[Prof.Daniele Formenti]

NB: Articoli disposti in ordine cronologico inverso: in alto i più recenti

 

ANTI-EVOLUZIONISTI IN ITALIA?!

RASSEGNA STAMPA del 2011

(Wallace e C.Darwin fanno ancora paura? Anche la sintesi estesa?

[I testi originali sono linkati, se accessibili, per una verifica del testo originale e dei commenti]

Per chi vuole ricordare… ci sono anche le

Rassegne stampa degli ultimi 8 anni:

(2003/04 - 2005 - 2006 - 2007 - 20082009 1’ sem. – 2009 2’ sem - 2010 - 2012)

Documenti per capire il dibattito sull’evoluzione  

Come orientarsi fra i diversi creazionismi, NUOVI E VECCHI (riciclati, restaurati o ristrutturati)mappa  - L’interesse della rassegna stampa è soprattutto per verificare se ci sono ipotesi che provino a spiegare meglio i fatti che confermano l’evoluzione. Chiunque può rilanciare liberamente e senza fatica critiche prescientifiche vecchie di secoli, illudendo i lettori che la ricerca scientifica, per scoprire o verificare i fatti, sia inutile. Chi pensa “Non è mio scopo proporre una nuova teoria; prima cominciamo col riconoscere che quella neodarwiniana non funziona” non ha letto la sentenza del processo di Harrisburg, che ha condannato i neocreazionisti (certo oggi ci anche i creazionisti di una volta … ma non ci son solo loro; comunque è sempre facile riconoscerli: per l’assenza di laboratori e quindi di pubblicazioni scientifiche).

Cliccare per ritrovare (in fondo alla pagina) i concetti e i link necessari per chiarire i problemi e le metodiche necessarie per capire sempre meglio l’evoluzione biologica.

Roma (fino al 8/4/12!!):  Homo Sapiens. La grande storia della diversità umana

 

Gennaio

Febbraio

 

marzo

Aprile 

maggio

Giugno 

luglio

agosto

 

settembre

ottobre

novembre

dicembre

 

PS: Chi avesse ancora fra i preferiti il link al 2011 ... è meglio che lo cambi... meglio non perdere secondi preziosi...

 

DICEMBRE 2011

31/12/11

·         Sul Fatto possiamo leggere “NOI, SCIMMIE MODIFICATE”, una recensione favorevole di un libro di due mesi fa (“Qualcosa di grandioso. L’infinita bellezza e complessità di tutto ciò che esiste, a cura di Armando Massarenti, Dalai, pagg. 256, • 17,50), che presenta il contributo di alcuni ricercatori sui diversi aspetti dell’universo, ora certo più chiari e comprensibili rispetto a qualche anno fa, grazie alla scienza. Certo la scienza non può riuscire a nascondere sotto nessun tappeto gli aspetti grandiosi, misteriosi, incomprensibili e quindi anche un poco angoscianti che difficilmente impediranno ai miti di fornire quel calore e quella sicurezza illusoria che ci danno già da migliaia di anni, contribuendo ad allontanare dalla nostra strada l’inquietante, e a volte esplosiva, creatività di una contingenza il cui ruolo è certo rilevante quanto ingestibile.

·         A fine novembre sono girate un po’ di preoccupazioni per i rischi conseguenti all’uso dei telefoni cellulari. Se n’è parlato anche a Report il 27/11.
Pochi sanno che oltre ai rischi ci sono anche danni certi, anche se sembrano meno importanti; riguardano infatti alcune popolazioni dell’Africa, sia umane che di scimmie antropomorfe.
Tutto viene spiegato in questo sito web sulla “Guerra del coltan”, un minerale utilizzato per la produzione dei telefoni cellulari. L’articolo spiega bene come le miniere da cui si estrae questo minerale indispensabile per la produzione dei telefonini siano in un’area del Congo nord-orientale in cui vivono alcuni degli ultimi esemplari di antropomorfe, in particolare i gorilla di montagna che vivono nel parco del Vulcani Virunga.
L’articolo, presente nel sito di Rai24, ha anche un’ottima pagina di link utili per capire tutti gli aspetti di un problema che evidentemente è gestito dai paesi acquirenti del coltan, che del coltan determinano anche il prezzo.

 

30/12/11-UK

·         [da BBC science News] Cosa succede se si fa il solletico a Emmie? Si diverte? Ride o si arrabbia? Emmie è un gorilla. Qui il video con la soluzione.

·         [da BBC science News] L’anno prossimo in settembre a Gibilterra si terrà un convegno paleoantropologico sui neandertaliani. Il nuovo governo, oltre a rilanciare la ricerca nei siti archeologici in cui era stato trovato nel 1848 il primo neandertaliani, per lunghi anni sottovalutato e incompreso, intende realizzare un “Neanderthal Park” tematico.

 

29/121-UK

·         [da BBC science News] Tempo di Natale. Tempo di regali, magari elettronici. Sembra che gli iPad non dispiacciano agli oranghi. Essendo ormai ominidi anche loro, da qualche anno, cercano di recuperare, come si vede in questo video,  qualche milione di anni di vita autonoma, e senza prese di corrente, nelle foreste del sud est asiatico. La vita nello zoo, certo immeritata, sembra venire incontro a interessi che comunque certo loro non avrebbero.
I video sui primati comunque fanno capire, forse anche a chi non è interessato a capire il ruolo dell’exaptation (non basta sapere che la parola esista…) nell’evoluzione umana; non è infatti difficile capire perché certi primati, e solo loro, hanno potuto e saputo colonizzare l’ambiente aperto. 

 

29/12/11-USA

·         Ci sono ancora un paio di giorni per consultare gratuitamente le riviste peer-review della Springer. Come già scritto il 25, consiglio di approfittare dell’occasione anche per consultare Evolution: Education and Outreach. E’indispensabile per capire gli errori concettuali che portano addirittura a far credere che Dawkins sarebbe in errore quando, come il papa nel 2004, ritiene che non esista la generazione spontanea, per cui ogni essere vivente è certamente connesso (e i colleghi di Dawkins sono certo d’accordo con lui e con il papa…), con passaggi diretti e senza impossibili “interruzioni” o “salti” fra una generazione e l’altra, con antenati anche di milioni di anni fa, da cui ha ricevuto il materiale genetico. Gradualismo o no (“Andando contro quanto accettato dai suoi stessi colleghi evoluzionisti, per Dawkins l’evoluzione avviene con un gradualismo assoluto, non c’è nulla nelle immagini da lui proposte che faccia pensare ad una dinamica puntazionista”), non ci sono e non ci possono essere salti … fra madri e figli! Quello che “appare” può e deve essere spiegato, se si ha un minimo di competenza Tanto è vero che non sono concetti nuovi: poteva già essere spiegato da Darwin nel 1794, Ovviamente Erasmus Darwin,il nonno, che sospettava – come oggi Dawkins, il papa e tutti  gli altri - che dei “vermicelli” fossero stati i suoi antenati.  

 

28/12/11-IT

·         [da Pikaia] La razza: un concetto troppo spesso abusato e frainteso, soprattutto quando si parla di diversità umana. Gianfranco Biondi e Olga Rickards affrontano l'argomento nel loro ultimo libro (Gianfranco Biondi, Olga Rickards: L'errore della razza. Avventure e sventure di un mito pericoloso. Frecce, Carocci Editore

 

26/12/11-USA

·         Il Committee for Biodiversity and Ecosystem Services e l’ U.S. National Committee for DIVERSITAS (NRC) hanno pubblicato presso la National academies press gli atti del simposio “Twenty-First Century Ecosystems: Managing the Living World Two Centuries After Darwin”. Come al solito è possibile, registrandosi, scaricare gratuitamente il PDF del volume, che comunque contiene solo parte degli atti del convegno, tenutosi nel 2009.

 

25/12/11-USA

·         [da NCSE] E’ stato pubblicato l’ultimo numero della rivista Evolution: Education and Outreach, sulla didattica dell’evoluzione, diretta da Niles Eldredge. Molti articoli di questo numero sono dedicati ad un tema abbastanza critico, quello del rapporto fra medicina ed evoluzione. Articoli sono ad esempio: “Introduction”, “Evolution and Medicine”, "Diagnosis: Evolution"; "Evolutionary Medicine and the Medical School Curriculum"; "Enhancing the Teaching of Evolution in Public Health"; "A Clinical Perspective in Evolutionary Medicine"; "On Designing Courses in Evolutionary Medicine"; "Developing a Curriculum for Evolutionary Medicine"; “Difficulties with the Concept of Common Ancestry” and "Evolution and Medicine: An Inquiry-Based High School Curriculum Supplement". Da tenere presente che l’accesso a questa ed altre riviste della Spinger è libero solo fino al 31/12, per cui conviene valutare bene come impiegare le ore che mancano da adesso al 2012… (ricordo anche che le università italiane stanno contrattando con la Springer le tariffe per il rinnovo degli abbonamenti per il 2012, e per ora non si intravede un accordo, per cui il rinnovo non è ancora certo!)
Sembra incredibile, ma nella formazione professionale dei medici mancano di solito riferimenti all’evoluzione, per cui spesso si nota come i medici talvolta non sembrano saper collegare caratteristiche fenotipiche, anatomiche, fisiologiche e genetiche alla storia evolutiva che ci collega, come anche il pur creazionista Linneo non aveva mancato di notare già nel 1700, alle specie con cui abbiamo una relazione filogenetica più stretta.
Questo fa si che si noti a volte l’impegno di alcuni medici, anche in Italia, nel contrastare, a volte insieme a ingegneri, fisici e matematici, la conoscenza e la diffusione delle basi culturali della teoria dell’evoluzione.
Una dimostrazione evidente di questa difficoltà è ad esempio un recente convegno (“L’Evoluzione Biologica. Dialogo tra Scienza, Filosofia e Teologia”) organizzato il 27/11/2010 a Milano dai medici cattolici. I partecipanti furono Agazzi, Anzani, Brambilla, Galleni, Lambertenghi, Lattuada, Manzi, Ravasi, Sanchez: la presenza di teologi più che di biologi fa capire dove i medici milanesi “localizzassero” culturalmente un tema esclusivamente scientifico come l’evoluzione biologica.

·         Sempre riguardo alla possibilità, in scadenza a breve, di consultare gratuitamente tutti gli articoli di Evolution: Education and Outreach, credo che sia un’occasione davvero unica per chi è abituato a visitare i siti web gestiti dai creazionisti USA solo perché l’accesso alle sciocchezze che raccontano è e sarà sempre libero.
In particolare si possono consigliare i numerosi numeri speciali, che riguardano il creazionismo USA (giugno 2010), l’evoluzione umana (settembre 2010), l’evoluzione della cultura materiale (settembre 2011), la colonizzazione delle americhe (giugno 2011) , la sintesi estesa (marzo 2011) , sistematica e filogenesi (dicembre 2010), la coevoluzione (marzo 2010), l’anno di Darwin (marzo 2009) e i fossili di transizione (giugno 2009).
Per andare nel dettaglio, ci sono anche articoli che affrontano singoli temi molto dibattuti, come l’origine dell’ID dalla teologia naturale di W.Paley del 1802, o Biston betularia: An Excellent Teaching Example of Darwinian Evolution in Action, Artificial Selection and Domestication: Modern Lessons from Darwin’s Enduring Analogy.
Ma anche la domanda Why Are There Still Monkeys? sembra mettere alla prova qualche antievoluzionista particolarmente poco dotato.
Credo che questi elenchi di temi ed articoli facciano venire il dubbio che non si possa affrontare seriamente discussioni su questi argomenti senza prima essersi documentati su fonti serie. Per 3 giorni lo si può fare anche gratuitamente.
Utilizzando bene il tempo, si potrebbero consultare articoli anche sulle altre 41 riviste Springer che si occupano di evoluzione o almeno sulle 4 riviste che si occupano di primati, fra cui Primates e l’International Journal of Primatology
.
Anche solo dare un’occhiata a queste pagine web permette di capire “facilmente” perché sia assolutamente inutile, oltre che impossibile, discutere con chi non ha mai aperto nessuna di queste 41 riviste. Magari non hanno nemmeno capito che la scienza procede solo se si fanno nuove scoperte, migliori delle precedenti. Le critiche senza alternative migliori sono strumenti del passato o sono efficaci e valide solo in contesti culturali in cui non servono né si richiedono verifiche sperimentali.

 

25/12/11-IT

·         Questa immagine oggi farà forse piacere anche a chi è abituato a vedere il mondo attraverso filtri culturali che tendono a divinizzare anche caratteristiche e comportamenti che riteniamo umani ma che in realtà sono condivisi con le specie a noi filogeneticamente più vicine.

 

24/12/11-IT

·         [da Pikaia] Dal 24 dicembre 2011 al 16 febbraio 2012 al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, si terrà la mostra "E l’uomo incontrò il lupo. Domesticazione del lupo e origine del rapporto tra uomo e cane". Si potrà verificare gli impressionanti effetti della selezione artificiale, che in poche migliaia di anni ha permesso di ottenere un’enorme variabilità di forme pur senza estendere i confini di una specie. Ovviamente anche questa è evoluzione, come Darwin ben sapeva.

·         180 anni fa, il 27 dicembre 1831, Charles Darwin lascia l’Inghilterra a bordo del Beagle e, con la curiosità e la cultura di un inglese 22enne di buona famiglia, affronta un’esperienza di 5 anni che cambierà la vita sua ma pure quella di altri milioni di persone anche nei secoli successivi. Dai naturalisti agli insegnanti, dai biologi ai giovani che recensiscono i suoi libri, molti gli devono qualcosa, magari anche il lavoro.
Qui una recente recensione del libro di Darwin “Viaggio di un naturalista intorno al mondo” (Einaudi, 2005). Spiace che, dopo chi gli trova errori anche inesistenti, si scopra che qualcuno trovi noioso il suo diario di viaggio. Forse Wallace ed altri avventurosi naturalisti dell’800 e del ‘900 che hanno seguito il suo esempio non sarebbero d’accordo.
Secondo il giornale dell’associazione psichiatri italiani sarebbe questo il momento migliore per commentare un articolo del 1997 pubblicato su JAMA sull’ipotesi che i malesseri che hanno perseguitato Darwin per tutta la vita fossero i sintomi di DAP (attacchi di panico) …

 

23/12/11-IT

·         [da Linguaggio macchina] Continua il progetto  Mini-Darwin sulle tracce di Darwin. Ora parte per l’Argentina la nuova spedizione Mini Darwin, realizzata da Sissa Medialab con la collaborazione del Museo delle Scienze di Trento, il patrocinio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Oceanografia Sperimentale (OGS) di Trieste e il supporto tecnico di Metamondo Tour Operator.
Dal 26 dicembre 2011 al 9 gennaio 2012 sette bambini, dai 9 ai 12 anni, un paleontologo (Marco Avanzini) e un biologo marino (Alfred Beran) esploreranno alcuni tra i siti paleontologici più importanti, dall’Oceano Atlantico alle Ande

 

21/12/11-IT

·         [da Pikaia] Ricercatori italiani che hanno collaborato con Lynn Margulis ricordano vari esempi della sua curiosità e vivacità culturale in un editoriale che compare su Pikaia. L’università del Massachussets sta organizzando un simposio  (dal 23 al 25/3/2012) per rivisitare il suo contributo alla conoscenza umana, a cominciare dall’ipotesi sul ruolo importante della simbiogenesi come uno dei meccanismi biologici che ha contribuito all’evoluzione biologica.

 

17/12/11-IT

·         Decisamente il punto 1 dell’intervento di Massimo Gramellini nella puntata di questa sera a “Che tempo che fa” è stato uno spot pubblicitario per la mostra di Roma sull’evoluzione umana (“Homo sapiens”); ma soprattutto è stata una critica forte e razionale verso chi impudentemente prova ad attribuire la responsabilità del razzismo (un pericoloso difetto umano, senza dubbio ben presente da secoli, se non da millenni) addirittura a chi, come Darwin, per primo ci ha invece aiutato a capire che perfino specie che alcuni nostri simili tuttora non apprezzano siano invece strettamente imparentate con l’uomo, ma soprattutto che gli antenati da cui insieme discendiamo sono i principali responsabili anche delle nostre migliori caratteristiche. Di fronte agli omicidi dei senegalesi a Firenze, M.Gramellini si è chiesto come sia possibile che non si insegni a scuola la storia evolutiva umana, che lui giustamente ritiene il migliore antidoto contro il razzismo.
La risposta, come sappiamo è nota, visto che numerosi ministri all’istruzione, dalla Moratti nel 2004 a Fioroni nel 2007, sono riusciti ad evitare che di questo argomento si parlasse fin dall’asilo e dalle elementari e addirittura dalle medie.
Speriamo che almeno i bambini romani possano affiancare la mostra ad una scuola che non fornisce ancor oggi risposte adeguate, e proprio nel momento in cui sorgono le domande, oggi certo molto prima (forse qualcuno non se ne rende conto?) di quando capitasse nell’antica Roma o anche solo un secolo fa.
Giusto quindi lo sconcerto di Gramellini, che propone la soluzione più ragionevole ma soprattutto urgente ad un problema che purtroppo sembra uno dei pochi a capire (a parte biologi, genetisti, antropologi, evoluzionisti, ecc., i più preoccupati dell’ignoranza con cui ci si avvicina a capire e gestire un mondo che è passato in pochi anni da 2.5 a 7 miliardi di persone tutte diverse). Arricchendo il testo scritto (“i razzisti non sono pazzi, sono ignoranti, perché non sanno che la legge dell’evoluzione umana è l’incrocio”), Gramellini sbotta con una ingenua domanda che molti biologi (certo non tutti) ci facciamo da anni “ma perché nelle scuole non le insegniamo questo cose qui? Perché nel 2011 c’è ancora gente che crede che il razzismo sia una cosa vera, appartenente alla natura umana … è esattamente l’opposto della legge di natura”. (al minuto 9:20)
Potremmo chiedere a Gramellini di aiutare gli esperti a convincere chi blocca da anni l’insegnamento della teoria dell’evoluzione e chi ancora non ha capito che la storia evolutiva dell’uomo ma soprattutto i meccanismi biologogici che rimescolano i patrimoni genetici delle popolazioni anche nell’uomo e creano nuove popolazioni e nuove specie, diverse dalle precedenti, deve essere insegnata ben prima dall’età in cui potrebbe sorgere per la prima volta la curiosità sull’esistenza di bambini con caratteristiche un po’ diverse da quelle che vediamo nello specchio ...
Purtroppo credo sia un’illusione, visto il pessimismo del personaggio proprio sulla possibilità che si potesse un giorno riuscire a insegnare agli italiani la teoria dell’evoluzione e il modo in cui si rimescolano le popolazioni e le specie, dopo che per un decennio ci siamo tenuti un creazionista biblico ai vertici del massimo ente di ricerca.
E sul fatto che fosse inamovibile (il ministro Mussi riuscì solo ad allontanarlo ma solo per poco tempo!) non sarebbe stato il caso di scherzare.  
Devo infatti purtroppo ricordare come il 26/3/11, sempre nella trasmissione di Fazio, proprio M.Gramellini non sembrava ottimista sulla possibilità che lui o gli altri italiani potessero fare qualcosa contro il volere degli integralisti cattolici: stava raccontando sconcertato la teologia sugli tsunami di De Mattei, “Il vicepresidente del Cnr, motore della ricerca scientifica in Italia. Lo stesso personaggio che due anni fa organizzò a spese del Cnr un convegno contro Darwin, che è come se il vicepresidente dell’Inter organizzasse un convegno contro Mourinho. Possibile che quest’uomo non avverta l’incompatibilità fra la sua carica e le sue, chiamiamole così, idee? Invochiamo anche noi l’intervento divino: un terremoto “ad personam” che gli sfili la poltrona da sotto il sedere”.
Purtroppo dalla mattina (quando ha scritto l’articolo sulla Stampa) alla sera, M.Gramellini non ha riflettuto sulla necessità di trovare un finale forse meno spiritoso ma più ottimista…

 

15/12/11-USA

·         Anche negli Stati Uniti, come in Europa, non verranno più finanziate ricerche mediche e comportamentali sugli scimpanzé. Lo ha comunicato il direttore dell National Intitute of Health, Francis Collins e lo riferisce il New York Times nell’articolo “U.S. Will Not Finance New Research on Chimps. Altri articoli del New York Times che trattano dell’argomento: 16/12: U.S. Suspends Use of Chimps in New Research e 20/12: Recognition of Chimps as Relatives May Reshape Research. SI capisce quindi che la decisione, proposta da un comitato scientifico, è conseguenza delle ricerche degli ultimi decenni, che hanno permesso anche di rivoluzionare la classificazione che riguarda le specie a noi vicine. Come non tutti sanno la classificazione delle scimmie antropomorfe è stata rivista dopo la scoperta della complessa socialità dimostrata dagli scimpanzé e dalla loro capacità di apprendere e di trasmettere le informazioni anche alle generazioni successive, tanto è vero che dal 1999 si è cominciato a parlare di cultura degli simpanzè. La commissione dell’Istituto di medicina dell’NIH ha concluso nel suo report (“Chimpanzees in Biomedical and Behavioral Research: Assessing the Necessity”) “recent advances in alternate research tools have rendered chimpanzees largely unnecessary as research subjects”; non si escludono comunque che eventi eccezionali per la salute umana potrebbero rendere necessario ricorrere ancora agli scimpanzé, un’ipotesi che si trova anche nei documenti europei, dove comunque l’uso degli scimpanzé nella ricerca è stato sospeso anche prima che venisse imposto da una legge, probabilmente grazie al fatto che la sperimentazione sull’HIV si può fare solo sull’uomo, nonostante la somiglianza dell’HIV con il SIV: l’HIV non dà problemi agli scimpanzé...
Se ne parla anche nel sito “Scienza in rete”, con link a documenti USA.  

 

14/12/11-IT

·         Lezione (“Sulle tracce dell'evoluzione umana: ominoidi, ominidi, umani”)  di G.Manzi, antropologo dell’Università di Roma, al master Scienza e Fede dell’Università Regina Apostolorum.

 

13/12/11-IT

·         Un articolo del Giornale (“Mostre, in un mese la «diversità» dell'Homo sapiens attira 43mila visitatori”) informa del successo della mostra di Roma, dedicata all’Homo sapiens. Le visite e le prenotazioni per le iniziative didattiche hanno consigliato di prolungare l’apertura fino al 9 aprile, in modo da coprire anche  il periodo delle festività pasquali. Nel primo mese di apertura ha già superato i 43.000 visitatori e nei giorni del ponte dell'Immacolata ha totalizzato 9.000 ingressi per una media di 2.250 visitatori al giorno.
Non è da escludere che qualcuno abbia ritenuto utile e istruttivo visitarla più volte … d’altronde è comprensibile che non sia facile assimilare e capire il risultato complessivo delle scoperte di migliaia di scienziati su un problema così complesso e discusso come l’origine e l’evoluzione della nostra specie nel contesto di un processo che certamente non è casuale ma i cui meccanismi e la cui creatività “naturale” non è facile da capire se non si mettono in relazione  conoscenze adeguate non solo di biologia ma anche di geologia.
Come si racconta sull’Arena dell’8/12 (“Fumane, a Roma i reperti della Grotta”) nella mostra sono presentati anche i risultati del lavoro svolto nei siti paleontologici italiani (anche neandertaliani come quello di Fumane), inseriti in un contesto che permette una comprensione logica e più completa del processo evolutivo in cui si inseriscono.
Non dimentichiamo che è liberamente consultabile in rete il database dei siti paeoantropologici italiani con resti fossili (
Catalogo dei resti fossili italiani).
Della mostra parla anche il sito web vaticano SRM (Science & Religion in Media) che in un post (Homo sapiens. La grande storia della diversità umana) riporta le parole di uno dei curatori, il genetista ed evoluzionista L.L.Cavalli Sforza, che invita a studiare e capire meglio la storia dell’uomo, fondamentale per progettare il futuro in un secolo che sarà certamente difficile e non solo nel nostro paese: “dobbiamo rassegnarci all'idea [..] che una più profonda (e affidabile!) conoscenza di noi stessi è necessaria oggi per governare il ruolo decisivo che abbiamo nei confronti dell'intero pianeta e della nostra stessa esistenza”.
Purtroppo anche solo l’idea che ormai siamo in 7 miliardi a dover progettare insieme un futuro comune non sembra sia condivisa e compresa da tutti e c’è il dubbio che manchi, come teme anche il sito SRM, “una consapevolezza della autentica realtà dell'essere umano e del suo ruolo nell'universo. Una consapevolezza alla quale può certamente contribuire anche la scienza”.
Purtroppo sappiamo che perfino in Italia questa consapevolezza ancora manca in molti ambienti, che mostrano una irrazionale diffidenza se non ostilità verso la scienza e le conoscenze meglio verificate e certificate. Per fortuna sono ambienti sempre più marginali, ma è triste verificare come anche laureati in scienze che ignorano quello che oggi sappiamo (e che la mostra di Roma spiega ai visitatori) non si vergognino di cercare di convincere altri delle conoscenze errate che li portano ad essere evoluzionisti teisti (e quindi senza una teoria scientifica affidabile, che possa essere insegnata a scuola oltre che negli oratori o nelle madrasse) o addirittura ingenui creazionisti antievoluzionisti. 

 

13/12/11-USA

·         [da NCSE] Negli USA siamo arrivati al punto che ci sono anche sovrintendenti scolastici che si innervosiscono per l’eccessiva importanza data all’evoluzione in un recente testo di biologia. E’ avvenuto nel Kentucky e ne parla il Lexington Herald-Leader (December 13, 2011). Sembra comunque che in nessun distrettoi del Kentucky si insegni oggi creazionismo o ID, anche se nel maggio 2011 qualcuno ha cercato inutilmente di far approvare una legge contro l’insegnamento dell’evoluzione nelle scuole.

 

12/12/11-SA

·         Si è conclusa ai tempi supplementari a Durban, in Sudafrica, la COP17 (qui i webcasts on demand). la conferenza dell’ONU sul clima. I tempi supplementari sono serviti per evitare il fallimento di una conferenza che non aveva ancora raggiunto un accordo su un documento che raccogliesse una valutazione favorevole da parte del massimo numero di paesi.
Alla fine si è quindi raggiunto un accordo, che prevedeIl rinnovo di Kyoto, un Fondo Verde per i paesi più poveri e un nuovo piano contro le emissioni entro il 2020” (troppo tardi secondo alcuni paesi. ma soprattutto le ONG). Purtroppo non si riescon ancora a vincolare i paesi che tuttora rifiutano di firmare il protocollo di Kyoto che pur si intende rinnovare.
Fra i paesi che più spingevano per un controllo dei fattori che inducono a gravi rischi per il pianeta si sono fatti notare l’Unione Europea, i piccoli paesi delle isole del Pacifico e dei Carabi (AOSIS)e i paesi meno sviluppati (LDC). A Durban è stato fatto balenare lo spettro di un aumento di 4 gradi della temperatura, anche se ormai comunque su un probabile aumento di due gradi sembra che pochi abbiano dubbi. Della delusione dei movimenti ambientalisti di fronte alle conclusioni un po’ incerte della conferenza si fa portavoce anche la R.Vaticana, che intervista G.Bologna, del WWF.
Anche Caritas internazionale è preoccupata: teme che la prudenza uscita da Durban non sia sufficiente ad evitare il temuto aumento di 4 gradi della temperatura. Anche l’Osservatore Romano conferma oggi il pessimismo e le preoccupazioni manifestate qualche giorno fa (“Il clima non riesce a cambiare” e “Clima difficile a Durban”: “è probabilmente l’ultima occasione utile per un vero accordo internazionale per la riduzione delle emissioni di gas nocivi responsabili del cosiddetto effetto serra”). Si ritiene infatti che si sia fatto poco (“Sul clima un accordo senza fretta”) nonostante l’esistente “emergenza del riscaldamento globale provocato dalle emissioni di gas nocivi responsabili del cosiddetto effetto serra”.
Nonostante il contributo italiano ai gas serra sia decisamente più preoccupante di quello vaticano, il nostro ministro per l’Ambiente sembra invece un po’ più soddisfatto (“CLINI, DA DURBAN BUONI RISULTATI ED E' BENE PER MIO LAVORO”).
D’altronde bisogna ricordare come nel 2007 il Vaticano abbia dato il via ad un progetto (a spese altrui) per diventare il primo paese ad impatto zero per quanto riguarda l’emissione di CO2; in realtà l’efficienza del progetto “Vatican forest di Tiszakeszi” era ancora uguale a 0 nel 2009 e nel 2010, non essendo stato ancora piantato nemmeno un albero, come si vede in questo video diffuso dal Christian Science Monitor che ha svolto un’indagine sul posto; anche per il 2011 non ci sono novità, tranne un paio di betulle nuove il 31/10/11 nel parco giochi di questo paesello ungherese; d’altronde il WWF era già sospettoso nel 2007).  

 

12/12/11-USA

·         [da NCSE] NCSE offre una preview (PDF) del libro per bambini di Richard Dawkins The Magic of Reality: How We Know What's Really True (Free Press, 2011).
Purtroppo oggi, in un blog italiano, c’è un post in cui, con la scusa di criticare un presunto errore in questo libro di Dawkins, in realtà si cercano di far passare addirittura idee che ai creazionisti farebbe piacere fossero vere. Se davvero (e lo dovrebbe essere, visto che lo ha confermato anche il papa attuale nel 2004!) tutti gli organismi viventi derivano da un unico organismo ancestrale, probabilmente unicellulare, come si puo’ razionalmente sostenere che non potrebbero esistere gli elefanti?
Sciocchezze simili possono venire da chi non ha ancora visitato bene la mostra Homo sapiens, dove si dimostra come da antenati ben diversi da noi e magari un po’ pelosi sia derivato in pochi milioni di anni (e quindi in meno di un milione di generazioni!) l’uomo attuale, ma nemmeno ha visto il video che mostra la dissezione del nervo laringeo nella giraffa: proprio Dawkins smentisce clamorosamente chi lo critica proponendo di trasformare osservazioni limitate nel tempo in una legge biologica che piacerebbe e farebbe comodo solo ai creazionisti. Purtroppo è inesistente sui tempi lunghi, come perfino Wikipedia, purtroppo stavolta non consultata, chiarisce nelle voci selective breeding e artificial selection, termini ben noti già a Darwin che sapeva bene come il fenotipo degli animali e dei vegetali domestici non abbia avuto limiti dimensionali anche in soli 10000 anni, come magari le maestre già insegnano in 3’ elementare, quando si parla dell’uomo primitivo.
Certo ora si capisce perché qualche mese fa abbia improvvisamente censurato, chiudendolo, il suo sito web ( L'INSEGNAMENTO DELLE SCIENZE”) in cui spiegava i meccanismi dell’evoluzione biologica e la selezione naturale – con il famoso esempio dei melanismi industriali e della Biston betularia (“
An Excellent Teaching Example of Darwinian Evolution in Action”)!
Vedremo se il nuovo sito sopravviverà più a lungo, avendo un’impostazione evidentemente opposta, come confermato soprattutto dal post di oggi.
Comunque è davvero sconcertante, ma non è una novità, che non si chiarisca, a chi solleva il problema nel post, che che anche l’attuale Presidente dell’Accademia delle Scienze Pontificia, Werner Arber, biologo evoluzionista e premio Nobel, ha collaborato anche alle ricerche di R.Lenski che hanno contribuito a integrare la versione recente della teoria dell’evoluzione, confermandola. E’ evidente che a molti cattolici la nomina di un altro evoluzionista dopo N.Cabibbo non sia piaciuta; dovrebbe poterla contestare per le vie ufficiali, se esitono, senza disturbare chi sta lavorando seriamente.

 

9/12/11-IT

·         Su Oggiscienza Chiara Ceci racconta la sua visita,accompagnata dal pronipote Randal Keynes, alla casa (Down House) che ha ospitato per 40 anni Charles Darwin (“Natale a Casa Darwin”)

·         La notizia della censura a siti internet evoluzionisti applicata in Turchia viene ripresa anche in Italia da Prima Comunicazione (“Turchia: filtri internet per bambini bloccano siti su Darwin”); si chiarisce che non si tratta della vecchia censura a un sito di R.Dawkins, ma ad un sito didattico turco che riprende un sito USA curato dall’università di Berkeley.
L’articolo ricorda anche che il vicepresidente dello stesso CNR turco (il TUBITAK, che oggi tranquillizza sull’attuale censura) il 10/3/2009 aveva licenziato la direttrice della sua rivista per aver pubblicato un articolo su Darwin con una procedura non corretta.
Erano proprio i giorni del 2009 in cui in Italia il vicepresidente del CNR organizzava (il 23/2/2009) nella sala Marconi al CNR un convegno di creazionisti biblici nel periodo in cui il Vaticano organizzava ben due convegni in occasione del bicentenario di Darwin.
L’aspetto curioso fu che il CNR turco intervenne per bloccare l’iniziativa del suo vicepresidente, mentre il CNR italiano invece finanziò la pubblicazione degli atti di un convegno in cui si sosteneva che i dinosauri si fossero estinti 40.000 anni fa … invece che 65 milioni di anni prima…

 

8/12/11-TR

·         Il Deutsche Turkische Nachtrichten informa oggi (“Internetfilter: Türkei blockiert Darwin für Kinder“) che in Turchia (nota per amare poco Darwin) sono in funzione filtri internet ottocenteschi, che proteggono i bambini da alcuni aspetti della cultura scientifica. Qui una traduzione automatica dell’articolo, che allude al blocco di un sito web sull’evoluzionismo. L’articolo non fornisce però informazioni che permettano di capire se il blocco riguarda solo il sito web sull’evoluzione di Richard Dawkins; in questo sarebbe comunque una buona notizia: il blocco del 2008 (“Sep 16, 2008 ... Turkey bans biologist Richard Dawkins' website”), che esisteva anche nel 2010, sarebbe ora limitato ai bambini. La notizia viene riportata anche da Hurriyet Daily News.

 

7/12/11-USA

·         Il mondo cambia costantemente.
Come? Senza dubbio rapidamente; forse troppo. Tanto che ce ne possiamo accorgere.
Qui il WorldWatch Institute mette in vendita (a circa 20$) gli ultimi volumi annuali che aiutano a farsi un’idea abbastanza completa sullo State of the World. Il volume del 2011 è dedicato a Innovations that Nourish the Planet.
Se pensiamo che nel 1950 eravamo 2.5 miliardi e oggi bisogna trovare risorse, soprattutto alimentari, per 7 miliardi di individui, è inevitabile la curiosità di capire come riescano quasi tutti a trovare risorse alimentari (ed energetiche) almeno sufficienti se non adeguate. Strano che ci sia in giro qualcuno che pensi che nulla sia cambiato, e nulla debba cambiare in futuro, nonostante la popolazione umana sia triplicata …

 

6/12/11-IT

·         [da Pikaia] Si parla di virus, adattamento ed evoluzione umana nell'ultimo numero del 2011 della rivista Le Scienze

 

5/12/11-USA

·         [da Eurekalert] Un articolo su PNAS (“A nonreplicating subunit vaccine protects mice against lethal Ebola virus challenge”) annuncia la scoperta di un vaccino contro il virus Ebola, estremamente letale soprattutto per le scimmie antropomorfe e per l’uomo, testato per ora con successo solo su un modello murino.

 

5/12/11-IT

·         Sul sito OggiScienza si torna a parlare (“Riscrivere Darwin? L’uomo venuto dal nulla…”) , dopo che Marco Ferraguti aveva sollevato il problema su Pikaia, di un libro di testo di storia in cui si forniscono informazioni non sempre preise sull’evoluzione umana. L’autore è un docente dell’Università Cattolica e sembra credere, contrariamente a quanto viene chiaramente indicato anche in un documento vaticano del 2004 firmato dal card.Ratzinger, che l’Homo sapiens non ha punti genetici di contatto neppure con le specie umane meno antiche”. Proprio come se da Spallanzani in poi non si fosse ormai sicuri che la generazione spontanea non sia possibile né ragionevole. 

 

4/12/11-CHINA

·         Sono solo 23 i gibboni di Hainan (Nomascus hainanus), che sopravvivono oggi solo nella Bawangling Nature Riserve sull’isola di Hainan (Cina) nel golfo del Tonchino. E’ una delle specie di primati più vicine all’estinzione e il loro ambiente è minacciato.
18 famiglie di gibboni hoolok (Hylobates hoolok) sono le ultime antropomorfe che ancora sopravvivono in India. Sono state trasferite da una zona minacciata di foresta nell’area del villaggio di Dello al
Mehao Wildlife Sanctuary nella Dibang Valley (nord est dell’India), per avere una maggiore protezione. 
Seri rischi corrono anche gli oranghi (Pongo pygmaeus e abelii) che vivono in Kalimantan/Borneo (ne sono rimasti circa 54000) e Sumatra (7000 sono sopravvissuti); l’invadenza dell’uomo che estende le sue coltivazioni sta sottraendo continuamente aree di foresta indispensabili per la sopravvivenza di questa grande antropomorfa, l’unica che viva in Asia, e solo in queste due isole.
Ne parla un articolo sul Guardian (“Fresh wave of killings by hunters takes Indonesian orangutan to the brink of extinction”)

 

3/12/11-IT

·         [da Pikaia] La solitudine della specie umana è una novità. T.Pievani parla di evoluzione, in particolare umana, alla conferenza TED (Technology Entertainment Design) disponibile in video.

 

2/12/11-USA

·         [da NCSE] Un tribunale di Los Angeles dovrà verificare la fondatezza di una discriminazione sul lavoro attuata presso il JPL di Pasadena, motivata da opinioni sull’Intelligent Design, l’attuale forma che ha assunto negli USA il creazionismo dal 1989. Il lavoratore, licenziato nel gennaio 2011, era un sostenitore dell’ID molto attivo nella produzione di materiale “didattico”, in particolare video. Il materiale informativo su questa vicenda è disponibile, per chi volesse approfondire la questione, nel sito dell’NCSE

 

1/12/11-USA

·         La presentazione delle singole scoperte come eventi isolati non sempre riesce a far capire come la ricerca scientifica sia importante soprattutto perché, analizzando i problemi nel loro contesto, chiarisce contemporaneamente fatti e aspetti diversi che poi permettono di ricostruire scenari coerenti, e spesso molto convincenti.
Per capire come sia avvenuta negli ultimi 10 milioni di anni l’evoluzione a partire dagli antenati primati e poi da questi all’uomo attuale, è certo importante scoprire le somiglianze che legano il nostro DNA a quello dello scimpanzé attuale (oltre che a quello di tutte le altre specie viventi e fossili), ma è altrettanto importante studiare e confrontare gli aspetti comportamentali di scimpanzé che vivono in ambienti particolari, simili a quelli di savana, a cui si sono adattati i nostri antenati nel periodo in cui la nascita della Rift Valley modificò profondamente il clima in Africa orientale.
E’ quindi interessante qualsiasi scoperta che venga fatta sugli scimpanzé di Fongoli, in Senegal, l’unica colonia che viva in ambiente di savana. Una recente scoperta, pubblicata dall’antropologa Jill Pruetz su Primates (“Plant-food and tool transfer among savanna chimpanzees at Fongoli, Senegal”), e riportata anche su Eurekalert (“Study finds savanna chimps exhibit sharing behavior like humans”), mette in evidenza come in questo gruppo di scimpanzé sia maggiore frequenza di condivisione di cibo e di strumenti di caccia, e questo soprattutto in direzione delle femmine del gruppo.

 

1/12/11-IT

o        Sabato 3/12 alle 17 a Torino (45° 4' 9.3756" N, 7° 41' 8.808" E) A.Fasolo, G.Giorello e A.Piazza presenteranno l’ultimo libro di T.Pievani, LA VITA INASPETTATA. Il fascino di un'evoluzione che non ci aveva previsto". Le nuove informazioni che vengono dai confronti fra i genomi di specie affini aiutano oggi a capire meglio il fascino di cui si parla e che ormai non richiede atti di fede quanto piuttosto una condivisione delle conoscenze di cui dispongono i biologi di tutto il mondo. 

 

 

NOVEMBRE 2011

30/11/11-CHINA

o        La notizia giunge ancora attraverso il blog MyGenomix, e questa volta si tratta di un articolo che presenta una scoperta fatta da bioinformatici cinesi che hanno confrontato sequenze geniche umane e di scimpanzé, da pochi anni disponibili. Secondo quanto riferisce il commento di Marco Cattaneo su Le Scienze, è ancora un problema di nuove e diverse informazioni genetiche, di nuovi geni che compaiono modificando informazioni genetiche preesistenti. In questo caso le novità sono comparse nel lungo passaggio evolutivo che porta in qualche milione di anni dalle antropomorfe alla nostra specie. I nuovi geni non sarebbero pochi: ben una sessantina, secondo quanto ha scoperto un gruppo di ricercatori cinesi del Kunming Institute of Zoology, che lo presenta su PLOS genetics: “De Novo Origin of Human Protein-Coding Genes”.
Non so se possa essere considerato un primo caso di “incremento di informazioni nel genoma”, ma le differenze certo ci sono e sembrano impressionanti; conosciamo molti meccanismi che possono portare alla comparsa di nuovi geni (“The origin of genes can involve gene duplication, exon shuffling, retroposition, mobile elements, lateral gene transfer, gene fusion/fission, and de novo origination”); si sa che sono eventi noti ma rari (i primi 3 comunque sono del 2009, anche questi trovati nel confronto fra uomo e scimpanzé) e comunque raramente studiati.
Questi nuovi geni codificanti sembra che siano derivati da modifiche di preesistenti geni non codificanti e sembra coinvolgano anche una struttura anatomica di un certo interesse come la corteccia cerebrale. Non ci sono comunque ancora indicazioni sul ruolo di questi geni, né sarà facile scoprirlo in tessuti in cui ci sono notevoli differenze fra cellule in vivo e in vitro e non è sempre possibile fare tutti gli esperimenti..
Nei commenti all’articolo nella versione originale di Scientifica American qualche burlone ha già pensato di proporre un ruolo creativo per gli extraterrestri. 

 

29/11/11-USA

o        Decisamente impressionante la lettura (a campione, per carità) delle 60 pagine di dibattito sollecitato dalla pubblicazione su First Thing di un articolo che commenta un paio di libri recentissimamente pubblicati da due sostenitori dell’ID, ma soprattutto il recente libro di J.Fodor e M.PiatteIIi-PaImarini e un altro di B.Monton (“Seeking God in Science: An Atheist Defends Intelligent Design. Tutti i libri sono critici verso il darwinismo, ma l’articolo nota che “Surprisingly, two recent books by atheist philosophers of science have joined with ID theorists in the criticism of neo-Darwinism”. Da qui le 60 pagine di commenti, con ragionamenti che attraversano in ogni direzione le diverse definizione di evoluzione/ evoluzionismo/ darwinismo/ neodarwinismo che potremmo immaginare. La discussione è continuata per settimane …

 

28/11/11-SA

o        Da La Repubblica: la diretta twitter da Durban, la conferenza mondiale sul clima. Come si prospetta il futuro? Qui #COP17. Qui il sito web della COP17, i webcast live e i webcasts on demand.
Di probabile interesse, oltre che sconcerto, scoprire che uno dei settori più preoccupati per i cambiamenti climatici è quello assicurativo. Per capire come dispongano di indicatori significativi, anche se certo non “climatici”, si può dare un’occhiata al sito gestito da Germanwatch, che da almeno un decennio cerca di mettere a punto e verificare un
Global Climate Risk Index.

