioni infantili, con conseguenze che possono essere anche pericolose.
Come dimostra Shtulman, “When students learn scientific theories that conflict with earlier, naïve theories, what happens to the earlier theories? Our findings suggest that naïve theories are suppressed by scientific theories but not supplanted by them”.
Questo significa che non ci vuole molto per resuscitare e riportare operative le idee errate che per un certo periodo qualcuno aveva spiegato che fossero sbagliate. Se si dimentica il motivo,spiegato probabilmente anni prima da un insegnante in un modo poco efficace o magari in un momento di distrazione, quelle idee o intuizioni infantili ritorneranno in vita; e probabilmente definitivamente, visto che a nessuno piace ammettere di essersi dimenticato qualcosa di importante.
Quello che sarebbe necessario insegnare agli insegnanti è il modo di “distruggere” definitivamente le intuizioni infantili o i residui di informazioni errate ricevute in famiglia. Non c’è dubbio che comunque per alcune tematiche possano sorgere enormi problemi: sappiamo benissimo che la teoria dell’evoluzione contraddice sia le nostre “geniali” intuizioni infantili che la formazione religiosa ricevuta nei primi anni di vita (ben lo dimostra in questo video [da 4’00”] un sacerdote dispiaciuto – nonostante sia anche un fisico - che le maestre avessero spiegato l’evoluzione ai propri allievi di terza elementare; non sperava che altri insegnanti poi avrebbero potuto riattivare le intuizioni o gli indottrinamenti  infantili).
Interessanti e non sempre facili le domande che Shtulman ha proposto nei suoi test

 

11/6/12-UK

·         [da NCSE] Una buona notizia dal Regno Unito ("Evolution coming early to England"), dove si comincerà ad insegnare l'evoluzione biologica già nelle scuole elementari, cercando quindi di affiancare delle spiegazioni scientifiche al periodo in cui i bambini oggi si pongono domande che un tempo nemmeno gli adulti erano intessati a porsi. Si eviterà quindi che i bambini trovino spiegazioni che provengono da chi nemmeno da adulto vuole porsi queste domande.

 

11/6/12-USA

·         Nel suo blog The Loom oggi il giornalista scientifico Carl Zimmer racconta ("Science Literacy: A Worldwide Look") di come sia stato colpito dai dati mostrati in una delle tabelle di un recente sondaggio sulle conoscenza scientiche del popolo USA. Dopo aver premesso che raramente si fanno confronti fra le risposte degli americani rispetto e quelle di altri paesi, Zimmer apprezza il fatto che nel recente sodaggio che ha permesso di pubblicare i nuovi Science and Engineering Indicators 2012 è analizzabile un confronto con i risultati a domande sulla conoscenza scientifica ottenuti su campioni testati in diversi paesi. In particolare Zimmer presenta nel suo blog una tabella, la 7-9 , che mostra una notevole variabilità nelle risposte tra i vari paesi, e sottolinea come i risultati ottenuti negli USA siano di solito molto migliori di quelli ottenuti altrove, tranne che sulle domande sull'origine dell'uomo o dell'universo (di cui qualche visitatore del blog comunque contesta l'ambiguità o le imprecisioni).
Sembra comunque che a Zimmer sfugga che la propaganda creazionista USA non riesca a conviincere che un'ente superiore controlli il movimento delle zolle continentali, mentre sembra che riesca a far credere che nell'uomo (e probabilmente anche nelle altre specie viventi) non ci sia evoluzione e che quindi non sia sorto da un'altra specie vivente precedente. Questo dato non sfugge pero' ad un visitatore del sito, che suggerisce come non sia il tempo profondo ad impedire ai cittadini USA di capire l'evoluzione, ma forse la diffcoltà ad immaginare che questo ente superiore non riesca ad evitare di interessarsi alla riproduzione di miliardi di esseri viventi in ogni secondo.   

 

10/6/12-IT

·         [da Pikaia] ...un confronto tra linguisti e non linguisti: è ancora possibile iscriversi (iscrizione libera e gratuita) al Primo Convegno Interannuale della Società di Linguistica Italiana, sull'origine del linguaggio e delle lingue storico-naturali, che si terrà il 25 e 26 giugno (Università degli Studi di Milano-Bicocca, Edificio U6, aula 7, Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, 20126 Milano). Brochure definitiva (287kB) Locandina definitiva (165kB)

 

7/6/6/12-USA

·         [da NCSE] Sembra che in Kansas qualcuno del Board of Education non sia del tutto soddisfatto dell'importanza che si attribuisce nelle scuole alla teoria dell'evoluzione. Così riferisce l'associated Press di ieri.

 

7/6/12-UK

·         Il settimanale scientifico Nature annuncia oggi con un inserto speciale (RIO+20)  e alcuni link ad articoli recenti (Second chance for the planet) il prossimo inizio del secondo Earth Summit di Rio de Janeiro (qui l'articolo di Nature con il giudizio positivo sul primo; era il 1992, venti anni fa, quasi una generazione fa). Ci sono ovviamente articoli che riferiscono cosa si è fatto e cosa non si è fatto negli ultimi 20 anni rispetto agli impegni presi (Earth summit: Rio report card) ma soprattutto si presenta come sia cambiato il mondo in riferimento ai due principali allarmi, quello che riguarda il clima ma soprattutto quello che riguarda la biodiversità del mondo che, dopo quasi 4.5 miliardi di anni ha permesso, e nessuno vorrebbe che fosse un dettaglio passeggero, la comparsa anche dell'uomo (Biodiversity loss and its impact on Humanity, A global synthesis reveals biodiversity loss as a major driver of ecosystem change, International trade drives biodiversity threats in developing nations, Securing natural capital and expanding equity to rescale civilization).
Non manca un articolo che azzarda ipotesi più serie (Approaching a state-shift in Earth's biosphere) soprattutto per i minori, giustamente più preoccupati di altri per il futuro che li aspetta, ed un altro che chiarisce alcuni elementi del dibattito in corso sulla protezione della foresta amazzonica (President prunes forest reforms), un tema che però non riguarda solo il Brasile come spiega Pavan Sukhdev in una TED conference.
Impressionanti i dati mostrati nel sito web interattivo sulle minacce alla biodiversità; è utile per chi vuole capire come sia drammaticamente minacciata la biodiversità che sostiene la sottile biosfera, l'unica utile a noi nell'universo; non è detto che sia comprensibile per chiunque. Immagino che comunque molti si stupirebbero di scoprire che ("Biodiversity: Remote responsibility") i consumatori italiani minacciano la sopravvivenza di 259 specie italiane e di 243 specie "estere", mentre i consumatori di altri paesi minacciano la sopravvivenza di 61 specie che vivono in territorio italiano.
Di fronte a questi dati è ragionevole preoccuparsi che tutti possano conoscerli e soprattutto capirli. L'ignoranza è sicuramente diffusa e forse di massa, ma appunto per questo pericolosa, soprattutto se si preferisce prima ignorare i dati e poi non assumere chi ha le competenze per raccoglierli.
Non sembra però che un qualche articolo di Nature rifletta sull'aspetto più preoccupante del convegno di Rio: trattandosi di problemi planetari, non è chiaro quanto e come si riuscirà a coinvolgere nel dibattito sui dati e sulle soluzioni chi poi magari subirà le conseguenze delle decisioni che verranno (o non verranno) prese a Rio de Janeiro.
Si sa quanta propaganda (spesso ben finanziata e/o sostenuta da chi ha interessi economici o semplicemente culturali) si mescoli ai fatti quando si parli di clima, evoluzione biologica, energia o foreste, temi su cui un po' in tutto il mondo le conoscenze sono mediamente insufficienti e quindi inadeguate.
Lo si verifica quando in alcuni paesi si analizza l'eterogenea e confusa contestazione alla teoria dell'evoluzione; lo si è verificato anche nel recente scandalo sulla diffusione di documenti riservati (in realtà svelavano progetti e finanziatori) della Heartland, che non dovrebbero essere segreti: non tutti hanno capito subito il motivo per cui nella Heartland convivevano e collaboravano imprese che si occupavano di tabacchi, automobili, farmaci e idrocarburi.
Pochi stanno ancora interessandosi alle conseguenze (disastrose per la Heartland che sta perdendo sostenitori  e finanziatori come la Glaxo, la Bayer e la GM) e ne traggono le logiche conseguenze. 

 

7/6/12-SA

·         Uno dei più famosi e importanti paleoantropologi attuali, il sudafricano Phillip Tobias è morto oggi a 86 anni. In Italia la notizia è ripresa dalla Fondazione Balzan, che nel 1987 gli aveva attrribuito il Premio Balzan per le sue ricerche in antropologia. Qui un commento dal SudAfrica.

 

6/6/12-USA

·         Visto che proprio non tornano disponibili in rete i powerpoint in italiano che un insegnante di scienze aveva messo in internet allo scopo di fornire una sintesi dei principali temi che affrontava in classe, biologia e teoria dell’evoluzione comprese, penso sia utile mettere a disposizione del materiale didattico un po’ più ampio ma anche ben più approfondito, anche se in inglese.
Il sito web di biologia (ci sono comunque anche le lezioni di chimica e fisica, se qualcuno ne avesse bisogno) sembra accessibile a chiunque conosca la lingua. Chi non fosse interessato, o anche chi non conoscesse l’inglese, può comunque almeno dare un’occhiata alla pagina iniziale.
E’ utile infatti per rendersi conto delle conoscenze di base che sono necessarie per capire qualcosa di evoluzione biologica e di evoluzione umana, di cui il sito web NON si occupa affatto.
Non c'è davvero da stupirsi se chi ignora queste informazioni di base (che non possono essere certo fornite in un'intervista o in una conferenza) non riesca a capire l'evoluzione.
Quello che invece stupisce sempre è che non ammetta di essere ignorante (di biologia). 

 

6/6/12-VA

·         L'Avvenire riporta oggi ("Darwin e la Bibbia. E Ratzinger rispose") "stralci" dell'introduzione che Don Tanzella Nitti ha scritto per presentare "alcune intuizioni" dell'attuale papa sull'attualità e il significato della Genesi, espresse in Carinzia nel lontano 1986 e recentemente tradotte e pubblicate nel volume «Progetto di Dio. La creazione»,  Marcianum Press (pp. 208, euro 19). Si prepara il lettore del libro al fatto che il papa nel 1986 volesse "evitare una separazione net­ta fra lettura spirituale e lettura scientifica del mondo creato" e che provasse a convincere che fosse meglio "evitare una separazione net­ta fra lettura spirituale e lettura scientifica del mondo creato". 
In effetti sembra che si utilizzi il testo biblico in un contesto che oggi è ritenuto improprio: la spiegazione scientifica non dell'origine del mondo ma dei meccanismi evolutivi, su cui il Genesi non farebbe proposte chiare né dettagliate, come non le farebbe nemmeno sulla compersa della vita: qui si sente e si vede don Tanzella Nitti, teologo ma anche astronomo, che nel 2007 chiariva come la creazione divina non fosse in discussione, ma che per l’origine della vita “la teologia non si occupa dei passi concreti dei processi fisico-chimici che hanno portato alla sua apparizione”.
Anche se si riporta che il card.Ratzinger nel 1986 facesse riferimento alla principale pubblicazione di Jacques Monod (“Il caso e la necessità”), sembra incredibile che il card.Ratzinger si stupisse, e quindi giustamente rifiutasse di accettarlo, che il caso fosse l'unico meccanismo evolutivo, auspicando che la  biologia scoprisse qualcosa di meglio.
Riteneva comunque inaccettabile il fatto che la biologia non confermasse  l'ottocentesco progetto intelligente della teologia naturale ("Natural theology", 1809) del revendo Paley, un’idea in cui credeva anche il giovane Darwin. Darwin poi però studiando la realtà naturale ne dimostrò l'insufficienza esplicativa e trovò una soluzione migliore, la selezione naturale. Nè Monod nè Darwin si accontentarono del caso; sarebbe sufficiente leggere fino in fondo il titolo dei loro principali libri (“Sull'origine delle specie per mezzo della selezione naturale” e “Il caso e la necessità”) per capire che il caso davvero non è mai stata una soluzione.
Non è quindi corretto continuare anche oggi, dopo il bicentenario di Darwin che ha permesso di riflettere ulteriormente su alcuni errori di interpretazione, attribuire ancora a Darwin e a Monod (e a tutti gli evoluzionisti) una sciocchezza simile (qui sentiamo proprio don Tanzella Nitti chiedersi ancora, proprio nella presentazione del convegno vaticano del novembre 2008, se “a guidare l’evoluzione sia stato il cieco gioco del caso o l’esistenza di un finalismo”! [3’:13”]).
C’è infatti il rischio che poi qualcuno davvero ci creda e quindi poi si stupisca di fronte a scelte razionali che potrebbero apparire incoerenti (e De Mattei infatti non si trattenne, e si mise a disposizione dei creazionisti biblici USA del Centro Kolbe, offesi per il voltafaccia del Vaticano, che ancora pochi anni nel 2002 li accoglieva ai piani alti e ospitava i loro congressi, e fortemente ostili verso la PAS).
Capisco che non debba essere comunque facile capire il motivo per cui, quando si tratta di questioni serie e si richiede una scelta razionale, come nel caso della nomina del presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, il 15/2/2011 la scelta sia caduta proprio su Werner Arber, un biologo molecolare “neodarwinista”, oggettivamente uno dei protagonisti della " marcia trionfale" della biologia nel XX secolo.
[A proposito di Monod, proprio W.Arber aprì un convegno internazionale svoltosi a Ravello nel 2010 (“Chance and necessity in Evolution”), in occasione del centenario della nascita di Jacques Monod].

 

5/6/12-Korea

·         Di solito non giungono notizie interessanti dalla Corea del Sud (se non riguardo al successo dei loro studenti anche agli esami di ammissione ad Harvard), ma Nature ("South Korea surrenders to creationist demands") riferisce che recentemente  la Korea  Association for Creation Research (KACR), una sezione dell'ICR USA, stia ottenendo di modificare libri di testo e programmi scolastici "to remove content about “the evolution of humans” and “the adaptation of finch beaks based on habitat and mode of sustenance”, a reference to one of the most famous observations in Charles Darwin’s On the Origin of Species". Se ne parlava ieri anche nel sito del NCSE (Creationist success in South Korea?)

 

5/6/12-USA

·         Il sito del National Academies Press del CNR USA propone due interessanti volumi, ovviamente in inglese e gratuiti se ci si accontenta del formato PDF:
- Thinking Evolutionarily: Evolution Education Across the Life Sciences: Summary of a Convocation (Evolution is the central unifying theme of biology. Yet today, more than a century and a half after Charles Darwin proposed the idea of evolution through natural selection, the topic is often relegated to a handful of chapters in textbooks ...), che dovrebbe aiutare gli insegnanti (ma soprattutto gli autori dei libri di biologia che poi gli insegnanti utilizzeranno) a rendere davvero centrale in biologia, a tutti i livelli scolastici. il ruolo dell'evoluzione e dell'attuale teoria dell'evoluzione nell'ambito dell'insegnamento della biologia, dato che in biologia tutti i “come” e i “perchè” diventino comprensibili solo all’interno della teoria dell’evoluzione, come ricordava anche Dobzhansky ("Nothing in Biology Makes Sense Except in the Light of Evolution") . Per chi è curioso solo un po', può trovare un capitolo offerto dal National Center for Science Education (NCSE) nella sua pagina "Thinking Evolutionarily".
-  International Animal Research Regulations: Impact on Neuroscience Research: Workshop Summary (Animals are widely used in neuroscience research to explore biological mechanisms of nervous system function, to identify the genetic basis of disease states, and to provide models of human disorders and diseases for the development of new treatments. To ensure ...). La ricerca nel campo delle neuroscienze avrà in questo secolo un ruolo notevolmente importante (come facilmente  può dimostare anche il sorriso che mostra in questo video del 2012 una signora paralizzata da 15 anni); sarà molto importante verificare come i ricercatori utilizzeranno le differenze fra le leggi nazionali che controllano la sperimentazione animale nei vari paesi; questi ricercatori oggi di solito preferiscono non utilizzare fin dall’inizio cavie umane, e possonio farlo, come si può vedere anche da questo video del 2007; i computer sono certo indispensabili, ma devono essere connessi ad un essere vivente.

 

4/6/12-USA

·         Sull'Huffington Post si può leggere un articolo ("Human Evolution and the Sterility of Creationism") con alcune riflessioni di Michael Ruse, filosofo della Florida University) sul creazionismo negli USA. L'occasione delle riflessioni è certo un'esperienza che sarebbe entusiamante per chiunque: ha appena trascorso una settimana in Kenya, alla Turkwel Research Facility (presso Lodwar, sulla costa ovest del Lago Turkana),  ospite di Richard Laekey e del suo Turkana Basin Institute in occasione del recente convegno "What Makes Us Human?".
La riflessione è suscitata dal ritorno di M.Ruse nel suo paese, dove il 50% delle persone ignora o contesta quella cultura in cui Ruse, che ha combattuto il creazionismo per tutta la vita, era immerso fino a qualche giorno prima, sul Turkana insieme ai paleontropologi di tutto il mondo.
Ruse, autore fra l'altro del libro "Can a Darwinian be a Christian?
The Relationship between Science and Religion" è angosciato che "the country in which I live is filled with prejudice and ignorance. Apparently, in state after state, particularly in the South, people have found ways to get around the constitutional separation of Church and State and to use public funds (or funds destined for the public use) to support private schools, especially private schools that teach an evangelical Christianity that excludes evolution".
Certo in Italia e in Europa la situazione diversa, e anche il Vaticano ormai non riceve più i creazionisti come nel 2002; comunque qualche creazionista riesce ancora a trovare il modo, grazie a complicità al massimo livello, di infiltrarsi nei convegni sull'evoluzione vanificando le indicazioni degli organizzatori. Il Vaticano, oltre lasciare che il progetto STOQ organizzi seminari con biologi ricercatori universitari esperti di evoluzione, oggi promuove "neodarwinisti" come W.Arber a importantissimi incarichi di consulenza.
Tutto ciò non impedisce però che per vie non ufficiali molti dei testi diffusi nei siti creazionisti e nelle scuole religiose creazioniste USA vengano tradotti in italiano e circolino, suscitando domande di cui è abbastanza facile capire la provenienza (anche grazie a Google) ma che possono confondere tutti quello che hanno conoscenze minime o nulle di biologia, ma non solo loro, allontanandoli dall'evoluzionismo teista ufficiale.
Oggi anche chi diffondeva e omaggiava in Italia il libro di Junker e Scherer sembra abbia trovato nuovi appoggi per far circolare in Italia le idee della baraminologia che prevede una modalità di creazione per tipi (kind) invece che per specie. 

 

4/6/12-IT

·         In un periodo in cui tutti i quotidiani ci presentano ogni giorno eventi che riguardano terremoti, sismicità e ci ricordano sempre l'imprevedibilità degli eventi sismici, sconcerta parecchio che non si rifletta anche sul ruolo fondamentale che questi eventi, di cui pochi si azzardano a mettere in dubbio la casualità e l'imprevedibilità, hanno sempre avuto e hanno tuttora sull'evoluzione della vita sulla terra.
Purtroppo ci si dimentica di quanto sia rilevante il ruolo dei cambiamenti dei confini e delle barriere, che si creano e si disfano continuamente anche se in tempi geologici, allo spostamente delle forme viventi (animali e vegetali) fra le diverse aree geografiche. E' noto quanto l'isolamento geografico sia un fattore rilevante nel creare quelle barriere che rendono spesso anche "inevitabile" la formazione di una nuova specie o comunque l’evoluzione indipendente di popolazioni che vengono separate da nuove barriere.
Capire il ruolo degli eventi geologici che spostano le zolle continentali permette di scoprire che le differenze e i cambiamenti biologici avvengano spesso solo in un momento successivo; ma soprattutto si scopre come la casualità degli eventi geologici appare più accettabile della casualità di eventi biologici, che curiosamente molti hanno ingiustificate e inspiegabili difficoltà a considerare come semplici conseguenze di eventi casuali.
Si dovrebbe approfittare di questi eventi sismici, che pochi associano volentieri a eventi gestiti e voluti da un'entità soprannaturale (diventarono infatti famose le riflessioni del prof.De Mattei sul terremoto come evento punitivo intenzionale) anche per riflettere razionalmente sull'abuso e il continuo ricorso (400 anni dopo Galilei e l'inizio della scienza moderna) a cause metafisiche da parte di chi pur sostenendo e utilizzando la scienza non accetta le spiegazioni naturalistiche degli eventi geologici o ambientali che da miliardi di anni condizionano l'evoluzione degli esseri viventi.    

 

3/6/12-IT

·         Si è concluso oggi a New York il World Science Festival, iniziato il 30 maggio. Per chi non avesse potuto partecipare, sono già disponibili un sito web con gli Eventi e un altro con i Podcast, per i curiosi di tutto il mondo che conoscano l'inglese.

 

2/6/12-VA

·         In Vaticano è attiva la PAS (Pontificia Accademia delle Scienze), una società scientifica che i creazionisti biblici ospitati al CNR a sue spese dal prof. De Mattei il 23/2/2009 davvero non sopportano. Venne fondata addirittura ai primi del '600, ai tempi di G.Galilei che ne fu anche uno dei primi soci (allora si chiamava "Accademia dei Lincei"). Venne poi recentemente rifondata nel 1936 da Pio XI, ed è stata successivamente rilanciata da GP2 nel suo ruolo di organo di consulenza per le questioni che coinvolgono la scienza.
I suoi componenti, di nomina papale, spesso sono premi Nobel o comunque scienziati autorevoli nel loro campo; anche la recente mostra romana sull'evoluzione umana (“Homo sapiens”) è stata organizzata per onorare e festeggiare le scoperte realizzate da uno dei membri della PAS, il genetista "neodarwinista" Luca L.Cavalli Sforza, che ha anche contribuito a realizzarla. [La mostra riaprirà a fine settembre al museo di Trento].
Fa piacere notare che da poco la PAS ha abbandonato e disattivato una pagina web formale e poco informativa, decidendo di crearne un'altra ad un nuovo indirizzo; è evidente l’obbiettivo di usarla per presentare al mondo cattolico in modo più efficace le proprie iniziative e i risultati delle riflessioni sui temi via via suscitati dal progresso delle scienze nei vari campi.
E' auspicabile che riescano a contrastare una situazione che vede molti cattolici purtroppo diventare spesso vittime inconsapevoli di inesperti esterni, i cui testi vengono poi acriticamente e ampiamente diffusi - senza alcun rispetto nè per la proprietà "intellettuale" ... nè per la ragione - con tragiche conseguenze sulla "preparazione culturale" di creazionisti di diverso tipo e perfino di diverse religioni.
Fra i temi che troviamo citati nella home page della PAS fa piacere scorgere anche  quella che alcuni ritengono una strana associazione, quella fra l’evoluzionismo, alla base del successo della biologia, e la teoria del riscaldamento globale di origine antropica.
Nel volume The Scientific Legacy of the XX century, che presenta gli atti (scaricabili gratuitamente) di un convegno sui successi della scienza nel XX secolo, si parla addirittura di "una marcia trionfale" della biologia, certo favorita nell’ultimo secolo dalla potenza esplicativa della teoria dell'evoluzione, costantemente aggiornata e migliorata rispetto al nucleo originario proposto sulla base di poche certezze dalla genialità e dalla curiosità di Darwin.
Non c’è quindi da stupirsi che un anno fa sia stato eletto come presidente della PAS addirittura Werner Arber, un biologo molecolare, premio Nobel e quindi neodarwinista).
Sconcerta invece che anche i pochi che capiscono qualcosa non provino imbarazzo a mimetizzarsi e a collaborare part time con chi “crede” che “la natura ci parli del creatore”, contestando le scelte delle autorità religiose che da decenni ritengono invece indispensabile consultare scienziati e biologi evoluzionisti che interrogano costantemente e senza pregiudizi una realtà naturale che non può essere ritenuta in gran parte inutile solo perchè per 13 miliardi di anni inspiegabilmente non avrebbe avuto la possibilità di “parlare” proprio con nessuno. Strano che si utilizzino invece le competenze per contestare W.Arber, la scienza di cui fa parte e quindi anche le autorità religiose che ne utilizzano le competenze.
Quanto alla teoria del riscaldamento globale di origine antropica, la nuova pagina web della PAS mette a disposizione numerose conferme nel volume che riporta gli atti del convegno Fate of Mountain Glaciers in the Anthropocene del 2/4/11, dove i migliori esperti mondiali – e anche qui si incontra qualche premio Nobel - si sono mostrati concordi nel valutare che "il riscaldamento globale [sia] causato dall’emissione di gas serra e di altri inquinanti da parte dell’uomo e dai cambiamenti nell’uso del territorio" e nel temere il rischio, prospettato dal
gruppo di lavoro incaricato dalla Pontificia Accademia delle Scienze, “che il riscaldamento superi abbondantemente i 3°C se le emissioni di gas serra continueranno a crescere con i tassi attuali
E’ curioso notare come anche altri temi rilevanti affrontati dalla PAS (e oggi pubblicizzati nella sua nuova home page) siano facilmente relazionabili anche alla biologia e al processo evolutivo: c’è il volume in PDF, scaricabile gratuitamente, con gli atti del convegno Human Neuroplasticity and Education o il programma del prossimo convegno (novembre 2012) su uno dei temi, le basi biologiche del funzionamento della mente umana, che caratterizzerà la ricerca biologica nel XXI secolo ( Neurosciences and the Human Person).
Visto l’investimento economico che sostiene la PAS, è ragionevole ipotizzare che i cattolici che sanno l’inglese saranno invitati a tradurre e diffondere questo materiale.
Che in Vaticano ci sia qualche problema di gestione e controllo, è difficile oggi negarlo. Che si arrivi anche a ignorare, negare o contestare consulenti vaticani e documenti che raccomandano di affrontare problemi ambientali reali che possono minacciare anche la sopravvivenza di alcune popolazioni sarebbe davvero irrazionale.
Immagino sia per questo motivo che la PAS ha deciso di pubblicizzare meglio la propria attività e di rendere più accessibili (è stata aggiunta anche la traduzione italiana e tedesca) i documenti che dimostrano e ricordano che “
Il riscaldamento della Terra è inequivocabile. La maggior parte dell’aumento osservato della temperatura media globale dalla metà del ventesimo secolo è “molto probabilmente” – il che significa con una probabilità maggiore del 90% – il risultato dell’aumento osservato nella concentrazione di gas serra di origine antropica”.
Se qualcuno che si dichiara rispettoso del Vaticano non crede a quello che viene pubblicizzato nella nuova pagina web della PAS è solo un problema interno, e non riguarda certo gli scienziati di tutto il mondo che hanno raccolto e verificato i dati o degli accademici della PAS che li hanno giudicati accurati e credibili.
Se non vengono più ammessi nei convegni vaticani quegli stessi creazionisti USA che nel 2002 venivano accolti dal card.Ratzinger (che ora invece promuove a presidente della PAS il “neodarwinista” prof.W.Arber) qualcosa è certo cambiato.

 

1/6/12-USA

·         [da NCSE] Ancora un sondaggio di opnione della Gallup ("The latest Gallup poll on evolution"), con le solite domande (sono le stesse dal 1982, una generazione fa) piuttosto ambigue sul diverso successo del creazionismo e dell'evoluzionismo in un paese che ha raggiunto finora i massimi successi nella ricerca biologica ma che si trascina dietro delle altissime percentuali (siamo al 46%, con un incremento rispetto all'anno scorso ma oscillando comunque attorno ad una media del 45%) di cittadini che credono a un qualche mito della creazione per quanto riguarda soprattutto l'origine dell'uomo.
Il sondaggio permette di verificare come l'educazione permetta di stimolare le aree più razionali della corteccia cerebrale, e che altri fattori, come l'orientamento politico (dal 5% al 19%) o la pratica religiosa (dal 3% al 26%) abbiano una rilevante influenza. Dall'82 certo la percentuale che approva la spiegazione naturalistica ha visto un incremento dal 12% al 15%, ma le percentuali sono sempre meno della metà di quelle che si trovano in Europa ed anche in Italia. Come è noto, nel mondo solo la Turchia presenta delle percentuali peggiori a quelle USA, anche se non di molto.
La differente situazione italiana potrebbe anche essere teoricamente dovuta al fatto che chi frequenta regolarmente le funzioni religiose venga costantemente informato della iniziative realizzate dalla Pontificia Accademia delle Scienze, diretta da un premio Nobel biologo evoluzionista.

 

1/6/12-BR

·         E' in arrivo la conferenza di Rio sullo sviluppo sostenibile (Rio+20), che si terrà dal 20 al 22 giugno a Rio De Janeiro. Qui il conference handbook in inglese

 

 

MAGGIO 2012

31/5/12-IT

·         [da Pikaia] Dal 17 al 22 giugno 2012 si terrà a Erice, presso l'Ettore Majorana Centre, un grande convegno internazionale dal titolo "The Evolution of Morality: The Biology and Philosophy of Human Conscience", diretto da F. de Waal, T. Pievani e S. Parmigiani, con illustri speaker tra i quali Frans de Waal (Emory University, Atlanta); Philip Kitcher (Columbia University); Patricia Churchland (University of California San Diego); Pier Francesco Ferrari (University of Parma); Liane Young (Boston College); Richard Joyce (Victoria University); Oren Harman (Bar Ilan University); Darcia Narvaez (University of Notre Dame); Melanie Killen (University of Maryland); Jan Verplaetse (Ghent University); Christopher Boehm (University of Southern California); Telmo Pievani (University of Milan Bicocca) and Giorgio Vallortigara (University of Trento); Ara Norenzayan (University of British Columbia); Jeffrey Schloss (Westmont College); Owen Flanagan (Duke University); Stephen Pope (Boston College); Simon Blackburn (University of Cambridge). Il programma.
Gli argomenti in discussione sono decisamente interessanti
per chi sa quanto l'evoluzione biologica condizioni anche l'evoluzione culturale: "Evolutionary and philosophical perspectives on morality; Neuroscience and morality ; Human psychology and morality; Violence, punishment and morality ; Interaction between supernatural beliefs, religion, and morality ; The evolution of moral and religious mind: facts, values and the origin of virtue".

 

30/5/12-IT

·         Sull'Avvenire oggi un articolo di R.Timossi ("Darwin inciampa nel progetto sull'universo") critico verso l'intervista (pubblicata su Micromega di maggio: "Evoluzione e contingenza") di T.Pievani a Padre G.Coyne, l'astronomo gesuita (per ben 25 anni diresse l'osservatorio pontificio di Castelgandolfo) con le posizioni più avanzate verso la teoria dell'evoluzione (qui lo vediamo nel 2009 unirsi ai coretti per festeggiare il compleanno di Darwin insieme ad altri ammiratori sia di Darwin che del papa, come Francisco Ayala). Lasciano abbstanza sconcertati frasi come:
- T.Pievani lancia a sua volta, con un dogmatismo inspiegabile per un sostenitore del metodo scientifico, l’anatema contro chi osa parlare al plurale di teorie dell’evoluzione. [se i biologi parlano di una sola teoria, i filosofi devono adeguarsi]
- "l'ultima ridotta nella quale si è trincerato da tempo l'ateismo contemporaneo è sicuramente la teoria dell'evoluzione per selezione naturale, vale a dire il paradigma evoluzionistico oggi dominante il biologia", [appunto; e il papa lo sa e si adegua, visto che ha nominato un neodarwinista come presidente della PAS. Qualche problema?]
- "c'è chi tra gli epistemologi e gli storici della scienza che fritiene più corretto parlare di teorie dell'evoluzione", [gli unici autorizzati a contarle sono i biologi evoluzionisti]
- "l'obiettivo principale di T.Pievani è di eliminare l'ipotesi dell'esistenza di un disegno intelligente", [forse si adegua; anche l'Osservatore Romano il 16/1/2006 aveva un articolo che smentiva il disegno intelligente come ipotesi scientifica utile; non si deve confondere fra scienza e teologia]
- "questa consapevolezza del carattere non assoluto e mai definitivo della conoscenza scientifica è invece presente in Padre Coyne" [nessuno ha mai detto e nessuno può dire che la conoscenza scientifica è definitiva!]
Sembra davvero un pesante attacco a chi un anno fa ha nominato come presidente dell'Accademia Pontificia delle Scienze un biologo evoluzionista protestante,
Werner Arber, che si vanta di aver contribuito a dimostrare la correttezza della teoria dell'evoluzione (Statement on my view on biological evolution”).
Sembra di capire che il papa ha e avrà qualche problema a farsi rispettare su temi di frontiera che proprio non le appartengono e sui quali quindi nessuno può seriamente chiedere informazioni utili.
Comunque è molto positivo che Timossi abbia confermato una verità che non tutti a Roma apprezzano: la teoria dell'evoluzione è "il paradigma evoluzionistico oggi dominante il biologia". Nessun dubbio.

 

28/5/12-NZ

·         Un articolo comparso oggi in un sito web neozelandese inizia con un titolo ottimista ("Evolution - scepticism is dead") riferito alle opinioni di R.Leakey sul contributo delle scoperte della paleoantropologia alla consapevolezza dei problemi globali ("Sometime in the next 15 to 30 years, the Kenyan-born paleoanthropologist expects scientific discoveries will have accelerated to the point that "even the skeptics can accept it. If you get to the stage where you can persuade people on the evidence, that it's solid, that we are all African, that colour is superficial, that stages of development of culture are all interactive," Leakey says, "then I think we have a chance of a world that will respond better to global challenges").
Nella conclusione dell'articolo si riporta invece una frase un po' meno ottimista di R.Lealey: "Leakey, who clearly cherishes investigating the past, is less optimistic about the future. "We may be on the cusp of some very real disasters that have nothing to do with whether the elephant survives, or a cheetah survives, but if we survive."

 

26/5/12-IT

·         In un post ("Predicare al coro") nel suo blog Laucophea. il giornalista scientifico M.Ferrari esamina alcune recenti preoccupanti situazioni, indicative della tendenza in alcuni ambienti a cercar di mettere sotto processo la scienza e il suo metodo di inmdagine e verifica dei fenomeniu naturali. Vengono ricordati alcuni esempi, a cui si affiancano anche citazioni di antiche dichiarazioni antiscienetifiche di B.Grillo e una interessante analisi di B.Mautino  ("effetto Barnum)" sui metodi "didattici" utilizzabili per screditare la scienza.

 

26/5/12-USA

·         [da Repubblica] Dall'alto delle sue piattaforme web dotate di software capaci di integrare database con la cartografia a qualsiasi scala a livello mondiale, Google sta lavorando ad uno strumento per visualizzare, e quindi controllare e magari anche gestire dati che riguardano la distribuzione della biodiversità e le aree in cui è più minacciata.
Se oggi Google Map e Google Earth sono già strumenti insostituibili per visualizzare gravissimi fenomeni di sfruttamento del comune patrimonio forestale dell'umanità, in futuro sarà possibile aggiungere anche la comprensione dell'ovvia conseguenza che finora Google non permette di evidenziare: la forse più grave e più coinvolgente perdita della biodiversità animale, che riguarda oggi anche le specie di piccoli dimensioni. Se non riusciamo a renderci conto della perdita di qualche miliardo di microrganismi, a noi probabilmente indispensabili, che vivono quotidianamente dentro e su di noi, difficilmente noteremo o ci preoccuperemo della perdita di qualche migliaio di specie di insetti o altri organismi ugualmente necessari per la sopravvivenza della terra e quasi invisibili.
Si può quindi sperare che questa possibilità di monitoraggio in futuro permetta di  rendersi conto, in tempi adeguati a permettere ancora di intervenire, delle conseguenze non solo della scomparsa di artificiali animali da compagnia, ma anche della scomparsa di esemplari unici e insostituibili di specie animali che hanno interagito e interagiscono tuttora nel tenere in movimento il processo evolutivo che anima l'unica terra di cui disponiamo.
La
"Map of Life" è stata realizzate in collaborazione con la NASA e l'Encyclopedia of Life.
E' chiaro che questo strumento per ora in versione demo, potrà essere anche uno strumento utile nella didattica di fenomeni non solo complessi (come è normale in biologia) ma che si svolgono su scale cronologiche e geografiche enormi (avviene normalmente in biologia, ma pochi se ne rendono conto); sono processi oggettivamente non facilmente gestibili anche da parte di una specie, anche se molto intelligente.
La filosofia di Map of Life è stata descritta con cura in un lavoro apparso lo scorso ottobre su
Trends in Ecology and Evolution. (“Integrating biodiversity distribution knowledge: toward a global map of life”).
Map of Life contribuirà quindi alla comprensione di fenomeni complessi e pervasivi come l'evoluzione biologica, che avviene costantemente intorno a noi ma che passa spesso inosservata senza le competenze necessarie per evidenziarla,  scoprendone le tracce non sempre visibili ad occhi inesperti. Potrebbe essere ugualmente utile anche monitorare come l'uomo stia gestendo il suo rapporto con l'ambiente che ne ha permesso la comparsa, che ne ha gestito lo sviluppo e l'ascesa  verso uno sviluppo economico di cui è difficile rendersi conto dei limiti e della possibile fine. Ovviamente tutto, soprattutto le previsioni, dovrà poi essere verificato per adeguare costantemente gli interventi.
L'interesse per studi che permettessero ad esseri intelligenti di controllare il consumo delle risorse, di fare previsioni sul futuro e di progettare modelli di gestione della geosfera e della biosfera che permettessero di mantenere condizioni capaci di garantire condizioni di vita ottimali per tutte le specie ospitate dalla terra ha cominciato ad essere elevato ed appassionato fin dai primi anni '70, quando qualcuno, cominciò a rendersi conto, con preoccupazione, che si contava forse troppo su risorse non rinnovabili, soprattutto in campo energetico, per cui occorreva controllare gli effetti dell'attività umana sui delicati equilibri della  biosfera.
Queste ricerche e queste preoccupazioni continuarono anche nei decenni successivi; si ricorderà certo l'importante intervento per ridurre al minimo la produzione dei CFC che (come dimostrarono i premi Nobel del 1995
Molina, Rowland e Crutzen) stavano aprendo un buco nella barriera dell'ozono al di sopra del polo Sud.
Di questo problema, che per fortuna stava avviandosi ormai verso una soluzione grazie ad accordi internazionali si parlò in un convegno del 1998, i cui atti furono pubbicati nel 2001 in un volume della Cambridge University Press ("
Geosphere-Biosphere interactions and climate").
Il volume degki atti  è aperto da un intervento ("
The Antarctic Hozone Hole, a huma caused chemicakl instability") del Nobel per la chimica del 1995, Paul Crutzen, responsabile della proposta di utilizzare il termine "antropocene" che allude al ruolo dell'uomo nell'influenzare sia la biodiversità che i cambiamenti climatici. Altri  interventi nel libro, che ha un approccio ampio ed integrato al problema, evidenziano il ruolo delle attività umane nel  modificare sia i cicli biochimici che il clima.



  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  

22/5/12-IT

·         Il 9/5 nel blog MyGenomix, gestito da un bioinformatico molto interessato a spiegare e far capire ai lettori complessi problemi connessi con le impressionanti scoperte della genomica, viene pubblicizzato il blog Science for Passion curato da Tania Tanfoglio, una giovane biologa laureata a Parma, appassionata soprattutto di genetica ma attualmente impegnata come insegnante di scienze.
Il suo è probabilmente uno dei lavori più importanti e difficili, soprattutto in paesi e in periodi culturali e storici in cui non viene adeguatamente premiata la cultura e soprattutto quella scientifica.
Alla prevedibile e preannunciata passione Tania aggiunge un'indubbia capacità didattica, che accompagna alla scoperta delle meraviglie della natura ma soprattutto della genialità di chi, ponendosi le domande corrette, ha permesso di scoprire processi che per migliaia di anni hanno stupito e atterrito chi pensava si potessero conoscere le risposte anche senza dover scoprire curiosità nè domande. 
In questi giorni ha scritto post sia su temi genetici che su aspetti che riguardano la storia della biologia e quindi le modalità di comparsa, sviluppo e conferma delle nuove idee di uno dei settori della ricerca scientifica oggi più dinamici e rilevanti per l'economia (anche italiana, se pensiamo alla facilità con cui espatriano molti ricercatori di biologia, di solito meglio accolti in università o imprese di altri paesi e quindi invogliati a fornire ad altri paesi i prodotti della creatività acquisita durante la loro formazione.
L'argomento di oggi nel blog di Tania è la
storia di come è stato scoperto il DNA, in una data, il 1953 che impressiona sempre chi solo rifletta su fatto che solo cinquant'anni separano la scoperta del DNA dall'anno del sequenziamento completo del DNA umano. Questi 50 anni ovviamente devono essere confrontati accanto al periodo di 4.7 miliardi di anni che noi erroneamente riteniamo privo di  eventi interessanti.
Evidente come oggi tutto sia cambiato in brevissimo tempo e nessuno possa negare l'aumento esponenziale delle conoscenze e  delle loro applicazioni al benessere della nostra specie. Comprensibile quindi l'interesse per chiunque non si accontenti di diffondere solo al mattino a scuola le conoscenze acquisite all'università, ma contribuisca a farle conoscere in diversi ambiti con un'impegnativa attività anche pomeridiana.
Di grande interesse
una serie di post in maggio sulla genetica e i meccanismi di trasmissione dell'informazione da una generazione all'altra, ma soprattutto sull'importanza degli alberi genealogici, indispensabili per quantificare, dimostrare e ricostruire i processi evolutivi che avvengono ogni giorno entro e tra le specie viventi.

 

21/5/12-USA

·         [da NCSE] Interessanti i risultati di un sondaggio, comunque geograficamente limitato al piccolo stato USA del New Jersey, che permette di verificare che, di fronte ad una domanda secca “L’uomo ha avuto origine da forme viventi precedenti?”, il 51% risponda affermativamente, il 42% negativamente e il 7% si astenga. E’ interessante comunque il confronto con le altre domande a cui il campione ha risposto. Si è potuto infatti verificare che fra i non credenti (all’evoluzione biologica) prevalgano i repubblicani, gli anziani oltre i 55 anni e le donne ma soprattutto che la differenza più rilevante riguardi il livello di scolarizzazione, la differenza fra i laureati e le persone limitate alle scuole superiori o anche meno.
Il
report evidenzia quindi che la scuola sia utile, e come sia quindi necessario preoccuparsi dei programmi scolatici, della qualità e della preparazione degli insegnanti: chi trova ragionevole che l’uomo attuale sia derivato da forme viventi precedenti passa infatti dal 37% al 69%, raddoppia in quelli che escono dall'università!
Meno influenza dovuta all’istruzione si nota invece in chi crede nella vita dopo la morte (da 65% a 61%) o nell’astrologia (da 41% a 28%). Il ruolo dell’istruzione è comunque ancora più rilevante nella valutazione della Bibbia; chi crede sia un’opera del tutto umana balza dal 12% in chi al massimo è arrivato a frequentare il liceo al 34% in chi è uscito dall’università.
E’ quindi importante verificare con cura i programmi scolastici, controllare che vengano rispettati, ma soprattutto preoccuparsi che nessuno venga abbandonato (“
No child left behind”). Puo’ evitare che, in un futuro in cui tutti avessero la migliore istruzione, qualche antievoluzionista possa accorgersi di essere semplicemente ignorante, non avendo ricevuto le informazioni minime che il sondaggio evidenzia come indispensabili per capire l’evoluzione biologica.

·         [da NCSE] Da qualche giorno sono disponibili in rete le prime bozze del Next Generation Science Standards, Come il volume del 2011 dell'autorevole National Research Council (A Framework for K-12 Science Education), a cui questa proposta di futuri standard per l'insegnamento delle scienze nelle scuole fa riferimento,  i nuovi standard non sono affatto reticenti per quanto riguarda l'evoluzione e il cambiamento climatico.
La selezione naturale e l'evoluzione sono fra i principali temi proposti per le superiori, mentre la selezione naturale e l'adattamento è uno dei 5 principali temi per le medie. Lo stesso dicasi per "Cambiamento climatico e sostenibilità"  e per "Meteorologia, clima e Pressione umana sull'ambiente" nell'ambito delle scienze della terra e dello spazio.

·         [da NCSE] Sempre in questi giorni sono stati pubblicati i risultati di un sondaggio ("Climate Change in the American Mind: Americans' Global Warming Beliefs and Attitudes in March 2012"). Molte le domande e le risposte, per le quali vengono presentate anche le variazioni per il periodo dal 2008 ad oggi.
Curioso osservare come i rischi peggiori vengano riservati alle popolazioni dei paesi in via di sviluppo, ma soprattutto alle specie animali e vegetali, senza che si rifletta sulle inevitabili conseguenze che comunque ricadrebbero sulla nostra specie. Se molti americani continuano a non credere al riscaldamento globale o comunque a non preoccuparsene (21%+20%), chi se ne preoccupa in maggioranza crede che sia responsabilità umana (38% contro il 25%).

·         [da NCSE] Leggi che intendevano proteggere chi voleva insegnare informazioni antievoluzioniste nelle scuole nelle ore di scienze sono decadute recentemente nelle assemblee legislative nel Missouri e in Alabama.

 

19/5/12-IT

·         Finalmente alcuni antievoluzionisti non hanno avuto paura del confronto: oggi si sono incontrati per la prima volta in una trasmissione radio sul web gestita dai creazionisti "biblici" dell'AISO (e ospitata dalla radio locale GlobeOne) esponenti dell'antievoluzionismo con opinioni contrastanti, ma soprattutto assolutamente incompatibili, sulla cronologia. Forse i responsabili della radio non hanno preliminarmente verificato né le coerenze né le competenze; forse nessuno pensava fosse necessario verificare all'ingresso se qualcuno pensasse che la vita avesse solo poche migliaia di anni, come avviene per gli aderenti all'AISO.
Oggi infatti quasi nessuno mette razionalmente in dubbio l'antichità e i tempi - miliardi di anni - che hanno scandito la vita sulla terra; d'altronde non ci sono più molti fedeli del geocentrismo; purtroppo ci si dimentica che uno dei relatori alla curiosa "
First Catholic Conference on Geocentrism" del 2010, Hugh Miller, sia riuscito addirittura a varcare il portone del CNR, essendo stato invitato a venire  dagli USA come relatore anche allo sconcertante convegno creazionista antivaticano organizzato dal prof.De Mattei il 23/2 del 2009, quel convegno di cui qualcuno crede sia utile leggere i testi in cui proprio il geocentrista Hugh Miller spiega che la vita ha solo poche migliaia di anni. 
La cronologia non è certo un dettaglio quando si vuol parlare (e magari farsi ascoltare da qualcuno) di evoluzione dell'universo, della terra, della vita e dell'uomo. Purtroppo c'è una differenza fra le poche migliaia di anni proposte dal
presidente dell'AISO (ma anche dal prof.De Mattei) e i quasi 15 miliardi di anni proposti sia dagli evoluzionisti che dal sostenitore dell'evoluzionismo teista che ha chiesto di essere coinvolto nella trasmissione dei creazionisti e che non sopporta proprio di venire sospettato di creazionismo.
Sinceramente non so se abbiano chiarito preliminarmente questa incompatibilità cronologica nè se abbiano poi trovato un accordo per convergere su una data intermedia, ma nemmeno so se avessero davvero intenzione di discutere di problemi razionali e razionalmente risolvibili.
Non ho comunque informazioni sulla trasmissione.
Purtroppo bisogna ricordare che alcune conquiste della  cultura umana devono essere costantemente difese da chi cerca di approfittare del naturale continuo ricambio generazionale e del progressivo aumento del sapere per selezionare artificialmente il contributo di alcuni dei nostri antenati migliori all'evoluzione culturale, la principale e migliore caratteristica umana.
Non solo oggi si continua a contestare la teoria dell'evoluzione, confermata, migliorata, precisata e ampliata negli ultimi 150 anni dal lavoro accurato di migliaia di ricercatori, ma si cerca tuttora perfino di togliere dalla spazzatura (come fa la patetica - sempre che non si offenda -
Flat Earth Society) anche l'idea della terra piatta che, come tutti sanno, era una conoscenza gia dimostrata errata fin dai tempi di Eratostene, che lo dimostrò nel III sec.A.C.
E' certo deprimente che ci sia qualcuno che riesce a  raccogliere consensi anche solo riciclando, senza che nuove scoperte lo giustifichino, vecchie idee ormai seppellite, difese oggi solo dalla libertà di pensiero. Non diversamente avviene per la teoria dell'evoluzione, come si sa, anch'essa un'interpretazione della realtà  che può essere resuscitata solo dimostrando sperimentalmente che è errata.
Nessun chiarimento preventivo sembra necessario invece alla conferenza tutta-AISO, prevista il 21/5, sempre a Milano.

