31/12/11
|
·
Sul Fatto possiamo leggere “NOI,
SCIMMIE MODIFICATE”, una recensione favorevole di un libro di due mesi fa
(“Qualcosa
di grandioso. L’infinita bellezza e complessità di tutto ciò che esiste”, a cura di Armando Massarenti,
Dalai, pagg. 256, • 17,50), che presenta il contributo di alcuni ricercatori
sui diversi aspetti dell’universo, ora certo più chiari e comprensibili
rispetto a qualche anno fa, grazie alla scienza. Certo la scienza non può
riuscire a nascondere sotto nessun tappeto gli aspetti grandiosi, misteriosi,
incomprensibili
e quindi anche un poco angoscianti che difficilmente impediranno ai miti
di fornire quel calore e quella sicurezza illusoria che ci danno già da
migliaia di anni, contribuendo ad allontanare dalla nostra strada
l’inquietante, e a volte esplosiva, creatività di una contingenza il cui
ruolo è certo rilevante quanto ingestibile.
·
A fine novembre sono girate un po’ di preoccupazioni
per i rischi conseguenti all’uso dei telefoni cellulari. Se n’è parlato anche
a Report
il 27/11.
Pochi sanno che oltre ai rischi ci sono anche danni certi, anche se sembrano
meno importanti; riguardano infatti alcune popolazioni dell’Africa, sia umane
che di scimmie antropomorfe.
Tutto viene spiegato in questo sito web sulla “Guerra
del coltan”, un minerale utilizzato per la produzione dei telefoni
cellulari. L’articolo spiega bene come le miniere da cui si estrae questo
minerale indispensabile per la produzione dei telefonini siano in un’area del
Congo nord-orientale in cui vivono alcuni degli ultimi esemplari di
antropomorfe, in particolare i gorilla di montagna che vivono nel parco del
Vulcani Virunga.
L’articolo, presente nel sito di Rai24, ha anche un’ottima pagina di
link utili per capire tutti gli aspetti di un problema che evidentemente
è gestito dai paesi acquirenti del coltan, che del coltan determinano anche
il prezzo.
|
|
30/12/11-UK
|
·
[da BBC science
News] Cosa succede se si fa il solletico a Emmie? Si diverte? Ride o si
arrabbia? Emmie è un gorilla. Qui il video
con la soluzione.
·
[da BBC science
News] L’anno prossimo in settembre a Gibilterra si terrà un convegno
paleoantropologico sui neandertaliani. Il nuovo governo, oltre a rilanciare
la ricerca nei siti archeologici in cui era stato trovato nel 1848 il primo
neandertaliani, per lunghi anni sottovalutato e incompreso, intende
realizzare un “Neanderthal Park” tematico.
|
|
29/121-UK
|
·
[da BBC science News]
Tempo di Natale. Tempo di regali, magari elettronici. Sembra che gli iPad non
dispiacciano agli oranghi. Essendo ormai ominidi anche loro, da
qualche anno, cercano di recuperare, come si vede in questo video, qualche milione di anni di vita autonoma,
e senza prese di corrente, nelle foreste del sud est asiatico. La vita nello
zoo, certo immeritata, sembra venire incontro a interessi che comunque certo
loro non avrebbero.
I video sui primati comunque fanno capire, forse anche a chi non è
interessato a capire il ruolo dell’exaptation (non basta
sapere che la parola esista…) nell’evoluzione umana; non è infatti
difficile capire perché certi primati, e solo loro, hanno
potuto e saputo colonizzare l’ambiente aperto.
|
|
29/12/11-USA
|
·
Ci sono ancora un paio di giorni per consultare
gratuitamente le riviste peer-review della Springer. Come già scritto il 25,
consiglio di approfittare dell’occasione anche per consultare “Evolution:
Education and Outreach”. E’indispensabile per capire gli errori concettuali
che portano addirittura a far credere che Dawkins sarebbe in errore quando,
come il papa nel 2004,
ritiene che non esista la generazione spontanea, per cui ogni essere vivente
è certamente connesso (e i colleghi di Dawkins sono certo d’accordo con lui e
con il papa…), con passaggi diretti e senza impossibili “interruzioni” o
“salti” fra una generazione e l’altra, con antenati anche di milioni di anni
fa, da cui ha ricevuto il materiale genetico. Gradualismo o no (“Andando contro quanto accettato dai suoi stessi
colleghi evoluzionisti, per Dawkins
l’evoluzione avviene con un gradualismo assoluto, non c’è nulla nelle
immagini da lui proposte che faccia pensare ad una dinamica puntazionista”),
non ci sono e non ci possono essere salti … fra madri e figli! Quello che
“appare” può e deve essere spiegato, se si ha un minimo di competenza Tanto è
vero che non sono concetti nuovi: poteva già essere spiegato da Darwin nel
1794, Ovviamente Erasmus Darwin,il nonno, che sospettava – come oggi Dawkins,
il papa e tutti gli altri - che dei
“vermicelli” fossero stati i suoi antenati.
|
|
28/12/11-IT
|
·
[da Pikaia]
La razza: un concetto troppo spesso abusato e frainteso, soprattutto quando
si parla di diversità umana. Gianfranco Biondi e Olga Rickards affrontano
l'argomento nel loro ultimo libro (Gianfranco Biondi, Olga
Rickards: L'errore della razza. Avventure e sventure di un mito
pericoloso. Frecce, Carocci Editore
|
|
26/12/11-USA
|
·
Il Committee for
Biodiversity and Ecosystem Services e l’ U.S. National Committee for
DIVERSITAS (NRC) hanno pubblicato presso la National academies press gli
atti del simposio “Twenty-First
Century Ecosystems: Managing the Living World Two Centuries After Darwin”.
Come al solito è possibile, registrandosi, scaricare gratuitamente il
PDF del volume, che comunque contiene solo parte degli atti del convegno,
tenutosi nel 2009.
|
|
25/12/11-USA
|
·
[da NCSE]
E’ stato pubblicato l’ultimo numero della rivista “Evolution:
Education and Outreach”, sulla didattica
dell’evoluzione, diretta da Niles Eldredge. Molti articoli di questo
numero sono dedicati ad un tema abbastanza critico, quello del rapporto fra
medicina ed evoluzione. Articoli
sono ad esempio: “Introduction”,
“Evolution
and Medicine”, "Diagnosis:
Evolution"; "Evolutionary
Medicine and the Medical School Curriculum"; "Enhancing
the Teaching of Evolution in Public Health"; "A
Clinical Perspective in Evolutionary Medicine"; "On
Designing Courses in Evolutionary Medicine"; "Developing
a Curriculum for Evolutionary Medicine"; “Difficulties with the Concept of
Common Ancestry” and
"Evolution
and Medicine: An Inquiry-Based High School Curriculum Supplement". Da
tenere presente che l’accesso a questa ed altre riviste della Spinger è
libero solo fino al 31/12, per cui conviene valutare bene come impiegare le
ore che mancano da adesso al 2012… (ricordo anche che le
università italiane stanno contrattando con la Springer le tariffe per il
rinnovo degli abbonamenti per il 2012, e per ora non si intravede un accordo,
per cui il rinnovo non è ancora certo!)
Sembra incredibile, ma nella formazione professionale dei medici mancano di
solito riferimenti all’evoluzione, per cui spesso si nota come i medici
talvolta non sembrano saper collegare caratteristiche fenotipiche,
anatomiche, fisiologiche e genetiche alla storia evolutiva che ci collega,
come anche il pur creazionista Linneo non aveva mancato di notare già nel
1700, alle specie con cui abbiamo una relazione filogenetica più stretta.
Questo fa si che si noti a volte l’impegno di alcuni medici, anche in Italia,
nel contrastare, a volte insieme a ingegneri, fisici e matematici, la
conoscenza e la diffusione delle basi culturali della teoria dell’evoluzione.
Una dimostrazione evidente di questa difficoltà è ad esempio un recente
convegno (“L’Evoluzione Biologica. Dialogo tra Scienza, Filosofia e
Teologia”) organizzato il 27/11/2010
a Milano dai medici
cattolici. I partecipanti furono Agazzi, Anzani, Brambilla, Galleni,
Lambertenghi, Lattuada, Manzi, Ravasi, Sanchez: la presenza di teologi più
che di biologi fa capire dove i medici milanesi “localizzassero”
culturalmente un tema esclusivamente scientifico come l’evoluzione biologica.
·
Sempre riguardo alla possibilità, in scadenza a
breve, di consultare gratuitamente tutti gli articoli di “Evolution: Education and Outreach”,
credo che sia un’occasione davvero unica per chi è abituato a visitare i siti
web gestiti dai creazionisti USA solo perché l’accesso alle sciocchezze che
raccontano è e sarà sempre libero.
In particolare si possono consigliare i
numerosi numeri speciali, che riguardano il creazionismo USA (giugno 2010),
l’evoluzione umana (settembre 2010),
l’evoluzione della cultura materiale (settembre 2011),
la colonizzazione delle americhe (giugno 2011) ,
la sintesi estesa (marzo 2011) ,
sistematica e filogenesi (dicembre 2010),
la coevoluzione (marzo
2010), l’anno di Darwin (marzo 2009) e i
fossili di transizione (giugno 2009).
Per andare nel dettaglio, ci sono anche
articoli che affrontano singoli temi molto dibattuti, come l’origine
dell’ID dalla teologia naturale di W.Paley del 1802, o Biston
betularia: An Excellent Teaching Example of Darwinian Evolution in Action,
Artificial
Selection and Domestication: Modern Lessons from Darwin’s Enduring Analogy.
Ma anche la domanda Why Are There Still Monkeys? sembra mettere alla prova qualche antievoluzionista
particolarmente poco dotato.
Credo che questi elenchi di temi ed articoli facciano venire il dubbio che
non si possa affrontare seriamente discussioni su questi argomenti senza
prima essersi documentati su fonti serie. Per 3 giorni lo si può fare anche
gratuitamente.
Utilizzando bene il tempo, si potrebbero consultare articoli anche sulle
altre 41
riviste Springer che si occupano di evoluzione o almeno sulle 4 riviste che si
occupano di primati, fra cui Primates e l’International Journal
of Primatology.
Anche solo dare un’occhiata a queste pagine web permette di capire
“facilmente” perché sia assolutamente inutile, oltre che impossibile,
discutere con chi non ha mai aperto nessuna di queste 41 riviste. Magari non
hanno nemmeno capito che la scienza procede solo se si fanno nuove scoperte,
migliori delle precedenti. Le critiche senza alternative migliori sono
strumenti del passato o sono efficaci e valide solo in contesti culturali in
cui non servono né si richiedono verifiche sperimentali.
|
|
25/12/11-IT
|
·
Questa
immagine oggi farà forse piacere anche a chi è abituato a vedere il mondo
attraverso filtri culturali che tendono a divinizzare anche caratteristiche e
comportamenti che riteniamo umani ma che in realtà sono condivisi con le
specie a noi filogeneticamente più vicine.
|
|
24/12/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Dal 24 dicembre 2011 al 16 febbraio 2012 al Museo Regionale di Scienze Naturali di
Torino, si terrà la mostra "E l’uomo incontrò il lupo. Domesticazione
del lupo e origine del rapporto tra uomo e cane". Si potrà
verificare gli impressionanti effetti della selezione artificiale, che in
poche migliaia di anni ha permesso di ottenere un’enorme variabilità di forme
pur senza estendere i confini di una specie. Ovviamente anche questa è
evoluzione, come Darwin
ben sapeva.
·
180 anni fa, il 27 dicembre 1831, Charles Darwin
lascia l’Inghilterra a bordo del Beagle e, con la curiosità e la cultura di
un inglese 22enne di buona famiglia, affronta un’esperienza di 5 anni che
cambierà la vita sua ma pure quella di altri milioni di persone anche nei
secoli successivi. Dai naturalisti agli insegnanti, dai biologi ai giovani
che recensiscono i suoi libri, molti gli devono qualcosa, magari anche il
lavoro.
Qui una recente recensione del
libro di Darwin “Viaggio di un naturalista intorno al mondo” (Einaudi,
2005). Spiace che, dopo chi gli trova errori anche inesistenti, si scopra che
qualcuno trovi noioso il suo diario di viaggio. Forse Wallace ed altri
avventurosi naturalisti dell’800 e del ‘900 che hanno seguito il suo esempio
non sarebbero d’accordo.
Secondo il giornale dell’associazione
psichiatri italiani sarebbe questo il momento migliore per commentare un articolo del 1997
pubblicato su JAMA sull’ipotesi che i malesseri che hanno perseguitato
Darwin per tutta la vita fossero i sintomi di DAP (attacchi di panico) …
|
|
23/12/11-IT
|
·
[da Linguaggio
macchina] Continua il progetto Mini-Darwin sulle tracce di Darwin.
Ora parte per l’Argentina la nuova spedizione
Mini Darwin, realizzata da Sissa Medialab con la collaborazione del Museo
delle Scienze di Trento, il patrocinio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e
Oceanografia Sperimentale (OGS) di Trieste e il supporto tecnico di Metamondo
Tour Operator.
Dal 26 dicembre 2011 al 9 gennaio 2012 sette bambini, dai 9 ai 12 anni, un
paleontologo (Marco Avanzini) e un biologo marino (Alfred Beran) esploreranno
alcuni tra i siti paleontologici più importanti, dall’Oceano Atlantico alle
Ande
|
|
21/12/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Ricercatori italiani che hanno collaborato con Lynn Margulis ricordano
vari esempi della sua curiosità e vivacità culturale in un editoriale che
compare su Pikaia. L’università del Massachussets sta organizzando un simposio (dal 23 al 25/3/2012) per rivisitare il
suo contributo alla conoscenza umana, a cominciare dall’ipotesi sul ruolo
importante della simbiogenesi come uno dei meccanismi biologici che ha
contribuito all’evoluzione biologica.
|
|
17/12/11-IT
|
·
Decisamente il punto 1 dell’intervento di Massimo
Gramellini nella puntata di questa sera a “Che
tempo che fa” è stato uno spot pubblicitario per la mostra di Roma
sull’evoluzione umana (“Homo
sapiens”); ma soprattutto è stata una critica forte e razionale verso
chi impudentemente prova ad attribuire la responsabilità del razzismo (un
pericoloso difetto umano, senza dubbio ben presente da secoli, se non da
millenni) addirittura a chi, come Darwin, per primo ci ha invece aiutato a
capire che perfino specie che alcuni nostri simili tuttora non apprezzano
siano invece strettamente imparentate con l’uomo, ma soprattutto che gli
antenati da cui insieme discendiamo sono i principali responsabili anche
delle nostre migliori caratteristiche. Di fronte agli omicidi dei senegalesi
a Firenze, M.Gramellini si è chiesto come sia possibile che non si insegni
a scuola la storia evolutiva umana, che lui giustamente ritiene il
migliore antidoto contro il razzismo.
La risposta, come sappiamo è nota, visto che numerosi ministri
all’istruzione, dalla Moratti
nel 2004 a Fioroni
nel 2007, sono riusciti ad evitare che di questo argomento si parlasse fin
dall’asilo e dalle elementari e addirittura dalle medie.
Speriamo che almeno i bambini romani possano affiancare la mostra ad una
scuola che non fornisce ancor oggi risposte adeguate, e proprio nel momento
in cui sorgono le domande, oggi certo molto prima (forse qualcuno non se ne
rende conto?) di quando capitasse nell’antica Roma o anche solo un secolo fa.
Giusto quindi lo sconcerto di Gramellini, che propone la soluzione più
ragionevole ma soprattutto urgente ad un problema che purtroppo sembra uno
dei pochi a capire (a parte biologi, genetisti, antropologi, evoluzionisti,
ecc., i più preoccupati dell’ignoranza con cui ci si avvicina a capire e
gestire un mondo che è passato in pochi anni da 2.5 a 7 miliardi di persone
tutte diverse). Arricchendo il testo
scritto (“i razzisti non sono pazzi, sono
ignoranti, perché non sanno che la legge dell’evoluzione umana è l’incrocio”),
Gramellini sbotta con una ingenua domanda che molti biologi (certo non tutti)
ci facciamo da anni “ma perché nelle scuole non
le insegniamo questo cose qui? Perché nel 2011 c’è ancora
gente che crede che il razzismo sia una cosa vera, appartenente alla natura
umana … è esattamente l’opposto della legge di natura”. (al minuto 9:20)
Potremmo chiedere a Gramellini di aiutare gli esperti a convincere chi blocca
da anni l’insegnamento della teoria dell’evoluzione e chi ancora non ha
capito che la storia evolutiva dell’uomo ma soprattutto i meccanismi
biologogici che rimescolano i patrimoni genetici delle popolazioni anche
nell’uomo e creano nuove popolazioni e nuove specie, diverse dalle
precedenti, deve essere insegnata ben prima dall’età in cui potrebbe sorgere
per la prima volta la curiosità sull’esistenza di bambini con caratteristiche
un po’ diverse da quelle che vediamo nello specchio ...
Purtroppo credo sia un’illusione, visto il pessimismo del personaggio proprio
sulla possibilità che si potesse un giorno riuscire a insegnare agli italiani
la teoria dell’evoluzione e il modo in cui si rimescolano le popolazioni e le
specie, dopo che per un decennio ci siamo tenuti un creazionista biblico ai
vertici del massimo ente di ricerca.
E sul fatto che fosse inamovibile (il ministro Mussi riuscì solo ad
allontanarlo ma solo per poco tempo!) non sarebbe stato il caso di
scherzare.
Devo infatti purtroppo ricordare come il 26/3/11,
sempre nella trasmissione di Fazio, proprio M.Gramellini non sembrava
ottimista sulla possibilità che lui o gli altri italiani potessero fare
qualcosa contro il volere degli integralisti cattolici: stava raccontando
sconcertato la teologia sugli tsunami di De Mattei, “Il
vicepresidente del Cnr, motore della ricerca scientifica in
Italia. Lo stesso personaggio che due anni fa organizzò a spese del Cnr un
convegno contro Darwin, che è come se il vicepresidente dell’Inter
organizzasse un convegno contro Mourinho. Possibile che quest’uomo non
avverta l’incompatibilità fra la sua carica e le sue, chiamiamole così, idee?
Invochiamo anche noi l’intervento divino: un terremoto “ad personam”
che gli sfili la poltrona da sotto il sedere”.
Purtroppo dalla mattina (quando ha scritto l’articolo
sulla Stampa) alla sera, M.Gramellini non ha riflettuto sulla necessità
di trovare un finale forse meno spiritoso ma più ottimista…
|
|
15/12/11-USA
|
·
Anche negli Stati Uniti, come in Europa, non
verranno più finanziate ricerche mediche e comportamentali sugli scimpanzé.
Lo ha comunicato il direttore dell National Intitute of Health, Francis
Collins e lo riferisce il New York Times nell’articolo “U.S. Will Not Finance New Research on
Chimps. Altri
articoli del New York Times che trattano dell’argomento: 16/12: U.S. Suspends Use of Chimps in New
Research e
20/12: Recognition of Chimps as Relatives
May Reshape Research.
SI capisce quindi che la decisione, proposta da un comitato
scientifico, è conseguenza delle ricerche degli ultimi decenni, che hanno
permesso anche di rivoluzionare la classificazione che riguarda le specie a
noi vicine. Come non tutti sanno la classificazione delle scimmie
antropomorfe è stata rivista dopo la scoperta della complessa socialità
dimostrata dagli scimpanzé e dalla loro capacità di apprendere e di
trasmettere le informazioni anche alle generazioni successive, tanto è vero
che dal 1999 si è cominciato a parlare di cultura degli simpanzè. La
commissione dell’Istituto di medicina dell’NIH ha concluso nel suo report (“Chimpanzees
in Biomedical and Behavioral Research: Assessing the Necessity”) “recent advances in alternate research tools have
rendered chimpanzees largely unnecessary as research subjects”; non
si escludono comunque che eventi eccezionali per la salute umana potrebbero rendere
necessario ricorrere ancora agli scimpanzé, un’ipotesi che si trova anche nei
documenti europei, dove comunque l’uso degli scimpanzé nella ricerca è stato
sospeso anche prima che venisse imposto da una legge, probabilmente grazie al
fatto che la sperimentazione sull’HIV si può fare solo sull’uomo, nonostante
la somiglianza dell’HIV con il SIV: l’HIV non dà problemi agli scimpanzé...
Se ne parla anche nel sito “Scienza
in rete”, con link a documenti USA.
|
|
14/12/11-IT
|
·
Lezione (“Sulle tracce dell'evoluzione umana: ominoidi,
ominidi, umani”) di G.Manzi, antropologo dell’Università di Roma, al master
Scienza e Fede dell’Università Regina Apostolorum.
|
|
13/12/11-IT
|
·
Un articolo del Giornale (“Mostre,
in un mese la «diversità» dell'Homo sapiens attira 43mila visitatori”)
informa del successo della mostra di Roma, dedicata all’Homo sapiens. Le
visite e le prenotazioni per le iniziative didattiche hanno consigliato di
prolungare l’apertura fino al 9 aprile, in modo da coprire anche il periodo delle festività pasquali. Nel
primo mese di apertura ha già superato i 43.000 visitatori e nei giorni del
ponte dell'Immacolata ha totalizzato 9.000 ingressi per una media di 2.250
visitatori al giorno.
Non è da escludere che qualcuno abbia ritenuto utile e istruttivo visitarla
più volte … d’altronde è comprensibile che non sia facile assimilare e capire
il risultato complessivo delle scoperte di migliaia di scienziati su un
problema così complesso e discusso come l’origine e l’evoluzione della nostra
specie nel contesto di un processo che certamente non è casuale ma i cui
meccanismi e la cui creatività “naturale” non è facile da capire se non si
mettono in relazione conoscenze
adeguate non solo di biologia ma anche di geologia.
Come si racconta sull’Arena dell’8/12 (“Fumane,
a Roma i reperti della Grotta”) nella mostra sono presentati anche i
risultati del lavoro svolto nei siti paleontologici italiani (anche
neandertaliani come quello di Fumane),
inseriti in un contesto che permette una comprensione logica e più completa
del processo evolutivo in cui si inseriscono.
Non dimentichiamo che è liberamente consultabile in rete il database dei siti
paeoantropologici italiani con resti fossili (Catalogo
dei resti fossili italiani).
Della mostra parla anche il sito web vaticano SRM (Science & Religion
in Media) che in un post (Homo
sapiens. La grande storia della diversità umana) riporta le parole di
uno dei curatori, il genetista ed evoluzionista L.L.Cavalli Sforza,
che invita a studiare e capire meglio la storia dell’uomo, fondamentale per
progettare il futuro in un secolo che sarà certamente difficile e non solo
nel nostro paese: “dobbiamo rassegnarci all'idea
[..] che una più profonda (e affidabile!) conoscenza di noi stessi è
necessaria oggi per governare il ruolo decisivo che abbiamo nei confronti
dell'intero pianeta e della nostra stessa esistenza”.
Purtroppo anche solo l’idea che ormai siamo in 7 miliardi a dover progettare insieme
un futuro comune non sembra sia condivisa e compresa da tutti e c’è il dubbio
che manchi, come teme anche il sito SRM, “una
consapevolezza della autentica realtà dell'essere umano e del suo ruolo
nell'universo. Una consapevolezza alla quale può certamente contribuire anche
la scienza”.
Purtroppo sappiamo che perfino in Italia questa consapevolezza ancora manca
in molti ambienti, che mostrano una irrazionale diffidenza se non ostilità
verso la scienza e le conoscenze meglio verificate e certificate. Per fortuna
sono ambienti sempre più marginali, ma è triste verificare come anche
laureati in scienze che ignorano quello che oggi sappiamo (e che la mostra di
Roma spiega ai visitatori) non si vergognino di cercare di convincere altri
delle conoscenze errate che li portano ad essere evoluzionisti teisti (e quindi
senza una teoria scientifica affidabile, che possa essere insegnata a scuola
oltre che negli oratori o nelle madrasse) o addirittura ingenui creazionisti
antievoluzionisti.
|
|
13/12/11-USA
|
·
[da NCSE]
Negli USA siamo arrivati al punto che ci sono anche sovrintendenti
scolastici che si innervosiscono per l’eccessiva importanza data
all’evoluzione in un recente testo di biologia. E’ avvenuto nel Kentucky e ne
parla il Lexington Herald-Leader (December
13, 2011). Sembra comunque che in nessun distrettoi del Kentucky si insegni
oggi creazionismo o ID, anche se nel maggio 2011 qualcuno ha cercato inutilmente
di far approvare una legge
contro l’insegnamento dell’evoluzione nelle scuole.
|
|
12/12/11-SA
|
·
Si è conclusa ai tempi supplementari a Durban,
in Sudafrica, la COP17 (qui i webcasts
on demand). la conferenza dell’ONU sul clima. I tempi supplementari
sono serviti per evitare il fallimento di una conferenza che non aveva ancora
raggiunto un accordo su un documento che raccogliesse una valutazione
favorevole da parte del massimo numero di paesi.
Alla fine si è quindi raggiunto un accordo,
che prevede
“Il rinnovo di Kyoto, un Fondo
Verde per i paesi più poveri e un nuovo piano contro le emissioni entro
il 2020” (troppo tardi secondo alcuni paesi. ma soprattutto le ONG).
Purtroppo non si riescon ancora a vincolare i paesi che tuttora rifiutano di
firmare il protocollo di Kyoto che pur si intende rinnovare.
Fra i paesi che più spingevano per un controllo dei fattori che inducono a
gravi rischi per il pianeta si sono fatti notare l’Unione Europea, i piccoli
paesi delle isole del Pacifico e dei Carabi (AOSIS)e
i paesi meno sviluppati (LDC).
A Durban è stato fatto balenare lo spettro di un aumento di 4 gradi della
temperatura, anche se ormai comunque su un probabile aumento di due gradi
sembra che pochi abbiano dubbi. Della delusione dei
movimenti ambientalisti di fronte alle conclusioni un po’ incerte della
conferenza si fa portavoce anche la R.Vaticana, che intervista G.Bologna, del
WWF.
Anche Caritas
internazionale è preoccupata: teme che la prudenza uscita da Durban non
sia sufficiente ad evitare il temuto aumento di 4 gradi della temperatura.
Anche l’Osservatore Romano conferma oggi il pessimismo e le preoccupazioni
manifestate qualche giorno fa (“Il clima non
riesce a cambiare” e “Clima
difficile a Durban”: “è probabilmente
l’ultima occasione utile per un vero accordo internazionale per la riduzione
delle emissioni di gas nocivi responsabili del cosiddetto effetto serra”).
Si ritiene infatti che si sia fatto poco (“Sul
clima un accordo senza fretta”) nonostante l’esistente “emergenza del riscaldamento globale provocato dalle
emissioni di gas nocivi responsabili del cosiddetto effetto serra”.
Nonostante il contributo italiano ai gas serra sia decisamente più
preoccupante di quello vaticano, il nostro ministro per l’Ambiente sembra
invece un po’ più soddisfatto (“CLINI,
DA DURBAN BUONI RISULTATI ED E' BENE PER MIO LAVORO”).
D’altronde bisogna ricordare come nel 2007 il Vaticano abbia dato il via ad
un progetto
(a spese altrui) per diventare il primo paese ad impatto zero per quanto
riguarda l’emissione di CO2; in realtà l’efficienza del progetto “Vatican
forest di Tiszakeszi” era ancora uguale a 0 nel 2009
e nel 2010,
non essendo stato ancora piantato nemmeno un albero, come si vede in questo
video diffuso dal Christian Science Monitor che ha svolto
un’indagine sul posto; anche per il 2011
non ci sono novità, tranne un
paio di betulle nuove il 31/10/11 nel parco giochi di questo paesello
ungherese; d’altronde il
WWF era già sospettoso nel 2007).
|
|
12/12/11-USA
|
·
[da NCSE]
NCSE offre una preview (PDF) del libro per bambini di Richard
Dawkins The Magic of
Reality: How We Know What's Really True (Free Press, 2011).
Purtroppo oggi, in un blog italiano, c’è un post
in cui, con la scusa di criticare un presunto errore in questo libro di
Dawkins, in realtà si cercano di far passare addirittura idee che ai
creazionisti farebbe piacere fossero vere. Se davvero (e lo dovrebbe essere,
visto che lo ha confermato anche il papa attuale nel 2004!)
tutti gli organismi viventi derivano da un unico organismo ancestrale,
probabilmente unicellulare, come si puo’ razionalmente sostenere che non
potrebbero esistere gli elefanti?
Sciocchezze simili possono venire da chi non ha ancora visitato bene la
mostra Homo sapiens,
dove si dimostra come da antenati ben diversi da noi e magari un
po’ pelosi sia derivato in pochi milioni di anni (e quindi in meno di un
milione di generazioni!) l’uomo attuale, ma nemmeno ha visto il video
che mostra la dissezione del nervo laringeo nella giraffa: proprio Dawkins
smentisce clamorosamente chi lo critica proponendo di trasformare
osservazioni limitate nel tempo in una legge biologica che piacerebbe e
farebbe comodo solo ai creazionisti. Purtroppo è inesistente sui tempi
lunghi, come perfino Wikipedia, purtroppo stavolta non
consultata, chiarisce nelle voci selective breeding
e artificial
selection, termini ben
noti già a Darwin che sapeva bene come il fenotipo degli animali e dei
vegetali domestici non abbia avuto limiti dimensionali anche in soli 10000
anni, come magari le maestre già insegnano in 3’ elementare, quando si parla
dell’uomo primitivo.
Certo ora si capisce perché qualche mese fa abbia improvvisamente
censurato, chiudendolo, il suo sito web ( “L'INSEGNAMENTO DELLE SCIENZE”)
in cui spiegava i meccanismi dell’evoluzione
biologica e la selezione naturale
– con il famoso esempio dei melanismi
industriali e della Biston betularia (“An
Excellent Teaching Example of Darwinian Evolution in Action”)!
Vedremo se il nuovo sito sopravviverà più a lungo, avendo un’impostazione
evidentemente opposta, come confermato soprattutto dal post di oggi.
Comunque è davvero sconcertante, ma non è una novità, che non si chiarisca, a
chi solleva il problema nel post, che che anche l’attuale Presidente
dell’Accademia delle Scienze Pontificia, Werner
Arber, biologo
evoluzionista e premio Nobel, ha collaborato anche alle ricerche di R.Lenski che hanno contribuito
a integrare la versione recente della teoria dell’evoluzione, confermandola.
E’ evidente che a molti cattolici la nomina di un altro evoluzionista dopo
N.Cabibbo non sia piaciuta; dovrebbe poterla contestare per le vie ufficiali,
se esitono, senza disturbare chi sta lavorando seriamente.
|
|
9/12/11-IT
|
·
Su Oggiscienza Chiara Ceci racconta la sua
visita,accompagnata dal pronipote Randal Keynes, alla casa (Down
House) che ha ospitato per 40 anni Charles Darwin (“Natale
a Casa Darwin”)
·
La notizia della censura a siti internet
evoluzionisti applicata in Turchia viene ripresa anche in Italia da Prima
Comunicazione (“Turchia:
filtri internet per bambini bloccano siti su Darwin”); si chiarisce che
non si tratta della vecchia censura a un sito di R.Dawkins, ma ad un sito didattico turco che riprende un
sito
USA curato dall’università di Berkeley.
L’articolo ricorda anche che il vicepresidente dello stesso CNR turco (il TUBITAK, che
oggi tranquillizza sull’attuale censura) il 10/3/2009
aveva licenziato la direttrice della sua rivista per aver pubblicato un
articolo su Darwin con
una procedura non corretta.
Erano proprio i giorni del 2009 in cui in Italia il vicepresidente del CNR
organizzava (il 23/2/2009) nella sala Marconi al CNR un convegno
di creazionisti biblici nel periodo in cui il Vaticano organizzava ben
due convegni in occasione del bicentenario di Darwin.
L’aspetto curioso fu che il CNR turco intervenne
per bloccare l’iniziativa del suo vicepresidente, mentre il CNR italiano
invece finanziò la pubblicazione
degli atti di un convegno in cui si sosteneva che i dinosauri si fossero
estinti 40.000 anni fa … invece che 65 milioni di anni prima…
|
|
8/12/11-TR
|
·
Il Deutsche Turkische Nachtrichten informa
oggi (“Internetfilter:
Türkei blockiert Darwin für Kinder“) che in Turchia (nota per amare
poco Darwin) sono in funzione filtri internet ottocenteschi, che
proteggono i bambini da alcuni aspetti della cultura scientifica. Qui una traduzione
automatica dell’articolo, che allude al blocco di un sito web
sull’evoluzionismo. L’articolo non fornisce però informazioni che permettano
di capire se il blocco riguarda solo il sito web sull’evoluzione di Richard Dawkins; in questo
sarebbe comunque una buona notizia: il blocco del 2008 (“Sep 16, 2008 ...
Turkey bans biologist Richard Dawkins' website”),
che esisteva anche nel
2010, sarebbe ora limitato ai bambini. La notizia viene riportata anche
da Hurriyet
Daily News.
|
|
7/12/11-USA
|
·
Il mondo cambia costantemente.
Come? Senza dubbio rapidamente; forse troppo. Tanto che ce ne possiamo
accorgere.
Qui il
WorldWatch Institute mette in vendita (a circa 20$) gli ultimi volumi
annuali che aiutano a farsi un’idea abbastanza completa sullo State of the
World. Il volume del 2011 è dedicato a Innovations that Nourish the Planet.
Se pensiamo che nel 1950 eravamo 2.5 miliardi e oggi bisogna trovare risorse,
soprattutto alimentari, per 7 miliardi di individui, è inevitabile la
curiosità di capire come riescano quasi tutti a trovare risorse alimentari
(ed energetiche) almeno sufficienti se non adeguate. Strano che ci sia in
giro qualcuno che pensi che nulla sia cambiato, e nulla debba cambiare in
futuro, nonostante la popolazione umana sia triplicata …
|
|
6/12/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Si parla di virus, adattamento ed evoluzione umana nell'ultimo numero del
2011 della rivista
Le Scienze
|
|
5/12/11-USA
|
·
[da Eurekalert]
Un articolo su PNAS (“A
nonreplicating subunit vaccine protects mice against lethal Ebola virus
challenge”) annuncia la scoperta di un vaccino contro il virus Ebola,
estremamente letale soprattutto per le scimmie antropomorfe e per l’uomo,
testato per ora con successo solo su un modello murino.
|
|
5/12/11-IT
|
·
Sul sito OggiScienza si torna a parlare (“Riscrivere
Darwin? L’uomo venuto dal nulla…”) , dopo che Marco Ferraguti aveva
sollevato il problema su Pikaia, di un libro di testo di storia in cui si
forniscono informazioni non sempre preise sull’evoluzione umana. L’autore è
un docente dell’Università Cattolica e sembra credere, contrariamente a
quanto viene chiaramente indicato anche in un documento vaticano del 2004
firmato dal card.Ratzinger, che l’Homo sapiens “non ha punti genetici di contatto neppure con le specie
umane meno antiche”. Proprio come se da Spallanzani in poi non si
fosse ormai sicuri che la generazione spontanea non sia possibile né
ragionevole.
|
|
4/12/11-CHINA
|
·
Sono solo 23 i gibboni di Hainan (Nomascus
hainanus), che sopravvivono oggi solo nella Bawangling
Nature Riserve sull’isola di Hainan (Cina) nel golfo del Tonchino.
E’ una delle specie di primati più vicine all’estinzione e il loro ambiente è
minacciato.
18 famiglie di gibboni hoolok (Hylobates hoolok) sono le ultime
antropomorfe che ancora sopravvivono in India. Sono
state trasferite da una zona minacciata di foresta nell’area del villaggio
di Dello al Mehao Wildlife
Sanctuary nella Dibang
Valley (nord est dell’India), per avere una maggiore protezione.
Seri rischi corrono anche gli oranghi (Pongo pygmaeus e abelii)
che vivono in Kalimantan/Borneo (ne sono rimasti circa 54000) e Sumatra (7000
sono sopravvissuti); l’invadenza dell’uomo che estende le sue coltivazioni
sta sottraendo continuamente aree di foresta indispensabili per la
sopravvivenza di questa grande antropomorfa, l’unica che viva in Asia, e solo
in queste due isole. Ne parla
un articolo sul Guardian (“Fresh
wave of killings by hunters takes Indonesian orangutan to the brink of
extinction”)
|
|
3/12/11-IT
|
·
[da Pikaia]
La solitudine della specie umana è
una novità. T.Pievani parla di evoluzione, in particolare umana, alla
conferenza TED (Technology Entertainment Design) disponibile in video.
|
|
2/12/11-USA
|
·
[da NCSE]
Un tribunale di Los Angeles dovrà verificare la fondatezza di una
discriminazione sul lavoro attuata presso il JPL di Pasadena, motivata da
opinioni sull’Intelligent Design, l’attuale forma che ha assunto negli USA il
creazionismo dal 1989. Il lavoratore, licenziato nel gennaio 2011, era un
sostenitore dell’ID molto attivo nella produzione di materiale “didattico”,
in particolare video. Il materiale informativo su questa vicenda è
disponibile, per chi volesse approfondire la questione, nel sito dell’NCSE
|
|
1/12/11-USA
|
·
La presentazione delle singole scoperte come eventi
isolati non sempre riesce a far capire come la ricerca scientifica sia
importante soprattutto perché, analizzando i problemi nel loro contesto,
chiarisce contemporaneamente fatti e aspetti diversi che poi permettono di
ricostruire scenari coerenti, e spesso molto convincenti.
Per capire come sia avvenuta negli ultimi 10 milioni di anni l’evoluzione a
partire dagli antenati primati e poi da questi all’uomo attuale, è certo
importante scoprire le somiglianze che legano il nostro DNA a quello dello
scimpanzé attuale (oltre che a quello di tutte le altre specie viventi e
fossili), ma è altrettanto importante studiare e confrontare gli aspetti
comportamentali di scimpanzé che vivono in ambienti particolari, simili a
quelli di savana, a cui si sono adattati i nostri antenati nel periodo in cui
la nascita della Rift Valley modificò profondamente il clima in Africa
orientale.
E’ quindi interessante qualsiasi scoperta che venga fatta sugli scimpanzé di Fongoli, in Senegal,
l’unica
colonia che viva in ambiente di savana. Una recente scoperta, pubblicata
dall’antropologa Jill Pruetz su Primates (“Plant-food and
tool transfer among savanna chimpanzees at Fongoli, Senegal”), e
riportata anche su Eurekalert (“Study
finds savanna chimps exhibit sharing behavior like humans”), mette in
evidenza come in questo gruppo di scimpanzé sia maggiore frequenza di
condivisione di cibo e di strumenti di caccia, e questo soprattutto in
direzione delle femmine del gruppo.
|
|
1/12/11-IT
|
o
Sabato 3/12 alle 17 a Torino
(45° 4' 9.3756" N, 7° 41' 8.808" E) A.Fasolo, G.Giorello e A.Piazza
presenteranno l’ultimo libro di T.Pievani, “LA VITA INASPETTATA. Il fascino di un'evoluzione
che non ci aveva previsto". Le nuove informazioni che vengono dai confronti fra i genomi
di specie affini aiutano oggi a capire meglio il fascino di cui si parla e
che ormai non richiede atti di fede quanto piuttosto una condivisione delle
conoscenze di cui dispongono i biologi di tutto il mondo.
|
|
30/11/11-CHINA
|
o
La notizia giunge ancora attraverso il blog MyGenomix,
e questa volta si tratta di un articolo che presenta una scoperta fatta da
bioinformatici cinesi che hanno confrontato sequenze geniche umane e di
scimpanzé, da pochi anni disponibili. Secondo quanto riferisce il commento
di Marco Cattaneo su Le Scienze, è ancora un problema di nuove e
diverse informazioni genetiche, di nuovi geni che compaiono modificando
informazioni genetiche preesistenti. In questo caso le novità sono comparse
nel lungo passaggio evolutivo che porta in qualche milione di anni dalle
antropomorfe alla nostra specie. I nuovi geni non sarebbero pochi: ben una
sessantina, secondo quanto ha scoperto un gruppo di ricercatori cinesi del
Kunming Institute of Zoology, che lo presenta su PLOS genetics: “De
Novo Origin of Human Protein-Coding Genes”.
Non so se possa essere considerato un primo caso di “incremento
di informazioni nel genoma”, ma le differenze certo ci sono e sembrano
impressionanti; conosciamo molti meccanismi che possono portare alla comparsa
di nuovi geni (“The origin of genes can involve
gene duplication, exon shuffling, retroposition, mobile elements, lateral
gene transfer, gene fusion/fission, and de novo origination”); si sa
che sono eventi noti ma rari (i primi 3 comunque sono del 2009,
anche questi trovati nel confronto fra uomo e scimpanzé) e comunque raramente
studiati.
Questi nuovi geni codificanti sembra che siano derivati da modifiche di
preesistenti geni non codificanti e sembra coinvolgano anche una struttura
anatomica di un certo interesse come la corteccia cerebrale. Non ci sono
comunque ancora indicazioni sul ruolo di questi geni, né sarà facile
scoprirlo in tessuti in cui ci sono notevoli differenze fra cellule in vivo e
in vitro e non è sempre possibile fare tutti gli esperimenti..
Nei commenti all’articolo nella versione
originale di Scientifica American qualche burlone ha già pensato di
proporre un ruolo creativo per gli extraterrestri.
|
|
29/11/11-USA
|
o
Decisamente impressionante la lettura (a
campione, per carità) delle 60 pagine di dibattito sollecitato dalla
pubblicazione su First Thing di un articolo che commenta un paio di libri
recentissimamente pubblicati da due sostenitori dell’ID, ma soprattutto il
recente libro di J.Fodor e M.PiatteIIi-PaImarini e un altro di B.Monton (“Seeking God in Science: An Atheist Defends
Intelligent Design” . Tutti i libri sono critici verso il darwinismo, ma
l’articolo nota che “Surprisingly, two recent
books by atheist philosophers of science have joined with ID theorists in the
criticism of neo-Darwinism”. Da qui le 60 pagine di commenti,
con ragionamenti che attraversano in ogni direzione le diverse definizione di
evoluzione/ evoluzionismo/ darwinismo/ neodarwinismo che potremmo immaginare.
La discussione è continuata per settimane …
|
|
28/11/11-SA
|
o
Da La Repubblica: la diretta
twitter da Durban, la conferenza
mondiale sul clima. Come si prospetta il futuro? Qui #COP17. Qui il sito web
della COP17, i webcast live e i webcasts
on demand.
Di probabile interesse, oltre che sconcerto, scoprire che uno dei settori più
preoccupati per i cambiamenti climatici è quello assicurativo. Per capire
come dispongano di indicatori significativi, anche se certo non “climatici”,
si può dare un’occhiata al sito gestito da Germanwatch, che da almeno un
decennio cerca di mettere a punto e verificare un Global
Climate Risk Index.
|
|
27/11/11-USA
|
o
Grande successo negli USA per un “paleontologo
molecolare” svedese, Svante
Paabo, che fin dal 1985 (Molecular
cloning of Ancient Egyptian mummy DNA; Nature. 1985 Apr
18-24;314(6012):644-5) riesce sempre a mantenersi ai massimi livelli della
ricerca sul DNA antico dei nostri antenati. E questo avviene in Europa,
lavorando in uno dei centri di ricerca europea di eccellenza (il Max
Planck Institute for Evolutionary Anthropology), per il quale passano anche
alcuni dei migliori giovani italiani interessati all’antropologia, alla
paleoantropologia e alla primatologia.
E questa volta è avvenuto all’ultimo congresso mondiale della Società di
Neuroscienze. Ne parla il giornalista scientifico C.Zimmer, che nel suo blog riferisce il 15/11 sulla
conferenza di Paabo (“Neanderthal Neuroscience”)
su un argomento apparentemente non di interesse prioritario per
neuroscienziati.
In realtà le incredibili novità che Svante Paabo riferisce
sull’origine del DNA di Homo sapiens, che dimostrano l’ interazione
con DNA di specie a noi relativamente vicine (in particolare i neandertaliani
e i denisovani con cui fummo in contatto già centinaia di migliaia di anni
fa….) non mancano di suscitare una grande interesse fra le migliaia di
neuroscienziati presenti al congresso.