 

27/11/11-USA

o        Grande successo negli USA per un “paleontologo molecolare” svedese, Svante Paabo, che fin dal 1985 (Molecular cloning of Ancient Egyptian mummy DNA; Nature. 1985 Apr 18-24;314(6012):644-5) riesce sempre a mantenersi ai massimi livelli della ricerca sul DNA antico dei nostri antenati. E questo avviene in Europa, lavorando in uno dei centri di ricerca europea di eccellenza (il Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology), per il quale passano anche alcuni dei migliori giovani italiani interessati all’antropologia, alla paleoantropologia e alla primatologia.
E questa volta è avvenuto all’ultimo congresso mondiale della Società di Neuroscienze. Ne parla il giornalista scientifico  C.Zimmer, che nel suo blog riferisce il 15/11 sulla conferenza di Paabo (“Neanderthal Neuroscience”) su un argomento apparentemente non di interesse prioritario per neuroscienziati.
In realtà le incredibili novità che Svante Paabo riferisce sull’origine del DNA di Homo sapiens, che dimostrano l’ interazione con DNA di specie a noi relativamente vicine (in particolare i neandertaliani e i denisovani con cui fummo in contatto già centinaia di migliaia di anni fa….) non mancano di suscitare una grande interesse fra le migliaia di neuroscienziati presenti al congresso.
Un bell’articolo sullo scambio di materiale genetico fra l’uomo e specie simili a quella umana era comparso recentemente (9/8/11) anche su Nature (“Ancient DNA reveals secrets of human history”), accompagnato da una mappa e da uno schema della filogenesi. 
Ormai la conoscenza del DNA del Neandertal, anche di quello somatico, è decisamente avanzata (siamo al 55% del genoma) e questo permette già di fare, con i confronti, scoperte e ipotesi che permettono di cominciare a verificare quanto delle caratteristiche umane che crediamo avanzate siano presenti già in questi cugini che un tempo venivano presentati come primitivi. Se andiamo a verificare, l’interesse comune di paleogenetisti e neuroscienziati si sta concentrando sulla ricostruzione della storia di geni connessi con lo sviluppo del  linguaggio (come il FOXP2) o della struttura del sistema nervoso.
Un articolo, sempre dell’ottimo giornalista C.Zimmer, su 10 anni di ricerca sperimentale sul FOXP2 (“The Language Fossils Buried in Every Cell of Your Body”) fa capire come la versione umana del gene si trovi anche in specie dotate di vocalizzazioni complesse (come gli uccelli) e possa addirittura essere “fatta funzionare” dopo averla inserita nel DNA di topi, con risultati che fanno riflettere, a partire dai cambiamenti indotti nella struttura di alcuni neuroni.
Non ci vuole molta fantasia per capire che davvero non è il momento (NB: né forse il secolo…) adatto per pensare che si possa perdere tempo con chi crede sia sufficiente conoscere [probabilmente male] solo Darwin.
Se qualcuno volesse ulteriori informazioni (e non bada tanto all’abbigliamento) può ascoltare questa recente TED conference (sorry, still no Italian version …): Svante Pääbo: DNA clues to our inner Neanderthal.
Nella stessa pagina ci sono comunque link a TED conferences in italiano sull’evoluzione umana:

§         Spencer Wells costruisce un albero genealogico dell'umanità

§         Louise Leakey indaga sull'origine del genere umano

§         Zeresenay Alemseged alla ricerca delle radici dell'umanità (Selam)

 

26/11/11-USA

o        [da Pikaia] Ora anche l’orango si affianca allo scimpanzé, al bonobo e ai diversi gorilla con un’impressionante massa di dati che confermano anche in questa specie, finora meno nota, la capacità e l’importanza della trasmissione di dati per via culturale. Come si vede, Michael Krützen, Erik P. Willems e Carel P.van Schaik inseriscono il termine “cultura” nel titolo di un lavoro peer-reviewed dedicato agli oranghi: Culture and Geographic Variation in Orangutan Behavior.

 

24/11/11-IT

o        [da MyGenomix] Come sappiamo il lungo processo dell’evoluzione umana è certo stata condizionato dall’interazione con l’ambiente esterno e con le specie che ci vivono. Un recente articolo su PLOS Genetics, firmato da molti italiani, ci ricorda che le specie che hanno, più di altre, influenzato l’evoluzione degli ominidi potrebbero essere state quelle presenti invece in un ambiente “interno”: “Signatures of Environmental Genetic Adaptation Pinpoint Pathogens as the Main Selective Pressure through Human Evolution”. Non solo semplici “patogeni”, quindi.
Dopo la lettura dell’articolo, sul blog citato si può indagare meglio un tema così poco noto, leggendo un’intervista al primo autore, M.Fumagalli, attualmente al lavoro negli USA: “I parassiti hanno guidato la nostra evoluzione”. [Nonostante il titolo riecheggi una delle domande dei sondaggi della Gallup sul creazionismo USA … escluderei che voglia essere critico verso Darwin ….]
Comunque è importante che si sappia in giro la dimensione mostruosa della variabilità genetica degli esseri viventi che oggi siamo riusciti a conoscere (solo per la nostra specie ci sono oggi “mezzo milione di varianti genetiche, caratterizzate in più di mille individui appartenenti a oltre 50 diverse popolazioni umane”); chi lo sapeva già aveva capito subito l’ignoranza di chi anni fa chiese a R.Dawkins di fare un esempio di mutazione che causasse un ”incremento” di informazioni nel genoma. Chi non lo sapeva … speriamo ci rifletta e riesca a capire almeno ora; non è possibile rispondere ad una domanda imprecisa e che non si capisce nemmeno se sia più ovvia o più assurda, tanto da mette in imbarazzo chi diffonde il video più che R.Dawkins. “Spiace” che lui e i suoi amici siano gli unici che non se ne accorgono nemmeno.
Perfino Google, sicuramente una delle “entità” oggi più informate al mondo, ci fa subito capire (in 0,06 secondi) che siamo gli unici … che non faremmo una faccia stupita di fronte a questa domanda incomprensibile per un biologo!
[Per fortuna oggi abbiamo perfino gli strumenti per verificare che uno ha il diritto di non rispondere ad una domanda. Usiamolo PRIMA, e scopriremo magari il motivo per cui un saggio preferisce non dar retta a chi è ignorante].

 

23/11/11-USA

o        [da NCSE] La rivista Evolution: Education and Outreach, dedicata alla didattica dell’evoluzione è liberamente accessibile alal consultazione fino al 31/12. Bisogna ringraziare la Springer per la possibilità che offre agli antievoluzionisti USA di verificare come si presenti una rivista peer-reviewed e come sia variegata e dinamica la discussione attuale sulla teoria dell’evoluzione, tanto che sembra anche abbastanza difficile attribuirle un nome che duri più di qualche decennio … mettendo in difficoltà anche gli evoluzionisti.

o        [da NCSE] E’ morta Lynn Margulis, una delle più eminenti biologhe attuali, oltre che scrittrice molto prolifica: Origin of Eukaryotic Cells (Yale University Press 1970), Origins of Sex (Yale University Press, 1986), Microcosmos (HarperCollins, 1987), Slanted Truths: Essays on Gaia, Symbiosis, and Evolution (Springer, 1997), Symbiotic Planet (Basic Books, 1998), and Acquiring Genomes (Basic Books, 2002).
E’ famosa soprattutto per la teoria dell’origine endosimbiontica degli organuli cellulari ("On the origin of mitosing cells" pubblicato in the Journal of Theoretical Biology in 1967), oggi accettata soprattutto per mitocondri e cloroplasti.
Lynn Margulis è stata più volte in Italia (a Pavia, per gli anglofoni, il 7/9/06, a Milano il 2/3/09, a Pisa, per laurearsi, il 17/5/10). Qui alcuni video su di lei, fra cui questo, tradotto in italiano, di una conferenza su Gaia (un altro dei temi un po’ eterodossi che le interessavano) e simbiogenesi.
Su Pikaia si può leggere un commento e un ricordo della sua creatività, di Mauro Mandrioli.

o        Nel sito web dell’Howard Hughes Medical Institute sono state pubblicate le quattro videoconferenze del 2011 Holiday Lectures Bones, Stones and Genes: The Origin of Modern Humans

§         Lecture 1: Human Evolution and the Nature of Science by Tim D. White

§         Lecture 2: Genetics of Human Origins and Adaptation by Sarah A. Tishkoff

§         Lecture 3: Stone Tools and the Evolution of Human Behavior by John J. Shea

§         Lecture 4: Hominid Paleobiology by Tim D. White

In una conferenza del 2006, sempre disponibile nel sito dell’HHMI, l’evoluzionista cattolico Ken Miller dimostra la falsità della dimostrazione della complessità irriducibile basata sull’esempio della trappola per topi, tanto cara ai sostenitori dell’ID (“Evolution: Fossils, Genes, and Mousetraps”)

Il sito dell’HHMI ha anche una sezione interattiva che si propone di fornire ai giovani curiosi del materiale didattico di supporto ai testi su argomenti diversi. C’è anche una sezione sull’evoluzione con animazioni che aiutano a capire meglio eventi complessi. C’è anche una sezione di brevi video sull’evoluzione (perché non dare un’occhiata ad una danza di corteggiamento fra fruitflies o non capire come ha agito la selezione artificiale nell’evoluzione del cane, gestita dall’uomo per i suoi scopi?) 

o        Nel sito dell’HHMI è molto interessante soprattutto una serie di tre video didattici che si propongono di coinvolgere gli studenti con esempi memorabili dell’evoluzione in azione:
The making of the fittest (1: Natural Selection and Adaptation, 2: The Birth and Death of Genes, 3: Natural Selection in Humans). Ai video si associano classroom activities. I primi due video hanno anche materiale didattico ad uso degli insegnanti.
Ogni video trasporta lo studente in un’area del mondo in cui partecipa ad un’avventura incontrando creature affascinanti e scienziati curiosi che hanno scoperto i meccanismi biologici che realizzano le forme viventi più adatte ad ogni nicchia ecologica. Ogni film dimostra, su specie diverse, il ruolo della mutazione e della selezione naturale nei meccanismi adattativi.
Dal sito dell’HHMI un link porta verso un altro interessantissimo e vivace sito web sull’evoluzione, gestito dall’Università di Berkeley: Understanding Evolution, ricco di materiale didattico adatto a qualsiasi livello scolastico: bambini fino a 2 anni, 3/5 anni, 6/8 anni, fino ad arrivare al liceo.

 

23/11/11-IT

·         [da Pikaia] E' in edicola l'ultimo numero della rivista Darwin. In primo piano l'evoluzione umana, con articoli sull’Australopithecus sediba.

 

22/11/11-IT

·         Nel sito dell’UCCR si può leggere un commento ad un recente libro sul "darwinismo", o meglio sul contesto culturale e politico in cui si inserisce una delle più grandi scoperte della cultura umana, fonte delle decine di migliaia di ricerche che in questo secolo hanno permesso di conferire anche decine di premi Nobel ai ricercatori di tutto il mondo. 
Aggiungerei alla forse ottimistica frase conclusiva “come dimostra E.Pennetta nel suo appassionante libro – le idee darwiniste sono in grado di orientare la politica internazionale degli stati occidentali, e perfino dell’ONU…” un altro elemento positivo almeno a livello di speranza, anche questo facilmente dimostrabile: la recente nomina di un premio Nobel, Werner Arber, biologo evoluzionista, al vertice dell’Accademia Pontificia delle Scienze suscita la speranza di positive influenze del “neodarwinismo” (sarebbe necessario usare però il termine “sintesi estesa”, seguendo lo schema di Massimo Pigliucci 2009), e quindi di elementi di razionalità, anche in una delle principali religioni mondiali.
Questo fatto è certo una prova positiva della diffusione della scienza, e del metodo scientifico basato sulla ragione supportata da prove sperimentali, anche in ambienti culturali basati tradizionalmente su dogmi ideologici che impongono entità per cui sappiamo non si allegano dimostrazioni sperimentali, che risultano comunque non disponibili né richiedibili.
Lo dimostra il fatto che anche il nuovo Papa abbia proseguito sulla linea del predecessore: infatti il precedente presidente, Nicola Cabibbo, era un fisico cattolico che difendeva la teoria dell’evoluzione perfino dagli attacchi dei creazionisti biblici cattolici; nel 2008 collaborò anche con l’attuale presidente W.Arber nell’organizzare in Vaticano un convegno sull’evoluzione dell’universo e della vita sulla terra, a cui aveva partecipato anche il Papa.
A quel convegno non si accettò alcuno scienziato antievoluzionista; anzi si equipararono creazionisti e sostenitori dell’Intelligent Design, confermando le critiche (pubblicate sull’Osservatore Romano del 16/1/2006) dell’antropologo F.Facchini alle posizioni favorevoli all’ID sostenute dal card.Schönborn in un articolo sul New York Times [che iniziava con uno stravolgimento  che sembra nessuno abbia mai notato della reale opinione di Giovanni Paolo II].
Che comunque qualche contrasto interno sia ancora presente e che il lavoro di Werner Arber, il “presidente ‘neodarwinista’ nominato dal Papa”, non si presenti facile e tranquillo, è confermato dalla improvvisa cancellazione di un sito web cattolico sull’L'INSEGNAMENTO DELLE SCIENZE in cui un biologo, E.Pennetta, partendo giustamente dai fatti poi presentava, in modo forse troppo semplice ma abbastanza corretto, le ipotesi che hanno permesso lo sviluppo e il successo della biologia moderna e della teoria dell’evoluzione nella sua forma attuale, giustamente presentata come decisamente migliorata, dopo 150 anni, rispetto alla forma originale proposta da Darwin in un contesto culturale certo ancora carente rispetto a quello attuale.
Anche in quel sito web si utilizzava necessariamente uno dei tanti esempi di selezione naturale, quello del melanismo della Biston betularia, proprio l’esempio che ha permesso recentemente a Dario Fo di vincere anche un premio certo inaspettato e immeritato. [No! non è la volta del premio Nobel!]. In quegli articoli E.Pennetta non parlava ancora della contestazione di quel caso di melanismo industriale da parte dei creazionisti USA, contestazione che comunque è stata smontata dal biologo evoluzionista cattolico Kenneth Miller, per cui il premio a Dario Fo, a E.Pennetta e a chiunque altro sono davvero ridicoli se non indicatori di una colpa più grave.
Di questo sito web nato con grandi obiettivi sopravvivono oggi solo dei link autointerrotti, il testo di presentazione di un’ipotesi di “formazione scientifica cattolica non ideologizzata né dogmatizzata” (con commenti adeguati) e un paio di lezioni sul neodarwinismo, sopravvissute alla censura e tuttora linkate in una pagina nel sito web di E.Pennetta, ormai orientato verso altri obiettivi.
Nel caso non piacesse il forse troppo chiaro esempio delle ricerche sulla Biston e sulle altre decine di specie con melanismo industriale, e si volessero altri esseri viventi, sono certo che Werner Arber sarebbe ben contento che cattolici e protestanti insieme traessero nuovi esempi di selezione naturale o di altri meccanismi evolutivi dalle sue scoperte sull’evoluzione microbica, ottimamente pubblicate (anche insieme al famoso collega microbiologo R.Lenski). Queste ricerche sono  citate anche nel volume “Genetic variation and molecular evolution”, introdotto da un dizionarietto che permette a chiunque di capire come speciazione e semplice variabilità intraspecifica fra popolazioni siano comunque eventi che caratterizzano l’evoluzione biologica; nello stesso volumetto W.Arber spiega come anche il caso mantenga un ruolo molto importante nei processi biologici che favoriscono la comparsa di nuove informazioni genetiche.

[E’ evidente che chi, con citazioni parziali, fa credere che fosse razzista chi ha sconvolto il mondo e la chiesa dimostrando che siamo imparentati addirittura con le scimmie … merita almeno un po’ di ironia e … citazioni parziali di sue idee che probabilmente cambieranno ancora. Non dimentico poi un video che dimostra come sia ’imbarazzante, soprattutto per un ‘padre’ laureato in scienze, scoprire che prima o poi i propri allievi, anche se indirizzati da piccoli su spiegazioni irrazionali, verranno poi a sapere da altri insegnanti di scienze anche quello che i ricercatori da secoli stanno scoprendo sull’evoluzione biologica].
[da Pikaia]
Se a tavola avete a fianco a Natale qualcuno che è ancora convinto che Darwin sia il padre di razzismo, eugenetica e nazifascismo, non imbarcatevi in inutili discussioni e consigliate la lettura di: Antonello La Vergata, “Colpa di Darwin?”, UTET Libreria, Torino, 2009; Adrian Desmond, James Moore, “Darwin’s Sacred Cause. Race, Slavery and the Quest for Human Origins”, Allen Lane Penguin, London, 2009.

 

21/11/11-USA

·         [da NCSE] Nuovi video nel canale YouTube del National Center of Science Evolution. Uno degli ultimi è Evolution and Global Warming Denialism: How the Public is Misled, una conferenza tenuta dal presidente dell’NCSE, l’antropologa E.Scott a Edinburgo in settembre, dove raccontò come stesse aumentando, come avviene anche per l’evoluzione e il suo insegnamento nelle scuole, la pressione verso un approccio ideologico anche al cambiamento climatico, negando un ruolo importante svolto dalle attività umane. Tendenze simili a quelle presentate da Eugene Scott si notano in azione anche in Europa e in Italia, di solito connesse con l’attività di ambienti scientificamente poco qualificati che si muovono su media scientificamente poco qualificati.
Positivo è certo il fatto che anche all’interno della chiesa cattolica le strutture di consulenza scientificamente più qualificate siano oggi seriamente preoccupate per cambiamenti climatici che già mostrano la tendenza ad aumentare la frequenza di eventi ambientali disastrosi; lo si nota anche in Italia oltre che nel resto del mondo.
Una recente iniziativa è stato un convegno svoltosi il 2/4/11, organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze, e in particolare dal suo presidente, sullo scioglimento dei ghiacciai associato al riscaldamento di origine antropica in alcune zone del mondo (“Ghiacciai e riscaldamento globale”).
Dal convegno è uscito poco dopo, l’11/5/11, un preoccupato documento (“
Il destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”) sulle minacce del riscaldamento globale di origine antropica (non superfluo quindi l’uso del significativo termine “antropocene”, proposto proprio da un autorevole membro dell’Accademia, il chimico e premio Nobel Paul Crutzen, nel documento dell’Accademia Pontificia): “La maggior parte dell’aumento osservato della temperatura media globale dalla metà del ventesimo secolo è “molto probabilmente” – il che significa con una probabilità maggiore del 90% – il risultato dell’aumento osservato nella concentrazione di gas serra di origine antropica Si ritiene che gli impatti climatici ed ecologici di questa interferenza umana sul sistema Terra si protrarranno per molti millenni, tanto da far coniare un nuovo nome, Antropocene, per la nuova era geologica altamente influenzata dall’attività umana nella quale viviamo”.

 

18/11/11-IT

·         In un sito web integralista cattolico che diffonde ridicole ma deprimenti critiche alla scienza, Basta Bugie, è stata pubblicata la lettera di un insegnante di scienze naturali che chide di poter ricevere il loro DVD dal titolo “Evoluzionismo fallito”. L’insegnante intenderebbe infatti usare quel DVD a scuola, per mettere in guardia i suoi allievi dalle sciocchezze che diffondono questi ambienti integralisti, dove nessuno ha ancora fatto arrivare le notizia che da gennaio il presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze è Werner Arber, un genetista evoluzionista che ha contribuito, anche con  le sue ricerche in collaborazione con Richard Lenski, a confermare la correttezza delle ipotesi e delle scoperte su cui oggi si fonda l’evoluzionismo attuale. Inevitabile quindi la risposta stizzita alla domanda sul fatto che la chiesa gli risultava avesse accettato l’evoluzionismo, anche se “un po' in ritardo, ma a questo siamo abituati”.
E’ possibile ottenere dal sito un concentrato delle loro opinioni su Darwin e l’evoluzionismo.
Bisogna certo tenersi forte (e sperare che Arber non visiti il sito), ma qualcosa di buono a volte si puo’ trovare. Come nello sconcertante articolo di M.Respinti in cui si cerca di far credere non solo che le scoperte di Mendel abbiano smentito la teoria dell’evoluzione (“semmai Mendel il darwinismo lo mette in crisi” (!)) ma che non abbiano dimostrato il ruolo fondamentale del caso (“Non c'è caso, non c'è selezione naturale. C'è invece un corso e ricorso regolare, descrivibile con moduli matematici, che si svolge seguendo una logica ferrea”).
Certo qualcuno non sa che nonostante il caso abbia le sue formule, gestisce comunque eventi “casuali”, come la determinazione “casuale” del sesso, per fare un esempio banale che ognuno conosce … e come ben sanno anche i frequentatori del casinò di Campione d’Italia …
L’articolo comunque un punto positivo ce l’ha; ad esempio quando, dopo aver apprezzato, perfino in un abate come Mendel, le caratteristiche necessarie a un insegnante di scienze naturali (“non smise mai di studiare, e a osservare, non smise mai di osservare. E pure sperimentò, non smise mai nemmeno di sperimentare, quel bravo monaco”), sottolinea come la genetica di Mendel “era scienza, cioè conoscenza certa ottenuta per via galileianamente sperimentale, non ipotesi filosofica”.
Purtroppo solo Mendel (che avrebbe smentito l’evoluzionismo) quindi viene  salvato; lo stesso non si può dire di Watson, Crick e Wilkins, tre premi Nobel che vengono presentati come “tre ricercatori uno più assurdo dell'altro”; capisco che voglia evitare che a qualcuno venisse l’idea blasfema di equiparare i premi Nobel ai santi, ma certo si offende l’ingegno umano che ha permesso, dopo migliaia di generazioni di evoluzione culturale, di ottenere una delle più importanti scoperte della biologia del novecento.

 

17/11/11-DRCONGO

·         Questa settimana ci sarebbe un altro buon motivo per organizzare un week-end nel Parco dei monti Virunga, il parco nella Rep.Dem.del Congo in cui vivono i gorilla di montagna. Da una settimana è in corso una spettacolare eruzione del vulcano Nyamulagira, Qui, nel blog dedicato ai gorilla del parco, alcune immagini dell’eruzioni e alcune informazioni utili per iscriversi ai trekking, dal costo di 300 $,  per avvicinarsi all’eruzione. La partenza del trekking è da Goma, sempre che la città non sia minacciata da un’eruzione dell’altro vulcano vicino, il Nyiragongo, che nel 2002 ha semisommerso Goma di lava.

Chi dice che il mondo è immobile e non ci sono eventi casuali che influenzano la geografia dei territori e la vita delle specie che li abitano? Bambini, probabilmente. Migliaia di eventi simili a questa eruzione vulcanica hanno infatti creato la Rift Valley, un sistema di rilievi montuosi che ha modificato l’ambiente e quindi anche il clima in Africa Orientale. La conseguente comparsa delle savane sul lato orientale ha creato un ambiente favorevole per lo sviluppo della locomozione bipede nei primati che vivevano nella zona e che già erano pronti a sviluppare una locomozione eretta, come le antropomorfe, che si muovevano sospese sotto i rami a causa delle loro dimensioni.
L’interazione fra vulcani e antropomorfe è una delle imprevedibili combinazioni di fattori che hanno reso possibile l’evoluzione degli ominidi e la comparsa dell’uomo.
Non sembra difficile da capire (soprattutto oggi, quando è facile ammirare e capire questi o simili grandiosi eventi anche senza recarsi necessariamente sul posto, come dovette fare Darwin), ed è pure ragionevole ...
Certo è che nessuno può capire l’evoluzione umana senza capire come inserire anche questo evento in un sistema di valutazione razionale degli eventi naturali che consideri anche la possibilità di exaptations.

Se si avesse qualche giorno libero, si può quindi partecipare all’“Overnight Trek to Nyamulagira Volcano Eruption Site!” (con un vulcanologo italiano a far da guida) altrimenti ci si può accontentare delle foto o dei video con audio.
In un modo o nell’altro può scattare una scintilla che aiuta a capire come sia necessario inserire anche eventi geologici (probabilmente considerati da tutti NON “intelligenti”) nei fattori che influenzano l’evoluzione biologica, anche perché mettono in dubbio qualsiasi idea di progetto..

 

16/11/11-IT

·         [da Pikaia] Il 23 novembre, all'Università degli Studi di Milano (ore 14.30, Aula 304 Settore Didattico via Celoria 20) si terrà il primo incontro della serie di conferenze "Voglia di evoluzione". Si parlerà di “Evo-devo, la biologia evolutiva dello sviluppo”, con i maggiori esperti italiani. Intervengono:

Dott. Giuseppe Fusco, Università degli Studi di Padova:
Tra forme reali e forme possibili
Prof. Alessandro Minelli, Università degli Studi di Padova:
Storie di forme animali fra sviluppo ed evoluzione
Dott. Fabio Fornara, Università degli Studi di Milano:
Il tempo dei fiori

 

15/11/11-FR

·         A fine ottobre ha superato i 7 miliardi di individui la popolazione umana, i cui misteri e i cui percorsi evolutivi lunghi (milioni di anni) e complicati (una ventina di specie bipedi sono vissute prima di noi) sono svelati e spiegati dalla mostra di Roma, dedicata all’Homo sapiens,.
Oggi, dopo 15 giorni, siamo già diventati [circa] 7.005.420.904. Sappiamo che eravamo quasi solo un terzo, 2.5 miliardi, nel 1950, solo 61 anni fa. Anche grazie a organismi vegetali geneticamente modificati fin da 10.000 anni fa, non tutti ma quasi tutti, sono riusciti finora ad alimentarsi.
Un sito web (6 billions d’autres), nato da un’idea di
Yann Arthus-Bertrand cerca di aiutarci a guardare davvero in faccia e a comprendere il significato e gli effetti di questa cifra (che ora nella homepage è stata aggiornata da 6 a 7 miliardi) per noi e per gli altri miliardi di partecipanti a questa breve visita su questa terra.
Il nostro pianeta e le sue risorse non è probabilmente destinato al popolo a cui ognuno di noi appartiene (d’altronde non meravigliamoci: ci siamo fatti aspettare per ben 4.5 miliardi anni!), anche se ci piace pensarlo e ci tranquillizza illuderci.
Nel sito ci sono centinaia di interviste in tutte le lingue realizzate in 16 paesi, e ci sono già alcuni video (sulla povertà, sulle donne, sulla sanità e la cultura), ma altri sono previsti.
Davvero interessante verificare la possibilità di usare, come è stato fatto per creare questo sito, nuovi strumenti web per capire meglio alcuni dei problemi che vivono quotidianamente molti di questi miliardi di nostri compagni di viaggio.
Il sito trancemedia permette di accedere a webdocumentaries, webreportages, mappe interattive, serious games, narrazioni interattive e siti web didattici interattivi che mostrano le notevoli possibilità di questi nuovi “transmedia”.
Particolarmente interessante, e coerente con l’interesse di questa rassegna stampa per l’evoluzione, è un video di 30’ (Ape-Man) che mostra alcune differenze anatomiche fra l’uomo e lo scimpanzé; fa parte di un bel sito didattico in tedesco ed è purtroppo l’unico video sottotitolato in inglese.
Il museo di Barcellona presenta invece il suo materiale zoologico sotto forma di Biodiversity Tree.
In più lingue è invece il progetto didattico presentato nel sito “Evolution of Life

 

15/11/11-IT

·         Sull’Avvenire si può leggere (“Il primo uomo? È nato «religiosus»”) un’intervista a Yves Coppens, in questi giorni a Milano per presentare un suo libro per bambini sull’evoluzione umana (“La preistoria dell’uomo”, della Jaka Book) e per presentare la comunicazione “Non c’è uomo senza simbolo” alla Cattolica al seminario internazionale «Il Vento, lo Spirito, il Fantasma», organizzato dall’Archivio «Julien Ries» per l’antropologia simbolica.
Piuttosto sconcertante la risposta alla prima domanda, quando probabilmente riesce a mettere in confusione anche il lettore più esperto quando data addirittura a 70 milioni di anni fa la prima fase dell’evoluzione dell’uomo; sicuramente è un’informazione che gli esperti conoscono bene (compaiono infatti da questo m momento la vista frontale tridimensionale e la visione dei colori, ma anche il pollice opponibile e la mobilità degli arti, acquisiti durante le decine di milioni di anni di evoluzione dei primati nell’ambiente arboricolo); per il lettori dell’Avvenire forse sarebbe però stato meglio chiarire se questo, che a loro non piace molto, era proprio un percorso obbligato o se non sarebbe possibile scegliere strade alternative (G.Sermonti per esempio non aveva dubbi che sarebbe stato molto meglio passare per i rettili).
Una seconda fase sarebbe iniziata 3 milioni di anni fa, con eventi climatici che portarono alla scomparsa delle foreste, sostituite dalle savane. Per la terza fase, che è però la più importante di tutte, non vengono invece indicate delle date, per cui non è chiaro quando Coppens porrebbe il momento in cui “il cervello degli ominidi supera una soglia di complessità che lo porta a un livello quantitativo e qualitativo superiore e il pre-umano si trasforma nell’umano” E’ probabile e logico che si riferisca alla fase, ancora poco documentata, dello sviluppo dell’Homo sapiens, iniziata in Africa circa 200.000 anni fa, anche se potrebbe forse fare riferimento anche ad una fase precedente, alla comparsa e all’evoluzione delle diverse specie del genere Homo da circa 2 milioni di anni fa.
Da questo momento è evidente che l’intervista tende ad abbandonare la documentazione scientifica, con improbabili confronti fra popolazioni di un passato non precisato e popolazioni attuali, la cui storia evolutiva è durata per un tempo uguale a quello impiegato anche dai francesi (“quando vedo i popoli nativi ed osservo che i loro gesti sono tutti rituali, non posso pensare che non sia successo lo stesso con l’uomo primitivo”) e con opinioni personali sulla facilità di provare la presenza della religiosità e del sacro (“La percezione della forma è già la comprensione di qualcosa di sacro”) e sull’inesistenza del sacro già in Lucy, più di 3 milioni di anni fa («No, non credo. Nel corso del tempo la modificazione di alcuni dati fisici ha permesso l’emergere dell’homo religiosus»).
Alla fine comunque vediamo alcune semplificazioni, come quando si riconosce che “il pensiero dev’essere per forza «sacro»” e che “Non credo che esista davvero una reale laicità se non come un’altra maniera di pensare il sacro. L’uomo è irrimediabilmente simbolico e in questo non vedo differenza d’essenza tra il primo uomo e noi”.
Dopo aver eliminato o rimescolato i confini fra pensiero, rito, sacro e simbolico, per fortuna Coppens si ferma di fronte all’intervistatore che, approfittando delle riflessioni divenute ormai personali, ritiene di potergli addirittura chiedere, come se non fosse uno stimatissimo paleoantropologo, “quando collocare l’istante della creazione.
Y.Coppens a questo punto si ferma (“Questo devono dirlo i teologi“) ma non si rifiuta, davanti ai lettori dell’Avvenire, di appoggiare il sospetto del giornalista che la creazione (o una creazione) sia avvenuta in questo momento: “Io mi limito a osservare i dati sul campo e a constatare il momento di passaggio di una soglia. Certo qualcosa in quel momento è successo: l’uomo non è stato più il pre-uomo che era prima”; un dubbio su cui il giornalista avrebbe dovuto immediatamente indagare in modo incisivo, chiedendo i dati e le prove di questi sospetti, invece di cambiare argomento e sospendere l’intervista. Strano non fosse interessato a verificare le prove di uno scienziato che ha il coraggio di dire che “Certo qualcosa in quel momento è successo”.
Spero che qualcuno lo richiami quanto prima e si faccia spiegare, seriamente e chiaramente:
- che cosa ha visto realmente, osservando i “dati sul campo”
- quale soglia sia stata passata
, ma soprattutto
- perché associa il passaggio di una soglia in questo evento di speciazione con l’evento che i teologi chiamano creazione

- la creazione avvenne quindi nel momento tradizionale del “fiat lux” o 14 miliardi di anni dopo, nel momento del “fiat Homo sapiens”? Qui ambedue sembrano propendere per il secondo evento
Se non l’Avvenire, speriamo che almeno Voyager approfondisca questi dubbi sollevati pubblicamente da un famoso paleoantropologo.
[PS: Sulla relazione fra forma e sacro forse anche Kanzi ha qualche riflessione da suggerire?]   

·         Venerdì 18 e sabato 19 si svolgerà a Milano uno degli eventi principali della Fondazione Veronesi: la Conferenza Mondiale di Science for Peace. 37 relatori da 16 Paesi, 2 Premi Nobel si confrontano su 8 grandi temi per individuare soluzioni concrete di pace. Biodiversity Tree, in
Per approfondire il programma clicca qui. C’è la possibilità di assistere ai lavori della conferenza anche in streaming su: www.fondazioneveronesi.it

 

15/11/11-KE

·         [da Pikaia] Il riesame di alcuni frammenti di vertebra del ragazzo del Turkana (una copia dello scheletro WT 15000 - quasi completo, di circa 1.6 milioni di anni - è esposta al Museo di Storia Naturale di Milano) ha evidenziato come la colonna vertebrale di H. ergaster (prima fase dell’H.erectus) fosse composta da 5 elementi (come nel 96% dell’uomo moderno), modificando così alcune ipotesi sull’evoluzione della colonna vertebrale nell’evoluzione umana, in particolare per quanto riguarda il numero di vertebre lombari. Qui il lavoro originale di M.Heusler et al. Nel volume della monografia di A.Walker e R.Leakey del 1993 si considerano 6 vertebre lombari rispetto alle 3 o 4 che si trovano nelle antropomorfe. Qui alcune pagine della monografia relative a queste vertebre (in particolare le pagine 292/293).

 

13/11/11-IT

·         Come prevedibile, non è difficile trovare anche in questi giorni le tracce dell’attività di corsari antievoluzionisti che sperano forse in futuro di essere nominati Sir o ammiragli solo perché ripetono continuamente che la teoria dell’evoluzione non gli piace e non li convince, gli evoluzionisti sono antipatici, materialisti e ignoranti e Darwin aveva sbagliato tutto o quasi.
Spiace vedere che c’è sempre chi, pur in assenza di alternative migliori, cerca di mettere sabbia nei delicati ingranaggi dell’evoluzione culturale umana, ostacolandola soprattutto nei meccanismi che ne garantiscono il successo e l’efficienza.
Sconcerta quando lo si faccia in nome di una religione che, nonostante una certa eterogeneità interna, nelle sue strutture di vertice dimostra comunque di voler rispettare e utilizzare il contributo di conoscenza che viene dai massimi esponenti della cultura scientifica mondiale attuale, cercando di non limitarsi a rivendicare il proprio ruolo nello stimolare l’origine della scienza (G.Galilei) ma rispettando i diritti di ogni uomo a raggiungere i più alti livelli di  conoscenza e di competenza.
Per fortuna da vent’anni (festeggiamo l’anniversario proprio in questi giorni) si dispone di eccezionali strumenti di diffusione della cultura e della conoscenza, per cui non c’è nemmeno da perder tempo a polemizzare con crociati che ignorano perfino documenti che sono stati creati proprio per loro, scritti da biologi evoluzionisti che il Papa ha evidentemente nominato come consulenti scientifici da imitare e rispettare.
Stupisce un po’ leggere oggi (13/11) su un blog cattolico una recensione positiva su un libro critico verso Darwin e l’evoluzionismo, scritto da un insegnante di matematica, e anche un articolo dell’Avvenire (“Quando la scienza da’ ragione alla Bibbia”) in cui si dimostra ostilità o almeno diffidenza perfino verso “darwinisti” e “laicisti” che da decenni fanno parte dell’Accademia Pontificia delle Scienze. Certo è un altro quotidiano e c’è di mezzo Zichichi, ma ci si può chiedere quanti anni dovranno passare prima che i biologi possano leggere sull’Avvenire un titolo come quello che i fisici han letto sul Giornale del 30/10/11 scorso: “Il Vaticano chiama i fisici per capire il Supermondo”. 
E’ assurdo illudersi che i biologi possano solo … “dare ragione alla Bibbia” !
Sembra davvero che anche all’Avvenire non sappiano che da gennaio il presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze (PAS) è Werner Arber, un biologo evoluzionista e premio Nobel che nel 2008 ha difeso con orgoglio la sua posizione culturale, ovviamente in favore di quello che gli antievoluzionisti etichettano come “neodarwinismo” ma che semplicemente corrisponde oggi ai più elevati livelli di conoscenza umana nel campo della biologia. Non c’è nessun dubbio che sia un problema semplicemente di ignoranza e non semplicemente di diversità di opinioni.
Nel suo Statement on my view on biological evolution” del 2008 Werner Arber dice chiaramente, rispondendo alle insinuazioni offensive dei creazionisti USA dell’ICR, che “Io non sono né "scettico su Darwin" né un "sostenitore dell’intelligent design". Io sostengo pienamente la teoria dell’evoluzione neodarwiniana e ho contribuito a confermare ed ampliare questa teoria a livello molecolare, tanto che ora la si può definire darwinismo molecolare”. Ovviamente basta scorrere i suoi lavori scientifici, molti dei quali dimostrano l’evoluzione nei batteri, che si possono leggere qui. Come si può vedere dai titoli, se qualcuno si azzardasse a scrivere nel 2011, senza dimostrarlo, che è “smentita definitivamente l'evoluzione dei batteri”, Arber stesso lo riterrebbe probabilmente non diverso da un creazionista.
Nel novembre 2008 Werner Arber aveva anche organizzato in Vaticano, in collaborazione con l’allora presidente della PAS, il fisico Nicola Cabibbo, un convegno sull’evoluzione dell’universo e della vita. Anche N.Cabibbo non sopportava proprio antievoluzionisti e creazionisti, e il suo lapidario giudizio su un “saggio di pseudoscienza” prodotto da un convegno creazionista antivaticano organizzato al CNR il 23/2/2009 trova posto – come pseudoscienza appunto - perfino su Wikipedia.
Leggendo il documento finale (Statement by the Pontifical Academy of Sciences on current scientific knowledge on cosmic evolution and biological evolution”) del convegno vaticano del 2008 sull’evoluzione, scritto da W.Arber con l’aiuto di altri componenti della PAS, risulta evidente come l’opinione  di W.Arber prima citata sia condivisa anche dagli altri che firmano il documento finale di questo convegno. [Interessante comunque il fatto che nel documento finale non compaia MAI una citazione del nome di Darwin].
Ci sono ovviamente integrazioni che fanno riferimento anche ad aspetti metafisici (chi volesse – “one could see” - potrebbe trovare conferma alla sua idea di una creatio continua). Molto chiaramente nel documento conclusivo si conferma però che al convegno si è parlato sia del meccanismo evolutivo certamente non casuale proposto da Darwin, la selezione naturale (“il risultato dell’interazione fra gli organismi viventi e le condizioni ambientali che incontrano”) che del ruolo positivo del caso (“
Nell’evoluzione biologica la parziale casualità nella comparsa di varianti genetiche può favorire l’adattamento delle popolazioni viventi in condizioni ambientali mutevoli”).

I consulenti vaticani della PAS appaiono davvero preoccupati per la “divulgazione fuorviante” sui temi dell’evoluzione, e raccomandano di impegnarsi affinché tutti abbiano gli strumenti culturali per capire correttamente (“conoscenza scientifica aggiornata”/ “updated scientific knowledge”) i processi evolutivi, i cui meccanismi sono stati scoperti solo recentemente (“
It is important for scientific knowledge on evolution to become integrated into our worldview and for our worldview to be steadily updated; the extraordinary progress in our understanding of evolution and the place of man in nature should be shared with everyone.”); e sottolineano come anche la sopravvivenza della nostra specie dipenda da questa conoscenza diffusa.
Chi è interessato a questa sopravvivenza può andare a leggerlo e magari a farlo tradurre per una diffusione più capillare. 
Un biologo potrà essere incuriosito e apprezzare anche le slide riportate in appendice nel volume completo degli atti, dove sono presenti le relazioni che affrontano in dettaglio anche alcuni dei meccanismi biologici (e non biologici, come viene fatto notare) che sono alla base del processo evolutivo.
Chi fosse preoccupato anche per la qualità della didattica e dei libri di testo sull’evoluzione, … scoprirà con piacere che anche gli scienziati presenti nella PAS ricordano che “
scientists have a clear responsibility to contribute to the quality of education, especially as regards the subject of evolution, and to the quality of knowledge that education conveys”. Si sa che a livello universitario non ci sono dubbi, mentre per altre scuole ci possono essere dubbi o perfino certezze sull’esistenza di impropri e pericolosi conflitti di interesse.
Informativo anche il successivo Summary (inserito nell’Extra Series 33 della PAS), aggiunto dal genetista De Duve, che riporta che “There was also wide agreement on the central role played in biological evolution by Darwinian natural selection, defined as a natural process that obligatorily brings out, from a collection of accidentally produced genetic variants, those most apt to survive and, especially, to produce progeny under prevailing conditions.”. Ovviamente De Duve ricorda che ci sono anche meccanismi scoperti successivamente a Darwin: “Attention must also be given to non-Darwinian mechanisms of evolution, such as genetic drift, by way of neutral or near-neutral mutations, and the direct inheritance of certain molecular shapes. It must also be recognized that the conditions that influence natural selection are not only physical and chemical, but also biological, including entire eco-systems. These factors all tend to modulate the role of chance in evolution and to introduce more necessity in the process than was believed by earlier evolutionists”.
Altre convergenze ci sono state sull’origine di tutti gli organismi per differenziamento a partire da un organismo vivente iniziale (e appunto questa è l’evoluzione biologica), sul rifiuto del creazionismo e sulla definizione di “non scientifica” data da tutti gli scienziati all’ipotesi dell’”intelligent design”, nonostante piacesse ad alcuni teologi che però non hanno saputo proporre prove adeguate.
Discussione c’è stata anche sugli OGM, pur ritenuti utili per l’alimentazione umana e considerati prodotti finali di una lunga tradizione (10.000 anni) di “addomesticamento” delle specie vegetali.

