30/12/13-USA
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Ancora un sondaggio sull'opinione degli
statunitensi riguardo al dubbio, spesso non risolto, fra
creazione/evoluzione.
Molti media USA (MSNBC,
Reuters,
NPR,
Christian
Science Monitor) commentano i dati pubblicati solo oggi dal centro "Pew
Research" (Public’s Views on Human Evolution")
su un sondaggio realizzato nell'aprile scorso.
Già molti commentatori (Andrew
Sullivan, David
Graham sull’Atlantic, Zack
Beauchamp sul Think Progress, Allapundit
su Hot Air, e Francis
X. Clines e Paul
Krugman sul New York Times si sono un po’ meravigliati
dell’incremento del creazionismo fra i repubblicani e delle differenze
rispetto a precedenti sondaggi (Gallup, ma anche altri).
Occorrono quindi analisi non superficiali per trovare eventuali imprecisioni
(più o meno intenzionali) nella formulazione o nella presentazione delle
domande.
Ad una prima occhiata già nelle
prime righe si notano alcune stranezze: nel testo a sinistra si legge che
il 60% degli americani crede che "gli umani e gli altri esseri
viventi si sono evoluti col tempo" mentre il 33% pensa che "gli
umani e gli altri esseri viventi sono rimasti sempre gli stessi fin
dall'inizio dei tempi", mentre nella colonna a destra gli stessi
dati sono presentati senza alcun riferimento agli "altri esseri
viventi". Ovviamente non è lo stesso, visto che di solito gli
inesperti tendono a dimenticare che l'evoluzione coinvolge ogni essere
vivente, per cui è importante sapere se la domanda era o no completa.
Questo indica comunque che la pagina web è poco affidabile e bisogna fare
riferimento alla relazione
completa, in modo da verificare i dettagli dell'indagine.
Appena sotto viene comunque chiarito uno dei principali dubbi appena
suscitati da un’analisi evidentemente incompleta, dato che non si chiarisce
quale frazione del 60% attribuisca comunque a un Dio il merito di aver reso
possibile che l'evoluzione producesse non solo l'uomo, ma anche i cobra, e
soprattutto gli scarafaggi e i virus, di cui molti non sentirebbero affatto
la necessità (e per questo sarebbero davvero interessati a conoscere il
motivo della loro esistenza).
Sembra che tale percentuale sia del 24%, mentre per il 32% le diverse specie
sono comparse a causa di meccanismi biologici di origine naturale.
L'indagine è certamente complessa (dalle percentuali precedenti manca ancora
comunque un 4%…), visto che si valuta poi anche il pesante effetto delle tradizioni
religiose. Si scopre così che i "white evangelical
Protestants" sono creazionisti al 64%, mentre i "white mainline
Protestants" sono più evoluzionisti dei cattolici: solo il 15%
di loro sono creazionisti. [Per orientarsi fra le classificazioni, questo
articolo sui protestanti può aiutare... ma non è così facile: bisogna
considerare anche la percentuale di aderenti alle diverse fedi negli USA...]
Questo grafico
indica le differenze per religione fra quelli che vengono presentati come
evoluzionisti (anche se teisti).
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Altri comunque hanno commentato anche criticamente
questo sondaggio sul creazionismo USA:
Ne hanno parlato Greg Mayer nel blog di Jerry Coyne (“Pew
Poll: American evolution-acceptance holds steady, partisan divide widens”,
“What,
if anything, is wrong with the Pew poll on evolution acceptance?”)
ma anche Dan
Kahan del Cultural Cognition Project of Yale Law School.
Si deve soprattutto fare un confronto con il sondaggio Gallup del 2012, commentato in
aprile sul blog di J.Coyne. Non è per nulla giustificata soprattutto la
differenza fra il 32% e il precedente 15% di americani che accettano la
spiegazione naturalistica.
Non manca un breve commento del NCSE (“A new Pew poll on evolution”)
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29/12/13-VA
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Un altro workshop molto interessante organizzato
dalla PAS (con Lumsa e Justitia et Pax) è stato quello sull'"Emergenza
esclusi"
Si è svolto il 5 dicembre 2013 e l'ospite principale era Juan Grabois
("Capitalismo
de exclusión, periferias sociales y movimientos populares"), un
giovane avvocato che, coll'appoggio dell'ex Arcivescovo di Buenos Aires, era
riuscito, insieme ai leader del movimento dei “cartoneros” della
capitale argentina, ad ottenerne il riconoscimento legale.
Fra gli altri oratori invitati c'erano scienziati ed economisti esperti di
problemi globali, anche ambientali, come Jeffrey Sachs, Giuseppe Tognon, Romano Prodi, V.
Ramanathan e Maryanne
Wolf.
E' particolarmente interessante notare l'origine del testo inserito come base
di discussione nel booklet
allegato al sito ("The
Emergency of the Socially
Excluded".
Ancora più interessante è l'analisi dei grafici utilizzati per approfondire e
per orientare la comprensione del testo, evitando che chiunque possa
illudersi che l'emergenza esclusi possa essere ridotta ad
un'esperienza metafisica.
Se qualcuno si era
preoccupato per gli accenni fatti il 23/9/07 dal precedente papa [“L’emergenza della fame e
quella ecologica denunciano con crescente evidenza che la logica del
profitto, se prevalente, incrementa la sproporzione tra poveri e ricchi, come
pure un rovinoso sfruttamento del pianeta” (audio, testo integrale dell’agenzia vaticana Zenit)], è difficile rimanere indifferenti di fronte
all'immagine iniziale e ai grafici che nel booklet illustrano in modo non
equivocabile il testo della parte della recente esortazione papale (27/11/13:
"Evangelii
gaudium") dedicata agli squilibri, soprattutto economici e
sociali, del mondo attuale e alle loro conseguenze.
Se nel sito web mons.Sorondo presenta una sintesi dei problemi discussi nel
workshop e invita a "trovare
soluzioni nuove di fronte all’emergenza esclusi”, i grafici - in
gran parte di fonte ONU - cercano di far capire il mondo visto da una
prospettiva, forse insolita, ma dalla quale è più facile capire perché
crescono anche le nuove forme di schiavitù discusse dalla PAS in novembre.
Fa particolare impressione, per chi si occupa di evoluzione biologica,
leggere che alla frase "oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge
del più forte, dove il potente mangia il più debole" non si associa Darwin o
sue improbabili colpe per questa frase verificabile già milioni di anni fa,
ma un'immagine con i marchi delle poche multinazionali che controllano
l'economia mondiale, fra cui si notano pure quelle corresponsabili della
distruzione della foresta tropicale.
Come italiano fa anche molta impressione vedere un'esortazione papale
illustrata da un grafico ancora troppo poco noto in Italia, tratto da una
ricerca commissionata a R.Murphy dal
gruppo socialdemocratico al parlamento europeo; viene associato ad una frase in cui il papa si
preoccupa e si lamenta del culto di "nuovi
idoli"; nulla a che fare con la
scienza, in questo caso, ma con "il feticismo del denaro e la dittatura di una l'economia senza volto".
Il grafico mostra che l'Italia non è più da almeno un anno l'ottava economia
del mondo, ma con 240 miliardi di evasione è sorpassata solo dal Brasile e
dagli Stati Uniti per l'enorme evasione fiscale. E' al terzo posto nel mondo
anche per l'economia in nero come % del PIL, dopo Russia e Brasile. Come sa
anche il papa, evasori e truffatori fiscali in Italia non sono comunque tutti
senza volto.
Altri grafici sottolineano alcuni punti dell'esortazione, evidenziando il
continuo aggravamento delle enormi disparità fra la gran parte dell'umanità e
i pochissimi in cui si concentra il potere e la ricchezza.
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28/12/13-UK
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Un recente articolo indaga sul rapporto fra
dimensioni del cervello e i geni che contribuiscono all'encefalizzazione nei
mammiferi.
L'attuale secolo è iniziato evidentemente con un interesse sempre più
crescente verso tutte le questioni che coinvolgono l'encefalo e in
particolare l'encefalo umano, il suo funzionamento e i processi biologici che
ne hanno determinato le origini.
L'articolo, pubblicato a fine novembre dai Proceedings of the Royal
Society B - biological Sciences, è firmato da 4 ricercatori di 2
università inglesi e si occupa di "Increased brain size in mammals is
associated with size variations in gene families with cell signalling,
chemotaxis and immune-related functions".
E' interessante, come viene evidenziato anche nel commento pubblicato in un
post ("Grossi
cervelli, tanti geni") nel sito di Pikaia, la
dimostrazione di un ruolo importante svolto, nel processo di encefalizzazione
accompagnato da un aumento del volume complessivo e di quello della
corteccia, anche da geni non strettamente associati alle funzioni cognitive.
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27/12/13-USA
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J.Coyne nel suo blog cita e commenta
un'intervista al cancelliere dell'Accademia
delle Scienze Pontificia, mons.Sorondo.
L'intervista ("Vatican
science on Christmas and creationism”) è comparsa sulla rivista USA The
Daily Beast. L'intervista riguarda
il rapporto del Vaticano con la scienza, un tema che inevitabilmente
complicherebbe qualsiasi relazione; tutte le religioni sono alla ricerca di
verità, anche se inevitabilmente non definitive, in quanto basate su
spiegazioni metafisiche.
Il tema scelto per l'intervista, tutta
centrata sulla scienza e sull'attività di una secolare (G.Galilei fu uno dei
primi eletti) struttura di consulenza scientifica del Vaticano che certo può
suscitare qualche perplessità e qualche sorpresa nei creazionisti protestanti
e nel pubblico USA.
Non c'è da stupirsi, visto la PAS non è
accettata nemmeno dai cattolici creazionisti o integralisti, come dimostra la
contestazione sia da parte del Centro
Kolbe USA che dallo stesso ex- vicepresidente del CNR, il creazionista
biblico prof.De Mattei, criticato nel 2009 dal presidente Nicola Cabibbo.
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Il post di J.Coyne
("Vatican scientist claims that “reason
was created by God”; gets muddled about accommodationism")
critica soprattutto la frase
dell'intervista in cui il cancelliere contesta, con una indimostrabile
spiegazione alternativa, il ruolo creativo dell'evoluzione biologica; J.Coyne
ricorda che esistono e sono dimostrabili livelli intermedi di ragione in
tante altre specie, permettendo di individuare un percorso evolutivo che
conferma le spiegazioni naturalistiche.
Certo sembra proprio che J.Coyne, che era
di fretta ("I’m in a rush"), non si informi
adeguatamente e faccia pure un errore di valutazione, contando il numero di
premi Nobel nell'articolo ("at least four
Nobel Laureates") e non nel
sito della PAS (avrebbe notato che sono ben 70).
Forse dovrebbe visitare il sito; scoprirebbe che anche il presidente della
PAS, Werner Arber, è un premio Nobel ed è addirittura un suo collega
biologo evoluzionista, oltre che formalmente di religione protestante.
Tutti elementi che da tempo sembrano
innervosire i creazionisti, sia protestanti
che cattolici;
alcuni, forse per "aiutare" il papa responsabile della nomina,
avevano penosamente cercato errori o incoerenze nei suoi scritti.
Un'altra frase che giustamente viene
notata da J.Coyne è quella in cui mons.Sorondo contesta la loro stessa
vecchia verità che paradiso ed inferno siano luoghi reali.
Mons.Sorondo non mette però in dubbio
anche l'esistenza reale di Adamo ed Eva; forse non vuole fare arrabbiare un
noto creazionista
biblico italiano, docente nell'università dei legionari dei Cristo, che
crede ancora a quello che gli hanno raccontato
al catechismo.
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Curioso che, nel
sito web con l'intervista a mons.Sorondo, il link alla PAS immetta
direttamente nel sito delle conclusioni del convegno di novembre su "Trafficking
in Human Beings: Modern Slavery", quella con lo "STATEMENT
ON TRAFFICKING IN HUMAN BEINGS", qui citato il 2/11 ma anche il
25/12.
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26/12/13-USA
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Suscita discussione un articolo sull'evoluzione
del cervello nei mammiferi, comparso su Trends in Cognitive Sciences.
Un primo commento all'articolo di Randy L. Buckner e Fenna M. Krienen
("The evolution of distributed association
networks in the human brain") è quello del
giornalista scientifico Carl Zimmer sul New York Times ("In
the Human Brain, Size Really Isn’t Everything"), che utilizza
anche la consulenza di un altro neuroscienziato, Chet C. Sherwood. Il
lavoro è decisamente impegnativo, sia per l'analisi comparativa all'interno
dei mammiferi che, ovviamente, anche per il grande interesse per i recenti
eccezionali miglioramenti delle conoscenze sul funzionamento del cervello
umano; in parallelo aumenta anche la necessità di conoscere i percorsi
evolutivi che hanno permesso di realizzare uno strumento che ha reso unico il
processo evolutivo che ha permesso l'evoluzione culturale umana.
L'articolo sul NYT non viene apprezzato da PZ.Myers, un docente di
biologia che gestisce un blog molto popolare (Pharyngula), che il
27/12 lo commenta in modo critico verso il giornalista ("Frugal
to the point of vacuity"). Carl Zimmer ne riferisce sul suo
blog ("Untethering
the Brain").
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26/12/13-USA
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Nel blog dell'antropologo Dienekes si elencano
oggi le nuove conoscenze ottenute, nel solo 2013, con l'uso dell'ancient
DNA.
E' molto efficace e utile l'elenco riportato oggi dal Dienekes's anthropology
blog nel post ("Ancient
DNA: what 2013 has brought"), anche perchè ogni scoperta è
associata al suo post che la annuncia, con il relativo link al lavoro originale.
In un’unica pagina vengono riunite tutte le principali scoperte del 2013. Le
novità ottenute con le nuove tecniche e le potenzialità fanno immaginare la
possibilità di ricostruire con maggiori dettagli a livello molecolare anche i
processi che possono portare alla speciazione.
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Anche nel blog di J.Coyne oggi si cita l'articolo
di R.Brulle sui finanziatori delle iniziative che negano i risultati e i
consensi delle ricerche scientifiche che confermano i cambiamenti climatici.
Jerry Coyne nel suo post di oggi ("Templeton funds climate-change
denialist groups") cita l'articolo "Institutionalizing delay:
foundation funding and the creation of U.S. climate change counter-movement
organizations"
(pubblicato dalla rivista Climate Change della Springer). J.Coyne
riporta anche alcuni interessanti dati (ottenibili dal materiale
online allegato e liberamente accessibile) riferiti in particolare a
finanziamenti provenienti dalla Templeton
Foundation (TF) e diretti non solo a contestare i risultati delle
ricerche scientifiche sulle responsabilità e le conseguenze dei cambiamenti
climatici in corso.
E' interessante notare che per quanto riguarda i finanziamenti per cercare di
nascondere le responsabilità umane del "climate change", i
fondi stanziati dalla fondazione religiosa protestante USA TF sono il triplo
di quelli stanziati dalla ExxonMobil, facendo sospettare il notevole
interesse verso una problematica non certo connessa con la relazione fra
scienza e fede; appaiono lontani da questa tematica anche i numerosi
finanziamenti diretti verso iniziative e fondazioni conservatrici.
Come viene evidenziato nell'articolo si nota comunque che dal 2007 è evidente
la tendenza a nascondere l'origine dei fondi quando questi vengono da
multinazionali energetiche, che oggi preferiscono percorrere nuove vie
nascoste, che permettono di non pubblicizzare i veri donatori.
Lo sottolinea anche R.Brulle, che in un'intervista su The Daily
Climate del 21/12 ("Study
finds shift to ‘dark money’ in climate denial effort”) sottolinea come
molte fondazioni che finanziano i negazionisti dei cambiamenti climatici
nascondano l'origine di fondi che in realtà giungono da chi gestisce le fonti
di energia ("Koch Industries, ExxonMobil
disappear from traceable public databases after 2007", "In the end, Brulle concluded public records identify
only a fraction of the hundreds of millions of dollars supporting climate
denial efforts. Some 75 percent of the income of those
organizations, he said, comes via unidentifiable sources. And for Brulle,
that's a matter of democracy. "Without a free flow of accurate
information, democratic politics and government accountability become
impossible," he said. "Money amplifies certain voices above others
and, in effect, gives them a megaphone in the public square". Powerful
funders, he added, are supporting the campaign to deny scientific findings
about global warming and raise doubts about the "roots and
remedies" of a threat on which the science is clear".
Sembra di capire che anche R.Brulle, come già fece più di 25
anni fa Chico Mendez, abbia dimostrato l'esistenza di una situazione
fortemente squilibrata che costituisce un serio rischio sia per il pianeta
che per la democrazia. In questo caso si aggiunge anche l'evidente tentativo
delle industrie che gestiscono i rifornimenti energetici ad utilizzare il
loro potere economico e finanziario anche per finanziare chi nega - al posto
loro - il ruolo della ricerca e del metodo scientifico quando si cerca anche
solo di conciliare i loro interessi con quelli del pianeta.
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Le opinioni della chiesa cattolica sembrano invece
almeno un po' diverse, soprattutto negli ultimi anni, da quelle della TF, che
pur da tempo finanzia altre iniziative vaticane, come i convegni
sull'evoluzione organizzati in occasione del bicentenario di Darwin nel 2009.
Non solo ci sono infatti in Italia organizzazioni religiose di base che da
tempo si preoccupano di calcolare l'impronta ecologica (come GreenAccord che un paio di mesi
fa, ai primi di novembre, ha realizzato a Napoli davanti a un centinaio di
giornalisti un'iniziativa
sullo smaltimento dei rifiuti, sostenuta anche dal papa),
ma un organo di consulenza vaticana come l'Accademia Pontificia delle
Scienze dal 2010
organizza iniziative e convegni (come quello dedicato a "Global
Climate Change and Biodiversity") in cui si evidenziano le
conseguenze sul riscaldamento globale della pesante impronta ecologica umana.
Le conclusioni del convegno organizzato poi nel 2011 in Vaticano dall’Accademia
Pontificia delle Scienze (“Il
destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”) sono
inequivocabilmente preoccupate: “Noi invitiamo tutti i popoli e le nazioni ad una nuova
consapevolezza degli impatti, gravi e potenzialmente irreversibili, del
riscaldamento globale causato dall’emissione di gas serra e di altri
inquinanti da parte dell’uomo e dai cambiamenti nell’uso del territorio”.
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25/12/13-VA
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E' il giorno adatto per una visita al sito della
Pontificia Accademia delle Scienze, per scoprire iniziative nuove, passate e
prossime.
Se si scorrono le iniziative passate della PAS si
scopre - ed è una novità - che si è deciso di mettere a disposizione il
materiale registrato durante il gruppo di lavoro realizzato il 19/21 aprile
2013. Per approfondire le novità recenti sull'evoluzione umana rispetto a
quanto discusso nel 2008 in occasione del convegno’Evoluzione
dell’Universo, della Vita", si è organizzato 8 mesi il workshop
"Via
Humanitatis", di cui ora sono disponibili le registrazioni
video.
Sono raccolti in tre pagine
web che permettono, a chi fosse interessato al lavoro dei veri
paleontropologi, di scoprire quali siano i loro interessi, le loro competenze
e quali sono i risultati che prodotti dalle loro ricerche sul campo.
Come si può verificare, al workshop hanno partecipato esperti che hanno
svolto ricerche sul campo in varie zone del mondo e che hanno raccolto dati
che, pur parziali, non sempre esaurienti e talvolta anche insufficienti
rispetto alla nostra curiosità, permettono di ricostruire parte della vita
reale dei nostri antenati nelle diverse fasi dell'evoluzione umana.
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Il 2/3 novembre invece si è tenuto all’Accademia Pontificia
delle Scienze un convegno sulla schiavitù
e il traffico di esseri umani.
Documenti (“UNODC
2012 Report on Trafficking”, “Protocol
to Prevent, Suppress and Punish Trafficking in Persons, Especially Women and
Children”, convenzioni ONU (“United Nations Convention against Transnational
Organized Crime”) e altri report (Slavery Index
Report) mettono in luce un fenomeno drammatico e la cui
responsabilità – nessuno può contestarlo - è certamente da attribuire a chi
ne trae vantaggi, l’uomo.
Qui il Conference
booklet e il Draft
Statement del convegno “Trafficking in Human Beings: Modern
Slavery”.
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Subito dopo, il 4/6 novembre scorso, alla PAS si è
tenuto un convegno sul rapporto fra risorse economiche e sviluppo dell'uomo
("Bread
and Brain")
L'incontro, organizzato da Antonio
M. Battro (un esperto di formazione) e Ingo
Potrykus (l'esperto di OGM che ha scoperto l'eccezionale Golden rice) è stato suddiviso in
quattro sessioni "al fine di beneficiare
dalle discussioni degli esperti su genetica delle piante, sviluppo cerebrale,
sicurezza alimentare ed istruzione, che possono convergere verso soluzioni
integrate per migliorare la qualità della vita umana"
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22/12/13-BR
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25 anni fa venne ucciso in Brasile, nello stato
dell'Acre, ai confini con la Bolivia, Chico Mendez.
Chico Mendez era un seringueiro
(raccoglitore di resina dell'albero della gomma, l'Hevea
brasiliensis) che cercava di difendere la foresta amazzonica; l'anno
prima, in un viaggio di 40 giorni negli USA, aveva sostenuto anche davanti al
senato USA la necessità di proteggere il lavoro e la vita della gente che
viveva grazie alle ricchezze della foresta amazzonica
La sua uccisione non fu certo l'unica (e la responsabilità fu attribuita ai
latifondisti interessati
all'abbattimento della foresta per ottenere legname e pascoli a
scapito anche di una biodiversità unica al mondo); aprì un periodo lungo e
difficile, che portò finalmente nel 2009 ad un notevole rallentamento nella
distruzione della foresta.
La sua scomparsa aiutò a capire la necessità di identificare e contrastare i
responsabilità della distruzione di una ricchezza collettiva che portava
benefici anche al di là dei confini brasiliani.
Molti altri hanno poi continuato a impegnarsi nella difesa della foresta
amazzonica, e molti sono stati assassinati negli anni successivi, fra cui
anche una suora americana, Doroty
Stang, il 12/2/2005 nello stato del Parà; il mandante, un allevatore
di bovini è stato condannato a 30 anni).
Comunque nei decenni successivi la situazione, anche politica, del Brasile è
migliorata con l'arrivo al potere di esponenti del Partito
dei Lavoratori, come Lula,
che aveva iniziato la sua carriera politica nell'Acre, insieme a Chico Mendez
e a Marina
Silva, una seringueira che nel 2003 divenne ministro
dell'Ambiente e che nel 2014 cercherà ancora una volta di essere eletta
presidente del Brasile.
Dal 1988, dall’anno della morte di Chico Mendez, divenne
sempre più facile per i brasiliani, ma anche per il mondo, scegliere se
sostenere chi difendeva la foresta o "i predatori" che la
distruggevano nell'interesse di pochi latifondisti, produttori di legname, di
carne o di caucciù.
La storia della lotta di Chico Mendez per difendere il suo lavoro e la
foresta amazzonica è raccontata in un piccolo libretto (o ebook da 1€)
scritto da Miriam Giovenzana ("Fermo
come un albero, libero come un uomo").
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21/12/13-USA
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John Hawks è stufo di schemi pieni di frecce che
indicano ipotetiche migrazioni degli hominini del Pleistocene
E quindi nel suo blog ("Field
guide to Pleistocene hookups")
il paleoantropologo propone in alternativa frecce che indicano, come
accennavo, "relazioni di parentela
realmente documentabili", facendo notare anche lui che ormai
abbiamo in mano tecniche che permettono di seguire il percorso
dell'informazione genetica contenuto nel DNA.
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19/12/13-USA
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Oggi anche un articolo su Science propone le più
importanti novità scientifiche dell'anno che sta finendo: "Breakthrough of the Year 2013"
Nella pagina in cui si concentrano i "Notable
Elements",cioè le novità al top, è interessante trovare
novità che migliorano le nostre conoscenze sull'evoluzione; anche su quella
umana: fossile dell'anno viene proposto il 5' cranio di Dmanisi, che rende
inevitabile la discussione. degli altri 4 e eventuali proposte di revisione
della classificazione delle specie e sottospecie di omini fossili.
Fra le novità, anche se giunte un po' tardivamente, aggiungerei assolutamente
anche le nuove sequenze del DNA di reperti neandertaliani europei ed
asiatici, che si aggiungono alle sequenze ottenute sui Denisovani.
Ce lo fanno capire John Hawks ("The
Altai Neandertal"), Dienekes ("A Neandertal from the Altai Mountains")
ma anche Carl Zimmer ("Toe
Fossil Provides Complete Neanderthal Genome") nei loro blog.
L'impressionante schema,
tratto dall'articolo "The
complete genome sequence of a Neanderthal from the Altai Mountains"
pubblicato ieri da Nature, dimostra la possibilità, certo da
migliorare, di analizzare e confrontare sequenze di genomi di individui
appartenenti a popolazioni e specie del passato.
E' qualcosa del tutto nuovo, ben diverso dalla verifica dei cambiamenti del
DNA nel tempo, che si ottiene confrontando genomi di individui attualmente
viventi appartenenti a specie diverse; anche filogeneticamente molto lontane.
Ora sarà possibile avere nuove e migliori conferme dei processi di
speciazione (magari tracciando a livello molecolare anche eventi di ...
"sottospeciazione") confrontando individui scomparsi in momenti
distanti decine o centinaia di migliaia di anni. Moltissimo è cambiato dalla
scoperta della struttura del DNA (1953), ma molte altre novità ogni anno
riescono a stupirci.
Sarà forse possibile proporre ipotesi di formazioni di nuove specie (e non
solo nel genere Homo) difficilmente contestabili anche da chi non
conosce la biologia, la genetica o i dati che già da decenni permettono di
confermare l'origine comune degli esseri
viventi già intuita da Darwin (Erasmus) nel 1794,
rendendo obsoleto almeno il nome (Uncommon descent) del blog dei
neocreazionisti USA dell'ID.
Si spera arrivino presto le informazioni sul genoma dei neandertaliani del monte Carmelo. Le tecniche
sviluppate sull'uomo fossile potranno poi essere applicate anche a tutti i
reperti fossili animali estratti dagli scavi archeologici, se utile o
necessario. Sarà più difficile confondere fenomeni diversi come speciazione
ed evoluzione.
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18/12/13-UK
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Fine anno. Tempo di riflessione su un anno di
scienza per Nature.
Secondo Nature
("2013
in review"), "From
the US shutdown to breakthroughs in stem-cell therapies, the past 12 months
have seen fluctuating fortunes for science".
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18/12/13-USA
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Anche quest'anno un sondaggio USA su
evoluzione/creazionismo
E' il solito sondaggio della Harris, che permette di seguire
l'andamento negli anni della percentuale di statunitensi favorevoli al
creazionismo e contrari all'evoluzionismo. Le domande ("Americans' Belief in God, Miracles and
Heaven Declines"), sempre le stesse da anni, non
sempre sono chiare nell'identificare le diverse opinioni, anche a causa
dell'uso costante di termini che probabilmente sono diventati sempre più
equivoci o ambigui col tempo; sui tempi lunghi si nota una tendenza ad un
calo della fede in eventi, fatti e ambienti indimostrabili, incoraggiante
anche se non sufficiente per affrontare situazioni del tutto nuove che devono
essere gestite e superate per poter continuare senza traumi l'avventura
umana.
Nel sondaggio di quest'anno c'è comunque qualche novità: si incrociano con le
opinioni politiche e con l'età anche le risposte che valutano la percentuale
di credenti in eventi metafisici finora non dimostrati. Purtroppo queste
risposte non sono incrociate con l'affiliazione alle numerose religioni a cui
aderiscono gli statunitensi.
Per quanto riguarda la fede nel creazionismo (ma il sondaggio non distingue
fra i diversi tipi di creazionismo), è interessante notare come non cambi
molto con l'età ma ci sia un evidente correlazione con le opinioni politiche.
Il sondaggio viene presentato anche nel sito del NCSE ("Evolution in a new Harris poll")
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17/12/13-USA
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Si conclude rapidamente - e bene - in Texas
l'approvazione dei libri di testo di scienze per le superiori
Il comitato di esperti nominato il 12/12 ha già negato alcun
valore alle critiche che avevano temporaneamente bloccato l'approvazione del
testo di biologia di Ken Miller e Joseph Levine. La notizia, riferita
dal Texas Freedom Network, ("Texas Review Panel Rejects Creationist
Objections to Pearson Biology Textbook") è rilanciata
con grande soddisfazione ed enfasi dal sito del NCSE ("A final
victory in Texas"). Proprio in quel sito si era previsto che la
commissione avrebbe deciso in pochi giorni, visto che la commissione era
costituita da esperti e quindi da ricercatori ovviamente prevenuti verso
opinioni non supportate da prove ma da millenarie tradizioni religiose.
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16/12/13-IT
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Sul Corriere c'è un articolo di G.Manzi sulle
ultime scoperte a Dmanisi
Chi volesse inquadrare correttamente le importanti novità che ci sono
arrivate dal sito archeologico di Dmanisi (in Georgia, nel Caucaso)
può leggere questo articolo pubblicato oggi sul Corriere della Sera: “Un incrocio nel
Caucaso. Sono lì passato e futuro dei nostri antenati Homo”.
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L’UE annuncia che sono stati stanziati i primi 15
miliardi per finanziare il progetto europeo Horizon 2020
dedicato alla ricerca.
Con un’intervista all’Unità («Quindici
miliardi per la ricerca, l'Italia non resti indietro») Patrizia
Toia, vicepresidente a Bruxelles del Gruppo R&D e vicepresidente
della commissione Industria dell’Europarlamento, informa della disponibilità
dei primi
fondi (2014/15) per il progetto europeo Horizon 2020.
Come si sa, e come ha evidenziato anche la relazione pubblicata in novembre
su Science dal presidente dell’American Association for the
Advancement of Science (“What's So Special
About Science (And How Much Should We Spend on It?”), i finanziamenti
che l’Italia destina alla ricerca sono assolutamente inadeguati e
insufficienti rispetto alla posizione che il nostro paese vorrebbe avere nel
mondo, come si capisce immediatamente dal grafico
che sintetizza il confronto fra l'Italia e gli altri paesi, dove si vede
l'Italia posizonata nell'area di confine fra i paesi sviluppati e i paesi non
molto interessati alla ricerca.
Vedere l’Italia al 23’ posto rende decisamente difficile immaginare se, come
e quando ci si potrà togliere da questa imbarazzante posizione. Tanto più che
sembra non siano ottimali nemmeno le disponibilità di personale e strutture
adeguate per utilizzare al meglio i finanziamenti europei.
E' infatti relativamente limitato anche il numero di scienziati e ingegneri
(è impressionante il confronto, per ambedue gli indicatori, con la situazione
finlandese); curiose e squilibrate le posizioni della Grecia e di Israele, il
primo con un numero di ingegneri e scienziati eccessivo rispetto agli
investimenti e il secondo con un’incredibile disponibilità di fondi per un
personale quantitativamente paragonabile a quello italiano.
Recenti sconcertanti situazioni (il caso Stamina e la nuova legge che
ostacola la necessaria sperimentazione animale) hanno messo in evidenza
imbarazzanti e masochistiche sottovalutazioni del ruolo della scienza e della
ricerca in Italia, giustificando le ipotesi di abbandono del paese che
serpeggiano fra i giovani ricercatori più promettenti, già molto preoccupati
per prospettive lavorative (ma anche economiche) inadeguate sia rispetto alla
propria preparazione e alle proprie curiosità e capacità, sia rispetto a
quello che potrebbero trovare all’estero.
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15/12/13-USA
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Scientific
American ripropone oggi un articolo del 1913 in cui un anatomico
londinese dimostra che il reperto di Piltdown era composto da ossa di due
specie diverse.
Autore dell’articolo (“The Piltdown
mandibole”) fu David Whaterston, professore di anatomia
all’Università di Londra, King's College, che però identifica la mandibola
come appartenente ad uno scimpanzé.
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13/12/13-IT
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Un invito ad approvare rapidamente una legge che
preveda sanzioni contro l’importazione di legname tropicale non certificato.
E’ comparso sul sito web di Greenreport.it l'articolo “No
all’importazione di legno illegale: «Il governo applichi il regolamento Ue»,
dove si fa riferimento al ritardo di ormai 9 mesi dell'Italia rispetto
all'emanazione di regolamenti attuativi alla legge europea approvata quasi un
anno fa.
La mancanza dei regolamenti ostacola l'applicazione della nuova legge
europea, e questo è particolarmente grave in un paese per cui passa buona
parte del legname tropicale importato
dall'Africa.
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13/12/13-UK
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Editoriale di Nature sullo sconcertante caso Stamina
Il titolo dell’editoriale di Nature è decisamente preoccupato (“Stem-cell
fiasco must be stopped”) per una sconcertante sentenza di un TAR
italiano che evidentemente attribuisce ai giudici, e non a ricercatori
esperti, le competenze per valutare l’efficacia e l’utilità di un trattamento
sanitario tuttora misterioso e che finora non ha dimostrato di essere di
qualche vantaggio per pazienti a rischio per diverse patologie.
Nel sottotitolo l’editoriale di Nature insiste ad invitare il ministro a far
rientrare l’Italia fra i paesi in cui si apprezza il metodo scientifico e la
razionalità che da qualche secolo hanno guidato i migliori scienziati e i
migliori politici (“In the public interest,
the Italian health minister should resolve the ongoing uncertainty over a
government trial of a controversial therapy”).
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12/12/13-USA
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Un post di Carl Zimmer sulle prime forme di vita
multicellulari
(“In
Search of the First Animals”) invita alla lettura di un importante
articolo pubblicato oggi su Science (“The Genome of the
Ctenophore Mnemiopsis leidyi and Its Implications for Cell Type Evolution”)
·
Buone notizie da Austin in Texas, dove non si è
comunque ancora conclusa l'approvazione dei libri di testo adottabili per i
corsi di scienze delle superiori.
La buona notizia, riferita sul sito del NCSE,
è che sono stati scelti gli esperti che devono rivalutare la posizione
critica verso un unico libro di testo di biologia che non è stato approvato
dalla commissione, quello di Ken Miller e Joseph Levine, uno dei più venduti
negli USA. Già Miller e Levin avevano risposto puntualmente alle assurde
critiche al loro libro, come ha riportato Jerry Coyne nel suo blog
("Ken
Miller and Joe Levine respond to creationist criticisms of
their textbook").
I tre esperti sono tutti ricercatori che non hanno mai preso posizione in
favore di posizioni antiscientifiche, per cui un componente del NCSE si è
sentito di poter sostenere che “it’ll take
about 5 minutes for them to dismiss the claims leveled against Pearson’s Biology".
Addirittura uno degli esperti, Ronald Wetherington, professore di
antropologia alla Southern Methodist University, già in
settembre e in
modo dettagliato aveva contestato le critiche dei sostenitori dell’ID al
libro di Miller (un docente universitario di biologia, cattolico e
collaboratore dell’NCSE in molte iniziative, anche giudiziarie) e Levine.
Sembra di capire che, almeno in Texas, la ragione impedisca di ricusare un
esperto solo per aver già espresso precedentemente la sua opinione da
esperto.
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11/12/13-USA
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Talvolta l’evoluzione si accontenta di perdere
informazioni e funzioni non più
necessarie.
E’ un processo – lo potremmo chiamare distruzionismo? - che
risulta inevitabile se e quando una funzione non serve più in un nuovo
contesto. Anche l’informazione genetica in questo caso può andare persa. Si
crea quindi una condizione che
favorisce la produzione di pseudogeni e quindi di DNA che codifica per
proteine … non più utili e che può guastarsi senza gravi conseguenze, magari
codificando prodotti con funzioni nuove e diverse..
La storia raccontata da Carl Zimmer nel suo blog The Loom (“The
Smell of Evolution”) è
decisamente curiosa e interessante anche perché coinvolge anche la nostra
specie, che è inserita in un processo evolutivo, quello dei primati, a cui
l'ambiente ha offerto un miglioramento della vista e un peggioramento
dell’olfatto rispetto al “mammifero standard”.
Zimmer cita quindi un lavoro del 2012 sull’evoluzione dei recettori olfattivi
nei vertebrati (“Olfactory
Receptor Multigene Family in Vertebrates: From the Viewpoint of Evolutionary
Genomics”) ma anche un recentissimo lavoro, pubblicato su Nature
Neuroscienze (“The
missense of smell: functional variability in the human odorant receptor
repertoire”) che riguarda alcuni aspetti anche curiosi dell’olfatto
umano e che aveva attirato l’attenzione anche del sito web Galileo (“A ciascuno
i suoi odori”).
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11/12/13-UK
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Su Nature intriga un’indagine bibliometrica sulle
disuguaglianze di genere negli articoli pubblicate dalle riviste scientifiche
L’articolo (“Bibliometrics:
Global gender disparities in science”) cerca di verificare le
disuguaglianze di genere nella ricerca scientifica, verificando se le femmine
(che sono la maggioranza fra gli studenti in quasi tutti i paesi) riescono a
mantenere tale prevalenza anche fra gli autori delle pubblicazioni scientifiche.
Non sembrerebbe…
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11/12/13-IT
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[da Pikaia] Mercoledì
11 dicembre alle ore 16.30, presso l’Aula Magna del Dipartimento di
Biologia dell’Università di Padova, Francesco Cassata presenta il suo nuovo
libro, "L’Italia
intelligente", che parla della vicenda del genetista Adriano
Buzzati-Traverso.
Il libro era già stato presentato a Pavia il
18/6/2013.
Buzzati aveva lavorato, come giovane genetista, fin dal 1948 a Pavia, dove
poi aveva poi fondato e diretto l’istituto di genetica, prima di trasferirsi
nel 1962 a Napoli, dove fondò il Laboratorio Internazionale di
Genetica e Biofisica del CNR (LIGB).
Il giornale dell'Università di Padova ha pubblicato un commento di T.Pievani
("L’Italia,
un “paese senza domani?") al libro di F.Cassata.
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10/12/13-IT
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Finalmente si può leggere in italiano il principale
libro di A.Wallace
[da Pikaia]
La diffusione in Italia della conoscenza di Alfred Wallace,
dimenticato forse più da chi critica la teoria dell’evoluzione, è dovuto
anche alla scarsa conoscenza dei suoi testi.
Da oggi è possibile leggere in italiano (la traduzione è di Andrea
Asioli) “L’arcipelago
malese”, uno dei più affascinanti e ben riusciti racconti di viaggio
naturalistico dell’Ottocento inglese, che descrive otto anni di vagabondaggi
di Wallace (dal 1854 al 1862) nella maestosa vegetazione tropicale delle
isole indonesiane.
L’edizione italiana pubblicata da Mimesis Edizioni è curata da T.Pievani. Qui
altri
testi di Wallace e la versione in inglese del libro, “The Malay archipelago”.
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Il 12/1 si terranno a Ferrara e a Napoli due
convegni sulle collezioni scientifiche museali.
Su Pikaia si trovano le informazioni e i link ai siti web: “Status
e progetti di gestione e fruizione delle Collezioni del Museo di Storia
Naturale di Ferrara” e “Bicentenario
del Museo Zoologico di Napoli 1813 · 2013”
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9/12/13-USA
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Il NCSE offre
gratuitamente una preview (PDF)
del libro di Henry Gee The
Accidental Species: Misunderstandings of Human Evolution (University
of Chicago Press, 2013). La preview consiste nel capitolo 2 del libro,
"All about Evolution,"
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E’ morto P.Edward T. Oakes
Lo annunciano il sito dell’NCSE
e il sito della Catholic
News Agency . Nessuno probabilmente ne ha mai sentito parlare in Italia,
ma era un gesuita USA che ha contribuito a tenere i cattolici USA lontani
dalle idee dell’Intelligent Design.
E’ abbastanza noto come l’ID, fin dalla riscoperta della Teologia Naturale
del rev.W.Paley, nel
1989, avesse avuto un certo successo fra i creazionisti protestanti USA di
diverso orientamento, ma non avesse trovato un terreno fertile fra teologi e
religiosi USA (basta ricordare P.George Coyne, l’astronomo pontificio
per 25 anni, che si sa che festeggiava i
compleanni di Darwin) e disinteresse nell’ambiente dei cattolici. Ora si
scopre che anche P.Oakes avesse contribuito a sconsigliare ai cattolici USA
dal lasciarsi attirare dall’ID.
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9/12/13-EU
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Inizia oggi la settimana europea delle foreste
Ci informa di questa iniziativa il quotidiano on line Greenreport.it (“Settimana
europea delle foreste al via”).
Il ministro dell’Agricoltura e delle foreste della Finlandia, Jari Koskinen,
ha aperto oggi a Rovaniemi (SF) un convegno organizzato per la Settimana
europea delle foreste (9-13 dicembre).