 

18/5/12-USA

·         Davvero impressionante la scoperta di insetti in ambra di 100 milioni di anni fa che presentavano sul corpo le tracce del polline delle piante da fiore che vivevano contemporaneamente

·         [dal blog di Oca sapiens] Di notevole interesse il numero speciale che Science ha pubblicato oggi, tutto dedicato i "Conflitti Umani". Sempre che si riesca a superare la barriera linguistica, gli articoli sono liberamente accessibili previa iscrizione. Questo fornirà la possibilità di inquadrare in modo obiettivo, lungo la storia evolutiva della nostra specie, il ruolo della violenza e i fattori che la determinano. Per chiarire meglio il contesto, sembra utile allegare il titolo di tutti gli articoli messi a disposizione:

o        Parsing Terrorism

o        The Battle Over Violence

o        Roots of Racism

o        Civilization's Double-Edged Sword

o        Gender and Violence

o        Drone Wars

o        Preventing Mass Violence

o        Ancestral Hierarchy and Conflict

o        Adapting to a Multicultural Future

o        Ethnicity and Conflict: Theory and Facts

o        Climate Change and Violent Conflict

o        The Antiquity of Empathy (Frans De Waals)

o        Life Without War

o        The Group Self

o        Religious and Sacred Imperatives in Human Conflict

o        Modeling Armed Conflicts

o        Are We Winning the War against Posttraumatic Stress Disorder?

o        Warriors, Levelers, and the Role of Conflict in Human Social Evolution

o        Parochialism as a Central Challenge in Counterinsurgency

 

Particolarmente interessante come punto iniziale è l'articolo di Frans De Waal, primatologo, che mostra come già nei primati, animali in cui la socialità sempre più elaborata e modalità complesse di comunicazione hanno un ruolo sempre più importante nel creare le condizioni necessarie per specie più avanzate e complesse, inizino a svilupparsi complessi meccanismi di ritualizzazione o di riduzione della violenza, come strumenti migliori di comunicazione e socializzazione e l'empatia e livelli avanzatri di autoscienza, resi possibili anche da particolari interessanti tipologie di neuroni.
Ciò conferma come ovviamente la violenza fra ed entro le specie esistesse certamente anche nei primati più di 10 milioni di anni fa, un po' prima che Darwin avesse proposto la sua teoria dell'evoluzione che, evidentemente, non riguarda solo la nostra specie, nè solo la nostra evoluzione.
Purtroppo c'è chi intenzionalmente crea confusione strumentalizzando conoscenze che certo riguardano altre specie più che la nostra, che poi comunque ha aggiunto, indipendemente dall'evoluzione biologica, nuove forme e nuovi motivo di conflitto, discussi in altri articoli dello speciale di Science.

Se passasse di qui qualche curioso, qui ci sono Online Extras (Fra cui The Neandertal Genome e Darwin, e poi le Special Issues 2012 di Science

 
 

18/5/12-IT

·         Un articolo sull’Unità sintetizza oggi (“Stephen J. Gould: dai versi degli animali all'orgasmo”) i principali temi sollevati e discussi durante il convegno tenutosi recentemente a Padova nel decennale della morte di un grande paleontologo ed evoluzionista, Stephen Jay Gould (“Stephen J. Gould's Legacy: Nature, History, Society”).

·         Sempre sul convegno di Padova, su Le Scienze si può leggere un articolo sull’intervento in video di Richard Lewontin, famoso biologo evoluzionista, che nel 1979 presentò insieme a Gould la metafora degli spandrels (“I pennacchi di S,.Marco”), le lunette triangolari inserite tra una serie di archi, ispirata dalla basilica di San Marco a Venezia, per spiegare uno dei concetti più innovativi introdotti da Gould, l’exaptation, che corrisponde a un carattere che si è evoluto come effetto secondario e derivato di un carattere principale e che viene successivamente cooptato per una nuova funzione del tutto indipendente, una delle tante prove dell’assenza di finalismo nell’evoluzione. E’ disponibile nella pagina anche il video dell’intervento di Lewontin. Per chi volesse approfondire la bibliografia di S.J.,Gould, può cominciare qui su Pikaia.

 

16/5/12-UK

·         Un articolo di Russell Garwood su Nature (“Reach out to defend evolution”) fa riflettere (in un’ottica centrata più sull’UK che, come al solito, sugli USA) sul modo migliore per i paleontologi per reagire di fronte all’uso strumentale che i neocreazionisti fanno normalmente delle scoperte ottenute grazie al ritrovamento e allo studio dei fossili.
Si ricorda come non sia solo un problema negli USA (in questo periodo è soprattutto grave la situazione nel Tennessee, dove una nuova legge protegge chi volesse insegnare il creazionismo a scuola) e che coinvolga anche altre religioni e altre culture: si ricorda che “The national biology curriculum of Pakistan dictates that students be taught “that Allah … is the Creator and Sustainer of the universe”.
Si citano quindi diverse iniziative, per ora soprattutto USA, di contrasto ai creazionisti e di sostegno alla corretta informazione, non sempre comunque efficace se ogni novità o ogni scoperta viene presentata solo in quanto  contrastante con le conoscenze precedenti …, facendo credere che il miglioramento delle conoscenze dovuto alla ricerca e al metodo scientifico sia soprattutto una contestazione di conoscenze sbagliate precedenti.
Situazioni di questo tipo, aborrite, negate o nascoste in contesti culturali diversi che sono infastiditi dal pensiero critico e della curiosità tipici della nostra specie, per la scienza sono normali, auspicabili e necessari; purtroppo si nega o si ironizza sull’esistenza del tradizionale “god of the gaps”, che in realtà è una strategia che funziona con le tante cose che conosciamo poco e ci spaventano.
L’articolo di R.Garwood ricorda l’inutilità dei dibattiti con i creazionisti (e con tutti coloro che sono nella stessa situazione: non hanno una teoria alternativa dimostrabile – condizione necessaria per un dibattito - e si divertono a prendere a calci l’unica esistente) e la necessità di fornire informazioni e chiarimenti on line. Non a caso i creazionisti preferiscono i “dibattiti” soprattutto su questioni che proprio non riguardano l’evoluzione biologica, come il darwinismo sociale o l’origine della vita, che a loro piace tanto per il gap colossale e stabile nel tempo; purtroppo questa fissazione identifica i [neo]creazionisti, gli unici che “oggettivamente” possono – ma soprattutto vogliono - avere certezze su un evento che sembra si “dimentichino” sia avvenuto quasi 15.000 milioni di anni fa.
Si ricorda il sito
Ask a Biologist dell’ Arizona State University, attivo del 1997, palaeontologyonline.com e Planet Earth Online, per fornire informazioni in linguaggio accessibile.
Nei commenti all’articolo (molti evoluzionisti teisti che intervengono sembrano non capire il problema e citano o creazione o creatore) si ricorda come anche l’UK abbia una struttura simile al
National Center for Science Education USA, che si chiama British Center for Science Education, e cerca di contrastare, ma è quasi impossibile se non si ha chiaro come funziona la scienza, le rappresentazioni scorrette della scienza e del metodo scientifico.
Purtroppo c’è un problema serio: gli evoluzionisti si stupiscono parecchio che gli antievoluzionisti citino a sproposito la creazione o il creatore quando si parla invece di evoluzione biologica, ma si innervosiscono se vengono definiti creazionisti; temo che l’incoerenza non si risolva con una semplice camomilla o consultando il dizionario … la ragione è dalla parte di chi è convinto della validità e utilità della teoria dell’evoluzione [sembra che il verbo “credere” sia protetto da copyright e debba essere associato ai convincimenti irrazionali…].
Per fortuna in Italia i non credenti nell’evoluzione si stanno unificando, sorvolando sulle differenze cronologiche (terra giovane o vecchia per loro pari sono, i fatti sono l’ultima preoccupazione, tanto che creazionisti biblici, baraminologi e sostenitori dell’unico antenato comune seppelliscono inconguenze e incompatibilità; non si pestano i piedi fra di loro ma si aiutano fra di loro nell'arrampicata) e nella teologia (per contrastare i dogmi evoluzionisti ci si allea perfino con avventisti e islamici, rinunciando anacronistiche crociate).  

 

16/5/12-IT

·         [Da JGI Italia] A Firenze il 3 giugno ci sarà una serata speciale al teatro Odeon in piazza Strozzi con Jane Goodall, i suoi racconti, le immagini eccezionali del film su di lei “Jane's Journey”, accompagnato dalle musiche di Wolfgang Netzer alla chitarra e Gabriele Mirabassi al clarinetto. Jane Goodall sarà a Firenze in quei giorni per ricevere il premio ambientalista Il Monito del Giardino presso l'Aula Magna del Rettorato. Lo spettacolo servirà per raccogliere fondi per l'orfanotrofio di Kigoma, vicino al Parco di Gombe, mantenuto dal JGI Italia.

 

15/5/12-IT

·         [da Pikaia] Domenica 20 maggio, incontro a Pavia alle ore 11 al Caffè Vigoni con T. Pievani, A. Torroni, F. e L.L. Cavalli Sforza sul tema della diversità umana.

·         [da Pikaia] Pikaiachannel presenta i video dell'Evolution Day di Milano 2011 sul tema "I grandi esploratori: in viaggio"

 

15/5/12-USA

·         Anche il prossimo numero di Scientific American dedica la copertina ad un argomento ben noto ma che continua inevitabilmente a stimolare domande interessanti, ma forse anche imbarazzanti, per chi ha qualche dubbio sul processo evolutivo e sulla possibilità o addirittura la necessità che segua una direzione particolare (fino a 10 milioni di anni fa, un battito di ciglia rispetto ai 4.5 miliardi di anni dell’universo, non c’era nessuno che si potesse porre il dubbio…).
L’articolo di copertina (“
How Bacteria in Our Bodies Protect Our Health”) è dedicata al nostro personale  microbioma, all’ecosistema di microrganismi, migliaia di miliardi di microrganismi, con cui ognuno di noi convive e che, ci raccontano gli esperti, possano essere utili se non necessari, oltre che essere (e questo lo pensiamo da tempo) fonte di guai, anche molto seri, soprattutto se escono dal tratto gastrointestinale, aperto verso l’esterno, e entrano in tessuti a loro proibiti.
Non solo ci si rende sempre più conto che ogni essere vivente non può essere considerato un sistema chiuso, ma si è arrivati a porsi una domanda che nessuno si vorrebbe fare, almeno quando riferita all’uomo e in particolare a noi stessi; l’articolo di Scientific American la mette addirittura nel sottotitolo: “Chi è che conduce il gioco? Noi o i microrganismi?”.
Qualcuno già anni fa ci aveva avvertito che ‘Nessun uomo è un’isola’, ma ora il problema è un po’ diverso e la spiegazione forse per qualcuno anche spiacevole. L’articolo triplica il numero di microrganismi proposto da altri articoli (sarebbero 10 invece di 3 per ogni nostra cellula!), ma nello stesso tempo cerca di tranquillizzarci ricordando come siano necessari o addirittura indispensabili per processi fisiologici fondamentali, dalla digestione alla crescita, per non parlare della difesa da organismi patogeni.
Comunque conviene continuare a lavarsi spesso le mani, sapendo che è ben difficile che riusciamo a non raccogliere per strada parte dei microbiomi altrui. Nello stesso tempo occorre evitare di disturbare con antibiotici non necessari la fauna batterica che ci è indispensabile. Potrebbe essere utile ricorrere ad un poco noto “
fecal transplant”.
L’articolo non ci lascia comunque in angoscia: c’è la possibilità di fare un
viaggio turistico nello zoo che ci portiamo appresso.

 

15/5/12-IT

·         Ho scoperto essere accessibile gratuitamente la versione PDF di quello che 10 anni fa era un libro molto aggiornato e abbastanza ampio e informativo sull’evoluzione umana (gli autori erano numerosi paleoantropologi che lavoravano su scoperte di grande interesse). Si tratta di “HUMANITY FROM AFRICAN NAISSANCE TO COMING MILLENNIA”, un libro che è uscito dal congresso mondiale di paleoantropologia tenutosi a Johannesburg nel 1998.
Non è certamente un volume oggi di grande interesse per chi voglia conoscere le ultime novità, ma è certamente un volume indispensabile per chi è abituato ad affidare la sua formazione sulla paleoantropologia, e quindi su un tema abbastanza critico se si vuole capire chi siamo, e da dove veniamo, solo dalle fonti che internet mette a disposizione gratuitamente. Peccato che nella rete di internet è facile finire catturati dai tanti pirati che la solcano e che di solito fanno trovare testi in italiano tradotti da creazionisti di diversa incompetenza. Abbastanza diffusi in Italia sono per esempio i testi prodotti in gran quantità (potremmo dire a tonnellate, se volessimo alludere ai libri da 7 kg che i neocreazionisti islamici regalavano qualche anno fa).
Chi sa l’inglese (purtroppo è una condizione necessaria) può ora finalmente leggere (o anche tradurre per i lettori italiani) testi scritti non da ingegneri, o da altri poco esperti della materia, ma da ricercatori universitari al massimo livello, che davvero lavorano e producono conoscenze nuove nel campo in cui sono specializzati.
Il volume è del 2001, stampato dalla
Firenze University Press, e curato da Philippe Tobias, certo uno dei massimi paleoantropologi, anche se non si fa vedere troppo in giro, oggi che ha 86 anni.
Sono gli anni in cui l’H.erectus viene scomposto in specie diverse, ma sono anche gli anni in cui ci si accorge che i primatologi dopo 30 anni di studi in natura, hanno dimostrato somiglianze con le scimmie antropomorfe che rendono possibile il loro ingresso nell’area riservata finora ai parenti più prossimi dell’Homo sapiens. Sono gli anni in cui si parla timidamente di Homo troglodytes, Homo paniscus, Homo gorilla e Homo pygmaeus. Non ci siamo arrivati nemmeno ora, nonostante ormai si siano sequenziati anche i loro DNA, ma sono quelli gli anni in cui vengono i primi dubbi, e nel libro se ne discute.
Il libro certamente fa sciogliere al sole tante leggende, favole, fantasie e frasi fatte che circolano nei siti gratuiti che spesso riciclano, senza nemmeno citarli, le idee dei creazionisti islamici o di altre religioni. Si parla infatti di decine di reperti fossili che documentano la lunga storia evolutiva che ha portato all’Homo sapiens; è da ignoranti chiamarli anelli mancanti, anche perché esistono veramente queste tracce di un passato di milioni idi anni in cui oggi sappiamo vivessero contemporaneamente numerose specie diverse di ominini che ha trasmesso fino a noi il DNA di individui che vivevano nel loro passato. 
Mi auguro che sia sufficiente anche solo sfogliare questo volume per sollecitare l’esigenza di un aggiornamento, ma fatto su testi autorevoli scritti da persone qualificate. Oggi se c’è un problema particolare di salute chiunque consulta un medico e magari anche specialista, non un ingegnere; e spero non lo si faccia solo perché non costa molto…

 

14/5/12-IT

·         [da Pikaia] Giovedì 17 maggio, all'Università degli Studi di Milano (aula G21 h.14.30, via Golgi 19), Eva Jablonka, Telmo Pievani e Marco Ferraguti si confrontano sull'espansione del concetto di sintesi evoluzionistica. Eva Jablonka, teorica e genetista specializzata in epigenetica, autrice del volume "L' evoluzione in quattro dimensioni. Variazione genetica, epigenetica, comportamentale e simbolica nella storia della vita", è uno dei massimi esperti del dibattito tra i sostenitori di Lamarck e quelli di Darwin.

 

13/5/12-IT

·         La trasmissione COSMO ha dedicato la puntata di questa sera al razzismo e alla sua storia (“SIAMO TUTTI RAZZISTI? LA PAURA DEL DIVERSO TRA STORIA E SCIENZA”) Hanno partecipato genetisti (G.Barbujani, L.L.Cavalli Sforza), filosofi della scienza (T.Pievani), storici cattolici (A.Foa) e antropologi culturali (M.Aime). Si sono ricordato i disastri a cui ha portato in molti paesi l’eccessiva fiducia dell’eugenetica sia positiva che negativa in tempi in cui ancora la genetica non aiutava a superare la paura del diverso; il successo dell’eugenetica è iniziato già all’inizio del secolo negli Stati Uniti del razzismo, della segregazione razziale e perfino del KKK, ma si è diffuso poi in un contesto diverso, in Europa, soprattutto nell’area protestante, dalla Svezia alla Svizzera.
In quel periodo il ruolo rilevante del caso nella riproduzione sessuata non era ancora ben compreso od era trascurato: solo dopo la nascita della statistica applicata alla biologia, con i lavori di R.Fisher dal 1918 in poi, si cominciò a capire meglio le conseguenze dei meccanismi ereditari scoperti da Mendel alla fine dell’800.
Particolarmente interessante è stata la dimostrazione di come all’inizio del secolo, soprattutto nel primo dopoguerra, gli italiani che intendevano emigrare negli USA fossero uno dei principali obiettivi delle tecniche per quantificare caratteristiche biologiche ma anche mentali alo scopo di selezionare gli immigrati accettabili, non diversamente da quanto anche l’Europa e molti italiani, pur in un contesto culturale che ormai rende inaccettabili queste procedure, vorrebbero fare oggi con popolazioni altrettanto bisognose di aiuto da parte chi non ha gli stessi problemi a sopravvivere. Non si è accennato al fatto che furono proprio questi protocolli USA (e in particolare l’“
Harry Laughlin's Model Law” del 1922, che codificava le linee guida per la sterilizzazione coatta) ad essere molto apprezzate dai nazisti, che premiarono H.Laughlin con una laurea honoris causa ad Heidelberg nel 1936, poco dopo l’introduzione, nel 1933, della loro legge sulla sterilizzazione. 

 

12/5/12-DE

·         E’ un periodo in cui si susseguono molte notizie interessanti sul tanti diversi aspetti dell’evoluzione. Anche questa sulla socialità degli scimpanzé (di Lydia V. LunczRoger MundryChristophe Boesch su Current Biology) è particolarmente interessante in quanto dimostra “Evidence for Cultural Differences between Neighboring Chimpanzee Communities” nello studiare le modalità di apertura delle noci in gruppi sociali diversi e in individui che passano fra gruppi sociali che usano tecniche diverse. Anche queste pubblicazioni dimostrano comportamenti o modalità di comportamento che prima non erano noti, ampliando e modificando le nostre conosce; in questo caso su aspetti comportamentali che magari qualcuno non penserebbe di poter attribuire magari ad individui della nostra stessa specie che ci son antipatici.
Non è da escludere che lo studio che ha dimostrato la modificabilità di comportamenti complessi negli scimpanzé possa migliorare anche la nostra disponibilità ad adeguarci a modalità comportamentali caratteristiche di altri gruppi umani. Come perfino gli scimpanzé … ora siamo certi, sanno fare. 
Qui
il commento dal sito del Max Planck Institute of Evolutionary Anthropology  (MPI-EVA) e quello su ScienceNews, e qui il Video  degli scimpanzé al lavoro, nel sito del Department of Primatology del MPI-EVA.
Come si racconta nel sito del MPI-EVA, nella foresta di Tai, in Costa d’Avorio, dove C.Boesch lavora da 33 anni, hanno recentemente girato il film Chimpanzee, che racconta la storia di uno scimpanzé adottato, Oscar. Qui la pagina web che racconta del film:
Save Oscar and his friends!.
Come tutti dovrebbero sapere, gli scimpanzé e le foreste tropicali hanno bisogno di qualcuno che li protegga da chi ha progetti su di loro ma soprattutto sul territorio in cui vivono. Sia gli amici che i nemici appartengono alla nostra specie, e quindi le conseguenze sono evidenti: bisogna scegliere. Si può e si deve farlo. Della sopravvivenza della foresta di Tai (e dei suoi abitanti) si occupa la
Wild Chimpanzee Foundation, associata alla WILD Foundation USA.
Nel sito del MPI c’è anche la versione italiana di un “
Manifesto per la salvaguardia della grandi scimmie e della natura”, firmato da chi ben conosce, spesso di persona visto che sono fra le poche persone al mondo che li frequenta, la situazione drammatica in cui si trovano i primati e il loro ambiente. 

 

11/5/12-USA

·         Nel Sunday book review del New York Times si può leggere una lunga recensione ("The Original Colonists") dell'ultimo libro dello zoologo Edward O.Wilson, "The social conquest of earth". Cercando le migliori risposte da dare oggi alla tradizionale domanda "Da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo?" Wilson prende in esame le soluzioni proposte dalle religioni e dalle filosofie, ma ritiene che risposte corrette possano venire solo dall'applicazione del metodo scientifico da parte dell'archeologia, delle neuroscienze e della biologia evoluzionistica. In particolare, sulla base delle sue competenze, ritiene importante il ruolo della socialità, che lo porta a trovare affinità fra la socialità degli insetti e quella umana.  

·         Quando si ricostruisce la storia evolutiva di una specie sulla base di campioni attuali del materiale genetico (DNA mitocondriale e nucleare ottenuto da esemplari  attuali) possono sorgere molti dubbi per la scarsa conoscenza degli eventi che potrebbero influenzare la filogenesi. Si può sperare che un giorno si possa analizzare anche il DNA ottenuto da campioni del passato. 
E' da poco uscito un articolo (V.Warmuth et al. su PNAS: "
Reconstructing the origin and spread of horse domestication in the Eurasian steppe") sull'origine e l'evoluzione del cavallo domestico dall'Equus ferus (una specie comparsa circa  160.000 anni fa); sembra sia avvenuta circa 6000 anni fa nella parte occidentale (Ucraina e Kazakistan) delle steppe eurasiatiche.
Sullo stesso tema infatti era stato pubblicato in dicembre un lavoro di A.Achillli et al. sempre su PNAS ("
Mitochondrial genomes from modern horses reveal the major haplogroups that underwent domestication") ma utilizzando il DNA mitocondriale, ed era stata indicata un’area più ampia.
Questi risultati potranno magari essere verificati in futuro con lo studio del DNA di reperti associati agli insediamenti umani, sempre che il materiale biologico sia conservato e utilizzabile. 
Così auspica, su ScienceNow ("Whence the Domestic Horse?") un'archeologa piuttosto scettica sui risultati ottenuti su dati ottenuti da cavalli attuali.

·         [dal blog di J.Hawks]  La ricerca pubblicata da Tanya Yatsunenko su Nature ("Human gut microbiome viewed across age and geography") sta suscitando molto interesse, nonostante sia "not exactly rocket science", come sottolinea uno dei blogger che commentano questa ricerca. Obiettivo è infatti il  microbioma, cioè i trilioni di batteri che accompagnano costantemente e quotidianamente ogni essere umano (e siamo oggi 7 miliardi) contribuendo non poco sia al suo benessere (sintetizzando anche molecole che non riusciamo a produrre) che a diversi tipi di malesseri.
La ricerca indaga su differenze e somiglianze fra batteri intestinali che vivono in soggetti (in totale 500 circa) di età diversa ma soprattutto di soggetti che vivono in paesi (Stati Uniti, Malawi, Venezuela) con ambienti e culture diverse e quindi con diversi tipi di alimentazione.
Qui altri commenti che si trovano in rete:
"Three nations divided by common gut bacteria"  e "The human gut microbiome".
molti i risultati: innanzitutto si è evidenziato come anche per il microbioma, la differenza entro popolazioni è maggiore di quella fra popolazioni (lo stesso avviene per la variabilità genetica; inoltre le differenze maggiori sono quelle fra il gruppo di statunitensi e gli altri due,.
Piuttosto impegnativi i suggerimenti proposti sulla base dei risultati della ricerca: "I nostri risultati sottolineano la necessità di considerare il microbioma al momento di valutare lo sviluppo umano, le esigenze nutrizionali, le variazioni fisiologiche e l'impatto dell'occidentalizzazione".

 

10/5/12-USA

·         [dal blog di J.Hawks]  Sta per uscire negli USA, il 16 maggio, il film della PBS "Bones of Turkana". E' uno speciale del National Geographic,che racconta la straordinaria vita di Richard Leakey, esponente della famiglia Leakey che ha acquisito meriti enormi: dagli anni 20 il padre Louis aveva cominciato a scavare nella gola di Olduvai alla ricerca dell'origine della nostra specie. La sua pazienza e la sua determinazione lo portarono ad effettuare scoperte eccezionalmente importanti ma solo dagli anni '60. Il successo di Richard invece arrivò grazie alle scoperte da lui realizzate per 40 anni, insieme alla moglie Meave dalla parte opposta del Kenya, nel nord, sulle sponde orientali e poi anche occidentali nella zona nord del lago Turkana. La sua passione è poi stata trasmessa alla figlia Louise, mentre lui, messo in difficoltà da un incidente aereo, ha utilizzato per anni le sue conoscenze nella difesa della fauna e dell'ambiente come direttore del KWS (Kenya Wildlife Service).
E' di quel periodo anche il suo volume dedicato alla
sesta estinzione di massa, l'ultima, associata alla pressione umana sulle risorse, soprattutto faunistiche, del pianeta. Innegabile; in azione tuttora, tanto che basta dare un’occhiata con Google Earth. D'altronde la sua ottima conoscenza del Kenya, per decenni il paese dei safari e della caccia grossa, gli aveva fornito informazioni di prima mano.
Nel sito web è possibile vedere
un trailer del documentario che mostra come dai terreni intorno al lago Turkana siano uscite le prove materiali, la documentazione fossile di 4 milioni di anni di storia del cespuglio evolutivo da cui poi è uscita l'unica specie di ominino bipede che oggi è sopravvissuta, l'Homo sapiens.
La definizione di quella zona come
culla dell'umanità  è davvero meritata: sono numerose le specie, dall'Australopitheus anamensis, all'Homo sapiens, che visse circa 200.000 anni fa nella valle dell'Omo, il fiume che si immette nel lago Turkana,.
Per informazioni sulle ricerche che tuttora continuano intorno al Lago Turkana, si può dare un occhio a questo sito web:
www.turkanabasin.org. Nel sito è disponibile il video (di un anno fa) di una lunga conversazione ("Human evolution and why it matters") fra R.Leakey e un altro grande paleoantropologo, Donald Johanson, lo scopritore (nel 1974, con M.Leakey e Y.Coppens) di del reperto fossile dell’Australopitheus afarensis di 3.6 milioni di anni fa, denominato Lucy. Sono due ricercatori capaci di stimolare la curiosità e l'interesse di chiunque abbia capito i meccanismi dell'evoluzione umana e voglia partecipare a ricerche altrettanto fortunate come quelle che hanno potuto fare Don e Richard.
I fossili, sopratutto di ominini, sono sempre estremamente rari, in quanto i nostri antenati erano davvero pochi, e molto diffusi nel mondo, ben più diffusi delle strutture geologiche che ne permettono la conservazione dei reperti fossili.
Gli insegnanti potranno poi trovare materiale didattico,anche video, per coinvolgere i propri allievi nel sito
natgeoed.org/turkana, dove si può imparare che i fossili identificati con la sigla KNM-ER sono stati trovati sulla sponda orientale del lago Turkana (o Rodolfo) e non ad Olduvai (la sigla sarebbe OH, Olduvai Hominid). Quei reperti sono poi conservati al Kenya National Museum (KNM) di Nairobi.  
L'area è enorme e c'è spazio per tutti i giovani che volessero partecipare ad una ricerca difficile e impegnativa e che si svolge in uno dei climi più aridi che si possano trovare al mondo.
Utile far sapere che c'è ancora spazio per eventuali altri italiani che siano stati stimolati dai loro insegnanti o da una visita alla mostra che si è appena chiusa a Roma (“
Homo sapiens”): in una zona vicina, in Eritrea, ci sono oggi al lavoro anche ricercatori italiani, paleoantologi di Firenze e paleoantropologi del museo Pigorini di Roma, che hanno portato alla luce, in diverse spedizioni, reperti fossili (reperto di Buja) datati a circa un milione di anni fa e che sono ancora oggetto di studio.  
P.S. Per predisporsi correttamente alla visione di video o alla lettura di testi che si riferiscono all'evoluzione e all'evoluzione umana, questo video (
The Blue Planet) può essere di grande aiuto, facendoci dimenticare le dimensioni limitate (nello spazio e nel tempo) dei problemi quotidiani. Altrettanto utile anche il documentario “Home”, che riguarda soprattutto la parte “verde” del pianeta, altrettanto indispensabile. Se si vuole andare sul tragico, c’è sempre la possibilità di entrare in Darfur o far visita agli Uiguri.

 

10/5/12-USA

·         Non c’è dubbio che questo sia il secolo (sperando che non serva addirittura tutto il terzo millennio, sempre che la terra ci sopporti) che ci permetterà di scoprire continue novità sulla struttura e il funzionamento del cervello. Una nuova e interessante scoperta, che offrirà spunto e stimolo per decine di ricerche, è stata fatta recentemente nel cervello di una Macaca, un primate non troppo imparentato con noi; non è infatti una scimmia antropomorfa (e quindi non è un ominide … chi non fosse aggiornato è meglio che ricontrolli subito le sue idee sulla tassonomia degli ominidi…). Come racconta un articolo in ScienceNews, (“Rare neurons found in monkeys’ brains”), un tipo di cellula nervosa piuttosto interessante,  i neuroni di von Economo o “spindle neurons” sono stati trovato anche in una scimmia del vecchio mondo. La scoperta di Henry Evrard  del Max Planck Institute for Biological Cybernetics in Tübingen, Germany è stata pubblicata sul numero di Neuron del 10/5 (“Will Studies of Macaque Insula Reveal the Neural Mechanisms of Self-Awareness?”).
Come si capisce del titolo sembra che cellule nervose che vengono associate all’empatia, all’autocoscienza e al pensiero intuitivo siano state trovate non solo nella nostra specie (“Von Economo neurons: Clinical and evolutionary perspectives”), anche associati a gravi patologie neuropsichiatriche, e nelle scimmie antropomorfe. Negli ultimi anni sembra siano stati dimostrati anche nelle balene e negli elefanti. Questa situazione ovviamente crea problemi seri alla ricerca, non essendo utilizzabili modelli animali (quasi in ogni paese del mondo oggi la ricerca sperimentale sull’uomo e sulle antropomorfe è pressoché proibita).
Trovare anche nella macaca la presenza di tipi cellulari associati finora ad attività mentali associate finora solo all’uomo e alle scimmie antropomorfe non può che stimolare (“
Will Studies of Macaque Insula Reveal the Neural Mechanisms of Self-Awareness?”) a caratterizzare sempre meglio queste diverse attività e soprattutto a identificare le evidenti e necessarie strutture anatomiche che le permettono e le basi genetiche (pensiamo banalmente all’interesse per le mutazioni coinvolgenti il gene FOXP2, associato al linguaggio) che le predispongono.
 Sulla base degli esperimenti con lo specchio, finora non sembrava che nelle macache ci fosse sempre coscienza di sé come nelle
antropomorfe (da 2:30”). a scoperta recente evidenzia la possibilità che comunque le basi genetiche ci siano, anche se forse solo in parte.

 

10/5/12-UCRAINA

·         [da Pikaia] Su Pikaia si sintetizza un articolo che riporta gli effetti di un disastro causato dall’uomo dalle parti di Chernobyl un bel po’ di anni fa. E’ un’area che l’uomo oggi “evita”, ma non può impedire che sia frequentata da molte specie animali, che ci permettono di verificare sperimentalmente gli effetti delle radiazioni. Coraggiosi ornitologi hanno recentemente pubblicato su PLOSOne un articolo sugli effetti a livello demografico della contaminazione radioattiva sull’evoluzione delle popolazioni di uccelli che abitano la zona (“Elevated Mortality among Birds in Chernobyl as Judged from Skewed Age and Sex Ratios”). Sono evidenti nei dati gli effetti letali in conseguenza alle mutazioni, che portano ad una distribuzione anomala per classi di età, ma si evidenzia anche una maggior suscettibilità delle femmine.

 

10/5/12-IT

·         Si apre oggi a Padova l’International Meeting (10/12 maggio) organizzato dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti in collaborazione con l’Università Ca' Foscari, Venezia in occasione del decimo anniversario della morte di S.J.Gould: Stephen J. Gould's Legacy: Nature, History, Society. Sono disponibili: programma, locandina e abstract book. In attesa ovviamente (non sembra ci sia video in streaming) di una documentazione più completa a disposizione anche dei numerosissimi assenti. L’importante è che sia comunque presente Niles Eldredge.

 

9/5/12-CAMERUN

·         Non sono numerose le specie famose per cui non esitono immagini video. Il Gorilla del Cross River (Gorilla gorilla diehli) è una sottospecie di Gorilla gorilla che vive isolatissima (IUCN RED LIST) dalle altre popolazioni, in un’area (limitata, frammentata e assediata) all’estremità occidentale dell’areale dei gorilla, al confine fra il Camerun e la Nigeria.
Qui c’è il primo video di un gruppo di questi gorilla (ne sono sopravvissuti circa 250 esemplari!) fornito dalla Wildlife Conservation Society (pagina dei CR Gorilla). Qualche anno fa 4 piccoli di gorilla (the Taiping four) erano stati esportati illegalmente attraverso la Nigeria verso uno zoo malese (Taiping Zoo) che però è stato costretto a restituirli. Si son poi fermati in Sud Africa, allo zoo di Pretoria, e solo nel 2007 sono ritornati in Camerun, nel centro di Limbe, dove poi però 3 sono morti.

 

9/5/12-USA

·         Diventa sempre più facile/difficile mantenersi aggiornati sulle novità della biologia. Nel sito del National Human Genome Research Institute (NHGRI), sono disponibili 13 video da circa un ora e mezza, utili per orientarsi fra le Current Topics in Genome Analysis 2012.
Come si vede dall’indirizzo, la piattaforma di you tube ora è a disposizione anche per favorire l’evoluzione culturale umana, per diffondere almeno le basi per capire le nuove scoperte della biologia. Nuove possibilità si aprono a chiunque nel mondo possa accedere ad un computer e abbia la curiosità di conoscere le basi necessarie per apprezzare le ultime novità, senza dover attraversare l’Atlantico (o anche solo l’Adriatico…).
Ci sono anche i video dei corsi degli anni precedenti (come
2010), NONCHE’ AMPI archivi nel sito Genome TV (solo 329 video) o nel sito del NIH Videocasting (circa 6800 video di conferenze… e qui il problema si fa serio … è difficile  aiutare i giovani a scavalcare o almeno minimizzare gli ostacoli culturali o linguistici che rendono difficile la diffusione di queste conoscenze, se si aggiungono anche banali problemi di tempo… ).
 Eric Green nella sua
pagina da direttore del NHGRI, ci ricorda comunque che uno studio sul prevedibile impatto economico dell’Human Genome Project ha stimato che per ogni dollaro investito, gli USA dovrebbero ricavarne 141. Già nei primi 20 anni del progetto i risultati sono stati notevoli, sia in termini economici che in termini di qualità e aumento di durata della vita degli utenti, visto che “After all, cancer is basically a genomic disease”. Sappiamo anche che l’HGP ha procurato vantaggi anche per altre patologie, più o meno rare.
Chi avesse problemi a capire i video del NHGRI, può ricominciare da capo, da
qui, anche se bisogna iscriversi….

 

9/5/12-IT

·         [da Micromega] In edicola dal 3 maggio l'Almanacco di Filosofia di Micromega. Tra gli interventi: un prezioso inedito di Jared Diamond sulla storia naturale e culturale dei diritti umani nel mondo, e il dialogo tra padre George V. Coyne e Telmo Pievani sul “Dio della contingenza”. E’ il secondo incontro e ne esce “un sorprendente dialogo sul “Dio della contingenza” come unico Dio pensabile”. padre George V. Coyne è gesuita, astronomo, ex direttore della Specola vaticana per 25 anni, e buon conoscitore del creazionismo integralista USA, a tal punto da portarlo ad essere uno degli esponenti della chiesa cattolica con le posizioni più avanzate sulla teoria dell’evoluzione, forse anche solo perché è evidente che l’abbia capita, oltre a conoscere la differenza fra le competenze della scienza e quelle della teologia.
Non per niente insieme a F.Ayala considera il 12 febbraio
un giorno da festeggiare in compagnia degli altri che non temono il percorso ci conoscenza aperto da C.Darwin.

 

8/5/12-IT

·         Ian Tattersall, in Italia per il prossimo convegno su Stephen J.Gould rilascia un'intervista a Repubblica ("LA SECONDA EVOLUZIONE"),

·         Riguardo alle lauree, taroccate o false honoris causa (HC) che siano, che fanno riflettere sul reale valore attribuito alla cultura non solo scientifica in Italia, non bisogna dimenticare che i primi anni di questo secolo avevano visto il fiorire di questi titoli comperati ma certo in alcuni casi regalati (perché un ministro dovrebbe pagare per una laurea?). In questo elenco di laureati del 2002, che almeno internet non dimentica, possiamo trovare alcuni nomi dei governi precedenti, destinatari di lauree HC in scienze finanziarie o in scienze economiche che facevano certo ben sperare per il futuro dell’Italia.
Non sembra che oggi Umberto o Piersilvio o Maurizio o Letizia si vantino ancora di queste lauree, anche perchè
nel 2006, dopo 4 anni, hanno disattivato una struttura che il governo un po’ apprezzava ma che certo abusava del nome di università, forse anche grazie a presidenti e vicepresidenti prestigiosi e ottimamente inseriti nel mondo economico, politico e universitario.
Qui si trovano ancora, forse dimenticate e quindi ancora consultabili in rete,
lettere di ringraziamento (anche del vicepresidente del consiglio) per qualche laurea HC o per omaggi/libri non sempre precisati, e decine di fotografie, anche di ministri. D’altronde erano anni in cui i pizzaioli condividevano l’emozione della laurea HC (della Constantinian University in questo caso…) insieme a direttori di quotidiani, senatori e tapirofori.
Ora c’è Monti, che come università privata preferisce la Bocconi. Incrociamo le dita.

 

7/5/12-USA

·         Per fortuna non è più necessario prendere l’aereo per partecipare ad un convegno della Fondazione Leakey su “The female in evolution”. Basta collegarsi con il sito web di FORA.TV. Purtroppo però anche le conferenze on line di FORA.TV non sono più quelle di una volta, disponibili gratuitamente. Ora dipende dalla durata, e qui chiedono 15$…

 

6/5/12-USA

·         Sono gia passati 25 anni! L’11 maggio si terrà alla Stanford Law School, il convegno Science and Religion in the Classroom: Edwards v. Aguillard at 25.
Quest’anno infatti cade il 25’ anniversario della decisione della Corte Suprema USA sul caso
Edwards vs. Aguillard (qui un sito web del NCSE con la documentazione per chi volesse aiutarsi a ricordare meglio un momento che fu certo drammatico per i creazionisti USA).
La sentenza stabiliì che l’insegnamento del creazionismo nelle scuole pubbliche avrebbe violato il Primo Emendamento alla Costituzione USA. Questo portò alla strumentale scomparsa dei termini creazione/creazionismo dai testi dei creazionisti, e alla riscoperta, grazie al filosofo
Phillip E. Johnson e al Center for Science and Culture del Discovery Institute, dell’Intelligent Design, un’improbabile alternativa alla teoria dell’evoluzione diffusa fino ai primi dell’ottocento grazie al libro “Natural Theology” (1802) del rev.William Paley, che convinse anche il giovane Darwin. La strumentalità della riscoperta è dimostrata dal grafico che mostra cosa sia successo subito dopo la sentenza di 25 anni fa: in un libro creazionista sono state improvvisamente sostituite tutte le ricorrenze della parola creazionismo; anzi, tutte meno una, che, come un anello mancante, dimostrò il passaggio fra creazionismo all'intelligent design (ID), giustificando l'attribuzione dell'etichetta di neocreazionismo.
E’ interessante notare il fatto che siano già passati 25 anni, in quanto sarebbe senza dubbio più che scaduto il termine dei 20 anni previsto dalla “Wedge strategy” per la sconfitta della teoria dell’evoluzione (“In twenty years, the group hopes that they will have achieved their goal of making intelligent design the main perspective in science as well as to branch out to ethics, politics, philosophy, theology, and the fine arts… reinstating the idea that humans are made in the image of God, thereby reforming American culture to reflect conservative Christian values”).
Questo assurdo obiettivo non è stato raggiunto, ma è comunque preoccupante che gli USA rimangono comunque uno dei pochi paesi occidentali (certamente l’unico di cui abbiano i sondaggi d'opinione) in cui il creazionismo, e comunque l’antievoluzionismo, continua ad avere un successo paragonabile solo a quello che si osserva in un paese musulmano come la Turchia.
Tutti gli altri paesi, soprattutto quelli europei e l’Italia,mostrano maggior rispetto per la scienza e la ragione.
Visto che di solito è utile verificare quale sia l'opinione dei premi Nobel, si possono verificare i nomi dei firmatari di un documento (“
Amicus curiae brief of 72 nobel laureates, 17 state academies of science, and 7 other scientific organizations, in support of appellees”) che 72 premi Nobel inviarono alla corte suprema per manifestare il loro sostegno per impedire l’insegnamento del creazionismo nelle scuole.
Fra i 72 si notano soprattutto molti genetisti e biologi, ma anche un italiano come E.Segre e si notano anche 3 componenti dell’
Accademia Pontificia delle Scienze; ci sono infatti D.Baltimore, P.Berg e H.G.Khorana.
Per contestualizzare il processo e la ri-nascita dell’ID, può essere utile la lettura di un articolo di M.Brauer, B.Forrest e S.Gey (“
Is it science yet? Intelligent design, creationism and the constitution”)

 

6/5/12-IT

·         A Firenze prossimamente Jean-Jacques Hublin (professor of Anthropology, Director, Dept. Human Evolution Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology, Leipzig) terrà quattro lezioni:

o        1.Lun 14 maggio ore 11.00 – What does it cost to grow a big brain?

o        2.Mer 16 maggio ore 14.30 – Neandertal deciphered

o        3.Lun 21 maggio ore 11.00 – The African origins of modern Humans

o        4.Mer 23 maggio ore 14.30 – The time of the replacement
Le lezioni si svolgeranno in Aula 3, Laboratori di Antropologia, via del Proconsolo, 12, Firenze.

·         [da Pikaia] Sempre a Firenze, tra il 10 e il 31 maggio, ci sarà un ciclo di conferenze (Dipartimento di Biologia Evoluzionistica, Università di Firenze, Via Romana 17, 50125, Firenze) sulla comunicazione animale. Primo appuntamento con Elisabetta Palagi e l'espressività dei primati (PDF del programma completo)

 

5/5/12-USA

·         [da NCSE] Interessante e curiosa l'iniziativa lanciata dal sito del NCSE: "A chance to help NCSE's archives!". Nella migliore tradizione USA, si propone agli amici del National Center for Science Education di collaborare alla diffusione dell'educazione scientifica acquistando personalmente libri o strumenti utili al NCSE per raggiungere gli obiettivi previsti. Guardando l'elenco delle richieste contenute nella wish list è impressionante verificare quanti libri si debbano acquistare per conoscere i contrasti in atto negli USA fra i diversi tipi di neocreazionismo esistenti nelle numerose religioni offerte ai cittadini; questi neocreazionismi agiscono spesso in contrasto fra di loro (esemplare è il libro di un creazionista biblico che cerca di "convertire" un ipotetico evoluzionista teista) e senza coordinarsi, come invece abbiamo visto che avviene senza pudore in situazioni come quella europea o italiana in cui la scienza è formalmente più rispettata anche dalle autorità religiose più rappresentative.
Il fatto, certamente sconcertante per qualcuno, che l'organo di consulenza scientifica da 600 anni, l'Accademia Pontificia delle Scienze, sia presieduta oggi da un neodarwinista e comprenda anche altri neodarwinisti fra i tanti Nobel presenti, giustifica che non si fornisca un sostegno ufficiale ai neocreazionisti, che agiscono apparentemenre per iniziativa personale e con
rari grossi finanziamenti.  

·         [da NCSE] E' stato pubblicato il fascicolo di maggio di Evolution: Education and Outreach, la rivista sulla didattica dell'evoluzione diretta da Niles Eldredge. Alcuni dei numerosi articoli del fascicolo, dedicato al tema generale"Evolution in Museum" sono liberamente accessibili. Come si può verificare, vengono presentate le problematiche e i vantaggi connessi con le strutture didattiche più adeguate per far capire l'evoluzione e i meccanismi evolutivi, fenomeni ben noti e sempre meglio chiariti da più di 150 anni. Nessuna persona ragionevole pretendererebbe che siano spiegati in pochi minuti, magari senza la possibilità di esempi e dimostrazioni pratiche. Per fortuna nessun intervistatore mai lo pretenderebbe se non come provocazione; ogni insegnante di scienze delle medie o delle superiori ben sa infatti quanto sia difficile e come l'argomento richieda mesi se non anni per essere ben compreso.
Gli articoli presenti nel fascicolo dimostrano l'impegno richiesto per organizzare le strutture necessarie per aiutare a capire un processo con dimensioni spazio-temporali non facili da capire senza avere a disposizione ambienti didattici complessi e costosi, di difficile realizzazione e che richiedono anche di essere continuamente aggiornati per mantenersi al passo con il progresso della ricerca.
Uno degli articoli ("
Taking Students to the Museum: Interview with Warren D. Allmon, Judy Diamond, and Martin Weiss") permette di conoscere le opinioni di esperti sull'importanza dell'interazione degli insegnanti con i museologi per massimizzare l'utilità delle visite ai musei che presentano l'evoluzione biologica. Un'altro articolo (di Elisabetta Falchetti) riferisce delle esperienza didattiche realizzate al museo di Roma.
L'ultimo articolo del fascicolo presenta le scoperte più recenti sull'evoluzione biologica:
Paleontology and Evolution in the News. E' uno strumento importante per capire che ogni anno ma anche ogni mese perfino la paleontologia chiede di controllare quante novità compaiano, tutte da studiare e verificare.

 

4/5/12-IT

·         [da Pikaia] Venerdì 4 maggio, a Firenze, si tiene il Convegno “Etologia e Benessere Animale giornata di incontro e discussione su temi che ruotano attorno al concetto del benessere animale in ambito domestico e naturale, organizzati da Elena Baistrocchi presso il Dipartimento di Biologia Evoluzionistica, Laboratorio di Antropologia. Si parlerà anche (Simona Papa) di primati in natura, o meglio dei primati a rischio di estinzione, soprattutto scimpanzè ospitati presso i centri della Pan African Sanctuary Alliance (PASA), strappati al loro ambiente naturale dai bracconieri che accompagnano la deforestazione, che ora coinvolge anche le ultime aree in cui sono presenti.

·         [da Pikaia] Lunedì 7 maggio, alla Casa della Cultura di Milano, verrà presentato il libro "Geni a nudo. Ripensare l’uomo nel XXI secolo " di H. Nowotny e G. Testa. Qui il video con intervista a G.Testa realizzato in occasione di una presentazione del libro effettuata recentemente a Pavia.

 

3/5/12-IT

·         PikaiaChannel presenta i video degli interventi di tutti i partecipanti al convegno "Diverso è bello", l'Evolution Day di Milano 2010

 

2/5/12-UK

·         Davvero interessante l'iniziativa realizzata da Nature, che ha raccolto nell'unica pagina di una Special Issue ("Peopling the planet") una serie di link a diversi articoli, in gran parte nuovi, tutti dedicati alle migrazioni realizzate dai primi Homo sapiens usciti dall'Africa per conquistare il resto del mondo e in particolare l'Asia, trampolino per la successiva conquista delle Americhe e dell'Australia. Questi gli articoli proposti:

Interessante e istruttivo anche il link ad un sito (Into South Asia) creato da ricercatori britannici e indiani (archeologi, paleoecologi e genetisti) coordinati da Michael Haslam; studiano la colonizzazione del nord dell'India da 140K a 120K anni fa. Il sito web è un buon esempio di come con mezzi semplici ed economici un gruppo di ricerca può coinvolgere anche i curiosi nel loro lavoro, stimolando la loro curiosità sui diversi momenti della storia dell’uomo e sui problemi che stanno affrontando per chiarire un punto critico (uno dei tantissimi…) della nostra storia evolutiva: quali sono le vie percorse dai primi Homo sapiens per raggiungere l’India?

·         Sempre nello stesso numero di Nature ci sono altri due articoli che stimolano l'interesse di chi si occupa delle meraviglie realizzate dai meccanismi casuali che hanno avuto un ruolo creativo nell'evoluzione di ogni specie; in questo caso l’interesse è doppio in quanto si parla di aspetti importanti di quella umana: nel primo ("Human brain shaped by duplicate genes") Nature invita a notare due articoli comparsi su Cell ("Inhibition of SRGAP2 Function by Its Human-Specific Paralogs Induces Neoteny during Spine Maturation" e "Evolution of Human-Specific Neural SRGAP2 Genes by Incomplete Segmental Duplication"); le osservazioni effettuate fanno sospettare che la duplicazione dei geni abbia avuto un ruolo importante nello sviluppo di uno degli organi più importanti della nostra specie (non è facile dimostrarlo, ma si sospetta che il 5% del genoma sia costituito da copie di geni preesistenti, anche se modificate a causa di errori di copiatura).
Uno degli articoli dimostra infatti l'esistenza di ulteriori copie, più o meno fedeli, del gene SRGAP2.
Una versione mutata sarebbe comparsa 2.4 Mya, in un momento in cui inizia (con l’Homo habilis) la fase espansione dell'encefalo; questa versione mutata ha stimolato la produzione di connessioni fra i neuroni di ratti in cui era stata inserita per verificarne il tipo di attività. E’ auspicabile che l’articolo sia utile anche per convincere che l’evoluzione non debba sempre partire da zero ma utilizzi e riutilizzi il materiale esistente (bricolage), dimostrando come i tempi della comparsa delle novità siano drasticamente riducibili.
Il secondo articolo invece riguarda semplicemente la prova che i capelli biondi, piuttosto infrequenti nella nostra specie, siano comparsi più volte ("
Blonde hair evolved more than once"). L'articolo esamina la base genetica dei capelli biondi presenti fra i melanesiani, che col 5%/10% presentano l'area di maggiore prevalenza di biondismo al di fuori dell'Europa.