·         Se qualcuno fosse anche interessato al futuro, nel sito della PAS si scopre che giusto un anno fa, il 3/11/2010, hanno approfondito il tema del rapporto fra “Cambiamenti climatici mondiali e biodiversità”, un tema certo interessante e discusso anche altrove.
Il relatore del convegno, il botanico Peter H.Raven del Missouri Botanical Garden, era stato molto chiaro sia sulla drammaticità dei cambiamenti climatici che sulle cause (“negli ultimi dieci anni, le prove dell’esistenza di un cambiamento climatico mondiale indotto dall’uomo, comprendente il riscaldamento e gli spostamenti nei modelli di precipitazione, sono diventate travolgenti”) che sul crollo repentino della biodiversità, anche questo dovuto all’invadenza umana (e questa nessuno può contestarla): “Senza tener conto degli effetti del cambiamento climatico globale, abbiamo stimato che le attività umane nel loro insieme potrebbero, se non vengono controllate, portare all’estinzione, entro la fine del secolo, di metà o più di tutte le specie che ora esistono sulla terra, il che equivarrebbe ad un evento di estinzione senza precedenti negli ultimi 66 milioni di anni – uno provocato interamente dalle attività degli esseri umani.
Peter Raven è uno dei principali esperti di sistematica ed evoluzione delle piante e ha all’attivo oltre 480 libri e articoli in campi quali la tassonomia, la biologia delle popolazioni, la biogeografia, la biologia della riproduzione, la biologia molecolare, l’etnobotanica e la biologia della conservazione.
Qui altri documenti pubblicati dalla PAS negli ultimi decenni su altri argomenti.

 

12/11/11-VA

·         E’ stato inserita oggi in You Tube un’intervista in video al biologo evoluzionista Werner Arber, in cui presenta l’Accademia Pontificia delle Scienze, di cui è presidente dal 15/1/11: “A look into the Vatican's Academy of Sciences”.

 

11/11/11-IT

·         Liberazione dedica un articolo (“Siamo tutti africani. L’Homo sapiens non ha razze”) all’apertura della mostra sull’evoluzione dell’uomo (“Homo Sapiens. La grande storia della diversità umana), organizzata in onore di L.L.Cavalli Sforza, biologo, genetista ed evoluzionista nonchè membro dell’Accademia Pontificia delle Scienze, attualmente diretta da un biologo evoluzionista, W.Arber, che ovviamente non sopporta (Statement on my view on biological evolution”) chi mettesse in dubbio la sua piena adesione alla teoria dell’evoluzione.
Certo questa mostra è un’occasione unica per verificare anche quanto e se siano tuttora presenti a Roma i sostenitori locali del gruppo creazionista USA che due anni fa aveva organizzato ben tre “convegni” creazionisti, ma soprattutto antivaticani, in sedi istituzionali come la Sapienza, la S.Pio V e perfino il CNR, dove venne organizzato dal vicepresidente.
Al centro dell’articolo è l’importante ruolo dell’antica variabilità fra specie diverse, confrontata con l’attuale variabilità dell’unica specie umana attuale, due livelli di differenza che comunque sono ben dimostrate nella recente storia (gli ultimi 200.000) anni del genere Homo, che viene illustrata nella mostra, che certo dà un giusto rilievo all’evoluzione culturale che ci caratterizza e ci distingue.
Nessun esperto oggi dubita che chiunque fosse passato per il vecchio continente  200.000 anni fa avrebbe incontrato 4 o 5 specie umane molto diverse fra loro, mentre oggi solo l’Homo sapiens è sopravvissuto al processo evolutivo e alla competizione per le risorse, certo favorita dalla velocità dell’evoluzione culturale nelle diverse specie e popolazioni.

·         Anche Repubblica dedica 3 pagine di Marco Cattaneo alla mostra “Homo sapiens” di Roma sull’evoluzione umana, illustrando le sei tappe del percorso dell’esposizione.

 

10/11/11-IT

·         In un articolo su Repubblica L.L.Cavalli Sforza, uno degli organizzatori della mostra  ricorda il ruolo delle lingue nella gestione dei rapporti di potere che si sono sviluppati nel corso dell’evoluzione culturale umana (“"LA LINGUA? LA PRIMA MISURA DEL POTERE")

·         Solo chi andrà a visitare la mostra in sei tappe sull’evoluzione umana che si apre a Roma (“Homo Sapiens. La grande storia della diversità umana) potrà vedere di persona il primo flauto preistorico scoperto nel 2008 in un sito archeologico in Germania, a Ulm. E' conservato all'Università di Tubingen, ed è fatto con un osso di avvoltoio lungo 22 centimetri. Qui il video con l’audio, per chi si accontenta.
La mostra, presentata qui da Cavalli Sforza e Pievani, verrà inaugurata domani dal presidente Napolitano (qui la pagina FB, con un titolo che potrebbe risultare intrigante, nonostante si aprano ora in Italia prospettive politiche meno stimolanti), e già domani sono previste interessanti iniziative, come l‘incontro con T.Pievani (La grande storia della diversità umana: introduzione alla mostra) alle 18 e con Lee Berger, autore della recente scoperta a Malapa, in SudAfrica, dell’Australopithecus sediba, di 2 milioni di anni fa (venerdì 11 novembre alle ore 21, presso il palazzo delle Esposizioni, Scalinata di via Milano 9A - Roma).
Interessante sapere che la mostra ha anche delle gambe, e che sarà possibile vederla in futuro anche a Trento e a Venezia. Anche altre città si possono ancora offrirsi per riceverla, cliccando nel sito Ospita la Mostra (Perché non ospitarla nella vostra città?).

·         Molti altri sono i quotidiani che oggi presentano articoli sulla mostra di Roma sull’evoluzione umana: Paese Sera (“L'Homo Sapiens in mostra Ecco l'unità che ci ha resi diversi”), Il Messaggero (“Homo Sapiens, al Palaexpò di Roma la storia della diversità umana”), il sito dell’UCI (Alle origini dell’agricoltura: una mostra a Roma | Uci - Unione Coltivatori”), RAINews24, Europa (un po’ pessimista:Homo sapiens, l’estinzione della razza”), Il Corriere (“Segni di civiltà: dalle origini all'evoluzione, alle migrazioni”) , ArsKey (“Homo sapiens. La grande storia della diversità umana - Palazzo delle Esposi”)    

 

9/11/11-USA

·         [da Pikaia] L'ultimo fascicolo di Science pubblica un breve articolo di Ann Gibbons dal titolo "X-tra diversity for Africans" in cui viene riportata una interessante scoperta fatta dal genetista Andrew Clark sull'evoluzione del cromosoma X nella nostra specie.

·         [da Pikaia] Nel libro Esploratori perduti. Storie dimenticate di naturalisti italiani di fine Ottocento Stefano Mazzotti fa rivivere i decenni in cui nell’800 anche naturalisti italiani rischiarono la loro vita esplorando e descrivendo la biodiversità nei 5 continenti. In novembre e dicembre il libro sarà presentato a Ferrara, Modena, Torino, Genova e Cesena 

 

9/11/11-IT

 

·         [da UCCR] Davvero interessante notare che nel sito dell’UCCR qualcuno voglia proporre, forse in alternativa allo spazio dato recentemente nel sito anche a biologi piuttosto incerti e critici sulla teoria dell’evoluzione, l’interessante esperienza del Clergy Letter Project.
Il progetto, fondato dal biologo citato nell’articolo, M.Zimmermann, raccoglie e coordina oggi addirittura migliaia di religiosi (13000 cristiani, soprattutto pastori protestanti, e 500 ebrei) assolutamente contrari all’antievoluzionismo, che definiscono pericolosamente ignorante e antiscientifico, maggioritario in molti ambienti religiosi USA.
Come si capisce bene anche da una rapida visita al sito web, Darwin (il cui santino è facilmente riconoscibile nella loro homepage), è il simbolo di uno dei modi migliori e più rigorosi di leggere la realtà usando il metodo scientifico.
Il sito dell’UCCR non traduce purtroppo la pagina web di presentazione del progetto, scritta da Zimmermann, né la lettera a cui il progetto allude. 
La lettera attuale è l’evoluzione di quella firmata da 200 religiosi che nel 2004 si erano mobilitati, insieme agli scienziati e ai cittadini più ragionevoli, per contrastare il tentativo di abolire l’insegnamento dell’evoluzione nella scuola di Grantsburg, Wisconsin.
Correva appunto l’anno 2004, proprio quando anche in Italia il ministro Moratti riuscì, solo per qualche mese grazie alla sollevazione degli scienziati e di molti cittadini italiani, a togliere l’obbligo dell’insegnamento dell’evoluzione non in una scuoletta sperduta ma in tutto il paese.
Sarebbe stato davvero bello e utile che in quella occasione anche in Italia centinaia di religiosi avessero firmato una lettera simile a questa, spedita il 16 dicembre 2004, e che si aggiungeva alle altre lettere inviate da ambienti scientifici.
Spiace che nel sito dell’UCCR non abbiano ritenuto ragionevole né citare né tradurre almeno questa frase della lettera: “We believe that the theory of evolution is a foundational scientific truth, one that has stood up to rigorous scrutiny and upon which much of human knowledge and achievement rests. To reject this truth or to treat it as “one theory among others” is to deliberately embrace scientific ignorance and transmit such ignorance to our children”.
E’ davvero molto interessante verificare quale sia l’accusa rivolta da questi 13000 religiosi a chiunque non accetti l’attuale teoria dell’evoluzione … quella di ignoranza; non c’è quindi da meravigliarsi che sia inevitabile anche l’accusa di essere falsi maestri. Non è difficile capire che, con questa frase, questi religiosi spiegano bene, a chi lo volesse accettare, perché sia ragionevole, anche se è certo una semplificazione di un panorama culturale caratterizzato da decine di opinioni diverse, ritenere creazionista chiunque non accetti a foundational scientific truth ma voglia proprio introdurre, senza imbarazzo, anche spiegazioni metafisiche, proprio come fanno i seguaci dell’Intelligent Design, ma anche – con più rispetto per la scienza, però - i sostenitori dell’evoluzionismo teista.   

Molte altre sono le pagine web del sito, anche queste stranamente non citate nell’articolo nel sito dell’UCCR, nonostante l’interesse a presentare l’attività di M.Zimmermann. Ci sono:
- decine di sermoni pronti da utilizzare quando si festeggia l’Evolution Sunday o l’Evolution Weekend, che ovviamente per questi pastori cade nella domenica più vicina al 12 febbraio, giorno di nascita di Darwin. Nel 2011 652 chiese hanno festeggiato l’Evolution Weekend, mentre nel 2009, bicentenario di Darwin, furono addirittura 1200.
- risorse liturgiche
- consulenti scientifici competenti in caso di emergenza (noto con invidia che sono TUTTI esperti universitari, spesso anche biologi evoluzionisti). Da notare che, mentre in Italia ci sono inesperti di evoluzione che si autopropongono come esperti e docenti, qui questi religiosi hanno le idee ragionevoli e molto chiare: “Scientists from around the world have generously agreed to serve as technical consultants to clergy members who have questions about the science associated with all aspects of evolution”. Commovente il rispetto e l’apprezzamento per la competenza, un aspetto che certamente è stato fondamentale per l’evoluzione culturale umana.
- Siti web sull’evoluzione e la teoria dell’evoluzione, fra cui anche qualcuno ai massimi livelli scientifici, come National Academy of Sciences Evolution Resources, un sito web (“the river of life”) basato sul famoso libro “Il racconto dell’antenato” di R.Dawkins, International Darwin Day, National Center for Science Education. Una buona idea per l’UCCR, se davvero apprezzasse - come sembra - l’iniziativa USA, può venire dal sito Teach Them Science, dove laici e religiosi si propongono di collaborare nel contrastare, come nel 2004, le tendenze religiose antiscientifiche molto diffuse nel Texas: “Center for Inquiry and The Clergy Letter Project are secular and religious communities who have come together to protect our children's future in science.
We call on you to help defend science education). Certo non sarà facile mettersi a distribuire accuse di scientific ignorance, ma non c’è dubbio che le storie di questo religioso e di questo laico sarebbero davvero imbarazzanti per qualsiasi firmatario della Clergy Letter, che di crede di dover fermare gli ignoranti che “transmit such ignorance to our children”.
Non ho trovato invece nel sito del CLP alcun interesse per gli errori di Darwin, la morte del darwinismo, la fine del darwinismo, l’ignoranza dei darwinisti, ecc. né alcuna necessità di reagire a sciocchezze, cattiverie o ragionevoli accuse di ignoranza ricevute da parte di ricercatori universitari esperti di evoluzione; anzi, hanno i loro numeri per quando servono consulenti! Tanto meno si illuderebbero di farsi belli solo accusando di ignoranza i loro consulenti scientifici.
Quello del CLP sembra davvero un ambiente in cui la ragione è valutata e venerata, e a dir la verità sembra di intravedere un tentativo di rispondere alle angosce e alle preoccupazioni illustrate da GP2 nella lettera (anche qui una lettera…) a P.G.Coyne nel 1988 (e probabilmente non la conoscono nemmeno, a differenza degli italiani).
PS: Confrontando però l’articolo di Zimmermann sull’Huffington Post (“Peace Breaks Out in the War Between Religion and Science”) con quanto riportato nel sito dell’UCCR, balza all’occhio un lavoro di forbici: è stata censurata la parte in cui si condanna l’Intelligent Design, pure spiegandone il motivo (“promote a redefinition of science to include the supernatural“) e la frase con cui Zimmermann evidenzia un punto indispensabile se si cerca il dialogo: “religion becomes meaningless if it requires to discard materialistic explanations for natural phenomena”. Ritiro quindi quanto detto sul possibile interesse del’UCCR a una collaborazione. La scelta delle parti utilizzate sembra purtroppo indicare un “interesse a mantenere viva l’idea di un conflitto”.
Una qualche speranza comunque forse rimane. Un giorno capiranno meglio chi è il premio Nobel, biologo evoluzionista, presidente di una delle associazioni da loro citate con favore nell’articolo, l’Accademia Pontificia delle Scienze; eviteranno così di criticare – per errore - le sue iniziative, a cominciare dalle sue ricerche che dimostrano e confermano la teoria dell’evoluzione (Statement on my view on biological evolution”).
Finora non è stato ancora usato dall’UCCR per il suo sostegno alla teoria dell’evoluzione, ma per accuse imprecise e forse un po’ ambigue (“ambienti laicisti e ideologici, comunque extrascientifici, lo ritengono un creazionista”); basta infatti leggere l’articolo di W.Arber per capire che le accuse vengono invece dai creazionisti USA dell’ICR, che nel 2008 sospettavano un premio Nobel di essere non un creazionista ma “An Intelligent Design Supporter” o un “Darwin skeptic” solo perché anche lui, come tutti, non sapeva nulla di preciso sull’origine della vita ("Werner Arber: Nobel Laureate, Darwin Skeptic", Institute for Creation Research”).
Arber invece conferma: “I stand fully behind the NeoDarwinian theory of biological evolution and I contributed to confirm and expand this theory at the molecular level so that it can now be called Molecular Darwinism.”
[Immagino che i soci romani dell’UCCR saranno assidui visitatori della mostra sull’evoluzione umana (“Homo Sapiens. La grande storia della diversità umana). Anche perchè uno degli organizzatori è L.L.Cavalli Sforza, uno dei membri dell’Accademia Pontificia delle Scienze che finora rispettano, nonostante sia presieduta da uno scienziato che si definisce “neodarwinista” (un termine usato anche per farsi capire dai suoi critici), Werner Arber.
Sembra invece che rispettino meno Cavalli Sforza, anche lui dell’APS, dato che viene sempre citato come “neodarwinista”, proprio come fanno con R.Dawkins.
Può comunque essere una buona occasione per arricchire le loro conoscenze e per soddisfare la loro esigenza di razionalità; in particolare raccomando di prepararsi un percosro di approfondimento del nuovo (1982) concetto di esattamento/exaptation, certamente ignoto soprattutto a chi è un po’ troppo concentrato su Darwin e l’800, ma indispensabile per poter capire meccanismi fondamentali dell’evoluzione. Anche dell’evoluzione umana, certamente, tanto è vero che il concetto di exaptation,secondo il genetista M.Mandioli della SIBE, “
aiuta a capire che l'idea degli "anelli mancanti" è priva di significato in quanto frutto della volontà di ricercare una continuità morfologica che non necessariamente si è realizzata nel corso dell'evoluzione”]

 

8/11/11-USA

·         [da Pikaia] Durante l’evoluzione umana, i nostri antenati s’incrociarono non solo con i Neandertal, ma anche con altri ominidi. O almeno così asserisce lo studio pubblicato su PNAS, da ricercatori dell’Università di Uppsala. Gli eventi di ibridazione sono stati molteplici e, come al solito, la storia è molto più complessa di come si volesse pensare all’inizio.

 

7/11/11/USA

·         L’antropologo John Hawks nel suo blog ha un post (“The radiocarbon dating paper without a radiocarbon date”) in cui evidenzia come abbia una certa difficoltà a trovare una nuova data in un articolo in cui si parla di una nuova datazione di un mascellare. Avrà ragione lui? Certo il suo blog non ha la stessa autorità di Nature… e certo sarebbe importante che sia controllata anche la datazione della grotta in cui la mascella stessa è stata trovata …

 

7/11/11-UK

·         [da La Stampa] Anche altri quotidiani italiani mettono in evidenza l’importanza del del fatto che la Royal Society abbia aperto a tutti l’accesso al suo archivio di riviste, fra cui i Proceedings, le Phylosophical Transactions e Biology Letters; un patrimonio incredibile di conoscenze (magari oggi in gran parte inevitabilmente e per fortuna superate e migliorate, come ci ricordano quotidianamente quasi solo i critici di Darwin), una documentazione dell’evoluzione culturale, scientifica soprattutto, di una cultura che, nel bene e nel male, è stato al centro della fase dell’evoluzione culturale umana iniziata con la rivoluzione industriale.
Non sfuggirà certo che fra gli oltre 60mila articoli scientifici pubblicati tra il 1665 e il 2011 compaiano articoli di scienziati che hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo di una conoscenza del mondo per fortuna non basata più su leggende e tradizioni ma sul metodo scientifico. Darwin, Franklin e Newton hanno trovato in queste riviste il veicolo migliore (e pure certificato dal metodo del peer-review: “Philosophical Transactions established the important principles of scientific priority and peer preview), per la diffusione di una conoscenza della realtà oggettiva e universale.
La lettura degli articoli purtroppo è davvero senza vincoli solo per chi non è troppo interessato agli articoli degli ultimi … settanta anni…

 

6/11/11-IT

·         Il National Geographic pubblica il video e le foto di un’autopsia realizzata a temperatura ambiente su Oetzi, l'uomo morto misteriosamente sulle Alpi 5.300 anni fa. Questo esame ha permesso di recuperare materiale utile per ulteriori nuove indagini biologiche.

·         Sul Sole 24 Ore un articolo del paleoantropologo G.Manzi (“Il lungo viaggio dell’uomo”) rievocando i grandi successi della paleoantropologia (la scoperta delle venti specie di ominidi bipedi che ci hanno preceduti ne sono un evidente dimostrazione), stimolando a visitare la grande mostra che si apre dal 12/11 a Roma al palazzo delle Esposizioni (“Homo Sapiens. La grande storia della diversità umana), realizzata in onore di un italiano (L.L.Cavalli Sforza) che ha contribuito a chiarire i meccanismi genetici che controllano e generano la variabilità biologica delle diverse popolazioni umane attuali.

 

5/11/11-USA

·         [dall’NCSE] Anche l’American Society of Naturalists aveva da tempo aggiunto la sua dichiarazione in favore dell’insegnamento della teoria dell’evoluzione nelle scuole. Per chi volesse leggere e diffondere il documento collettivo stilato dalle società scientifiche USA nel 2008, esiste anche una traduzione in italiano (“Evoluzione, scienza e società”), curata dagli evoluzionisti italiani aderenti alla SIBE. Un documento USA ben più completo è del 2005: “Evolutionary Science and Society

 

4/11/11-IT

·         La capienza della sala (100 persone) sembra forse un po’ limitata per un convegno (“Many times Homo, I mille volti del genere Homo”) di tale interesse e livello, a cui parteciperanno certamente … many Homo attuali!
Si terrà la mattina del 12 novembre, in occasione dell’inaugurazione della mostra sull’evoluzione dell’uomo (“Homo Sapiens. La grande storia della diversità umana”), organizzata a Roma al Palazzo delle Esposizioni e curata da Luca Luigi Cavalli Sforza e T.Pievani.
Speriamo che realizzino e diffondano rapidamente un video.
Il convegno si terrà dalle 9:00 a Palazzo Massimo, in Largo villa Perretti e parteciperanno L.Berger, D.Lordkipanidze, J.L.Arsuaga, A.Coppa, G.Manzi, M.Rubini, C.Tuniz, L.L.Cavalli Sforza e T.Pievani. si potranno raccogliere quindi notizie recenti riferite direttamente da alcuni degli scopritori di alcuni dei più  importanti reperti fossili che caratterizzano le principali fasi dell’evoluzione umana a partire da 4 milioni di anni fa. La presenza di Lee Berger (da solo l’11/11 alle 21 nella sala del Cinema del Palazzo delle Esposizioni: “Australopithecus sediba, l’ultima scoperta rivoluzionaria dell’evoluzione umana) permetterà ai creazionisti romani di chiedergli a quali specie potrebbero “agganciare” l’Australopithecus sediba, che loro ritengono, secondo una definizione usata dai creazionisti, un “anello” dell’evoluzione umana
Certo che la coincidenza con la pubblicazione ieri dell’articolo di Nature (“Early dispersal of modern humans in Europe and implications for Neanderthal behaviour”) sulla pubblicazione di dati aggiornati su quello che è risultato uno dei primi reperti fossili di Homo sapiens europeo, pur casuale, cade giusto a proposito; qualcuno dovrà prepararsi a riferire anche di questa scoperta …

·         Se qualcuno fosse impegnato la mattina del 12 novembre, qui ci sono le date e i relatori per le altre conferenze associate alla mostra (“Homo Sapiens. La grande storia della diversità umana, a partire già dall’11/11/11. Chi avesse curiosità sull’evoluzione umana e smaniasse dalla voglia di far sapere in internet le sue opinioni, magari anche critiche, prima sarebbe meglio che si informasse per evitare di fare brutta figura; magari scoprirebbe che le sue critiche le ha già fatte qualcun altro!
Oppure, come capita spesso soprattutto ai ricercatori seri, potrebbe scoprire che nuove scoperte spiegano dubbi che in qualche ambiente magari ancora circolano dopo ben 6000 anni. Certo non in Vaticano, grazie al ruolo attribuito da anni nell’Accademia Pontificia delle Scienze al Nobel Werner Arber e proprio a L.L.Cavalli Sforza.
Certamente scoprirebbe comunque che nessun paleoantropologo oggi si preoccupa più di tanto per le importanti scoperte di qualche geniale scienziato dell’ottocento, fosse pure Darwin. A quei tempi, e fino agli anni ‘40 del secolo successivo, la scala dei tempi  geologici era assolutamente imprecisa … anche gli scienziati allora erano ancora ignoranti, tanto che non avevano ancora “inventato” nemmeno la radioattività né il C14 …

·         Quasi tutte le citazioni della notizia della identificazione come H.sapiens e della datazione precedente ai 40000 anni dei reperti pugliesi (ritrovati 50 anni fa e classificati inizialmente come reperti neandertaliani di 36.000 anni fa) riportano correttamente fin dal titolo che si tratta comunque del primo reperto trovato in Europa, dato che nessuno oggi dubita che l’H.sapiens abbia avuto inizialmente origine in Africa, circa 200.000/150.000 anni fa. Così  riportano Libero, Qn, Il secolo d’Italia, il Corriere, il Giorno, la Nazione, il Tirreno e l’Avvenire (che ha un titolo però troppo sintetico).  

·         Su Repubblica si può leggere un’intervista a Daniel Dennett, che recentemente è venuto a Torino a ritirare un premio: “Ecco perché la cultura ha bisogno della scienza

 

3/11/11-IT

·         [da Pikaia] Il 10 novembre, alle ore 18.30, al Museo di Storia Naturale di Milano si terrà il terzo appuntamento con gli Happy Hour Evoluzionistici. Ospite sarà Maurizio Casiraghi dell’Univ.di Milano Bicocca (“Draghi, cavalli alati e mostri marini: il lato fantastico della zoologia”).
Successivi appuntamenti:
24 novembre 2011 ore 18,30
Telmo Pievani- Università degli Studi di Milano – Bicocca
Stefano Papi- Associazione Didattica Museale
Homo sapiens: la grande storia della diversità umana
15 dicembre  2011 ore 18,30
Giorgio Bardelli - Museo di storia Naturale di Milano
Darwin spiega Keplero: la geometria dei fiocchi di neve e dei girasoli 

 

2/11/11-IT

·         [da Repubblica]  Oggi la scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, che un reperto fossile trovato in Puglia, datato fra 45.000 e 43.000 anni fa, costituirebbe uno dei più antichi Homo sapiens trovato in Europa. Se ne parla su Repubblica (video della grotta del Cavallo).
I reperti finora noti infatti prevedevano un ingresso in Europa dalla Romania intorno ai 40/45.000 anni, e un tempo di 10000 anni circa per sostituirsi completamente all’Homo neandertalensis dilagando fino alle coste atlantiche del Portogallo.
Sullo stesso numero di Nature si riporta anche la notizia di Homo sapiens più o meno di quel periodo trovato in Inghilterra (se ne parla su Pikaia), costringendo a ridiscutere i tempi della diffusione dell'H.sapiens nell'area precedentemente colonizzata solo dall'H.neandertalensis.
 [Gli anelli mancanti ridatati faranno impazzire i creazionisti come gli inesistenti anelli mancanti semplici …? Staremo a vedere. Speriamo che quelli romani vadano a vedere la mostra Homo Sapiens. La grande storia della diversità umanaalmeno un paio di volte al mese… Anche il fatto che il principale curatore – il genetista e antropologo L.L.Cavalli Sforza - sia un componente dell’Accademia Pontificia delle Scienze potrebbe stimolare la riattivazione di aree importanti della corteccia. Tutte le altre aree verranno poi certamente stimolate dal fatto di sapere che l’APS ha come presidente un biologo evoluzionista, il premio Nobel Werner Arber]   

 

 

OTTOBRE  2011

31/10/11-IT

·         Quanti sono davvero 7 miliardi?
Vai allo speciale del National Geographic Italia
Facce  e drammi

 

 

 

30/10/11-IT

·         Non solo la notte scorsa è stata un po’ lunghetta, più del solito.
Piu’ importante il fatto che l’UNFPA, l’organismo che si preoccupa ANCHE di contare quanti umani ci sono oggi intorno a noi, ci comunica che da domani saremo ben 7 miliardi.
Una candelona in più da accendere nei prossimi compleanni dell’umanità.
I festeggiamenti erano già cominciati a gennaio, con varie iniziative, anche video, del National Geographic, citate nel sito di Scientificando.  Molti sono comunque i siti web che si occupano di questo aggiornamento di uno dei più importanti contatori da cui dipende il funzionamento regolare, senza scosse e senza troppi conflitti per le risorse alimentari ed energetiche, del nostro pianeta, l’unico che abbiamo: 7 billion action,

 

29/10/11-IT

·         [da Pikaia] ROMA: In occasione della mostra Homo sapiens. La grande storia della diversità umana, il Palazzo delle Esposizioni presenta: Evoluzioni e Diversità; Incontri con la Scienza, dall’ 11 novembre 2011 all’8 Febbraio 2012.
In accordo con il carattere interdisciplinare dell’esposizione, si confronteranno antropologi, genetisti, linguisti, demografi, archeologi, storici e filosofi. Anche con l’utilizzo di materiali audio e video inediti, attraverso dialoghi e conversazioni, e con l’aiuto di esperti comunicatori, ogni incontro sarà un’esperienza piacevole di condivisione della cultura scientifica e un’occasione di confronto attorno alle sorprendenti scoperte recenti circa la complessità dell’evoluzione umana. Un modo nuovo di guardare al passato, ma anche di interpretare il presente, accompagnati dai ricercatori che hanno realizzato proprio queste scoperte, certo stimolate dalla curiosità umana verso la conoscenza del proprio passato.
programma degli incontri

 

25/10/11-IT

·         Davvero una lettera del cavolo quella scritta al direttore dell’Avvenire (“Dio e la bellezza del cavolo”) e pubblicata senza la consulenza né di un naturalista, né del presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, l’evoluzionista Werner Arber..
La lettrice racconta di come abbia piantato dei cavoli in giardino e si sia accorta come fossero belli e come fossimo circondati dalla bellezza. Conclusione sarebbe che “la bellezza ci parla di Dio e ci dice che Dio, oltre che amore, santità, bontà, potenza è anche bellezza”.
La lettrice innanzitutto sembra neghi un ruolo all’intelligenza della nostra specie, responsabile dell’addomesticamento (per selezione artificiale) di gran parte delle specie animali e vegetali di cui si nutre, ma sconcerta davvero che il direttore le lasci passare (e si complimenti pure con lei, dopo i ben due convegni sull’evoluzione tenutisi in Vaticano nel 2009. Inutilmente, sembra) una frase che fa sospettare che la lettera sia ben studiata e abbia un secondo fine: ” Mi sono ricordata che il grande naturalista e medico svedese Linneo ha dichiarato: «Il Dio eterno sapientissimo e onnipotente è passato davanti a me: ho visto le sue tracce nelle sue creature». Charles Darwin scrisse nel suo diario che fu estasiato dalla bellezza di fiori e piante visti nella foresta che visitò nel suo famoso viaggio intorno al mondo. Due studiosi, due modi diversi di guardare la natura. Linneo guarda e vede. Darwin guarda soltanto: non riesce a vedere.
Sospetto a questo punto che il direttore dell’Avvenire faccia finta di non sapere che alla presidenza dell’Accademia Pontificia delle Scienze il papa abbia messo da qualche mese il Nobel Werner Arber, biologo evoluzionista, che inorridirebbe per tanta ignoranza sulla teoria che lui si vanta di aver contribuito a confermare (Statement on my view on biological evolution”).
Sarebbe d’altronde abbastanza logico oggi capire come la tassonomia linneiana sia l’unica coerente con i meccanismi evolutivi che permettono oggi di spiegare un fatto incredibile che anche il card.Ratzinger accettò in un documento del 2004: che tutte le specie viventi attuali abbia avuto origine da un unico organismo iniziale: “Poiché è stato dimostrato che tutti gli organismi viventi della Terra sono geneticamente connessi tra loro, è praticamente certo che essi discendono tutti da questo primo organismo”. Come questo sia avvenuto, il direttore dell’Avvenire non lo sa, nonostante Darwin, in molti lo sappiamo, guardava e vedeva già abbastanza bene.
E’ davvero sconcertante come in ambienti vicini convivano il rispetto e la sottovalutazione dell’evoluzione culturale umana e in particolare del sapere scientifico.

 

21/10/11

·         Nel blog Primatediaries, gestito da E.M.Johnson (che studia l’ecologia comportamentale delle antropomorfe) racconta alcuni recenti risultati  nell’ambito dell’affascinante e sconcertante tema della Cultural Transmission in Chimpanzees. Cita ad esempio un lavoro del 2010 (“The Number of Cultural Traits Is Correlated with Female Group Size but Not with Male Group Size in Chimpanzee Communities”) in cui si cercano di evidenziare i fattori che favoriscono la trasmissione culturale, come ad esempio il fatto che “the reported number of cultural traits in chimpanzee communities correlates with the number of females in chimpanzee communities, but not with the number of males. Hence, our results suggest that females are the carriers of chimpanzee culture”. Per chi volesse rimanere in contatto con Johnson, il blog fornisce anche una connessione in Twitter.

 

17/10/11-MX

·         Strano articolo di A.Migliorino, su “Le origini della vita: la Verità del Vaticano”. In realtà nell’articolo, pubblicato da Controcampus, una rivista universitaria nazionale ma nata a Salerno, non si parla tanto di origine della vita ma piuttosto del processo dell’evoluzione biologica, e di come è stato interpretato negli ultimi 150 anni nell’ambito della chiesa cattolica. Si fa riferimento in particolare ad un libro sull’argomento (“Le origini della vita”) scritto da Antonio Lazcano dell’Univ.Naz.del Mexico, un esperto internazionale dell’origine dalla vita, ben noto anche in Italia e apprezzato anche dal Vaticano.
Curioso, nelle conclusioni, un accenno misterioso e sconcertante (oltre che incomprensibile) ad un’ipotesi fantascientifica che sarebbe proposta da un ricercatore di chimica dell’Univ. Di Pisa, uno dei … massimi esperti mondiali di alieni [?] e … adduzioni, come si capisce dal suo sito web UfoMachine. [Qui qualche video sulle sue competenze e interessi [?!] Per chi non lo sapesse, gli alieni non arriveranno dal cielo, ma sono già qui fra noi. Probabilmente almeno 1 già c’è  …]

 

17/10/11-IT

·         L’iniziativa del WWF (“Biodiversamente”) di proporre un paio di borse di studio per finanziare ricerche sulla biodiversità e di pubblicizzare le iniziative dei musei naturalistici organizzate per il 23/10 dall’Associazione Nazionale Musei Scientifici viene sostenuta anche da Repubblica, che collabora nell’iniziativa comune “Chi ricerca trova” (“’Chi ricerca, trova’ iniziativa Wwf-Repubblica.it”). Una delle frasi più rilevanti dell’articolo è certamente quella che ricorda come l’area mediterranea sia uno degli hotspot della biodiversità, per cui “Con 57.468 specie animali (di cui l'8,6% endemiche, ovvero vivono solo nel nostro Paese), e 12.000 specie di flora (di cui il 13,5% endemiche), l'Italia è il Paese europeo più ricco di biodiversità”; questo dato ricorda l’enorme responsabilità dell’Italia e di chi la governa verso la conservazione dell’ambiente naturale e della biodiversità, sostenendo e finanziando il lavoro di chi permette di conoscere e controllare questa biodiversità.
Utile quindi che anche Repubblica collabori a diffondere la conoscenza del lavoro svoto dai giovani e qualificati ricercatori italiani, e a orientare competenze e risorse verso la ricerca sulla biodiversità in Italia e nel mondo.
[C’è comunque ancora qualche link errato al WWF, nella pagina… ]

 

16/10/11-USA

·         Girando per il sito in cui Audible.com (Amazon) distribuisce audiolibri, ho verificato che fra i numerosi libri sull’evoluzione in vendita a 7.5$ ce ne sono alcuni che attirano l’attenzione, in quanto fanno parte di un elenco da cui se ne puo’ scegliere uno da scaricare gratuitamente; altri 4 invece spiccano in quanto vengono offerti addirittura gratuitamente e sono gli unici che compaiono cercando per “Kansas evolution”.
Si tratta di 4 audiolibri che raccolgono giornate (1234) di audizione degli antievoluzionisti di fronte al Kansas Board of Education.
Il board intendeva verificare con questi “esperti” se i corsi di scienze dello stato avrebbero dovuto prevedere l’insegnamento di teorie alternative da affiancare all’insegnamento all’evoluzione.
Durante i primi tre giorni di udienze sono i fautori del disegno intelligente a presentare le loro osservazioni. I testimoni sono interrogati dai membri della commissione e dal procuratore Pedro Irigonegaray, che sostiene l'insegnamento dell'evoluzione.
I commenti nel sito dell’audiobook fa capire il motivo del regalo: “If you are interested in the creationism/evolution debate, you will need a good stomach indeed to listen to many hours of tendentious, biased & self-righteous discussion of the creationism side. The first volume of the 3 is interesting. The second & third are insopportabile”, “Imagine being trapped in a small room with Anthony Robbins, Reverend Moon, Lyndon LaRouche and L. Ron Hubbard and, then, being forced to listen to them discuss their twisted philosophies. I was overwhelmed and saddened that these people are now able to frame a debate on their terms”, “I am embarassed to live in a society where facts could be portrayed in such an ignorant way.”.
In realtà per un italiano, che per fortuna non ha molte occasioni per ascoltare le discussioni pro Intelligent Design che appassionano solo i creazionisti USA (e il nocciolo duro dei creazionisti italiani – protestanti, musulmani o integralisti cattolici antivaticani ch siano) l’unico interesse è la possibilità di ascoltare e di poter capire l’audizione dell’antievoluzionista italiano G.Sermonti (5/5/05).
Come riporta anche wikipedia, la sua fu l’unica audizione non trascritta in quanto nel verbale si legge che the presentation of Giuseppe Sermonti was so heavily accented in Italian that this reporter could not understand what he was saying and so his presentation is not transcribed herewith.
La deposizione di “Gespi Sermonti” inizia al minuto 3:37:30, e non sembra ci siano solo problemi di accento italiano. Chi lo difende avrà occasione per verificare la debolezza del suo sostegno.
Inizia subito chiarendo che il maggiore contributo scientifico di Darwin alla scienza non sia stata la selezione naturale ma l’attualismo, che prese dai geologi e introdusse nella biologia: “not natural selection, but actualism, which means that we should find the explanations of the phenomena we see around us, of the history of our species not in ancient catastrophes or universal deluge, but in the things we see now around us, in the actual word; this was the most important idea Darwin got from the geologists like Lyell; he introduced this position in biology, in natural sciences; his supporters as Lyell or Huxley didn’t believe in natural selection but in evolution, evolution  by natural causes, this was the point, not out of nature causes”, “after Darwin far causes were abandoned”, “this was Darwin’s main contribution, he introduced the language of every day into scientific discours, not to speak of cataclysms or cathastrophes, as previous, as Couvier said, the French geologist, anatomist ”.
Gradualism? “Darwin preferred gradualism because could help in explaining the origin of species without recourring to some jumps, to external impressions”, “Darwin introduced rationalism in science” “a slow transformation generation by generation which could be explained by chance modifications”. “Darwin introduces rationalism in science”.
Are there other mechanisms except mutation/selection? “Darwin spoke about descent with modification”, “selection theory requires struggle for life, the affirmation, that victory of the stronger of the weaker, a continuous conflict”, “the ethical wiew that comes out is a countinuous battle for prevailing over minorities”. Darwin said “at some future period the civilized races of man will”.
La sua ultima frase prima di uscire è riferita a un problema spesso sollevato anche in Italia (“I want to say the last sentence about my splash of milk: who is afraid of a splash of milk?”), ma qui nel Texas suscita uno scoppio d’ilarità nell’interlocutore.
Come conseguenza delle audizioni, a cui gli evoluzionisti si rifiutarono di partecipare, anche l’Intelligent Design trovò spazio nell’insegnamento dell’evoluzione nel Texas. Ma durò poco. Già l’anno successivo il Kansas Board of Education perse le elezioni e il 13 febbraio 2007, il nuovo Consiglio ha votato 6-4 per respingere gli standard scientifici modificati nel 2005. La definizione di scienza di nuovo tornò a corrispondere alla  "ricerca di spiegazioni naturali per ciò che si osserva nell'universo”.   

 

15/10/11-IT

·         Dal 21 ottobre al 2 settembre a Genova si terrà il Festival della Scienza.
Clicca  qui  per sfogliare il programma del Festival. Scarica qui il programma completo del Festival 2011 in formato pdf
Oltre 350 tra mostrelaboratoriconferenzespettacoli ed eventi speciali

 

13/10/11-IT

·         A Radio3Scienza alle 11 si è parlato oggi dell’ idea pericolosa di Daniel Dennett (che sappiamo essere oggi a Torino per un premio e una conferenza): Che cosa hanno in comune un computer e Charles Darwin? Che entrambi dimostrano come sia possibile la competenza senza la comprensione. Anzi: come il vero motore immobile del mondo sia l’Ignoranza. Quella di circuiti e ingranaggi, che calcolano perfettamente ma senza nessuna consapevolezza. E quella dell’evoluzione, che procede senza uno scopo verso nuove specie. Qui c’è il podcast; quando gli chiedono perché un filosofo si occupi tanto di evoluzione biologica Dennett ricorda quanto la scienza qualche secolo fa fosse molto importante per i filosofi, nonostante gli effetti della scienza sulla vita quotidiana allora fossero senza dubbio limitati rispetto ad oggi. 
Qui invece si possono vedere, seguendo il suggerimento di Radio3Scienza, i video degli interventi di D.Dennet nel sito di TEDTalks.
Per chi già non lo sapesse, molti degli interventi in inglese archiviati su TEDTalks sono sottotitolati. H.Yayah può così leggersi Dennett in turco, ma anche la versione in arabo e in italiano sono ovviamente disponibili.
Alcuni gravi limiti alla diffusione del sapere oggi possono essere superati facilmente. Nonostante la barriera linguistica, i prodotti dell’evoluzione culturale umana oggi permettono lo scambio di conoscenze fra persone con culture, idee e esperienze anche molto diverse.

 

11/10/11-IT

·         A Pavia il 14 ottobre alle ore 11:00 presso l'Aula Scarpa in Università centrale si terrà la 12th Buzzati Traverso Lecture.
Il relatore sarà quest’anno il Prof. Antonio Garcia-Bellido (CSIC, Centro de Biologia Molecular “Severo Ochoa”- Madrid).
Il titolo della conferenza sarà: "The development of evolution"

 

10/10/11-IT

·         Il 13 ottobre, Daniel Dennett terrà una conferenza dal titolo "Failures of Imagination and the 'Mystery' of Consciousness". La conferenza si svolgerà a Torino, alle ore 15.00 presso il Centro Incontri della Regione Piemonte, Corso Stati Uniti 23. La conferenza è gratuita, e non è necessaria la prenotazione.
D.Dennett sarà a Torino dal 12/10 per ricevere il Premio Mente e Cervello 2011, attribuitogli dal Centro di ricerca in Scienza Cognitiva “per i suoi fondamentali studi sulla natura della coscienza, e per aver contributo ad ancorare la filosofia della mente alla ricerca empirica e ai principi della biologia evoluzionistica.”  In un articolo sul Sole 24 ore di domenica (“La rivoluzione silente di Alan Turing”) D.Dennett anticipa alcuni punti della sua conferenza.
Un secondo premio verrà attribuito a Henrike Moll, del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology, Leipzig (DE): “per la creatività e originalità dimostrata nella costruzione di paradigmi sperimentali volti a valutare le competenze di cognizione sociale nella prima infanzia, e nel combinare efficacemente la ricerca sperimentale con riflessioni teoriche di ampio respiro”.

 

9/10/11-IT

·         Il WWF si sta organizzando per la seconda edizione di Biodiversamente, il Festival dell’Ecoscienza organizzato dal WWF con l’Associazione Nazionale Musei Scientifici. L’iniziativa, che avrà il suo culmine il 22/23 ottobre, con l’invito a scoprire Musei di Scienze Naturali, Orti Botanici, Acquari e Oasi WWF presenti in Italia (“Diventa anche tu ricercatore per un giorno”).
Per chi non si potesse muovere dal computer, oltre a leggere le storie dei ricercatori della biodiversità (Androne, Barbagli, Boero, Culetti, Scali,Zilli e Rovero – che organizzerà nella nuova sede del museo di scienze naturali di Trento il prossimo convegno dei primatologi italiani dell’API), può rendersi utile sostenendo finanziariamente la ricerca scientifica per la biodiversità, contribuendo a tutelare il futuro di tutte le specie, compresa la nostra, futuro che dipende dalla conoscenza del nostro pianeta. La ricerca sulla biodiversità è la garanzia di una nuova economia, svolge un ruolo fondamentale per la sopravvivenza della Terra e delle generazioni future.