Come si capisce dal Conference
Handbook dell’UNECE (United
Nations Economic Commission for Europe), che dalla città di Babbo Natale…
propone immagini natalizie, tema del convegno è “The role of forests and forest products in a Green Economy”.
La prima settimana europea era stata organizzata dall’Italia nel 2008, mentre
la seconda è stata organizzata a Rovaniemi
insieme alla FAO
European Forestry Commission.
Il difficile controllo della deforestazione e dei suoi effetti drammatici
anche sulla biodiversità animale oltre che sul clima, passa soprattutto
attraverso comitati di esperti che si occupano di regolamentare il commercio
dei prodotti che vengono “estratti” dalle foreste, sia europee che tropicali.
Chi volesse mantenersi aggiornato, può seguire il sito FERN, che pubblica anche il bollettino
mensile EU Forest Watch, che elenca
e verifica costantemente e da anni le minacce alle foreste che a volte
potrebbero sembrare perfino inventate: chi potrebbe immaginare che oggi noi Europei per produrre elettricità
bruciamo perfino le foreste del nordamerica?!
L’ultimo numero del bollettino (ForestWatch
Issue 188 December 2013) presenta ad esempio situazioni che
dimostrano ampiamente come sia ben
difficile che politici ed esperti – magari additati come colpevoli anche in
questo caso - riescano a controllare le multinazionali che stanno sfruttando
economicamente i prodotti forestali e distruggendo – spesso gratuitamente e
per ignoranza – la biodiversità.
E’ frequente ma certamente tardivo
scoprire che del legname tropicale è stato tagliato illegalmente in RDC solo quando
ci accorgiamo che è ormai arrivato in Germania o in Belgio
e la multa è tardiva e ormai forse inutile, ma sembra davvero che sia
difficile che faccia di meglio chi deve far rispettare l’EU Timber Regulation (EUTR), entrata in vigore nel marzo 2013,
una legge che purtroppo ancora pochi
europei conoscono (qui un opuscolo
pubblicitario).
Per fortuna
Greenpeace e altre organizzazioni che agiscono nei diversi paesi tropicali,
come Resource Extraction
Monitoring (REM) riescono
a tenere un occhio anche sulle foreste tropicali (qui alcuni report su Cameroon,
la Republic of Congo, la Democratic Republic of Congo e la Tanzania); fornendo così prove utili
per contestare le dichiarazioni di produtori o commercianti di legname
tropicale per l’Europa, come la libanese Bakri Bois
Corporation, la svizzera Bois
d’Afrique Mondiale, le belghe Vandecasteele e Denderwood, la ceca Danzer
Bohemia Dýhárna e
molte altre citate in un articolo di Greenpeace.
Il traffico illegale
di legname tropicale verso l’Europa (porti di arrivo preferiti sembra siano
La Rochelle e Anversa) è descritto in questo articolo della BBC (“Has the EU fallen for
Congo rainforest logging scam?”) e illustrato in questo video sempre della
BBC (“Jungle
Outlaws: The Chainsaw Trail” [non accessibile in Italia ma c’è un altro breve video].
Della salute delle foreste tropicali si occupa anche il Global Canopy Program (GCP), che
mette a disposizione anche parecchio materiale informativo.
Fra i suoi progetti ce n’è uno davvero interessante, gestito insieme all’UNEP Financial
Initiative: si intende far sottoscrivere al maggior numero possibile di
istituzioni finanziarie una dichiarazione (la Natural Capital Declaration)
uscita dal Rio +20 Earth Summit
del giugno 2012; qui
c’è la versione in italiano.
Recentemente (11/11/2013)
la Convenzione sulla Biodiversità (CBD) ha sottolineato il ruolo
importante della Natural
Capital Declaration (“a finance-led
and CEO-endorsed initiative committing financial institutions to integrating
natural capital considerations into financial products and services,
accounting and reporting”) proposta dal GPC (“un think tank che si impegna a dimostrare l’importanza
scientifica, politica e commerciale della difesa delle foreste, un capitale
naturale che garantisce a tutti noi acqua, cibo, energia, salute e stabilità
climatica”) per la realizzazione dello Strategic Plan for Biodiversity 2011 – 2020
(qui la sua implementazione,
la pagina degli indicatori
nazionali e gli obbiettivi - Aichi targets).
Oltre alla notizia positiva che 40 istituzioni finanziarie hanno già aderito
alla Natural
Capital Declaration, il sito della NCD ha informato che in
occasione dell’apertura del World
Forum on Natural Capital (il 20/11/2013 a Edinburgo), anche il World Business Council for Sustainable
Development (WBCSD) ha
dichiarato di sostenere la NCD.
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6/12/13-EQ
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Come farsi un terrario virtuale di tartarughe
delle Galapagos
Basta dedicare un PC al sito Tortoise Cam and Clip
Archives di Galapagos
Conservancy, localizzato presso il Fausto Llerena Tortoise Center
in Puerto Ayora sull’Isola di Santa Cruz. Certamente questo
modo di accesso non è molto soddisfacente, ma almeno non costituisce una minaccia
alla sopravvivenza di queste tartarughe.
Dopo una visita, ancorchè virtuale, sarà difficile dimenticarsi
dell’importante ruolo dell’isolamento geografico, di solito dimenticato da
chi cerca di farsi venire nuove idee sull’evoluzione senza essere mai stato
in un’arcipelago.
Chi c’è stato, soprattutto 160 anni dopo dopo che Darwin e Wallace
(“L’arcipelago
malese”) ne hanno tratto vantaggio e sono diventati famosi, trova
facilmente le soluzioni più ragionevoli.
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6/12/13-IT
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Si festeggeranno a Roma, il 13 e 14/12, i 100 anni dalla fondazione
dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana
[da Pikaia]
Fu fondato nel maggio 1913 si festeggia il centenario con due giornate di
conferenze “1913-2013: cento anni di storia naturale dell’uomo.
L’Istituto Italiano di Paleontologia Umana a un secolo dalla fondazione”
(scarica
la locandina).
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5/12/13-UK
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Un articolo su Lancet fornisce buone notizie agli
italiani.
L’articolo (“Cancer
survival in Europe 1999—2007 by country and age: results of EUROCARE-5—a
population-based study”) presenta i risultati (PDF
dell’articolo) di un’indagine comparativa sulla sopravvivenza a 5 anni di 22
milioni di pazienti in terapia per tumori in 29 paesi europei. E gli italiani
se la passano meglio rispetto alla media, con migliori percentuali di
sopravvivenza. Merito del sistema sanitario? Possibile. Merito della prevenzione?
Possibile. Merito dell’ambiente più salubre? Improbabile, vista la situazione
in alcune aree (Taranto, Campania, Casale, Priolo, ecc.). La situazione
peggiore viene evidenziata nei paesi dell’Europa orientale.
Qui un commento in italiano sul Sole24Ore
e sul sito dell’Istituto
dei Tumori.
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4/12/13-UK
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Un eccezionale successo: il sequenziamento di
mtDNA proveniente da un ominino fossile spagnolo di ben 400.000 anni fa.
Nessuno avrebbe scommesso che si potesse riuscire a identificare
l’informazione contenuta in una molecola di DNA così antica, ma il gruppo di Svante
Pääbo del Max Planck Institute of
Evolutionary Anthropology è riuscito nell’impresa.
La notizia è stata pubblicata oggi su Nature (“A
mitochondrial genome sequence of a hominin from Sima de los Huesos”)
e riferisce del sequenziamento di DNA
mitocondriale estratto da un femore di H.neandertalensis (prima il
reperto era attribuito ad H.heidelbergensis) trovato a Sima
del los Huesos, nell’area di Atapuerca
nel nord della Spagna, presso Burgos.
La notizia è commentata da A.Romano nel sito di Pikaia (“Evoluzione
umana: mosaico sempre più complicato”) e da Carl Zimmer sul NYT
di oggi (“Baffling
400,000-Year-Old Clue to Human Origins”) .
Ancora più autorevole (ad esempio raccomanda di gestire con prudenza le valutazioni comparative basate su DNA
mitocondriale) è il commento di Chris Stinger tradotto in italiano su
un blog:"
Cosa
c’è scritto nel Dna umano più antico del mondo". Stinger propone
anche un'ipotesi di ricostruzione
filogenetica in cui si sottolinea il dato sconcertante della evidente
somiglianza con il DNA mitocondriale dei Denisovani.
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4/12/14-USA
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Viene rilanciata dopo pochi mesi un’ipotesi
improbabile (ma facilmente verificabile, almeno secondo PZ.Myers)
sull’origine dell’uomo.
La notizia era già circolata nello scorso luglio ma sembrava ci fossero
caduti in pochi, per cui non era stata rilanciata.
Non solo pochi giornalisti l’avevano ritenuta meritevole di diffusione, , ma
soprattutto gli stessi neocreazionisti del Discovery Institute (con il
post del 5/7 nel sito Science News – una sezione di Uncommon
Descent - firmato da vjtorley) avevano identificato
l’autore come un antidarwiniano che non credeva nemmeno nell’origine comune
degli esseri viventi (si cita quindi il “McCarthy’s bold dissent from
Darwinism”), e avevano diagnosticato l’ipotesi come poco seria
(sottolineando che la sua pubblicazione era stata rifiutata da un editore ed
il testo era quindi rimasto confinato nel blog personale dell’autore, una
locazione che tutti, tranne forse qualche blogger, sanno essere del tutto
irrilevante come sede per proporre qualche novità scientifica).
Nel post
del DI citato l’ipotesi viene ritenuta non solo improbabile ma anche poco
interessante per loro; si apprezza addirittura la “trenchant review”
del biologo evoluzionista PZ.Myers
del 2/7, e si ribadisce l'opinione che l’ibridazione sia un processo
distruttivo e non creativo (“Hybridization: a destructive rather than a
creative process”).
Ma soprattutto si critica il
fatto che non si spieghi come compaia la nuova informazione che
giustificherebbe la comparsa di nuove strutture complesse (“It fails to
address the origin of functional information at the biochemical level”....
una critica fissa dei neocreazionisti dell'ID, che si dimenticano che non
hanno ancora fornito una loro spiegazione scientifica alternativa).
La valutazione complessiva che si legge in luglio sul blog
neocreazionista del Discovery Institute è pertanto decisamente negativa:
“Until it can do that, it does not merit the title of a “theory.” Neither does neo-Darwinism”.
Questo appaiamento della nuova ipotesi all’attuale teoria
dell’evoluzione è certo strumentale ed evoca subito una celebre frase che si
può leggere nei resoconti del processo di
Dover/Harrisburg, che nel dicembre 2005 si è concluso con la condanna di
chi aveva provato ad introdurre di nascosto l’Intelligent Design, un’ipotesi
evolutiva non dimostrata, nelle letture in biblioteca degli studenti di una
scuola superiore.
La frase è la risposta di M.Behe, docente universitario di biologia e
maggior esperto scientifico del Discovery Institute, ad una domanda davvero
simile (“qual
è il meccanismo che il disegno intelligente propone per spiegare come
si sono formate le strutture biologiche complesse?”): “esso non propone un
meccanismo nel senso di una descrizione passo-per-passo di come le
strutture si sono formate. Ma possiamo supporre che nel meccanismo,
nel processo in cui queste strutture si sono formate, una causa intelligente
è senz'altro coinvolta”.
Supposizione per supposizione, è più probabile che l’appaiamento sia fra la
nuova supposizione e la supposizione proposta dal Discovery Institute,
ambedue senza dimostrazione e soprattutto senza traccia di alcun interesse
per la verifica sperimentale di queste supposizioni. Tanto è vero che il giudice J.Jones III nella sentenza
scrisse di aver capito che "la plausibilità dell'argomento a favore dell'ID
dipende da quanto si creda nell'esistenza di Dio"
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3/12/13-IT
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Presentazione del nuovo libro di G.Manzi
sull’evoluzione umana
[da Pikaia]
F.Suman riferisce sulla presentazione a Venezia del nuovo libro “Il grande
racconto dell’evoluzione umana” (ed.il Mulino), avvenuta il 28/11 scorso.
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3/12/13-RDC
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Mappatura aggiornata dei nidi di Bonobo nella
Rep.Dem.del Congo
[da Pikaia]
Un recente articolo collettivo (pubblicato su Biodiversity & Conservation 22:3085–3104) presenta i risultati di
un’indagine sulla distribuzione del Bonobo (Pan paniscus), che vive
oggi solo nelle zone della RDC, fra i fiumi Congo, Lualaba e Kasia.
Per realizzare il censimento si è dovuto aspettare la conclusione (anche se purtroppo
non definitiva) di combattimenti che per anni hanno messo a rischio la stessa
sopravvivenza del Bonobo in quell'area.
Questi censimenti vengono utilizzati anche per verificare il grado di
interazione con l’uomo nelle diverse aree, per progettare eventuali ipotesi
di ridefinizione dei confini dei parchi naturali creati per proteggerli
(almeno nei periodi senza conflitti).
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2/12/13-USA
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164
video sull’evoluzione umana realizzati dal CARTA dell’UCSD
Il CARTA (Center for Academic Research and Training in
Anthropogeny dell’UCSD) dell’Univ.California di San Diego mette
a disposizione ben 164 video
che sviluppano un’ampia serie di tematiche di eccezionale interesse per
l’evoluzione umana (Behaviourally Modern Humans, Is the Human mind
inique?, The evolution nof human nutrition, Human origins, lesson from
autism, Culture-gene inhteractions in human origin, Bipedalism and human
origins, The genetics of humanness, Uniquely-human features of the brain,
Early hominds, The evolution of human altruism, Hominds skulls, The evolution
of human biodiversity, Evolutionary origins of Art and Aestethic, Human and
non-human cultures).
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1/12/13-F
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Da Retraction Watch si
apprende che un controverso
articolo sugli effetti di OGM su ratti sarà ritirato dalla rivista su cui
era stato pubblicato l’anno scorso, Food and Chemical Toxicology.
Come hanno riferito i quotidiani
francesi, il direttore della rivista ha scritto il 19/11
all'autore principale (G.Seralini) che, in seguito alle numerose critiche, la
rivista intenderebbe ritirarlo, se non lo avesse fatto prima l'autore.
L'autore ha risposto qui,
come riferisce Retraction
watch.
In questi giorni l’aspetto che forse colpisce di più è stato l’inutile
consumo di ratti per dimostrare, con un esperimento durato ben due anni e che
coinvolgeva anche numerosi ricercatori di diversi laboratori, la
cancerogenicità sui ratti di una dieta basata su mais OGM della Monsanto.
Molte delle critiche al lavoro si erano concentrate sulla scelta del tipo di
ratto e sulle dimensioni insufficienti del campione (solo 10 per ogni
protocollo) rispetto all’obiettivo della ricerca. Ne parla oggi un articolo
su “Il
Fatto”, che anticipa che sarebbero già pronti finanziamenti europei per
realizzare queste indagini in modo più corretto.
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30/11/13-IT
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Si devono valutare le conseguenze della recente
approvazione di una legge sulla sperimentazione animale che non rispetta gli
accordi europei.
Dal mondo della ricerca sono giunte Dieci
Risposte alle domande fatte da chi non conosce le esigenze della
ricerca tossicologica ed oncologica sperimentale e le conseguenze di
regolamentazioni restrittive in un mondo in cui è molto facile espatriare per
trovare altrove una soluzione per difendere la salute almeno di parte della
popolazione. Se ne parla anche in un post su Pikaia.
Se ne parla anche su Gaianews.it il 2/12 ("Sperimentazione animale: leggi italiane, leggi
draconiane").
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29/11/13-IT
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Anche Greenaccord
è insoddisfatta dei risultati della conferenza dell’IPCC di Varsavia.
Anche l’associazione ambientale cattolica Greenaccord riconosce che i
risultati della conferenza sul clima di Varsavia sono insufficienti (“Climate
change: in Warsaw politicians failed again”: “We are really astonished of the poor results coming
from Warsaw”) rispetto all’allarme lanciato dal 5’ Report dell’IPCC (International
Panel on Climate Change). Secondo
A.Masullo, presidente di Greenaccord, “Time is
out, climate change are already the present and not only our future, as the
increasing extreme meteorological events demonstrate. We have a really short
time to avoid future dramatic scenarios; the World Bank is supporting with
its recent reports the necessity to start now a revolution in economic and
technological systems, as the best way to tackle both climate and economic
crisis”
Il mondo sarebbe in una situazione drammatica, e chi è più direttamente
coinvolto dovrebbe farlo capire anche agli ambientalisti che si illudono che
anche i convegni dell’IPCC possano cambiare la situazione: “The only useful way to pursue is support the growth
of a people movement made by all those that feel threatened by climate change,
to urge politicians to put this problem at the top of their agenda abandoning
the myth of an unlimited growth of consumption. Only this people, as they
are concerned of the future of their sons and nephews, if well informed, can
choose coherent life styles and ask politicians a serious assumption of
responsibility. This is the disconcerting situation we have to face and
against what everybody has close to his heart the future of humanity must
rise up”.
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27/11/13-IT
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Un articolo di Nature Neuroscienze sulle minacce
alla ricerca italiana
L’articolo viene citato da Repubblica, che in un articolo (“L'Italia
non è un paese per scienziati") riprende la denuncia pubblicata
dalla rivista Nature Neuroscience in un articolo ("Italian
biomedical research under fire") che elenca i sintomi di una situazione che a molti ricercatori
appare più che preoccupante; anzi viene interpretata come un invito ai
migliori ricercatori a por fine alla loro permanenza in Italia nel caso di
una defintiva approvazione di una legge che è anche una sfida all'Europa (non
si recepisce - come previsto - una direttiva
europea ...) oltre che alla ragione (... ma la si peggiora).
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Lo spiega il biochimico prof.Bellelli in
un articolo sul Fatto di domani ("Ricerca
biomedica: Nature e l’Italia che vuole fare la prima della classe"),
dove chiarisce il significato della frase con cui l'articolo di Nature
immagina il futuro della ricerca biomedica del nostro paese: “It
is not difficult to see how these restrictions, if implemented, could have
catastrophic consequences for the entire Italian biomedical research
community”.
Una preoccupazione simile l'ha manifestata oggi su Repubblica ("Caro
presidente, caro premier, ecco perché il nostro paese sta morendo")
anche la neosenatrice Elena Cattaneo, che a Milano agli Stati
Generali della Cultura (il 21 novembre) si era espressa così: “la ricerca in Italia c'e', bisogna spiegarlo alla
politica affinché non vi siano più leggi che umiliano la scienza”
e ''Presto ci arriverà sul collo una legge che
dice che la sperimentazione animale e' vivisezione. Non e' così. La
vivisezione non esiste. La sperimentazione animale si fa in laboratorio in
modo rigoroso, etico e scientifico'.
Qualcuno può provare a sottovalutare l'importanza anche economica della fuga
dei ricarcatori biomedici dall'Italia.
Non lo fa chi insegue a caro prezzo questi ricercatori nei loro nuovi
laboratori all'estero dove possono fare ricerca, come capita a chi per colpa
del caso avesse bisogno di tecnologie
riproduttive non ancora consentite in Italia.
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26/11/13-USA
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La FDA (Food and
Drug Administration) il 22/11 ha imposto a 23andMe
di sospendere
immediatamente il suo servizio di analisi del genoma, offerto liberamente
a tutti per soli 99$.
La 23andMe deve quindi interrompere la sua unica attività, il servizio di identificazione
di alcune parti dell’informazione genetica contenuta nel DNA, quelle che
permettono di conoscere qualcosa di più su “health and ancestry”, le
origini etniche e le predisposizioni, eventualmente ereditabili, a ben 250
patologie.
La discesa dei prezzi negli ultimi anni ha permesso a 23AndMe di analizzare
già 500.000 genomi, ma senza disporre ancora dei necessari permessi che la
FDA cerca da tempo di imporle. La 23andMe infatti continua a non fornire
sufficienti garanzie scientifiche sull’affidabilità dei risultati (i falsi
positivi possono avere conseguenze imprevedibili) e non gestisce clienti che
possono trasformarsi improvvisamente in pazienti angosciati, con un elevato
rischio di reazioni inappropriate e magari inutili in assenza di consulenti,
non essendo previsti.
Se l’indagine è ormai decisamente economica, l’interpretazione dei risultati
non lo è affatto: richiedendo elevate competenze non è compresa nel prezzo.
La notizia è comparsa su USAToDay,
CNBC, WiredIt.
Se ne parla anche nel blog italiano My
genomix.
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25/11/13-IT
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Nature attribuisce premi per meriti didattici a
ricercatori italiani.
Sono gli “annual awards for science mentorship”, che quest’anno sono dedicati
all’Italia. I
premi sono stai consegnati a Giorgio Parisi, Vincenzo Balzani
e Michela Matteoli dal presidente Napolitano.
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25/11/13-UK
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[da Pikaia]
Un articolo su Nature del 31/7 dimostra come anche nell’uomo ci sia una
continua interazione fra evoluzione culturale ed evoluzione biologica.
L’articolo è “Archaeology:
The milk revolution” di Andrew Curry, che racconta i risultati del
progetto LeCHE
(Lactase Persistence in the early Cultural History of Europe).
Interessante vedere la
mappa che rappresenta la diversa percentuale di intolleranza al lattosio
nelle diverse aree del mondo. Certo è un carattere meno visibile del colore
della pelle, ma il fattore selettivo non cambia con i paralleli …
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25/11/13-USA
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Video didattici sull’evoluzione umana nel sito Biointeractive
(HHMI)
Nel sito Biointeractive
dell’Howard Huges Medical Institute, un
centro medico USA di alto livello, è consultabile molto materiale didattico;
c’è anche una serie di ottime conferenze sull’origine dell’uomo moderno (“Bones,
Stones, and Genes: The Origin of Modern Humans”): “When Darwin proposed that humans evolved from a common
ancestor with the great apes, he lacked fossil evidence to support his idea. One hundred and
fifty years later, the evidence for human evolution is plentiful and
growing, including detailed molecular genetics data, an impressive fossil
record, and artifacts of early human culture like stone tools. Leading
scientists John Shea of Stony Brook University, Sarah Tishkoff
of the University of Pennsylvania, and Tim White of the University of
California, Berkeley, guide us on a global exploration spanning millions of
years to illuminate the rise of modern humans”
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24/11/13-UK
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Prime notizie dal convegno di Londra sull'Ancient
DNA
Il 18 e 19 novembre si è tenuto a Londra, alla Royal society, il.
convegno "Ancient
DNA: the first three decades"; come si capisce dal titolo, sono solo
30 anni che i paleoantropologi hanno scoperto di poter disporre di un nuovo
potente strumento di indagine per verificare la sequenza del DNA di esseri
non più viventi, e quindi eventuali relazioni di parentela o filogenetiche perfino fra popolazioni del passato.
E' possibile quindi dare risposte anche a domande che prima nemmeno si
pensavano, ben sapendo che non si sarebbe potuto avere risposta.
Qui si può verificare il
programma del convegno.
Una delle comunicazioni di cui si parla su molti quotidiani oggi è quella di Carles Lalueza-Fox, che ha presentato
le analisi effettuate sul DNA estratto dal materiale scheletrico trovato
nella grotta di El-Sidron nel nord della Spagna: "Neandertal paleogenomics and the El Sidrón cave",
dove si è verificato un episodio di cannibalismo fra due gruppi di
neandertaliani. Il banchetto sarebbe confermato soprattutto dalla presenza di
evidenti tracce di tagli a scopo alimentare effettuati con strumenti in
pietra, evidenziati sullo scheletro di 12 individui di diverso sesso ed età.
Tagli che non erano invece stati rilevati sul cranio neandertaliano del
Circeo, conservato al museo Pigorini di Roma, per il quale quindi i paleoantropologi
avevano escluso il cannibalismo (“The
Question of Ritual Cannibalism at Grotta Guattari”), una spiegazione che
era sembrata possibile allo scopritore, A.C.Blanc, e a cui ancora oggi
qualcuno
crede. Anche il comune
comunque smentisce.
In attesa che nella pagina
del convegno compaiano le promesse registrazioni audio delle
comunicazioni, ci si deve accontentare dei tweet
usciti dal convegno, dei post di Debbie Kennet (18
- 19)
e degli articoli dei quotidiani (1,
2,
3).
L'articolo 3 fa riferimento ad una comunicazione su una scoperta che presto verrà rilanciata,
magari pure da Voyager o da Chi: "Mystery
human species emerges from Denisovan genome"; in realtà il
sospettato è l'H.heidelbergensis, ma c'è già chi era pronto a
infilarci addirittura gli
alieni.
C'è comunque da precisare che la ricerca prosegue: del cannibalismo di El
Sidron si sapeva già 3 anni fa, e Carl Zimmer lo aveva raccontato sul New
York Times del 2010: "Bones
Give Peek Into the Lives of Neanderthals"; ora alle indagini sullo
scheletro si aggiungono i dati che provengono dallo studio del DNA.
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23/11/13-PL
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Si è chiusa oggi la Warsaw Climate Change
Conference 2013
Qui il sito web della 19-COP
dell’UN FCCC, con tutti i documenti e le risoluzioni. Qui
la conferenza stampa finale e le Decisioni adottate da COP 19 e
CMP 9, fra cui alcune riguardano incoraggiamenti a controllare i
fattori della deforestazione e del
degrado delle foreste. Un sito web interattivo permette di visualizzare e
valutare con Google Maps la dinamica delle emissioni causate dall’attività
umana nei diversi paesi (emissions data visualized using Google Maps)
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23/11/13-USA
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Il risultato in Texas sembrava fosse migliore, ma
era forse solo colpa della fretta dei giornalisti... Ma c'è comunque una
curiosità sull'unico testo di biologia la cui adozione non è stata
autorizzata.
Come alcuni articoli più recenti e accurati riferiscono, "Texas school board approves all but one
science text book", ma la questione è curiosa. Si
tratta infatti del libro "Biology"
di Ken Miller e Joe Levine (Pearson / Prentice Hall), il più
diffuso e quello che si è dimostrato più efficace.
L'aspetto curioso è che Ken Miller è uno dei docenti universitari di
biologia più impegnato, anche come cattolico, a contrastare l'attacco dei
creazionisti protestanti alla scienza, al metodo scientifico e alla ragione.
Come componente del NCSE è
da anni in prima fila nel
web (con una pagina molto informativa) e nei dibattiti
pubblici allo scopo di contrastare le sciocchezze diffuse dai sostenitori
dell'ID.
E' quindi ben conosciuto dal Discovery
Institute, che aveva dedicato al suo testo un aggiornamento specifico nel
2011, come riferito nel post a lui dedicato "Ken
Miller's Inaccurate and Biased Evolution Curriculum Intentionally Disregards
Texas Science Standards"; qui ci si sofferma anche sulla sua provocatoria
intenzione (citata anche su Science nel giugno 2009 "Authors
Scramble to Make Textbooks Conform to Texas Science Standards") di
non rispettare l'invito della commissione del Texas di citare anche le
opinioni pseudoscientifiche.
Anche il New York Times
("Texas
education board flags biology textbook over evolution concerns.")
commenta la decisione, facendo notare che la decisione di chiedere
un'ulteriore verifica dipende dalle critiche fatte da Ide P. Trotter,
ingegnere chimico e consulente finanziario, citato come “Darwin Skeptic”
nel sito della Creation
Science Hall of Fame.
Il NYT cita anche il
commento fatto alle critiche negative di Ide Trotter da "Ronald Wetherington, a professor of evolutionary
anthropology at Southern Methodist University who has already looked over Mr.
Trotter’s complaints, described them as “non sequiturs and irrelevant”. “It
was simply a morass of pseudoscientific objections,” Dr. Wetherington said".
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22/11/13-USA
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Buon risultato in Texas: tutti i libri di scienze
accettati dal comitato
Il risultato positivo si è raggiunto solo molto tardi, dopo
mezzanotte, e secondo le ultime notizie arrivate dalla commissione [che poi si sono rivelate imprecise] è stato
veramente buono ("BREAKING NEWS: Science Education Wins in Texas!"),
con la sconfitta dei creazionisti, che avevano cercato di bloccare un testo
un po' troppo scientificamente evoluzionista ("Big News: Science Education Advocates Thwart Late-Night Hijacking
of Texas Science Textbook Adoption","Texas
OKs Controversial Environmental Science Textbook"), ma anche degli
inviati delle compagnie petrolifere, molto potenti in Texas, che avevano
cercato di bloccare un altro testo che era critico verso alcune tecniche di
estrazione di idrocarburi oltre che verso l'eccessiva produzione di gas serra
da parte dell’uomo.
Le informazioni disponibili permettono di svelare le due diverse
strategie: insolitamente
debole quella dei neocreazionisti, sia quelli del Discovery Institute, che non ha
partecipato ai lavori come nella fase preliminare del 2008/09, ma soprattutto
del creazionista Don
McLeroy, ex presidente della stessa commissione, che già aveva consigliato
di votare a favore dei libri di testo proposti, adducendo
una motivazione assurda ("Teaching
evolution demonstrates that’s not how God did it. Since true, testable science trumps dogmatism,
strike the final blow to the teaching of evolution. Support the Bible, and
adopt these books”, "Therefore, I urge you to
adopt these books. Not
to please the evolutionists, but because when our students read these books,
they will clearly see, like the little boy in Hans Christian Anderson’s The Emperor’s New Clothes, that evolution has no clothes”)
Più aggressivo era stato l'atteggiamento di una consulente sui temi del
riscaldamento globale, una politica repubblicana (Becky Berger), che solo
negli ultimi giorni si era presentato alla commissione come consulente per la
parte sui cambiamenti climatici ("Oil and Gas Industry Advocates Launch Surprise Attack on
Texas Environmental Science Textbook"); vicina alle compagnie
petrolifere, aveva cercato di bloccare un altro libro di testo. Non è difficile dimostrare chi e perchè vuole tenere la scienza fuori da
queste tematiche, come si verifica nel sito Women on the
Wall: "This week the State Board of Education
(SBOE) decides whether the next generation of Texas public school
students have textbooks that teach 21st-century/Common Core science
which is filled with Global Warming/Climate Change propaganda that
demonizes the oil/ natural gas industry. If these textbooks are approved
Texas’ oil/natural gas industry will eventually be destroyed. The oil/gas
industry drives our Great State’s economy and provides thousands of jobs–we
must protect it.".
Tutto il materiale informativo - che documenta le iniziative
strumentali organizzate in favore di posizioni pseudoscientifiche
giustificate in realtà da motivazioni religiose o economiche e politiche - è
disponibile nel sito del TFN (Texas Freedom
Network).
Il successo è stato favorito anche dal ritiro dei testi che dovevano essere
proposti dall'unico editore che aveva accettato di adeguare i testi alle
indicazioni che erano uscite dalla precedente commissione, diretta da un
dentista creazionista particolarmente efficiente, Don McLeroy ...
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Ci sono ritardi nella decisione sui libri di testo
di scienze nel Texas.
E’ continuata in sessione
notturna la discussione
sui libri di testo di scienze che verranno adottati alle superiori in
Texas nei prossimi 10 anni. Sembra che la maggioranza conservatrice della
commissione (6 su 11) si sia innervosita parecchio per il
rifiuto degli editori di presentare dei libri di testo non depurati delle
parti in cui si spiegava fin troppo bene temi “delicati” come l’evoluzione o
il riscaldamento globale.
La decisione quindi si trascina e sembra che uno dei libri di testo, il
Pearson, sia stato preso in ostaggio e non si intenda approvarlo. E’ uno dei
testi più adottati, ma non piace ai consulenti nominati anche da gruppi
integralisti e creazionisti, come il Discovery Institute. C’è così il
consulente che vorrebbe si parlasse anche della creazione biblica e quello
che non vorrebbe che venisse dato per certificato – come sostiene il 97%
degli esperti – cambiamento climatico. Si chiede quindi di rinviare
l’approvazione del Pearson fino a che non sia corretto anche nella parte in
cui si sostiene che “la
selezione opera come forza selettiva e non creativa”.
A parte che la selezione naturale è un processo e non una forza, il gioco dei
creazionisti sembra davvero un po’ troppo scopertamente “creazionista”, dato
che è noto e dimostrato che il complesso processo della selezione naturale
controlla la variabilità biologica, modificando le caratteristiche degli
individui di una specie e quindi creando nuova variabilità nella popolazione,
che sarà ancora maggiore nel caso compaiano mutazioni.
Speriamo che anche il Pearson riesca a sfuggire dalla trappola creazionista
in cui, sembra da solo, è caduto, guadagnandosi la palma di testo meno
apprezzato dai creazionisti USA.
Qualche problema sorge anche sulla possibile eliminazione di algebra 2 dai
licei.
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21/11/13-USA
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Anche R.Lenski gestisce personalmente un blog (Telliamed revisited)
Nell’ultimo post (“Fifty-Thousand Squared”)
commenta il suo ultimo articolo (“Long-Term
Dynamics of Adaptation in Asexual Populations”) pubblicato su ScienceXpress
del 14/11) sul suo ben noto esperimento di evoluzione a lungo termine
(LTEE) su culture batteriche di E.coli che sono state create nel 1988
e ormai giunte a 50.000 generazioni.
Nel post riflette anche su come proseguire, indipendentemente dai suoi
programmi futuri: “Perché questo esperimento non dovrebbe continuare a
fornire dati, anche dopo che me ne sarò andato?”.
R.Lenski propone di continuare l’esperimento almeno per un altro
secolo, in modo da arrivare a 250.000 generazioni, sperando che avvenga un
evento come quello avvenuto dopo 30.000 generazioni, cioè l’abilità di usare
anche il citrato come seconda fonte di energia, una nuova funzione che però
non si configurerebbe come un evento di speciazione o come un suo inizio
("Zachary Blount is
currently studying whether the refinement of that new function is leading to
changes that would qualify the citrate users as a new, or incipient, species).
Certo non bisogna confondere evoluzione con speciazione, come fanno alcuni
sostenitori dell'ID.
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In un articolo sul sito del Discovery Institute
("Lenski's Long-Term Evolution Experiment:
25 Years and Counting") M.Behe non contesta
oggi l'evoluzione nè la confonde con la speciazione, ma comunque pretende che avvengano sempre miracoli,
magari anche eleganti, in un modesto genoma batterico "There have been no mutations or series of mutations
identified that appear to be on their way to constructing elegant new
molecular machinery of the kind that fills every cell". Lui
insiste infatti nella ricerca di un essere superiore intelligente, e davvero
non riesce ad accontentarsi di una "theory
of evolution that relies exclusively on blind, undirected processes".
Non per niente gli piace il disegno intelligente, anche se non ha poi
proposto nuove eleganti spiegazioni dopo il disastroso processo
di Dover del 2005, quando è riuscito a convincere perfino un giudice
conservatore (video)
che non aveva spiegazioni alternative migliori rispetto a chi trovava sempre
e solo prove di un "blind, undirected
processes". Anzi aveva disastrosamente ma correttamente
ammesso davanti al giudice che perfino l'astrologia rientrava nei criteri che
lui avrebbe accettato.("under your
definition, the definition that sweeps in intelligent design, astrology is
also a scientific theory, correct?”, Behe: “Yes, that's correct”).
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20/11/13-USA
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Il processo di selezione dei testi di scienze
adottabili nelle superiori del Texas.
Josh Rosenau è uno degli esperti che hanno esaminato esaminando i libri
di testo presentati per l’adozione racconta il lavoro della commissione. Lui
è uno dei consulenti dell’NCSE. In un post sul sito dell’NCSE (“My
Testimony before the Texas Board of Education”) riferisce del contributo
che ha fonrnito alla commissione.
Rosenau il 18/11 aveva cercato di presentare i futuri problemi che dovranno
affrontare questa commissione e i giovani del Texas (“What’s
the Future of Texas Textbook Battles?”)
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20/11/13-SAFRICA
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Poche le novità dal sito paleoantropologico
sudafricano.
Il post di oggi sul blog Rising
Star del NG è firmato da John Hawks, uno dei paleoantropologi
ospiti dello scavo, e il titolo è quello atteso da molti “What
We Know and Don’t Know So Far”.
Il giorno precedente, dopo aver portato alla luce un cranio (“Cave
women unearth skull of unknown human ancestor”) il gruppo di “scavatrici”
si era riposato con una gita al vicino sito fossilifero di Sterkfontein (siamo
proprio nell’area definita dall’UNESCO “Cradle of Mankind”);
i ricercatori intanto continuavano a verificare il materiale estratto dallo
scavo (già ben 400 frammenti ossei).
J.Hawks, ricordando che l’obiettivo di Lee Berger è anche
questa volta (come a Malapa)
di realizzare uno scavo “pubblico”, che si svolge sotto gli occhi del mondo,
ricorda che purtroppo i fossili che sono stati estratti non avevano un
cartellino attaccato, per cui bisognerà che qualcuno (o meglio qualche gruppo
di paleoantropologi ancora da organizzare) li metta, per mesi se non anni, a
confronto con i reperti fossili già esistenti.
J.Hawks risponde poi alle domande che sospetta di poter ricevere, e purtroppo
la risposta a quasi tutte le principali (come il nome della specie o la
datazione dei reperti) è “noi ora non lo
sappiamo”, e ricorda poi giustamente come la scienza sia
soprattutto un metodo: “Science isn’t the
answers, science is the process. As we move through the analysis
of these remains, we are going to continue to share what we’re doing. We are
confident that will improve the science”.
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19/11/13-WORLD
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Quali sono i dati sulla fuga dei cervelli nel
mondo?
C’è ultimamente molta preoccupazione in Italia per le notizie che
sottolineano l’aumento dell’emigrazione di giovani che potrebbero essere
utili se non necessari anche nel nostro paese. Un articolo dell’anno scorso
presenta i risultati di un’indagine sulle migrazioni dei ricercatori verso i
diversi paesi del mondo che propongono le migliori prospettive di
carriera o che semplicemente sanno offrire le condizioni migliori per chi è
interessato allo sviluppo della scienza e della cultura in generale: “The
Global Brain Trade”.
Si può osservare che l’Italia dimostra una buona produttività delle sue
istituzioni formative e una richiesta quasi nulla (o molto selettiva,
preferendo i prodotti locali) di competenze e professionalità nella ricerca
scientifica.
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19/11/13-GB
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E’ morto Fred Sanger, un
biochimico con 2 premi Nobel in chimica.
Secondo una citazione riportata dall’articolo della BBC (“Frederick
Sanger: Double Nobel Prize winner dies at 95”) sarebbe stato “"one of the greatest scientists of any generation"
e "a real hero" della
scienza britannica.
E’ considerato il padre della genomica per aver progettato i metodi per
analizzare la sequenza delle proteine e del DNA.
Oltre a lui solo altri tre
scienziati avevano ottenuto 2 premi Nobel: “Maria
Sklodowska-Curie (1903 and 1911, for discovery of radioactivity (physics) and
later for isolating pure radium (chemistry)); John Bardeen (1956 and 1972,
for invention of the transistor (physics) and for coming up with the theory
of superconductivity(physics)); Linus Pauling (1954 and 1962, for research
into the chemical bond in terms of complex substances (chemistry) and for
anti-nuclear activism (peace))”
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18/11/13-EU
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Oggi è la giornata europea dedicata a far capire
che molti antibiotici stanno perdendo velocemente efficacia, a causa della
comparsa di nuove varietà di batteri resistenti, a causa di mutazioni.
Nella pagina
in italiano dell’ECDC (European
Centre for Disease Prevention and Control) dedicata al problema del
notevole incremento della resistenza agli antibiotici e all’aumento
conseguente di alcune infezioni che si dimostrano sempre più virulente e
sempre meno controllabili con gli strumenti a disposizione.
In particolare destano preoccupazione
le infezioni da MRSA (cioè Staphylococcus aureus resistente alla
meticillina) o infezioni causate da Enterobacteriaceae che producono
ESBL (enzimi in grado di neutralizzare alcuni antibiotici), infezioni delle
valvole cardiache causate da Enterococchi resistenti alla vancomicina e
infezioni delle ferite chirurgiche causate da Acinetobacter
baumannii resistente ai carbapenemi.
Nella pagina si illustrano le possibili cause (in particolare l’uso
improprio, scorretto o eccessivo degli antibiotici) della notevole
diffusione, soprattutto nei paesi dell’Europa meridionale, di batteri con
mutazioni che forniscono resistenza agli antibiotici.
Obiettivo della giornata è di migliorare la conoscenza delle procedure da
rispettare per cercare di ridurre il rischio di tornare addirittura ad una
medicina pre-antibiotica. Essendo minore la resistenza agli antibiotici nel
nord Europa, è necessario un maggior impegno nei paesi del sud, con una
riduzione del consumo, un rispetto rigoroso dei protocolli, un aumento della
vaccinazioni e anche una maggior cura per la pulizia della mani.
Informazioni tecniche più dettagliate su questa emergenza sanitaria si
possono trovare in un recentissimo report gratuito: “Carbapenemase-producing
bacteria in Europe” (This report
summarises the results of a survey to gather information about the spread of
carbapenemase-producing Enterobacteriaceae and carbapenems-resistant
Acinetobacter baumannii in Europe).