 

2/5/12-IT

·         Giovedì 3 maggio alle 18, alla libreria Hoepli di Milano si terrà l'inaugurazione della mostra "In viaggio con Darwin 2" di Luca Novelli. La mostra è aperta dal 30 aprile al 19 maggio 2012 e presenta immagini, foto e libri del Progetto Darwin2/ il Secondo Giro Attorno al Mondo (2005-2009).. L’occasione è data dalla recente uscita del volume "l'Ipotesi Fitzroy, Il Cacciatore di Diluvi" (RIZZOLI ) che  si affianca alla trilogia iniziata nel 2006 con "In viaggio con Darwin/Patagonia e Terra del Fuoco", proseguita con "In viaggio con Darwin2/Cile, Perù, Galapagos" e "In viaggio con Darwin3/Tahiti, Nuova Zelanda, Australia.

 

2/5/12-USA

·         Davvero interessante un volume appena pubblicato dalla NAP (National Academies Press): “THINKING EVOLUTIONARILY: EVOLUTION EDUCATION ACROSS THE LIFE SCIENCES”. Come gli altri volumi della NAP, può essere scaricato gratuitamente, se per uso personale.
Contiene gli atti di una riunione organizzata dal Board on Life Sciences of the National Research Council (NRC) e dalla National Academy of Sciences il 25-26 Ottobre 2011. Sperando che il CNR non organizzi più convegni creazionisti che farebbero inorridire anche qualche antievoluzionista,  potrebbe essere una buona idea verificare se davvero in Italia non sarebbe utile una riunione di questo tipo.
Come si spiega nella premessa, nonostante l’evoluzione sia il tema centrale della biologia, e soprattutto un tema unificante, come riconobbe anche Dobzhansky, tale non risulta oggi nella programmazione didattica negli USA. Questo a tutti i livelli, tanto che l’evoluzione è spesso limitata ad alcune lezioni e ad alcuni capitoli dei libri, invece di invadere ogni lezione e ogni capitolo.
 Obiettivo della riunione era proprio di valutare come arrivare a proporre in futuro un curriculum di biologia tutto intrecciato con domande e risposte che facciano riferimento all’evoluzione sia nel normale curriculum scolastico che nelle iniziative di formazione continua (lifelong learning) per evitare di dimenticare un evento che pervade la nostra vita e il nostro mondo pur essendo evidente più alla nostra ragione che ai nostri sensi.
Senza escludere un altro aspetto importante: una migliore comprensione della natura, dei metodi e i limiti della scienza, in quanto la comprensione della teoria dell’evoluzione porta inevitabilmente ad apprezzare la scienza e il metodo scientifico rispetto ad altre modalità più primitive di approccio alla realtà.
Per approfondire l’argomento, la commissione consiglia altri volumi della NAP (“
Science, Evolution, and Creationism”del 2008 e “Science and Creationism” del 1984/1999), la Evolution Resources webpage della National Academy of Sciences e un sito web con dati forniti dalla commissione stessa.
Nell’introduzione al convegno M.Singer ha ricordato la conclusione del libro del 1884, alla cui stesura aveva partecipato: “Scientists, like many others, are touched with awe at the order and complexity of nature.
Religion provides one way for human beings to be comfortable with these marvels. However, the goal of science is to seek naturalistic explanations for phenomena within the framework of natural laws and principles and the operational rule of testability”. Certo dobbiamo sempre ricordare che negli USA si accetta di svelare pubblicamente qualcosa a cui in Italia non siamo abituati e che difficilmente si renderebbe pubblica, la propria opinione sull’evoluzione.
Lo dimostra il fatto che non circoli affatto la traduzione italiana (
dichiarazione generale sulla creazione) di questo documento, votato all’unanimità dalla Commission on Creation dell’ASA (American Scientific Affiliation), composta da  scienziati afferenti alle diverse religioni cristiane USA. Non abbiamo quindi in Italia una dichiarazione che certifichi che tutte le principali idee alternative alla teoria dell’evoluzione (Creazionismo della Terra giovane, Creazionismo della Terra vecchia, Evoluzionismo teistico e Disegno Intelligente) sono fra loro equivalenti e quindi valide in quanto rappresentative della diversità delle varie visioni. L’ASA, che “è un’associazione di scienziati americani dichiaratamente cristiani votati alla fedeltà alla Parola di Dio e alla piena integrità nello svolgimento della professione scientifica. … e  si prefigge il compito di fornire consiglio alle chiese e alla società su come usare al meglio i risultati della scienza e della tecnologia e su come salvaguardare l’integrità del creato”.
Solo in Italia può quindi succedere, come è successo qualche settimana fa in una serie di articoli pubblicati dal quotidiano on line “La Voce d’Italia”, di criticare e perfino sfidare (… su temi ancora misteriosi e che comunque non riguardano l’evoluzione biologica!!) esponenti autorevoli dell’attuale pensiero evoluzionistico in Italia. E questo senza nemmeno capire che avrebbero dovuto indicare preventivamente a quale delle
4 principali ipotesi facessero riferimento.
Sarebbe curioso sapere se i lettori hanno capito chi fra i EP, SB, FF e PMB è il creazionista della
terra giovane, chi il creazionista della terra vecchia (ma non tutti i giorni), chi l'evoluzionista teista, chi non si occupa di evoluzione ma solo di creazione per cui non vuole proprio essere confuso nè con evoluzionisti nè con antievoluzionisti, chi li appoggia ma si offende se qualcuno lo  confonde con i creazionisti, chi fa il biologo, chi l'ingegnere, chi il fisico e chi il sociologo, chi è cattolico e chi non lo è, chi insegna il neodarwinismo e chi no. Non ci sono poi dubbi che almeno 3 delle 4 ipotesi antievoluzioniste erano ben rappresentate nei 4 intervenuti ...
Non si capisce perché, prima di criticare, non abbiano almeno indicato (se non motivato) le loro opinioni, spiegando anche il motivo che momentaneamente li univa.
Forse perché risulterebbe incoerente e imbarazzante ritrovarsi d'accordo a negare validità e prove alle idee e alle teorie sostenute non solo dal prof. Boero o dal prof. Ferraguti, ma anche da un loro collega di maggiore successo, il prof.
Werner Arber, un biologo evoluzionista, neodarwinista e premio Nobel, un anno fa è stato nominato dal Papa come Presidente dell'Accademia Pontificia delle Scienze, l'organo di consulenza scientifica della chiesa cattolica.
Rispetto a quanto avviene negli USA, la chiesa cattolica quindi sa bene e da tempo - dal 1600 - quali competenze chiedere ai consulenti che convoca quando vuol sapere "come usare al meglio i risultati della scienza e della tecnologia e come salvaguardare l’integrità del creato”. Certo poi non sempre tutti i suggerimenti ricevuti vengono accolti ... ma sono problemi che dovrebbero essere discussi con il prof.Arber prima che con altri che non hanno alcun interesse a convincere chi si fida soprattutto delle decisioni del papa.

Per fortuna sembra che i moderni terrapiattisti USA non siano ancora arrivati in Italia (e
nemmeno in Portogallo: non ce ne sono tracce, nonostante le accurate ricerche del VP della poco nota Flat Earth Society USA).
Questa società preoccupa, però.
Anch'essa infatti abusa dei vantaggi forniti di internet … e anche i suoi soci fingono di stupirsi dell’ignoranza (ovviamente ALTRUI: “not one person was able to scientifically explain to me why they believed in round earth“); anche loro danno la colpa alla scuola che non propone le assurde ipotesi alternative (“Let's assume that the children would learn from early age in school that the earth was flat), o a qualche padrone delle TV (Let's even take it farther, let's assume that there was a world wide conspiracy that was presenting us with flat earth truth, hiding the real shape of the earth (sphere) Would modern society accept such truth? Of course they would. They would not think twice about it…), ma soprattutto alla scienza (“Actually I believe that if the mainstream science and academia taught us that the world is flat, we would believe it even more, since it feels flat to all our senses “) ….
Niente di nuovo sotto il sole (che gira anche lui… o no?).
Ad un po’ di neocreazionisti di vario tipo vediamo che negli USA si aggiunge un pizzico, più omogeneo, di neoterrapiattisti con problemi e dubbi apparentemente, curiosamente
molto simili.
Da notare il deprimente invito a ricorrere alle verità primitive ed infantili, quelle che fanno riferimento alle soluzioni semplici ma errate di solito suggerite dai nostri sensi anche se non supportati dalle scoperte fatte tempo fa dai più curiosi fra quelli che ci hanno preceduto. 

 

1/5/12-USA

·         Curiose le mappe di densità della popolazione umana attuale per latitudine e longitudine proposte nel blog Big Think, pieno di mappe del mondo strane e originali. Queste ultime mappe sono utili per scoprire dove rifugiarsi se si desidera ridurre la probabilità di incontrare un altro essere umano. Basterebbe anticipare che a sud dell'equatore vive solo il 10% dei 7 miliardi di Homo sapiens oggi sulla terra.

 

1/5/12-IT

·         [da OcaSapiens] Il 2 maggio alle 18 alla casa della cultura (Via Borgogna 3, MILANO) c'è l'occasione di incontrare alcuni degli autori di un libro che nel 1976 fece piuttosto scalpore ("L'APE E L'ARCHITETTO, paradigmi scientifici e materialismo storico", di Giovanni Ciccotti , Marcello Cini, Michelangelo De Maria, Giovanni Jona-Lasinio).
Il libro, del
1976, è stato recentemente ristampato e l'incontro, che avviene in un periodo storico e culturale in cui si discute forse troppo della difficoltà dei trentenni ad uscire di casa, sarà un'occasione per ricordare e rievocare come negli anni dopo il '68, e soprattutto nell'ambito della fisica, si discutesse piuttosto, e anche animatamente "sulla neutralità della scienza tra positivismi ingenui e irrazionalismi post-moderni". Come ricorda l'articolo del Manifesto citato, sarebbe devvero necessario riprendere la discussione oggi, in un mondo in cui, pur non raggiungendo le dimensioni di big science che ancora caratterizzano molte ricerche fisiche, "la scienza princeps non è più la fisica ma la biologia"; e il dibattito sulla neutralità della scienza potrebbe essere altrettanto appassionato e utile. 

 

 

APRILE 2012 

30/4/12-USA

·         [da PNAS] Lo stress dovuto al ruolo sociale può avere effetto anche a livello genetico, almeno nelle macache rhesus. L'ha dimostrato una ricerca di J.Tung pubblicata su PNAS. Ha verificato che lo stress conseguente al rango sociale può influenzare l'espressione di geni del sistema immunitario, a tal punto da permettere addirittura di stimare lo status sociale usando i dati quantitativi dell'espressione genica, con un'accuratezza dell'80% ("Social environment is associated with gene regulatory variation in the rhesus macaque immune system").

 

29/4/12-USA

·         Decisamente interessante il contributo di Sean Carroll, noto evoluzionista, alla conferenza organzizzata a Madison (WI) su "Science writing in the age of denial" il 23/24 aprile: "The Denial of Evolution, and the Evolution of Denial: We Have All Been Here Before". Per fortuna il problema in Italia è limitato, ma possiamo immaginare come i 6 tipi di negazionismo citati da S.Carroll potrebbero creare seri problemi, e in una situazione come quella americana, caratterizzata da gruppi organizzati e sostenuti da finanziamenti importanti, i problemi non mancano, come si è visto recentemente nel Tenessee, con il ritorno a leggi che prefigurano situazioni che si pensava non sarebbero ricomparse. La posizione di Carroll al HHMI, che produce una gran quantità di materiale didattico, si spera possa contribuire a migliorare la disponibilità di materiale disponibile per contrastare il negazionismo che approfitta dell'ignoranza su questioni certo complesse come quelle connesse con il processo evolutivo. Alcuni esempi: Understanding Evolution for Teachers,  Informal Talks (come quella famosa del cattolico Kenneth Miller (Fossils, Genes, and Mousetraps) nel sito Evolution Biointeractive. L'HHMI organizza e finanzia anche workshops per insegnanti.

 

28/4/12-IT

·         [da Pikaia] . Il 2 maggio, ore 14.30, all'Università degli Studi di Milano si terrà un pomeriggio di riflessione sul ruolo della scienza nella società da tre prospettive complementari (C.Bernardini, M.Cattaneo, T.Pievani), in ricordo di Enrico Bellone, il filosofo della scienza (e direttore di Le Scienze) recentemente scomparso. Programma. [da Pikaia] I 'principi' alla base del linguaggio umano sono diversi da quelli alla base della comunicazione animale? Ecco una recensione del libro "Dalla comunicazione al linguaggio. Scimmie, ominidi e umani in una prospettiva darwiniana" di F.Ferretti e I.Adornetti. Le conoscenze ottenute negli ultimi decenni grazie alle nuove ricerche sulle diverse modalità di comunicazione nei primati, pur realizzate in contesti certo non definibili come "naturali" hanno certo fornito molte risposte su questo strumento di comunicazione estremamente raffinato ed efficace, anche se si continua a non risucire a rispondere a tutte le domande su problemi che non riescono a supearare la barriera costituita dal confine fra specie. Ed è una barriera certo ben più profonda di quanto possiamo immaginare, dovendo considerare le dieci/venti specie di ominini scomparse che ci separano dall'antenato comune, a cui dobbiamo aggiungere probabilmente un numero equivalente di specie intercorse fra le antropomorfe attuali e lo stesso antenato comune. Certo è evidente come la comunicazione simbolica con bonobo addestrati evidenzia possibilità e affinità oggettivamente sconcertanti rispetto a quanto emerga dalle modalità di  comunicazione con altre specie di primati o di mammiferi filogeneticamente a noi meno affini.  

 

27/4/12-USA

·         Un articolo comparso oggi su Science ("In Situ Evolutionary Rate Measurements Show Ecological Success of Recently Emerged Bacterial Hybrids") aiuta a capire come, con esperimenti complessi ma necessari, si acquisiscono e si confermano le conoscenze su un processo in cui ognuno di noi è inserito da protagonista da pochi anni ma che è iniziato miliardi di anni fa, quello evolutivo.
L'esperimento ha pernesso di seguire per 9 anni in natura l'evoluzione e i meccanismi di adattamento di varie popolazioni di batteri in un ambiente particolare. Lo studio dei cambiamenti del loro genoma ha permesso di dimostrare come avvengano e da cosa siano influenzati i meccanismi "automatici" di adattamento di comunità batteriche in condizioni naturali. Un commento dell'articolo si trova nello stesso numero di Science: "Microbial Evolution in the Wild".
Se qualcuno si illudesse che i batteri non evolvono (visto che ci sono ancora, dopo qualche miliardo di anni...), qui troverebbe il modo per risolvere i suoi dubbi, magari a partire da quello principale, che deriva dalla matematica della crescita esponenziale ben prima che dall'osservazione di Malthus che tanto piacque sia Darwin che a Wallace, spingendoli a trarne una stimolante conseguenza: come mai i batteri hanno lasciato un po' di spazio anche alle altre specie presenti sulla terra? Dobbiamo preoccuparci o essere contenti?

 

27/4/12-IT

·         Citazione del nome di Darwin (ma anche di quello di Einstein) in un flash di agenzia dell'ANSA ("E' provato, la fede e' 'incompatibile' con la ragione") che riporta i risultati di un articolo odierno di Science.
Per fortuna la scienza e la ragione non si limitano a quei nomi, anche se sono legati a teorie che pochi, anche se privi di pregiudizi, hanno i mezzi culturali per capirle, non essendo intuitive o coinvolgendo dimensioni spaziali e temporali incomparabili con l'"attimo fuggente" costituito dalla durata di ogni vita umana.
Certo il mondo è oggi estremamente complesso, e dobbiano essere prudenti nel determinare chi merita davvero la nostra fiducia, soprattutto in un periodo in cui anche l'economia, cioè le decisioni sull'uso e la divisione delle risorse che l'ambiente ci mette a disposizione, comincia a creare problemi sempre più seri ad una buona percentuale dei 7 miliardi di persone.
E' rilassante comunque scoprire che nessun particolare tema o scoperta potrebbe risultare più ostile o minacciosa di altre, e questo dovrebbe tranquillizzare chi lo crede; ora sa che c'è solo da studiare un po' di più. Non molto, però; per progettare un grattacielo o una casa, comunque, bisogna studiare molto di più.
L'articolo è commentato in numerosi siti web, come anch nel blog di OcaSapiens ("Dio, gli angeli, il demonio").

·         Un tema simile è trattato anche in un articolo (“Analytic cognitive style predicts religious and paranormal belief”) di prossima apparizione su Cognition di giugno

 

27/4/12-UK

·         Nel giorno in cui escono i primi dati sull’ultimo censimento italiano (siamo 59.5 milioni circa, con il 52% di femmine – un dato che immagino debba stupire chi non crede al ruolo del caso nell’evoluzione biologica) la Royal Society inglese pubblica un volume (“People and the planet”) con gli aggiornamenti sulla demografia attuale dell’Homo sapiens, una specie di notevole successo (siamo circa 7 miliardi rispetto ai 2.5 di 60 anni fa!), ma che apparentemente riesce a sopportare, senza innervosirsi troppo, una notevole eterogeneità fra ed entro le diverse popolazioni per quanto riguarda le aspettative di vita (e quindi di salute), le condizioni economiche e culturali, ma purtroppo anche alimentari.
Per quanto riguarda il censimento italiano, lascia comunque perplessi il dato di 1.3 milioni di italiani che non l’hanno compilato. Se non sono tutti latitanti o in ferie, possiamo illuderci che siano tutti evasori fiscali e che un giorno possano essere rintracciati e si rendano utili …

 

26/4/12-IT

·         Nei tradizionali incontri organizzati periodicamente dal Museo di Storia Naturale di Milano oggi si è parlato di uno scienziato che ha fornito un contributo importante nel costante aggiornamento della teoria dell’evoluzione, ma anche nella diffusione della sua conoscenza. Purtroppo Stephen J.Gould è scomparso precocemente, ma per lunghi anni ha tenuto una rubrica sulla rivista del Museo di Storia Naturale con cui collaborava.
Gli articoli, raccolti oggi in 13 volumi (solo 12 tradotti in italiano, ma sono comunque un ottimo inizio…) sono una testimonianza di come la curiosità per capire i complessi meccanismi naturali, che dovrebbe caratterizzare ogni naturalista e ogni biologo, oggi possa essere trasmessa anche al di là dei limiti della vita individuale. Chi volesse incontrare Gould e verificare personalmente la sua capacità di coinvolgere chiunque nella sua curiosità, può leggere i circa 300 brevi saggi pubblicati nella rivista mensile dell'American Museum of Natural History, nella sua rubrica “This View of Life”, per oltre 25 anni. Molti (esperti e non) le considerano capolavori di divulgazione scientifica.
Obiettivo dell’incontro di oggi, tenuto da Emanuele Serrelli era infatti la presentazione dei primi risultati di un’indagine che il sito di Pikaia ha lanciato 15 giorni fa per scoprire quali fossero gli articoli più apprezzati dai frequentatori di Pikaia. I risultati presentati oggi riguardano le prime 50 risposte, ma il sondaggio è tuttora accessibile, per cui c’è tempo anche per leggere qualcuno dei suoi libri prima di indicare le proprie preferenze. Un primo risultato dell’indagine (l’analisi completa la leggeremo poi su Pikaia…) è l’indicazione del il libro più apprezzato “Bravo brontosauro”, che conteneva due dei saggi più votati.

 

24/4/12-USA

·         [dal blog di Matt Ridley] E' uscito da poco il quarto libro di un primatologo USA di origine italiana, Dario Maestripieri, intitolato "Games Primates Play: An Undercover Investigation of the Evolution and Economics of Human Relationships". Matt Ridley lo commenta nel suo blog, sottolineando come ci siano numerose connessioni fra il comportamento umano e quello di altri primati, come è ovviamente da tempo noto agli etologi dei primati e agli psicologi. Qui invece si possono leggere alcune pagine originali del libro. Qui un 'altra recensione (ScienceNews), un'intervista e alcuni commenti. 

 

23/4/12-IT

·         Sul Giornale un articolo («Dinosauri estinti? Può toccare anche a noi») riferisce di una conferenza sui «Catastrofismi di ieri e di oggi: il ruolo della fine del mondo come fattore di cambiamento» tenutasi all'istituto Lombardo dell'accademia di Scienze e lettere.
Il relatore, T.Pievani, ha illustrato il ruolo creativo giocato nella storia evolutiva dai 5 diversi eventi catastrofici, le cinque estinzioni di massa, che hanno alterato la tipologia e la distribuzione delle specie viventi, come conseguenza  del rimescolamento casuale di climi, terre emerse ed ambienti e nicchie ecologiche.
Non ci sono ovviamente responsabilità umane per le cinque precedenti estinzioni di massa, per le quali sarebbe interessante poter studiare i meccanismi evolutivi necessariamente connessi con le successive radiazione adattativa.
Per la prossima, la sesta estinzione (qui spiegata da E.Alleva, un etologo dell'Accademia dei Lincei, preoccupato anche del pericoloso analfabetismo scientifico di massa) sembra proprio che ci stiamo preparando, con modifiche ambientali innegabili e non casuali che non lasciano presagire nulla di buono per il clima e l'ambiente del prossimo futuro; lo si dimostra chiaramente in questa TED conference sull'illusoria invisibilità economica della natura (c'è anche con sottotitoli italiani). Per scoprire chi vive in queste foreste che vengono abbattute, basta rivolgersi a Survival International, che ci paracaduta fra quella gente che chiede di poter sopravvivere CON le foreste che li ospitano da migliaia di anni e di cui continuano ad avere bisogno.
Le pessimistiche previsioni che fece Darwin quando visitò queste zone continuano a realizzarsi, soprattutto nelle foreste delle zone tropicali. Oggi grazie ai satelliti  possiamo renderci conto ogni giorno della progressiva scomparsa delle foreste e del loro contenuto di inestimabile valore che le popolazioni locali da sole non riescono a proteggere, nonostante i seri rischi per la loro stessa sopravvivenza; solo appoggi esterni possono impedirlo o rallentarlo, come quelli che provengono da Survival International, che difende i diritti ma anche le culture delle popolazioni tribali. Sono rimasti oggi 150 milioni di esseri umani che davvero hanno le conoscenze (ma anche le preoccupazioni) necessarie per conservare queste risorse naturali per le future generazioni, difendendole da chi da decenni ha il potere e le conoscenze per distruggerle per il profitto di pochi.

 

23/4/12-USA

·         [da NCSE] La direttrice del NCSE, Eugenie Scott, in occasione del recente congresso dell'AAPA (American association of physical anthropologists) tenutosi a Portland, ha ricevuto il Gabriel W. Lasker Service Award per il suo contributo alla disciplina, soprattutto in quanto direttore del NCSE dal 1986, oltre che presidente dell'AAPA dal 2001 al 2003. Alla consegna del premio si è chiarito che "After all, it is the horror and repulsion provoked by the specter of human evolution which is at the root of all religiously-based opposition to evolution generally. Physical anthropologists are in the front lines of this struggle and are generally more conscious of its serious nature than many other biological scientists", sottolineando inoltre che "Genie has made dealing with this opposition her day job so that you don't have to. This is our thanks to her." Si è tenuto vicino a New York, al Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University un convegno per cercare di capire se ci sia una risposta  alla domanda sulla eventuale influenza sull’evoluzione umana dei cambiamenti del clima (“Did climate change shape human evolution”).
Fra i numerosi speakers alcuni esperti dell’evoluzione umana, come Richard Leakey o R.Potts si sono incontrati con paleoclimatologi (come DeMenocal) e con esperti della fauna dell’Africa Orientale (come L.Werdelin), che ha fornito l’ambiente in cui si sono realizzati i principali eventi che hanno portato alla comparsa dell’Homo sapiens attraverso tappe che hanno permesso, in una prima fase durata circa 4 millioni di anni, la netta distinzione dei ruoli fra arto superiore e arto inferiore.

·         Il sito non fornisce gli abstract delle comunicazioni, per cui ci si dovrebbe accontentare di quanto raccontano alcuni articoli, fra cui il più affidabile dovrebbe essere quello di Ann Gibbons di ScienceNow (“Where's the Beef? Early Humans Took It”). Mentre R.Leakey sembra ritenere che la documentazione fossile sia un po’ scarsa per avere risposte certe, per cui risponderebbe di no (“Did Climate Change Shape Human Evolution?”), anche se certo l’evoluzione umana ha tratto certo vantaggio da precedenti cambiamenti ambientali, quelli che hanno permesso la comparsa delle savane, ricchissime di erbivori e relativi carnivori, dove prima c’erano foreste tropicali, un evento avvenuto solo in Africa orientale.
Fra le comunicazioni, quella che ha destato interesse e ha trovato spazio sulla stampa, riguardava il sospetto che i nostri antenati possano aver influenzato i cambiamenti della densità di carnivori di diversa taglia fra 2 milioni e 1.5 milioni di anni fa, nonostante i paleoantropologi tendano a vedere questi ominini più come preda che come predatori, come del resto documentato anche dal noto fossile SK54, un cranio di Australopithecus con tracce dei denti di un leopardo. Il sospetto è che la presenza dell’Homo erectus abbia avuto effetti sui carnivori allora presenti.
Di questa comunicazione parla anche J.Hawks nel suo blog (“Carnivores and early Homo”), citanfo un precedente lavoro dello stesso autore sulla stabilità dei carnivori fra 2 e 3 milioni di anni.

 

22/4/12-USA

·         Interessante leggere sul suo blog The Loom la riflessione ("Bricolage and the Tangled Bank: Happy Mistranslations of Evolution") dell'ottimo giornalista scientifico Carl Zimmer, dopo che, nella traduzione francese, si è visto modificare il titolo di un suo famoso libro The Tangled Bank: An Introduction to Evolution. Ha incontrato infatti un termine, bricolage, che la lingua inglese non conosceva ma che si adatta molto bene ad essere accostato al concetto di evoluzione biologica, tanto è vero che il titolo del suo libro è diventato “Ce Merveilleux Bricolage”. I francesi, alla cui lingua questo termine appartiene, l’avevano già usato (per la prima volta nel famosissimo libro e articolo di Francis Jacob, “Evolution et bricolage”, 1977), come appunto racconta Zimmer nel post, sottolineando che “il suo dizionario Webster non evidenzia a sufficienza come questo termine sia importante per i biologi” (=per capire la biologia).
Il termine è già stato usato in titoli di libri italiani, anche sull’evoluzione, a cominciare dalla traduzione di quello di F.Jacob, per arrivare al più recente Exaptation. Il bricolage dell'evoluzione, di S.J.Gould e E.S.Vrba. La lettura dell’articolo di F.Jacob spiega come mai spesso siano più difficili e magari inutili i tentativi di alcuni ingegneri di capire davvero che possa funzionare, anche senza un responsabile (e per qualche miliardo di anni anche senza un nome), un processo ormai quasi eterno che si chiama "evoluzione biologica".

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22/4/12-IT

·         Su Repubblica un lungo articolo di G.Aluffi (“SE IL DESTINO NON E' PIU' SCRITTO NEL DNA”; [curiosa la sostituzione del “destino” al “caso” che di solito viene “polemicamente” associato al DNA…]): cerca di fare il punto su meccanismi ancora piuttosto misteriosi che da parecchi anni sappiamo interagire con i meccanismi ereditari, che ci illudevamo piuttosto semplici, scoperti da Mendel; introducendo così fattori che controllano, in modo ancora poco chiaro, l’espressione dell’informazione genetica scritta sul nostro DNA, a cui attribuiamo “quella certa idea di predestinazione ancora prevalente e un po' oppressiva” [e anche qui si dimentica la creatività del caso]. Niente di particolarmente nuovo (effetto soglia, penetranza incompleta ed espressità variabile erano ben noti anche a chi studiava biologia degli anni ’60), ma sappiamo bene che senza una spiegazione razionale nemmeno la teoria dell’evoluzione sarebbe così convincente.
Questa spiegazione su meccanismi di attivazione e disattivazione tarda ad essere disponibile, e di questo si sente la mancanza, ora che finalmente abbiamo gli strumenti per leggere tutta l’informazione contenuta nel nostro DNA. Prossimo obiettivo della curiosità umana è la comprensione dei meccanimi di azione; e la variabilità di espressione di un carattere è certo uno dei primi interessi, anche perché sarebbe importante capire quanto sia rilevante il ruolo del caso, spesso non ricordato quando si parla di epigenetica, che evoca piuttosto il fantasma di Lamarck e la sua trasmissione di caratteri acquisiti, che ben conosciamo come meccanismo ereditario che caratterizza quell’evoluzione culturale che ci èpiace tanto avendo garantito il successo, almeno per ora, della nostra specie.
L’articolo stesso comunque ci raccomanda la prudenza, ricordando che la maggior parte dei caratteri non siano trasmessi per via epigenetica; si conferma la necessità di prospettare una nuova sintesi che preveda di trovare un ruolo alla pluralità di meccanismi che le continue ricerche sul processo evolutivo hanno via via evidenziato, non escludendo oggi nemmeno la possibilità di influenzare l’espressione dell’informazione contenuta nei gameti.

·         Sempre su Repubblica il tema dell'epigenetica viene affrontato anche da Francesco e Luca L.Cavalli Sforza nell'articolo "Quando l' apprendimento può essere trasmesso", in cui si presentano alcuni dei risultati che si potranno forse raggiungere già in questo secolo se si avrà la possibilità di destinare una quantità enorme di risorse ma anche di intelligenze ad obiettivi razionali:"Sarà un bel giorno quando riusciremo a capire in termini chimici e biofisici i processi che permettono di trasformare le interazioni fra le molecole in pensieri e in parole". All'interno di questi processi decisamente complessi e che coinvolgono milioni di milliardi di celllule somatioche, ci piacerebbe pensare che (nonostante le dimensioni del processo) qualcosa di utile possa in qualche modo passare attraverso l'unica cellula che, scelta casualmente fra i miliardi di cellule germinali possibili (nel caso dei soggetti maschi, appartenenti a qualsiasi specie, purchè si riproducano) possa essere trasmesso a qualche individuo della successsiva generazione.(sempre che l'individuo non rifiuti il compito e possa collaborare).
Per fortuna la nostra specie ha organizzato una procedura più efficiente e non condizionata dal ruolo assolutamente preponderante del caso: l'evoluzione culturale, di cui ogni giorno ammiriamo la potenza e l'utilità.dimostrata nell'aver reso  una specie terrestre, l'uomo, capace di controllare e eventualmente anche distruggere il risultato di quasi 4 miliardi di evoluzione biologica...  

·         Aldo Piombino riferisce oggi sulla sua partecipazione attiva alla 12ma conferenza mondiale della PCTS, The International Network on Public Communication of Science and Technology, con un post su "Il ruolo dei Bloggers per una corretta informazione scientifica"; evidenzia le diverse modalità di diffusione dell'informazione scientifica; sottolinea il ruolo distruttivo che potrebbero avere i siti web non qualificati o con secondi fini. Sarebbe importante però ricordare costantemente che la scienza procede solo grazie al metodo scientifico, e quindi oggi si pensa che, fra gli strumenti elencati, solo le "riviste scientifiche" permettono alla scienza di procedere, verificando ed ospitando le conferme o le contestazioni, solo ed esclusivamente sperimentali, delle conoscenze o delle ipotesi precedentemente proposte. [da Le Scienze] Un interessante esempio di come il metodo sperimentale possa avere effetti positivi sulla conoscenza della realtà lo abbiamo verificato recentemente, con un paio di pubblicazioni che fanno sorgere seri dubbi, da verificare e approfondire, sull’efficacia della fiducia nel caso di conoscenze tradizionali, spesso tramandate oralmente e quasi certamente verificate per secoli solo in modo approssimativo.
Ora gli strumenti per i controlli finalmente ci sono, e dovranno essere utilizzati.
Le pubblicazioni sono comparse ambedue in aprile, su PLOS genetics (Megan L. Coghlan  et al:“Deep Sequencing of Plant and Animal DNA Contained within Traditional Chinese Medicines Reveals Legality Issues and Health Safety Concerns”) e su PNAS (Chung-Hsin Chen et al.:Aristolochic acid-associated urothelial cancer in Taiwan”).
I problemi sollevati sono davvero seri e di immense dimensioni. Conoscendo le potenzialità attuali dei laboratori cinesi di sequenziamento del DNA, a cui si ricorre anche dall’Europa e dagli USA, è probabile che il problema del controllo della qualità e della chiarezza nell’indicare la composizione dei prodotti della farmacopea cinese si potrà affrontare e risolvere.

 

20/4/12-UK

·         Su Science oggi un articolo ("The state and fate of Himalayan glaciers") fornisce il più recente report sulla situazione di una delle principali fonti di risorse idriche per un'area che fornisce risorse alimentari vitali per una parte rilevante, circa 800 milioni, della popolazione mondiale attuale. Il documento contribuisce a fornire informazioni utili per giustificare le preoccupazioni sulla disponibilità future delle risorse alimentari, anche in relazioni ai cambiamenti del clima avvenuti nell'ultimo secolo. Evidente infatti la tendenza alla riduzione dell'area e del volume della maggior parte dei ghiacciai presenti nell'area. Un anno fa un documento preoccupato e non reticente sulle cause era uscito perfino da un convegno organizzato a Roma in un ambiente in cui da qualche anno ci si preoccupa parecchio per il cambiamento climatico, il Vaticano (“Il destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”). Forse sarà per la presenza nell'Accademia Pontificia delle Scienze di esperti climatologi, come Paul Crutzen, che ottenne un premio Nobel nel 1985 e fu proprio l'inventore del termine Antropocene, che alcuni criticano in quanto temono che si voglia sottolineare un ruolo negativo dell'attività dell'uomo.

 

18/4/12-IT

·         Come ci informa A.Piombino nel suo blog Scienzeedintorni, per tre giorni ci troveremo "Firenze capitale mondiale della compreunicazione scientifica con il PCTS 2012 (e un anticipo mercoledì con il caffè-scienza)". Firenze è infatti la sede prescelta per la 12ma conferenza mondiale della PCTS, The International Network on Public Communication of Science and Technology che si terrà al Palazzo dei Congressi.

 

16/4/12-USA

·         L'Environmental News Service ha oggi un articolo che può fornire qualche spunto a chi volesse distribuire materiale informativo sull'impegno di alcune persone che potrebbero suscitare interesse e voglia di emulazione per il loro impegno a difendere un mondo in cui la sopravvivenza di molte specie è oggi minacciat e in cui diventano sempre più flebili le voci di chi ricorda la necessità di difendere l'ambiente e la natura, ma anche le condizioni per garantire soprattutto cindizioni accettabili e non penalizzanti per le future generazioni.
Queste persone sono i 6 vincitori del Goldman Environmental Prize, attribuito ad una persona per ogni continente, Gia nel titolo dell'articolo non ci si vergogna di sottolineare come ciascuno di questi 6 ambientalisti rischi la sua vita, o per contrastare la costruzione di una diga, o per chiedere che si riduca l'inquinamento dell'aria in Cina, o per difendere le foreste vicino a Mosca o le popolazioni dell'Alaska minacciate dalle devastazioni ambientali connesse con la ricerca petrolifera.
Questi i nomi di questi coraggiosi che si mobilitano per difendere la sopravvivenza delle loro terre e il futuro dei loro figli: Ikal Angelei, Ma Jun, Evgenia Chirikova, Fr. Edwin Gariguez, Caroline Cannon, e Sofia Gatica.
Chi volesse verificare il successo delle loro iniziative, puo' informarsi presso il blog o iscriversi all'RSS Feed.

 

16/4/12-IT

·         [da  Siena.Free.it] Mercoledì 18 aprile alle ore 10,30 sarà in scena al Teatro Politeama di Poggibonsi lo spettacolo "Charles Darwin... come confessare un omicidio" a cura di Teatro Riflesso per la regia di Alessandro Scavone e Irene Biancalani e musiche di Stefano Cencetti. La commedia musicale tratta dal romanzo "Dilettanti" di G. Barbujani nasce da un progetto voluto da F. Frati  Università di Siena) sostenuto dalla Provincia di Siena e destinato alla divulgazione della scienza attraverso un canale creativo come quello del Teatro.

 

16/4/12-USA

·         [da NCSE] Il NCSE ("Continued boos for Tennessee's monkey law") sta seguendo il dibattito sollevato in seguito all'approvazione recente della legge HB0368 che protegge gli insegnanti che nelle loro classi esagerassero nel contestare, anche oltre i limiti del necessario ragionamento scientifico, le attuali conoscenze che permettono di affrontare, gestire e utilizzare le conoscenze accumulate dai ricercatori nel campo dell'evoluzione e del cambiamento climatico, ma anche dell'origine della vita e delle cellule staminali.
Viene citato ad esempio un articolo preoccupato del New York Times di ieri ("Pseudoscience and Tennessee’s Classrooms"), in cui si ricorda che ancora oggi, dopo 87 anni dal processo Scopes (del 1925, provocato da una sfida intenzionale ad una legge che minacciava di punire i docenti che a scuola avessero parlato di conoscenze scientifiche ormai ben consolidate, come la teoria dell'evoluzione o l'evoluzione dell'uomo) il Tennessee è ancor oggi all'avanguardia con le sue posizioni antiscientiche e irrazionali. Per fortuna né il Tennessee né altre zone del paese sono oggi, come nel 1925, ostaggio di bande di razzisti fanatici incappucciati che intimorivano neri, ebrei ma anche cattolici, allora soprattutto immigrati italiani.
Il Washington Post di ieri in realtà nel suo editoriale, svela l'obiettivo di una legge che ha "più debolezze che punti di forza"; considera infatti che mai nessun docente di scienze rischia alcunché, nemmeno negli USA, quando presenta in modo critico le diverse ipotesi alternative considerate un tempo valide nonostante non fossero verificabili in alcun modo. E' infatti la procedura didattica necessaria per far capire il metodo con cui oggi nel mondo occidentale prevalgono le ipotesi che oggi gli scienziati, e magari i Nobel in particolare, ritengono migliori, in quanto più dimostrate e/o più utili, di altre precedenti meno valide o motivate ideologicamente,. Il WP evidenzia come la legge permetta invece di andare ben oltre la discussione neutrale delle alternative. La procedura scelta dal Tennessee, che passa attraverso poche decine di politici, magari ignoranti e spesso condizionabili, è certamente quella che si prospetta meno rischiosa per i creazionisti. 

 

15/4/12-AUSTRALIA

·         [da the Telegraph] In occasione di un viaggio di Richard Dawkins in Australia è stato realizzato un dibattito con la massima autorità cattolica, il cardinale di Sydney, Gorge Pell. Un paio di gaffes sulle qualità morali e intellettuali degli ebrei e sui destinatari delle sofferenze causate dall’olocausto (la frase “probably no people in history have been punished the way the Germans were” è stata corretta solo parzialmente, in seguito ad un sollecito del moderatore) hanno richiesto precisazioni e scuse a posteriori (“Cardinal Pell subsequently issued a statement clarifying his comments and insisting he did not intend to offend the Jewish community.”).
Lo racconta oggi anche un articolo del Telegraph (“
Australia's most senior-ranked Catholic says Jews 'intellectually and morally inferior’”). Spunti e spezzoni del dibattito sono recuperabili sul CamberraTimes, mentre il dibattico completo è disponibile qui con qualche commento o qui su YouTube. 

 

15/4/12-USA

·         Vista la grande diffusione dei festival della Scienza in Italia (Genova e Roma sono i principali, ma ce ne sono tanti altri più piccoli), non possono certo mancare Festival della Scienza negli Stati Uniti. Così si scopre che negli USA non sono certo iniziative tradizionali. Il prossimo è solo il "2nd USA Science & Engineering Festival" e si terrà a Washington il 27 e 28 aprile e i visitatori potranno ammirare "3,000 fun, interactive exhibits, more than 100 stage shows and 33 Author Presentations".
Può quindi stupire notare che a Genova invece ce ne sono già stati addirittura 9, e il prossimo, quello del 2012, dà già appuntamento quindi alla decima edizione che si terrà a Genova dal 25 ottobre al 4 novembre 2012. La parola chiave 2012 sarà Immaginazione e grande spazio verrà dato al coinvolgimento dei paesi di tutta l'Europa. Ci sono anche alcune novità organizzative,elencate nella pagina web..

 

15/4/12-IT

·         [da La Provincia.Cremona] Non capita a tutti di invitare qualcuno a cena e di rileggere poi, dopo più di un secolo, la discussione riportata da un libro. Questo è virtualmente possibile per C.Darwin,uno degli scienziati importanti la cui vita ha sempre avuto ben pochi elementi in ombra; fra taccuini, libri e lettereue scritti da Darwin, è ben difficile, anche se qualcuno ci prova, raccontare qualcosa che non possa essere controllato e verificato.
Ai numerosi testi di Darwin si possono poi spesso aggiungere anche i testi scritti da chi l'ha incontrato. come nel caso dei partecipanti a questa cena con personaggi ben assortiti, raccontata da Federico Focher nel libro "
Due Atei, un Prete e un Agnostico. Pranzo a casa Darwin" pubblicato da CentoTalleri e recensito da M.Ferraguti il 10/5/12 su Pikaia.
Sulla cena, e sul tema piuttosto intrigante, tanto che la moglie ha aggiunto un altro posto a tavola,un prete, hanno raccontato in giro qualcosa
i due ospiti principali,  materialisti ed anticlericali, L.Büchner ed E.Aveling.
Un giorno speriamo possa finire il giochino ben noto ai creazionisti USA e turchi di associare Darwin a Hitler, magari sorvolando sulle chiese che nel 2008 hanno coraggiosamente chiesto scusa per l'applicazione di massa in decine di stati USA di pratiche eugenetiche nel paese in cui la segregazione razziale esisteva anche secoli prima di Darwin, e in cui nel 1865 nacque il movimento decisamente razzista del KKK, certamente meno interessato alla scienza e alla cultura rispetto ai creazionisti. Quel giorno spero non ci sia nessuno che cerchi ulteriori spunti nel libro che il commensale di Darwin, L.Büchner, scrisse nel
1894, "Darwinismo e socialismo"...

 

14/4/12-USA

·         Decisamente intrigante il fatto messo in evidenza in un recente articolo pubblicato da PLOS ("Antibiotic Resistance Is Prevalent in an Isolated Cave Microbiome"); riguarda aspetti dell'evoluzione di specie simili a quelle con cui conviviamo quotidianamente e con cui si sono istaurati negli ultimi secoli, ma soprattutto nell'ultimo, compressissimi meccanismi di coevoluzione che sono fondamentali anche per garantire la nostra sopravvivenza.
Basti pensare che ognuno di noi convive con un numero di batteri che è triplo rispetto alle cellule che si porta intorno quotidianamente. Il problema della convivenza con questo insieme di microrganismi, per fortuna in gran parte utili e necessari, non è certo semplice e si basa anche su delicati equilibri. 
Nell'articolo si evidenzia davvero una novità: si dimostra la  presenza, in una caverna isolata da mondo esterno negli ultimi 4 milioni di anni, di batteri resistenti oggi anche a 14 diversi tipi di antibiotici.
Da una parte è la conferma che non è solo la selezione naturale a permettere la comparsa di forme batteriche resistenti (e questo potrebbe creare problemi, ma solo a Darwin... o a chi non gli crede e pensa che la selezione naturale non sia un meccanismo evolutivo) ma dall'altro ci ricorda che da qualche parte, in ambienti mai esplorati dall'uomo, esistono certamente forme viventi che potrebbero essere un rischio per la sopravvivenza della nostra specie.
Già sapevamo di virus estremamente letali con cui probabilmente siamo entrati in contatto solo in quest'ultimo secolo, come Ebola e altri filovirus giunti all'uomo tramite contatti poco protetti - davvero non è prudente usarli come cibo, visto che siamo strettamente imparentati con loro, con primati delle foreste africane; nello stesso tempo potremmo sperare di poter trovare ancora, sempre in zone poco studiate, forme viventi che potrebbero ancora fornire sostanze nuove magari utili per la nostra sopravvivenza.
Sempre che si sia furbi e si lasci ai biologi il tempo di poter studiare la biochimica delle migliaia di specie di esseri viventi, animali e piante, che vivono in queste zone che stanno per essere in gran parte desertificate. Mi riferisco ovviamente alle aree dei paesi tropicali, un tempo ricoperte soprattutto da foreste, ed oggi destinate a colture industriali destinate ai paesi sviluppati.
La "conquista" e la conoscenza di queste aree sarebbe probabilmente più utile e meno costosa della "conquista" di Marte.

 

13/4/12-USA

·         Un recente (6/4) articolo sull'American Journal of Human Genetics ridefinisce lo standard univerale (o meglio, per ora, solo terrestre) per quanto riguarda la sequenza di riferimento per il DNA mitocondriale umano. Non si userà più la Cambridge Reference Sequence (rCRS), una sequenza europea pubblicata nel  1981, ma una sequenza (RSRS= Reconstructed Sapiens Reference Sequence) che fa riferimento alla sequenza del DNA mitocondriale neandertaliano; si tratta, come si può intuire, di una rivoluzione copernicana; anche qui l'uomo non ha più una posizione centrale. 
L'articolo che verrà da oggi citato come riferimento per caratterizzare i 15451 DNA mitocondriali finora sequenziati è quindi: Doron M. Behar, Mannis van Oven, Saharon Rosset, Mait Metspalu, Eva-Liis Loogväli, Nuno M. Silva, Toomas Kivisild, Antonio Torroni and Richard Villems: A “Copernican” Reassessment of the Human Mitochondrial DNA Tree from its Root. Un altro recente lavoro che getta nuova luce su alcuni aspetti dell'evoluzione umana in particolare nella fase della prima espansione dell'Homo sapiens nei territori che sappiamo erano occupati da altre specie o sottospecie, è quello pubblicato il 16/3 su Science (J. R. Stewart, C. B. Stringer: "Human Evolution Out of Africa: The Role of Refugia and Climate Change")  Un articolo di Science racconta che si è svolto a Portland, al congresso degli antropologi americani, l'Anthropological Casting Call, a cui hanno partecipato più di 100 antropologi, interessati a vedere e toccare calchi di fossili su cui non avevano mai avuto la possibilità di mettere le mani, anche perché non ne vengono diffusi i calchi nonostante magari siano stati scoperti anni fa, in quanto si aspetta di concludere analisi che diventano sempre più complessi per la necessità di inserire ogni reperto all'interno di un numero sempre maggiore di ritrovamenti precedenti. C'erano anche calchi dei reperti di Denisova..