Un bell’articolo sullo scambio di materiale genetico fra l’uomo e specie
simili a quella umana era comparso recentemente (9/8/11) anche su Nature
(“Ancient
DNA reveals secrets of human history”), accompagnato da una mappa
e da uno schema della filogenesi.
Ormai la conoscenza del DNA del Neandertal, anche di quello somatico, è
decisamente avanzata (siamo al 55% del genoma) e questo permette già di fare,
con i confronti, scoperte e ipotesi che permettono di cominciare a verificare
quanto delle caratteristiche umane che crediamo avanzate siano presenti già
in questi cugini che un tempo venivano presentati come primitivi. Se andiamo
a verificare, l’interesse comune di paleogenetisti e neuroscienziati si sta
concentrando sulla ricostruzione della storia di geni connessi con lo
sviluppo del linguaggio (come il
FOXP2) o della struttura del sistema nervoso.
Un articolo, sempre dell’ottimo giornalista C.Zimmer, su 10 anni di ricerca sperimentale
sul FOXP2 (“The
Language Fossils Buried in Every Cell of Your Body”) fa capire come la
versione umana del gene si trovi anche in specie dotate di vocalizzazioni
complesse (come gli uccelli)
e possa addirittura essere “fatta funzionare” dopo averla inserita nel DNA di
topi, con risultati che fanno riflettere, a partire dai cambiamenti indotti
nella struttura di alcuni neuroni.
Non ci vuole molta fantasia per capire che davvero non è il momento (NB:
né forse il secolo…) adatto per pensare che si possa perdere tempo con chi
crede sia sufficiente conoscere [probabilmente male] solo Darwin.
Se qualcuno volesse ulteriori informazioni (e non bada tanto
all’abbigliamento) può ascoltare questa recente TED conference (sorry,
still no Italian version …): Svante
Pääbo: DNA clues to our inner Neanderthal.
Nella stessa pagina ci sono comunque link a TED conferences in italiano
sull’evoluzione umana:
§
Spencer
Wells costruisce un albero genealogico dell'umanità
§
Louise
Leakey indaga sull'origine del genere umano
§
Zeresenay
Alemseged alla ricerca delle radici dell'umanità (Selam)
|
|
26/11/11-USA
|
o
[da Pikaia]
Ora anche l’orango si affianca allo scimpanzé, al bonobo e ai diversi gorilla
con un’impressionante massa di dati che confermano anche in questa specie,
finora meno nota, la capacità e l’importanza della trasmissione di dati per
via culturale. Come si vede, Michael Krützen, Erik P. Willems e Carel P.van Schaik
inseriscono il termine “cultura” nel
titolo di un lavoro peer-reviewed dedicato agli oranghi: Culture and Geographic Variation in Orangutan Behavior.
|
|
24/11/11-IT
|
o
[da MyGenomix]
Come sappiamo il lungo processo dell’evoluzione umana è certo stata
condizionato dall’interazione con l’ambiente esterno e con le specie che ci
vivono. Un recente articolo su PLOS Genetics, firmato da molti
italiani, ci ricorda che le specie che hanno, più di altre, influenzato
l’evoluzione degli ominidi potrebbero essere state quelle presenti invece in
un ambiente “interno”: “Signatures
of Environmental Genetic Adaptation Pinpoint Pathogens as the Main Selective
Pressure through Human Evolution”. Non solo semplici “patogeni”, quindi.
Dopo la lettura dell’articolo, sul blog citato si può indagare meglio un tema
così poco noto, leggendo un’intervista al primo autore, M.Fumagalli,
attualmente al lavoro negli USA: “I
parassiti hanno guidato la nostra evoluzione”. [Nonostante il
titolo riecheggi una delle domande dei sondaggi della Gallup sul creazionismo
USA … escluderei che voglia essere critico verso Darwin ….]
Comunque è importante che si sappia in giro la dimensione mostruosa della
variabilità genetica degli esseri viventi che oggi siamo riusciti a conoscere
(solo per la nostra specie ci sono oggi “mezzo
milione di varianti genetiche, caratterizzate in più di mille individui
appartenenti a oltre 50 diverse popolazioni umane”); chi lo sapeva già
aveva capito subito l’ignoranza di chi anni fa chiese a R.Dawkins di fare un esempio
di mutazione che causasse un ”incremento”
di informazioni nel genoma. Chi non lo sapeva … speriamo ci rifletta e
riesca a capire almeno ora; non è possibile rispondere ad una domanda
imprecisa e che non si capisce nemmeno se sia più ovvia o più assurda, tanto
da mette in imbarazzo chi diffonde il video più che R.Dawkins. “Spiace”
che lui e i suoi amici siano gli unici che non se ne accorgono nemmeno.
Perfino Google,
sicuramente una delle “entità” oggi più informate al mondo, ci fa subito
capire (in 0,06 secondi) che siamo gli unici … che non faremmo una faccia
stupita di fronte a questa domanda incomprensibile per un biologo!
[Per fortuna oggi abbiamo perfino gli strumenti per verificare che uno ha
il diritto di non rispondere ad una domanda. Usiamolo PRIMA, e scopriremo
magari il motivo per cui un saggio preferisce non dar retta a chi è
ignorante].
|
|
23/11/11-USA
|
o
[da NCSE]
La rivista Evolution: Education and Outreach, dedicata alla didattica dell’evoluzione è
liberamente accessibile alal consultazione fino al 31/12. Bisogna ringraziare
la Springer per la possibilità che offre agli antievoluzionisti USA di
verificare come si presenti una rivista peer-reviewed e come sia variegata e
dinamica la discussione attuale sulla teoria dell’evoluzione, tanto che
sembra anche abbastanza difficile attribuirle un nome che duri più di qualche
decennio … mettendo in difficoltà anche gli evoluzionisti.
o
[da NCSE] E’
morta Lynn Margulis, una delle più eminenti biologhe attuali, oltre
che scrittrice molto prolifica: Origin of Eukaryotic Cells (Yale
University Press 1970), Origins of Sex (Yale University Press,
1986), Microcosmos (HarperCollins, 1987), Slanted Truths:
Essays on Gaia, Symbiosis, and Evolution (Springer, 1997), Symbiotic
Planet (Basic Books, 1998), and Acquiring Genomes (Basic Books,
2002).
E’ famosa soprattutto per la teoria dell’origine endosimbiontica degli
organuli cellulari ("On
the origin of mitosing cells" pubblicato in the Journal
of Theoretical Biology in 1967), oggi accettata soprattutto per
mitocondri e cloroplasti.
Lynn Margulis è stata più volte in Italia (a Pavia, per gli anglofoni, il 7/9/06,
a
Milano il 2/3/09, a Pisa, per laurearsi, il 17/5/10).
Qui alcuni
video su di lei, fra cui questo, tradotto in
italiano, di una conferenza su Gaia (un altro dei temi un po’
eterodossi che le interessavano) e simbiogenesi.
Su Pikaia
si può leggere un commento e un ricordo della sua creatività, di Mauro
Mandrioli.
o
Nel sito
web dell’Howard Hughes Medical Institute
sono state pubblicate le quattro videoconferenze del 2011
Holiday Lectures Bones, Stones
and Genes: The Origin of Modern Humans
§
Lecture 1: Human
Evolution and the Nature of Science by Tim D. White
§
Lecture 2: Genetics of
Human Origins and Adaptation by Sarah A. Tishkoff
§
Lecture 3: Stone Tools
and the Evolution of Human Behavior by John J. Shea
§
Lecture 4: Hominid
Paleobiology by Tim D. White
In una
conferenza del 2006, sempre disponibile nel sito dell’HHMI, l’evoluzionista
cattolico Ken Miller dimostra la falsità della dimostrazione della
complessità irriducibile basata sull’esempio della trappola per topi, tanto
cara ai sostenitori dell’ID (“Evolution:
Fossils, Genes, and Mousetraps”)
Il sito
dell’HHMI ha anche una sezione interattiva che si propone di fornire
ai giovani curiosi del materiale didattico di supporto ai testi su argomenti
diversi. C’è anche una sezione
sull’evoluzione con animazioni che aiutano a capire meglio
eventi complessi. C’è anche una sezione di brevi video
sull’evoluzione (perché non dare un’occhiata ad una danza di
corteggiamento fra fruitflies o non capire come ha agito la selezione
artificiale nell’evoluzione del cane, gestita dall’uomo per i suoi
scopi?)
o
Nel sito dell’HHMI
è molto interessante soprattutto una serie di tre video didattici che si
propongono di coinvolgere gli studenti con esempi memorabili dell’evoluzione
in azione:
The making of the
fittest (1: Natural Selection and Adaptation, 2: The Birth and Death of Genes, 3: Natural Selection in Humans). Ai video si associano classroom
activities. I primi due video hanno anche materiale didattico ad uso
degli insegnanti.
Ogni video trasporta lo studente in un’area del mondo in cui partecipa ad
un’avventura incontrando creature affascinanti e scienziati curiosi che hanno
scoperto i meccanismi biologici che realizzano le forme viventi più adatte ad
ogni nicchia ecologica. Ogni film dimostra, su specie diverse, il ruolo della
mutazione e della selezione naturale nei meccanismi adattativi.
Dal sito dell’HHMI un link porta verso un altro interessantissimo e vivace
sito web sull’evoluzione, gestito dall’Università di Berkeley: Understanding Evolution, ricco
di materiale didattico adatto a qualsiasi livello scolastico: bambini fino a 2
anni, 3/5
anni, 6/8
anni, fino ad arrivare al liceo.
|
|
23/11/11-IT
|
·
[da Pikaia]
E' in edicola l'ultimo numero della rivista Darwin. In primo piano
l'evoluzione umana, con articoli sull’Australopithecus sediba.
|
|
22/11/11-IT
|
·
Nel sito dell’UCCR si può leggere un commento
ad un recente libro sul "darwinismo", o meglio sul contesto
culturale e politico in cui si inserisce una delle più grandi scoperte della
cultura umana, fonte delle decine di migliaia di ricerche che in questo
secolo hanno permesso di conferire anche decine di premi Nobel ai ricercatori
di tutto il mondo.
Aggiungerei alla forse ottimistica frase conclusiva “come
dimostra E.Pennetta nel suo appassionante libro – le idee darwiniste sono in grado di orientare
la politica internazionale degli stati occidentali, e perfino
dell’ONU…” un altro elemento positivo almeno a livello di speranza,
anche questo facilmente dimostrabile: la recente nomina di un premio Nobel, Werner
Arber, biologo
evoluzionista, al vertice dell’Accademia
Pontificia delle Scienze suscita la speranza di positive influenze
del “neodarwinismo” (sarebbe necessario usare però il termine “sintesi estesa”, seguendo lo schema di Massimo
Pigliucci 2009), e quindi di elementi di razionalità, anche in una delle
principali religioni mondiali.
Questo fatto è certo una prova positiva della diffusione della scienza, e del
metodo scientifico basato sulla ragione supportata da prove sperimentali,
anche in ambienti culturali basati tradizionalmente su dogmi ideologici che
impongono entità per cui sappiamo non si allegano dimostrazioni sperimentali,
che risultano comunque non disponibili né richiedibili.
Lo dimostra il fatto che anche il nuovo Papa abbia proseguito sulla linea del
predecessore: infatti il precedente presidente, Nicola Cabibbo, era un
fisico cattolico che difendeva
la teoria dell’evoluzione perfino dagli attacchi dei creazionisti biblici
cattolici; nel 2008 collaborò anche con l’attuale presidente W.Arber
nell’organizzare in Vaticano un convegno sull’evoluzione
dell’universo e della vita sulla terra, a cui aveva partecipato anche il
Papa.
A quel convegno non si accettò alcuno scienziato antievoluzionista; anzi si
equipararono creazionisti e sostenitori dell’Intelligent Design, confermando
le critiche (pubblicate sull’Osservatore Romano del 16/1/2006) dell’antropologo
F.Facchini alle posizioni favorevoli all’ID sostenute dal card.Schönborn in
un articolo sul New York Times [che iniziava con uno stravolgimento che sembra nessuno abbia mai notato
della reale opinione di Giovanni Paolo II].
Che comunque qualche contrasto interno sia ancora presente e che il lavoro di
Werner
Arber, il “presidente ‘neodarwinista’ nominato dal Papa”,
non si presenti facile e tranquillo, è confermato dalla improvvisa
cancellazione di un sito web cattolico sull’“L'INSEGNAMENTO DELLE SCIENZE”
in cui un biologo, E.Pennetta, partendo giustamente dai fatti poi presentava,
in modo forse troppo semplice ma abbastanza corretto, le ipotesi che hanno
permesso lo sviluppo e il successo della biologia moderna e della teoria
dell’evoluzione nella sua forma attuale, giustamente presentata come
decisamente migliorata, dopo 150 anni, rispetto alla forma originale proposta
da Darwin in un contesto culturale certo ancora carente rispetto a quello
attuale.
Anche in quel sito web si utilizzava necessariamente uno dei tanti esempi di
selezione naturale, quello del melanismo della Biston
betularia, proprio l’esempio che ha permesso recentemente a Dario Fo
di vincere anche un premio
certo inaspettato e immeritato. [No! non è la volta del premio Nobel!].
In quegli articoli E.Pennetta non parlava ancora della contestazione di quel
caso di melanismo industriale da parte dei creazionisti USA, contestazione
che comunque è stata smontata dal biologo
evoluzionista cattolico Kenneth Miller, per cui il premio a Dario Fo, a
E.Pennetta e a chiunque altro sono davvero ridicoli se non indicatori di una
colpa più grave.
Di questo sito web nato con grandi obiettivi sopravvivono oggi solo dei link
autointerrotti, il testo di presentazione
di un’ipotesi di “formazione scientifica
cattolica non ideologizzata né dogmatizzata” (con commenti adeguati) e
un paio di lezioni sul neodarwinismo, sopravvissute alla censura e
tuttora linkate in una pagina nel sito web di E.Pennetta, ormai orientato
verso altri obiettivi.
Nel caso non
piacesse il forse troppo chiaro esempio delle ricerche sulla Biston
e sulle altre decine di specie con melanismo industriale, e si volessero
altri esseri viventi, sono certo che Werner
Arber sarebbe ben contento che cattolici e protestanti insieme
traessero nuovi esempi di selezione naturale o di altri meccanismi evolutivi
dalle sue scoperte sull’evoluzione microbica, ottimamente pubblicate (anche
insieme al famoso collega microbiologo R.Lenski). Queste ricerche
sono citate anche nel volume “Genetic variation and
molecular evolution”, introdotto da un dizionarietto che permette a
chiunque di capire come speciazione e semplice variabilità intraspecifica fra
popolazioni siano comunque eventi che caratterizzano l’evoluzione biologica;
nello stesso volumetto W.Arber spiega come anche il caso mantenga un ruolo
molto importante nei processi biologici che favoriscono la comparsa di nuove
informazioni genetiche.
[E’ evidente che chi, con citazioni parziali, fa credere che fosse
razzista chi ha sconvolto il mondo e la chiesa dimostrando che
siamo imparentati addirittura con le scimmie … merita almeno un po’ di
ironia e … citazioni parziali di sue idee che probabilmente cambieranno
ancora. Non dimentico poi un video che dimostra come sia ’imbarazzante, soprattutto per un
‘padre’ laureato in scienze, scoprire che prima o poi i propri allievi,
anche se indirizzati da piccoli su spiegazioni irrazionali, verranno poi a
sapere da altri insegnanti di scienze anche quello che i ricercatori da
secoli stanno scoprendo sull’evoluzione biologica].
[da Pikaia] Se a
tavola avete a fianco a Natale qualcuno che è ancora convinto che Darwin sia
il padre di razzismo, eugenetica e nazifascismo, non imbarcatevi in
inutili discussioni e consigliate la lettura di: Antonello La Vergata, “Colpa
di Darwin?”, UTET Libreria, Torino, 2009; Adrian Desmond, James Moore, “Darwin’s
Sacred Cause. Race,
Slavery and the Quest for Human Origins”, Allen Lane Penguin, London, 2009.
|
|
21/11/11-USA
|
·
[da NCSE]
Nuovi video nel canale YouTube del National Center of Science
Evolution. Uno degli ultimi è Evolution
and Global Warming Denialism: How the Public is Misled, una conferenza
tenuta dal presidente dell’NCSE, l’antropologa E.Scott a Edinburgo in
settembre, dove raccontò come stesse aumentando, come avviene anche per
l’evoluzione e il suo insegnamento nelle scuole, la pressione verso un
approccio ideologico anche al cambiamento climatico, negando un ruolo importante
svolto dalle attività umane. Tendenze simili a quelle presentate da Eugene
Scott si notano in azione anche in Europa e in Italia, di solito connesse con
l’attività di ambienti scientificamente poco qualificati che si muovono su
media scientificamente poco qualificati.
Positivo è certo il fatto che anche all’interno della chiesa cattolica le
strutture di consulenza scientificamente più qualificate siano oggi
seriamente preoccupate per cambiamenti climatici che già mostrano la tendenza
ad aumentare la frequenza di eventi ambientali disastrosi; lo si nota anche
in Italia oltre che nel resto del mondo.
Una recente iniziativa è stato un convegno svoltosi il 2/4/11, organizzato
dalla Pontificia
Accademia delle Scienze, e in particolare dal suo presidente, sullo
scioglimento dei ghiacciai associato al riscaldamento di origine antropica in
alcune zone del mondo (“Ghiacciai
e riscaldamento globale”).
Dal convegno è uscito poco dopo, l’11/5/11, un preoccupato documento (“Il
destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”) sulle
minacce del riscaldamento globale di origine antropica (non superfluo
quindi l’uso del significativo termine “antropocene”, proposto proprio
da un autorevole membro dell’Accademia, il
chimico e premio Nobel Paul Crutzen, nel documento dell’Accademia
Pontificia): “La maggior parte dell’aumento
osservato della temperatura media globale dalla metà del ventesimo secolo è
“molto probabilmente” – il che significa con una probabilità maggiore del 90%
– il risultato dell’aumento osservato nella concentrazione di gas serra di
origine antropica … Si ritiene che gli
impatti climatici ed ecologici di questa interferenza umana sul sistema
Terra si protrarranno per molti millenni, tanto da far coniare un nuovo
nome, Antropocene, per la nuova era geologica altamente influenzata
dall’attività umana nella quale viviamo”.
|
|
18/11/11-IT
|
·
In un sito web integralista cattolico che diffonde
ridicole ma deprimenti critiche alla scienza, Basta Bugie, è
stata pubblicata la lettera di un insegnante di scienze naturali che chide di
poter ricevere il loro DVD dal titolo “Evoluzionismo
fallito”. L’insegnante intenderebbe infatti usare quel DVD a scuola, per
mettere in guardia i suoi allievi dalle sciocchezze che diffondono questi
ambienti integralisti, dove nessuno ha ancora fatto arrivare le notizia che
da gennaio il presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze è Werner
Arber, un genetista evoluzionista che ha contribuito, anche
con le sue ricerche in collaborazione
con Richard Lenski, a
confermare la correttezza delle ipotesi e delle scoperte su cui oggi si fonda
l’evoluzionismo attuale. Inevitabile quindi la risposta stizzita alla domanda
sul fatto che la chiesa gli risultava avesse accettato l’evoluzionismo, anche
se “un po' in ritardo, ma a questo siamo abituati”.
E’ possibile ottenere dal sito un concentrato
delle loro opinioni su Darwin e l’evoluzionismo.
Bisogna certo tenersi forte (e sperare che Arber non visiti il sito), ma
qualcosa di buono a volte si puo’ trovare. Come nello sconcertante articolo di
M.Respinti in cui si cerca di far credere non solo che le scoperte di Mendel
abbiano smentito la teoria dell’evoluzione (“semmai
Mendel il darwinismo lo mette in crisi” (!)) ma che non abbiano
dimostrato il ruolo fondamentale del caso (“Non
c'è caso, non c'è selezione naturale. C'è invece un corso e ricorso regolare,
descrivibile con moduli matematici, che si svolge seguendo una logica ferrea”).
Certo qualcuno non sa che nonostante il caso abbia le sue formule, gestisce
comunque eventi “casuali”, come la determinazione “casuale” del sesso, per
fare un esempio banale che ognuno conosce … e come ben sanno anche i
frequentatori del casinò di Campione d’Italia …
L’articolo comunque un punto positivo ce l’ha; ad esempio quando, dopo aver
apprezzato, perfino in un abate come Mendel, le caratteristiche necessarie a
un insegnante di scienze naturali (“non smise mai
di studiare, e a osservare, non smise mai di osservare. E pure sperimentò,
non smise mai nemmeno di sperimentare, quel bravo monaco”), sottolinea
come la genetica di Mendel “era scienza, cioè
conoscenza certa ottenuta per via galileianamente sperimentale, non ipotesi
filosofica”.
Purtroppo solo Mendel (che avrebbe smentito l’evoluzionismo) quindi
viene salvato; lo stesso non si può
dire di Watson, Crick e Wilkins, tre premi Nobel che vengono presentati come
“tre ricercatori uno più assurdo dell'altro”;
capisco che voglia evitare che a qualcuno venisse l’idea blasfema di
equiparare i premi Nobel ai santi, ma certo si offende l’ingegno umano che ha
permesso, dopo migliaia di generazioni di evoluzione culturale, di ottenere
una delle più importanti scoperte della biologia del novecento.
|
|
17/11/11-DRCONGO
|
·
Questa settimana ci sarebbe un altro buon motivo
per organizzare un week-end nel Parco dei monti Virunga, il parco
nella Rep.Dem.del Congo in cui vivono i gorilla di montagna. Da una settimana
è in corso una spettacolare eruzione del vulcano Nyamulagira, Qui, nel blog
dedicato ai gorilla del parco, alcune immagini dell’eruzioni e alcune
informazioni utili per iscriversi ai trekking, dal costo di 300 $, per avvicinarsi all’eruzione. La partenza
del trekking è da Goma,
sempre che la città non sia minacciata da un’eruzione dell’altro vulcano
vicino, il Nyiragongo,
che nel 2002 ha semisommerso Goma di lava.
Chi dice
che il mondo è immobile e non ci sono eventi casuali che influenzano la
geografia dei territori e la vita delle specie che li abitano? Bambini,
probabilmente. Migliaia di eventi simili a questa eruzione
vulcanica hanno infatti creato la Rift Valley, un
sistema di rilievi montuosi che ha modificato l’ambiente e quindi anche il
clima in Africa Orientale. La conseguente comparsa delle savane sul lato
orientale ha creato un ambiente favorevole per lo sviluppo della locomozione
bipede nei primati che vivevano nella zona e che già erano pronti a sviluppare
una locomozione eretta, come le antropomorfe, che si muovevano sospese sotto
i rami a causa delle loro dimensioni.
L’interazione fra vulcani e antropomorfe è una delle imprevedibili
combinazioni di fattori che hanno reso possibile l’evoluzione degli ominidi e
la comparsa dell’uomo.
Non sembra difficile da capire (soprattutto oggi, quando è facile ammirare e
capire questi o simili grandiosi eventi anche senza recarsi necessariamente
sul posto, come dovette fare Darwin), ed è pure ragionevole ...
Certo è che nessuno può capire l’evoluzione umana senza capire come
inserire anche questo evento in un sistema di valutazione razionale
degli eventi naturali che consideri anche la possibilità di exaptations.
Se si
avesse qualche giorno libero, si può quindi partecipare all’“Overnight
Trek to Nyamulagira Volcano Eruption Site!” (con un vulcanologo
italiano a far da guida) altrimenti ci si può accontentare delle foto o
dei video
con audio.
In un modo o nell’altro può scattare una scintilla che aiuta a capire come
sia necessario inserire anche eventi geologici (probabilmente considerati da
tutti NON “intelligenti”) nei fattori che influenzano l’evoluzione biologica,
anche perché mettono in dubbio qualsiasi idea di progetto..
|
|
16/11/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Il 23 novembre, all'Università degli Studi di Milano (ore 14.30, Aula
304 Settore Didattico via Celoria 20) si terrà il primo incontro della serie
di conferenze "Voglia di evoluzione". Si parlerà di “Evo-devo,
la biologia evolutiva dello sviluppo”, con i maggiori esperti
italiani. Intervengono:
Dott. Giuseppe
Fusco, Università degli Studi di Padova:
Tra forme reali e forme possibili
Prof. Alessandro Minelli, Università degli Studi di Padova:
Storie di forme animali fra sviluppo ed evoluzione
Dott. Fabio Fornara, Università degli Studi di Milano:
Il tempo dei fiori
|
|
15/11/11-FR
|
·
A fine ottobre ha superato i 7 miliardi di
individui la popolazione umana, i cui misteri e i cui percorsi evolutivi
lunghi (milioni di anni) e complicati (una ventina di specie bipedi sono
vissute prima di noi) sono svelati e spiegati dalla mostra di Roma, dedicata
all’Homo sapiens,.
Oggi, dopo 15 giorni, siamo già diventati [circa] 7.005.420.904. Sappiamo che
eravamo quasi solo un terzo, 2.5 miliardi, nel 1950, solo 61 anni fa. Anche
grazie a organismi vegetali geneticamente modificati fin da 10.000 anni fa,
non tutti ma quasi tutti, sono riusciti finora ad alimentarsi.
Un sito web (6 billions
d’autres), nato da un’idea di Yann Arthus-Bertrand cerca di aiutarci a
guardare davvero in faccia e a comprendere il significato e gli effetti di
questa cifra (che ora nella homepage è stata aggiornata da 6 a 7 miliardi)
per noi e per gli altri miliardi di partecipanti a questa breve visita su
questa terra.
Il nostro pianeta e le sue risorse non è probabilmente destinato al popolo a
cui ognuno di noi appartiene (d’altronde non meravigliamoci: ci siamo fatti
aspettare per ben 4.5 miliardi anni!), anche se ci piace pensarlo e ci
tranquillizza illuderci.
Nel sito ci sono centinaia di interviste in tutte le lingue realizzate in 16
paesi, e ci sono già alcuni video (sulla povertà, sulle donne, sulla sanità e
la cultura), ma altri sono previsti.
Davvero interessante verificare la possibilità di usare, come è stato fatto
per creare questo sito, nuovi strumenti web per capire meglio alcuni dei
problemi che vivono quotidianamente molti di questi miliardi di nostri compagni
di viaggio.
Il sito trancemedia permette di
accedere a webdocumentaries,
webreportages,
mappe interattive,
serious games,
narrazioni
interattive e siti
web didattici interattivi che mostrano le notevoli possibilità di questi
nuovi “transmedia”.
Particolarmente interessante, e coerente con l’interesse di questa rassegna
stampa per l’evoluzione, è un video di 30’ (Ape-Man)
che mostra alcune differenze anatomiche fra l’uomo e lo scimpanzé; fa parte
di un bel sito didattico in tedesco
ed è purtroppo l’unico video sottotitolato in inglese.
Il museo di Barcellona presenta invece il suo materiale zoologico sotto forma
di Biodiversity Tree.
In più lingue è invece il progetto didattico presentato nel sito “Evolution of Life”
|
|
15/11/11-IT
|
·
Sull’Avvenire si può leggere (“Il primo uomo?
È nato «religiosus»”) un’intervista a Yves Coppens, in questi
giorni a Milano per presentare un suo libro per bambini sull’evoluzione umana
(“La preistoria dell’uomo”, della Jaka Book) e per presentare la
comunicazione “Non c’è uomo senza simbolo” alla Cattolica al seminario
internazionale «Il Vento, lo Spirito, il Fantasma», organizzato dall’Archivio
«Julien Ries» per l’antropologia simbolica.
Piuttosto sconcertante la risposta alla prima domanda, quando probabilmente
riesce a mettere in confusione anche il lettore più esperto quando data
addirittura a 70 milioni di anni fa la prima fase dell’evoluzione dell’uomo;
sicuramente è un’informazione che gli esperti conoscono bene (compaiono
infatti da questo m momento la vista frontale tridimensionale e la visione
dei colori, ma anche il pollice opponibile e la mobilità degli arti,
acquisiti durante le decine di milioni di anni di evoluzione dei primati
nell’ambiente arboricolo); per il lettori dell’Avvenire forse sarebbe però
stato meglio chiarire se questo, che a loro non piace molto, era proprio un
percorso obbligato o se non sarebbe possibile scegliere strade alternative
(G.Sermonti per esempio non aveva dubbi che sarebbe stato molto meglio
passare per i rettili).
Una seconda fase sarebbe iniziata 3 milioni di anni fa, con eventi climatici
che portarono alla scomparsa delle foreste, sostituite dalle savane. Per la
terza fase, che è però la più importante di tutte, non vengono invece
indicate delle date, per cui non è chiaro quando Coppens porrebbe il momento
in cui “il cervello degli ominidi supera una
soglia di complessità che lo porta a un livello quantitativo e qualitativo
superiore e il pre-umano si trasforma nell’umano” E’ probabile e
logico che si riferisca alla fase, ancora poco documentata, dello sviluppo
dell’Homo sapiens, iniziata in Africa circa 200.000 anni fa, anche se
potrebbe forse fare riferimento anche ad una fase precedente, alla comparsa e
all’evoluzione delle diverse specie del genere Homo da circa 2 milioni
di anni fa.
Da questo momento è evidente che l’intervista tende ad abbandonare la
documentazione scientifica, con improbabili confronti fra popolazioni di un
passato non precisato e popolazioni attuali, la cui storia evolutiva è durata
per un tempo uguale a quello impiegato anche dai francesi (“quando vedo i popoli nativi ed osservo che i
loro gesti sono tutti rituali, non posso pensare che non sia successo
lo stesso con l’uomo primitivo”) e con opinioni personali sulla
facilità di provare la presenza della religiosità e del sacro (“La percezione della forma è già la comprensione di
qualcosa di sacro”) e sull’inesistenza del sacro già in Lucy, più
di 3 milioni di anni fa («No, non credo. Nel
corso del tempo la modificazione di alcuni dati fisici ha permesso l’emergere
dell’homo religiosus»).
Alla fine comunque vediamo alcune semplificazioni, come quando si riconosce
che “il pensiero dev’essere per forza «sacro»” e che “Non
credo che esista davvero una reale laicità se non come un’altra
maniera di pensare il sacro. L’uomo è irrimediabilmente simbolico
e in questo non vedo differenza d’essenza tra il primo uomo e noi”.
Dopo aver eliminato o rimescolato i confini fra pensiero, rito, sacro e
simbolico, per fortuna Coppens si ferma di fronte all’intervistatore che,
approfittando delle riflessioni divenute ormai personali, ritiene di potergli
addirittura chiedere, come se non fosse uno stimatissimo paleoantropologo, “quando collocare l’istante della creazione”.
Y.Coppens a questo punto si ferma (“Questo devono
dirlo i teologi“) ma non si rifiuta, davanti ai lettori dell’Avvenire,
di appoggiare il sospetto del giornalista che la creazione (o una
creazione) sia avvenuta in questo momento: “Io
mi limito a osservare i dati sul campo e a constatare il momento di passaggio
di una soglia. Certo qualcosa in
quel momento è successo: l’uomo non è stato più il pre-uomo che era prima”;
un dubbio su cui il giornalista avrebbe dovuto immediatamente indagare in
modo incisivo, chiedendo i dati e le prove di questi sospetti, invece di
cambiare argomento e sospendere l’intervista. Strano non fosse interessato a
verificare le prove di uno scienziato che ha il coraggio di dire che “Certo qualcosa in quel momento è successo”.
Spero che qualcuno lo richiami quanto prima e si faccia spiegare, seriamente
e chiaramente:
- che cosa ha visto realmente, osservando i “dati sul campo”
- quale soglia sia stata passata, ma soprattutto
- perché associa il passaggio di una soglia in questo evento di speciazione
con l’evento che i teologi chiamano creazione
- la creazione avvenne quindi nel momento tradizionale del “fiat lux”
o 14 miliardi di anni dopo, nel momento del “fiat Homo sapiens”? Qui
ambedue sembrano propendere per il secondo evento
Se non l’Avvenire, speriamo che almeno Voyager approfondisca questi dubbi
sollevati pubblicamente da un famoso paleoantropologo.
[PS: Sulla relazione fra forma e sacro forse anche Kanzi ha qualche
riflessione da suggerire?]
·
Venerdì 18 e sabato 19 si
svolgerà a Milano uno degli eventi principali della Fondazione Veronesi: la
Conferenza Mondiale di Science
for Peace. 37 relatori da 16 Paesi, 2 Premi Nobel si confrontano su 8
grandi temi per individuare soluzioni concrete di pace. Biodiversity Tree, in
Per approfondire il programma clicca qui. C’è la possibilità di assistere
ai lavori della conferenza anche in streaming su: www.fondazioneveronesi.it
|
|
15/11/11-KE
|
·
[da Pikaia]
Il riesame di alcuni frammenti di vertebra del ragazzo del Turkana (una copia
dello scheletro WT 15000 - quasi completo, di circa 1.6 milioni di anni - è
esposta al Museo di Storia Naturale di Milano) ha evidenziato come la colonna
vertebrale di H. ergaster (prima fase dell’H.erectus) fosse
composta da 5 elementi (come nel 96% dell’uomo moderno), modificando così
alcune ipotesi sull’evoluzione della colonna vertebrale nell’evoluzione
umana, in particolare per quanto riguarda il numero di vertebre lombari. Qui
il lavoro originale di M.Heusler et al. Nel volume della monografia
di A.Walker e R.Leakey del 1993 si considerano 6 vertebre lombari
rispetto alle 3 o 4 che si trovano nelle antropomorfe. Qui alcune
pagine della monografia relative a queste vertebre (in particolare le
pagine 292/293).
|
|
13/11/11-IT
|
·
Come prevedibile, non è difficile trovare anche in
questi giorni le tracce dell’attività di corsari antievoluzionisti che
sperano forse in futuro di essere nominati Sir o ammiragli solo perché
ripetono continuamente che la teoria dell’evoluzione non gli piace e non li
convince, gli evoluzionisti sono antipatici, materialisti e ignoranti e
Darwin aveva sbagliato tutto o quasi.
Spiace vedere che c’è sempre chi, pur in assenza di alternative migliori,
cerca di mettere sabbia nei delicati ingranaggi dell’evoluzione culturale
umana, ostacolandola soprattutto nei meccanismi che ne garantiscono il
successo e l’efficienza.
Sconcerta quando lo si faccia in nome di una religione che, nonostante una
certa eterogeneità interna, nelle sue strutture di vertice dimostra comunque
di voler rispettare e utilizzare il contributo di conoscenza che viene dai
massimi esponenti della cultura scientifica mondiale attuale, cercando di non
limitarsi a rivendicare il proprio ruolo nello stimolare l’origine della
scienza (G.Galilei) ma rispettando i diritti di ogni uomo a raggiungere i più
alti livelli di conoscenza e di
competenza.
Per fortuna da vent’anni (festeggiamo l’anniversario proprio in questi
giorni) si dispone di eccezionali strumenti di diffusione della cultura e
della conoscenza, per cui non c’è nemmeno da perder tempo a polemizzare con
crociati che ignorano perfino documenti che sono stati creati proprio per
loro, scritti da biologi evoluzionisti che il Papa ha evidentemente nominato
come consulenti scientifici da imitare e rispettare.
Stupisce un po’ leggere oggi (13/11) su un blog cattolico una recensione
positiva su un libro critico verso Darwin e l’evoluzionismo, scritto da
un insegnante di matematica, e anche un articolo dell’Avvenire (“Quando
la scienza da’ ragione alla Bibbia”) in cui si dimostra ostilità o almeno
diffidenza perfino verso “darwinisti” e “laicisti” che da
decenni fanno parte dell’Accademia Pontificia delle Scienze. Certo è un altro
quotidiano e c’è di mezzo Zichichi, ma ci si può chiedere quanti anni
dovranno passare prima che i biologi possano leggere sull’Avvenire un titolo
come quello che i fisici han letto sul Giornale del 30/10/11 scorso: “Il Vaticano chiama i fisici
per capire il Supermondo”.
E’ assurdo illudersi che i biologi possano solo … “dare
ragione alla Bibbia” !
Sembra davvero che anche all’Avvenire non sappiano che da gennaio il
presidente dell’Accademia
Pontificia delle Scienze (PAS) è Werner
Arber, un biologo evoluzionista e premio Nobel che nel 2008 ha
difeso con orgoglio la sua posizione culturale, ovviamente in favore di
quello che gli antievoluzionisti etichettano come “neodarwinismo” ma
che semplicemente corrisponde oggi ai più elevati livelli di conoscenza umana
nel campo della biologia. Non c’è nessun dubbio che sia un problema
semplicemente di ignoranza e non semplicemente di diversità di opinioni.
Nel suo “Statement on my view on biological evolution” del 2008 Werner Arber dice chiaramente, rispondendo alle insinuazioni
offensive dei creazionisti USA dell’ICR,
che “Io non sono né
"scettico su Darwin" né un "sostenitore dell’intelligent
design". Io sostengo pienamente la teoria dell’evoluzione neodarwiniana
e ho contribuito a confermare ed ampliare questa teoria a livello molecolare,
tanto che ora la si può definire darwinismo molecolare”.
Ovviamente basta scorrere i suoi lavori scientifici, molti dei quali dimostrano
l’evoluzione nei batteri, che si
possono leggere qui. Come si può vedere dai titoli, se qualcuno si
azzardasse a scrivere nel 2011, senza dimostrarlo, che è “smentita
definitivamente l'evoluzione dei batteri”, Arber stesso lo riterrebbe
probabilmente non diverso da un creazionista.
Nel novembre 2008 Werner Arber aveva anche organizzato in Vaticano, in
collaborazione con l’allora presidente della PAS, il fisico Nicola Cabibbo,
un convegno sull’evoluzione
dell’universo e della vita. Anche N.Cabibbo non
sopportava proprio antievoluzionisti e creazionisti, e il suo lapidario
giudizio su un “saggio
di pseudoscienza” prodotto da un convegno creazionista antivaticano
organizzato al CNR
il 23/2/2009 trova posto – come pseudoscienza appunto - perfino su Wikipedia.
Leggendo il documento finale (Statement by the
Pontifical Academy of Sciences on current scientific knowledge on cosmic
evolution and biological evolution”) del convegno vaticano del 2008 sull’evoluzione,
scritto da W.Arber con l’aiuto di altri componenti della PAS, risulta
evidente come l’opinione di W.Arber
prima citata sia condivisa anche dagli altri che firmano il documento finale
di questo convegno. [Interessante comunque il
fatto che nel documento finale non compaia MAI una citazione del nome di
Darwin].
Ci sono ovviamente integrazioni che fanno riferimento anche ad aspetti
metafisici (chi volesse – “one could see” - potrebbe trovare conferma
alla sua idea di una creatio continua). Molto chiaramente nel
documento conclusivo si conferma però che al convegno si è parlato sia
del meccanismo evolutivo certamente non casuale proposto da Darwin, la
selezione naturale (“il risultato
dell’interazione fra gli organismi viventi e le condizioni ambientali che
incontrano”) che del ruolo positivo del caso (“Nell’evoluzione
biologica la parziale casualità nella comparsa di varianti genetiche può
favorire l’adattamento delle popolazioni viventi in condizioni ambientali
mutevoli”).
I consulenti vaticani della PAS appaiono davvero preoccupati per la “divulgazione
fuorviante” sui temi dell’evoluzione, e raccomandano di impegnarsi
affinché tutti abbiano gli strumenti culturali per capire correttamente (“conoscenza
scientifica aggiornata”/ “updated scientific knowledge”) i
processi evolutivi, i cui meccanismi sono stati scoperti solo recentemente (“It is important for
scientific knowledge on evolution to become integrated into our worldview and
for our worldview to be steadily updated; the extraordinary
progress in our understanding of evolution and the place of man in nature
should be shared with everyone.”); e sottolineano come anche la sopravvivenza della
nostra specie dipenda da questa conoscenza diffusa.
Chi è interessato a questa sopravvivenza può andare a leggerlo e magari a
farlo tradurre per una diffusione più capillare.
Un biologo potrà essere incuriosito e apprezzare anche le slide riportate in
appendice nel volume
completo degli atti, dove sono presenti le relazioni che affrontano
in dettaglio anche alcuni dei meccanismi biologici (e non biologici, come
viene fatto notare) che sono alla base del processo evolutivo.
Chi fosse preoccupato anche per la qualità della didattica e dei
libri di testo sull’evoluzione, … scoprirà con piacere che anche gli
scienziati presenti nella PAS ricordano che “scientists have a
clear responsibility to contribute to the quality of education, especially as
regards the subject of evolution, and to the quality of knowledge that
education conveys”.
Si sa che a livello universitario non ci sono dubbi, mentre per altre scuole
ci possono essere dubbi o perfino certezze
sull’esistenza di impropri e pericolosi conflitti di interesse.
Informativo anche il successivo Summary
(inserito nell’Extra
Series 33 della PAS), aggiunto dal genetista De Duve, che
riporta che “There was also wide agreement on the
central role played in biological evolution by Darwinian natural selection,
defined as a natural process that obligatorily brings out, from a collection
of accidentally produced genetic variants, those most apt to survive and,
especially, to produce progeny under prevailing conditions.”. Ovviamente
De Duve ricorda che ci sono anche meccanismi scoperti successivamente
a Darwin: “Attention must also be given to
non-Darwinian mechanisms of evolution, such as genetic drift, by way of
neutral or near-neutral mutations, and the direct inheritance of certain
molecular shapes. It must also be
recognized that the conditions that influence natural selection are not only
physical and chemical, but also biological, including entire eco-systems.
These factors all tend to modulate the role of chance in evolution and to
introduce more necessity in the process than was believed by earlier
evolutionists”.
Altre convergenze ci
sono state sull’origine di tutti gli organismi per differenziamento a partire
da un organismo vivente iniziale (e appunto questa è l’evoluzione biologica),
sul rifiuto del creazionismo e sulla definizione di “non scientifica”
data da tutti gli scienziati all’ipotesi dell’”intelligent design”,
nonostante piacesse ad alcuni teologi che però non hanno saputo proporre
prove adeguate.
Discussione c’è stata anche sugli OGM, pur ritenuti utili per l’alimentazione
umana e considerati prodotti finali di una lunga tradizione (10.000 anni) di
“addomesticamento” delle specie vegetali.
·
Se
qualcuno fosse anche interessato al futuro, nel sito della PAS si scopre che
giusto un anno fa, il 3/11/2010, hanno approfondito il tema del rapporto fra
“Cambiamenti
climatici mondiali e biodiversità”, un tema
certo interessante e discusso anche altrove.
Il relatore del convegno, il botanico Peter H.Raven del
Missouri Botanical Garden, era stato molto chiaro sia sulla drammaticità dei
cambiamenti climatici che sulle cause (“negli
ultimi dieci anni, le prove dell’esistenza di un cambiamento climatico
mondiale indotto dall’uomo, comprendente il riscaldamento e gli
spostamenti nei modelli di precipitazione, sono diventate travolgenti”)
che sul crollo repentino della biodiversità, anche questo dovuto
all’invadenza umana (e questa nessuno può contestarla): “Senza tener conto degli effetti del cambiamento
climatico globale, abbiamo stimato che le attività umane nel loro
insieme potrebbero, se non vengono controllate, portare all’estinzione, entro
la fine del secolo, di metà o più di tutte le specie che ora esistono sulla
terra, il che equivarrebbe ad un evento di estinzione senza precedenti negli
ultimi 66 milioni di anni – uno provocato interamente dalle attività degli
esseri umani”.
Peter Raven è uno dei principali esperti di sistematica ed evoluzione
delle piante e ha all’attivo oltre 480 libri e articoli in campi quali la
tassonomia, la biologia delle popolazioni, la biogeografia, la biologia della
riproduzione, la biologia molecolare, l’etnobotanica e la biologia della
conservazione.