E’ disponibile anche un report con i più recenti dati epidemiologici,
presentato il 15/11 su “Rates
of carbapenem-resistant infections continue to increase in Europe”.
Qui un documento
dell’ASL di Modena con le indicazioni e i protocolli utili per
contrastare il fenomeno.
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17/11/13-SAFRICA
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Altre nuove informazioni sugli scavi in Sudafrica.
E’ in rete un video (“First Look Inside the
Fossil Cave”) che mostra una discesa nella grotta Rising Star
insieme agli speleologi che qualche settimana fa hanno scoperto i resti
fossili. Le riprese permettono di capire la difficoltà dei passaggi per
arrivare nella “stanza” in cui, sul pavimento, i due speleologi hanno trovato
le ossa che li hanno spinti ad avvisare i paleoantropologi, cioè gli
antropologi esperti nello scavo dei reperti fossili. Un altro video (“First Fossil Recovered
from Cave”) mostra invece il primo fossile interessante, trovato
già il primo giorno: un frammento di mandibola.
Come è facile capire, il materiale scheletrico ritrovato dovrà essere datato
con i metodi applicabili in quel contesto e richiederà poi un lungo periodo
di analisi, e di confronto con altri reperti fossili contemporanei. Sono
tutte informazioni non facili da ottenere, ma necessarie per poter inserire
anche questo reperto fossile casualmente ritrovato nel contesto della
ricostruzione della complessa e ancora imprecisa filogenesi umana, che
sappiamo non interessa solo ai paleoantropologi.
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16/11(13-SAFRICA
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Notizia in diretta dal sito paleontologico Rising
Star in Sudafrica: oggi è stato trovato e riportato alla luce un cranio
(RS289).
La notizia, accompagnata da foto e video, è data nel sito
del blog.
Anche le scoperte che documentano il ritrovamento dei rari fossili che
permettono di ricostruire sempre meglio il puzzle dell'evoluzione umana
possono coinvolgere ed emozionare non solo chi partecipa alla ricerca ma
anche chi è invitato a seguirla in diretta grazie ad internet.
Il ritrovamento del cranio sarà importantissimo per identificare la specie
che sfruttava le risorse disponibili in quella località del Sudafrica.
Nei video si nota che molto probabilmente L.Berger e J.Hawks non hanno
proprio il fisico adatto per scendere, attraverso una strettoia di 18 cm,
nell'area in cui si estraggono i fossili. In quell'area lavorano soprattutto
le "donne delle caverne".
Questi resti fossili poi raggiungono subito la superficie in appositi
contenitori per essere identificati
davanti ai curiosi, che sperano di avere informazioni e novità da paleoantropologi al
lavoro su oggetti materiali che hanno imparato a riconoscere.
Per l'interpretazione ovviamente ci vorranno probabilmente anni, in quanto
questi oggetti materiali devono essere confrontati con cura con altri oggetti
trovati precedentemente.
Il cranio e le altre ossa fossili trovate sono molto più delicate e friabili
rispetto a quelle trovate nella vicina di località di Malapa (A.sediba),
per cui si agisce con prudenza (anche a piedi nudi) e in costante contatto
anche video con gli esperti in superficie.
Qui
le news via twitter
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16/11/13-IT
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Nel sito di Radio Radicale saranno disponibili
(solo per 3 settimane!) le registrazioni audio della conferenza Science for
Peace organizzata a Milano dalla Fondazione Veronesi ieri e oggi.
Prima
giornata - Seconda
giornata (con "Scienza e Fede in Europa")
Su
Huffington Post ci sono alcuni spunti tratti da vari interventi e
inseriti in un blog in diretta.
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15/11/13-IT
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Si riparla ancora dello sperone di gallo che ha
messo in contatto il patologo pavese Paolo Mantegazza con Charles Darwin.
Questo "corno"
di 4 etti e 24 cm, che si è originato in Brasile da uno sperone di gallo,
e la cui incredibile storia è stata descritta in un recente articolo su Endeavour
di Carla Garbarino e Paolo Mazzarello ("A
strange horn between Paolo Mantegazza and Charles Darwin"),
verrebbe prossimamente sottoposto al test del DNA secondo un articolo ("Test
del Dna per il corno 'Frankenstein'") comparso
su ANSA.IT
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15/11/13-USA
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A proposito di scienza e fede, possiamo conoscere
le opinioni anche di Francis
Collins, ex direttore dell'Human Genome
Project e dal 2009 direttore dell'NIH,
che gestisce tutta la ricerca medica USA.
F.Collins era stato anche il fondatore
di Biologos, "a community of evangelical Christians"
che vorrebbe convincere i creazionisti biblici protestanti USA ad accettare l'evoluzionismo teista che da
qualche tempo propone ai suoi fedeli la chiesa cattolica, anche se con scarso
impegno di risorse.
Qualche tempo fa F.Collins (che è anche uno
dei biologi evoluzionisti membri dell'Accademia
Pontificia delle Scienze, dal 2009) aveva registrato un'intervista di 40
minuti per il sito web The Big Think, con le sue risposte a diverse domande sulla
ricerca medica, sull'NIH, sulle staminali e sul ruolo dei geni.
A queste opinioni sulle sue competenze professionali aveva aggiunto anche un
paio di risposte su temi che toccano da vicino le ignoranza, i dubbi, ma
anche le preoccupazioni dei creazionisti USA: "Why
it is so hard for scientists to believe in God" e "Does
Religious Belief Affect Scientific Inquiry?".
Per chi non volesse guardare negli occhi il genetista F.Collins mentre cerca
di convincerlo quanto sia stato geniale C.Darwin e quanto le sue idee siano
state confermate nei successivi 150 anni, può leggere i testi dei video nel sito web, cliccando su Discuss,
evidenziato a fianco di ogni domanda.
Certo ci sono opinioni di F.Collins che potrebbero e dovrebbero essere
discusse e contestate, ma soprattutto spiegate e giustificate meglio, ma di
queste si occupa ampiamente un post odierno sul blog di Jerry Coyne.
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15/11/13-SAFRICA
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Nuove scoperte paleoantropologiche in Sudafrica. E
in diretta!
E’ iniziata da pochi giorni una campagna di scavo in un sito
paleoantropologico in Sudafrica nei pressi di Johannesburg.
Il sito fossilifero è stato localizzato in una camera sotterranea a –30
metri, e con un accesso problematico, con un passaggio stretto che limita
l’accesso a chi riesce a passarci.
In poco tempo il paleoantropologo direttore dello scavo (Lee
Berger; qui il suo indirizzo
twitter e qui la pagina su wikipedia che cita
la sua precedente scoperta, l'Australopithecus
sediba) ha organizzato un gruppo internazionale (in questi giorni c’è
anche John
Hawks) che si propone anche di realizzare il primo scavo
paleoantropologico in diretta, con la collaborazione del National
Geographic.
Ecco perché c’è un sito web (“Rising
Star Expedition” con annesso twitter)
gestito da una
tenda piazzata proprio nella zona dello scavo.
Lo scavo è iniziato da pochi giorni e già è stato trovato un frammento di
mandibola, si è identificata la presenza di almeno due individui, e si sono
estratti già, fino ad oggi, addirittura altri 200 frammenti scheletrici!.
Il sito (web) è già ricco di post, foto e video della gente al lavoro e del
materiale estratto dal sito (paleoantropologico).
Può essere interessante passare a dare un’occhiata per vedere e capire cosa
stanno scoprendo là sotto.
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14/11/13-USA
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Dettagliato articolo del Dallas Observer ("Creationists'
Last Stand at the State Board of Education") sui tanti tentativi dei
creazionisti texani di cancellare la teoria dell'evoluzione dai testi
scolastici.
Il Texas state board of education sta preparandosi a decidere sui
libri di testo da adottare nei prossimi 10 anni. La decisione potrebbe avere
pesanti effetti sui libri adottati anche negli altri stati.
Per fortuna gli editori non hanno accettato di proporre testi che
rispettassero le indicazioni proposte dai creazionisti, per cui ci si aspetta
una decisione che rispettano le informazioni che provengono dalla ricerca
scientifica e quindi sono accettati dalla gran parte dei ricercatori e degli
insegnanti.
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La giornata dell’#IVORYCRUSH
Presso Denver (USA) i responsabili
delle maggiori organizzazioni conservazioniste (WildLife Direct;
Wildlife Conservation Society; TRAFFIC; African Wildlife Foundation;
International Fund for Animal Welfare) hanno assistito alla distruzione
completa di 6
tonnellate di avorio (sia zanne
di elefante che prodotti
lavorati importati illegalmente) sequestrati negli ultimi 25 anni dall’U.S.
Fish and Wildlife Service.
L’iniziativa è stata realizzata per dare un
segnale forte a chi negli USA e nel mondo gestisce il traffico di avorio
che recentemente sta portando ogni anno all’abbattimento di decine
di migliaia di elefanti africani; la recente impressionante escalation
degli abbattimenti dimostra la difficoltà di contrastare queste reti
commerciali illegali militarmente ben organizzate che stanno portando alla
scomparsa di un patrimonio faunistico insostituibile.
Gran parte del traffico di avorio ha oggi come destinazione la Cina, dove
nemmeno la pena di morte riesce a fermare questi commerci.
Purtroppo non è facile tenere sempre presente quanti modi diversi esistano
per distruggere un pianeta che abbiamo avuto in prestito dai nostri
discendenti.
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13/11/13-USA
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Dal
sito del NCSE si puo' scaricare una preview (PDF) del libro di John Gurche Shaping
Humanity: How Science, Art, and Imagination Help Us Understand Our Origins (Yale University Press, 2013)
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12/11/13-USA
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Sul sito del NCSE si racconta dell'intervento del
direttore della National Science Teachers Association sulla prossima
decisione sull'adozione dei libri di testo di scienze per le scuole superiori
del Texas.
L'invito di David
Evans, presentato in un articolo ("Standing
Up for Science") su Live Science è quello di "reject any pressure to promote any nonscientific views
in its textbooks or classrooms, presenting non-scientific or religious ideas
in science class or in science textbooks is simply wrong and blurs the line
about what is and what is not science. This will only confuse and mislead
students and does nothing to improve the quality of science education and
everything to weaken it."
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12/11/13-IT
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Il 15 e 16 Novembre 2013 a
Milano, presso l'Università Bocconi si terrà la Quinta
Conferenza Mondiale "Science for Peace".
E’ un progetto nato su iniziativa di Umberto Veronesi nel 2009 con
2 importanti obiettivi:
1. Diffusione della cultura di pace e superamento di tensioni tra gli
Stati
2. Riduzione degli ordigni nucleari e delle spese militari a favore
di maggiori investimenti alla ricerca e allo sviluppo
- Programma
della Conferenza Mondiale! (versione aggiornata)
- Brochure
del progetto
- Conference
Book con i profili dei relatori e le introduzione alle tavole rotonde
- qui
per iscriversi alle due giornate
Oltre a tavole rotonde su temi europei, il primo giorno, ci saranno poi tavole rotonde su Scienza e fede in
Europa, a cui sono invitati scienziati di opinioni diverse (Peter Atkins, Giulio Giorello, Giuseppe Testa, José Funes, Bruno
Abd-al-Haqq Guiderdoni, Alessandro Treves), sulle Spese militari in UE
e su Sistemi giudiziari e carcerari in Europa.
Nel sito dell’Huffington
Post sono disponibili interviste
ad alcuni partecipanti alla conferenza, come Peter
Atkins (con dibattito), Piergiorgio
Odifreddi, Alessandro
Treves, Telmo
Pievani, Federico
Taddia, Francesco
Vignarca, Paolo
de Castro, Umberto
Veronesi.
Nei commenti alle posizioni ragionevoli (ma soprattutto razionali) di
Peter Atkins ("Questa unione tra
scienziati e uomini di fede potrebbe essere un utile strumento per propagare
il sapere scientifico, a condizione che i religiosi accettino che la scienza
spiega, di fatto, come funziona il mondo") se ne distingue uno
che, facendo riferimento all'evoluzione (un problema nemmeno citato da
Atkins), svela la preoccupazione di solito non esplicitata così chiaramente
(soprattutto quando si discute esplicitamente proprio di evoluzione) da chi
si capisce preferisca fermarsi alla prima parte della dichiarazione, senza
svelare il ruolo subalterno che tocca alla scienza (ma anche all'intelligenza
umana):
"Visto da un punto di vista religioso, il
rapporto scienza-religione ha tutti i numeri per coesistere.
Nella mia chiesa l'una non esclude l'altra, anzi.
Infatti crediamo che Dio ha creato l'universo e con esso le leggi della
natura e della fisica che lo governano. Dopodiché ha invitato i suoi figli a
scoprire queste leggi. Ha messo la natura a nostra disposizione e ci ha dato
l'intelligenza per farne buon uso. La scienza altro non è che la scoperta ed
un aggiornamento continuo di queste leggi" .
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11/11/13
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Sul sito del NCSE ("Polling
climate in Canada") si possono leggere i risultati di un
sondaggio sul riscaldamento globale condotto in Canada: "Canada
2020/Université de Montréal National Survey of Canadian Opinions on Climate
Change". Notevoli risultano le differenze rispetto ai risultati
ottenuti da sondaggi simili realizzati negli USA. Se l'81% è comunque
convinto dell'aumento delle temperatiure, i canadesi sono più propensi ad
attribuire la responsabilità di questo riscaldamento ad attività umane (58%)
rispetto a quanto si riscontra negli USA (44%). Il sondaggio USA più recente
è presentato sul sito del NCSE il 4/11 scorso (“A new
poll on climate from Pew”) ed è evidente l’influenza delle opinioni
politiche sull’opinione che i cittadini hanno di problemi scientifici e
quantificabili.
Se si va a leggere i risultati parziali nel sito del Pew Research Center
(“GOP
Deeply Divided Over Climate Change”) fa impressione non solo la
differenza fra i diversi tipi di repubblicani, ma anche la scarsa conoscenza
dell’opinione dei ricercatori che si occupano professionalmente di
climatologia. Solo il 54% del campione pensa che gli scienziati siano
d’accordo sulla responsabilità dell’uomo sul riscaldamento globale, mentre è
noto che, pur non essendoci accordo sulle percentuali, la
gran maggioranza di chi studia questi fenomeni e delle società
scientifiche a cui aderiscono questi esperti, è convinta della importanza
di fattori influenzati dall’attività umana.
Non diverse sono state le conclusioni uscite da un convegno scientifico
organizzato nel 2011 in Vaticano dall’Accademia Pontificia delle Scienze (“Il
destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”): “Noi invitiamo tutti i popoli
e le nazioni ad una nuova consapevolezza degli impatti, gravi e
potenzialmente irreversibili, del riscaldamento globale causato
dall’emissione di gas serra e di altri inquinanti da parte dell’uomo e dai
cambiamenti nell’uso del territorio”.
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9/11/13-IT
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Il 30/10 è iniziata una Consultazione Pubblica
sulla Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici,
gestita dal Ministero dell’Ambiente
Sarà aperta dal 30 ottobre 2013 al 31 dicembre 2013.
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8/11/13-UK
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Sono disponibili le
fotografie dell’inaugurazione a Londra della statua di Alfred Wallace.
Ieri è stata inaugurata
al Museo di Storia Naturale di Londra la statua di Alfred Wallace (“Anthony Smith’s Wallace statue will be unveiled by Sir
David Attenborough at the Natural History Museum of London at 4.15pm on the
7th of November (at the Darwin Centre building of the Museum)”.
Nella pagina
dedicata a Wallace nel sito del Museo si cita anche la dedica a Wallace
di un nuovo genere di vespa (“Wallace's
new wasp”) e c’è anche una pagina sulla “difficile” storia della
statua (“Wallace
and the statue - the historical perspective”).
Anche il sito del “Wallace Memorial
Fund” pubblicizza l’iniziativa (“Bill
Bailey & David Attenborough to unveil Wallace statue”) e il fatto che
per fortuna la raccolta di fondi ha permesso di realizzare una statua (si
pensava di doversi accontentare di un busto per l’iniziale scarsa
partecipazione). Il museo dispone infatti già di ben 3 statue di
evoluzionisti rappresentati a figura intera: Darwin, Huxley e Owen.
La raccolta di fondi per la statua si è comunque fermata a 25000
sterline, la metà dell’obiettivo iniziale; probabilmente nemmeno il Galles ha
ritenuto che valesse la pena di impegnarsi ulteriormente per un degno omaggio
a questo suo illustre conterraneo. D’altronde sappiamo bene che nemmeno
Wallace si preoccupò molto di pretendere la pari dignità, tanto è vero che
citava sempre “Mr.Darwin’s theory” ma aveva addirittura scritto un libro
in cui fin dal titolo si nascondeva dietro a Darwin: “Darwinism: An
Exposition Of The Theory Of Natural Selection”.
Nel sito web Wallace
100 si può trovare una gran quantità di informazioni su Wallace,
fra cui una “Timeline
of Wallace's life” e l’importante sito dedicato alla sua
corrispondenza (“Wallace
Letters Online”) e ai suoi scritti. Vi si racconta inoltre del suo
impegno per il socialismo (“Wallace's socialist agenda”; 'of
course I am a socialist out-and-out') che curiosamente (e qualcuno
lo contesta anche approfittando degli auguri per i 90 anni: “the aims of the socialist seem wholly material, so it
is surprising that a spiritualist can be also a socialist”) dal
1873 conviveva con il suo interesse per lo spiritismo
(“Spiritualism with the Victorians”).
Non è da escludere che, se confrontato con la ragionevole prudenza di Darwin
sui temi politici e religiosi, questo evidente impegno politico e religioso
di Wallace possa spiegare il motivo per cui non sia riuscito a far fruttare a
suo favore nemmeno tutti gli anni, ben 25, nei quali è sopravvissuto a
Darwin, rimanendo l'unico in vita fra gli scopritori della teoria
dell'evoluzione.
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7/11/13
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Oggi sono passati 100 anni dalla morte di Alfred
Wallace
Molti sono i siti web dedicati a riflettere sulla ricorrenza, anche solo
per ricordare come anche in questo caso idee nuove che possono cambiare la
visione del mondo sono anche il prodotto di un’accumulazione di conoscenze
che crea ad un certo momento le condizioni favorevoli per domande,
riflessioni e associazioni di idee che prima non sarebbero state possibili.
In questo caso si è aggiunta l’esperienza, comune per Darwin e Wallace, ma
avvenuta indipendentemente, della possibilità di rendersi conto dei fattori
che favoriscono, ma anche rendono inevitabile, la biodiversità e addirittura
la creazione di nuove specie. Il continuo attraversamento di barriere
geografiche da parte di Darwin e di Wallace, un’esperienza non comune a quel
tempo anche a naturalisti esperti, li ha costretti a conclusioni che erano
improbabili se non impossibili per naturalisti più sedentari.
E’ un meccanismo simile a quello che agisce anche nel caso dell’evoluzione
biologica, e si basa più su modificazioni di conoscenze già esistenti più che sulla comparsa di qualcosa
che potrebbe essere identificata come una novità assoluta.
Fra le pagine web estere dedicate all’anniversario:
- The New York Times: “The Animated Life of A.R. Wallace”
(sì, c’è anche unn cartone animato “ufficiale”
- BBC: “Attenborough: The forgotten story of Alfred
Russel Wallace” (con un video)
- BBC News: “Evolution
pioneer honoured by statue and new wasp genus”
- NBC News: “100 years after death, evolution's other
discoverer gains recognition”
- Maclean’s
(CA): “Evolution’s forgotten man”
- Le Monde: “Wallace
: père de la biogéographie», che propone una mappa aggiornata delle
maggiori barriere
geografiche
- la FAZ: (“Alfred
Russel Wallace: On the Organic Law of Change”)
Un ampio elenco di links a siti web si può trovare in
una pagina web (Wallaceana)
del sito web dell'NCSE.
Per le pagine dei blog italiani che si sono occupate di Wallace, si può
consultare l’elenco proposto da Pikaia.
Fra i blog esteri, si suggerisce la lettura di un interessante contributo (“A
guest post for Wallace Day” ospitato da Jerry Coyne, scritto
da Andrew Berry, docente ad Harvard e esperto di Wallace; si spiega
perché non fosse, come non lo è nemmeno adesso, obiettivo delle critiche
ingenerose e spesso stupide e delle ironie dei creazionisti, come è sempre
avvenuto ed avviene tuttora per Darwin nonostante 150 anni di conferme delle
ipotesi di Darwin ma anche di Wallace.
Nel post si racconta la storia in due tappe della scoperta del ruolo della
selezione naturale (“Ternate
Paper” del 1858) dopo la scoperta delle relazioni fra le specie,
descritta nel “Sarawak
Law” del 1855. Berry cita anche la costante modestia di Wallace, che
non solo nel suo diario di viaggio “The
Malay Archipelago” citava sempre “Mr.Darwin’s theory” ma aveva
addirittura scritto il libro dal titolo “Darwinism: An
Exposition Of The Theory Of Natural Selection” .
Un altro blog che invita a discutere di Wallace è quello di John Hawks,
che mette in evidenza (“Remembering
Wallace”) il diverso interesse per l’evoluzione umana mostrato
da Darwin e da Wallace nel primo decennio dopo il 1858.
Mentre Darwin evitava prudentemente di associare l’evoluzione umana, di cui
allora non si sapeva quasi nulla, alla sua teoria dell’evoluzione, Wallace
era invece molto interessato ad associare all’uomo la selezione naturale e lo
proponeva spesso nelle conferenze. Da notare che erroneamente ipotizzava (al
contrario di Darwin che era monogenista) un’origine antica e poligenica delle
diverse popolazioni umane.
Wallace poi, come ben sanno i creazionisti e i [neo]creazionisti del DI che
insistono spesso su questo tema (qui
un sito del Discovery Institute sull’Intelligent Evolution di Wallace, creato
da Michael A. Flannery) , pensava che la selezione naturale non
fosse sufficiente a spiegare le caratteristiche più interessanti della nostra
specie.
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7/11/13-KENYA
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Nel sito di Wildlife Direct si trova un
aggiornamento sull’imponente contrabbando
di avorio verso la Cina.
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6/11/13-IT
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Cagliari Scienza Festival 2013 - Sesta Edizione
Dal 5 all'11 novembre, la scienza sbarca a Cagliari con un importante
festival, ricco di appuntamenti. Tutte le informazioni
- Programma
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5/11/13-VA
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Il Vaticano realizzerà un sondaggio su problemi
che riguardano aspetti biologico-naturalistici della nostra specie.
Sul sito della Radio Vaticana è possibile consultare le domande del
sondaggio organizzato in vista del prossimo sinodo, che si dovrebbe occupare
della famiglia. Il sondaggio (“Sinodo
per la Famiglia. Testo integrale del Documento preparatorio”) coinvolge
anche temi e problemi che riguardano direttamente aspetti che coinvolgono le
proposte che diverse culture e diverse religioni fanno riguardo ad aspetti
che toccano direttamente la biologia umana, la biologia riproduttiva (che
quindi coinvolge l’evoluzione biologica umana) e ovviamente il ruolo della
donna, che molte religioni e culture vorrebbero tuttora subalterno (non per
niente il documento accenna anche al
“prezzo di acquisto della donna” e ai “matrimoni combinati”).
Si può verificare come precedenti sondaggi, come quello per il sinodo
del 2006, non coinvolgesse questioni così rilevanti e connesse con
aspetti biologico-naturalistici coinvolgenti la biologia umana e il ruolo subordinato
delle donne in un’organizzazione in cui non era prevista alcuna possibilità
di acquisire ruoli rilevanti.
Viste le problematiche, sembra evidente la necessaria novità di dover
raccogliere le opinioni quasi esclusivamente all’esterno non solo dei
partecipanti al sinodo, ma anche della stessa gerarchia ecclesiastica.
Recentemente mi è capitato di leggere una nota
sui motivi per cui erano stati messi nell’Indice
dei Libri Proibiti molti testi di Paolo Mantegazza
(già citato per altri motivi il 30/10), il medico igienista che nel 1870 ebbe
la prima cattedra di antropologia. Mantegazza fu uno scienziato
eclettico: fondò poi l’antropologia
italiana e fu un grande divulgatore scientifico in tempi in cui anche solo
l’igiene poteva avere effetti positivi anche rilevanti sulla sopravvivenza
individuale: nel censimento
del 1861, quando P.Mantegazza insegnava ancora patologia medica a Pavia,
in Italia c’era solo l’8% di persone con più di 60 anni e l’aspettativa di
vita era sui 40 anni (la metà rispetto agli 80 attuali).
Uno dei suoi libri per cui oggi non si comprenderebbero i motivi della
condanna è “L’arte
di prendere marito”, una simpatica, appassionata e ragionevole
elenco di consigli che affida alla
giovane figlia. In un testo di Giovanni Casati dedicato ai libri all’Indice (I
libri letterari condannati dall'"Indice"), nella parte dedicata
a Paolo Mantegazza (nel capitolo dedicato alle “Psicopatie Letterarie”)
si legge “Nell’’Arte di prender moglie’ e
nell’’Arte di prender marito’, difende la tesi della libera scelta da ambo
le parti, illuminata dalla ragione e colla garanzia del divorzio.
Le pagine in favore del divorzio sono empie”.
[Poco prima al Mantegazza non si perdonava nemmeno l’ammirazione per Darwin e
la teoria dell’evoluzione: “lo studio
dell'evoluzione materialistica già si preludia nel Mantegazza, il quale, fervente
ammiratore di Darwin, si die briga di compiere numerosi viaggi, per
raccogliere usi e costumi, specialmente fra quei popoli più barbari e
selvaggi che avrebber dovuto dar ragione al darwinismo e alle deduzioni
sull’uomo-scimmia”.]
E’ sperabile che il sondaggio vaticano coinvolga un campione ampio ed
eterogeneo soprattutto per il sesso, che confermi che sono cambiate anche le
idee sul ruolo autonomo delle donne (che purtroppo in Italia hanno cominciato
a votare solo nel 1946) e sugli strumenti, come il divorzio, a garanzia
estrema di questa autonomia. Secondo il NCR USA, queste sarebbero le
indicazioni (“Vatican
asks for parish-level input on synod document”).
D’altronde sappiamo anche che sulla teoria dell’evoluzione oggi non ci sono
dubbi, né si contesta più che le discipline scientifiche richiedano
dimostrazioni, tanto è vero che oggi pochi si permettono di contestare che ci
sia un
premio Nobel biologo evoluzionista come presidente dell’Accademia Pontificia
delle Scienze.
[Per chi volesse leggere un libro molto fantasioso (e non all’indice) di
P.Mantegazza, c’è “L’anno
3000”, evidentemente un libro di fantascienza. Fu anche senatore, e lo
racconta in “Ordine
e libertà: conversazioni di politica popolare” e in “Ricordi politici
di un fantaccino del parlamento italiano“. NB: Tutti
i testi di PM citati sono open access]
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2/11/13-VA
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Convegno all’Accademia
Pontificia delle Scienze sulla schiavitù
oggi.
Documenti (“UNODC
2012 Report on Trafficking”, “Protocol
to Prevent, Suppress and Punish Trafficking in Persons, Especially Women and
Children”, convenzioni ONU (“United Nations Convention against Transnational
Organized Crime”) e altri report (Slavery Index
Report) mettono in luce un fenomeno drammatico e la cui
responsabilità – nessuno può contestarlo - è certamente da attribuire a chi
ne trae vantaggi, l’uomo.
Qui il Conference
booklet e il Draft
Statement del convegno “Trafficking in Human Beings: Modern
Slavery”.
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1/11/13-IT
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Domani 3 novembre si
chiude il festival della Scienza di Genova. Domenica 3 novembre
è l'ultimo giorno del Festival della Scienza. Tanti appuntamenti per
salutare in Bellezza e dare appuntamento al 2014.
Il ciclo Capitani coraggiosi si conclude con la conferenza
di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, la catena specializzata nel meglio del
cibo e della ristorazione italiana. Spiegherà come un sogno possa diventare
realtà, senza magia, ma con impegno.
Chiara Ceci e Randal Keynes, pro-pronipote
di Charles Darwin, racconteranno la vita di Emma Wegwood
Darwin, moglie dello scienziato a cui dobbiamo la teoria dell'evoluzionismo.
Un'altra figura sarà protagonista dell'ultimo giorno del festival, si tratta
di Paul Dirac, il fisico e matematico inglese che ha
scoperto l'antimateria e rivoluzionato la teoria dei quanti. A ricordarlo
saranno Graham Farmelo, Giulio Giorello e Claudio
Bartocci.
All'astrofisico Robert Kirshner, infine, il compito di
tenere la lectio magistralis sull'energia oscura e i confini
dell'Universo.
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Il
3 novembre, presso il Museo Paleoantropologico di S. Daniele Po (CR),
verrà inaugurata l'esposizione permanente su Stephanorinus kirchbergensis,
il rinoceronte fossile del Po
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1/11/13-USA
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Sono state dimostrate porfirine (emoglobina)
contenute in una zanzara di 46 milioni
di anni fa conservata in ambra
Un’articolo pubblicato oggi da PNAS (“Hemoglobin-derived
porphyrins preserved in a Middle Eocene blood-engorged mosquito”) sui
risultati di una spettrometria di massa realizzata sull’addome pieno di
sangue di una zanzara fossile non può che suscitare – in chi capisce poco di
evoluzione - una domanda sulla possibilità che esistano ancor oggi le zanzare
nonostante tutti sostengano che l’evoluzione biologica sia incontestabile …;
forse sarebbe possibile che qualcuno che conosce poco la chimica si stupisse
magari anche della identificazione di porfirine in una zanzara vissuta 46 milioni
di anni chiusa nell’ambra.
Spero almeno che la notizia dell’esistenza di una zanzara di 46 milioni di
anni non stupisca nessuno, a parte forse il prof.De
Mattei, che forse crede ancora a quello che gli hanno raccontato i
creazionisti biblici che aveva ospitato a Roma nela sede del CNR nel novembre
2008.
Certo i dinosauri a quel tempo non c’erano più da tempo, ma è ragionevole
approfittare della notizia per evocare il film Jurassic Park.
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31/10/13-IT
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E' uscito un libro in italiano (ed.Il Mulino)
sull'evoluzione umana.
E' di Giorgio Manzi, paleoantropologo dell'Università di Roma, il titolo è
"Il grande racconto dell'evoluzione umana". E' uno strumento
aggiornato indispensabile per muoversi con competenza lungo le strade che
hanno portato i primi ominini bipedi a colonizzare la savana africana e poi
ad uscire dall'Africa, 2 milioni di anni fa, per conquistare con successo
anche gli ambienti più freddi e inospitali della terra, grazie all'evoluzione
biologica ma soprattutto l'evoluzione culturale, sempre senza perdere il
necessario contatto con la terra, che sarà per sempre l'unica fonte di tutte
le risorse energetiche che ne permettono la sopravvivenza.
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30/10/13-IT
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Da Asti la prima notizia di una iniziativa per
ricordare la genialità di un naturalista che è stato anche un po' sfortunato.
Il polo universitario Asti Studi Superiori organizza, venerdì 8
novembre alle 15, nell’aula magna (area De Andrè - ex caserma Colli
di Felizzano) una giornata di studio in omaggio ad Alfred Russel Wallace. “Non
solo Darwin. Alfred R. Wallace e l’evoluzionismo moderno” è il titolo del
convegno scientifico dedicata al naturalista, esploratore, geografo,
antro-biologo inglese (8 gennaio 1823 – 7 novembre 1913).
Il quotidiano on line ATnews ("Un
omaggio a Russel Wallace all'Università di Asti") presenta il programma dell'evento, a cui
parteciperanno Francesco Scalfari, Vincenzo Fano, Federico Focher, Saverio
Forestiero, Lodovico Galleni e Mario Zunino.
E' auspicabile che si riesca ad associare anche a Darwin i complimenti che si
faranno a Wallace nei prossimi giorni; in fondo è per lo stesso motivo: aver
trovato una risposta naturalista a domande da secoli senza risposta e a cui
non si sarebbe riusciti a fornire soluzioni fino a quando si fosse trovato
che la risposta migliore era un processo non guidato nè finalizzato.
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Apre la quarta edizione della Scuola di
paleoantropologia di Perugia,
che prevede anche la possibilità di svolgere un field-workshop estivo di
circa due settimane nella Gola di Olduvai in Tanzania. Le lezioni si
terranno presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di
Perugia. L'offerta didattica è articolata su due livelli e intende offrire
un’estesa conoscenza di base nel campo della paleoantropologia e delle
discipline ad essa correlate (antropologia molecolare, paleontologia dei vertebrati,
archeologia preistorica, archeozoologia, geologia del Quaternario, ecc.)
Le iscrizioni chiuderanno il 7 gennaio 2014. Tutte le informazioni.
Iscrizioni. Locandina.
Se ne parla in una pagina nel sito di Pikaia.
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30/10/13-USA
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Dal far west arrivano in soccorso anche armi
d'istruzione di massa.
Dagli USA da qualche tempo arrivano informazioni su reti di spionaggio
che ormai si insinuano perfino nelle orecchie dei politici e dei governanti
di tutti i principali paesi del mondo. Per fortuna a queste reti spionistiche
si aggiungono anche armi d'istruzione di massa che si preoccupano perfino
dell'aggiornamento degli insegnanti, essenziale soprattutto per le discipline
scientifiche in cui il tasso di innovazione è talmente veloce che si perdono
per strada addirittura più insegnanti che studenti.
Nel blog Sandwalk di Larry
Moran si invita caldamente ("I Just Signed Up for an Evolution
MOOC!", I'm not a big fan of MOOCs but I just couldn't
resist a course called "Evolution: A
Course for Educators") a partecipare ad un'iniziativa di aggiornamento sulla biologia
evoluzionistica rivolta agli insegnanti delle superiori e dell'università,
che inizierà lunedì prossimo 4 novembre e durerà 4 settimane. E' organizzata
nell'ambito dell'organizzazione interuniversitaria COURSERA (dove si trovano ben 60
corsi sulla biologia); utilizzerà come docenti due ricercatori dell'American Museum of Natural History,
certamente esperti di didattica della storia naturale e quindi
dell’evoluzione
Scopo del corso è quello di aiutare i docenti di scienze ad affrontare molte
delle questioni che sembrano difficili se affrontate da inesperti, anche se
comunque la preparazione e l'aggiornamento non sono mai sufficienti di fronte
alla curiosità degli studenti: "The AMNH
course Evolution: A Course for Educators provides an overview of
biological evolution for educators. Informed by the recently
released Next
Generation Science Standards, the course explores the history of
evolutionary theory and the evidence that supports it. We will learn about
patterns of human evolution and societal implications of modern
evolutionary biology, and how scientists determine relatedness
among living and extinct organisms. Course participants will bring
their understanding of course themes - along with content resources,
discussion questions, and assignments - into their own teaching".
Molte delle (deboli) critiche alla biologia evoluzionistica che i
docenti devono affrontare nascono proprio dall'ignoranza o dalle volute
confusioni proprio sui metodi usati dai ricercatori per dimostrare
l'evoluzione, visto che dimostrano - in modi diversi ma concordanti - la
relazione fra organismi fossili e organismi viventi.
Qui la scheda di
iscrizione, con un video di presentazione e i temi che
verranno affrontati:
· the history of evolutionary theory
· how
scientists reconstruct evolutionary history
·
human evolution (Hall
of Human Origins)
·
the
societal implications of modern evolutionary theory
·
integrating modern evolutionary theory into your
teaching
Larry Moran, un docente universitario di biochimica di Toronto, si è iscritto.
In giro per l'Italia ci sono docenti e fisici in pensione che certamente
sarebbe meglio frequentassero questi corsi invece (o almeno prima) degli
assessori alla cultura e delle sale comunali.
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30/10/13-IT
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Anche a Vezzano Ligure i
cittadini avranno l'occasione di riflettere sulla genialità di Darwin.
Iniziative pubbliche per riflettere sull'evoluzione biologica e culturale
umana non avvengono solo a Genova, dove in questi giorni continua il Festival
della Scienza 2013. In questo paese, che domina la valle del Magra,
domani pomeriggio 31/10 l'assessore alla promozione turistica e culturale
presenterà il libro in cui un fisico, ex insegnante di scienze, "constatato
che le scoperte rivoluzionarie sulle realtà universali, sulla vita e sulla
materia, impiegano centinaia di anni per arrivare alla gente comune, spiega argomenti scientifici
alla luce delle più recenti scoperte ed espone originali punti di vista che esprimono una concezione
moderna dell’ecosistema prefigurando confortanti prospettive per le
generazioni future". Il tutto ruota attorno all'alternativa, necessaria per
costruire un mondo migliore, che Franco
Manca proporrà agli imbarazzati vezzanesi, che probabilmente mai si erano
trovati davanti a questo dilemma: "Charles
Darwin. Genio o cattivo maestro”.
Sarebbe "un
saggio rigorosamente scientifico in cui lo scrittore, ex docente di materie
scientifiche e laureato in Fisica a Pisa, si concede escursioni in campi
etici e filosofici proponendo sulla crisi dell’evoluzionismo neodarwiniano,
“una lettura senza paraocchi per costruire un mondo migliore”.
L'auspicio è che partecipi
all'iniziativa anche il locale consigliere comunale che l'anno scorso a Pisa
ha ottenuto la laurea specialistica in scienze naturali; è probabile che con
una preparazione più coerente col tema in discussione (e aggiornata) possa
svolgere il ruolo che gli si addice, di buon maestro competente che può esprimere
un'opinione su un libro divulgativo che aspira a vincere la 18' edizione del
premio letterario Il Molinello (marzo 2014).
Per una valutazione comparativa dell'ipotesi molto ragionevole di considerare
Darwin un genio si può ovviamente avvalersi non solo dell'opinione della
chiesa anglicana, che ha immediatamente ospitato Darwin accanto a Newton; può
essere interessante verificare l'opinione di un'altra persona certamente
geniale anche se non a quel livello, Paolo Mantegazza.
Un recente articolo su Endeavour di C.Garbarino e Paolo Mazzarello
("A
strange horn between Paolo Mantegazza and Charles Darwin")
dimostra infatti con quanto interesse ed entusiasmo Paolo Mantegazza sia
entrato in contatto con Darwin nel 1868, dopo che aveva citato un suo
articolo. Per capire meglio l'ecletticità di Paolo Mantegazza,
patologo a Pavia, fotografo, antropologo e igienista poi a Firenze - oltre
che gran viaggiatore e senatore del regno - può leggere gratuitamente con
interesse e curiosità alcuni dei suoi molti libri raccolti qui nell'Internet
archive.
Certo la sua genialità non passò inosservata: una
decina di questi testi trovano ampi commenti critici nel volume "I libri
letterari condannati dall'"Indice".
D'altronde non poteva aspettarsi nulla di diverso un fervente ammiratore di Darwin ("lo studio dell'evoluzione
materialistica già si preludia nel l Mantegazza, il quale, fervente
ammiratore di Darwin, si diè briga di compire numerosi viaggi per raccogliere
usi e costumi, specialmente fra quei popoli più
barbari e selvaggi che avrebber dovuto dar ragione al darwinismo e alle
deduzioni sull'uomo-scimmia") e
un difensore fin troppo “fuori tempo” del diritto delle donne ad un ruolo autonomo
("difende
la tesi della libera scelta del coniuge da ambo le parti, illuminata dalla
ragione e colla garanzia del divorzio").
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In questi stessi giorni a Vezzano Ligure anche l'assessore
Lazzoni Paola si preoccupa dei cittadini; però “non si parlerà di teorie
ma di fatti, di strategie, di tutto ciò che può e deve essere messo in campo
per arginare la piaga della truffa agli anziani". per aiutare
"in collaborazione con l'Arma dei Carabinieri" a contrastare chi
" penetra nelle nostre case e mette in atto odiosi raggiri".
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28/10/13-IT
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Un articolo di P.Bianucci sulla Stampa ("Cantonate
d’autore: da Darwin a Einstein") sembra attribuire a Darwin
(nel titolo) anche le colpe dei suoi predecessori, che non erano ancora
riusciti a chiarire problemi rilevanti delle scienze naturali.
In realtà è noto come solo le buone e innegabili competenze di Mendel
nel calcolo delle probabilità e nel calcolo combinatorio (grazie alle lezioni
di Andreas von Ettingshausen) gli
permisero di capire per primo quale fosse il ruolo del caso nel
gestire la probabilità della trasmissione di caratteri genetici. Lui dimostrò
per primo anche che i caratteri genetici
non si mescolavano ma mantenevano sempre una loro individualità –
anche per generazioni – in tutti i discendenti; noi identifichiamo come
alleli tutte le varianti “diverse” esistenti per ogni ogni gene; la frequenza
di queste informazioni “diverse” rispetto alla modalità “comune” di ogni gene
può essere anche molto diversa.