 

13/4/12-IT

·         [da Pikaia] Il 18 aprile, terzo appuntamento con il ciclo di conferenze 'Voglia di Evoluzione' all'Università degli Studi di Milano. Ospite Marcello Buiatti (UNIFI) "Epigenetica: discorsi intorno a una "nuova" scienza ". Questo termine, che nella formulazione originaria risale già ad Aristotele, sta oggi a indicare tutte quelle forme di ereditarietà biologica non direttamente collegate all'espressione genica. [da Pikaia] Le Scienze, aprile 2012; Evoluzione umana ed evo-devo tra gli argomenti dell'ultimo numero di Le Scienze, da alcuni giorni in edicola

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11/4/12-USA

·         Ogni tanto qualcuno prova a discutere l'utilità di costosi convegni ("Are Medical Conferences Useful? And for Whom?"); non si nega l'importanza di iniziative che permettono di incontrare contemporaneamente molti colleghi con cui magari si collabora e o si collaborerà, o di diffondere presso i colleghi, discutendone insieme, i risultati delle proprie ricerche, ma si può dubitare che sia utile permettere di pubblicizzare in questo modo anche risultati di ricerche non ancora adeguatamente verificate nemmeno con i criteri minimi utilizzati per certificare le pubblicazioni scientifiche degne di considerazione.
Per non parlare del grave rischio di illudere che un DVD o magari un video su You Tube di una persona che racconta qualcosa al microfono di un convegno possa far credere che dica qualcosa di interessante o utile anche se non è competente o se racconta solo le sue opinioni e i suoi dubbi da inesperto.
Sul blog dell'antropologo J.Hawks, che sta partecipando in questi giorni all'81' convegno dell'AAPA (American Association of Physical Anthropologists, i bioantropologi statunitensi) di Portland, si presenta ("A plenary of plenty") un'interessante iniziativa, utile sia per la ricerca che per la didattica, che approfitta proprio della presenza contemporanea di migliaia di colleghi. [Chi volesse sapere di che cosa si occupano, qui trova il programma del congresso].
Come sicuramente avrà capito chi ha visitato la mostra di Roma sull'evoluzione umana (“Homo sapiens”), non è facile capire l'evoluzione biologica e in particolare l'evoluzione umana senza avere la possibilità di toccare o almeno guardare le ricostruzioni tridimensionali che permettano di capire come sia cambiata negli ultimi milioni di anni la struttura fisica delle specie che ci hanno preceduto. E' quindi assolutamente necessario vedere immagini, ma è certo molto meglio poter disporre di oggetti tridimensionali, gli unici che possano permetterci di immaginare come apparissero i nostri antenati.
Immagino che la visione dei calchi di ominidi alla mostra di Roma abbia finalmente permesso di capire anche concetti che sappiamo essere spesso errati o distorti anche nella testa di molti che credono di aver capito tutto dell'evoluzione e si dilettano ad insegnarla approfittando del fatto che le parole circolano oggi senza problemi, senza controlli e magari anche senza costi grazie ad internet.
Sicuramente i visitatori della mostra avranno notato come siano oggi sempre più numerosi i fossili che descrivono la nostra storia evolutiva (e se ne scoprono di nuovi quasi ogni anno); non deve quindi essere difficile capire che ci siano grossi problemi nella diffusione di materiale informativo ANCHE all'interno della comunità mondiale degli antropologi, spesso costretti anche loro a studiare immagini bidimensionali la cui capacità descrittiva è decisamente limitata, non permettendo di analizzare in modo adeguato reperti fossili che spesso poi oggi rimangono per lunghi anni privi di pubblicazioni con analisi e confronti dettagliati.
Questo era un problema che era ben noto da anni ma che non si riusciva a risolvere, non solo con gravi danni per la diffusione delle conoscenze fra gli esperti e fra i meno esperti, ma purtroppo con enormi vantaggi per chi non aveva difficoltà ad approfittare dell'ignoranza del pubblico per continuare a diffondere rappresentazioni errate del processo evolutivo. 
Nel blog di J.Hawks si spiega appunto cosa si stia facendo in questi giorni per utilizzare il convegno di Portland anche come un'occasione di aggiornamento culturale per i partecipanti, approfittando della presenza contemporanea sia di antropologi attuali che di copie tridimensionali di molti reperti fossili di ominini.
E' auspicabile che dal 9 aprile, almeno fra i visitatori della mostra, non ci sia più nessuno che creda ancora che l'aumento della dimensione dell'encefalo sia il primo cambiamento nell'evoluzione verso l'uomo; è lo stesso errore che facevano ancora anche gli esperti al tempo dello scherzo dell'uomo di Piltdown, ai primi del '900. Purtroppo pochi conoscono il significato delle impronte di Laetoli, attribuite all'Australopithecus afarensis, un bipede di 3,6 milioni di anni fa, che di cervello ne aveva davvero ancora poco.
PS: la mostra riaprirà a Trento il 21 settembre 2012. I romani invece sono fortunati: di evoluzione umana si parla anche al museo Pigorini, dove è disponibile anche una gran quantità di copie tridimensionali di crani di ominini fossili.

 

11/4/12-IT

·         Anche Repubblica riporta oggi ("Clima, la scoperta degli scettici del riscaldamento globale") la notizia della scoperta pubblicata da Nature il 5/4. La notizia è accompagnata dal sostegno di R.Muller un fisico che sembra essersi convinto solo da un anno che le preoccupazioni per il futuro del pianeta sono ragionevoli e giustificate, per cui l'hanno convinto; come sta avvenendo, dice, con gli americani, che ormai al 62% crederebbero che è iniziato un processo di riscaldamento della superficie terrestre; di questo 62% un sondaggio del dicembre 2011 ha verificato che ben l'85% attribuisce un contributo importante alle attività umane. Ovviamente anche la scoperta di Jeremy D. Shakun, deve trovare ulteriori conferme da ulteriori ricerche sperimentali, com'è normale in campo scientifico, dove i sondaggi dovrebbero essere utilizzati solo per valutare le opinioni e non i fatti. Sulla Stampa invece si parla di scimmie, o meglio di un confronto sperimentale fra un gruppo di bambini e un gruppo di scimpanzé e di cebi nel risolvere problemi complessi, che richiedevano anche collaborazione e scambio di informazioni ("Perché la terra è nostra e non degli scimpanzé"). ll gruppo di ricerca era quello del "center of social learning and cognitive evolution" di St.Andrews (Scozia), diretto da Kevin Laland. Ovviamente sappiamo che la terra è destinata a durare ancora milioni o miliardi di anni, per cui occorrerà mantenersi costantemente vigili e collaborativi,  soprattutto migliorando la capacità di identificare rapidamente le persone più oneste e competenti che ci circondano... solo così la terra continuerà ad essere ancora "cosa nostra"

 

10/4/12-USA

·         [da NCSE] Nonostante le numerose petizioni (una anche da parte di un creazionista!) che sul suo tavolo si sono affiancate alla legge da firmare, il governatore del Tennessee non ha respinto la proposta di legge che prevedeva la possibilità per gli insegnanti di insegnare anche le ipotesi alternative, non dimostrate e magari pure non dimostrabili, alla teoria dell'evoluzione nella versione attuale. Il governatore infatti ha lasciato scadere i termini per repingere la legge ma ha pure preferito non aggiungere la sua firma a questa legge, che comunque è entrata in vigore lo stesso. La direttrice del NCSE, Eugenie Scott ha ricordato che. Possiamo sperare cbe la legge rimanga in vigore molto meno tempo del Butler Act che diede origine al processo Scope del 1925. Quella legge infatti, pur inutilizzata, finì nel cestino solo nel 1967.

 

6/4/12-USA

·         [da NCSE] Forse pochi in Italia conoscono il progetto Steve, visto che nessuno in Italia ha mai provato a far apparire più numerosi ed autorevoli gli esperti antievoluzionisti o creazionisti che per motivi ideologici cercano di ostacolare la diffusione della teoria dell'evoluzione prima che se ne sviluppi una migliore di quella attuale.
Negli USA invece gli antievoluzionisti sono riusciti a mettere insieme qualche centinaia di laureati (fra 700 e 800, ma la lista "Scientists who dissent from Darwinism", non è più numerata...) disposti a firmare un documento che raccoglieva la loro confessione di non essere per niente convinti della teoria dell'evoluzione.
Il problema era proprio che la maggior parte delle persone che avevano firmato quest'appello aveva molto probabilmente dei seri problemi a capire i concetti e i termini necessari per capire la teoria dell'evoluzione. E questa incompetenza della maggior parte dei firmatari (molti erano medici o ingegneri) è svelata in un video che ha indagato meglio sul numero di non esperti fra i 700 che non erano convinti di uno dei risultati più importanti dell'evoluzione culturale umana degli ultimi secoli.
La bella notizia è che il PROJECT STEVE è arrivato a raccogliere ben 1200 nomi di laureati in materie biologiche ma non solo; sono caratterizzati dal fatto dichiamarsi tutti Steven (come Steven J.Gould). E' evidente il peso proporzionalmente incomparabilmente maggiore di 1200 esperti aventi un unico nome proprio ... 

 

5/4/12-UK

·         Su Nature viene pubblicato un articolo che certo sembra fornire un forte sostegno all'ipotesi che sia l'aumento della CO2 a precedere (fra -18k e -10k anni fa) l'aumento di temperatura ("Global warming preceded by increasing carbon dioxide concentrations during the last deglaciation"); è un dubbio oggi più angosciante rispetto a quello, ormai risolto grazie alla teoria dell'evoluzione, dell'uovo e della gallina. Rimane da attendere che altri propongano spiegazioni migliori rispetto a quelle proposte, non senza una certa preoccupazione vista la vicinanza al mare, da Jeremy D. Shakun di Harvard.

 

5/4/12-IT

·         [dal Corriere] Una distesa disseminata di centinaia di pietre bifacciali scheggiate dai primi uomini - amigdale acheuleane - risalenti ad un milione di anni fa. È la scoperta effettuata in Eritrea da una missione internazionale a guida italiana (prof.Coppa di Roma) nel sito di Mulhuli-Amo, in Dancalia. Oltre alle amigdale, la spedizione ha rinvenuto alcuni frammenti di ossa craniche e un dente. Davvero impressionanti le foto della centinaia di amigdale che sono state trovate, il prodotto del lavoro dei nostri antenati di un milione di anni fa.

 

3/4/12-USA

·          [da NCSE] Sono stati da poco pubblicati negli USA i risultati di un sondaggio (Attitudes Toward Science Education: Key Findings From A National Survey) che ha cercato di valutare sia la qualità della formazione scientifica che l'importanza che ad essa si attribuisce per garantire il mantenimento della buona posizione del paese nel mondo. Il 97% degli intervistati riteneva che fosse molto importante il continuo miglioramento della qualità della formazione scientifica, soprattutto perché si riconosceva che la qualità fosse attualmente insufficiente: "Science teachers have long understood the value to students of a high-quality science education and it's encouraging to see that voters also understand the value of a robust science education—for students as well as for our nation's ability to compete. This is exactly why 26 states have come together to develop Next Generation Science Standards". [da LeScienze]  ci ricorda che una delle date più importanti dell’evoluzione umana che vorremmo conoscere con più precisione, quella della scoperta del fuoco, purtroppo ci sfugge e difficilmente riusciremo a definirla con precisione. La data, circa un milione di anni, proposta da quest'articolo retrodaterebbe di circa 300.000 la data precedentemente proposta per il primo fuoco controllato.
Il problema è che ci sono diversi aspetti da considerare:
- non è facile riconoscere con certezza il sito in cui un fuoco è stato acceso per breve tempo.
-
è abbastanza facile accendere un fuoco
- la capacità di accendere e controllare un fuoco fornisce un enorme vantaggio adattativo; in particolare permette di colonizzare ambienti sempre più lontani dall’equatore, di espandersi quindi in zone in cui la temperatura cambia durante l’anno
- il fuoco sarebbe stato quindi utilissimo se non indispensabile per la colonizzazione delle aree del Caucaso, che noi sappiamo colonizzate dall’H.ergaster circa 1.800.000 anni fa (Dmanisi; latitudine simile a quella di Foggia)

 

3/4/12-IT

·         In questi giorni molti quotidiani citano i risultati, in parte inattesi, di un’indagine svolta in 4 regioni dalla Fondazione Agnelli, che intendeva verificare la diversa efficacia delle scuole superiori nel preparare studenti che dessero buona prova di sé nel superare - bene e rapidamente (si sono valutati infatti sia i risultati sia la velocità dimostrata nell’ottenerli) - le difficoltà del primo anno dell’università.
Sia in Piemonte che in Lombardia si è notato che risultati molto buoni sono arrivati da studenti di scuole della provincia più che dai capoluoghi (a Milano città per esempio sono poche le scuole con i risultati migliori della Lombardia). Sono stati molto buoni anche i risultati ottenuti dagli studenti usciti dagli istituti tecnici.
Interessante il fatto che i risultati migliori in Lombardia vengano da un istituto tecnico per geometri parificato di Desio, anche se viene fatto notare che l’istituto è stato poi chiuso per mancanza di studenti, diventati sempre meno negli ultimi anni. Se questa situazione molto particolare (e economicamente insostenibile) spiega l’ottimo risultato di questa scuola, complessivamente gli istituti parificati non stanno nella parte alta della classifica sia in Lombardia che in Piemonte.
Nei prossimi giorni nel sito della Fondazione compariranno le altre graduatorie.
Una recente pubblicazione della Fondazione Agnelli (“I nuovi laureati”, 24/1/12) illustra gli effetti della riforma del 3+2 sui livelli di scolarità universitaria della popolazione italiana.
L’aspetto che risulta sempre preoccupante è che non si riesce ancora a superare l’enorme gap per la percentuale di laureati nella popolazione adulta, sia rispetto ai paesi con cui oggi l’Italia è oggi in competizione che rispetto alle competizioni future, quando si vedrà soprattutto il confronto fra i lavoratori italiani e quelli di paesi emergenti proprio perchè danno più importanza alla scienza e alla cultura. 
Un’altra indagine della Fondazione Agnelli illustra la possibilità di occupazione dei nuovi laureati.
Visti i risultati delle indagini della Fondazione Agnelli, è davvero strano che un’associazione di genitori di scuole cattoliche scommetta e investa forse anche soldi su chi ("
EVOLUZIONE: I FATTI E LE TEORIE  Per una biologia libera da ideologie, anche a scuola") propone di abbassare ulteriormente la qualità dell’insegnamento proposto dalle scuole superiori parificate, forse illudendosi che una situazione irrazionale come quella che qualcuno cerca di proporre negli USA, testimoniata dalla dichiarazione generale sulla creazione, davvero un ottimo esempio di quella biologia prigioniera delle ideologie che si illuderebbero di evitare.
Anche una recente indagine del ministero dell'istruzione, pubblicata ieri nel sito, evidenzia come siano altri e ben più seri i problemi di cui l’Agesc dovrebbe preoccuparsi (“Le private? Sono dieci anni indietro. Gap tecnologico delle scuole paritarie”).

 

2/4/12-IT

·         [da Pikaia] Il Centre for Research in the Arts, Social Sciences and Humanities di Cambridge organizza dal 19 al 20 aprile il congresso "Darwin and Human Nature" per approfondire la definizione di essere umano, dalla seconda metà dell'Ottocento a oggi, come risultato di una serie di categorie tra loro intersecate: umano/animale, civilizzato/selvaggio, donna/uomo, mente/macchina, natura/cultura. Il congresso ospiterà alcuni dei maggiori studiosi in questo campo, esaminando il modo in cui diverse discipline hanno costruito e criticato questi confini, riflettendo sull'eredità attuale della visione darwiniana dell'uomo.

 

1/4/12-USA

·         Dovrebbe essere disponibile sul sito di Current Anthropology  un intero volume (340 pagine, ottobre 2011) su “The Origins of Agriculture: New Data, New Ideas; sono gli atti di un Wenner-Gren Symposium curato da Leslie Ayello. Dovrebbe essere accessibile anche il più recente volume (2012), anche questo prodotto di un Wenner-Gren Symposium, The Biological Anthropology of Living Human Populations: World Histories, National Styles, and International Networks; qui ci sono molti articoli sulla storia dell’Antropologia biologica nel 20’ secolo in vari paesi del mondo (SudAfrica, USA, Francia, Germania, Giappone, Norvegia, UK). Convegni precedenti disponibili sono quelli del 2011 (“Corporate Lives: New Perspectives on the Social Life of the Corporate Form: Edited by Damani J. Partridge, Marina Welker, and Rebecca Hardin”), del 2010 (“Engaged Anthropology: Diversity and Dilemmas”) e del 2009 (“Working Memory: Beyond Language and Symbolism”). Decisamente per un po’ c’è da leggere qualcosa di interessante.
Molto vecchi sono invece i fascicoli speciali del 2004 (“Special Issue Agricultural Origins and Dispersal into Europe”), del 2003 (“Multiple Methodologies in Anthropological Research”) e del 2002 (“Repertoires of Timekeeping in Anthropology,”)

 

 

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 MARZO 2012

31/3/12-IT

·         [da Pikaia] Martedì 3 aprile alle 17.45, al Museo di Storia Naturale di Milano si parla di neuroni specchio con Vittorio Gallese e Edoardo Boncinelli (“IO, NOI, IL MONDO...UNA SEPARAZIONE DA RICOMPORRE? La scoperta dei neuroni specchio e le nuove prospettive di ricerca”). Locandina. [da GravitàZero] Si è concluso oggi a Rovereto (Trento) nella Sala Conferenze del MART un convegno organizzato dalla Rete di Scuole Passaggi e dalla Società Italiana per le Scienze Umane e Sociali:
IL LICEO DELLE SCIENZE UMANE: UN NUOVO DIALOGO TRA UMANISTI E SCIENZIATI - SAPERI E LINGUAGGI NELLE PRATICHE EDUCATIVE  

 

 

30/3/12-USA

·          [da NCSE] Per fortuna in Italia, anche grazie alle posizioni e alla struttura gerarchica della chiesa cattolica la situazione delle polemiche antievoluzioniste è decisamente migliore rispetto agli USA, anche se non manca l’iniziativa anarchica di qualcuno che chiede il rispetto di coerenze anche ad idee ormai ritenute irrazionali, probabilmente rimpiangendo i tempi (2002) in cui gli ultimi papi ricevevano ancora in Vaticano i creazionisti biblici del Kolbe Center riuniti a Roma in convegno. [Nel 2008/09 hanno fatto ben 3 ridicoli convegni, ma i tempi erano cambiati nessuno ha pensato fosse utile riceverli].
Dopo l'approvazione definitiva nel Tennessee della cosiddetta "monkey bill" che garantisce una certa “copertura” agli insegnanti delle scuole pubbliche che volessero mettere in dubbio l'evoluzione o addirittura la teoria dell'evoluzione che la garantisce come fatto grazie alla spiegazione scientifica, è iniziata una mobilitazione con l’invio di lettere ai quotidiani per convincere il governatore a non firmare la legge. [da NCSE] Un fisico amico e collaboratore di biologi impegnati nella difesa della teoria dell'evoluzione, Lawrence Krauss, ha ricevuto un prestigioso premio (il National Science Board's 2012 Public Service Award) per la sua attività in difesa della cultura scientifica, Krauss aveva già ricevuto dall'NCSE il premio "Amico di Darwin". Qui alcuni suoi video in inglese-

 

 

30/3/12-IT

·         [da Oggiscienza] Nell’Aula Magna del Museo di Storia Naturale di Milano si terrà la conferenza di chiusura della mostra I viaggi di Luca Cavalli Sforza – Ancora una volta ero io il curioso, organizzata da Codice. Idee per la cultura e promossa dal Comune di Milano, dal Polo Musei Scientifici e dal Museo Civico di Storia Naturale di Milano, con il contributo della Fondazione Garrone e della Fondazione Bracco. La mostra è stata organizzata in occasione del novantesimo compleanno di Luca Cavalli-Sforza e la conferenza conclusiva sarà l’occasione per presentare LANGELIN (LANguage-GEne_LINeages), un nuovo progetto di ricerca che cerca di aggiungere qualche tassello al grande albero delle lingue e dei geni delle popolazioni umane, partendo proprio dalle ricerche di Cavalli-Sforza.

 

 

29/3/12-IT

·         [da Oggiscienza] Anche un post di S.Coyaud sull’incredibile happy hour a Verona, organizzato per far notare che in Italia da quest’anno non sono solo sociologi o  ingegneri avventisti o storici del cristianesimo a travestirsi da improbabili esperti per diffondere nel nostro paese le traduzioni delle critiche dei creazionisti USA alla biologia moderna, confermata da 150 anni di lavoro e di ricerca.
Non stupisce quindi che i genitori delle scuole cattoliche siano stati ben contenti di poter garantire un salto di qualità (evitando gli errori clamorosi che resero sospette o inaccettabili le iniziative della concorrenza, come nel caso dell’argilla che si trasformava in carbone o le improbabili datazioni proposte dai creazionisti biblici);  incaricare di questa incombenza proprio due biologi che ogni mattino insegnano nelle scuole anche la moderna biologia è certo una soluzione che dà maggiori garanzie di competenza, se non anche di serietà.
Uno di essi fino ad un anno fa si dilettava, anche dopo il lavoro, a divulgare le basi della teoria dell’evoluzione; qui un esempio della sua competenza nel far capire la selezione naturale, da lui dimostrata, come avviene su ogni testo scolastico serio, anche con uno dei tanti noti esempi di melanismo industriale, che oggi pochi contestano.
Probabilmente la sua attività di divulgazione non aveva suscitato il successo sperato nel suo ambiente culturale, visto che è stato indotto a chiudere improvvisamente un intero sito web da lui dedicato all’insegnamento “cattolico” delle scienze (chimica, fisica e biologia), mai più riaperto nonostante le promesse. Probabilmente la nomina, avvenuta da pochi mesi, di W.Arber, un biologo molecolare, neodarwinista e premio Nobel, a presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, ha reso superfluo il fatto che nel mondo cattolico si gestissero iniziative affidate a esperti probabilmente meno prestigiosi e qualificati.
Era probabilmente inutile presentare in una pagina web interpretazioni, magari imprecise, degli esperimenti di R.Lenski che dimostrano l’evoluzione biologica, quando poteva certo farlo meglio Werner Arber, che proprio con R.Lenski aveva coltivato migliaia di generazioni di batteri.

 

 

28/3/12-IT

·         Nel blog Apocalisse laica si può trovare un post (“Elezioni Usa, è battaglia tra scienza e fede”) su un aspetto probabilmente non secondario nella sfida elettorale in atto negli USA: il coinvolgimento anche di Darwin e della conseguente teoria dell’evoluzione fra i temi in discussione. Questo soprattutto per la presenza di un candidato che da anni si sapeva interessato a trascinare nel dibattito politico anche queste tematiche che con la politica (e con la religione) proprio non hanno affinità. L’articolo è seguito da un’intervista a Telmo Pievani che inquadra l’abitudine USA a mescolare scienza, politica e religione, probabilmente approfittando dell’assenza di una struttura gerarchica che (almeno teoricamente, visto quel che avviene in Italia in questo periodo) dovrebbe dare indicazioni precise almeno ai fedeli che vogliono apparire più fedeli. Alla fine c’è anche l’intervista ad un giornalista sui temi più politici.   [da Pikaia] Il 3 aprile, a Bari si terrà l'interessante convegno "L'altro lato del lungo ragionamento di Darwin: variazione, ereditarietà e origine delle specie". Queste le relazioni:
- Alessandro Volpone, Variazione ed ereditarietà in Darwin
-
Giorgio Bernardi, L'evoluzione nell'epoca della genomica
-
Mariano Rocchi, Una variabilità imprevedibile
- Mario De Tullio
, Trasferimento genetico orizzontale nelle piante: dall'endosimbiosi agli innesti Al Salone del Restauro di Ferrara (28-30 marzo 2012) presso il padiglione 5 (Teknehub) viene presentato un  percorso museale innovativo e realizzato con l’impiego di tecnologie digitali avanzate per la rappresentazione di materiale antropologico in 3D e di realtà aumentata. Questa mostra interattiva sulla necropoli di Spina è intitolata “Spina: le ossa raccontano…”. Qui alcuni dei video. Visto l’attivismo di chi alimenta le paure verso alcuni aspetti della realtà che da qualche secolo sono indagati con grande successo dalla scienza più che dalle diverse “teologie”, per rimanere nel contesto italiano può essere magari utile verificare alcune dichiarazioni di biologi evoluzionisti, a cui il Vaticano ha attribuito negli ultimi anni ruoli rilevanti (e a cui si aggiungono i biologi evoluzionisti oggi inseriti nella PAS). Soprattutto allo scopo di verificare se le opinioni che hanno favorito il loro successo presso il Vaticano si avvicinano a quelle dei partecipanti alla tavola rotonda di Verona o a quelle di W.Arber, da un anno nominato dal papa presidente della PAS ...
Una prima consulenza è stata quella chiesta dal papa quando nel 2006 organizzò a Castelgandolfo un seminario su "Schöpfung und Evolution", creazione ed evoluzione, organizzato con i suoi allievi. In questo articolo (“Il professor Ratzinger rivà a scuola. Un anno fa l’islam, quest’anno Darwin”) il vaticanista Sandro Magister ha presentato questo famoso Schülerkreis, mentre un articolo di J.Allen su NCR dell’11/8/06 (“
The pope's Schülerkreis takes on 'Creation and Evolution”) presenta i partecipanti alla riunione. Come si può verificare, un ruolo importante era stato attribuito al card.Schönborn, che d’altronde già si era esposto sul problema nel 2005 con un’iniziativa abbastanza insolita: un editoriale sul New York Times del 5/7/05 (“Scoprire un disegno nella natura”) con cui appoggiò l’Intelligent Design USA; anche se nessuno si accorse dello stravolgimento di una frase citata di GP2 (confuse addirittura “evoluzione” con “teoria dell’evoluzione”), raccolse però soprattutto critiche, come quella dell’antropologo e sacerdote F.Facchini, sull’Osservatore Romano del 16/1/06, e quella preoccupatissima e ben motivata di un biologo dell’università cattolica USA di Notre Dame con un intervento nel sito dell’università (Gary Belovsky: Darwinism and Catholicism should be compatible).
Il consulente esperto di evoluzione che partecipò allo Schülerkreis su “Evoluzione e Creazione” fu Peter Schuster, un biologo molecolare, presidente dell’Accademia delle Scienze austriaca, già conosciuto dal card. Schönborn. Un’intervista interessante a P.Schuster, realizzata dal vaticanista John Allen il 17/8/06 sul NCR, quotidiano cattolico USA, ci permette indirettamente di conoscere quale fosse il profilo indicato dal papa per l’esperto da invitare (“
a scientist who in no way can be suspected of being a creationist”) ma anche quali fossero le sue opinioni sul tema dell’incontro (“Biology by no means disproves the idea of a Creator. The point is that we don’t need a Creator to explain what we see. Darwin showed how natural development can lead to new species. Today we understand this much better, and there’s no evidence that can’t be explained within this general framework”).
Il cardinale gli chiese inoltre di fare a Castelgandolfo “more or less the same talk I gave at Traunkirchner”. Le diapositive del seminario citato (Evolution and Design) è tuttora disponibile in rete, per cui possiamo vederlo anche noi. Immagino che non si possa che rimanere ammirati di fronte alle immagini che illustrano alcuni processi biologici (ad esempio una sui diversi modi “inventati” dalla natura per fare un occhio) ma è possibile anche che qualcuno possa rimanere turbato dalle numerose citazioni dei lavori di Lenski e dei lavori in collaborazione fra Lenski e W.Arber (come “Genomic evolution during a 10,000-generation experiment with bacteria”, su PNAS). Se ho capito bene a Verona si dovrebbe continuare a criticare questo esperimento ….
Stupisce che non abbiano invitato uno degli autori di una ricerca che aborrono (insieme ai creazionisti biblici USA, non possono non saperlo), il presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, il Nobel Werner Arber. Avrebbe potuto cercare di far capire se è contento che i suoi batteri siano rimasti batteri e quindi “non evolvono”, e spiegare ai curiosi se ha mai incontrato una “mutazione che aumenta l’informazione” (e cosa capisce da questa domanda, certo ambigua se si sta parlando di mutazioni e magari si vogliono escludere le duplicazioni)!

Un secondo gruppo di consulenze furono quelle necessarie per organizzare i due convegni vaticani sull’evoluzione, il primo nel 2008 (“
SCIENTIFIC INSIGHTS INTO THE EVOLUTION OF THE UNIVERSE AND OF LIFE”, fu organizzato direttamente dalla PAS e uno dei responsabili fu W.Arber, il biologo evoluzionista premio Nobel nominato presidente della PAS nel 2011). Il secondo («EVOLUZIONE BIOLOGICA. Fatti e Teorie») fu organizzato invece nel marzo 2009 da mons.Ravasi, che si avvalse per l’organizzazione di biologi evoluzionisti italiani (furono consultati Minelli, Forestiero e Galleni); in ambito cattolico si ricorse anche alla collaborazione dei biologi dell’Università USA di Notre Dame, che già nel 2005 avevano criticato (Gary Belovsky: Darwinism and Catholicism should be compatible) l’intervento del card. Schönborn in favore dell’Intelligent Design. E’ molto interessante verificare il motivo principale della critica, che fa riferimento a una realtà oggettiva e seria che sembra gli integralisti proprio non vogliono vedere: una visione aggiornata della biologia serve a qualcosa, per chi vive nel mondo attuale: “If Cardinal Schönborn’s perspective became doctrine, no Catholic university could maintain a reputable biology or science program, because the vast majority of scientists acknowledge that overwhelming evidence supports Neo-Darwinian evolution—Notre Dame could no longer stand with Harvard, Stanford and other world-class institutions of learning... However, to search for all answers to our existence using faith alone is an abdication of human intelligenceWhile freedom of academic inquiry requires defense of Cardinal Schönborn’s and others’ rights to question evolution, the depth of their misunderstanding of modern evolutionary science must be illustrated.”).
Queste critiche del 2005 furono evidentementemente recepite da N.Cabibbo e da mons.Ravasi, tanto che creazionisti e sostenitori dell’ID semplicemente NON sono stati invitati ai due convegni vaticani (“Rome meeting snubs intelligent design, creationism”, “Intelligent Design Theory Shut Out of Vatican Evolution Conference), proprio perchè ambedue gli organizzatori intendevano realizzare convegni “intellettualmente rigorosi”, e gli stessi principali finanziatori, la Templeton Foundation, non amavano proprio i creazionisti biblici ma nemmeno i neocreazionisti dell’ID (“The John Templeton Foundation does not support research or programs that deny large areas of well-documented scientific knowledge. In addition, we do not support political agendas such as movements to determine (one way or the other) what qualified educators should or should not teach in public schools..)
Nel primo convegno un creazionista turco invadente venne allontanato da Futuyma e Ayala, mentre un noto creazionista biblico (M.Giertych) riuscì a infiltrarsi con l’inganno e a raccontare chi lo aiutò a infiltrarsi e quello che vide e fece.
Come è noto, i creazionisti USA del Kolbe Center for the study of Creation però trovarono la possibilità di organizzare sotto le mura del Vaticano ben tre convegni di creazionisti della terra giovane, di cui uno quello organizzato addirittura al CNR e a cui partecipò anche uno dei collaboratori di mons.Ravasi.

 

 

27/3/12-USA

·         [da NCSE] Intervento della presidente del NCSE, l'antropologa Eugenie Scott sull'approvazione nel Tennessee della monkey bill che aprirebbe la strada all'insegnamento del creazionismo nelle scuole pubbliche USA.

 

 

26/3/12-IT

·         [da Pikaia] Si riportano i risultati di una ricerca scientifica svolta su un gruppo di scimpanzè della Guinea allo scopo di evidenziare la relazione fra lo sganciamento parziale dell'arto superiore dalla locomozione e il trasporto del cibo. Sono state valutate condizioni diverse per quanto riguarda l'abbondanza e il tipo di risorse alimentari disponibili. Un ruolo centrale in questa modificazione del diverso ruolo dei 4 arti nella prima fase dell’evoluzione verso gli omini bipedi, avvenuto in vari milioni di anni anche in relazione a cambiamenti climatici e ambientali imponenti avvenuti in Africa orientale, l'hanno avuto certamente le caratteristiche anatomiche iniziali (la brachiazione, specifica dei primati arboricoli africani di grandi dimensioni) e i cambiamenti geologici e poi ambientali iniziati circa 8/10 milioni di anni fa con la lenta formazione della valle del Rift.
Anche in questo caso che ci riguarda direttamente è evidente che non bisogna considerare solo la biologia e la genetica ma anche come siano determinanti le condizioni iniziali, che a loro volta sono la conseguenza di adattamenti, di cambiamenti ambientali, e di eventi su cui poi agisce la selezione naturale.   Poco altro da dire sulla tavola rotonda organizzata il 29/3, dopo merenda, a Verona. Nel blog di E.Pennetta qualcuno è intervenuto suggerendo, come se l'iniziativa fosse poco seria, elenchi di prove dell’evoluzione da contestare a decine e a parole (tanto si sa c'è chi ritiene che criticare senza proporre alternative sia un diritto e sia sufficiente; magari crede che sia pure scienza; basta crederci).
Può essere utile far sapere che non è realistico illudersi oggi di arrivare primi e da soli; quelli proposti agli organizzatori sono infatti quasi sempre gli stessi temi da tempo utilizzati dai creazionisti USA; per chi non volesse arrivare impreparato alla tavola rotonda di Verona e volesse farsi notare dalle 19 in poi con domande originali (i posti a sedere sono tantissimi e non sarà facile), serve un po’ di inglese: qui nel sito Talk Origins c’è da anni An Index to Creationist Claims. Attenzione però che l’archivio delle risposte ai creazionisti fa riferimento principalmente se non esclusivamente ai creazionisti biblici (Young Earth Creationists; qui ci sono comunque alcuni esempi dei loro dubbi, che riciclano  anche come critiche).
Sarebbe meglio quindi verificare preventivamente quali dubbi importare in Italia se non ci si vuole fare identificare come YEC. Comunque sarebbe sufficiente imparare la prima parte di ogni critica, saltando la risposta corretta.
In alternativa, soprattutto se non interessa sapere che c'è una soluzione razionale, si può andare direttamente a studiarsi un elenco più ampio nel Creation WIKI.
Qui però bisogna stare attenti, in quanto sono considerati i diversi tipi di creazionismo, per cui si rischia di scoprire che vengono dai creazionisti USA molte delle critiche che escono anche da ambiti religiosi in Italia che si offendono se vengono indicati come creazionisti.
Ovviamente non bisogna stupirsi di trovare qui idee che fanno capire il grande successo dei creazionisti in alcuni ambienti, e della difficoltà di riuscire a distinguersi come Homo sapiens non creazionista; il problema imbarazzante d’altronde viene confermato anche da questa dichiarazione generale sulla creazione, che ha trovato d’accordo (è stata infatti approvata all’unanimità!) tutte le religioni USA, compresa quella cattolica; fra le firme si nota quella di W.Dembski, uno dei responsabili della diffusione dell'Intelligent Design negli USA.
Il documento conferma anche che non ci possono essere, e non ci sono, discussioni fra chi, anche in Italia, crede ad una terra vecchia di miliardi di anni e chi crede invece ad una terra di poche migliaia di anni. Sono considerati dettagli. Furono quindi memorabili due serate successive organizzate dalla stessa persona; una serata a Milano e la successiva a Roma, ognuna con un creazionista avente una diversa religione e anche una diversa cronologia della terra! Situazioni imbarazzanti che ovviamente giustificano ampiamente che chi non è creazionista o neocreazionista (e quindi ritiene che i fatti, ma soprattutto la ragione, siano più importanti della fede) ha sicuramente qualcosa di meglio da fare. 
Per chi sapesse solo l'italiano, qui si possono trovare domande su Crombette (un antidarwinista citato anche nel blog di E.Pennetta); sarebbe meglio evitare invece domande sull'antidarwinista don Bortoluzzi; anche gli evoluzionisti antidarwinisti si innervosiscono sulla sua ipotesi evolutiva; d'altronde è comprensibile che non faccia piacere avere a fianco antidarwinisti che raccontano queste sciocchezze sulla biologia, sull'evoluzione ma fantasticano anche sul rapporto fra bruttezza umana e peccato originale.
Documenti ufficiali recenti in italiano in favore della teoria dell’evoluzione sono quelli elaborati nel 2009 dall’Accademia dei Lincei e da numerose società scientifiche, come quello recuperabile nel sito della SIBE (Evoluzione, scienza, società). Un volume gratuito in inglese su "Science and Creationism" lo si può trovare nel sito della NAP.
E’ comprensibile che in molti ambienti religiosi di fronte a questi documenti scatti comunque un po’ di quella paura dettata dall’ignoranza che papa GP2 ben conosceva e di cui si preoccupava nel documento (la Lettera a P.G.Coyne) del 1988 (il 20° anniversario è passato inutilmente e ormai si sta avvicinando il 25°) che però non ha suscitato alcuna riflessione.
Sembra che E.Pennetta non abbia ancora inviato al premio Nobel W.Arber, presidente della PAS, la traduzione in inglese né della domanda già sottoposta a R.Dawkins da alcuni creazionisti, ne’ alcune critiche personali poste ad un suo articolo ritenuto un po’ troppo antidarwinista: “sarebbe a questo punto molto interessante poter rivolgere anche a Werner Arber la stessa  domanda alla quale Richard Dawkins (vedi CS: Richard Dawkins non sa indicare un solo caso di evoluzione…) non ha saputo dare una risposta: “Ci può fare un esempio di una mutazione genetica o di un processo evolutivo in cui si possa vedere un incremento di informazioni nel genoma?”.
La storia non sarebbe nuova, dato che W.Arber ha già polemizzato nel 2008 (“Statement on my view on biological evolution”) con un creazionista biblico ("
Werner Arber: Nobel Laureate, Darwin Skeptic") che non aveva capito che fosse un biologo evoluzionista serio. D'altronde W.Arber era già stato criticato per la sua partecipazione al convegno di Stoccolma dei premi Nobel preoccupati, come il papa, per i pericoli derivanti dal "rovinoso sfruttamento del pianeta" da parte dell'uomo.

 

 

26/3/12-USA

·         Ritorna in altri blog la discussione sulla posizione tassomica della nostra specie quando si usano termini scientifici, come Hominoidea, Hominidae o Homininae e quando invece si usano termini generici inglesi (apes o monkeys) o italiani (scimmia, antropomorfe).
Ne hanno parlato recentemente John Wilkins nel suo blog Evolving Thoughts ("Are humans, apes, monkeys, primates, or hominoids?") e Brian Switek nel suo blog Laelaps ("I’m an Ape, and I’m Also a Fish"). Possiamo immaginare l'imbarazzo ulteriore degli italiani, incapaci di definire in modo semplice le scimmie antropomorfe, riducendo anche loro a scimmie che non hanno tante affinità con la nostra specie, afferente comunque, e tutti sono d’accordo, ai Primati... 

 

 

25/3/12-IT

·         Sembra quasi di essere nel Tennessee, nella Bible Belt del sud degli Stati Uniti, ma siamo invece in Italia, addirittura nel ricco nord italiano; la religione comunque ha un ruolo, anche se sembrano iniziative spontanee e senza traccia di un appoggio da parte della gerarchia, che si cerca comunque di coinvolgere in un’iniziativa che cerca di suscitare la speranza che si possa provare ancora cambiare ulteriormente i programmi scolastici, come già si fece con i ministri Moratti e Fioroni; per ora sembra piuttosto un'iniziativa, come alcune altre fatte nel 2009, organizzata in polemica con il Vaticano, forse approfittando dell'ambiguità in cui si lasciano alcune tematiche, come quella dell'evoluzione o dell'ambiente, che invece a livello centrale sembrano abbiano una chiara impostazione poco ideologica grazie alla consulenza della PAS.
Queste tematiche in cui sono presenti contrasti ideologici facilmente vengono strumentalizzate in situazioni culturali diverse, come quella USA, in cui non esistono strutture di controllo che fan riferimento ad una struttura gerarchica. Ovviamente si usa la parola d’ordine “fuori l’ideologia dalla scuola”, mentre in realtà quello che si vuole è che esca dalla scuola il metodo scientifico.
Nel mondo cattolico talvolta si nota che non mancano certo le competenze né gli anticorpi per reagire alla strumentalizzazione. Spesso manca il coraggio.
E' di pochi giorni fa la stroncatura da parte di un giornale cattolico di Lodi (Il Cittadino) di una conferenza in cui si pubblicizzavano gli atti, pubblicati addirittura a spese del CNR, di un convegno creazionista realizzato a Roma nel 2008; fu una delle iniziative antivaticane suscitate dal fatto che il Vaticano aveva infatti deciso di organizzare ben due convegni sull'evoluzione in cui intenzionalmente non si dava assolutamente spazio ai creazionisti (“
Intelligent Design Theory Shut Out of Vatican Evolution Conference”). E alcuni creazionisti cattolici USA decisero di farla pagare, organizzando a Roma ben tre convegni, dei quali due quasi clandestini.
Che non ci sia molto spazio nel mondo cattolico per una posizione antievoluzionista che sia antiscientifica, almeno quando si fanno scelte impegnative, lo ha confermato recentemente anche il papa, che un anno fa ha nominato come presidente della Accademia Pontificia delle Scienze (PAS) un premio Nobel, biologo evoluzionista dichiaratamente favorevole all'attuale teoria dell'evoluzione, Werner Arber.
Sembra evidente che anche questa iniziativa ha messo in moto iniziative in parte
La biologia di Werner Arber continuerà ad essere insegnata nelle migliori scuole del mondo e nessuno ha dubbi che sarebbe meglio continuasse ad essere insegnata anche nelle scuole statali italiane. Il Vaticano quindi non potrebbe assolutamente organizzare oggi una conferenza contro il sapere utilizzato da Werner Arber per fare scoperte che gli hanno permesso di ottenere il premio Nobel e diventare presidente della PAS. Molto probabilmente la sua non è la biologia che viene insegnata nelle madrasse musulmane e sembra di capire che non sia la biologia che molti docenti delle scuole cattoliche italiane vorrebbero insegnare, ma che sono obbligati per legge (ma soprattutto secondo ragione) ad insegnare, per non mettere in difficoltà i loro allievi che intendessero andare all’università.
Non possiamo certo dimenticare cosa disse uno degli oratori, R.Fondi in un libro scritto con G.Sermonti nel lontano 1980: ”Il mito dell’evoluzione non derivò i suoi concetti fondamentali da nuove scoperte o indagini effettuate nel campo delle discipline biologiche, ma venne concepito dalla forma mentis dell’illuminismo razionalista e del liberalismo progressista, matrici ideologiche di quasi tutti i successivi sviluppi culturali e politico-sociali dell’Occidente, soprattutto a partire dagli anni violenti della rivoluzione francese”.
Nello stesso blog di E.Pennetta si possono trovare invece inviti a leggere le interessanti e importanti opere naturalistiche di C.Darwin; per non parlare dell’omaggio della chiesa anglicana, che immediatamente lo fece seppellire nella sua cattedrale, dimostrando chiaramente quanto il giudizio sia probabilmente ingiustificato. E’ certamente ingeneroso non riconoscere la grandezza e la curiosità scientifica di Charles Darwin, anche se davvero appare assurdo e masochista continuare ad usarlo illudendosi di riuscire a far dimenticare i  successivi 150 anni di lavoro dei biologi che fanno ricerca.
Una conferenza contro la teoria dell'evoluzione, il Vaticano non l’ha organizzata nel 2009, nè potrebbe organizzarla oggi (probabilmente farebbe infuriare non solo il presidente della PAS ma anche i coraggiosi giornalisti del quotidiano Il Cittadino di Lodi); ma si svolgerà a Verona il 29 marzo e avrà addirittura il patrocinio del comune di Verona (speriamo senza un contributo finanziario, visto i pesanti tagli attuali alla ricerca ma ricordando anche che non rientra fra le sue competenze una valutazione della razionalità dell'iniziativa che viene presentata come confessionale, nonostante il titolo cerchi di distrarre).
Sarà infatti organizzata dell'Agesc, che dovrebbe rappresentare i genitori che mandano i propri figli alle scuole cattoliche, e quindi il titolo della conferenza ("
EVOLUZIONE: I FATTI E LE TEORIE  Per una biologia libera da ideologie, anche a scuola") sembra indicare una certa incoerenza.
Basta infatti verificare che anche Werner Arber, oltre ad altri componenti della PAS non sono nemmeno cattolici, per capire come per il Vaticano l'ideologia non debba essere affatto considerata un criterio da considerare in ambito scientifico, dove deve valere invece l'eccellenza dei risultati.
Comunque qualcosa di strano appare abbastanza evidente: sembra incoerente  che il programma della conferenza sia ospitato dal sito web di un liceo scientifico cattolico di Verona che sottolinea di voler essere all'avanguardia ("un progetto educativo rigoroso e una didattica all'avanguardia", "caratterizzata da criteri di qualità ed efficacia", "abilitazione a rilasciare titoli di studio con valore legale"), con un laboratorio non solo di didattica ma anche "di ricerca", con un "potenziamento della biologia medica e della biologia ambientale", tutti temi che renderebbero certo auspicabile che verificassero un momento la coerenza rispetto a questa iniziativa davvero insolita nel panorama italiano ma anche in ambito cattolico, dove risulterebbe addirittura di rottura rispetto a recenti iniziative.
Chiunque riterrebbe più logico che questo liceo che si presenta così rispettoso della scienza e garante di una formazione scientifica all’avanguardia invitasse per una conferenza sull'evoluzione il premio Nobel Werner Arber piuttosto che altri insegnanti di liceo, come E.Pennetta o U.Fasol [per amore della verità, il cranio ER-1470 presentato in questo video è certo una prova di quanto sia stata accidentata l’evoluzione umana, ma viene invece da Koobi Fora, East Turkana o East Rudolf come indicato chiaramente dal nome], o un paleontologo come R.Fondi. Sempre per amore della verità vediamo che fornisce il suo contributo ad un video creazionista dal titolo molto simile a quello della conferenza ("
Evolution: fact or belief?") in cui evidenzia che la paleontologia non conferma l'origine comune degli esseri viventi (bella scoperta! in effetti è soprattutto la genetica che oggi lo conferma; sarebbe stato più logico invitare un genetista come W.Arber).
Nella sua esposizione sorvola su tutti i dati che confermano l’unicità del processo evolutivo, ma pubblicizza una variante del progressive creationism di S.Scherer, consigliato come modello migliore per l'evoluzione del cavallo anche da E.Pennetta nel suo blog; R.Fondi nega quindi, senza motivo, l'origine comune di tutti gli esseri viventi, dimostrato da questo albero filogenetico che indica le dimostrate relazioni genetiche di tutti esseri viventi e quindi ammesso anche in un documento vaticano del 2004 firmato dal card.Ratzinger.
Il video, a cui ha collaborato anche G.Sermonti, è stato realizzato dai creazionisti “biblici” consulenti del Kolbe Center for the study of Creation, che nel 2008 ha organizzato al CNR un convegno creazionista evidentemente antivaticano, come racconta (
Investigating Evolution in Rome) il creazionista biblico Giertych presente sia alla conferenza vaticana che alla controconferenza creazionista.  

 

 

22/3/12-IT

·         Giusto oggi il sito web dell’associazione Attivamente di Lodi, che ha invitato uno storico del cristianesimo, il prof.De Mattei, a proporre le sue ipotesi alternative sull’evoluzione degli esseri viventi, presenta una pagina con le registrazioni video della conferenza effettuata l’11 marzo. C’è quindi la possibilità di capire come sia possibile che uno storico non riesca a vedere nel mondo le tracce di eventi avvenuti nel passato, eventi che molti già da secoli sanno invece ritrovare con una certa facilità nel mondo che ci circonda, tanto da aver convinto anche il card.Ratzinger ad ammettere nel 2004 che tutti gli esseri attualmente viventi siano il risultato di un'evoluzione ("dal semplice al complesso") iniziata con organismi primitivi vissuti miliardi di anni fa.
I video dell’intervento confermano infatti che l’obiettivo era quello di andare oltre l’aspetto filosofico o storico del problema per contestare invece proprio gli aspetti che coinvolgono due secoli di lavoro e di scoperte degli scienziati, e non solo biologi ma anche chimici, fisici, geologi e matematici, posti di fronte all’accusa di essersi inventati eventi impossibili e di aver visto tracce di una storia che uno storico proprio non riesce a vedere.
Sono molte le dichiarazioni che possono apparire sconcertanti; potrebbero risultare quanto meno "giustificate" se solo fosse stato chiarito fin dall’inizio che lui e i suoi amici creazionisti USA ospitati a sue spese al CNR nel convegno antivaticano del 2008 di cui tratta il libro presentato a Lodi, fanno riferimento ad una storia della terra iniziata davvero come raccontato nella Genesi e quindi  poche migliaia di anni fa, come il prof. De Mattei chiarì molto bene nella conferenza di Chiasso con Odifreddi. 
La notizia comunque più interessante è il fatto che, nascosti nella pagina web, ci sono disponibili anche molti altri video che fanno riferimento al prof.De Mattei; certamente il caso o un qualche diavoletto di internet è il responsabile dell’associazione al terzo video di una copia dell'intervento del giornalista Gramellini della Stampa alla trasmissione di Fabio Fazio del 9 aprile 2011, quando, al punto 6, Gramellini racconta altre curiosità che il prof. de Mattei raccontava in quel periodo. Probabilmente erano simili a quelle che si sono appena sentite nella conferenza di Lodi, dato che lo consigliava per un ruolo a Voyager, che Gramellini riteneva più adeguato rispetto a quello di vicepresidente del CNR, il nostro massimo organo di ricerca scientifica che incredibilmente verrà ricordato anche per aver finanziato il libro di cui si parla nel video. [E’ sufficiente spostarsi, anche subito, alla fine del video 3, per vedersi proporre questo video beffardo; altri spezzoni, non umoristici, sono disponibili alla fine degli altri video della conferenza ospitati nella pagina].
In realtà Gramellini un po’ esagera: coinvolge infatti nell’ironia anche Giacobbo che non mi sembra abbia mai preteso, come insegnano i creazionisti USA spudorati inventori dell'improbabile e spassoso "crocoduck", che debbano essere in circolazione forme intermedie di specie diverse, come quelle (ibridi uomo/ scimmia) a cui irrazionalmente si allude in questa conferenza, né credo mai si sia chiesto come possano sopravvivere tuttora le scimmie nonostante l’evoluzione avesse già prodotto anche forme più “evolute”, (anche se certo almeno credeva che fossero esistiti esseri umani di 7.5 metri).
Già Linneo, a cui non era certo sfuggita anche la presenza delle zanzare e di tante altre specie fastidiose ben più arcaiche, una domanda simile preferiva non farsela, tanto meno in pubblico.
Comunque qualsiasi commento, sia su di lui che sui pochi altri creazionisti o antievoluzionisti per motivi religiosi, si può sperare sia oggi del tutto inutile: giusto un anno fa il papa ha nominato un premio Nobel, biologo evoluzionista e quindi neodarwinista, Werner Arber, come presidente dell’accademia pontificia delle scienze (PAS). Sempre della PAS fa parte anche il genetista neodarwinista L.L.Cavalli Sforza, curatore della mostra sull’evoluzione umana (“Homo sapiens”) visitata in questi mesi da migliaia di romani. Forse c'è chi cerca di farsi notare dal prossimo papa …  

·          [da Pikaia] Anche quest’anno a Milano si apre il ciclo primaverile di Happy hours che attira molti curiosi al bar dell’ultimo piano al Museo di storia Naturale di Milano. Qui il programma, ancora misterioso per quanto riguarda la serata conclusiva. Nella  prima serata (29/3/12) si parlerà di coralli, un argomento che intrigò molto il giovane Darwin, che capì il loro ruolo nella formazione degli atolli attorno alle isole del Pacifico. Di coralli si parlerà anche la terza serata, mente nella seconda si racconterà di un altro giovane partecipante al viaggio di Darwin, il capitano Fitzoy, che comandava il Beagle e quindi ha avuto sulle spalle le maggiori responsabilità durante i cinque anni del viaggio. Qui invece la locandina.