Qui
altri documenti pubblicati dalla PAS negli ultimi decenni su altri
argomenti.
|
|
12/11/11-VA
|
·
E’ stato inserita oggi in You Tube
un’intervista in video al biologo evoluzionista Werner Arber, in cui
presenta l’Accademia Pontificia delle Scienze, di cui è presidente dal
15/1/11: “A look into the Vatican's
Academy of Sciences”.
|
|
11/11/11-IT
|
·
Liberazione dedica un articolo (“Siamo
tutti africani. L’Homo sapiens non ha razze”) all’apertura della mostra
sull’evoluzione dell’uomo (“Homo Sapiens. La grande
storia della diversità umana”), organizzata in onore di
L.L.Cavalli Sforza, biologo, genetista ed evoluzionista nonchè membro
dell’Accademia Pontificia delle Scienze, attualmente diretta da un biologo
evoluzionista, W.Arber,
che ovviamente non sopporta (“Statement on my view on biological evolution”) chi mettesse in dubbio la sua
piena adesione alla teoria dell’evoluzione.
Certo questa mostra è un’occasione unica per verificare anche quanto e se
siano tuttora presenti a Roma i sostenitori locali del gruppo creazionista
USA che due anni fa aveva organizzato ben tre “convegni” creazionisti, ma
soprattutto antivaticani, in sedi istituzionali come la Sapienza, la S.Pio V
e perfino il CNR, dove venne organizzato dal vicepresidente.
Al centro dell’articolo è l’importante ruolo dell’antica variabilità fra
specie diverse, confrontata con l’attuale variabilità dell’unica specie umana
attuale, due livelli di differenza che comunque sono ben dimostrate nella
recente storia (gli ultimi 200.000) anni del genere Homo, che viene
illustrata nella mostra, che certo dà un giusto rilievo all’evoluzione
culturale che ci caratterizza e ci distingue.
Nessun esperto oggi dubita che chiunque fosse passato per il vecchio
continente 200.000 anni fa avrebbe
incontrato 4 o 5 specie umane molto diverse fra loro, mentre oggi solo l’Homo
sapiens è sopravvissuto al processo evolutivo e alla competizione per le
risorse, certo favorita dalla velocità dell’evoluzione culturale nelle
diverse specie e popolazioni.
·
Anche Repubblica dedica 3 pagine di Marco
Cattaneo alla mostra “Homo
sapiens” di Roma sull’evoluzione umana, illustrando le sei tappe del
percorso dell’esposizione.
|
|
10/11/11-IT
|
·
In un articolo su Repubblica L.L.Cavalli
Sforza, uno degli organizzatori della mostra ricorda il ruolo delle lingue nella gestione dei rapporti di
potere che si sono sviluppati nel corso dell’evoluzione culturale umana (“"LA LINGUA? LA PRIMA MISURA DEL POTERE")
·
Solo chi andrà a visitare la mostra in sei tappe
sull’evoluzione umana che si apre a Roma (“Homo Sapiens.
La grande storia della diversità umana”) potrà vedere di persona il primo flauto
preistorico scoperto nel 2008 in un sito archeologico in
Germania, a Ulm. E' conservato all'Università di Tubingen, ed è fatto con un osso di
avvoltoio lungo 22 centimetri. Qui
il video con l’audio, per chi si accontenta.
La mostra, presentata qui da Cavalli
Sforza e Pievani, verrà
inaugurata domani dal presidente Napolitano (qui la pagina FB, con un
titolo che potrebbe risultare intrigante, nonostante si aprano ora in Italia
prospettive politiche meno stimolanti), e già domani sono previste interessanti iniziative,
come l‘incontro con T.Pievani (La grande storia della diversità
umana: introduzione alla mostra) alle 18 e con Lee
Berger, autore della recente scoperta a Malapa, in SudAfrica, dell’Australopithecus
sediba, di 2 milioni di anni fa (venerdì 11
novembre alle ore 21, presso il palazzo delle Esposizioni, Scalinata di via
Milano 9A - Roma).
Interessante sapere che la mostra ha anche delle gambe, e che sarà possibile
vederla in futuro anche a Trento e a Venezia. Anche altre città
si possono ancora offrirsi per riceverla, cliccando nel sito Ospita
la Mostra (Perché non ospitarla nella vostra città?).
·
Molti altri sono i quotidiani
che oggi presentano articoli sulla mostra di Roma sull’evoluzione umana:
Paese Sera (“L'Homo Sapiens in mostra
Ecco l'unità che ci ha resi diversi”), Il Messaggero (“Homo Sapiens, al Palaexpò di
Roma la storia della diversità umana”), il sito dell’UCI (“Alle origini
dell’agricoltura: una mostra a Roma | Uci - Unione Coltivatori”), RAINews24,
Europa (un po’ pessimista: “Homo sapiens, l’estinzione
della razza”), Il
Corriere (“Segni di civiltà: dalle
origini all'evoluzione, alle migrazioni”) , ArsKey (“Homo sapiens. La grande
storia della diversità umana - Palazzo delle Esposi”)
|
|
9/11/11-USA
|
·
[da Pikaia]
L'ultimo fascicolo di Science pubblica un breve articolo di Ann
Gibbons dal titolo "X-tra
diversity for Africans" in cui viene riportata una interessante
scoperta fatta dal genetista Andrew Clark sull'evoluzione del
cromosoma X nella nostra specie.
·
[da Pikaia]
Nel libro Esploratori perduti. Storie dimenticate di naturalisti italiani
di fine Ottocento Stefano Mazzotti
fa rivivere i decenni in cui nell’800 anche naturalisti italiani
rischiarono la loro vita esplorando e descrivendo la biodiversità nei 5
continenti. In novembre e dicembre il libro sarà presentato a Ferrara,
Modena, Torino, Genova e Cesena
|
|
9/11/11-IT
|
·
[da UCCR]
Davvero interessante notare che nel sito dell’UCCR qualcuno voglia proporre,
forse in alternativa allo spazio dato recentemente nel sito anche a biologi
piuttosto incerti e critici sulla teoria dell’evoluzione, l’interessante
esperienza del Clergy Letter
Project.
Il progetto, fondato dal biologo citato nell’articolo, M.Zimmermann,
raccoglie e coordina oggi addirittura migliaia di religiosi (13000 cristiani,
soprattutto pastori protestanti, e 500 ebrei) assolutamente contrari
all’antievoluzionismo, che definiscono pericolosamente ignorante e
antiscientifico, maggioritario in molti ambienti religiosi USA.
Come si capisce bene anche da una rapida visita al sito web,
Darwin (il cui santino è facilmente riconoscibile nella loro homepage), è il
simbolo di uno dei modi migliori e più rigorosi di leggere la realtà usando
il metodo scientifico.
Il sito dell’UCCR non traduce purtroppo la pagina web
di presentazione del progetto, scritta da Zimmermann, né la lettera a cui il
progetto allude.
La lettera
attuale è l’evoluzione di quella firmata da 200 religiosi che nel 2004 si
erano mobilitati, insieme agli scienziati e ai cittadini più ragionevoli, per
contrastare il tentativo di abolire l’insegnamento dell’evoluzione nella
scuola di Grantsburg, Wisconsin.
Correva appunto l’anno 2004, proprio quando anche in Italia il ministro
Moratti riuscì, solo per qualche mese grazie alla sollevazione degli
scienziati e di molti cittadini italiani, a togliere l’obbligo
dell’insegnamento dell’evoluzione non in una scuoletta sperduta ma in tutto
il paese.
Sarebbe stato davvero bello e utile che in quella occasione anche in Italia
centinaia di religiosi avessero firmato una lettera simile a questa, spedita
il 16 dicembre 2004, e che si aggiungeva alle altre
lettere inviate da ambienti scientifici.
Spiace che nel sito dell’UCCR non
abbiano ritenuto ragionevole né citare né tradurre almeno questa frase della
lettera: “We believe that the theory of
evolution is a foundational scientific truth, one that has stood up to
rigorous scrutiny and upon which much of human knowledge and achievement
rests. To reject this truth or to treat it as “one theory among others” is to
deliberately embrace scientific ignorance and transmit such ignorance to our
children”.
E’ davvero molto interessante verificare quale sia l’accusa rivolta da
questi 13000 religiosi a chiunque non accetti l’attuale teoria
dell’evoluzione … quella di ignoranza; non c’è quindi da meravigliarsi
che sia inevitabile anche l’accusa di essere falsi maestri. Non è difficile
capire che, con questa frase, questi religiosi spiegano bene, a chi lo
volesse accettare, perché sia ragionevole, anche se è certo una
semplificazione di un panorama culturale caratterizzato da decine
di opinioni diverse, ritenere creazionista chiunque non accetti a foundational scientific truth ma
voglia proprio introdurre, senza imbarazzo, anche spiegazioni metafisiche,
proprio come fanno i seguaci dell’Intelligent Design, ma anche – con più
rispetto per la scienza, però - i sostenitori dell’evoluzionismo teista.
Molte altre sono le pagine web del sito, anche queste stranamente non
citate nell’articolo nel sito dell’UCCR, nonostante l’interesse a presentare
l’attività di M.Zimmermann. Ci sono:
- decine
di sermoni pronti da utilizzare quando si festeggia l’Evolution
Sunday o l’Evolution Weekend, che ovviamente per questi pastori
cade nella domenica più vicina al 12 febbraio, giorno di nascita di Darwin.
Nel 2011
652 chiese hanno festeggiato l’Evolution Weekend, mentre nel 2009,
bicentenario di Darwin, furono addirittura 1200.
- risorse liturgiche
- consulenti
scientifici competenti in caso di emergenza (noto con invidia che
sono TUTTI esperti universitari, spesso anche biologi evoluzionisti). Da
notare che, mentre in Italia ci sono inesperti di evoluzione che si
autopropongono come esperti e docenti, qui questi religiosi hanno le idee
ragionevoli e molto chiare: “Scientists from
around the world have generously agreed to serve as technical consultants to
clergy members who have questions about the science associated with all
aspects of evolution”. Commovente il rispetto e l’apprezzamento
per la competenza, un aspetto che certamente è stato fondamentale per
l’evoluzione culturale umana.
- Siti
web sull’evoluzione e la teoria dell’evoluzione, fra cui anche
qualcuno ai massimi livelli scientifici, come National Academy of Sciences
Evolution Resources, un sito web (“the river of life”)
basato sul famoso libro “Il racconto dell’antenato” di R.Dawkins, International Darwin Day, National Center for Science Education. Una buona
idea per l’UCCR, se davvero apprezzasse - come sembra - l’iniziativa USA,
può venire dal sito Teach Them
Science, dove laici e religiosi si propongono di collaborare nel
contrastare, come nel 2004, le tendenze religiose antiscientifiche molto
diffuse nel Texas: “Center for Inquiry
and The Clergy Letter Project
are secular and religious communities who have come
together to protect our children's future in science. We call on you to help defend
science education). Certo
non sarà facile mettersi a distribuire accuse di scientific ignorance, ma non c’è dubbio
che le storie di questo religioso
e di questo
laico sarebbero davvero imbarazzanti per qualsiasi firmatario della Clergy
Letter, che di crede di dover fermare gli ignoranti che “transmit such ignorance to our children”.
Non ho trovato invece nel sito del CLP alcun interesse per gli errori di
Darwin, la morte del darwinismo, la fine del darwinismo, l’ignoranza dei
darwinisti, ecc. né alcuna necessità di reagire a sciocchezze, cattiverie
o ragionevoli accuse di ignoranza ricevute da parte di ricercatori universitari
esperti di evoluzione; anzi, hanno i loro numeri per quando servono
consulenti! Tanto meno si illuderebbero di farsi belli solo accusando di
ignoranza i loro consulenti scientifici.
Quello del CLP sembra davvero un ambiente in cui la ragione è valutata e
venerata, e a dir la verità sembra di intravedere un tentativo di rispondere
alle angosce e alle preoccupazioni illustrate da GP2 nella lettera (anche
qui una lettera…) a P.G.Coyne nel 1988
(e probabilmente non la conoscono nemmeno, a differenza degli italiani).
PS: Confrontando però l’articolo di Zimmermann sull’Huffington
Post (“Peace
Breaks Out in the War Between Religion and Science”) con quanto riportato
nel sito dell’UCCR, balza all’occhio un lavoro di forbici: è stata censurata
la parte in cui si condanna l’Intelligent Design, pure spiegandone il motivo
(“promote a redefinition of science to include
the supernatural“) e la frase con cui Zimmermann evidenzia un
punto indispensabile se si cerca il dialogo: “religion
becomes meaningless if it requires to discard materialistic explanations for
natural phenomena”. Ritiro quindi quanto detto sul possibile
interesse del’UCCR a una collaborazione. La scelta delle parti utilizzate
sembra purtroppo indicare un “interesse a
mantenere viva l’idea di un conflitto”.
Una qualche speranza comunque forse rimane. Un giorno capiranno meglio chi è
il premio Nobel, biologo evoluzionista, presidente di una delle associazioni
da loro citate con favore nell’articolo, l’Accademia
Pontificia delle Scienze; eviteranno così di criticare – per errore -
le sue iniziative, a cominciare dalle sue ricerche che dimostrano e
confermano la teoria dell’evoluzione (“Statement on my view on biological evolution”).
Finora non è stato ancora usato dall’UCCR per il suo sostegno alla teoria
dell’evoluzione, ma per accuse imprecise e forse un po’ ambigue (“ambienti laicisti e ideologici, comunque
extrascientifici, lo ritengono un creazionista”); basta infatti
leggere l’articolo di W.Arber per capire che le accuse vengono invece dai
creazionisti USA dell’ICR, che nel 2008 sospettavano un premio Nobel di
essere non un creazionista ma “An Intelligent Design
Supporter” o
un “Darwin skeptic” solo perché anche lui,
come tutti, non sapeva nulla di preciso sull’origine della vita ("Werner
Arber: Nobel Laureate, Darwin Skeptic", Institute for Creation Research”). Arber invece conferma: “I stand fully behind the
NeoDarwinian theory of biological evolution and I contributed to confirm and
expand this theory at the molecular level so that it can now be called
Molecular Darwinism.”
[Immagino che i soci
romani dell’UCCR saranno assidui visitatori della mostra sull’evoluzione
umana (“Homo Sapiens. La grande storia
della diversità umana”). Anche perchè uno degli organizzatori è
L.L.Cavalli Sforza, uno dei membri dell’Accademia
Pontificia delle Scienze che finora rispettano, nonostante sia
presieduta da uno scienziato che si definisce “neodarwinista”
(un termine usato anche per farsi capire dai suoi critici), Werner
Arber.
Sembra invece che rispettino meno Cavalli Sforza, anche lui dell’APS, dato
che viene sempre citato come “neodarwinista”, proprio come fanno con
R.Dawkins.
Può comunque essere una buona occasione per arricchire le loro conoscenze e
per soddisfare la loro esigenza di razionalità; in particolare raccomando di
prepararsi un percosro di approfondimento del nuovo (1982) concetto di
esattamento/exaptation,
certamente ignoto soprattutto a chi è un po’ troppo concentrato su Darwin e
l’800, ma indispensabile per poter capire meccanismi fondamentali
dell’evoluzione. Anche dell’evoluzione umana, certamente, tanto è vero che il
concetto di exaptation,secondo il genetista M.Mandioli
della SIBE, “aiuta a capire che
l'idea degli "anelli mancanti" è priva di significato in quanto
frutto della volontà di ricercare una continuità morfologica che non
necessariamente si è realizzata nel corso dell'evoluzione”]
|
|
8/11/11-USA
|
·
[da Pikaia] Durante l’evoluzione umana, i nostri
antenati s’incrociarono non solo con i Neandertal, ma anche con altri
ominidi. O almeno così asserisce lo studio pubblicato su PNAS,
da ricercatori dell’Università di Uppsala. Gli eventi di ibridazione sono
stati molteplici e, come al solito, la storia è molto più complessa di come
si volesse pensare all’inizio.
|
|
7/11/11/USA
|
·
L’antropologo John Hawks nel suo blog ha un
post (“The
radiocarbon dating paper without a radiocarbon date”) in cui evidenzia
come abbia una certa difficoltà a trovare una nuova data in un articolo in
cui si parla di una nuova datazione di un mascellare. Avrà ragione lui? Certo
il suo blog non ha la stessa autorità di Nature… e certo sarebbe importante
che sia controllata anche la datazione della grotta in cui la mascella stessa
è stata trovata …
|
|
7/11/11-UK
|
·
[da La
Stampa] Anche altri quotidiani italiani mettono in evidenza l’importanza
del del fatto che la Royal Society
abbia aperto
a tutti l’accesso al suo archivio di riviste, fra
cui i Proceedings, le Phylosophical Transactions e Biology
Letters; un patrimonio incredibile di conoscenze (magari oggi in gran
parte inevitabilmente e per fortuna superate e migliorate, come ci ricordano
quotidianamente quasi solo i critici di Darwin), una documentazione
dell’evoluzione culturale, scientifica soprattutto, di una cultura che, nel
bene e nel male, è stato al centro della fase dell’evoluzione culturale umana
iniziata con la rivoluzione industriale.
Non sfuggirà certo che fra gli oltre 60mila articoli scientifici pubblicati
tra il 1665 e il 2011 compaiano articoli di scienziati che hanno avuto un
ruolo fondamentale nello sviluppo di una conoscenza del mondo per fortuna non
basata più su leggende e tradizioni ma sul metodo scientifico. Darwin,
Franklin
e Newton
hanno trovato in queste riviste il veicolo migliore (e pure certificato dal
metodo del peer-review: “Philosophical
Transactions established the important principles of scientific priority and
peer preview”), per
la diffusione di una conoscenza della realtà oggettiva e universale.
La lettura degli articoli purtroppo è davvero senza vincoli solo per chi non
è troppo interessato agli articoli degli ultimi … settanta anni…
|
|
6/11/11-IT
|
·
Il National Geographic pubblica il
video e le foto di un’autopsia realizzata a temperatura ambiente su Oetzi,
l'uomo morto misteriosamente sulle Alpi 5.300 anni fa. Questo esame ha
permesso di recuperare materiale utile per ulteriori nuove indagini
biologiche.
·
Sul Sole 24 Ore un articolo del
paleoantropologo G.Manzi (“Il
lungo viaggio dell’uomo”) rievocando i grandi successi della
paleoantropologia (la scoperta delle venti specie di ominidi bipedi che ci
hanno preceduti ne sono un evidente dimostrazione), stimolando a visitare la
grande mostra che si apre dal 12/11 a Roma al palazzo delle Esposizioni
(“Homo Sapiens. La grande
storia della diversità umana”), realizzata in onore
di un italiano (L.L.Cavalli Sforza) che ha contribuito a chiarire i
meccanismi genetici che controllano e generano la variabilità biologica delle
diverse popolazioni umane attuali.
|
|
5/11/11-USA
|
·
[dall’NCSE]
Anche l’American Society of
Naturalists aveva da tempo aggiunto la sua dichiarazione in favore
dell’insegnamento della teoria dell’evoluzione nelle scuole. Per chi volesse
leggere e diffondere il documento collettivo
stilato dalle società scientifiche USA nel 2008, esiste anche una traduzione
in italiano (“Evoluzione,
scienza e società”), curata dagli evoluzionisti italiani aderenti
alla SIBE. Un documento USA ben più completo è del 2005: “Evolutionary
Science and Society”
|
|
4/11/11-IT
|
·
La capienza della sala (100 persone) sembra forse
un po’ limitata per un convegno (“Many times
Homo, I mille volti del genere Homo”) di tale interesse e livello, a
cui parteciperanno certamente … many Homo attuali!
Si terrà la mattina del 12 novembre, in occasione dell’inaugurazione della
mostra sull’evoluzione dell’uomo (“Homo Sapiens. La grande
storia della diversità umana”), organizzata a Roma
al Palazzo delle Esposizioni e curata da Luca Luigi Cavalli Sforza e
T.Pievani.
Speriamo che realizzino e diffondano rapidamente un video.
Il convegno si terrà dalle 9:00 a Palazzo Massimo, in Largo villa Perretti
e parteciperanno L.Berger, D.Lordkipanidze, J.L.Arsuaga, A.Coppa, G.Manzi,
M.Rubini, C.Tuniz, L.L.Cavalli Sforza e T.Pievani. si potranno
raccogliere quindi notizie recenti riferite direttamente da alcuni degli
scopritori di alcuni dei più
importanti reperti fossili che caratterizzano le principali fasi
dell’evoluzione umana a partire da 4 milioni di anni fa. La presenza di Lee
Berger (da solo l’11/11 alle 21 nella sala del Cinema del Palazzo delle
Esposizioni: “Australopithecus sediba, l’ultima scoperta rivoluzionaria
dell’evoluzione umana”) permetterà ai creazionisti romani di
chiedergli a quali specie potrebbero “agganciare” l’Australopithecus
sediba, che loro ritengono, secondo una definizione usata dai
creazionisti, un “anello” dell’evoluzione umana
Certo che la coincidenza con la pubblicazione ieri dell’articolo di Nature
(“Early
dispersal of modern humans in Europe and implications for Neanderthal
behaviour”) sulla pubblicazione di dati aggiornati su quello che è
risultato uno dei primi reperti fossili di Homo sapiens europeo, pur casuale,
cade giusto a proposito; qualcuno dovrà prepararsi a riferire anche di questa
scoperta …
·
Se qualcuno fosse impegnato la mattina del 12
novembre, qui ci
sono le date e i relatori per le altre conferenze associate alla mostra
(“Homo Sapiens. La grande
storia della diversità umana”, a partire già
dall’11/11/11. Chi avesse curiosità sull’evoluzione umana e smaniasse dalla
voglia di far sapere in internet le sue opinioni, magari anche critiche,
prima sarebbe meglio che si informasse per evitare di fare brutta figura;
magari scoprirebbe che le sue critiche le ha già fatte qualcun altro!
Oppure, come capita spesso soprattutto ai ricercatori seri, potrebbe scoprire
che nuove scoperte spiegano dubbi che in qualche ambiente magari ancora
circolano dopo ben 6000 anni. Certo non in
Vaticano, grazie al ruolo attribuito da anni nell’Accademia Pontificia delle
Scienze al Nobel Werner Arber e proprio a L.L.Cavalli Sforza.
Certamente scoprirebbe comunque che nessun paleoantropologo oggi si preoccupa
più di tanto per le importanti scoperte di qualche geniale scienziato dell’ottocento,
fosse pure Darwin. A quei tempi, e fino agli anni ‘40 del secolo successivo,
la scala dei tempi geologici era
assolutamente imprecisa … anche gli scienziati allora erano ancora ignoranti,
tanto che non avevano ancora “inventato” nemmeno la radioattività né il C14 …
·
Quasi tutte le citazioni della notizia della
identificazione come H.sapiens e della datazione precedente ai 40000
anni dei reperti pugliesi (ritrovati 50 anni fa e classificati inizialmente
come reperti neandertaliani di 36.000 anni fa) riportano correttamente fin
dal titolo che si tratta comunque del primo reperto trovato in Europa, dato
che nessuno oggi dubita che l’H.sapiens abbia avuto inizialmente
origine in Africa, circa 200.000/150.000 anni fa. Così riportano Libero,
Qn,
Il
secolo d’Italia, il Corriere,
il Giorno,
la Nazione,
il Tirreno
e l’Avvenire
(che ha un titolo però troppo sintetico).
·
Su Repubblica si può leggere un’intervista a
Daniel Dennett, che recentemente è venuto a Torino a ritirare un
premio: “Ecco
perché la cultura ha bisogno della scienza”
|
|
3/11/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Il 10 novembre, alle ore 18.30, al Museo di Storia Naturale di
Milano si terrà il terzo appuntamento con gli Happy Hour
Evoluzionistici. Ospite sarà Maurizio Casiraghi dell’Univ.di
Milano Bicocca (“Draghi, cavalli alati e mostri marini: il lato
fantastico della zoologia”).
Successivi appuntamenti:
24 novembre 2011 ore 18,30
Telmo Pievani- Università degli Studi di Milano – Bicocca
Stefano Papi- Associazione Didattica Museale
Homo sapiens: la grande storia della diversità umana
15 dicembre 2011 ore 18,30
Giorgio Bardelli - Museo di storia Naturale di Milano
Darwin spiega Keplero: la geometria dei fiocchi di neve e dei
girasoli
|
|
2/11/11-IT
|
·
[da Repubblica]
Oggi la scoperta, pubblicata sulla rivista Nature,
che un reperto fossile trovato in Puglia, datato fra 45.000 e 43.000 anni fa,
costituirebbe uno dei più antichi Homo sapiens trovato in Europa.
Se ne parla su Repubblica
(video
della grotta
del Cavallo).
I reperti finora noti infatti prevedevano un ingresso in Europa dalla Romania
intorno ai 40/45.000 anni, e un tempo di 10000 anni circa per sostituirsi
completamente all’Homo neandertalensis dilagando fino alle coste
atlantiche del Portogallo.
Sullo stesso numero di Nature
si riporta anche la notizia di Homo sapiens più o meno di quel
periodo trovato in Inghilterra (se ne parla su
Pikaia), costringendo a ridiscutere i tempi della diffusione dell'H.sapiens
nell'area precedentemente colonizzata solo dall'H.neandertalensis.
[Gli anelli mancanti ridatati
faranno impazzire i creazionisti come gli inesistenti anelli mancanti
semplici …? Staremo a vedere. Speriamo che quelli romani vadano a vedere la
mostra “Homo Sapiens. La grande
storia della diversità umana” almeno un paio di
volte al mese… Anche il fatto che il principale curatore – il genetista e
antropologo L.L.Cavalli Sforza - sia un componente dell’Accademia
Pontificia delle Scienze potrebbe stimolare la riattivazione di
aree importanti della corteccia. Tutte le altre aree verranno poi certamente
stimolate dal fatto di sapere che l’APS ha come presidente un biologo
evoluzionista, il premio Nobel Werner
Arber]
|
|
31/10/11-IT
|
·
Quanti
sono davvero 7 miliardi?
Vai allo
speciale del National Geographic Italia
Facce e drammi
|
|
30/10/11-IT
|
·
Non solo la notte scorsa è stata un po’ lunghetta,
più del solito.
Piu’ importante il fatto che l’UNFPA,
l’organismo che si preoccupa ANCHE di contare quanti umani ci sono oggi
intorno a noi, ci
comunica che da domani saremo ben 7 miliardi.
Una candelona in più da accendere nei prossimi compleanni dell’umanità.
I festeggiamenti erano già cominciati a gennaio, con varie iniziative, anche
video, del National
Geographic, citate nel sito di Scientificando. Molti sono comunque i siti web che si
occupano di questo aggiornamento di uno dei più importanti contatori da cui
dipende il funzionamento regolare, senza scosse e senza troppi conflitti per
le risorse alimentari ed energetiche, del nostro pianeta, l’unico che
abbiamo: 7
billion action,
|
|
29/10/11-IT
|
·
[da Pikaia]
ROMA: In occasione della mostra Homo
sapiens. La grande storia della diversità umana, il Palazzo delle
Esposizioni presenta: Evoluzioni
e Diversità; Incontri con la Scienza, dall’ 11 novembre 2011
all’8 Febbraio 2012.
In accordo con il carattere interdisciplinare dell’esposizione, si
confronteranno antropologi, genetisti, linguisti, demografi, archeologi,
storici e filosofi. Anche con l’utilizzo di materiali audio e video inediti,
attraverso dialoghi e conversazioni, e con l’aiuto di esperti comunicatori,
ogni incontro sarà un’esperienza piacevole di condivisione della cultura
scientifica e un’occasione di confronto attorno alle sorprendenti scoperte
recenti circa la complessità dell’evoluzione umana. Un modo nuovo di guardare
al passato, ma anche di interpretare il presente, accompagnati dai
ricercatori che hanno realizzato proprio queste scoperte, certo stimolate
dalla curiosità umana verso la conoscenza del proprio passato.
programma
degli incontri
|
|
25/10/11-IT
|
·
Davvero una lettera del cavolo quella scritta al
direttore dell’Avvenire (“Dio
e la bellezza del cavolo”) e pubblicata senza la consulenza né di un
naturalista, né del presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze,
l’evoluzionista Werner Arber..
La lettrice racconta di come abbia piantato dei cavoli in giardino e si sia
accorta come fossero belli e come fossimo circondati dalla bellezza.
Conclusione sarebbe che “la bellezza ci parla di
Dio e ci dice che Dio, oltre che amore, santità, bontà, potenza è anche
bellezza”.
La lettrice innanzitutto sembra neghi un ruolo all’intelligenza della nostra
specie, responsabile dell’addomesticamento (per selezione artificiale) di
gran parte delle specie animali e vegetali di cui si nutre, ma sconcerta
davvero che il direttore le lasci passare (e si complimenti pure con lei,
dopo i ben due convegni sull’evoluzione tenutisi in Vaticano nel 2009.
Inutilmente, sembra) una frase che fa sospettare che la lettera sia ben
studiata e abbia un secondo fine: ” Mi sono
ricordata che il grande naturalista e medico svedese Linneo ha dichiarato:
«Il Dio eterno sapientissimo e onnipotente è
passato davanti a me: ho visto le sue tracce nelle sue creature». Charles
Darwin scrisse nel suo diario che fu estasiato dalla bellezza di fiori e
piante visti nella foresta che visitò nel suo famoso viaggio intorno al
mondo. Due studiosi, due modi diversi di guardare la natura. Linneo guarda e vede. Darwin guarda soltanto: non riesce a vedere”.
Sospetto a questo punto che il direttore dell’Avvenire faccia finta di non
sapere che alla presidenza dell’Accademia Pontificia delle Scienze il papa
abbia messo da qualche mese il Nobel Werner Arber, biologo evoluzionista, che
inorridirebbe per tanta ignoranza sulla teoria che lui si vanta di aver
contribuito a confermare (“Statement on my view on biological evolution”).
Sarebbe d’altronde abbastanza logico oggi capire come la tassonomia linneiana
sia l’unica coerente con i meccanismi evolutivi che permettono oggi di
spiegare un fatto incredibile che anche il card.Ratzinger accettò in un
documento del 2004:
che tutte le specie viventi attuali abbia avuto origine da un unico organismo
iniziale: “Poiché è stato dimostrato che tutti
gli organismi viventi della Terra sono geneticamente connessi tra loro, è
praticamente certo che essi discendono tutti da questo primo organismo”.
Come questo sia avvenuto, il direttore dell’Avvenire non lo sa, nonostante
Darwin, in molti lo sappiamo, guardava e vedeva già abbastanza bene.
E’ davvero sconcertante come in ambienti vicini convivano il rispetto e la
sottovalutazione dell’evoluzione culturale umana e in particolare del sapere
scientifico.
|
|
21/10/11
|
·
Nel blog Primatediaries,
gestito da E.M.Johnson (che studia l’ecologia comportamentale delle
antropomorfe) racconta alcuni recenti risultati nell’ambito dell’affascinante e sconcertante tema della Cultural Transmission in Chimpanzees.
Cita ad esempio un lavoro del 2010 (“The
Number of Cultural Traits Is Correlated with Female Group Size but Not with
Male Group Size in Chimpanzee Communities”) in cui si cercano di evidenziare
i fattori che favoriscono la trasmissione culturale, come ad esempio il fatto
che “the reported number of cultural traits in
chimpanzee communities correlates with the number of females in chimpanzee
communities, but not with the number of males. Hence, our results suggest that
females are the carriers of chimpanzee culture”. Per chi volesse rimanere in contatto con Johnson,
il blog fornisce anche una connessione in Twitter.
|
|
17/10/11-MX
|
·
Strano articolo di A.Migliorino, su “Le origini della
vita: la Verità del Vaticano”. In realtà nell’articolo, pubblicato da Controcampus,
una rivista universitaria nazionale ma nata a Salerno, non si parla tanto di
origine della vita ma piuttosto del processo dell’evoluzione biologica, e di
come è stato interpretato negli ultimi 150 anni nell’ambito della chiesa
cattolica. Si fa riferimento in particolare ad un libro sull’argomento (“Le
origini della vita”) scritto da Antonio
Lazcano dell’Univ.Naz.del Mexico, un esperto internazionale dell’origine
dalla vita, ben noto anche in Italia e apprezzato anche dal Vaticano.
Curioso, nelle conclusioni, un accenno misterioso e sconcertante (oltre che
incomprensibile) ad un’ipotesi fantascientifica che sarebbe proposta da un
ricercatore di chimica dell’Univ. Di Pisa, uno dei … massimi esperti mondiali
di alieni [?] e … adduzioni, come si capisce dal suo sito web UfoMachine. [Qui qualche
video sulle sue competenze e interessi [?!] Per chi non lo sapesse, gli
alieni non arriveranno dal cielo, ma sono già qui fra noi. Probabilmente
almeno 1 già c’è …]
|
|
17/10/11-IT
|
·
L’iniziativa del WWF (“Biodiversamente”)
di proporre un paio di borse di studio per finanziare ricerche sulla
biodiversità e di pubblicizzare le
iniziative dei musei naturalistici organizzate per il 23/10 dall’Associazione
Nazionale Musei Scientifici viene sostenuta anche da Repubblica,
che collabora nell’iniziativa comune “Chi ricerca trova” (“’Chi
ricerca, trova’ iniziativa Wwf-Repubblica.it”). Una delle frasi più
rilevanti dell’articolo è certamente quella che ricorda come l’area
mediterranea sia uno degli hotspot della biodiversità, per cui “Con 57.468 specie animali (di cui l'8,6% endemiche,
ovvero vivono solo nel nostro Paese), e 12.000 specie di flora (di cui il
13,5% endemiche), l'Italia è il Paese europeo più ricco di biodiversità”;
questo dato ricorda l’enorme responsabilità dell’Italia e di chi la governa
verso la conservazione dell’ambiente naturale e della biodiversità,
sostenendo e finanziando il lavoro di chi permette di conoscere e controllare
questa biodiversità.
Utile quindi che anche Repubblica collabori a diffondere la conoscenza del lavoro
svoto dai giovani e qualificati ricercatori italiani, e a orientare
competenze e risorse verso la ricerca sulla biodiversità in Italia e nel
mondo.
[C’è comunque ancora qualche link errato al WWF, nella pagina… ]
|
|
16/10/11-USA
|
·
Girando per il sito in cui Audible.com
(Amazon) distribuisce audiolibri, ho verificato che fra i numerosi libri
sull’evoluzione in vendita a 7.5$ ce ne sono alcuni che attirano
l’attenzione, in quanto fanno parte di un elenco da cui se ne puo’ scegliere
uno da scaricare gratuitamente; altri 4 invece spiccano in quanto vengono
offerti addirittura gratuitamente e sono gli unici che compaiono cercando per
“Kansas evolution”.
Si tratta di 4 audiolibri che raccolgono giornate (1
– 2
– 3
– 4)
di audizione degli antievoluzionisti di fronte al Kansas Board of Education.
Il board intendeva verificare con questi “esperti” se i corsi di scienze
dello stato avrebbero dovuto prevedere l’insegnamento di teorie alternative da
affiancare all’insegnamento all’evoluzione.
Durante i primi tre giorni di udienze sono i fautori del disegno intelligente
a presentare le loro osservazioni. I testimoni sono interrogati dai membri
della commissione e dal procuratore Pedro Irigonegaray, che sostiene
l'insegnamento dell'evoluzione.
I commenti nel sito dell’audiobook
fa capire il motivo del regalo: “If you are
interested in the creationism/evolution debate, you will need a good stomach
indeed to listen to many hours of tendentious, biased & self-righteous
discussion of the creationism side. The first volume of the 3 is interesting.
The second & third are insopportabile”, “Imagine
being trapped in a small room with Anthony Robbins, Reverend Moon, Lyndon
LaRouche and L. Ron Hubbard and, then, being forced to listen to them discuss
their twisted philosophies. I was overwhelmed and saddened that these people
are now able to frame a debate on their terms”, “I am embarassed to live in a
society where facts could be portrayed in such an ignorant way.”.
In realtà per un italiano, che per fortuna non ha molte occasioni per
ascoltare le discussioni pro Intelligent Design che appassionano solo
i creazionisti USA (e il nocciolo duro dei creazionisti italiani –
protestanti, musulmani o integralisti cattolici antivaticani ch siano)
l’unico interesse è la possibilità di ascoltare e di poter capire l’audizione
dell’antievoluzionista italiano G.Sermonti (5/5/05).
Come riporta anche wikipedia,
la sua fu l’unica audizione non trascritta in quanto nel verbale si legge che the presentation of Giuseppe Sermonti was so heavily
accented in Italian that this reporter could not understand what he was
saying and so his presentation is not transcribed herewith.
La deposizione di “Gespi Sermonti” inizia al minuto
3:37:30, e non sembra ci siano solo problemi di accento italiano. Chi lo
difende avrà occasione per verificare la debolezza del suo sostegno.
Inizia subito chiarendo che il
maggiore contributo scientifico di Darwin alla scienza non sia stata la
selezione naturale ma l’attualismo, che prese dai geologi e introdusse nella
biologia: “not natural selection, but
actualism, which means that we should find the explanations of the phenomena
we see around us, of the history of our species not in ancient catastrophes
or universal deluge, but in the things we see now around us, in the actual
word; this was the most important idea Darwin got from the geologists like
Lyell; he introduced this position in biology, in natural sciences; his
supporters as Lyell or Huxley didn’t believe in natural selection but in
evolution, evolution by natural
causes, this was the point, not out of nature causes”, “after Darwin far
causes were abandoned”, “this was
Darwin’s main contribution, he introduced the language of every day into
scientific discours, not to speak of cataclysms or cathastrophes, as
previous, as Couvier said, the French geologist, anatomist ”.
Gradualism? “Darwin preferred gradualism
because could help in explaining the origin of species without recourring to
some jumps, to external impressions”, “Darwin
introduced rationalism in science” “a
slow transformation generation by generation which could be explained by
chance modifications”. “Darwin introduces
rationalism in science”.
Are there other mechanisms except mutation/selection? “Darwin spoke about descent with modification”, “selection theory requires struggle for life, the
affirmation, that victory of the stronger of the weaker, a continuous
conflict”, “the ethical wiew that
comes out is a countinuous battle for prevailing over minorities”.
Darwin said “at some future period the civilized
races of man will”.
La sua ultima frase prima di uscire è riferita a un problema spesso
sollevato anche in Italia (“I want to say the
last sentence about my splash of milk: who is afraid of a splash of milk?”), ma qui nel Texas suscita uno scoppio
d’ilarità nell’interlocutore.
Come conseguenza delle audizioni, a cui gli evoluzionisti si rifiutarono di
partecipare, anche l’Intelligent Design trovò spazio nell’insegnamento
dell’evoluzione nel Texas. Ma durò poco. Già l’anno successivo il Kansas
Board of Education perse le elezioni e il 13 febbraio 2007, il nuovo
Consiglio ha votato 6-4 per respingere gli standard scientifici modificati
nel 2005. La definizione di scienza di nuovo tornò a corrispondere alla "ricerca
di spiegazioni naturali per ciò che si osserva nell'universo”.
|
|
15/10/11-IT
|
·
Dal 21 ottobre al 2 settembre a Genova si
terrà il Festival
della Scienza.
Clicca qui per
sfogliare il programma del Festival. Scarica qui il programma
completo del Festival 2011 in formato pdf
Oltre 350 tra mostre, laboratori, conferenze, spettacoli ed eventi
speciali
|
|
13/10/11-IT
|
·
A Radio3Scienza
alle 11 si è parlato oggi dell’ idea
pericolosa di Daniel Dennett (che sappiamo essere oggi a Torino per
un premio e una conferenza): Che cosa hanno in
comune un computer e Charles Darwin? Che entrambi dimostrano come sia
possibile la competenza senza la comprensione. Anzi: come il vero motore
immobile del mondo sia l’Ignoranza. Quella di circuiti e ingranaggi, che
calcolano perfettamente ma senza nessuna consapevolezza. E quella
dell’evoluzione, che procede senza uno scopo verso nuove specie. Qui c’è il podcast;
quando gli chiedono perché un filosofo si occupi tanto di evoluzione
biologica Dennett ricorda quanto la scienza qualche secolo fa fosse molto
importante per i filosofi, nonostante gli effetti della scienza sulla vita
quotidiana allora fossero senza dubbio limitati rispetto ad oggi.
Qui invece si possono vedere, seguendo il suggerimento di Radio3Scienza, i video degli interventi di
D.Dennet nel sito di TEDTalks.
Per chi già non lo sapesse, molti degli interventi in inglese archiviati su TEDTalks
sono sottotitolati. H.Yayah può così leggersi Dennett in turco, ma anche la
versione in arabo e in italiano sono ovviamente disponibili.
Alcuni gravi limiti alla diffusione del sapere oggi possono essere superati
facilmente. Nonostante la barriera linguistica, i prodotti dell’evoluzione
culturale umana oggi permettono lo scambio di conoscenze fra persone con
culture, idee e esperienze anche molto
diverse.
|
|
11/10/11-IT
|
·
A Pavia il 14 ottobre alle ore 11:00
presso l'Aula Scarpa in Università centrale si terrà la 12th Buzzati Traverso Lecture.
Il relatore sarà quest’anno il Prof. Antonio Garcia-Bellido (CSIC,
Centro de Biologia Molecular “Severo Ochoa”- Madrid).
Il titolo della conferenza sarà: "The development of evolution"
|
|
10/10/11-IT
|
·
Il 13
ottobre, Daniel Dennett terrà
una conferenza dal titolo "Failures of Imagination and the
'Mystery' of Consciousness". La conferenza si svolgerà a
Torino, alle ore 15.00 presso il Centro Incontri della Regione Piemonte,
Corso Stati Uniti 23. La conferenza è gratuita, e non è necessaria la
prenotazione.
D.Dennett sarà a Torino dal 12/10 per ricevere il Premio Mente e Cervello 2011, attribuitogli dal Centro di
ricerca in Scienza Cognitiva “per i suoi fondamentali studi sulla natura
della coscienza, e per aver contributo ad ancorare la filosofia della mente
alla ricerca empirica e ai principi della biologia evoluzionistica.” In un articolo sul Sole 24 ore di
domenica (“La
rivoluzione silente di Alan Turing”) D.Dennett anticipa alcuni punti
della sua conferenza.
Un secondo premio verrà attribuito a Henrike Moll, del Max Planck
Institute for Evolutionary Anthropology, Leipzig (DE): “per la creatività
e originalità dimostrata nella costruzione di paradigmi sperimentali volti a
valutare le competenze di cognizione sociale nella prima infanzia, e nel
combinare efficacemente la ricerca sperimentale con riflessioni teoriche di
ampio respiro”.
|
|
9/10/11-IT
|
·
Il WWF si sta
organizzando per la seconda edizione di Biodiversamente,
il Festival dell’Ecoscienza organizzato dal WWF
con l’Associazione Nazionale Musei Scientifici.
L’iniziativa, che avrà il suo culmine il 22/23
ottobre, con l’invito a scoprire Musei di Scienze Naturali, Orti
Botanici, Acquari e Oasi WWF presenti in Italia (“Diventa
anche tu ricercatore per un giorno”).
Per chi non si potesse muovere dal computer, oltre a leggere le storie dei
ricercatori della biodiversità (Androne, Barbagli, Boero, Culetti,
Scali,Zilli e Rovero – che organizzerà nella nuova sede del museo di scienze naturali di Trento il
prossimo convegno dei primatologi italiani dell’API), può rendersi
utile sostenendo
finanziariamente la ricerca scientifica per la biodiversità, contribuendo a tutelare il futuro di tutte le
specie, compresa la nostra, futuro che dipende dalla conoscenza del nostro
pianeta. La ricerca sulla biodiversità è la garanzia di una nuova
economia, svolge un ruolo fondamentale per la sopravvivenza della Terra e
delle generazioni future.
|
|
7/10/11-IT
|
·
Da alcuni anni il tema dei cambiamenti del clima e
la discussione sulle cause suscita preoccupazione soprattutto in alcuni
settori economici e in alcune popolazioni che vivono nelle zone più a
rischio; come ben sanno le compagnie
di assicurazione, in alcune zone del mondo stanno infatti aumentando i costi
dei danni provocati da eventi metereologici e si moltiplicano anche gli studi – e i
relativi i costi - per i progetti di difesa nelle zone minacciate.
Come si è visto qui sotto in data 9/9, gli abitanti delle isole coralline del
Pacifico non hanno molti dubbi sulla necessità che sia meglio progettare
altrove il loro futuro.