La genialità della scoperta di Mendel permette di attribuire ad un’ignoranza
di cui non è il solo responsabile, più che ad errori clamorosi, le conoscenze
limitate di Darwin e dei suoi coetanei su aspetti rilevanti della biologia
del tempo.
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27/10/13-USA
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Sulle prime fasi del genere Homo, prima
consultiamo sempre i paleoantropologi: “Human Biology and the
Origins of Homo”.
Sono da poco stati pubblicati gli atti di un convegno organizzato nel 2011 a Sintra
(P) da Lesile Aiello. Fra i partecipanti al simposio Wenner-Gren
“Human Biology and
the Origins of Homo” ci
sono Laurie Obbink, Susan Antón, Leslie Aiello, Rick Potts, Andrea
Migliano, Jonathan Wells, Peter Ungar. Middle: Katie MacKinnon, Jennifer Smith, Karin Isler, Karen Steudel,
Susan Pfeiffer. Back: Josh Snodgrass, Trent Holliday, Gary Schwartz, Tom Schoenemann,
Herman Pontzer, Carel van Schaik, Mike Plavcan, Chris Kuzawa, Chris
Rainwater, Rick Bribiescas.
Gli atti sono disponibili on line sul Vol. 53, No. S6, December 2012 di Current Anthropology.
I due articoli introduttivi sono “Early Homo: Who, When, and Where” e “Environmental and Behavioral Evidence
Pertaining to the Evolution of Early Homo”, mentre l’articolo conclusivo di Susan C.
Antón and J. Josh Snodgrass è “Origins and Evolution of Genus Homo:
New Perspectives”.
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27/10/13-IT
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Il colore della pelle è un compromesso evolutivo
Sulla Stampa un articolo ("Bianchi,
neri o gialli? Il colore della pelle è un compromesso evolutivo"
sintetizza la relazione sulla variabilità della pigmentazione della pelle che
ha tenuto Nina Jablonsky al Festival della Scienza di Genova. L'articolo
dimostra come questo carattere fenotipico è il risultato di un compromesso
fra due fattori selettivi che indirizzano la pigmentazione verso valori
ottimali per adattarsi meglio ad un ambiente con caratteristiche
particolari.
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26/10/13-VA
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Sulle recenti scoperte a Dmanisi il sito Vaticano
SRM sintetizza le opinioni indipendenti ma concordi di filosofi (T.Pievani),
teologi (P.R.Pascual)
e paleoantropologi (F.Facchini).
Nel sito SRM (Science
and Religion in Media) P.Centofanti sintetizza ("L'Ominide
di Dmanisi. Dovremo ridefinire la teoria dell'evoluzione?") le
opinioni espresse in questi giorni da persone che si occupano di evoluzione
umana anche se con competenze molto diverse.
Citando correttamente anche l'articolo su Science
su cui si sta discutendo, e linkando le opinioni (anche se viene dimenticato
il link all'intervista a T.Pievani...) P.Centofanti fa notare come tutti e tre
gli autori citati, fra cui due sacerdoti di cui uno paleoantropologo,
invitino i creazionisti e gli antievoluzionisti a stare tranquilli che non è
ancora giunto il momento che attendono, quello di dimenticare non solo
Darwin, cioè l'attuale complessa e aggiornata teoria dell'evoluzione, ma se
possibile anche l'evoluzione stessa.
Sembra infatti che non ci sia nulla da riscrivere perché l'articolo non ha
eliminato niente di importante dalla teoria dell'evoluzione, ma - come
avviene da più di 150 anni - si sono solo aggiunte nuove informazioni
interessanti.
[Curioso che invece ci sia anche chi ha
trovato e criticato le opinioni di T.Pievani ma non ha visto le opinioni di
P.R.Pascual e F.Facchini, che sconsiglierebbero di continuare a correre
dietro ai filosofi del Discovery Institute, che comunque nell'articolo sono più prudenti che nel
titolo].
Per verificare l'opinione di F.Facchini su Dmanisi che non proporrebbe novità
sconvolgenti, è sufficiente aprire il suo volume "La
lunga storia di Neandertal: biologia e comportamento" (Jaka
Book, 2009, 4 anni fa) e leggere a pag.49 in alto due righe di un capitolo
scritto dal paleoantropologo Giorgio Manzi, buon conoscitore dei
reperti di Dmanisi, che scrive "i vari
reperti di Dmanisi mostrano una combinazione di morfologie che richiamano sia
le forme africane riferite a H.habilis e a H.ergaster sia quelle asiatiche
attribuite a H.erectus", e confermerebbe la comparsa "delle caratteristiche fisiche e comportamentali del
nostro genere".
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Nel sito cattolico SRM ci sono anche
informazioni sulla conferenza
internazionale sui cambiamenti climatici, che si terrà a Reykjavik
nel giugno 2014, articolata in quattro macro-aree: Evidenze
Scientifiche del cambiamento climatico; Valutazioni degli
Impatti su Differenti Ecosistemi; Impatti Umani e Impatti sugli
Umani; Risposte Tecniche, Politiche e Sociali. Nel 2013 la
conferenza si era tenuta a Port-Louis, nelle isole Mauritius
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25/10/13-USA
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Anche un sito cattolico USA aggiorna i sui lettori
su Dmanisi
L'articolo su Catholic News Services ("Theory of one
hominid species is compatible with faith, experts say") riprende le
posizioni già qui citate di F.Facchini, paleoantropologo e sacerdote,
e di P.Rafael Pascual, dei Legionari di Cristo.
Ripetono anche qui che la scoperta pubblicata da Science conferma
quello che pensavano sull'esistenza di un'unica specie all'origine
dell'umanità ("confirmation
of humanity's origin in one single lineage" e "the origins of the
human being from one single 'source'").
F.Facchini comunque non chiarisce bene se, dove e quando sia vissuta questa
"unica specie" che ambedue citano e che sarebbe vissuta
certamente in qualche momento negli ultimi 6/7 milioni di anni fa.
Non fa nemmeno riferimento all'esistenza e al significato (tentativi
falliti?) delle altre specie di ominidi bipedi sicuramente autonome, come le
numerose vissute in Africa prima di due milioni di anni fa o l'Homo
floresiensis di soli 15000 anni fa, per cui davvero non aiuta a capire
come fosse organizzato il cespuglio evolutivo che rappresenta gli ultimi
milioni di anni dell'evoluzione umana.
C'è infatti il rischio che, ripetendo
"unica specie" senza riferimenti spaziali e temporali, chi
non ha visto i complessi schemi dell'evoluzione umana pubblicati dal collega F.Facchini nei suoi
libri (e descritti in questo suo testo
on line del 2001) si faccia involontariamente l'idea errata che
l'immagine della "marcia del progresso" sia proprio quella
che descrive meglio l'evoluzione umana; in questo schema - facile da
disegnare – inn ogni momento c'è infatti presente solo un "unica
specie".
La "marcia del progresso" ha soprattutto un grave difetto: induce a
pensare che si stia seguendo un percorso previsto invece che un percorso non
prevedibile a priori; difficile che si possa pensare e dimostrare il
contrario, visto che è durato un bel po' (3.5 miliardi di anni).
E questa è un'ipotesi che nessun ricercatore finora ha dimostrato; anzi,
abbiamo le prove di un cespuglio evolutivo apparentemente pieno di rami
secchi (certamente lo sono almeno le diverse forme di Australopithecus
e l'Homo floresiensis), che dimostra i numerosi tentativi falliti.
Purtroppo la marcia di un'unica specie è ben diversa dall'evoluzione
umana che conosciamo
[ed è meglio che in questo schema manchino le linee di connessione, che
sono incerte e modificabili, anche se, piacendo ai bambini e a chi vorrebbe
informazioni certe quando ancora non la abbiamo, qualcuno
le mette, anche se tratteggiate].
P.Pascual conferma anche ai cattolici USA che la chiesa "is open to science
" e che "the
church does not support creationism or intelligent design, which are not
considered sound scientific theories" (a differenza della teoria dell'evoluzione, possiamo far
notare, visto che correttamente P.Pascual al riguardo non aggiunge alcuna pars
destruens).
Questa precisazione (certo un invito a non frequentare i creazionisti e i
sostenitori dell'ID) certo spiega perché non avevano avuto molto successo i
convegni creazionisti che nel 2008/2009 il Centro Kolbe USA aveva organizzato a Roma, con l'aiuto dei loro
"esperti" romani ed europei ma nell'indifferenza degli accademici
pontifici e dei teologi, che partecipavano invece ai convegni evoluzionisti (come
ha ben raccontato nel suo diario l'inorridito creazionista biblico polacco M.Giertych,
del centro Kolbe).
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25/10/13-IT
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Su Pikaia si descrive come i quotidiani hanno
presentato una recente notizia sull’evoluzione umana. Non sono riusciti a
spiegarla bene.
Un post sul sito di Pikaia (“La Terra è rotonda”) raccoglie alcuni degli
articoli pubblicati questa settimana in Italia dopo la pubblicazione dell’articolo di
Science su Dmanisi; il post
suggerisce che ci siano differenze anche fra i quotidiani USA e quelli
italiani, apparentemente preoccupati che qualcuno prima pensasse che ci
fossero state più specie che ci hanno preceduto.
Ecco quindi che si vede come in Italia si sia insistito, soprattutto nel
titolo, sull’esistenza di un’”unica specie” prima dell'"uomo";
purtroppo in nessun articolo si è chiarito bene cosa si intendesse per “prima”
né “quando” fosse vissuta quest'"unica specie" che
tutti citano.
Da notare anche che purtroppo nessun giornale (tranne WIRED)
ha capito l'importanza di citare (e poi spiegarne il motivo) il genere Homo
già nel titolo.
Questo per chiarire bene - e subito - dove si dovrebbe inserire nella
filogenesi umana quest’unica specie che si cita a volte vagamente come
"uomo"; la scoperta infatti si riferisce alla prima fase del genere
Homo e non induce quindi a cancellare anche tutte le australopitecine
e le preaustralopitecine che, non le dimentichiamo, precedono comunque
tuttora la comparsa del genere Homo e ci connettono agli antenati di
6/8 milioni di anni fa, che abbiano in comune con le antropomorfe attualmente
viventi. Quando si parla di argomenti scientifici sarebbe necessario essere
precisi e chiari, adottando i termini che propongono e utilizzano i
ricercatori ed evitando di pensare che sia una buona idea quella di citare i
giornalisti o i dilettanti.
Purtroppo un articolo non è mai sufficiente per spiegare perché non deriviamo
dalle scimmie antropomorfe ma condividiamo con loro un antenato comune; da
lui poi, grazie agli adattamenti acquisiti nei primi 4 milioni di anni, 2
milioni di anni fa - a partire dalle prime forme del genere Homo - è
iniziata una fase evolutiva certamente nuova e originale.
Trattandosi di reperti fossili, qualche paleoantropologo oggi riesce a identificare fino ad una ventina
di forme diverse di ominini bipedi vissuti negli ultimi 6/8 milioni di anni;
è giusto e normale che si tenda, come si è fatto sempre nel caso delle forme
fossili, a ridurne il numero di specie, se e quando migliorano, con l'aumento
del numero di reperti, le conoscenze sulla variabilità intraspecifica reale.
Questa conoscenza è ancora limitata (soprattutto per il periodo fra 2 milioni
e 500.000 anni fa) e dovrà miglioraer ancora, prima di poter fare scelte
ragionate e motivate fra le alternative proposte dai ricercatori che lavorano
sul campo.
Per chiarimenti e approfondimenti si possono vedere alcuni video, in
italiano e in inglese, che ricostruiscono quel che sappiamo oggi sull’evoluzione
biologica e sulle diverse fasi dell’evoluzione umana.
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24/10/13-USA
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Anche Carl Zimmer commenta le scoperte di Dmanisi
sul NYT
L’articolo (“Christening the Earliest Members of Our
Genus”) si concentra sul momento della comparsa, 1.8
milioni di anni fa, della prima specie del nostro genere, l’Homo.
E’ possibile capire e imparare i concetti più importanti da questo articolo;
certamente ha richiesto tempo, ma permette di crearsi uno schema in cui
inserire le notizie importanti e la posizione delle diverse specie; questo è
possibile anche grazie ai paleoantropologi e ai primatologi che sono stati
consultati da C.Zimmer.
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Blog e novità sull’Antropologia (biologica e
culturale) USA
Qui c’è un elenco di numerosi blog
antropologici USA, e qui alcune novità nel sito di
Pinterest che si occupa delle novità dell'antropologia USA,
biologica e culturale.
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24/10/13-IT
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Su Internazionale di oggi si può leggere la
traduzione dell’articolo dell’Economist: “Gli errori della scienza”.
All’articolo originale l’Economist ha dedicato la sua ultima
copertina “How
sciences goes wrong”.
Certo non sembra che la situazione sia migliore in altri settori, e
nell’ultimo periodo se ne accorgono sia negli USA che in Italia, in Europa e
nel mondo.
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Anche su Internazionale si può leggere una notizia
breve su Dmanisi
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23/10/13-IT
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E’ iniziata un nuova serie TV per ragazzi “Un
viaggio nell’evoluzione”. E’ una nuova serie di Bing Bang su DeAKids
(un canale di Sky 601), come racconta un articolo su Europa (“Big
Bang, viaggio (senza pregiudizi) nella scienza”).
E’ un’iniziativa dedicata ai ragazzi e quindi si spera che ad uno spettatore
che poi diventerà giornalista non venga più in mente di citare in un articolo
“l’evoluzione della specie” (o a un revisore dei testi di introdurre
una correzione errata non richiesta), come si faceva spesso quando si
considerava che solo una specie fosse importante e meritasse di
"evolvere". Oggi l'errore serve solo ad identificare quelli che
ancora lo pensano.
La trasmissione sarà gestita tutti i giorni alle 19.20 da Federico Taddia,
che sull’evoluzione aveva già scritto un libro (“Perchè Siamo Parenti
delle Galline?”) con Telmo Pievani, che lo aiuterà nell’avventura
di spiegare la teoria dell’evoluzione delle specie a chi avrà meno
difficoltà degli adulti a comprenderla. Proprio per questo è importante
insegnarla già fin dalle elementari, quando la curiosità è massima e non è
ancora distratta da elementi culturali che non riguardano i fatti che si
devono capire.
Ne parla anche un articolo sul Corriere (“Un
viaggio nell’evoluzione. Il darwinismo spiegato in tv”), dove vengono
elencati i temi delle diverse puntate, che si concluderanno il 13 novembre.
Si parlerà ovviamente anche di evoluzione umana, e si presenterà il mondo in
cui vivevano l’uomo di Neandertal, il Floresiensis e infine si descriverà il
complesso arrivo al mondo, ma soprattutto nelle diverse aree del mondo, dell’Homo
sapiens.
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23/10/13-USA
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Sono sempre semplici e a volte quasi infantili le
domande che piacciono a Carl Zimmer.
Oggi nel suo blog C.Zimmer suggerisce di riflettere un po’ (“How
Many Cells Are In Your Body?”) su un recente articolo pubblicato da un
gruppo di ricerca diretto da un italiano (“An
Estimation of the Number of Cells in the Human Body” su Annals of
Human Biology.
Sempre alle prese con i soldi,
gli uomini hanno sempre qualche problema o almeno poca consuetudine con i
grandi numeri. Non è probabilmente chiaro se sapremmo come utilizzare 3.7213
euro, ma sappiamo bene che 3.7213 cellule ce le portiamo tranquillamente in giro tutto il giorno
per tutti i giorni.
Anzi, oltre a queste cellule a cui siamo molto affezionati (hanno il nostro
stesso DNA) ci portiamo dietro anche vari miliardi di cellule di altre
specie, sperando che per riprodursi vadano comunque altrove e non incomincino
a inserire il loro DNA nelle nostre cellule.
Se fosse di consolazione saperlo, le stime precedenti erano più incerte, con
stime che variavano fra 1012 e 1016. Qualcuno vuole dei
totali parziali? 50 miliardi sarebbero le cellule adipose e 2 miliardi quelle
del muscolo cardiaco.
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22/10/13-IT
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"Dio e la scienza, Tra fisica e
biologia:
i nuovi orizzonti del dialogo".
Incontro oggi a Venezia allo Studium Cattolico Veneziano presso la
Sala Sant'Apollonia, con Simone Morandini, della Facoltà teologica del
Triveneto (Padova), che interverrà su "Teologia e fisica", e don
Gabriele Scalmana, dell'Università Cattolica di Brescia, che relazionerà
su "Teologia e biologia".
Fra le premesse si cita il fatto che "l'evoluzionismo,
pur oggetto di aspre polemiche fin quasi alla metà del secolo scorso, è ormai
diventato un paradigma condiviso entro cui reinterpretare anche la stessa
teologia della creazione" e aleggia quindi il dubbio "C’è quindi la possibilità di una legittimazione
reciproca dei due saperi?"
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Anche Marco Ferrari su Focus si unisce a Padre
Pascual ma solo per la parte che riguarda l'attesa prima della riscrittura
dell'evoluzione umana.
Lo si capisce già dal titolo dell'articolo che M.Ferrari scrive oggi su Focus
("L'evoluzione
non è ancora da riscrivere"). Per ora almeno è un'ulteriore conferma
che si possano aspettare ulteriori integrazioni per osservare e discutere un puzzle con una consistenza
maggiore
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Con iniziative in diverse sedi apre la Settimana
dei Mammiferi
La quinta edizione di M’AMMALIA, la Settimana dei Mammiferi,
è in programma dal 25 ottobre al 3 novembre 2013, e sarà dedicata
"Alla scoperta della biogeografia dei Mammiferi - Celebrazioni in
occasione del centenario della morte di Alfred Russel Wallace,
"padre" della biogeografia". Qui
il programma.
Le iniziative si svolgeranno a Bolzano, Piacenza, Genova, Milano (workshop
sui Mammiferi in movimento e Il
respiro nell'acqua il 25 e 26 al Museo), Roma, Domodossola, Palermo, Morbegno, Trento,
Canneto sull’Oglio, Acquapendente, Grosseto.
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21/10/13-USA
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Un 17enne USA vince il premio globale al Google
Science Fair 2013
Come si sa, negli USA sono decisamente preoccupati per il limitato
interesse dei loro giovani, che ultimamente sembra non vogliano impegnarsi
tanto quanto gli asiatici nella competizione necessaria per mantenere di
elevata qualità la loro preparazione scientifica. Molte sono quindi le
gare e i premi per stimolarli ad impegnarsi.
Un articolo su Scientific American (“Teenager creates new
flu drugs”) presenta il vincitore del premio Google Science Fair 2013.
Ha 17 anni, si chiama Eric Chen e, utilizzando i laboratori dell’UCSD
(San Diego), ha progettato nuovi farmaci per combattere l’influenza… per
i quali ha anche ottenuto un brevetto.
Qui
altre idee premiate, realizzate da giovani di tutto il mondo.
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21/10/13-VA
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Intervista su un sito cattolico di F.Facchini,
sulla scoperta di Dmanisi
Anche qui il titolo sottolinea l’ipotesi dell'unificazione di vari
reperti fossili in una specie (“Un'unica
specie umana”), ma nell’articolo si ricorda che è difficile un uso
corretto del termine quando si lavora sui fossili e in un periodo con scarsa
documentazione (“Non ritengo sia del tutto
appropriato l'uso del termine "specie" perchè è difficile
individuare una specie in senso biologico – cioè una popolazione che ammette
l'interfecondità - in un fossile”.
F.Facchini accenna poi, invitando a "non
enfatizzare le conseguenze di questo studio", a polemiche su
monofiletismo e polifiletismo, che nell’800 aveva anche messo in difficoltà i
cattolici prima che si verificasse l’interfecondità e quindi si dimostrasse
sperimentalmente l’unica specie umana.
Piuttosto vaga rimane il difficile tentativo della giornalista di farsi
spiegare come e quando dividere l’uomo dal "preuomo", fatto con la
domanda “a quale stadio dell'evoluzione appare l'uomo?”.
Indicativamente sembra che F.Facchini lo porrebbe al momento della
comparsa del genere Homo. Non so quanto valga questa opinione, ma non
saranno molto contenti coloro che da anni posizionavano – senza essere
contestati - ipotetici Adamo e di Eva "laici"all’origine di Homo
sapiens….
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Anche la Radio Vaticana invita giustamente a non
agitarsi troppo per recente scoperta di Dmanisi pubblicata su Science,
facendosi orientare più dai titoli di giornale che dalla ragione o da
quello che si legge negli articoli scientifici.
Con un’intervista dal titolo interrogativo (“Una
sola specie all'origine dell'uomo?”) alla Radio Vaticana Padre R.Pascual,
dell’Ateneo Pontificio dei Legionari di Cristo, invita a non confondere il
primo articolo che presenta una scoperta con il risultato che sarà definitivo
solo la discussione e la conferma eventuale: “non è detto che adesso questa nuova proposta sia quella
definitiva”.
E insiste: “Dunque,
non bisogna dare né troppo valore, né mettere tutto in discussione” come i creazionisti (chi
è evidente che preferisce spiegazioni non naturalistiche) provano sempre
a fare. Comunque i neocreazionisti del DI han cominciato citando una
frase dell’NBC
(anche in Italia non mancano i quotidiani da citare; per chi ci casca) ma
hanno poi notato che altri, come Donald Johanson ma perfino gli autori
dell’articolo Lordkipanidze e Zollikofer fanno notare.
P.R.Pascual confermerebbe anche l’antichità dei reperti, 1.8 milioni di anni
fa: (“mai
avremmo immaginato che ci fossero degli ominidi così antichi in Europa”). Spero non avesse chiesto informazioni solo al suo collega
docente di Storia nell’Università Europea, sempre dei Legionari di Cristo,
visto che quel che pensa è ben noto
(qualche migliaio di anni è sufficiente, e ha pure il vantaggio di non
lasciar tempo che qualcuno evolva). E’ cronologicamente incompatibile con
la realtà citata e accettata da P.R.Pascual, ma non sembra che i fatti
accertati possano valere più del trascendente.
Mette anche in dubbio (“secondo me, questa non è l’unica ipotesi presentabile”) il suggerimento del
giornalista che il carattere umano del reperto fossile di 1.8 milioni di anni
fa sia dimostrabile anche solo dal fatto che il reperto presenta un unico
dente, per cui si poteva supporre che fosse una prova di socialità e
cooperazione.
P.Pascual chiarisce inoltre si mostra preoccupato degli errori che derivano
dall’ignoranza e dalla confusione sulla posizione della Chiesa: su “un articolo di un giornale di
grande diffusione qui in Italia l’opinionista diceva che la Chiesa sosteneva
il disegno intelligente, il creazionismo; invece non è così”.
Gli piacerebbe la posizione fosse ben nota e chiara, e che i giornalisti
riferissero: che i cattolici sapessero e dicessero che “nella linea della Chiesa c’è un’apertura verso quello
che presenta la scienza, che non è in conflitto con quello che presenta la
fede. In linea di massima, non c’è una posizione di difesa o di opposizione,
di conflitto, ma una posizione di dialogo”, anche se poi conferma
di non poter dimostrare che la “causalità
divina e il finalismo” che lui sostiene siano compatibili con i “piani di Dio che ha voluto
creare l’uomo”
proposti da altre religioni.
Di fronte a “piani” alternativi incompatibili, non dimostrabili e non
verificabili non ci si può stupire che anche gli scienziati siano prudenti e
seguano quindi le indicazioni che P.Pascual invia ai creazionisti che cercano
di approfittare di ogni novità per farsi notare (“bisogna essere molto prudenti. Queste teorie sono
immature, nel senso che non è detto che adesso questa nuova proposta sia
quella definitiva”).
P.Pascual approfitta comunque della risposta conclusiva per far capire a chi
non ha le idee chiare sulla posizione della chiesa che c’è qualcosa non
dimostrabile che non si può discutere: “il
genere umano è stato creato da un’unica ‘fonte’”; rassicurando
creazionisti e sostenitori del progetto intelligente che comunque “c’è un piano di Dio che ha
voluto creare l’uomo”.
Sembra si riferisca a qualcosa che la scienza vorrebbe almeno conoscere prima
di porsi aprioristicamente il problema di cosa smentire o escludere o
contestare (“Il
problema nasce quando la scienza pretende di escludere, aprioristicamente,
che ci sia una causa trascendente”). Al massimo può far notare che nel mondo si
attribuisca a troppe entità il merito dell’evoluzione; forse per questo è
giusto preoccuparsi di conoscere i dettagli non filosofici di questi “piani”. Circola poco altro rispetto
alle poche righe ulteriori rispetto alle “genesi” proposte dalle diverse
culture. “Bisogna essere molto prudenti”davvero.
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20/10/13-USA
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La casa editrice Taylor&Francis invita a
sfogliare le sue riviste.
Sembra che il prossimo novembre ci siano le porte aperte nel sito di
questa casa editrice che pubblica molte riviste scientifiche, fra cui l'Italian
Journal of Zoology. L'annuncio si trova qui e sembra
rivolto a tutte le persone interessate. Saranno accessibili alcuni numeri del
2011 o 2012.
Ci sono riviste di biologia, zoologia, ecologia ed evoluzione. Oltre al "14 days'
free access to 2011 & 2012 journals content" sembra che si organizzi anche
"A celebration of the life of Alfred Russel Wallace".
E' un'occasione per capire
come sono organizzati gli articoli che continuamente verificano e aggiornano
le nostre conoscenze scientifiche nell'ambito delle discipline biologiche,
quelle per le quali l'evoluzione biologica fornisce un senso a tutto ciò che
avviene da miliardi di anni e che da [relativamente] pochissimo tempo viene
osservato e spiegato da curiosi ricercatori. Di questo bisogna ringraziare
anche Wallace: il 7 novembre prossimo ricorrerà infatti il centenario
dalla morte di questo naturalista che ha avuto intuizioni simili a quelle di
Darwin, confermandole e dimostrando, per primo ma non fu certo l'unico, che
le osservazioni e i ragionamenti di Darwin non erano casuali ma erano
condivisibili e confermabili.
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20/10/13-IT
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Su Cronaca Laica un invito a non esagerare a
novità delle scoperte di Dmanisi
E’ un’intervista a T.Pievani (“Ominide
di Dmanisi, Pievani: l'evoluzione umana non è da riscrivere”) in cui
sostiene che “Bisogna invece dare il giusto
senso a una scoperta, con serenità, senza affezionarsi troppo ad alcuna
teoria e sullo sfondo delle conoscenze pregresse. Di sicuro esiste poi una
sparuta platea di ostinati anti-evoluzionisti o anti-darwiniani che
strumentalizzano vanamente queste scoperte, fraintendendone il significato a
volte in modo imbarazzante”.
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19/10/13-USA
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Un gruppo di fisici identifica una legge della
biologia...
Su Discover
e sul blog
di J.Coyne si parla con qualche perplessità (anche per il campione molto
limitato e gli stimatori non corretti usati per descrivere la tendenza
centrale e la variabilità di una distribuzione evidentemente non normale)
di una notizia comparsa il 14/10 nel sito (arXiv.org), che i fisici usano per
pubblicare preprints senza una peer-review preventiva.
Il fatto che già nel titolo si proponga addirittura una nuova legge della
biologia sulla dinamica dei fluidi biologici fa sospettare che l'obiettivo
reale sia la conquista di un IG-Nobel
per la fisica il prossimo settembre ad Harvard.
Il video
allegato propone la rilevante base matematica di questa nuova legge della
biologia, scaturita da un'idea originale, una fra le tante che, comunque,
potrebbe venire a chiunque.
Si attende che esca la pubblicazione completa per critiche più puntuali.
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19/10/13-IT
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[da Pikaia]
Festival della Scienza di Genova 2013 - Bellezza
Come ogni anno, dal 23 ottobre al 3 novembre, torna il grande appuntamento
con il Festival della Scienza di Genova. Il tema di questa edizione è
"Bellezza".
Il sito del
Festival - Programma
in pdf
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18/10/13-USA
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Un altro esempio della creatività della selezione
naturale?
Su Wired viene presentato il video
dello squalo goblin (Mitsukurina owstoni) finora poco
conosciuto in quanto vive nelle profondità del Pacifico, con un'anatomia dei
legamenti della mandibola che permette un metodo originale per catturare le
prede.
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18/10/13-UK
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E' utile disporre di una mappa aggiornata della
schiavitù? Da tempo non se ne sentiva la mancanza, e ora c'è la prima
edizione.
Se ne parla sull’ultimo numero dell’Economist,
che fornisce i link al sito
e al testo che sintetizza i risultati dell’indagine che ha permesso di realizzare il primo Slavery Index
Report.
C'è da innervosirsi non poco quando si nota quali sono i paesi che ne
traggono il maggior vantaggio. Sarebbe utile controllare la provenienza dei
gadget acquistati ultimamente, magari pochi anni fa li si produceva in Italia
o in Europa...
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18/10/13-IT
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Sull'Avvenire del 18/10 troviamo un articolo
scritto da F.Facchini, ("In
principio un solo uomo") in cui il nuovo reperto di Dmanisi
viene inquadrato nelle conoscenze che già abbiamo sui precedenti numerosi
reperti già trovati a Dmanisi. Gli attuali 5 crani e i reperti
prostcraniali descrivono oggi una
popolazione con un'elevata variabilità morfologica, vissuta 1.8 milioni di
anni fa al confine fra le prime forme di H.erectus africano (o H.ergaster)
e le forme di H.erectus asiatico vissute poi per almeno 1.5 milioni di
anni.
F.Facchini ricorda come da anni si intreccino le ipotesi di Y.Coppens
sull'unica specie umana e il problema oggettivo della difficoltà di
classificare all'interno dei confini tassonomici tradizionali i reperti
fossili. Il nuovo reperto invita ad approfondire le conoscenze e i confronti
fra reperti e fra specie, alla ricerca di una soluzione migliore a un
problema che si discute da tempo senza avere ancora una soluzione che trovi
ancora oggi tutti concordi.
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18/10/13-GEORGIA
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Interessanti le caratteristiche anatomiche dei
crani fossili di 1.8 milioni di anni fa trovati a Dmanisi . L’articolo su
Science di ieri è stato seguito subito da un articolo sul New York Times (“Skull
Fossil Suggests Simpler Human Lineage”).
Il reperto cranico descritto oggi nell'articolo di David Lordkipanidze
e altri, ("A Complete Skull
from Dmanisi, Georgia, and the Evolutionary Biology of Early Homo")
presenta infatti caratteristiche (come le dimensioni della mandibola e del
neurocranio) che erano prima presenti in individui finora attribuiti a specie
di area ed età geologica diverse.
La sorpresa però non si ferma qui: questo nuovo reperto, costituito da un
cranio (D4500) con mandibola (D2600), aggiunge ulteriore
variabilità a quella già mostrata dagli altri 4 crani di ominini trovati
nell'ultimo decennio in questo sito fossilifero nel Caucaso, ben più ricco di
altri, oltre che posto in una posizione geografica estremamente interessante,
al crocevia fra Africa (dove vivevano tutte le forme ominine precedenti),
Asia ed Europa (probabilmente colonizzate proprio a partire dalle popolazioni
insediatesi fra l'Africa e il Caucaso).
Sembra quindi che a Dmanisi si ritrovino caratteri presenti finora
solo in fossili di ominini di specie che alcuni considerano diverse e
che caratterizzavano un periodo di tempo molto più ampio, sia precedente che
successivo. Purtroppo finora per queste fasi evolutive (H.habilis,
H.rudolfensis, H.ergaster, H.erectus) si avevano solo limitate conoscenze
sulla variabilità intraspecifica, e questo condizionava ogni ricostruzione
della filogenesi degli ominini.
[Il termine ominidi
oggi comprende un ambito di specie più ampio di quanto molti ritengano,
dato che dal 1999 comprende anche le scimmie antropomorfe e non più solo gli ominini (cioè gli
ominidi bipedi)].
·
Sempre su Science la giornalista Ann Gibbons
commenta la scoperta, nell’articolo “Stunning Skull
Gives a Fresh Portrait of Early Humans”, sottolineando correttamente
che la scoperta fornisce importanti indicazioni sulla variabilità
intraspecifica già nota nei reperti di Dmanisi, relativamente numerosi (“it suggests that ancient people from the same time and
place could look quite different from each other”).
·
Conviene sorvolare sul titolo che qualcuno, forse
creazionista, ha proposto per invitare alla lettura dell'articolo di Repubblica
che fornisce la notizia della nuova scoperta di Homo
[erectus] georgicus a Dmanisi: "L'evoluzione
cambia la sua storia: l'uomo è nato da un'unica specie". Il
titolo davvero non è chiaro e probabilmente introduce un'ulteriore confusione
che può influenzare la stessa idea di evoluzione biologica: già nel 2004 il card.Ratzinger confermava che ("it is virtually certain") come non solo
l’uomo, ma addirittura tutte le specie attualmente esistenti derivassero da
un'unica specie iniziale, comparsa centinaia di milioni se non miliardi
di anni fa ("Since it has been demonstrated that all living
organisms on earth are genetically related, it is virtually certain that
all living organisms have descended from this first organism"),
una ipotesi che era molto ardita già quando fra i primi ne scrisse Erasmus
Darwin nel 1794 (in Zoonomia).
Il significato del titolo era probabilmente diverso, ma non è facile capire
come sia arrivata la notizia al lettore poco informato sulla ventina di
specie di ominini bipedi vissuti negli ultimi 7 milioni di anni. Purtroppo
sappiamo che i lettori italiani sono in difficoltà quando devono leggere e
comprendere i testi scritti... si sa,
la TV è meglio. L’articolo sulla versione
a stampa di Repubblica è comunque migliore, più ampio e chiaro, anche grazie
allo schema grafico che permette di capire quale sia l'unica specie, e alle
opinioni degli antropologi consultati.
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Cita in modo impreciso l’“unica specie”
anche il titolo
del Corriere della Sera.
Ma una frase del paleontologo L.Rook, citata nell’articolo,
ricorda comunque che ci sono ancora verifiche da fare“non tutti gli esperti sono d’accordo con questa nuova
ipotesi, e c’è chi pensa addirittura che nello stesso sito di Dmanisi vi
siano fossili di specie diverse”. Non è ancora ora di trarre le
conclusioni, né tantomeno di lasciare che le tragga chi non ha tutte le
informazioni necessarie.
Purtroppo l’uso di frasi ad effetto, come un'altra che si è vista
recentemente a proposito di un'altra polemica (“Evoluzione
umana al capolinea: abbiamo finito di crescere?”), difficilmente invoglia
alla corretta comprensione di concetti complessi come quelli necessari per
capire– senza inutili interferenze pseudoscientifiche - l’evoluzione
biologica e uno dei suoi momenti più recenti e per noi interessante,
l’evoluzione umana.
·
Molto migliore è il titolo dell'articolo su Le
Scienze ("Il
cranio che (forse) unifica le antiche specie di Homo"), che finalmente mostra anche le 5
immagini dei 5 crani di cui tutti discutono senza pensare nemmeno a dare
prima un'occhiata a come e perché questi 5 sarebbero simili ad altri crani
trovati altrove in un periodo compreso fra 2.3 e 1.2 milioni di anni fa.
Non bisognerebbe piuttosto dimenticare,
come invece fanno tutti gli articoli dei quotidiani, che fino a pochi anni fa
moltissimi paleoantropologi classificavano H.erectus (magari con definizioni ulteriori a livello di
sottospecie) tutti i reperti fossili, anche diversi fra loro, datati fra
1.900.000 e 100.000 anni fa, anche se magari trovati tutti a Giava o in tutta l’Asia!
Qui ad esempio si può leggere un lavoro
del 1973 ma anche un paio di lavori del 2007/08 ("Palaeoanthropological
discoveries in Indonesia with special reference to the finds of the last two
decades", "The
taxonomic implications of cranial shape variation in Homo erectus",
"Cranial
morphology of Javanese Homo erectus: New evidence for continuous evolution,
specialization, and terminal extinction") su reperti, classificati tutti come H.erectus, e che vissero un periodo di addirittura quasi un
paio di milioni di anni! Non è detto che tutti siano d’accordo, ma gli
articoli sono su riviste importanti.
Sembra che anche nel caso di Dmanisi
si voglia soprattutto attirare l'attenzione sull'importanza della
variabilità, meglio analizzabile su
reperti paleoantropologici che vengono da un'area ristretta,
sollecitando a studiarli e a confrontarli con quelli di altre aree
geografiche.
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Un utile aiuto alla comprensione della scoperta si
trova nel blog di John Hawks: The new skull from Dmanisi, uno dei tanti blog che
sarebbero indispensabili ai giornalisti che non hanno una preparazione
specifica e non si sono già preparati prima. Questo post è ampio e ben
documentato e le informazioni vengono da qualcuno che a Dmanisi c'è anche
stato.
Purtroppo non è sempre facile per un giornalista leggere rapidamente gli articoli e magari controllarli su altri
testi. Il tempo è scarso ed è più veloce copiare titoli e articoli preparati
per internet magari da qualche inesperto anonimo o da qualcuno interessato
(come avviene spesso per le notizie che si scoprono essere false o preparate
per interesse di qualcuno che si preoccupa del proprio futuro o del proprio
portafoglio).
Per inquadrare la scoperta nello schema delle conoscenze precedenti, un
recente lavoro su questa fase dell'evoluzione umana è quello di Adam P.
Van Arsdale e Milford H. Wolpoff comparso a fine 2012 su Evolution:
"A
Single Lineage In Early Pleistocene Homo: Size Variation Continuity In Early
Pleistocene Homo Crania From East Africa And Georgia". Come di
vede già nel 2012 già si discuteva e si parlava di "single lineage".
Per un commento equilibrato sul nuovo articolo, è quindi importante leggere
quel che ne pensa oggi proprio Van Arsdale ("The
new (wonderful) Dmanisi skull") che ben conosce il sito e i
fossili, avendo ottenuto il PhD proprio con una tesi sulle mandibole
di Dmanisi, che sono state anche oggetto anche di un
recentissimo articolo su PNAS ("Tooth
wear and dentoalveolar remodeling are key factors of morphological variation
in the Dmanisi mandibles").
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17/10/13-IT
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[da Pikaia]
Il 20/8/13 avevo citato un recente libro su Wallace.
Si intitola “Dispelling
the darkness” ed è stato scritto da uno storico della scienza,
John van Whye, che da anni si dedica soprattutto allo studio di Alfred
Wallace, di cui gestisce anche alcuni archivi di testi online (è lui
infatti che sta dietro ai frequentatissimi siti web Darwin
Online e Wallace
Online).
Recentemente in una pagina
web del CNR è comparsa una recensione di “Dispelling the darkness”,
realizzata da Federico Focher, docente di storia della biologia a
Pavia.
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Preoccupano i risultati dell’indagine
internazionale PIAAC sulle competenze di base degli adulti di ventiquattro
paesi.
I risultati sono stati pubblicati l’8/10 e già qualcuno ha avuto il coraggio
di darci un’occhiata per trarne qualche utile riflessione.
Ne riferisce oggi Tullio de Mauro su Internazionale (“Molte storie per
analfabeti”).
I risultati della PIAAC (Programme for the international assessment
of adult competencies) si trovano nel sito web dell’OCSE che ha
realizzato l’indagine (per la parte italiana ha collaborato l’ISFOL);
non è difficile trovare l’Italia nei 2 principali grafici: basta cominciare
la ricerca dai risultati peggiori.
L’Italia infatti è l’ultima per quanto riguarda la literacy
(lettura e comprensione di testi scritti, in parte anche scrittura al
computer o su carta) e la penultima per la numeracy
(comprensione e risoluzione di problemi matematici). Si è poi fatta notare
per un guaio: è uno dei quattro paesi (insieme alla Francia) a non aver
completato l’indagine per valutare l'abilità nel problem solving.
De Mauro, un esperto di didattica e formazione, sottolinea alcuni aspetti
dell’indagine (svolta sugli adulti) e
invita a non cadere in errori di interpretazione (come fa chi titola “La
scuola pubblica è in agonia, lo stupefacente stupore del ministro”).
Non che la scuola non abbia qualche colpa quando si parla di formazione, ma è
noto come il
livello di scolarizzazione italiano sia da tempo incredibilmente basso
rispetto ad altri paesi anche solo europei (qui un’indagine sui risultati di
un impegno europeo nel LifeLong
Learning), e pure bassissima è la percentuale di laureati, molto
probabilmente conseguenza di scelte politiche o culturali di lungo periodo.
Consideriamo che nel 2001 fra i 25/64enni, l’Italia aveva il 10% di laureati,
mentre il Giappone (il primo paese in graduatoria nell’indagine) ne aveva
quasi il doppio il 19% (OCSE. Education at a glance, 2002).
Evidentemente le scelte politiche e culturali sono da tempo ben
diverse, e quindi anche i risultati.