 

 

20/3/12-USA

·         [dal blog di J.Hawks] Davvero interessante un post (“Bio-engineering, climate change, and the zombie apocalypse“) nel blog dell’antropologo J.Hawks [piuttosto prolifico in questi giorni…] , che permette di capire quanto siano diversi i meccanismi evolutivi rispetto a quelli che proporrebbe un bioingegnerie per risolvere un problema simile. J.Hawks riferisce di una suo articolo su Slate (“"Can Bioengineers Make Human Beings More Sustainable?") in cui risponde ad un articolo di alcuni bioingegneri che propongono alcune loro proposte per creare esseri umani che potrebbero affrontarle con maggiore efficienza la  prossima fase che si prospetta dominata da un aumento di temperatura destinato a modificare la situazione climatica.(“Human Engineering and Climate Change”).
E’ davvero interessante verificare come, dopo aver elencato le proposte dei bioingegneri per modificare, migliorandola, la biologia di Homo sapiens, premettendo l’avvertenza che “Nature already tried that”, si prepara a mostrare cosa sia successo: “,,,,and look how it turned out” quando circa 10000 anni fa la nostra specie inizio una serie di modificazioni culturali ma anche biologiche che permisero ci creare una specie meglio adattata alle nuove esigenze richieste dal rilevante cambiamento del clima avvenuto a quel tempo, intrecciate però anche con l’aumento della temperatura e con la diffusione dell’agricoltura e della pastorizia che hanno profondamente modificato la dieta e la carrying capacity del nuovo tipo di economia, certo favorita dall’improvviso aumento della temperatura, ma solo in alcune zone del mondo ricche di acqua; e qui si aggiunsero anche le condizioni favorevoli per mutazioni che potessero proteggere da fattori selettivi letali. Immagino quanto possa interessare la possibilità di verificare il ruolo creativo del caso nel realizzare cambiamenti paragonabili a quelli ideati oggi da bioingegneri ben coscienti di non avere gli strumenti per ottenere un risultato migliore di quello realizzato anche grazie al caso 10.000 anni fa. Senza dimenticare che oggi ci sono alcuni indicatori ambientali ed economici che purtroppo sembrano confermare vincoli che impediscono un’adeguata libertà di manovra, preoccupati come siamo per le notizie che confermano previsioni ora ben difficili oggi da smentire o criticare. L’articolo di Nature del 26/1/12 (“Oil's tipping point has passed”) conferma infatti, con ben 7 anni (persi) di ritardo, quello che qualcuno sapeva prevedere già qualche decennio fa, nel 1971, sbagliando di poco. Un po’ patetica anche la foto che accompagna l’articolo, indicativa di un’attività frenetica di raccolta a bicchieri più che a barili, e i grafici di prezzi che già ci accorgiamo sono quasi insopportabili anche per economie che ci auguravamo solide.
Per quanto riguarda quelle meno solide, ad esempio nel sud est asiatico, i problemi sono già gravi oggi.
Nemmeno 10 giorni fa è stato presentato un report al Second Asia-Pacific Climate Change Adaptation Forum in Bangkok, che dovrebbe far saltare sulla poltrona chi non ha idea di cosa ci sia dietro a queste due parole. Gli 800 esperti dovevano discutere sulla maggiore o minore possibilità di riportare nelle loro case i 42 milioni  di profughi per problemi ambientali; nel frattempo avrebbero dovuto gestirli garantendo la loro sopravvivenza. L’anno scorso la situazione era già preoccupante, visto il numero di workshop e conferenze fra India e Filippine. Ma anche nel 2008 la situazione era drammatica, come mostrano le numerose immagini sul fascicolo di ottobre della rivista “Forced Migration Review” dal titolo:“Climate change and displacement”. Il sito web della FMR pubblicata dal Refugee Studies Center dell’Oxford Department of International Development è decisamente accogliente e ospitale: dalla pagina http://www.fmreview.org/FMRpdfs/ si possono leggere, anche dalla poltrona, i documenti che tracciano un affresco delle vite di questi milioni di persone inseguite da problemi diversi.  No, non solo climate change.
Nell’ultimo fascicolo di FMR, il 38, dedicato all’uso della tecnologia (“The technology issue”) un articolo – senza foto - è dedicato a metodi per permettere un “Early warning of mass atrocity crimes”; facce di bimbi sorridenti allietavano invece l’articolo dedicato a come migliorare il “Phoning home”.
Se l’interesse sul climate change fosse più sull’Africa, qualcosa si può trovare nel publication center dell’IISD (International Institute for Sustainable Development)

 

 

21/3/12-IT

·         Sono mesi che si aspettava che comparissero ulteriori prove dell’esistenza di mutazioni (culturali) che dimostrassero finalmente che non ci sono limiti all’aumento  dell’informazione (scientifica) sull’evoluzione anche in ambienti che sembravano piuttosto impacciati se non terrorizzati quando si espongono su questi temi; è infatti verificabile che anche chi ha un po’ di competenza preferisce nasconderla (magari usandola solo al mattino in orario di lavoro o in occasioni didattiche particolari) non contribuendo con i suoi talenti all’aumento della informazione e della conoscenza.
Tanto è vero che le ultime tracce indiscutibili di reazione vivace agli antievoluzionisti le avevano lasciate nel 2009 un accademico e presidente dell’Accademia pontificia delle Scienze, N.Cabibbo, e G.Gennari, giornalista dell’Avvenire, che avevano avuto il coraggio di esprimere vivacemente e senza peli sulla lingua cosa pensassero di chi, come lo storico De Mattei, contrastava la scienza e in particolare l’evoluzione stessa proponendo i soli miti della genesi, organizzando addirittura a Roma nel 2008 un convegno di creazionisti biblici USA.
L’obiettivo era evidente, visto che si svolgeva nella stessa città e in contemporanea con un convegno evoluzionista (
SCIENTIFIC INSIGHTS INTO THE EVOLUTION OF THE UNIVERSE AND OF LIFE) organizzato in Vaticano da N.Cabibbo e Werner Arber, il biologo evoluzionista che da un anno è stato nominato presidente della PAS.
In questi giorni sembra sia successo qualcosa di simile in occasione di un’altra uscita pubblica effettuata per pubblicizzare proprio quel convegno antivaticano, con un paio di articoli ben documentati e quindi molto critici ("De Mattei prova a mandare Darwin in soffitta" e "Ma l'oscurantismo non è della Chiesa cattolica") comparsi il 13/3 sul Cittadino di Lodi, un quotidiano cattolico. Questo dev’essere parso un affronto inaccettabile, visto che la risposta sul sito di uno dei giornali di De Mattei, Corrispondenza Romana (“Evoluzionismo: quando il darwinismo entra nelle redazioni cattoliche…”), sembra davvero furibonda (nonostante sembra molti ignorino che il darwinismo ormai sia da tempo entrato e quindi domini anche nella PAS); tanto che addirittura si ha il coraggio di presentare come scienziato affidabile perfino Hugh Miller, consulente del Kolbe Center USA, che dopo il convegno di Roma, dove aveva raccontato … le tecniche che l’uomo usava per far inciampare i dinosauri (!), ha tenuto una relazione sul radiocarbonio come strumento di datazione della terra (!?) anche poco tempo dopo, il 6/11/10, al convegno dei geocentristi, ovviamente intitolato “Galileo was wrong”.
E' stata decisamente a sostegno dei suoi giornalisti la risposta del servizio alla cultura de Il Cittadino ("Darwin, la scienza, la fede")
Ora ci dobbiamo aspettare qualcosa di più di una mutazione, forse sarebbe meglio un miracolo. Sarebbe meglio che davvero qualcun altro intervenisse, e non come terrapiattista, in assenza, giustificata, del fisico N.Cabibbio!
Ad esempio don Tanzella Nitti potrebbe approfittare della situazione per confermare anche anche oggi che non ci sono problemi con la teoria di Darwin e l’evoluzione, come sostenne nel 2007 quando Cavalli Sforza l’avrebbe quasi fatto papa…; come fisico e responsabile del DISF potrebbe anche chiarire il reale livello scientifico dei pensionati citati da Corrispondenza Romana e rispondere alle obiezioni che si possono sentire in quel video del 2007, quando gli erano state lette le non ambigue parole di un suo superiore, che aveva un’opinione diversa e per clcuni aspetti un po’ più simile a quella di De Mattei.

 

 

20/3/12-IT

·         FOGGIA: Nell’ambito della manifestazione “Colloquia – Il festival delle idee”, venerdì 23 marzo alle 21.00 presso l’Oda Teatro si terrà lo spettacolo gratuito “L’uomo scimmia – Letture da Charles Darwin”. Il tema conduttore della quarta edizione di Colloquia è L’uomo o la scimmia: essere o apparire. Si tratta di un argomento, per necessarie ragioni, di ampio spettro immaginato per riflettere sulla condizione dell’individuo contemporaneo nel XXI secolo. La scelta di correlare l’uomo all’essere e la scimmia all’apparire è immediatamente un “cedimento” antropocentrico che rinvia all’interpretazione della scimmia nella cultura occidentale e cristiana

 

 

20/3/12-USA

·         [da NCSE] Nel senato del Tennessee è stata approvata una legge che incoraggia gli insegnanti a presentare "scientific strengths and scientific weaknesses" di questionicontroverse” come "biological evolution, the chemical origins of life, global warming, and human cloning"; il successo ottenuto (una votazione 24-8) dimostra sia la maggore probabilità di avere successo passando attraverso le assemblee politiche (piuttosto che per aule – giudiziarie o scolastiche, dove è meno facile trovare l’americano medio) sia quali siano i temi che si vogliono non condizionati da strumenti razionali che si basino sul metodo scientifico.
Questa è in effetti la nuova strategia, lo Stealth creationism (dal 2005 in poi), che ha trovato il modo di limitare i danni sfruttando la condizionabilità e la “ricattabilità” dei politici, costantemente alla ricerca di consensi e magari anche di finanziamenti.
Da notare che alla Camera del Tennessee la legge sull’evoluzione non è ancora passata, ma comunque oggi hanno approvato una legge che permette di esporre “documenti storici” negli edifici pubblici.
Questa legge dovrà ancora passare al Senato, ma non è facile immaginare quale sia uno dei documenti storici che i conservatori si preparano ad esporre negli edifici pubblici. In Italia non hanno una tale creatività.

 

 

19/3/12-UK

·         Sul giornale di scienze Galileo, V.Troiani informa ("Svelato il mistero dell’“Origine delle specie”) che in dicembre, sul Biological Journal of the Linnean Society, John Van Wyhe aveva riferito i risultati di una sua ricerca sui tempi di viaggio della lettera che era stata spedita da A.Wallace a Darwin e che risultava arrivata il 18/6/1858.
Della lettera se ne era già parlato su Pikaia il 18/1/12 ("Darwin vs. Wallace") .

 

 

18/3/12-USA

·         [dal blog Panda’sThumb] In un post si cerca di capire quale sia stata negli ultimi anni la strategia seguita dai sostenitori dell’Intelligent Design negli USA nella loro battaglia per allontanare l’insegnamento dell’evoluzionismo dalle aule scolastiche, e si riferisce di alcune recenti iniziative che sono sfociate in fallimenti, a volte anche certificati da condanne nelle aule giudiziarie. La strategia viene definita come “mordi e fuggi”, e viene descritta ricordando che iniziò con un successo di breve durata ottenuto nel 2003 di fronte all’Ohio State Board of Education (che però dopo 2 anni cambiò idea e abolì la soluzione favorevole all’ID), ma proseguì con altre iniziative che appunto hanno visto l’ID spingere allo scontro piccoli gruppi locali che poi venivano abbandonati.
Ovviamente l’evento centrale, quello che segnò l’inizio delle fine per l’ID, fu il processo di Harrisburg/Dover, dove 3 massimi esponenti dell’ID (William A. Dembski, Stephen C. Meyer, and John Angus Campbell) si ritirarono improvvisamente dal processo dopo essersi proposti come testimoni, lasciando soli Michael Behe and Scott Minnich, la cui penosa testimonianza contribuì alla sconfitta. In realtà il post non considera come la strategia più recente si basi soprattutto su un approccio più riservato, tendente a sfruttare i politici per far approvare leggi che permettano agli insegnanti favorevoli all’ID o al creazionismo di utilizzare strategie didattiche scorrette senza correre rischi, come avverrebbe attualmente.

·         [dal blog di J.Hawks] Interessante la discussione suscitata da un articolo del Washington Times ("Is Richard Dawkins an ape?") in cui si contestava una dichiarazione fatta da R.Dawkins nel recente incontro (23/2/12) con il primate (si può dire? forse in questo commento sarebbe meglio di no...) della chiesa anglicana, Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury.
Secondo il giornalista Vasko Kohlmayer, che valuta la situazione esclusivamente dal suo punto di vista religioso, da una dichiarazione fatta da R.Dawkins (“I am an ape.
I am an African ape. I am very proud to be an African ape and so you should be”), in cui lui si definisce una "scimmia antropomorfa" deriverebbe addirittura "l'implausibilità della teoria dell'evoluzione". 
Il giorno successivo è intervenuto nella discussione un noto biologo evoluzionista, Jerry Coyne: nel suo blog ("Washington Times denies that Richard Dawkins is an ape") ha criticato l'articolo del Washington Times, probabilmente concentrandosi troppo sui ragionamenti religiosi ma anche attribuendo un ruolo agli interessi religiosi della proprietà del quotidiano.
L'intervento di oggi, comparso sul blog dell'antropologo John Hawks ("Humans aren't monkeys. We aren't apes, either") sembra riportare piuttosto la discussione nei termini corretti, distinguendo i termini scientifici universali utilizzati dalla tassonomia, dai termini gestiti invece, indipendentemente, dalle diverse lingue e dalle diverse culture.
Hawks quindi non solo inorridisce di fronte a colleghi biologi evoluzionisti che usano una "sistematica  tratta da wikipedia" (in realtà su Wikipedia si trovano ambedue le classificazioni...), ma soprattutto ricorda che "Ape" is an English word.
It is not a taxonomic term. English words do not need to be monophyletic. French, German, Russian, and other languages do not have to accord with English ways of splitting up animals. Taxonomy is international -- everywhere, we recognize that humans are hominoids". Come italiani sappiamo benissimo che la classificazione dei Primati in italiano infatti è diversa, tanto è vero che non è previsto un termine specifico per quelle che gli inglesi chiamano Apes.
Quindi Hawks conclude: " Humans are hominoids, and anthropoids, and haplorhines, and primates. And mammals", dato che " Biologists control taxonomic terminology, and that's where science should aim". 
I biologi devono quindi contribuire a mantenere la distinzione, quando necessario, fra il linguaggio della scienza e quello gestito in altri contesti, inevitabilmente diversi fra i diversi popoli, caratterizzati da lingue, culture e religioni diverse. Il loro ruolo, nei diversi contesti in cui agiscono, è di contribuire rapidamente (il tempo è limitato) alla formazione di un linguaggio il più possibile universale
Non è e non sarà facile l'uso di terminologie corrette, dato il ruolo rilevante che hanno le diverse ideologie oggi esistenti nel mondo anche per chi si occupa professionalmente di scienza per almeno una parte della loro giornata.
Certo spiace verificare che un neonatologo a cui non piacciono alcuni aspetti della teoria dell'evoluzione  che pur determinano il contesto culturale in cui agisce recentemente abbia insegnato al suo pubblico che "l'evoluzione è stocastica e non casuale".
 
Comunque non sembra comunque che quando si tratta di evoluzione non sia abituato ad utilizzare il linguaggio scientifico, e i lettori informati se ne accorgono. Ovviamente è preoccupante anche poter sentire dalla sua viva voce l'esperienza di un docente di scienze delle medie che non intende collaborare allo sviluppo della conoscenza della scienza e del metodo scientifico nelle future generazioni. Sconcertante la sua risposta alla domanda del pubblico su come si comportasse quando il programma di scienze prevedeva che trattasse l'argomento dell'evoluzione: non la “salta”, come qualcuno sospettava, ma si dice ben contento di spiegare che "si tratta solo di una teoria" e "poi propongo il mio punto di vista di credente". Sembra probabile che questo docente insegni in una scuola privata, si spera non convenzionata, e comunque ci informa che la sua responsabile è Suor Mara.

 

 

17/3/12-IT

·                     [da Pikaia] Martedì 20 marzo 2012 alle 17.30, nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Torino, Telmo Pievani, insignito del Premio Adriano Vitelli “Laico dell’anno”, terrà una lectio magistralis dal titolo “Che cos’hanno in comune scienza e laicità?

 

 

17/3/12-USA

·         [da NCSE] Procede il suo percorso in senato e alla camera del Tennessee una coppia di leggi, House Bill 368 e Senate Bill 893; queste due “monkey bills” si prospettano "bad for science, science education, and the future economic health of well being of Tennessee" secondo l’American Institute of Biological Sciences, secondo i docenti di geologia e secondo i migliori scienziati dek Tennessee. Ieri invece notizie contrastanti dal New Hampshire (sconfitta di una proposta di legge antievoluzionista) e nell’Oklahoma (è stata approvata alla Camera una legge che ostacola l’insegnamento dell’evoluzione e del cambiamento climatico; ormai negli USA questo appaiamento di leggi su temi “caldi” è molto frequente; comunque al Senato una legge simile è definitivamente caduta).

 

 

15/3/12-IT

·         E’ dedicata a ‘I Monti Udzungwa della Tanzania, hotspot di biodiversità globale’ la conferenza conclusiva del programma del ‘Darwin Day 2012’ organizzato dal Museo di Storia naturale di Ferrara e dall’Orto Botanico dell’Università di Ferrara. L’appuntamento, previsto per giovedì 15 marzo alle 21 nell’aula magna di Palazzo Turchi-Di Bagno dell’Università di Ferrara (corso Porta Mare, 2), vedrà come relatore Francesco Rovero, del Museo delle Scienze di Trento.

 

 

14/3/12-JAP

·         [dal blog di Carl Zimmer] Compare oggi su PLOSOne uno di quegli articoli (“Genome Features of “Dark-Fly”, a Drosophila Line Reared Long-Term in a Dark Environment”) davanti a cui i ricercatori provano rispetto e in cui cercano informazioni che difficilmente si potrebbero ottenere con meno fatica e pazienza. Si presenta infatti il risultato di un lavoro, iniziato nel 1954 da un ricercatore oggi scomparso, 57 anni di mantenimento in un ambiente costantemente controllato di una colonia di organismi viventi. Si tratta di una colonia di Drosophila melanogaster, un organismo comunemente utilizzato (almeno a casa dei genetisti…), l’unica oggi sopravvissuta rispetto alle sei colonie iniziali, tre dei quali mantenuti in un ambiente buio. Purtroppo le altre 5 colonie si sono estinte, e solo una, suddivisa recentemente in due colonie, è arrivata al traguardo.
Fra i risultati di questo evidente processo evolutivo, sono descritte numerose  variazioni genetiche presentate da queste mosche dopo 14000 generazioni, molto probabilmente favorite da un ambiente anomalo, privo di luce.
Scorrendo l’articolo non sembra che qualcuno sia andato a verificare l’aumento di qualcosa che interessa parecchio solo i creazionisti e che lascia a bocca aperta i biologi a cui viene posta questa strana domanda.
Ci sono quindi i soliti dati sugli SNPs, sugli InDels e i grafici degli alberi filogenetici; qualcuno di fronte all’analisi dei dati del genoma rischia di rimanere sconcertato davanti a SNPs sia omo che etero, e magari anche incuriosito di fronte all'esistenza  misteriose e quasi metafisiche mutazioni non-senso; certo ci sarà chi è stato contento di scoprire, come prevedeva, che anche qui non c'è traccia alcuna di aumenti di informazione.
Forse sarebbe stato meglio che i creazionisti avessero fatto a Dawkins una domanda più corretta; non sarebbe stato difficile rispondere se la loro curiosità avesse fatto riferimento invece all'aumento numerico di qualche parte somatica (in questo articolo si accenna per esempio all'aumento del numero di setole), o alle dimensioni di una parte somatica.
Dawkins avrebbe fatto subito riferimento ai tantissimi esempi conosciuti. Se avesse citato un esempio a lui ben noto e facilmente verificabile, quello della giraffa e del progressivo continuo allungamento del suo collo, avrebbe anche potuto mettere in difficoltà chiunque credesse che le dimensioni di una parte somatica "non potranno dunque crescere oltre le dimensioni massime della popolazione iniziale".
[Riguardo al video manipolato e alla strana domanda che poi è stata utilizzata anche da altri creazionisti worldwide, ulteriori informazioni sono disponibili in un articolo del 1998 sulla rivista degli scettici australiani ("Creationist Deception Exposed") e in un articolo di Dawkins sulla stessa rivista ("The Information Challenge"), dove fornisce una risposta solo dopo aver chiarito come viene gestita l'informazione nel genoma - è nota la notevole ridondanza e la presenza di copie, oltre al fatto davvero insolito e probabilmente ignoto, che in biologia la quantità non è certo un problema serio: ogni cellula contiene infatti tutta l'informazione genetica]

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14/3/12-CH

·         Su PLOS One viene pubblicato oggi un articolo (“Human Remains from the Pleistocene-Holocene Transition of Southwest China Suggest a Complex Evolutionary History for East Asians”) su alcuni reperti fossili recenti di Homo sapiens trovati (qualche anno fa, a dire il vero dal 1979) in un’area, la Cina, sulla quale le conoscenze sono davvero ancora enormemente limitate. Se ne parla anche nel blog di Dienekes (“Late archaic humans from Longlin and Maludong”).
Se ne parla anche sul sito web de Le Scienze (“Una popolazione misteriosa nella Cina dell'età della pietra”), di cui è uscito recentemente il numero di Marzo

 

 

12/3/12-USA

·         [da NCSE] Sul Wall Street Journal si racconta dell’aumento dell’agitazione per contrastare l’insegnamento del cambiamento climatico nelle scuole (“Climate change education in the Wall Street Journal”): Si prevede anzi un ulteriore incremento in relazione alla prossima approvazione di un documento sulla programmazione didattica in ambito scientifico (“A Framework for K-12 Science Education”; il documento che programma la formazione scientifica della prossima generazione può essere scaricato gratuitamente), dato che si attribuisce giustamente un ruolo importante alla diffusione della conoscenza scientifica sui problemi del riscaldamento globale, purtroppo spesso negato come fatto solo sulla base dell’orientamento politico (come dimostrato dai sondaggi d’opinione e dall’esistenza di centri che producono materiale informativo viziato da conflitti di interesse, tanto che Greepeace ha aperto 4 indagini conoscitive, dopo che nel 2007 la Heartland cercò inutilmente di sottrarre con l’inganno alcuni documenti riservati).

 

 

12/3/12-IT

·         [da Pikaia] Un seminario interdisciplinare a Firenze, Facoltà di Scienze della Formazione, venerdì 16 marzo 2012. Organizzato in collaborazione da Aisthesis. Pratiche, linguaggi e saperi dell’estetico e Seminario permanente di estetica (SPES), venerdi 16 marzo 2012 si terrà presso l’altana della Facoltà di Scienze della Formazione, il seminario intedisciplinare Estetica ed evoluzionismo: i presupposti. Con Mauro Mandrioli (Professore associato di Genetica all’università di Modena e Reggio Emilia), Alessandro Minelli (Professore ordinario di Zoologia all’Università di Padova), Telmo Pievani (professore associato di Filosofia della scienza all’Università Bicocca di Milano), Giulio Barsanti (Professore ordinario di Storia della scienza all’Università di Firenze), Giorgio Manzi (Professore associato di Paleoantropologia alla Sapienza, Università di Roma) e Fabio Martini (Professore ordinario di Paletnologia all’Università di Firenze).

 

 

12/3/12-VA

Ieri accennavo al climatologo Paul Crutzen, che ottenne un premio Nobel nel 1985 con S.Rowland per ricerche che riguardavano l’ambiente e il mantenimento di parametri compatibili con migliori condizioni di vita per la nostra e le altre specie viventi. Avevo evidenziato la sua presenza, anche grazie al premio Nobel, fra gli scienziati accolti fra i membri della PAS.
Se si legge la scheda informativa di P.Crutzen nel sito della PAS risultano forse  più credibili e più giustificati anche gli allarmi per lo “sfruttamento selvaggio” del pianeta, recentemente lanciati dal card.Re al convegno della PAS il 16 dicembre 2011 sulla “Salvaguardia del creato” [non sembrano purtroppo disponibili gli altri contributi].
Un altro esperto ben noto, presente fra i membri della PAS, è Peter Raven; è un giovane collega del botanico Peter Stevens in uno dei maggiori centri botanici al mondo, il Missouri Botanical Garden, intervenuto ai recenti Evolution Days di Milano (qui il video del suo intervento su temi evolutivi).
Botanico, evoluzionista, il 3 Novembre 2010 P.Raven tenne una lezione alla PAS su “Cambiamenti climatici e biodiversità” [manca il testo integrale nel sito della PAS ma esiste comunque una sintesi sull’Oss.Romano del 4/11/10: “Attenti a non distruggere anche quello che ancora non conosciamo].
Secondo un articolo ANSA, avrebbe detto che “rischiano l'estinzione, entro la fine del secolo, la metà e oltre di tutte le specie che ora esistono sulla Terra. Il drammatico evento che non avrà precedenti negli ultimi 66 milioni di anni è dovuto interamente alle attività degli esseri umani”. 
Rischia quindi di essere stato profetico questo noto allarme lanciato a Velletri nel 2007 contro i rischi della prevalenza della logica del profitto in economia:
L’emergenza della fame e quella ecologica denunciano con crescente evidenza che la logica del profitto, se prevalente, incrementa la sproporzione tra poveri e ricchi, come pure un rovinoso sfruttamento del pianeta” [audio, testo integrale dell’agenzia vaticana Zenit]
Se non noi, chi? Se non ora, quando?”. Qui una parte centrale della versione sintetica dell’intervento di Peter Raven (Oss.Romano del 4/11/10):
”…
Attualmente, per i motivi che sto per elencare, il tasso [di estinzione] ha raggiunto le migliaia per anno. La distruzione degli habitat naturali rappresenta la principale causa di perdita di specie in tutto il mondo, con l'11 per cento della superficie mondiale destinata all'agricoltura, un ulteriore 22 per cento al pascolo, e ampie zone alle città; lo sviluppo incontrollato delle città; le varie attività di costruzione, tra cui autostrade e dighe; la deforestazione per creare pascoli, la coltivazione della palma da olio o della soia, o per altri motivi. Un secondo fattore importante per quanto riguarda l'estinzione è la rapida diffusione in tutto il mondo di specie invasive, che siano erbacce, erbivori, parassiti, malattie, o animali, accelerata dal commercio umano.
In particolare nelle isole o in habitat fragili come le regioni con un clima mediterraneo, estivo-secco, specie invasive o malattie delle piante o degli animali stanno causando perdite enormi. In terzo luogo, la raccolta selettiva di particolari tipi di animali - carne di animali selvatici, per esempio, o l'industria peschiera - o piante - spesso per la medicina, per il legno, o per il consumo - sta spingendo molte specie alle soglie dell'estinzione, o addirittura oltre, in tutto il mondo.
Senza tener conto degli effetti del cambiamento climatico globale, abbiamo stimato che queste attività nel loro insieme potrebbero, se non vengono controllate, portare all'estinzione, entro la fine del secolo, di metà o più di tutte le specie che ora esistono sulla Terra, il che equivarrebbe a un evento di estinzione senza precedenti negli ultimi 66 milioni di anni, provocato interamente dalle attività degli esseri umani.
La scorsa settimana, la Convenzione sulla biodiversità, affiliata all'Onu ha tenuto una conferenza delle parti a Nagoya, in Giappone. Nel corso della riunione, la World Conservation Union ha pubblicato un rapporto concludendo che, delle circa 25.720 specie di vertebrati terrestri, circa una su cinque comprendeva meno di cinquanta individui o si sarebbe probabilmente estinta per altri motivi nel prossimo decennio.
E’ probabile che alcuni di questi dati siano contestabili al di fuori del mondo scientifico; qualcuno, a cui magari piacerebbe emulare le macchine del fango, le considererebbe semplici opinioni, se non addirittura concezioni pagane precristiane; sono invece i risultati delle ricerche dei migliori scienziati attuali, scelti dal papa per la PAS).
D’altronde non è difficile dimostrare che molti antievoluzionisti che a Roma hanno avuto successo non amassero nemmeno gli scienziati della PAS (“
The Pontifical Academy of Sciences and the Crisis of Faith”, 2000).

 

 

11/3/12-USA

·         E’ morto il chimico che vinse il premio Nobel prevedendo che si aprisse un buco. L’università di Irvine, a cui faceva tuttora riferimento, ha messo in rete tre video con un’intervista a F. Sherwood Rowland, UCI Bren Research Professor di chimica e Earth system science. Ricevette il premio Nobel in chimica nel 1995 per aver scoperto che i CFC danneggiano lo strato protettivo dell’ozono esistente nella stratosfera.
S.Rowland è scomparso ieri a 84 anni (“
UCI Loses the Legendary F. Sherwood Rowland”). Riuscì a convincere l’umanità del grave rischio che si stava correndo; 40 anni fa, insieme al suo allievo M.Molina, scoprì che un atomo di cloro contenuto nelle bombolette spray dei deodoranti o nei gas refrigeranti era capace di distruggere 100.000 atomi dell’ozono stratosferico che costituiva una protezione rispetto alle radiazioni solari.
Richiese di intervenire, bloccando la produzione dei cluorofluorocarboni a livello mondiale. Nonostante lo scetticismo e le critiche iniziali (non a tutti sembrerà credibile, ma la sua stessa università ricorda oggi (insieme al NYT che riporta la fonte della notizia) che gli industriali degli aerosol e dei sistemi refrigeranti lo accusarono allora anche di lavorare per il KGB allo scopo distruggere l’industria USA … sembra che lo stesso capiti oggi per altre questioni ambientali…). “He saved the world from a major catastrophe: never wavering in his commitment to science, truth and humanity, and did so with integrity and grace” , ma soprattutto grazie alla successiva scoperta ne 1984 del buco dell’ozono, che si stava in effetti aprendo sull’Antartide, si riuscì a ottenere il progressivo bando dei CFC (a partire dal protocollo di Montreal del 1987): “Mario and I realized this was not just a scientific question, but a potentially grave environmental problem involving substantial depletion of the stratospheric ozone layer.
Entire biological systems, including humans, would be at danger from ultra-violet rays”.
Successivamente il suo gruppo si impegnò anche su altri problemi ambientali. Nel 1997 ad una tavola rotonda sul riscaldamento globale alla Casa Bianca ricordò il motivo del suo impegno: “Se non noi, chi? Se non ora, quando?”.
Interessante notare che un altro importante climatologo, Paul Crutzen, vinse il Nobel nel 1985 con Molina e Rowland. E’ lui che nel 2000 ha proposto il termine antropocene per indicare l’era attuale caratterizzata ma anche condizionata dalla presenza umana (scrisse il libro “Benvenuti nell'Antropocene. L'uomo ha cambiato il clima, la Terra entra in una nuova era”).
Come membro dell’Accademia Pontificia delle Scienze, ha recentemente collaborato alla realizzazione del convegno sullo scioglimento dei ghiacciai (2/4/11: (“Ghiacciai e riscaldamento globale”) e alla stesura del successivo documento (“
Il destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”) che si può leggere nella pagina web dell’Accademia Pontificia delle Scienze; c’è sempre qualcuno che ricorda e ripete “Se non noi, chi? Se non ora, quando?”.
Non illudiamoci comunque che ci si possa rilassare: il processo di ricostruzione dello strato d’ozono iniziato a Montreal non è certo finito e continua, anche se con più ottimismo di prima; in luglio si terranno a Bangkok, organizzati dall’Ozone segretariat dell’UNEP il 32nd Meeting of the Open-Ended Working Group of the Parties to the Montreal Protocol e il 48th Meeting of the Implementation Committee Under the Non-Compliance Procedure of the Montreal Protocol.
Per ulteriori info si può leggere l’Handbook for the Vienna Convention for the Protection of the Ozone Layer (1985 - 2009) e l’Handbook for the Montreal Protocol on Substances that Deplete the Ozone Layer Eighth Edition (2009).

 

 

 

11/3/12-UK

·         Un articolo su Nature (“Retreating ice leaves glacial species on the rocks”) riferisce come i recenti cambiamenti del clima che stiano portando ad una rapidissima riduzione dei ghiacciai in varie zone del mondo (e cita le Ande, dove o ghiacciai si ritirano di circa 15 metri all’anno, le Alpi e le catene montuose dell’Alaska). Come possiamo immaginare, queste situazioni creano nuove possibilità di evoluzione per specie che vedono scomparire rapidamente il loro ambiente naturale, a cui si erano adattate.
L’articolo cita, su questo punto, i risultati di indagini appena pubblicate su Nature Climate Change di marzo (“Biodiversity under threat in glacier-fed river systems”), dove si ipotizza la scomparsa di specie di invertebrati nelle aree in cui si assiste alla progressiva riduzione e scomparsa dei ghiacciai.
Nella stessa rivista, oltre ad articoli come questo sulla probabile perdita di biodiversità, si invita comunque, almeno chi crede nei meccanismi evolutivi, ad essere ottimisti sull’attivazione di processi adattativi che potrebbero permettere alle specie di sopravvivere, anche se con modificazioni (“Adaptation: Opportunities in climate change?”)

 

 

9/3/12-GEORGIA

·         [da blog J.Hawks] Spero si capisca perché citazioni e link che riguardano l’evoluzione biologica debbano provenire da professionisti che fanno ricerca nel campo dell’evoluzione.
Altrimenti si rischia di frequentano ambienti virtuali apparentemente simili ma in cui è invece possibile incontrare le fantasie di don Bortoluzzi o di Crombette e addirittura può capitare di ricevere l’invito a cercare la verità in siti creazionisti che si nascondono dietro al nome tentatore di TruthInScience.
Oggi l’antropologo J.Hawks nel suo blog consiglia una breve conferenza tenutasi a Tiblisi, in Georgia nel Caucaso, in cui (purtroppo per ora solo in inglese) il paleoantropologo David Lordkipanidze racconta delle incredibili recenti scoperte fatte nel sito georgiano di Dmanisi, dove sono stati portati alla luce i reperti fossili di alcuni dei primi ominini usciti dal continente africano, e datati circa 1.800.000 anni fa (“The first humans out of Africa").
La conferenza è stata organizzata l’11/2/12, forse in occasione dell’ultimo Darwin Day, nell’ambito dell’ampia rete delle interessantissime TED conferences, che ormai vengono realizzate un po’ in tutto il mondo. Qui il link a quelle tradotte in italiano, oggi circa 1100.

 

 

8/3/12-USA

·         The National Academies Press trova tutte le scuse per regalare libri gratis (ma solo se ci si accontenta del formato PDF…) …
A nemmeno un mese dal Darwin Day, oggi si approfitta dell’8 marzo per regalare libri sul ruolo della donna, non sempre corrispondente alla possibilità di fornire sempre un contributo rilevante alla società e all’evoluzione culturale umana, a causa della difficoltà a superare il “gender gap” che le penalizza.
Come si sa questo avviene anche nelle culture occidentali, dove è evidente la difficoltà a fare carriera e ad occupare posti di prestigio non solo in molti ambienti “spaventati” dalle donne, ma anche nello stesso mondo universitario, dove comunque sono ormai quasi dovunque in prevalenza numerica.
I libri offerti oggi sono questi:
-
To Recruit and Advance: Women Students and Faculty in Science and Engineering
-
Gender Differences at Critical Transitions in the Careers of Science, Engineering, and Mathematics Faculty
-
Beyond Bias and Barriers: Fulfilling the Potential of Women in Academic Science and Engineering
-
Nobel Prize Women in Science: Their Lives, Struggles, and Momentous Discoveries, Second Edition

 

 

8/3/12-IT

·         Probabilmente per qualcuno potrebbe essere una notizia inattesa e un po’ spiacevole. Nel suo blog il paleoantropologo J.Hawks continua ad analizzare oggi (“Which population in the 1000 Genomes Project samples has the most Neandertal similarity?”) la notizia (già citata il 10/12/11), sui confronti che si possono fare fra il DNA nucleare del Neandertal, una specie a noi vicina scomparsa circa 30.000 anni fa, e le sequenze del DNA estratto oggi da ben 1000 individui appartenenti a diverse popolazioni umane attuali.
Come si sa, lavori recenti hanno dimostrato che fra le popolazioni umane attuali gli africani presentano un numero minore di sequenze riferibili al DNA trovato nei Neandertaliani. J.Hawks presenta dei grafici in cui i Neandertaliani vengono confrontati con individui africani, nordamericani di origine africana, e con individui di varie zone della Cina e dell’Europa. E’ evidente come gli africani presentino la somiglianza minore, ma risulta evidente come siano gli europei dell’area meridionale, e in particolare i toscani, a presentare il maggior numero di varianti simili a quelle dei Neandertaliani… 

 

 

7/3/12-UK

·         Giornata importante anche oggi: come fa notare K.Smith su Nature di oggi, anche il “Gorilla joins the genome club”. Oggi infatti diventa sempre più rapido ed economico sequenziale interi genomi, per cui anche una specie prima non ritenuta urgente ci svela il segreto dei suoi 3 miliardi di basi azotate del DNA che costituiscono l’informazione genetica che controlla il suo sviluppo e la sua vita e che svela i segreti della sua storia evolutiva (“Insights into hominid evolution from the gorilla genome sequence” - PDF).
Ovviamente non ci sono nemmeno stavolta le improbabili sorprese che metterebbero in discussione l’attuale ipotesi prevalente di spiegazione dell’evoluzione biologica, ma ci sono già alcune novità interessanti che dovranno essere confermate e verificate. Interessante il fatto che si evidenzino somiglianze curiose con la nostra specie, da cui il gorilla si è comunque reso indipendente già da 10 milioni di anni, cioè circa 4 milioni di anni prima di quando avvenne la separazione fra la linea evolutiva degli ominini bipedi rispetto alla linea evolutiva degli scimpanzé (qui l’articolo del 2005 sul sequenziamento del suo DNA).
Ricordo che recentemente (26/1/11) anche un’altra antropomorfa, l’asiatico orango, il Pongo pygmaeus, ha conosciuto la sequenza delle basi che costituiscono il suo DNA (“
Comparative and demographic analysis of orang-utan genomes”).
La ricerca pubblicata oggi è merito del lavoro di numerosi gruppi di genetisti in diversi continenti, coordinato dai ricercatori diretti da Aylwyn Scally del Wellcome Trust Sanger Institute in Hinxton, UK. Complessivamente si è lavorato, ottenendo quindi anche confronti fra sottospecie, sul DNA di tre gorilla, due western lowland gorilla (Gorilla gorilla gorilla) e un eastern lowland gorilla (Gorilla beringei graueri).
Fra le sorprese e le novità, il fatto che il 15% dei geni umani sono più simili a quelli trovati nei gorilla; si è visto poi che si è molto modificata, in questi 10 milioni di anni (dal momento della separazione, oggi precisata senza lasciare i numerosi dubbi preesistenti), la sequenza del gene LOXHD1, coinvolto nell’udito, non solo nell’uomo ma anche nel gorilla; svalutando quindi l’idea che questo gene sia importante nell’evoluzione del linguaggio umano. 
Per concludere, può essere utile, aiutandoci con un articolo di Nature di qualche anno fa (“Primate researchers ask the big questions”) ricordare quali sono le principali domande a cui cercano di rispondere i primatologi (per conto dell’umanità) a partire dal fatto che, essendo primati anche noi, sono le specie a noi filogeneticamente più vicine, con molte affinità e molte caratteristiche adattative all’ambiente arboricolo che presentano sconcertanti exaptation che però di solito purtroppo riconosciamo solo come semplici somiglianze, negandoci lo stupore per la meraviglia del processo evolutivo:
- Why are primates different from each other?
- How do primates think?
- Why do primates cooperate?
- Where did primates come from?
- Which primates will still exist in the wild in 40 years?
.

 

 

7/3/12-USA

·         Ho letto da poco l’introduzione e un capitolo iniziale di un libro (“The Language of Life: DNA and the Revolution in Personalized Medicine”) scritto da Francis Collins, attuale direttore dell’NIH ed ex direttore dell’Human Genome Project (che aveva prodotto il sequenziamento del DNA umano, conclusosi 10 anni fa). Collins racconta di come ha verificato personalmente l’uso che si può fare (per ora limitato, ma la situazione sta già cambiando) delle conoscenze scaturite da questo enorme lavoro collettivo, chiedendo a tre diverse ditte private di verificare se il suo DNA contenesse l’indicazione di possibili future malattie genetiche che potessero sconvolgere la sua vita futura.
Oggi l’antropologo J.Hawks nel suo blog presenta (“Finding the scary genes”) il primo caso di un racconto di una brutta sorpresa (“Genome Sequencing's Affordable, and Frightful, Future”) che diventerà probabilmente sempre più frequente in futuro, se verrà resa pubblica.
Capiterà però solo alle persone curiose+coraggiose, che vorranno sapere se il loro DNA riesce a predire il loro futuro, come oggi la genetica promette di fare in modo sempre più economico (F.Collins scrive di aver speso da 500 a 2000 dollari per tre test di ditte diverse, ma il giornalista stava partecipando ad un progetto gestito dai genetisti di Harvard, che coinvolgeva gratuitamente 1000 individui in tutto il mondo).
La storia è quella di John Lauerman, un giornalista della rivista Bloomberg, che in un articolo del 22/2 racconta di come sia rimasto sconvolto quando gli hanno riferito il contenuto del DNA che aveva ricevuto alla nascita: oggi ha scoperto che c’è scritto che è portatore di due geni rari che lo predispongono al cancro ed alla sindrome di Alzheimer; gli hanno detto, per consolarlo del fatto che gli altri 999 fossero stati più fortunati di colui, che “this is probably the most serious variant that we’ve actually seen to date in the study” che coinvolgeva 1000 individui.
In internet si trovano anche altri racconti più dettagliati della storia, scritti dallo stesso Lauerman (“
Mapping My Genome Starts a Search for DNA Answers I May Not Want to Know”; “Harvard Mapping My DNA Turns Scary as Threatening Gene Emerges”), oltre che commenti (di chi si mostra preoccupato di cosa potrà succederà in futuro “When Getting Your Genome Is Terrifying”).
Il futuro paziente Lauerman non sembra comunque uscire sconvolto dalla verifica del ruolo del caso nei processi evolutivo; oltre ad aver saputo che probabilmente dovrà aspettare fino a 70/80 anni, pensa che: “Overall, I feel lucky that I’m aware of this potential problem,” he said in the video, “and that as a result of having my genome sequenced.
I might be able to get treatment early if there’s anything wrong”.
Sembra quindi disposto a consolarsi degli aspetti positivi che riesce ad intravedere, con un atteggiamento simile a quello raccontato da F.Collins nel libro citato all’inizio; anche lui, non l’avevo precisato, ha notato la presenza di geni che destano qualche preoccupazione sul futuro, e certo non era improbabile, della sua prostata, ma anche la presenza di geni associati a tumori che potrebbero angosciare invece le sue due figlie. 

 

 

4/3/12-IT

·         Anche a Verona, in collaborazione con l’università, si organizza un festival della scienza; si chiama “infinitamente”, è dedicato a “Tempo, spazio e infinito” e si svolgerà dal 15 al 18 marzo. Gli incontri con gli esperti seguiranno percorsi diversi, e si parlerà anche dell’uomo in evoluzione, con Marco Peresani (Il tempo della preistoria), con Fiorenzo Facchini  (Le origini del sapiens moderno), anche, e tanto, della mente e del cervello, ma si esplorerà anche l’universo, con Marco Bressanelli e Guy Consolmagno SJ, astronomo pontificio.

 

 

3/3/12-IT

·         [da Pikaia] Un’ottima notizia: in arrivo la prima traduzione italiana del famoso libro di S. J. Gould “Ontogeny anf Phylogeny” (1977), di cui si possono anche leggere alcune pagine grazie a Google books.
Avevo citato questo testo il 21/2, evidenziando in particolare il fondamentale il capitolo 10 (Retardation and neoteny in human evolution), che pone al centro, e evidenziando proprio ua situazione che coinvolge un aspetto particolare e specifico proprio della nostra specie, l’inestricabile relazione fra filogenesi e ontogenesi e quindi il ruolo centrale, quando si parla di evoluzione della vita e della sua spiegazione in chiave naturalistica, dei processi regolatori dei tempi e dei modi dello sviluppo; sono tematiche di solito trascurate, se non addirittura invisibili, da chi comunque tende a concentrarsi solo sugli aspetti biologici di un processo evolutivo che non riesce a gestire né a capire.
La traduzione, gestita da M.Turchetto, verrà presentata nell’ambito del convegno internazionale STEPHEN J. GOULD’S LEGACY: NATURE, HISTORY, SOCIETY (Venezia, 10-12 maggio 2012) [da Pikaia] Non in tutte le scuole superiori italiane si possono riscontrare situazioni stressanti se non schizofreniche: continuano le iniziative del Centro Filippo Buonarroti legate all'Evolution Day 2012 nei licei lombardi, e in particolare si terranno a Milano, Alzano Lombardo e Pavia.

 

 

2/3/12-IT

·         [da My Genomix] Oltre alle numerose notizie che riguardano le nuove e sconcertanti novità tecniche di sequenziamento del genoma, un post (del 9/2) del blog MyGenomix informa della nascita di un Osservatorio della Comunicazione della Scienza Online, un database dove sono indicizzati tutti i siti e blog che trattano di scienza in lingua italiana.
Si tratta del lavoro della tesi (“
An italian online science communication monitor”) presentata da Luis Emiliano Peña Altamira per il MSc in Science Communication di Padova. Si può consultare il database, ancora da completare, nel sito dell’OCSO, all’indirizzo Sciencepages.it, 
C’è anche un sondaggio fra 130 visitatori del suo sito, che sembrano in gran parte aver intenzione di deludere il neolaureato “science communicator”: in grande maggioranza (il 73%) diffidano di comunicatori della scienza che non siano anche scienziati. Non è ben chiaro chi costituirebbe gli “others” che sarebbero certo preferiti (secondo il 13%) ai giornalisti (amati solo dall’11%, forse perché non è chiaro se sono “scientifici” o no). Saranno forse insegnanti di scienze, che probabilmente meriterebbero piuttosto una categoria tutta per loro e che avrebbero il vantaggio di poter verificare quanto sono bravi analizzando i risultati dei loro allievi nai risultati degli esami di fine ciclo?
Purtroppo la situazione rischia solo di peggiorare: con la fuga dei cervelli in corso e la precarietà di chi rimane, è improbabile che ci siano in futuro più scienziati ad aver temo da perdere sul web. Bisognerà cominciare ad proporre “campi di lavoro educativo alla tastiera” per scienziati in pensione? Si rischia altrimenti di lasciare il web e wikipedia in mano a criptocreazionisti? Su una rivista ondine cattolica (Fogli Mariani) un lungo e articolato commento (“Charles Darwin, l'evoluzione. Un punto di vista cattolico.”) all’intervista del 12/2 di T.Pievani a I.Malara nel sito Lo Sgamato, commentata con ben diverse intenzioni e con diversa elasticità mentale anche da E.Pennetta. Vengono proposti spunti interessanti sulle nuove prospettive anche filosofiche aperte da Darwin (ma soprattutto sulla nuova posizione attribuita all’uomo dall’attuale teoria dell’evoluzione), prospettive che invece di solito scatenano strane e vivaci reazioni allergiche da parte delle  persone con una sensibilità religiosa capace di offuscare l’umana curiosità e razionalità.
Si citano non solo le posizioni di Pievani e di La Vergara, ma purtroppo anche quelle di chi, pur ateo e rispettoso della genialità di Darwin (“
Darwin è stato uno dei massimi scienziati di ogni tempo e oggi non saremmo dove siamo, nella teoria dell’evoluzione, senza di lui) non aveva ben compreso alcuni aspetti centrali della biologia moderna; lo dimostrò il genetista Barbujani ma purtroppo nemmeno il suo preciso intervento fu di grande aiuto per far capire un dato evidentemente difficile da capire.