 

7/10/11-IT

·         Da alcuni anni il tema dei cambiamenti del clima e la discussione sulle cause suscita preoccupazione soprattutto in alcuni settori economici e in alcune popolazioni che vivono nelle zone più a rischio;  come ben sanno le compagnie di assicurazione, in alcune zone del mondo stanno infatti aumentando i costi dei danni provocati da eventi metereologici e si moltiplicano anche gli studi – e i relativi i costi - per i progetti di difesa nelle zone minacciate.
Come si è visto qui sotto in data 9/9, gli abitanti delle isole coralline del Pacifico non hanno molti dubbi sulla necessità che sia meglio progettare altrove il loro futuro.
Come spiega un articolo del Fatto (“Usa, clima “argomento controverso”. E nelle scuole non se ne parla”), un aspetto gravissimo della questione è che negli Stati Uniti si cerca di ideologizzare una  discussione che dovrebbe svolgersi solo sul piano scientifico e sotto la guida e il controllo dei criteri che vengono certificati dal metodo scientifico.
Purtroppo se si accetta di disattivare questi criteri, la situazione diventa incontrollabile e rischiosa, come già sappiamo che avviene da più di un secolo con il dibattito sulla teoria dell’evoluzione, facilmente stravolta da chi si inserisce anche solo per affermare che lui non è d’accordo, pur essendo un incompetente; purtroppo questi incompetenti sono pure piuttosto suscettibili, oltre che molto abili nel valorizzare sia l’incompetenza loro che quella del pubblico.
Abbastanza preoccupante l’ultimo paragrafo, quasi agghiacciante se non si discutesse delle cause del riscaldamento globale. Greenpeace non ha dubbi che un contesto simile, in cui l’ideologia riesce a condizionare la ragione, gli strumenti e i metodi della scienza, si inseriscono facilmente anche i potentati economici che vedono minacciati i loro profitti. L’articolo cita per esempio gli interventi delle compagnie petrolifere, attraverso finanziamenti occulti, per diffondere, via internet ma anche nelle scuole, opuscoli con informazioni imprecise o errate sulle cause dei cambiamenti climatici, con l’obiettivo di negare il ruolo dell’aumento dei gas serra nel favorire il riscaldamento globale e di ostacolare i tentativi di ridurne l’impatto.
Interessante aggiungere come anche in Italia ci sia chi pubblicizza la versione italiana di quell’opuscolo, scritto da una biologa molecolare australiana.
Abbastanza curioso e sconcertante il fatto che in Italia dietro a questi tentativi di gestire in modo ideologico sia le questioni che riguardano l’evoluzione biologica che le questioni climatiche e ambientali si trovino spesso anche individui e gruppi che stranamente trovano una motivazione religiosa a queste loro posizioni essenzialmente antiscientifiche.
Tutto questo avviene evidentemente in contrasto con contemporanee iniziative intraprese dalle organizzazioni centrali della chiesa cattolica, che organizza un convegno in Vaticano sull’evoluzione biologica senza invitare creazionisti o sostenitori dell’intelligent design e un convegno sulle cause antropiche dello scioglimento dei ghiacciai e del riscaldamento globale (“Ghiacciai e riscaldamento globale”); a queste iniziative si è aggiunta in gennaio la sconcertante, immagino - visto che la notizia non circola troppo -, nomina di un biologo evoluzionista, Werner Arber, a presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze. Interessante il suo documento del 2008 “Statement on my view on biological evolution”, in cui difende il suo “neodarwinismo” e la sua professionalità di esperto anche in evoluzione dei batteri.  

 

5/10/11-IT

·         Ogni tanto è importante anche ricondurre la discussione sull’evoluzione su fatti che ci riguardano e che magari vorremmo conoscere meglio, anche perché sarebbe utile controllarne gli effetti negativi che hanno ricadute rilevanti sul benessere della popolazione italiana e per l’economia del paese. L’opuscolo “Appropriatezza clinica, strutturale, tecnologica e operativa per la prevenzione, diagnosi e terapia dellobesita e del diabete mellito”, appena pubblicato dal ministero della Salute nella collana Quaderni della salute (versione sfogliabile on lineversione PDF) permette di capire come negli ultimi decenni sia profondamente cambiata non solo la relazione fra gli italiani e il cibo, ma anche quella con il proprio corpo e di conseguenza con la propria salute, elevando i costi di mantenimento di una parte della popolazione umana (e quindi i rischi per l’economia globale) e riducendo anche la speranza di vita degli italiani, oggi una delle più elevate al mondo.
Sintesi e commenti si possono trovare su alcuni quotidiani (Il fatto, Il Sole24Ore, Il gazzettino, ) e su molti siti web orientati verso la sanità, e sono in genere preoccupati. Fra l’altro l’indagine evidenzia il rapido peggioramento della situazione, ma anche la differenza che si evidenziano fra le diverse regioni, con percentuali di soprappeso giovanile che presenta differenze regionali molto elevate (dal 23% della Val d’Aosta fino al 49% della Campania).
Qualcuno crede che la nostra specie non possa recare danni al mondo di cui ha bisogno per vivere; indagini come questa dimostrano l‘attivazione di meccanismi culturali ed economici che danneggiano in primis proprio la specie che riteniamo più intelligente e previdente…

 

4/10/11-USA

·         [da NCSE] Il National Center for Science Education offre un’anteprima gratuita (preview (PDF)) del libro How and Why Species Multiply (Princeton University Press, 2007, paperback in 2011) di Peter R. Grant and B. Rosemary Grant, esperti dei fringuelli delle Galapagos di cui studiano da anni i meccanismi di speciazione. Sarà probabilmente una sorpresa per qualcuno scoprire come eventi casuali anche non biologici hanno di solito un ruolo estremamente importante nella “creazione” di nuove forme viventi, che poi verranno gestite anche dai ben noti meccanismi biologici.

 

4/10/11-it

·         In un dotto articolo sull’Occidentale si analizzano “Affinità (poche) e divergenze (tante) tra la scimmia e noi”, con il contributo di Tommaso d’Acquino e degli antievoluzionisti cattolici ottocenteschi, timorosi di un “imbestiamento” dell’uomo. Rimane il fatto che nonostante le conferenze dello zoologo De Filippi qui citate, che hanno suscitato interesse e dibattito alla fine dell’ottocento anche in Italia, difficilmente ci lasceremo presto alle spalle il dubbio che viene da tempo evocato per sottolineare incompatibilità più che tentativi di dialogo: “l’uomo è una scimmia che ha perso il pelo o un angelo che ha perduto le ali”?
L’articolo fa riferimento ad un recente libro dell’autore, A.De Lauri: “Il dibattito sul darwinismo in Italia dopo l’Unità”, presentato a Bergamo il 15/9/11 presso la Biblioteca Civica (Video 1Video 2).

 

3/10/11-IT

·         [da MyGenomix] Mercoledì 19 Ottobre il Centro di Genomica CRA-GPG di Fiorenzuola d’Arda (PC) ospiterà alle 11:00 un seminario del prof. Carlo Alberto Redi, docente di zoologia presso l’Università di Pavia, che parlerà dell’unicità della biologia, traendo spunto anche dal suo libro Il biologo furioso, appena uscito nelle librerie.

 

2/10/11-IT

·         [da Pikaia] Venerdì 7 ottobre 2011 alle ore 21.00 (in caso di pioggia verrà rinviato a sabato 8 ottobre), nel Cortile della Farmacia del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, torna in scena "Processo alla scimmia", l'ultimo spettacolo della compagnia torinese ACTAS Teatro. Informazioni

 

1/10/11-IT

·         [da Pikaia] Indubbiamente al momento in Italia la scienza non viene vista come uno degli strumenti per fare crescere il paese, come testimoniato da numerose scelte che hanno portato a pesanti tagli ai fondi dedicati alla scuola e all'università, come ben testimoniato in un recente libro di Carlo Alberto Redi dal titolo "Il biologo furioso". Ma non sempre è andata così, per fortuna.
In occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, l'Università di Roma La Sapienza organizza un interessante convegno da titolo "
Il contributo delle scienze biologiche alla storia culturale e scientifica dell’Italia" che sarà dedicato al ruolo delle scienze biologiche nella storia dell'Italia dall'ottocento ad oggi.Il convegno, che vedrà tra l'altro interventi di Antonello La Vergata, Telmo Pievani, Giulio Giorello, Giorgio Manzi e Ernesto Capanna, si svolgerà dal 18 al 20 ottobre 2011 presso l'Aula Pasquini del Palazzo di Zoologia (Viale dell'Università, 32 – Roma).Il programma dettagliato del convengo può essere scaricato in formato pdf.[M.Mandrioli]

 

 

SETTEMBRE 2011

30/9/11-IT

·         [da Pikaia] Cominciano a comparire le prime informazioni sulle iniziative che si attiveranno in occasione del Festival della Scienza di Genova (21 ottobre-2 novembre; 150 e oltre - PROGRAMMA). "Giovani naturalisti intorno al mondo", a cura di Fondazione Umberto Veronesi per il Progresso delle Scienze e in collaborazione con Pikaia, è un viaggio sulle orme di Darwin alla scoperta dell'evoluzione delle specie

·         Dall’1 al 16 ottobre si svolgerà la nona edizione del BergamoScienza. Una rassegna di divulgazione scientifica che propone oltre 100 eventi aperti gratuitamente al pubblico (fino a esaurimento posti), tra cui: conferenze e tavole rotonde, incontri con Premi Nobel e scienziati di fama, mostre e laboratori interattive, spettacoli teatrali e film.
Buona l’idea del PROGRAMMA sfogliabile on line ascoltando il fruscio dei byte (ma per ottenere il PDF bisogna capire che si deve cliccare sul simbolo con la freccia in giù …)

 

29/9/11-USA

·         Nel sito web dell’HHMI (Howard Huges Medical Institute) ci si può iscrivere alle “2011 Holiday Lectures on Science”. Quest’anno il 6 e 7 ottobre si parlerà di evoluzione umana (“Bone, stones and genes, the origin of modern humans”).Ci saranno Tim White ("Human Evolution and the Nature of Science" e  "Hominid Paleobiology"), Sarah Tishkoff  ("Genetics of Human Origins and Adaptation") e John Shea ("Stone Tools and the Evolution of Human Behavior"). In futuro i video delle conferenze verranno messi in rete, ma ci si può iscrivere per vederle in streaming fra qualche giorno (sempre che l’orario sia decente)

 

29/9/11-IT

·         Interessantissima iniziativa che avrà certamente destato molto interesse da parte del VP del CNR!
Oggi a Roma alle ore 16 nell'Aula Magna del Rettorato dell’università di Roma 3 (via Ostiense 159, Roma) l’evoluzionista Werner Arber, premio Nobel e presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze dal 15/1/11 aprirà il meeting Molecular Evolution in the Genomic Era, organizzato dalla Scuola Dottorale in Biologia in collaborazione con la International Union of Biological Sciences e la rivista scientifica Genome Biology and Evolution. Il seminario del premio Nobel Werner Arber riguarda Molecular Darwinism in the microbial world.
E’ auspicabile che questa iniziativa contribuisca a far notare che l’APS ha un presidente che ha contribuito a confermare quella teoria dell’evoluzione che Darwin per primo ha proposto e che 150 anni di ricerca biologica hanno definitivamente confermato.
C’è molta gente, anche a Roma, che non si è ancora accorta – quasi nessuno ne ha parlato negli ultimi mesi, ed è sconcertante - di chi sia W.Arber e di come abbia le idee molto chiare sulla bontà e sull’utilità della teoria dell’evoluzione.
Prossimamente è auspicabile che qualcuno lo inviti a qualche Darwin Day, visto che ne ha certo i titoli.

·         Sul sito cattolico SRM si linka (“Ecco perché Pievani, pur negando Dio, non riesce a negare la necessità di un'etica condivisa l’articolo del Sussidiario del 9/9/11 con l’intervista a F.Facchini sull’ultimo libro di T.Pievani.

 

29/9/11-IT

·         Da oggi al 2 ottobre a Torino si svolge l’iniziativa TORINO SPIRITUALITA’. In una sezione in cui si tratterà di Genesi e Apocalisse trova posto anche (alle 21 dell’1/10, l’intervento di T.Pievani “Catastrofi e inizi” (sala grande del circolo dei lettori), con domande e risposte anche fantasiose e creative sulla possibile futura scomparsa della nostra specie. Purtroppo troverà posto anche una conferenza sull’omeopatia, anche se il tema “spiritualità” contribuisce a far intendere che non si tratta di un contesto che riguarda la scienza o la salute.

·         All’1 di notte RAI EDUCATIONAL trasmette, nell’ambito di GATE C su RAI 3, “Jimmy Doherty nel giardino di Darwin” P.1 “Idee pericolose”. Nella puntata si ripercorre la vita e il pensiero di Darwin fino al 1858-59. Non è chiaro se nel sito si possa un giorno rivedere la puntata. Prossime puntate sembrano essere P.2 “Scoppia la tempesta” (ore 1:00 di giovedì 6/10, prima dell’alba) e P1 “Uomini e Scimmie” Episodio 2 (il 13/10?; verificate).  La trasmissione si caratterizza per l’impegno con cui fa capire quanto la ricerca sperimentale, rigorosa e minuziosa, fosse lo strumento di lavoro prevalente per Darwin nei lunghissimi anni in cui ha cercato di verificare, anche in collaborazione con i suoi colleghi del tempo, le  idee geniali che lo hanno portato a proporre una delle migliori idee degli ultimi secoli.
Qui la pagina web di J.Doherty nel sito BBC della Open University.

 

27/9/11-WORLD

·         Come si sa la nostra specie sta trattando con eccessiva confidenza (o forse si tratta semplicemente di egoismo e di scarsa lungimiranza) il mondo e le sue risorse.
Qualcuno sta cercando in mille modi e disperatamente di attivare meccanismi razionali. Probabilmente è nato così anche l’Overshoot day, il giorno dell’anno in cui si cominciano ad utilizzare risorse appartenenti ai nostri figli ma anche alle generazioni che ci piacerebbe che abitassero ancora la terra anche nei prossimi millenni. No, non è il 31 dicembre, ma oggi. Forse riuscirà a capire meglio il concetto solo chi entro oggi ha esaurito anche le risorse economiche necessarie per la SUA sopravvivenza fino al 31 dicembre.

 

27/09/11-USA

·         Ogni tanto è utile verificare di che cosa si sta discutendo nel sito di Edge.
Proprio oggi nell’area delle Conversations hanno messo on line una conferenza dello psicologo di Harvard Steven Pinker: “A History of violence”, dove presenta, e documenta con dati sperimentali, la sua ipotesi sulla progressiva diminuzione dell’uso della violenza nei rapporti all’interno della nostra specie. Dai primi di settembre Edge sta pubblicando le conferenze che si sono tenute in luglio nell’ambito della “annual Master Class” tenutasi a Napa, California sul  tema "The Science of Human Nature".  Di Pinker avevano già pubblicato “Language and Human Nature”
Il 9/9 avevano pubblicato “The Marvels and the Flaws of Intuitive Thinking” dello psicologo e premio Nobel per l’economia Daniel Kahneman, mentre il 19 era stato il turno del biologo matematico Martin Nowak che parlava su “The Evolution of Cooperation”.
Sono in arrivo i video di conferenze di Elaine Pagels, Michael Gazzaniga, e Leda Cosmides
Non dobbiamo dimenticare che nel sito di EDGE ogni hanno discutono su una questione stimolante.
Nel 2011 si discuteva su “WHAT SCIENTIFIC CONCEPT WOULD IMPROVE EVERYBODY'S COGNITIVE TOOLKIT?”, mentre nel 2010 la domanda era “HOW IS THE INTERNET CHANGING THE WAY YOU THINK?

 

23/9/11-USA

·         [dal blog di J.Hawks] J.Hawks è andato a visitare la casa di Darwin e nel suo blog fa una relazione e pubblica alcune foto. Nella pagina del post si nota il link anche a pagine in cui racconta di altre visite: a Denisova (dove han trovato tracce di una specie imparentata con il sapiens e con il neandertalensis) sui monti Altai, a Malapa (dove han trovato l’A.sediba) in Sudafrica e a Roma, dove in maggio ha valutato il prodotto finale di un’iniziativa didattica che il museo Pigorini ha organizzato quest’anno con studenti delle superiori. Questi studenti hanno provato a svolgere una ricerca antropologica su materiali messi a disposizione del museo; J.Hawks, che poi ha visitato anche alcuni “caratteristici” ossari romani, faceva parte della commissione (internazionale!) che ha valutato i risultati delle loro ricerche.

 

22/9/11-USA

·         Un articolo su Science (“An Aboriginal Australian Genome Reveals Separate Human Dispersals into Asia”) coinvolge anche gli aborigeni australiani nel dibattito sulla ricostruzione, attraverso l’analisi fine del genoma, della diffusione dell’Homo sapiens nei diversi continenti

·         Una nuova fotografia sulle opinioni degli americani (“ PRRI/RNS Religion News Survey”) su temi che riguardano l’interazione fra opinioni sull’evoluzione e il patrimonio culturale tradizionale, in particolare quello influenzato dalle molte credenze religiose che competono fra di loro negli USA. Un commento e una sintesi di questo sondaggio d’opinione la si può leggere nel sito web del NCSE (“A new poll on evolution and climate change”)

 

21/9/11-IT

·         [dal blog Leucophea] Anche Marco F nel suo blog commenta la valutazione del reperto di A.sediba fatta da un sito antievoluzionista/creazionista cattolico che, approfittando della discussione (su alcuni punti non del tutto giustificata, essendo parziali i dati utilizzati per il confronto nei primi articoli), cerca di approfittarne per mettere in discussione addirittura – come se fosse sempre la prima volta  - l’evoluzione biologica.
Fra l’altro si utilizza un post di “
un curioso laureato in biologia”, che nel suo blog stranamente si dimentica perfino di quello che fino a poco tempo fa sapeva e spiegava sulla selezione naturale e sui meccanismi dell’evoluzione biologica.
Tradendo i suoi maestri ora preferisce la notorietà che gli viene insinuando dubbi proprio su quello che ben conosce; dimentica anche che l’evoluzione culturale non si fa diffondendo dubbi che fanno leva sulla pigrizia e sull’ignoranza oltre che su premesse ideologiche, ma scoprendo e diffondendo spiegazioni che si dimostrino migliori e più utili. Si basano quindi su una migliore conoscenza della realtà, che si ottiene solo con gli strumenti della ricerca e verificando le ipotesi e i risultati con il metodo scientifico. Così si fa ormai da qualche secolo.
Nei commenti al post su Leucophea si cita anche il link alla recensione critica che Emiliano Bruner ha pubblicato nel suo blog Neuroantropologia

 

20/9/11-VA

·         Il sito di un’agenzia cattolica in spagnolo annuncia oggi che il consiglio pontificio per la Cultura, diretto dal card.Ravasi, sta per pubblicare una versione trilingue (italiano, inglese e spagnolo) del DVD “L’origine dell’uomo”, che in realtà già circolava dal 2009, l’anno del centenario di Darwin. Il DVD è stato prodotto dai docenti della Pontificia Università della Santa Croce (la stessa che ha organizzato anche l’iniziativa citata qui sotto, nonostante sia evidente una certa non concordanza degli obiettivi), con la collaborazione di una trentina di docenti, fra cui i nobel De Duve e Arber, attuale presidente dell’Accadmia Pontificia delle Scienze. Alcuni dei collaboratori sono credenti, ma non tutti.
I documentari, sono stati realizzati da Goya producciones, di Madrid, che annuncia all’agenzia Zenit che il video
"pone al desnudo una cierta explotación ideológica de la ciencia, y en particular del darwinismo. Darwin fue manipulado a favor del racismo, tanto por parte del marxismo como en la Alemania nazi y en Estados Unidos. La Iglesia católica, por su parte, no condenó a Darwin. La evolución podría haberse dado dentro de la creación". Questa impostazione è evidente anche nel video di presentazione caricato il 26/1/2009, che si può vedere qui su YouTube; si può ascoltare che “tutto iniziò con una settimana di sei giorni” … 14 miliardi di anni fa, e che “nel 20’ secolo l’evoluzione [come fatto!?]  fu usata dalle ideologie per giustificare il materialismo o il razzismo”. [E’ piuttosto assurdo come commento per una scoperta che non solo fu successiva a secoli di feroci conquiste coloniali, ma soprattutto fece inorridire i benpensanti per la “sconcertante” proposta di dimostrare che la nostra specie era imparentata non solo con scimmie intelligenti, ma anche con scarafaggi e batteri …]
Questa nuova versione del DVD è stata sostenuta dalla fondazione Templeton e da altri finanziatori non meglio identificati.

Di questa iniziativa si parla anche in una notizia dell’agenzia Zenit del 15/9/11, che riporta informazioni
simili sulla manipolazione della teoria dell’evoluzione. Si evidenzia anche che qualcosa non è stato ben capito, dato che l’ultimo video sembra voler dare una risposta positiva alla domanda “C'è stata un'intelligenza che ha guidato l'evoluzione?”. Tendenziosa o quanto meno ambigua un’altra domanda che viene posta: “Siamo nati per caso?”; 150 anni fa si è cominciato a capire i meccanismi evolutivi; possibile che ci sia ancora qualcuno che pensa che il caso da solo possa fare qualcosa di buono? Se fosse vero, si metterebbe in dubbio anche quanto dice il presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze Werner Arber nel video caricato su YouTube il 16/9/11, dove ipotizza un processo evolutivo che si autoorganizza e quindi non guidato. 
Per acquistarlo (25€) ci si trova comunque sempre nel sito web del 2009

 

20/9/11-IT

·         Sul Sussidiario on line compare (“Le domande che spuntano dal “cespuglio evolutivo”“) una quasi sorprendente relazione sul terzo corso di aggiornamento per docenti di filosofia, Natura, vita ed evoluzione. La filosofia della natura di fronte all’evoluzione biologica, tenutosi dal 7 al 10 settembre presso la Pontificia Università della Santa Croce. Qui il sito web del corso.
Fa piacere, ma non è facile crederlo, che questo aforisma di uno dei relatori rappresentasse davvero il clima culturale del convegno “Spesso si dice che i cattolici hanno un sacco di pregiudizi nei confronti dell’evoluzione biologica. È verissimo. Per quanto mi riguarda, io sono pieno di pregiudizi verso Darwin, e sono tutti a favore!”.
D’altronde sia tra i relatori che tra il pubblico, c’erano filosofi ma per fortuna anche docenti universitari biologi evoluzionisti, come il primatologo R.Stanyon, la botanica G.Puppi e gli zoologi L.Galleni, M.Oliverio e S.Forestiero, che fu uno dei coordinatori del convegno sull’evoluzione biologica (creationism-free e ID-free anche grazie alla consulenza dei biologi universitari USA della Notre Dame) organizzato dal card. Ravasi nel 2009.
La presenza di biologi evoluzionisti competenti in un’università vaticana, come pure la nomina del premio Nobel Werner Arber all’Accademia Pontificia e la prossima realizzazione a Roma di una mostra sull’evoluzione dell’uomo curata da anche da un evoluzionista membro dell’ Accademia pontificia delle Scienze (Luca Luigi Cavalli Sforza), dimostrano che l’azione di disturbo condotta da alcuni patetici “giapponesi” non riesce proprio ad uscire dal folto della boscaglia di internet, dove si confondono facilmente con personaggi pittoreschi come don Bortoluzzi con i suoi ancestri e la pittoresca e delirante “creazione mediata”.
L’articolo racconta che il corso si basava sui fatti che confermano e dimostrano l’evoluzione biologica e la stretta relazione filogenetica dell’uomo con le specie animali più vicine; il tutto illustrato e spiegato da antropologi e primatologi, che negli ultimi decenni hanno davvero parecchio da raccontare a chi preferisce informazioni serie e non favole bibliche.
L’articolo, grazie ad almeno un autore competente, sembra presentare l’evoluzione sotto un aspetto nuovo, diverso da quello a cui il Sussidiario ci aveva recentemente abituato, quando non riusciva ad andare oltre le presunte “bugie di Darwin”.
Forse per questo stupiscono un po’ sia l’articolo che la conclusione, che tende a presentare un quadro idilliaco di un corso di aggiornamento che avrebbe manifestato il “desiderio costante e rinnovato di confronto fra il pensiero cattolico e quella rivoluzione scientifica e culturale che ha segnato la biologia moderna in modo irreversibile, ponendo Charles Darwin quale iniziatore cruciale di un modo nuovo - e più veritiero - di guardare alla storia della natura e alla natura della storia”.
Certo che papi e cardinali qui avrebbero potuto imparare davvero qualcosa di nuovo! E non si sentirebbero più  sciocchezze come queste; o come queste che pur compaiono sullo stesso quotidiano on line.

 

18/9/11-IT

·         G.Corbellini commenta sul Sole24Ore la pubblicazione da parte di Einaudi di una nuova versione italiana, curata da A.Volpone, del libro “La variazione degli animali e delle piante allo stato domestico”, pubblicato da Darwin nel 1868. G.Corbellini inquadra questo testo all’interno del pensiero darwiniano, presentando gli aspetti positivi e negativi di una ricerca di meccanismi razionali in assenza di conoscenze biologiche che sarebbero state necessarie per giustificare le sue geniali e rivoluzionarie ipotesi sul ruolo della variabilità e dell’interazione fra la variabilità (allora era impossibile giustificarne sia l’origine che il mantenimento) e l’ambiente; il titolo dell’articolo  (“L'errore di Darwin”)  sembra quindi una sintesi della recensione piuttosto riduttiva. Apprezzabile comunque l’uso (piuttosto raro) del singolare. 

 

17/9/11-IT

·         [da Pikaia] Nel sito di Pikaia Channel continuano a pubblicare i video di passati Darwin Day tenutisi a Milano. Oggi tocca alla tavola rotonda “Domesticazione e adattamento” di sabato 16 febbraio 2008. Ospiti della serata sono Keith Dobney, Marco Pellecchia, Paolo Ciucci, Enrico Banfi. Modera Marco Ferrari.

 

16/9/11-USA

·         [da NCSE] Un nuovo sondaggio CNN/ORC sulle opinioni sull’evoluzione, senza particolari novità (“Asked "Do you believe that the theory of evolution is definitely true, probably true, probably false, or definitely false," 21% of respondents favored definitely true, 36% favored probably true, 16% favored probably false, 25% favored definitely false, and 3% offered no opinion”)

 

16/9/11-IT

·         Il 23 settembre uscirà nelle sale cinematografiche il film “L’alba del pianeta delle scimmie”. Forse, più di altri, farà capire che i primati, e in particolare le scimmie antropomorfe, hanno progressivamente acquisito e perfezionato, nel corso dei milioni di anni di adattamento all’ambiente arboricolo, un insieme di caratteristiche estremamente interessanti. Tanto da permettere all’Homo habilis, uscito circa 2 milioni di anni fa dal cespuglio di antropomorfe bipedi che si era sviluppato nel continente africano, di attivare un’accelerazione del processo di evoluzione culturale.
Questa accelerazione ha poi portato all’Homo sapiens, che utilizza, in un ambiente diverso, gran parte degli adattamenti sviluppatisi sugli alberi.
Il film permetterà di capire, i primatologi l’hanno scoperto da tempo, quanto sia oggi apparentemente facile e ci sembra quasi naturale attribuire comportamenti razionali ad una specie a cui fino qualche decennio fa si pretendeva di negare la possibilità di uscire da schemi comportamentali dettati dall’istinto.
Certo il film racconta una storia di fantasia e sicuramente impossibile, ma comunque è strano che il trailer ufficiale (qui la versione USA) sottolinei meno l’intelligenza di questi strani scimpanzé geneticamente modificati e non indugi sulle scene della rivolta di questi primati (come fa invece il trailer 2trailer 3 nella versione originale - che mostra anche la scena in cui questi primati diventati intelligenti vengono insultati).
L’appellativo “stupid monkey” usato nella versione americana del trailer 3 [1’:30”] è certamente più pesante per un’antropomorfa rispetto all’appellativo “stupida scimmia” usato nella versione italiana [1’:20”]; ogni anglofobo sa infatti che “an ape [=scimmia antropomorfa] is not a monkey [=scimmia]”; una differenza che rende più difficile, per gli italiani, rendersi conto dell’evidente differenza fra “monkeys” e “apes” (che permette di capire come non sia importante solo la differenza fra le antropomorfe e l’uomo…) . 
Il secondo trailer mostra, più chiaramente di quello ufficiale, come perfino delle antropomorfe GM con un poco di intelligenza in più, nel loro piccolo, si ribellino, avendo raggiunto il limite della capacità di sopportare comportamenti arroganti ed offensivi di umani che le disprezzano e le considerano stupide.
Comunque non c’è da preoccuparsi troppo, almeno in Italia, per una rivolta degli scimpanzé: ce ne sono oggi poche decine e non possono intimorire i circa 47 milioni di elettori (la cui età mentale dovrebbe essere cresciuta negli ultimi anni anche senza esperimenti genetici, nonostante il “foraggiamento” dell’istruzione e della creatività non sia fra le attuali priorità).   

 

14/9/11-UK

·         Su Nature un preoccupante articolo sul futuro della biodiversità tropicale (ancora poco conosciuta, fra l’altro) in conseguenza delle minacce alla sopravvivenza delle foreste, sempre più utilizzate per la produzione di beni (olii e biocarburanti in particolare) destinati soprattutto alle popolazioni che se li possono pagare: “Primary forests are irreplaceable for sustaining tropical biodiversity”.

 

14/9/11-IT

·         [da Pikaia] E’ disponibile il calendario dei prossimi Happy Hours evoluzionistici al Museo di Storia Naturale di Milano. Il primo sarà il 13 ottobre alle 18.30, con il prof.Marco Ferraguti (“Per Lamarck si può morire”). Questa serie si concluderà a metà dicembre e permetterà di incontrare M.Mandrioli, M.Casiraghi, T.Pievani, S.Papi e G.Bardelli.

 

14/9/11-USA

·         E’ uscito l’ultimo fascicolo di Evolution: Education and Outreach, la rivista che si occupa della didattica della teoria dell’evoluzione. Il fascicolo si occupa di Material Cultural Evolution, ed è stato curato da Anna Prentis. C’è anche un articolo free, di M.Kumala (“The Never-Ending Story—The Origin and Diversification of Life”) oltre all’editoriale di Eldredge (“This time we are exploring

·         evolution in non-biological systems: specifically the things that people make and use in their daily lives”).

 

13/9/11-USA

·         [da NCSE] Il National Center for Science Education USA offre una preview (PDF) del libro di Richard Conniff The Species Seekers: Heroes, Fools, and the Mad Pursuit of Life on Earth (W. W. Norton, 2011). La preview consiste nel capitolo 11 — "'Am I Not a Man and a Brother?'"

 

13/9/11-IT

·         Sabato 24 settembre 2011 alle ore 9,30 presso la Biblioteca "Fabrizio Giovenale" (Centro di Cultura Ecologica, via Fermo Corni - Parco Regionale Urbano di Aguzzano – Roma) importanti esponenti del mondo scientifico discuteranno in forma di intervista (domanda/risposta) sull’attualità del pensiero del celebre scienziato Stephen Jay Gould, uno dei più prolifici, geniali e controversi scienziati moderni. A lui si devono alcuni fondamentali contributi per l’approfondimento originale e non ortodosso della teoria dell’evoluzione di Darwin. All’evento ("Pikaia, Wiwaxia, Hallucigenia..." a 70 anni dalla nascita dello scienziato S.J. Gould)  organizzato con le Biblioteche di Roma e con il Circolo Gould, parteciperanno: Enrico Alleva, Marcello Cini, Barbara Continenza, Elena Gagliasso, Giorgio Manzi. Conduce l’incontro Giorgio Narducci. Locandina.

 

12/9/11-IT

·         [da Pikaia] Alcuni video da diversi Darwin Day 2011 (Pisa, Roma, Padova, Milano)

 

11/9/11-USA

·         Il biologo evoluzionista Jerry Coyne ricorda nel suo blog (“Stephen Jay Gould”) che ci si è quasi dimenticati che Stephen Jay Gould era nato il 10/9/1941, per cui ieri avrebbe potuto compiere 70 anni.  Il post prosegue poi con ricordi personali e critiche alle posizioni e alle idee di colui che certo contribuì allo sviluppo ma anche alla diffusione della conoscenza della biologia evoluzionistica. Anche PZ Myers, sulla scia di J.Coyne, festeggia l’anniversario sul suo blog Pharyngula.
Anche la Freedom from religion foundation ricorda S.J.Gould

 

10/9/11-SA

·         A chi fosse interessato ad approfondire la propria conoscenza dell’Australopithecus sediba di cui si parla nell’ultimo numeroi di Science, consiglio di ascoltare una discussione fra lo scopritore (Lee Berger) e il paleoantropologo Bernard Wood, o di leggerne la trascrizione (“Examining Ancient Fossils for Clues to Human Origins”).
Si eviterebbe così di parlare inutilmente di anelli mancanti e si capirebbe quali sono le caratteristiche del fossile e le conseguenze più importanti della scoperta.
Dalla discussione si capisce quanto sarebbe importante che anche chi è scettico sull’evoluzione o sui fossili si rendesse utile, andando su e giù per le alture dell’arido Sudafrica.
Lee Berger fa capire che chiunque, anche un creazionista scettico, potrebbe diventare famoso rendendosi utile scoprendo un nuovo fossile di ominina in un’area che da decenni fornisce tasselli per ricostruire la nostra storia evolutiva. Il problema è che ci sono pochi paleoantropologi sul terreno.
La novità di questa scoperta è che il fossile è stato trovato da un bambino di 9 anni, suo figlio. Questo fatto consiglia di passare a livelli più elevati di collaborazione e di diffusione e condivisione delle informazioni.

 

10/9/11-USA

·         - Non so se qualcuno è davvero interessato a rendersi personalmente conto delle differenze (ma soprattutto delle somiglianze) anatomiche fra due specie vicine; è da tempo una delle prove dell’evoluzione, oltre che essere stata per Linneo uno stimolo per impostare una classificazione gerarchica delle specie, prima involontaria dimostrazione, da parte di un creazionista, “biblico” ma davvero curioso e razionale, dei meccanismi poi intuiti e dimostrati da Darwin un secolo dopo. L’affinità fra albero tassonomico e albero filogenetico sono notevoli, tanto che la classificazione linneana, a differenza di altre ipotesi errate precedenti (come la grande catena dell’essere, i cui anelli giornalisti e creazionisti cercano invano ancor oggi, cercando di convincere a rinunciare all’evoluzione) sopravvisse a Darwin; ambedue hanno una struttura gerarchica ed è facile confondersi.
- Non so se qualcuno è interessato ad un’occasione per riflettere su uno dei “misteri” della biologia che gli antievoluzionisti trascurano senza alcun imbarazzo, rifiutandosi di capire come sia ovviamente centrale per chiunque voglia occuparsi di biologia e di evoluzione biologica, la spiegazione del passaggio da una singola cellula, lo zigote, ad una struttura estremamente complessa, quasi mai perfetta, dotata di enorme variabilità intraspecifica, e comunque funzionante.
- Non so se qualcun altro è già conscio di queste differenze e dei meccanismi della biologia dello sviluppo, ma vuole solo rendersi conto dei problemi che sorgono quando si vogliono descrivere, analizzare e confrontare strutture tridimensionali.
- Per tutti coloro che fossero incuriositi e interessati a mettere il naso (ma soprattutto gli occhi) su una specie con cui abbiamo un “recente” (6 milioni di anni?) antenato in comune, è da oggi disponibile uno "Chimpanzee Skeletal Digital Atlas (Pan troglodytes)" (da installare liberamente sul proprio PC). Per confronto possiamo aprire anche il Digital Atlas of the Human Skeleton [meglio indicare la cartella in cui installarlo!].
Se qualcuno si divertisse anche …. può passare al sito eSkeletons dell’Università di Austin, dove, giocando (anche da casa) al piccolo Darwin o al piccolo Wallace, scoprirà da sé, inevitabilmente e magari senza volerlo, la spiegazione dell’evidente connessione che soprattutto nei primati c’è fra tassonomia, speciazione e biogeografia.
[Certo non è difficile conoscere e capire la realtà in un mondo in cui non ci sono più solo i mappamondi sferici…]

 

9/9/11-NZ

·         Iniziati il 6/9/11, si sono conclusi oggi ad ad Auckland, in Nuova Zelanda  i lavori del Pacific Islands Forum meeting. Il 7 settenbre si è tenuto il quarantaduesimo Pacific Islands Forum, seguito il 9 settembre  dal Post-Forum Dialogue con i partner per lo sviluppo della regione.  Ad  Auckland sono presenti oltre 500 delegati e rappresentati 175 media. I lavori del forum sono stati aperti il 6/9 dal ventesimo  meeting dei leader degli Smaller Island States (Sis), di cui fanno parte  Isole Cook, Isole Marshall,  Kiribati, Nauru, Niue, Palau e Tuvalu.  Il Sis leaders' meeting ha subito ribadito che «il cambiamento climatico rimane una sfida travolgente per il perseguimento dello  sviluppo dei piccoli Stati Insulari»
Com’è comprensibile, per questi arcipelaghi, il problema dell’innalzamento dei livelli marini non è una questione accademica, né può essere una consolazione per loro sapere che lungo le coste della Groenlandia stanno liberandosi dalla morsa dei ghiacci, e si renderanno disponibili, isole finora sconosciute.
Ban-Ki-Moon, segretario generale dell’ONU, per la prima volyta da 40 anni presente al Forum, ha detto che Kiribati è «al fronte, in prima linea sul cambiamento climatico. Ho visto di persona le reali minacce che stanno avendo un impatto sulla gente. La gente ha paura per il proprio futuro, in particolare i giovani, Esorto i leader mondiali ad agire ora. L'alta marea dimostra che è giunto il momento di agire. Ero così sorpreso di vedere l'impatto di queste alte maree, che inondano i villaggi e le strade. Questo può essere evitato, se agiamo ora. Dobbiamo vivere con la natura, ma se usiamo la nostra saggezza e agiamo ora possiamo vivere in armonia con la natura. Questo è il messaggio che porterò all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che porterò a dicembre a Durban ai negoziati dell'United Nations framework convention on climate change (dal 28/11/11), che porterò al summit Rio +20 il prossimo anno» (4-6 June 2012).

 

9/9/11-USA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

·         [da NCSE] Negli USA è stato pubblicato un nuovo sondaggio di opinione sull’evoluzione umana, con risultati in parte consolanti e in parte sconsolanti. Il sondaggio è stato realizzato dalla Fox News e la domanda è così formulata: Which do you think is more likely to actually be the explanation for the origin of human life on Earth (quale pensi sia oggi la spiegazione più probabile per l’origine della vita umana sulla terra?).
La parte consolante del risultato deriva dalla comparazione con i risultati ottenuti nel 1999 dalla le stesse domande
. Si scopre così che è aumentata ben del 6% la percentuale del 15% di americani che nel 1999 credevano nella “teoria dell’evolutione descritta da Darwin e da altri scienziati”. Se non avvengono miracoli nei prossimi 81 anni, si dovrebbe quindi arrivare al 100%. Contemporaneamente scendono del 5% (dall’incredibile livello del 50%) gli americano che credono che sia vero il racconto della Bibbia. Sconsolante che il 27% degli americani (e la cifrea rimane costante!) crede che … ambedue le spiegazioni siano vere; una situazione davvero improbabile, che fa dubitare della serietà delle risposte.
L’accenno ai miracoli si spiega con il fatto che sono ambedue al 20% le percentuali di americani che amano le spiegazioni razionali: sia quelli che credono alla teoria dell’evoluzione, sia quelli che credono che la buona salute NON dipenda dai miracoli, per cui sembra probabile che un eventuale aumento dei miracoli non aiuterebbe a convincere ogni decennio  a ridursi la percentuale del 77% di americani che ancora credono che le preghiere servano per ottenere una buona salute …

·         Nel più recente post (“Synchrotron illustration”) del suo blog, l’antropologo J.Hawks butta li’ in poche righe un’informazione che, se “espansa” e chiarita, mette in connessione alcuni aspetti della realtà che stanno venendo in luce in questi giorni, permettendo anche, meglio che se leggessimo i fondi di caffè, di predire il futuro giudicando la razionalità delle scelte attuali.
Si tratta del confronto di due immagini di una sezione del cranio fossile MH1, tratte da uno degli articoli appena pubblicati sull’Australopìithecus sediba; una ottenuta con una TAC medica e l’altra con un sincrotrone, quello europeo di Grenoble.
E’ evidente come una risoluzione 10 volte migliore (è di 45 invece che di 450 micron il lato di ogni pixel 3D) fornirebbe possibilità di analisi incredibilmente migliori se volessimo e potessimo ri-analizzare con questo incredibile (ma costoso) strumento anche le altre migliaia di fossili che documentano l’evoluzione.
Questi miglioramenti tecnici richiederebbero decisioni rapide sull’accesso al materiale paleoantropologico, da sottoporre alle migliori analisi possibili, i cui risultati sarebbero da mettere immediatamente a disposizione di un maggior numero di ricercatori, anche allo scopo di costruire un archivio utile per analisi comparative. Il campo della genomica, dove si gesticono archivi di dati molecolari condivisi è certo un ottimo modello, anche se il trattamento di dati numerici che descrivono una struttura lineare crea meno problemi rispetto alla rappresentazione di strutture tridimensionali come sono anche i fossili.
Non ho idea di quanto costi un sincrotrone (su ebay ancora non se ne trovano) ma sembra che il costo si aggiri sulle centinaia di milioni di euro, a cui aggiungere 80 milioni all’anno di gestione, come avviene per il sincrotrone europeo di Grenoble; proprio in questi giorni però ci informano che chi riesce a disporre di cifre elevate esentasse sembra non ami investire in sincrotroni o in altri strumenti capaci di fornire quella marcia in più (come evidenziato dalla foto) che garantirebbe la continuazione dell’evoluzione culturale umana in un secolo in cui si prospettano difficoltà nelle relazioni sostenibili con l’ambiente e nei confronti con culture che vengono da ambienti e storie con priorità diverse.
Certo i migliori tre sincrotroni (sui 50 esistenti) sono per ora in Europa, USA e Giappone, ma per progettare un futuro migliore servirebbero leader e modelli ideali capaci di suscitare interessi e obiettivi di carattere collettivo

 

9/9/11-IT

·         Sull’Espresso di questa settimana si può leggere un’intervista a Frans de Waal (“Una scimmia per amico”) in vista della "Settima Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza" che si terrà a Venezia tra il 18 e il 20 settembree a cui parteciperà. E‘ dedicata a una delle più grandi frontiere della ricerca scientifica: "La Mente: essenza dell'umanità". Per conoscere le modalità di iscrizione e scaricare il programma completo, visitare il sito  www.thefutureofscience.org. Ultimi giorni per iscriversi.
Nell’intervista de Waal fa capire le incredibili e imprevedibili scoperte effettuate negli ultimi decenni studiando la complessità e la variabilità del comportamento dello scimpanzé e del bonobo; le scoperte più sconcertanti sono arrivate dal comportamento connesso con emozioni, empatia, solidarietà. Un tempo erano parole tabù, se riferite ad animali. Oggi per i primati ma soprattutto per gli scimpanzè si parla tranquillamente di altruismo e moralità, tanto che ci stiamo dimenticando che fino a pochi decenni fa era difficile evitare di evocare il ruolo dell’istinto.
Per chi non potesse andare a Venezia, non c’è da preoccuparsi, basta andare in libreria: L'età dell'empatia (2011), Primati e filosofi (2008), La scimmia che siamo (2006), Naturalmente buoni (2001). Ma se ci si accontenta, non mancano nemmeno i video.