Utile sarà il confronto con una precedente indagine (ALL)
su literacy e numeracy realizzata dall’OCSE negli anni ’90
sempre sugli adulti.
Altri paesi con risultati preoccupanti sono in Europa la Spagna
(soprattutto), ma anche l’Irlanda, la Francia e la Polonia; e pure gli Stati
Uniti non presentano risultati adeguati al loro attuale ruolo nel mondo.
In un momento in cui la competizione si fa più accesa e anche vivace, non
sembra che l’Italia (oltre all’Europa e agli USA) stia investendo nelle
risorse più necessarie, la cultura, a differenza di quanto stiano facendo da
anni alcuni dei paesi asiatici che mostrano i migliori risultati
nell'indagine.
Fra le osservazioni di De Mauro c’è l’invito a cercare di mantenere,
scegliendo (se possibile) un lavoro stimolante e mantenendo (anche questo ...
se possibile) un impegno intellettuale adeguato, le conoscenze acquisite a
scuola; ma anche l’invito a migliorare il sistema informativo rivolto agli
adulti (tutti spero ricordino come le televisioni private da anni si
ponessero come obiettivo di rispondere a interessi culturali decisamente infantili…; queste scelte hanno
evidentemente permesso di raggiungere obiettivi che però favoriscono il successo
di altri popoli. De Mauro si pone anche il problema del ruolo della
tradizione cattolica, dominante in 6 su 7 dei paesi in crisi, sulle scelte
effettuate per quanto riguarda il sostegno alla cultura e al ruolo della
donna nella società.
La relazione dedica un confronto alla situazione dei due paesi che l'indagine
mostra come più "lontani", il Giappone e l'Italia. Basti sapere che
l'Italia è arrivata 70 anni dopo il Giappone alla licenza elementare per
tutti, uomini e donne.
Su Internazionale ci sono poi due altri articoli che riguardano i problemi
degli USA di fronte al successo del Giappone.
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14/10/13-IT
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BRAIN.
La nuova mostra al Museo di Storia Naturale di Milano.
[da Pikaia]
Il visitatore sarà accompagnato alla scoperta dello stupefacente
strumento che è il cervello e delle immense potenzialità e capacità che esso
ci offre, da un coinvolgente allestimento sensoriale con exhibit,
installazioni, giochi e filmati: un omuncolo di quasi due metri
mostra quanta parte del cervello sia dedicato al senso del tatto; un’opera
video multimediale in cui un cervello in resina chiara mostra le
aree funzionali che si accendono nella mente di una ragazza che sostiene un
provino di ballo; uno schermo dei movimenti neuronali che
evidenzia le modalità di connessione e comunicazione delle cellule cerebrali
tra di loro. La mostra è adatta anche a bambini dai 5 anni di età
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13/10/13-USA
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La genetica viene fraintesa dai creazionisti,
secondo Glenn Branch.
Un articolo su Genewatch di ago-ott del nuovo direttore del NCSE
(National Center for Science Education) (“Bad
science: genetics, as misread by creationism”) mostra come i creazionisti abbiano spesso provato
a dimostrare come la genetica dimostrasse la falsità dell’evoluzione
biologica. Non essendoci alcuna possibilità di dimostrare alcuna delle decine
di storie creazioniste, si può solo provare a negare e criticare quello che
la scienze può dimostrare. Glenn Branch ricorda anche le idee sbagliate sulle
mutazioni, che qualcuno presenta con caratteristiche che dovrebbero essere
favorevoli al creazionismo. Peccato non sia vero.
L’articolo non può che concludersi con la frase che ricorda il concetto proposto da Theodosius Dobzhansky:
"nothing in biology makes sense except in the light of evolution".
Per chi volesse ripassare qualche concetto in proposito, se ne parla nel
libro (scaricabile in PDF gratuitamente, se ci iscrive al sito della NAP) “Thinking
Evolutionarily: Evolution Education Across the Life Sciences”
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12/10/13-USA
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Nuovi e incredibili meccanismi evolutivi, suicidi
più che solo masochisti. E’difficile pensare a un progettista intelligente.
Sono stati evidenziati e spiegati da un recente articolo pubblicato su
PLOS, che ha proposto una nuova spiegazione di eventi che ci invitano a
studiare bene il significato di altri termini, utili più di molti termini
ottocenteschi per capire l'evoluzione biologica; purtroppo non sempre si
conoscono tutti i termini necessari.
Se finora era indispensabile conoscere almeno il significato di exaptation, o di mosaic evolution,
ora bisogna conoscere anche il significato di suicidal
reproduction, un esempio estremo di sexual selection
postriproduttiva che avviene in casi di semelparity
(che è l'alternativa a iteroparity).
E' una strategia riproduttiva estrema già conosciuta (è noto a tutti il caso
del salmone del pacifico) e comunque è presente in molte specie di
invertebrati (fra cui alcune specie di ragni altrettanto suicidi, ma che si offrono alle femmine come cibo invece
di schiattare solo).
Caratterizza addirittura anche alcuni generi di mammiferi marsupiali, che
sono stati studiati in modo approfondito in questa nuova ricerca ("Sperm
competition drives the evolution of suicidal reproduction in mammals").
Il fatto che in una delle specie studiate tutti i maschi muoiano quasi
contemporaneamente dopo anche più una decina di ore di attività riproduttiva
potrebbe suscitare qualche perplessità su come un progetto intelligente
potrebbe davvero spiegare meglio un suicidio collettivo; forse evocando la
punizione biblica da cui si salvò solo Noè e famiglia? Rimarrebbe però da
capire quali potrebbero essere le colpe di queste simpatici
"topini", i cui maschi sono disposti a sacrificarsi tutti pur
di sperare in una discendenza, anche se solo sulla fiducia.
Finalmente, dopo una trentina di anni, si può ipotizzare una spiegazione di
questo comportamento apparentemente assurdo.
Aspettiamo di vedere cosa si inventeranno i [neo]creazionisti, che sembra non
riescano ad allontanarsi da schemi interpretativi che hanno poco a che vedere
con la biologia evoluzionistica, dove l'informazione non aumenta o
diminuisce; l’informazione biologica soprattutto cambia.
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Qualche dato quantitativo sull'attività
riproduttiva umana.
Su un blog di Scientific American un medico che si occupa di
epidemiologia dell'HIV (Tim
Lahey) propone alcuni dati quantitativi che possono essere utili
per stimare la velocità di diffusione dell'HIV ("HIV and the Global Sex
Tally"). Infatti, anche nel caso di trasmissione dell'infezione,
non è detto che la morte sia una necessaria conseguenza, come invece avveniva
per i marsupiali citati prima.
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12/10/13-IT
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Al museo di storia naturale di Milano
dal 22/10 al 22/11 ci sarà un ciclo di conferenze su vari temi in cui scienza
e "falsascienza" sembra si incontrino.
[da Pikaia]
Interessante l'intreccio di collaborazioni fra ricercatori delle università
milanesi e associazioni che si occupano di diffusione della conoscenza
scientifica (Centro Buonarroti, Pikaia, Museo di Storia Naturale) che ha
permesso di realizzare un'iniziativa su SCIENZA E FALSA SCIENZA. Qui
il programma degli incontri, rivolti a classi scolastiche o a pubblico non organizzato.
Si parlerà di errori e facilonerie in cui spesso si incappa quando si parla
di evoluzione... di anatomo-patologia
e crimine, di DNA e prove inconfutabili, di invenzioni folli, frodi e
medicine miracolose
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11/10/13-USA
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Un altro caso di docente universitario USA, un
chimico, innamorato dell'ID
Lo era a tal punto da decidere di tenere un corso sull'evoluzione
all'università dello Iowa. Ne
parla J.Coyne nel suo blog ("Another god-infused science class
at a public university?"), dove riporta il programma di
questo strano corso che ha poco a che fare con la chimica, il link alla
pagina di un giornale dell'Università in cui Ned Bowden manifesta le sue
intenzioni, e il link all'articolo di riposta e di protesta ("The science of
evolution. Faculty members respond to recent Campus Voices article"),
che gli è arrivato da 25 colleghi esperti di biologia, di antropologia e di
evoluzione.
Che quindi gli ricordano che
cosa è stato dimostrato: "Today the
overwhelming majority of scientists in Iowa, the United States, and across
the world agree that biological evolution explains the diversity of life on
our planet".
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11/10/13-IT
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A
Pordenone. Dal 16 al 20 ottobre - XVII Scienzartambiente - per un
mondo di pace
[da Pikaia]
Primo festival nella regione Friuli Venezia Giulia dedicato alla
divulgazione e comunicazione scientifica. Promosso dal Comune di Pordenone -
Assessorato alla Cultura e dal Science Centre Immaginario Scientifico con la
collaborazione di Istituti, Aziende ed Enti del territorio regionale. Videopresentazione.
Si apre il 15/10, con Aspettando
Scienzartambiente - LA SCUOLA 2.0, VERSO UNA DIDATTICA AUMENTATA DALLE
TECNOLOGIE
Scarica
la presentazione (pdf)
Scarica
il programma giorno per giorno (pdf)
Scarica
il libretto con tutte le informazioni sull'evento (pdf)
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11/10/13-USA
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Scienza e pseudo scienza; discussione fra filosofi
sulle pagine del New York Times.
Curioso e stimolante, anche e soprattutto per gli intrecci evidenziati fra
scienze e culture diverse destinate a contatti ben più stretti in un prossimo
futuro, il dibattito suscitato da un filosofo buddista di Chicago (Stephen T. Asma) che il 28
settembre raccontava sul NYT ("The
Enigma of Chinese Medicine") di come sua moglie cinese gli avesse
proposto di curare un raffreddore ordinando al ristorante - erano quel giorno
a Pechino - un bicchiere appena riempito con il sangue di una tartaruga
appena sgozzata, con l'aggiunta di un po' di alcool.
Il racconto di come poi il raffreddore gli fosse passato, e di come il fatto
lo portasse a riflettere con i lettori sia sulla medicina alternativa che sul
confine fra scienza e pseudoscienza suscita non solo un ampio dibattito sul
quotidiano (525 i commenti fino ad oggi).
Suscita anche una reazione sul blog di Jerry Coyne un paio di giorni
dopo ("The
New York Times touts alternative medicine, disses science"),
dove si evidenziano anche le citazioni fatte da S.Asma riguardo a feng
shui e qi - associabili probabilmente ai placebo della cultura
scientifica occidentale - e le citazioni errate all'evoluzione biologica e
alla selezione naturale, temi particolarmente cari all'esperto J.Coyne, che
inorridisce rispetto all'idea errata, non certo originale essendo molto
diffusa fra tutti i creazionisti, che la teoria dell'evoluzione non sia
scienza perché "it didn’t correspond to the experimental method of
the falsifiability model”.
Proprio ieri, con un altro articolo sul NYT ("The
Dangers of Pseudoscience", che ha già 500 commenti) Massimo Pigliucci (biologo
evoluzionista in Italia e filosofo della scienza negli USA) e Maarten Boudry (un noto critico
dell'ID: "Irreducible
incoherence and intelligent design: a look into the conceptual toolbox of a
pseudoscience", 2010) riprendono l'articolo di S.Asma cominciando
proprio dalla questione centrale, il “demarcation problem”.
La discussione continua oggi anche con un post di Greg Maser sul blog
di Jerry Coyne: "Gigliucci
and Boudry rebuke alternative medicine, praise science, in New
York Times" in cui sollevano il problema del confine fra
scienza e pseudoscienza, che in
questo caso si pone nella zona grigia fra meridiani e qi
della cultura tradizionale cinese e l'effetto placebo della scienza
occidentale.
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L'Università Notre Dame segnala oggi il National
Coming Out Day
Il Gender Relations Center dell'Università
privata cattolica che questo semestre ha lanciato un pro-homosexual
pastoral care plan rivolto a Friends and allies organizzerà oggi
(25° National Coming Out Day) occasioni di incontro per
incoraggiare gli studenti a dichiarare la loro condizione.
Questa università, famosa per le sue critiche al Card.Schönborn
quando nel 2005 aveva preso una cotta per l'intelligent design, aveva
poi collaborato, in quanto una delle poche università cattoliche in cui si
studiava la biologia evoluzionistica, con il card.Ravasi nell'organizzazione
del secondo dei due convegni
vaticani sull'evoluzione, nel marzo 2009.
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10/10/13-USA
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Carl Zimmer sul NYT: gli elefanti africani
capiscono le indicazioni umane (col braccio o la mano) sulla posizione del
cibo
Ne parla nel suo articolo ("Elephants
Get the Point of Pointing, Study Shows") in cui riferisce degli
esperimenti realizzati e pubblicati da Richard W. Byrne, biologo all'Università
di St Andrews, in Scozia. Sappiamo già che è un comportamento che compare
nei bambini a circa un anno; negli scimpanzè e in altri primati è invece
un'abilità che non sembra comparire,
mentre è noto come nel cane, che però è una specie da lungo tempo
addomesticata, sia presente. Si sa anche che gli elefanti asiatici hanno già
dimostrato di sapersi riconoscere
nello specchio, una capacità che condividono con le scimmie antropomorfe ma
non con gli altri primati, che si spaventano o
comunque non si riconoscono.
L'esperimento ha mostrato risultati non casuali (67% di utilizzazione del
suggerimetno che viene dall'uomo) e comparabili con quelli dei bambini (il
72% a 1 anno); qualche dubbio viene dal fatto che l'esperimento sia stato
comunque condotto su 11 elefanti abituati a frequentare l'uomo; essendo stati
addestrati per il trasporto di turisti potrebbero aver appreso l'utilità di
indicare un oggetto; si verificherà in futuro anche l'eventuale uso di
indicazioni che vengono da altri elefanti.
Le indicazioni che vengono dagli elefanti indiani sarebbero comunque ben
diverse, secondo altri esperimenti ("Visual
Cues Given by Humans Are Not Sufficient for Asian Elephants (Elephas
maximus) to Find Hidden Food").
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Carl Zimmer presenta un nuovo esempio del ruolo
del mimetismo nell'evoluzione biologica.
In un post nel suo blog The Loom il giornalista scientifico del
New York Times affianca al noto esempio della Biston betularia (recentemente
confermato in un articolo - peer-reviewed - che si basa sui nuovi esperimenti di Michael
Majerus: "Selective
bird predation on the peppered moth: the last experiment of Michael Majerus")
anche quello recentissimo di un insetto stecco (Timema cristinae).
Di questo insetto in un'area vicino a
Santa Barbara (California, USA) sono state trovate due diverse forme, che si
caratterizzano per una mutazione che coinvolge la presenza o l'assenza di una
banda bianca sul dorso.
La frequenza delle due forme in un'area
particolaredipende da un diverso tipo di vegetazione e
da come le due varietà genetiche di T.cristinae riescono a mimetizzarsi ("Evolution
of Camouflage Drives Rapid Ecological Change in an Insect Community").
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10/10/13-IT
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Un articolo mostra come superare i passaggi
necessari per dimostrare l'efficacia di una terapia che si vuole applicare
all'uomo: i passaggi previsti dai protocolli sperimentali vengono saltati per
poter iniziare la sperimentazione umana prima ancora di aver dimostrato i
vantaggi su modelli sperimentali animali.
E' un articolo pubblicato su Wired ("Stamina,
quello che Le Iene non dicono") e si conclude con la decisione del
ministero di bloccare la sperimentazione sull'uomo di una terapia che non ha
seguito i protocolli previsti dal metodo scientifico. L'articolo mostra il
ruolo a cui sono stati relegati gli esperti dalla campagna di sostegno a
questi protocolli di cui non si era ancora dimstrata l'efficacia.
D'altronde gli esperti italiani e la stessa rivista Nature c,he aveva
riportato i loro sospetti ("Italian
stem-cell trial based on flawed data"), non avevano
ricevuto risposte soddisfacenti (qui
la risposta alle accuse di Nature).
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Il 18/10 a Padova si parlerà del ruolo dei MiRNA con N.Rajewsky
[da Pikaia]
Il ricercatore del Max Delbrück Center for Molecular Medicine (MDC) di
Berlino illustrerà alle ore 11-30 al Centro Interdipartimentale Vallisneri
(Viale G. Colombo, 3; Aula B piano terra) le
più recenti ricerche volte a identificare, tra i bersagli dei miRNA, quelli
con maggiore importanza funzionale e discuterà dei meccanismi
post-trascrizionali coinvolti nella regolazione e nel differenziamento delle
cellule staminali. Inoltre, presenterà gli studi in corso sugli RNA circolari.
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E’ disponibile a 22€ l’edizione italiana di State
of the World 2013.
E’ stata curata da Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF,
ed è stata pubblicata da Edizioni Ambiente. Qui si trova invece la
versione originale del Worldwatch Institute, in inglese: “State
of the World 2013: Is Sustainability Still Possible?”.
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9/10/13-UK
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In rete si trova il nuovo numero del settimanale
Nature.
Come al solito ci sono molti articoli su temi scientifici molto diversi e
connessi anche con recenti aggiornamenti delle conoscenze sull'evoluzione,
con scoperte he riguardano l'ambiente e la sua capacità di garantire la
sopravvivenza alle popolazioni umane che vivono nei diversi ambienti.
C'è per esempio un articolo che propone di verificare quanto si discostino
nel tempo, nelle varie zone geografiche, le temperature rispetto alla media
per quell'area ("The
projected timing of climate departure from recent variability")
e un altro ("Climate
change gets clocked") che prospetta ulteriori aumenti di
temperatura e suggerisce di controllare la possibile comparsa di situazioni
estreme che predispongono a situazioni ambientali non più sopportabili e non
più compatibili con le condizioni ottimali per le specie animali e vegetali
necessarie per la sopravvivenza delle popolazioni umane.
Numerosi indicatori stanno indicando la comparsa di situazioni sempre
meno controllabili e che spingono a comportamenti chiaramente irrazionali e
spesso suicidi oltre che omicidi
verso i propri cari che vengono convinti a sperare che le alternative non
possano essere che migliori, tanto da far dimenticare i ben noti rischi.
Immagino che anche altri come me abbiano avuto la curiosità di dare
un'occhiata agli ambienti in cui vivevano alcuni eritrei, quelli che hanno
affidato, anche a caro prezzo, le vite proprie e dei loro figli per
attraversare, con mezzi spesso inaffidabili e inadeguati, il Sahara e perfino
il Mediterraneo pur di non continuare a vivere in un posto come Akordat,
che è una cittadina sulle rive del
fiume
stagionale Barka, in una zona desertica nel nord
dell'Eritrea. Da quella zona veniva infatti la gran parte degli di
eritrei che sono recentemente
annegati a Lampedusa. Non è più una zona di guerra, come la Siria da cui
fuggono addirittura famiglie di professionisti benestanti, ma nell’arida scheda informativa si possono
conoscere le condizioni ambientali (104°F corrispondono a 40°C e in un anno
scendono solo 32 cm di pioggia) e i massacri
che hanno condizionato o limitato la vita di molti degli abitanti coinvolti
nelle guerre con l'Etiopia fra il 1967 e il 1990.
Grazie a Google Earth chiunque può verificare quali siano le attuali condizioni
della vita ad Akordat, riuscendo a capire come non ci voglia molto
per convincere qualcuno a tentare un'avventura che talvolta si conclude come
una roulette russa.
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Su Nature si
annuncia anche l'uscita di una nuova rivista ("Scientific Data")
dedicata esclusivamente alla conservazione, diffusione e valutazione dei dati
scientifici, spesso non disponibili a chi non si accontenta di scoperte non
sempre ben documentate a causa del costo di quello che un tempo veniva
approfondito e chiarito solo in monografie non sempre allegate ai principali
lavori scientifici.
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9/10/13-IT
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Multiverso o no, quest’anno Bing
Bang sarà comunque diverso; più interessante ed originale raccontando
Darwin ai ragazzi .
Si parlerà infatti finalmente ai ragazzi di evoluzione con Federico Taddia e Telmo
Pievani, che già avevano collaborato per invitare i ragazzi a trovare
improbabili parentele fra l'uomo e animali che incontriamo soprattutto a
tavola ("Perchè
siamo parenti delle galline?").
Qui
la scheda del programma, che inizierà su SkyTV il 13/10 alle 19.30,
con la prima di 10 puntate.
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8/10/13-USA
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Ratio Christi organizza una conferenza dell'ID
all'U.Irvine.
Un articolo su un giornale
studentesco nazionale ("UC Irvine Students Decry
Evolution-Only Science, Sponsor Intelligent Design Talk") riferisce
come, con la scusa dell'assenza dell'ID nelle università USA, un gruppo
apologetico cristiano ha chiamato uno dei maggiori esperti di intelligent
design, Casey Luskin, avvocato e geologo, a spiegare quali fossero i
meriti di questa che loro definiscono teoria nonostante l'assenza di
qualsiasi prova o dimostrazione.
E la conferenza non è
stata probabilmente migliore: sembra che Luskin insista: "likened believing in evolution to believing a computer
or car formed itself over billions of years; he said, evidence found
through the scientific method in biological complexity, paleontological
fossil records, and systematics and genetics, offer proof that just as humans
designed complex machines, so are life’s origins created by intelligent
design. The base of biological systems is a language-based code in DNA, which
is like a computer processing information".
Più avanti definisce come un semplice "think-tank" il centro che
aveva appena indicato come una struttura che "supports research that both develops the scientific
theory of intelligent design and challenges the neo-Darwinian theory".
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Certo che Casey Luskin si è infilato
nell’università di un biologio evoluzionista esperto … anche di creazionisti!
Forse per questo l'iniziativa non ha raccolto molto pubblico?
Questo esperto, ostile da almeno un paio di decenni all'ID che ha visto
nascere, è un biologo evoluzionista cattolico, consulente dell' NCSE (National Center for Science
Education) ma anche del Vaticano
che da un decennio per le questioni dell'evoluzione ha sempre
consultato lui e non i creazionisti, che hanno avuto accesso ai papi solo
fino al 2002.
Francisco Ayala, spagnolo e domenicano, prima di abbandonare la
carrire ecclesiastica per una carriera scientifica negli USA di altissimo
livello nel campo della biologia evoluzionista, ha mantenuto comunque i suoi
interessi giovanili, tanto che, come conferma questo articolo del Christian
Science Monitor del 2010 ("For
Templeton Prize, intelligent design opponent Francisco Ayala"), 3
anni fa ha vinto anche il ricchissimo premio annuale messo in palio dalla Templeton
Foundation.
Con l'NCSE ha collaborato per anni contrastando con successo nei
tribunali, soprattutto grazie alla sua autorevolezza, i tentativi di
creazionisti e neocreazionisti di limitare il ruolo e l'autorità della
scienza - e in particolare della biologia - nelle scuole; è riuscito per
esempio a non far accedere all'università – come richiesto dalla California
University - studenti delle superiori che avevano studiato in scuole private
religiose che non fornivano una formazione scientifica adeguata alle
conoscenze di base indispensabili.
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8/10/13-IT
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[da
Pikaia] Il Centro Buonarroti ha quasi pronto il volume con gli
atti di un convegno su S.J.Gould (S.J.Gould, La vita meravigliosa)
tenutosi a Milano al Museo di Storia Naturale il 18/1/13. La versione quasi
completa è già ora disponibile in versione PDF nel sito web di Pikaia,
nella pagina relativa al convegno.
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7/10/13-USA
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Una zecca nel naso di un primatologo potrebbe
spiegare come passano i patogeni dallo scimpanzé all’uomo.
Una recente pubblicazione sull’American Journal of Tropical Medicine
& Hygiene (“Coincident
Tick Infestations in the Nostrils of Wild Chimpanzees and a Human in Uganda”)
riferisce di una zecca che ha viaggiato clandestinamente fra l’Uganda
(foresta di Kibale) e gli USA. E lo ha fatto nel naso del primatologo Tony Goldberg, che tornava
dalla foresta
di Kibale dove studia la locale popolazione di scimpanzè.
Come è stato poi verificato su immagini fotografiche ad alta risoluzione
raccolte dal gruppo di Richard Wrangham
che lavora sulla stessa popolazione, in questi scimpanzé le zecche si
nascondono nel naso, per evitare di essere catturate durante l’attività
di grooming
caratteristica dei primati; un buon esempio, se ancora ne servissero, di un
adattamento utile per la sopravvivenza.
Un dettaglio importante è che sembra sia una specie di zecca finora non
descritta, dimostrando così che è ancora presto per dire che abbiamo una
conoscenza sufficiente della biodiversità attuale.
La scoperta dimostra inoltre come sia facile che parassiti, virus e
microrganismi vari possano passare con facilità da una specie all’altra, con
l’aggravante che la somiglianza genetica fra scimpanzé ed uomo possa
facilitare il passaggio di patologie estremamente pericolose per l’uomo, come
ad esempio il virus Ebola, la cui letalità è già stata ben dimostrata sia nel
gorilla (2004)
che nell’uomo
(l’ultima epidemia è stata in RD
Congo e in Uganda nel 2012).
La curiosa novità è stata riportata da giornali scientifici (Science), quotidiani (The
Independent, Salon, Houston
Chronicle) e da almeno un blog (J.Hawks: "When
you get a tick up your nose, you tell the story").
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7/10/13-ITA
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Un post su Pikaia con consigli sulla terminologia
evoluzionistica
Un post pubblicato oggi nel sito di Pikaia (“Terminologia
evoluzionistica: consigli pratici”) cita un recente
editoriale pubblicato su Bioessays (“What
to do about “higher” and “lower” organisms? Some suggestions”) sulla
necessità di evitare in biologia usi scorretti di termini (come “alto” o
“basso”, “inferiore” o “superiore”) che già usiamo spesso in altri contesti,
e un paio di articoli comparsi su Evolution: Education and Outreach
nel 2008 (Gregory T.R. “Understanding
evolutionary trees”) e nel 2013 (E.Rigato e A. Minelli. "The great chain of
being is still here")
Purtroppo il post mette involontariamente in evidenza anche e soprattutto che
il problema principale è che sono i disegnatori, più che gli evoluzionisti,
ad aver problemi a riprodurre su carta il tree
thinking… che non riescono a rappresentare o ignorano.
Sarebbe necessario far scomparire le immagini che
rappresentano una storia evolutiva in un modo che non solo è
predarwiniano, ma è incompatibile anche con la struttura gerarchica che lo
stesso Linneo aveva messo ben in evidenza nella sua classificazione un secolo
prima che Darwin e Wallace riuscissero a spiegare il motivo di quella
gerarchia.
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6/10/13-USA
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Continua il contrasto fra il Discovery Institute e
la Ball State University sull’insegnamento sospeso dell’ID a scienze.
Come si era raccontato qui sotto il 31/7 e l’1/8, in seguito ad alcune
proteste degli studenti questa università pubblica di Muncie (Indiana, USA),
la presidente aveva deciso, dopo una verifica fatta da una commissione interna,
di sospendere il corso di un docente di fisica (sui “confini della scienza”, “The
Boundaries of Science”) in cui si spiegava l’Intelligent Design, che
veniva studiato prevalentemente sui libri, poco documentati, di Behe,
Gonzales, Dembsky.
Il Discovery Institute il 10
settembre aveva protestato contro la prevista sospensione di quel corso
per gli studenti di scienze e aveva preteso, con una lettera in cui si
indicava il 30/9 come data ultima per una risposta, che le verifiche di
scientificità fossero estese anche ad altri corsi, che indicava con
precisione.
Un recente (1/10) articolo sul quotidiano locale (The Star Press)
riferisce appunto di una lettera della presidente del BSU che annuncia questi
controlli (“BSU
reviewing alleged 'atheism' class”).
Il fatto che nell’articolo si definisca il DI come “an anti-evolution, pro-creationism intelligent design
think tank in Seattle that maintains supernatural forces shaped the
universe” ha provocato una
reazione del DI, che invia al quotidiano un articolo, pubblicato il 4/10 (“Intelligent
design and creationism”), in cui contesta [anche se solo] la prima
parte della frase citata e sostiene ingenuamente che il DI “support scientists who think there is evidence
of intelligent design in nature”, accusando l’università di
permettere che i suoi docenti critichino l’Intelligent Design.
Questa riapertura della polemica da parte del DI, che probabilmente spera che
non tutti abbiano seguito il processo di Harrison/Dover
del 2005, quando si era documentato come ci fosse stata nel 1987 un’evidente rapidissima
trasformazione
dei creazionisti biblici in “disegnatori intelligenti”, ha sollecitato J.Coyne
a ospitare in questi giorni nel suo blog alcuni post sull’ID e la sua –
almeno per ora – indimostrata scientificità: “The
Discovery Institute continues to threaten Ball State e – oggi - The
Discovery Institute continues its whining about Ball State’s courses”).
L’articolo si chiude con una frase abbastanza abusata “Censoring one side
of a debate is not a good way to find the truth. As Darwin
himself advised: “A fair result can be obtained
only by fully stating and balancing the facts and arguments on both
sides of each question” e dimenticando di ricordare come anche il
giudice J.Jones nel 2005 avesse notato, condannandoli, che le loro non
potevano essere ipotesi alternative, in quanto il DI non aveva nemmeno i
laboratori che permettessero di proporre e dimostrare alcuna ipotesi
scientifica.
E’un problema che hanno un po’ tutti coloro che si accontentano di miti o di
pseudoscienza, e d’altronde anche nella
lettera del DI del 4/10 si usano ingenuamente, senza riflettere su quel
che rivelano, solo termini come “think”,
“arguments”, “clear evidence of nature itself”, “debate”.
Il termine “discovery” è utilizzato solo
nel nome della struttura che comunque anche loro stessi amano definire come
un luogo dedicato alla meditazione più che alla ricerca (“Discovery
Institute, the nation's leading intelligent design think tank”).
Non basta “pensare”, anche se è una soluzione abbastanza economica,
senza proporre fatti che richiedano spiegazioni diverse.
I “facts” di cui parla giustamente C.Darwin nella citazione che
probabilmente non hanno capito quanto sia per loro imbarazzante, sono quasi
sempre anche molto costosi [come ben sanno anche gli astronomi pontifici,
alle prese con un bilancio astronomico, come ho riferito
proprio un mese fa], ma sono indispensabili per verificare e poi usare
gli “arguments” (gli unici citati nella lettera
dell’1/10!).
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5/10/13-IT
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L’11/10 alla Bicocca (MI) si terrà un convegno su
“SCIENZA: FORMAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE”
[da Pikaia]
Qui la Locandina, il Pieghevole e le informazioni per iscriversi (è obbligatorio ma gratuito).
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5/10/13-USA
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L’estinzione della megafauna malgascia è di
origine antropica.
Lo sostengono e lo dimostrano alcuni articoli (“Stone tools and foraging
in northern Madagascar challenge Holocene extinction models”, “The extinct sloth lemurs of Madagascar”, “Evidence of early butchery of
giant lemurs in Madagascar” citati nel blog di un paleoantologo e
giornalista, Brian Switek (“Old
Stone Tools Add Twist to the Extinction of Madagascar’s Megafauna”). La
novità del primo articolo, del 2013, addirittura anticiperebbe di 2500 anni
l’arrivo dell’uomo in Madagascar.
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4/10/13-USA
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Le numerose recenti riviste scientifiche open
access “predatrici”
Uno speciale su Science (“Communication
in Science: Pressures and Predators”) ha messo oggi in allarme il mondo
scientifico su un’attività che sta minando la stessa serietà della ricerca
scientifica basata su una rete di riviste che dipendo dalla peer-review sulle
ricerche inviate per la pubblicazione gratuita e sull’acquisto in abbonamento
delle riviste da parte dei lettori.
Da tempo il meccanismo, sempre più costoso, stava cambiando, orientandosi
verso l’open access alle riviste da parte dei lettori e il pagamento della
pubblicazione da parte dei ricercatori che inviavano gli articoli.
Si sa benissimo che la peer-review da sola non garantisce affatto la serietà
e la novità degli articoli scientifici (che poi verranno comunque verificati
da altre ricerche ripetute o simili), ma l’open access ha aperto la strada a
reti di editori (spesso con sede in paesi asiatici o africani) interessati
soprattutto al guadagno che era possibile ottenere chiudendo un occhio o due
sulla serietà delle pubblicazioni.
Non dimentichiamo che oggi il numero di ricercatori e il numero di paesi che
fanno ricerca sono aumentati, e si pubblica un articolo scientifico ogni 20
secondi.
Da tempo si occupava del problema, non senza rischi, il blog (“Scholarly Open Access”) di un bravo
bibliotecario di Denver, Jeffrey
Beall, che teneva traccia dei predatori che avevano cominciato a
infestare l’editoria scientifica, pubblicando il nome degli editori e delle riviste che
cercavano di attirare gli articoli scientifici, per pubblicarli senza
controllo a scopo di lucro.
Lo stimolo allo speciale viene da uno sconcertante esperimento messo in piedi
da un giornalista proprio di Science, John Bohannon, che ha preparato
un articolo scientifico falso e con errori evidenti per inviarlo a centinaia
di riviste che si sospettava scegliessero con poca cura gli articoli da
pubblicare, nonostante formalmente dischiarassero di prevedere comunque una
peer-review. L’esperimento ha avuto purtroppo successo e la maggioranza delle
riviste l’hanno pubblicato.
L’esperimento è raccontato nell’articolo “Who's Afraid of
Peer Review?”, dove si evidenzia anche il paese (sono
molto attivi l’India e la Nigeria, ma si incontra anche la Gran Bretagna e
gli USA) in cui si sviluppa l’attività, magari anche solo economica, di
queste riviste ad accesso aperto predatorio. Questa
immagine mostra la percentuale di accettazione del suo falso articolo.
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Il tema è terribilmente serio e preoccupante, e ha
stimolato un’ampia discussione, che
già troviamo in alcuni blog di ricercatori, come quello dell’antropologo J.Hawks
(“"Open
access spam" and how journals sell scientific reputation”);
se ne occupa anche Carl Zimmer (ne parla nel nel suo blog: “When
Science Goes Wrong And Ways to Fix It: Video of My Lecture At Vanderbilt
e fornisce anche il link ad una sua conferenza
di ieri); che già era intervenuto scoperchiando un caso di un evidente conflitto
di interessi non dichiarato, costringendo l’autore dell’articolo sul Darwinius
masillae ad esplicitarlo.
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In fondo alla pagina dello speciale sulla
comunicazione c’è anche l’elenco degli altri speciali del 2013; quale più e
quale meno, sono tutti interessanti e hanno il vantaggio di concentrare le
interazioni fra i diversi elementi in gioco e i diversi punti di vista:
- Ma
lo speciale più interessante è certo quello che si occupa del mondo in
cui viviamo e che laseceremo alle prossime generazioni: Natural
Systems in Changing Climates (2 August 2013). L’approccio, come
si capisce dal titolo, è sugli effetti dei cambiamenti climatici sui
sistemi viventi e in particolare sugli ecosistemi, evitando discussioni
sui dati quantitativi (gradi e centimetri) che appassionano soprattutto
chimici e fisici e spostando quindi l’interesse verso una valutazione complessiva,
inevitabile se si valuta la sopravvivenza e il successo degli esseri
viventi, che dipendono dall’equilibrio (che magari può anche modificarsi
nel tempo) fra i diversi fattori e parametri.
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3/10/13-USA
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Carl Zimmer esagera! Vorrebbe che ci incuriosisse
anche ciò che non vediamo…
Con un’articolo uscito oggi sul New York Times il giornalista
scientifico Carl Zimmer ci invita a riflettere anche su qualcosa di
ancora più piccolo e invisibile dei soliti microrganismi, che, come gli piace
ricordare, non sono solo una presenza che ci circonda quotidianamente, visto
che a miliardi viaggiano con noi per tutto il giorno (e su questo ha scritto
anche un libro, "Microcosm"):
“Earth’s
Oxygen: A Mystery Easy to Take for Granted”.
La presenza dell’ossigeno nell’atmosfera è certo una delle più inquietanti,
soprattutto per chi, come l’ex presidente del CNR: forse credeva
all’ipotetico “fine
tuning” terrestre; fidandosi comunque dei suoi consulenti scelti
fra i creazionisti biblici del Kolbe
Center, non era disposto a dare alla terra più di qualche
migliaio di anni di vita.
Come sappiamo ci sono voluti invece miliardi di anni solo per creare, grazie
al tempo e a microrganismi fotosintetici, tutto l’ossigeno necessario per
creare le condizioni per la comparsa di tutta la biodiversità che vediamo
oggi sulla terra. Forse sarebbe quindi utile leggere l’articolo in cui
C.Zimmer riferisce i risultati che hanno ottenuto i ricercatori che studiamo
l’evoluzione dell’ossigeno (fra cui quelli presentati nel recentissimo il
lavoro di D.Canfield su PNAS: “Oxygen
dynamics in the aftermath of the Great Oxidation of Earth’s atmosphere”),
e riflettere sul “massive tuning” che è stato necessario affinché un
tipo di vita creasse le condizioni necessarie per un tipo di vita del tutto
diverso.
Ci sono creazionisti che si arrampicano sui vetri per cercare di
dimostrare che si possono creare stratigrafie geologiche in poche migliaia di
anni. Forse preferirebbero sorvolare anche sui tempi lunghissimi necessari ai
microrganismi fotosintetici per la creazione dell’atmosfera ossidante.
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Ebook economico di Scientific American
sull'evoluzione umana
Si intitola Becoming
Human: Our Past, Present and Future, può essere acquistato in diverse
edizioni e costa meno di 3€. Nella pagina linkata sono elencati gli argomenti
che vengono approfonditi dai giornalisti di Scientific American.
Si discuteranno le caratteristiche fenotipiche delle forme australopitecine
di 3 milioni di anni fa, bipedi ma ancora in parte adattati a vivere sugli
alberi, si parleraà dei motivi che hanno portato alla perdita del pelo e del
progressivo imponente sviluppo della cultura a cominciare dalle aree in cui
gli stimoli erano più rilevanti e vantaggiosi. Si chiariranno anche i misteri
dell'uomo di Flores e gli effetti rilevanti della selezione naturale, che ha
creato forme ominine diverse che, migrando, hanno sviluppato progressivamente
adattamenti ai diversi ambienti.
Allo stesso prezzo (o simile) si trovano anche molti altri ebook
pubblicati recentemente [attenzione che se si segue il link si acquista in
$ negli USA; su Kindle è sufficiente sostituire .it a .com nell'indirizzo che
conduce nel sito del venditore].
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3/10/13-UK
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Ogni tanto si riesce a predire il futuro
Un articolo su Nature (“Formula
predicts research papers' future citations”) promette una formula che
aiuterebbe gli autori di articoli scientifici a stimare il futuro numero di
citazioni che i loro articoli potranno ottenere
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Il check up ambientale mondiale continua. Oggi
tocca agli oceani.
L’ampio gruppo di ricercatori marini che han gestito l’International
Programme on the State of the Ocean (IPSO)/IUCN ((International Union for
Conservation of Nature) hanno pubblicato oggi lo State of the Ocean Report
2013.
Qui il comunicato stampa, questa la sintesi (The State of
the Ocean 2013: Perils, Prognoses and Proposals: Executive Summary) mentre questi sono i capitoli del report,
preceduti da un’introduzione (Introduction
to the special issue: The global state of the ocean; interactions between
stresses, impacts and some potential solutions. Synthesis papers from the
International Programme on the State of the Ocean 2011 and 2012 workshops), pubblicato
su una rivista Elsevier dal titolo un po’ preoccupante (Marine Pollution
Bulletin) :
L’ultimo report riguarda un
problema connesso con la disponibilità delle risorse alimentari di origine
marina, di cui si conoscono le tendenze a lungo termine.
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3/10/13-IT
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A Ferrara inizia oggi il festival di Internazionale
E’ alla sua settima edizione il festival di Internazionale,
dove si possono ascoltare giornalisti che vengono da tutto il mondo che
espongono i problemi di tutto il mondo.
Il festival finirà domenica. Qui il programma, qui
i protagonisti
del festival, qui i documentari che
verranno mostrati e qui la
pagina web più importante per chi non vuole o non può andare a
Ferrara: la pagina con i video
in diretta streaming.
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2/10/13-IT
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[da La
Stampa] La
morale? Impariamola da bonobo e scimpanzé
Sulla Stampa compare oggi un’intervista di Gianna Milano a Frans
De Waal, uno dei migliori primatologi attuali, particolarmente
interessato a tematiche che mettono molto in difficoltà chi preferirebbe
limitarsi a confrontare l’uomo con i suoi migliori amici, animali domestici
come i cani e i gatti.
Continuando il discorso iniziato con “Naturalmente
buoni”, uno il suo ultimo
libro infatti analizza aspetti dell’uomo che difficilmente coinvolgerebbero
gli animali con cui molti esseri umani dividono il tempo, la casa e a volte
anche il letto, in mancanza di meglio: «Il
bonobo e l’ateo: in cerca di umanità fra i primati».