 

 

1/3/12-USA

·         [da NCSE] Interessante ma preoccupante il racconto di come e perché la casa editrice Springer abbia ritirato un testo che annunciava la prossima uscita del volume degli atti di un convegno che: 
Presents new perspectives regarding the nature and origin of biological information.
Demonstrates how our traditional ideas about biological information are collapsing under the weight of new evidence.
Written by leading experts in the field. In the spring of 2011, a diverse group of scientists gathered at Cornell University to discuss their research into the nature and origin of biological information. This symposium brought together experts in information theory, computer science, numerical simulation, thermodynamics, evolutionary theory, whole organism biology, developmental biology, molecular biology, genetics, physics, biophysics, mathematics, and linguistics. This volume presents new research by those invited to speak at the conference….

Cosa ci sia dietro a questo libro viene svelato dal blog Panda’sThumb il 27/2, che diffonde la notizia che la Springer starebbe per pubblicare un volume di pseudoscienza creazionista (“Springer gets suckered by creationist pseudoscience”) grazie ad un convegno (Biological Information: New Perspectives) organizzato da leading experts in the field come un creazionista “della terra giovane”, Sanford, J.C., noto anche per una consulenza in favore dell’ID in Kansas nel 2005, quando aveva garantito che per lui la terra aveva fra 5000 e 100.000 anni; altri editori del volume, forse anche loro leading experts in the field sarebbero stati i neocreazionisti M.J.Behe, e W.A.Dembski, noti esponenti del Discovery Institute.
La diffusione della notizia e delle competenze dei partecipanti al convegno ha portato all’eliminazione immediata della pagina web e al reinvio del volume verso un ulteriore ciclo di controlli.
Gli eventi vengono anche raccontati l’1/3/12 nel sito della rivista “Inside Higher Education” e nel sito del National Center of Science Education (“Second thoughts from Springer”).
Nel frattempo si sono mossi anche altri collaboratori della Springer, preoccupati delle conseguenze del passo falso che si stava concretizzando, piuttosto rischioso soprattutto in questo periodo di contestazione degli alti profitti dei pochi editori che hanno in mano gran parte dell’editoria scientifica che garantisce anche i controlli di qualità della ricerca mondiale, tutti basati sul lavoro gratuito dei ricercatori … che poi pagano salato queste riviste.

 

 

1/3/12-IT

·         In un articolo sul Foglio (“Rivoluzione evoluta”) A.Bandinelli racconta del suo incontro con il numero monografico di Micromega dedicato all’evoluzione umana al chiosco del bar al centro del parco di quartiere, sotto il primo sole primaverile.
Già non gli piace, e dimostra di non volerla proprio nemmeno vedere, la frase iniziale dell’articolo di T.Pievani, quella, certo difficile, ma che nasconde il punto centrale del ragionamento sul caso: “più che l’incipit di un ragionamento scientifico appare come il manifesto di un programma ideologico”; quello che capisce e riconosce immediatamente è che “il tema dell’evoluzione è un caposaldo dello scontro laicista contro i fideismi creazionisti”. Peccato. Il tentativo di suscitare una riflessione su un aspetto nuovo fa riemergere purtroppo sempre i soliti fantasmi “tranquillizzanti” che riposano in qualche angolo della mente degli antievoluzionisti. Dopo la riproposizione di una successione di frasi apparentemente non comprese, come quella della “carrellata”, riguardanti soprattutto i fatti nuovi e in parte sconcertanti che oggi conosciamo sull’evoluzione umana, la conclusione è davvero sconfortante: “laicisti all’attacco, c’è materia di cui rinfocolare lo scontro ideologico”.
L’articolo si conclude con una discussione sulla “schifezza” dell’immagine di copertina, considerata eurocentrica solo perché non esalta a sufficienza le scoperte scientifiche cinesi, preferendo mostrare un giovane rinascimentale italiano. Strano che Bandinelli e il suo amico non abbiano apprezzato che il giovane italiano sia un riconoscimento al ruolo centrale dell’”europa cristiana” nell’evoluzione scientifica e culturale umana …
Possiamo sperare che nel prossimo articolo Bandinelli si concentri maggiormente sui successivi articoli, scritti da paleoantropologi, che certamente forniscono ancor meno “materia con cui rinfocolare lo scontro ideologico”, dato che si raccontano i fatti nuovi e inaspettati che il lavoro dei paleoantropologi sottopone ormai quasi ogni anno all’attenzione e alla riflessione degli altri umani, indipendentemente dalla loro formazione culturale.
Sarebbe triste che anche questi fatti venissero rifiutati come è avvenuto per le riflessioni che queste novità giustamente suscitano anche nei filosofi.  Nel blog LoSgamato compare un’intervista a E.Pennetta (
Disputationes “Darwinianae”), in risposta all’intervista concessa da T.Pievani in occasione del compleanno di Darwin, il 12/2.
Si conferma il rispetto dell’evoluzione, riconoscendola come fatto riconosciuto, ma non si chiariscono poi né i modi né i tempi, e nemmeno quali si accettino fra le prove, decisamente numerose, che permettono poi a tutti i biologi evoluzionisti, e quindi anche al presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, Werner Arber, di dimostrare e confermare, oggi finalmente senza i grossi dubbi che angosciavano anche Darwin 150 anni fa, l’attuale teoria dell’evoluzione (Statement on my view on biological evolution”).
Inevitabile quindi che sorgano spontanee numerose domande, dato che si scopre con un certo stupore che un docente di scienze sollevi dubbi su quello che dovrebbe invece essere chiaro e ben spiegato anche nel testo di scienze adottato nel suo liceo a supporto alle lezioni che tiene ai suoi allievi del mattino, che tutti immaginiamo chiare e coerenti con il testo adottato.
Certo se si apprezza il rifiuto del creazionismo (non è chiaro se il riferimento sia solo alla variante “creazionismo della terra giovane”); comunque non si capisce perché, in un post critico verso E.Boncinelli, inviti a visitare ed apprezzare una pagina web del sito creazionista TruthInScience, dove si propone l’ipotesi creazionista del “basic type”, oggi sostenuta dal il progressive creationist S.Scherer, che contesta l’origine comune degli esseri viventi; questa ipotesi mette anche in dubbio il modello di classificazione gerarchica proposto da Linneo, che invece si adatta molto bene all’attuale visione dell’albero della vita.
Altrettanto in contrasto risulta anche il contributo, critico verso l’origine comune degli esseri viventi, che R.Fondi ha fornito al corso di didattica delle scienze per docenti di scienze nelle scuole cattoliche organizzato l’anno scorso dal vicariato di Roma; qui vediamo anche un contributo ad un video realizzato da Guy Berthault, uno dei creazionisti “biblici” consulenti del Kolbe Center for the study of Creation, dove esclude l’evoluzione, come origine comune degli esseri viventi, e sembra concordare con una variante del progressive creationism di S.Scherer).
Purtroppo il sito web del corso del vicariato è stato improvvisamente spento qualche mese fa, impedendo di poter verificare oggi la correttezza del materiale didattico in formato PPT messo a disposizione dei docenti partecipanti al corso, probabilmente tratto dalle lezioni effettuate nel suo liceo in preparazione dell’esame di maturità.
Per quanto riguarda il punto cruciale dell’origine comune degli esseri viventi, quei PPT non erano infatti in contrasto con la definizione di evoluzione fornita per esempio da Francis Collins, oggi direttore del National Institute of Health (USA), e autore del libro “The language of God”; Collins conferma come l’origine comune degli esseri viventi faccia parte della definizione di evoluzione, tanto è vero che è stata tranquillamente accettata nel 2004 anche da un documento vaticano firmato dal card.Ratzinger, e non è stata messa in discussione nel convegno vaticano del 2009.
[Ho provato a controllare nel sito web di un testo di scienze per i licei le domande che i docenti sottopongono agli studenti per allenarli alla terza prova dell’esame di maturità: ho verificato che molte domande riguardano proprio l’evoluzione biologica e i suoi meccanismi. Sono rimasto perplesso nel verificare che vengono proposte domande e fatte dichiarazioni su problemi su cui invece nel suo sito web si sollevano dubbi; mi ha colpito ad esempio una domanda in cui si conferma che il semplice cambio delle frequenze alleliche sia sufficiente per determinare l’evoluzione, attribuendo quindi un ruolo diagnostico già alla formula che descrive l’equilibrio di Hardy-Weinberg, proprio come veniva spiegato un anno fa anche nel PPT di E.Pennetta presente nel sito del corso sull’“Insegnamento delle scienze”: Il principio di HW può essere usato per determinare le frequenze geniche (alleliche) a partire dalle frequenze dei fenotipi, per stabilire quindi se la popolazione è in equilibrio genetico oppure si sta evolvendo.
 

]. 
 

  FEBBRAIO 2012

29/2/12-IT

·         [da Pikaia] Indice e recensione di un nuovo libro su Darwin (“Introduzione a Darwin”) di T.Pievani. Su Avvenire un teologo, R.Timossi, ritorna (“Ma la scienza non ha bisogno di Dio?”) sul tema sollevato per primo da Laplace, che ebbe il coraggio di scrivere un intero volume di “Meccanica celeste” senza sentire la necessità di attribuire un ruolo a Dio. In effetti fu un precursore, ma oggi nessun astronomo penserebbe mai di comportarsi diversamente. Nell’articolo si sospetta invece che E.Boncinelli avesse dei secondi fini quando, in un suo recente libro, ha ribadito – e non è stato certo il primo – che il concetto è perfettamente valido anche in biologia.
Spiace che quello che a metà dell’articolo era “un’opinione del tutto condivisibile visto che la ricerca nelle scienze naturali non può che operare senza ricorrere al soprannaturale” alla fine dell’articolo diventi senza motivo un atteggiamento criticabile, sospettando che perfidamente nasconda invece l’invito ad “agire come se Dio non esistesse”. E questo è del tutto scorretto, soprattutto dopo aver pure  citato che lo stesso Boncinelli avesse premesso che “non significa che il creatore non esista”.
Inutile ricordare che il concetto lo aveva ripetuto anche il fisico Hawking (Corriere, 2/10/2010: «Dio non è necessario a spiegare la creazione dell'Universo»), che così già il 31/10/2008 aveva concluso il suo intervento  davanti al papa al convegno sull’evoluzione dell’universo (
SCIENTIFIC INSIGHTS INTO THE EVOLUTION OF THE UNIVERSE AND OF LIFE), tenutosi all’Accademia delle Scienze Pontificia: “We are getting close to answering the age old questions: ‘Why are we here?’ ‘Where did we come from?’ I believe these questions can be answered within the realm of science”.

 

28/2/11-IT

·         [da Nature] La sequenza completa del DNA di Oetzi (o uomo del Similaun) è stata svelata oggi in un articolo su Nature Communication, pubblicato da un gruppo di ricerca internazionale (“New insights into the Tyrolean Iceman's origin and phenotype as inferred by whole-genome sequencing”). Un articolo dell’AGI e uno di Repubblica sintetizzano i risultati, che dimostrano che non sarebbe comunque sopravvissuto a lungo. Interessante la dimostrazione dell’intolleranza al lattosio, indicante che la mutazione, utile per popolazioni di agricolotori e allevatori, non era probabilmente ancora comparsa nella zona.

 

27/2/12-UK

·         Un articolo su Molecular Biology and Evolution racconta una storia intrigante sui Neandertaliani (“Partial genetic turnover in neandertals: continuity in the east and population replacement in the west”) sulla base di nuove indagini genetiche su un maggior numero di campioni provenienti da aree geografiche diverse.
Già non c’erano molti dubbi che fossero andati incontro a cambiamenti climatici piuttosto imponenti nel corso della loro presenza in Europa e nelle zone circostanti fra 300.000 e 30.000 anni fa.
Un articolo della BBC aiuta a capire un po’ meglio la questione, sottolineando come abbiano corso il rischio di estinguersi prima di quando realmente poi avvenne (“DNA reveals Neanderthal extinction clues”). 

 

27/2/12-IT

·         Nei giorni scorsi è scoppiata una strana polemica, sollevata da un corsivo dell’Avvenire del 19/2, che contestava un articolo sulla teoria dell’evoluzione pubblicato da Micromega. Le critiche, oltre che inquinate da incomprensioni e quindi in gran parte errate, come evidenziato anche nella risposta di T.Pievani, appaiono ingiustificate anche perché riguardano problematiche che coinvolgono temi scientifici per i quali la chiesa cattolica, che si è sempre dichiarata rispettosa della scienza, alla cui nascita ammette di avere in parte contribuito, dispone da poco più di 400 anni di un organo di consulenza che viene, oltre che necessariamente rinnovato, continuamente arricchito di scienziati dei quali viene valutata soprattutto la riconosciuta eccellenza nelle diverse discipline, spesso indipendentemente dal credo religioso.
E’ abbastanza evidente l’interesse a mantenere questo organo di consulenza adeguato ai temi, anche se problematici, funzionante e autorevole. Non per niente oggi il presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze (PAS) è un premio Nobel, il biologo molecolare Werner Arber, evoluzionista e quindi certamente competente e adeguato a suggerire risposte non contrastanti con l’interesse della chiesa a rispettare l’autonomia del mondo scientifico pur su temi in gran parte difficili da digerire e capire.
Se questa è la situazione nella chiesa cattolica, forse difficile dato che ci sono numerosi integralisti che affrontano impavidamente anche situazioni imbarazzanti (pensiamo al convegno antivaticano organizzato al CNR addirittura dal vicepresidente del CNR insieme a pittoreschi creazionisti biblici USA) pur di dimostrare che non la si accetta, può invece essere istruttivo verificare come le numerose religioni cristiane USA gestiscano invece in modo antiscientifico, e quindi davvero imbarazzante, problemi scientifici certamente delicati come quelli dell’evoluzione; non è difficile rendersi conto di come si risolvano con molta creatività ma soprattutto con poca serietà i problemi e le incoerenze fra le diverse opinioni, sperando che nessuno, a cominciare dalla ragione, se ne accorga.
Il documento è la sconcertante “Dichiarazione generale sulla Creazione”, pubblicata nel 2009 in occasione del bicentenario di Darwin; il testo è stato studiato e approvato da una commissione creata all’interno dell’ASA (American Scientific Affiliation, un organo di consulenza per i rapporti con la scienza costituito dalle diverse e numerose religioni cristiane diffuse negli USA); il testo ci permette di capire che c’è un approccio un po’ diverso, ma soprattutto davvero poco serio, forse giustificato dalla notevole quantità di verità religiose che in quel paese si devono confrontare quotidianamente con i dubbi della scienza.
Già la lettura della composizione della commissione suscita una qualche preoccupazione, visto che è evidente la presenza del responsabile della struttura che gestisce l’Intelligent Design, il matematico e filosofo W.Dembski. D’altronde lo stesso documento chiarisce che gli esponenti dell’ASA sono scelti sulla base della loro fede più che per la loro scienza, a differenza dei membri della PAS, dove il presidente è un protestante ma è adirittura un premio Nobel.
La lettura del documento lascia sbalordito chi (soprattutto se abituato al metodo scientifico) finalmente scopre in che modo diverse verità contrapposte e incompatibili possano trovare posto in un documento comune votato all’unanimità da rappresentanti di diverse religioni cristiane; la soluzione è semplicissima: una dopo l’altra.
Probabilmente in Italia un documento così farebbe ridere (soprattutto quando si notano, perfino all’interno di una stessa fede, opinioni eterogenee su fatti oggi facilmente dimostrabili); la soluzione adottata sarebbe comunque un’ottima idea per evitare guerre di religione, sempre che si avesse il coraggio di applicare il metodo anche alle questioni indimostrabili tipiche delle guerre di religione.
Risulta purtroppo evidente che l’unica ipotesi che proprio non trova posto nell’elenco dell’ASA è quella ritenuta preferibile dagli esperti, come sono sia dal presidente della PAS che dagli autori della mostra “Homo sapiens”, che dall’autore del volume “La vita inaspettata”, dove si descrivono le meraviglie di un semplice meccanismo che evidentemente per i suoi primi 14,69 miliardi di anni non ha ritenuto necessario aspettare la comparsa della nostra specie, come se non fosse il fatto che ritengono egocentricamente più importante.
Il documento può anche essere usato per uno scopo interessantissimo: verificare se tutte quelle ipotesi diverse, tutte approvate a maggioranza ma tutte diverse rispetto ai dati scientifici, sono prodotte dal solo caso o sono il risultato di una selezione culturale sui prodotti del caso.
Altra questione sarebbe lo scoprire anche perché mai non capiscono quanto sia imbarazzante dimostrare che, per fare felici tutti, moltiplicano le verità (forse sanno anche loro che cambiarla sarebbe stato disonesto) per accordarle a pensieri del tutto diversi.
[Il fisico autore della traduzione italiana di questo capolavoro di equilibrio (non tutti smaniano di accordare il proprio pensiero alla verità) tiene invece, proprio in questi giorni, un corso all’università della terza età di Pavia, dove ha promesso invece di spiegare agli allievi perché la teoria dell’evoluzione di Darwin sia compatibile con la (sua) religione]. 

 

26/2/12-iT

·         Nel suo corsivo sull’Avvenire (“PAZIENZA, SI EVOLVERÀ”) P.G.Liverani oggi cerca di difendere come ironia le incomprensioni che spiccavano nei recenti corsivi che hanno suscitato la reazione di T.Pievani su Micromega. Non è chiaro comunque perché ritenga utile aggiungere di suo pugno ulteriori nuove critiche ai suoi corsivi.
Non sarebbe stato meglio e più semplice cercare di convincere i lettori che non si può accusare di creazionismo un giornalista convinto che abbia fatto un’ottima scelta chi ha nominato W.Arber come presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, premio Nobel e biologo evoluzionista e quindi neodarwinista? Meno ironia e più chiarezza… 

 

25/2/12-IT

·         Continuano ancora i Darwin Days.
Uno particolarmente impegnativo si svolgerà a Parma il 1’ marzo presso l'Aula Magna del Palazzo Centrale dell'Ateneo (via Università, 12), a cui interverranno Donato Grasso, Università di Parma, Lara Maistrello, Università di Modena e Reggio Emilia, Rita Cervo, Università di Firenze, Telmo Pievani, Università di Milano Bicocca, Roscoe R. Stanyon, Università di Firenze, e Mauro Mandrioli, Università di Modena e Reggio Emilia. E’ una giornata di divulgazione scientifica dedicata quest'anno al tema “Dall’individuo al superorganismo. 

 

24/2/12-IT

·         T.Pievani risponde su Micromega (“Cialtroneschi attacchi di “L’Avvenire” contro MicroMega e la scienza”) ad un paio di corsivi (“Darwin l’optional” del 5/2 e l’incredibile “Ciao Darwin, ma dietro la lavagna” del 19/2), in parte basati su imprecisioni o errori, ma soprattutto rivolti probabilmente alla persona errata, non avendo Pievani per ora alcuna competenza o responsabilità all’interno della Chiesa: meglio sarebbe stato invece consultare qualche organo interno della Chiesa responsabile dei rapporti con la scienza, sia per verificare  la correttezza del testo proposto per la pubblicazione (e sarebbe stato necessario), ma anche per assicurarsi di aver ben capito i termini della questione.
Probabilmente il giornalista non aveva dubbi, avendo frequentato anche alcuni convegni evoluzionisti, ma probabilmente una verifica sarebbe stata utile per fargli almeno capire che risulta evidente, da quel che scrive, come proprio non abbia le competenze per mandare Darwin dietro la lavagna, dato che NON è vero che “era questa, come si sa, la tesi evoluzionista del povero Darwin”. Erano invece i suoi precursori e magari alcuni attuali antievoluzionisti a “interpretare la nostra storia naturale come una carrellata di stadi di progresso”, forse convinti, loro sì, dalle false rappresentazioni che si incontrano sui quotidiani ma non sui libri di biologia.
Diventa necessario a questo punto ricordare che già nel 1988 (il 20° è passato inutilmente e ormai si sta avvicinando il 25°) Papa GP2 era davvero molto preoccupato dei pasticci che si combinavano, spesso per incompetenza ma anche solo per paura - conseguenza di ignoranza - nei rapporti della chiesa con la scienza e gli scienziati. GP2 lo ha raccontato nella lettera inviata all’astronomo pontificio, Padre G.Coyne, uno dei pochi che era allora capace di gestire pure temi caldi come quelli dell’evoluzione, anche grazie alla frequentazione per 6 mesi all’anno di ambienti scientifici come quelli USA, dove i biologi cattolici erano e sono in prevalenza evoluzionisti, magari pure neodarwinisti, in un contesto con elevate frequenze di creazionisti fra i protestanti:
Basta guardare allo sviluppo incredibile della ricerca scientifica, per scoprire un movimento soggiacente verso la scoperta di livelli di una legge e di un processo che unificano la realtà creata, pur avendo allo stesso tempo suscitato la vasta diversità di strutture e di organismi che compongono sia il mondo fisico e biologico sia quello psicologico e sociologico
… I biologi molecolari hanno studiato la struttura della materia vivente, le sue funzioni e i suoi processi di moltiplicazione. Essi hanno scoperto che tutti gli organismi della terra hanno alla base gli stessi costituenti i quali compongono sia i geni sia le proteine da essi codificate. E' un'altra impressionante manifestazione dell'unità della natura.
Con l'incoraggiare l'apertura tra la Chiesa e le comunità scientifiche, non ci proponiamo un'unità di contenuti tra teologia e scienza come quella che esiste nell'ambito di un dato campo scientifico o della teologia vera e propria. Col crescere del dialogo e della ricerca comune, ci sarà un progresso verso la mutua comprensione e una graduale scoperta di interessi comuni che forniranno le basi per ulteriori ricerche e discussioni. Sta al futuro stabilire in quale forma questo avverrà. Ciò che è importante, come abbiamo già sottolineato, è che il dialogo deve continuare e progredire in profondità e in ampiezza. In questo processo dobbiamo superare ogni tendenza regressiva che porti verso forme di riduzionismo unilaterale, di paura e di autoisolamento.
Dobbiamo chiederci se scienza e religione contribuiranno all'integrazione della cultura umana più che alla sua frammentazione. E' una scelta obbligata che ci riguarda tutti
.”.
Sarà forse anche con questa preoccupazione e in questa ottica che, dopo la nomina del fisico Nicola Cabibbo (da non dimenticare che fu uno dei pochi cattolici ad intervenire con decisione contro le iniziative creazioniste del VP del CNR) da parte di GP2, anche l’attuale papa ha nominato come presidente della PAS un evoluzionista, Werner Arber. Che è però addirittura un biologo molecolare, e quindi evoluzionista e neodarwinista, oltre che premio Nobel. Arber aveva coordinato con N.Cabibbo il convegno del 2008 sull’evoluzione dell’universo e della vita (“
SCIENTIFIC INSIGHTS INTO THE EVOLUTION OF THE UNIVERSE AND OF LIFE”), quello in cui erano stati allontanati i creazionisti che, pur non invitati (“Intelligent Design Theory Shut Out of Vatican Evolution Conference”), disturbavano il convegno.
Probabilmente il documento e le preoccupazioni del 1988 (“E' pronta la comunità delle religioni del mondo, la Chiesa inclusa, ad entrare in un dialogo sempre più approfondito con la comunità scientifica, un dialogo che, salvaguardando l'integrità sia della religione sia della scienza, promuova allo stesso tempo il progresso di entrambe?”) non circolano all’Avvenire.
Se qualcuno all’interno della Chiesa avesse ancora dei problemi a capire e gestire l’evoluzione biologica è evidente che prima di rivolgersi all’esterno sarebbe meglio stimolasse gli organismi che ci sono a funzionare meglio, a fornire indicazioni e a svolgere i loro ruoli informativi e formativi; sono strutture, come l’Accademia Pontificia delle Scienze, che rispettano i criteri di competenza universalmente accettati, certificati dal riconoscimento indipendente fornito dal premio Nobel.
La figura imbarazzante fatta con queste due “lezioni” di biologia evoluzionistica, magari perfette secondo l’Accademia della Crusca ma “sgrammaticate” e imbarazzanti secondo qualsiasi testo di biologia delle medie, sarebbe stato meglio evitarla, soprattutto se lo si fa per problemi interni; la sua interpretazione fuori sincrono delle successive teorie dell’evoluzione  avrà probabilmente fatto sorridere anche ogni insegnante di scienze delle medie, mentre i paleoantropologi possono confermare che, se la descrizione dell’evoluzione umana è avvincente, la realtà sarà stata forse avvincente ma soprattutto drammatica e dolorosa …
Imbarazzanti soprattutto l’incomprensione dell’accezione scientifica del termine “teoria” e l’identificazione del normale processo evolutivo come “nuova tesi” e dell’ipotesi predarwiniana (la “carrellata di stadi”) come … se fosse invece proprio l’ipotesi di Darwin, trascinando nell’equivoco anche altri incauti ma scatenati commentatori. Per non parlare della ripetibilità come certificato di scientificità; immagino che i medici legali potranno avere qualche dubbio di coscienza: ripeto o non ripeto? Difficile scegliere quando dalla risposta dipendesse la scienza o quando la scelta fosse impossibile. Non in tutte le scienze la ripetibilità è possibile!
Meglio quindi sarebbe che si provvedesse razionalmente a uniformare il modo di rapportarsi con “il mondo”, e in particolare con la scienza, evitando che ci sia da una parte il Vaticano che si consulta con i premi Nobel e gli esperti di evoluzione e li inserisce nell’Accademia Pontificia delle Scienze, mentre l’Avvenire manderebbe dietro la lavagna oltre a Darwin anche questi stessi accademici, magari sulla base di convinzioni errate e confuse.
Si da’ inevitabilmente l’impressione di una certa anarchia e incoerenza quando, avendo problemi personali a capire ed accettare la biologia evoluzionistica, si trova più comodo contestare un filosofo della scienza esterno piuttosto che il proprio biologo evoluzionista di riferimento, addirittura di nomina papale, il presidente dell’Accademia Scientifica Pontificia. Si dà pure l’impressione, come gli ultimi giapponesi, di non essersi accorti che i “barbari neodarwinisti” hanno omai preso possesso del principale posto di potere; ovviamente la situazione non è in questi termini, ma è sconcertante vedere che qualcuno la interpreta in questo modo; si offende pure se ovviamente non lo si sta ad ascoltare, ma quasi si offende se lo si avverte che forse è tardi se ci si illude di poter ancora respingere i neodarwinisti.
So di alcuni colleghi biologi evoluzionisti che hanno partecipato a convegni organizzati da università vaticane, in Italia o in monasteri spagnoli, e mi hanno riferito che non ci sono stati problemi a discutere di biologia evoluzionistica. Come si può mescolare competenze e obiettivi diversi, “salvaguardando l'integrità sia della religione sia della scienza”, che hanno ruoli diversi, come disse GP2 nel 1988 ?
Probabilmente sarebbe poi anche il caso di riflettere che l’attuale mostra a Roma sull’evoluzione umana (“Homo sapiens”) è opera  di un accademico pontificio, L.L.Cavalli Sforza, oltre che di T.Pievani. Uno dei problemi che più ha fatto discutere recentemente, anche a partire da un recentissimo libro di E.Boncinelli (“La scienza non ha bisogno di Dio”) è appunto il metodo scientifico e i suoi criteri. Forse non tutti sanno che il problema è ben noto anche ai piani alti della Chiesa: qualcuno ricorderà che nel 2006 il papa organizzò a Castelgandolfo un incontro con i suoi allievi (Schülerkreis) per discutere dell’evoluzione e chiese al card.Schönborn che invitasse come esperto un biologo evoluzionistista, purchè fosse “
a scientist who in no way can be suspected of being a creationist”; il card. Schönborn invitò il biologo molecolare austriaco Peter Schuster, che raccontò questo episodio in un intervista pubblicata da J.Allen sulla National Catholic Reporter USA il 17/8/2006, prima del convegno. Nell’intervista il prof.Schuster racconta dei contrasti col card. Schönborn e dei punti principali della moderna biologia, fra cui ricorda che “Biology by no means disproves the idea of a Creator. But the point is that we don’t need a Creator to explain what we see”. Una frase non molto diversa da quella di Laplace in un contesto diverso, Il fatto che la biologia non abbia bisogno di entità esterne per spiegare la realtà lo sa quindi anche il papa dal 2006, per cui non si capisce la necessità di fidarsi di spiegazioni alternative non scientifiche.
 Purtroppo non tutti lo sanno e annaspano, non partecipando a quell’evoluzione culturale che sta cambiando il mondo, come ricorda Schuster: “One hundred years ago, it was the common belief of Christians that God directly created every new species that exists.
Darwin showed how natural development can lead to new species. Today we understand this much better, and there’s no evidence that can’t be explained within this general framework”.
Se ci limiitiamo ai problemi dell’evoluzione biologica e umana, non bisogna dimenticarci anche un frase che ha pubblicato sull’Osservatore Romano il 17/1/06 (“Evoluzione e creazione”) il prof.F.Facchini, antropologo e sacerdote, a proposito dell’Intelligent Design e dei suoi inutili tentativi di proporsi come teoria scientifica senza averne le caratteristiche e pure senza fare ricerche che forniscano spiegazioni migliori: “Se il modello proposto da Darwin viene ritenuto non sufficiente, se ne cerchi un altro, ma non è corretto dal punto di vista metodologico portarsi fuori dal campo della scienza pretendendo di fare scienza”.
Ovviamente bisogna chiarire che dai tempi di G.Galilei non basta dire o anche scrivere “questa teoria non mi piace”.
Si sa che nulla è perfetto o definitivo. Il mondo oggi pretende sempre e solo, e lo sappiamo bene, qualcosa che funzioni meglio di quello che già abbiamo.
Certamente masochista è comunque reagire lasciando trasparire paura unita all’evidente incomprensione dei problemi e dei testi commentati.
Appare evidente, ma probabilmente non a tutti, nonostante una frase esplicita, che nel testo di T.Pievani compare un invito abbastanza originale a dimenticare per un attimo la biologia e suggerire ipotesi alternative al ruolo del caso anche per i fenomeni per cui è la geologia che ci propone e ci dimostra eventi apparentemente casuali succedutisi continuamente e costantemente negli ultimi 4.5 miliardi di anni.

Per la biologia finora ci sono state tantissime novità dai tempi di Darwin, che hanno permesso di integrare le idee geniali che gli valsero l’immediata sepoltura con onori nell’abbazia di Westminster, ma nulla di sconvolgente. Vuoi vedere che ce ne potrebbero essere invece per la geologia?   Dell’articolo di Micromega si ne parla anche sul Fatto (“Gli attacchi di Avvenire contro la scienza”).

 

23/2/12-UK

·         [da BBC] Grande successo di pubblico alla facoltà di Teologia di Oxford per l’incontro fra Richard Dawkins e Rowan Williams, primate della chiesa anglicana, sull’origine dell’uomo. Il video dell’incontro si può vedere nel sito web dell’arcivescovo di Canterbury.
Nella discussione R.Dawkins si è dichiarato non più così certo dell’inesistenza di Dio, mentre R.Williams non si è mostrato invece così certo che l’uomo non abbia avuto un antenato non umano, una questione già ben chiara per i cattolici dopo la dichiarazione vaticana del 2004 sull’origine comune di tutti gli esseri viventi. Per il papa è inoltre ben più facile e riservato incontrare un biologo evoluzionista, visto che ce ne sono molti nalla PAS.
L’arcivescovo si è mostrato comunque preoccupato per la gestione del quotidiano da parte di Dio, vista l’enorme quantità di guai, per cui si è chiesto se non potesse stare più attento o fare qualche straordinario “if he can do that, why doesn't he do a bit more?".
Gli angeli aleggiavano sul tranquillo dibattito, tranquillamente dipinti sul soffitto.
C’è da ricordare che il 15 settembre 2008 la chiesa anglicana (che pure ospita Darwin nel suo tempio principale) aveva chiesto pubblicamente scusa a Darwin (ma anche ai suoi fedeli del 1800 e del 1900, indotti in grave errore) per aver frainteso la teoria sull’evoluzione.
Negli stessi giorni in Italia mons.Ravasi negò che la chiesa cattolica dovesse scusarsi con Darwin (“Scuse a Darwkin? No grazie”), forse pensando che le scuse si debbano fare solo in caso di condanna; in realtà non si deve dimenticare che una condanna ci fu, ma colpì piuttosto Teilhard de Chardin.
Se invece si fosse scusato anche con chi era stato ingannato per i fraintendimenti della teoria dell’evoluzione, magari qualcuno all’Avvenire già da allora si sarebbe preoccupato di verificare se magari si alludesse a lui.
Nel 2008 la chiesa anglicana creò anche un sito web (ora disattivato), dove inserì il documento citato di scuse “Good religion needs good science”.
Del dibattito riferisce anche il Guardian,

 

22/2/12-USA

·         E’ nato da poco un interessante sito web utile per la diffusione della conoscenza scientifica con strumenti aggiornati: Download The Universe, dedicato alla pubblicazione di reviews di ebook (e programmi per iPad) scientifici.

 

21/2/12-IT

·         Micromega mette a disposizione, consultabile on line, il primo articolo, quello di Telmo Pievani, del numero monografico in gran parte dedicato all’evoluzione umana. Non è ben chiaro, ma solo nel titolo dell’articolo (“Siamo il frutto del caso”), che il caso non agisce certo da solo, ma l’articolo intende sottolineare che comunque ha certamente un ruolo importante, e soprattutto per i fattori non biologici, spesso trascurati dagli antievoluzionisti e dai creazionisti, di solito ossessionati proprio dagli elementi connessi alla biologia, gli unici dietro a cui di solito pensano si possano nascondere entitità o fattori metafisici che dovrebbero influenzare il processo evolutivo.
Come ci ricorda una frase iniziale, la cui importanza nell’indicare dove cercare i fattori dell’evoluzione non è da trascurare (“a condizionare l’evoluzione di Homo sapiens è stata la casuale combinazione di fattori del tutto contingenti ed ‘esterni’, in particolare eventi climatici e fattori geografici”), nell’evoluzione sono comunque importanti e fondamentali eventi per i quali mai nessuno ha pensato finora di fornire spiegazioni alternative ragionevoli o almeno razionali. Gli evoluzionisti hanno cominciato da tempo a farlo, antievoluzionisti e creazionisti ancora non capiscono che manca loro parecchio da capire.
Comunque la frase, per chi non lo notasse o non la capisse, ha lo scopo di alzare l’asticella, e di parecchio: è un invito ai creazionisti espliciti ma anche a quelli mimetizzati da antievoluzionisti, a darsi da fare con proposte e non con inutili critiche.
Da secoli ormai si sta aspettando una spiegazione alternativa e convincente agli eventi biologici casuali che avvengono a miliardi ogni secondo. Visto che nessuno ha spiegato finora perchè non dovrebbe essere casuale, come ha spiegato Mendel,  che i figli siano al 50% maschi (e i cinesi forse sarebbero ancora molto interessati a sapere come modificare questo dato…), T.Pievani ricorda che poi si dovrà comunque spiegare anche ben noti eventi di dimensioni spaziali e temporali tali da rendere improbabile e forse anche indimostrabile qualsiasi spiegazione.
Come già si era accorto anche Wallace (oltre a Darwin, che l’aveva capito prima), la distribuzione delle terre emerse è indispensabile per capire e spiegare l’evoluzione biologica, i meccanismi di isolamento e i fenomeni di speciazione. Moltissimi se non tutti.
Come è avvenuto che l’Africa si staccasse dall’America? Chi e come l’ha ottenuto? Sono domande a cui bisogna rispondere prima di contestare le ipotesi, magari ancora limitate e imprecise ma coerenti fra di loro, della scienza, insistendo su improbabili fattori esterni, che difficilmente si ha il coraggio di proporre per spiegare eventi geologici di dimensioni planetarie o continentali.
Chi fosse interessato a proporre ipotesi di spiegazione per i terremoti che contribuiscono a movimentare il nostro mappamondo, qui trova una mappa animata di tutti quelli del 2011
Forse anche per questi motivi l’evoluzione come processo che connette fra di loro tutti gli esseri viventi non è più seriamente messo in discussione dagli organismi ufficiali del mondo cattolico, che d’altronde fin dal 1603 dispone della consulenza dell’Accademia Pontificia delle Scienze (ora PAS, prima Accademia dei Lincei, di cui fu subito socio anche G.Galilei).
La PAS da un anno (15/1/11) è presieduta da un premio Nobel, biologo evoluzionista neodarwiniano, Werner Arber, il cui incarico sembra imbarazzare anche i diversi evoluzionisti cattolici, che pur dovrebbero sostenere il suo impegno, aiutandolo a diffondere capillarmente una  conoscenza adeguata ed aggiornate sui diversi temi di cui si occupa da tempo la PAS, a cominciare dal riscaldamento globale e degli altri pericoli che corre il nostro pianeta (“Il problema ecologico oggi ha assunto forme e dimensioni che diventeranno drammatiche, se non si corre ai ripari”, come dice un recente documento della PAS), un tema a cui W.Arber, essendo biologo, sembra particolarmente appassionarsi, anche grazie alla presenza nella PAS di numerosi esperti che coprono ulteriori competenze.
Purtroppo non sembra che queste preoccupazioni siano sostenute da una conoscenza scientifica adeguata al di fuori della PAS, né che il lavoro di W.Arber venga sempre apprezzato, nonostante si adegui agli appelli (Viterbo, 23/9/07) e alle preoccupazioni del Papa.
Se fu probabilmente giustificata l’iniziativa di creare a Roma un centro di formazione scientifica (“L’insegnamento delle scienze”) per migliorare la formazione scientifica dei docenti delle scuole private cattoliche e per sostenere la posizione del Papa, non si capisce poi perché si contestino le iniziative dell’organo di consulenza scientifica nominato dal Papa, la PAS, presieduta da un premio Nobel e non da un Mr.Arber qualsiasi. 

 

21/2/12-USA

·         Interessante un post (“The problem with evo devo”) nel blog Pharyngula; P.Z.Myers cerca di chiarire, da biologo dello sviluppo, i termini in cui inserire il rapporto, arrivato ad un punto critico soprattutto in tempi recenti, con i biologi evoluzionisti.
Il problema è appunto quello del recente tentativo dell’evo-devo, che sempre più si propone per una “gestione” più unitaria, integrata e sintetica della biologia,
Myers ricorda alcuni vecchi testi, uno di Gould (’84) e uno di Raff (‘96), e sintetizza le novità recenti, con i tentativi di integrare due livelli apparentemente diversi ma con origine comune nell’unica matrice, il DNA. Sullo stesso tema sarebbe importante anche citare un libro di Gould, “Ontogeny anf Phylogeny” (1977), di cui si possono leggere alcune pagine grazie a Google book. Interessante per unn antropologo soprattutto il capitolo 10 (Retardation and neoteny in human evolution) che pone al centro dell’interesse la sconcertante neotenia umana, un argomento che immediatamente pone al centro dell’interesse proprio per la nostra specie, la necessità per la biologia di giustificare la stretta e intricata interazione fra ontogenesi e filogenesi.
Citazioni di testi recenti sono quelle del libro di Sean B. Carroll Endless Forms Most Beautiful: The New Science of Evo Devo, di un libro di David Kingsley (“Ecological Developmental Biology”) e dell’articolo di Massimo Pigliucci (“Do we need an extended evolutionary synthesis?”). L’articolo si conclude con una citazione di un aforisma di Van Valen ("Evolution is the control of development by ecology…", 1973) e con una nuova proposta di triquetra che ci ricorda che per capire la biologia occorre integrare l’evoluzione con lo sviluppo e l’ambiente. Sappiamo bene che anche per i biologi non è sempre facile saper unificare in un unico processo e integrare questi aspetti cosi’ diversi della realtà del mondo vivente. Ovviamente l’impresa diventa ardua per chi non ha sufficienti conoscenze di base, come pure non è sempre facile considerare insieme anche le scienze della terra, che già Darwin capiì quanto fossero importanti.

 

20/2/12-USA

·         Come viene spiegato (in italiano) nel sito di Greenreport (“L'hacker di Heartland è un noto scienziato”) si è chiarito perchè sono probabilmente tutti autentici i documenti sottratti con un trucco all’Heartland Institute (rimane il dubbio su uno, quello che contiene la dichiarazione più sconcertante, ma non c’è dubbio – risulta anche in un altro documento originale, quello col bilancio – che il progetto contestato, che si propone di creare moduli didattici per scuole elementari, ha una sua voce nel bilancio per il 2012, dove si cita pure il nome dello stesso esperto). L’autore della telefonata fatta all’HI è infatti Peter Gleick, idroclimatologo e collaboratore dell’Huffington Post, dove racconta (“The Origin of the Heartland Documents”) come è riuscito a verificare l’autenticità di un documento che gli sarebbe pervenuto anonimamente.
Già l’HI aveva giustificato nl suo sito perchè tutti i documenti, meno uno, erano davvero originali (secondo lo stesso Heartland, sarebbero stati inviati da un suo dipendente a un signore che al telefono si era presentato come un membro del Consiglio di amministrazione).
E’ certo una buona notizia, anche perché rimane confermato come sia ben motivata e quindi giustificatissima la preoccupazione per l’origine antropica del riscaldamento globale manifestata dal documento (“
Il destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”, dell’11/5/11) dell’Accademia Pontificia delle Scienze uscito dal convegno del 2/4 aprile 2011 (“Fate of mountain glaciers in the anthropocene”) (NB: anche se è in inglese, è un documento originale vaticano, come si vede dal link; certo si può continuare a non citarlo, ma sarebbe davvero imbarazzante contestarlo, soprattutto perché si contesterebbero i premi Nobel che l’hanno sottoscritto e che collaborano da anni con il Vaticano senza sospettare che anche lì l’ambiente si sta riscaldando.
Risulta inoltre confermato che ci sono anche altri temi su cui l’HI agiva, con il “semplice” meccanismo ben spiegato in questo post (“The heart of the matter”), dove si mostra come con pochi milioni di dollari si riesca, approfittando di un “difetto” del metodo scientifico, a sollevare dubbi su ben 47000 articoli scientifici prodotti da migliaia di scienziati coscienziosi che hanno speso miliardi di dollari e di ore del loro lavoro.
A meno che le industrie farmaceutiche e quelle che producono tabacco (citate come finanziatrici nei documenti dell’HI) fossero interessate al riscaldamento globale o all’evoluzionismo, bisogna ammettere che anche il fumo passivo e la riforma sanitaria USA sono “temi caldi”, ben utilizzabili da chi non ha improbabili molteplici competenze, ma un unico interesse, proprio quello indicato nel documento negato ma indirettamente confermato negli altri: mettere in cattiva luce chi fa ricerca ma anche chi insegna la scienza, contribuendo alla diffusione della razionalità e della conoscenza.
Sembra strano, ma si riesce a dimostrare che ancora oggi non piaccia a tutti che si segua una strada aperta secoli fa da G.Galilei.
Interessante anche fare un confronto fra questo affaire e il primo Climategate, quello del 2009, quando furono sottratte illegalmente da un server migliaia corrispondenze personali di climatologi. Giustamente gli scienziati a cui erano state rubate e criticate per anni le email ora chiedono all’HI un minimo di coerenza.

 

19/2/12-IT

·         Arrivano un paio di risposte all’articolo di T.Pievani su Micromega (“Siamo il frutto del caso”).  Interviene M.Veneziani sul Giornale (“Dio lasci il suo posto fisso, qui governa il caos”) che, senza chiarire prima dove siano attualmente,  invita tutti a mantenere i confini (“È assurdo trattare Dio come uno studente fuori corso che pretende il posto fisso nell’universo ma non sa rispondere alle domande dei professori. Ed è assurdo difenderlo, confutando in Suo nome le teorie scientifiche di Galileo o di Darwin. Dio non può essere confutato o dimostrato in sede scientifica.”). Interviene anche Liverani sull’Avvenire con un articolo con parecchi strafalcioni fra le improbabili ironie (Darwin dietro la lavagna? Ci vuol ben altro..), forse anche moltiplicati dalle incomprensioni (“Ciao Darwin, ma dietro la lavagna”). Viene voglia di inviargli l’altro articolo o di prendere la penna rossa.

 

18/2/12-USA

·         Sono disponibili sempre nuovi strumenti per favorire lo sviluppo della conoscenza scientifica anche se spesso per approfittarne ci vorrebbe prima qualcosa per favorire lo sviluppo della conoscenza dell’inglese…
Alcune università USA stanno infatti mettendo a disposizione in internet lezioni o interi corsi universitari. Yale per esempio, mette a disposizione numerose lezioni raggiungibili dal sito web Open Yale Courses. E’ sufficiente inserire una parola chiave per ottenere un elenco di lezioni che possono aiutare a inquadrare l’argomento; si può provare ad esempio con “biological evolution”, “darwin”, ecc. (no,  “darwinism” non è utile in quanto è un termine usato dai creazionisti).
Ci sono anche interi corsi, come quello di Stephen Stearns (“Principles of Evolution, Ecology and Behavior”), inserito nel Yale Galapagos Project, o quello di Robert Wyman (“Global Problems of Population Growth”), che considera gli aspetti biologici ma anche culturali delll’evoluzione quantitativa della nostra specie. Per questo corso è disponibile anche il testo e l’audio delle lezioni, scaricabile gratuitamente. 

 

17/2/12-USA

·         Sul sito web di “Galileo” si raccontano in italiano altri dettagli sugli sconcertanti documenti usciti clandestinamente dall’Heartland Institute.
Lo stesso era stato fatto due giorni fa anche nel sito web “La Sestina” e ieri su Wired.it (“C'è un complotto contro il clima“) .

 

16/2/12-USA

·         Un articolo dell’AP verifica alcuni dei fatti citati nei documenti usciti clandestinamente dall’Heartland Institute: “Heartland Institute's Leaked Documents Reveal Climate Skepticism Efforts”.