Come spiega un articolo del Fatto (“Usa,
clima “argomento controverso”. E nelle scuole non se ne parla”), un
aspetto gravissimo della questione è che negli Stati Uniti si cerca di
ideologizzare una discussione che
dovrebbe svolgersi solo sul piano scientifico e sotto la guida e il controllo
dei criteri che vengono certificati dal metodo scientifico.
Purtroppo se si accetta di disattivare questi criteri, la situazione diventa
incontrollabile e rischiosa, come già sappiamo che avviene da più di un
secolo con il dibattito sulla teoria dell’evoluzione, facilmente stravolta da
chi si inserisce anche solo per affermare che lui non è d’accordo, pur
essendo un incompetente; purtroppo questi incompetenti sono pure piuttosto
suscettibili, oltre che molto abili nel valorizzare sia l’incompetenza loro
che quella del pubblico.
Abbastanza preoccupante l’ultimo paragrafo, quasi agghiacciante se non si
discutesse delle cause del riscaldamento globale. Greenpeace
non ha dubbi che un contesto simile, in cui l’ideologia riesce a condizionare
la ragione, gli strumenti e i metodi della scienza, si inseriscono facilmente
anche i potentati economici che vedono minacciati i loro profitti. L’articolo
cita per esempio gli interventi delle compagnie petrolifere, attraverso
finanziamenti occulti, per diffondere, via internet ma anche nelle scuole,
opuscoli con informazioni imprecise o errate sulle cause dei cambiamenti
climatici, con l’obiettivo di negare il ruolo dell’aumento dei gas serra nel
favorire il riscaldamento globale e di ostacolare i tentativi di ridurne
l’impatto.
Interessante aggiungere come anche in Italia ci sia chi pubblicizza la
versione italiana di quell’opuscolo, scritto da una biologa molecolare
australiana.
Abbastanza curioso e sconcertante il fatto che in Italia dietro a questi
tentativi di gestire in modo ideologico sia le questioni che riguardano
l’evoluzione biologica che le questioni climatiche e ambientali si trovino
spesso anche individui e gruppi che stranamente trovano una motivazione
religiosa a queste loro posizioni essenzialmente antiscientifiche.
Tutto questo avviene evidentemente in contrasto con contemporanee iniziative
intraprese dalle organizzazioni centrali della chiesa cattolica, che organizza
un convegno in Vaticano
sull’evoluzione biologica senza invitare creazionisti o sostenitori
dell’intelligent design e un convegno sulle cause antropiche dello
scioglimento dei ghiacciai e del riscaldamento globale (“Ghiacciai
e riscaldamento globale”); a queste iniziative si è aggiunta in gennaio
la sconcertante, immagino - visto che la notizia non circola troppo -, nomina
di un biologo evoluzionista, Werner
Arber, a presidente dell’Accademia
Pontificia delle Scienze. Interessante il suo documento del 2008 “Statement on my view on biological evolution”, in cui difende il suo “neodarwinismo” e la
sua professionalità di esperto anche in evoluzione dei batteri.
|
|
5/10/11-IT
|
·
Ogni tanto è importante anche ricondurre la
discussione sull’evoluzione su fatti che ci riguardano e che magari vorremmo
conoscere meglio, anche perché sarebbe utile controllarne gli effetti
negativi che hanno ricadute rilevanti sul benessere della popolazione
italiana e per l’economia del paese. L’opuscolo “Appropriatezza
clinica, strutturale, tecnologica e operativa per la prevenzione, diagnosi e
terapia dell’obesita e del
diabete mellito”, appena pubblicato dal ministero della Salute
nella collana Quaderni della salute (versione
sfogliabile on line – versione
PDF) permette di capire come negli ultimi decenni sia profondamente
cambiata non solo la relazione fra gli italiani e il cibo, ma anche quella
con il proprio corpo e di conseguenza con la propria salute, elevando i costi
di mantenimento di una parte della popolazione umana (e quindi i rischi per
l’economia globale) e riducendo anche la speranza di vita degli italiani,
oggi una delle più elevate al mondo.
Sintesi e commenti si possono trovare su alcuni quotidiani (Il
fatto, Il
Sole24Ore, Il gazzettino, ) e su molti siti
web orientati verso la sanità, e sono in genere preoccupati. Fra l’altro
l’indagine evidenzia il rapido peggioramento della situazione, ma anche la
differenza che si evidenziano fra le diverse regioni, con percentuali di
soprappeso giovanile che presenta differenze regionali molto elevate (dal 23%
della Val d’Aosta fino al 49% della Campania).
Qualcuno crede che la nostra specie non possa recare danni al mondo di cui ha
bisogno per vivere; indagini come questa dimostrano l‘attivazione di
meccanismi culturali ed economici che danneggiano in primis proprio la specie
che riteniamo più intelligente e previdente…
|
|
4/10/11-USA
|
·
[da NCSE]
Il National Center for Science Education offre un’anteprima gratuita (preview (PDF)) del
libro How and Why Species Multiply (Princeton University
Press, 2007, paperback in 2011) di Peter R. Grant and B. Rosemary Grant,
esperti dei fringuelli delle Galapagos di cui studiano da anni i meccanismi
di speciazione. Sarà probabilmente una sorpresa per qualcuno scoprire come
eventi casuali anche non biologici hanno di solito un ruolo estremamente
importante nella “creazione” di nuove forme viventi, che poi verranno gestite
anche dai ben noti meccanismi biologici.
|
|
4/10/11-it
|
·
In un dotto articolo sull’Occidentale si
analizzano “Affinità (poche)
e divergenze (tante) tra la scimmia e noi”, con il contributo di Tommaso
d’Acquino e degli antievoluzionisti cattolici ottocenteschi, timorosi di un “imbestiamento”
dell’uomo. Rimane il fatto che nonostante le conferenze dello zoologo De
Filippi qui citate, che hanno suscitato interesse e dibattito alla fine
dell’ottocento anche in Italia, difficilmente ci lasceremo presto alle spalle
il dubbio che viene da tempo evocato per sottolineare incompatibilità più che
tentativi di dialogo: “l’uomo è
una scimmia che ha perso il pelo o un angelo che ha perduto le ali”?
L’articolo fa riferimento ad un recente libro dell’autore, A.De Lauri: “Il
dibattito sul darwinismo in Italia dopo l’Unità”, presentato a Bergamo il
15/9/11 presso la Biblioteca Civica (Video 1 – Video 2).
|
|
3/10/11-IT
|
·
[da MyGenomix]
Mercoledì 19 Ottobre il Centro di Genomica CRA-GPG di Fiorenzuola d’Arda
(PC) ospiterà alle 11:00 un seminario del prof. Carlo Alberto Redi, docente
di zoologia presso l’Università di Pavia, che parlerà dell’unicità della
biologia, traendo spunto anche dal suo libro Il
biologo furioso, appena uscito nelle librerie.
|
|
2/10/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Venerdì 7 ottobre 2011 alle ore 21.00 (in caso di pioggia verrà rinviato
a sabato 8 ottobre), nel Cortile della Farmacia del Museo Regionale di
Scienze Naturali di Torino, torna in scena "Processo alla scimmia",
l'ultimo spettacolo della compagnia torinese ACTAS Teatro. Informazioni
|
|
1/10/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Indubbiamente al momento in Italia la scienza
non viene vista come uno degli strumenti per fare crescere il paese, come
testimoniato da numerose scelte che hanno portato a pesanti tagli ai fondi
dedicati alla scuola e all'università, come ben testimoniato in un recente
libro di Carlo Alberto Redi dal titolo "Il
biologo furioso". Ma non sempre è
andata così, per fortuna.
In occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia,
l'Università di Roma La Sapienza organizza un interessante convegno da titolo
"Il
contributo delle scienze biologiche alla storia culturale e scientifica
dell’Italia" che sarà
dedicato al ruolo delle scienze biologiche nella storia dell'Italia
dall'ottocento ad oggi.Il convegno, che vedrà tra l'altro interventi di
Antonello La Vergata, Telmo Pievani, Giulio Giorello, Giorgio Manzi e Ernesto
Capanna, si svolgerà dal 18 al 20 ottobre 2011 presso l'Aula
Pasquini del Palazzo di Zoologia (Viale dell'Università, 32 – Roma).Il
programma dettagliato del convengo può essere scaricato in formato
pdf.[M.Mandrioli]
|
|
30/9/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Cominciano a comparire le prime informazioni sulle iniziative che si
attiveranno in occasione del Festival della Scienza di Genova (21
ottobre-2 novembre; 150 e oltre - PROGRAMMA).
"Giovani
naturalisti intorno al mondo", a cura di Fondazione Umberto
Veronesi per il Progresso delle Scienze e in collaborazione con Pikaia, è
un viaggio sulle orme di Darwin alla scoperta dell'evoluzione delle specie
·
Dall’1 al 16 ottobre si svolgerà la nona
edizione del BergamoScienza.
Una rassegna di divulgazione scientifica che propone oltre 100 eventi aperti
gratuitamente al pubblico (fino a esaurimento posti), tra cui: conferenze e
tavole rotonde, incontri con Premi Nobel e scienziati di fama, mostre e
laboratori interattive, spettacoli teatrali e film.
Buona l’idea del PROGRAMMA
sfogliabile on line ascoltando il fruscio dei byte (ma per ottenere il PDF
bisogna capire che si deve cliccare sul simbolo con la freccia in giù …)
|
|
29/9/11-USA
|
·
Nel sito web dell’HHMI (Howard Huges Medical
Institute) ci si può iscrivere alle “2011 Holiday
Lectures on Science”. Quest’anno il 6 e 7 ottobre si
parlerà di evoluzione umana (“Bone, stones and genes, the origin of modern humans”).Ci saranno Tim White ("Human Evolution and the Nature of
Science" e "Hominid
Paleobiology"), Sarah Tishkoff ("Genetics of Human Origins and Adaptation") e
John Shea ("Stone Tools and the Evolution of Human Behavior").
In futuro i video delle conferenze verranno messi in rete, ma ci
si può iscrivere per vederle in streaming fra qualche giorno (sempre che
l’orario sia decente)
|
|
29/9/11-IT
|
·
Interessantissima iniziativa che avrà certamente
destato molto interesse da parte del VP del CNR!
Oggi a Roma alle ore 16 nell'Aula Magna del Rettorato dell’università di
Roma 3 (via Ostiense 159, Roma) l’evoluzionista Werner Arber, premio
Nobel e presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze dal 15/1/11
aprirà il meeting Molecular Evolution in the Genomic Era,
organizzato dalla Scuola Dottorale in Biologia in collaborazione con la
International Union of Biological Sciences e la rivista scientifica Genome
Biology and Evolution. Il seminario del premio Nobel Werner Arber
riguarda Molecular Darwinism in the
microbial world.
E’ auspicabile che questa iniziativa contribuisca a far notare che l’APS ha
un presidente che ha contribuito a confermare quella teoria dell’evoluzione
che Darwin per primo ha proposto e che 150 anni di ricerca biologica hanno
definitivamente confermato.
C’è molta gente, anche a Roma,
che non si è ancora accorta – quasi nessuno ne ha parlato negli ultimi mesi,
ed è sconcertante - di chi sia W.Arber e di come abbia le idee molto chiare
sulla bontà e sull’utilità della teoria dell’evoluzione.
Prossimamente è auspicabile che qualcuno lo inviti a qualche Darwin Day,
visto che ne ha certo i titoli.
·
Sul sito cattolico SRM si linka (“Ecco
perché Pievani, pur negando Dio, non riesce a negare la necessità di un'etica
condivisa l’articolo del Sussidiario del 9/9/11 con l’intervista a
F.Facchini sull’ultimo libro di T.Pievani.
|
|
29/9/11-IT
|
·
Da oggi al 2 ottobre a Torino si svolge
l’iniziativa TORINO
SPIRITUALITA’. In una sezione in cui si tratterà di Genesi e Apocalisse
trova posto anche (alle 21 dell’1/10, l’intervento di T.Pievani “Catastrofi
e inizi” (sala grande del circolo dei lettori), con domande e risposte anche fantasiose e
creative sulla possibile futura scomparsa della nostra specie. Purtroppo
troverà posto anche una conferenza sull’omeopatia, anche se il tema
“spiritualità” contribuisce a far intendere che non si tratta di un contesto
che riguarda la scienza o la salute.
·
All’1 di notte RAI EDUCATIONAL trasmette,
nell’ambito di GATE C su RAI 3, “Jimmy Doherty nel giardino di Darwin”
P.1 “Idee
pericolose”. Nella puntata si ripercorre la vita e il pensiero di
Darwin fino al 1858-59. Non è chiaro se nel sito si possa un giorno rivedere
la puntata. Prossime puntate sembrano essere P.2 “Scoppia
la tempesta” (ore 1:00 di giovedì 6/10, prima dell’alba) e P1 “Uomini
e Scimmie” Episodio 2 (il 13/10?; verificate). La trasmissione si caratterizza per
l’impegno con cui fa capire quanto la ricerca sperimentale, rigorosa e
minuziosa, fosse lo strumento di lavoro prevalente per Darwin nei lunghissimi
anni in cui ha cercato di verificare, anche in collaborazione con i suoi
colleghi del tempo, le idee geniali
che lo hanno portato a proporre una delle migliori idee degli ultimi secoli.
Qui la pagina web di J.Doherty nel sito BBC della Open
University.
|
|
27/9/11-WORLD
|
·
Come si sa la nostra specie sta trattando con
eccessiva confidenza (o forse si tratta semplicemente di egoismo e di scarsa
lungimiranza) il mondo e le sue risorse.
Qualcuno sta cercando in mille modi e disperatamente di attivare meccanismi
razionali. Probabilmente è nato così anche l’Overshoot
day, il giorno dell’anno in cui si cominciano ad utilizzare risorse
appartenenti ai nostri figli ma anche alle generazioni che ci piacerebbe che
abitassero ancora la terra anche nei prossimi millenni. No, non è il 31
dicembre, ma oggi. Forse riuscirà a capire meglio il concetto solo chi
entro oggi ha esaurito anche le risorse economiche necessarie per la
SUA sopravvivenza fino al 31 dicembre.
|
|
27/09/11-USA
|
·
Ogni tanto è utile verificare di che cosa si sta
discutendo nel sito di Edge.
Proprio oggi nell’area delle Conversations
hanno messo on line una conferenza dello psicologo di Harvard Steven
Pinker: “A History
of violence”, dove presenta, e documenta con dati sperimentali, la
sua ipotesi sulla progressiva diminuzione dell’uso della violenza nei
rapporti all’interno della nostra specie. Dai primi di settembre Edge sta
pubblicando le conferenze che si sono tenute in luglio nell’ambito della
“annual Master Class” tenutasi a Napa, California sul tema "The Science of Human Nature". Di Pinker avevano già pubblicato “Language
and Human Nature”
Il 9/9 avevano pubblicato “The
Marvels and the Flaws of Intuitive Thinking” dello psicologo e premio
Nobel per l’economia Daniel Kahneman, mentre il 19 era stato il turno del biologo
matematico Martin Nowak che parlava su “The
Evolution of Cooperation”.
Sono in arrivo i video di conferenze di Elaine Pagels, Michael Gazzaniga, e Leda Cosmides
Non dobbiamo dimenticare che nel sito di EDGE ogni hanno discutono su una questione stimolante. Nel 2011 si discuteva su “WHAT SCIENTIFIC CONCEPT WOULD
IMPROVE EVERYBODY'S COGNITIVE TOOLKIT?”, mentre nel 2010 la domanda era “HOW IS THE INTERNET CHANGING THE
WAY YOU THINK?”
|
|
23/9/11-USA
|
·
[dal blog di J.Hawks]
J.Hawks è andato a visitare la
casa di Darwin e nel suo blog fa una relazione e pubblica alcune foto.
Nella pagina del post si nota il link anche a pagine in cui racconta di altre
visite: a Denisova
(dove han trovato tracce di una specie imparentata con il sapiens e
con il neandertalensis) sui monti Altai, a Malapa
(dove han trovato l’A.sediba) in Sudafrica e a Roma, dove in maggio ha
valutato il prodotto finale di un’iniziativa
didattica che il museo Pigorini ha organizzato quest’anno con studenti
delle superiori. Questi studenti hanno provato a svolgere una ricerca
antropologica su materiali messi a disposizione del museo; J.Hawks, che poi
ha visitato anche alcuni “caratteristici” ossari
romani, faceva parte della commissione (internazionale!) che ha valutato
i risultati delle loro ricerche.
|
|
22/9/11-USA
|
·
Un articolo su Science (“An
Aboriginal Australian Genome Reveals Separate Human Dispersals into Asia”)
coinvolge anche gli aborigeni australiani nel dibattito sulla ricostruzione,
attraverso l’analisi fine del genoma, della diffusione dell’Homo sapiens
nei diversi continenti
·
Una nuova fotografia sulle opinioni degli americani
(“ PRRI/RNS
Religion News Survey”) su temi che riguardano
l’interazione fra opinioni sull’evoluzione e il patrimonio culturale
tradizionale, in particolare quello influenzato dalle molte credenze
religiose che competono fra di loro negli USA. Un commento e una sintesi di
questo sondaggio d’opinione la si può leggere nel sito web del NCSE (“A
new poll on evolution and climate change”)
|
|
21/9/11-IT
|
·
[dal blog Leucophea]
Anche Marco F nel suo blog commenta la valutazione del reperto di A.sediba
fatta da un sito antievoluzionista/creazionista cattolico che,
approfittando della discussione (su alcuni punti non del tutto giustificata,
essendo parziali i dati utilizzati per il confronto nei primi articoli),
cerca di approfittarne per mettere in discussione addirittura – come se fosse
sempre la prima volta - l’evoluzione
biologica.
Fra l’altro si utilizza un post di “un curioso laureato in biologia”, che nel suo blog
stranamente si dimentica perfino di quello che fino a poco tempo fa sapeva e
spiegava sulla selezione naturale e
sui meccanismi dell’evoluzione biologica.
Tradendo i suoi maestri ora preferisce la notorietà che gli viene insinuando
dubbi proprio su quello che ben conosce; dimentica anche che l’evoluzione
culturale non si fa diffondendo dubbi che fanno leva sulla pigrizia e
sull’ignoranza oltre che su premesse ideologiche, ma scoprendo e diffondendo
spiegazioni che si dimostrino migliori e più utili. Si basano quindi su una
migliore conoscenza della realtà, che si ottiene solo con gli strumenti della
ricerca e verificando le ipotesi e i risultati con il metodo scientifico.
Così si fa ormai da qualche secolo.
Nei commenti al post su Leucophea si cita anche il link
alla recensione critica che Emiliano Bruner ha pubblicato nel suo blog Neuroantropologia
|
|
20/9/11-VA
|
·
Il sito di un’agenzia cattolica in spagnolo annuncia
oggi che il consiglio pontificio per la Cultura, diretto dal card.Ravasi,
sta per pubblicare una versione trilingue (italiano, inglese e spagnolo) del
DVD “L’origine dell’uomo”, che in realtà già circolava dal 2009, l’anno del
centenario di Darwin. Il DVD è stato prodotto dai docenti della Pontificia
Università della Santa Croce (la stessa che ha organizzato anche
l’iniziativa citata qui sotto, nonostante sia evidente una certa non
concordanza degli obiettivi), con la collaborazione di una trentina di
docenti, fra cui i nobel De Duve e Arber, attuale presidente dell’Accadmia
Pontificia delle Scienze. Alcuni dei collaboratori sono credenti, ma non
tutti.
I documentari, sono stati realizzati da Goya
producciones, di Madrid, che annuncia all’agenzia Zenit che il video "pone
al desnudo una cierta explotación ideológica de la ciencia, y en particular
del darwinismo. Darwin fue manipulado a favor del racismo, tanto por parte
del marxismo como en la Alemania nazi y en Estados Unidos. La Iglesia
católica, por su parte, no condenó a Darwin. La evolución podría haberse dado
dentro de la creación". Questa impostazione è evidente anche nel
video di presentazione caricato il 26/1/2009, che si può vedere qui su YouTube; si può
ascoltare che “tutto iniziò con una settimana di sei
giorni” … 14 miliardi di anni fa, e che “nel
20’ secolo l’evoluzione [come fatto!?] “fu usata dalle ideologie per
giustificare il materialismo o il razzismo”. [E’ piuttosto assurdo
come commento per una scoperta che non solo fu successiva a secoli di feroci
conquiste coloniali, ma soprattutto fece inorridire i benpensanti per la
“sconcertante” proposta di dimostrare che la nostra specie era imparentata
non solo con scimmie intelligenti, ma anche con scarafaggi e batteri …]
Questa nuova versione del DVD è stata sostenuta dalla fondazione Templeton e
da altri finanziatori non meglio identificati.
Di questa iniziativa si parla anche in una notizia dell’agenzia Zenit
del 15/9/11, che riporta informazioni simili sulla manipolazione della
teoria dell’evoluzione. Si evidenzia anche che qualcosa non è stato ben
capito, dato che l’ultimo video sembra voler dare una risposta positiva alla
domanda “C'è stata un'intelligenza che ha guidato l'evoluzione?”. Tendenziosa
o quanto meno ambigua un’altra domanda che viene posta: “Siamo nati per
caso?”; 150 anni fa si è cominciato a capire i meccanismi evolutivi;
possibile che ci sia ancora qualcuno che pensa che il caso da solo possa fare
qualcosa di buono? Se fosse vero, si metterebbe in dubbio anche quanto dice
il presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze Werner Arber nel video caricato su YouTube
il 16/9/11, dove ipotizza un processo evolutivo che si autoorganizza e
quindi non guidato.
Per acquistarlo (25€) ci si trova comunque sempre nel sito
web del 2009…
|
|
20/9/11-IT
|
·
Sul Sussidiario on line compare (“Le
domande che spuntano dal “cespuglio evolutivo”“) una quasi sorprendente
relazione sul terzo corso di aggiornamento per docenti di filosofia, Natura, vita ed evoluzione. La filosofia della natura di fronte
all’evoluzione biologica, tenutosi dal 7 al 10 settembre presso
la Pontificia Università della Santa Croce. Qui il sito web del corso.
Fa piacere, ma non è facile crederlo, che questo aforisma di uno dei relatori
rappresentasse davvero il clima culturale del convegno “Spesso si dice che i cattolici hanno un sacco di
pregiudizi nei confronti dell’evoluzione biologica. È verissimo. Per quanto
mi riguarda, io sono pieno di pregiudizi verso Darwin, e sono tutti a favore!”.
D’altronde sia tra i relatori che tra il pubblico, c’erano filosofi ma per
fortuna anche docenti universitari biologi evoluzionisti, come il primatologo
R.Stanyon, la botanica G.Puppi e gli zoologi L.Galleni, M.Oliverio e
S.Forestiero, che fu uno dei coordinatori del convegno sull’evoluzione
biologica (creationism-free e ID-free anche grazie alla consulenza dei
biologi universitari USA della Notre Dame) organizzato dal card. Ravasi nel
2009.
La presenza di biologi evoluzionisti competenti in un’università vaticana,
come pure la nomina del premio Nobel Werner Arber all’Accademia Pontificia e
la prossima realizzazione a Roma di una mostra sull’evoluzione dell’uomo
curata da anche da un evoluzionista membro dell’ Accademia
pontificia delle Scienze (Luca
Luigi Cavalli Sforza), dimostrano che l’azione di disturbo condotta da
alcuni patetici “giapponesi” non riesce proprio ad uscire dal folto della
boscaglia di internet, dove si confondono facilmente con personaggi
pittoreschi come don Bortoluzzi
con i suoi ancestri e la pittoresca e delirante “creazione
mediata”.
L’articolo racconta che il corso si basava sui fatti che confermano e
dimostrano l’evoluzione biologica e la stretta relazione filogenetica
dell’uomo con le specie animali più vicine; il tutto illustrato e spiegato da
antropologi e primatologi, che negli ultimi decenni hanno davvero parecchio
da raccontare a chi preferisce informazioni serie e non favole bibliche.
L’articolo, grazie ad almeno un autore competente, sembra presentare
l’evoluzione sotto un aspetto nuovo, diverso da quello a cui il Sussidiario
ci aveva recentemente abituato, quando non riusciva ad andare oltre le
presunte “bugie
di Darwin”.
Forse per questo stupiscono un po’ sia l’articolo che la conclusione, che
tende a presentare un quadro idilliaco di un corso di aggiornamento che
avrebbe manifestato il “desiderio costante e
rinnovato di confronto fra il pensiero cattolico e quella rivoluzione
scientifica e culturale che ha segnato la biologia moderna in modo
irreversibile, ponendo Charles Darwin quale iniziatore cruciale di un modo
nuovo - e più veritiero - di guardare alla storia della natura e alla natura
della storia”.
Certo che papi e cardinali qui avrebbero potuto imparare davvero qualcosa
di nuovo! E non si sentirebbero più
sciocchezze come queste;
o come queste
che pur compaiono sullo stesso quotidiano on line.
|
|
18/9/11-IT
|
·
G.Corbellini commenta sul Sole24Ore
la pubblicazione da parte di Einaudi di una nuova versione italiana, curata
da A.Volpone, del libro “La
variazione degli animali e delle piante allo stato domestico”,
pubblicato da Darwin nel 1868. G.Corbellini inquadra questo testo all’interno
del pensiero darwiniano, presentando gli aspetti positivi e negativi di una
ricerca di meccanismi razionali in assenza di conoscenze biologiche che
sarebbero state necessarie per giustificare le sue geniali e rivoluzionarie
ipotesi sul ruolo della variabilità e dell’interazione fra la variabilità
(allora era impossibile giustificarne sia l’origine che il mantenimento) e
l’ambiente; il titolo dell’articolo
(“L'errore
di Darwin”) sembra quindi una
sintesi della recensione piuttosto riduttiva. Apprezzabile comunque l’uso
(piuttosto raro) del singolare.
|
|
17/9/11-IT
|
·
[da Pikaia] Nel sito di Pikaia Channel
continuano a pubblicare i video di passati Darwin Day tenutisi a Milano. Oggi
tocca alla tavola rotonda “Domesticazione
e adattamento” di sabato 16 febbraio 2008. Ospiti della serata sono Keith
Dobney, Marco Pellecchia, Paolo Ciucci, Enrico Banfi. Modera Marco Ferrari.
|
|
16/9/11-USA
|
·
[da NCSE] Un nuovo sondaggio CNN/ORC sulle opinioni sull’evoluzione, senza
particolari novità (“Asked "Do you believe
that the theory of evolution is definitely true, probably true, probably false,
or definitely false," 21% of respondents favored definitely true, 36%
favored probably true, 16% favored probably false, 25% favored definitely
false, and 3% offered no opinion”)
|
|
16/9/11-IT
|
·
Il 23 settembre uscirà nelle sale cinematografiche
il film “L’alba
del pianeta delle scimmie”. Forse, più di altri, farà capire che i
primati, e in particolare le scimmie antropomorfe, hanno progressivamente
acquisito e perfezionato, nel corso dei milioni di anni di adattamento
all’ambiente arboricolo, un insieme di caratteristiche estremamente
interessanti. Tanto da permettere all’Homo habilis, uscito circa 2
milioni di anni fa dal cespuglio di antropomorfe bipedi che si era sviluppato
nel continente africano, di attivare un’accelerazione del processo di
evoluzione culturale.
Questa accelerazione ha poi portato all’Homo sapiens, che utilizza, in
un ambiente diverso, gran parte degli adattamenti sviluppatisi sugli alberi.
Il film permetterà di capire, i primatologi l’hanno scoperto da tempo, quanto
sia oggi apparentemente facile e ci sembra quasi naturale attribuire
comportamenti razionali ad una specie a cui fino qualche decennio fa si
pretendeva di negare la possibilità di uscire da schemi comportamentali
dettati dall’istinto.
Certo il film racconta una storia di fantasia e sicuramente impossibile, ma
comunque è strano che il trailer
ufficiale (qui la versione
USA) sottolinei meno l’intelligenza di questi strani scimpanzé
geneticamente modificati e non indugi sulle scene della rivolta di questi
primati (come fa invece il trailer 2 – trailer 3 nella
versione originale - che mostra anche la scena in cui questi primati
diventati intelligenti vengono insultati).
L’appellativo “stupid monkey” usato nella versione americana del
trailer 3 [1’:30”] è certamente più pesante per un’antropomorfa rispetto
all’appellativo “stupida scimmia” usato nella versione italiana
[1’:20”]; ogni anglofobo sa infatti che “an ape [=scimmia antropomorfa] is
not a monkey [=scimmia]”; una differenza che rende più
difficile, per gli italiani, rendersi conto dell’evidente differenza fra “monkeys” e “apes”
(che permette di capire come non sia importante solo la differenza fra le
antropomorfe e l’uomo…) .
Il secondo trailer
mostra, più chiaramente di quello ufficiale,
come perfino delle antropomorfe GM con un poco di intelligenza in più, nel
loro piccolo, si ribellino, avendo raggiunto il limite della capacità di
sopportare comportamenti arroganti ed offensivi di umani che le disprezzano e
le considerano stupide.
Comunque non c’è da preoccuparsi troppo, almeno in Italia, per una rivolta
degli scimpanzé: ce ne sono oggi poche decine e non possono intimorire i
circa 47 milioni di elettori (la cui età mentale dovrebbe essere cresciuta
negli ultimi anni anche senza esperimenti genetici, nonostante il “foraggiamento”
dell’istruzione e della creatività non sia fra le attuali priorità).
|
|
14/9/11-UK
|
·
Su Nature un preoccupante articolo sul
futuro della biodiversità tropicale (ancora poco conosciuta, fra l’altro) in
conseguenza delle minacce alla sopravvivenza delle foreste, sempre più
utilizzate per la produzione di beni (olii e biocarburanti in particolare)
destinati soprattutto alle popolazioni che se li possono pagare: “Primary
forests are irreplaceable for sustaining tropical biodiversity”.
|
|
14/9/11-IT
|
·
[da Pikaia]
E’ disponibile il calendario dei prossimi Happy
Hours evoluzionistici al Museo di Storia Naturale di Milano.
Il primo sarà il 13 ottobre alle 18.30, con il prof.Marco Ferraguti (“Per
Lamarck si può morire”). Questa serie si concluderà a metà dicembre e
permetterà di incontrare M.Mandrioli, M.Casiraghi, T.Pievani, S.Papi e
G.Bardelli.
|
|
14/9/11-USA
|
·
E’ uscito l’ultimo fascicolo di Evolution:
Education and Outreach, la
rivista che si occupa della didattica della teoria dell’evoluzione. Il fascicolo
si occupa di Material
Cultural Evolution, ed è stato curato da Anna Prentis. C’è anche un articolo free, di M.Kumala (“The Never-Ending Story—The Origin
and Diversification of Life”) oltre all’editoriale di Eldredge (“This time we are exploring
·
evolution in non-biological
systems: specifically the things that people make and use in their daily
lives”).
|
|
13/9/11-USA
|
·
[da NCSE] Il National Center for Science Education USA
offre una preview (PDF) del libro di Richard Conniff The Species Seekers: Heroes,
Fools, and the Mad Pursuit of Life on Earth (W. W. Norton, 2011). La preview consiste nel
capitolo 11 — "'Am I Not a Man and a Brother?'"
|
|
13/9/11-IT
|
·
Sabato 24 settembre 2011 alle ore 9,30 presso la
Biblioteca "Fabrizio Giovenale" (Centro di Cultura
Ecologica, via Fermo Corni - Parco Regionale Urbano di Aguzzano – Roma) importanti esponenti del mondo scientifico
discuteranno in forma di intervista (domanda/risposta) sull’attualità del
pensiero del celebre scienziato Stephen Jay Gould, uno dei più prolifici,
geniali e controversi scienziati moderni. A lui si devono alcuni fondamentali
contributi per l’approfondimento originale e non ortodosso della teoria
dell’evoluzione di Darwin. All’evento ("Pikaia,
Wiwaxia, Hallucigenia..." a 70 anni dalla nascita dello
scienziato S.J. Gould)
organizzato con le Biblioteche di Roma e con il Circolo Gould,
parteciperanno: Enrico Alleva, Marcello Cini, Barbara Continenza, Elena
Gagliasso, Giorgio Manzi. Conduce l’incontro Giorgio Narducci. Locandina.
|
|
12/9/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Alcuni
video da diversi Darwin Day 2011 (Pisa, Roma, Padova, Milano)
|
|
11/9/11-USA
|
·
Il biologo evoluzionista Jerry Coyne ricorda
nel suo blog (“Stephen
Jay Gould”) che ci si è quasi dimenticati che Stephen Jay Gould
era nato il 10/9/1941, per cui ieri avrebbe potuto compiere 70 anni. Il post prosegue poi con ricordi personali
e critiche alle posizioni e alle idee di colui che certo contribuì allo
sviluppo ma anche alla diffusione della conoscenza della biologia
evoluzionistica. Anche PZ Myers, sulla scia di J.Coyne, festeggia
l’anniversario sul suo blog Pharyngula.
Anche la Freedom from religion foundation ricorda S.J.Gould
|
|
10/9/11-SA
|
·
A chi fosse interessato ad approfondire la propria
conoscenza dell’Australopithecus sediba di cui si parla nell’ultimo
numeroi di Science,
consiglio di ascoltare
una discussione fra lo scopritore (Lee Berger) e il paleoantropologo Bernard
Wood, o di leggerne la trascrizione (“Examining
Ancient Fossils for Clues to Human Origins”).
Si eviterebbe così di parlare inutilmente di anelli mancanti e si capirebbe
quali sono le caratteristiche del fossile e le conseguenze più importanti
della scoperta.
Dalla discussione si capisce quanto sarebbe importante che anche chi è
scettico sull’evoluzione o sui fossili si rendesse utile, andando su e giù
per le alture dell’arido Sudafrica.
Lee Berger fa capire che chiunque, anche un creazionista scettico, potrebbe diventare
famoso rendendosi utile scoprendo un nuovo fossile di ominina in un’area che
da decenni fornisce tasselli per ricostruire la nostra storia evolutiva. Il
problema è che ci sono pochi paleoantropologi sul terreno.
La novità di questa scoperta è che il fossile è stato trovato da un bambino
di 9 anni, suo figlio. Questo fatto consiglia di passare a livelli più
elevati di collaborazione e di diffusione e condivisione delle informazioni.
|
|
10/9/11-USA
|
·
- Non so se qualcuno è davvero interessato a
rendersi personalmente conto delle differenze (ma soprattutto delle
somiglianze) anatomiche fra due specie vicine; è da tempo una delle prove
dell’evoluzione, oltre che essere stata per Linneo uno stimolo per impostare
una classificazione gerarchica delle specie, prima involontaria
dimostrazione, da parte di un creazionista, “biblico” ma davvero curioso e
razionale, dei meccanismi poi intuiti e dimostrati da Darwin un secolo dopo.
L’affinità fra albero tassonomico e albero filogenetico sono notevoli, tanto che la
classificazione linneana, a differenza di altre ipotesi errate precedenti
(come la grande
catena dell’essere, i cui anelli giornalisti e creazionisti cercano
invano ancor oggi, cercando di convincere a rinunciare all’evoluzione)
sopravvisse a Darwin; ambedue hanno una struttura gerarchica ed è facile
confondersi.
- Non so se qualcuno è interessato ad un’occasione per riflettere su uno dei
“misteri” della biologia che gli antievoluzionisti trascurano senza alcun
imbarazzo, rifiutandosi di capire come sia ovviamente centrale per chiunque
voglia occuparsi di biologia e di evoluzione biologica, la spiegazione del
passaggio da una singola cellula, lo zigote, ad una struttura estremamente
complessa, quasi mai perfetta, dotata di enorme variabilità intraspecifica, e
comunque funzionante.
- Non so se qualcun altro è già conscio di queste differenze e dei meccanismi
della biologia dello sviluppo, ma vuole solo rendersi conto dei problemi che
sorgono quando si vogliono descrivere, analizzare e confrontare strutture
tridimensionali.
- Per tutti coloro che fossero incuriositi e interessati a mettere il naso
(ma soprattutto gli occhi) su una specie con cui abbiamo un “recente” (6
milioni di anni?) antenato in comune, è da oggi disponibile uno "Chimpanzee Skeletal
Digital Atlas (Pan troglodytes)" (da installare liberamente sul
proprio PC). Per confronto possiamo aprire anche il Digital Atlas of the Human
Skeleton [meglio indicare la cartella in cui installarlo!].
Se qualcuno si divertisse anche …. può passare al sito eSkeletons dell’Università di
Austin, dove, giocando (anche da casa) al piccolo Darwin o al piccolo
Wallace, scoprirà da sé, inevitabilmente e magari senza volerlo, la
spiegazione dell’evidente connessione che soprattutto nei primati c’è fra
tassonomia, speciazione e biogeografia.
[Certo non è difficile conoscere e capire la realtà in un mondo in cui non
ci sono più solo i mappamondi sferici…]
|
|
9/9/11-NZ
|
·
Iniziati il 6/9/11,
si sono conclusi oggi ad ad Auckland, in Nuova Zelanda i
lavori del Pacific Islands
Forum meeting. Il 7 settenbre si è tenuto il quarantaduesimo Pacific
Islands Forum, seguito il 9 settembre dal Post-Forum Dialogue con
i partner per lo sviluppo della
regione. Ad Auckland sono presenti oltre 500
delegati e rappresentati 175 media. I lavori del forum sono stati aperti il
6/9 dal ventesimo meeting dei leader degli Smaller Island States
(Sis), di cui fanno parte Isole Cook, Isole
Marshall, Kiribati, Nauru, Niue, Palau e Tuvalu. Il Sis
leaders' meeting ha subito ribadito che «il
cambiamento climatico rimane una sfida travolgente per il perseguimento
dello sviluppo dei piccoli Stati Insulari»
Com’è comprensibile, per questi arcipelaghi, il problema dell’innalzamento
dei livelli marini non è una questione accademica, né può essere una
consolazione per loro sapere che lungo le coste della Groenlandia
stanno liberandosi
dalla morsa dei ghiacci, e si renderanno disponibili, isole finora
sconosciute.
Ban-Ki-Moon, segretario generale dell’ONU, per la prima volyta da 40
anni presente al Forum, ha detto che Kiribati è «al
fronte, in prima linea sul cambiamento climatico. Ho visto di persona le
reali minacce che stanno avendo un impatto sulla gente. La gente ha paura per
il proprio futuro, in particolare i giovani, Esorto i leader mondiali ad
agire ora. L'alta marea dimostra che è giunto il momento di agire. Ero così
sorpreso di vedere l'impatto di queste alte maree, che inondano i villaggi e
le strade. Questo può essere evitato, se agiamo ora. Dobbiamo vivere con la
natura, ma se usiamo la nostra saggezza e agiamo ora possiamo vivere in
armonia con la natura. Questo è il messaggio che porterò all'Assemblea
generale delle Nazioni Unite, che porterò a dicembre a Durban ai
negoziati dell'United Nations
framework convention on climate change (dal 28/11/11), che porterò al summit Rio +20 il prossimo
anno» (4-6 June 2012).
|
|
9/9/11-USA
|
·
[da NCSE]
Negli USA è stato pubblicato un nuovo sondaggio di opinione sull’evoluzione
umana, con risultati in parte consolanti e in parte sconsolanti. Il sondaggio
è stato realizzato dalla Fox
News e la domanda è così formulata: Which do you think is more likely to actually be the
explanation for the origin of human life on Earth (quale pensi sia oggi la spiegazione più probabile per
l’origine della vita umana sulla terra?).
La parte consolante del risultato deriva dalla comparazione
con i risultati ottenuti nel 1999 dalla le stesse domande. Si
scopre così che è aumentata ben del 6% la percentuale del 15% di americani
che nel 1999 credevano nella “teoria
dell’evolutione descritta da Darwin e da altri scienziati”. Se non avvengono miracoli nei prossimi 81 anni, si dovrebbe quindi
arrivare al 100%. Contemporaneamente scendono del 5% (dall’incredibile
livello del 50%) gli americano che credono che sia vero il racconto della
Bibbia. Sconsolante che il 27% degli americani (e la cifrea rimane costante!)
crede che … ambedue le spiegazioni siano vere; una situazione davvero
improbabile, che fa dubitare della serietà delle risposte.
L’accenno ai miracoli si spiega con il fatto che sono ambedue
al 20% le percentuali di americani che amano le spiegazioni razionali: sia
quelli che credono alla teoria dell’evoluzione, sia quelli che credono che la
buona salute NON dipenda dai miracoli, per cui sembra probabile che un
eventuale aumento dei miracoli non aiuterebbe a convincere ogni decennio a ridursi la percentuale del
77% di americani che ancora credono che le preghiere servano per ottenere
una buona salute …
·
Nel più recente post (“Synchrotron illustration”) del suo
blog, l’antropologo J.Hawks butta li’ in poche righe un’informazione
che, se “espansa” e chiarita, mette in connessione alcuni aspetti della realtà
che stanno venendo in luce in questi giorni, permettendo anche, meglio che se
leggessimo i fondi di caffè, di predire il futuro giudicando la razionalità
delle scelte attuali.
Si tratta del confronto di due immagini di una sezione del cranio fossile
MH1, tratte da uno degli articoli appena pubblicati sull’Australopìithecus
sediba; una ottenuta con una TAC medica e l’altra con un sincrotrone,
quello europeo di Grenoble.
E’ evidente come una risoluzione 10 volte migliore (è di 45 invece che di 450
micron il lato di ogni pixel 3D) fornirebbe possibilità di analisi
incredibilmente migliori se volessimo e potessimo ri-analizzare con questo
incredibile (ma costoso) strumento anche le altre migliaia di fossili che
documentano l’evoluzione.
Questi miglioramenti tecnici richiederebbero decisioni rapide sull’accesso al
materiale paleoantropologico, da sottoporre alle migliori analisi possibili,
i cui risultati sarebbero da mettere immediatamente a disposizione di un
maggior numero di ricercatori, anche allo scopo di costruire un archivio
utile per analisi comparative. Il campo della genomica, dove si gesticono
archivi di dati molecolari condivisi è certo un ottimo modello, anche se il
trattamento di dati numerici che descrivono una struttura lineare crea meno
problemi rispetto alla rappresentazione di strutture tridimensionali come
sono anche i fossili.
Non ho idea di quanto costi un sincrotrone (su ebay ancora non se ne
trovano) ma sembra che il costo si aggiri sulle centinaia di milioni di
euro, a cui aggiungere 80 milioni all’anno di gestione, come avviene per il
sincrotrone europeo di Grenoble; proprio in questi giorni però ci informano
che chi riesce a disporre di cifre elevate esentasse sembra non ami investire
in sincrotroni o in altri strumenti capaci di fornire quella marcia in più
(come evidenziato dalla foto) che garantirebbe la continuazione
dell’evoluzione culturale umana in un secolo in cui si prospettano difficoltà
nelle relazioni sostenibili con l’ambiente e nei confronti con culture che
vengono da ambienti e storie con priorità diverse.
Certo i migliori tre
sincrotroni (sui 50 esistenti) sono per ora in Europa, USA e Giappone, ma
per progettare un futuro migliore servirebbero leader e modelli ideali capaci
di suscitare interessi e obiettivi di carattere collettivo
|
|
9/9/11-IT
|
·
Sull’Espresso di questa settimana si può
leggere un’intervista a Frans de Waal (“Una
scimmia per amico”) in vista della "Settima
Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza" che si terrà a Venezia tra il 18 e il 20 settembree a cui parteciperà. E‘
dedicata a una delle più grandi frontiere della ricerca scientifica: "La
Mente: essenza dell'umanità". Per conoscere le modalità di
iscrizione e scaricare il programma completo, visitare il sito
www.thefutureofscience.org.
Ultimi giorni per iscriversi.
Nell’intervista de Waal fa capire le incredibili e imprevedibili scoperte
effettuate negli ultimi decenni studiando la complessità e la variabilità del
comportamento dello scimpanzé e del bonobo; le scoperte più sconcertanti sono
arrivate dal comportamento connesso con emozioni, empatia, solidarietà. Un
tempo erano parole tabù, se riferite ad animali. Oggi per i primati ma
soprattutto per gli scimpanzè si parla tranquillamente di altruismo e moralità,
tanto che ci stiamo dimenticando che fino a pochi decenni fa era difficile
evitare di evocare il ruolo dell’istinto.