L’intervista si concentra sull’origine naturalistica dell’etica e della
moralità (“La moralità non è un’innovazione umana, come ci piacerebbe
pensare. Alla base della nostra etica ci sono compassione, empatia e
consapevolezza dell’altro. Se non si prova tutto questo, è difficile avere
senso morale”, “L’etica si è evoluta partendo da forme embrionali di
socialità, da modi di sentire e di agire già presenti a vari livelli nei
mammiferi, e ha contribuito alla sopravvivenza di tutti e del singolo”) e
su quanto poi la cultura umana abbia aggiunto secondo modalità molto diverse
secondo lo spazio e il tempo ma anche l’ambiente: “Lo sviluppo delle
religioni, invece, è relativamente recente: sono successive alla rivoluzione
agricola del Neolitico, all’incirca 10 mila anni fa”.
Qui
alcune recensioni; è interessante anche l’intervista a de Waal di
G.Aluffi (“La scimmia etica”) su Il
Venerdì.
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1/10/13-CA
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Larry Moran apre una discussione sulla definizione
di evoluzione
La definizione di evoluzione è continuamente limata ma anche discussa e
contestata. L.Moran, approfittando del tema delle lezione che lo
aspetta il giorno dopo, riprende un suo post del 2012 (“What is
evolution?”), dove apriva la discussione (più di 100 i commenti)
riportando inizialmente la definizione di Futuyma del 1998 (“Biological
(or organic) evolution is change in the properties of populations of
organisms ..., over the course of generations. The development, or ontogeny, of an
individual organism is not considered evolution: individual organisms do not
evolve. The changes in populations that are considered evolutionary are those
that are ‘heritable' via the genetic material from one generation to the
next”).
Nel post odierno (“The Many Definitions of Evolution”)
invita a discutere sulle diverse definizioni esistenti, ricordando come una
definizione errata porti inevitabilmente a non capire fatti e concetti
importanti.
E questo varrebbe sia per i creazionisti che per gli evoluzionisti, che
rischiano di non riuscire a capire la differenza fra evoluzione e selezione
naturale, trovando poi problemi a capire anche l’evoluzione molecolare o il
DNA che non produce proteine. Poi apre la discussione proponendo 20 link ad
altrettante definizioni diverse di evoluzione.
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1/10/13-IT
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Pubblicato oggi il rapporto 2013 della FAO
Il rapporto non è certo ottimista, e ciò fin dal titolo (“The State of Food Insecurity in the World 2013). Nell’abstract si sottolinea che
“The 2013 report goes beyond measuring
food deprivation. It presents a broader suite of indicators that aim to
capture the multidimensional nature of food insecurity, its determinants and
outcomes. This suite, compiled for every country, allows a more nuanced
picture of their food security status, guiding policy-makers in the design
and implementation of targeted and effective policy measures that can
contribute to the eradication of hunger, food insecurity and malnutrition”.
Come assaggio, si può cominciare da una sintesi, a cui si
può aggiungere una frase che ricorda che il riscaldamento globale è un
contorno che non può mancare: "Food supplies have also seen
larger-than-normal variability in recent years, reflecting
the increased frequency of extreme events such as droughts and
floods".
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28/9/13-USA
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I Creazionisti del Texas interessano il New York
Times
Un articolo sul NYT ("Creationists
on Texas Panel for Biology Textbooks") riferisce di come l'ideologia
dei creazionisti, sostenuta dal Discovery Institute interferisca
con il lavoro della commissione che sta discutendo sui contenuti dei libri di
testio di scienze che dovranno essere adottati in Texas per il prossimo
decennio. Le preoccupazioni dei genitori texani che temono per una formazione
scientifica dei propri figli sono appoggiate dal Texas Freedom Network, le cui
preoccupazioni sono ben maggiori: le scelte della commissione del Texas
infatti ricadono poi anche sui libri di testo che verranno stampati e messi a
disposizione degli studenti anche negli altri stati USA
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28/9/13-IT
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Apre Bergamo Scienza 2013
[da Pikaia]
Dal 4 al 20 ottobre si ripeterà a Bergamo, come avviene dal 2003,
l'iniziativa Bergamoscienza. Qui il Sito del Festival e il Calendario
degli eventi.
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27/9/13-USA
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Pubblicato oggi
il volume 2013 dell’IPCC, con le novità sui cambiamenti climatici
Un articolo su Scientific American (“Climate
Change: See the Dramatic New Data for Yourself”) annuncia la
pubblicazione del ponderoso volume (ben 166 MB in PDF) che raccoglie i
risultati delle ultime indagini (coordinate dall’Intergovernmental Panel on Climate
Change – IPCC) sulle variazioni climatiche analizzate
nel corso degli ultimi 6 anni con la collaborazione di 259 climatologi di 39
paesi (“Climate Change
2013: The Physical Science Basis”); il loro lavoro (9,000
peer-reviewed studies) ha prodotto 55000 commenti, che sono stati discussi.
La pagina web dell’IPCC Climate
Change 2013 mette a disposizione la sintesi
dei risultati e le proposte operative (2.3 MB), mentre il final draft
da 166MB lo si recupera da
qui.
Per chi avesse poco tempo c’è anche un rapido slideshow,
che inizia con l’immagine di un pianeta molto più simile al gelido – ma rosso
– pianeta Marte che al nostro pianeta azzurro.
Certo, la mappa rappresenta ben 110 anni di progressivo riscaldamento, e
sottolinea come il riscaldamento non sia comunque omogeneo.
La situazione descritta dal rapporto dell'IPCC sembra giustificare le
preoccupazioni manifestate da anni perfino in ambienti come quelli religiosi,
apparentemente distaccati dalle preoccupazioni per il presente e il futuro di
un mondo che ritengono costituisca solo un momento limitato della loro
esperienza di vita.
Troviamo invece preoccupazioni sia in un documento della chiesa Avventista
italiana e USA (2007, "Dichiarazione
della Chiesa avventista sui pericoli dei cambiamenti climatici"),
che in un altro documento, sempre del 2007, sottoscritto da diverse confessioni
cristiane europee; preoccupate per le alterazioni ambientali di sviluppare
iniziative (e non solo di preghiera come quella interconfessionale realizzata
5 anni fa in
Groenlandia: “Prayers to end
climate change”) per controllare le evidenti
alterazioni climatiche che ritenevano di origine umana.
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23/9/13-UK
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Uno speciale di
Nature sui risultati dell'analisi dell'IPCC sui cambiamenti climatici.
Vengono proposti vari articoli con la
sescrisione e la valutazione dei dati climatici, a cominciare dal primo
("IPCC:
Despite hiatus, climate change here to stay"), in cui si
premette che dovremo cercare di convivere con un processo che sarà difficile
poter controllare..
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23/9/13-IT
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L'articolo
di M.Cattaneo con l'angosciante titolo ("La
fine dell’evoluzione umana?") esce oggi anche su Le scienze.
In questo caso l'articolo
è aperto ad eventuali commenti, che arrivano numerosissimi (299).
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22/9/13-IT
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Su
Repubblica Marco Cattaneo e Telmo Pievani rispondono a una recente intervista
di David Attenborough che sosteneva che l'evoluzione umana potesse ormai considerarsi
conclusa.
D.Attenborough lo aveva detto in un'intervista
rilasciata a Radio Times il 9/9/13, sottolineando che il ragiobnamento
faceva riferimento soprattutto alla teoria originale di Darwin, che
attribuiva alla selezione naturale il ruolo di meccanismo evolutivo più
rilevante. Come sappiamo poi sono stati scoperti anche altri meccanismi.
M.Cattaneo risponde con "Fine
dell'evoluzione?" mentre T.Pievani aggiunge che "Il
motore è la cultura, ma Darwin non poteva prevederlo",
sottolineando come l'evoluzione culturale che caratterizza e rende unica la
nostra specie le fornisca nuove potenzialità. Certo rimane il problema delle
risorse da condividere con le altre specie ...; non è da escludere che la
frugalità possa un giorno essere valutata più vantaggiosa (selettivamente)
della cultura e delle tecnologie che qualche generazione (ma soprattutto
qualche popolazione) ha potuto utilizzare. Mi sovviene un'aforisma di
Einstein.
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22/9/13-USA
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"Evolution:
Education and Outreach"; è uscito il fascicolo 6
Tutti gli articoli del fascicolo di
settembre della rivista diretta da Niles Eldredge sono liberamente
accessibili:
·
Kentucky’s A-minus defense of evolution
·
Galapagos III World Evolution Summit: why
evolution matters
·
Peking, Piltdown, and
Paluxy: creationist legends about paleoanthropology (["Three creationist legends, according to which
paleoanthropology is based on finds that are admittedly fraudulent (Piltdown)
or unadmittedly fraudulent (Peking), or is contravened by neglected finds
(Paluxy), are critically discussed”]
·
Investigating the relationship between
college students’ acceptance of evolution and tree thinking understanding
·
Early evolution of evolutionary thinking:
teaching biological evolution in elementary schools
Un
interessante esempio di didattica dell’evoluzione in una scuola elementare
portoghese.
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20/9/13-Ferie
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[Segue un rapido aggiornamento
... di ritorno da un'assolata settimana di ferie fra valli,
seracchi e ghiacciai, cime e laghi, rifugi
e riflessi, fiori, funghi e fauna della val
d'Aosta e del massiccio del Bianco].
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19/9/13-IT
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XI corso di giornalismo scientifico
all'Università di Pavia
Dal 23 al 27 settembre, a cura del prof. Carlo Alberto Redi, si tiene
a Pavia, presso il Collegio Ghislieri, un corso intensivo per giornalisti
scientifici, che si occupano di salute e scienza, nei giornali, alla radio,
in tv e sul web.
Tema della dell’XI edizione sono "Le
frontiere della Biologia e i media: la scienza negata".
Fra i docenti ci sono C.A.Redi, T.Pievani, A.Sidoli, S.Moriggi, L.Vingiani,
A.Massarenti, L.Monaco, P.Greco, G.Corbellini.
La sera del 27 settembre, in occasione della Notte dei ricercatori, i
partecipanti seguiranno la proiezione in anteprima del documentario “Pavia sulle spalle dei
giganti”, dedicato agli scienziati e alle scoperte che hanno
caratterizzato i 650 anni di storia dell’Ateneo pavese.
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18/9/13-USA
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La discussione sui
libri di testo di scienze in Texas
Ieri la commissione (Texas SBOE) che dovrà
approvare i libri di scienze per tutte le scuole del Texas e forse anche
degli Stati Uniti ha ascoltato le opinioni di alcuni consulenti, sia per gli
evoluzionisti che per i creazionisti e i neocreazionisti.
Qui (“Live-Blogging
the Texas Science Textbook Hearing”) si può
leggere un post del blog del Texas
Freedom Network in cui si riportano la discussione e le diverse
posizioni.
In un altro post (“Don
McLeroy’s Strange Testimony on Texas Science Textbooks: ‘Support the Bible,
and Adopt These Books’”) si riporta in dettaglio l’intervento, abbastanza
originale - per il parziale cambio di strategia - del precedente presidente
della commissione, il creazionista McLeroy: “Ironically, evolutionists argue that creationists want
to force their religious views on the texts. But just the teaching of
biology does that, and teaching evolution demonstrates that’s not how God did
it. Since true, testable science trumps dogmatism, strike the final blow to the
teaching of evolution. Support the Bible, and adopt these books”, “I’m
just hoping that a young creationist … will sit there and say, ‘Look, is this
all the evidence they have? Well, maybe God didn’t use evolution to do it’”.
Qui
il video dell’intervento di Don McLeroy; l’interesse rimane quello del tracciamento delle fonti di
strategie di diffusione di pseudoscienza che prima o poi, via internet,
escono dagli USA. Curioso scoprire come un libro citato da un creazionista (‘The
Mysterious Epigenome’) sia correttamente classificato sul sito web di Amazon
tra i testi di “religione, cristianesimo”.
Sono brevemente intervenuti in commissione anche Zack
Koppin (che ha suggerito di confrontare i risultati che si ottengono su
monster.com cercando per creationist e per biologist [se la ricerca
sul sito si fa per Italia, purtroppo il risultato delle due ricerche è quasi
identico, ma probabilmente il software non è localizzato…] e Josh
Rosenau del NCSE. J.Rosenau raccoonta il
suo intervento nel blog del NCSE (“My
Testimony before the Texas Board of Education”), reso certamente più
facile dal fatto che molte delle critiche creazioniste ai libri di testo
proposti non rispettano nemmeno le linee guida (TEKS), approvate dalla stessa
commissione nel 2009 e rispettate dai testi proposti dagli editori.
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18/9/13-USA
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Quali sono negli
USA gli effetti dei batteri antibiotico-resistenti?
Il CDC (USA Center
for Disease Control and Prevention) lo spiega in
dettaglio nell'ultimo report, Antibiotic resistance threats in the United States,
2013, uscito in
questi giorni.
Secondo questo report il principale
pericolo deriva da un uso scorretto (dovuto soprattutto all'eccessiva e
ingiustificata prescrizione da parte dei medici - a cui si aggiunge poi
spesso un'autonoma precoce sospensione da parte dei pazienti) è la rilevante
comparsa e diffusione di ceppi batterici mutati, resistenti ai normali
antibiotici.
I numeri, sia dei ceppi batterici
resistenti, che dei pazienti infettati (e bisogna considerare che questo
incredibilmente avviene di solito negli ospedali) sono davvero
impressionanti. Questi sono i dati USA: ogni anno circa 2.000.000 di
individui si infettano con batteri resistenti agli antibiotici; fra questi
batteri resistenti si inserisce anche un fungo resistente, la Candida.
La conseguenza è una strage, con 23.000
morti all'anno (sono stati 500 all'anno i soldati
USA morti in Iraq durante la guerra ormai da tempo conclusa), a cui c'è da
aggiungere anche la mortalità aggiuntiva per la resistenza ai farmaci di
parassiti come quello che causa la malaria o di virus.
Si aggiunge poi a queste cifre rilevanti
il contributo - non certo trascurabile - di un batterio non molto resistente
ma spesso letale e molto diffuso in ambienti ospedalieri, il Clostridium
difficile, con 250.000 infettati e
14.000 morti all'anno (e soprattutto un preoccupante +400% dal 2000 al
2007!).
Il report prende in esame le situazioni
attuali per ognuna delle minacce connesse alla resistenza agli antibiotici,
recentemente suddivise in urgenti, serie e preoccupanti.
Sappiamo che la situazione in Europa è un
po' migliore, soprattutto nei paesi nordici in cui si limita la prescrizione
di antibiotici ai soli casi che veramente li richiedono, proprio per evitare
la comparsa di mutanti resistenti (secondo il report ngli USA il 50% delle
prescrizioni di antibiotici non è giustificata).
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17/9/13-USA
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E’ possibile
seguire la riunione del Texas SBOE (Austin)
Ci dovrebbe essere sia la diretta video che la diretta tweet; ci sono poi gli hashtag #StandUp4Science
e #SBOE.
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17/9/13-IT
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MEETmeTONIGHT. La
notte dei ricercatori.
Sarà la sera del prossimo 27/9. Il sito
nazionale è questo: http://www.nottedeiricercatori.it/
e in Lombardia sarà chiamata MEETmeTONIGHT.
In Lombardia non sarà solo a Milano, ma
anche in molte altre città, come per esempio a Pavia.
A Milano si realizzerà anche, nei giardini di
Porta Venezia presso il Museo di Storia Naturale, uno stand che aiuterà a
capire il significato del processo evolutivo e la nostra vicinanza e
somiglianza non solo con i 7 miliardi di altri Homo sapiens ma anche
con le migliaia di scimmie antropomorfe e con i miliardi di altri animali e
piante che ci hanno preceduto, ci seguiranno e ci accompagnano per i pochi
decenni che stiamo trascorrendo sulla terra.
L’iniziativa trae spunto da quella realizzate nel
sito USA Evogeneao, “All in the family”
che in Italia si chiamerà “Tutti in
famiglia”.
Con l’occasione, si realizzerà infatti una
traduzione in italiano e una messa online dei testi didattici del sito
http://www.evogeneao.com/, con menzione dell’Università di Milano Bicocca e
di MEETmeTONIGHT.
A Pavia
ci sarà anche la proiezione del docufilm: “Pavia sulle spalle dei
giganti”, alle ore 19.30
presso il Teatro Fraschini (C.so Strada Nuova 136).
Un documentario – di Tommaso Moneta e Carlo
Alberto Redi – che racconta le tappe fondamentali della storia della scienza
a Pavia, a partire dalle figure di Severino Boezio e di Leonardo Da
Vinci, passando attraverso la riforma universitaria asburgica, fino ad
arrivare ai giorni nostri. In un viaggio storico-scientifico di forte impatto
divulgativo, il pubblico potrà rivivere secoli di scoperte scientifiche,
attraverso luoghi e personaggi che hanno fatto grande la città di Pavia e la
storia della scienza. Particolare attenzione viene rivolta alle figure di
Alessandro Volta, Lazzaro Spallanzani e Camillo Golgi, presentate nel
documentario da illustri studiosi e docenti dell’Università di Pavia.
Ingresso libero fino a esaurimento posti
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16/9/13-USA
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Creazionisti texani scatenati.
[NCSE blog] Nel blog del NCSE c’è
molto spazio per approfondire le notizie, e anche chi vuole informazioni più
precise può seguire quasi quotidianamente le imprese e il modus vivendi dei
creazionisti del Texas.
Se non fosse che spesso si incontrano frasi e verità che fanno capire la
fonte [dis]informativa a cui si abbeverano anche creazionisti di altri paesi,
al di fuori degli USA l’interesse per queste informazioni non documentate,
anche perché parecchio “datate”, sarebbe ben inferiore allo zero.
Nel sito del blog del NCSE si trovano comunque informazioni sulle critiche
che i creazionisti USA fanno ai migliori e più moderni libri di testo (come
oggi: “Texas
Textbooks and Punctuated Equilibrium” o il 13/9: “Texas
Biology Textbooks: The Culture War Expands”), o inviti a partecipare alle
iniziative in difesa dei libri di testo (come ieri: “Register
to Testify Tuesday in Texas”)
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15/9/13-USA
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Un animale progettato con 2 ruote. Dentate. Per
saltare diritto.
Immagino che possa fare molto piacere ad un ingegnere. Soprattutto se
creazionista, ma ancora di più se credesse realistico un progetto
intelligente. Sembra infatti difficile che un ingegnere possa credere che per
far saltare saltare diritto in avanti la selezione naturale abbia creato un
sistema di femori sincronizzati grazie a 2
ruote dentate.
Se ne parla in un post (“An animal with gears!”) nel blog di J.Coyne Why
evolution is true. L’articolo citato (“Interacting Gears Synchronize Propulsive Leg
Movements in a Jumping Insect”) è di Malcolm Burrows e Gregory Sutton ed è comparso
sull’ultimo numero di Science: “We now demonstrate functional
gears in the ballistic jumping movements of the flightless planthopper
insect Issus. The nymphs, but not
adults, have a row of cuticular gear (cog) teeth around the curved medial
surfaces of their two hindleg trochantera. The gear teeth on one trochanter
engaged with and sequentially moved past those on the other trochanter during
the preparatory cocking and the propulsive phases of jumping”.
Qui c’è il video,
che miracolosamente ma non casualmente sovrappone e associa immagini
naturalistiche e prodotti della creatività infantile.
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14/9/13-USA
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Sembra quasi che negli USA complichino le
questioni semplici…
Un articolo su un quotidiano locale del Kentucky (“Kentucky's
new science standards come with controversy”) si racconta di come i Next
Generation Science Standards, adottati dal Kentucky Board of
Education questa estate, verranno presto adottati nelle scuole
nonostante i creazionisti abbiano cercato idi impedirlo con il voto a
maggioranza (5-1) di una commissione del parlamento in cui i conservatori
erano in maggioranza.
La storia è raccontata anche in un altro quotidiano, in un editoriale
scandalizzato (“Ignorance
not bliss in science classes”) in cui vengono riferite anche alcune
opinioni dei conservatori.
La conclusione positiva, come si era anticipato anche in un post entusiasta
sul sito dell’NCSE (“NGSS
triumphs in Kentucky“) viene dalla decisione del governatore Steve
Beshear di confermare d’autorità le decisioni degli esperti di educazione (department
of education e state board of education) nonostante il
voto politico contrario dell’Administrative Regulation Review Subcommittee.
Fra i sostenitori degli NGSS e dell’insegnamento dell’evoluzione, che è
centrale per la parte di biologia, e dei cambiamenti climatici non c’è solo
Robert Bevins, presidente dei Kentuckians
for Science Education, ma anche Michael Mansfield, United
Methodist minister ma anche attrezzato con una laurea scientifica.
Di questa storia si parla anche sul blog dell’NCSE: “KY
Legislators Block, Then Governor OKs, New Science Standards”
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14/9/13-USA
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In Texas e negli USA si insegnerà ancora la teoria
dell’evoluzione.
Ad Austin il Texas State Board of
Education sta iniziando la discussione sulla scelta dei libri di
testo che verranno adottati nelle scuole pubbliche per i prossimi 8/10 anni.
La scelta influenzerà anche la scelta dei libri di testo adottati negli altri
stati USA, dato che il Texas sceglie per primo e anche in quanto è lo stato
in cui se ne acquistano di più; una volta stampati, verranno per forza
adottati anche negli altri stati.
Il Texas State
Board of Education è un organo di consulenza eletto con criteri
politici, e le decisioni che verranno prese nei sei giorni delle riunioni di
settembre e novembre riguardano i libri di scienze, e si dovranno rispettare
le indicazioni contenute nel Texas Essential Knowledge and Skills (TEKS) (curriculum standards for
science approvati nel 2009).
Da anni il Texas SBOE esamina con preoccupata pignoleria soprattutto le
pagine dei libri di testo in cui si parla di questioni come l’evoluzione o i
cambiamenti climatici; il board è infatti pieno di creazionisti biblici che
cercano di imporre le proprie decisioni sulla base di preconcetti religiosi invece che di motivazioni
culturali e scientifiche; ai creazionisti biblici si uniscono di solito anche
i neocreazionisti dell’ID.
Sul fronte laico, una fonte di informazione locale su quel che avviene in
commissione è il Texas Freedom Network,
mentre a livello federale le informazioni si trovano presso il NCSE
(National Center of Science Education) e in particolare nel nuovo sito
Nuovo presidente del Texas
SBOE dal 2012 è Barbara Chargill, anche lei sostenitrice dei
creazionisti (sembra non sia creazionista biblica come il precedente
presidente Don McLeroy, ma sostenitrice dell’ID: “Cargill: ‘I’m
one of you’”), come svela una sua gaffe rivelatrice citata sul blog del TFN,
che informa sui lavori della TSBOE
e sui consulenti dei [neo]creazionisti e di chi in commissione invece
utilizza la ragione.
Le novità di oggi sono appunto annunciate nel blog, che terrà traccia di quel
che avviene nel board: “Creationists
Launch Their Assault on Science Education in Texas: Reviewers Push Publishers
to Insert ‘Creation Science,’ Other Junk Science in New Biology Textbooks”.
Si cita e si linka un comunicato
stampa di oggi del TFN e del NCSE in cui si informa delle critiche
ideologiche che sono già state fatte ad almeno sette dei principali testi di
scienze proposti da sette dei maggiori editori.
Nel post citato si linkano file con le revisioni dei testi scolastici di scienze e
un gustoso file che sintetizza le principali
critiche, quasi tutte concentrate sui temi dell’evoluzione e dei
cambiamenti climatici, temi che sappiamo vengono copiati e ripresi anche da
[neo]creazionisti in altri paesi.
Ecco alcune frasi che si trovano fra le critiche più incredibili ai contenuti
dei libri di testo (sembra che alcuni consulenti ignorassero i contenuti
minimi dei programmi, e perfino la costituzione USA); per ogni critica viene
fornita la prova dell’errore (fra cui la poco nota recente conferma
(pubblicata su una rivista peer-review nel 2012) di “one of the clearest and
most easily understood examples of Darwinian evolution in action”:
-
“While I understand the theory of
evolution and its wide acceptance, there should be inclusion of the ‘creation
model’ based on the Biblical view of history”
- ”Text neglects to tell students that no transitional
fossils have been discovered. The fossil record can be interpreted in other
ways than evolutionary with equal justification”.
- ”This entire section is out of date and wrong. Also see Meyer's ‘The
Signature in the Cell’ [sic]”
- “Genetic drift is not an evolutionary mechanism unless you are defining
evolution simply as change over time”
- “the replacement of discredited ‘Peppered Moth’ misrepresentations”
- “As an
educator, parent, and grandparent, I feel very firmly that ‘creation science’
based on Biblical principles should be incorporated into every Biology book
that is up for adoption”
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Nel comunicato
stampa viene anche suggerita la lettura di una valutazione dei testi scolastici
proposti per l’adozione (per la parte riguardante l’evoluzione) richiesta dal
Texas Freedom Network a dottorandi
esperti di evoluzione dell’Università del Texas di Austin e della Southern
Methodist University di Dallas, un'università privata religiosa.
I revisori non solo apprezzano la corretta rappresentazione dell'evoluzione e
dei meccanismi dimostrati e confermati dalla biologia evoluzionistica più moderna,
ma anche l’assenza completa in ogni testo scolastico di riferimenti a
obiezioni pseudoscientifiche, che anzi a volte vengono anche citate e
dimostrate false: “Indeed, all of the
publishers have submitted biology instructional materials that honestly
address and support the science of evolution and that do not include
pseudoscience intended to water down or “disprove” evolution”.
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13/9/13-USA
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Anche il clima deve essere spiegato usando il
metodo scientifico; e c’è lavoro anche per i biologi.
Lo illustra su BioScience di Settembre 2013 (vol. 63, no.
9, pp. 717-718) Glenn Branch del NCSE ("Defending Science Education: Climate as a Second
Front for Biologists"). G.Branch racconta come nell’ultimo decennio la nuova
strategia dei creazionisti ha affiancato il creazionismo ad altre tre nuove
tematiche che sarebbero fonte di controversia e richiederebbero quindi un
trattamento particolare all’interno dei programmi scolastici.
Le leggi antievoluzioniste proposte dai legislatori in diversi parlamenti
della bible belt USA si stanno incrociando in questo periodo con
l’approvazione da parte dei comitati didattici nei diversi stati dei NGSS (Next
Generation Science Standards), che giustamente vedono sia
l’evoluzione biologica che i cambiamenti climatici come questioni centrali
della biologia e delle scienze che studiano la terra e lo spazio.
G.Branch, ricordando l’appello del dinamico ex presidente della commissione
didattica del Texas, il creazionista Don McLeroy (“Ma qualcuno deve
contrastare questi esperti!”), suggerisce che anche i biologi presenti
nella scuola si preoccupino non solo di far notare gli evidenti effetti dei
cambiamenti climatici sui sistemi biologici e sulle interazioni fra specie
nei diversi ambienti, ma almeno ricordino e sottolineino le basi del metodo
scientifico, agendo in modo da evitare che si guasti la formazione
scientifica complessiva.
G.Branch ricorda che se non tutti i biologi sono esperti di cambiamenti
climatici, ce ne sono anche che non capiscono molto di evoluzione, ma sono
comunque più esperti di Don McLeroy, che era comunque un dentista,
protagonista del documentario “The Revisionaries”,
che racconta la storia della commissione.
Come si legge nella scheda nel sito del NCSE (“The
Revisionaries on PBS”), il Texas State Board of Education diretto
da McLeroy ha provocato la mobilitazione di tutti coloro che non potevano
accettare, ed erano molti, che i programmi di scienze, e in particolare di
biologia, fossero decisi da una commissione costituita in maggioranza da
creazionisti biblici e diretta da un dentista creazionista che la domenica
insegnava in una scuola parrocchiale.
Fra i “mobilitati” c’erano gli esperti e i consulenti del NCSE si
notava anche un docente universitario di biologia, Ken Miller, un cattolico
evoluzionista teista ma sempre in prima fila a fianco del NCSE quando c’era
da dimostrare la falsità delle idee dei creazionisti biblici e dei
neocreazionisti dell’ID e un professore di antropologia della Southern
Methodist University in Texas, Ron Wetherington.
Il documentario racconta i fatti avvenuti nel 2009/10, quando le posizioni
assurde del TSBE avevano spinto anche molti giovani a partecipare e a fornire
un contributo agli esperti che cercavano di evitare che i creazionisti
danneggiassero i programmi didattici da cui dipendeva la formazione
scientifica.
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13/9/13-UK
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Un nuovo libro sulla famiglia di Charles Darwin.
Ora tocca ai figli
Un paio di mesi fa la Oxford
University Press ha pubblicato un libro che raccoglie le informazioni
disponibili sui 10 figli di Charles Darwin: "Darwin
and His Children: His Other Legacy",scritto da Tim Berra.
Qui (google
books) si possono leggere le prime pagine del volume.
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13/9/13-INDIA
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Ormai anche le Galapagos si visitano stando in
poltrona.
Come si sa, è possibile oggi vedere alcune dei luoghi più interessanti
del mondo anche dalla propria poltrona. Difficile che lo si possa anche
capire. Il sito Street View di Google permette di visitare alcune delle isole
Galapagos, pur escludendo che la visita possa suscitare tutte le domande che
sorgerebbero inevitabilmente se ci si trovasse a visitare direttamente e
personalmente il GALAPAGOS NATIONAL PARK. Ci
si può comunque immergere
nel mare dell'isola di Floreana, passeggiare
sulla spiaggia di Isabela, o di navigare attorno a Santa
Cruz o a san
Cristobal.
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12/9/13-BR
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Il Brasile e la difesa della biodiversità.
Uno speciale nell'ultimo numero dell'Economist ("Our
special report on biodiversity"), mette in evidenza come negli
ultimi anni la preoccupazione e l'impegno in difesa della biodiversità si
diffonda per fortuna anche al di fuori della limitatissima cerchia degli
esperti. Nello speciale si affrontano alcuni dei temi e si presentano alcuni
segnali di speranza.
Si dimostra ad esempio come una maggiore consapevolezza negli ultimi anni
abbia anche permesso di limitare la deforestazione della foresta amazzonica;
rimane comunque la necesssità di verificare se queste iniziative in difesa
dell'ambiente possano reggere e continuare di fronte a possibili
peggioramenti della situazione economica ed occupazionale.
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11/9/13-USA
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I
californiani coscienti e preoccupati per il riscaldamento globale
[da NCSE] Un post sul sito dell’NCSE informa sui
risultati di un sondaggio
fatto in California sulla conoscenza riguardo al riscaldamento globale: “79%
of respondents answered yes, 11% answered no, and 10% were not sure”; per
quanto riguarda le responsabilità : “58% of respondents said that it was
caused mostly by human activities, 23% said that it was caused mostly by
natural changes in the environment, 13% volunteered that it was caused by
both, 4% said none of these because it isn't happening”; sull’opinionedegli
esperti l’informazione è invece imprecise: “55% of respondents said
(correctly) that most scientists think that global warming is happening, 37%
said that there is a lot of disagreement among scientists about whether or
not global warming is happening, 3% said that most scientists think that
global warming is not happening, and 6% were unsure”
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10/9/13-IT
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Di che cosa si occupano i bioantropologi italiani?
Le informazioni necessarie per informarsi si possono trovare facilmente
nella pagina web dedicata al prossimo congresso
dell'AAI di Ferrara, che si terrà
dall'11 al 13 settembre.
Oggi a Bologna si terrà un'iniziativa collaterale, sulla statistica:
"L'Antropologia
e le scienze statistiche".
Per i collezionisti sono disponibili anche due diversi poster sul tema del
congresso: "La variabilità umana fra passato e presente".
Non manca l'indirizzo del twitter relativo al sito del congresso, per
seguire le discussioni.
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9/9/13-IT
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[da Pikaia]
La Springer ha appena pubblicato un nuovo, approfondito testo
sull'eredità di Stephen Jay Gould: “Stephen
J. Gould: The Scientific Legacy”. Editors del libro sono Gian
Antonio Danieli, Alessandro Minelli e Telmo Pievani. I capitoli portano
la firma dei più importanti evoluzionisti del mondo, che hanno presentato
personalmente il loro contributo all’ Ist. Veneto
di Scienze, Lettere e Arti il 10/12 maggio 2012. Su YouTube nel
sito dell’Istituto sono tuttora disponibili i video originali di una
decina di questi contributi.
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9/9/13-UG
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Quali novità giungono oggi dagli scimpanzè della
foresta di Budongo (Uganda)?
Nel blog di Maureen
McCarthy sugli scimpanzè della foresta di Budongo oggi si trova una
notizia triste: "Chimps in
Uganda: The Landmine Snare".
Purtroppo non tutti gli uomini si possono permettere di
rispettare la fauna selvatica, e qualche volta anche uno scimpanzè può fare
una brutta fine. Dalla pagina linkata si possono conoscere altri momenti
della vita di questa giovane primatologa che ha la fortuna di studiare anche
il comportamento dei giovani scimpanzè in foreste imbottite di archetti usati
per catturare piccoli mammiferi a scopo alimentare.
In fondo alla pagina chi vuole orientarsi verso la
professione di primatologo può trovare altri stimoli e inviti alla curiosità
in una serie di link in fondo al post.
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8/9/13-USA
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Un articolo di Carl Zimmer sul film
"Contagion".
Carl Zimmer in un articolo su "Slate" ("Contagion:
A Dialogue") si chiede se adesso sia Hollywood a organizzare
campagne informative per i cittadini sulla salute.
Il film infatti racconta di situazioni che sono state studiate e discusse dal
regista anche con esperti di epidemie, virus e vaccinazioni. Zimmer, che
conosce l'ambiente per la sua interesse per il microbioma, su cui ha scritto
anche libri, sottolinea come il film rappresenti bene il lavoro di questi
ricercatori e i rischi, comunque non facilmente prevedibili e quantificabili
che si stanno correndo in una situazione in cui è molto limitata la
conoscenza dei virus che circolano in molte specie animali che purtroppo sono
poco note anche se oggi ormai vivono probabilmente sempre più vicini ad ambienti.
Il mondo sempre più "piccolo" e interconnesso, oltre a città con
milioni di abitanti creano un contesto del tutto nuovo e delicato.
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7/9/13-USA
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"Genome
Evolution during Speciation". Speciale su "Evolution"
E' uscito il fascicolo
di settembre di "Evolution",
una delle tante riviste su cui si presentano e si discutono le ricerche di
biologia evoluzionistica. Particolarmente interessante è la sezione speciale,
"Genome Evolution during Speciation", gestita da Patrik
Nosil and Jeffrey L. Feder, che la introducono con un articolo che presenta
un problema certo stimolante in quanto non ancora ben chiaro (e): "Genome
evolution and speciation: toward quantitative descriptions of pattern and
process".
Il problema centrale dei meccanismi di speciazione è molto discusso,
anche al di fuori della scienza, dove però, non lavorando su almeno uno dei problemi
biologici coinvolti, si può facilmente abusare della complessità dei problemi
e degli strumenti utilizzati per studiare qualsiasi evento di speciazione,
che coinvolge l'evoluzione del genoma durante l'interazione nel tempo fra
migliaia di organismi viventi.
Non è certo un problema da biblisti, ma è curioso che qualcuno provi a
coinvolgerli suggerendo che ci sia bisogno anche qui delle loro competenze. E
guai a provocare poi la loro suscettibilità ...
Ovviamente anche su Evolution si possono trovare lavori recenti (open
access) che aiutano a capire la complessità dei problemi biologici
coinvolti: "LOST
IN THE MAP" di Michael Travisano e Ruth G. Shaw
(R.Shaw è il
nuovo editor della rivista) e "THE
LANGUAGE OF SPECIATION" di Richard G. Harrison.
Chi fosse interessato ad altre sezioni speciali può trovarne una
curata da Sinéad Collins nel fascicolo di luglio 2013 "New
Model Systems for Experimental Evolution".
Ovviamente non si parla, e non c'è da stupirsi, della nostra specie ma solo
di microrganismi, di scarsissimo interesse per Noè e per i biblisti. Un po'
della nostra specie si parla invece nella sezione speciale del fascicolo di
giugno, dove si approfondisce la "Multilevel
Selection: Data and Theory".
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6/9/13-CA
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L.Moran torna ancora su "Darwin's
Doubt".
Larry Moran ritorna ancora a commentare
("Darwin's Doubt: The Genes Tell the
Story?") nel suo blog Sandwalk il libro scritto da Stephen
Meyer a sostegno del neocreazionismo propagandato dal Discovery
Institute.
Sostiene che l'obiettivo principale dell'ID non sia affatto di proporre
alternative (che nemmeno cerca) ma si accontenta di approfittare della
complessità di una scienza i cui metodi ed obiettivi oggettivamente trovano
una qualche difficoltà a farsi capire da chi non ci lavora per una vita.
Ormai viviamo in un mondo in cui la specializzazione è un pregio ma anche una
necessità; è terribile che qualcuno ne approfitti per ricondurre ad una
semplice e rilassante interpretazione di una creazione divina che sarebbe
avvenuta circa 500 milioni di anni fa, coinvolgente le poche specie animali
che uno riesce a vedere, conoscere e memorizzare.
Il libro molto semplicemente mette in dubbio, e non è certo difficile
mescolare e confondere le idee presentando solo parte dell'enorme quantità di
conoscenze attuali.
L.Moran alla fine quasi si arrende di fronte a problemi che conosce poco (non
c'erano biochimici nel Cambriano) e di fronte alla furbizia di chi riesce a
rimescolare e riordinare per i suoi obiettivi una conoscenza di fatti ottenuta
solo grazie al lavoro di migliaia di ricercatori. E’ deprimente vedere come
si usano gratuitamente e abilmente le informazioni raccolte dagli scienziati
... per dimostrare il contrario di quanto hanno dimostrato ...
E ovviamente qualcosa deve essere ignorato: il processo evolutivo che ha
prodotto tutti gli esseri viventi, presenti ma soprattutto passati, è ormai
confermato dalla genetica più che dalla paleontologia.
Non per niente ormai anche i papi sono d'accordo (certamente almeno dal 2004)
dell'origine comune degli esseri viventi, che è anche una necessaria
conseguenza della smentita della generazione spontanea, ripetutamente negata
negli ultimi secoli, anche grazie al geniale Lazzaro Spallanzani
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5/9/13-USA
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C.Zimmer commenta la ricerca preventiva di virus
nei mammiferi.
Un articolo di C.Zimmer sul NYT ("A Catalog for All the World’s Viruses?")
riprende le premesse, le motivazioni e le proposte comparse il 3/9 in un
articolo su "The scientist"
("How
Many Mammalian Viruses?"), che intravede una possibile strategia
innovativa dietro ad una ricerca
appena conclusasi su tutti i virus presenti in una specie di pipistrello,
l'Indian flying fox.
La ricerca è stata svolta da Peter Daszak
di EcoHealth Alliance e Simon Anthony
della Columbia University, e ha identificato circa 55 virus (di cui 50
nuovi!) di 9 diverse famiglie su 2000 campioni di materiale biologico di
questa specie.
La speranza è di poter contrastare meglio, con una conoscenza maggiore
rispetto all'ignoranza attuale, i virus che possono arrivare da altre specie
di mammiferi; non si vorrebbe essere indifesi come si è stati in occasioni di
recenti incontri ravvicinati con virus che non si conoscevano, come la SARS e
la recentissima MERS.
La nuova strategia crea comunque qualche perplessità, viste le dimensioni del
problema: ci sono circa 5500 specie di mammiferi!
Un altro bravo scrittore scientifico, David
Quanmen ha dimostrato di condividere l'interesse di Carl Zimmer,
avendo già scritto il libro Spillover.
D.Quanmen aveva già scritto anche un
altro libro scientifico di successo su Darwin ("The
Reluctant Mr. Darwin")
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Nuove (e vecchissime) dichiarazioni a supporto
dell’evoluzione
[da NCSE]
Glenn Branch racconta (“The
Unheard Voice for Evolution”) degli ultimi risultati della sua caccia a
documenti a sostegno dell’attuale teoria dell’evoluzione (e quindi del fatto
stesso dell’evoluzione biologica, che non sarebbe comprensibile se si
tornasse alla teoria di Lamarck – smentita - o alle verità bibliche - per
definizione indimostrabili -, le uniche alternative oggi accettabili in
occidente).
Questi documenti, in gran parte recenti, vengono pubblicati nel volume Voices for Evolution; viene
continuamente aggiornato e quello attuale è del 2008, disponibile anche in
PDF. Contiene dichiarazioni in favore dell’evoluzione come fatto o
dichiarazioni in favore dei meccanismi che la spiegano. Molte delle
dichiarazioni delle organizzazioni religiose (ci sono anche un paio di
dichiarazioni di GP2: 1981 e 1996) sono in genere più chiare nella parte che
riguarda l’evoluzione come fatto. Manca la dichiarazione del 2004
firmata dal card.Ratzinger, che sostiene l’origine comune degli esseri
viventi, negando la “baraminologia”
di Scherer (1993)
che piace tanto ai [neo]creazionisti dell’ID USA.