 

16/2/12-F

·         Il CNRS ha pubblicato su un suo sito web un’animazione sul viaggio di Darwin (“A naturalist's voyage around the world”) realizzata in tre diverse lingue (francese, inglese e spagnolo)

 

14/2/12-USA

·          Come racconta il Guardian, tutto è cominciato il 14/2 con la pubblicazione da parte di DeSmogBlog di documenti riservati provenienti dall'HeartIand Institute. Anche il sito web di Think Progress, insieme a molti altri, diffonde immediatamente (“INTERNAL DOCUMENTS: The Secret, Corporate-Funded Plan To Teach Children That Climate Change Is A Hoax”) i documenti riservati usciti dall’organizzazione privata conservatrice statunitense specializzata in diverse attività di lobbying a favore di importanti multinazionali USA.
Come risulta dai documenti sottratti, consultabili dalla pagina web indicata, la notizia che si può leggere nel “Confidential Memo: 2012 HeartIand CIimate Strategy”, parzialmente riprodotto nelle immagini qui sopra, oltrepassa gli ambiti, pur certo non limitati, del problema del riscaldamento globale di origine antropica (AGW).
Se qualcuno, come è capitato di leggere recentemente su un blog, si chiede ingenuamente se ci siano affinità fra la contestazione della teoria dell’evoluzione e la contestazione dell’AGW, in uno dei documenti (“Confidential memo: 2012 Heartland Climate Strategy”) trova la risposta.
Una risposta che certamente è agghiacciante … nonostante si parli di “riscaldamento globale”.
Si scopre infatti che qualcuno nel 2012 intenderebbe finanziare un progetto che “will focus on providing curriculum that shows that the topic of cIimate change is controversiaI and uncertain - two key points that are effective at dissuading teachers from teaching science” (“due argomenti efficaci per dissuadere gli insegnanti dall’insegnare la scienza”).
Che ci sia un “donatore anonimo” disponibile, nel 2012, a spendere 100.000$ per finanziare qualcuno che provi, per una cifra così misera, a riportare il mondo occidentale al medioevo, a prima di G.Galilei, è una notizia che esce dall’ambito della climatologia, tanto è vero che ricompare addirittura nel blog di un inorridito Greg Laden (“HeartlandGate: Anti-Science Institute's Insider Reveals Secrets”), un antropologo universitario, che certo non immaginava che qualcuno venisse pagato oggi per preparare materiale didattico per le elementari utile per riportare indietro l’evoluzione culturale umana (come mostrato in questa poco umoristica, vignetta che rappresenta qualcuno che forse non sa apprezzare il vivace contesto culturale che ha prodotto G.Galilei).
Essendo un ricercatore esperto di evoluzione, sarà stato sconcertante ma illuminante per Greg Laden scoprire che la ben nota strategia basata sull’obbiettivo chiave “teach the controversy” e sull’evidenziare gli aspetti incerti (utilizzata dai neocreazionisti del Discovery Institute) viene oggi adottata anche da chi contesta senza dimostrazioni o almeno ipotesi alternativa, che una parte sufficientemente preoccupante del riscaldamento globale è di origine antropica.
Non era comunque impossibile accorgersene, e  qualcuno c’era riuscito…
Purtroppo sembra che in Italia ci sia solo gente che lavora gratis, visto che i finanziatori e i finanziati, ora non più anonimi, sembra non coinvolgano l’Italia.  Impressionante comunque notare l’aumento di risorse a disposizione da un anno all’altro: +14% dal 2010 e +26% dal 2010 e il ruolo rilevante, non permesso dallo statuto, di un “donatore anonimo”
Ovviamente non è da trascurare il fatto che dovrebbe far riflettere chi vive in un mondo che richiede competenze e specializzazioni; è un fatto citato da molti oltre che dalla stessa scheda su Wikipedia: l’HeartIand Institute si è fatto da anni le ossa, ma anche la reputazione e i denti, sostenendo che il fumo passivo non fosse pericoloso, un’ipotesi che ormai nessuno più ha il coraggio di sostenere ma che è dimostrato dal fatto che fra i finanziatori attuali compaia ancora anche la Philip Morris.
Ciò dimostra che il problema principale non è il tema, ma le tecniche di disinformazione, che possono essere applicate a temi diversi a seconda del finanziatore. Se i finanziatori sono diversi, come lo sono in questo caso, qualsiasi tema può essere affrontato, anche in contemporanea, senza che nessuno si stupisca o si preoccupi delle competenze.
E’ comunque possibile che per qualcuno sia un buona notizia scoprire che, grazie a consulenti qualificati, e spesso addirittura premi Nobel, i cattolici sono rispettosi dei risultati ottenuti dalla scienza, come si può capire dai documenti usciti dai 2 convegni vaticani sull’evoluzione biologica (dove non hanno accettato la presenza di creazionisti e neocreazionisti) e da un convegno sul global warming di origine antropica tenutosi il 2/4/2011, i cui atti sono qui: “Fate of mountain glaciers in the anthropocene”.
Nel documento finale (“
Il destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”, del 5/5/11) si sostiene chiaramente che “Il riscaldamento globale è causato dall’emissione di gas serra e di altri inquinanti da parte dell’uomo”. D’altronde al convegno vaticano erano presenti esponenti dell’IPCC (un organismo gestito nell’ambito dell’ONU e dell’UNEP) e non quelli dell’organizzazione creata dall’Heartland Institute, l’NIPCC, che oggi scopriamo fosse finanziato nel 2008 dalle compagnie petrolifere e oggi soprattutto da “donatori anonimi”.
In un articolo del 3/3/08 sull’Independent (“Tobacco and oil pay for climate conference”) l’HI, che finanziava il convegno, poteva ancora contestare i sospetti. Ora non più.
Ovviamente bisogna evitare di fidarsi e di trattenersi a lungo in contesti o siti web in cui, invece di citare premi Nobel e scienziati seri, li si umilia e si procede con autocitazioni, senza prove scientifiche.o addirittura non si contesta il“fumo passivo” di chi agisce per “dissuadere gli insegnanti dall’insegnare la scienza” ai giovani. Sembra di risentire frasi che ricordano l’eliminazione del metodo scientifico, previsto dalla riforma Moratti dei programmi di scienze delle elementari nel 2004. E’ stata pubblicata l’edizione 2012 dei Science and Engineering Indicators 2012, che riportano i risultati di un sondaggio effettuato dal National Science Board. Interessanti le risposte alle domande che riguardano le scienze, le scienze biologiche e l’evoluzione. In gran parte indicano un livello culturale non particolarmente tranquillizzante per un paese oggi ancora ai vertici della ricerca scientifica ma anche, purtroppo, una notevole stabilità nel periodo dal 1985 al 2010, lasciando a livelli elevati la preoccupazione sui risultati del prossimo incontro con la cultura scientifica di altri paesi asiatici in cui viene data molta importanza alla conoscenza, e anche con un’economia in rapido sviluppo. La domanda sull’evoluzione umana (“gli esseri umani attuali si sono sviluppati da precedenti specie animali?”) ha visto solo un leggero miglioramento (dal 45% al 47% in 25 anni), dimostrando come ‘integralismo religioso impedisce di convincere la maggioranza degli americani su una delle principali scoperte degli ultimi due secoli.…   

 

14/2/12-IT

·         Sono sempre disponibili, nel sito di Scienza in rete, le registrazioni video di molte delle conferenze tenutesi in occasione dell’Evolution Day al Museo di Storia Naturale di Milano, il 10/12 febbraio:
Venerdì pomeriggio: Volpone, Stevens, Buggs; Venerdì sera: IIkka Hanski; Sabato pomeriggio: De-Zhu Li + Maffei  e poi Rossi e dibattito 

 

13/2/12-IT

·         [da Pikaia] Il 12/2 non è certo una data in cui si conclude la discussione e la contestazione della scienza e delle idee e dei dubbi che trascinano i ricercatori. Dal 10 al 12 maggio a Venezia si ricorderà come ogni secolo e ogni decennio portano importanti novità ma soprattutto personalità eccezionali e sempre nuove; in un convegno organizzato dall’ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI si discuterà di “STEPHEN J. GOULD’S LEGACY: NATURE, HISTORY, SOCIETY”; numerosi gli scienziati invitati in occasione del decennale dalla sua precoce scomparsa (20/5/02), in gran parte biologi evoluzionisti suoi colleghi, a cominciare da Eldredge, Tattersall, Lewontin, Vrba, Minelli, Gregory, Fantini e Longo. Il convegno sarà certo un’occasione anche per rivivere “i contributi di Gould che hanno anticipato e accompagnato molte linee di ricerca feconde nelle scienze della vita, contribuendo a prefigurare quella "estensione e revisione" della teoria darwiniana (il suo "pluralismo darwiniano") che oggi è considerata dalla comunità scientifica una promettente frontiera di indagine.”

 

13/2/12-USA

·         Stupisce un po’, ma anche nel sito dei creatori dell’Intelligent Design festeggiano il 12/2 firmando “Happy Darwin Day!” l’articolo “In Time for Darwin Day, It's Our New List of Pro-ID Peer-Reviewed Scientific Papers; 50th Paper Published in 2011”; risulta chiaro come, grazie alla sconfitta subita nel 2005 al processo di Dover/Harrisburg abbiano finalmente capito quello che in altri paesi del mondo i neocreazionisti non hanno ancora capito, la lezione di G.Galilei.
Il giudice J.Jones infatti si era stupito parecchio, e l’aveva fatto notare, che i sostenitori dell’ID pensassero di poter contestare la scienza con i metodi della teologia, e aveva chiesto dove fossero le loro pubblicazioni scientifiche, ricordando come fossero da secoli necessarie per contestare qualsiasi affermazione scientifica basata su verifiche sperimentali. Sembra che qualche antievoluzionista italiano si dimentichi che solo i creazionisti non hanno bisogno del metodo scientifico per dimostrare di aver ragione.
E’ quindi interessante notare come le pubblicazioni scientifiche, che negli altri paesi nessuno pensa di realizzare, siano invece ritenute oggi necessarie e meritevoli per i sostenitori dell’ID.
Certo, l’articolo sembra non ricordare il secondo passo, anche questo necessario: bisogna anche verificare che esista qualcun altro che ritiene che questi esperimenti siano interessanti, ripetibili, migliorabili, utili e necessari per lo sviluppo anche culturale se non economico, ma almeno il primo passo è fatto.
Ora i neocreazionisti degli altri paesi dovranno rimboccarsi le maniche; non ci si può più accontentare di traduzioni dall’inglese o dal turco…. Per cui occorre alzarsi dalla poltrona e cercare i finanziatori e poi anche i laboratori che permetteranno di mettere alla prova anche per par condicio, ipotesi o magari anche teorie alternative.

 

12/2/12-IT

·         In un periodo in cui anche in Italia compaiono strani tentativi di creare gruppuscoli antievoluzionisti autonomi e autogestiti, può essere interessante riflettere su alcuni punti esposti nell’intervista di Telmo Pievani al blog Lo Sgamato (“Happy birthday Mr Darwin!). Si ricordano così le differenze fra Fallace e Darwin, della definizione di un concetto semplice ma poco capito come il caso, la differenzafra darwinismo e neodarwinismo, il concetto di exaptation, fondamentale per capire i modi e i tempi dell’evoluzione. Verso la fine Pievani illustra le probabilità di successo degli antievoluzionisti e il rapporto fra evoluzione biologica e religioni.  Anche il sole 24 ore si ricorda del compleanno di Darwin e propone il link al sito della UARR, che organizza anche quest’anno, lo fa dal 2003, numerose iniziative un po’ in tutte le città d’Italia. Interessante notare che a Brescia quest’anno non ci sono stati problemi per il comune a fornire il proprio patrocinio non ad un creazionista biblico avventista intenzionato a fare la festa a Darwin, ma ad un giurista e sociologo, presidente onorario della UAAR. Sembra di capire che a Brescia hanno imparato qualcosa.  Nel sito di Wired si propongono le 8 principali iniziative su Darwin, quelle da non perdere.Per chi avesse caldo sono consigliabili le iniziative che si svolgono, anche nei prossimi giorni, in Valfurva, nel Parco dello Stelvio, mentre per i freddolosi è certo meglio recarsi, rapidamente vistpo che è dalla parte opposta dell’Italia, all’unica iniziativa che si realizzerà oggi alle 18.30 a Lipari.  Per chi volesse conoscere la situazione ancora più a sud, un articolo su AllAfrica (“Nigeria: Evolution, Creationism and Our School System”) illustra come anche in Nigeria ci sia interesse per la scienza e per il Darwin Day, che giustamente viene ritenuto non solo un omaggio all’uomo “whose thesis on the 'Origin of Species', changed the way we humans think about ultimate questions concerning our origin and place in nature”, ma soprattutto an authentic way to show appreciation to all those, both past and present, who have contributed to the scientific enterprise”.
Chi non ha avuto G.Galilei fra i suoi compatrioti ne sente evidentemente la mancanza, e capisce quale sia stato il danno per la sua cultura.

 

12/2/12-USA

·         Chi non si accontenta proprio di un compleanno senza torta e candeline può vedere che a Concord, dalle parti di Boston, hanno fatto le cose in grande e si son adeguati a chi ha poca fantasia. Qui l’articolo, la foto e pure il video con l’intervista. Spero solo che nessuno si sentra irresistibilmente attirato dal link (è pubblicità a pagamento … e quindi sono creazionisti) ad un seminario di Ken Hovind (noto anche come Dr.Dino per l’interesse ad associare l’uomo ai dinosauri, che piacciono tanto ai bambini). Non dimentichiamo che esiste anche l’Evolution Weekend 2012 del Clergy Letter Project, in attesa che si diffonda anche fra i religiosi presenti in Italia. Per chi si trovasse in giro per il mondo e vorrebbe un’idea per la serata, qualche appuntamento interessante lo può trovare nel sito web dell’ International Darwin Day Foundation. Non mancano appuntamenti in Italia, ma sembrano ormai tutti già passati. Essendo oggi il compleanno di Darwin, 203 anni, è giusto aspettarsi che qualcuno abbia preparato un sacco di regali. Non certo per lui ma per tutti coloro che  condividono con lui la curiosità per i processi che agiscono in un mondo in evoluzione, un mondo sempre più piccolo e che si muove sempre più velocemente.
I regali sono offerte dalla NAP  (National Academies Press), che ci offre, permettendo di scaricarli gratuitamente, 6 volumi in formato PDF. Purtroppo sono testi in inglese, ma l’interesse è certamente elevatissimo, dato che trattano di temi vitali per gli abitanti, attuali ma soprattutto futuri, del nostro pianeta.
Questi i testi offerti in omaggio:
- Science, Evolution, and Creationism (che permette di capire come ci siano in giro tanti tipi di creazionisti; un tempo c’erano solo i creazionisti biblici, mentre ora si mimetizzano anche fra gli antievoluzionisti, cioè fra quelli che non riescono a credere all’origine comune di tutti gli esseri viventi)
-  Understanding Climate's Influence on Human Evolution, utile per capire come adesso la situazione possa essere un po’ diversa, dato che ormai l’uomo riesce ad influenzare non solo il clima ma perfino l’evoluzione biologica, controllando il successo di molte specie animali e vegetali. 
-  Evolution in Hawaii: A Supplement to Teaching About Evolution and the Nature of Science
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In the Light of Evolution Volume I: Adaptation and Complex Design
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In the Light of Evolution Volume II: Biodiversity and Extinction
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In the Light of Evolution III: Two Centuries of Darwin
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In the Light of Evolution IV: The Human Condition
In realtà nell’elenco c’è anche un libro offerto a pagamento.
Si tratta di un testo famoso, Darwin's Gift To Science and Religion di Francisco Ayala, un biologo evoluzionista che da anni combatte i creazionisti e i neocreazionisti dell’ID anche in tribunale, e che è stato chiamato a gestire il convegno vaticano del 2009 su Darwin e l’evoluzione.
Un altro libro consigliabile, anche se non gratuito,e del 2009, è quello di J.Moore e A.Desmond, “Darwin's Sacred Cause: Race, Slavery and the Quest for Human Origins”. In questo libro due famosi biografi di Darwin propongono di collegare le scoperte di Darwin con l’orrore per lo schiavismo che aveva respirato in famiglia e che lo portava facilmente a contrastare la tendenza a non considerare unica la specie umana e quindi anche la sua origine; anche grazie a questa “sacred cause” Darwin arrivò a dimostare per primo i meccanismi che rendevano possibile quell’origine unica degli esseri viventi che già suo nonno Erasmus aveva sospettato già nel 1794 nel suo poema Zoonomia. Nel libro gli autori presentano alcuni fatti della vita di Darwin a sostegno di questa loro ipotesi.
Non si capisce quindi come proprio in questi giorni, forse per contestare il 12/2,  un insegnante di scienze metta un po’ in confusione i propri allievi mattutini (che ovviamente apprendono da lui in modo corretto la teoria dell’evoluzione e la biologia evoluzionistica moderna presentata nel loro testo Nuovo Bios); potrebbero infatti accorgersi che agli “allievi” pomeridiani sul blog propone invece ipotesi e materiali antievoluzionisti (in realtà creazionisti) invitandoli a visitare nel sito web inglese TruthInScience uno schema che rappresenta chiaramente l’origine indipendente di “tipi” diversi di esseri viventi che compaiono improvvisamente perfettamemente formati al momento della creazione, proprio come propongono, nel video creazionista “Evolution Fact or Belief”, i consulenti del Kolbe Center for the study of creation, organizzatori dei 3 convegni antivaticani a Roma nel 2008/09 [per chi si accontenta di verificare la rilevanza scientifica su wikipedia, è davvero istruttiva la voce sul “saggio di pseudoscienza” uscito dal convegno organizzato al CNR il 23/2/2009].
E’ evidente che l’obiettivo non è “la scienza”, che dai tempi di G.Galilei certo non si accontenta di sole parole, come di solito si impara anche a scuola: è infatti noto un documento ufficiale del Vaticano, firmato dal card.Ratzinger nel 2004 (al punto 63), dove si conferma invece l’origine comune di tutti gli esseri viventi e quindi si approva uno schema evolutivo, proposto e verificato dalla scienza, con un’origine comune di tutti gli esseri viventi, dimostrata dalla presenza di molti elementi che sono comuni a tutte le specie. Altrettanto noto è il ruolo attuale del biologo evoluzionista e Nobel Werner Arber. D’altronde già dal 1988 si proponeva che teologi e scienziati avessero competenze e ruoli ben precisi e distinti.
Abbiamo già avuto nel 2007 a Trento la contestazione ad una mostra sull’evoluzione umana, ora abbiamo anche una contestazione “a grappolo”, davvero insolita e originale: all’Evolution Day, ma anche alla chiesa e alla ragione!

 

10/2/12-IT

·         Oggi è iniziato l’Evolution Day 2012 di Milano.
Le iniziative, realizzate al Museo di Storia Naturale di Milano, sono trasmesse in streaming e sembrano anche già disponibili alla consultazione nel sito Scienza in rete. Per ora si possono sentire i dibattiti di venerdi’ pomeriggio, con A.Volpone, Peter Stevens e Richard Buggs, e di venerdì sera (con il prof. Ikka Hanski di Helsinki, sulla biodiversità e i cambiamenti connessi con il recente sfruttamento eccessivo dell’ambiente).
Davvero interessante notare come Stevens che sia un botanico dello stesso Missouri Botanical Garden di Peter Raven, che
il 3/11/2010 coordinò, all’Accademia Pontificia delle Scienze, il convegno che portò alla pubblicazione del documento Cambiamenti climatici mondiali e biodiversità”, in cui si dimostrava la responsabilità dell’uomo sui cambiamenti climatici).
Per chi non avesse mai sentito parlare del microbioma che vive con, sopra e dentro di noi, è un’ottima occasione per confrontare le proprie riflessioni sulle specie a noi … più vicine, e per verificase se si hanno le curiosità indispensabili, e le conoscenze minime necessarie per parlare di biologia e di evoluzione. 
 Curiosa la domanda che si fanno in un articolo (“Chi ha (ancora) paura di Darwin?”) nel sito web Cronache Laiche: “Ma come, vi chiederete, il Vaticano mette gli evoluzionisti a dirigere le sue accademie scientifiche mentre lo Stato Italiano mette i creazionisti nei propri enti scientifici? La risposta è: sì, proprio così. L’articolo fa riferimento agli evoluzionisti nominati recentemente alla presidenza dell’Accademia Pontificia delle Scienze (N.Cabibbo e W.Arber) confrontati con il vicepresidente del CNR creazionista biblico…

 

7/2/12-BORNEO

·         Un piccolo episodio avvenuto in un tribunale indonesiano e riportato dall’agenzia AFP (“Orangutan 'exterminators' on trial in Indonesia”) apre un poco noto scenario di quanto avviene dietro al palcoscenico su cui si muovono nel sud-esta asiatico le grandi multinazionali che stanno rovinando il futuro del nostro pianeta, attraverso progetti che portano alla scomparsa della flora e della fauna di molte foreste dell’Indonesia. Sono le foreste che vengono abbattute per fare spazio alle piantagioni di palma da olio, necessarie per produre olii a basso costo e combustibili per far camminare le automobili.
Il tutto a scapito sia della flora ma soprattutto della fauna che costituisce e fa vivere le foreste tropicali e gli ecosistemi delle aree circostanti. Quello che impressiona è appunto il fatto che in tribunale l’accusa cita solo l’eliminazione di esemplari di orango e di altre scimmie. Nulla si dice delle migliaia di altre specie di vegetali e animali che vengono eliminate allo scopo coltivare solo le palme da olio. La distruzione di diversi ecosistemia non sembra un tema che riguarda il tribunale, per cui la responsabilià e e la condanna riguarderebbe solo l’uccisione di una ventina di oranghi che creavano danni alle piantagioni.

 

7/2/12-IT

·         In preparazione all'Evolution Day Milano 2012, ma anche in alternativa o in aggiunta, ecco alcuni video di quello del 2011, "I grandi esploratori. L'evoluzione e la diversità viste con gli occhi di viaggiatori e scopritori". Altri video dei precedenti Evolution Days, e non solo di Milano, si possono recuperare in questa pagina di links a video sull’evoluzione.

 

6/2/12-USA

·         Mentre in molti stati USA i neocreazionisti dell’ID danno l’assalto ai programmi scolastici di scienze, puntando a contestarli per le parti dedicate a temi ideologicamente sensibili come quelli che riguardano l’evoluzione o i cambiamenti  climati, i comitati che si occupano di migliorare la qualità e l’efficacia dei programmi scientifici. Se negli stessi anni in Europa non ci si preoccupa molto della minaccia culturale ed economica che sta arrivando dallo sviluppo economico ma soprattutto  culturale dell’estremo oriente, negli USA sta invece montando la preoccupazione di fronte alla tempesta che sta minacciando il ruolo di potenza economica, politica, scientifica e culturale degli USA.
Sono almeno 5 anni che il tema della “gathering storm” in arrivo dalla Cina e dall’India spinge a preoccuparsi di progettare continui miglioramenti della formazione scientifica dei giovani USA.
A questo proposito è uscita da poco, e non è ancora nella forma finale, proposta dal Committee on Conceptual Framework for the New K-12 Science Education Standards, la guida “A Framework for K-12 Science Education: Practices, Crosscutting Concepts, and Core Ideas”, pubblicata da “The national academies press”.

 

6/2/12-JAP

·         [da msn-science] Sempre nuove e impressionanti le scoperte sul funzionamento dell’encefalo nei primati e in particolare nelle antropomorfe e negli scimpanzè. Un articolo su PLOS Ricerche (“Chimpanzees’ flexible targeted helping based on an understanding of conspecifics’ goals”), svolte su scimpanzé, sembrano confermare  il dubbio che anche per gli scimpanzé si possa ormai parlare di teoria della mente, cioè della possibilità che uno scimpanzé si faccia un’idea di quello che passa per la testa di un proprio conspecifico, una modalità di interazione di livello elevato che sembrava riguardasse solo la nostra specie.

 

5/2/12-UK

·         [dal Corriere] Un articolo di G.Giorello (“Quei 100 miliardi di uomini che sono vissuti prima di noi”), oltre a ricordarci della mostra di Roma sull’evoluzione umana, fa notare un articolo pubblicato dal News Magazine della BBC, dove si presentano i risultati di una stima delle dimensioni complessive della popolazione umana vissuta sulla terra, cercando di rispondere ad una curiosa domanda: “Do the dead outnumber the living?”.
La risposta sembra sia positiva, dato che si stima in 107 miliardi il numero di esseri umani (Homo sapiens) vissuti finora sulla terra. Sicuramente meno facile verificare che 10000 anni fa, all’inizio dell’agricoltura, vivessero sulla terra 5 milioni di H.sapiens rispetto ad un totale precedente di 1,137 miliardi. Sicuramente contestabile invece il fatto che fossero solo due gli abitanti della terra 52000 anni fa, visto che l’origine del sapiens si fa risalire ad almeno 150.000 anni fa …

 

4/2/12-IT

·         [da effedieffe] Ricompare con un nuovo libro antievoluzionista e antidarwinista un ex giornalista dell’Avvenire, innamoratosi degli uccelosauri.
Ovviamente, e lo si capisce dalle numerose facce di nuovi ominidi in copertina, c’è bisogno di un aggiornamento di ben 105 pagine, anche perché si vorrebbe che anche in Italia il vecchio creazionismo venga sostituito senza alcun motivo ragionevole dal disegno intelligente e dalla misteriosa complessità irriducibile, che nemmeno il prof.Behe è riuscito a far capire nel 2005 al curioso giudice Jones, desideroso di capire quali fossero le novità che si volevano insegnare nelle scuole USA, da cui escono alcuni dei più geniali biologi evoluzionisti del mondo.
Nel libro non si va invece oltre la collaborazione di G.Sermonti, probabilmente anche lui da considerare, con l’autore, un “dono della Provvidenza, pietra d’inciampo per farci riflettere, Davide che affronta con la fionda (che insieme dobbiamo trasformare in un missile) dei suoi scritti gli sterminati eserciti del male”. Proprio quando in Vaticano c’è un evoluzionista, Werner Arber, come presidente dell’Accademia Pontificia, c’è chi prova ancora a sostenere che “L'evoluzionismo rappresenta un importante fattore dell’ennesimo tentativo di occultare Dio, facendo indietreggiare all'infinito nel tempo, e rendendolo confuso e nebuloso l'evento della creazione”. E’ davvero difficile che i neocreazionisti riescano a dimenticare quello che pensano realmente sulla crazione.
Sembra infatti che anche in questo libro sopravvivano comunque le incomprensioni tipiche di creazionisti ed affini, veri signori degli anelli: “
su milioni di fossili presenti sulla terra non ne è mai stato trovato uno riguardante i famosi anelli di congiunzione – imposta dogmaticamente al punto che gli oppositori, a livello accademico, non hanno alcuno spazio o dignità”, Peccato che poi questi anelli non mancanti ci guardino dalla copertina del suo libro.  [da Pikaia] Il 10 febbraio a Roma, si terrà un convegno sul ruolo dello sviluppo socioeconomico nel modellare le dimensioni corporee: “ANTROPOLOGIA E STORIA SOCIOECONOMICA. Il ruolo dello sviluppo socioeconomico nel modellare le dimensioni corporee”. Il convegno si terrà a PALAZZO MASSIMO, Largo Villa Peretti, 1   Roma. Scarica PDF (3020kB). E’ davvero curioso verificare come anche le variabili antropometriche possano essere utilizzate come indicatori economici, permettendo di verificare indirettamente le condizioni di vita.  [da Pikaia] L'8 febbraio, alle 18.30, ultimo appuntamento con le conferenze alla mostra Homo sapiens di Roma. B. Fantini e A. Morrone ci condurranno nel mondo delle patologie veicolate dagli animali dal momento del loro addomesticamento. Da quando è iniziata la convivenza fra esseri umani e animali fino all’influenza suina o all’aviaria di oggi, il rapporto con i patogeni portati dagli animali domestici ha condizionato gli scenari della diversità umana, creando tristi asimmetrie tra le popolazioni umane del Vecchio Mondo e dei “nuovi mondi”.

 

3/2/12-USA

·         [da Pikaia ]  Sono 19.232 le nuove specie scoperte negli ultimi 12 mesi, secondo il resoconto dell'International Institute for Species Exploration dell'Arizona State University, che ha già fornito la top 10 delle nuove specie del 2011. Per entrare in maggiori dettagli, qui il pdf del report sulle nuove specie del 2011.

 

2/2/12-IT

·         [da Pikaia] Sicuramente grosso l’impegno del Museo di Storia Naturale di Ferrara e dell’Orto Botanico dell'Università in occasione dell’Evolution Day. Le iniziative di divulgazione delle conoscenze sull’evoluzione si svolgeranno infatti dal 9 febbraio al 15 marzo e comprenderanno anche alcuni degli esperimenti fatti già dallo stesso Darwin. La risposta ad una domanda di Darwin (I semi delle piante possono resistere ad un viaggio via mare?) richiederà anche due incontri.

 

1/2/12-IT

·         [da  Repubblica] Ancora una volta viene allo scoperto lo stupore e lo sconcerto degli italiani che, man mano crescono, scoprono che Darwin non sembra espressamente citato nei programmi scolastici: Sembra che la prima idea che viene a questi italiani sia di chiedere in informazioni aggiornate a Corrado Augias (“Darwin è scomparso dalla scuola italiana”) , che da un po’ di tempo teme di non essere aggiornato e quindi si informa presso esperti dell’evoluzione ma soprattutto della sopravivenza degli antievoluzionisti.
Augias può quindi informare gli italiani che Darwin nei programmi non compare citato  espressamente; il risultato finale sar quindi che imperatori, re, generali, presidenti e condottieri continueranno ad essere citati e a stimolare migliaia di giovani desiderosi di emulare le loro imprese, mentre la scuola continuerà a scarseggare di buoni esempi e modelli stimolanti per i giovani che dovrebbero avere come auspicio un mondo pacifico e popolato di esperti capaci di guidarli attraverso situazioni ambientali ed economiche non certo facile.
Certo nessuno, dopo aver letto l’articolo sull’Avvenire di ieri, si rivolgerebbe invece, con la stesse curiosità e stupore, al direttore di quel quotidiano! Chi si stupisce della risposta di Augias dovrebbe piuttosto sperare che Werner Arber  non chieda al direttore dell’Avvenire quale sia l’interesse dell’editoriale di R.Timossi! 

 

 GENNAIO 2012

31/1/12-IT

·         E’ abbastanza deprimente, oltre che sembrare quasi minaccioso nel finale, un editoriale del filosofo e teologo R.Timossi sull’Avvenire (“Se l’ateismo diventa una scuola”), dove si cerca di far dimenticare o di contrastare (sempre che sia noto all’autore e al direttore) il fatto che attualmente il presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze è un biologo evoluzionista, Werner Arber. Comunque anche il fisico N.Cabibbo, il precedente presidente, non sopportava proprio gli antievoluzionisti, anche se si trattava del vice presidente del CNR, che organizzava un convegno antievoluzionista e antivaticano in contemporanea.
Non c’è dubbio che W.Arber possa ritenere una provocazione, se non addirittura un avvertimento, che sul quotidiano della CEI si dia spazio a qualcuno che crede addirittura che “si veneri come sacro un libro come ‘L’origine delle specie’ di C.Darwin” o che “si ripetano come un credo religioso le tesi materialiste, scientiste ed evoluzioniste”.
Anche R.Timossi si preoccupa che qualcuno (non molto diversamente da come recentemente si è espresso anche L.L.Cavalli Sforza, anche lui da tempo nominato Accademico Pontificio) pensi che “vera conoscenza è solo quella delle scienze naturali e razionale è solamente ciò che dicono gli uomini di scienza”.
La sua opinione che si tratti “di atteggiamenti non scientifici ma ideologici” e che le “scuole secolariste” non siano “non religiose” ma “antireligiose” rischiano di creare un solco con gli scienziati dell’Accademia Pontificia, che ultimamente si sono molto dati da fare (basti pensare ai due convegni sull’evoluzione nel 2008 e nel 2009, o al convegno nel 2011 sulle minacce del riscaldamento globale di origine antropica) per inquadrare su basi razionali molte tematiche scientifiche che finora venivano affontate con “atteggiamenti non scientifici ma ideologici”?
Ancora più preoccupante il fatto che l’articolo faccia temere che si sia ormai dimenticata l’ottica ben diversa verso la scienza, prospettata da GPII nella insolita lettera a P.G:Coyne del 1988, pur tuttora conservata nel sito vaticano della DISF (Documentazione Interdisciplinare di scienza e Fede); lo stesso sito contiene invece contributi di R.Timossi su “La prova ontologica dell’esistenza di Dio”. Davvero interessante quindi l’ipotesi di GP2 che anche i teologi dovessero imparare a confrontassero con gli scienziati e i loro metodi, anche se sappiamo che gli stessi scienziati cattolici hanno spesso difficoltà e timore a informare i loro stessi teologi; forse non volendo incontrare chi oggi li rimprovera di “venerare come sacro un libro come ‘L’origine delle specie’ di C.Darwin” o di “ripetere come un credo religioso le tesi materialiste, scientiste ed evoluzioniste”.… 
Preoccupa nelle conclusioni dell’articolo la sua insofferenza verso la visione antropocentrica che attribuisce probabilmente anche agli evoluzionisti, soprattutto per il fatto che lo preoccupi “il rischio di riproporre quel culto della dea ragione a cui durante la rivoluzione francese furono consacrati dei templi, ma pure atti terribili di intolleranza”.
W.Arber conosce l’ambiente vaticano dal 1981; forse potrebbe conoscere i termini adatti per tranquillizzarlo sugli effetti reali della razionalità e del metodo scientifico… 

 

31/1/12-USA

·         [da NCSE] La legge che prescrive l’insegnamento di teorie diverse sull’origine della vita è passata in Indiana, anche se per ora solo al senato (con una maggioranza di 28 a 22). Davvero curioso il fatto che il 30/1 sia stato approvato un emendamento che rischia di complicare un po’ la situazione, in quanto ora la legge prevede che vengano spiegate le ipotesi previste da numerose religioni diverse; la legge infatti ora recita: “The curriculum for the course must include theories from multiple religions, which may include, but is not limited to, Christianity, Judaism, Islam, Hinduism, Buddhism, and Scientology". Ci sono seri dubbi che la legga sia comunque anticostituzionale, ma soprattutto sarà problematico gestire l’elenco delle diverse ipotesi. Basta pensare che dal 23/12 c’è addirittura anche una recente ipotesi non religiosa pubblicata sulla rivista peer-reviewed “Life”, nell’articolo di un biologo molecolare della Case Western Riserve University, Erik D. Andrulis: “Theory of the Origin, Evolution, and Nature of Life”. Commentano sconcertati e stupiti questo articolo sia Carl Zimmer oggi nel suo blog (“Life turned upside down”)  Sempre oggi e sempre Carl Zimmer riferisce  (“Viruses learn new tricks, in real time”) di una recente ricerca pubblicata da virologi della Michigan State University.
La notizia è davvero importante, visto che anche in Italia c’è tanta gente che aspetta ancora notizie di questo tipo, che confermino che l’evoluzione.
La notizia comunque rilevante non è però del tutto tranquillizzante, visto che si dimostra che un virus, il batteriofago
l, ha inventato recentemente un nuovo modo per invadere le cellule di E.coli (“Repeatability and Contingency in the Evolution of a Key Innovation in Phage Lambda”).
Come sappiamo, quando c’è di mezzo il caso, o meglio la contingenza, siamo ai massimi livelli di creatività, come si discute nell’articolo “The Role of Coevolution” nello stesso numero di Science.
C.Zimmer aveva presentato l’articolo anche sul New York Times del 27/1 (“Study Finds Virus to Be Fast Learner on Infecting”). Per chi fosse interessato alla questione, può essere utile notare che l’articolo ha come primo autore J.Meyer e come ultimo autore Richard Lenski, direttore del laboratorio. Per chi invece non fosse interessato, è sufficiente leggere e diffondere l’opinione critica di M.Behe, uno dei sostenitori dell’Intelligent Design, su R.Lenski e le sue scoperte. Se si legge un’opinione di Behe bisogna però avere anche il coraggio di leggere cosa dicono si lui i suoi colleghi di dipartimento alla Lehigh University ma soprattutto di verificare la serietà e l’utilità delle sue opinioni,esposte in tribunale quando testimoniava in favore dell’Intelligent Design. Memorabile la frase in cui ammetteva che secondo i suoi criteri di scienza anche l’astrologia sarebbe da considerare scienza come l’ID.
Può essere utile e istruttivo ricordare che R.Lenski ha collaborato (“Genomic evolution during a 10,000-generation experiment with bacteria”) nelle sue ricerche anche con l’attuale presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, il biologo evoluzionista  Werner Arber
, che già nel 2008 si vantava di aver confermato, anche con le sue ricerche, la teoria dell’evoluzione (Statement on my view on biological evolution”)

 

30/1/12-IT

·         Un articolo su PNAS  (A.Achilli et al: “Mitochondrial genomes from modern horses reveal the major haplogroups that underwent domestication”) dimostra come il DNA mitocondriale permetta di ricostruire la storia evolutiva delle specie viventi. In questo caso si parla del cavallo domestico, che ha seguito anche il percorso tracciato dall’evoluzione umana. La risostruzione della filogenesi del cavallo domestico a partire dall’Equus ferus si è basata sul confronto fra ben 83 genomi mitocondriali di cavalli moderni, che hanno rivelato 18 aplogruppi.

 

30/1/12-USA

·         [da NCSE] Negli USA è stato pubblicato un volume  (“The State of State Science Standards 2012”)  che riporta gli standard che ogni stato richiede per l‘insegnamento scientifico nei vari ordini di scuola. Ognuno degli standard  viene poi valutato con una scala di valori compresa fra A (gli standard migliori, che sono solo in due stati, la California e il D.of Columbia) ed F. Nel volume vengono anche riportati i confronti fra i risultati del 2005 e quelli del 2011, per cui si possono valutare le tendenze al miglioramento o al peggioramento. La situazione globalmente non è molto soddisfacente per la scienza ma nemmeno per l’insegnamento dell’evoluzionismo, per il quale risulta evidente quante strategie diverse vengano messe in atto per ridurre o limitare l’efficacia o la diffusione delle informazioni che permettono di capire i concetti principali necessari per non farsi imbrogliare o mandare in confusione anche solo per ignoranza dei fatti.
Il fatto più impressionante evidenziato da questa ricerca è che solo 4 stati inseriscono l‘evoluzione umana fra gli argomenti didattici espressamente previsti dagli standard. Un articolo dell’Associated Press (“Monkey owners flee Louisiana Crackdown”) cerca di far capire come la paura del sequestro dei loro animali da compagnia si stia impadronendo dei pochi proprietari di animali selvatici, e in particolare di primati, che vivono in alcuni stati USA, come la Louisiana, in cui finalmente hanno deciso di risolvere definitivamente il problema.
Dopo alcuni gravi incidenti sembra che finalmente negli USA si sia capito che i primati non possono essere allevati fra le mura domestiche, dove possono anche fare gravi danni ai padroni o ai loro vicini o amici in visita. Già 6 stati hanno reso illegale il possesso di animali selvatici da parte di privati. Una legge in discussione al congresso propone di impedire il passaggio del confine degli stati a primati tenuti come animali da compagnia, mentre in 24 ne è impedito anche il possesso domestico. In 11 stati servono speciali permessi mentre molte leggi locali pongono altri limiti. Una situazione ben diversa da quella in vigore fino a qualche anno fa, tanto che si stima che oggi ci siano negli USA da 3000 a 15000 “primati domestici”. Oggi, dopo l’incredibile strage di 50 pericolosi animali selvatici (fra cui 17 leoni e ben 18 rare tigri del Bengala) uccisi dopo essere stati liberati il 18/10/11 in una zona urbana dal proprietario di uno zoo privato a Zanesville (Ohio), si sta andando rapidamente verso la tolleranza zero per questi comportamenti rischiosi per la collettività. 

 

29/1/12-IT

·         Sul Corriere un articolo di T.Pievani (“La grande famiglia del DNA. Le galline? Nostre cugine”) spiega ai bimbi cosa ci lega agli altri esseri viventi. Il riferimento è ad una iniziativa che si svolgerà a Bologna venerdì 10 febbraio alle 11.30 in piazza Nettuno, quando verrà presentato il libro “Perché siamo parenti delle galline?”, scritto con F.Taddia.

 

29/1/12-USA 

·         Si avvicina il 12 febbraio, il giorno in cui si ricorda, anche a chi ignora o capisce poco l’evoluzione (ma soprattutto la teoria che la spiega), il motivo per cui è importante festeggiare con Charles Darwin tutta l’umanità e le sue migliori idee, soprattutto ricordando come ogni idea e scoperta umana debba essere poi controllata, modificata e soprattutto migliorata, come è certamente avvenuto con le ipotesi di Darwin, costantemente verificate da più di un secolo di scoperte scientifiche.
E’ importante ricordare come sia stato davvero apprezzabile il riconoscimento attribuitogli della chiesa anglicana, che immediatamente accettò di ospitarlo fra gli altri grandi scienziati nella cattedrale di Westminster.
E’ davvero piacevole verificare come anche negli USA da alcuni anni centinaia di organizzazioni religiose, protestanti ma anche ebraiche, apprezzino tuttora questo primo segno di apprezzamento, e già da 7 anni festeggino anche loro senza problemi il 12 febbraio, dimostrando come non abbiano paura delle scoperte scientifiche.
E’ facile verificarlo nel sito web del  Clergy Letter Project, dove addirittura si scopre come si impegnino forse più degli evoluzionisti italiani: ben 523 congregazioni in 50 stati USA sono davvero già da tempo pronte a festeggiare il 2012 Evolution Weekend!  Anche l’unione delle chiese metodiste appoggia l’insegnamento dell’evoluzione, aderisce ufficialmente al CLP e si dice anche contraria all’insegnamento nelle scuole di qualsiasi ipotesi evolutiva basata sulla fede e non sulla scienza, fosse anche l’intelligent design.
Spiace che in Italia negli ambienti religiosi si organizzino piuttosto assurde contestazioni anche a documenti vaticani che accettano l’evoluzione, come quello del 2004 (al punto 63), in cui il card.Ratzinger informava i cattolici di essere convinto che tutti gli esseri viventi avessero un unico antenato comune (il famoso LUCA)  vissuto circa 3,7 miliardi di anni fa  (“Poiché è stato dimostrato che tutti gli organismi viventi della Terra sono geneticamente connessi tra loro, è praticamente certo che essi discendono tutti da questo primo organismo. I risultati convergenti di numerosi studi nelle scienze fisiche e biologiche inducono sempre più a ricorrere a una qualche teoria dell’evoluzione per spiegare lo sviluppo e la diversificazione della vita sulla Terra”) ; sarebbe piuttosto necessario che si spiegassero, invece di metterli in dubbio, i fatti confermati dalle parole del papa e i motivi razionali di questa convinzione, che è alla base dello schema evolutivo mostrato in qualsiasi testo di biologia e scaricabile, anche come poster da appendere in ogni aula scolastica, dal sito TimeTree.
Non dovrebbe essere oggi difficile spiegare come da un’unica specie in circa 3,7 miliardi di anni ne derivino milioni, estremamente diverse fra di loro.
Per fortuna ci sarà anche in Italia uno sprazzo di razionalità proveniente dagli USA: un Evolution weekend 2012 protestante sarà festeggiato infatti a Orvieto, grazie al Rev. Russell G. Ruffino della Church of Resurrection, Anglicana/Episcopale.
Immagino che se non fosse già pronto, un sermone soddisfacente potrebbe essere facilmente scaricato dal sito del Clergy Letter Project che mette in comune Sermons o fornisce Articles utili; per chi volesse impegnarsi di più il sito web consiglia Recommended Readings e Websites, o propone Related News; in caso di dubbi o di evidente ignoranza scientifica, sono comunque pronti a suggerire autorevoli Scientific Consultants (da notare la presenza fra di loro di Francisco Ayala; interessante notare che, come prevedibile, sembrano preferire decisamente i professori universitari esperti di evoluzione, trascurando completamente matematici, sociologi o insegnanti delle medie - anche se biologi). 
Quello che proprio manca nel sito del Clergy Letter Project sono le indicazioni per visitare i siti creazionisti USA che forniscono il materiale di scarsa qualità e razionalità, che purtroppo di solito si trova, tradotto, nei siti italiani creazionisti o neocreazionisti. Mancano quindi tutti quei dubbi che circolano senza imbarazzo nei siti creazionisti e antievoluzionisti italiani o turchi.
Quanto agli scienziati invitati anche ai convegni vaticani sull’evoluzione, come Padre George Coyne o Francisco Ayala, è ben noto che  il 12 febbraio lo festeggiano con piacere e senza imbarazzo … 
Non è difficile immaginare che anche il nuovo presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, l’evoluzionistaWerner Arber, potrebbe probabilmente accettare l’invito ad unirsi al coro, dato che le sue scoperte sull’evoluzione biologica gli hanno aperto la possibilità di confermare e migliorare le intuizioni e le scoperte di Darwin (Statement on my view on biological evolution”), di vincere un premio Nobel e perfino gli han fatto aprire le porte dell’Accademia Pontificia delle Scienze, cui oggi è presidente.  Se e quando servono consulenti, hanno a disposizione i migliori, se ne vogliono approfittare.

 

28/1/12-IT

·         [da Pikaia] Decisa dalla Giuria scientifica presieduta da Piergiorgio Odifreddi la cinquina finalista del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica 2012. Il 3 maggio si saprà chi sarà il vincitore.
Chi volesse leggere tutti i libri, invece che solo quello del vincitore, puo’ approfittare dei 3 mesi di tempo che ancora gli rimangono per leggere questi libri che sono giunti in finale:
- Gian Francesco Giudice, Odissea nello zeptospazio, Un viaggio nella fisica dell’LHC. 2011, Sprinter
- Telmo Pievani, La vita inaspettata. Il fascino di un’evoluzione che non ci aveva previsto. 2011, Raffaello Cortina
- Carlo Alberto Redi, Il biologo furioso. Provocazioni d’autore tra scienza e politica. 2011, Sironi
- Niccolò Guicciardini, Newton. 2011, Carocci
- Alex Bellos, Il meraviglioso mondo dei numeri. 2011, Einaudi
Se avanzasse ancora tempo, questi sono i libri che hanno vinto negli anni precedenti:
2007 – Perché la Scienza? di Luigi Luca e Francesco Cavalli Sforza (Mondadori 2007);
2008 - Se l’uomo avesse le ali di Andrea Frova (ed. RCS libri – BUR 2008);
2009 - Energia per l'astronave terra di Nicola Armaroli e Vincenzo Balzani (ed. Zanichelli);
2010 - I vaccini dell’era globale di Rino Ruppoli e Lisa Vozza (Zanichelli 2009);
2011 C’è spazio per tutti. Il grande racconto della geometria di Piergiorgio Odifreddi (Mondadori)

 

27/1/12-THAI

·         Un articolo su Scientific American (“Should YouTube Ban Videos of the Adorable but Endangered Slow Loris?”) presenta la grave situazione di una specie di primate, una strepsirrina, il Loris tardigradus, la cui sopravvivenza è minacciata anche dalla sua presenza in numerosi video in internet e in particolare su YouTube, tanto che alcuni ricercatori stanno cercando di imporre l’eliminazione di questi video prima che portino questa specie all’estinzione. Fra l’altro si tratta dell’unico primate velenoso.
Un video anche sulla BBC (“
Warning over slow loris pet trade”), mentre qui una foto più angosciante e che aiuta a capire meglio come l’uomo tratti la natura, tanto da condurre alcune specie animali che non si sanno difendere verso l’inevitabile estinzione.

 

25/1/12-IT

·         [da Pikaia] In occasione del novantesimo compleanno di Luca Cavalli-Sforza, il Museo di Storia Naturale di Milano ha organizzato una mostra a lui dedicata  (“I viaggi di Luca Cavalli Sforza. Ancora una volta ero io il curioso”), aperta dal 26 gennaio al 25 marzo. Il 25 gennaio dalle ore 14.30 grande festa per chi per decenni ha studiato i complessi meccanismi dell’evoluzione biologica nella nostra specie. Qui alcuni esempi del suo contributo, sempre consultabile, all’evoluzione culturale umana. Sicuramente le sue ricerche hanno contribuito a capire meglio le relazioni fra l’evoluzione umana e l’adattamento all’ambiente, successivamente sempre più mediato dagli strumenti culturali che hanno permesso di sopravvivere anche in ambienti inospitali, quali sono certamente quelli più lontani dalle aree tropicali, che furono la culla dell’umanità. Tutti questi eventi sono una dimostrazione del ruolo dei meccanismi evolutivi nel creare l’originale e imprevedibile percorso evolutivo che ha portato all’Homo sapiens, la nostra specie.
In occasione del compleanno, compaiono alcune interviste su quotidiani: Il Giornale (“Il genio rinascimentale di Luigi Cavalli Sforza”), Repubblica (“Luca Cavalli Sforza”) e Il Fatto (“Castellucci? Preferisco Cavalli Sforza”). A questi omaggi si aggiungono gli auguri di Napolitano Prossimo appuntamento al Museo Civico di Storia Naturale di Milano:  l’Evolution Day 2012, dal 10 al 12 febbraio 

 

24/1/12-IT

·         C’è stata oggi un’altra iniziativa interessante e utile per chi fosse curioso di conoscere le novità sull’evoluzione umana, finora rimaste un po’ troppo limitate agli ambienti culturali capaci di comprendere e maneggiare le informazioni di base della biologia evoluzionistica: è oggi in edicola il numero di  MicroMega 1/2012: Almanacco della scienza, tutto dedicato all’evoluzione umana, con contributi aggiornati dei maggiori esperti internazionali, preceduti da una premessa di T.Pievani sull’evidente “non senso dell’evoluzione umana”, logica conseguenza delle prove che oggi abbiamo delle osservazioni contenute nel suo recente libro “La vita inaspettata: “Se ne facciano una ragione i sostenitori di Disegni più o meno intelligenti: le evidenze scientifiche confermano ogni giorno di più che a condizionare l’evoluzione di Homo sapiens è stata la casuale combinazione di fattori del tutto contingenti ed ‘esterni’, in particolare eventi climatici e fattori geografici. Sarebbe ora di accogliere l’estrema perifericità della condizione umana nella sua tragica bellezza”.
Certo la scienza dovrebbe accettare … eventuali dimostrazioni del contrario … che finora non sono pervenute e che sembra nessuno abbia interesse nemmeno a cercare … certo stupisce che non abbiano conseguenze le attuali “recenti” consapevolezze dello spazio e del tempo profondo (sembra che finora l’unico che si sia reso conto delle novità, e dobbiamo ringraziarlo per averlo notato con preoccupazione, sia stato De Mattei, che giustamente si sente in dovere di spiegare perché trova meno “doloroso” negare la realtà e contrastare sia i convegni vaticani sull’evoluzione che i consulenti del vaticano).
Certo più consigliabile la lettura degli interventi degli esperti su Micromega:
-
Tim D. White – ‘Sapiens’ e gli altri ‘generi umani’
-
Bernard Wood – Antenati e parenti
- Lee R. Berger – La scoperta di Australopithecus sediba
- Zenobia Jacobs e Richard G. Roberts – La storia umana scritta nella pietra e nel sangue
 
-
David Abulafia – 1492: la scoperta di un’altra umanità
- Marco Aime – La miccia dell’identità
- Juan Luis Arsuaga – Come i Primi Uomini sconfissero gli ‘Altri Umani’
- Fabio Di Vincenzo e Giorgio Manzi – L’origine darwiniana del linguaggio
- Philip Lieberman e Robert McCarthy – Come parlavano i nostri antenati?
Se non altro, da questo fascicolo ognuno può verificare se si sta ponendo le domande corrette, cioè quelle che possono avere risposte corrette. Non è difficile porsi domande che non possono avere risposte corrette. Infatti sono in numero maggiore.