·         Piuttosto deprimente l’articolo comparso oggi sul Sussidiario (“L'anello mancante? L’esperto: non basta un manufatto per dire "uomo"“) , soprattutto per la parte di cui è responsabile l’intervistatore, che infila imprecisioni (ma anche errori) una dopo l’altra (“l’annuncio del fatto che si tratti dell’anello mancante”, “l'esempio più antico mai scoperto di ominide”, “l’Australopithecus era considerato il progenitore della razza umana”, “pollici opponibili” [ci sono da 50 milioni di anni!], “L’Homo habilis aveva una capacità cranica superiore ma di poco”, “le conoscenze mancanti sono ancora troppe” [ma non per rimanere antievoluzionisti…]).
Le risposte del biochimico intervistato sono quantomeno prudenti, viste le diverse competenze, anche se netto è il rifiuto di ragionare sul termine creazionista, ed ora giornalistico, “anello mancante” proposto dall’intervistatore (“Quello dell’anello mancante è una sorta di tormentone che ciclicamente torna”) ma anche di ragionare in termini finalistici (“L’evoluzione comporta una variazione di forme che avviene non in modo graduale e continuo, ma secondo dinamiche complesse e imprevedibili”).
Dovrebbe essere banale capire che da quando Darwin ha indicato che l’evoluzione non era rappresentabile da una scala o una catena ma da un corallo (o da un albero o un cespuglio, come proposto successivamente da altri), da 150 anni nessuna persona acculturata dovrebbe più parlare di inesistenti anelli, né cercarli (presenti o assenti che siano) in quanto non solo fornisce un’immagine che impedisce di capire il fenomeno, ma dimostra immediatamente di non aver capito (con le inevitabili conseguenze di cui non si può poi lamentare).
Spiace ma non stupisce che le sue parole siano state riprese e distorte dagli antievoluzionisti, che davvero non riescono a capire come si maneggia il metodo scientifico (con le inevitabili conseguenze di cui non si possono poi lamentare).

·         Sempre sul Sussidiario, il quotidiano on line di CL, un’intervista all’antropologo bolognese F.Facchini sull’ultimo libro di T.Pievani (“La vita inaspettata”) sugli aspetti più utili e stimolanti della teoria dell’evoluzione: “L’etica "inaspettata" di un evoluzionista

 

8/9/11-SA

 

 

 

 

·         Come riferisce anche Repubblica in un articolo con un titolo (“Ominide di 2 milioni di anni fa più vicino antenato dell'uomo”) certo già usato precedentemente per tanti fossili anche se di diversa età  [deprimente l’uso dell’equivoco termine creazionista ‘anello mancante’, ma ci si consola con la foto bella e originale!]), Science pubblica oggi numerosi articoli su un reperto fossile (Australopithecus sediba) scoperto a Malapa in SudAfrica dal giovane Matthew Berger.
Lee Berger, responsabile del gruppo di ricerca, ricorda certo con paterna soddisfazione il momento e il giorno in cui sentì la voce di Matthew, 9 anni, che gli annunciava: “Dad I found a fossil!”.
L’analisi del reperto continuerà ancora a lungo, magari concentrandosi anche sull’incredibile sospetto della presenza di una zona di tessuti forse non fossilizzati, citato qui sotto in data 3/9. Il reperto, di 2 milioni di anni s'inserisce, proprio in una delicata fase di passaggio dal genere Australopithecus al genere Homo, il cui primo esponente (Homo/Australopithecua habilis, di cui abbiamo – anche se L.Berger lo contesta! - reperti più antichi rispetto all’A.sediba) rischia sempre di essere ricacciato nel genere Australopithecus nonostante siano presenti almeno due forme. Nell’articolo di Repubblica il paleoantropologo G.Manzi fa notare come invece questo reperto sollevi il dubbio che ce ne sia una terza: "Vista la cronologia, però, si potrebbe considerare A.sediba già come una forma primitiva di Homo”.
Sarà più difficile che dovremo cambiare genere all’H.habilis…? Forse. Uno degli articoli su Science (“
Paleoanthropologist Now Rides High On a New Fossil Tide”) fa capire come sarebbe invece importante per Berger, già coinvolto in polemiche per altri suoi reperti, che si attribuisse il genere Homo solo al suo reperto …
Nella pagina di Science si può vedere anche una scansione del cranio, che permette di dimostrare come oggi si sia molto prudenti nel ripulire i reperti fossili dal materiale che li circonda. Le tecniche oggi a disposizione permettono infatti di studiare anche il materiale che circonda un reperto e che prima poteva essere eliminato solo con metodi invasivi. Qui foto dal sito web del National Geographic,
L’aspetto importante di questa scoperta è comunque il fatto che le diverse zone dell’Africa (le poche che ci forniscono fossili…) risultano sempre più affollate di forme (specie e sottospecie) con caratteristiche diverse; sembra di trovarsi in un laboratorio in cui si sperimentano (interagendo con decine di ambienti diversi) nuove e diverse strade per uscire da quel cespuglio affollato e aggrovigliato che era l’Africa fra 2.5 e 2 milioni di anni fa.
Come sappiamo, due furono le soluzioni “vincenti” che riuscirono a superare la barriera dei due milioni di anni: l’Homo ergaster e le forme robuste del genere Australopithecus (A.boisei e P.robustus).

 

7/9/11-UK

·         Un articolo di C.Neylon (“Time for total scientific openness”) riprede ed espande i ragionamenti che da anni angosciano i paleoantropologi (che per ora non credono vantaggioso condividere il prezioso materiale che scoprono e su cui si basano le loro carriere scientifiche e umane). L’articolo cita un’indagine che la Royal Society sta svolgendo sull’argomento.
Qualcosa si sta finalmente movendo: le dimensioni limitate e gli scarsi finanziamenti (e quindi la limitata efficienza e competenza dei singoli gruppi di ricerca) hanno convinto Lee Berger a proporre recentemente il Malapa Soft Tissue Project di cui si è scritto qui il 3/9.
Per chi volesse capire come la situazione sia quasi drammatica in paleoantropologia, dal punto di vista del progresso e dell’efficienza della ricerca (“The real problem is that twenty to thirty years after many fossils are uncovered, there is no cast availability, little public data access, few financial accommodations to make such access possible”), basta leggere questo post di J.Hawks del 2009 (“Fossil access editorial”)  che cita un articolo uscito allora su Scientific American: "Fossils for All: Science Suffers by Hoarding".
Proprio in questi giorni a Roma si parla di problemi simili in un workshop internazionale di cui sarebbe interessante conoscere – magari al convegno di Torino della settimana prossima - eventuali risultati (THE FUTURE OF BEFORE: A workshop to discuss themes of repatriation and application of high technologies to the study of human biological specimens from European anthropological collections).

 

7/9/11-USA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

·         E’ sempre un piacere scoprire che si realizzano nuovi documentari che raccontano la difficile vita dei primati e … dei primatologi che, nelle foreste o in altri ambienti tropicali studiano la vita delle diverse centinaia di specie di primati oggi esistenti, analizzando le relazioni con l’ambiente in cui vivono, le modalità di adattamento all’ambiente arboricolo e le relazioni di queste specie, al vertice delle piramidi alimentari, con le altre specie con cui interagiscono per garantire la sopravvivenza di ambienti a rischio.
Un post nel blog Green (“Plight of the Lemur: A Movie”) presenta uno dei video più recenti sulle strepsirrine, il gruppo di primati più arcaici (“Trouble in Lemur land”); si racconta la vita di un gruppo di silky sifaka (Propithecus candidus) presenti nel Marojejy National Park in Madagascar (mappa).

Il film segue il lavoro del primatologo americano Eric Patel, che studia da un decennio questi Sifaka a rischio di estinzione (ne sopravvivono 300/2000 esemplari) ma che, per garantire la loro sopravvivenza, contribuisce anche a migliorare la situazione economica delle popolazioni locali, invitando alla collaborazione partecipata anche chi potrebbe dare una mano anche da lontano.
Il video mostra chiaramente la drammatica situazione delle foreste malgasce e perfino delle aree a parco nazionale, che dovrebbero essere protette; il momento attuale di crisi economica e politica rende molto difficile il controllo del territorio e della legalità, come si vede anche nel video.
Davvero impressionanti le scene che mostrano il modo primitivo con cui procede la deforestazione che sta distruggendo il parco, gestito da individui (per ora, per fortuna…) male organizzati e peggio equipaggiati.
Una pagina web del parco nazionale (News updates) sembra però più ottimista sulla situazione attuale, che dal 2010 starebbe migliorando rispetto al 2009, quando dominava la “mafia del redwood” che vediamo all’opera nel video; da notare la utilizzazione dei sifaka in via di estinzione anche come risorsa alimentare (il bushmeat convive con le pratiche di deforestazione).
Qui la pagina web dei video di Eric Patel, che contiene anche Angels of the Forest: Silky Sifaka Lemurs of Madagascar.

[A proposito di “green” … perché non dedicare i prossimi 48’ al film “GREEN”, che mostra le conseguenze della deforestazione nel Borneo/Kalimantan sulla biodiversità e sulle economie occidentali? Her name is Green, she is alone in a world that doesn't belong to her. She is a female orang-utan, victim of deforestation and resource exploitation”]

·         Scientific American oggi (“Should Captive-Bred Chimpanzees Have Full Endangered Species Act Protection?”), e Science il 31/8, forniscono la notizia interessante  sull’ipotesi, in corso di esame da parte dell’ U.S. Fish and Wildlife Service (FWS), di inasprimento del sistema di protezione degli scimpanzé in cattività negli USA. Sono l’unico paese (insieme al Gabon) che ancora autorizza l’uso degli scimpanzé per la sperimentazione (sarebbero ancora 1000 quelli utilizzati, secondo un articolo del Washington Post del 14/8/11: “Chimpanzee research an endangered species as experts debate usefulness, ethics”).
L’ipotesi (“U.S. Fish and Wildlife Service Initiates Review of the Chimpanzee’s Status”, del 31/8) è di passare anche gli scimpanzé in cattività dallo stato di “minacciati” a quello di “endangered-in pericolo”, come sono considerati oggi gli scimpanzé in natura. Questa modifica, richiesta da numerose associazioni (The Humane Society of the United States, the American Association of Zoological Parks and Aquariums, the Jane Goodall Institute, the Wildlife Conservation Society, the Pan African Sanctuary Alliance, the Fund for Animals, Humane Society International, and the New England Anti-Vivisection Society) avrebbe anche l’effetto di impedire l’uso dei circa 250 scimpanzè usati per l’intrattenimento (film e spot pubblicitari soprattutto).
Fra l’altro questo uso “ricreativo” degli scimpanzé altera fortemente nel pubblico la percezione del livello di rischio di estinzione di questa specie (come dimostra un articolo recente su Plos One: “Specific Image Characteristics Influence Attitudes about Chimpanzee Conservation and Use as Pets”). Lo si è potuto verificare poco prima dello scorso Natale anche in Italia. In quel periodo associazioni animaliste come ENPA o LAV – di solito apprezzate - osarono contestare l’uso di uno scimpanzé addestrato e condizionato nel film “La banda dei babbi Natale”. I commenti dei cinefili (… ma forse anche cinofili) erano di questo tipo, anche se ora non sono più conservati da altre pagine web. Si capisce la difficoltà di capire l’evoluzione biologica o le specie a rischio di estinzione … o il lavoro di chi, come Eric Patel, in questi ultimi decenni ha permesso di capire quali importanti somiglianze ci siano fra l’Homo sapiens e questa specie, che scopriamo ogni anno sempre più simili alla nostra.

 

6/9/11-UK

 

 

·         L'attrice Angelina Jolie partecipa al film Jane’s Journey, un film che celebra la vita e il lavoro della primatologa più famosa, Jane Goodall, che ha oggi 75 anni. Jane’s Journey verrà presentato in alcuni teatri il 27 settembre – alla presenza di Jane Goodall . Trailer - Website. A cominciare dal 23/9, quando uscirà negli USA un film sulla nostra specie “minacciata” dai nostri cugini scimpanzè

 

6/9/11-USA

·         Una pagina web della Washington University recensisce il volume 'Origins of Altruism and Cooperation' (Springer, 2011, Series: Developments in Primatology: Progress and Prospects,), edito by Robert W. Sussman, PhD, and C. Robert Cloninger, MD. Nell’indice del libro si nota il contributo di T.Pievani, con un capitolo dal titolo: “Born to Cooperate? Altruism as Exaptation and the Evolution of Human Sociality”. Gratuitamente sono disponibili le pagine dell’introduzione alla prima parte (“Cooperation, Altruism, and Human Evolution”), scritte da Ian Tattersall,

 

5/9/11-USA

·         [da J.Coyne] Amazon USA offre (ancora per quante ore?) un recente ebook di biologia evoluzionistica (E.Koonin: “The Logic of Chance: The Nature and Origin of Biological Evolution”) per $0.00. NB: Molta biologia molecolare.
Puo’ essere scaricato anche da chi ha (o installa) software per leggere ebook in formato Kindle (PC, Mac, iPad, Android, no BB). Visto che non costa nulla, può essere scaricato da chi vuole avere una rapida impressione di quel che rimane oggi del pensiero originale di Darwin, che qualcuno ritiene utile continuare a criticare.

·         Chi insiste su questioni ormai superate potrebbe invece, seguendo il suggerimento di questo articolo di Nature (“Human ancestors interbred with related species”) e di un altro di Scientific American, cercare di capire l’articolo pubblicato oggi su PNAS: “Genetic evidence for archaic admixture in Africa”, che dimostra che 35000 anni fa in Africa sia avvenuto l’incontro dei nostri antenati Homo sapiens con un’altra specie di Homo.
Da qualche anno abbiamo qualche serio dubbio che recentemente siano esistite specie (come l’Homo floresiensis) che vivevano contemporaneamente al sapiens. Il dubbio che siano potute esistere altre specie di Homo quindi non sarebbe così sconvolgente, come non lo sarebbe anche l’ipotesi di uno scambio di materiale genetico avvenuto prima dell’estinzione dell’altra specie (ne abbiamo ormai le prove sia per i neandertaliani non africani che per i recentissimi denisovani, scoperti sui monti Altai).
Vorremmo però essere sicuri che questi nuovi lavori, che si basano sulla conoscenza, finalmente possibile, delle sequenze anche delle zone non codificanti del genoma, possano davvero certificare gli scambi di materiale genetico ma anche il periodo in cui sono avvenuti. Il materiale di sopporto alla ricerca è disponibile qui, mentre il lavoro completo, e protetto, è qui.    
Una prima discussione si può trovare nel blog dell’antropologo Dienekes

 

3/9/11-USA

 

·         Una scoperta unica richiede una risposta originale e unica. Della scoperta di fossili appartenenti ad un gruppo di “Australopithecus sediba” si è occupato anche il numero di agosto del National Geographic. La grande novità è il serio dubbio che questi fossili di 2 milioni di anni fa contengano materiale biologico non fossilizzato, tessuti molli mineralizzati. A questa novità lo scopritore del sito, Lee Berger risponde, come riporta J.Hawks nel suo blog (“Announcing the Malapa Soft Tissue Project”), con una proposta di partecipazione alla ricerca (“Malapa Soft Tissue Project”), raccogliendo idee a priori piuttosto che critiche o dubbi a posteriori, come avviene di solito.
Lavorare su materiale unico (qui il CT scan del cranio MH1, denominato Karabo) crea sicuramente preoccupazioni uniche e rischi unici: (“Much of the criticism of other surprising fossil discoveries has been fueled by their secrecy.
Science done by a closed process means fewer eyes looking at data, and too many chances for errors to pass unnoticed. Unnoticed, that is, until publication. Then, a firestorm of controversy may erupt as the scientific community at last examines the methods and results closely. In anthropology, the most critical errors are often missed comparisons -- sometimes simple things that a research team could have looked at, if they had only thought of it. An open process has the chance of improving research by broadening it. We want stronger, clearer results, and we want to anticipate every important criticism. If a significant comparison can be added by people who have the right tools, why not get those people involved? If we stand a chance of finding those people by making the process more open, why not do it?”).
Da anni i paleoantropologi cercavano di trovare una soluzione ai tempi sempre più lunghi necessari per aspettare di poter leggere gli articoli che descrivevano le scoperte più interessanti.
Recentemente, nel caso dell’H.floresiensis, si era arrivati perfino al sequestro di fossili, ma è certo assurdo che, di fronte all’accelerazione che vive oggi la scienza e la ricerca, i paleoantropologi debbano aspettare anni prima di poter conoscere i dettagli (e magari non solo quelli) di una scoperta. 

·         Dopo una caccia al tesoro organizzata il 1/9 (“Pop quiz: early eugenics critic”) sul blog Panda’s Thumb, il 3/9 Nick Matzke (dell’National Center for Science Education) ha infine svelato la soluzione (“Clarence Darrow’s (1926) essay “The Eugenics Cult” now online”).
Da qualche anno circolava, ma in ambiti ristretti, un testo molto critico verso l’ideologia e le pratiche eugeniche (positive ma anche negative) che negli USA coinvolsero sia ambienti politici che ambienti religiosi (i metodisti in particolare, che nel 2008 ammisero le loro responsabilità per gli errori commessi dal 1910 al 1970).
In quel periodo negli USA furono sterilizzati circa 60000 individui non consenzienti. Anche se si cominciò in Virginia nel 1907, la principale legge utilizzata (
"Model Eugenical Sterilization Law" venne proposta da Harry Laughlin (Assistant Director of the Eugenics Record Office, Carnegie Institution of Washington, Cold Spring Harbor, Long Island, New York) e applicata in numerosi stati USA – 15 nel 1924, ma diventarono 24 nel 1956 e rimasero 20 ancora nel 1980.
La legge Laughlin venne anche esportata in un paese europeo (“
In 1933, Hitler’s Nazi government used Laughlin’s Model Law as the basis for their sterilization law that led to the sterilization of some 350,000 people”); e venne apprezzata, tanto che H.Laughlin ottenne una laurea ad honorem dall’Università di Heidelberg nel 1936 per il suo contributo agli studi di ’igiene razziale’ (qui la lettera di accettazione inviata al rettore per scusarsi dell’impossibilità di presenziare; la laurea gli fu poi recapitata a casa). Se in Europa nel dopoguerra ovviamente sparì qualsiasi riferimento all’eugenetica, negli USA le leggi sopravvissero fino agli anni ’80, anche se applicate sempre meno.

Ora tutti possono facilmente leggere on line “The eugenics cult” (da The American Mercury, Volume VIII, Number 30, June 1926), scritto da Clarence Darrow, il famoso avvocato che nel 1926 sostenne con successo (soprattutto mediatico e culturale, visto che la condanna arrivò comunque…) la difesa nel processo a John Scopes, il giovane supplente che venne accusato di violare la legge (il Butler Act) che impediva di parlare di evoluzione a scuola, sia a Dayton (nel Tennessee, dove si svolse il processo), che in una ventina di altri stati USA.
Come si augurano su Panda’s Thumb, “Hopefully the IDists/creationists will never be able to mention Darrow and eugenics in the same sentence again, without being sent a link to this essay”.

Fra le frasi migliori e più chiare, “anche” se scritte da un avvocato..: “We know something about biology. We know a little about eugenics. We have no knowledge of what kind of man would be better than the one that Nature is evolving to fit the environment which he cannot escape. We have neither facts nor theories to give us any evidence based on biology or any other branch of science as to how we could breed intelligence, happiness or anything else that would improve the race…. In an age of meddling, presumption, and gross denial of all the individual feelings and emotions, the world is urged, not only to forcibly control all conduct, but to remake man himself! Amongst the schemes for remolding society this is the most senseless and impudent that has ever been put forward by irresponsible fanatics to plague a long-suffering race”.

Da notare che il documento dei metodisti del 2008 (“
An Apology for Support of Eugenics”) coinvolge un altro avvocato presente nel processo Scopes, uno di quelli dell’accusa però: “Conservative Rev. Clarence True Wilson, the General Secretary of the Methodist Episcopal Board of Temperance, Prohibition and Public Morals, and the man chosen to debate Clarence Darrow after William Jennings Bryan’s death, believed that only the white Aryan race was the descendent of the lost tribes of Israel”.
Sembra che negli anni ’20, mentre nuvole tempestose si addensavano sull’Europa, non fossero proprio gli evoluzionisti a suggerire a Hitler il modo migliore per ottenere l’impossibile (e inutile) purezza etnica. 

 

3/9/11-IT

·         [da Pikaia] Su PikaiaChannel una nuova serie di video dal Darwin Day 2008: la presentazione del libro “L’evoluzione in quattro dimensioni” di Eva Jablonka è l’occasione per introdurre una visione pluralista dell’evoluzione. Era stata pubblicizzata il 2/4/11 l’introduzione al convegno del 2008 fatta dell’assessore V.Sgarbi, con il racconto della sua scoperta dell’importanza del Museo di Storia Naturale di Milano, di cui era da tempo responsabile. Piuttosto originali le opinioni sui “fanatici neocreazionisti”, nonché su Darwin e il possibile inserimento dell’”evoluzionismo” in una visione aggiornata della teologia (“l’evoluzionismo è una branchia del creazionismo”). Per altri no, ma per questo intervento potrebbe essere utile imparare come trasformare in MP3 i video di YouTube.
Qui tutti i video caricati su Pikaia Channel. Giustamente oggi M.Ferrari nel suo blog Leucophea (“Darwin day”) sottolinea l’utilità della pubblicazione dei video dei Darwin Day di Milano. In italiano c’è in effetti poco materiale video, rispetto a quello disponibile (anche documentaristico di ottima qualità – non mi riferisco alla risoluzione video …) soprattutto in lingua inglese.

 

2/9/11-IT

 

·         [da Gravità Zero] LA MENTE: ESSENZA DELL'UMANITÀ. A Venezia, tra il 18 e il 20 settembre, si svolgerà la "Settima Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza" con numerosi ospiti italiani ed internazionali. La settima edizione della World Conference on the Future of Science è dedicata a una delle più grandi frontiere della ricerca scientifica: "La Mente: essenza dell'umanità". Per conoscere le modalità di iscrizione e scaricare il programma completo visitare il sito  www.thefutureofscience.org. Ultimi giorni per iscriversi.

 

1/9/11-IT

·         [da Gravità Zero] ASPETTANDO LA NOTTE DEI RICERCATORI. Mentre attendiamo la Notte dei Ricercatori (prevista per  il 23 settembre 2011 nelle principali città italiane ed europee), sul canale YouTube nottedeiricercatori si susseguono le interviste ai principali protagonisti dell'edizione.

 

 

AGOSTO 2011

30/8/11-IT

 

 

·         Dal 21 al 24 ottobre si terrà a Torino il XIX Congresso dell'Associazione Antropologica Italiana (1961-2011: CINQUANT’ANNI DI CONGRESSI. PASSATO, PRESENTE E FUTURO DELL’ANTROPOLOGIA [BIOLOGICA]). Molto interessante il fatto che sia stata organizzata ad Asti il 23 pomeriggio una Sessione Speciale "Biologia ed evoluzione dei Primati" che permetterà di gestire la maggiore interdisciplinarità delle ricerche sui primati, le specie a noi più vicine sia tassonomicamente (soprattutto negli ultimi anni) che filogeneticamente. Per chi volesse ripassare: si prepari sulla tassonomia degli Hominidae.
Qui è disponibile il programma delle giornate.
Il congresso si aprirà il 21 con interventi di F.Facchini (Caso e finalità nell’evoluzione), B.Chiarelli (Lo sviluppo delle concezioni evoluzionistiche nelle discipline antropologiche in Italia), M.Masali e R.Grilletto (1961-2011: mezzo secolo di Antropologia da Torino a...Torino).
Caso e finalità nell’evoluzione umana potranno probabilmente essere verificati già alle 11, nella prima relazione scientifica (Brigitte Senut - 50 ans de débat sur les origines de notre bipédie), che aprirà il convegno ad una prospettiva culturalmente, geograficamente e storicamente molto ampia, all’interno della quale si potranno anche verificare le premesse e i vincoli certamente esposti nelle relazioni introduttive, più legate al contesto culturale dell’antropologia biologica italiana:.
Non dimentichiamo che il 15/1/11 la nomina di Werner Arber (biologo molecolare evoluzionista e premio Nobel) all’Accademia Pontificia ha certamente indicato anche ad alcuni scienziati l’urgenza e la possibilità (se non la necessità, De Mattei permettendo) di un possibile ruolo diverso, da protagonisti grazie alle loro competenze, anche in contesti finora apparentemente poco interessati ad approfondire i meccanismi evolutivi.
Nel suo documento del 2008 “Statement on my view on biological evolution”, in cui difende il suo “neodarwinismo” e la sua professionalità, W.Arber parla di variazioni genetiche spontanee (“A number of different specific molecular mechanisms contribute to spontaneous genetic variation.
Together with non-genetic elements specific gene products are thereby involved as variation generators and as modulators of the rates of genetic variation. These are established facts that are based on experimental evidences and that are valid for the course of biological evolution as it works today in living organisms… In our civilization, both scientific knowledge and religious beliefs contribute essentially to our orientating knowledge, but these two sources of our worldview should not be intermingled.”) fa capire che forse oggi è più apprezzato di chi scrive, come se i secoli e le persone intelligenti passassero invano “ritengo che la comparsa di un essere intelligente e autocosciente sulla Terra è il punto d’arrivo, attraverso i processi evolutivi, dell’opera e del volere di un architetto”.
Lo racconta proprio oggi M.Ferrari nel suo blog Leucophea, in un post dal titolo fra il depresso-sconcertato e l’ironico (“
Ne sentivamo il bisogno”), commentando un libro (“Siamo soli nell'Universo?”) del fisico E.Sindoni in cui si tocca lo stesso tema dell’intervento iniziale previsto a Torino.
Come dimostrato
nel post del 27/8 qui sotto, W.Arber e l’Accademia Pontificia si stanno muovendo con le loro competenze in molte direzioni, compresi i temi ambientali (“Il destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”) a cui anche E.Sindoni è professionalmente interessato (“Ambiente: catastrofismo o reali pericoli?”).
[Qualche preoccupazione per certe associazioni ambientaliste comunque c’è: i dinamici Svipop e CESPAS (Charta dei cristiani per l’ambiente, Le bugie degli ambientalisti, Che tempo farà), di cui era un consulente ancora nel 2007, sembrano scomparsi …o congelati]

 

29/8/11-USA

·         Nel blog Dispatches from the creation wars il giornalista Ed Brayton, cofondatore del blog evoluzionista Panda’s Thumb, cerca di spiegare con parole semplici ad un creazionista USA, Glenn Beck, uno dei motivi per cui la disposizione dei fossili che vengono ritrovati può essere razionalmente spiegata solo dagli evoluzionisti (“what I have long called my creationist challenge. To me, the most powerful line of evidence for evolution is what is called biostratigraphy - the order in which life forms appear in the fossil record”).
Riuscirà con la sua sfida a convincere il 60% degli americani che ancora non ci credono?

·         A proposito di Panda’s Thumb, il 25/8 il blog ci ricorda che il mondo va avanti e che non tutti gli obiettivi vengono raggiunti: sono ormai passati già più di 20 anni dalla ri-nascita dell’ipotesi dell’Intelligent Design del reverendo Paley ed è utile fare il punto della situazione (“Does the intelligent design movement need to be demolished and rebuilt?”). E’ giusto quindi verificare (con soddisfazione) che “few (if any) of its stated and implied goals and plans have thus far come to fruition”.
D’altronde il loro documento programmatico (The Wedge Strategy) elencava proprio obiettivi quinquennali e ventennali (qui una sintesi).
Anche qualche sostenitore dell’ID comunque si preoccupa ed ha alcune proposte da far discutere, come l’autore del blog How to debate evolution nel suo post del 21/8: ”Towards a Better Version of ID – A Manifesto”.

 

28/8/11-IT

 

 

 

 

 

 

·         Come si può verificare, nella notizia sottostante ho sottolineato come Luigi Luca Cavalli Sforza sia oggi uno degli autorevoli membri dell’Accademia Pontificia delle Scienze (e uno dei pochi italiani). Con lui in Accademia Pontificia ci sono numerosi altri biologi evoluzionisti, a cominciare dal nuovo presidente dell’Accademia, Werner Arber.
Dal 10 Novembre 2011 al 19 Febbraio 2012, grazie anche ad un coinvolgimento del Presidente della Repubblica, presso il Palazzo delle Esposizioni e le Scuderie del Quirinale, “Codice - Idee per la Cultura” allestirà la mostra “Homo Sapiens. La grande storia della diversità umana, curata proprio da Luigi Luca Cavalli Sforza, ex-docente a Parma e Pavia ed oggi emerito della Stanford University, insieme a Telmo Pievani, dell’Università degli studi di Milano Bicocca.
Sarà una mostra internazionale dedicata all’esplorazione della storia profonda della diversità umana e all’esaltante avventura del genere Homo, seguendo le rotte della sua diffusione nei 5 continenti, lungo un percorso durato poco meno di 200.000 anni.
Il percorso espositivo si sviluppa attraverso l’esibizione e la spiegazione di preziosi originali, fossili e manufatti provenienti dalle culle dell’umanità, arricchite dagli allestimenti interattivi che portano i visitatori a interagire con le ricostruzioni e i modelli.
Sarà quindi un’occasione per capire l’intreccio della storia evolutiva della nostra specie con il dibattito sugli attuali modelli che cercano di spiegare l’evoluzione biologica. La mostra presenterà i dati che conosciamo sulla nostra specie e su quelle a noi vicine, sia quelle attuali che le circa 15/20 specie che costituiscono il cespuglio da cui 200000 anni fa è uscito l’Homo sapiens, l’unica specie di ominino attualmente vivente.
Si potranno acquisire le informazioni necessarie per ottenere risposte a domande che da secoli ci intrigano ma che solo da pochi anni si può cominciare anche a capire correttamente (Quali sono le ragioni che hanno portato alla diversità, quali i rapporti tra i geni, le popolazioni e le lingue?).

La città di Roma, ma anche il vicariato, che si sta attualmente impegnando proprio in questo campo anche creando semplici strumenti didattici per diffondere nelle sue scuole cattoliche le basi teoriche dell’attuale biologia evoluzionistica, avranno quindi nei prossimi mesi l’opportunità di sfruttare  l’eccezionale quantità di strumenti didattici anche interattivi forniti da questa mostra, curata proprio da L.L.Cavalli Sforza, autorevole biologo evoluzionista oltre che componente dell’Accademia Pontificia.
Sembra una buona occasione per collaborare su basi serie e con le persone più competenti e qualificate dell’APS.
Sono previste iniziative didattiche per ragazzi e si è organizzata un’iniziativa (
Fatti un Film. Il tuo cortometraggio in mostra) per invitare i giovani autori cinematografici a condividere la loro interpretazione dei temi centrali della mostra, alla ricerca di visioni inedite della storia umana e della sua evoluzione in epoca contemporanea: storie di oggi, viaggi attraverso i continenti e migrazioni a volte dolorose, conflitti e alleanze, storie di diversità culturali, di legami e fratture, di "fratelli" preistorici che sono partiti da un piccolo punto dell'Africa e sono arrivati così lontani (sino alla Luna!) da non riconoscersi più.

·         Davvero interessante lo spunto fornito in un blog cattolico (… Unione Cristiani Cattolici Razionali) dal professore di matematica e fisica che lo gestisce. Suggerisce infatti di rivedere nell’archivio RAI un’interessante e appassionata discussione andata in onda il 13/6/11 durante la trasmissione Le Storie, curata da Corrado Augias. Sorvolando un po’ sui commenti negativi (che poi un po’ si riducono nei commenti e nella discussione che ne segue) si viene invogliati a riascoltare il video della trasmissione, durante la quale sono stati presentati due recenti libri di T.Pievani (La vita inaspettataCortina Raffaello, 2011) dell’università Bicocca e di E.Boncinelli dell’Università San Raffaele (“Che fine ha fatto l’io?” Editrice San Raffaele 2010).
Nonostante il titolo un po’ troppo ideologico del post (“I goffi tentativi di proselitismo di Corrado Augias…”) e l’evidente intenzione di orientare la discussione, M.Forestiere comunque introduce, con prudenza e fornendo anticorpi adeguati, i temi veramenti caldi, almeno per un blog con questa impostazione culturale, proposti da T.Pievani nel suo libro e discussi rapidamente anche nella trasmissione davanti ad uno stupito (apparentemente…) Augias.
Piuttosto interessanti, visto il contesto (e la laurea in matematica), l’indicazione favorevole al “neodarwinismo” (presentata giustamente come “la teoria dell’evoluzione più in voga negli ambienti accademici”), le osservazioni un po’ datate “che la Terra non occupi un posto fisicamente speciale nell’Universo”, che “l’evoluzione biologica abbia tutte le apparenze di una storia dominata dalla contingenza, piuttosto che quella di una sorta di progressione inevitabile destinata a sfociare in un essere dotato di intelligenza” e che “la Bibbia non va interpretata in senso letterale”. Non manca il suggerimento ai lettori (e come provocazione anche a Pievani e Boncinelli) di leggere un articolo del 16/1/06 in cui F.Facchini conferma i dati geocronologici sulla storia della terra e il motivo della condanna dell’intelligent design (“.. così non si fa scienza. Ci portiamo su un piano diverso da quello scientifico. Se il modello proposto da Darwin viene ritenuto non sufficiente, se ne cerchi un altro, ma non è corretto dal punto di vista metodologico portarsi fuori dal campo della scienza pretendendo di fare scienza”); c’è da notare che  che alcuni cattolici conservatori italiani ritengono inaccettabili questi dati oggettivi (ad esempio il VP del CNR o altri che criticano Darwin senza degnarsi di proporre alternative più credibili e magari attribuendogli gratuitamente l’improbabile responsabilità di comportamenti aggressivi che sappiamo fossero ben presenti già negli Spartani, o nei Romani).
Nel corso della discussione si affrontano anche alcuni esempi reali di alcuni incredibili fenomeni di parassitoidismo animale già citati da Darwin e nella trasmissione, suggerendo di guardare un video di Attenborough (BBC) che suscita ovvio interesse e utile curiosità per fatti reali che devono trovare una spiegazione scientifica. (Altri video si trovano linkati dal 30/8 in questo blog)
Curioso un commento finale di un partecipante, in cui si ipotizza una collaborazione di F.Facchini al sito evoluzionista di Pikaia …  pur ritenendo il “compito assai arduo, dal momento che molti articolisti di quel sito non perdono l’occasione di inneggiare al nichilismo e all’antiteismo nelle loro pubblicazioni.”
Apprezzabile anche il rispetto (giustificato anche dalla precisazione “non sono un biologo evoluzionista”) per le competenze e l’impegno culturale dei due ricercatori, meno criticati rispetto ad Augias anche dai partecipanti.

 

27/8/11-IT

·         Nei giorni 31/5 e 6/8 ho citato in questa rassegna stampa la presentazione di un recente libro del prof. E.Pennetta (“Inchiesta sul Darwinismo”) e una recensione sull’Avvenire (davvero sconcertante fin dal titolo: “Darwin idolo del bigottismo scientifico”), che sosteneva che con quel libro “un professore di scienze, e quindi competente per formazione e studi, poteva dare una scrollata ad inveterati pregiudizi”.
Il prof.E.Pennetta si è mostrato un po’ preoccupato della mia definizione di “strano” attribuita al libro e all’articolo, e l’11 agosto si era premurato di chiarire nel suo sito (riconoscendo comunque che le mie osservazioni rientravano nei limiti di un uso corretto della ragione) alcuni fatti che, incuriosito e interessato, avevo cercato ed evidenziato.

Purtroppo nel riportare il mio testo del 6/8 nel suo sito web, per affiancarlo ai suoi commenti e alle risposte ad alcuni miei dubbi, perdeva le due informazioni più importanti del mio testo, che avrebbero permesso anche ai suoi lettori di capire i giudizi che lo avevano incuriosito.
[Invito quindi chi fosse interessato al problema a trovare le differenze fra i due testi; i miei giudizi ritroveranno senza problemi le previste dimostrazioni.
Non essendo un blog, la mia pagina web non prevede discussione, né mai è successo in otto anni che fosse necessario, anche se certamente ne sono derivate anche interazioni dirette]
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- Cercherò quindi di essere più chiaro, aggiungendo un paio di premesse di interesse generale (fra cui una che si riferisce ad una fase di accelerazione dell’evoluzione culturale umana, che ha portato a importanti differenza anche fra le culture attuali di Homo sapiens) e una spiegazione sintetica dei motivi del mio commento e della strana valutazione (come “antivaticane”) data ad alcune iniziative od opinioni citate.

Fra le premesse la prima è che l’università non fornisce di solito nessuna garanzia sulla preparazione dei laureati, né esegue alcun controllo sul loro operato o su loro dichiarazioni su temi che rientrano nell’ambito delle competenze; per alcune professioni sono invece gli ordini professionali che hanno qualche competenza e talvolta tengono d’occhio la professionalità dei loro aderenti; è normale che i medici di solito comunque evitino di dubitare dei fondamenti e dei “padri” della medicina, se non vogliono perdere in pochi secondi la fiducia dei loro pazienti; evitano anche di prescrivere farmaci inutili o errati o placebo, o di consigliare terapie non valide, se poi non vogliono perdere del tutto anche i pazienti.
Nel caso della biologia sembra invece che in alcuni casi non ci si debba preoccupare nemmeno se si rimescolano in modo “creativo” le conoscenze acquisite nei “templi della conoscenza” con quelle raccolte in altri templi.
Di ciò si possono trovare interessanti prove in rete; come questi due istruttivi video in cui un docente di scienze (creazionista biblico) e un sacerdote - e fisico – (un evoluzionista teista, che però si accompagna ai seguaci dalla fantasiosa “ipotesi” evoluzionista di Don Bortoluzzi) raccontano, con diversi livelli individuali di imbarazzo e di  consapevolezza di incoerenza, come abbiano molta autonomia rispetto al sapere acquisito quando hanno il compito di insegnare l’evoluzione biologica a fanciulli desiderosi di conoscenze scientifiche qualificate ed autorevoli.
Data questa prima premessa, perché meravigliarsi che qualcuno che si accorge di un problema incombente possa comunque avvertire un collega del rischio di potersi trovare in una situazione “strana” e magari imbarazzante? Cosa direbbe W.Arber dell’articolo dell’Avvenire in cui si sfida il suo “bigottismo scientificoa reagirecon scongiuri e anatemi” alle critiche alla teoria dell’evoluzione?

 

Come seconda premessa ricorderei come un momento molto importante nell’evoluzione culturale umana sia stata, circa 10000 anni fa, la sedentarizzazione, stimolata dalla scoperta delle tecniche di coltivazione delle specie vegetali dove le condizioni ambientali lo permettevano. In quell’occasione, che certo favorì anche la diffusione dell’addomesticamento di animali, si sviluppò progressivamente la necessaria divisione del lavoro, quasi assente fra le popolazioni di cacciatori-raccoglitori allora dominanti ma tuttora esistenti in aree limitate e marginali.
La conseguente specializzazione delle competenze permise una progressiva accelerazione dell’evoluzione culturale, che sempre più trasse vantaggio dal rispetto e dall’utilizzazione delle competenze individuali per uno sfruttamento sempre migliore delle risorse che i diversi ambienti potevano fornire.
Siamo arrivati oggi ad una situazione, grazie anche ad ulteriori passaggi, di estrema specializzazione delle competenze, di cui tutti in qualche modo hanno rispetto e che riconoscono, e da cui ovviamente la collettività e i singoli traggono vantaggio.
Come strumenti di garanzia si sono creati e si accettano quindi criteri di valutazione che permettono di certificare queste competenze su vari livelli e di premiare le migliori. Ad esempio in ambito scientifico sono in vigore criteri di valutazione delle idee e anche delle persone; fra i più qualificati criteri di valutazione delle persone ci sono per esempio l’attribuzione di qualifiche professionali di diverso livello o di premi nei casi di contributi eccezionali; fra questi ultimi, i premi Nobel sono universalmente riconosciuti come i riconoscimenti più ambiti (dagli scienziati) e ammirati (dagli altri che traggono vantaggio dalle loro scoperte).


- Per essere più chiaro (anche perché proprio alcune informazioni su cui si basava il mio commento sono praticamente introvabili anche nei siti cattolici, nonostante a metà gennaio 2011 anche la Radio Vaticana e l’Avvenire avessero citato l’evento): non mi era sembrata una buona idea pubblicare un libro molto critico verso gli scienziati in generale, ma indirizzato soprattutto contro Darwin (“Inchiesta sul Darwinismo”), proprio poche settimane dopo che il Papa aveva nominato come nuovo presidente dell’ Accademia Pontificia delle Scienze (un ente istituito nel 1603) uno scienziato prestigioso come Werner Arber: premio Nobel, biologo molecolare, evoluzionista, “neodarwinista” confesso, svizzero e anche protestante.
[Sono quasi certo che, a sette mesi dalla nomina, pochi – anche fra i cattolici - sappiano riconoscere la sua faccia nelle foto; addirittura, la Radio Vaticana, e chi ne riprende le notizie senza nemmeno una verifica su Wikipedia, sbagliano ancora oggi a scrivere il suo nome!]