Per chi non potesse andare a Venezia, non c’è da preoccuparsi, basta andare
in libreria: L'età
dell'empatia (2011), Primati
e filosofi (2008), La
scimmia che siamo (2006), Naturalmente
buoni (2001). Ma se ci si accontenta, non mancano nemmeno i video.
·
Piuttosto deprimente l’articolo comparso oggi sul Sussidiario
(“L'anello
mancante? L’esperto: non basta un manufatto per dire "uomo"“) ,
soprattutto per la parte di cui è responsabile l’intervistatore, che infila
imprecisioni (ma anche errori) una dopo l’altra (“l’annuncio
del fatto che si tratti dell’anello mancante”, “l'esempio più antico mai scoperto di ominide”, “l’Australopithecus era considerato il
progenitore della razza umana”, “pollici
opponibili” [ci sono da 50 milioni di anni!], “L’Homo habilis
aveva una capacità cranica superiore ma di poco”, “le conoscenze mancanti sono ancora troppe” [ma
non per rimanere antievoluzionisti…]).
Le risposte del biochimico intervistato sono quantomeno prudenti, viste le
diverse competenze, anche se netto è il rifiuto di ragionare sul termine creazionista,
ed ora giornalistico, “anello mancante”
proposto dall’intervistatore (“Quello dell’anello
mancante è una sorta di tormentone che ciclicamente torna”) ma anche
di ragionare in termini finalistici (“L’evoluzione
comporta una variazione di forme che avviene non in modo graduale e
continuo, ma secondo dinamiche complesse e imprevedibili”).
Dovrebbe essere banale capire che da quando Darwin ha indicato che
l’evoluzione non era rappresentabile da una scala o una catena
ma da un corallo (o da un albero o un cespuglio, come
proposto successivamente da altri), da 150 anni nessuna persona
acculturata dovrebbe più parlare di inesistenti anelli, né cercarli (presenti
o assenti che siano) in quanto non solo fornisce un’immagine che impedisce di
capire il fenomeno, ma dimostra immediatamente di non aver capito (con le
inevitabili conseguenze di cui non si può poi lamentare).
Spiace ma non stupisce che le sue parole siano state riprese e distorte dagli
antievoluzionisti, che davvero non riescono a capire come si maneggia il
metodo scientifico (con le inevitabili conseguenze di cui non si possono
poi lamentare).
·
Sempre sul Sussidiario, il quotidiano on
line di CL, un’intervista all’antropologo bolognese F.Facchini
sull’ultimo libro di T.Pievani (“La
vita inaspettata”) sugli aspetti più utili e stimolanti della teoria
dell’evoluzione: “L’etica
"inaspettata" di un evoluzionista”
|
|
8/9/11-SA
|
·
Come riferisce anche Repubblica in un
articolo con un titolo (“Ominide
di 2 milioni di anni fa più vicino antenato dell'uomo”) certo già usato
precedentemente per tanti fossili anche se di diversa età [deprimente l’uso dell’equivoco termine
creazionista ‘anello mancante’, ma ci si consola con la foto bella e
originale!]), Science pubblica oggi numerosi
articoli su un reperto fossile (Australopithecus sediba)
scoperto a Malapa in SudAfrica dal giovane Matthew Berger.
Lee Berger, responsabile del gruppo di ricerca, ricorda certo con paterna
soddisfazione il momento e il giorno in cui sentì la voce di Matthew, 9 anni,
che gli annunciava: “Dad I found a fossil!”.
L’analisi del reperto continuerà ancora a lungo, magari concentrandosi anche
sull’incredibile sospetto della presenza di una zona di tessuti forse non
fossilizzati, citato qui sotto in data 3/9. Il reperto,
di 2 milioni di anni s'inserisce, proprio in una delicata fase di passaggio
dal genere Australopithecus al genere Homo, il cui primo
esponente (Homo/Australopithecua habilis, di cui abbiamo – anche se
L.Berger lo contesta! - reperti più antichi rispetto all’A.sediba)
rischia sempre di essere ricacciato nel genere Australopithecus
nonostante siano presenti almeno due forme. Nell’articolo di Repubblica il
paleoantropologo G.Manzi fa notare come invece questo reperto sollevi il
dubbio che ce ne sia una terza: "Vista la
cronologia, però, si potrebbe considerare A.sediba già come una forma
primitiva di Homo”.
Sarà più difficile che dovremo cambiare genere all’H.habilis…? Forse. Uno
degli articoli su Science (“Paleoanthropologist
Now Rides High On a New Fossil Tide”) fa capire come sarebbe invece
importante per Berger, già coinvolto in polemiche per altri suoi reperti, che
si attribuisse il genere Homo solo al suo reperto …
Nella pagina di
Science si può vedere anche una scansione del cranio, che permette di
dimostrare come oggi si sia molto prudenti nel ripulire i reperti fossili dal
materiale che li circonda. Le tecniche oggi a disposizione permettono infatti
di studiare anche il materiale che circonda un reperto e che prima poteva
essere eliminato solo con metodi invasivi. Qui
foto dal sito web del National Geographic,
L’aspetto importante di questa scoperta è
comunque il fatto che le diverse zone dell’Africa (le poche che ci forniscono
fossili…) risultano sempre più affollate di forme (specie e sottospecie) con
caratteristiche diverse; sembra di trovarsi in un laboratorio in cui si
sperimentano (interagendo con decine di ambienti diversi) nuove e diverse
strade per uscire da quel cespuglio affollato e aggrovigliato che era
l’Africa fra 2.5 e 2 milioni di anni fa.
Come sappiamo, due furono le soluzioni
“vincenti” che riuscirono a superare la barriera dei due milioni di anni: l’Homo
ergaster e le forme robuste del
genere Australopithecus (A.boisei e P.robustus).
|
|
7/9/11-UK
|
·
Un articolo di C.Neylon (“Time
for total scientific openness”) riprede ed espande i ragionamenti che da
anni angosciano i paleoantropologi (che per ora non credono vantaggioso
condividere il prezioso materiale che scoprono e su cui si basano le loro
carriere scientifiche e umane). L’articolo cita un’indagine che la Royal
Society sta svolgendo sull’argomento.
Qualcosa si sta finalmente movendo: le dimensioni limitate e gli scarsi
finanziamenti (e quindi la limitata efficienza e competenza dei singoli
gruppi di ricerca) hanno convinto Lee Berger a proporre recentemente il Malapa
Soft Tissue Project di cui si è scritto qui il 3/9.
Per chi volesse capire come la situazione sia quasi drammatica in
paleoantropologia, dal punto di vista del progresso e dell’efficienza della
ricerca (“The real problem is that twenty to
thirty years after many fossils are uncovered, there is no cast availability,
little public data access, few financial accommodations to make such access
possible”), basta leggere questo post di J.Hawks del 2009 (“Fossil
access editorial”) che cita un
articolo uscito allora su Scientific American: "Fossils
for All: Science Suffers by Hoarding".
Proprio in questi giorni a Roma si parla di problemi simili in un workshop
internazionale di cui sarebbe interessante conoscere – magari al convegno di
Torino della settimana prossima - eventuali risultati (THE
FUTURE OF BEFORE: A workshop to discuss themes of repatriation and
application of high technologies to the study of human biological specimens
from European anthropological collections).
|
|
7/9/11-USA
|
·
E’ sempre un piacere scoprire che si realizzano
nuovi documentari che raccontano la difficile vita dei primati e … dei
primatologi che, nelle foreste o in altri ambienti tropicali studiano la vita
delle diverse centinaia di specie di primati oggi esistenti, analizzando le
relazioni con l’ambiente in cui vivono, le modalità di adattamento
all’ambiente arboricolo e le relazioni di queste specie, al vertice delle
piramidi alimentari, con le altre specie con cui interagiscono per garantire
la sopravvivenza di ambienti a rischio.
Un post nel blog Green (“Plight
of the Lemur: A Movie”) presenta uno dei video più recenti sulle
strepsirrine, il gruppo di primati più arcaici (“Trouble in Lemur land”); si racconta la
vita di un gruppo di silky
sifaka (Propithecus
candidus) presenti nel Marojejy
National Park in Madagascar (mappa).
Il film segue il lavoro del primatologo americano Eric Patel, che studia
da un decennio questi Sifaka a rischio di estinzione (ne sopravvivono
300/2000 esemplari) ma che, per garantire la loro sopravvivenza, contribuisce
anche a migliorare la situazione economica delle popolazioni locali,
invitando alla collaborazione partecipata anche chi potrebbe dare una mano
anche da lontano.
Il video mostra chiaramente la drammatica situazione delle foreste malgasce e
perfino delle aree a parco nazionale, che dovrebbero essere protette; il
momento attuale di crisi economica e politica rende molto difficile il controllo
del territorio e della legalità, come si vede anche nel video.
Davvero impressionanti le scene che mostrano il modo primitivo con cui
procede la deforestazione che sta distruggendo il parco, gestito da individui
(per ora, per fortuna…) male organizzati e peggio equipaggiati.
Una pagina web del parco nazionale (News updates) sembra però più
ottimista sulla situazione attuale, che dal 2010 starebbe migliorando
rispetto al 2009, quando dominava la “mafia del redwood” che vediamo
all’opera nel video; da notare la utilizzazione dei sifaka in via di
estinzione anche come risorsa alimentare (il bushmeat convive con le pratiche
di deforestazione).
Qui la pagina web dei video
di Eric Patel, che contiene anche Angels
of the Forest: Silky Sifaka Lemurs of Madagascar.
[A
proposito di “green” … perché non dedicare i prossimi 48’ al film “GREEN”, che mostra le conseguenze
della deforestazione nel Borneo/Kalimantan sulla biodiversità e sulle
economie occidentali? “Her name is Green, she is alone in a world that doesn't
belong to her. She is a female orang-utan, victim of deforestation and
resource exploitation”]
·
Scientific American oggi (“Should
Captive-Bred Chimpanzees Have Full Endangered Species Act Protection?”),
e Science
il 31/8, forniscono la notizia interessante sull’ipotesi, in corso di esame da parte dell’ U.S. Fish and
Wildlife Service (FWS), di inasprimento del sistema di protezione degli
scimpanzé in cattività negli USA. Sono l’unico paese (insieme al Gabon) che
ancora autorizza l’uso degli scimpanzé per la sperimentazione (sarebbero
ancora 1000 quelli utilizzati, secondo un articolo del Washington Post del
14/8/11: “Chimpanzee
research an endangered species as experts debate usefulness, ethics”).
L’ipotesi (“U.S.
Fish and Wildlife Service Initiates Review of the Chimpanzee’s Status”,
del 31/8) è di passare anche gli scimpanzé in cattività dallo stato di
“minacciati” a quello di “endangered-in pericolo”, come sono considerati oggi
gli scimpanzé in natura. Questa modifica, richiesta da numerose associazioni
(The Humane Society of the United States, the American Association of
Zoological Parks and Aquariums, the Jane Goodall Institute, the Wildlife
Conservation Society, the Pan African Sanctuary Alliance, the Fund for
Animals, Humane Society International, and the New England Anti-Vivisection
Society) avrebbe anche l’effetto di impedire l’uso dei circa 250
scimpanzè usati per l’intrattenimento (film e spot pubblicitari soprattutto).
Fra l’altro questo uso “ricreativo” degli scimpanzé altera fortemente nel
pubblico la percezione del livello di rischio di estinzione di questa specie
(come dimostra un articolo recente su Plos One: “Specific
Image Characteristics Influence Attitudes about Chimpanzee Conservation and
Use as Pets”). Lo si è potuto verificare poco prima dello scorso Natale
anche in Italia. In quel periodo associazioni animaliste come ENPA o LAV – di
solito apprezzate - osarono contestare l’uso di uno scimpanzé addestrato e
condizionato nel film “La
banda dei babbi Natale”. I commenti dei cinefili (… ma forse anche
cinofili) erano di
questo tipo, anche se ora non sono più conservati da altre pagine web. Si
capisce la difficoltà di capire l’evoluzione biologica o le specie a rischio
di estinzione … o il lavoro di chi, come Eric Patel, in questi
ultimi decenni ha permesso di capire quali importanti somiglianze ci siano
fra l’Homo sapiens e questa specie, che scopriamo ogni anno sempre più
simili alla nostra.
|
|
6/9/11-UK
|
·
L'attrice Angelina Jolie partecipa
al film Jane’s
Journey,
un film che celebra la vita e il lavoro della primatologa più famosa, Jane
Goodall, che ha oggi 75
anni. Jane’s Journey verrà presentato in alcuni
teatri il 27 settembre – alla presenza di Jane Goodall . Trailer
- Website. A cominciare dal 23/9,
quando uscirà negli USA un film sulla nostra specie “minacciata” dai nostri
cugini scimpanzè
|
|
6/9/11-USA
|
·
Una pagina web della Washington University recensisce il volume 'Origins of Altruism and
Cooperation' (Springer, 2011, Series: Developments in Primatology: Progress and Prospects,), edito by Robert W. Sussman, PhD, and C.
Robert Cloninger, MD. Nell’indice
del libro si nota il contributo di T.Pievani, con un capitolo dal titolo:
“Born to
Cooperate? Altruism as Exaptation and the Evolution of
Human Sociality”. Gratuitamente
sono disponibili le pagine dell’introduzione alla prima parte (“Cooperation,
Altruism, and Human Evolution”), scritte da Ian
Tattersall,
|
|
5/9/11-USA
|
·
[da J.Coyne]
Amazon USA offre (ancora per quante ore?) un recente ebook di
biologia evoluzionistica (E.Koonin:
“The Logic of Chance: The Nature and Origin of Biological Evolution”)
per $0.00. NB: Molta biologia molecolare.
Puo’ essere scaricato anche da chi ha (o installa) software per leggere ebook
in formato Kindle (PC, Mac, iPad, Android, no BB). Visto che non costa nulla,
può essere scaricato da chi vuole avere una rapida impressione di quel che
rimane oggi del pensiero originale di Darwin, che qualcuno ritiene utile
continuare a criticare.
·
Chi insiste su questioni ormai superate potrebbe
invece, seguendo il suggerimento di questo articolo di Nature (“Human
ancestors interbred with related species”) e di un altro di Scientific
American, cercare di capire l’articolo pubblicato oggi su PNAS:
“Genetic
evidence for archaic admixture in Africa”, che dimostra che 35000 anni fa
in Africa sia avvenuto l’incontro dei nostri antenati Homo sapiens con
un’altra specie di Homo.
Da qualche anno abbiamo qualche serio dubbio che recentemente siano esistite
specie (come l’Homo floresiensis) che vivevano contemporaneamente al sapiens.
Il dubbio che siano potute esistere altre specie di Homo quindi non
sarebbe così sconvolgente, come non lo sarebbe anche l’ipotesi di uno scambio
di materiale genetico avvenuto prima dell’estinzione dell’altra specie (ne
abbiamo ormai le prove sia per i neandertaliani non africani che per i
recentissimi denisovani, scoperti sui monti Altai).
Vorremmo però essere sicuri che questi nuovi lavori, che si basano sulla conoscenza,
finalmente possibile, delle sequenze anche delle zone non codificanti del
genoma, possano davvero certificare gli scambi di materiale genetico ma anche
il periodo in cui sono avvenuti. Il materiale di sopporto alla ricerca è
disponibile qui,
mentre il lavoro completo, e protetto, è qui.
Una prima discussione si può trovare nel blog
dell’antropologo Dienekes
|
|
3/9/11-USA
|
·
Una scoperta unica richiede una risposta originale
e unica. Della scoperta di fossili appartenenti ad un gruppo di “Australopithecus
sediba” si è occupato anche il numero di agosto
del National Geographic. La grande novità è il serio dubbio che questi
fossili di 2 milioni di anni fa contengano materiale biologico non
fossilizzato, tessuti molli mineralizzati. A questa novità lo scopritore del
sito, Lee Berger risponde, come riporta J.Hawks nel suo blog (“Announcing
the Malapa Soft Tissue Project”), con una proposta di partecipazione alla
ricerca (“Malapa
Soft Tissue Project”), raccogliendo idee a priori piuttosto che critiche
o dubbi a posteriori, come avviene di solito.
Lavorare su materiale unico (qui
il CT scan del cranio MH1, denominato Karabo) crea sicuramente
preoccupazioni uniche e rischi unici: (“Much of
the criticism of other surprising fossil discoveries has been fueled by
their secrecy. Science done by a closed process means fewer eyes looking at data, and
too many chances for errors to pass unnoticed. Unnoticed, that is,
until publication. Then, a firestorm of controversy may erupt as the
scientific community at last examines the methods and results closely. In
anthropology, the most critical errors are often missed comparisons --
sometimes simple things that a research team could have looked at, if they
had only thought of it. An open process has the chance of improving research
by broadening it. We want stronger, clearer results, and we want to
anticipate every important criticism. If a significant comparison can be
added by people who have the right tools, why not get those people involved?
If we stand a chance of finding those people by making the process more open,
why not do it?”).
Da anni i paleoantropologi cercavano di trovare una soluzione ai tempi
sempre più lunghi necessari per aspettare di poter leggere gli articoli che
descrivevano le scoperte più interessanti.
Recentemente, nel caso dell’H.floresiensis, si era arrivati perfino al
sequestro di fossili, ma è certo assurdo che, di fronte all’accelerazione che
vive oggi la scienza e la ricerca, i paleoantropologi debbano aspettare anni
prima di poter conoscere i dettagli (e magari non solo quelli) di una
scoperta.
·
Dopo una caccia al tesoro organizzata il 1/9 (“Pop quiz:
early eugenics critic”) sul blog Panda’s Thumb, il 3/9 Nick Matzke
(dell’National Center for Science Education) ha infine svelato la soluzione
(“Clarence
Darrow’s (1926) essay “The Eugenics Cult” now online”).
Da qualche anno circolava, ma in ambiti ristretti, un testo molto critico
verso l’ideologia e le pratiche eugeniche (positive ma anche negative) che negli
USA coinvolsero sia ambienti politici che ambienti religiosi (i metodisti in
particolare, che nel
2008 ammisero le loro responsabilità per gli errori commessi dal 1910 al
1970).
In quel periodo negli USA furono sterilizzati circa 60000 individui
non consenzienti. Anche se si cominciò in Virginia nel 1907, la
principale legge utilizzata ("Model
Eugenical Sterilization Law" venne proposta da Harry
Laughlin (Assistant Director of the Eugenics Record Office, Carnegie
Institution of Washington, Cold Spring Harbor, Long Island, New York) e
applicata in numerosi stati USA – 15 nel 1924, ma diventarono 24 nel 1956 e
rimasero 20 ancora nel 1980.
La legge Laughlin venne anche esportata
in un paese europeo (“In 1933, Hitler’s Nazi government
used Laughlin’s Model Law as the basis for their sterilization law that led
to the sterilization of some 350,000 people”); e venne apprezzata,
tanto che H.Laughlin ottenne una laurea ad honorem dall’Università di
Heidelberg nel 1936 per il suo contributo agli studi di ’igiene razziale’
(qui la lettera
di accettazione inviata al rettore per scusarsi dell’impossibilità di
presenziare; la laurea gli fu poi recapitata a casa). Se in Europa nel
dopoguerra ovviamente sparì qualsiasi riferimento all’eugenetica, negli USA
le leggi sopravvissero fino agli anni ’80, anche se applicate sempre meno.
Ora tutti possono facilmente leggere on line “The eugenics cult”
(da The American Mercury, Volume VIII, Number 30, June 1926), scritto
da Clarence Darrow, il famoso avvocato che nel 1926
sostenne con successo (soprattutto mediatico e culturale, visto che la
condanna arrivò comunque…) la difesa nel processo a John
Scopes, il giovane supplente che venne accusato di violare la legge (il Butler Act)
che impediva di parlare di evoluzione a scuola, sia a Dayton (nel Tennessee,
dove si svolse il processo), che in una ventina di altri stati USA.
Come si augurano su Panda’s Thumb,
“Hopefully the IDists/creationists will never be
able to mention Darrow and eugenics in the same sentence again, without being
sent a link to this essay”.
Fra le frasi migliori e più chiare, “anche” se scritte da un
avvocato..: “We know something about biology. We know a little about eugenics.
We have no knowledge of what kind of man would be better than the one that
Nature is evolving to fit the environment which he cannot escape. We have
neither facts nor theories to give us any evidence based on biology or any other
branch of science as to how we could breed intelligence, happiness or
anything else that would improve the race…. In an age of meddling,
presumption, and gross denial of all the individual feelings and emotions,
the world is urged, not only to forcibly control all conduct, but to remake
man himself! Amongst the schemes for remolding society this is the most
senseless and impudent that has ever been put forward by irresponsible
fanatics to plague a long-suffering race”.
Da notare che il documento dei metodisti del 2008 (“An Apology for Support of Eugenics”) coinvolge un altro avvocato presente nel processo
Scopes, uno di quelli dell’accusa però: “Conservative Rev. Clarence True
Wilson, the General Secretary of the Methodist Episcopal Board of
Temperance, Prohibition and Public Morals, and the man chosen to debate
Clarence Darrow after William Jennings Bryan’s death, believed that only the
white Aryan race was the descendent of the lost tribes of Israel”.
Sembra che negli anni ’20, mentre nuvole tempestose si addensavano
sull’Europa, non fossero proprio gli evoluzionisti a suggerire a Hitler il
modo migliore per ottenere l’impossibile (e inutile) purezza etnica.
|
|
3/9/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Su PikaiaChannel
una nuova serie di video dal Darwin Day 2008: la presentazione del
libro “L’evoluzione in quattro dimensioni” di Eva Jablonka è
l’occasione per introdurre una visione pluralista dell’evoluzione. Era
stata pubblicizzata il 2/4/11
l’introduzione al convegno del 2008 fatta dell’assessore V.Sgarbi, con il
racconto della sua scoperta dell’importanza del Museo di Storia Naturale di
Milano, di cui era da tempo responsabile. Piuttosto originali le opinioni sui
“fanatici neocreazionisti”, nonché su Darwin e il possibile
inserimento dell’”evoluzionismo” in una visione aggiornata della teologia (“l’evoluzionismo è una branchia del creazionismo”).
Per altri no, ma per questo intervento potrebbe essere utile imparare come trasformare
in MP3 i video di YouTube.
Qui tutti i video
caricati su Pikaia Channel. Giustamente oggi M.Ferrari nel suo blog Leucophea
(“Darwin
day”) sottolinea l’utilità della pubblicazione dei video dei Darwin Day
di Milano. In italiano c’è in effetti poco materiale video, rispetto a quello
disponibile (anche documentaristico di ottima qualità – non mi riferisco alla
risoluzione video …) soprattutto in lingua inglese.
|
|
2/9/11-IT
|
·
[da Gravità
Zero] LA
MENTE: ESSENZA DELL'UMANITÀ. A Venezia,
tra il 18 e il 20 settembre, si svolgerà la "Settima Conferenza
Mondiale sul Futuro della Scienza" con numerosi ospiti italiani ed
internazionali. La settima edizione della World Conference on the Future
of Science è dedicata a una delle più grandi frontiere della ricerca
scientifica: "La Mente: essenza dell'umanità". Per
conoscere le modalità di iscrizione e scaricare il programma completo
visitare il sito www.thefutureofscience.org.
Ultimi giorni per iscriversi.
|
|
1/9/11-IT
|
·
[da Gravità
Zero] ASPETTANDO LA NOTTE DEI RICERCATORI. Mentre attendiamo la Notte
dei Ricercatori (prevista
per il 23 settembre 2011 nelle principali città italiane ed
europee), sul canale YouTube nottedeiricercatori si susseguono le interviste ai principali protagonisti
dell'edizione.
|
|
30/8/11-IT
|
·
Dal 21 al 24 ottobre si terrà a Torino il XIX
Congresso dell'Associazione Antropologica Italiana (1961-2011: CINQUANT’ANNI DI CONGRESSI. PASSATO,
PRESENTE E FUTURO DELL’ANTROPOLOGIA [BIOLOGICA]). Molto
interessante il fatto che sia stata organizzata ad Asti
il 23 pomeriggio una Sessione
Speciale "Biologia ed evoluzione dei Primati" che permetterà di
gestire la maggiore interdisciplinarità delle ricerche sui primati, le specie
a noi più vicine sia tassonomicamente (soprattutto
negli ultimi anni) che filogeneticamente. Per chi volesse ripassare: si
prepari sulla tassonomia
degli Hominidae.
Qui è disponibile il programma
delle giornate.
Il congresso si aprirà il 21 con interventi di F.Facchini (Caso e finalità nell’evoluzione),
B.Chiarelli (Lo sviluppo delle concezioni
evoluzionistiche nelle discipline antropologiche in Italia),
M.Masali e R.Grilletto (1961-2011: mezzo
secolo di Antropologia da Torino a...Torino).
Caso e finalità nell’evoluzione umana
potranno probabilmente essere verificati già alle 11, nella prima relazione
scientifica (Brigitte Senut - 50 ans de débat sur les origines de notre
bipédie), che aprirà il convegno ad una prospettiva culturalmente,
geograficamente e storicamente molto ampia, all’interno della quale si
potranno anche verificare le premesse e i vincoli certamente esposti nelle
relazioni introduttive, più legate al contesto culturale dell’antropologia
biologica italiana:.
Non dimentichiamo che il 15/1/11
la nomina di Werner Arber (biologo
molecolare evoluzionista e premio Nobel) all’Accademia Pontificia ha
certamente indicato anche ad alcuni scienziati l’urgenza e la possibilità (se
non la necessità, De Mattei permettendo) di un possibile ruolo diverso, da
protagonisti grazie alle loro competenze, anche in contesti finora
apparentemente poco interessati ad approfondire i meccanismi evolutivi.
Nel suo documento del 2008 “Statement on my view on biological evolution”, in cui difende il suo “neodarwinismo” e la sua
professionalità, W.Arber parla di variazioni genetiche spontanee (“A number of
different specific molecular mechanisms contribute to spontaneous genetic
variation. Together with non-genetic elements specific gene products are thereby
involved as variation generators and as modulators of the rates of genetic
variation. These are established facts that are based on experimental
evidences and that are valid for the course of biological evolution as it
works today in living organisms… In our
civilization, both scientific knowledge and religious beliefs contribute
essentially to our orientating knowledge, but these two sources of our
worldview should not be intermingled.”) fa capire che forse oggi è
più apprezzato di chi scrive, come se i secoli e le persone intelligenti
passassero invano “ritengo che la comparsa di un essere intelligente e
autocosciente sulla Terra è il punto d’arrivo, attraverso i processi
evolutivi, dell’opera e del volere di un architetto”.
Lo racconta proprio oggi M.Ferrari nel suo blog Leucophea, in un post
dal titolo fra il depresso-sconcertato e l’ironico (“Ne
sentivamo il bisogno”), commentando un libro (“Siamo
soli nell'Universo?”) del fisico E.Sindoni in cui si
tocca lo stesso tema dell’intervento iniziale previsto a Torino.
Come dimostrato nel post del
27/8 qui sotto, W.Arber e l’Accademia Pontificia si stanno
muovendo con le loro competenze in molte direzioni, compresi i temi
ambientali (“Il
destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”) a cui anche E.Sindoni è
professionalmente interessato (“Ambiente:
catastrofismo o reali pericoli?”).
[Qualche preoccupazione per certe associazioni ambientaliste comunque c’è:
i dinamici Svipop
e CESPAS (Charta
dei cristiani per l’ambiente, Le
bugie degli ambientalisti, Che tempo
farà), di cui era un consulente
ancora nel 2007, sembrano scomparsi
…o congelati]
|
|
29/8/11-USA
|
·
Nel blog Dispatches
from the creation wars il giornalista Ed Brayton, cofondatore
del blog evoluzionista Panda’s
Thumb, cerca di spiegare con parole semplici ad un creazionista USA, Glenn
Beck, uno dei motivi per cui la disposizione dei fossili che vengono
ritrovati può essere razionalmente spiegata solo dagli evoluzionisti (“what I have long called my creationist challenge. To me, the most powerful line of
evidence for evolution is what is called biostratigraphy - the order in which
life forms appear in the fossil record”).
Riuscirà con la sua sfida a convincere il 60% degli americani che
ancora non ci credono?
·
A proposito di Panda’s Thumb, il 25/8 il
blog ci ricorda che il mondo va avanti e che non tutti gli obiettivi
vengono raggiunti: sono ormai passati già più di 20 anni dalla ri-nascita
dell’ipotesi dell’Intelligent Design del reverendo Paley ed è utile fare il
punto della situazione (“Does the
intelligent design movement need to be demolished and rebuilt?”). E’ giusto quindi verificare (con
soddisfazione) che “few (if any) of its stated and
implied goals and plans have thus far come to fruition”.
D’altronde il loro documento programmatico (The Wedge Strategy)
elencava proprio obiettivi quinquennali e ventennali (qui una sintesi).
Anche qualche sostenitore dell’ID comunque si preoccupa ed ha alcune proposte
da far discutere, come l’autore del blog How to debate evolution
nel suo post del 21/8: ”Towards
a Better Version of ID – A Manifesto”.
|
|
28/8/11-IT
|
·
Come si può verificare, nella notizia sottostante
ho sottolineato come Luigi
Luca Cavalli Sforza sia oggi uno degli autorevoli membri
dell’Accademia
Pontificia delle Scienze (e uno dei pochi italiani). Con lui in
Accademia Pontificia ci sono numerosi altri biologi evoluzionisti, a
cominciare dal nuovo presidente dell’Accademia, Werner
Arber.
Dal 10 Novembre 2011 al 19 Febbraio 2012, grazie anche ad un
coinvolgimento del Presidente della Repubblica, presso il Palazzo
delle Esposizioni e le Scuderie del Quirinale, “Codice
- Idee per la Cultura” allestirà la mostra “Homo
Sapiens. La grande storia della diversità umana”,
curata proprio da Luigi Luca Cavalli Sforza, ex-docente a Parma e
Pavia ed oggi emerito della Stanford University, insieme a Telmo Pievani,
dell’Università degli studi di Milano Bicocca.
Sarà una mostra internazionale dedicata
all’esplorazione della storia profonda della diversità umana e all’esaltante
avventura del genere Homo, seguendo le rotte della sua diffusione nei 5
continenti, lungo un percorso durato poco meno di 200.000 anni.
Il percorso espositivo si sviluppa attraverso l’esibizione e la spiegazione
di preziosi originali, fossili e manufatti provenienti dalle culle dell’umanità,
arricchite dagli allestimenti interattivi che portano i visitatori a
interagire con le ricostruzioni e i modelli.
Sarà quindi un’occasione per capire l’intreccio della storia
evolutiva della nostra specie con il dibattito sugli attuali modelli che
cercano di spiegare l’evoluzione biologica. La mostra presenterà i dati che
conosciamo sulla nostra specie e su quelle a noi vicine, sia quelle attuali
che le circa 15/20 specie che costituiscono il cespuglio da cui 200000 anni
fa è uscito l’Homo sapiens, l’unica specie di ominino attualmente
vivente.
Si potranno acquisire le informazioni necessarie per ottenere risposte a
domande che da secoli ci intrigano ma che solo da pochi anni si può
cominciare anche a capire correttamente (Quali sono le ragioni che hanno
portato alla diversità, quali i rapporti tra i geni, le popolazioni e le
lingue?).
La città di Roma, ma anche il vicariato, che si sta attualmente impegnando
proprio in questo campo anche creando semplici strumenti didattici per
diffondere nelle sue scuole cattoliche le basi teoriche dell’attuale biologia
evoluzionistica, avranno quindi nei prossimi mesi l’opportunità di
sfruttare l’eccezionale quantità di
strumenti didattici anche interattivi forniti da questa mostra, curata
proprio da L.L.Cavalli Sforza, autorevole biologo evoluzionista oltre che
componente dell’Accademia Pontificia.
Sembra una buona occasione per collaborare su basi serie e con le persone più
competenti e qualificate dell’APS.
Sono
previste iniziative didattiche per ragazzi e si è organizzata
un’iniziativa (Fatti un Film. Il tuo
cortometraggio in mostra) per invitare i giovani autori
cinematografici a condividere la loro interpretazione dei temi centrali della
mostra, alla ricerca di visioni inedite della storia umana e della sua
evoluzione in epoca contemporanea: storie di oggi, viaggi attraverso i
continenti e migrazioni a volte dolorose, conflitti e alleanze, storie di
diversità culturali, di legami e fratture, di "fratelli"
preistorici che sono partiti da un piccolo punto dell'Africa e sono arrivati
così lontani (sino alla Luna!) da non riconoscersi più.
·
Davvero interessante lo spunto fornito in un blog
cattolico (… Unione
Cristiani Cattolici Razionali) dal professore di matematica e fisica che
lo gestisce. Suggerisce infatti di rivedere nell’archivio RAI un’interessante
e appassionata discussione andata in onda il 13/6/11 durante la
trasmissione Le Storie, curata da Corrado Augias. Sorvolando un
po’ sui commenti negativi (che poi un po’ si riducono nei commenti e nella
discussione che ne segue) si viene invogliati a riascoltare il video della
trasmissione, durante la quale sono stati presentati due recenti libri di T.Pievani
(“La vita inaspettata” Cortina Raffaello,
2011) dell’università Bicocca e di E.Boncinelli dell’Università San
Raffaele (“Che fine ha fatto l’io?” Editrice San Raffaele 2010).
Nonostante il titolo un po’ troppo ideologico del post (“I
goffi tentativi di proselitismo di Corrado Augias…”) e l’evidente
intenzione di orientare la discussione, M.Forestiere comunque introduce, con
prudenza e fornendo anticorpi adeguati, i temi veramenti caldi, almeno per un
blog con questa impostazione culturale, proposti da T.Pievani nel suo libro e
discussi rapidamente anche nella trasmissione davanti ad uno stupito (apparentemente…)
Augias.
Piuttosto interessanti, visto il contesto (e la laurea in matematica),
l’indicazione favorevole al “neodarwinismo” (presentata giustamente come “la teoria dell’evoluzione più in voga negli ambienti
accademici”), le osservazioni un po’ datate “che
la Terra non occupi un posto fisicamente speciale nell’Universo”, che
“l’evoluzione biologica abbia tutte le apparenze
di una storia dominata dalla contingenza, piuttosto che quella di una sorta
di progressione inevitabile destinata a sfociare in un essere dotato di
intelligenza” e che “la Bibbia non va
interpretata in senso letterale”. Non manca il suggerimento ai lettori
(e come provocazione anche a Pievani e Boncinelli) di leggere un articolo del
16/1/06
in cui F.Facchini conferma i dati geocronologici sulla storia della terra e
il motivo della condanna dell’intelligent design (“.. così non si fa scienza. Ci portiamo su un piano diverso da quello
scientifico. Se il modello proposto da Darwin viene ritenuto non sufficiente,
se ne cerchi un altro, ma non è corretto dal punto di vista metodologico
portarsi fuori dal campo della scienza pretendendo di fare scienza”); c’è
da notare che che alcuni cattolici
conservatori italiani ritengono inaccettabili questi dati oggettivi (ad
esempio il VP del CNR o altri che criticano Darwin senza degnarsi di proporre
alternative più credibili e magari attribuendogli gratuitamente l’improbabile
responsabilità di comportamenti aggressivi che sappiamo fossero ben presenti
già negli Spartani, o nei Romani).
Nel corso della discussione si affrontano anche alcuni esempi reali di alcuni
incredibili fenomeni di parassitoidismo animale già citati da Darwin e nella
trasmissione, suggerendo di guardare un video di Attenborough
(BBC) che suscita ovvio interesse e utile curiosità per fatti reali che
devono trovare una spiegazione scientifica. (Altri video si trovano
linkati dal 30/8 in questo
blog)
Curioso un commento finale di un partecipante, in cui si ipotizza una
collaborazione di F.Facchini al sito evoluzionista di Pikaia … pur ritenendo il “compito
assai arduo, dal momento che molti articolisti di quel sito non perdono
l’occasione di inneggiare al nichilismo e all’antiteismo nelle loro
pubblicazioni.”
Apprezzabile anche il rispetto (giustificato anche dalla precisazione “non sono un biologo evoluzionista”) per le
competenze e l’impegno culturale dei due ricercatori, meno criticati rispetto
ad Augias anche dai partecipanti.
|
|
27/8/11-IT
|
·
Nei giorni 31/5 e
6/8
ho citato in questa rassegna stampa la presentazione di un recente libro del
prof. E.Pennetta (“Inchiesta
sul Darwinismo”) e una recensione sull’Avvenire (davvero
sconcertante fin dal titolo: “Darwin
idolo del bigottismo scientifico”), che sosteneva che con quel libro “un
professore di scienze, e quindi competente per formazione e studi, poteva
dare una scrollata ad inveterati pregiudizi”.
Il prof.E.Pennetta si è mostrato un po’ preoccupato della mia definizione di
“strano” attribuita al libro e all’articolo, e l’11 agosto si era premurato
di chiarire nel suo sito (riconoscendo comunque che le mie osservazioni
rientravano nei limiti di un uso corretto della ragione) alcuni fatti che,
incuriosito e interessato, avevo cercato ed evidenziato.
Purtroppo
nel riportare il mio testo del 6/8 nel
suo
sito web, per affiancarlo ai suoi commenti e alle risposte ad alcuni miei
dubbi, perdeva le due informazioni più importanti del mio testo, che
avrebbero permesso anche ai suoi lettori di capire i giudizi che lo avevano
incuriosito.
[Invito quindi chi fosse interessato al problema a trovare le differenze
fra i due testi; i miei giudizi ritroveranno senza problemi le previste
dimostrazioni.
Non essendo un blog, la mia pagina web non prevede discussione, né mai è
successo in otto anni che fosse necessario, anche se certamente ne sono
derivate anche interazioni dirette].
-
Cercherò quindi di essere più chiaro, aggiungendo un paio di premesse di
interesse generale (fra cui una che si riferisce ad una fase di accelerazione
dell’evoluzione culturale umana, che ha portato a importanti differenza anche
fra le culture attuali di Homo sapiens) e una spiegazione sintetica
dei motivi del mio commento e della strana valutazione (come “antivaticane”)
data ad alcune iniziative od opinioni citate.
Fra le
premesse la prima è che l’università non fornisce di solito nessuna garanzia
sulla preparazione dei laureati, né esegue alcun controllo sul loro operato o
su loro dichiarazioni su temi che rientrano nell’ambito delle competenze; per
alcune professioni sono invece gli ordini professionali che hanno qualche
competenza e talvolta tengono d’occhio la professionalità dei loro aderenti;
è normale che i medici di solito comunque evitino di dubitare dei fondamenti
e dei “padri” della medicina, se non vogliono perdere in pochi secondi la
fiducia dei loro pazienti; evitano anche di prescrivere farmaci inutili o
errati o placebo, o di consigliare terapie non valide, se poi non vogliono
perdere del tutto anche i pazienti.
Nel caso della biologia sembra invece che in alcuni casi non ci si debba
preoccupare nemmeno se si rimescolano in modo “creativo” le conoscenze
acquisite nei “templi della conoscenza” con quelle raccolte in altri templi.
Di ciò si possono trovare interessanti prove in rete; come questi due
istruttivi video in cui un docente
di scienze (creazionista biblico) e un sacerdote - e fisico – (un
evoluzionista teista, che però si accompagna ai seguaci dalla fantasiosa
“ipotesi” evoluzionista di Don
Bortoluzzi) raccontano, con diversi livelli individuali di imbarazzo e
di consapevolezza di incoerenza, come
abbiano molta autonomia rispetto al sapere acquisito quando hanno il compito
di insegnare l’evoluzione biologica a fanciulli desiderosi di conoscenze
scientifiche qualificate ed autorevoli.
Data questa prima premessa, perché meravigliarsi che qualcuno che si
accorge di un problema incombente possa comunque avvertire un collega del
rischio di potersi trovare in una situazione “strana” e magari imbarazzante?
Cosa direbbe W.Arber dell’articolo
dell’Avvenire in cui si sfida il suo “bigottismo
scientifico” a reagire “con
scongiuri e anatemi” alle critiche alla teoria dell’evoluzione?
Come seconda premessa ricorderei come un momento molto
importante nell’evoluzione culturale umana sia stata, circa 10000 anni fa, la
sedentarizzazione, stimolata dalla scoperta delle tecniche di coltivazione
delle specie vegetali dove le condizioni ambientali lo permettevano. In
quell’occasione, che certo favorì anche la diffusione dell’addomesticamento
di animali, si sviluppò progressivamente la necessaria divisione del lavoro,
quasi assente fra le popolazioni di cacciatori-raccoglitori allora dominanti
ma tuttora esistenti in aree limitate e marginali.
La conseguente specializzazione delle competenze
permise una progressiva accelerazione dell’evoluzione culturale, che sempre
più trasse vantaggio dal rispetto e dall’utilizzazione delle competenze
individuali per uno sfruttamento sempre migliore delle risorse che i diversi
ambienti potevano fornire.
Siamo arrivati oggi ad una situazione, grazie
anche ad ulteriori passaggi, di estrema specializzazione delle competenze, di
cui tutti in qualche modo hanno rispetto e che riconoscono, e da cui
ovviamente la collettività e i singoli traggono vantaggio.
Come strumenti di garanzia si sono creati e si
accettano quindi criteri di valutazione che permettono di certificare queste
competenze su vari livelli e di premiare le migliori. Ad esempio in ambito
scientifico sono in vigore criteri di valutazione delle idee e anche delle
persone; fra i più qualificati criteri di valutazione delle persone ci sono
per esempio l’attribuzione di qualifiche professionali di diverso livello o
di premi nei casi di contributi eccezionali; fra questi ultimi, i premi Nobel
sono universalmente riconosciuti come i riconoscimenti più ambiti (dagli
scienziati) e ammirati (dagli altri che traggono vantaggio dalle loro
scoperte).
- Per essere più chiaro (anche perché proprio alcune informazioni su cui si
basava il mio commento sono praticamente introvabili anche nei siti
cattolici, nonostante a metà gennaio 2011 anche la Radio
Vaticana e l’Avvenire
avessero citato l’evento): non mi era sembrata una buona idea pubblicare un
libro molto critico verso gli scienziati in generale, ma indirizzato
soprattutto contro Darwin (“Inchiesta
sul Darwinismo”), proprio poche settimane dopo che il Papa aveva nominato
come nuovo presidente dell’ Accademia
Pontificia delle Scienze (un ente istituito nel 1603)
uno scienziato prestigioso come Werner
Arber: premio Nobel, biologo molecolare, evoluzionista,
“neodarwinista” confesso, svizzero e anche protestante.
[Sono quasi certo che, a sette mesi dalla nomina, pochi – anche fra i
cattolici - sappiano riconoscere la sua faccia nelle foto; addirittura, la Radio
Vaticana, e chi ne riprende
le notizie senza nemmeno una verifica su Wikipedia, sbagliano ancora oggi
a scrivere il suo nome!]
- Mi era
pure sembrato utile avvertire che già nel 2008 W.Arber aveva mostrato di
infastidirsi parecchio quando i creazionisti protestanti USA avevano
insinuato che lui fosse un biologo scettico su Darwin o
sull’attuale teoria dell’evoluzione.
Come risposta W.Arber aveva infatti chiesto di pubblicare una precisazione (“Statement on my view on biological evolution” … [chi volesse aiutare Arber e
l’Accademia dovrebbe farla tradurre in italiano, per predisporgli una buona
accoglienza fra i cattolici]) che si conclude molto
chiaramente: “Io sostengo pienamente la teoria
evolutiva neodarwiniana e ho contribuito a confermare ed espandere a livello
molecolare, tanto che ora può chiamarsi darwinismo molecolare”.
Come è evidente, anche per W.Arber, che è un premio Nobel (e già dal 1982
membro dell’Accademia Pontificia delle Scienze), l’attuale teoria
dell’evoluzione e Darwin sono oggi (come è ovvio che sia, in assenza di
ipotesi alternative) fra loro ancora strettamente connessi, nonostante il
nucleo originario darwiniano sia oramai poco riconoscibile, dopo 150 anni di
critiche costruttive e conseguenti integrazioni e ampliamenti
alle sue ipotesi evolutive.