 

22/1/12-IT

·         [da Pikaia] In occasione del novantesimo compleanno di Luca Cavalli-Sforza, il Museo di Storia Naturale di Milano ha organizzato una mostra a lui dedicata (“I viaggi di Luca Cavalli Sforza. Ancora una volta ero io il curioso”), aperta dal 26 gennaio al 25 marzo

 

21/1/12-IT

·         G.Manzi e F.Di Vincenzo raccontano sul Corriere (“Il nostro cugino neandertal”) i risultati della ricerca da loro svolta sulla superficie articolare della scapola del fossile neandertaliano trovato a Vindija in Croazia. Il loro recente articolo (“The Vindija Neanderthal scapular glenoid fossa”) pubblicato sul «Journal of Human Evolution» sembra confermare il dato molecolare di un’ibridazione con il contemporaneo Homo sapiens, già dimostrato sulle sequenze del DNA dai ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, guidati da Svante Pääbo.

 

20/1/12-BORNEO

·         Un’ottima notizia arriva dal Borneo, dove una trappola fotografica installata nella Weahea Forest per dimostrare il passaggio di un leopardo svela invece che non è scomparso, come sembrava fosse avvenuto, il Miller’s grizzled langur, un colobo (Presbytis hosei carnicrus) che si pensava scomparso da tempo. Se ne parla nel blog Bits of science, dove vengono presentate anche un paio di foto. Altre foto qui su Flickr, mentre per gli articoli scientifici occorre rivolgersi all’American Journal of Primatology.

 

19/1/12-IT

·         [da Pikaia] Il 27 gennaio, al Liceo Tenca di Milano, E. Boncinelli parlerà di evoluzione (“PERCHE’ NON POSSIAMO NON DIRCI DARWINISTI”).  L'iniziativa rientra nell'ambito dell'Evolution Day di Milano 2012 che si terrà successivamente, dal 10 al 12 febbraio, al Museo di Storia Naturale di Milano (programma).
Non so se sia il caso di attribuirsi un’etichetta che è evidentemente è un po’ superata, vecchia di almeno un secolo. Sarebbe più corretto definirsi oggi neo-darwinisti anche se oggi sarebbe necessario riferirsi almeno alla “nuova sintesi” se non alla “sintesi estesa”, definizioni che non dispongono di comode etichette.
In ogni caso è apprezzabile (anche se non tutti lo apprezzano o lo sanno) che giusto da un anno il presidente dell’accademia Pontificia delle Scienze, organo ufficiale di consulenza scientifica del Vaticano, è Werner Arber, un biologo evoluzionista e premio Nobel che nel 2008 protestava vivacemente (Statement on my view on biological evolution”) quando i creazionisti dubitavano che lui fosse un “darwinista”.
Sembra quindi che il bicentenario di Darwin non sia stato festeggiato invano, e che i due convegni organizzati dal Vaticano nel 2009 abbiano un po’ rinfrescato l’ambiente, permettendo di identificare, anche se non ancora di  isolare, le sacche di irrazionalità.
Continuiamo quindi a festeggiare Darwin, e, più che dalle sue idee, traiamo esempio e ispirazione soprattutto dalla sua curiosità e dalla sua genialità, ogni 12 febbraio. In Italia il Jane Goodall Institute organizza il 7 febbraio un’iniziativa a Firenze: un concerto-evento a favore del Jane Goodall Institute, l’organizzazione umanitaria creata dalla scienziata inglese celebre per i suoi studi sugli scimpanzè e per l’impegno sull’ambiente, e del Villaggio Sanganigwa di Kigoma, Tanzania (presso il sito di Gombe, che accoglie bambini di tutte le etnie e religioni resi orfani dall’Aids. Per chi volesse dare un’occhiata al parco di Gombe, c’è l’aiuto di Google Earth!

 

18/1/12:USA

·         Nel sito Delaware Online si racconta di uno delle centinaia di incontri in cui Jane Goodall ogni anno racconta della sua esperienza e della sua lunga vita dedicata prima allo studio degli scimpanzé ed ora alla difesa del loro e del nostro ambiente di vita. A Wilmington ha raccontanto ancora una volta degli incontri (il più importante certo quello con il paleoantropologo Louis Leakey che la spedì fra gli scimpanzé di Gombe) che le hanno permesso di realizzare i suoi sogni e soddisfare la sua curiosità verso gli animali. Certo non fu l’unica a farlo negli ultimi decenni, ma ebbe certamente un ruolo fondamentale nel far riconsiderare la posizione dell’uomo, oggi inserito nella natura e fra gli altri animali che oggi abbiamo imparato a rispettare in quanto a noi decisamente simili. Se oggi attribuiamo agli scimpanzè una parentela più stretta e non accettiamo più di usarli per esperimenti che potremmo invece fare sull’uomo, meno a rischio di estinzione, è anche merito di chi ce li ha fatti conoscere meglio. Jane Goodall ha fondato il J.G.Institute, che si dedica sia alla difesa degli scimpanè e dei lotro ambienti naturali, ma che si preoccupa anche della difesa degli ambienti necessari per la sopravvivenza dell’uomo (il 7 dicembre 2011 era intervenuta al convegno sul climate change di Durban in difesa delle foreste tropicali, il cui ruolo è fondamentale per la sopravvivenza del ciclo dell’acqua nelle aree circumtropicali). Il messaggio che J.Goodall rivolge ad ognuno è di usare i propri talenti e le proprie competenze per “make the difference”, seguendo il suo esempio.   The Edge è un sito web in cui si incontrano alcune delle menti oggi più vivaci, impegnate a rispondere ogni anno a una nuova questione, selezionata fra quelle proposte al responsabile del sito, John Brockman.
La domanda di quest’anno, proposta dallo psicologo Steven Pinker è WHAT IS YOUR FAVORITE DEEP, ELEGANT, OR BEAUTIFUL EXPLANATION?
Nella stessa pagina si possono leggere le risposte alle domande proposte negli anni precedenti, raccolte ogni volta in un volume; ovviamente si può acquistare il volume o leggere la pagina web con le risposte. Sempre meglio della TV, sempre che si capisca l’inglese. Nello stesso sito, nel settore delle conversazioni, un lungo articolo (Rethinking "Out of Africa") che interessa … l’evoluzione umana, scritto dal paleoantropologo Christopher Stringer. Si ragiona sull’attuale valutazione dell’ipotesi dell’origine africana di tutte le popolazioni umane, aggiornando il ragionamento alle novità che vengono dal sequenziamento del DNA dei Denisovani, scoperti recentemente nel sud della Siberia, e dalla prova della parziale ibridazione con l’Homo sapiens di Neandertaliani e Denisovani. L’avventura dell’uomo non sembra davvero sia stata semplice …. Rimanendo sempre in tema, nello stesso settore si trova anche un ricordo della vivace Lynn Margulis, recentemente scomparsa, dove si può leggere, oltre ai ricordi di amici, colleghi e ammiratori,  anche un suo testo sull’ipotesi di Gaia (
"Gaia Is A Tough Bitch") tratto da un volume (“The Third Culture. Beyond the Scientific Revolution”) messo a completa disposizione di chiunque voglia passare di qui a leggerlo gratuitamente. Per dare un’idea, questi sono i capitoli che precedono quello di Lynn Margulis:
Chapter 1.
GEORGE C. WILLIAMS "A Package of Information"
Chapter 2. STEPHEN JAY GOULD "The Pattern of Life's History"
Chapter 3. RICHARD DAWKINS "A Survival Machine"
Chapter 4. BRIAN GOODWIN "Biology Is Just a Dance"
Chapter 5. STEVE JONES "Why Is There So Much Genetic Diversity?"
Chapter 6. NILES ELDREDGE "A Battle of Words"
e questo è solo il primo quinto del libro ... fatto da 23 capitoli/interventi. Buona lettura.

 

18/1/12-IT

·         Sulla Stampa un articolo (“Come siamo diventati umani”) con cui il primatologo e paleoantropologo Ian Tattersall si presenta anche agli italiani che non andranno ad ascoltare la sua conferenza a Roma sabato 21 in occasione della mostra “Homo sapiens”.
Un’imprecisione dell’articolo è certo l’uso del termine “ominidi”, che da qualche anno comprende anche le antropomorfe (nel testo che presenta la conferenza di Roma si parla più correttamente di “ominini”), mentre un errore (di Tattersall? del traduttore? del solito Darwin che ormai non si lamenta più?) è certamente la datazione del mesolitico a 100.000 anni fa (forse si voleva alludere invece, per ben due volte, al paleolitico medio?). Piuttosto sembra un incidente del traduttore l’uso del termine “arte portatile” al posto di un corretto “arte mobiliare”, che indica le opere d’arte preistoriche “mobili”.

 

17/1/12-USA

·         Mancano ancora poche settimane al 12 febbraio, giorno in cui giustamente si ricorda, certo molto laicamente, lo scienziato che ha fatto una delle maggiori scoperte, ottenuta, e i suoi diari lo confermano, attraverso un uso davvero raffinato e da imitare della ragione umana ma anche della della curiosità che sappiamo caratterizzare l’intero ordine dei primati.
Mancano quindi pochi giorni, ma sono sufficienti, per procurarsi il materiale didattico per accogliere, nei locali in cui si terranno le iniziative del Darwin Day, anche chi non ricorda, non capisce, o magari solo si è dimenticato il problema che Darwin ha aiutato a chiarire e risolvere.
Soprattutto dopo che già Linneo aveva proposto nel ‘600 una classificazione degli esseri viventi davvero troppo simile ad un attuale albero filogenetico, la domanda non è certo filosofica: come sono comparse le milioni di specie estinte e viventi, così simili e così diverse? Perché vediamo un processo di accumulazione della complessità nella materia vivente?
A questo scopo in questi locali non dovrebbe mancare un poster che ricorda ad ognuno le enormi dimensioni del problema per cui Darwin, pur con le sue conoscenze ancora limitate, aveva iniziato a proporre una soluzione che forse neppure oggi è arrivata ad essere del tutto completa e convincente.
Il poster è quello che rappresenta, pur in uno spazio limitato, l’albero evolutivo che rappresenta sia l’insieme di tutti gli esseri viventi che il tempo (3.5 miliardi di anni) che noi oggi sappiamo sia stato necessario per completare l’intero processo evolutivo, almeno fino ad oggi.
Questo poster lo si può acquistare, in vari formati (da questo fino a quello da 82x 60 cm) nel sito TimeTree, eventualmente insieme ad un volume (S. Blair Hedges and Sudhir Kumar:“The TimeTree of Life” Oxford Un.Press), che si può anche scaricare gratuitamente per singoli capitoli.
Per i più giovani c’è anche il TimeTree per Iphone, per Ipad e Android. A cosa servono? Per stabilire se trattare con maggiore o minore “familiarità” una specie animale che si incontrasse per strada; indipendentemente dalla pericolosità, il programma fornisce il tempo di divergenza di quella specie rispetto alla linea evolutiva umana. E’ un programma utile soprattutto per non impressionarsi troppo quando si parla di milioni di anni …
I poster, nei diversi formati, in realtà vengono forniti gratuitamente; quello che si paga è solo la spedizione (15$, per 4 poster!) che probabilmente risulta più economica della stampa locale del PDF scaricato gratuitamente, anche se può sussistere il dubbio che il corriere permetta di appenderlo già la sera del 12/2/2012…
Certo le immagini (e le relative domande) di questo poster, che ricorda i 4,5 miliardi di anni della vita della terra, e di quest’altro, che rappresenta milioni di stelle e di mondi e ricorda i ben 14.7 miliardi di anni di vita dell’universo, dovrebbero essere presenti, o almeno ricordate, ogni volta che si rischia di pensare a spiegazione irrazionali che forse potevano essere accettabili solo fino a quando non erano prove evidenti più di impotenza che di onnipotenza (forse accettabile ma solo fino a quando si pensava a una terra di 6000 anni).
E’ “ragionevole” che un tale “astronomico” cambiamento della scala temporale di riferimento possa aver provocato dubbi e riflessioni. [Certo, non sempre]
Forse se ne parlerà al Festival della Scienza di Roma…? 

 

16/1/12/usa

  • [Da NCSE] Il National Center for Science Education ha deciso di ampliare le sue competenze e i suoi interessi. Forte di decenni di esperienza nel diffondere conoscenze razionali sui temi che riguardano l’evoluzione biologica in un terreno accidentato come l’ambiente culturale statunitense, ricco di ricche organizzazioni ben dotate dal punto di vista finanziario più che da quello culturale, ha deciso di occuparsi anche della diffusione di corrette informazioni anche sulla climatologia.  Suoi ambienti di intervento, come al solito, sono soprattutto le scuole, dove si formano le prossime generazioni di ricercatori che si occuperanno di gestire le risposte alle variazioni climatiche che sicuramente creeranno qualche problema nei prossimi decenni. A questo scopo l’NCSE ha già cominciato a impostare un sito web che presenta queste principali risorse, riguardanti : ·  Climate Change 101 ·  Climate Change Denial ·  Teaching Climate Change ·  Climate Change: Taking Action
 

16/1/12-IT

·         [da Pikaia] Tra il 19 e il 22 gennaio si terrà all’Auditorium Parco della Musica il consueto appuntamento con il Festival della Scienza di Roma, dedicato a “Il Tempo”. Non marcano iniziative dedicate all’evoluzione umana e a quel tempo profondo che a volte sconcerta chi ha poca consuetudine con le migliaia e i milioni di anni, unità di misura per molti incomprensibili ma comunque ancora piuttosto limitate quando si tratta di misurare l’evoluzione biologica.
Da ricordare, soprattutto a chi non è romano, che dal 19 al 22 gennaio Radio3 Scienza sarà in diretta dal Foyer dell'Auditorium con interviste ai protagonisti degli incontri più significativi e il racconto degli eventi e degli exhibit del Festival.
Per un programma del Festival più comprensibile, si può visitare questa pagina del Televideo. Sarà così più facile scoprire come il tempo profondo “Imprima i segni del suo passaggio, sul nostro pianeta e negli esseri viventi. Sarà l’antropologo statunitense Ian Tattersall - autore di Il cammino dell’uomo (Garzanti, 2004), con cui ha vinto il prestigioso premio “W. W. Howells” dell’American Anthropologican Association – sabato 21 gennaio alle 16 in Sala Petrassi a parlare de Il Tempo profondo dell’Evoluzione”.  Tattersall riproporrà le soluzioni alle straordinarie domande che già angosciano gli spettatori della mostra “Homo sapiens”, che prima le ignoravano: “Perché fino a poche migliaia di anni fa esistevano sulla Terra ben cinque specie umane (che qualcuno poco informato evidentemente confonde con le razze)? Perché poi siamo rimasti soli?”.
Tattersall, che ha iniziato il suo lavoro di ricerca come primatologo in Madagascar, è da anni il paleoantropologo del Natural History Museum di New York, per cui può essere una vecchia conoscenza per quegli studenti delle superiori che hanno trovato, magari accanto al sito web di Pikaia, anche il suo museo come link autorevole proposto dal loro libro di scienze per approfondire il tema dell’evoluzione biologica ed umana …
Il 22 si parlerà ancora di evoluzione umana con Francesco Cavalli Sforza, il figlio e collaboratore del genetista e antropologo Luca Luigi Cavalli Sforza, l’accademico pontificio evoluzionista che ha curato con T.Pievani la mostra romana “Homo sapiens”, aperta fino al 9 aprile.

 

15/1/12-USA

·         [da NCSE] Negli USA l’inizio dell’anno ha portato in molti stati della Bible Belt ben 5 nuove proposte di legge per chiedere che nelle scuole si affianchi l’insegnamento dell’Intelligent Design all’insegnamento della teoria dell’evoluzione. Nel Missouri sembra siano almeno 2 le leggi proposte; la House Bill 1276 e la House Bill 1227, che richiede addirittura "the equal treatment of science instruction regarding evolution and intelligent design". Difficile che simili proposte, che escono dagli ambienti degli protestanti USA più integralisti (non mancano infatti chiese protestanti che festeggiano l’Evolution Weekend, grazie ai pastori che aderiscono al Clergy Letter Project) possano attecchire in Europa o in Italia, dove il Vaticano organizza convegni su Darwin e il Papa nomina a capo dell’Accademia Pontificia delle Scienze addirittura un premio Nobel biologo evoluzionista, Werner Arber, che in un documento del 2008 (Statement on my view on biological evolution”) vanta i suoi meriti nell’aver contribuito a confermare e migliorare il neodarwinismo.

 

14/1/12-IT

·         [da Pikaia] Il 19 gennaio alle 18.30, alla mostra di Roma (Sala Cinema, scalinata di via Milano 9 A) si parlerà di migrazioni umane, passate e future, con Massimo Livi Bacci e Alfredo Coppa. Un incontro dedicato al messaggio centrale della mostra "Homo sapiens. La grande storia della diversità umana": siamo umani perché non abbiamo mai smesso di muoverci, di spostarci, di migrare, di espandere e cambiare i nostri territori di insediamento, dividendoci e ibridandoci al contempo.

 

13/1/12-USA

·         L’antropologo J.Hawks spiega oggi nel suo blog (“The Mayflower criminal registry”) un’intrigante e sconcertante scoperta (“DNA links 1991 killing to Colonial-era family”), fatta indagando sull’assassinio di una ragazza di 16 anni. Indagando con le tecniche attuali, che permettono l’uso delle tracce del DNA di un sospetto, su un assassinio avvenuto nel 1991, ha permesso il confronto con il DNA depositato in molte banche dati.
Si è quindi scoperto che l’assassino sarebbe un discendente di Robert Fuller (che visse a Salem, nel Massachusetts, nel 1630) non è comunque di grande aiuto nell’identificare e arrestare il vero assassino, ma certo fa riflettere sui problemi della possibile invadenza delle banche dati del materiale genetico, che possono danneggiare parenti e discendenti, anche se è evidente che il proprio DNA e il proprio cognome non sempre vengono diffusi con le stesse modalità…

·         Nel blog di Carl Zimmer (“Words bring life to life”) viene linkata una TED Talk di Drew Berry (“Animations of unseeable biology”, purtroppo senza ancora alcuna  traduzione), uno dei pochi documentaristi molecolari, il cui lavoro aiuta a capire meglio il funzionamento reale delle strutture e delle molecole biologiche che agiscono al’interno delle nostre cellule, permettendo il funzionamento delle attività semplici e complesse gestite dalle cellule e dagli organismi viventi, uomo compreso.
Chiunque avrebbe avuto giovamente nel vedere a scuola i suoi video su eventi complessi come la duplicazione del DNA, o la divisione dei cromosomi, o la sintesi delle proteine nelle ore in cui l’insegnante di scienze le spiegava, usando al massimo confuse immagini statiche. Come si apprezza dalla conferenza,  concetti complessi diventano più facilmente comprensibili se presentati con strumenti e sussidi didattici moderni e convincenti.
Se si riuscisse a far capire quanto sia enormemente complessa la vita quotidiana di qualsiasi cellula vivente, anche i meccanismi evolutivi diventerebbero semplici e comprensibili.
Qui sono disponibili altri suoi video. Altri sono su YouTube. Qui la WebPage di Drew Berry.

 

12/1/12-IT

·         [da Pikaia] Il Workshop "Comprendere la biodiversità moderna attraverso l’analisi del DNA antico" è stato organizzato in occasione dell'inaugurazione del Laboratorio per lo studio del DNA antico del Centro di Ricerca BioDNA, e si terrà mercoledì 18 gennaio 2012 nella Sala Convegni "G. Piana" presso la sede di Piacenza dell'Università Cattolica del S. Cuore. [da Pikaia] Dal 17 al 22 giugno 2012 si terrà a Erice, presso l'Ettore Majorana Centre, un grande convegno internazionale dal titolo "The Evolution of Morality: The Biology and Philosophy of Human Conscience", diretto da Frans de Waal, Telmo Pievani e Stefano Parmigiani, con illustri speaker tra i quali Philip Kitcher, Patricia Churchland, Richard Joyce, Simon Blackburn, Owen Flanagan. Il programma.
Il tema dell’origine e dell’evoluzione della moralità è certamente entusiasmante e capace di riportare il sorriso sulla faccia degli antievoluzionisti, che forse non speravano che un giorno si potessero scoprire anche le origini reali, cioè le basi biologiche delle migliori caratteristiche della nostra specie. Lo studio dei primati e soprattutto delle antropomorfe permette infatti oggi agli scienziati di capire meglio l’importanza del nostro passato e di sviluppare ipotesi sull’origine non solo delle nostre caratteristiche fisiche, ma anche di quelle comportamentali, cognitive e perfino morali.
Una triste fine” attende piuttosto le ultima poche decine di migliaia di scimmie antropomorfe (scimpanzé, gorilla e oranghi) che rimangono come testimoni impotenti della scomparsa delle ultime foreste tropicali, che da qualche decennio vengono saccheggiate e distrutte con rinnovato impegno da chi non solo non capisce quanto di potenzialmente umano si possa leggere nello sguardo degli individui di queste specie i cui antenati fan parte della nostra storia, ma nemmeno riesce a capire come e perché l’unico ambiente in cui questi animali possono vivere sia necessario ANCHE per la sopravvivenza dell’unico pianeta che abbiamo in comune, vitale per loro ma soprattutto per noi e i  nostri discendenti.
Forse una delle principali difficoltà di chi non capisce né il processo evolutivo in cui è inserito né chi invece lo conosce e lo vede, deriva dalla negazione di un ruolo ma soprattutto di un valore economico alla natura, per cui non ha una percezione dei danni che la nostra specie arreca, rimanendo indifferente ai rischi che si corrono.
Qualche originale e nuovo spunto di riflessione forse può giungere dagli esempi reali presentati da P.Sukhdev in una recentissima TED talk sul valore economico della natura, che purtroppo sembra ben noto solo a chi la saccheggia, magari con tutti i permessi concessigli da chi preferisce una rappresentazione più tranquillizzante, fissa ed immutabile, della realtà e della natura. 

 

10/1/12-USA

·         Su PLOS è stato pubblicato oggi un articolo davvero preoccupante (“Zoonotic Viruses Associated with Illegally Imported Wildlife Products”), conseguenza del primo tentativo di verificare la gravità del rischio che deriva dall’introduzione illegale e incontrollato negli USA prodotti alimentari ottenuti da animali selvatici africani. Il rischio principale deriva dal fatto che si è verificato per la prima volta che i prodotti alimentari contengono virus che sono estremamente pericolosi e spesso anche letali. Questo vale soprattutto per le carni di primati non umani (NHP), perché è ben noto come molti virus presenti nei primati abbiano una notevole facilità a passare all’uomo, grazie alle notevoli affinità che abbiamo con queste specie a noi filogeneticamente vicine; i virus possono poi acquisire anche una letalità che non è presente nelle forme che si trovano nei primati e a cui magari i primati oggi hanno imparato a convivere (come avviene con l’herpesvirus B che può essere letale per l’uomo).
Già conosciamo la storia dell’HIV, originatosi da un virus dei primati, ed ora esiste la prova di una diffusione a livello mondiale di materiale che nasconde un pericoloso rischio biologico per la nostra specie.
Solo l’anno scorso un altro articolo, su Conservation Letters (“The scale of illegal meat importation from Africa to Europe via Paris”)  aveva dimostrato quanto fosse rilevante l’importazione abusiva ed illegale di carni di animali selvatici africani (bushmeat) che transitava per l’aeroporto di Parigi in quantità davvero impressionanti (si stima il passaggio di 273 tonnellate all’anno!).
Ora sappiamo finalmente anche quali rischi per la salute della nostra specie nascondono queste commerci illegali, soprattutto quando si tratta di specie di primati, a noi evolutivamente vicine. Da notare poi che l’Europa è anche una tappa delle rotte seguite dal bushmeat destinato agli USA.
Di questo importante e preoccupante ricerca scrive oggi anche il giornalista scientifico Carl Zimmer con un post (“Any deadly viruses to declare?”)  sul suo blog The Loom, dove sottolinea come siano già arrivati parecchi virus dagli animali all’uomo e anche grazie al ruolo alimentare di questi animali (HIV, SARS).
Se un tempo questi passaggi di virus all’uomo si limitavano alle aree intorno alle foreste, ora coinvolgono anche gli aeroporti USA, da cui entrano 120 milioni di animali vivi ogni anno oltre a 25 milioni di kg di carne e altri prodotti di origine animale che arrivano dalle foreste africane,
Zimmer non esclude che anche il West Nile Virus sia entrato negli USA con un uccello destinato al mercato degli animali da compagnia. Zimmer, che ha intervistato nel 2010 uno degli autori della ricerca, ricorda come incredibilmente questa sia oggi solo la prima conferma dell’esistenza di virus pericolosi che entrano con il bushmeat africano, anche se la pericolosità non è verificata, non essendosi dimostrato che possano infettare l’uomo per via alimentare. Non ritiene comunque che si possa comunque stare tranquilli, dato che non ci sono solo i virus che arrivano con i primati, ma anche quelli che arrivano con altri mammiferi, rettili e uccelli,

 

10/1/12-IT

·         Un articolo di Repubblica (“Umane, fin troppo umane, le scimmie così simili a noi”) riferisce la notizia che anche negli USA, seguendo le orme dell’Europa, sono stati sospesi i finanziamenti del National Health Institute alle ricerche biomediche che prevedono l’uso degli scimpanzé come modello sperimentale, sulla base delle informazioni e dei documenti ufficiali di cui si parla qui sotto alla data del 15/12/11.
Pur utilizzando purtroppo riferimenti sia alla fantascienza (!?) che alla scienza nell’articolo si cerca di alludere, come si faceva ma con maggiore serietà negli articoli del NYT, alle nuove conoscenze accumulate negli ultimi 40 anni sul comportamento e la socialità degli scimpanzé in natura, informazioni che hanno portato a rivoluzionare nel 1999 la classificazione delle scimmie antropomorfe, sulla quale pochi sono oggi aggiornati. Siccome anche gli stessi libri di primatologia non troppo recenti propongono una classificazione superata, conviene aggiornarsi con un articolo del 2011 di Bernard Wood su Nature (più affidabile) o con le (leggermente diverse) ultime versioni di Wikipedia in inglese o in italiano (pagina da poco aggiornata).
La classificazione attuale, come si può facilmente verificare, avvicina lo scimpanzé a noi ancora di più di quanto fece già Linneo nel 1700 (era comunque già la specie più vicina all’uomo) inserendola addirittura sia nella stessa famiglia (Hominidae) che nella stessa sottofamiglia (Homininae), che nella stessa tribù (Hominini). Chi si fosse perso, può aiutarsi con questa mappa o questa, meno dettagliata. Ambedue sono necessarie per non perdersi ma soprattutto per non sembrare ignoranti e magari anche non aggiornati... il mondo è complesso e cambia continuamente, anche grazie alla ricerca scientifica, che cerca di spiegare sia il come che il perché. [da BSNEWS] Conferenza di T.Pievani sugli argomento della mostra “Homo sapiens” di Roma, sabato 14 gennaio alle 18 in via Piamarta 9 a Brescia

 

9/1/12-USA

·         [da NCSE] Nel sito del NCSE si esaminano i risultati di un sondaggio svolto su 555 insegnanti USA che si occupano della formazione scientifica di bambini fino a 12 anni anche per quanto riguarda il problema del riscaldamento globale Interessante come il report mostri una maggior concordanza delle opinioni degli insegnanti con quelle degli esperti della comunità scientifica, rispetto allo scetticismo e all’ignoranza diffuse in adulti e studenti USA di scuole medie e superiori (addirittura il 63% degli adulti ammette l’esistenza del riscaldamento globale, ma il 50% lo attribuisce a cause naturali, secondo un sondaggio del 2011 del Yale Project on Climate Change Communication). Interessante, fra i risultati, oltre alla confusione con il problema del buco dell’ozono e ai pericoli dei buchi che fanno … i missili, verificare come gli insegnanti ricevano spesso (25%/30%) sollecitazioni improprie su come trattare il tema da persone incompetenti (studenti, genitori, amministratori, o membri della comunità). E in gran parte sembra si adeguino, tanto che il 47% alla fine insegna ipotesi alternative anche se contrastanti.

 

7/1/12-MADAGASCAR

·         [da Science Daily] Il Madagascar non cessa di stupire non solo per il numero di specie di primati che ospita, paragonabile al numero di specie di primati che si trovano in tutto il resto dell’Africa, come se un numero simile di ambienti diversi richiedesse l’esistenza di un’uguale varietà di specie con caratteristiche fenotipiche diverse. E’ di oggi infatti la notizia della scoperta da parte di un gruppo di primatologi tedeschi nella foresta di Sahafinam, di una nuova specie di lemuride di piccole dimensioni (chiamato Microcebus gerpi, in onore del GERP, il Groupe d`Étude et de Recherche sur les Primates de Madagascar). Si tratta di un lemure notturno di piccole dimensioni, 68 g, ben lontano dalle dimensioni del più piccolo esemplare di Microcebus (44 g).
Sembra incredibile che in un’isola, oggi in buona parte desertificata a causa dell’opera dell’uomo, sia così frequente (altre ne sono avvenute recentemente) la scoperta di nuove specie di primati, ma bisogna considerare che spesso sono notturne, oltre che di piccole dimensioni.

 

7/1/12-IT

·         Nel blog di J,Hawks (“Looking over a Neandertal's shoulder”) si commenta un recente articolo sui neandertaliani pubblicato da un gruppo di paleoantropologi romani. Interessante l’argomento, che sembra confermare, anche con dati morfologici e non solo genetici, l’ibridazione fra neanderrtaliani e sapiens giunti in Europa dall’Africa: Fabio Di Vincenzo, Steven E. Churchill, Giorgio Manzi: The Vindija Neanderthal scapular glenoid fossa: Comparative shape analysis suggests evo-devo changes among Neanderthals. Journal of Human Evolution (2012), doi:10.1016/j.jhevol.2011.11.010, Un alro commento si può trovare in un altro blog, di Z.Cofran: "Evo-devo of the human shoulder?"

 

6/1/12-IT

·         Ampia e lusinghiera la recensione che il genetista M.Buiatti ha fatto sul Manifesto della mostra “Homo sapiens”, che è aperta fiino a Pasqua al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Immagino che un antievoluzionista abituato a vedere il razzismo solo correlato al colore della pelle abbia apprezzato l’osservazione di Buratti che evidenzia l’originalità e la novità di una specie in cui il funzionamento ottimale del cervello è la carta vincente: “nel caso nostro la diversità genetica è minima, mentre grandissima è quella culturale”.

 

5/1/12-IT

·         Nella trasmissione Le Storie - Diario Italiano oggi C.Augias ha avuto come ospite Telmo Pievani, invitato per presentare la mostra “Homo sapiens”, aperta a Roma fino a Pasqua. L’altro curatore della mostra è un grande genetista ed evoluzionista italiano, Luca Luigi Cavalli Sforza. La mostra, dedicata agli interessi scientifici di Cavalli Sforza, l’evoluzione biologica e culturale della nostra specie, vuole essere un omaggio ai contributi che Cavalli Sforza ha saputo fornire alla conoscenza umana su questi argomenti, analizzando nella nostra specie sia i meccanismi che hanno gestito un processo evolutivo piuttosto complesso, che la loro interazione con l’evoluzione del linguaggio e della cultura.
La novità importante è che questo approccio sottolinea come la principale caratteristica della nostra specie sia proprio la cultura, che ha cominciato ad acquisire un ruolo sempre più rilevante a partire da circa 2 milioni di anni fa, quando entrarono in competizione con le specie di ominidi bipedi nuove altre specie, che cominciarono ad attivare interazioni virtuose che permisero di accumulare sempre più conoscenze che potevano essere trasferite ai discendenti non per via genetica, e quindi con un meccanismo molto simile a quello erroneamente proposto da Lamarck per i caratteri biologici.
Il contributo di Cavalli Sforza alle conoscenze umana è stato riconosciuto anche al di fuori dell’ambito scientifico, tanto che è uno dei componenti Accademia Pontificia delle Scienze organo di consulenza scientifica dei Papi fin dal 1603.
Questo fatto è probabilmente poco noto, come pure sembra poco noto (anche la Radio Vaticana ne sbaglia il nome) che il 16 gennaio  2011 il Papa abbia nominato come presidente della PAS un altro genetista ed evoluzionista, il premio Nobel Werner Arber, che in un documento del 2008 (Statement on my view on biological evolution”) vanta i suoi meriti nell’aver contribuito a confermare e migliorare il neodarwinismo, grazie a scoperte fatte riproducendo batteri per migliaia di generazioni, anche in collaborazione con R.Lenski. W.Arber, nominato in Accademia nel 1981 (e il suo curriculum fornisce argomenti per capire e discutere il motivo della nomina), disse chiaramente, rispondendo alle insinuazioni offensive dei creazionisti USA dell’ICR, “Io non sono né "scettico su Darwin" né un "sostenitore dell’intelligent design". Io sostengo pienamente la teoria dell’evoluzione neodarwiniana e ho contribuito a confermare ed ampliare questa teoria a livello molecolare, tanto che ora la si può definire darwinismo molecolare”.
L’ignoranza di queste informazioni (anche in un recente post nel sito UCCR si nomina W.Arber senza felicitarsi per la nomina a quella carica di un razionalista ed evoluzionista) è dovuta al fatto che pochissimi organi di stampa un anno fa avevano ritenuto necessario riferire della nomina di Werner Arber, poco dopo la scomparsa del precedente presidente, Nicola Cabibbo, con cui W.Arber organizzò un convegno convegno sull’evoluzione dell’universo e della vita sulla terra, a cui aveva partecipato anche il Papa, nel novembre del 2008- Anche il fisico N.Cabibbo era un evoluzionista, tanto che fu uno dei pochi cattolici che intervenne in modo anche vivace nel contestare de Mattei quando il VP del CNR organizzò uno sconcertante controconvegno creazionista al CNR, ricorrendo ai consulenti del Kolbe Center for the study of Creation (nessun creazionista italiano.contribuì a questo convegno in cui si spiegò che i dinosauri sopravvissero vissero fino a 20.000 anni fa, fornendo abbondanti bistecche a nostri antenati recenti). 
Da ciò derivano sia le domande preoccupate, abbastanza superate dopo la nomina di W.Arber ma ricorrenti, che gli studenti ospiti di C.Augias hanno fatto sul rapporto fra i miti religiosi su un fatto come l’evoluzione biologica e le spiegazioni scientifiche da tempo disponibili, sia le risposte pacate di T.Pievani, consapevole che eventuali problemi che vengono da frange minoritarie di “
narcisisti della rete che spizzicano una citazione qui e una là e sono convinti di essere in possesso di chissà quale rivelazione sono più problemi interni alla chiesa cattolica che problemi paragonabili a quelli che incontrano gli evoluzionisti statunitensi in un contesto culturale e religioso ben diverso; può essere istruttivo notare che fra i più attivi nel contrastare i creazionisti protestanti USA ci sono anche due biologi evoluzionisti cattolici, Francisco Ayala e Kenneth Miller, ambedue dinamici e collaboratori del National Center for Science Education (NCSE). Interessante ricordare il fatto che proprio F.Ayala ha contribuito a far vincere un processo ad un’università che non aveva ammesso ai corsi di biologia studenti che non avevano ricevuto una sufficiente preparazione in una scuola superiore gestita da creazionisti.

 

4/1/12-IT

·         Nel sito web dell’Accademia Pontificia delle Scienze (PAS) è possibile consultare un documento (la relazione introduttiva del card.Re) al convegno (“L'essere umano, custode del creato“) organizzato il 16-17 dicembre 2011 sui rischi ambientali che derivano da un cattivo “rapporto dell'uomo con l'ambiente naturale che lo circonda”. Nella relazione si afferma che un tempo lo “sfruttamento del pianeta terra,a proprio interesse e vantaggio immediato … non ha avuto gravi conseguenze, perché era piuttosto contenuto”, mentre negli ultimi secoli “lo sfruttamento della natura si è attuato in proporzioni molto maggiori e con ritmi enormemente più rapidi che nelle epoche anteriori. In qualche caso si tratta di uno sfruttamento selvaggio”. La relazione accetta i risultati delle ricerche che confermano la responsabilità dell’uomo sul degrado ambientale e sui drammi che attendono le prossime generazioni: “Gli scienziati ci dicono che nel corso degli ultimi 80 anni le attività dell'uomo hanno modificato l'ambiente e la natura più di quanto sia stato trasformato in tutti i secoli precedenti. Il problema ecologico oggi ha assunto forme e dimensioni che diventeranno drammatiche, se non si corre ai ripari”.
Dopo aver criticato le opinioni dei negazionisti (“qualcuno ha cercato di chiudere gli occhi davanti al problema ed ha osato sostenere che per quanto profonde siano le alterazioni sui fondamentali equilibri dell'ambiente naturale, le forze insite nella natura automaticamente operanti riescano ad eliminare le alterazioni ed a ricomporre gli equilibri infranti”), ricorda che “le forze insite nella natura hanno un limite invalicabile, per cui superando il "livello di guardia" si creano situazioni ambientali nocive” e si preoccupa per le generazioni future: “l'ambiente diventa una minaccia con gli inquinamenti e i rifiuti che porta con sé. Può creare problemi sociali vasti, può dare inizio ad un ambiente che in futuro può diventare intollerabile, rendendone l'uomo vittima”. Conclude ricordando che “un'educazione al rispetto della natura e di prevenzione di ciò che ne turba gli equilibri, rimane un impegno di tutti” e invitando a “creare una nuova mentalità e una nuova sensibilizzazione che vede l'ambiente e la natura come un bene che è, in pari tempo, individuale e collettivo”. L’avvertimento finale sembra decisamente preoccupato: “L'umanità ha un futuro soltanto se il creato ha anch'esso un futuro..L'uomo e la natura sono legati a vicenda e costretti a condividere la comune sorte terrena. Per la qualità del futuro della civiltà dobbiamo salvaguardare la natura, salvaguardare il creato e promuovere uno sviluppo sostenibile. Su questi temi certo la PAS negli ultimi tempi si sta impegnando parecchio, con iniziative che però non sembrano né molto pubblicizzate né sostenute da chi forse non è aiutato (nonostante gli allarmi che vengono dagli esperti della PAS) a capire quanto siano urgenti i problemi dell’aldiquà.
Il 4 aprile c’è stato per esempio un convegno a Roma (“Ghiacciai e riscaldamento globale”), organizzato proprio dalla PAS in collaborazione con l’IPCC, l’ente dell’ONU (WHO e UNEP) che si occupa del riscaldamento globale; dal convegno è uscito in maggio un documento-appello (“
Il destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”), firmato anche da molti componenti della PAS, come i premi Nobel W.Arber e Carlo Rubbia, in cui si sottolinea la responsabilità umana del riscaldamento globale.
In maggio invece la PAS era presente a Stoccolma con 2 dei suoi numerosi premi Nobel (il presidente Werner Arber e Carlo Rubbiacome si vede dai commenti non tutta l’umanità si sente colpevole o accetta di essere processata dai premi Nobel, anche se membri della PAS) al third Nobel Laureate Symposium on Global Sustainability.
Qui si può leggere il documento finale con la sentenza: “Memorandum di Stoccolma”; e questa è la foto del momento della firma di W.Arber, che documenta l’impegno del presidente della PAS per controllare il “rovinoso sfruttamento del pianeta” temuto dal Papa già 4 anni fa (Velletri, 23/9/2007).
Di cambiamento globale sei era già parlato all’Accademia delle Scienze Pontificia nel 2004, in occasione di un convegno i cui atti sono stati pubblicati nel volume (gratuitamente disponibile) “Interactions between global change and human health”. L’articolo probabilmente centrale è quello di Steffen et.al “EARTH SYSTEM FUNCTIONING IN THE ANTHROPOCENE: HUMAN IMPACTS ON THE GLOBAL ENVIRONMENT” a pag.112, dove si sintetizzano i dati di un volume di Steffen et al. del 2004, gratuitamente consultabile: “Global Change and the Earth System: A Planet Under. Pressure
”. Nella premessa un drammatico allarme: “The evidence that these changes are affecting the basic functioning of the Earth System, particularly the climate, grows stronger every year. The magnitude and rates of human-driven changes to the global environment are in many cases unprecedented for at least the last half-million years”. Forse nello stesso convegno del 16/17 dicembre (di cui non si trova in rete il programma) c’è stato anche un intervento di Carlo Rubbia (un aggiornamento di un intervento fatto all’inaugurazione dell’anno accademico alla Lateranense il 12/11/2003; da notare che quest’anno ci sono due date diverse per il big bang!). Il testo integrale è stato pubblicato dal quotidiano Liberal il 23/12/11: “IL DNA LO PROVA: LA VITA SULLA TERRA HA UN SOLO PADRE”. Davvero curioso il fatto che un paio di citazioni bibliche di Rubbia e l’impacchettamento del testo dell’intervento in una confezione con titoli e sottotitoli fatti da qualcuno, probabilmente ideologicamente motivato e che non aveva capito molto il testo, che trattava di big bang e di evoluzione biologica, ha portato alla pubblicazione oggi nel sito dell’UCCR e in altri siti cattolici. Anche qui sembra che non abbiano letto bene il testo che commentano (curioso che in un blog gestito da un matematico non abbiano corretto una formula, ½º=1, errata ma più facile e ben diversa all’originale Ωº=1) . I commenti sono quindi più su titoli e sottotitoli che equivocano sul testo.
Davvero curioso che anche eventi che Rubbia indica come casuali vengano attribuiti ad un ente superiore e che anche il termine “padre” che Rubbia attribuisce al primo organismo vivente, venga “tradotto” in “Padre”, con un ben diverso significato. [Evidente che qualcuno non riesca a immaginare un mondo senza un ente superiore, senza nemmeno rispettare quel che racconta un premio Nobel].
Non c’è poi da stupirsi se Werner Arber  venga citato senza ricordare i meriti evoluzionistici “neodarwiniani” che l’hanno portato al Nobel e alla PAS.

 

2/1/12-E

·         E' visibile in rete il DVD che presenta il “Museo de la evolucion umana” di Burgos, nel nord della Spagna, situato presso l’eccezionale sito paleoantropologico di Atapuerca, uno dei pochi siti europei in cui i fossili coprano un periodo estremante ampio (a partire da 1,2 milioni di anni fa e quindi conservano le tracce, davvero minime, del passaggio dei primi europei) e sono parecchio numerosi. Qui il sito web, da visitare se proprio non si riesce ad andarci e un altro video, ma in italiano (Rai Superquark "Atapuerca")

 

1/1/12-RDC

·         Come iniziare l’anno nuovo?
Credo che un invito a visitare la pagina web GORILLA.CD sia la scelta migliore.
E’ infatti adeguata sia ai temi trattati in questa pagina, sia ad un momento di passaggio fra un passato difficile e problematico e un futuro che si spera possa essere migliore ma solo se siamo in molti a vedere i problemi e a contribuire a raggiungere questo obiettivo; e ciò senza dimenticare anche un appello personale affinché ognuno capisca la necessità di contribuire a lasciare il mondo un po’ migliore di quello che ha trovato al momento del suo arrivo.
Nella homepage del sito GORILLA.CD troviamo infatti in evidenza proprio 4 link a 4 pagine che:

1- mostrano la recente nascita in dicembre (“Two December Newborn Mountain Gorillas for 2011”) di due nuovi piccoli di gorilla, di cui sono mostrate le foto. Sono una speranza per un futuro più tranquillo per gli ultimi 770 circa gorilla di montagna, la sottospecie dei gorilla che sono sopravvissuti (nella zona di confine fra la RD del Congo (RDC), l’Uganda e il Rwanda) al disboscamento e alla distruzione sia degli ambienti che degli stessi gorilla, che un tempo occupavano un’area ben più ampia. Indiscutibile il ruolo dell’uomo nella progressiva scomparsa di una delle specie a noi filogeneticamente più vicine. E anche le mappe della distribuzione degli scimpanzé indicano che il ruolo dell’uomo è stato determinante nella distruzione degli ambienti di foresta che un tempo ricoprivano quest’ampia area che arriva fino al Senegal, chiarendo il concetto di frammentazione e confermando il ruolo dell’uomo.

2- dimostrano come il bracconaggio e l’uso dei gorilla a scopo alimentare sia continuato anche negli ultimi anni, quando l’area del Parco dei Vulcani era teatro di una lotta per il controllo del territorio, ricco di minerali preziosi. Proprio nel 2007 i ranger che proteggono il parco e i gorilla hanno dovuto abbandonare il parco nelle mani dei ribelli che cercavano di sottrarre al governo centrale il controllo del territorio e delle sue ricchezze. In una pagina del sito (“The struggle to protect Congo’s Mountain Gorillas”) si ricordano i giorni del 2007 in cui venne massacrata sia un’intera famiglia di gorilla di montagna che alcuni dei rangers del parco, a cui era stato attribuito un ruolo certamente superiore alle loro forze e alla loro capacità di proteggere i gorilla, contribuendo a far svolgere loro un ruolo ben diverso da quello tradizionale di fonte di cibo …

3- ricordano appunto le conseguenze drammatiche di quegli eventi (“The Virunga Widows’ Fund”), con le immagini dei caduti, dei funerali, delle loro mogli e delle loro famiglie, tuttora bisognose di un aiuto che può arrivare anche da lontano. Qui un video sui gorilla uccisi.

4- ci ricordano che la situazione è conseguenza di scelte errate e può solo essere risolta con scelte e politiche corrette che però richiedono anche un sostegno (Give a Holiday Gift that Lasts All Year: Supporting Mountain Gorillas) che sia adeguato a contrastare le pressioni economiche e politiche che vengono oggi dai paesi occidentali e che porterebbero in pochi anni alla scomparsa di un parco, di un ambiente di foresta tropicale e di una sottospecie di gorilla che vive solo in quest’area e con cui abbiamo percorso la maggior parte della nostra storia evolutiva.

L’esistenza e la gestione continua di queste pagine web permette oggi un contatto rapido e diretto con questi problemi e con le popolazioni a cui il mondo attribuisce ruoli certamente sproporzionati rispetto alle loro forze e ai loro interessi. Internet è uno strumento che oggi permette anche di aprire canali diretti di sostegno e di aiuto. Sui gorilla è attivo anche questo blog: Mountain Gorilla Protection (dove sono mostrati gli spettacoli pirotecnici organizzati nel parco dei Vulcani per l’ultimo dell’anno… e si racconta del lavoro che porta a migliorare il rapporto fra le popolazioni locali e i gorilla: Gorilla poacher turned tracker…). Anche il turismo, che permette la sopravvivenza delle popolazioni locali, è diventato uno strumento di conservazione: “Wild Gorillas Groom U.S. Tourist in Uganda”; incontri ravvicinati di questo tipo sono possibili e indimenticabili. Sono possibili anche incontri più affettuosi fra vecchi amici.

Per chi volesse informazioni aggiornate e complete sui problemi della conservazione delle scimmie antropomorfe, è disponibile gratuitamente in internet il volume dell’UNEP:
World Atlas of Great Apes and their conservation.
Chi non si accontentasse e volesse un altro regalo per non continuare a chiudere gli occhi di fronte alle evidenti responsabilità dell’Homo sapiens (o almeno di una parte limitata ma sempre potente dell’umanità) in quella che si prospetta come un ulteriore problema incombente ma i cui effetti non sono ancora ben chiari (la “sesta estinzione di massa” di specie vegetali ed animali indispensabili per la sopravvivenza del pianeta) può aggiungere anche il volume, altrettanto gratuito,  CONSERVATION BIOLOGY FOR ALL, presentato in marzo nel sito di Pikaia.

 

 

Come il TG2 il 29/11/07 ha disinformato sulla teoria dell’evoluzione (con l’imbarazzante “intervento” del Card.Martino, che confonde fede e ragione, ma soprattutto è in disaccordo perfino rispetto a mons. Ravasi o a don G.TanzeIIa Nitti). Informazioni errate sulla teoria dell’evoluzione e l‘evoluzione stessa nel sito di un oratorio salesiano. L’Intelligent Design USA è in realtà rinato nel 1987 da una truffa, svelata e dimostrata nel 2005 (a chi ha fretta basta solo questa pagina, che conferma come e quando i creazionisti USA siano diventati sostenitori dell'ID … da un mese all’altro grazie al … copia/incolla) Molto autorevole, per un credente diffidente, è anche l’ISSR Statement on the Concept of 'Intelligent Design'” (del febbraio 2008). Rilevante soprattutto la recente nomina papale di un premio Nobel biologo evoluzionista, Werner Arber, a presidente dell'Accademia Pontificia delle Scienze. Interessante il suo documento del 2008 (“Statement on my view on biological evolution”), dove difende il suo “neodarwinismo” e la sua professionalità di esperto anche in evoluzione dei batteri.

 

 

                                                                                                                                                                  

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