- Mi era pure sembrato utile avvertire che già nel 2008 W.Arber aveva mostrato di infastidirsi parecchio quando i creazionisti protestanti USA avevano insinuato che lui fosse un biologo scettico su Darwin o sull’attuale teoria dell’evoluzione.
Come risposta W.Arber aveva infatti chiesto di pubblicare una precisazione (“Statement on my view on biological evolution” … [chi volesse aiutare Arber e l’Accademia dovrebbe farla tradurre in italiano, per predisporgli una buona accoglienza fra i cattolici]) che si conclude molto chiaramente: “Io sostengo pienamente la teoria evolutiva neodarwiniana e ho contribuito a confermare ed espandere a livello molecolare, tanto che ora può chiamarsi darwinismo molecolare”. 
Come è evidente, anche per W.Arber, che è un premio Nobel (e già dal 1982 membro dell’Accademia Pontificia delle Scienze), l’attuale teoria dell’evoluzione e Darwin sono oggi (come è ovvio che sia, in assenza di ipotesi alternative) fra loro ancora strettamente connessi, nonostante il nucleo originario darwiniano sia oramai poco riconoscibile, dopo 150 anni di critiche costruttive e conseguenti integrazioni e ampliamenti alle sue ipotesi evolutive.
Arber lo ha recentemente ripetuto anche nell’intervista all’Avvenire del 10/2/11, quando ha ricordato ai lettori anche i suoi meriti come ricercatore: «aderisco alla teoria neo-darwiniana dell’evoluzione biologica, che ho contribuito a confermare e precisare a livello molecolare»“.  

Non capisco perché sia “un atteggiamento errato verso la scienza” fidarsi delle “affermazioni che provengono da qualcuno che sia ritenuto autorevole nel campo scientifico”. Sicuramente un premio Nobel come W.Arber, che ha avuto anche la fiducia del Papa, avrebbe qualcosa di interessante da spiegare a Sermonti e Fondi che il 31/5/11 su www.pontifex.roma.it scrivevano che “Il mito dell'evoluzione non derivò i suoi concetti fondamentali da nuove scoperte o indagini effettuate nel campo delle discipline biologiche” (come se Darwin e Wallace avessero passato il loro tempo in zone ricche di biodiversità e di barriere geografiche solo occupandosi delle fanciulle locali…) o al prof. E.Pennetta, che il 14/5/2010 annunciava la “fine del darwinismo”, senza chiarire quali fossero le alternative da considerare oggi valide e utili per spiegare al papa l’evoluzione biologica.
In effetti in quei giorni del 2010 c’era in giro un po’ di confusione e di agitazione per l’uscita di un libro polemico (“Gli errori di Darwin”), anche se non sempre preciso e corretto; per fortuna c’erano anche autorevoli biologi che aiutavano i non biologi, che rischiavano di farsi travolgere dalle polemiche giornalistiche, a capire gli errori contenute in alcune critiche.

Circa un mese prima del 14/5, dopo un intervento su Nature (8/2/10) e uno di L.L.Cavalli Sforza su Repubblica del 6/4/10 (che già mostravano alcuni errori presenti nel libro), anche il genetista G.Barbujani (“Gli errori degli antidarwiniani”) aveva avvertito sul Sole 24 Ore dell’esistenza di un gravissimo errore: l’incidenza del trasferimento orizzontale dei geni non era certo così elevata come gli autori del libro, non biologi, avevano erroneamente capito (“il 45% dei nostri geni ci deriva per trasferimento orizzontale da altre specie? E chi l’ha detto?  chiede loro Barbujani). La replica di G. Barbujani del 20/4/10 (“MPP confonde i geni coi genomi”!) alla risposta che conferma l’equivoco in cui erano caduti, chiudeva la polemica. Ogni biologo sarebbe allora inorridito, se avesse notato questo errore di sopravvalutazione di un meccanismo che certo Darwin ignorava, e che Barbujani aveva spiegato però solo sul Sole 24 Ore.
G.Barbujani, i cui articoli erano stati ripresi anche da questa rassegna stampa il 20/4/10, si è certamente dimostrato in quei giorni un buon punto di riferimento per chiunque avesse sentito la necessità di un “biologo di fiducia”, una figura utile per orientarsi in un mondo in cui la biologia e l’ambiente richiedono competenze complesse e soprattutto aggiornate.
Forse l’autorevole nomina papale del 15/1/11 intende suggerire che anche W.Arber, in quanto premio Nobel ed organizzatore nel 2008 del convegno vaticano sull’evoluzione dell’universo, possa essere considerato un “biologo di fiducia”, almeno per i cattolici, su questi temi? Finora sembra l’unica novità rilevante uscita da qui convegni, e non si capisce se è il sintomo dell’esistenza di problemi interni il fatto che non venga pubblicizzata, con il rischio di equivoci e inutili polemiche con chi fa notare la novità positiva e non “strana”.


- Dopo aver visitato il sito di “Critica Scientifica”, che contiene anche post su temi ambientali, potrei suggerire altre pause di riflessione; riterrei soprattutto urgente far notare che anche W.Arber ha interessi per questi temi, o almeno si occupa proprio di questi problemi per il Vaticano, coordinando iniziative di approfondimento e consulenze. Proprio recentemente, lo scorso 2/4/11, ha organizzato a Roma un convegno di alto livello all’APS sulle minacce alla sopravvivenza dei ghiacciai che vengono dai cambiamenti climatici in corso (“Ghiacciai e riscaldamento globale”).
Essendo un premio Nobel e quindi - anche lui – “competente per formazione e studi, poteva dare una scrollata ad inveterati pregiudizi”. W.Arber non ha usato la sua autorevolezza scientifica solo per consigliare i testi di una giornalista australiana esperta di biologia molecolare, ma ha potuto portare a Roma i più qualificati esperti di climatologia, glaciologia e oceanografia, come L. Bengtsson, P.J. Crutzen, V. Ramanathan [i due esperti linkati sono quasi di casa, essendo pure da tempo membri dell’Accademia Pontificia]. Il 2/4/11 a Roma c’era pure il presidente dell’International Panel for Climate Change, R.K.Pachauri.
Dal convegno è uscito poco dopo, l’11/5/11, un preoccupato documento (“
Il destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”) sulle minacce del riscaldamento globale di origine antropica (non superfluo quindi l’uso del significativo termine “antropocene”, proposto da Crutzen, nel documento dell’Accademia Pontificia).
Il documento avverte che la situazione è preoccupante (si sostiene infatti che 

“Gli ultimi due secoli hanno visto una crescita della popolazione umana ed uno sfruttamento delle risorse della Terra senza precedenti. Questo sfruttamento ha causato impatti sempre più negativi su molti componenti del sistema Terra – sull’aria che respiriamo, sull’acqua che beviamo e sul suolo sul quale abitiamo.

…..
La maggior parte  dell’aumento osservato della temperatura media globale dalla metà del ventesimo secolo è “molto probabilmente” – il che significa con una probabilità maggiore del 90% – il risultato dell’aumento osservato nella concentrazione di gas serra di origine antropica. Il riscaldamento sta avvenendo nonostante l’effetto concomitante di raffreddamento del particolato atmosferico – in gran parte emesso dagli stessi processi responsabili dell’emissione di CO
2”.

Fra l’altro si confermerebbe quanto il papa stesso aveva sospettato a Velletri e a Castelgandolfo il 23/9/07 – creando qualche perplessità, qualche approvazione e addirittura la censura della seguente frase da parte del sito della R.Vaticana, che riportava solo il resto del testo: L’emergenza della fame e quella ecologica denunciano con crescente evidenza che la logica del profitto, se prevalente, incrementa la sproporzione tra poveri e ricchi, come pure un rovinoso sfruttamento del pianeta” [audio, testo integrale dell’agenzia vaticana Zenit]

- Interessantissimo poi il fatto che W.Arber sia, con Carlo Rubbia e altri 18 Nobel, fra i componenti della giuria che si è ritrovata a Stoccolma a metà maggio 2011 (al 3rd Laureate Symposium on Global Sustainability) per un “processo” (“Planet Earth vs. Humanity”) che ha visto sul banco degli accusati addirittura la nostra specie, quasi che anche W.Arber ritenesse che siamo un pericolo per il pianeta
(questo il documento con la sentenza: Memorandum di Stoccolma; e questa è la foto del momento della firma di W.Arber, utilizzabile la prossima volta che qualcuno volesse commentare meglio il suo impegno per controllare il “rovinoso sfruttamento del pianeta” temuto dal papa).
Di questa iniziativa del presidente dell’Accademia Pontificia ho visto si è preoccupato anche il prof.E.Pennetta, che il 12/6/11 ha scelto proprio una foto con il presidente dell’Accademia Pontificia scattata a Stoccolma (per quelli che ancora non lo riconoscessero, è il secondo da sinistra) per illustrare un suo post (“Il pianeta Terra contro l’Umanità”) in cui critica che questi 20 Nobel “considerino l’umanità come una malattia del pianeta terra”; il post con la foto e il commento critico verso le posizioni di Arber e dei 20 premi Nobel è stato anche pubblicizzato inserendo nella pagina web del National Geographic dedicata al convegno di Stoccolma … un link al suo post

Che qualcosa stia cambiando in Vaticano, se ne sono accorti comunque anche negli USA (“Vatican urges people to take climate science seriously”), ma l’articolo sembra in questo caso di apprezzamento.

 

- Non posso fermarmi qui, soprattutto dopo aver letto l’intervento del prof.E.Pennetta del 21/8/11. W.Arber è considerato da tutti competente anche in biotecnologie (ha ottenuto il Nobel per gli enzimi di restrizione, strumenti fondamentali per l’analisi del genoma). Non vorrei che ANCHE la sua prefazione al volume 27, fasc.5 della rivista New Biotechnology del Novembre 2010, che pubblica gli atti del convegno “Transgenic Plants for Food Security in the Context of Development” tenutosi all’Accademia Pontificia nel 2009, potesse creargli qualche problema, se un giorno che avesse tempo e fosse a Roma chiedesse di andare a spiegare, ai corsi per docenti cattolici di scienze organizzati per le scuole del vicariato di Roma, non solo la biologia neodarwiniana ma pure alcune sue applicazioni utili, come l’uso delle biotecnologie negli aiuti allo sviluppo, su cui da tempo è noto il favore vaticano.
Nel caso dei problemi climatici o della sostenibilità delle attività umane mi auguro però che valuti correttamente le sue competenze e quindi mandi qualche altro componente dell’Accademia Pontificia.
Le competenze disponibili sono davvero tante; perché non approfittarne, quando gli accademici fossero già a Roma, per organizzare qualche seminario anche al vicariato? Di esperti di biologia ed evoluzione di fiducia vaticana se ne vedono parecchi (Levi-Montalcini, Baltimore, Collins, Kafatos, Cavalli Sforza, De Robertis, De Duve, Khorana, …).
Anche il vicariato potrebbe forse chiedere di utilizzare le loro competenze universalmente riconosciute anche per certificare le sue iniziative culturali.

Certo NON sarebbe “strano” se lo facessero; MOLTO strano se, come avviene adesso, a parlare di evoluzione biologica venisse invitato un geologo che, come avevo già fatto notare, contesta proprio quanto già accettato in un documento ufficiale vaticano del 2004, firmato dal papa attuale.


- [Per concludere: avendo verificato e dimostrato una non casuale convergenza di “attenzioni” verso l’Accademia Pontificia delle Scienze anche da parte di altre iniziative e strutture romane, NON sono più tanto sicuro che si possano sottovalutare i creazionisti “biblici” USA del Kolbe Center for the study of Creation.
Nel 2008/2009 per i loro tre convegni creazionisti “biblici” “antivaticani” (di solito quasi concomitanti con quelli evoluzionisti vaticani, dove non volevano la loro presenza) erano riusciti a farsi aprire le porte dell’Università di Roma La Sapienza il 3/11/08
, del CNR il 23/2/09, dell’università privata San Pio V il 9/11/09, e addirittura il 31/10/08, grazie ad una raccomandazione di altissimo livello, uno di loro si era introdotto in incognito al convegno vaticano sull’evoluzione dell’universo organizzato da Cabibbo e Arber, come racconta con soddisfazione (per l’impresa riuscita) e orrore (per i troppi evoluzionisti presenti). D’accordo anche con i finanziatori della Fondazione Templeton i creazionisti infatti NON erano stati invitati ai convegni vaticani; quelli invadenti furono anche interrotti e allontanati.
Il Centro Kolbe ha comunque fatto sapere da tempo (2004) cosa propone di eliminare per costruire un mondo migliore: “The Pontifical Academy of Sciences and the Crisis of Faith”.
Sembra “molto strano” che nel 2008/09 abbiano avuto tanto successo, ma certo hanno dimostrato di avere tanti amici a Roma che li invitano a raccontare (perfino al CNR) che la terra avrebbe solo 6000 anni di vita.
E sembra quindi “strano”, ma forse spiegabile, che ora critichino i consulenti scientifici di fiducia del Vaticano anche ambienti che inizialmente si proponevano invece di difendere il papa da M.Cini e dagli universitari della Sapienza]

- [Spero di aver ben chiarito e documentato perché alcuni fatti e posizioni mi risultassero un po’ “strani”; d’altronde si sapeva: chi nel 2009 ha invitato al CNR e ha finanziato i creazionisti cattolici del Kolbe Center già nel 2008 era certo che, anche per le questioni che riguardano i rapporti fra scienza e fede, ci fossero problemi di eresia e sospettava che “la navicella di Pietro fosse in balia delle onde e dei colpi che le provengono dall’interno più ancora che dal suo esterno”.

Credo quindi di non aver altro da aggiungere su un problema che, così impostato e gestito, mi sembra evidente come sia esclusivamente un problema interno alla chiesa, che a livello centrale sembra dotata di strumenti per gestirlo, se lo volesse fare. La scienza procede in modo diverso, usando i risultati delle ricerche e rispettando e verificando al meglio competenze e metodo scientifico, as usual da qualche secolo.
Chi meglio di Werner Arber (
Department of Microbiology, University of Basel, Klingelbergstrasse 70, CH-4056, Basel, Switzerland) potrebbe essere invitato per un chiarimento e per rispondere ai dubbi che è evidente si abbiano sull’APS molto più che sulla scienza?
Chiunque avrebbe più fiducia e rispetto di un premio Nobel ch si definisce “neodarwinista”, preoccupato per il rovinoso sfruttamento del pianeta e per il riscaldamento globale causato probabilmente dall’attività umana e che comunque dev’essere gestito urgentemente (“
Receding Glaciers Require Urgent Responses”).
Per info ulteriori:
Pontificia Accademia delle Scienze, Casina Pio IV, V-00120 Città del Vaticano. Tel. +39 06 69883195 - Fax +39 06 69885218 pas@pas.va
Si consideri comunque che il prossimo 12 febbraio W.Arber potrebbe essere già impegnato in qualche Darwin Day. D’altronde non sarebbe una novità: anche un paio di esperti dei convegni evoluzionisti vaticani, Francisco Ayala e l’astronomo pontificio precedente, Padre Gorge Coyne, sono già stati “scoperti” a festeggiare allegramente il compleanno di Darwin nel centenario del 2009].

 

26/8/11-USA

·         Interessanti novità giungono oggi da Science sui Denisovani, nostri antenati dell’Asia centrale imparentati sia con i Neandertaliani che con gli H.sapiens successivi. Un paio di articoli di Anne Gibbons (“Who Were the Denisovans?” “A Denisovan Legacy in the Immune System?”) annunciano che una rara variante di un antigene immunitario del sistema HLA sembra presente nel reperto di Homo trovato a Denisova. Commento e discussione (e qualche dubbio) nel blog autorevole di John Hawke (“HLA class-I loci in Neandertals and Denisova”)

·         Grande successo (oggi già 11000 lettori) per un articolo di C.Mora et al su PLOS (“How Many Species Are There on Earth and in the Ocean?”). Commento e discussione di M.Ferrari sul suo blog Leucophea. Se ne parla anche su Science (“8.7 Million: A New Estimate for All the Complex Species on Earth”).
I naturalisti sono abituati a fare scommesse e a dare i numeri da decenni su questo problema. E a scrivere articoli per lettori che non hanno idea di quanti miliardi di batteri hanno al loro interno (oltre a non preoccuparsi, tranne che all’ora di pranzo o al supermercato delle altre specie che invece vivono all’esterno).
Una stimolante questione connessa, affrontata da un altro articolo di PLOS, potrebbe essere: Why Worry about How Many Species and Their Loss? Davvero impressionanti i grafici che indicano la crescita esponenziale (dal 1800 ad oggi) del numero di specie contati (magari male) in alcuni gruppi tassonomici. Vengono davvero seri dubbi sulle finalità della vita sulla terra e su quale sia quindi  il ruolo e il futuro, più o meno garantito e duraturo, della nostra specie.

 

25/8/11-IT

·         Il Sole 24 ORE presenta da domani venerdì 26 agosto “Beautiful Minds”. La vita, le opere e le scoperte dei più grandi scienziati del passato raccontate dagli esponenti più autorevoli del pensiero scientifico italiano. Qui l’elenco dei DVD che si susseguiranno fino alla fine del 2011. Ogni DVD sara' corredato da un libretto che raccoglie delle note biografiche relative al relatore e un breve inquadramento dell'epoca e dello scienziato analizzato. In edicola dal 26 agosto a 9,90 euro il primo DVD con Piergiorgio Odifreddi che racconta "Pitagora, Euclide. La nascita del pensiero scientifico"

 

25/8/11-USA

·         Una delle icone del conservatorismo USA, la giornalista Ann Coulter ritorna ad occuparsi di Darwin e della teoria dell’evoluzione.
Le ultime novità vengon raccontate in un articolo nel sito web Mediamatters for America: “Coulter Continues Her War On Science With A Misguided Attack On Evolution”, dove si cita il suo ultimo articolo che riporta le false critiche dei creazionisti USA come se fossero state dimostrate.
Per fortuna in Italia la situazione è decisamente migliore, forse anche grazie alla confusione che domina nel mondo dell’antievoluzionismo, sempre incerto (ed è comprensibile) nella scelta delle migliori ipotesi alternative sbagliate e fantasiose. Negli USA almeno cercano di convergere sulle ipotesi che sembrano meno folli.

 

24/8/11-USA

·         Il Washington Post (“Attention Governor Perry: Evolution is a fact”) intervista oggi l’evoluzionista inglese R.Dawkins sulle idee creazioniste del governatore del Texas Rick Perry il 18/8. Non sembra troppo preoccupato, dato che non è una grande novità, purtroppo: “There is nothing unusual about Governor Rick Perry. Uneducated fools can be found in every country and every period of history, and they are not unknown in high office.” Gli spiace, e non capisce come sia possible, che R.Perry sia uno dei nomi proposti come possible futuro candidato presidenziale, nonostante “the population of the United States is more than 300 million and it includes some of the best and brightest that the human species has to offer, probably more so than any other country in the world”.

 

24/8/11-IT

·         E’ stato inserito in rete il video della conferenza tenuta il 12/6/11 a Lugano al CICAP Ticino da B.Mautino sull’antievoluzionismo in Italia. I link sono recuperabili nel blog di P.Attivissimo.
Uno dei punti più interessanti della conferenza è il momento in cui spiega come rinasce (circa 200 anni dopo il primo proponente, W.Paley) l’ipotesi dell’intelligent design, un evento truffaldino documentato da un clamoroso errore che potrebbe davvero essere definito “anello mancante”:
E’ una famosa coppia di parole
(“cdesign proponentsists”) che è citata anche qui sopra nell’introduzione e unisce indissolubilmente il creazionismo pre 1987 all’intelligent design miracolosamente rinato in seguito alla sentenza della corte suprema del 1987 contro l’insegnamento del creazionismo nelle scuole.
Chi fosse interessato all’origine delle idee (in questo caso all’idea di Intelligent Design) e non conoscesse ancora
la storia di questo errore maldestro, scoperto  e dimostrato dalla filosofa Barbara Forrest consulente del processo di Harrisburg/Dover, può approfittare del video N.4 con B.Mautino.
Sullo stesso tema è carino anche il video proposto dall’NCSE, ma è in inglese.
Una notizia che richiederebbe un po’ di chiarimenti ulteriori è quella della scoperta di  Ida, il Darwinius masillae del 2009, un fossile eccezionalmente completo di adapide (e quindi una strepsirrina) di circa 47 milioni di anni fa che si era cercato di presentare come un fossile sulla linea evolutiva che porta all’uomo (che appartiene al sottordine delle aplorrine). Sul tema sia il blogger Brian Switek che il giornalisti Carl Zimmer e Ann Gibbons hanno svelato verità che gli autori dell’articolo non volevano svelare (tanto è vero che hanno dovuto modificare l’articolo per aggiungere conflitti di interesse prima negati).

 

23/8/11-USA

·         [da NCSE] The National Center for Science Education is pleased to offer a free preview of Geerat Vermeij's The Evolutionary World (Thomas Dunne Books, 2010). The preview consists of chapter 9, "Dispatches from a Warming World," in which Vermeij discusses the evolutionary consequences of a warming world.

 

23/8/11-IT

·         Interessante iniziativa di base realizzata a Mazara del Vallo. Imitando rare iniziative simili (anche se certamente più impegnative e con obiettivi ben più ambiziosi) realizzate a Londra (al Natural History Museum) è stato aperto un “Darwin Center”. Con l’intenzione di aiutare i cittadini a capire un po’ meglio la semplicità esplicativa e l’utilità delle attuali idee della biologia evolutiva. L’impegno è da far tremare le vene e i polsi, ma il gruppo fondatore sembra ottimista e deciso: “Finalmente, ecco un sito, un luogo fisico, un’istituzione dove poter affrontare problematiche scientifiche a Mazara del Vallo, affinchè questa cittadina esca definitivamente dal letargo medioevale dominato da una cultura pseudoumanistica, retorica, parolaia, clericale, borghese, ipocrita, promotrice di disinformazione e quindi diseducazione, per accedere pienamente alle Grandi Idee mondo contemporaneo”. Il materiale informativo per organizzare qualche serata sull’evoluzione (orientando diversamente le sedie) non manca, anche se gli obiettivi da approfondire che si propongono sembrano forse un po’ troppi “(Fisica Quantistica, Geofisica, Cosmologia, Scienze Evoluzionistiche, Biologia Molecolare, Biologia Sintetica, Biogenomica, Ingegneria, Informatica, Nanotecnologia, Intelligenza Artificiale, Scienze Sociali, ecc)”.
[NB: La maglietta riporta “Alma graduate school”, mentre la pubblicità sensibile al contesto non concede – per ora - altro che … l’università della CEPU!]

 

22/8/11-IT

·         [Da Pikaia] Anche Niles Eldredge tra gli ospiti del festival del libro di Pordenone, previsto tra il 14 e il 18 settembre. Lectio magistralis di Niles Eldredge, domenica 18 settembre, Convento di San Francesco

·         [Da Pikaia] Chi fosse scettico sul riscaldamento globale troverà presto sul proprio tavolo dati difficilmente contestabili. Sono quelli che non riguardano temperature o livelli marini, ma le reazioni automatiche delle specie animali alle variazioni di temperatura che coinvolgono periodi di tempo rilevanti per la loro sopravvivenza. Già cominciano ad arrivare da anni i risultati di ricerche che mostrano come la distribuzione di numerosi organismi terrestri si sia modificata nel corso degli ultimi decenni a causa del recente incremento delle temperature a livello globale: molte specie, infatti, si sono spostate verso le cime delle montagne o hanno raggiunto latitudini più elevate. Comparando gli areali di oltre 2000 specie tra piante e animali nel corso degli ultimi 40 anni, un gruppo di ricercatori guidato da Chris Thomas dell'Università di York ha scoperto (Rapid Range Shifts of Species Associated with High Levels of Climate Warming. Science, 2011; 333 (6045): 1024 ) che le specie hanno modificato il loro areale di circa 11 metri per decade in altitudine e di 16,9 chilometri per decade verso i poli. Citazioni dell’articolo. Ne aveva parlato anche M.Ferrari nel suo blog Leucophea il 18/8

 

18/8/11-USA

·         Sempre dal Texas, ma in questo caso la notizia non è positiva: nel sito web Gawker si racconta di un bambino che ha chiesto al governatore del Texas Rick Perry le sue opinioni sull’evoluzione, e lui ha risposto: "It's a theory that's out there. It's got some gaps in it. In Texas we teach both Creationism and evolution". Se è chiara la sua posizione creazionista, per fortuna sembra non sappia che il creazionismo non viene insegnato a scuola nemmeno nel Texas: nel 2009 il board of education aveva raccomandato che i testi contenessero ambedue le opinioni, ma in realtà non è mai stato approvato finora alcun testo scolastico che davvero contenesse posizioni creazioniste…

 

15/8/11-USA

·         [da NCSE] Vittoria finale degli evoluzionisti nel board of education del Texas sulle scelte dei libri di testo di scienze da adottare. Il Texas è lo stato più influente (determina anche le scelte degli altri stati) per quanto riguarda i libri di testo adottati nelle scuole. La vittoria quindi è rilevante e avrà effetto in tutti gli Stati Uniti.

 

12/8/11-USA

·         E’ stata finalmente realizzata, purtroppo per ora solo in inglese, un’iniziativa utile per stimolare le domande che attivano la curiosità necessaria per avvicinarsi nel modo corretto alla comprensione della teoria dell’evoluzione. Primate Conservation annuncia l’apertura del sito web All The World's Primates, che dovrebbe fornire informazioni sulle caratteristiche di tutte le specie di primati attualmente vivente. Dovrebbe quindi permettere di conoscere tutte quelle informazioni che i primatologi hanno raccolto in decennti di ricerche svolte nei laboratori e sul campo, nei paesi in cui vivono le circa 300 specie di scimmie. In un momento in cui molte specie di primati vedono minacciati di distruzione gli unici ambienti in cui vivono è indispensabile che la maggior parte delle persone prenda conoscenza della situazione, dei danni che si possono arrecare alla biodiversità e delle possibili soluzioni.
Director of Primate Conservation, Inc. Noel Rowe said "A major part of conservation is education so we think it's important to have an in-depth online primate resource in a form that stays current and is easy to use and shows the beauty and diversity of the whole primate order for the first time."  All The World's Primates website encompasses all primates including all the newly described. It is updated regularly by contributors, most of whom have done the original research. The information is fully referenced with over 20,000 citations.
For those who wish to simply look at the
apes, monkeys and prosimians there are hundreds of videos and more than 3000 photos and illustrations to enjoy. Based on an interface that allows quick organization of primates by name, country, risk of extinction and several other criteria; the database includes each primate's description, taxonomy and range. Detailed information is available including each primate's conservation status, diet, life history, behavior, social systems and physical measurements by clicking on a tab. Complete data sets are available for researchers. There are materials useful for students and laypersons including overviews and introductory articles on topics in primatology and physical anthropology.
Come si legge (se si sa l’inglese) è uno strumento utile anche per persone non esperte ma curiose.
Puo’ davvero essere uno strumento che permette di capire, attivando la curiosità, quali sono le domande che fanno muovere la ricerca scientifica nell’ambito della primatologia.
Già solo l’”incredibile” correlazione fra la deriva dei continenti (un evento certamente non biologico), la storia evolutiva delle diverse specie di primati, e i diversi ambienti che si sono creati nelle diverse aree geografiche permettono di capire come si è formata l’incredibile varietà di primati con caratteristiche diverse, alcune comparse in tempi più antichi ed altre più recentemente, magari nei tempi (circa 25 milioni di anni fa) in cui si sono differenziate le prime forme di scimmie antropomorfe che hanno poi dato origine ai nostri antenati.
Tutte queste informazioni permettono di spiegare le logiche dietro all’attuale tassonomia delle circa 300 specie di primati; già solo capire come eventi geologici ed ecologici interagiscano con gli eventi (ad esempio quelli che riguardano il patrimonio genetico) che noi riteniamo magari gli unici rilevanti per l’evoluzione biologica, permette di capire concetti che molti antievoluzionisti non riescono nemmeno ad immaginare.  

·         In occasione dell’uscita in agosto negli USA del film di fantascienza di Rupert Wyatt “L'alba del pianeta delle scimmie”, Scientific American ha pubblicato un articolo (“Placet of Apes”) per mostrare come fosse la terra quando, nel miocene, da 23 a 5 milioni di anni fa, la terra era davvero il pianeta delle scimmie antropomorfe (e non delle scimmie!, come suona la traduzione italiana), numerose erano infatti le specie di antropomorfe (simili agli attuali scimpanzé, gorilla e oranghi) che allora vivevano nell’ampia zona compresa fra l’Africa centrale e l’Asia sudorientale. Come sappiamo, la successiva contrazione delle foreste tropicali, dovuta a cambiamenti climatici connessi con la progressiva riduzione delle temperature nel Miocene, limitò notevolmente l’area di diffusione delle antropomorfe.

 

11/8/11-IT

·         Davvero interessante (e utile) l’articolo comparso sull’Espresso (“Un filo nero tra Oslo e l'Italia”): Nell’articolo si analizza l’indirizzario che il norvegese Breivik, usa per inviare le mille pagine del suo progetto di restaurazione di un Europa monoculturale (“I am a supporter of a monocultural Christian Europe”, ripete spesso, criticando ovviamente le attuali religioni che accettano e spesso promuovono il multiculturalismo); rievoca infatti con nostalgia i tempi delle Crociate, dei Templari che ammira forse anche grazie all’intreccio con la massoneria a cui aderisce, della vittoria di Lepanto sull’Islam, che oggi costituirebbe una minaccia e un pericolo da contrastare. Breivik inviò il suo manifesto giusto un’ora e mezza prima di mettere in pratica, apparentemente da solo nella sua follia, un progetto di morte
L’articolo dell’Espresso è utile in quanto permette di verificare quanto ci sia di strumentale in chi, soprattutto fra i creazionisti USA, ha cercato di intrecciare questi tragici eventi con il dibattito sulla teori dell’evoluzione, nonostante anche Il Foglio abbia suggerito di evitare di strumentalizzare i deliri di chi in realtà ambiva solo a diventare «il più grande mostro dopo la seconda guerra mondiale».
Già pochi giorni dopo gli avvenimenti alcuni creazionisti USA che avevano letto le follie contenute nelle 1500 pagine del manifesto politico di Breivik (“2083 A European Declaration of Independence”), forse un po’ sconcertati dal suo fondamentalismo religioso protestante e anche dalla copertina del suo manifesto, occupata dalla croce e dal motto dei cavalieri templari, cercano di amplificare e di usare fuori dal contesto le poche citazioni di Darwin e della distorsione delle sue idee, che hanno portato al “darwinismo sociale”.
Strumentalizzazioni in questo senso del pensiero di Breivik si trovano inizialmente soprattutto nei siti creazionisti USA e questo articolo o questo (“Fundamentalist Christian or Deranged Social Darwinist?”) ne sono solo un piccolo esempio, anche se uno dei primi e più rilevanti è senza dubbio l’articolo comparso il 24/7 nel sito dell’Intelligent Design (“Norway shooter a Darwinian terrorist?”).
Sconcerta il fatto che un esempio si possa trovare anche in un sito cattolico italiano. Imbarazzante mi sembra l’articolo (“Fondamentalista cristiano? No massone“) pubblicato recentemente nel sito del quotidiano cattolico on line Korazim.org. Sconcerta come si sintetizzi erroneamente il suo percorso culturale in questo modo: “
Breivik è, sì, stato battezzato secondo la sua volontà, e originariamente era un Protestante Liberale, ma che in seguito ha perso la sua fede cristiana, ha dubitato dell’esistenza di Dio, e ha abbracciato le teorie evoluzioniste di Charles Darwin. Un percorso che lo rende simile ad un altro attentatore, quel Timothy McVeigh che portò a termine la strage di Oklahoma City nel 1995”. Nel suo manifesto – costituito in parte anche da testi altrui – Breivik, in una sconcertante intervista simulata, dice solo che anche la principale opera di Darwin era stato per lui un libro significativo, e lo inserisce in una seconda lista di libri meno importanti, insieme ad altri testi fra cui i testi sacri delle principali religioni monoteiste [Per fortuna chi ha proposto il titolo dell’articolo ha posto l’accento non sull’adesione all’”evoluzionismo” ma soprattutto sull’adesione alla massoneria!].
Forse sarebbe stato più rispettoso del suo pensiero riportare invece questa dichiarazione più esplicita, che viene però ignorata …
(“I have studied Norse Mythology and have a lot of respect for the Odinist traditions. I consider myself to be a Christian, but Odinism is still and will always be an important part of my culture and identity”). Certo “terrorista odinista” non è una definizione utilizzabile. Un articolo molto simile su Breivik, ma senza assurde strumentalizzazioni antievoluzioniste, lo aveva scritto per il Giornale M.Introvigne il 25/7 (“Perché voleva colpire l'Italia di Ratzinger”).
E’ piuttosto strano soprattutto che questa rappresentazione semplicistica ma tendenziosa del percorso culturale di Breivik trovi posto in un sito cattolico autorevole proprio adesso che il Papa ha nominato un pacifico biologo evoluzionista, il premio Nobel Werner Arber, come Presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze; non è certo questo il momento migliore per imitare i creazionisti USA associando gli evoluzionisti ai peggiori delinquenti, e che lo si faccia nel sito di un quotidiano online rivolto ai giovani cattolici senza informare appunto della carica che il papa ha attribuito a un premio Nobel che “
ha abbracciato le teorie evoluzioniste di Charles Darwin”.
Si sarebbe anche dovuto citare anche quanto ha riferito (R.Vaticana del 29/5/11) il Card.Ravasi, che si è mostrato stupito che i cattolici dimostrassero molta confusione sul “darwinismo” (forse anche a causa di educatori o giornalisti che non hanno informato correttamente nemmeno gli attuali giornalisti):
La Chiesa non condannò mai Charles Darwin, né la sua teoria dell’evoluzione. Tuttavia, molte persone sono ancora convinte che si opponga a questa teoria scientifica”.
Sarebbe quindi importante provvedere ad informare appena possibile i lettori di Korazym.org che per fortuna l’ampio indirizzario (che l’Espresso ha studiato e verificato) di quelli che Breivik riteneva, forse a torto, che potessero unirsi a lui nel folle obiettivo della restaurazione di un’Europa medioevale non più multiculturale NON comprende affatto biologi evoluzionisti (come potrebbero aver immaginato i lettori di Korazym.org) ma è pieno di conservatori un po’ di tutti tipi, politici nostalgici delle diverse forme di fascismo e cristiani nostalgici del cristianesimo medioevale.
Interessante quindi notare, per quanto riguarda i 117 italiani presenti nell’indirizzario, un’ampia presenza di aderenti ad organizzazioni della destra politica e religiosa, e quindi una ovvia prevalenza piuttosto, se proprio, di antievoluzionisti … a conferma della necessità che in certi ambienti si studi un po’ più di biologia e si pubblicizzi meglio, invece di continuare a ignorarla, l’impegnativa scelta che il papa ha fatto il 15/1/11.
Si eviterebbero gaffe clamorose e imbarazzanti, non si indurrebbe in errore i giovani delle GMG, e si smetterebbe di organizzare iniziative antievoluzioniste attorno alle mura del Vaticano.
Da notare comunque che questo giornalista è in buona compagnia. Anche i giornalisti della Radio Vaticana non pensano sia necessario verificare e correggere l’ortografia del cognome del Presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, tuttora errato e ripreso errato ormai in numerosi siti web.
Piuttosto che coinvolgere molto impropriamente Darwin, magari sarebbe più interessante riflettere sul confronto che un noto giornalista turco, M.Akyol, propone invece fra Breivik e Bin Laden nel suo articolo “How christian is Breivik?”, su Hürriyet del 29/7/11, dove fa notare come ambedue siano figure ugualmente imbarazzanti e inaccettabili per i correligionari: “But, alas, this is the same thing we Muslims have been saying about al-Qaeda and most of its terrorists: Theirs was not a genuine expression of the Muslim faith, but a highly politicized, paranoid and fanatical expression of Muslim identity”.
M.Akyol ci ricorda comunque che c’è un parlamentare europeo italiano, M.Borghezio, ben più autorevole e rappresentativo di Breivik, che riesce comunque a ritagliarsi una propria posizione autonoma sul problema che angosciava anche Breivik, la relazione fra il multiculturalismo americano ed europeo, che lo ossessionavava (un gruppo di musulmani gli aveva anche rotto il naso a 18 anni), e il relativismo culturale.
Breivik non è comunque l’unico in Europa e in Italia a preoccuparsi oggi dei problemi di integrazione fra culture diverse.

 

9/8/11-IT

·         Nel National Geographic di agosto un articolo su un nostro antenato scoperto recentemente, l’Australopithecus sediba (anche i paleoantropologici forniscono continuamente nuove prove dell’evoluzione umana). Qui alcune foto del reperto e degli scavi recentemente effettuati in Sudafrica

 

8/8/11-USA

·         [da NCSE] Sembra che per gli insegnanti USA anche la discussione a scuola dei cambiamenti climatici stia diventando un problema ideologico, per cui aumenta la probabilità di dover gestire situazioni che oltrepassano gli aspetti meramente scientifici del problema. Se ne parla nell’articolo “Teachers "feeling the heat" over climate change

·         Non fa mai piacere quando ti avvertono improvvisamente che stai perdendo il tuo tempo; questo può avvenire anche leggendo un libro.
Nel campo della scienza comunque avviene spesso e dobbiamo aspettarcelo.
Avevo da poco iniziato a leggere un libro di M.Tomasello del Max Planck Institute di Lipsia sull’altruismo nei primati e nell’uomo (“Altruisti nati. Perché cooperiamo fin da piccoli
”, 2010), ed un articolo su Scientific American di agosto (“On the Origin of Cooperative Species: New study reverses a decade of research claiming chimpanzee selfishness”) mi avverte che è stato pubblicato oggi su PNAS un articolo (Victoria Hornera, J. Devyn Cartera, Malini Suchaka, and Frans B. M. de Waal 2011: Spontaneous prosocial choice by chimpanàzees Proceedings of the National Academy of Sciences : 10.1073/pnas.1111088108) che è “the first paper to document spontaneous prosocial choice by chimpanzees, a species that, until now, was thought to be “indifferent to the welfare” of others”. Alla faccia di chi proprio in questi giorni si lamenta che la scienza non avrebbe aperto “orizzonti nuovi” negli ultimi decenni, qualcosa di nuovo all’orizzonte c’è anche oggi, ed è di un’importanza tale che “reverses a decade of scholarship claiming that humans are profoundly different where it comes to regarding others”.
Basti pensare che solo sei anni fa Nature pubblicava un articolo dal titolo “Chimpanzees are indifferent to the welfare of unrelated group members”.
Che faccio? Chiudo il libro e ne inizio un altro? Spiace, anche perchè nelle prime pagine si sottolinea come l’insegnamento sia un’attività umana decisamente altruista in quanto, sempre che coinvolga persone competenti e non incompetenti presuntuosi e magari ideologicamente motivati, è rivolta al miglioramento del livello culturale dell’umanità. Da oggi dobbiamo diffidare di chi sostiene ancora che gli scimpanzè sono indifferenti al benessere di soggetti non imparentati. Forse non ci si pensa, ma la conoscenza ci ha permesso di uscire dalla preistoria, anche indicandoci come scegliere le persone aggiornate e competenti di cui fidarsi!       
Domenica prossima uscirà negli USA il film di fantascienza di Rupert Wyatt “L'alba del pianeta delle scimmie; nei cinema italiani l’arrivo è previsto invece per il 23 settembre. Sarebbe importante che la fantascienza non oscurasse o distorcesse quanto di importante e utile anche i primatologi forniscono quotidianamente come contributo di conoscenza per gestire meglio l’unica nostra specie e l’unico nostro pianeta.

 

6/8/11-IT

·         Il Giornale di Brescia informa (“La scienza, la fede e l'evoluzionismo: tra scienziati e teologi un dialogo necessario”) che dal 20/7 saranno disponibili gli atti di un convegno (L’Evoluzione Biologica. Dialogo tra Scienza, Filosofia e Teologia”) organizzato il 27/11/2010 a Milano dai medici cattolici. I partecipanti furono Agazzi, Anzani, Brambilla, Galleni, Lambertenghi, Lattuada, Manzi, Ravasi, Sanchez).

·         Sempre oggi e sempre sull’Avvenire un commento a un recente articolo comparso sul Sunday Times che riporta le opinioni di un neurobiologo e di uno psichiatra inglese sui limiti – fisici ed energetici secondo loro - a cui sarebbe arrivata l’intelligenza umana. Oltre alle riflessioni spesso generiche e banali (il “cervello troppo pieno” è molto gettonato) che troviamo anche in altri quotidiani costretti a commentare una notizia poco chiara (non si fa infatti riferimento ad una specifica ricerca scientifica) è curioso e preoccupante come il commento dell’Avvenire (“Presunti limiti dell’intelligenza e un’irrinunciabile speranza”) trascenda addirittura in una critica globale alla scienza come strumento – inefficiente! - di conoscenza (“è certamente vero che da molti (troppi) decenni la scienza non riesce più a travalicare i limiti e ad aprire orizzonti nuovi, tali da far sperare in un salto di qualità nel processo di sviluppo dell’umanità. A proposito di sviluppo, proprio il limite dell’intelligenza cognitiva potrebbe segnare la plateale sconfitta di quel razionalismo scientista che tutto ha puntato sulle sorti umane e progressive”).
Non è ben chiaro che cosa si aspettasse dalla scienza questo giornalista, visto che proprio negli ultimi 6 decenni è avvenuto – fra l’altro - almeno l’incredibile sviluppo delle conoscenze scientifiche nel campo della biologia e della medicina.
Viene il sospetto che lo preoccupi davvero il fatto che il San Raffaele, che tanto (forse troppo) ha investito in questo settore, possa oggi essere salvato solo dalla finanza cattolica e vaticana, che magari dovrebbe occuparsi non di ricerca avanzata in biologia evoluzionistica, ma di rispondere alla domanda sul trascendente che al giornalista sembra più interessante: “il mondo è davvero tutto qui?”.
Per fortuna nell’articolo compaiono poi altri guai ben più seri e altri problemi oltre al pericoloso “razionalismo scientista”: “Basti pensare ai guai colossali del sistema capitalistico e finanziario, divorato dall’interno dalle proprie regole selvagge. Per non parlare delle guerre e di tutte le ingiustizie che da un capo all’altro della Terra si inseguono, in un terrificante continuum”.
Ce n’è a sufficienza per farlo dubitare di quello che chiama ironicamente e tristemente “disegno intelligente: guerre, disuguaglianze, intolleranze, tensioni sociali e povertà [che] sembrano contraddire ogni giorno la nostra intelligenza delle cose”.
Per fortuna, in fondo, sembra che la scienza non sia proprio il peggiore dei mali.