Arber lo ha recentemente ripetuto anche nell’intervista all’Avvenire
del 10/2/11, quando ha ricordato ai lettori anche i suoi meriti come
ricercatore: «aderisco alla teoria neo-darwiniana dell’evoluzione biologica, che ho
contribuito a confermare e precisare a livello molecolare»“.
Non
capisco perché sia “un atteggiamento errato verso
la scienza” fidarsi delle “affermazioni che
provengono da qualcuno che sia ritenuto autorevole nel campo scientifico”. Sicuramente
un premio Nobel come W.Arber, che ha avuto anche la fiducia del Papa, avrebbe
qualcosa di interessante da spiegare a Sermonti e Fondi che il 31/5/11
su www.pontifex.roma.it scrivevano che “Il
mito dell'evoluzione non derivò i suoi concetti fondamentali da nuove
scoperte o indagini effettuate nel campo delle discipline biologiche”
(come se Darwin e Wallace avessero passato il loro tempo in zone ricche di
biodiversità e di barriere geografiche solo occupandosi delle fanciulle
locali…) o al prof. E.Pennetta, che il 14/5/2010 annunciava la “fine
del darwinismo”, senza chiarire quali fossero le alternative da
considerare oggi valide e utili per spiegare al papa l’evoluzione biologica.
In effetti in quei giorni del 2010 c’era in giro un po’ di confusione e di
agitazione per l’uscita di un libro polemico (“Gli
errori di Darwin”), anche se non sempre preciso e corretto; per
fortuna c’erano anche autorevoli biologi che aiutavano i non biologi, che
rischiavano di farsi travolgere dalle polemiche giornalistiche, a capire gli
errori contenute in alcune critiche.
Circa un
mese prima del 14/5, dopo un intervento su Nature
(8/2/10) e uno di L.L.Cavalli Sforza su Repubblica
del 6/4/10 (che già mostravano alcuni errori presenti nel libro), anche
il genetista G.Barbujani (“Gli
errori degli antidarwiniani”) aveva avvertito sul Sole 24 Ore dell’esistenza
di un gravissimo errore: l’incidenza del trasferimento orizzontale dei geni
non era certo così elevata come gli autori del libro, non biologi, avevano
erroneamente capito (“il 45% dei nostri geni
ci deriva per trasferimento orizzontale da altre specie? E chi l’ha detto?” chiede loro Barbujani). La replica
di G. Barbujani del 20/4/10 (“MPP confonde i
geni coi genomi”!) alla risposta che conferma l’equivoco in cui erano
caduti, chiudeva la polemica. Ogni biologo sarebbe
allora inorridito, se avesse notato questo errore di sopravvalutazione di un
meccanismo che certo Darwin ignorava, e che Barbujani aveva spiegato però
solo sul Sole 24 Ore.
G.Barbujani, i cui articoli erano stati ripresi
anche da questa rassegna stampa il 20/4/10, si è certamente dimostrato in
quei giorni un buon punto di riferimento per chiunque avesse sentito la
necessità di un “biologo di fiducia”, una figura utile per orientarsi in un
mondo in cui la biologia e l’ambiente richiedono competenze complesse e
soprattutto aggiornate.
Forse l’autorevole nomina papale del 15/1/11
intende suggerire che anche W.Arber, in quanto premio Nobel ed organizzatore
nel 2008 del convegno
vaticano sull’evoluzione dell’universo, possa essere considerato un “biologo
di fiducia”, almeno per i cattolici, su questi temi? Finora sembra
l’unica novità rilevante uscita da qui convegni, e non si capisce se è il
sintomo dell’esistenza di problemi interni il fatto che non venga
pubblicizzata, con il rischio di equivoci e inutili polemiche con chi fa
notare la novità positiva e non “strana”.
- Dopo aver visitato il sito di “Critica Scientifica”, che contiene
anche post su temi ambientali, potrei suggerire altre pause di riflessione;
riterrei soprattutto urgente far notare che anche W.Arber
ha interessi per questi temi, o almeno si occupa proprio di questi problemi
per il Vaticano, coordinando iniziative di approfondimento e consulenze.
Proprio recentemente, lo scorso 2/4/11, ha organizzato a Roma un convegno di
alto livello all’APS sulle minacce alla sopravvivenza dei ghiacciai che
vengono dai cambiamenti climatici in corso (“Ghiacciai
e riscaldamento globale”).
Essendo un premio Nobel e quindi - anche lui – “competente per formazione
e studi, poteva dare una scrollata ad inveterati pregiudizi”. W.Arber non
ha usato la sua autorevolezza scientifica solo per consigliare i testi di una
giornalista
australiana esperta di biologia molecolare, ma ha potuto portare a Roma i più
qualificati esperti di climatologia, glaciologia e oceanografia, come L.
Bengtsson, P.J. Crutzen, V. Ramanathan [i due esperti
linkati sono quasi di casa, essendo pure da tempo membri dell’Accademia
Pontificia]. Il 2/4/11 a Roma c’era pure il presidente dell’International Panel for Climate Change, R.K.Pachauri.
Dal convegno è uscito poco dopo, l’11/5/11, un preoccupato documento (“Il
destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”) sulle
minacce del riscaldamento globale di origine antropica (non superfluo
quindi l’uso del significativo termine “antropocene”, proposto da
Crutzen, nel documento dell’Accademia Pontificia).
Il documento avverte che la situazione è preoccupante (si sostiene
infatti che
“Gli ultimi due secoli hanno visto una crescita della
popolazione umana ed uno sfruttamento delle risorse della Terra senza
precedenti. Questo sfruttamento ha causato impatti sempre più negativi su
molti componenti del sistema Terra – sull’aria che respiriamo, sull’acqua che
beviamo e sul suolo sul quale abitiamo.
…..
La maggior parte dell’aumento
osservato della temperatura media globale dalla metà del ventesimo secolo è
“molto probabilmente” – il che significa con una probabilità maggiore del 90%
– il risultato dell’aumento osservato nella concentrazione di gas serra di
origine antropica. Il riscaldamento sta avvenendo nonostante l’effetto
concomitante di raffreddamento del particolato atmosferico – in gran parte
emesso dagli stessi processi responsabili dell’emissione di CO2”.
Fra l’altro si confermerebbe
quanto il papa stesso aveva sospettato a Velletri
e a Castelgandolfo
il 23/9/07 – creando qualche perplessità,
qualche approvazione
e addirittura la censura
della seguente frase da parte del sito della R.Vaticana, che riportava solo
il resto del testo: “L’emergenza della
fame e quella ecologica denunciano con crescente evidenza che la logica del
profitto, se prevalente, incrementa la sproporzione tra poveri e ricchi, come
pure un rovinoso sfruttamento del pianeta” [audio, testo integrale
dell’agenzia vaticana Zenit]
-
Interessantissimo poi il fatto che W.Arber sia, con Carlo Rubbia e altri 18
Nobel, fra i componenti della giuria che si è ritrovata a Stoccolma a metà
maggio 2011 (al 3rd Laureate
Symposium on Global Sustainability) per un “processo” (“Planet
Earth vs. Humanity”) che ha visto sul banco degli accusati addirittura la
nostra specie, quasi che anche W.Arber ritenesse che siamo un pericolo per il
pianeta
(questo il documento con la sentenza: Memorandum
di Stoccolma; e questa è la foto del momento della firma di W.Arber,
utilizzabile la prossima volta che qualcuno volesse commentare meglio il suo
impegno per controllare il “rovinoso sfruttamento
del pianeta” temuto dal papa).
Di questa iniziativa del presidente dell’Accademia Pontificia ho visto si è
preoccupato anche il prof.E.Pennetta, che il 12/6/11 ha scelto proprio una
foto con il presidente dell’Accademia Pontificia scattata a Stoccolma (per
quelli che ancora non lo riconoscessero, è il secondo da sinistra) per
illustrare un suo post (“Il
pianeta Terra contro l’Umanità”) in cui critica che questi 20 Nobel “considerino l’umanità come una malattia del pianeta
terra”; il post con la foto e il commento critico verso le posizioni
di Arber e dei 20 premi Nobel è stato anche pubblicizzato inserendo nella
pagina web del National Geographic dedicata al convegno di Stoccolma … un
link al suo post
Che
qualcosa stia cambiando in Vaticano, se ne sono accorti comunque anche negli
USA (“Vatican
urges people to take climate science seriously”), ma l’articolo
sembra in questo caso di apprezzamento.
- Non
posso fermarmi qui, soprattutto dopo aver letto l’intervento del
prof.E.Pennetta del 21/8/11.
W.Arber è considerato da tutti competente anche in biotecnologie (ha ottenuto
il Nobel per gli enzimi di restrizione, strumenti fondamentali per l’analisi
del genoma). Non vorrei che ANCHE la sua prefazione al volume 27, fasc.5
della rivista New
Biotechnology del
Novembre 2010, che pubblica gli atti del convegno “Transgenic
Plants for Food Security in the Context of Development” tenutosi all’Accademia Pontificia nel 2009, potesse
creargli qualche problema, se un giorno che avesse tempo e fosse a Roma
chiedesse di andare a spiegare, ai corsi
per docenti cattolici di scienze
organizzati per le scuole del vicariato di Roma, non solo la biologia
neodarwiniana ma pure alcune sue applicazioni utili, come l’uso delle
biotecnologie negli aiuti allo sviluppo, su cui da tempo è noto il favore
vaticano.
Nel caso dei problemi climatici o della
sostenibilità delle attività umane mi auguro però che valuti correttamente le
sue competenze e quindi mandi qualche altro componente dell’Accademia
Pontificia.
Le competenze disponibili sono
davvero tante; perché non approfittarne, quando gli accademici
fossero già a Roma, per organizzare qualche seminario anche al vicariato? Di
esperti di biologia ed evoluzione di fiducia vaticana se ne vedono parecchi
(Levi-Montalcini, Baltimore, Collins, Kafatos, Cavalli Sforza, De Robertis, De Duve, Khorana, …).
Anche il vicariato potrebbe forse
chiedere di utilizzare le loro competenze universalmente riconosciute anche
per certificare le sue iniziative culturali.
Certo NON sarebbe “strano” se lo facessero; MOLTO strano se, come avviene adesso,
a parlare di evoluzione biologica venisse invitato un geologo che, come avevo
già fatto notare, contesta proprio quanto già accettato in un documento ufficiale
vaticano del 2004,
firmato dal papa attuale.
- [Per concludere:
avendo verificato e dimostrato una non casuale convergenza di “attenzioni”
verso l’Accademia Pontificia delle Scienze anche da parte di altre iniziative
e strutture romane, NON sono più tanto sicuro che si possano sottovalutare i
creazionisti “biblici” USA del Kolbe
Center for the study of Creation.
Nel 2008/2009 per i loro tre
convegni creazionisti “biblici” “antivaticani” (di solito quasi concomitanti
con quelli evoluzionisti vaticani, dove
non volevano la loro presenza) erano riusciti a farsi aprire le porte
dell’Università di Roma La Sapienza il 3/11/08, del CNR il
23/2/09, dell’università privata San
Pio V il 9/11/09, e addirittura il 31/10/08, grazie ad una raccomandazione
di altissimo livello, uno di loro si era introdotto in incognito al convegno
vaticano sull’evoluzione dell’universo organizzato da Cabibbo e Arber, come racconta
con soddisfazione (per l’impresa riuscita) e orrore (per i troppi evoluzionisti
presenti). D’accordo anche con i finanziatori della Fondazione
Templeton i creazionisti infatti NON
erano stati invitati ai convegni vaticani; quelli invadenti furono anche interrotti e allontanati.
Il Centro Kolbe ha comunque
fatto sapere da tempo (2004) cosa propone di eliminare per costruire un mondo
migliore: “The
Pontifical Academy of Sciences and the Crisis of Faith”.
Sembra “molto strano” che nel 2008/09 abbiano avuto tanto successo, ma
certo hanno dimostrato di avere tanti amici a Roma che li invitano a
raccontare (perfino al CNR) che la terra
avrebbe solo 6000 anni di vita.
E sembra quindi “strano”, ma forse spiegabile, che ora critichino i
consulenti scientifici di fiducia del Vaticano anche ambienti che
inizialmente si
proponevano invece di difendere il papa da M.Cini e dagli universitari
della Sapienza]
- [Spero di aver ben chiarito e documentato perché alcuni fatti e
posizioni mi risultassero un po’ “strani”; d’altronde si sapeva: chi
nel 2009 ha invitato al CNR e ha finanziato i creazionisti cattolici del
Kolbe Center già nel 2008 era certo che, anche per le questioni che
riguardano i rapporti fra scienza e fede, ci fossero problemi di eresia e
sospettava che “la
navicella di Pietro fosse in balia delle onde e dei colpi che le provengono
dall’interno più ancora che dal suo esterno”.
Credo
quindi di non aver altro da aggiungere su un problema che, così impostato e
gestito, mi sembra evidente come sia esclusivamente un
problema interno alla chiesa, che a livello centrale sembra dotata di
strumenti per gestirlo, se lo volesse fare. La scienza procede in modo
diverso, usando i risultati delle ricerche e rispettando e verificando al
meglio competenze e metodo scientifico, as usual da qualche secolo.
Chi meglio di Werner Arber (Department
of Microbiology, University of Basel, Klingelbergstrasse 70, CH-4056, Basel,
Switzerland) potrebbe essere invitato per un chiarimento e per rispondere
ai dubbi che è evidente si abbiano sull’APS molto più che sulla scienza?
Chiunque avrebbe più fiducia e rispetto di un premio Nobel ch si definisce “neodarwinista”,
preoccupato per il rovinoso sfruttamento del pianeta
e per il riscaldamento
globale causato probabilmente dall’attività umana e che comunque
dev’essere gestito urgentemente (“Receding
Glaciers Require Urgent Responses”).
Per info ulteriori: Pontificia Accademia delle Scienze, Casina Pio IV,
V-00120 Città del Vaticano. Tel. +39 06 69883195 - Fax +39 06 69885218 pas@pas.va
Si consideri comunque che il prossimo 12 febbraio W.Arber
potrebbe essere già impegnato in qualche Darwin Day. D’altronde non sarebbe
una novità: anche un paio di esperti dei convegni evoluzionisti vaticani,
Francisco Ayala e l’astronomo pontificio precedente, Padre Gorge Coyne, sono
già stati “scoperti” a festeggiare allegramente il compleanno di Darwin
nel centenario del 2009].
|
|
26/8/11-USA
|
·
Interessanti novità giungono oggi da Science
sui Denisovani, nostri antenati dell’Asia centrale imparentati sia con i
Neandertaliani che con gli H.sapiens successivi. Un paio di articoli
di Anne Gibbons (“Who Were the
Denisovans?” “A Denisovan
Legacy in the Immune System?”) annunciano che una rara variante di un
antigene immunitario del sistema HLA sembra presente nel reperto di Homo
trovato a Denisova. Commento e discussione (e qualche dubbio) nel blog
autorevole di John Hawke (“HLA class-I loci in
Neandertals and Denisova”)
·
Grande successo (oggi già 11000 lettori) per un
articolo di C.Mora et al su PLOS (“How Many Species Are There on
Earth and in the Ocean?”). Commento e discussione di M.Ferrari sul
suo blog Leucophea.
Se ne parla anche su Science (“8.7 Million: A New Estimate for
All the Complex Species on Earth”).
I naturalisti sono abituati a fare scommesse e a dare i numeri da
decenni su questo problema. E a scrivere articoli per lettori che non hanno
idea di quanti miliardi di batteri hanno al loro interno (oltre a non
preoccuparsi, tranne che all’ora di pranzo o al supermercato delle altre
specie che invece vivono all’esterno).
Una stimolante questione connessa, affrontata da un altro articolo di PLOS,
potrebbe essere: Why Worry about How Many Species and Their
Loss? Davvero impressionanti i grafici che indicano la crescita
esponenziale (dal 1800 ad oggi) del numero di specie contati (magari male) in
alcuni gruppi tassonomici. Vengono davvero seri dubbi sulle finalità della
vita sulla terra e su quale sia quindi
il ruolo e il futuro, più o meno garantito e duraturo, della nostra
specie.
|
|
25/8/11-IT
|
·
Il Sole 24 ORE presenta da domani venerdì 26
agosto “Beautiful Minds”. La vita, le opere e le scoperte dei più
grandi scienziati del passato raccontate dagli esponenti più autorevoli del
pensiero scientifico italiano. Qui
l’elenco dei DVD che si susseguiranno fino alla fine del 2011. Ogni DVD
sara' corredato da un libretto che raccoglie delle note biografiche relative
al relatore e un breve inquadramento dell'epoca e dello scienziato
analizzato. In edicola dal 26 agosto a 9,90 euro il primo DVD con Piergiorgio
Odifreddi che racconta "Pitagora, Euclide. La nascita del pensiero
scientifico"
|
|
25/8/11-USA
|
·
Una delle icone del conservatorismo USA, la
giornalista Ann Coulter ritorna ad occuparsi di Darwin e della teoria
dell’evoluzione.
Le ultime novità vengon raccontate in un articolo nel sito web Mediamatters
for America: “Coulter
Continues Her War On Science With A Misguided Attack On Evolution”, dove
si cita il suo
ultimo articolo che riporta le false critiche dei creazionisti USA come
se fossero state dimostrate.
Per fortuna in Italia la situazione è decisamente migliore, forse anche
grazie alla confusione che domina nel mondo dell’antievoluzionismo, sempre
incerto (ed è comprensibile) nella scelta delle migliori ipotesi alternative
sbagliate e fantasiose. Negli USA almeno cercano di convergere sulle ipotesi
che sembrano meno folli.
|
|
24/8/11-USA
|
·
Il Washington Post (“Attention
Governor Perry: Evolution is a fact”) intervista oggi l’evoluzionista
inglese R.Dawkins sulle idee creazioniste del governatore del Texas Rick
Perry il 18/8. Non sembra troppo preoccupato, dato che non è una grande
novità, purtroppo: “There is nothing unusual about
Governor Rick Perry. Uneducated fools can be found in every country and every period of
history, and they are not unknown in high office.” Gli spiace, e non capisce come sia possible, che
R.Perry sia uno dei nomi proposti come possible futuro candidato
presidenziale, nonostante “the population of the
United States is more than 300 million and it includes some of the best and
brightest that the human species has to offer, probably more so than any
other country in the world”.
|
|
24/8/11-IT
|
·
E’ stato inserito in rete il video della conferenza
tenuta il 12/6/11 a Lugano al CICAP Ticino da B.Mautino
sull’antievoluzionismo in Italia. I link sono recuperabili nel blog
di P.Attivissimo.
Uno dei punti più interessanti della conferenza è il momento in cui spiega
come rinasce (circa 200 anni dopo il primo proponente, W.Paley) l’ipotesi
dell’intelligent design, un evento truffaldino documentato da un clamoroso
errore che potrebbe davvero essere definito “anello mancante”:
E’ una famosa coppia di parole (“cdesign proponentsists”) che è citata anche qui
sopra nell’introduzione e unisce indissolubilmente il creazionismo pre 1987
all’intelligent design miracolosamente rinato in seguito alla sentenza della
corte suprema del 1987 contro l’insegnamento del creazionismo nelle scuole.
Chi fosse interessato all’origine delle idee (in questo caso all’idea di
Intelligent Design) e non conoscesse ancora la storia di questo
errore maldestro, scoperto e
dimostrato dalla filosofa Barbara Forrest consulente del processo
di Harrisburg/Dover, può approfittare del video N.4 con B.Mautino.
Sullo
stesso tema è carino anche il video proposto dall’NCSE, ma è in
inglese.
Una notizia che richiederebbe un po’ di chiarimenti ulteriori è quella della
scoperta di Ida, il Darwinius
masillae del 2009, un fossile eccezionalmente completo di adapide (e
quindi una strepsirrina) di circa 47 milioni di anni fa che si era cercato di
presentare come un fossile sulla linea evolutiva che porta all’uomo (che
appartiene al sottordine delle aplorrine). Sul tema sia il blogger Brian
Switek che il giornalisti Carl
Zimmer e Ann
Gibbons hanno svelato verità che gli autori dell’articolo non volevano
svelare (tanto è vero che hanno dovuto modificare
l’articolo per aggiungere conflitti di interesse prima negati).
|
|
23/8/11-USA
|
·
[da NCSE] The National Center for Science Education is
pleased to offer a free preview of Geerat Vermeij's The Evolutionary World (Thomas Dunne Books, 2010). The preview
consists of chapter 9, "Dispatches from a Warming World," in which
Vermeij discusses the evolutionary consequences of a warming world.
|
|
23/8/11-IT
|
·
Interessante iniziativa di base realizzata a Mazara
del Vallo. Imitando rare iniziative simili (anche se certamente più
impegnative e con obiettivi ben più ambiziosi) realizzate a Londra (al Natural
History Museum) è stato aperto un “Darwin
Center”. Con l’intenzione di aiutare i cittadini a capire un po’ meglio
la semplicità esplicativa e l’utilità delle attuali idee della biologia
evolutiva. L’impegno è da far tremare le vene e i polsi, ma il gruppo
fondatore sembra ottimista e deciso: “Finalmente,
ecco un sito, un luogo fisico, un’istituzione dove poter affrontare
problematiche scientifiche a Mazara del Vallo, affinchè questa cittadina esca
definitivamente dal letargo medioevale dominato da una cultura
pseudoumanistica, retorica, parolaia, clericale, borghese, ipocrita,
promotrice di disinformazione e quindi diseducazione, per accedere pienamente
alle Grandi Idee mondo contemporaneo”. Il materiale
informativo per organizzare qualche serata sull’evoluzione (orientando
diversamente le sedie) non manca, anche se gli obiettivi da approfondire che
si propongono sembrano forse un po’ troppi “(Fisica
Quantistica, Geofisica, Cosmologia, Scienze Evoluzionistiche, Biologia Molecolare,
Biologia Sintetica, Biogenomica, Ingegneria, Informatica, Nanotecnologia,
Intelligenza Artificiale, Scienze Sociali, ecc)”.
[NB: La maglietta riporta “Alma graduate school”, mentre la pubblicità
sensibile al contesto non concede – per ora - altro che … l’università della
CEPU!]
|
|
22/8/11-IT
|
·
[Da Pikaia]
Anche Niles Eldredge tra gli ospiti del festival
del libro di Pordenone, previsto tra il 14 e il 18 settembre. Lectio
magistralis di Niles Eldredge, domenica 18 settembre, Convento di San
Francesco
·
[Da Pikaia] Chi
fosse scettico sul riscaldamento globale troverà presto sul proprio tavolo
dati difficilmente contestabili. Sono quelli che non riguardano temperature o
livelli marini, ma le reazioni automatiche delle specie animali alle
variazioni di temperatura che coinvolgono periodi di tempo rilevanti per la
loro sopravvivenza. Già cominciano ad arrivare da anni i risultati di
ricerche che mostrano come la distribuzione di numerosi organismi terrestri
si sia modificata nel corso degli ultimi decenni a causa del recente
incremento delle temperature a livello globale: molte specie, infatti, si sono
spostate verso le cime delle montagne o hanno raggiunto latitudini più
elevate. Comparando gli areali di oltre 2000 specie tra piante e
animali nel corso degli ultimi 40 anni, un gruppo di ricercatori guidato
da Chris Thomas dell'Università di York ha scoperto (Rapid Range
Shifts of Species Associated with High Levels of Climate Warming.
Science, 2011; 333 (6045): 1024 ) che le specie hanno modificato il loro
areale di circa 11 metri per decade in altitudine e di 16,9 chilometri
per decade verso i poli. Citazioni
dell’articolo. Ne aveva parlato anche M.Ferrari nel suo blog Leucophea
il 18/8
|
|
18/8/11-USA
|
·
Sempre dal Texas, ma in questo caso la
notizia non è positiva: nel sito web Gawker
si racconta di un bambino che ha chiesto al governatore del Texas Rick
Perry le sue opinioni sull’evoluzione, e lui ha risposto: "It's a theory that's out there. It's got some gaps in it. In
Texas we teach both Creationism and evolution". Se è chiara la sua posizione
creazionista, per fortuna sembra non sappia che il creazionismo non viene
insegnato a scuola nemmeno nel Texas: nel 2009 il board of education aveva
raccomandato che i testi contenessero ambedue le opinioni, ma in realtà non è
mai stato approvato finora alcun testo scolastico che davvero contenesse
posizioni creazioniste…
|
|
15/8/11-USA
|
·
[da NCSE]
Vittoria
finale degli evoluzionisti nel board of education del Texas sulle scelte
dei libri di testo di scienze da adottare. Il Texas è lo stato più influente
(determina anche le scelte degli altri stati) per quanto riguarda i libri di
testo adottati nelle scuole. La vittoria quindi è rilevante e avrà effetto in
tutti gli Stati Uniti.
|
|
12/8/11-USA
|
·
E’ stata finalmente realizzata, purtroppo per ora
solo in inglese, un’iniziativa utile per stimolare le domande che attivano la
curiosità necessaria per avvicinarsi nel modo corretto alla comprensione
della teoria dell’evoluzione. Primate
Conservation annuncia l’apertura del sito web All
The World's Primates, che
dovrebbe fornire informazioni sulle caratteristiche di tutte le specie di
primati attualmente vivente. Dovrebbe quindi permettere di
conoscere tutte quelle informazioni che i primatologi hanno raccolto in
decennti di ricerche svolte nei laboratori e sul campo, nei paesi in cui
vivono le circa 300 specie di scimmie. In un momento in cui molte specie di
primati vedono minacciati di distruzione gli unici ambienti in cui vivono è
indispensabile che la maggior parte delle persone prenda conoscenza della
situazione, dei danni che si possono arrecare alla biodiversità e delle
possibili soluzioni.
Director of
Primate Conservation, Inc. Noel Rowe said "A major part of conservation
is education so we think it's important to have an in-depth online primate resource in a form that stays current and is easy to
use and shows the beauty and diversity of
the whole primate order for the first time." All The World's Primates website encompasses all primates
including all the newly described. It is updated
regularly by contributors, most of whom have done the original research. The information is fully referenced with over
20,000 citations.
For those who wish to simply look at the apes, monkeys and prosimians there are hundreds of videos and more
than 3000 photos and illustrations to enjoy.
Based on an interface that allows quick organization of primates
by name, country, risk of extinction and several other
criteria; the database includes each primate's description, taxonomy and range. Detailed information is available
including each primate's conservation status, diet, life history, behavior,
social systems and physical measurements by clicking on a tab. Complete data sets are available for researchers. There are
materials useful for students and laypersons including overviews and introductory articles on
topics in primatology and physical anthropology.
Come si legge (se si sa l’inglese) è uno strumento utile
anche per persone non esperte ma curiose.
Puo’ davvero essere uno strumento che permette di capire, attivando la
curiosità, quali sono le domande che fanno muovere la ricerca scientifica
nell’ambito della primatologia.
Già solo l’”incredibile” correlazione fra la deriva dei continenti (un evento
certamente non biologico), la storia evolutiva delle diverse specie di
primati, e i diversi ambienti che si sono creati nelle diverse aree
geografiche permettono di capire come si è formata l’incredibile varietà di
primati con caratteristiche diverse, alcune comparse in tempi più antichi ed
altre più recentemente, magari nei tempi (circa 25 milioni di anni fa) in cui
si sono differenziate le prime forme di scimmie antropomorfe che hanno poi
dato origine ai nostri antenati.
Tutte queste informazioni permettono di spiegare le logiche dietro
all’attuale tassonomia delle circa 300 specie di primati; già solo capire
come eventi geologici ed ecologici interagiscano con gli eventi (ad esempio
quelli che riguardano il patrimonio genetico) che noi riteniamo magari gli
unici rilevanti per l’evoluzione biologica, permette di capire concetti che
molti antievoluzionisti non riescono nemmeno ad immaginare.
·
In occasione dell’uscita in
agosto negli USA del film di fantascienza di Rupert Wyatt “L'alba
del pianeta delle scimmie”, Scientific American ha pubblicato
un articolo (“Placet
of Apes”) per mostrare come fosse la terra quando, nel miocene, da 23 a 5
milioni di anni fa, la terra era davvero il pianeta delle scimmie
antropomorfe (e non delle scimmie!, come suona la
traduzione italiana), numerose erano infatti le specie di antropomorfe
(simili agli attuali scimpanzé, gorilla e oranghi) che allora vivevano
nell’ampia zona compresa fra l’Africa centrale e l’Asia sudorientale. Come
sappiamo, la successiva contrazione delle foreste tropicali, dovuta a
cambiamenti climatici connessi con la progressiva riduzione delle temperature
nel Miocene, limitò notevolmente l’area di diffusione delle antropomorfe.
|
|
11/8/11-IT
|
·
Davvero interessante (e utile) l’articolo comparso
sull’Espresso (“Un
filo nero tra Oslo e l'Italia”): Nell’articolo si analizza l’indirizzario
che il norvegese Breivik, usa per inviare le mille pagine del suo progetto di
restaurazione di un Europa monoculturale (“I am a
supporter of a monocultural Christian Europe”, ripete spesso,
criticando ovviamente le attuali religioni che accettano e spesso promuovono
il multiculturalismo); rievoca infatti con nostalgia i tempi delle Crociate,
dei Templari che ammira forse anche grazie all’intreccio con la massoneria a
cui aderisce, della vittoria di Lepanto sull’Islam, che oggi costituirebbe una
minaccia e un pericolo da contrastare. Breivik inviò il suo manifesto giusto
un’ora e mezza prima di mettere in pratica, apparentemente da solo nella sua
follia, un progetto di morte
L’articolo dell’Espresso è utile in quanto permette di verificare
quanto ci sia di strumentale in chi, soprattutto fra i creazionisti USA, ha
cercato di intrecciare questi tragici eventi con il dibattito sulla teori
dell’evoluzione, nonostante anche Il Foglio abbia suggerito di evitare
di strumentalizzare i deliri di chi in realtà ambiva solo a diventare «il più grande mostro dopo la seconda guerra mondiale».
Già pochi giorni dopo gli avvenimenti alcuni creazionisti USA che avevano
letto le follie contenute nelle 1500 pagine del manifesto politico di Breivik
(“2083
A European Declaration of Independence”), forse un po’ sconcertati dal
suo fondamentalismo religioso protestante e anche dalla copertina
del suo manifesto,
occupata dalla croce e dal motto dei cavalieri templari, cercano di amplificare
e di usare fuori dal contesto le poche citazioni di Darwin e della
distorsione delle sue idee, che hanno portato al “darwinismo sociale”.
Strumentalizzazioni in questo senso del pensiero di Breivik si trovano
inizialmente soprattutto nei siti creazionisti USA e questo
articolo o questo (“Fundamentalist
Christian or Deranged Social Darwinist?”) ne sono solo un piccolo
esempio, anche se uno dei primi e più rilevanti è senza dubbio l’articolo
comparso il 24/7 nel sito dell’Intelligent Design (“Norway
shooter a Darwinian terrorist?”).
Sconcerta il fatto che un esempio si possa trovare anche in un sito cattolico
italiano. Imbarazzante mi sembra l’articolo (“Fondamentalista
cristiano? No massone“) pubblicato recentemente nel sito del quotidiano
cattolico on line Korazim.org. Sconcerta come si sintetizzi erroneamente
il suo percorso culturale in questo modo: “Breivik è, sì, stato battezzato secondo la sua volontà,
e originariamente era un Protestante Liberale, ma che in seguito ha perso la
sua fede cristiana, ha dubitato dell’esistenza di Dio, e ha abbracciato le
teorie evoluzioniste di Charles Darwin. Un percorso che lo rende simile
ad un altro attentatore, quel Timothy McVeigh che portò a termine la strage
di Oklahoma City nel 1995”. Nel suo manifesto – costituito in parte anche da
testi altrui – Breivik, in una sconcertante intervista simulata,
dice solo che anche la principale opera di Darwin era stato per lui un libro significativo,
e lo inserisce in una seconda lista di libri meno importanti, insieme ad
altri testi fra cui i testi sacri delle principali religioni monoteiste [Per
fortuna chi ha proposto il titolo dell’articolo ha posto l’accento non
sull’adesione all’”evoluzionismo” ma soprattutto sull’adesione alla
massoneria!].
Forse sarebbe stato più rispettoso del suo pensiero riportare invece questa dichiarazione
più esplicita, che viene però ignorata … (“I have studied Norse
Mythology and have a lot of respect for the Odinist traditions. I consider
myself to be a Christian, but Odinism is still and will always be an
important part of my culture and identity”). Certo
“terrorista odinista” non è una definizione utilizzabile. Un articolo molto
simile su Breivik, ma senza assurde strumentalizzazioni antievoluzioniste, lo
aveva scritto per il Giornale M.Introvigne il 25/7 (“Perché
voleva colpire l'Italia di Ratzinger”).
E’ piuttosto strano soprattutto che questa rappresentazione semplicistica ma
tendenziosa del percorso culturale di Breivik trovi posto in un sito
cattolico autorevole proprio adesso che il Papa ha nominato un pacifico
biologo evoluzionista, il premio Nobel Werner
Arber, come Presidente dell’Accademia
Pontificia delle Scienze; non è certo questo il momento migliore per
imitare i creazionisti USA associando gli evoluzionisti ai peggiori
delinquenti, e che lo si faccia nel sito di un quotidiano online rivolto ai
giovani cattolici senza informare appunto della carica che il papa ha
attribuito a un premio Nobel che “ha abbracciato le teorie evoluzioniste di Charles Darwin”.
Si sarebbe anche dovuto citare anche quanto ha riferito (R.Vaticana
del 29/5/11) il Card.Ravasi, che si è mostrato stupito che i cattolici
dimostrassero molta confusione sul “darwinismo” (forse anche a causa di
educatori o giornalisti che non hanno informato correttamente nemmeno gli
attuali giornalisti): “La Chiesa
non condannò mai Charles Darwin, né la sua teoria dell’evoluzione. Tuttavia,
molte persone sono ancora convinte che si opponga a questa teoria scientifica”.
Sarebbe quindi importante provvedere ad informare appena possibile i lettori
di Korazym.org che per fortuna l’ampio indirizzario (che l’Espresso ha
studiato e verificato) di quelli che Breivik riteneva, forse a torto, che
potessero unirsi a lui nel folle obiettivo della restaurazione di un’Europa
medioevale non più multiculturale NON comprende affatto biologi evoluzionisti
(come potrebbero aver immaginato i lettori di Korazym.org) ma è pieno
di conservatori un po’ di tutti tipi, politici nostalgici delle diverse forme
di fascismo e cristiani nostalgici del cristianesimo medioevale.
Interessante quindi notare, per quanto riguarda i 117
italiani presenti nell’indirizzario, un’ampia presenza di aderenti ad
organizzazioni della destra politica e religiosa, e quindi una ovvia
prevalenza piuttosto, se proprio, di antievoluzionisti … a conferma della
necessità che in certi ambienti si studi un po’ più di biologia e si
pubblicizzi meglio, invece di continuare a ignorarla, l’impegnativa scelta
che il papa ha fatto il 15/1/11.
Si eviterebbero gaffe clamorose e imbarazzanti, non si indurrebbe in errore i
giovani delle GMG, e si smetterebbe di organizzare iniziative
antievoluzioniste attorno alle mura del Vaticano.
Da notare comunque che questo giornalista è in buona compagnia. Anche i
giornalisti della Radio
Vaticana non pensano sia necessario verificare e correggere l’ortografia
del cognome del Presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, tuttora
errato e ripreso errato ormai in numerosi
siti web.
Piuttosto che coinvolgere molto impropriamente Darwin, magari sarebbe più
interessante riflettere sul confronto che un noto giornalista turco, M.Akyol,
propone invece fra Breivik e Bin Laden nel suo articolo “How
christian is Breivik?”, su Hürriyet del 29/7/11, dove fa notare come
ambedue siano figure ugualmente imbarazzanti e inaccettabili per i
correligionari: “But, alas, this is the same
thing we Muslims have been saying about al-Qaeda and most of its terrorists:
Theirs was not a genuine expression of the Muslim faith, but a highly
politicized, paranoid and fanatical expression of Muslim identity”.
M.Akyol ci ricorda comunque che c’è un parlamentare europeo italiano, M.Borghezio, ben più
autorevole e rappresentativo di Breivik, che riesce comunque a ritagliarsi
una propria posizione autonoma sul problema che angosciava anche Breivik, la
relazione fra il multiculturalismo americano ed europeo, che lo
ossessionavava (un gruppo di musulmani gli aveva anche rotto il naso a 18
anni), e il relativismo culturale.
Breivik non è comunque l’unico in Europa e in Italia a preoccuparsi
oggi dei problemi di integrazione fra culture diverse.
|
|
9/8/11-IT
|
·
Nel National
Geographic di agosto un
articolo su un nostro antenato scoperto recentemente, l’Australopithecus
sediba (anche i paleoantropologici forniscono continuamente nuove prove
dell’evoluzione umana). Qui alcune foto
del reperto e degli scavi recentemente effettuati in Sudafrica
|
|
8/8/11-USA
|
·
[da NCSE]
Sembra che per gli insegnanti USA anche la discussione a scuola dei
cambiamenti climatici stia diventando un problema ideologico, per cui aumenta
la probabilità di dover gestire situazioni che oltrepassano gli aspetti
meramente scientifici del problema. Se
ne parla nell’articolo “Teachers "feeling the
heat" over climate change”
·
Non fa mai piacere quando ti avvertono
improvvisamente che stai perdendo il tuo tempo; questo può avvenire anche
leggendo un libro.
Nel campo della scienza comunque avviene spesso e dobbiamo aspettarcelo.
Avevo da poco iniziato a leggere un libro di M.Tomasello del Max Planck
Institute di Lipsia sull’altruismo nei primati e nell’uomo (“Altruisti
nati. Perché cooperiamo fin
da piccoli”,
2010), ed un articolo su Scientific American di agosto (“On the Origin of Cooperative
Species: New study reverses a decade of research claiming chimpanzee
selfishness”) mi
avverte che è stato pubblicato oggi su PNAS un articolo (Victoria Hornera, J. Devyn Cartera, Malini Suchaka, and Frans B.
M. de Waal 2011: Spontaneous prosocial choice by chimpanàzees Proceedings
of the National Academy of Sciences : 10.1073/pnas.1111088108) che è “the
first paper to document spontaneous prosocial choice by chimpanzees, a species that, until now, was thought to be “indifferent to the
welfare” of others”. Alla
faccia di chi proprio in questi giorni si lamenta che la scienza non avrebbe
aperto “orizzonti nuovi” negli
ultimi decenni, qualcosa di nuovo all’orizzonte c’è anche oggi, ed è di
un’importanza tale che “reverses a decade of
scholarship claiming that humans are profoundly different where it comes to
regarding others”.
Basti pensare che solo sei anni fa Nature pubblicava un articolo dal
titolo “Chimpanzees
are indifferent to the welfare of unrelated group members”.
Che faccio? Chiudo il libro e ne inizio un altro? Spiace, anche perchè
nelle prime pagine si sottolinea come l’insegnamento sia un’attività umana
decisamente altruista in quanto, sempre che coinvolga persone competenti e
non incompetenti presuntuosi e magari ideologicamente motivati, è rivolta al
miglioramento del livello culturale dell’umanità. Da oggi dobbiamo diffidare
di chi sostiene ancora che gli scimpanzè sono indifferenti al benessere di
soggetti non imparentati. Forse non ci si pensa, ma la conoscenza ci ha
permesso di uscire dalla preistoria, anche indicandoci come scegliere le
persone aggiornate e competenti di cui fidarsi!
Domenica prossima uscirà negli USA il film di fantascienza di Rupert Wyatt “L'alba
del pianeta delle scimmie”; nei cinema italiani
l’arrivo è previsto invece per il 23
settembre. Sarebbe importante che la fantascienza non oscurasse o distorcesse
quanto di importante e utile anche i primatologi forniscono quotidianamente
come contributo di conoscenza per gestire meglio l’unica nostra specie e
l’unico nostro pianeta.
|
|
6/8/11-IT
|
·
Il Giornale di Brescia informa (“La
scienza, la fede e l'evoluzionismo: tra scienziati e teologi un dialogo
necessario”) che dal 20/7 saranno disponibili gli atti di un convegno
(L’Evoluzione Biologica. Dialogo tra Scienza, Filosofia e Teologia”)
organizzato il 27/11/2010
a Milano dai medici
cattolici. I partecipanti furono Agazzi, Anzani, Brambilla, Galleni,
Lambertenghi, Lattuada, Manzi, Ravasi, Sanchez).
·
Sempre oggi e sempre sull’Avvenire un
commento a un recente articolo comparso sul Sunday Times che riporta
le opinioni di un neurobiologo e di uno psichiatra inglese sui limiti –
fisici ed energetici secondo loro - a cui sarebbe arrivata l’intelligenza
umana. Oltre alle riflessioni spesso generiche e banali (il “cervello troppo pieno” è molto gettonato) che
troviamo anche in altri
quotidiani costretti a commentare una notizia poco chiara (non si fa
infatti riferimento ad una specifica ricerca scientifica) è curioso e
preoccupante come il commento dell’Avvenire (“Presunti
limiti dell’intelligenza e un’irrinunciabile speranza”) trascenda
addirittura in una critica globale alla scienza come strumento –
inefficiente! - di conoscenza (“è certamente vero
che da molti (troppi) decenni la scienza non riesce più a travalicare i
limiti e ad aprire orizzonti nuovi, tali da far sperare in un salto di
qualità nel processo di sviluppo dell’umanità. A proposito di sviluppo,
proprio il limite dell’intelligenza cognitiva potrebbe segnare la plateale
sconfitta di quel razionalismo scientista che tutto ha puntato sulle sorti
umane e progressive”).
Non è ben chiaro che cosa si aspettasse dalla scienza questo giornalista,
visto che proprio negli ultimi 6 decenni è avvenuto – fra l’altro - almeno
l’incredibile sviluppo delle conoscenze scientifiche nel campo della biologia
e della medicina.
Viene il sospetto che lo preoccupi davvero il fatto che il San Raffaele, che
tanto (forse troppo) ha investito in questo settore, possa oggi essere
salvato solo dalla finanza cattolica e vaticana, che magari dovrebbe
occuparsi non di ricerca avanzata in biologia evoluzionistica, ma di
rispondere alla domanda sul trascendente che al giornalista sembra più
interessante: “il mondo è davvero tutto qui?”.
Per fortuna nell’articolo compaiono poi altri guai ben più seri e altri
problemi oltre al pericoloso “razionalismo
scientista”: “Basti pensare ai guai
colossali del sistema capitalistico e finanziario, divorato dall’interno
dalle proprie regole selvagge. Per non parlare delle guerre e di tutte le
ingiustizie che da un capo all’altro della Terra si inseguono, in un
terrificante continuum”.
Ce n’è a sufficienza per farlo dubitare di quello che chiama ironicamente e
tristemente “disegno intelligente: guerre,
disuguaglianze, intolleranze, tensioni sociali e povertà [che] sembrano contraddire ogni giorno la nostra
intelligenza delle cose”.
Per fortuna, in fondo, sembra che la scienza non sia proprio il peggiore dei
mali.
·
Incredibilmente istruttiva (ma sconcertante) la
possibilità di incrociare uno strano articolo antievoluzionista pubblicato
oggi dall’Avvenire (“Darwin
idolo del bigottismo scientifico”) con altri documenti recentemente
pubblicati (e che non sembra siano tutti rispettosi delle decisioni delle
autorità religiose responsabili del settore).
L’articolo è una recensione ad un libro di E.Pennetta, pubblicato all’inizio
dell’anno (“Inchiesta sul darwinismo, come si costruisce una teoria”).
Dalle informazioni presenti nel commento che avevo scritto il 31/5/2011, al momento della presentazione di questo
strano libro, puo’ venire un primo spunto per capire come sia l’articolo
dell’Avvenire che il libro sembra si inquadrino in un’iniziativa che sarebbe
corretto definire “antivaticana” più che “antievoluzionista”.