Glenn Branch riferisce della recente scoperta anche di alcuni vecchi
documenti, ormai di interesse soprattutto storico, ma interessanti, come uno
della National
Academy of Sciences del 1923 (il processo Scopes è del 1925).
Fra i commenti al post si trova il link ad una pagina web del dipartimento di
biologia della Baylor
University (“a
private Christian university and a nationally ranked research institution”); vista la premessa sul ruolo della ricerca, il
loro “Statement about evolution” è prevedibile: "Evolution, a foundational principle of modern biology,
is supported by overwhelming scientific evidence and is accepted by the vast
majority of scientists. Because it is fundamental to the understanding of
modern biology, the faculty in the Biology Department at Baylor University,
Waco, TX, teach evolution throughout the biology curriculum. We are in
accordance with the American Association for Advancement of Science's
statement on evolution. We are a science department, so we do not teach
alternative hypotheses or philosophically deduced theories that cannot be
tested rigorously".
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5/9/13-CA
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Una nuova recensione all’ultimo tentativo dei
[neo]creazionisti di negare l’evoluzione.
Il biochimico Larry Moran risponde senza perdere troppo tempo dal suo
blog Sandwalk (“Darwin's
Doubt: A Synopsis”) ad un sollecito del Discovery Institute a
commentare/criticare l’ultimo libro del loro “esperto” Stephen Meyer,
“Darwin’s doubt” (un libro che negli USA ha avuto un buon successo, e
in cui si fa capire che hanno qualche dubbio sull’evoluzione stessa, più che
sulla imprecisa spiegazione di Darwin, ormai ripetutamente aggiornata; nel
sito canadese di Amazon è comunque inserito nella sezione di scienza e
religione o di religione e spiritualità) [Forse nel sito di Evoluzione
Scientifica non sono aggiornati e rischiano una certa incoerenza se lo
difendono con tanto calore].
Dopo aver spiegato che un biochimico non è la persona più competente su quel
che è avvenuto nel Cambiano, e aver consigliato di leggere commenti più
qualificati, come le due di Nick Matzke citate in post in Panda's Thumb
“Slaying
Meyer’s Hopeless Monster” (Meyer’s
Hopeless Monster, Part II" e "Luskin’s
Hopeless Monster 1") e “Darwin’s
Doubt – A Review” che si prospetta come la recensione più dettagliata, fa
capire che certo l’origine della biodiversità iniziale degli animali è un
momento importante, ma è solo un momento.
Molto piccolo rispetto all’enorme processo evolutivo che fluisce attorno,
come si vede dall’immagine in cui un circoletto
localizza solo gli animali e solo quelli del Cambiano di cui si è
occupato il libro. L.Moran invita a riflettere sull’insufficienza dei dubbi
che eventualmente si possono avere su un momento molto limitato del processo
evolutivo.
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4/9/13-UK
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Evoluzione convergente delle proteine in mammiferi
con strutture per l'ecolocazione
Anche Nature si occupa oggi della macroevoluzione, con un
contributo che viene anche da un ben noto ambiente di ricerca che sappiamo
ospita e forma molti evoluzionisti, in via Olgettina a Milano (“Genome-wide
signatures of convergent evolution in echolocating mammals”). L’articolo
evidenzia una convergenza nella sequenza di particolari proteine in mammiferi
con strutture che permettono l’ecolocazione, anche se
di taxa diversi.
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4/9/13-USA
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Esiste una cura per la sindrome di Down murina?
Oggi è stato pubblicato su Science Translational Medicine un articolo
(“Hedgehog Agonist
Therapy Corrects Structural and Cognitive Deficits in a Down Syndrome Mouse
Model”) su una scoperta,
ovviamente ancora da confermare (non basta certo pubblicare su una rivista peer-review)
ma soprattutto da trasferire poi dalla sperimentazione animale all’uomo
(sperando che anche in questo caso non ci siano incompatibilità) di una
possibile terapia alla sindrome di Down murina (sì, è presente anche nei
topi, pur coinvolgendo un altro cromosoma). Roger
H. Reeves ha già vinto un Lejeune award per le sue ricerche sulla
trisomia 21.
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La peer-review sopravviverà ai tribunali USA?
Un post (“Science
on Trial?”) rischia di sollevare qualche dubbio sulla possibilità che
alcuni aspetti del lavoro dei ricercatori possa trovare soluzioni diverse nei
tribunali.
Si racconta del primo risultato (una condanna) di un tentativo di impedire
per via giudiziaria la pubblicazione dei risultati di un’analisi di
laboratorio che indica la presenza di attività estrogenica in un prodotto, il
tritan,
commercializzato dalla Eastman Chemical come plastica priva di BPA
(bisfenolo A) e quindi utilizzabile anche per la produzione di biberon per
neonati.
Il Canada ha bandito il BPA fin dal 2008, mentre in Europa le plastiche prive
di BPA sono obbligatorie secondo scadenze nazionali che sono state decise nel
2010.
I risultati erano stati ottenuti da due ditte create da un chimico
universitario di Austin con un test di laboratorio considerato come standard
fin dagli anni ’80, che verifica gli effetti citotossici del BPA sulla linea cellulare MCF-7.
La Eastman Chemical ha
vinto il primo processo, mettendo in dubbio i risultati delle analisi –
che mostrano attività estrogenica - fatte senza permesso su un loro prodotto
utilizzato anche per biberon per neonati; ciò apre prospettive preoccupanti
se non inquietanti, anche per il futuro dell’uso dei test in vitro: dovremo
tornare ai test su animali da laboratorio?
Di questa storia non ancora conclusa (si spera) si era scritto su Inside
Higher edu (“Impure
Plastic?”) l’8/7/13 e su The Washington Spectator l’1/6/13 (“Silencing Science: What You May Never
Know about Plastic Baby Bottles“) e l’1/9/13 (“Science on trial?”).
In attesa dell’appello ci si aspetta una maggior prudenza nella realizzazione
di verifiche indipendenti della qualità dei prodotti … e comunque viene il
dubbio che i titoli usati non siano affatto troppo allarmisti.
Viene comunque il dubbio che si voglia sostituire
così il metodo scientifico: “There is a
judge: an appointed or elected lawyer who interprets the law. And there is a jury:
randomly selected citizens who interpret the facts”. C’è di che preoccuparsi “Courts are not well-suited to deal with scientific
questions!”
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4/9/13-UK
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Il Carnevale dell’evoluzione USA di settembre
Il blog EvoAnth di Adam Benton, studente dell’ottima scuola
di Evolutionary
Anthropology di Liverpool, ospita l’edizione di settembre del Carnevale
dell’Evoluzione, un’iniziativa che propone una serie di post, pubblicati
in diversi blog (che così possono essere esplorati e valutati), dedicati ad
argomenti diversi ma di interesse evolutivo. Visto il centenario, un paio di
questi post (“Darwin
did not cheat Wallace out of his rightful place in history” e “Darwin
and Wallace at Burlington House“riguardano i rapporti fra le scoperte e
le ipotesi di Darwin e Wallace. Non manca la presenza di Carl Zimmer,
con un paio di post, fra cui l’intrigante “What
Good Is Half A Sucker?”, né mancano post (“The
recreation of creationism; a sporting event” di Anne Buchanan) che aiutano a interrogarsi sul mistero
della costante presenza negli USA dei creazionisti nonostante non
contribuiscano, forse intenzionalmente, a ridurre le aree dell’ignoranza e
del mistero.
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L’avviso pubblicitario più masochista mai diffuso?
Sul creazionismo!
In quest’ultimo post dell’antropologa A.Buchanan si viene a conoscere
che nel blog di un insegnante di scienze USA (“The Skeptical Teacher”)
c’è un post del 17/8 con una notizia, assolutamente prevedibile ma comunque
attesa da tempo: uno dei massimi esponenti dei creazionisti biblici USA, Ken Ham di Answer in Genesis, ha ammesso che non serve la
ragione per essere creazionisti biblici convinti e negare l’evoluzione (e
dopo aver ascoltato e visto le tre serate
informative preparate da S.Bertolini ognuno lo può confermare anche senza
aspettare che venga anche nel suo paese).
C’è un’unica prova, unica ma sufficiente: “We have solid proof in our
hands that evolution is a lie: the Bible. You see, we can’t depend solely on
our reasoning ability to convince skeptics. We present the evidence
and do the best we can to convince people the truth of God by always pointing
them to the Bible”. Chi magari si incuriosiva del fatto che i creazionisti
continuassero a citare gli atei più che gli evoluzionisti, ora finalmente ne
capisce il motivo: non interessa affatto che si chiariscano gli aspetti
scientifici del problema.
Qui un video presenta e commenta quello che viene definito “l’avviso pubblicitario più masochista mai diffuso”.
“Hilarious Creationist
Radio Ad Explains Why Evolution Is False“.
In alcuni siti web c’è ilarità e soddisfazione per la conferma
di quel che si sapeva (“Creationism Advocate Admits That
Science Proves Evolution, But Says We Should Believe The Bible Anyway (VIDEO)”); in altri invece sconcerto per la conferma di
quel che si negava: nel sito LutheranScience
non l’hanno presa bene: “Ham’s post is
being used to imply that evolution is reasonable and therefore creationism
must be unreasonable… Perhaps
in making his comments Mr.Ham might have in mind the fact that many people
do not listen to reason. Some people can actually close their minds to
reasonable arguments”. [Questo concetto delle closed
minds dovrebbero però spiegarlo meglio …].
Immagino che il gruppetto di creazionisti biblici selezionati presenti in Evoluzione
Scientifica non abbia preso bene questa notizia, anche se avranno
finalmente capito anche loro il motivo razionale per cui sono stati perfino
inseriti nel comitato scientifico di un gruppo che si occupa di evoluzione
biologica, un argomento che non conoscono: per le loro ottima conoscenza dei
primi versetti della Genesi!
In un caso la competenza è certificata anche da una laurea in studi biblici e
da approfondimenti specifici (con
pubblicazioni) su Noè e la sua arca.
Che questa clamorosa ammissione di Ken Ham possa cambiare qualcosa nel
45% di creazionisti biblici USA non sembra probabile; anche all’ICR (Institute
of Creation Research) proprio oggi sospettano che il progettista non
abbia lasciato proprio nulla al caso: (“Did God Make Human Memory Malleable?”).
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3/9/13-USA
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Un’indagine sui fattori che influenzano la
macroevoluzione
Un post su Gaianews (“Continua
la ricerca delle basi genetiche della speciazione”) attira l’attenzione
su un articolo di D.L. Rabosky e D.R. Matute comparso
oggi su PNAS (“Macroevolutionary
speciation rates are decoupled from the evolution of intrinsic reproductive
isolation in Drosophila and birds”). L’articolo ha attirato anche
l’attenzione dei [neo]creazionisti del Discovery Institute, che in un
post si augurano che l’isolamento geografico scoperto anche da Wallace
non abbia conseguenze (“New
species do not result from keeping animals apart”).
Curioso l’intervento di un lettore che si definisce evoluzionista teista e
che sostiene che “Anyone who accepts natural
selection is a Darwinist. Nature does not select”. Ovviamente suscita una discussione,
e gli chiedono incuriositi quale miglior nome propone per meccanismi come
quelli ben dimostrati dai batteri che sopravvivono in culture con
antibiotici.
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Dibattito sull’educazione scientifica sul NYT
Sempre oggi sul NYT c’è una discussione, stimolata dalla redazione
scientifica con una domanda a 19 persone coinvolte su un tema cruciale: “Ideas
for Improving Science Education”.
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Eugene Scott va in pensone dopo 27 anni alla
direzione del NCSE
Il New York Times pubblica oggi un articolo (“Standard-Bearer
in Evolution Fight”) sull’antropologa Eugene Scott; oggi
67enne, a fine anno andrà in pensione dopo esser stata per 27 anni direttrice
del NCSE (National Center for Science
Education).
Il suo interesse per i creazionisti e per i danni che facevano alla cultura
scientifica di un paese impegnatissimo nella conquista del mondo e della
natura, iniziò nel 1974, quando partecipò ad un dibattito fra un collega,
James Gavan, e il simpatico creazionista biblico Douane Gish, una
figura ormai storica, scomparsa proprio qualche mese fa.
Da allora iniziò il suo impegno, che poi continuò anche nel NCSE,“creato” nel
1983 per ridurre gli effetti devastanti del creazionismo sulla formazione
scientifica nella scuole statunitensi. L’NCSE intervenne anche nei tribunali
e nei parlamenti dei vari stati in cui i creazionisti cercavano, , grazie al
contributo di politici più interessati alla religione che alla scienza, di
ottenere le condizioni migliori per ridurre l’insegnamento di argomenti (che
i creazionisti USA ritengono da tempo “pericolosi”, come l’evoluzione, il
tempo profondo e il cambiamento climatico,).
Sicuramente i maggiori successi sono stati ottenuti dal NCSE nei tribunali,
anche grazie alla collaborazione che otteneva anche da famosi scienziati
amici come F.Collins, F.Ayala e K.Miller, provenienti anche dal mondo cattolico e
pèrotestante USA.
Particolarmente pesante per i creazionisti (oltre al conto da un milione di
dollari) è stata soprattutto la condanna da parte del giudice conservatore J.Jones al processo di Harrisburg/Dover. Lo stesso giudice si
era accorto subito dell’assurdità di voler contestare la scienza senza
svolgere ricerche che dimostrassero sperimentalmente la possibilità e la
validità di ipotesi alternative migliori; anche il giudice si stupì infatti
della “breathtaking inanity” (abissale inconsistenza?) degli argomenti
creazionisti, di cui qui ci sono alcuni esempi
tratti dagli atti del
processo, molto istruttivi.
Ovviamente l’articolo contiene una parte deprimente, che inizia quando Eugene
Scott ricorda che molti le chiedono perché ci sia ancora il problema del
creazionismo, nonostante l’impegno del NCSE. Sono certo situazioni diverse, peggiori
di quella italiana o europea, dato che negli USA i creazionisti
“biblici” (o “della terra giovane”) sono circa il 45%; una situazione
drammatica (sembra che solo la Turchia sia in una situazione peggiore)
probabilmente influenzata anche dal fatto che la Scott stima che gli
insegnanti di scienze creazionisti siano il 20/25%.
Secondo la Scott bisogna essere almeno soddisfatti che oggi negli USA i libri
di testo parlano dell’evoluzione e che i creazionisti sono sulla difensiva
nonostante le buone
disponibilità finanziarie.
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3/9/13-IT
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Lella Costa a Seriate interpreta Preghiera
Darwiniana
Questa sera a Seriate, in provincia di Bergamo, inizierà l'8ª
edizione di «Fiato ai
libri», Festival di letture dedicata alla lettura di libri. Qui nel programma
si scopre che questa sera si inizierà molto bene, con Lella Costa, che al
Cineteatro “Gavazzeni” (Via G. Marconi, 41, Seriate) reciterà il monologo PREGHIERA DARWINIANA, scritto da Michele Luzzatto
(Raffaello Cortina Editore): “Questo toccante
monologo si immagina un dialogo tra Charles Darwin e Dio. Infatti chi si
sceglierebbe come interlocutore un Signore davvero sottile, se non una
creatura libera e coraggiosa come Darwin? Il naturalista inglese è messo in
parallelo con due personaggi biblici come Giacobbe e Giobbe in uno spettacolo
incalzante ed ironico che arriva a dirci che chi si scaglia contro Darwin
finisce col trovarsi distante da Dio”
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1/9/13-ITA
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Documento di Sibiu (2007), questioni bioetiche
negoziabili e ruolo della donna
Come si sa, ci sono migliaia
di religioni nel mondo.
E lavorano; aggiornando e modificando le loro opinioni, le loro verità e le
loro etiche. C’è un’evoluzione del pensiero e anche le verità si possono
discutere; il mondo ora è più piccolo e oggi le religioni – anche quelle
cristiane - inevitabilmente competono e dialogano fra di loro, modificando
anche quelle che qualcuno pensava ingenuamente che fossero verità immutabili,
non discutibili.
E’ possibile che, anche grazie a queste interazioni, si attenui anche la
diffidenza e addirittura l’ostilità verso alcune scoperte scientifiche,
migliorando anche la vita a chi deve magari spiegare ai genitori quale
sarebbe l’enorme vantaggio per il figlio se iniziasse a studiare per
l’interrogazione in scienze.
Questo sarebbe più facile se si riuscisse ad evidenziare che dietro l’ostilità
verso la scienza si nasconde a volte anche una paura, una diffidenza e magari
anche un’ostilità verso l’autonomia e la valorizzazione delle donne, a cui un
tempo molte religioni attribuivano un ruolo subordinato se non addirittura
penalizzato.
Ci sono occasioni in cui alcuni meccanismi e alcune interazioni si
manifestano in modo più evidente.
Mi riferisco ad alcune reazioni alla nomina a senatore a vita della
ricercatrice Elena Cattaneo; relativamente giovane ma con un’ottima
esperienza internazionale associata ad un costante interesse verso lo
sviluppo o almeno la sopravvivenza anche in Italia della ricerca in uno dei
settori di punta a livello internazionale.
E’ infatti tornata a far ricerca in Italia e ha ripetutamente dimostrato di
impegnarsi per realizzare le condizioni politiche e culturali necessarie per
renderla possibile anche in Italia, come è giusto che sia per un’impresa
senza confini politici, religiosi e culturali come è appunto lo sviluppo
della conoscenza scientifica.
E’ rilevante che non accetti che si possa svolgere ricerca scientifica solo in paesi in cui oltre alle condizioni
economiche favorevoli alla ricerca siano presenti le condizioni culturali che
promuovano la scienza e l’innovazione e manchino impropri condizionamenti religiosi.
L’articolo su comparso il 30/8/13 su Libero ne è un buon esempio;
oltre alle altre osservazioni poco pertinenti e pretestuose (soprattutto in
un momento in cui ci si fida perfino di un presidente del consiglio è più
giovane di lei), c’è un riferimento alla profonda preoccupazione della
Cattaneo, una ricercatrice in piena attività e che ha scelto e dimostrato di
impegnarsi anche al di fuori dei laboratori per potenziare la ricerca in
Italia, con un riferimento all’etica (“è stata
protagonista di numerose polemiche sulla bioetica, quasi sempre contro i
cattolici”).
L’accenno polemico alla bioetica e alle opinioni dei cattolici rende
necessario ricordare come sia ben possibile – ed è avvenuto - che alcune
questioni di base della bioetica si possano discutere e che le opinioni dei
cattolici si possano anche modificare.
Si può ricordare la
storia di come nel documento conclusivo del 3’meeting di tutte le
religioni cristiane europee tenutosi a Sibiu nel 2007 (EEA3) il card.Kasper, che guidava la
delegazione cattolica, abbia accettato di eliminare dal documento
finale - che era stato votato e approvato - la frase
(riportata nella nota 1) in cui si indicava con precisione quale fosse il
momento da considerare come inizio e fine di ogni vita umana.
In realtà quella frase (letta, ma non scritta nel documento in votazione) era
stata incomprensibilmente aggiunta all’ultimo momento, durante un’assemblea
finale forse un po’ tumultuosa.
Il documento finale è poi comparso ufficialmente solo qualche mese dopo, ma
la frase “dal concepimento alla morte naturale”
non era presente e non è poi più ricomparsa, dimostrando di essere un principio
negoziabile.
Qui altri commenti (ADISTA,
Il
Regno, La Fedeltà,
SIR,
R.Vaticana1,
R.Vaticana2,
Zenit)
Quanto avvenuto a Sibiu (un convegno ecumenico iniziato
già male per alcune delegittimazioni indirizzate qualche settimana prima
a protestanti e ortodossi – “c’è
un'unica vera chiesa cristiana…”) dimostra che anche la questione
dell’inizio della vita si possa discutere e quindi risolvere in modo diverso.
Se può avvenire in un contesto religioso “vivace” ma senza dimostrazioni,
potrebbe avvenire anche quando si discute del modo migliore di far ricerca
biomedica sulle cellule staminali.
Il ragionamento si conclude con una dimostrazione che il ruolo non
subordinato della donna possa produrre dei vantaggi in molte religioni e
culture: è la foto della cerimonia finale del meeting
ecumenico di Sibiu, dove si vedono i quattro
organizzatori impegnati, con la pala in mano, a piantare un albero.
Non c’è molto da stupirsi se ci sono stati dissensi fra cattolici e ortodossi
da una parte e protestanti dall’altra sulla questione dell’inizio della vita,
che coinvolge, a volte in modo drammatico, le donne …; è molto probabile che
il vescovo luterano di Hannover Margot Käßmann
conoscesse e capisse meglio la situazione.
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Documento di Sibiu e appello contro il
riscaldamento globale
C’è comunque da ricordare come il documento
finale dell’EEA3 di Sibiu si
è caratterizzato però soprattutto per la preoccupazione per l’ambiente e per
la minaccia che deriva dal riscaldamento globale.
Ne sono derivate numerose
raccomandazioni e un invito a mobilitarsi, fatto proprio anche dall’European Christian Environmental Network, a “equip
Christians for practical and political action ensuring that the earth’s
capacity rather than economic development takes priority” e a “encourage their members and the wider community to
practice excellence in eco-management and substantially reduce their carbon
footprint”. “Global climate change
is one of the greatest threats for the present and for future generations.
Without a change of mind and heart, technological solutions or political
negotiations to protect the climate will not achieve their goals”.
L’urgenza sembrava richiedesse un intervento “ambientale” immediato,
tanto è vero che poco dopo il patriarca ortodosso e il presidente europeo
Barroso, che era ospite di questo meeting etico europeo, hanno preso l’aereo
e si sono precipitati in Groenlandia a fermare il riscaldamento globale
(così almeno titola l’ABC: “Prayer to end
climate change”).
L’occasione era un simposio
interconfessionale su “Arctic Mirror of Life”, e nel sottotitolo si
allargava la collaborazione anche alla scienza: “RELIGION, SCIENCE AND THE ENVIRONMENT”.
Sulla nave polare Fram davanti all’Illulissat
Icefjord (“the largest glacier in
Greenland that is bearing the brunt of global warming”) c’erano
già ad attenderli autorevoli rappresentanti dell’ebraismo e dell’islamismo, e
il cardinale McCarrick, giunto da Washington in rappresentanza del
papa. Tutti comunque sono stati raggiunti anche da un messaggio in video del
papa.
Per chi dubitasse, su YouTube c’è un video della BBC dalla nave
Fram.
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31/8/13-IT
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Grande festa. Wallace Day al congresso della SIBE
a Trento
Si è (giustamente) concluso con un Wallace
Day pubblico il congresso della
Società
Italiana di Biologia Evoluzionista. Il 7 novembre prossimo ricorrerà infatti il
centenario dalla morte di questo naturalista che ha avuto intuizioni simili a
quelle di Darwin.
Il convegno si è tenuto nella nuovissima e prestigiosa sede del MUSE, il
museo di scienze naturali di Trento, progettato da Renzo Piano.
Cos'è successo?
"Dalle 16 alle 19 al MUSE è oggi
previsto un pomeriggio interamente dedicato all’evoluzione. Distribuiti tra i
vari piani del nuovo museo delle scienze, 18 evoluzionisti intratterranno il
pubblico presente nel museo con lezioni-flash, attività interattive,
spettacoli divertenti e giochi evoluzionistici per bambini. Perché
l’evoluzione può essere davvero alla portata di tutti".
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31/8/13-USA
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Creazionisti e citazioni selettive sulla
biogeografia
Oggi nel blog Panda’s Thumb si fa pubblicità (“Casey’s still beavering away”)
al blog di un docente di scienze delle superiori del Kansas, Jeremy Mohn,
che si dedica a svelare le truffe dei creazionisti.
J.Mohn oggi in un post (“The Dispersal of Doubt: Biogeography,
Convenient Omission, and Selective Quotation”)
svela i trucchi usati da un “esperto” dell’ID, Casey Luskin, in un suo post critico
verso l’ipotesi della colonizzazione del sudamerica da parte di primati
africani che si sarebbero spostati grazie a zattere naturali dopo la
separazione delle zolle continentali dovuta alla deriva dei continenti.
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Carl Zimmer sulla recente scoperta del microbioma
fetale
Come si sa, ci sono migliaia di ricercatori nel mondo.
E lavorano, ricercando e ampliando continuamente i confini della conoscenza
umana.
Se si controlla Google Scholar,
conviene sempre inserire numerose parole chiave per non avere come risposta
qualche milione di voci bibliografiche da consultare. C’è chi si arrabbia
quando si accorge che la sua “enciclopedicità” è minacciata da troppi ricercatori
troppo curiosi e che continuano a pubblicare novità sperimentali e verifiche
sperimentali.
Mi è piaciuto notare su un blog lo stupore di un dilettante nello scoprire
che una ricerca fatta usando alcune parole chiave che gli erano state
consigliate indicava che c’erano 6 milioni di pubblicazioni al riguardo. Non
aveva comunque esplicitato o magari elencato quali fossero le riflessioni
successive allo stupore.
Potrebbero essere tante e diverse, a cominciare dal dubbio che con tutti
questi ricercatori è prevedibile che ci possano essere [molto] spesso
scoperte scientifiche. Ma anche che queste possano essere fatte e capite solo
da qualcuno che conosce e segue un ambito ristretto della ricerca, per cui
non è ormai più il momento di Artistotele o di altri che vorrebbero leggere,
capire e magari spiegare tutto.
Cambiare idea sulla base delle nuove scoperte è comunque inevitabile e
coinvolge chiunque per qualche motivo segua qualsiasi disciplina scientifica.
Certo avviene anche ai giornalisti…
Carl Zimmer sul New York Times del 29/8 (“Human Microbiome May Be Seeded Before Birth”)
informa di aver dato due anni fa, in un’intervista alla radio,
un’informazione errata su una questione non da poco, quella della sterilità
degli organi interni e in particolare dell’intestino di un feto.
Fino a qualche anno fa si riteneva che i feti fossero sterili e che le
migliaia di miliardi di batteri con cui conviviamo cominciassero ad occuparci
dal momento della nascita, al momento del passaggio del pupo dal canale del
parto.
Ora nessuno crede più seriamente a questo che fino a pochi anni fa nessuno
metteva in dubbio.
Immagino che questa ed altre notizie non facciano molto piacere a quei
poveretti che dovrebbero trasmettere ai giovani un sapere scientifico. Non
c’è dubbio che, anche se svolgessero seriamente il loro lavoro, le
probabilità di trasmettere una formazione aggiornata sia davvero limitata; e
questo anche se la scuola durasse qualche decennio di più.
La specializzazione è inevitabile, e la formazione deve concentrarsi su una
conoscenza minima di base, ma soprattutto cercare di fornire gli strumenti
che permettono la comprensione dei risultati della ricerca e ma anche la
capacità di riconoscere le incoerenze, in modo da facilitare l’aggiornamento
continuo delle conoscenza del mondo in cui per qualche decennio siamo
immersi, e la capacità di immaginare come si possa lasciare qualcosa anche
alle nuove generazioni.
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30/8/13-UK
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Come si sa, è l’anno del centenario della morte di Alfred
Wallace, che scoprì insieme a Charles Darwin che la selezione
naturale è un meccanismo complesso che permette di spiegare l'evoluzione
biologica; anche se non è da sola - e l'"inventore" della
biogeografia aveva ovviamente ben chiaro il ruolo dei fattori non biologici.
Taylor
& Francis Online, una casa editrice di riviste zoologiche, ha
deciso di fare un regalo a chi vuole approfondire personalmente il pensiero di Wallace: "offering free access to a number of Wallace's papers,
which were published in Journal of Natural History in the mid-19th Century. The artices include his eminent paper on "Sarawak Law" (1855), in which he wrote about evolution for
the first time. Articles on Bird Studies (1851-57), The Study of Orang-utans
(1856), and others from Natural History of the Arun Islands to Monkeys of the
Amazon. View the collection of articles for free: http://explore.tandfonline.com/content/est/wallace-100.
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30/8/13-IT
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E' stata davvero coraggiosa e originale la decisione
del presidente Napolitano di nominare oggi senatori a vita non
pensionandi dalla politica, ma 4 italiani ben conosciuti nel mondo che hanno
ben rappresentato il nostro paese con il loro contributo alla scienza e alla
cultura.
Fra di loro la meno nota al pubblico italiano (quindi ci si deve davvero
preoccupare di come e perché altre persone invece riescono perfino a
diventare famose....) è una laureata in farmacia, Elena Cattaneo,
Accademica dei Lincei e ben conosciuta solo nell'ambito della ricerca
biomedica (Berlusconi ne aveva comunque sentito parlare dopo che aveva fatto
approvare, quand'era presidente del consiglio, una legge che toglieva esplicitamente le sue ricerche sulle cellule staminali
da quelle finanziabili). C'è poi Carlo Rubbia un fisico ben noto,
premio Nobel e Accademico della Scienza Pontificio oltre che Accademico dei
Lincei; e poi l'architetto Renzo Piano e il direttore d'orchestra Claudio
Abbado.
E' stato un tentativo, oggi davvero necessario per la sopravvivenza del buon
nome dell’Italia, di far notare all'estero che abbiamo e sappiamo riconoscere
e rispettare anche italiani che sanno maneggiare bene la scienza e la
cultura, e soprattutto italiani che si impegnano per migliorare l’Italia e il
mondo, per il bene di tutti.
La prima reazione sembra sia di Elena Cattaneo, che
evidentemente si rende conto di ritrovarsi nel ruolo che fu fino a poco tempo
fa di Rita Levi Montalcini ("E'
un grande onore per la scienza e l'università italiana, e per tutti coloro
che si sono impegnati per la ricerca dentro e fuori i laboratori").
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29/8/13-CA
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Interessante il post ("Richard Lenski's Classic Papers: Luria and
Delbrück, 1943") che compare oggi nel blog del biochimico Larry
Moran; fa notare che Richard Lenski, dell'Università del Michigan,
ha iniziato a raccontare nel suo blog Telliamed Revisited il
contenuto degli articoli più rilevanti nella costruzione dell'attuale
conoscenza delle scienze biologiche.
Come nessuno può mettere in dubbio, la biologia è scienza sperimentale e
quindi procede grazie a nuove conoscenze ottenute ricercando e sperimentando,
sia in laboratorio che in natura.
Così avviene da sempre, ma purtroppo l'eccezionale accumularsi di conoscenze
tende a far dimenticare anche agli attuali biologi i primi e fondamentali
lavori pionieristici che hanno preceduto e seguito la scoperta della
struttura del DNA nel 1953.
Il primo articolo commentato da Lenski
è del 1943 e coinvolge anche un "genio italico" che ha trovato
fortuna in un paese che allora poteva permettersi di investire nella ricerca:
Luria, S. E., and Delbrück,
M. 1943. Mutations of bacteria from virus
sensitivity to virus resistance. Genetics 28,
491–511.
Come gli evoluzionisti sanno, l'articolo spazzò via l'eredità lamarckiana
dalla microbiologia, aprendo la strada ad un'accelerazione incredibile della
ricerca in biologia molecolare: dimostrarono che le mutazioni che rendevano i
batteri resistenti ai virus non erano stimolate dai virus ma comparivano
prima del contatto con i virus.
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Sempre oggi L.Moran nel suo blog riferisce
("Core Misconcept: Epigenetics") della conclusione di un grave scivolone compiuto su
e da PNAS in febbraio, quando una giornalista scientifica pubblicò un
articolo ("Epigenetics") contenenti gravi
imprecisioni, che hanno poi costretto a pubblicare una precisazione di Mark
Ptashne in un successivo numero di PNAS ("Epigenetics: Core Misconcept"):
"over the past 50 years a compelling
answer has emerged from studies in a wide array of organisms. Curiously, the article ignores this body of
knowledge, and substitutes for it misguided musings presented as facts")..
Il post si conclude con un commento quasi nostalgico di L.Moran, che
in realtà è seriamente preoccupato delle carenze (forse obbligate
dall’esplosione delle conoscenze biologiche...) nella formazione dei
giovani biologi: "There was a time when
every molecular biology student knew how gene expression was controlled. They knew about the pioneering work in bacteria and
'phage and the exquisite details that were worked out in the '60s, '70s, and
'80s. That information has been lost in recent generations".
Questi giovani vengono quindi invitati a leggere il libro di M.Ptashne
"Genetic Switch: Phage Lambda Revisited".
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Sempre
oggi e sempre L.Moran racconta ("What Happens When a Creationist Argument Is Refuted?")
come si è conclusa la storia di un post ("A Simple Proposed Model For Function of the Human
Vitamin C GULO Pseudogene") su Evolution News & Views scritto
dal [neo]creazionista Jonathan McLatchie del Discovery Institute.
Avendo lui voluto dimostrare che il "DNA non codificante"
non esiste (nemmeno se è evidente la frammentazione
dell'informazione genetica contenuta in quello che nell’uomo è uno
pseudogene, un residuo di un gene che invece in altre specie è presente).
La conclusione è che nel post [neo]creazionista con grande onestà è stata
aggiunta la frase "Please see the article available at this link for an important
correction and revision to the argument entertained here". Si scopre
quindi che è vero che lo pseudogene non codifica e quindi non si può dire che
"some data suggest that vitamin C may in
fact be produced endogenously in utero". L’evoluzione con specie precedenti quindi
c’è stata; purtroppo in questo caso si è perso un gene con ruolo che avrebbe
potuto permettere di risparmiare qualcosa in farmacia o dal fruttivendolo.
Anche i [neo]creazionisti si adeguano e concordano.
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28/8/13-USA
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Un sito web USA (http://climatenamechange.org/)
raccoglie, con l’appoggio della compagnia pubblicitaria Barton
F. Graf 9000 (ma perché linkano video di simpatiche scimmiette nella loro homepage?) le firme per una petizione rivolta alla WMO (World
Metereological Organization) e promossa da 350 ACTION.
Si propone di smettere di dare nomi magari femminili ai tornado e alle
tempeste tropicali che colpiscono gli USA con sempre maggiore frequenza.
Secondo i proponenti sarebbe molto meglio associare a questi eventi
disastrosi i nomi di politici USA che si comportano come “deniers
& obstructionists” rispetto alle azioni necessarie per gestire
meglio i cambiamenti climatici. Twitter.
Mancano ancora solo circa 8000 delle 50000 firme che il gruppo che gestisce
il sito 350.org si
era proposto come obiettivo per fine novembre.
Fra i gruppi amici e partner di 350.org ci
sono anche gruppi internazionali come Greenpeace, Rainforest Action
Network, Friends of the Earth, il
Sierra
Club e perfino il World
Council of Churches e Interfaith Power & Light.
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27/8/13-UK
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Un articolo su Nature ("African genes tracked back")
invita a leggere i risultati di una ricerca ("Ancient
west Eurasian ancestry in southern and eastern Africa")
che evidenzierebbe il ritorno in Africa meridionale (1000 anni fa dopo essere
arrivate prima, circa 3000 anni fa, in Africa orientale) di popolazioni di Homo
sapiens originarie dell'Africa).
Un post di John Hawks "The genetic complexity of recent migration into
southern Africa" può essere di aiuto per capire l'articolo.
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27/8/13-USA
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Sul blog Panda’s Thumb un famoso biologo
evoluzionista ormai 70enne, Joe Felsenstein (allievo di Richard
Lewontin), a quei tempi liberale e impegnato nell’eliminare il razzismo e la
segregazione razziale dagli USA, ci
fa partecipi dei suoi ricordi di una giornata memorabile di 50 anni fa (“The March Remembered”):
il discorso di Martin Luther King “I have a dream” alla “March on Washington for jobs & Freedom”.
Questo commento di un insegnante è il migliore: “You were part of a social revolution that changed our
country for the better. My classroom this morning was filled with black,
white, Hispanic, Asian, and mixed race students. All sitting and laughing
together. Hopefully all learning about science together”.
In un altro commento si sottolinea come l’evoluzione culturale ci sia
stata, ma quella biologica non sia di aiuto nemmeno oggi in quel caldo parco
di Washington, che richiede sempre un presidio di pronto soccorso: “Evidently we can make progress eliminating racism, but
learning to stay properly hydrated is beyond us as a species”.
Anche Google si è ricordato della giornata e aiuta a prendere
coscienza di come gli Stati Uniti siano cambiati in 50 anni, avendo ridotto
anche se non eliminato uno dei maggiori vincoli culturali, il razzismo, che
ne frenava lo sviluppo economico e culturale.
Fra qualche anno capiremo invece come la Cina sia cambiata in 30 anni, dopo una rivoluzione
culturale che ha tolto ben più vincoli e freni che la legavano al passato,
impedendo quella sconcertante accelerazione dello sviluppo che la
caratterizza da un paio di decenni (e che negli USA evoca presagi di tempesta e sfide planetarie).
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27/8/13-ID
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Sarebbe assurdo e preoccupante che qualcuno
guardandolo evocasse un termine davvero improprio come “anello mancante”,
ma è comunque curioso e interessante un nuovo video, realizzato presso Ternate,
in Indonesia, che mostra l’andatura quadrupede osservata in una specie
di squalo recentemente identificata.
Da un vicino ufficio postale un po’ di tempo fa Alfred Wallace ebbe
l’idea, di cui non si pentì, di mandare nel panico Charles Darwin
informandolo di alcune importanti riflessioni sollecitate dall’osservazione
attenta della biodiversità presente in quegli arcipelaghi al confine fra Asia
e Australia.
Il video si può vedere qui su Vimeo (sito con molti
altri video naturalistici, ovviamente), meglio se con l’aiuto che
fornisce l’evoluzionista J.Coyne nel suo blog WhyEvolutionIsTrue
(“Bamboo shark walks the walk”) a riflettere sulle
connessioni fra le modalità di spostamento sul terreno di squali, coccodrilli
e quadrupedi terresti.
Se poi qualcuno non si accontentasse e volesse farsi un’idea diretta di come
sia possibile che ci siano località in cui la biodiversità già 150 anni fa
“costringeva” i naturalisti curiosi ad avere idee geniali, qui trova
l’indirizzo. Le fotografie ovviamente non sono mai
sufficienti, né a descrivere il carattere di una persona che non si conosce,
né a identificare le interazioni fra i milioni di organismi che vivono in una
foresta o in una baia tropicale … ma possono aiutare a capire meglio il
mondo, se si è trattenuti da impegni o vincoli in aree in cui già dai tempi
dei Neandertaliani non ci si preoccupa troppo della biodiversità.
L’interesse la biodiversità tropicale dovrebbe essere maggiore per chi avesse
qualche strano motivo per dubitare che Wallace – anche lui?- abbia sbagliato.
E’ devvero sconcertante, e immagino che C.Darwin sarebbe davvero invidioso, e
poco soddisfatto di fare il parafulmine per tutti e due … ma si può
verificare che nel web si trova una sola volta la frase "alfred russel wallace was wrong"
… (e il disinteresse coinvolge anche l’Italia); questo per dimostrare
come i critici di Darwin dimentichino il rilevante ruolo del coscopritore
dell’evoluzione per selezione naturale.
E' quindi assolutamente evidente che quello che i cosiddetti antidarwinisti
non sopportano non sono le ipotesi di Darwin e Wallace che permisero di eliminare
definitivamente alcune ipotesi indimostrate da Lamarck.
Cercano di lasciare senza ipotesi esplicative proprio l'evoluzione biologica,
per cui rimarrebbero in piedi, è evidente, solo le precedenti inaccettabili
ricostruzioni mitologiche. Ecco quindi che si capisce come la discussione
sull'evoluzione (scientifica, come no...) richieda la consulenza di esperti ... biblisti.
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26/8/13-USA
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Interessante un articolo pubblicato sull’ultimo
numero di PNAS. Il primo, realizzato da un gruppo di ricerca coordinato
da italiani (Pavia e Perugia), riguarda una nuova interpretazione,
utilizzando sequenze complete di DNA mitocondriale di popolazioni
nordamericane, delle diverse fasi migratorie che hanno caratterizzato il
recente popolamento del continente americano da parte dell’Homo sapiens:
“Reconciling migration models to the Americas
with the variation of North American native mitogenomes”. E’ stato
l’ultimo continente scoperto, ed è stato via via popolato completamente a
partire dallo stretto di Bering, raggiunto per la prima volta da popolazioni
asiatiche solo meno di 20000 anni fa, alla fine dell’ultima glaciazione.
L’articolo fa sospettare che anche l’ipotesi delle tre migrazioni (che
corrisponderebbero alle popolazioni Amerindiane, Na-Dene, e Eskimo–Aleutine)
risulterebbe insufficiente a spiegare tutta la variabilità identificata
soprattutto nel Nordamerica.
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Nel blog SLA si racconta che in Texas sta ricominciando la “Textbook Battle”.