·         Incredibilmente istruttiva (ma sconcertante) la possibilità di incrociare uno strano articolo antievoluzionista pubblicato oggi dall’Avvenire (“Darwin idolo del bigottismo scientifico”) con altri documenti recentemente pubblicati (e che non sembra siano tutti rispettosi delle decisioni delle autorità religiose responsabili del settore).
L’articolo è una recensione ad un libro di E.Pennetta, pubblicato all’inizio dell’anno (“Inchiesta sul darwinismo, come si costruisce una teoria”).
Dalle informazioni presenti nel commento che avevo scritto il 31/5/2011, al momento della presentazione di questo strano libro, puo’ venire un primo spunto per capire come sia l’articolo dell’Avvenire che il libro sembra si inquadrino in un’iniziativa che sarebbe corretto definire “antivaticana” più che “antievoluzionista”.
Si evidenziava come il libro nascesse in contemporanea ad un’iniziativa che il vicariato di Roma aveva affidato proprio a E.Pennetta e a un gruppetto di docenti che né mons.Ravasi né N.Cabibbo avrebbero invitato – per le loro posizioni o per le loro diverse competenze - alle iniziative ufficiali organizzate dal Vaticano nel 2008 e 2009 per discutere di scienza, di storia della terra, di Darwin e dell’evoluzione biologica.
L’iniziativa, denominata  L'INSEGNAMENTO DELLE SCIENZE” era nata per formare docenti capaci di presentare una scienza … “religiosamente” corretta (“il ruolo degli insegnanti della scuola cattolica, … deve essere proprio quello di indicare come realtà provvisorie e non come verità dogmatiche quegli aspetti delle teorie che sono frutto dei "paradigmi" del momento”).
Proprio in maggio, nei giorni in cui questo libro veniva presentato nella sede della Provincia di Roma (!?), mons.Ravasi organizzava in Vaticano la presentazione degli atti del convegno organizzato da lui su Darwin.
Basta leggere - nell’articolo pubblicato dalla R.Vaticana – gli interventi di Ravasi (
La Chiesa non condannò mai Charles Darwin, né la sua teoria dell’evoluzione. Tuttavia, molte persone sono ancora convinte che si opponga a questa teoria scientifica) e di G.Auletta (“La conoscenza scientifica non è semplicemente una conoscenza di serie B che ha a che fare con alcune questioni empiriche o di poco conto, ma è conoscenza della verità nel senso più pieno della parola e quindi meritevole di essere presa molto sul serio. Una filosofia e una teologia che non sono in grado di recepire questo, di fare i conti con questo, secondo me si condannano a priori a una morte rapida, perché una filosofia senza scienza rischia di scivolare nell’estetismo del relativismo.”) per capire che qualcosa non quadrava; era evidente che continuava quel contrasto in cui si era inserito anche De Mattei quando il 23/2/2009 aveva fatto entrare addirittura al CNR – per uno dei tre congressi fotocopia che avevano organizzato a Roma nel 2009 - la banda dei creazionisti del Kolbe Center for the Study of Creation - furiosi che mons.Ravasi li avesse cacciati dal suo convegno su Darwin. [Al convegno invece erano presenti  F.Ayala e Padre G.Coyne, un tempo astronomo pontificio per 25 anni, che qui vediamo festeggiare allegramente il compleanno di Darwin nel 2009].
Ma non è finita qui. Come ho già dimostrato, oltre al contrasto fra creazionisti ed evoluzionisti, c’è anche un po’ di incoerenza e di ignoranza.
Pochi cattolici – e in particolare quelli assunti dal vicariato di Roma per addestrare docenti per i corsi di “scienza cattolica” – accetterebbero quello che dal 15/1/11 è ormai un fatto che dovranno accettare: dopo la morte del fisico evoluzionista (e quasi Nobel) N.Cabibbo, il presidente dell’accademia pontificia delle scienze è ora un biologo molecolare che non solo è (ovviamente) un evoluzionista, ma è anche  orgoglioso (come racconta proprio all’Avvenire il 10/2) di aver contribuito a dimostrare e confermare questa teoria con le sue ricerche, in cui ha seguito l’evoluzione di decine di migliaia di generazioni di batteri.
Il suo nome è Werner Arber, è anche un premio Nobel per scoperte riguardanti gi enzimi di restrizione (fondamen, ed è nell’Accademia Pontificia delle Scienze già dal 1982.
Se pur è evidente che lo shock di trovarsi un biologo evoluzionista a presidente dell’accademia sia stato peggiore per i creazionisti (cattolici, come De Mattei, o di altre religioni) e gli antievoluzionisti, è pure chiaro come la nomina papale di un “neodarwinista” non sia piaciuta nemmeno in altri ambienti cattolici. Non si capirebbe altrimenti il motivo per cui perfino nell’articolo pubblicato dalla R.Vaticana il cognome venga storpiato in Harber, a ben quattro mesi dalla nomina ad una carica che dovrebbe essere importante anche se esterna alla gerarchia. [Li ho avvertiti, ma finora non hanno ritenuto utile correggere un errore che potrebbe essere imbarazzante].
Ancora peggiore è stato l’errore (e l’incoerenza dimostrata) del gruppo incaricato di organizzare corsi di “scienza cattolica certificata”, ma almeno loro hanno provveduto immediatamente a correggere il loro errore, nascondendolo almeno alla vista.
Avevano infatti preparato del materiale didattico, forse da utilizzare nei corsi o nelle lezioni nelle scuole private cattoliche romane. Si trattava di numerosi file powerpoint, su diversi argomenti di biologia, chimica e fisica.
Ho provato a guardare alcuni di questi file - quando erano ancora disponibili – e sembrava che avessero appaltato il lavoro a giovani usciti dalle nostre università: infatti, come chiunque può controllare, sia il file che spiega la Selezione naturale che quello che spiega l’Evoluzione utilizzano, magari semplificate e poco aggiornate, proprio le informazioni fornite dai testi evoluzionisti usati oggi nelle scuole e nelle università. Evidenti sono le differenze di questo materiale didattico rispetto ai contenuti della prevista conferenza antievoluzionista, nella quale si negano le connessioni fra specie successive (“i gruppi viventi NON mostrano di essere collegati fra di loro da legami implicanti connessioni genetiche dirette”), senza proporre ipotesi alternative e migliori.

[Ne approfitto per ricordare – e NON è un dettaglio - come un documento ufficiale vaticano del 2004, firmato dal card.Ratzinger, usi le STESSE PAROLE per sostenere ESATTAMENTE IL CONTRARIO di quanto si vorrebbe insegnare da quest’anno nelle scuole cattoliche romane: “… è stato dimostrato che tutti gli organismi viventi della Terra sono geneticamente connessi tra loro, è praticamente certo che essi discendono tutti da un primo organismo”]. Non si pretende certo l’infallibilità su questi temi, ma un minimo di coerenza, almeno fra cattolici romani, sarebbe d’obbligo!! Non è bello dimostrare in modo plateale che … non capiscono proprio nulla.   

Lascio alla fine il documento più interessante e istruttivo per chi ancora non riuscisse ad accettare che un biologo evoluzionista sia oggi presidente dell’accademia pontificia delle scienze. Per chi volesse conoscere le sue posizioni sulla teoria dell’evoluzione, è davvero istruttivo il documento (purtroppo in inglese) del 2008 (“Statement on my view on biological evolution”, inserito nel post How the Texas Board of Ed. misrepresented a Nobel Prize winner); è una risposta ai creazionisti USA che l’avevano ingiustamente accusato di essere un “Darwin skeptic”… e Arber aveva preteso che rettificassero l’insinuazione.  
[Si parla di questo articolo, senza notare quanto sia estraneo perfino al contesto attuale del pensiero cattolico e quindi senza riferimenti ai contesti e ai contrasti oggi esistenti, anche nel sito della UAAR.]

 

4/8/11-USA

·         [da NCSE] Un articolo nel sito del National Center for Science Education informa che è in corso di pubblicazione un volume (“A Framework for K-12 Science Edu”) con materiale utile per programmare l’educazione scientifica nei giovani fino a 12 anni. Il volume è disponibile gratuitamente nel sito del NAP.

 

2/8/11-IT

·         Ben due sono i riferimenti all’evoluzione umana nell’ultimo fascicolo delle Scienze. Un intero articolo è dedicato all’Homo ergaster di Dmanisi, che dimostra la prima uscita di un ominino dal continente africano, avvenuta circa 1.9 milioni di anni fa. Poco si può dire della cultura materiale di questi nostri antenati, molto simile a quella olduvaiana, ma sicuramente sapevano difendersi dalle Homo  ergaster.

 

1/8/11-USA

·         NCSE offre una preview (PDF) del libro di Alan R. Rogers The Evidence for àEvolution (University of Chicago Press, 2011).

 

 

LUGLIO 2011

31/7/11-IT

·         [da Pikaia] Per chi ancora deve partire per le ferie e non ha trovato compagni di viaggio adeguati, qui puo’ trovare una certa scelta. Per chi non parte, la compagnia sarà comunque piacevole e istruttiva.

·         A volte sui quotidiani italiani compaiono anche notizie che sembrano senza tempo («Il cervello umano non può più crescere»). Che il cervello umano non cresca piu’ di dimensioni lo si poteva forse leggere anche sul Corriere di 10.000, 20.000 o 30.000 anni fa… Ovviamente altri interessanti cambiamenti non sono nel frattempo mancati, e per esempio nulla si può dire dell’aumento delle connessioni, che indubbiamente ci sarà stato, come l’articolo per fortuna fa sospettare.
Difficile concludere un articolo così titolato, ma forse la soluzione scelta è stata la peggiore: fare riferimento a un evento impossibile, l’involuzione, da cui deriva la frase che ci poteva essere risparmiata: “potremmo tornare ad assomigliare al nostro antenato, l'uomo di Neanderthal” … c’è chi non crede all’evoluzione, ma non ci dovrebbe essere nessuno che crede che l’evoluzione possa procedere in retromarcia.
Certo sarebbe stato certamente di peggiore auspicio un riferimento all’Homo floresiensis

 

30/7/11-IT

·         Un articolo di Pietro Greco sull’Unità (“Che storia ingarbugliata quella dei nostri antenati”) riprende dal libro La vita inaspettata di T.Pievani le novità recenti sulla ricostruzione della storia evolutiva umana. Molte di queste novità hanno un po’ modificato se non sconvolto quel che si sapeva fino a pochi anni fa, confermando come le nuove conoscenze possano e debbano modificare la nostra visione della realtà.
Questa è la scienza, e proprio questi cambiamenti nelle interpretazioni confermano come sia in atto un costante lavoro di ricerca e di verifica delle conoscenze precedenti, da non considerare come verità acquisite. E’ il metodo scientifico in azione, conferma della serietà delle basi su cui si appoggiano le nostre conoscenze, sempre in divenire. 

 

30/7/11-HR

·         Sono ritornato da qualche giorno di ferie.
Davvero curioso il fatto che mi sia trovato un giorno nelle condizioni di dover giustificare in tempi rapidi un pensiero davvero imbarazzante per un naturalista.
La riflessione sarà stata probabilmente stimolata dalla frequentazione (saltuaria e critica) di ambienti culturali un po’ carenti di strumenti di interpretazione della realtà naturale, anche se un ruolo determinante l’ha avuto anche lo stupore che inevitabilmente si prova di fronte alle meraviglie create dall’interazione delle migliaia di eventi che plasmano l’evoluzione dell’ambiente e la sua interazione con l’evoluzione biologica.
Anch’io, trovandomi a percorrere circa 25 chilometri in due giorni (ho collaudato anche un contapassi …) di visita al parco nazionale dei laghi di Plitvice in Croazia, ho avuto qualche dubbio di fronte all’enorme quantità di cascate, di corsi d’acqua e di laghetti che costituiscono uno degli ambienti più incredibili che si possano incontrare in Europa.
Colpisce soprattutto il fatto che … basterebbe molto meno per far dubitare di una spiegazione “naturalistica”. Come se non bastasse, piu’ o meno gli stessi fenomeni si possono osservare, in questo caso meravigliosamente inseriti in un ambiente abitato, anche ad una ventina di chilometri verso nord, a Rastoke.
Certo una spiegazione naturalistica esiste e la si trova sia sui libri di geologia “standard” che sugli opuscoli che vengono distribuiti a Plitvice, che fanno riferimento agli eventi chimici e geologici conseguenti all’azione dall’acqua che per milioni di anni scorre sulle rocce calcaree che caratterizzano gli ambienti carsici.
Purtroppo chi come me ha una conoscenza piuttosto limitata della geologia si è trovato per un breve momento a condividere, e quindi comprendere, l’imbarazzante situazione di chi ha pessimi motivi per non accettare l’evoluzione culturale umana e preferisce continuare a fidarsi, come se Galileo e i tanti altri curiosi non avessero accumulato per noi conoscenze e stimoli, di esperti “non convenzionali”.
Come per esempio Hugh Miller, uno degli indimenticabili “esperti” ospitati dai creazionisti italiani nei 3 convegni antivaticani del 2009: è uno dei più pittoreschi in quanto ancor oggi crede che il geocentrismo sia un’ipotesi che meriti di impegnare neuroni umani in un convegno i cui atti (davvero è necessario leggerli prima di criticare i geocentristi?) sono
in due volumi dal deprimente – per i neuroni - titolo “Galileo Was Wrong - The Church Was Right.
A proposito di evoluzione culturale, è stata estremamente interessante anche un’altra esperienza che ho vissuto, per la prima volta, la settimana scorsa nel corso di una navigazione nel golfo del Quarnaro: l’incontro, lo sviluppo di interazioni e l’evidente scambio di segnali con due diversi gruppi di delfini ha dimostrato come i mammiferi abbiano avuto più di un’occasione, realizzatasi in ambienti e con storie evolutive molto diverse, di dimostrare quali vantaggi fornisca anche alla comunicazione interspecifica non aggressiva un’organizzazione sempre migliore e più complessa del sistema nervoso centrale.
A tal punto che due specie di mammiferi particolarmente dotate siano messe nelle condizioni di poter dimostrare una curiosità e un interesse reciproco. Interazioni simili, certo migliori, sono da tempo dimostrate con i primati, che confermano come ci sia una storia evolutiva che ci coinvolge.
Qui un video di un altro incontro fra due specie dotate di una certa “intelligenza”, avvenuto nella stessa zona nel 2007.    

 

26/7/11-USA

·         [da NCSE] Interessante la storia raccontata in un articolo di Science del 22/7 (“New NSF Survey Tries to Separate Knowledge and Belief”). Vi si racconta la storia di come nel 2010 vennero censurati i risultati (“Science and Engineering Indicators 2010”) di un sondaggio della National science Foundation (NSF) sull’evoluzione e sul big bang, forse perché dimostrava i pessimi risultati ottenuti in una nazione che normalmente dimostra elevati standard di conoscenza in altri campi e pure ottimi risultati nelle ricerche sull’evoluzione.
Se na parla in un articolo nel sito del National Center for Science Education (“Evolution at the NSB redux”) in cui si preannuncia che nel 2012 i risultati non saranno censurati.

 

21/7/11-IT

·         Quasi epico (“la moderna biochimica evoluzionistica pensa di salvarsi rifugiandosi nell’infinitamente piccolo e per definizione un po’ oscuro, e si dimentica però di guardare in faccia gli animali e le piante in carne, ossa e clorofilla”) un articolo antievoluzionista per commemorare i 189 anni dalla nascita di Mendel in un giornaletto cattolico on line (“Quei piselli di Mendel che cantano la gloria di Dio”).
La frase più polemica verso il solito povero Darwin? “Per caso, direbbe Darwin, ma il caso non esiste”. “Geniale”, direi.
Ma ce ne sono anche altre: “… l’ereditarietà è un andamento determinato dalle diverse combinazioni di codeste unità indipendenti. Non c'è caso, non c’è selezione naturale. C'è invece un corso e ricorso regolare, descrivibile con moduli matematici, che si svolge seguendo una logica ferrea.” [e il sesso dei figli…? Il 50% di maschi è dovuto a una logica ferrea…?]
Perfino il genetista antidarwinista G.Sermonti poi si arrabbierebbe, come ha già fatto, ad essere definito “genetista antievoluzionista” (forse dimenticando un suo articolo sul Tempo del 10/1/2000 (“L’evoluzionismo è un inganno utile a restare nell’ignoranza”)..
Sconcerta le sintesi: “Mendel osservò che la prima generazione nata dopo gl’incroci era composta da individui uniformi, laddove quelle successive presentavano mutazioni rispondenti a precise proporzioni matematiche. Matematiche: oggettive e calcolabili, due più due fa quattro, e di qui non si scappa”. [difficile vederci sotto una prova del ruolo del caso, tanto che la sintesi è Non c'è caso, non c’è selezione naturale!]

 

20/7/11-VA

·         Non c’è davvero molto di nuovo nella posizione di mons.Fisichella, presidente del consiglio pontificio per la nuova evangelizzazione, da tempo diffidente se non ostile verso la scienza (si ricorda una sua partecipazione come rettore di un’università pontificia ad un convegno ideologico addirittura ostile all’evoluzione e una dichiarazione su Micromega sul fatto che sia la scienza a dover fare un passo indietro se c’è una strettoia). In una conferenza tenutasi in un corso estivo presso la Universidad Rey Juan Carlos ad Aranjuez in Spagna, ha mostrato di credere in una rivincita della chiesa sulla scienza, che crede sia ostile all’umanità: “Vendrá el tiempo en que la ciencia misma pida ayuda a la teología para conocer más ampliamente los ámbitos de la realidad”. A questo proposito non è difficile dimostrare come GPII nel 1988 fosse invece ben più preoccupato (giustamente) di come la chiesa avesse paura a gestire il metodo scientifico, uno strumento di conoscenza in buona parte problematico, tanto da creare addirittura problemi a religiosi/scienziati che cercavano di utilizzare due strumenti di conoscenza così diversi. 

 

12/7/11-USA

·         [da NCSE] Il National Center for Science Education offre un’anteprima gratuita (preview PDF) del libro Merchants of Doubt (Bloomsbury Press, 2010) di Naomi Oreskes and Erik M. Conway's

 

9/7/11-IT

·         Nel sito cattolico SRM in cui si cerca di occuparsi del rapporto fra scienza e fede, si può leggere un articolo di P.Centofanti (“L’azione di Dio nell’evoluzione”) in cui si commenta l’articolo del 26/6/11 del domenicano JM.Maldamè comparso in un inserto dell’Avvenire e riferito al seminario Le vie dell’evoluzione e la domanda su Dio (cfr. SRM), che era stato promosso nel 2010 dall'Istituto Veritatis Splendor di Bologna

 

7/7/11-IT

·         Su Gaianews.it è disponibile il video di un’intervista al genetista M.Buratti, che ha parlato delle origini della genetica dalle prime intuizioni di Darwin alle scoperte di Mendel. Nella stessa pagina ci sono anche video di interviste ad uno storico della scienza, Mauro Dorato. Anche lui parla di Darwin

·         Davvero illuminante, se non geniale, una frase pubblicata oggi su un giornale on line (La Voce) diretto da un giornalista che partecipa come evoluzionista a dibattiti con creazionisti e/o antievoluzionisti.
Probabilmente l’autrice dell’articolo ha partecipato e magari collabora a queste iniziative, per cui l’osservazione ingenua che non si dovrebbe confondere creazionismo con antievoluzionismo (“Non si ripeterà mai abbastanza che l’antievoluzionismo non ha nulla a che vedere con il creazionismo. Lo si potrà ripetere ancora miliardi di volte, ma non cambierà mai nulla: l’evoluzionismo sarà scienza, l’antievoluzionismo un sinonimo di apparizione magica”) deriva semplicemente da una visione parziale e limitata al panorama italiano, dove una certa confusione non solo è inevitabile – in assenza di metodo scientifico - ma anche necessaria.
Come si farebbe altrimenti ad andare a cena una sera a Milano con un “creazionista della terra vecchia” e la sera dopo a Roma con un “creazionista della terra giovane” senza guastarsi la ragione più che lo stomaco? Per non parlare della difficoltà di non mangiarsi anche la [propria] lingua pur di non manifestare curiosità ragionevoli che avrebbero solo risposte ridicole (“credimi, non ci sono differenze fra i diversi antievoluzionismi e i diversi creazionismi”).
Se avesse studiato cos’è avvenuto negli USA dal 1989 al 2000 (e lo si capisce bene analizzando gli importanti documenti scoperti durante il processo di Harrisburg, sempre che non venga studiato sugli articoli del Foglio) saprebbe che oggi è sufficiente saper distinguere fra quel che è scienza da quello che non lo è, comunque sia denominato.
Avrebbe potuto così evitare l’imbarazzante “finale” dell’accusa che rivolge non a sé … ma al suo giovane amico, filosofo della scienza, che invece ben sa riconoscere quali siano gli elementi importanti da verificare subito: “Ma se non ti sei interessato, non hai letto, come fai a dare un giudizio?”.
Questa semplice ma logica (e ottima) osservazione dovrebbe portare lei (e gli altri che apprezzano le sue riflessioni…) molto lontano da dove sono attualmente ... Se fosse vero [anche per loro] che si devono valutare e utilizzare le conoscenze e le competenze, si potrebbe far notare che non tutte quelle competenze che loro apprezzano sono coerenti con le opinioni che difendono e sostengono sui meccanismi evolutivi (o non evolutivi).
Non bisogna dimenticare che soprattutto da qualche anno, una decina, siamo diventati purtroppo tutt un po’ più sospettosi: abbiamo imparato a verificare che gli interessi e le competenze siano davvero complete e abbiano una coerenza interna.
Oggi abbiamo imparato a sospettare di chi volesse guidare un aereo senza aver seguito e capito bene anche le lezioni sul decollo e sull’atterraggio; dobbiamo essere altrettanto sospettosi di chi – per criticare l’evoluzione – propone addirittura di fare il carbone con l’argilla o di chi pensa che non sia importante capire se ci sono stati 6000 o 3.5 miliardi di anni di evoluzione biologica.
In ambedue le situazioni è probabile che ci sia un obiettivo poco onesto ma quanto meno il disprezzo per la curiosità e per la ragione.
E quindi per l’evoluzione biologica che le ha prodotte.
E per i nostri antenati che hanno faticato migliaia di anni per integrarle nel metodo scientifico che oggi ci garantisce una vita migliore.
Sempre che la si apprezzi.

 

6/7/11-USA

·         [da NCSE] Rob Boston's "Creationism Crusade," published in the July/August 2011 issue of Church & State, reviews the latest battles, in state legislatures and elsewhere, over the teaching of evolution.

 

5/7/11-IT

·         PORDENONE - E' stata presentata la dodicesima edizione di pordenonelegge, la Festa del Libro con gli Autori, in programma dal 14 al 18 settembre 2011. Ancora una volta la scienza sarà protagonista di pordenonelegge; sarà ospite Niles Eldredge che terrà una lectio magistralis che metterà in collegamento Darwin e la letteratura.

 

3/7/11-USA

·         [da Pikaia] Si è conclusa l'edizione 2011 del principale congresso mondiale di biologia evoluzionistica. Ospitato quest'anno dall'università dell'Oklahoma a Norman dal 17 al 21 giugno, il congresso annuale congiunto della Society for the Study of Evolution, della Society of Systematic Biologists e dell’American Society of Naturalists ha visto svolgersi in quattro giorni oltre 1000 presentazioni fra simposi, workshop, sessioni tematiche e poster. Nella relazione di F.Santini per Pikaia si può avere una pallida idea delle impressonanti novità mostrate dalla biologia negli ultimi anni, capaci di mettere in seria difficoltà chiunque non riesce a mantenersi aggiornato. Davvero sconcentante la scoperta che da qualche anno le ricostruzioni filogenetiche ora riescono a verificare la congruità delle interrelazioni fra migliaia di specie contemporaneamente. E ancora nessuna incongruenza ha rischiato mettere sabbia negli ingranaggi del processo evolutivo.
Sarà per questo che i critici preferiscono rifugiarsi in tematiche, come l’origine della vita o della prima cellula o del primo organismo), che possono garantire ancora decenni di dubbi e di articoli intriganti ma inutili … la scienza non si sarebbe mai sviluppata fino agli attuali successi  se non si fosse posta via via soprattutto problemi risolvibili, lasciando quelli irrisolvibili (e la relativa evitente e inevitabile frustrazione) ai tanti che comunque ne erano e sono ancor oggi attratti.
Per quanto riguarda i video di Ken Miller citati, una selezione dei suoi video è disponibile qui, insieme a decine di altri video sull’evoluzione, Darwin e la biologia.

 

2/7/11-AT

·         In questi giorni si sta svolgendo al Konrad Lorenz Institute di
Altenberg (http://www.kli.ac.at/) un workshop sul concetto di teoria
nelle scienze biologiche
. Massimo Pigliucci, che e' anche uno degli
organizzatori, ha postato una descrizione delle discussioni del primo
giorno sul suo blog Rationally Speaking. Qui la sua comunicazione.

 

1/7/11-USA

·         [da NCSE] Nei giorni scorsi il National Center for Science Education ha offerto in omaggio una preview (PDF) di un recente libro scritto da F.Ayala per chiarire, con la sua esperienza decennale di difensore della teoria dell’evoluzione (sui quotidiani, nelle sale, nei teatri  e perfino nelle aule dei tribunali), come non ci siano oggi alternative razionali alla teoria dell’evoluzione.
Il libro è Am I a Monkey? Six Big Questions about Evolution e Ayala è un noto esponente (insieme a Ken Miller) dell’ala cattolica dei biologi evoluzionisti USA, e anche per questo è stato uno dei partecipanti al convegno vaticano del 2009, ed era seduto alla presidenza quando è stato espulso un creazionista turco un po’ invadente, forse uno che viene invitato anche dai creazionisti protestanti italiani.
Per questo motivo il volume probabilmente sarà presto tradotto anche in italiano, ma puo’ essere interessante (anche per il card.Martino) conoscere che la sua risposta alla domanda del titolo è la seguente: “Io sono un primate. Le scimmie sono primati ma gli uomini non sono scimmie. Primati sono le scimmie, le antropomorfe e l’uomo. L’uomo deriva filogeneticamente dalle antropomorfe più che dalle scimmie. Le antropomorfe sono primi cugini, mentre le scimmie sono secondi e terzi cugini”. Possiamo solo sperare che per il card. Martino “primate” non abbia un diverso significato.
Il libro è stato meno apprezzato dal biologo evoluzionista Jerry Coyne, che lo presenta nel suo blog Why evolution is true come “Another accommodationist book on evolution” (“Why do accommodationists have to spoil a perfectly good book on evolution by dragging in a lot of stuff about God? … I could easily write a similar book, but with a final chapter that answers that same question in a completely different way. But of course that book wouldn’t be promoted by the National Center for Science Education”)

 

 

GIUGNO 2011

30/6/11-UK

·         Una delle caratteristiche del processo evolutivo è che non si finisce mai di scoprire quanto sia fantasioso e creativo, quante siano le novità e, come accennato qui sotto nel commento all’articolo di Repubblica di oggi, che addirittura non ci si meravigli a scoprire che molto probabilmente … non esiste affatto un progetto, né forse potrebbe nemmeno esistere; e se esistesse comunque non sarebbe un progetto razionale.
Come già aveva fatto notare decenni fa un famoso biologo francese, Francois Jacob, la natura non butta via niente, e di solito preferisce modificare o utilizzare anche in modi diversi una struttura biologica preesistente (“Evoluzione e bricolage. Gli «Espedienti» della selezione naturale”).
Nessuno però immaginerebbe che organo ricicla l’animale di cui parla un recentissimo articolo di PLOS One (“So Small, So Loud: Extremely High Sound Pressure Level from a Pygmy Aquatic Insect”), una Micronecta simile a quelle che molti di noi hanno visto nuotare nei fossi, per realizzare sott’acqua il rumore più forte finora scoperto (99,2 dB!!) in relazione alle sue dimensioni (2 mm).
Per chi fosse curioso e volesse approfondire l’argomento, qui nel sito di Nature news della BBC puo’ leggere l’articolo: “Singing penis' sets noise record for water insect”, con registrazioni audio annesse (perfino di un coretto a 70 dB).
Ovviamente c’è sempre spazio per chi volesse ripetere anche questa volta la sua tradizionale spiegazione, valida per ogni occasione e quindi utilizzabile anche per questa scoperta imprevista: “God did it”; meno spazio/tempo c’è invece per chi ancora non conoscesse l’inglese.
Sarebbe interessante sapere se 2 mm è una dimensione che evoca “l’ossessione di andare alla ricerca del sempre più piccolo” o sono necessari i 50 µm della pars stridens di questa Micronecta.
Di questo “rumorosissimo” animale scrive anche Jerry Coyne nel suo blog interessantissimo (“World’s loudest creature (for its size)”).

 

 

30/6/11-IT

·         In un articolo comparso oggi su Repubblica (“Gli animali bamboccioni a un passo dall' estinzione”) vengono presentati in maniera piuttosto confusa, per cui non risaltano affatto i principali, alcuni fattori ambientali che hanno contribuito in modo determinante all’evoluzione culturale nei primati, ben prima ancora che iniziasse, solo due milioni di anni fa, l’evoluzione culturale umana.
L’autore dell’articolo, il prof.M.Niola, un antropologo culturale con interessi soprattutto verso le tradizioni religiose campane, non evidenzia come la colonizzazione dell’ambiente arboricolo per decine di milioni di anni, oltre ad indurre lo sviluppo di caratteristiche fenotipiche adeguate, abbia inevitabilmente portato alla riduzione della prole.
Si sono create così le condizioni ottimali sia per l’apprendimento che per la trasmissione di informazioni non genetiche da una generazione all’altra; questo avviene praticamente in tutte le specie di primati, che - è noto - hanno tutte sviluppato, pur in modo diverso, numerosi adattamenti alla vita arboricola di cui comunque anche la nostra specie – che pur da tempo non frequenta quegli ambienti - ha tratto enormi vantaggi.
E’ poco giustidficato, in questo contesto, il riferimento a particolari aspetti del ricco e complesso comportamento sociale dei bonobo, probabilmente la specie a noi filogeneticamente più vicina; sono argomenti, tratti da una recente recensione di un libro di V.Woods (“Bonobo Handshake: A Memoir of Love and Adventure in the Congo”) comparsa su Wired (qui la versione integrale della recensione), senza dubbio stimolanti per cui è necessario conoscerli, ma inutili per comprendere il ruolo fondamentale dell’adattamento all’ambiente arboricolo e la conseguente riduzione della prole (vale infatti per TUTTE le 300 specie di primati attualmente esistenti, non solo per i bonobo!); conseguenza di ciò sono la comparsa di una lunga fase della vita dedicata all’apprendimento, sia nei primati che nei nostri antenati, ma di questo periodo si è certo fatto buon uso soprattutto nel corso dell’evoluzione della nostra specie, che ha saputo trarre il massimo vantaggio da questa scoperta fatta nel corso dei milioni di anni dell’evoluzione dei primati.
Purtroppo non sono state fornite le informazioni che avrebbero permesso a chiunque di notare e giustificare il ruolo degli “exattamenti” o exaptations (“preadattamenti” non immediatamente adattativi, indispensabili per comprendere meglio il ruolo creativo del caso nell’evoluzione biologici) e di altri meccanismi adattativi fondamentali per capire come la storia evolutiva dei primati abbia portato in maniera logica e razionale alla nostra specie a partire da un cespuglio di specie di ominidi che si sono sviluppate in Africa negli ultimi 7 milioni di anni, all’interno di un qualche gruppo di antenati delle attuali scimmie antropomorfe. 

 

 

30/6/11-USA

·         [da NCSE] Sembra che negli USA i musei e le società scientifiche siano piuttosto innervositi e preoccupati per la iniziative dei creazionisti; sono certo più organizzati e meglio finanziati dei creazionisti europei, che fra l’altro non sono abituati e hanno una certa difficoltà a ragionare su tempi maggiori di qualche migliaia di anni (come si puo’ capire anche da questo recente  non essendo costretti a farlo da nessun emendamento alla costituzione, cercano di evitare ragionamenti troppo complessi e, utilizzando l’ottima e “ragionevole” idea di De Mattei, non rischiano e rimangono a vivere in un mondo immaginario di soli 6000 anni, che nessuno potrebbe accettare di discutere senza ridere. Troviamo cosi che ogni tanto qualche nuova istituzione scientifica USA si sente obbligata a pubblicizzare un qualche documento che sottolinea gli errori e i ragionamenti sbagliati dei creazionisti o dei sostenitori dell’intelligent design. In questi giorni tocca al New York State Museum of Natural Sciences, che ripete più e più volte concetti che da un paio di secoli ormai sono stati confermati

 

 

29/6/11-IT

·         Abbastanza preoccupante una recensione positiva a un libro (“Scienza della natura e stregoni di passaggio”, Jaca Book, 2011) presentato come critico verso alcuni aspetti della scienza pubblicata sul Giornale (“Scienziati, attenti: non diventate stregoni”).
La recensione è stata scritta da uno dei principali esperti che si sta occupando dei programmi scolastici delle superiori dei nostri figli, ma che è contemporaneamente anche collaboratore e docente nei corsi che il vicariato di Roma organizza per garantire – forse non confidando nell’accademia pontificia, troppo piena di premi Nobel – una adeguata formazione scientifica cattolica ai docenti delle scuole private cattoliche romane. Questi corsi sono stati affidati anche a persone note per iniziative che nion sarebbero state apprezzate nemmeno dall’attuale presidente dell’accademia pontificia delle scienze (e non solo per il motivo che è di religione protestante…).
La recensione contiene alcune frasi, probabilmente degli autori del libro, abbastanza sconcertanti, a cominciare da una valutazione già nel sottotitolo che potrebbe farci scivolare nel medioevo: “La conoscenza non va misurata sulla capacità di modificare il mondo ma sulla volontà i capire la sua bellezza”.
Sembra che questo docente universitario di matematica non si preoccupi del fatto che soprattutto oggi l’evoluzione culturale umana sia uno strumento con cui interagiscono culture diverse che si sfidano nell’applicazione alla realtà dei rispettivi strumenti di conoscenza che possono anche tornare ad essere strumenti di dominio sulle altre culture; oggi per esempio la matematica e l’economia vengono utilizzate dai popoli dell’Asia orientale nel loro confronto con gli strumenti finora sviluppati dall’economia del mondo cosiddetto “occidentale”, e si vede molto bene come … non sia solo un confronto “accademico”.
Un’altra raccomandazione che, se applicata, potrebbe accelerare la scomparsa della cultura occidentale, anch’essa sembra ripresa dal libro recensito: “Un altro modo di fare «brutta» scienza è di farsi dominare dall’ossessione di andare alla ricerca del sempre più piccolo, sempre «oltre», verso la spiegazione «ultima»”.
Per fortuna difficilmente si potrebbe fermare la ricerca del sempre più piccolo, anche se qualcuno oggi lo chiedesse: non è infatti una novità: è iniziata almeno due secoli fa quando già l’abate Spallanzani si occupava di fecondazione artificiale, cioè del destino di singole cellule; difficilmente si potrà fermare; come pure non si fermeranno le attività umane che hanno portato a tantissime altre scoperte nel mondo del più piccolo; e qui oltre alla chimica e alla fisica si è appunto da qualche secolo aggiunta anche la biologia.
Se pensiamo che per ogni nostra cellula portiamo con noi ben 10 cellule di altri microorgasnismi, ci renderemmo conto dei rischi che la paura dell’infinitamente piccolo potrebbe causarci, se dessimo ascolto a queste suggestioni.
Ma l’aspetto più sconcertante della crociata contro l’”ossessione del sempre più piccolo” e contro “la capacità di modificare il mondo” (come facciamo da due milini di anni!) deriva dalla coincidenza temporale davvero clamorosa: proprio in questi giorni, anzi IERI, “on June 28, during the 37th FAO Conference, the 192 Member countries of the UN Food and Agriculture Organization (FAO) will adopt a Resolution declaring global freedom from rinderpest”.
Come ben sanno i virologi, dopo l’eliminazione definitiva del vaiolo dalla faccia della terra, ieri si è dichiarata ufficialmente estinto, eradicato, un secondo virus, quello della peste bovina, che tanti guai ha causato ad animali domestici e selvatici soprattutto in Africa.
Si è quindi definitivamente conclusa con successo la campagna lanciata nel 1994 dal Global Rinderpest Eradication Programme (GREP). Chi volesse imparare i vantaggi dell’ossessione di andare alla ricerca del sempre più piccolo, il sito del GREP permette di comprendere quanti drammi umani sono ormai un ricordo del passato.
Un video (“Ending the Plague, Improving Lives: Rinderpest Eradication”)  può essere utile a capire meglio quanto sia stato importante che qualcuno da tempo insistesse sull’utilità di studiare anche oggetti grandi come un virus, per modificare il mondo, rendendolo un posto migliore anche per l’uomo,

 

 

29/6/11-USA

·         [da NCSE]  Nel sito web del National Center for Science Education si riferisce di un recente sondaggio effettuato dal PEW Forum on on Religion and Public Life su un campione mondiale di leaders evangelici. Fra le domande ce n’era una sull’evoluzione; la domanda, non molto chiara, è comunque sempre la stessa del sondaggio Gallup, che viene ripetuto da anni e che permette di distinguere fra antievoluzionisti, evoluzionisti e evoluzionisti teisti (anche se non tutti gli analisti sono d’accordo). Quasi tutti si dividono fra l’antievoluzionismo e l’evoluzionismo teista, anche se fra gli evangelici del nord del mondo prevale l’evoluzionismo teista, a differenza di quanto avvenga fra gli evangelici del continente africano, prevalentemente creazionisti (= non c’è stato alcun processo evolutivo, nemmeno controllato da un dio). Solo il 3% sembrano accettare i risultati ottenuti dalla scienza negli ultimi 150 anni, purtroppo, nonostante non ci siano ipotesi alternative con un minimo di dimostrazione. Qui l’articolo sul sondaggio (“Global Survey of Evangelical Protestant Leaders”) e qui i risultati in formato PDF.
Anche Jerry Coyne racconta del sondaggio nel suo blog: Evangelicals, evolution and atheism: the 2011 Pew Foundation survey.

 

 

27/6/11-IT

·         [da Pikaia] A Venezia, tra il 18 e il 20 settembre, si svolgerà la 'Settima Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza' (La Mente: essenza dell'umanità - Settima Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza) con numerosi ospiti italiani ed internazionali. Per conoscere le modalità di iscrizione e scaricare il programma completo visita il sito http://www.thefutureofscience.org/. Alcuni fra i maggiori protagonisti della ricerca mondiale racconteranno gli ultimi avanzamenti delle conoscenze sul funzionamento e sull'evoluzione della mente umana, un universo ancora in parte inesplorato, che ci caratterizza come specie e dal quale dipende il nostro futuro.

 

 

26/6/11-IT

·         Un articolo di JM. Maldamè sull’Avvenire (“Evoluzione: anche il caso è figlio di Dio”) illustra uno dei contributi ad un dibattito avvenuto nel 2010 a Bologna sulle diverse ipotesi con cui Dio gestirebbe l’evoluzione; sembra di capire che la riflessione teologica si arrampica un po’ troppo sui vetri per inserire il ruolo del caso negli eventi che caratterizzano i 15 miliardi di anni dell’evoluzione della materia e della vita in cui non sarebbe avvenuto niente di quanto alcuni credevano, sulla base dei testi sacri, fosse il reale e unico obiettivo divino: la comparsa dell’uomo.
Sembra di capire che 500 anni di scienza e di evoluzione culturale umana abbia portato a notevoli risultati: oggi non sarebbe più così convincente l’idea di un dio
non sottomesso a nessuna regola”, “fuori da ogni logica umana”, e che può “fare tutto e il contrario di tutto”. Sembra che oggi si sospetti che Dio rispetti la scienza, che “Dio non violenta il corso naturale delle cose”. Sembra quasi che non si voglia più escludere il fatto che l’idea di Dio possa essere il risultato di un’esigenza che fa parte del “corso naturale delle cose”. 
Curiose e misteriose le riflessioni proposte nella cornice in alto: “Quando si pensa a Dio in quanto forza della natura oppure quando uno lo rappresenta come un fattore fra tanti altri fattori, la mente è portata a procedere per esclusione”, “O la natura è inerte e passiva, o Dio è inutile e superfluo. In questa alternativa si collocano i creazionisti, prigionieri dello stesso errore dei materialisti atei che essi criticano”. Poi non si dica che Galilei (e i suoi emuli attuali) non se la vadano a cercare …   l’equiparazione di creazionisti e di evoluzionisti è davvero sintomatica e preoccupante.

 

 

25/6/11-IT

·         Davvero deprimente un articolo (Il crepuscolo degli evoluzionisti?)  che racconta di un’iniziativa organizzata da AN in cui persone spinte da fedi religiose davvero eterogenee (avventisti, musulmani, testimoni di Geova) si sono ritrovate a dialogare  insieme nella sala del consiglio comunale di Viterbo per cercare di riportarci ai “bei” tempi in cui anche in Italia la chiesa cattolica, qui assente, non si sentiva in imbarazzo a difendere pubblicamente, con convinzione e senza vergogna, i miti della creazione.
Certo è evidente che un sostegno diretto alla teoria dell’evoluzione è e sarà da escludere ancora per anni e forse decenni, come conferma anche in questi giorni un cattolico autorevole in un articolo sull’Avvenire del 28/6 (“IL VERO "PURO AMORE") con un’imbarazzante definizione dell’evoluzione come processo gestito solo dal caso (“l’evoluzione è un processo casuale, come ci spiegano i darwinisti”);  strana poi frase che attribuirebbe solo alla nostra specie la gravidanza e la generazione, in quanto conseguenze dell’innamoramento, forse presentato come un evento specie-specifico indispensabile per la riproduzione.
Qualche possibilità di cambiamento comunque la si intravede, nella chiesa cattolica; soprattutto dopo la nomina – curiosamente finora ben poco pubblicizzata - di Werner Arber, un premio Nobel, biologo evoluzionista, a presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze.
Forse l’Accademia Pontificia non è molto importante per la chiesa cattoliuca, avendo solo un ruolo di consulenza sulle questioni scientifiche; anche se non si occupa di questioni di fede, non sembra corretto ignorare la sconcertante novità: il papa ha nominato come presidente (dopo un “quasi Nobel” come il fisico evoluzionista N.Cabibbo) un vero Nobel, un biologo evoluzionista che difende con orgoglio (sull’Avvenire del 10/2) il suo ruolo nel dimostrare sperimentalmente il ruolo dei meccanismi casuali nella teoria dell’evoluzione.
Come è evidente dalle sciocchezze raccontate nell’articolo, purtroppo a Viterbo ai pochissimi (per fortuna) giovani presenti non sono state fornite informazioni utili per capire come distinguere i dogmi di fede (diversi da una religione all’altra) dalle conoscenze utili che si ottengono grazie all’applicazione del metodo scientifico. Coraggiosi quindi quelli che, nel dubbio, si rivolgono agli organizzatori del convegno “scientifico”; forse non lo farebbero se ottenessero risposte fantasiose e spassose come queste [… effettivamente Emiliano sembra proprio l’unico a non sapere che probabilmente wikipedia o google sono forse più credibili …]   

 

 

23/6/11-IT

·         [da Pikaia] Giornata del Madagascar. Sabato 25 giugno, al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, si parlerà del Madagascar, con particolare riferimento alla sua biodiversità.