Si evidenziava come il libro nascesse in contemporanea ad un’iniziativa che
il vicariato di Roma aveva affidato proprio a E.Pennetta e a un gruppetto di
docenti che né mons.Ravasi né N.Cabibbo avrebbero invitato – per le loro
posizioni o per le loro diverse competenze - alle iniziative ufficiali
organizzate dal Vaticano nel 2008 e 2009 per discutere di scienza, di storia
della terra, di Darwin e dell’evoluzione biologica.
L’iniziativa, denominata
“L'INSEGNAMENTO
DELLE SCIENZE” era nata per formare docenti capaci di
presentare una scienza … “religiosamente” corretta (“il
ruolo degli insegnanti della scuola cattolica, … deve essere proprio quello
di indicare come realtà provvisorie e non come verità dogmatiche quegli
aspetti delle teorie che sono frutto dei "paradigmi" del momento”).
Proprio in maggio, nei giorni in cui questo libro veniva presentato nella
sede della Provincia di Roma (!?), mons.Ravasi organizzava in Vaticano la
presentazione degli atti del convegno organizzato da lui su Darwin.
Basta leggere - nell’articolo
pubblicato dalla R.Vaticana – gli interventi di Ravasi (“La Chiesa non condannò mai Charles
Darwin, né la sua teoria dell’evoluzione. Tuttavia, molte persone sono ancora
convinte che si opponga a questa teoria scientifica”) e di G.Auletta (“La conoscenza scientifica non è semplicemente una conoscenza
di serie B che ha a che fare con alcune questioni empiriche o di poco conto,
ma è conoscenza della verità nel senso più pieno della parola e quindi
meritevole di essere presa molto sul serio. Una filosofia e una teologia che
non sono in grado di recepire questo, di fare i conti con questo, secondo me
si condannano a priori a una morte rapida, perché una filosofia senza scienza
rischia di scivolare nell’estetismo del relativismo.”) per capire che qualcosa non quadrava; era evidente che
continuava quel contrasto in cui si era inserito anche De Mattei quando il
23/2/2009 aveva fatto entrare addirittura al CNR – per uno dei tre congressi
fotocopia che avevano organizzato a Roma nel 2009 - la banda dei creazionisti
del Kolbe Center
for the Study of Creation - furiosi che mons.Ravasi li avesse cacciati
dal suo convegno su Darwin. [Al convegno invece erano presenti F.Ayala e Padre G.Coyne,
un tempo astronomo pontificio per 25 anni, che qui vediamo festeggiare
allegramente il compleanno
di Darwin nel 2009].
Ma non è finita qui. Come ho già dimostrato, oltre al contrasto fra
creazionisti ed evoluzionisti, c’è anche un po’ di incoerenza e di ignoranza.
Pochi cattolici – e in particolare quelli assunti dal vicariato di Roma per
addestrare docenti per i corsi di “scienza cattolica” – accetterebbero quello
che dal 15/1/11 è ormai un fatto che dovranno accettare: dopo la morte del
fisico evoluzionista (e quasi Nobel) N.Cabibbo, il
presidente dell’accademia pontificia delle scienze è ora un biologo
molecolare che non solo è (ovviamente) un evoluzionista, ma è anche orgoglioso (come racconta proprio all’Avvenire
il 10/2) di aver contribuito a dimostrare e confermare questa teoria con le
sue ricerche, in cui ha seguito l’evoluzione di decine di migliaia di
generazioni di batteri.
Il suo nome è Werner
Arber, è anche un premio Nobel per scoperte riguardanti gi enzimi
di restrizione (fondamen, ed è nell’Accademia
Pontificia delle Scienze già dal 1982.
Se pur è evidente che lo shock di trovarsi un biologo evoluzionista a
presidente dell’accademia sia stato peggiore per i creazionisti (cattolici,
come De Mattei, o di altre religioni) e gli antievoluzionisti, è pure chiaro
come la nomina papale di un “neodarwinista” non sia piaciuta nemmeno in altri
ambienti cattolici. Non si capirebbe altrimenti il motivo per cui perfino nell’articolo
pubblicato dalla R.Vaticana il cognome venga storpiato in Harber,
a ben quattro mesi dalla nomina ad una carica che dovrebbe essere importante
anche se esterna alla gerarchia. [Li ho avvertiti, ma finora non hanno
ritenuto utile correggere un errore che potrebbe essere imbarazzante].
Ancora peggiore è stato l’errore (e l’incoerenza dimostrata) del gruppo
incaricato di organizzare corsi di “scienza cattolica certificata”, ma almeno
loro hanno provveduto immediatamente a correggere il loro errore,
nascondendolo almeno alla vista.
Avevano infatti preparato del materiale didattico, forse da utilizzare nei
corsi o nelle lezioni nelle scuole private cattoliche romane. Si trattava di
numerosi file powerpoint, su diversi argomenti di biologia, chimica e fisica.
Ho provato a guardare alcuni di questi file - quando erano ancora disponibili
– e sembrava che avessero appaltato il lavoro a giovani usciti dalle nostre
università: infatti, come chiunque può controllare, sia il file che spiega la
Selezione naturale che quello che
spiega l’Evoluzione utilizzano, magari
semplificate e poco aggiornate, proprio le informazioni fornite dai testi
evoluzionisti usati oggi nelle scuole e nelle università. Evidenti sono le
differenze di questo materiale didattico rispetto ai contenuti della prevista
conferenza
antievoluzionista, nella quale si negano le connessioni fra specie
successive (“i gruppi viventi NON mostrano di
essere collegati fra di loro da legami implicanti connessioni genetiche
dirette”), senza proporre ipotesi alternative e migliori.
[Ne
approfitto per ricordare – e NON è un dettaglio - come un documento ufficiale
vaticano del 2004,
firmato dal card.Ratzinger, usi le STESSE PAROLE per sostenere ESATTAMENTE
IL CONTRARIO di quanto si vorrebbe insegnare da quest’anno nelle scuole
cattoliche romane: “… è stato dimostrato che tutti
gli organismi viventi della Terra sono geneticamente connessi tra loro,
è praticamente certo che essi discendono tutti da un primo organismo”].
Non si pretende certo l’infallibilità su questi temi, ma un minimo di
coerenza, almeno fra cattolici romani, sarebbe d’obbligo!! Non è bello
dimostrare in modo plateale che … non capiscono proprio nulla.
Lascio
alla fine il documento più interessante e istruttivo per chi ancora non
riuscisse ad accettare che un biologo evoluzionista sia oggi presidente
dell’accademia pontificia delle scienze. Per chi volesse conoscere le sue
posizioni sulla teoria dell’evoluzione, è davvero istruttivo il documento
(purtroppo in inglese) del 2008 (“Statement
on my view on biological evolution”, inserito nel post How
the Texas Board of Ed. misrepresented a Nobel Prize winner); è una risposta ai creazionisti
USA che l’avevano ingiustamente accusato di essere un “Darwin
skeptic”… e Arber aveva preteso che rettificassero l’insinuazione.
[Si parla di questo articolo, senza notare quanto sia estraneo perfino al
contesto attuale del pensiero cattolico e quindi senza riferimenti ai
contesti e ai contrasti oggi esistenti, anche nel sito
della UAAR.]
|
|
4/8/11-USA
|
·
[da NCSE] Un articolo
nel sito del National Center for Science Education informa che è in corso di
pubblicazione un volume (“A Framework for K-12 Science Edu”) con
materiale utile per programmare l’educazione scientifica nei giovani fino a
12 anni. Il volume è disponibile gratuitamente nel sito del NAP.
|
|
2/8/11-IT
|
·
Ben due sono i riferimenti all’evoluzione umana
nell’ultimo fascicolo delle Scienze.
Un intero articolo è dedicato all’Homo ergaster di Dmanisi, che
dimostra la prima uscita di un ominino dal continente africano, avvenuta
circa 1.9 milioni di anni fa. Poco si può dire della cultura materiale di
questi nostri antenati, molto simile a quella olduvaiana, ma sicuramente
sapevano difendersi dalle Homo ergaster.
|
|
1/8/11-USA
|
·
NCSE offre una preview (PDF) del libro di Alan R. Rogers The Evidence
for àEvolution
(University of Chicago Press, 2011).
|
|
31/7/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Per chi ancora deve partire per le ferie e non ha trovato compagni di viaggio
adeguati, qui
puo’ trovare una certa
scelta. Per chi non parte, la compagnia sarà comunque piacevole e
istruttiva.
·
A volte sui quotidiani italiani compaiono anche
notizie che sembrano senza tempo («Il
cervello umano non può più crescere»). Che il cervello umano non cresca
piu’ di dimensioni lo si poteva forse leggere anche sul Corriere di
10.000, 20.000 o 30.000 anni fa… Ovviamente altri interessanti cambiamenti
non sono nel frattempo mancati, e per esempio nulla si può dire dell’aumento
delle connessioni, che indubbiamente ci sarà stato, come l’articolo per
fortuna fa sospettare.
Difficile concludere un articolo così titolato, ma forse la soluzione scelta
è stata la peggiore: fare riferimento a un evento impossibile, l’involuzione,
da cui deriva la frase che ci poteva essere risparmiata: “potremmo tornare
ad assomigliare al nostro antenato, l'uomo di Neanderthal” … c’è chi non
crede all’evoluzione, ma non ci dovrebbe essere nessuno che crede che
l’evoluzione possa procedere in retromarcia.
Certo sarebbe stato certamente di peggiore auspicio un riferimento all’Homo
floresiensis …
|
|
30/7/11-IT
|
·
Un articolo di Pietro Greco sull’Unità (“Che
storia ingarbugliata quella dei nostri antenati”) riprende dal libro La vita inaspettata di T.Pievani le novità recenti sulla ricostruzione
della storia evolutiva umana. Molte di queste novità hanno un po’ modificato
se non sconvolto quel che si sapeva fino a pochi anni fa, confermando come le
nuove conoscenze possano e debbano modificare la nostra visione della realtà.
Questa è la scienza, e proprio questi
cambiamenti nelle interpretazioni confermano come sia in atto un costante
lavoro di ricerca e di verifica delle conoscenze precedenti, da non
considerare come verità acquisite. E’ il metodo scientifico in azione,
conferma della serietà delle basi su cui si appoggiano le nostre conoscenze,
sempre in divenire.
|
|
30/7/11-HR
|
·
Sono ritornato da qualche giorno di ferie.
Davvero curioso il fatto che mi sia trovato un giorno nelle condizioni di
dover giustificare in tempi rapidi un pensiero davvero imbarazzante per un
naturalista.
La riflessione sarà stata probabilmente stimolata dalla frequentazione
(saltuaria e critica) di ambienti culturali un po’ carenti di strumenti di
interpretazione della realtà naturale, anche se un ruolo determinante l’ha
avuto anche lo stupore che inevitabilmente si prova di fronte alle meraviglie
create dall’interazione delle migliaia di eventi che plasmano l’evoluzione dell’ambiente
e la sua interazione con l’evoluzione biologica.
Anch’io, trovandomi a percorrere circa 25 chilometri in due giorni (ho
collaudato anche un contapassi …) di visita al parco nazionale dei
laghi di Plitvice in Croazia, ho avuto qualche dubbio di fronte
all’enorme quantità di cascate, di corsi d’acqua e di laghetti che
costituiscono uno degli ambienti più incredibili che si possano incontrare in
Europa.
Colpisce soprattutto il fatto che … basterebbe molto meno per far dubitare di
una spiegazione “naturalistica”. Come se non bastasse, piu’ o meno gli stessi
fenomeni si possono osservare, in questo caso meravigliosamente inseriti in
un ambiente abitato, anche ad una ventina di chilometri verso nord, a Rastoke.
Certo una spiegazione naturalistica esiste e la si trova sia sui libri di
geologia “standard” che sugli opuscoli che vengono distribuiti a Plitvice,
che fanno riferimento agli eventi chimici e geologici conseguenti all’azione
dall’acqua che per milioni di anni scorre sulle rocce calcaree che
caratterizzano gli ambienti carsici.
Purtroppo chi come me ha una conoscenza piuttosto limitata della geologia si
è trovato per un breve momento a condividere, e quindi comprendere,
l’imbarazzante situazione di chi ha pessimi motivi per non accettare
l’evoluzione culturale umana e preferisce continuare a fidarsi, come se
Galileo e i tanti altri curiosi non avessero accumulato per noi conoscenze e
stimoli, di esperti “non convenzionali”.
Come per esempio Hugh Miller, uno degli indimenticabili “esperti”
ospitati dai creazionisti italiani nei 3 convegni antivaticani del 2009: è
uno dei più pittoreschi in quanto ancor oggi crede che il geocentrismo sia un’ipotesi che meriti di
impegnare neuroni umani in un convegno i cui atti (davvero è necessario
leggerli prima di criticare i geocentristi?) sono in due volumi dal deprimente – per i neuroni - titolo “Galileo Was Wrong - The Church Was Right”.
A proposito di evoluzione culturale, è stata estremamente interessante anche
un’altra esperienza che ho vissuto, per la prima volta, la settimana scorsa
nel corso di una navigazione nel golfo del Quarnaro: l’incontro, lo sviluppo
di interazioni e l’evidente scambio di segnali con due diversi gruppi di
delfini ha dimostrato come i mammiferi abbiano avuto più di un’occasione,
realizzatasi in ambienti e con storie evolutive molto diverse, di dimostrare
quali vantaggi fornisca anche alla comunicazione interspecifica non
aggressiva un’organizzazione sempre migliore e più complessa del sistema
nervoso centrale.
A tal punto che due specie di mammiferi particolarmente dotate siano messe
nelle condizioni di poter dimostrare una curiosità e un interesse reciproco.
Interazioni simili, certo migliori, sono da tempo dimostrate con i primati,
che confermano come ci sia una storia evolutiva che ci coinvolge.
Qui
un video di un altro incontro fra due specie dotate di una certa
“intelligenza”, avvenuto nella stessa zona nel 2007.
|
|
26/7/11-USA
|
·
[da NCSE]
Interessante la storia raccontata in un articolo di Science del 22/7
(“New NSF Survey
Tries to Separate Knowledge and Belief”). Vi si racconta la storia di
come nel 2010 vennero
censurati i risultati (“Science
and Engineering Indicators 2010”) di
un sondaggio della National science Foundation (NSF) sull’evoluzione e
sul big bang, forse perché dimostrava i pessimi risultati ottenuti in una
nazione che normalmente dimostra elevati standard di conoscenza in altri
campi e pure ottimi risultati nelle ricerche sull’evoluzione.
Se na parla in un articolo nel sito del National
Center for Science Education (“Evolution
at the NSB redux”) in cui si preannuncia che nel 2012 i risultati non
saranno censurati.
|
|
21/7/11-IT
|
·
Quasi epico (“la
moderna biochimica evoluzionistica pensa di salvarsi rifugiandosi
nell’infinitamente piccolo e per definizione un po’ oscuro, e si dimentica
però di guardare in faccia gli animali e le piante in carne, ossa e
clorofilla”) un articolo antievoluzionista per commemorare i 189 anni
dalla nascita di Mendel in un giornaletto cattolico on line (“Quei
piselli di Mendel che cantano la gloria di Dio”).
La frase più polemica verso il solito povero Darwin? “Per caso, direbbe Darwin, ma il caso non esiste”. “Geniale”,
direi.
Ma ce ne sono anche altre: “… l’ereditarietà è un
andamento determinato dalle diverse combinazioni di codeste unità
indipendenti. Non c'è caso, non c’è selezione naturale. C'è invece un corso e
ricorso regolare, descrivibile con moduli matematici, che si svolge seguendo
una logica ferrea.” [e il sesso dei figli…? Il 50% di maschi è
dovuto a una logica ferrea…?]
Perfino il genetista antidarwinista G.Sermonti poi si arrabbierebbe, come ha
già fatto, ad essere definito “genetista
antievoluzionista” (forse dimenticando un suo articolo sul Tempo
del 10/1/2000 (“L’evoluzionismo
è un inganno utile a restare nell’ignoranza”)..
Sconcerta le sintesi: “Mendel
osservò che la prima generazione nata dopo gl’incroci era composta da individui
uniformi, laddove quelle successive presentavano mutazioni rispondenti
a precise proporzioni matematiche. Matematiche: oggettive e calcolabili, due
più due fa quattro, e di qui non si scappa”. [difficile vederci
sotto una prova del ruolo del caso, tanto che la sintesi è “Non c'è caso, non c’è selezione naturale“!]
|
|
20/7/11-VA
|
·
Non c’è davvero molto di nuovo nella posizione di mons.Fisichella,
presidente del consiglio pontificio per la nuova evangelizzazione, da tempo
diffidente se non ostile verso la scienza (si ricorda una sua partecipazione
come rettore di un’università pontificia ad un convegno
ideologico addirittura ostile all’evoluzione e una dichiarazione su Micromega
sul fatto che sia la scienza a dover fare un passo
indietro se c’è una strettoia). In una conferenza tenutasi in un corso
estivo presso la Universidad Rey Juan Carlos ad Aranjuez in Spagna,
ha mostrato di credere in una rivincita della chiesa sulla scienza, che crede
sia ostile all’umanità: “Vendrá el tiempo en que
la ciencia misma pida ayuda a la teología para conocer más ampliamente los
ámbitos de la realidad”. A questo proposito non è difficile dimostrare
come GPII nel 1988
fosse invece ben più preoccupato (giustamente) di come la chiesa
avesse paura a gestire il metodo scientifico, uno strumento di conoscenza in
buona parte problematico, tanto da creare addirittura problemi a
religiosi/scienziati che cercavano di utilizzare due strumenti di conoscenza
così diversi.
|
|
12/7/11-USA
|
·
[da NCSE]
Il National Center for Science Education offre un’anteprima gratuita (preview PDF) del libro Merchants of Doubt
(Bloomsbury Press, 2010) di Naomi Oreskes and Erik M. Conway's
|
|
9/7/11-IT
|
·
Nel sito cattolico SRM in cui si cerca di occuparsi del
rapporto fra scienza e fede, si può leggere un articolo di P.Centofanti (“L’azione
di Dio nell’evoluzione”) in cui si commenta l’articolo del 26/6/11 del
domenicano JM.Maldamè comparso in un inserto dell’Avvenire e riferito al seminario Le vie
dell’evoluzione e la domanda su Dio (cfr. SRM), che era stato promosso nel 2010
dall'Istituto Veritatis Splendor di Bologna
|
|
7/7/11-IT
|
·
Su Gaianews.it
è disponibile il video di un’intervista al genetista M.Buratti, che ha parlato
delle origini della genetica dalle prime intuizioni di Darwin alle scoperte
di Mendel. Nella stessa pagina ci sono anche video di interviste ad uno
storico della scienza, Mauro Dorato. Anche lui parla di Darwin
·
Davvero illuminante, se non geniale, una frase
pubblicata oggi su un giornale on line (La
Voce) diretto da un giornalista che partecipa come evoluzionista a
dibattiti con creazionisti e/o antievoluzionisti.
Probabilmente l’autrice dell’articolo ha partecipato e magari collabora a
queste iniziative, per cui l’osservazione ingenua che non si dovrebbe
confondere creazionismo con antievoluzionismo (“Non
si ripeterà mai abbastanza che l’antievoluzionismo non ha nulla a che vedere
con il creazionismo. Lo si potrà ripetere ancora miliardi di volte, ma non
cambierà mai nulla: l’evoluzionismo sarà scienza, l’antievoluzionismo un
sinonimo di apparizione magica”) deriva semplicemente da una visione
parziale e limitata al panorama italiano, dove una certa confusione non solo
è inevitabile – in assenza di metodo scientifico - ma anche necessaria.
Come si farebbe altrimenti ad andare a cena una sera a Milano con un “creazionista
della terra vecchia” e la sera dopo a Roma con un “creazionista della
terra giovane” senza guastarsi la ragione più che lo stomaco? Per non
parlare della difficoltà di non mangiarsi anche la [propria] lingua pur di
non manifestare curiosità ragionevoli che avrebbero solo risposte ridicole
(“credimi, non ci sono differenze fra i diversi antievoluzionismi e i
diversi creazionismi”).
Se avesse studiato cos’è avvenuto negli USA dal 1989 al 2000 (e lo si capisce
bene analizzando gli importanti documenti scoperti durante il processo di Harrisburg, sempre che non venga studiato
sugli articoli del Foglio) saprebbe che oggi è sufficiente saper distinguere
fra quel che è scienza da quello che non lo è, comunque sia denominato.
Avrebbe potuto così evitare l’imbarazzante “finale” dell’accusa che rivolge
non a sé … ma al suo giovane amico, filosofo della scienza, che invece ben sa
riconoscere quali siano gli elementi importanti da verificare subito: “Ma se non ti sei interessato, non hai letto, come fai a
dare un giudizio?”.
Questa semplice ma logica (e ottima) osservazione dovrebbe portare lei (e gli
altri che apprezzano le sue riflessioni…) molto lontano da dove sono
attualmente ... Se fosse vero [anche per loro] che si devono valutare e
utilizzare le conoscenze e le competenze, si potrebbe far notare che non
tutte quelle competenze che loro apprezzano sono
coerenti con le opinioni che difendono e sostengono sui meccanismi evolutivi
(o non evolutivi).
Non bisogna dimenticare che soprattutto da qualche anno, una decina, siamo
diventati purtroppo tutt un po’ più sospettosi: abbiamo imparato a verificare
che gli interessi e le competenze siano davvero complete e abbiano una
coerenza interna.
Oggi abbiamo imparato a sospettare di chi volesse guidare un aereo senza aver
seguito e capito bene anche le lezioni sul decollo e sull’atterraggio;
dobbiamo essere altrettanto sospettosi di chi – per criticare l’evoluzione –
propone addirittura di fare il carbone con l’argilla o di chi pensa che non
sia importante capire se ci sono stati 6000 o 3.5 miliardi di anni di
evoluzione biologica.
In ambedue le situazioni è probabile che ci sia un obiettivo poco onesto ma
quanto meno il disprezzo per la curiosità e per la ragione.
E quindi per l’evoluzione biologica che le ha prodotte.
E per i nostri antenati che hanno faticato migliaia di anni per integrarle
nel metodo scientifico che oggi ci garantisce una vita migliore.
Sempre che la si apprezzi.
|
|
6/7/11-USA
|
·
[da NCSE] Rob Boston's "Creationism
Crusade," published in the July/August 2011 issue of Church &
State, reviews the latest battles, in state legislatures and
elsewhere, over the teaching of evolution.
|
|
5/7/11-IT
|
·
PORDENONE
- E' stata presentata la dodicesima edizione di pordenonelegge,
la Festa del Libro con gli Autori, in programma dal 14 al 18 settembre
2011. Ancora una volta la scienza sarà protagonista di pordenonelegge;
sarà ospite Niles Eldredge che terrà una lectio magistralis che
metterà in collegamento Darwin e la letteratura.
|
|
3/7/11-USA
|
·
[da Pikaia]
Si è conclusa l'edizione 2011 del principale congresso mondiale di biologia
evoluzionistica. Ospitato quest'anno dall'università dell'Oklahoma a Norman
dal 17 al 21 giugno, il congresso annuale congiunto della Society for the
Study of Evolution, della Society of Systematic Biologists e dell’American
Society of Naturalists ha visto svolgersi in quattro giorni oltre 1000
presentazioni fra simposi, workshop, sessioni tematiche e poster. Nella
relazione di F.Santini per Pikaia si può avere una pallida idea delle
impressonanti novità mostrate dalla biologia negli ultimi anni, capaci di
mettere in seria difficoltà chiunque non riesce a mantenersi aggiornato.
Davvero sconcentante la scoperta che da qualche anno le ricostruzioni filogenetiche
ora riescono a verificare la congruità delle interrelazioni fra migliaia di
specie contemporaneamente. E ancora nessuna incongruenza ha rischiato mettere
sabbia negli ingranaggi del processo evolutivo.
Sarà per questo che i critici preferiscono rifugiarsi in tematiche, come
l’origine della vita o della prima cellula o del primo organismo), che
possono garantire ancora decenni di dubbi e di articoli intriganti ma inutili
… la scienza non si sarebbe mai sviluppata fino agli attuali successi se non si fosse posta via via soprattutto
problemi risolvibili, lasciando quelli irrisolvibili (e la relativa evitente
e inevitabile frustrazione) ai tanti che comunque ne erano e sono ancor oggi
attratti.
Per quanto riguarda i video di Ken Miller citati, una selezione dei suoi
video è disponibile qui, insieme a decine di
altri video sull’evoluzione, Darwin e la biologia.
|
|
2/7/11-AT
|
·
In questi giorni si sta svolgendo al Konrad
Lorenz Institute di
Altenberg (http://www.kli.ac.at/)
un workshop sul concetto di teoria
nelle scienze biologiche. Massimo Pigliucci, che e' anche uno
degli
organizzatori, ha postato una descrizione delle discussioni del primo
giorno sul suo blog Rationally
Speaking. Qui
la sua comunicazione.
|
|
1/7/11-USA
|
·
[da NCSE] Nei
giorni scorsi il National Center for Science Education ha offerto in omaggio
una preview (PDF) di un recente libro
scritto da F.Ayala per chiarire, con la sua esperienza decennale di
difensore della teoria dell’evoluzione (sui quotidiani, nelle sale, nei
teatri e perfino nelle aule dei
tribunali), come non ci siano oggi alternative razionali alla teoria dell’evoluzione.
Il libro è Am I a Monkey? Six Big Questions about Evolution e
Ayala è un noto esponente (insieme a Ken Miller) dell’ala cattolica dei
biologi evoluzionisti USA, e anche per questo è stato uno dei partecipanti al
convegno vaticano del 2009, ed era seduto alla presidenza quando è stato
espulso un creazionista turco un po’ invadente, forse uno che viene invitato
anche dai creazionisti protestanti italiani.
Per questo motivo il volume
probabilmente sarà presto tradotto anche in italiano, ma puo’ essere
interessante (anche per il card.Martino)
conoscere che la sua risposta alla domanda del titolo è la seguente: “Io sono un primate. Le scimmie sono primati ma gli
uomini non sono scimmie. Primati sono le scimmie, le antropomorfe e l’uomo.
L’uomo deriva filogeneticamente dalle antropomorfe più che dalle scimmie. Le
antropomorfe sono primi cugini, mentre le scimmie sono secondi e terzi cugini”.
Possiamo solo sperare che per il card. Martino “primate” non abbia un diverso significato.
Il libro
è stato meno apprezzato dal biologo evoluzionista Jerry Coyne, che lo
presenta nel suo blog Why evolution is true come “Another accommodationist book
on evolution” (“Why do accommodationists have to spoil a perfectly good
book on evolution by dragging in a lot of stuff about God? … I could easily
write a similar book, but with a final chapter that answers that same
question in a completely different way. But of course that book wouldn’t be promoted by the National Center
for Science Education”)
|
|
30/6/11-UK
|
·
Una delle caratteristiche del processo evolutivo è
che non si finisce mai di scoprire quanto sia fantasioso e creativo, quante
siano le novità e, come accennato qui sotto nel commento all’articolo di
Repubblica di oggi, che addirittura non ci si meravigli a scoprire che molto
probabilmente … non esiste affatto un progetto, né forse potrebbe nemmeno
esistere; e se esistesse comunque non sarebbe un progetto razionale.
Come già aveva fatto notare decenni fa un famoso biologo francese, Francois
Jacob, la natura non butta via niente, e di solito preferisce modificare o
utilizzare anche in modi diversi una struttura biologica preesistente (“Evoluzione
e bricolage. Gli «Espedienti» della selezione naturale”).
Nessuno però immaginerebbe che organo ricicla l’animale di cui parla un
recentissimo articolo di PLOS One (“So
Small, So Loud: Extremely High Sound Pressure Level from a Pygmy Aquatic
Insect”), una Micronecta simile a quelle che molti di noi hanno
visto nuotare nei fossi, per realizzare sott’acqua il rumore
più forte finora scoperto (99,2 dB!!) in relazione alle sue dimensioni (2
mm).
Per chi fosse curioso e volesse approfondire l’argomento, qui nel sito di Nature
news della BBC puo’ leggere l’articolo: “Singing penis' sets noise record
for water insect”, con registrazioni audio annesse (perfino di un coretto
a 70 dB).
Ovviamente c’è sempre spazio per chi volesse ripetere anche questa volta
la sua tradizionale spiegazione, valida per ogni occasione e quindi
utilizzabile anche per questa scoperta imprevista: “God did it”; meno
spazio/tempo c’è invece per chi ancora non conoscesse l’inglese.
Sarebbe interessante sapere se 2 mm è una dimensione che evoca “l’ossessione di andare alla ricerca del sempre più
piccolo” o sono necessari i 50 µm della pars stridens di questa
Micronecta.
Di questo “rumorosissimo” animale scrive anche Jerry Coyne nel suo
blog interessantissimo (“World’s
loudest creature (for its size)”).
|
|
|
30/6/11-IT
|
·
In un articolo comparso oggi su Repubblica
(“Gli
animali bamboccioni a un passo dall' estinzione”) vengono presentati in
maniera piuttosto confusa, per cui non risaltano affatto i principali, alcuni
fattori ambientali che hanno contribuito in modo determinante all’evoluzione
culturale nei primati, ben prima ancora che iniziasse, solo due milioni di
anni fa, l’evoluzione culturale umana.
L’autore dell’articolo, il prof.M.Niola, un antropologo culturale con
interessi soprattutto verso le tradizioni
religiose campane, non evidenzia come la colonizzazione dell’ambiente
arboricolo per decine di milioni di anni, oltre ad indurre lo sviluppo di
caratteristiche fenotipiche adeguate, abbia inevitabilmente portato alla
riduzione della prole.
Si sono create così le condizioni ottimali sia per l’apprendimento che per la
trasmissione di informazioni non genetiche da una generazione all’altra;
questo avviene praticamente in tutte le specie di primati, che - è noto -
hanno tutte sviluppato, pur in modo diverso, numerosi adattamenti alla vita
arboricola di cui comunque anche la nostra specie – che pur da tempo non
frequenta quegli ambienti - ha tratto enormi vantaggi.
E’ poco giustidficato, in questo contesto, il riferimento a particolari
aspetti del ricco e complesso comportamento sociale dei bonobo, probabilmente
la specie a noi filogeneticamente più vicina; sono argomenti, tratti da una recente
recensione di un libro di V.Woods (“Bonobo Handshake: A Memoir of Love and Adventure
in the Congo”) comparsa
su Wired (qui la
versione integrale della recensione), senza dubbio stimolanti per cui è
necessario conoscerli, ma inutili per comprendere il ruolo fondamentale
dell’adattamento all’ambiente arboricolo e la conseguente riduzione della
prole (vale infatti per TUTTE le 300 specie di primati attualmente esistenti,
non solo per i bonobo!); conseguenza di ciò sono la comparsa di una lunga
fase della vita dedicata all’apprendimento, sia nei primati che nei nostri
antenati, ma di questo periodo si è certo fatto buon uso soprattutto nel
corso dell’evoluzione della nostra specie, che ha saputo trarre il massimo
vantaggio da questa scoperta fatta nel corso dei milioni di anni
dell’evoluzione dei primati.
Purtroppo non sono state fornite le informazioni che avrebbero permesso a
chiunque di notare e giustificare il ruolo degli “exattamenti” o exaptations
(“preadattamenti” non immediatamente adattativi, indispensabili per
comprendere meglio il ruolo creativo del caso nell’evoluzione biologici) e di
altri meccanismi adattativi fondamentali per capire come la storia evolutiva
dei primati abbia portato in maniera logica e razionale alla nostra specie a
partire da un cespuglio di specie di ominidi che si sono sviluppate in Africa
negli ultimi 7 milioni di anni, all’interno di un qualche gruppo di antenati
delle attuali scimmie antropomorfe.
|
|
|
30/6/11-USA
|
·
[da NCSE]
Sembra che negli USA i musei e le società scientifiche siano piuttosto
innervositi e preoccupati per la iniziative dei creazionisti; sono certo più
organizzati e meglio finanziati dei creazionisti europei, che fra l’altro non
sono abituati e hanno una certa difficoltà a ragionare su tempi maggiori di
qualche migliaia di anni (come si puo’ capire anche da questo recente non essendo costretti a farlo da nessun
emendamento alla costituzione, cercano di evitare ragionamenti troppo
complessi e, utilizzando l’ottima e
“ragionevole” idea di De Mattei, non rischiano e rimangono a vivere in un
mondo immaginario di soli 6000 anni, che nessuno potrebbe accettare di
discutere senza ridere. Troviamo cosi che ogni tanto qualche nuova
istituzione scientifica USA si sente obbligata a pubblicizzare un qualche
documento che sottolinea gli errori e i ragionamenti sbagliati dei
creazionisti o dei sostenitori dell’intelligent design. In questi giorni
tocca al New York State Museum of Natural Sciences, che ripete più e
più volte concetti
che da un paio di secoli ormai sono stati confermati
|
|
|
29/6/11-IT
|
·
Abbastanza preoccupante una recensione positiva a
un libro (“Scienza della natura e stregoni di passaggio”, Jaca Book,
2011) presentato come critico verso alcuni aspetti della scienza pubblicata
sul Giornale (“Scienziati,
attenti: non diventate stregoni”).
La recensione è stata scritta da uno dei principali esperti che si sta
occupando dei programmi scolastici delle superiori dei nostri figli, ma che è
contemporaneamente anche collaboratore e docente nei corsi che il vicariato
di Roma organizza per garantire – forse non confidando nell’accademia
pontificia, troppo piena di premi Nobel – una adeguata formazione scientifica cattolica
ai docenti delle scuole private cattoliche romane. Questi corsi sono stati
affidati anche a persone note per iniziative che nion sarebbero state
apprezzate nemmeno dall’attuale presidente dell’accademia pontificia delle
scienze (e non solo per il motivo che è di religione protestante…).
La recensione contiene alcune frasi, probabilmente degli autori del libro,
abbastanza sconcertanti, a cominciare da una valutazione già nel sottotitolo
che potrebbe farci scivolare nel medioevo: “La
conoscenza non va misurata sulla capacità di modificare il mondo ma sulla
volontà i capire la sua bellezza”.
Sembra che questo docente universitario di matematica non si preoccupi del
fatto che soprattutto oggi l’evoluzione culturale umana sia uno strumento con
cui interagiscono culture diverse che si sfidano nell’applicazione alla
realtà dei rispettivi strumenti di conoscenza che possono anche tornare ad
essere strumenti di dominio sulle altre culture; oggi per esempio la
matematica e l’economia vengono utilizzate dai popoli dell’Asia orientale nel
loro confronto con gli strumenti finora sviluppati dall’economia del mondo
cosiddetto “occidentale”, e si vede molto bene come … non sia solo un
confronto “accademico”.
Un’altra raccomandazione che, se applicata, potrebbe accelerare la scomparsa
della cultura occidentale, anch’essa sembra ripresa dal libro recensito: “Un altro modo di fare «brutta» scienza è di farsi dominare
dall’ossessione di andare alla ricerca del sempre più piccolo, sempre
«oltre», verso la spiegazione «ultima»”.
Per fortuna difficilmente si potrebbe fermare la ricerca del sempre più
piccolo, anche se qualcuno oggi lo chiedesse: non è infatti una novità: è
iniziata almeno due secoli fa quando già l’abate Spallanzani si occupava di
fecondazione artificiale, cioè del destino di singole cellule; difficilmente
si potrà fermare; come pure non si fermeranno le attività umane che hanno
portato a tantissime altre scoperte nel mondo del più piccolo; e qui oltre
alla chimica e alla fisica si è appunto da qualche secolo aggiunta anche la
biologia.
Se pensiamo che per ogni nostra cellula portiamo con noi ben 10 cellule di
altri microorgasnismi, ci renderemmo conto dei rischi che la paura
dell’infinitamente piccolo potrebbe causarci, se dessimo ascolto a queste
suggestioni.
Ma l’aspetto più sconcertante della crociata contro l’”ossessione del sempre più piccolo” e contro “la capacità di modificare il mondo” (come
facciamo da due milini di anni!) deriva dalla coincidenza temporale
davvero clamorosa: proprio in questi giorni, anzi IERI,
“on June 28, during the 37th FAO Conference, the 192 Member countries of
the UN Food and Agriculture Organization (FAO) will adopt a Resolution
declaring global freedom
from rinderpest”.
Come ben sanno i virologi, dopo l’eliminazione definitiva del vaiolo
dalla faccia della terra, ieri si è dichiarata ufficialmente estinto,
eradicato, un secondo virus, quello della peste bovina, che tanti guai ha
causato ad animali domestici e selvatici soprattutto in Africa.
Si è quindi definitivamente conclusa con successo la campagna lanciata nel
1994 dal Global
Rinderpest Eradication Programme (GREP). Chi volesse imparare i vantaggi dell’ossessione di andare alla ricerca del sempre più
piccolo, il sito del GREP permette di comprendere quanti drammi umani
sono ormai un ricordo del passato.
Un video (“Ending
the Plague, Improving Lives: Rinderpest Eradication”) può essere utile a capire meglio quanto sia
stato importante che qualcuno da tempo insistesse sull’utilità di studiare
anche oggetti grandi come un virus, per modificare
il mondo, rendendolo un posto migliore anche per l’uomo,
|
|
|
29/6/11-USA
|
·
[da NCSE] Nel sito web del National Center for
Science Education si riferisce di un recente sondaggio effettuato dal PEW
Forum on on Religion and Public Life su un campione mondiale di leaders
evangelici. Fra le domande ce n’era una sull’evoluzione; la domanda, non
molto chiara, è comunque sempre la stessa del sondaggio Gallup, che viene
ripetuto da anni e che permette di distinguere fra antievoluzionisti,
evoluzionisti e evoluzionisti teisti (anche se non tutti gli analisti sono
d’accordo). Quasi tutti si dividono fra l’antievoluzionismo e l’evoluzionismo
teista, anche se fra gli evangelici del nord del mondo prevale
l’evoluzionismo teista, a differenza di quanto avvenga fra gli evangelici del
continente africano, prevalentemente creazionisti (= non c’è stato alcun
processo evolutivo, nemmeno controllato da un dio). Solo il 3% sembrano
accettare i risultati ottenuti dalla scienza negli ultimi 150 anni,
purtroppo, nonostante non ci siano ipotesi alternative con un minimo di
dimostrazione. Qui l’articolo sul sondaggio (“Global
Survey of Evangelical Protestant Leaders”) e qui
i risultati in formato PDF.
Anche Jerry Coyne racconta
del sondaggio nel suo blog: Evangelicals, evolution and
atheism: the 2011 Pew Foundation survey.
|
|
|
27/6/11-IT
|
·
[da Pikaia]
A Venezia, tra il 18 e il 20 settembre, si svolgerà la 'Settima
Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza' (La Mente: essenza
dell'umanità - Settima Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza) con
numerosi ospiti italiani ed internazionali. Per conoscere le modalità di
iscrizione e scaricare il programma completo visita il sito http://www.thefutureofscience.org/.
Alcuni fra i maggiori protagonisti della ricerca mondiale racconteranno
gli ultimi avanzamenti delle conoscenze sul funzionamento e sull'evoluzione
della mente umana, un universo ancora in parte inesplorato, che ci
caratterizza come specie e dal quale dipende il nostro futuro.
|
|
|
26/6/11-IT
|
·
Un articolo di JM. Maldamè sull’Avvenire
(“Evoluzione:
anche il caso è figlio di Dio”) illustra uno dei contributi ad un
dibattito avvenuto nel 2010 a Bologna sulle diverse ipotesi con cui Dio
gestirebbe l’evoluzione; sembra di capire che la riflessione teologica si
arrampica un po’ troppo sui vetri per inserire il ruolo del caso negli eventi
che caratterizzano i 15 miliardi di anni dell’evoluzione della materia e
della vita in cui non sarebbe avvenuto niente di quanto alcuni credevano,
sulla base dei testi sacri, fosse il reale e unico obiettivo divino: la
comparsa dell’uomo.
Sembra di capire che 500 anni di scienza e di evoluzione culturale umana
abbia portato a notevoli risultati: oggi non sarebbe più così convincente
l’idea di un dio “non sottomesso a nessuna regola”, “fuori da ogni logica umana”, e che può “fare tutto e il contrario di tutto”. Sembra che
oggi si sospetti che Dio rispetti la scienza, che “Dio
non violenta il corso naturale delle cose”. Sembra
quasi che non si voglia più escludere il fatto che l’idea di Dio possa essere
il risultato di un’esigenza che fa parte del “corso naturale delle cose”.
Curiose e misteriose le riflessioni proposte nella cornice in alto: “Quando si pensa a Dio in quanto forza della natura oppure
quando uno lo rappresenta come un fattore fra tanti altri fattori, la mente è
portata a procedere per esclusione”, “O la
natura è inerte e passiva, o Dio è inutile e superfluo. In questa alternativa
si collocano i creazionisti, prigionieri dello stesso errore dei materialisti
atei che essi criticano”. Poi non si dica che Galilei (e i suoi
emuli attuali) non se la vadano a cercare …
l’equiparazione di creazionisti e di evoluzionisti è davvero
sintomatica e preoccupante.
|
|
|
25/6/11-IT
|
·
Davvero deprimente un articolo (Il
crepuscolo degli evoluzionisti?) che racconta di un’iniziativa organizzata da AN in cui persone
spinte da fedi religiose davvero eterogenee (avventisti,
musulmani, testimoni
di Geova) si sono ritrovate a dialogare
insieme nella sala del consiglio comunale di Viterbo per
cercare di riportarci ai “bei” tempi in cui anche in Italia la chiesa
cattolica, qui assente, non si sentiva in imbarazzo a difendere
pubblicamente, con convinzione e senza vergogna, i miti della creazione.
Certo è evidente che un sostegno diretto alla teoria dell’evoluzione è e sarà
da escludere ancora per anni e forse decenni, come conferma anche in questi
giorni un cattolico autorevole in un articolo sull’Avvenire del 28/6
(“IL VERO "PURO AMORE") con un’imbarazzante
definizione dell’evoluzione come processo gestito solo dal caso (“l’evoluzione è un processo casuale, come ci spiegano i
darwinisti”); strana poi frase
che attribuirebbe solo alla nostra specie la gravidanza e la generazione, in
quanto conseguenze dell’innamoramento, forse presentato come un evento
specie-specifico indispensabile per la riproduzione.
Qualche possibilità di cambiamento comunque la si intravede, nella chiesa
cattolica; soprattutto dopo la nomina – curiosamente finora ben poco
pubblicizzata - di Werner
Arber, un premio Nobel, biologo evoluzionista, a presidente dell’Accademia
Pontificia delle Scienze.
Forse l’Accademia Pontificia non è molto importante per la chiesa cattoliuca,
avendo solo un ruolo di consulenza sulle questioni scientifiche; anche se non
si occupa di questioni di fede, non sembra corretto ignorare la sconcertante
novità: il papa ha nominato come presidente (dopo un “quasi Nobel” come il
fisico evoluzionista N.Cabibbo) un vero Nobel, un biologo evoluzionista che
difende con orgoglio (sull’Avvenire
del 10/2) il suo ruolo nel dimostrare sperimentalmente il ruolo dei
meccanismi casuali nella teoria dell’evoluzione.
Come è evidente dalle sciocchezze raccontate nell’articolo, purtroppo a
Viterbo ai pochissimi
(per fortuna) giovani presenti non sono state fornite informazioni utili per
capire come distinguere i dogmi di fede (diversi da una religione all’altra)
dalle conoscenze utili che si ottengono grazie all’applicazione del metodo
scientifico. Coraggiosi quindi quelli che, nel dubbio, si rivolgono agli
organizzatori del convegno “scientifico”; forse non lo farebbero se
ottenessero risposte fantasiose e spassose come queste […
effettivamente Emiliano
sembra proprio l’unico a non sapere che probabilmente wikipedia o google sono
forse più credibili …]
|
|
|
23/6/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Giornata del Madagascar. Sabato 25
giugno, al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, si
parlerà del Madagascar, con particolare riferimento alla sua biodiversità.