·         [da Oggiscienza] Sono stati pubblicati e resi disponibili a tutti gli interessati più di 300 libri della biblioteca originale di Charles Darwin con le annotazioni personali dello scienziato. Una finestra su uno scorcio di storia della scienza e su uno dei suoi principali protagonisti. Per ora sono stati digitalizzati nella Charles Darwin’s Library sul sito della Biodiversity Heritage Library 330 titoli dei 1480 che costituivano la biblioteca personale di Charles Darwin

 

 

21/6/11-USA

·         Si è concluso oggi in Oklahoma "Evolution 2011" the joint annual meeting of the Society for the Study of Evolution (SSE), the Society of Systematic Biologists (SSB), and the American Society of Naturalists (ASN), un’ottima occasione per fare il punto sulle ricerche che riguardano l’evoluzione biologica in un momento di enorme miglioramento degli strumenti di ricerca (e in oarticolare di quelli che permettono il sequenziamento rapido di interi genomi di individui tratti centinaia di specie diverse. Su questo convegno si possono trovare alcune informazioni sia nei siti delle diverse società evoluzionistiche prima citate che in molti blog USA dedicato alla biologia.
Nel corso del convegno è stato assegnato al biologo evoluzionista cattolico, Ken Miller, il premio S.J.Gould per la sua lunga e appassionata attività in difesa della teoria dell’evoluzione (“Professor of Biology at Brown University   through his writings, teaching and appearances in court, Dr. Miller has proved an eloquent and passionate defender of evolution and the scientific method”).
Su questi problemi si può scaricare gratuitamente il volume “Science Evolution and Creationism” dal sito NAP.

 

 

20/6/11-IT

·         [da Pikaia] Il 29 giugno, al Palazzo Besana di Milano, verrà presentato il nuovo libro di Pietro Greco: "I nipoti di Galileo” (Dalai Editore). Oggi siamo fanalino di coda negli investimenti in ricerca e università,  eppure, nonostante tutto, l'Italia pur essendo un Paese che non crede nella scienza, è ancora terra di scienziati di prim'ordine.
Il libro è certo una risposta, anche se tardiva, alla provocatoria domanda che, forse preoccupata più da problemi di cassa che dagli impegni a cui il ruolo l’obbligava, il ministro Moratti si faceva nell’aprile del 2003: “Questi ricercatori mi facciano vedere qualche loro invenzione

 

 

18/6/11-IT

·         Domenica 19 a Rimini, in occasione di ‘Mare di libri – Il festival dei ragazzi che leggono’, ci sarà un’iniziativa (Parenti serpenti) in cui T.Pievani (autore del libro “Perché siamo parenti delle galline?”) incalzato da Federico Taddia, guida il pubblico alla scoperta di stranezze e meraviglie dell’evoluzione.

 

 

18/6/11-USA

·         Il giornalista scientifico USA C.Zimmer dal suo blog The Loom invita a seguire su Fora TV una sua recente conferenza “A planet of Virus”, dove racconta non solo l’importante ruolo dei virus nel mondo attuale, ma anche come l’HIV è arrivato a noi dai primati attraverso interazioni poco consigliabili.
Una volta entrati, con grande facilità, nel sito di Fora TV … non è detto che sia facile uscirne prima di qualche ora, se si è curiosi…e attirati da video di conferenze come:
D.Johanson: Lucy's Legacy: The Quest for Human Origins
Dr. Jean-Jacques Hublin: Neanderthals Deciphered
Robert Sapolsky: Are Humans Just Another Primate?

Does Understanding Evolution Help Us Understand Ethics?

 

 

13/6/11-USA

·         [da NCSE] Un articolo di Steven Newton del National Center for Science Education su Earth ("Creationism creeps into mainstream geology") si riferisce della nuova strategia dei creazionisti verso la Geologia: “They lead field trips and present posters and talks at scientific meetings. They also avoid overtly stating anything truly contrary to mainstream science. But when the meeting is over, the creationist participants go home and proudly proclaim that mainstream science has accepted their ideas". Non sembra difficile creare notizie che poi possono essere abbellite e diffuse. Quello che comunque è da apprezzare è il tentativo di inserirsi, o almeno di affiancarsi agli scienziati competenti dei problemi (che sono ovviamente geologi e biologi/naturalisti nel caso dell’evoluzione).
Diversa sembra la strategia in Italia, dove i creazionisti preferiscono invece non affiancarsi agli esperti, sperando (inutilmente) che anche loro non “deducano dalle sue parole che non hanno mai guardato nessun testo di biologia del liceo

·         [da NCSE] E’ uscito l’ultimo fascicolo di Evolution: Education and Outreach. Il tema è l’evoluzione umana e la colonizzazione delle Americhe

 

 

13/6/11-IT

·         [da Pikaia] Martedì 21 giugno si terrà a Roma l'incontro con gli autori del libro "Umani da sei milioni di anni. L'evoluzione della nostra specie": Gianfranco Biondi e Olga Rickards. Scarica PDF (484kB)

·         Anche nel sito SRM si riferisce (“Presentazione degli atti della STOQ Conference 2009: L’evoluzione biologica: fatti e teorie. Un approccio critico a 150 anni dall’Origine delle Specie”)  della presentazione degli atti del convegno vaticano del 2009 sull’evoluzione e della contemporanea conferenza di Werner Arber sul “Darwinismo molecolare”. Da notare che l’articolo riporta correttamente il nome del nuovo presidente dell’Accademia Pontificia delle scienze!

 

 

12/6/11-IT

·         [da Pikaia] Martedì 14 Giugno 2011, ore 9.30, Università Bicocca (Edificio U12, Auditorium - Via Vizzola 5, Milano): La terza missione dell'università. Comunicare conoscenza ricerca e innovazione.
Lo spazio dedicato alla scienza e alla tecnologia nei media italiani e internazionali è in aumento costante. L'interesse dell'opinione pubblica per le novità e i dilemmi suscitati dalla scienza appare maggiore di quanto si sia portati tradizionalmente a ritenere. Il sistema economico ha sempre più un vitale bisogno della conoscenza più avanzata.
L'università, che per definizione produce nuova conoscenza e alti profili formativi, deve attrezzarsi alla nuova sfida di porsi al centro di una società il cui motore sarà la conoscenza diffusa e partecipata. Ecco dunque la sfida di una terza missione

 

 

11/6/11-WORLD

·         Piuttosto interessante (merita una visita) la parte del sito web dell’Organisation for Economic Cooperation and Development  (OECD) che presenta il tentativo di valutare i 34 paesi aderenti utilizzando un indice diverso dal solito PIL (Prodotto Interno Lordo) capace di descrivere soprattutto lo sviluppo dell’economia di un paese. Si tratta del Better Life Index, che cerca di utilizzare 11 indicatori del livello di benessere – un parametro soggettivo - che i diversi paesi dell’OECD riescono a fornire ai propri cittadini.
E’ interessante quindi analizzare come variano i valori di questi indicatori nei diversi paesi dell’OECD.
Perché non cominciare a verificare come si posiziona l’Italia rispetto agli altri paesi?
Qui una preview online del report che riguarda l’Italia; ovviamente ci sono confronti negativi (come la disparità di genere: in Italia una bassa occupazione femminile si accompagna ad un abbondante lavoro domestico femminile) e positivi, come la longevità relativamente elevata, sia nel complesso che nel periodo di pensionamento (27 anni per le femmine e 22 per i maschi!).
Interessanti anche le tabelle che dimostrano i cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni: notevole ad esempio, un po’ per tutti i paesi, l’aumento dell’aspettativa di vita alla nascita negli ultimi anni: in Italia è passata da 67 a 79 anni per i maschi dal 1961 al 2007. Dalle diverse tabelle è possibile consultare i numerosi report, di solito in inglese. 

 

 

11/6/11-IT

·         Il circolo UAAR di Livorno organizza oggi (17:30 - 19:30, libreria "La Gaia Scienza", v. di Franco 14, Livorno) un incontro con il prof. David Caramelli, docente di Antropologia molecolare ed Ecologia umana all'Università di Firenze, sul tema DNA antico ed evoluzione umana.

 

 

10/6/11-USA

·         [da Panda’sThumb] Interessante un post (We get mail), stimolato da alcune domande su questioni davvero centrali nella teoria dell’evoluzione che un visitatore, apparentemente creazionista o comunque antievoluzionista, sosteneva di non riuscire a comprendere.
Nella risposta, si suggerisce al visitatore di … impegnarsi maggiormente nello studio personale (un invito che avrebbe dovuto essere superfluo trattandosi di un insegnante, che si guadagna da vivere proprio fornendo le conoscenze necessarie per capire il mondo e per estrarne le risorse necessarie per sopravvivere); si risponde però anche ad una domanda abbastanza comune – come possa crearsi una nuova specie se esiste la sterilità degli ibridi, una delle difficoltà di comprensione, reale o presunta, molto sfruttata dai creazionisti – con una metafora decisamente efficace oltre che originale: “There was never a time when a child in an ancient Vulgar Latin-speaking population could not converse with its parents and siblings and peers in a mutually comprehensible language, yet over centuries/generations the (geographically dispersed) population of Vulgar Latin speakers incrementally diverged into separate populations of speakers of dozens of other Romance languages.
Today, after many centuries/generations, those languages are largely mutually incomprehensible yet there was never a time when a pair of parents suddenly produced a child unable to comprehend its parents’ or siblings’ language”.
Fra l’altro la metafora accenna ad un aspetto fondamentale ma di solito ignorato da chi studia poco: nell’evoluzione (di una lingua o di un genoma) hanno un ruolo fondamentale fattori ambientali per i quali il caso è sempre molto importante, e che nulla hanno a che fare con la lingua o il menoma …

 

 

10/6/11-CH

·         Come annunciato anche nel blog di P.Attivissimo, domenica 12 giugno alle 16 il CICAP Ticino ospiterà alla Sala Parrocchiale di Pambio (uscita autostradale Lugano Sud) la dottoressa Beatrice Mautino, biotecnologa con dottorato in neuroscienze e specializzata in comunicazione della scienza, per presentare un incontro aperto a tutti su un tema che molti considerano controverso e sul quale circolano credenze e luoghi comuni spesso ingannevoli: il dibattito fra creazionismo ed evoluzione.
Nessun altro posto come una parrocchia protestante svizzera sarebbe più adeguato come sede per cercare di far uscire da circoli MOLTO ristretti la notizia che il 15/1/11, ben 5 mesi fa, il biologo evoluzionista Werner Arber è stato nominato dal papa presidente dell’accademia Pontificia delle Scienze!  Una parrocchia cattolica non sarebbe forse la sede migliore, vista la religione dello svizzero W.Arber, ma ci può accontentare …
Comunque in Italia ne hanno parlato solo il Corriere (il 16/1) e l’Avvenire (25 giorni dopo, il 10/2). E’ incredibile che il suo nome sia stato citato in modo errato perfino nel sito della Radio vaticana del 29/5/11 (inefficace anche una mia mail di 5 giorni fa) in occasione della sua conferenza su
‘Il Darwinismo molecolare nel contesto dello sviluppo sostenibile’ e di dichiarazioni, decisamente originali e certo inattese, del card.Ravasi (“molte persone sono ancora convinte che si opponga al neodarwinismo”)(!?!).
[Per chi volesse sapere qualcosa di più su W.Arber, è possibile cercare il suo nome in questa pagina web].

Chi fosse interessato alla storia delle bufale, sarà contento di sapere che Arber ha organizzato il suo primo convegno dopo la nomina all’Accademia Pontificia il 2/4, quando si è lanciato, alla presenza dei massimi esperti, l’allarme sullo scioglimento dei ghiacciai (“Ghiacciai e riscaldamento globale”).
Dopo quel convegno, l’11/5/11 è stato pubblicato [Arber potrebbe verificare perché invece ci sono voluti addirittura due anni dopo il convegno su Darwin del 2009 per conoscerne le conclusioni?] un preoccupato documento sui pericoli del riscaldamento globale.
Nel 2008 Arber  aveva organizzato, con il precedente presidente N.Cabibbo, anche lui evoluzionista nonostante fosse un fisico, il convegno vaticano sull’evoluzione dell’universo.
Per chi volesse conoscere le sue posizioni evoluzioniste, è davvero interessante il documento del 2008 (“Statement on my view on biological evolution”), quando i creazionisti l’avevano ingiustamente accusato di essere un “Darwin skeptic”,  A questo documento Arber fa riferimento nell’intervista all’Avvenire 
Interessante anche il fatto che in questa fotografia del 18/5/11 si veda W.Arber insieme a Rubbia e ad altri componenti della giuria di 20 premi Nobel che si è ritrovata a Stoccolma per un processo (“Planet Earth vs. Humanity”) che ha visto sul banco degli accusati addirittura … la nostra specie, quasi che anche W.Arber ritenga che siamo un pericolo per il pianeta.
Se posso dare un suggerimento, nella parrocchia di Lugano sarebbe interessante organizzare un Darwin Day con un dibattito fra Dawkins (sembra che Attivissimo – del CICAP Ticino - ci stia già pensando – “Dammi tempo” ha risposto nel suo blog a chi ha fatto la proposta) e W.Arber.
Non dobbiamo certo pensare che Arber si occuperà di questioni dottrinali, ma che la scelta del papa per il presidente dell’accademia Pontificia sia caduta sull’evoluzionisra darwiniano W.Arber invece che sul vivace creazionista biblico de Mattei deve avere un qualche significato…

 

 

10/6/11-IT

·         [da Pikaia] Chi volesse capire la recente emergenza sanitaria in Germania, dove un abituale ospite dell’intestino umano si è trasformato in un organismo letale (a causa di una mutazione genetica, sempre che de Mattei escluda un intervento divino per punire gli amburghesi), può leggere il semplice e ottimo post di M.Mandrioli su Pikaia (“L’infezione da parte di Escherichia coli? Un esempio di evoluzione in atto”).
Chi legge l’articolo capirà facilmente che non si tratta di una punizione divina, ma di un normale evento dell’evoluzione biologica. Capirà anche come lo sviluppo della ricerca scientifica nell’ambito dell’evoluzione culturale che caratterizza la nostra specie permetta oggi di studiare e capire le motivazione di eventi un tempo misteriosi (e magari attribuibili alla mal’aria presente in una zona paludosa); questo permette di creare anche strumenti per reagire e difendersi.

·         La mostra L’Albero della vita. L’evoluzione attraverso gli occhi di Charles Darwin a Gorizia propone al pubblico un dialogo scientifico nella suggestiva cornice di Palazzo Attems Petzenstein. Venerdì 10 giugno alle 18.30 il matematico, romanziere e drammaturgo Giuseppe O. Longo tesserà un dialogo sulle interconnessioni sempre più forti tra esseri umani e macchine, e presenterà il libro Lettera a Darwin. Sarà presente l’autrice Roberta Pelachin.

 

 

 

9/6/11-USA

·         Su un blog USA che si occupa di scienza e teologia, si presenta (“Conflict or Not?”)  un articolo uscito su Huffington Post (“The (Lack Of) Conflict Between Science and Religion in College Students”) che commenta un articolo scritto sul Journal for the Scientific Study of Religion da C.Scheitle della Penn State: U.S. College Students’ Perception of Religion and Science: Conflict, Collaboration, or Independence? A Research Note

 

 


9/6/11-IT

·         Il Sole 24 ore riporta oggi un brano tratto da “La vita inaspettata. Il fascino di un'evoluzione che non ci aveva previsto” di t.Pievani, appena pubblicato da Raffaello Cortina. Si cerca di evidenziare come il fatto che nel corso delle’evoluzione biologica “le cose potevano andare diversamente” assuma un diverso significato in evoluzionisti e creazionisti, impedendo la comunicazione fra credenti e non credenti (nel fatto che “le cose potevano andare diversamente”…).  

·         Leggendo il titolo (“L'OLOCAUSTO? HA LE SUE RADICI NELL'OTTOCENTO”) di un articolo pubblicato oggi sull’Avvenire temevo di doverlo inserire in questa rassegna stampa, data la tendenza a collegare le idee di Darwin addirittura al nazismo, al razzismo e magari pure al comunismo. In realtà è soprattutto un argomento provocatorio usato dai creazionisti protestanti USA, forse imbarazzati (“An Apology for Support of Eugenics”) per la dimostrata connessione fra l’eugenetica metodista USA e il nazismo, ma ogni tanto capita di incontrare anche in Europa e in Italia qualcuno che cerca di far credere che possa essere razzista chi ha scandalizzato tutti 150 anni fa raccontando che siamo imparentati con le scimmie… J  (e c’è anche chi si scandalizza tuttora)
Per fortuna l’articolo è la recensione di un libro serio, per cui non si parla affatto di “evoluzionismo”… e quindi non dovrei citarlo.

·         Forse non farà piacere al giornalista che ne ha dato notizia ieri sul Giornale (“Il Pen club: "Censurato il cattolico De Mattei"), ma l’articolo pubblicato oggi sulla rivista Corrispondenza Romana, diretta da de Mattei, (“finalista al Premio PEN Club il saggio sul Concilio di Roberto de Mattei”) racconta qualcosa di diverso, indicando ben più chiaramente chi censurerebbe de Mattei.
Non si parla infatti di Odifreddi o di laici e atei ostili, ma si evidenzia come, almeno per il libro candidato al premio, la fonte dell’ostilità è ben diversa: “il fatto che sia stato scelto un autore dichiaratamente cattolico – nonostante le polemiche che il suo saggio ha suscitato in seno agli organi di stampa ufficialmente cattolici (“Avvenire”, “L’Osservatore Romano”, “La Civiltà Cattolica”) – riporta alle battaglie per la libertà di pensiero proprie del PEN International”; si conferma quindi quanto raccontato qui sotto ieri, anche sulla base della traccia onestamente fornita dallo stesso de Mattei al giornalista al momento in cui veniva informato della notizia inattesa.  Nonostante questa precisazione, ancor oggi molti sono i blog che riportano invece le tesi presenti nell’articolo del Giornale. Sempre oggi anche Riscossa Cristiana parla delle critiche a De Mattei da parte di un giornalista dell’Avvenire (“GIANNI GENNARI, DI "AVVENIRE". LA MANIACALITA’ DEL RIDICOLO”)

·         [da Pikaia] un post del genetista Mauro Mandrioli (“Una città darwiniana”) attira l’attenzione dei lettori interessati all’applicazione delle scoperte della biologia evoluzionistica su un articolo ("Evolution: Darwin's city") in cui si descrive il tentativo di David Sloan Wilson di modificare la struttura di una città  (vera!) alla luce delle conoscenze acquisite sull’evoluzione dell’altruismo e della cooperazione. L’idea di Wilson è che si potrebbe modificare il modo in cui una città è organizzata e funziona per favorire la collaborazione e la partecipazione alla vita della città. La città di Binghamton è stat quindi usata come un vero e proprio laboratorio urbano in cui capire quali atteggiamenti prosociali possono essere stimolati e quali comportamenti o strutture presenti possono invece sfavorire la socialità in modo da eliminarli.
Un primatologo potrebbe integrare con una premessa e un paio di osservazioni interessanti il commento all’articolo, in cui viene presentata una mappa della città di Binghamton in cui si evidenziano le aree in cui il livello di socialità e di collaborazione fra i cittadini è maggiore o minore.
La premessa è che i primati sono animali in cui la socialità è progressivamente diventata, nel corso dell’evoluzione, estremamente importante e necessaria per il loro benessere. Questa è una scoperta relativamente recente ed è dovuta al lavoro dei primatologi che hanno studiato il ruolo della socialità in centinaia di specie diverse.
Conseguenza di trent’anni di ricerche di questo tipo sono le raccomandazioni a favorire lo sviluppo di comportamenti sociali anche nei primati in cattività; da qui leggi e regolamenti che proibiscono di sottoporre i primati, e in particolare le scimmie antropomorfe, che hanno livelli di socialità e modalità di comunicazione intragruppo estremamente raffinati, ad attività degradanti o dannose che alterino le loro manifestazioni comportamentali.
Seconda conseguenza sono leggi e regolamenti che raccomandano di sviluppare progetti di arricchimento ambientale (= environmental enrichment), in modo da creare un ambiente favorevole e rispettoso delle esigenze di socialità e di un ambiente interessante a chi detiene primati in cattività. 
Probabilmente non è noto a tutti che le conoscenze sui primati raccolte negli ultimi decenni hanno avuto come risultato che ora sia evidente che i primati non sono animali che si possano mantenere facilmente in cattività, anche per la necessità di vivere in gruppi, solo all’interno dei quali si possono sviluppare i lunghi processi di apprendimento e socializzazione. Si raccomanda quindi di non aumentarne il numero in cattività (e qui però non si dovrebbero distruggere le foreste!), ma se proprio si deve mantenere un primate in cattività occorre creare un ambiente ottimale, stimolante e rispondente alle esigenze di animali che hanno sviluppato la curiosità, l’apprendimento, la comunicazione e la socialità.
E’ evidente che, anche per quanto riguarda l’uomo, può essere davvero necessario verificare che non sia pericoloso che nasca, cresca e viva in ambienti urbani che probabilmente forniscono condizioni di vita che non sarebbero accettabili per un primate.u

L’articolo citato da Pikaia ci ricorda proprio che non bisogna abusare del fatto che l’evoluzione culturale permetta all’uomo di adattarsi anche ad ambienti artificiali che non si preoccupano di esigenze che evidentemente - oggi lo si è dimostrato - sono fondamentali già per i nostri parenti primati.

[Purtroppo sospetto che il ragionamento sia risultato oscuro a chi è rimasto alle idee che circolavano anche solo qualche decennio fa, prima che la ricerca scientifica dimostrasse che si faceva davvero torto – e soprattutto ai primati - se si continuava a credere che qualsiasi aspetto del comportamento animale fosse riconducibile esclusivamente all’istinto. Da un secolo e mezzo l’evoluzione ha confermato invece una relazione di parentela che non permette di distinguere facilmente aspetti del comportamento umano da comportamenti simili – non istintuali, quindi – osservati nei primati.
Fra quelli a cui il ragionamento sarà rimasto oscuro ci sono anche quelli che recentemente in Italia si sono scatenati CONTRO chi, come i primatologi o le società di protezione degli animali, contestano inorriditi l’abuso dei primati che si fa nello spettacolo. L’uso di primati, soprattutto scimpanzè, è umiliante soprattutto per loro, che sono stati strappati giovanissimi dalle loro madri per essere addestrati, anche con metodi violenti, a comportarsi come umani per far divertire gli umani, come si racconta in un sito USA che svela i retroscena (a 8 anni devono essere pensionati in quanto diventano ingestibili, e qualcuno deve mantenerli fino a 50/60 anni) e la soluzione per questi abusi a scopo commerciale (“after pressure from PETA, at least 18 advertising agencies, including the top three U.S. agencies (McCann Erickson, BBDO, and Young & Rubicam), have agreed never to use great apes in their ads again).
Ma è umiliante anche per gli umani, che chiaramente dimostrano di rifiutare i risultati di ricerche che ignorano e vogliono ignorare, come quelle di Frans de Waal, un primatologo che ha dedicato perfino molto del suo tempo anche a scrivere libri per raccontare le incredibili scoperte, a cui alludevo, fatte dai primatologi negli ultimi 40 ann. D’altronde basta leggere un articolo dell’avvenire del 27/2/11 (
VERSO CORSI UNIVERSITARI DI BIO E ZOO ETICA?) per capire che sarà quasi impossibile far accettare una visione del mondo non ideologica, visto che si prova a negare sia l’evoluzione biologica che l’evoluzione culturale che caratterizza proprio la nostra specie; “gli animali non hanno diritti altrimenti dovrebbero avere anche doveri: si comportano solo secondo l’istinto” ].

 

 

8/6/11-IT

·         Ormai siamo in una situazione in cui quasi non ci accorgiamo nemmeno che il mondo possa a volte “andare alla rovescia”. Un articolo del Giornale (“Il Pen club: "Censurato il cattolico De Mattei") ci racconta che un’associazione che sostiene e promuove soprattutto gli scrittori perseguitati (il Pen Club) ha deciso di inserire il VP del CNR, de Mattei fra i 5 finalisti per il suo premio annuale che, se si trovassero i soldi, dovrebbe essere consegnato il prossimo 27 agosto a Compiano (PR); in alternativa la sede sarà quella del Pen Club, a Milano.
L’aspetto davvero sconcertante della questione è che l’articolo del Giornale lo presenta come uno scrittore che sarebbe perseguitato da Odifreddi e da scienziati atei (ma non solo, dato che lo scienziato che lo ha maggiormente strapazzato è stato il cattolico N.Cabibbo, un fisico da Nobel e presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze) che non apprezzano molto che abbia organizzato un convegno creazionista a Roma il 23/2/09 (qui foto e interviste che permettono a chiunque di capire facilmente come la scienza e il metodo scientifico avessero temporaneamente abbandonato l’aula in quei giorni).
In realtà, e onestamente, lo stesso De Mattei alla fine dello stesso articolo non nasconde che, se c’è qualcuno che ha il potere di “perseguitarlo” (e lo fa per fortuna con modi un po’ diversi da quelli sperimentati da Galilei, incautamente citato a sproposito dal giornalista) è la Chiesa cattolica, che non accetta le sue continue e numerose posizioni polemiche rivolta verso il magistero. Il bello è che, e proprio nello stesso articolo, il fatto è ammesso proprio da De Mattei, che infatti indica nell’Avvenire e nell’Osservatore Romano i quotidiani che lo perseguiterebbero.
Fornisce quindi lui stesso, ovviamente ben informato dei suoi problemi, l’indizio che permetterebbe ai curiosi di scoprire che è proprio la Chiesa cattolica, la “navicella di Pietro” che lui chiaramente cerca di tirare verso posizioni conservatrici, a non essere d’accordo con lui. Critiche (non certo persecuzioni) gli sono venute recentemente anche dalla rivista dei gesuiti, Civiltà Cattolica (“«La dottrina cattolica può essere accettata o respinta, ma, in tutte le sue parti, come non manca di nobiltà, così non è priva di coerenza, e non merita di essere derisa e incautamente esposta a essere diffamata»”), per i suoi interventi radiofonici che attribuivano i terremoti e gli tsunami ad una punizione divina che si poteva sospettare rivolta direttamente alle vittime (anche se non tutte peccatrici e meritevoli della punizione divina). 
Curioso e clamoroso, per chi attribuisce qualche merito alla sua posizione creazionista e antievoluzionista, verificare che il suo convegno creazionista organizzato addirittura nella sede centrale del CNR (qui alcuni esempi delle sciocchezze ascientifiche che venivano raccontate in quella sede quel giorno), era contro un contemporaneo convegno organizzato dal Vaticano, come ben si capisce dalla stroncatura ricevuta da N.Cabibbo, un fisico quasi premio Nobel, allora presidente dell’accademia delle Scienze Pontificia, che sul Corriere chiarisce che “Le tesi antievoluzioniste non hanno alcun seguito tra i biologi e non corrispondono certo all'orientamento della Chiesa cattolica, come dimostrano le posizioni assunte dalla Pontificia Accademia delle Scienze e le iniziative organizzate da monsignor Gianfranco Ravasi per il bicentenario della nascita di Charles Darwin”.
Immagino che questa frase dimostri chiaramente come la posizione critica degli scienziati avesse anche l’appoggio di organismi vaticani, parecchio infastiditi da un vicepresidente del CNR che usava il suo ruolo politico per organizzare convegni chiaramente antivaticani. In effetti De Mattei reagì piuttosto vivacemente, mostrandosi sconcertato per l’incarico vaticano attribuito ad un evoluzionista come N.Cabibbo; sul Corriere del 23/12/09 scrisse: “trovo incredibilmente incoerente che ci si possa dichiarare cristiani ed evoluzionisti. mi chiedo come uno scienziato su queste posizioni come Cabibbo possa presiedere la Pontifica accademia delle Scienze”).
De Mattei in un suo editoriale del 2009 (“Semi-ariani di ieri e di oggi”) evidenziava come per la Chiesa i problemi fossero soprattutto interni (auspicava che si potesse “ricondurre verso il porto sicuro dell’ortodossia la navicella di Pietro in balia delle onde e dei colpi che le provengono dall’interno più ancora che dal suo esterno”), e audacemente sottolineava che l’ultimo libro del card.Martini fosse “un manifesto semi-ariano, dal punto di vista teologico e morale, in cui si tenta di conciliare l’inconciliabile”.
Spiace davvero che il Pen Club, che ha la sede proprio a Milano, nella diocesi che fu diretta dal card. Martini, presenti De Mattei come un perseguitato fornendo carburante ad una macchina del fango rivolta addirittura contro Odifreddi, l’unico scienziato che abbia accettato di partecipare a Chiasso ad un dibattito del tutto (e forse troppo) tranquillo, con De Mattei, dove il vicepresidente del CNR ha potuto sostenere le sue posizioni creazioniste, confermando di credere in una terra vecchia di sole poche migliaia di anni.
Che sia poi il Giornale ad amplificare questa gaffe del Pen Club forse meraviglia meno, anche se stupisce che a un giornalista non venga il sospetto che non sia Odifreddi il direttore dell’Avvenire e dell’Osservatore Romano, i quotidiani ostili citati da de Mattei. Un minimo di indagine avrebbe permesso di scoprire qualcosa di interessante: seguendo la traccia fornita, si sarebbe scoperto che fosse forse de Mattei il reale “persecutore”.
Dove sta infatti la prova che sull’evoluzione e l’teoria dell’evoluzione la chiesa vada in un’altra direzione e che lui non sopporti quello che ritiene un tradimento del mito biblico? Ce ne sono varie, ma quella più evidente è recentissima.
Giusto pochi mesi fa, il 15/1/2011 il papa ha nominato addirittura un biologo evoluzionista neodarwiniano, Werner Arber, alla presidenza dell’accademia Pontificia delle Scienze!
Anche i lettori del Giornale ignorano questa notizia, essenziale per inquadrare correttamente le idee di de Mattei; se non erro, solo l’Avvenire (25 giorni dopo!) e il Corriere (“
Ratzinger sceglie un protestante per guidare l’Accademia delle scienze”) ne hanno parlato, senza evidenziare che si tratta di una novità probabilmente incomprensibile se non inaccettabile (Arber precisa all’Avvenire di aderire alla «teoria neo-darwiniana dell’evoluzione biologica, che ho contribuito a confermare e precisare a livello molecolare») per molti cattolici che sono rimasti a indicazioni che la chiesa dava fino a pochi anni fa. 
E’ certo che le posizioni attuali del Vaticano sull’evoluzione e sulla teoria dell’evoluzione – evidentemente non sufficientemente pubblicizzate nemmeno fra i professori universitari cattolici - non piacciano affatto a De Mattei; lo vediamo confermato dalle evidenti novità annunciate il 25/5 alla presentazione degli atti del convegno del 2009, proprio quello che De Mattei aveva cercato di contrastare anche utilizzando la sede e fondi (9840 euro) del CNR; Quanto al catering, sembra se ne sia occupato personalmente.
Come ha detto il card.Ravasi il 25/5/2011, pochi giorni fa,
“La Chiesa non condannò mai Charles Darwin, né la sua teoria dell’evoluzione. Tuttavia, molte persone sono ancora convinte che si opponga a questa teoria scientifica”. Anche di questi atti i lettori (e i giornalisti) del Giornale sono all’oscuro (come tutti gli altri italiani): nessun quotidiano ha ritenuto che fosse utile disturbare le persone “ancora convinte che la Chiesa si opponga a questa teoria scientifica” e preferiscono lasciare che invece credano che de Mattei sia perseguitato da Odifreddi (che non è però direttore di nessuno dei quotidiani che de Mattei – fornendo onestamente una chiave di lettura utile per svelare la macchina del fango - cita fra i suoi persecutori).
A questo punto sorge però un dubbio: nella prima pagina del sito del Pen Club si legge chiaramente “ogni membro si impegna a combattere gli abusi di una stampa libera, come le pubblicazioni deliberatamente menzognere, la falsificazione e la deformazione dei fatti a fini politici e personali”. Certo sembra che le ultime dichiarazioni di De Mattei sembrano smentire la persecuzione da parte di Odifreddi e dei suoi amici, ma è difficile smentire che lui abbia sostenuto che la vita sulla terra abbia avuto una durata estremamente limitata, “poche migliaia di anni”, contrariamente a quanto sostiene la scienza e il Vaticano (nel 2004, in un documento firmato addirittura dal card.Ratzinger). Certo il premio non riguarda né la polemica sulla teoria dell’evoluzione né quella sulle vittime forse non innocenti dello tsunami. Il libro che il Pen Club vuole premiare è infatti una revisione critica del Concilio Vaticano II.
Su questo tema credo che né Odifreddi, né altri scienziati abbiano detto o scritto alcunché. Non c’è quindi nulla che potrebbe far pensare ad una persecuzione da parte di laici o scienziati cattivi. Non si capisce quindi il motivo per cui nei titoli si parli di censura, dato che non riguarderebbe affatto il libro candidato al premio, una revisione certo approfondita e documentata, ma molto critica, del concilio Vaticano II.
Se proprio indaghiamo meglio, possiamo però capire perché De Mattei non ha dubbi che il suo volume critico sul concilio non sia piaciuto in Vaticano: qui possiamo leggere un corsivo dell’Avvenire del 9/12/09 che potrebbe avere un intento persecutorio per come recensisce un articolo del Foglio sul libro: “sempre "Foglio", intera p. III con brani di un libro di Roberto de Mattei (si veda anche "Avvenire", p.30, il 1° dicembre) per il quale il Vaticano II è fonte di tradimenti della fede e causa ogni male alla Chiesa avvelenata dal suo falso «pastoralismo» addirittura succube del «comunismo». In realtà il secco opposto, e con pretese teologiche, di chi in 2.000 anni di storia della Chiesa fino al Concilio vede solo oppressione e tradimento dell'umano. Gli estremi - anche di incomprensione - si toccano. Ma per fortuna lì sotto leggi che de Mattei è proprio uno «schietto reazionario». Perfetto!”.
Un altro articolo critico dell’Avvenire è quello di M.Introvigne dell’1/12/10 (una versione più estesa si recupera qui)
Che i rapporti di De Mattei con l’Avvenire non siano tranquilli (=censura?!) lo si vede anche da uno scambio di lettere con il direttore il 13/4/11 (dove de Mattei ammette che il suo libro sul Concilio non è stato apprezzato da Avvenire!).

Non è da meno l’Osservatore Romano, che in un articolo di Mons.Marchetto del 13/4/2011 critica proprio il libro sul Concilio: “«Opera interessante, frutto di un lungo studio e di uno sforzo notevole di ricerca, ma tendenziosa è quella sul Vaticano II di Roberto de Mattei», scrive l'arcivescovo a proposito dell'opera Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta (Lindau, 2010). «I talenti dell'autore avrebbero meritato l'impegno per una storia finalmente più obiettiva - e non ideologica, polarizzata e di parte - su un concilio che alla fin fine de Mattei presenta come modernista”.
Se davvero al Pen Club interessano informazioni su quelli che il Giornale sospetta censurino de Mattei, se ci si dovesse limitare al solo libro sul concilio in discussione per il premio, qui nel suo sito si possono leggere le risposte di de Mattei alle critiche arrivate quasi solo dall’Avvenire e dall’Osservatore Romano. Qui invece le risposte a Civiltà Cattolica.
Per inquadrare correttamente il contributo dello storico del cristianesimo de Mattei alla ricostruzione storica (e la reazione del Vaticano) non bisogna dimenticare che ai tempi del concilio uno dei teologi progressisti più attivi fu proprio – parecchi anni fa invero - l’attuale Papa …
Troviamo invece apprezzamenti del libro sul Concilio in siti cattolici tradizionalisti (“Militia tempi”, “Messa in latino”) e sul Foglio.
E invece sconcertante notare che nei quotidiani/siti web che parlano di persecuzione o censura, nessuno chiarisce che de Mattei si riferisca a quela che sta subendo da parte della Chiesa cattolica….come sembra confermare anche l’episodio del 6/6//11 avvenuti a Pavia e raccontato da Libero! Oltre al Giornale, che colpevolizza Odifreddi e gli scientisti, c’è chi, come l’agenzia ADNKronos semplicemente parla di censura dopo averlo presentato come scrittore cattolico: “Premi: Pen Club, il censurato Roberto De Mattei tra i finalisti”, PrimaPaginaItalia: “Premi: Pen Club, il censurato Roberto De Mattei tra i finalisti”.
Molto interessante e apprezzabile il fatto che comunque molti dei commenti all’articolo del Giornale sono decisamente critici verso de Mattei, ed è apprezzabile che i lettori dimostrino una maggiore preparazione e interesse culturale rispetto al giornalista … chi si mostra informato non sembra ritenere applicabile a de Mattei la qualifica di perseguitato o censurato, Speriamo che qualcuno di loro sia interessato a fornire le informazioni che evidentemente servirebbero ai responsabili del Pen Club, che forse non apprezzerebbero le deformazioni dei fatti, almeno in ambito scientifico.

 
 
 

 

7/6/11-IT

·         E‘ stata piuttosto problematica la presentazione, ieri a Pavia, del volume di de Mattei sul concilio Vaticano II, proprio il libro candidato al premio del Pen Club di cui si parla qui sopra in cui si parla di un povero cattolico censurato da Odifreddi e da atei e laici per la sua fede... Nulla di più sbagliato, secondo quanto si legge oggi.
Lo dimostra un articolo comparso oggi su Libero (“Il libro anti-Concilio troppo ortodosso per la Chiesa”) che fa il resoconto della difficoltà a trovare a Pavia una sala che ospitasse il prof.de Mattei, a causa dei problemi sollevati dal collegio Ghisleri ma soprattutto dal vescovo di Pavia; secondo l’articolo “il vescovo di Pavia, monsignor Giovanni Giudici, aveva opposto il suo personale e autorevole dissenso alla presentazione del libro di de Mattei in ambito riconducibile alla diocesi. Ne sa qualcosa il sacerdote che pensava di far del bene invitando l’autore e il sottoscritto a parlare di un’opera tanto importante e si è sentito dire che sarebbe stato meglio, molto meglio, lasciar perdere”.
Alla fine de Mattei “ha trovato asilo nella sala Santa Maria Gualtieri, aperta a tutti, cattolici compresi”.  

 

 

6/6/11-IT

·         Nel blog di A.Piombino Scienzeedintorni si può leggere il resoconto di uno dei più importanti eventi che hanno documentato la diffusione e (il successo) della teoria dell’evoluzione in Italia alla fine del 1800 e a partire dalla conferenza di De Filippi a Torino l’11/1/1864: “L'introduzione del darwinismo a Firenze: la conferenza di Herzen del 1869 e le polemiche che ne vennero fuori

 

 

6/6/11-USA

·         [da NCSE] E’ andata in bancarotta la ditta (Premise Media Holdings LP) che ha prodotto nel 2008 uno squallido e prvocatorio film di propaganda contro Darwin e la teoria dell’evoluzione, “Expelled: No Intelligence Allowed”.
Da notare che questo film sottolineava alcune delle assurde accuse a Darwin e agli evoluzionisti che spesso purtroppo vengono riprese anche nelle contestazioni firmate da creazionisti antievoluzionisti italiani.
Una delle piu’ assurde è quella di accusare di razzismo proprio chi per primo ci ha aiutato a capire il motivo per cui abbiano strette relazioni anche con altre specie animali con cui siamo imparentati avendo antenati comuni vissuti solo pochi milioni di anni fa …
Nel sito Expelled Exposed del National Center for Science Education è raccolta una serie di commenti a film e a molte delle idee che possiamo ritrovare riciclate anche nella propaganda che spesso viene ripresa anche in Italia.

 

 

3/6/11-USA

·         [da NCSE] The National Center for Science Education is pleased to offer a free preview (PDF) of Martin Brasier's Darwin’s Lost World: The Hidden History of Animal Life (Oxford University Press, 2009).

 

 

3/6/11-IT

·         Su Affari Italiani un’intervista a T.Pievani sul suo nuovo libro “La vita inaspettata”, centrato sull’imprevedibilità degli eventi biologici che hanno portato alla formazione della fauna e della flora che per 500 milioni di anni ha utilizzato le risorse alimentari fornite ; sono per noi fondamentali, per cui ci piacerebbe invece credere che fossero pianificati.

 

 

2/6/11-USA

·         E’ necessario conoscere l’inglese, ma è sempre piacevole, e fornisce una sensazione quasi unica di potenza e di ricchezza (per chi si accontenta della cultura, ovviamente) una visita al sito web della NAP (The National Academies Press), che fornisce un ricco catalogo di libri sull’interfaccia fra scienza, cultura e politica, con un’ottica globale e con lo sguardo rivolto soprattutto alla progettazione di un futuro migliore per coloro da cui abbiamo avuto il mondo in prestito momentaneo, i nostri discndenti.
 Se ci può preoccupare il fatto che molti dei libri propongano strategie che si prefiggono di mantenere egemone e trainante la cultura e la scienza USA (e ci si dovrebbe meravigliare del serio dubbio che l’Italia non abbia simili preoccupazioni...), consola il fatto che quasi tutti questi libri venivano fino ad oggi offerti gratuitamente solo se ci si accontentava di leggerli on line.
Decisamente impressionante è la lista delle tematiche affrontate, e questo anche se ci limitiamo ai libri di biologia o di scienze ambientali.
Molto ampio, proprio per la preoccupazione di una sfida ormai planetaria fra strategie formative – molto aggressive negli ultimi anni quelle dei paesi asiatici -
anche la sezione dedicata a testi sull’educazione, soprattutto scientifica, dei giovani. Interessante, per rimanere nell’ambito degli temi trattati da questa rassegna stampa, una recente serie di 4 volumi sull’evoluzione biologica (“In the light of evolution”).
Il costo dell’intera serie (“Volume 1. Adaptation and Complex Design”, “Volume II: Biodiversity and Extinction”, “Volume III: Two Centuries of Darwin”, “Volume IV: The Human Condition”) come si può intuire dalle premesse, va da 0$ (per gli squattrinati PDFfili) al prezzo scontato di 170$ (per i bibliofili impenitenti).
Oggi la la piacevole notizia che la NAP potrebbe togliere lettori anglofoni squattrinati a moltissime altre case editrici nel mondo: Effective June 2nd, PDFs of reports that are currently for sale on the National Academies Press (NAP) Website and PDFs associated with future reports* will be offered free of charge to all Web visitors. Con 200 nuovi volumi pubblicati ogni anno (oltre ai 4000 già disponibili oggi in PDF), tutti questi libri gratuiti potrebbero non lasciare molto tempo per leggere altri libri … possiamo augurarci che i creazionisti ne approfittino per scoprire il numero impressionante di informazioni che dovevano imparare gli evoluzionisti…

 

 

1/6/11-F

·         La notizia della pubblicazione degli atti del convegno vaticano del 2009 sulla teoria dell’evoluzione darwiniano arriva in Francia (nel sito del quotidiano La Croix e in un sito interreligioso in cui compaiono alcune perplessità) oltre che in un