·
[da Oggiscienza]
Sono stati pubblicati e resi disponibili
a tutti gli interessati più di 300 libri della biblioteca originale di
Charles Darwin con le annotazioni personali dello scienziato. Una
finestra su uno scorcio di storia della scienza e su uno dei suoi principali
protagonisti. Per ora sono stati digitalizzati nella Charles Darwin’s Library sul sito della Biodiversity
Heritage Library 330 titoli dei 1480 che costituivano la biblioteca
personale di Charles Darwin
|
|
|
21/6/11-USA
|
·
Si è concluso oggi in Oklahoma "Evolution
2011" the joint annual meeting of the Society for the Study
of Evolution (SSE), the Society
of Systematic Biologists (SSB), and the American Society of Naturalists (ASN), un’ottima
occasione per fare il punto sulle ricerche che riguardano l’evoluzione
biologica in un momento di enorme miglioramento degli strumenti di ricerca (e
in oarticolare di quelli che permettono il sequenziamento rapido di interi
genomi di individui tratti centinaia di specie diverse. Su questo convegno si
possono trovare alcune informazioni sia nei siti delle diverse società
evoluzionistiche prima citate che in molti blog USA dedicato alla biologia.
Nel corso del convegno è stato assegnato al biologo evoluzionista cattolico, Ken
Miller, il premio S.J.Gould per la sua lunga e appassionata attività in
difesa della teoria dell’evoluzione (“Professor
of Biology at Brown University through his writings, teaching and
appearances in court, Dr. Miller has proved an eloquent and passionate
defender of evolution and the scientific method”).
Su questi problemi si può scaricare gratuitamente il volume “Science Evolution and
Creationism” dal sito NAP.
|
|
|
20/6/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Il 29 giugno, al Palazzo Besana di Milano, verrà presentato il
nuovo libro di Pietro Greco: "I nipoti di Galileo” (Dalai Editore). Oggi siamo fanalino di coda negli investimenti in ricerca e
università, eppure, nonostante tutto,
l'Italia pur essendo un Paese che non crede nella scienza, è ancora terra di
scienziati di prim'ordine.
Il libro è certo una risposta, anche se tardiva, alla
provocatoria domanda che, forse preoccupata più da problemi di cassa che
dagli impegni a cui il ruolo l’obbligava, il ministro Moratti si faceva
nell’aprile del 2003: “Questi
ricercatori mi facciano vedere qualche loro invenzione”
|
|
|
18/6/11-IT
|
·
Domenica 19 a Rimini, in occasione di ‘Mare
di libri – Il festival dei ragazzi che leggono’, ci sarà
un’iniziativa (Parenti
serpenti) in cui T.Pievani (autore
del libro “Perché siamo parenti delle galline?”) incalzato da Federico Taddia, guida il pubblico
alla scoperta di stranezze e meraviglie dell’evoluzione.
|
|
|
18/6/11-USA
|
·
Il giornalista scientifico USA C.Zimmer dal
suo blog The Loom invita a seguire su Fora TV una sua recente
conferenza “A planet of
Virus”, dove racconta non solo l’importante ruolo dei virus nel mondo
attuale, ma anche come l’HIV è arrivato a noi dai primati attraverso
interazioni poco consigliabili.
Una volta entrati, con grande facilità, nel sito di Fora TV … non è detto che
sia facile uscirne prima di qualche ora, se si è curiosi…e attirati da video
di conferenze come:
D.Johanson: Lucy's Legacy: The Quest for
Human Origins
Dr. Jean-Jacques Hublin:
Neanderthals Deciphered
Robert Sapolsky: Are Humans
Just Another Primate?
Does Understanding Evolution Help Us Understand Ethics?
|
|
|
13/6/11-USA
|
·
[da NCSE] Un articolo di Steven Newton del National
Center for Science Education su Earth ("Creationism creeps into mainstream
geology") si riferisce della
nuova strategia dei creazionisti verso la Geologia: “They
lead field trips and present posters and talks at scientific meetings. They
also avoid overtly stating anything truly contrary to mainstream science. But
when the meeting is over, the creationist participants go home and proudly
proclaim that mainstream science has accepted their ideas". Non
sembra difficile creare notizie che poi possono essere abbellite e diffuse.
Quello che comunque è da apprezzare è il tentativo di inserirsi, o almeno di
affiancarsi agli scienziati competenti dei problemi (che sono ovviamente
geologi e biologi/naturalisti nel caso dell’evoluzione).
Diversa sembra la strategia in Italia, dove i creazionisti
preferiscono invece non affiancarsi agli esperti, sperando (inutilmente) che
anche loro non “deducano dalle sue parole che non
hanno mai guardato nessun testo di biologia del liceo”
·
[da NCSE] E’ uscito l’ultimo fascicolo di Evolution:
Education and Outreach. Il tema è l’evoluzione umana e la
colonizzazione delle Americhe
|
|
|
13/6/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Martedì 21 giugno si terrà a Roma l'incontro con gli autori del
libro "Umani da sei milioni di anni. L'evoluzione della nostra
specie": Gianfranco Biondi e Olga Rickards. Scarica
PDF (484kB)
·
Anche nel sito SRM
si riferisce (“Presentazione
degli atti della STOQ Conference 2009: L’evoluzione biologica: fatti e
teorie. Un approccio critico a 150 anni dall’Origine delle Specie”) della presentazione degli atti del
convegno vaticano del 2009 sull’evoluzione e della contemporanea conferenza
di Werner Arber sul “Darwinismo molecolare”. Da notare che l’articolo riporta
correttamente il nome del nuovo presidente dell’Accademia Pontificia delle
scienze!
|
|
|
12/6/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Martedì 14 Giugno 2011, ore 9.30, Università Bicocca (Edificio
U12, Auditorium - Via Vizzola 5, Milano): La terza missione
dell'università. Comunicare conoscenza ricerca e innovazione.
Lo spazio dedicato alla scienza e alla
tecnologia nei media italiani e internazionali è in aumento costante. L'interesse
dell'opinione pubblica per le novità e i dilemmi suscitati dalla scienza
appare maggiore di quanto si sia portati tradizionalmente a ritenere. Il
sistema economico ha sempre più un vitale bisogno della conoscenza più
avanzata.
L'università, che per definizione produce nuova conoscenza e alti profili
formativi, deve attrezzarsi alla nuova sfida di porsi al centro di una
società il cui motore sarà la conoscenza diffusa e partecipata. Ecco dunque
la sfida di una terza missione
|
|
|
11/6/11-WORLD
|
·
Piuttosto interessante (merita una visita)
la parte del sito web dell’Organisation for Economic Cooperation and
Development (OECD) che presenta il tentativo di
valutare i 34 paesi aderenti utilizzando un indice diverso dal solito PIL
(Prodotto Interno Lordo) capace di descrivere soprattutto lo sviluppo
dell’economia di un paese. Si tratta del Better
Life Index, che cerca di utilizzare 11 indicatori del livello di
benessere – un parametro soggettivo - che i diversi paesi dell’OECD riescono
a fornire ai propri cittadini.
E’ interessante quindi analizzare come variano i valori di questi indicatori
nei diversi paesi dell’OECD.
Perché non cominciare a verificare come si posiziona l’Italia
rispetto agli altri paesi?
Qui
una preview online del report che riguarda l’Italia; ovviamente ci sono
confronti negativi (come la disparità di genere: in Italia una bassa occupazione
femminile si accompagna ad un abbondante lavoro domestico femminile) e
positivi, come la longevità relativamente elevata, sia nel complesso che nel
periodo di pensionamento (27 anni per le femmine e 22 per i maschi!).
Interessanti anche le tabelle che dimostrano i cambiamenti avvenuti negli
ultimi decenni: notevole ad esempio, un po’ per tutti i paesi, l’aumento
dell’aspettativa di vita alla nascita negli ultimi anni: in Italia è passata
da 67 a 79 anni per i maschi dal 1961 al 2007. Dalle diverse tabelle è
possibile consultare i numerosi report, di solito in inglese.
|
|
|
11/6/11-IT
|
·
Il circolo UAAR di Livorno organizza oggi (17:30 - 19:30, libreria "La Gaia
Scienza", v. di Franco 14, Livorno) un incontro con il prof. David Caramelli,
docente di Antropologia molecolare ed Ecologia umana all'Università di
Firenze, sul tema DNA antico ed evoluzione umana.
|
|
|
10/6/11-USA
|
·
[da Panda’sThumb]
Interessante un post (We get
mail), stimolato da alcune domande su questioni davvero centrali nella
teoria dell’evoluzione che un visitatore, apparentemente creazionista o
comunque antievoluzionista, sosteneva di non riuscire a comprendere.
Nella risposta, si suggerisce al visitatore di … impegnarsi maggiormente
nello studio personale (un invito che avrebbe dovuto essere superfluo
trattandosi di un insegnante, che si guadagna da vivere proprio fornendo le
conoscenze necessarie per capire il mondo e per estrarne le risorse
necessarie per sopravvivere); si risponde però anche ad una domanda
abbastanza comune – come possa crearsi una nuova specie se esiste la
sterilità degli ibridi, una delle difficoltà di comprensione, reale o presunta,
molto sfruttata dai creazionisti – con una metafora decisamente efficace
oltre che originale: “There was never a time when a child in an ancient Vulgar Latin-speaking
population could not converse with its parents and siblings and peers in a
mutually comprehensible language, yet over centuries/generations the
(geographically dispersed) population
of Vulgar Latin speakers incrementally diverged into separate populations of speakers of dozens of
other Romance
languages. Today,
after many centuries/generations, those languages are largely mutually
incomprehensible yet there was never a time when a pair of parents suddenly
produced a child unable to comprehend its parents’ or siblings’ language”.
Fra l’altro la metafora accenna ad un aspetto fondamentale ma di
solito ignorato da chi studia poco: nell’evoluzione (di una lingua o di un
genoma) hanno un ruolo fondamentale fattori ambientali per i quali il caso è
sempre molto importante, e che nulla hanno a che fare con la lingua o il
menoma …
|
|
|
10/6/11-CH
|
·
Come annunciato anche nel blog di P.Attivissimo,
domenica 12 giugno alle 16 il CICAP Ticino ospiterà alla Sala Parrocchiale di
Pambio (uscita autostradale Lugano Sud) la dottoressa Beatrice
Mautino, biotecnologa con dottorato in neuroscienze e specializzata in
comunicazione della scienza, per presentare un incontro aperto a tutti su un
tema che molti considerano controverso e sul quale circolano credenze e
luoghi comuni spesso ingannevoli: il dibattito fra creazionismo ed
evoluzione.
Nessun altro posto come una parrocchia protestante svizzera sarebbe
più adeguato come sede per cercare di far uscire da circoli MOLTO ristretti
la notizia che il 15/1/11, ben 5 mesi fa, il biologo evoluzionista Werner
Arber è stato nominato dal papa presidente dell’accademia
Pontificia delle Scienze! Una
parrocchia cattolica non sarebbe forse la sede migliore, vista la religione
dello svizzero W.Arber, ma ci può accontentare …
Comunque in Italia ne hanno parlato solo il Corriere (il 16/1) e l’Avvenire
(25 giorni dopo, il 10/2). E’ incredibile che il suo nome sia stato citato in
modo errato perfino nel sito della Radio
vaticana del 29/5/11 (inefficace anche una mia mail di 5 giorni fa)
in occasione della sua conferenza su ‘Il Darwinismo
molecolare nel contesto dello sviluppo sostenibile’ e di dichiarazioni, decisamente originali e certo inattese,
del card.Ravasi (“molte persone sono ancora convinte che si
opponga al neodarwinismo”)(!?!).
[Per chi volesse sapere qualcosa di più su W.Arber, è possibile cercare il
suo nome in questa pagina web].
Chi fosse interessato alla storia delle bufale, sarà contento di
sapere che Arber ha organizzato il suo primo convegno dopo la nomina all’Accademia
Pontificia il 2/4, quando si è lanciato, alla presenza dei massimi esperti,
l’allarme sullo scioglimento dei ghiacciai (“Ghiacciai
e riscaldamento globale”).
Dopo quel convegno, l’11/5/11 è stato pubblicato [Arber potrebbe
verificare perché invece ci sono voluti addirittura due anni dopo il convegno
su Darwin del 2009 per conoscerne le conclusioni?] un preoccupato
documento sui pericoli del riscaldamento globale.
Nel 2008 Arber aveva organizzato, con
il precedente presidente N.Cabibbo, anche lui evoluzionista nonostante fosse
un fisico, il convegno
vaticano sull’evoluzione dell’universo.
Per chi volesse conoscere le sue posizioni evoluzioniste, è davvero
interessante il documento del 2008 (“Statement
on my view on biological evolution”), quando i
creazionisti l’avevano ingiustamente accusato di essere un “Darwin
skeptic”, A questo documento
Arber fa riferimento nell’intervista all’Avvenire
Interessante anche il fatto che in questa fotografia
del 18/5/11 si veda W.Arber insieme a Rubbia e ad altri componenti della
giuria di 20 premi Nobel che si è ritrovata a Stoccolma per un processo (“Planet
Earth vs. Humanity”) che ha visto sul banco degli accusati addirittura …
la nostra specie, quasi che anche W.Arber ritenga che siamo un pericolo per
il pianeta.
Se posso dare un suggerimento, nella parrocchia di Lugano sarebbe
interessante organizzare un Darwin Day con un dibattito fra Dawkins (sembra
che Attivissimo
– del CICAP Ticino - ci stia già pensando – “Dammi tempo” ha risposto nel suo
blog a chi ha fatto la proposta) e W.Arber.
Non dobbiamo certo pensare che Arber si occuperà di questioni dottrinali,
ma che la scelta del papa per il presidente dell’accademia Pontificia sia
caduta sull’evoluzionisra darwiniano W.Arber invece che sul vivace
creazionista biblico de Mattei deve avere un qualche significato…
|
|
|
10/6/11-IT
|
·
[da Pikaia]
Chi volesse capire la recente emergenza sanitaria in Germania, dove un
abituale ospite dell’intestino umano si è trasformato in un organismo letale
(a causa di una mutazione genetica, sempre che de Mattei escluda un
intervento divino per punire gli amburghesi), può leggere il semplice e
ottimo post di M.Mandrioli su Pikaia (“L’infezione
da parte di Escherichia coli? Un esempio di evoluzione in atto”).
Chi legge l’articolo capirà facilmente che non si tratta di una punizione
divina, ma di un normale evento dell’evoluzione biologica. Capirà anche come
lo sviluppo della ricerca scientifica nell’ambito dell’evoluzione culturale
che caratterizza la nostra specie permetta oggi di studiare e capire le
motivazione di eventi un tempo misteriosi (e magari attribuibili alla
mal’aria presente in una zona paludosa); questo permette di creare anche
strumenti per reagire e difendersi.
·
La
mostra L’Albero della vita. L’evoluzione attraverso gli occhi di
Charles Darwin a Gorizia propone al pubblico un dialogo
scientifico nella suggestiva cornice di Palazzo Attems Petzenstein. Venerdì 10 giugno alle 18.30
il matematico, romanziere e drammaturgo Giuseppe O. Longo tesserà un dialogo
sulle interconnessioni sempre più forti tra esseri umani e macchine, e
presenterà il libro Lettera a Darwin. Sarà presente l’autrice
Roberta Pelachin.
|
|
|
|
9/6/11-USA
|
·
Su un blog USA che si occupa di scienza e teologia,
si presenta (“Conflict
or Not?”) un articolo uscito su Huffington Post
(“The (Lack Of) Conflict Between
Science and Religion in College Students”) che commenta un articolo scritto sul Journal for
the Scientific Study of Religion da C.Scheitle della Penn State: U.S. College Students’ Perception
of Religion and Science: Conflict, Collaboration, or Independence? A Research
Note
|
|
|
9/6/11-IT
|
·
Il Sole 24 ore riporta oggi
un brano tratto da “La
vita inaspettata. Il fascino di un'evoluzione che non ci aveva previsto”
di t.Pievani, appena pubblicato da Raffaello Cortina. Si cerca di evidenziare
come il fatto che nel corso delle’evoluzione biologica “le cose potevano andare diversamente” assuma un
diverso significato in evoluzionisti e creazionisti, impedendo la
comunicazione fra credenti e non credenti (nel fatto che “le cose potevano andare diversamente”…).
·
Leggendo il titolo (“L'OLOCAUSTO? HA LE SUE RADICI NELL'OTTOCENTO”) di un
articolo pubblicato oggi sull’Avvenire temevo di doverlo inserire in
questa rassegna stampa, data la tendenza a collegare le idee di Darwin
addirittura al nazismo, al razzismo e magari pure al comunismo. In realtà è soprattutto
un argomento provocatorio usato dai creazionisti protestanti USA, forse
imbarazzati (“An
Apology for Support of Eugenics”) per la dimostrata connessione
fra l’eugenetica metodista USA e il nazismo, ma ogni tanto capita di
incontrare anche in Europa e in Italia qualcuno che cerca di far credere che
possa essere razzista chi ha scandalizzato tutti 150 anni fa raccontando che
siamo imparentati con le scimmie… J (e c’è anche chi si scandalizza tuttora)
Per fortuna l’articolo è la recensione di un libro serio, per cui non si parla
affatto di “evoluzionismo”… e quindi non dovrei citarlo.
·
Forse non farà piacere al giornalista che ne ha
dato notizia ieri sul Giornale (“Il
Pen club: "Censurato il cattolico De Mattei"), ma l’articolo
pubblicato oggi sulla rivista Corrispondenza Romana, diretta da de
Mattei, (“finalista
al Premio PEN Club il saggio sul Concilio di Roberto de Mattei”) racconta
qualcosa di diverso, indicando ben più chiaramente chi censurerebbe de
Mattei.
Non si parla infatti di Odifreddi o di laici e atei ostili, ma si evidenzia
come, almeno per il libro candidato al premio, la fonte dell’ostilità è ben
diversa: “il fatto che sia stato scelto un autore
dichiaratamente cattolico – nonostante le polemiche che il suo saggio ha
suscitato in seno agli organi di stampa ufficialmente cattolici
(“Avvenire”, “L’Osservatore Romano”, “La Civiltà Cattolica”) – riporta alle
battaglie per la libertà di pensiero proprie del PEN International”;
si conferma quindi quanto raccontato qui sotto ieri, anche sulla base della
traccia onestamente fornita dallo stesso de Mattei al giornalista al momento
in cui veniva informato della notizia inattesa. Nonostante questa precisazione, ancor oggi molti
sono i blog che riportano invece le tesi presenti nell’articolo del
Giornale. Sempre oggi anche Riscossa Cristiana parla delle critiche a
De Mattei da parte di un giornalista dell’Avvenire (“GIANNI
GENNARI, DI "AVVENIRE". LA MANIACALITA’ DEL RIDICOLO”)
·
[da Pikaia]
un post del genetista Mauro Mandrioli (“Una
città darwiniana”) attira l’attenzione dei lettori interessati
all’applicazione delle scoperte della biologia evoluzionistica su un articolo
("Evolution:
Darwin's city") in cui si descrive il tentativo di David Sloan Wilson di modificare la struttura
di una città (vera!) alla luce delle conoscenze acquisite
sull’evoluzione dell’altruismo e della cooperazione. L’idea di Wilson è
che si potrebbe modificare il modo in cui una città è organizzata e funziona
per favorire la collaborazione e la partecipazione alla vita della città. La
città di Binghamton è stat quindi usata come un vero e proprio laboratorio
urbano in cui capire quali atteggiamenti prosociali possono essere stimolati
e quali comportamenti o strutture presenti possono invece sfavorire la
socialità in modo da eliminarli.
Un primatologo potrebbe integrare con una premessa e un paio di osservazioni
interessanti il commento all’articolo, in cui viene presentata una mappa
della città di Binghamton in cui si evidenziano le aree in cui il livello di
socialità e di collaborazione fra i cittadini è maggiore o minore.
La premessa è che i primati sono animali in cui la socialità è
progressivamente diventata, nel corso dell’evoluzione, estremamente
importante e necessaria per il loro benessere. Questa è una scoperta
relativamente recente ed è dovuta al lavoro dei primatologi che hanno
studiato il ruolo della socialità in centinaia di specie diverse.
Conseguenza di trent’anni di ricerche di questo tipo sono le raccomandazioni
a favorire lo sviluppo di comportamenti sociali anche nei primati in
cattività; da qui leggi e regolamenti che proibiscono di sottoporre i
primati, e in particolare le scimmie antropomorfe, che hanno livelli di
socialità e modalità di comunicazione intragruppo estremamente raffinati, ad
attività degradanti o dannose che alterino le loro manifestazioni
comportamentali.
Seconda conseguenza sono leggi e regolamenti che raccomandano di sviluppare
progetti di arricchimento
ambientale (= environmental
enrichment), in modo da creare un ambiente favorevole e rispettoso delle
esigenze di socialità e di un ambiente interessante a chi detiene primati in
cattività.
Probabilmente non è noto a tutti che le conoscenze sui primati raccolte negli
ultimi decenni hanno avuto come risultato che ora sia evidente che i primati
non sono animali che si possano mantenere facilmente in cattività, anche per
la necessità di vivere in gruppi, solo all’interno dei quali si possono
sviluppare i lunghi processi di apprendimento e socializzazione. Si
raccomanda quindi di non aumentarne il numero in cattività (e qui però non si
dovrebbero distruggere le foreste!), ma se proprio si deve mantenere un
primate in cattività occorre creare un ambiente ottimale, stimolante e
rispondente alle esigenze di animali che hanno sviluppato la curiosità,
l’apprendimento, la comunicazione e la socialità.
E’ evidente che, anche per quanto riguarda l’uomo, può essere davvero
necessario verificare che non sia pericoloso che nasca, cresca e viva in
ambienti urbani che probabilmente forniscono condizioni di vita che non
sarebbero accettabili per un primate.u
L’articolo citato da Pikaia
ci ricorda proprio che non bisogna abusare del fatto che l’evoluzione
culturale permetta all’uomo di adattarsi anche ad ambienti artificiali che
non si preoccupano di esigenze che evidentemente - oggi lo si è dimostrato -
sono fondamentali già per i nostri parenti primati.
[Purtroppo sospetto che il ragionamento sia risultato oscuro a chi è
rimasto alle idee che circolavano anche solo qualche decennio fa, prima che
la ricerca scientifica dimostrasse che si faceva davvero torto – e
soprattutto ai primati - se si continuava a credere che qualsiasi aspetto del
comportamento animale fosse riconducibile esclusivamente all’istinto. Da un
secolo e mezzo l’evoluzione ha confermato invece una relazione di parentela
che non permette di distinguere facilmente aspetti del comportamento umano da
comportamenti simili – non istintuali, quindi – osservati nei primati.
Fra quelli a cui il ragionamento sarà rimasto oscuro ci sono anche quelli
che recentemente in Italia si sono scatenati
CONTRO chi, come i primatologi o le società di protezione degli animali,
contestano inorriditi l’abuso dei primati che si fa nello spettacolo. L’uso
di primati, soprattutto scimpanzè, è umiliante soprattutto per loro, che sono
stati strappati
giovanissimi dalle loro madri per essere addestrati, anche con metodi
violenti, a comportarsi come umani per far divertire gli umani, come si
racconta in un sito USA che svela i retroscena (a 8 anni devono essere
pensionati in quanto diventano ingestibili, e qualcuno deve mantenerli fino a
50/60 anni) e la soluzione per questi abusi a scopo commerciale (“after
pressure from PETA, at least 18 advertising agencies, including the top three
U.S. agencies (McCann Erickson, BBDO, and Young & Rubicam), have agreed never to use great apes
in their ads again).
Ma è umiliante anche per gli umani, che chiaramente dimostrano di rifiutare i
risultati di ricerche che ignorano e vogliono ignorare, come quelle di Frans
de
Waal, un primatologo che ha dedicato perfino molto del suo tempo
anche a scrivere libri per raccontare le incredibili scoperte, a cui
alludevo, fatte dai primatologi negli ultimi 40 ann. D’altronde basta leggere
un articolo dell’avvenire del 27/2/11 (VERSO CORSI UNIVERSITARI DI BIO E ZOO ETICA?) per
capire che sarà quasi impossibile far accettare una visione del mondo non
ideologica, visto che si prova a negare sia l’evoluzione biologica che
l’evoluzione culturale che caratterizza proprio la nostra specie; “gli animali non hanno diritti altrimenti dovrebbero
avere anche doveri: si comportano solo
secondo l’istinto” ].
|
|
|
8/6/11-IT
|
·
Ormai siamo in una situazione in cui quasi non ci
accorgiamo nemmeno che il mondo possa a volte “andare alla rovescia”. Un
articolo del Giornale (“Il
Pen club: "Censurato il cattolico De Mattei") ci racconta che
un’associazione che sostiene e promuove soprattutto gli scrittori
perseguitati (il Pen Club) ha deciso di
inserire il VP del CNR, de Mattei fra i 5 finalisti per il suo premio annuale
che, se
si trovassero i soldi, dovrebbe essere consegnato il prossimo 27
agosto a Compiano (PR); in alternativa la sede sarà quella del Pen
Club, a Milano.
L’aspetto davvero sconcertante della questione è che l’articolo del Giornale
lo presenta come uno scrittore che sarebbe perseguitato da Odifreddi e da
scienziati atei (ma non solo, dato che lo scienziato che lo ha
maggiormente strapazzato è stato il cattolico N.Cabibbo, un fisico da Nobel e
presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze) che non apprezzano molto
che abbia organizzato un convegno creazionista a Roma il 23/2/09 (qui foto e
interviste che permettono a chiunque di capire facilmente come la scienza
e il metodo scientifico avessero temporaneamente abbandonato l’aula in quei
giorni).
In realtà, e onestamente, lo stesso De Mattei alla fine dello stesso articolo
non nasconde che, se c’è qualcuno che ha il potere di “perseguitarlo” (e lo
fa per fortuna con modi un po’ diversi da quelli sperimentati da Galilei,
incautamente citato a sproposito dal giornalista) è la Chiesa cattolica, che
non accetta le sue continue e numerose posizioni polemiche rivolta verso il
magistero. Il bello è che, e proprio nello stesso articolo, il fatto è
ammesso proprio da De Mattei, che infatti indica nell’Avvenire e nell’Osservatore
Romano i quotidiani che lo perseguiterebbero.
Fornisce quindi lui stesso, ovviamente ben informato dei suoi problemi,
l’indizio che permetterebbe ai curiosi di scoprire che è proprio la Chiesa
cattolica, la “navicella
di Pietro” che lui chiaramente cerca di tirare verso posizioni
conservatrici, a non essere d’accordo con lui. Critiche (non certo
persecuzioni) gli sono venute recentemente anche dalla rivista dei gesuiti, Civiltà
Cattolica (“«La dottrina cattolica può essere
accettata o respinta, ma, in tutte le sue parti, come non manca di nobiltà,
così non è priva di coerenza, e non merita di
essere derisa e incautamente esposta a essere diffamata»”), per i suoi
interventi
radiofonici che attribuivano i terremoti e gli tsunami ad una punizione
divina che si poteva sospettare rivolta direttamente alle vittime (anche se
non tutte peccatrici e meritevoli della punizione divina).
Curioso e clamoroso, per chi attribuisce qualche merito alla sua posizione
creazionista e antievoluzionista, verificare che il suo convegno creazionista
organizzato addirittura nella sede centrale del CNR (qui alcuni esempi delle sciocchezze
ascientifiche che venivano raccontate in quella sede quel giorno), era
contro un contemporaneo convegno
organizzato dal Vaticano, come ben si capisce dalla stroncatura
ricevuta da N.Cabibbo, un fisico quasi premio Nobel, allora presidente
dell’accademia delle Scienze Pontificia, che sul Corriere chiarisce
che “Le tesi antievoluzioniste non hanno alcun
seguito tra i biologi e non corrispondono certo all'orientamento della Chiesa
cattolica, come dimostrano le posizioni assunte dalla Pontificia Accademia
delle Scienze e le iniziative organizzate da monsignor Gianfranco Ravasi per
il bicentenario della nascita di Charles Darwin”.
Immagino che questa frase dimostri chiaramente come la posizione
critica degli scienziati avesse anche l’appoggio di organismi vaticani,
parecchio infastiditi da un vicepresidente del CNR che usava il suo ruolo
politico per organizzare convegni chiaramente antivaticani. In effetti De
Mattei reagì piuttosto vivacemente, mostrandosi sconcertato per l’incarico
vaticano attribuito ad un evoluzionista come N.Cabibbo; sul Corriere del 23/12/09 scrisse: “trovo
incredibilmente incoerente che ci si possa
dichiarare cristiani ed evoluzionisti.
mi chiedo come uno scienziato su queste
posizioni come Cabibbo possa presiedere la Pontifica accademia delle Scienze”).
De Mattei in un suo editoriale del 2009 (“Semi-ariani
di ieri e di oggi”) evidenziava come per la Chiesa i problemi fossero
soprattutto interni (auspicava che si potesse “ricondurre
verso il porto sicuro dell’ortodossia la navicella di Pietro in balia delle
onde e dei colpi che le provengono dall’interno più ancora che dal suo
esterno”), e audacemente sottolineava che l’ultimo libro del
card.Martini fosse “un manifesto semi-ariano,
dal punto di vista teologico e morale, in cui si tenta di conciliare
l’inconciliabile”.
Spiace davvero che il Pen Club, che ha la sede proprio a Milano, nella
diocesi che fu diretta dal card. Martini, presenti De Mattei come un perseguitato
fornendo carburante ad una macchina del fango rivolta addirittura contro
Odifreddi, l’unico scienziato che abbia accettato di partecipare a
Chiasso ad un dibattito del tutto (e forse troppo) tranquillo, con De
Mattei, dove il vicepresidente del CNR ha potuto sostenere le sue posizioni
creazioniste, confermando di credere in una terra vecchia di sole poche migliaia di anni.
Che sia poi il Giornale ad amplificare questa gaffe del Pen Club forse
meraviglia meno, anche se stupisce che a un giornalista non venga il sospetto
che non sia Odifreddi il direttore dell’Avvenire e dell’Osservatore Romano, i
quotidiani ostili citati da de Mattei. Un minimo di indagine avrebbe permesso
di scoprire qualcosa di interessante: seguendo la traccia fornita, si sarebbe
scoperto che fosse forse de Mattei il reale “persecutore”.
Dove sta infatti la prova che sull’evoluzione e l’teoria dell’evoluzione la
chiesa vada in un’altra direzione e che lui non sopporti quello che ritiene
un tradimento del mito biblico? Ce ne sono varie, ma quella più evidente è
recentissima.
Giusto pochi mesi fa, il 15/1/2011
il papa ha nominato addirittura un biologo evoluzionista neodarwiniano, Werner
Arber, alla presidenza dell’accademia
Pontificia delle Scienze!
Anche i lettori del Giornale ignorano questa notizia, essenziale per
inquadrare correttamente le idee di de Mattei; se non erro, solo l’Avvenire
(25 giorni dopo!) e il Corriere (“Ratzinger
sceglie un protestante per guidare l’Accademia delle scienze”) ne hanno
parlato, senza evidenziare che si tratta di una novità probabilmente
incomprensibile se non inaccettabile (Arber precisa all’Avvenire di aderire
alla «teoria neo-darwiniana dell’evoluzione
biologica, che ho contribuito a confermare e precisare a livello
molecolare») per molti cattolici che sono rimasti a indicazioni
che la chiesa dava fino a pochi anni fa.
E’ certo che le posizioni attuali del Vaticano sull’evoluzione e sulla teoria
dell’evoluzione – evidentemente non sufficientemente pubblicizzate nemmeno
fra i professori universitari cattolici - non piacciano affatto a De Mattei;
lo vediamo confermato dalle evidenti novità annunciate il 25/5 alla presentazione
degli atti del convegno del
2009, proprio quello che De Mattei aveva cercato di contrastare anche
utilizzando la sede e fondi (9840 euro) del CNR;
Quanto al catering, sembra se ne sia occupato personalmente.
Come ha detto il card.Ravasi il 25/5/2011,
pochi giorni fa, “La Chiesa non condannò mai Charles
Darwin, né la sua teoria dell’evoluzione. Tuttavia, molte persone sono ancora
convinte che si opponga a questa teoria scientifica”. Anche di
questi atti i lettori (e i giornalisti) del Giornale sono all’oscuro (come
tutti gli altri italiani): nessun quotidiano ha ritenuto che fosse utile
disturbare le persone “ancora convinte che la Chiesa si
opponga a questa teoria scientifica” e preferiscono lasciare che
invece credano che de Mattei sia perseguitato da Odifreddi (che non è però
direttore di nessuno dei quotidiani che de Mattei – fornendo onestamente una
chiave di lettura utile per svelare la macchina del fango - cita fra i suoi
persecutori).
A questo punto sorge però un dubbio: nella prima
pagina del sito del Pen Club si legge chiaramente “ogni membro si impegna a combattere gli abusi di una
stampa libera, come le pubblicazioni deliberatamente menzognere, la
falsificazione e la deformazione dei fatti a fini politici e personali”.
Certo sembra che le ultime dichiarazioni di De Mattei sembrano smentire la
persecuzione da parte di Odifreddi e dei suoi amici, ma è difficile smentire
che lui abbia sostenuto che la vita sulla terra abbia avuto una durata
estremamente limitata, “poche migliaia di anni”,
contrariamente a quanto sostiene la scienza e il Vaticano (nel 2004,
in un documento firmato addirittura dal card.Ratzinger). Certo il premio non
riguarda né la polemica sulla teoria dell’evoluzione né quella sulle vittime
forse non innocenti dello tsunami. Il libro che il Pen Club vuole premiare è
infatti una revisione critica del Concilio Vaticano II.
Su questo tema credo che né Odifreddi, né altri scienziati abbiano detto o
scritto alcunché. Non c’è quindi nulla che potrebbe far pensare ad una
persecuzione da parte di laici o scienziati cattivi. Non si capisce quindi il
motivo per cui nei titoli si parli di censura, dato che non riguarderebbe
affatto il libro candidato al premio, una revisione certo approfondita e
documentata, ma molto critica, del concilio Vaticano II.
Se proprio indaghiamo meglio, possiamo però capire perché De Mattei non ha
dubbi che il suo volume critico sul concilio non sia piaciuto in Vaticano:
qui possiamo leggere un corsivo dell’Avvenire
del 9/12/09 che potrebbe avere un intento persecutorio per come
recensisce un articolo del Foglio sul libro: “sempre
"Foglio", intera p. III con brani di un libro di Roberto de Mattei
(si veda anche "Avvenire", p.30, il 1° dicembre) per il quale il
Vaticano II è fonte di tradimenti della fede e causa ogni male alla Chiesa
avvelenata dal suo falso «pastoralismo» addirittura succube del
«comunismo». In realtà il secco opposto, e con pretese teologiche, di chi
in 2.000 anni di storia della Chiesa fino al Concilio vede solo oppressione e
tradimento dell'umano. Gli estremi - anche di incomprensione - si toccano. Ma
per fortuna lì sotto leggi che de Mattei è proprio uno «schietto
reazionario». Perfetto!”.
Un altro articolo critico dell’Avvenire è quello di
M.Introvigne dell’1/12/10
(una versione più estesa si recupera qui)
Che i rapporti di De Mattei con l’Avvenire non siano tranquilli
(=censura?!) lo si vede anche da uno scambio di lettere con il direttore il 13/4/11
(dove de Mattei ammette che il suo libro sul Concilio non è stato
apprezzato da Avvenire!).
Non è da meno l’Osservatore Romano, che in un articolo di
Mons.Marchetto del 13/4/2011
critica proprio il libro sul Concilio: “«Opera
interessante, frutto di un lungo studio e di uno sforzo notevole di ricerca,
ma tendenziosa è quella sul Vaticano II di Roberto de Mattei», scrive
l'arcivescovo a proposito dell'opera Il Concilio Vaticano II. Una storia
mai scritta (Lindau, 2010). «I talenti dell'autore avrebbero meritato
l'impegno per una storia finalmente più obiettiva - e non ideologica,
polarizzata e di parte - su un concilio che alla fin fine de Mattei presenta
come modernista”.
Se davvero al Pen Club interessano informazioni su quelli che il
Giornale sospetta censurino de Mattei, se ci si dovesse limitare al solo
libro sul concilio in discussione per il premio, qui
nel suo sito si possono leggere le risposte di de Mattei alle critiche
arrivate quasi solo dall’Avvenire e dall’Osservatore Romano. Qui
invece le risposte a Civiltà Cattolica.
Per inquadrare correttamente il contributo dello storico del cristianesimo de
Mattei alla ricostruzione storica (e la reazione del Vaticano) non bisogna
dimenticare che ai tempi del concilio uno dei teologi progressisti più attivi
fu proprio – parecchi anni fa invero - l’attuale Papa …
Troviamo invece apprezzamenti del libro sul Concilio in siti cattolici
tradizionalisti (“Militia
tempi”, “Messa
in latino”) e sul Foglio.
E invece sconcertante notare che nei quotidiani/siti web che parlano
di persecuzione o censura, nessuno chiarisce che de Mattei si
riferisca a quela che sta subendo da parte della Chiesa cattolica….come
sembra confermare anche l’episodio del 6/6//11 avvenuti a Pavia e raccontato
da Libero! Oltre al Giornale, che colpevolizza Odifreddi e gli scientisti,
c’è chi, come l’agenzia ADNKronos semplicemente parla di censura dopo
averlo presentato come scrittore cattolico: “Premi:
Pen Club, il censurato Roberto De Mattei tra i finalisti”, PrimaPaginaItalia:
“Premi: Pen Club,
il censurato Roberto De Mattei tra i finalisti”.
Molto interessante e apprezzabile il
fatto che comunque molti dei commenti
all’articolo del Giornale sono decisamente critici verso de Mattei, ed è
apprezzabile che i lettori dimostrino una maggiore preparazione e interesse
culturale rispetto al giornalista … chi si mostra informato non sembra
ritenere applicabile a de Mattei la qualifica di perseguitato o censurato,
Speriamo che qualcuno di loro sia interessato a fornire le informazioni che
evidentemente servirebbero ai responsabili del Pen Club, che forse non
apprezzerebbero le deformazioni dei fatti, almeno in ambito scientifico.
|
|
|
7/6/11-IT
|
·
E‘ stata piuttosto problematica la
presentazione, ieri a Pavia, del volume di de Mattei sul
concilio Vaticano II, proprio il libro candidato al premio del Pen Club di
cui si parla qui sopra in cui si parla di un povero cattolico censurato da
Odifreddi e da atei e laici per la sua fede... Nulla di più sbagliato,
secondo quanto si legge oggi.
Lo dimostra un articolo comparso oggi su Libero (“Il
libro anti-Concilio troppo ortodosso per la Chiesa”) che fa il resoconto
della difficoltà a trovare a Pavia una sala che ospitasse il prof.de Mattei,
a causa dei problemi sollevati dal collegio Ghisleri ma soprattutto dal
vescovo di Pavia; secondo l’articolo “il vescovo
di Pavia, monsignor Giovanni Giudici, aveva opposto il suo personale e
autorevole dissenso alla presentazione del libro di de Mattei in ambito
riconducibile alla diocesi. Ne sa qualcosa il sacerdote che pensava di far
del bene invitando l’autore e il sottoscritto a parlare di un’opera tanto
importante e si è sentito dire che sarebbe stato meglio, molto meglio,
lasciar perdere”.
Alla fine de Mattei “ha trovato asilo nella sala
Santa Maria Gualtieri, aperta a tutti, cattolici compresi”.
|
|
|
6/6/11-IT
|
·
Nel blog di A.Piombino Scienzeedintorni si
può leggere il resoconto di uno dei più importanti eventi che hanno
documentato la diffusione e (il successo) della teoria dell’evoluzione in
Italia alla fine del 1800 e a partire dalla conferenza di De Filippi a Torino
l’11/1/1864: “L'introduzione
del darwinismo a Firenze: la conferenza di Herzen del 1869 e le polemiche che
ne vennero fuori”
|
|
|
6/6/11-USA
|
·
[da NCSE]
E’ andata in bancarotta la
ditta (Premise Media Holdings LP) che ha prodotto nel 2008 uno squallido e
prvocatorio film di propaganda contro Darwin e la teoria dell’evoluzione, “Expelled:
No Intelligence Allowed”.
Da notare che questo film
sottolineava alcune delle assurde accuse a Darwin e agli evoluzionisti che
spesso purtroppo vengono riprese anche nelle contestazioni firmate da
creazionisti antievoluzionisti italiani.
Una delle piu’ assurde è quella di
accusare di razzismo proprio chi per primo ci ha aiutato a capire il motivo
per cui abbiano strette relazioni anche con altre specie animali con cui
siamo imparentati avendo antenati comuni vissuti solo pochi milioni di anni
fa …
Nel sito Expelled Exposed
del National Center for Science Education è raccolta una serie di commenti a
film e a molte delle idee che possiamo ritrovare riciclate anche nella
propaganda che spesso viene ripresa anche in Italia.
|
|
|
3/6/11-USA
|
·
[da NCSE] The National Center for Science Education is
pleased to offer a free preview (PDF) of Martin Brasier's Darwin’s
Lost World: The Hidden History of Animal Life (Oxford University Press, 2009).
|
|
|
3/6/11-IT
|
·
Su Affari Italiani un’intervista a T.Pievani
sul suo nuovo libro “La
vita inaspettata”, centrato sull’imprevedibilità degli eventi biologici
che hanno portato alla formazione della fauna e della flora che per 500
milioni di anni ha utilizzato le risorse alimentari fornite ; sono per noi
fondamentali, per cui ci piacerebbe invece credere che fossero pianificati.
|
|
|
2/6/11-USA
|
·
E’ necessario conoscere l’inglese, ma è sempre
piacevole, e fornisce una sensazione quasi unica di potenza e di ricchezza (per
chi si accontenta della cultura, ovviamente) una visita al sito web della
NAP (The National
Academies Press), che fornisce un ricco catalogo di libri
sull’interfaccia fra scienza, cultura e politica, con un’ottica globale e con
lo sguardo rivolto soprattutto alla progettazione di un futuro migliore per
coloro da cui abbiamo avuto il mondo in prestito momentaneo, i nostri
discndenti.
Se ci può preoccupare il fatto che
molti dei libri propongano strategie che si prefiggono di mantenere egemone e
trainante la cultura e la scienza USA (e ci si dovrebbe meravigliare del
serio dubbio che l’Italia non abbia simili preoccupazioni...), consola il
fatto che quasi tutti questi libri venivano fino ad oggi offerti
gratuitamente solo se ci si accontentava di leggerli on line.
Decisamente impressionante è la lista delle tematiche affrontate, e questo
anche se ci limitiamo ai libri di biologia o di scienze ambientali.
Molto ampio, proprio per la preoccupazione di una sfida ormai planetaria fra
strategie formative – molto aggressive negli ultimi anni quelle dei paesi
asiatici -
anche la sezione dedicata a testi
sull’educazione, soprattutto scientifica, dei giovani. Interessante, per
rimanere nell’ambito degli temi trattati da questa rassegna stampa, una
recente serie di 4 volumi sull’evoluzione biologica (“In the light of
evolution”).
Il costo dell’intera serie (“Volume 1. Adaptation and Complex Design”,
“Volume II: Biodiversity and Extinction”, “Volume III: Two Centuries
of Darwin”, “Volume IV: The Human
Condition”) come si può intuire dalle premesse, va da 0$ (per gli
squattrinati PDFfili) al prezzo scontato di 170$ (per i bibliofili impenitenti).
Oggi la la piacevole notizia che la NAP potrebbe togliere lettori
anglofoni squattrinati a moltissime altre case editrici nel mondo: “Effective
June 2nd, PDFs of reports that are currently for sale on the National
Academies Press (NAP) Website and PDFs associated with future reports* will
be offered free of charge to all Web visitors”. Con 200 nuovi volumi pubblicati
ogni anno (oltre ai 4000 già disponibili oggi in PDF), tutti questi
libri gratuiti potrebbero non lasciare molto tempo per leggere altri libri …
possiamo augurarci che i creazionisti ne approfittino per scoprire il numero
impressionante di informazioni che dovevano imparare gli evoluzionisti…
|
|
|
1/6/11-F
|
·
La notizia della pubblicazione degli atti
del convegno vaticano del 2009 sulla teoria dell’evoluzione darwiniano
arriva in Francia (nel sito del quotidiano La
Croix e in un sito
interreligioso in cui compaiono alcune perplessità) oltre che in un |