Una legge del 2011 ha cambiato le modalità
di selezione dei testi, che non saranno più scelti definitivamente dalla
comissione nazionale, ma comunque si sa che le scelte dello stato che ordina
il maggior numero di libri di testo condizionano poi le scelte anche per gli
altri stati. E queste scelte di solito valgono poi per una decina di anni,
per cui i [neo]creazionisti si impegnano parecchio, come si vede da una discussione sul
film “The revisionaries”; è
un po’ noioso ma fa capire a che punto di masochismo culturale è arrivato il
creazionismo biblico USA; racconta la storia della precedente commissione,
diretta dal dentista Don McLeroy. Qui il giudizio, negativo, del Discovery Institute.
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25/8/13-USA
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L’NCSE (National Center for Science Education)
ha attivato qualche giorno fa un blog dedicato alla promozione della scienza,
il "Science League of America" blog.
Il sito del blog è qui, e riprende il nome di un’iniziativa
“proto-NCSE” attivata negli anni ’20 negli USA da Maynard Shipley,
autore di “The War on Modern Science: A Short History of the
Fundamentalist Attacks on Evolution and Modernism”
(1927) e “The Origin of Life and Darwin was Right” (1935).
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A proposito di blog che si occupano di evoluzione, a
qualcuno potrebbe interessare il blog “Confessions Of A (former) Young Earth Creationist”;
l’autore ha fatto recentemente la conoscenza con J.Coyne,
curioso di capire da Matthew, che ha vissuto queste incompatibilità,
perché e quanto i fatti e le spiegazioni naturalistiche infastidiscano profondamente
i creazionisti biblici, tuttora costretti a credere a eventi geologici e
biologici non molto più assurdi della terra piatta. In un momento in cui
anche in Italia si creano interazioni irrazionali fra creazionisti
addirittura eterogenei, questo blog può aiutare a capire come la situazione
non sia disperata e la ragione possa un giorno riuscire a manifestarsi,
separando almeno i diversi kind di creazionisti.
Il fatto di trovare in ES addirittura un biblista esperto di Noè, arca e
diluvio corrisponde a questa osservazione di Matthew a Jerry Coyne: “More than once on your blog you have stated that the
Christian story needs the first chapters of Genesis. This was my conclusion too. I tried hard to reconcile the rest of the
Bible with the fact that the garden of Eden is a myth, along with the flood,
the Tower of Babel and the exodus from Egypt. I could not do it. It was
really that simple—you take those away and the whole shebang collapses”.
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24/8/13-USA
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E' davvero coinvolgente un sito web interattivo
("The Serengeti Lion")
creato dal National Geographic.
Pur rimanendo sprofondati magari in una comoda poltrona, ci si trova a vivere
per una mezz'oretta in un angolo della savana africana, a pochi centimetri di
distanza da un gruppo di leoni intenti a sopravvivere.
E tutto ciò senza il rischio di prendersi un qualche parassita tropicale o di
contribuire alla sopravvivenza di queste belve carnivore (senza la possibilità
di vedersi riconoscere nè un coefficiente di invalidità né un'indennità di
accompagnamento).
Che il sito meriti un click - e magari anche un'altro click per informarsi in
un'agenzia di viaggi - lo suggerisce J.Coyne nel suo blog ("Serengeti lions: the best animal video-and-photo
site of the year") con un titolo accattivante.
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23/8/13-USA
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Sono sempre molto stimolanti i post nel blog di Carl
Zimmer (The Loom), che sa come destare e mantenere l'attenzione del
lettore con i suoi post su temi appassionanti e stimolanti soprattutto per la
curiosità dei giovani.
Un'ottima scelta ed è molto utile anche per gli insegnanti, che possono
trarne spunto per far capire la creatività spontanea del processo vitale in
cui siamo inseriti anche noi.
Il post di oggi ("And
the Genomes Keep Shrinking…") tocca il dato biologico intrigante delle
dimensioni del genoma (non dimentichiamo il test della cipolla proposto da Ryan Gregory) che rimane ancora in
parte da chiarire in tutti i suoi aspetti, come le dimensioni minime del
genoma di una specie.
Come sappiamo c'è la certezza che ci siano dei paradossi ancora da chiarire
sulle dimensioni del genoma, a cominciare dall'esistenza certa di una grande
quantità di DNA che non è destinata a produrre né proteine (nel caso
dell'uomo è circa il 2% il DNA che contiene sequenze utili
per costruire le circa 20000 proteine che ci servono) né
RNA.
Oggi Carl Zimmer informa sui record, che si abbassano continuamente,
delle dimensioni minime del genoma. Dopo un recente record (La Tremblaya con 139000 coppie di basi e
pure la collaborazione di un endosimbionte, la Moranella endobia),
oggi si trova un'altra specie con una quantità ancora minore di DNA (le 112000 paia di basi per 119 geni
della Nasuia deltocephalinicola). Che bestie sono? Sono batteri
parassiti, endosimbionti di cocciniglie, insetti che vivono sulle piante. Il
lungo post cerca di far capire il motivo per cui questi parassiti si
accontentano di pochi geni. Siete curiosi? Approfondite, tenendo presente che
l'Escherichia coli, un batterio che entra e esce tutti i giorni dal
nostro intestino, dove è di casa, ha 4100 geni nel suo DNA. I
ricercatori riescono a fare esperimenti invasivi sul DNA dei poveri E.coli,
e hanno scoperto che solo 302 di questi geni sono assolutamente
indispensabili.
Suggerisco anche di andare a vedere l'idea realizzata da un museo per far
capire come non sia facile per nessuno manifestare le sue idee sulla
biologia; soprattutto se non l'ha studiata ma anche se non ha provato ad
utilizzare quel che ha studiato per fare ricerca.
Chiunque, ma soprattutto un biblista, imparerebbe qualcosa di utile sulla biologia ammirando il libro esposto
nella mostra realizzata dai ricercatori di Leicester e presentata - video
compreso - in questo articolo della BBC: "Leicester scientists print human genome in 130
books".
La visione dei 130 volumi stampati mostrati a Leicester non ha sicuramente un effetto “rilassante”
(ci vorrebbero 95 anni per leggere i 3 e rotti miliardi di basi di ogni
genoma umano, ad una base al secondo) su chi volesse esprimersi ad esempio
sull'esistenza e il ruolo del “non coding DNA” o sull'esistenza e il
ruolo delle circa 100 nuove mutazioni che si aggiungono (rispetto
al genoma dei propri genitori, 70 mutazioni rispetto al DNA paterno e circa
30 mutazioni rispetto a quello materno) in ogni essere umano che nasce.
Alcuni [neo]creazionisti scettici non lo sanno, e spero non si facciano
problemi quando sapranno la verità; non è affatto vero che “La norma è la fedele riproduzione del
codice genetico della generazione parentale”.
I creazionisti biblici USA dell’ICR, più numerosi e attenti ma soprattutto
ben finanziati (con 13 milioni di $ è più facile fare tutto
meglio, anche il [neo]creazionista…), un anno fa si sono almeno accorti di
questa review (“Genetics: The rate of human mutation”)
fatta su Nature da A.Kondrashov; si sono quindi arrampicati
subito sui vetri e hanno spiegato perché questo nuovo dato non poteva che
confermare (scientificamente?) la vecchia idea che Adamo ed Eva fossero
vissuti 6000 anni fa.
Anche negli USA i soldi sono molto utili; servono a far credere che, anche se
esistono mutazioni dove non ci piacerebbe, il risultato comunque non cambia;
non si capisce perché per altri [neo]creazionisti anche 4.5 miliardi di anni
non bastino. Gia il prof.De Mattei sapeva che poche migliaia di anni fossero sufficienti per la vita; non si fidava infatti a lasciare troppo tempo
alla natura. Non voleva che imparasse ad evolvere.
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22/8/13_USA
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Un post su un blog di Scientific American
("Does My BMI Make Me Look Fat?")
invita chi tiene spesso sotto controllo la propria circonferenza addominale a
gettare un occhio sull'ultimo numero di Nature ("The Health Risk of Obesity—Better Metrics
Imperative").
Nell'articolo si manifesta il dubbio che si affronti con approcci inefficaci o imprecisi uno dei peggiori
rischi sanitari che oggi minacci l'umanità - ma soprattutto il mondo
occidentale, che rischia di essere "frenato" nella
competizione globale. E questo non solo perché non coltiva più i migliori
cervelli del mondo o perché tende a fornire troppe piacevoli distrazioni ai
propri giovani invece di stimolarli ad una vita faticosa.
L'articolo propone il sospetto che il Body Mass Index (BMI=Indice di Massa Corporea),
un facile strumento di stima dell'obesità che deriva dall'eccesso di tessuto
adiposo, non sia più sufficiente in una fase in cui l'obesità, già anche
quella giovanile, tende da tempo ad aumentare in alcune aree geografiche, a
partire dagli USA. Secondo l'articolo il BMI tenderebbe ad essere non
adeguato a indicare il rischio di un maggiore o minore rischio di conseguenze
patologiche o mortali in i soggetti con indice compresi fra 25 e 30, i valori
che delimitano l'area di sovrappeso.
Negli ultimi decenni soprattutto negli USA c'è stato un notevole aumento del
valore medio del BMI, con tantissimi soggetti in sovrappeso, oltre che con
una percentuale di obesi molto più alta che negli altri paesi
"occidentali". Sarebbe importante verificare se queste recenti
preoccupazioni sul significato del BMI magari siano specifiche solo della
situazione USA.
Gli autori dell'articolo propongono di sostituire questo indicatore con uno
migliore, o di integrarlo almeno con la circonferenza della vita, ritenendo
che un semplice rapporto fra il peso e la statura abbia una relazione non
lineare con la mortalità. Propongono di usare magari indicatori più
complessi, capaci di considerare anche fattori che tendono a essere efficaci
nel ridurre la mortalità, come l'attività fisica, che è utile se presente.
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22/8/13-UK
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Interesserà certamente qualsiasi evoluzionista, anche scientifico, che si occupi dei
voglia far sapere quel che gli passa per la testa sui risvolti oncologici
delle mutazioni genetiche e in particolare sui danni che farebbe chi studia e
cerca le mutazioni invece di fare prevenzione.
... un articolo comparso oggi su Nature ("Signatures of mutational processes in human
cancer").
Vi si dimostra il contrario, cioè il ruolo fondamentale delle mutazioni nello
sviluppo (e magari anche nel controllo) dei processi tumorali: "All cancers are caused by somatic mutations; however, understanding of the biological processes
generating these mutations is limited. The catalogue of somatic mutations from a cancer
genome bears the signatures of the mutational processes that have been
operative. Here we analysed 4,938,362 mutations from 7,042 cancers and
extracted more than 20 distinct mutational signatures".
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21/8/13-USA
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Sembra di intravedere la possibilità di difendersi
dal virus Ebola, che attacca anche l’uomo e che ha una mortalità molto
elevata; per fortuna sembra presente solo in Africa e si sa che è presente
anche in primati come i Gorilla, molti gruppi dei quali sono stati sterminati
qualche anno fa nella Repubblica Centrafricana. In una rivista sanitaria USA,
Shots, si legge la buona notizia (“Ebola Treatment Works In Monkeys, Even After
Symptoms Appear”) che un cocktail di anticorpi ha bloccato il
virus in un gruppo di macache a cui il virus era stato iniettato sperimentalmente.
Purtroppo la bottiglia non è nemmeno mezza piena, in quanto il 60% delle
macache non è comunque sopravvissuta al virus. Certo il risultato è positivo
rispetto ai valori di mortalità vicini al 100%.
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Un fisico USA, Adam Frank, guarda con notevole
perplessità (in un editoriale sul New York Times: "Welcome to the Age of Denial")
le scarse variazioni mostrate - nei 30 anni della sua carriera universitaria
- da un paio di indicatori, forse un po' viziati dalla ben nota interferenza
con le diverse religioni protestanti nel suo paese.
Una è la percentuale di creazionisti "biblici" (che credono cioè
che la vita sulla terra sia iniziata meno di 10000 anni fa e l'uomo non
derivi da forme di vita precedenti), valutata sulla base della domanda (certo
poco chiara, ma almeno da anni è sempre la stessa) del sondaggio Gallup:
sostanzialmente stabile passando da 44% a 46%.
L'altra è la percentuale di chi pensa che il "cambiamento
climatico" sia un problema di cui preoccuparsi (erano il 63% nel 1989 e
sono ora il 58%). A.Frank oggi si rende conto che, nonostante la scienza
abbia mantenuto - almeno per lui - le promesse che faceva negli anni '80, che
lui ha accompagnato i suoi studenti in una società che è ambivalente, se non
scettica, di fronte alla possibilità che la scienza sia capace di aiutare a
costruire un mondo migliore, un mondo in cui ci sia la possibilità per tutti
di realizzare i propri sogni.
Certo non si aspettava potesse diventare accettabile che i ricercatori, come
avviene negli USA, siano minacciati e umiliati, o dove sia possibile che i politici impediscano - per legge - ai tecnici di
utilizzare per le previsioni dati ambientali sgraditi.
Secondo Michael Mann, un climatologo che ha vissuto sulla sua pelle
anche reazioni irrazionali verso chi prevede situazioni ambientali nuove e dalle conseguenze
imprevedibili, siamo di fronte ad una scientizzazione della politica.
L'articolo suscita problemi vari e complessi, tanto è vero che i commenti si
avvicinano al migliaio già in un paio di giorni.
C'è anche chi, come l'evoluzionista J.Coyne, che dubita dei reali motivi
dell'editoriale, e si preoccupa delle conseguenze che potrà avere l'allarme
di Adam Frank: "A heartening pro-science article? Not really".
Ci sono prevedibili problemi dall'interazione fra fatti e storie che
coinvolgono persone diversamente competenti che si occupano con di fenomeni
(come il clima e l'evoluzione) che si estendono ben al di là del normale
periodo a cui ognuno di noi si riferisce e di cui si preoccupa, nel passato e
nel futuro: la durata della propria relativamente brevissima esistenza.
Non ci si deve quindi meravigliare se è problematico il dialogo fra gli
esperti del passato (evoluzionisti), gli esperti del futuro (climatologi) e i
normali cittadini, ma in particolare i politici, che normalmente hanno
interessi e preoccupazioni (e magari purtroppo anche speranza di
arricchimento) che difficilmente (a parte alcuni recordman) si estendono
oltre i 5 anni di durata media di una legislatura.
L'aspetto più curioso è che oggi è estremamente facile trovare qualcuno che
crede in verità religiose indimostrabili che si estendono ben oltre la durata
della propria vita e si prede in diritto di
criticare e contestare chi, su basi scientifiche, si occupa di
studiare fatti del passato e di
progettare scenari per il futuro.
Non c'è competizione possibile fra proposte alternative che si basano su
metodi a diverso tasso di razionalità, ma sembra che proprio non si accetti
che altri si pongano comunque in concorrenza, occupandosi di situazioni che,
come avviene normalmente in campo religioso, "non potranno essere confermate o smentite nel
corso della loro vita".
Il fatto che negli
integralisti religiosi si incontri talvolta chi si illude di poter insegnare
agli esperti quel che han letto su un passato che non hanno vissuto e un
futuro che non vivranno li porta a cercare e provocare evoluzionisti, paleontologi
e climatologi che mai immaginerebbero di trovare biblisti interessati a
discutere (ma de che?) con loro; ci sono anche armchair (o website)
scientists che vorrebbero farsi notare nel mondo cattolico illudendosi di
contestare - e di ricevere magari delle risposte a dubbi non verificati
sperimentalmente - da evoluzionisti premi Nobel che sono presenti oggi
nell'organo di consulenza di cui da secoli dispone il Vaticano per le
questioni scientifiche, l'Accademia Pontificia delle Scienze.
Diciamo che oggi non è il momento migliore, con Werner Arber, Nobel e evoluzionista
da poco nominato alla presidenza della PAS.
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20/8/13-USA
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Alcuni siti web (come questo di Health Central) ci
ricordano che oggi si festeggia l'anniversario della pubblicazione nel 1858
di un articolo di A.Wallace sul Journal of the Proceedings of
the Linnean Society of London.
Esponeva le sue idee sulla scoperta di un meccanismo evolutivo che si rivelò
più dimostrabile, verificabile e utile di quello proposto da Lamarck
giusto 50 anni prima.
Se Lamarck fece capire al mondo che
l'evoluzione biologica era già allora un fatto ormai non più contestabile (e
chi critica l'attuale teoria dell'evoluzione dimentica sempre che non può non
precisare se si voglia rivalutare le idee di Lamarck o quale precedente
creazionismo), Wallace dimostrò - e dimostra tuttora - che se Charles
Darwin non avesse proposto una soluzione per la quale negli anni precedenti
aveva già trovato decine di conferme, anche lui era comunque già
pronto a proporre lo stesso meccanismo evolutivo; per cercare conferme anche
fuori dall'Indonesia ci avrebbe pensato in futuro, ma sapeva che era
importantissimo pubblicare subito un'idea così rivoluzionaria.
Non avendo alcuna preoccupazione di
confessare peccati o omicidi, né di perdere l'affetto della moglie, A.Wallace
voleva assolutamente pubblicare l'articolo appena possibile.
[Un recentissimo libro di van Wyhe ("Dispelling the Darkness: Voyage in the
Malay Archipelago and the Discovery of Evolution by Wallace and Darwin")
chiarisce, grazie anche a nuovi documenti, che possiamo sempre attribuire
a Darwin i maggiori meriti per la scoperta. Peccato che questo gli attiri
tuttora ostilità e critiche da chi si dimentica poi di spiegare quale ruolo
si voglia attribuire non solo a
Lamarck, ma soprattutto a A.Wallace, che almeno oggi è ugualmente
responsabile/ colpevole di quanto scritto nei due articoli pubblicati il
20/8/1858.
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20/8/13-UK
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La selezione naurale e i rapporti fra Darwin e
Wallace
Nel blog di Jerry Coyne si inserisce un post (“Guest post: Darwin and Wallace at Burlington House”)
di Greg Mayer che,
in occasione dell’anniversario della pubblicazione (il
20/8/1858) dell’articolo congiunto di Darwin e Wallace sulle clamorose novità
comunicate (da altri, essendo ambedue assenti) nella riunione del 1’ luglio
alla Linnean Society.
Come si sa, nessuno si accorse di queste clamorose novità fino alla
pubblicazione del più approfondito lavoro di Darwin nel 1859, tanto è vero
che nohn si trovò nulla degno di menzione quando si fece una sintesi delle notizie presentate nel 1858
alla Linnean Society…
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Un articolo di Nature ("Half of 2011 papers now free to read")
dimostra come si possa sperare di contrastare le gravi carenze che mostra
quotidianamente la stampa quotidiana quando cerca di trasmettere
l'informazione scientifica che circola nelle riviste scientifiche serie e nei
congressi.
Sembra infatti che l'accesso libero agli articoli scientifici delle riviste
serie e certificate sia molto maggiore di quanto previsto sulla base degli
impegni presi dalle case editrici specializzate.
L'articolo dimostra come oggi si riesca a leggere, anche grazie
all'efficienza di Google e alla difficoltà di impedire il salvataggio di
copie degli articoli in spazi web aperti a tutti, la percentuale di
accessibilità degli articoli del 2011 non è l'atteso 30% ma ben il 50%. A
questo punto il fattore limitante rimane la conoscenza della lingua inglese
ma soprattutto una formazione scientifica di base che permetta di capire
correttamente ciò che si legge. Siamo nelle mani degli insegnanti di scienze,
di chi ne cura la formazione e di chi controlla che i programmi previsti
siano rispettati da insegnanti ben formati e motivati a svolgere uno dei
lavori più difficili e faticosi se non fatti con passione ed entusiasmo: la
cura della delle menti infantili.
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20/8/13-WORLD
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Non è facile capire realmente quanto ogni persona,
famiglia, città, nazione consumi delle risorse del pianeta.
Per anni si è cercato di studiare e proporre un indicatore su base geografica
che permettesse di rendersi immediatamente conto del peso relativo personale
e collettivo nel consumo globale delle risorse; anche perché è evidente come
queste siano limitate, essendo solo quelle disponibili sul pianeta, l'unico
che abbiamo.
Da qualche anno, cambiando parametri e soprattutto integrando la geografia
con la cronologia, si è riusciti a proporre, e Andrew Simms della New Economics Foundation (NEF) ne fu l'ideatore, un
indicatore che è riuscito a farsi capire meglio da tutti e che si presta a
campagne informative e ad iniziative di autovalutazione gestite non solo da associazioni ambientaliste e
che riescono a coinvolgere e mobilitare le famiglie e le comunità (e in
Italia perfino le parrocchie).
L'indicatore a livello planetario è l'Earth overshoot day, ossia il
giorno dell'anno i cui si consumano completamente le risorse di cui la nostra specie dispone per sopravvivere
tutto l'anno. Avendo una stretta affinità con i conti che ognuno, e sempre
con maggiore preoccupazione, già fa per sopravvivere con lo stipendio
mensile, l'indicatore ha avuto un successo maggiore di altri, permettendo di
capire se qualcuno consuma anche le risorse (alimentari, energetiche, ecc.)
altrui.
La cura a livello mondiale di questo indicatore se l'è presa il Global footprint network, che oggi annuncia che siamo già arrivati all'Earth
overshoot day per il 2013 (è il 20/8).
Ovviamente la notizia arriva insieme al dato che inserisce questa giornata in
un trend, per cui il GFN ci fa sapere se la situazione sta migliorando o
peggiorando rispetto agli anni precedenti - nel 1961 il mondo consumava solo
2/3 delle risorse disponibili, per cui qualcosa di grave è avvenuto solo
successivamente. E' possibile anche un confronto fra l'EOD dei diversi paesi,
con le loro diverse responsabilità nella distruzione delle risorse,
preesistenti e quindi collettive e a disposizione, salvo furti o
colonizzazioni, per ogni bambino che viene al mondo).
Come sintetizza anche un articolo del Fatto Quotidiano ("Earth overshoot day, oggi il mondo ha consumato
tutte le risorse del 2013") non ci sono buone
notizie per chi deve nascere in questi giorni, per cui sarebbe giustificabile
anche il tentativo di dilazionare l'evento, anche se sarebbe meno
giustificata la preoccupazione (almeno a livello personale) per chi nasce in
un paese occidentale: "noi italiani
consumiamo risorse ecologiche pari a 4 volte le capacità del territorio su
cui viviamo; la Svizzera 4 volte e mezzo; il Qatar
6 volte; il Giappone 7. Oltre l’80% della popolazione
mondiale vive in nazioni che utilizzano più di quanto i loro ecosistemi
possano produrre in modo rinnovabile".
Il GFN ci aiuta a monitorare la situazione con i National Footprint Accounts
(NFAs), l' Ecological Footprint Atlas 2010 o The 2010 Data Tables.
A livello italiano il problema è seguito dalla Rete
Civica.
Per calcolare la propria impronta ecologica personale, si può
consultare il sito http://www.footprintnetwork.org/calculator. Qui invece c'è un PDF che aiuta a quantificare il
ruolo rilevante dei mezzi di trasporto sull'impronta ecologica e quindi anche
sull'impronta "economica" individuale e collettivo.
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18/8/13-USA
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E' stato completato il fascicolo di agosto della
rivista Evolution: Education and Outreach, e
gli articoli sono tutti scaricabili gratuitamente dalla pagina web
della rivista.
Oltre all'articolo di A.Minelli sulla persistenza di termini desueti e
superati sull'evoluzione, come la scala della natura che si agganciava alla
"grande catena dell'essere", anche in articoli su riviste
scientifiche ("The great chain of being is still here")
ci sono altri articoli, uno sui problemi di lessico che tardano e ridursi
anche fra i docenti ("It’s just a theory”: trainee science
teachers’ misunderstandings of key scientific terminology").
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17/8/13-USA
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E' un articolo davvero stimolante e intrigante,
soprattutto per chi non crede che ci sia evoluzione quando entrano in gioco
meccanismi evolutivi che portino alla perdita di qualcosa che prima c'era...
Per gli evoluzionisti invece non è una novità: anche quando c'è la perdita di
qualche struttura (oltre che un cambiamento di frequenza negli alleli di un
gene) si può e si deve parlare di evoluzione.
E hanno avuto ragione.
Chi lo sapeva che nell'uomo mancasse un osso che c'è i tutti i
primati?
Ovviamente non sappiamo bene in quale fase dell'evoluzione umana c'è stata la
perdita di un osso che troviamo anche nelle scimmie antropomorfe.
No, non è l'osso che è servito per creare Eva, anche se a qualcuno è venuto il dubbio; è un osso, molto piccolo soprattutto nelle
specie a noi più vicine (scimpanzé), che è di aiuto quando, come nelle specie
poligame come molti dei primati, c'è poco tempo da dedicare all'attività
riproduttiva prima che arrivi il maschio dominante.
Chi ammette che c'è stata evoluzione anche nel passaggio verso l'uomo,
successivamente all'antenato comune con lo scimpanzé, può convincersi che c'è
evoluzione anche se in questo passaggio si perde addirittura un osso; leggendo
un post di Carl Zimmer - ancora lui - sul suo blog The Loom:"A Most Interesting Bone".
Per far cambiare idea sull'evoluzione "con
perdita di qualcosa", che caratterizza i [neo]creazionisti USA,
può analizzare questa tabella sui bacula nei primati, recuperata nel Primate
Portal
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16/8/13-USA
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Un articolo pubblicato su PNAS riguarda un novità
sulla fase evolutiva che vede in Europa la progressiva sostituzione dei Neandertaliani
da parte dell’Homo sapiens di origine africana, che, giunto
dall’oriente (Romania, Bulgaria probabilmente) circa 40000 anni fa, in
10/15000 anni confina progressivamente gli ultimi neandertaliani, che poi si
estingueranno, all’estremità della penisola iberica.
L’articolo (“Neandertals made the first specialized bone
tools in Europe”) assocerebbe ai neandertaliani alcune tipologie
di oggetti in osso che si riteneva potessero essere stati introdotti e quindi
prodotti solo dal successivo sapiens.
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In un post dal titolo "Experimental Evolution And The False Solace of
“They’re Still Bacteria" Carl Zimmer nel suo blog The
Loom cerca di far capire che le ricerche effettuate negli ultimi decenni
permettono di studiare anche i meccanismi evolutivi che si svolgono sotto i
nostri occhi in tempi ragionevoli (le ricerche di evoluzione sperimentale),
come hanno ad esempio dimostrato nei noti esempi sull'evoluzione dei batteri (Richard Lenski, Paul Turner e Werner Arber) o dei fringuelli di Darwin
(Peter e RoseMary Grant).
Nel testo dell'articolo Zimmer cita alcune comuni reazioni da twitter (“What NEW traits were created? Getting an extra finger, etc..are mutations of
existing genes”, “So
the bacteria......remained a bacteria”, “That's not biological evolution, but rather pattern
formation: Dogs' offsprings' color change, right?)”. Sono
reazioni che compaiono quando i ricercatori
parlano di evoluzione, quando dimostrano l’evoluzione; vengono
sollevati negli USA da [neo]creazionisti che evidentemente oggi non vogliono
ammettere più nemmeno la microevoluzione, magari usando strumentalmente i basic
types di S.Scherer, smentiti dalle prove biochimiche dell’antenato
comune, dimostrate successivamente al 1993.
Da qui la necessità di dimostrare di aderire alla nuova tendenza dei
[neo]creazionisti USA di negarla, cercando di far credere che non c'è evoluzione
senza nuove caratteristiche fenotipiche o perfino quando ci sarebbero
delezioni o perdita di caratteri. L'obiettivo recente è quello di negare che
si abbiano prove della
microevoluzione, sostenendo che oggettivamente, nonostante il nome,
"questa non sia evoluzione", pur
sapendo che non è una dimostrazione di serietà negare l’evidenza con questi
capricci o perfino modificando il dizionario.
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15/8/13-UK
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E uscito il fascicolo settimanale di Nature; non mancano articoli
che riguardano ricerche che si inseriscono nelle problematiche di cui si
occupa la biologia evolutiva.
Particolarmente interessante l'articolo "Earliest
Evolution of Multituberculate Mammals Revealed by a New Jurassic Fossil" di Science citato
qui: "Fossil reveals features of mammal line that outlived dinosaurs".
Il rilancio imponente della ricerca scientifica in Cina ha permesso il
ritrovamento del reperto fossile di mammifero datato circa 160 milioni di
anni fa, di cui vengono descritte le caratteristiche, a cominciare dalle
dimensioni e dalla forma, molto simili a quelle di un attuale roditore.
Non si ricorda solo che i mammiferi, con le loro caratteristiche fenotipiche
e riproduttive, convissero con i dinosauri per un periodo ben più lungo di
quello in cui hanno dominato tutti gli ambienti del mondo, dopo averli
sostituiti circa 65 milioni di anni fa, ma si riesce anche a fornire una
descrizione più accurata di queste specie così arcaiche.
Riguarda sempre i mammiferi e l'evoluzione anche l'articolo in cui si
descrive non la prima ma l'ultima specie scoperta: "Cute mammal is first carnivore discovered in
Western Hemisphere for 35 years" commenta l'articolo di ZooKeys
("Taxonomic revision of the olingos (Bassaricyon),
with description of a new species, the Olinguito")
che riporta l'eccezionale scoperta nelle foreste dell'Equador di una nuova
specie di carnivoro nel continente americano, un evento che non avveniva da
ben 35 anni. Si tratta di una specie di procionide, chiamato olinguito
(Bassaricyon neblina); la descrizione fatta del nuovo procione è
quella di un incrocio fra un gatto e un orsacchiotto (teddy bear);
possiamo immaginare lo sconcerto di chi immaginava possibile attendersi un crocoduck
ma non si azzardava a ipotizzare l'incrocio di specie animali con giocattoli.
Più seriamente, il ritrovamento di molti esemplari di olinguito fra i reperti
museali avrà un altro effetto interessante: stimolerà lo studio approfondito
(ed economico!) dei tesori conservati nei musei, e la verifica del loro
genoma con quello delle specie in natura.
Questa è stata la procedura che ha permesso questa scoperta. Dobbiamo però
sperare che i tesori sconosciuti conservati nelle foreste tropicali abbiano
la pazienza di aspettare che si torni a finanziare la curiosità di un numero
sufficiente di giovani naturalisti. [La situazione economica preoccupante di
molti musei USA un tempo motori della ricerca naturalistica fa cercare
possibili soluzioni economiche... Qui un recente video sulla situazione economica
dell'impressionante Chicago Field Museum]
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11/8/13-VA
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Se qualcuno si fosse perso, nel post in data 10/8/13,
l'opinione degli scienziati gesuiti su chi non riesce a capire che oggi la
scienza è unica e non ha bisogno di controlli inefficaci svolti da
incompetenti non qualificati, il link da consultare per capire cosa pensino
dell'utilità di "cani da guardia"
è la pagina delle Faq dell'Osservatorio Astronomico Vaticano.
Sì, ci sono scienziati vaticani che svolgono ricerche costosissime e sono
perfettamente inseriti nelle procedure che controllano la ricerca scientifica
internazionale, dato che contribuiscono alle spese per gli osservatori che
anche loro usano sulle Ande e sulle Montagne Rocciose,.
In Vaticano in questi mesi si stanno verificando i bilanci.
Vedremo quale sarà la sorte di questo costoso centro di ricerca scientifica,
diretto da un gesuita argentino Josè G.Funes, nominato nel 2006, e
la cui attività di ricerca è controllata da scienziati esterni, anche di
altre opinioni politiche e religiose-
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Visto che la trappola per troll ha avuto successo, ho
tolto, linkandolo qui per curiosi e storici della pseudoscienza, la
parte meno interessante del post del 10/8, quella dedicata solo alla nascita
di un gruppo internazionale e interconfessionale di creazionisti e
neocreazionisti; si presentano come diversamente evoluzionisti ma soprattutto
diversamente scientifici; da dieci anni verificano le ricerche degli
evoluzionisti. e inevitabilmente le confutano. A proprie spese, senza
finanziamenti e alcuni anche nel
tempo libero (o sarebbe meglio dire "perso").
Il fatto che il post sia stato commentato su un sito web creazionista e antievoluzionista da
un biblista che partecipa e questo nuovo gruppo che si
occuperebbe di "Evoluzione Scientifica" (ES) è sufficiente a
chiedersi perchè mai si intenda modificare non solo l'ortofonia, ma anche il significato stesso di fondamentali
definizioni scientifiche.
Non sembrano interessare i fatti scientifici, visto che non vedono nemmeno il
dinosauro nella stanza: convivono infatti creazionisti che non si stupiscono della
cronologia biblica di meno di 10000 anni e neocreazionisti che invece sanno che ci si
deve adeguare alla cronologia scientifica di 4.5 miliardi di anni ...
difficile credere che sia la scienza ad orientare, come dicono, la loro
curiosità; la presenza di creazionisti biblici è comunque utile a suggerire
la fonte dell'ispirazione).
In effetti premettono che non sono interessati a verificare i fatti
(come la cronologia e la filogenesi, che comunque alcuni - esperti di
religione e politica - preferiscono nelle versioni più adeguate alla storia e
alle dimensioni dell'arca di Noè); e lo hanno già ripetuto ben due volte in
pochi giorni, e pure per bocca di due del "comitato scientifico" che
vede e controlla, F.Fratus (il 29/7) e S.Bertolini, che l’1/8 ha scritto un intero post per smentire
l’evoluzione ed evocato sia la baraminologia che i creazionisti
islamici, stranamente finora assenti nel comitato scientifico di ES).
Ma dobbiano ricordarci che a loro di solito non è richiesto molto impegno:
basta "verificare le interpretazioni degli
scienziati evoluzionisti e confutarne i risultati"; un gioco da
ragazzi, come è evidente dal post dell'1 agosto. Il lavoro è comunque solo
all'inizio, e si lavorerà anche domenica: qui c'è un elenco delle pricipali
riviste – solo qualche decina - con articoli peer-review, elencati in Evolutionary Biology.
Lascio quindi senza inutili distrazioni la parte del post del 10/8 che
dimostra come e perché da secoli la chiesa cattolica cerchi il modo migliore
per dimostrare che l'origine e lo sviluppo della scienza è merito suo e che
quindi "the Church and her Pastors are
not opposed to true and solid science", per cui "counteract claims of obscurantism on part of Church".
Senza molto successo per ora; non è sempre molto convincente ma c’è anche un
grande impegno dei gruppi [neo]creazionisti nel diffondere l'oscurantismo.
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10/8/13-VA
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Un articolo su Repubblica ("La Specola vaticana è come l'Enterprise ci
accomuna il cammino della ricerca") ricorda come almeno per un settore della
ricerca scientifica il Vaticano e la chiesa cattolica dimostrino da qualche
secolo un certo interesse, tanto da accettare senza problemi anche l'enorme impegno finanziario (milioni di
euro/dollari) richiesto da qualsiasi ricerca scientifica seria e qualificata,
svolta confrontandosi e collaborando con i migliori ricercatori a livello
mondiale, con cui si condividono - se si vuol sopravvivere - attrezzature
all'avanguardia.
[Sulla confusione e il timore di affrontare altri settori della scienza, è
istruttiva invece la lettera di GP2 a P.George Coyne
del 1988,
apparentemente non pervenuta ancora all'obiettivo].
L'interesse della chiesa cattolica a fornire un proprio contributo
partecipando direttamente all'attività di ricerca scientifica sembra iniziare
nel 1578 (con la costruzione della Torre Gregoriana, affidata ad astronomi e matematici gesuiti);
venne poi riconfermato alla fine dell'800, quando Leone XIII nel 1891
decise di costruire per la specola vaticana un Osservatorio astronomico sul colle Vaticano.
Il progresso scientifico richiede di adeguare costantemente gli strumenti di
ricerca per mantenere competizione e collaborazioni; dopo un ampliamento del 1910,
nel 1935 Pio XI decise di finanziare lo spostamento dell'osservatorio
astronomico a Castelgandolfo, per poter mantenere elevata la qualità
delle pubblicazioni degli astronomi pontifici.
Negli ultimi decenni il Vaticano, sempre per questo motivo, ha dovuto
investire milioni di euro per contribuire al finanziamento di osservatori
internazionali nel nord (Mt.Graham) e nel sud America (sulle Ande in
Cile/Argentina), e per mantenere un gruppo internazionale di astronomi
qualificati (soprattutto gesuiti) che li gestisse.
La specola vaticana,
diretta dal 2006 dal gesuita argentino Josè G.Funes, è stata
governata per ben 25 anni dal gesuita P.George Coyne, un
grande ammiratore delle geniali e innovative idee di Darwin e quindi anche
amico di molti biologi evoluzionisti (si legga la sua intervista a T.Pievani
su Micromega 3/2012: "Evoluzione e Contingenza").
Anche P.Coyne, proprio come le migliaia di pastori evangelici del Clergy Letter Project
(progetto apprezzato anche in Italia, coordinato da Michael
Zimmermann), non aveva problemi il 12 febbraio a festeggiare il compleanno di Darwin o a condannare come “episodio tragico” ("Intelligent Design belittles God, Vatican
director says", 2006) l’intervento del 2005 del card.Schonborn sul
New York Times in favore dell’Intelligent Design, criticato
sull'Osservatore Romano anche
dall'evoluzionista cattolico F.Facchini, oltre che dal card.Ravasi e dagli organizzatori
del convegno vaticano del 2009 (v.conferenza stampa del 16/9/08).
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Recentemente (il 14 luglio) il papa ha
visitato, l'osservatorio vaticano a Castelgandolfo,
incontrando convivialmente a pranzo gli astronomi gesuiti che lo gestiscono.
Lo riferisce un articolo della Radio Vaticana ("To the edge of the universe: the Vatican
Observatory welcomes Pope Francis") e un'altro di Repubblica, riferendo l'interesse del papa per questa
struttura ben finanziata e ben inserita in un settore della ricerca
scientifica attuale.
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L'Accademia Pontificia delle Scienze
(PAS), è invece l'organo di consulenza che da secoli i papi utilizzano
per gestire al meglio i loro rapporti con la scienza e la ricerca
scientifica.
Recentemente la PAS ha organizzato convegni scientifici su temi attuali
rilevanti anche per il futuro del pianeta, come quelli sull'evoluzione
biologica ed umana (2008, 2009 e 2013) o sulle cause del riscaldamento globale (2010, 2011). Le relazioni, riunite poi in volumi spesso
consultabili gratuitamente erano tenute sia da componenti della PAS
(che vengono nominati tutti personalmente dai papi) che da altri esperti
qualificati per il singolo tema e certificati spesso anche dall'ottenimento
di premi Nobel per il loro rilevante contributo alla ricerca e all'evoluzione
culturale umana.
E' davvero interessante conoscere e verificare i criteri che da decenni
guidano la ricerca nell'unica struttura vaticana che svolge ricerca
scientifica: l'Osservatorio Vaticano.
Si può cominciare leggendo un articolo dell'astronomo gesuita Guy
J. Consolmagno che
descrive il suo lavoro ("Essendo
un'istituzione vaticana noi non dobbiamo competere con altri osservatori
concorrenti per ottenere fondi da istituzioni governative",
" possiamo lavorare su ciò che troviamo
più interessante e non su progetti che ci vengono imposti da eventuali
finanziatori. Inoltre possiamo dedicarci a ricerche che possono andare avanti
per cinque, dieci o persino quindici anni prima di ottenere risultati")
e lo confronta con quello dei colleghi "laici": "La scienza è esattamente la stessa. Ubbidiamo alle
stesse leggi scientifiche e pubblichiamo sulle stesse riviste. La differenza è nella motivazione. Noi non lavoriamo
per produrre denaro od ottenere prestigio personale. Lavoriamo
semplicemente per amore della scienza. E certamente è quello che
vorrebbero fare anche tanti altri studiosi, ma è meraviglioso che qui in
Vaticano noi possiamo realizzare questo desiderio senza dover affrontare
tanti altri problemi".
E' molto utile fare anche una visita alla
pagina web ("Vatican Observatory FAQs") che riporta le risposte alle domande e
alle critiche che arrivano all'unica struttura vaticana che si occupa da
tempo della ricerca scientifica di base in un campo che riguarda l'evoluzione
dell'universo, di cui conoscono una durata di 4.5 milioni di anni.
Visto che alcuni cattolici si assumono il ruolo di controllori della scienza,
la risposta più interessante è quella che viene data alla domanda "Is one of the roles that the Vatican Observatory plays
in astronomy that of verifying what other astronomers are telling the public
in order to make sure what they are reporting to the public is actually true?".
La risposta degli astronomi gesuiti sui cani da guardia della scienza
è chiarissima: " The watchdog for
astronomers is the astronomical community itself, and so by being part of
that community the Vatican Observatory astronomers join in that watchdog role. For example, we join in refereeing papers by other
astronomers before they are published in the main journals, just as our
papers are so refereed; and we write book reviews and critiques along
with the rest".
Gli astronomi gesuiti vaticani negano assolutamente alcuna competenza
a svolgere il ruolo di controllore - addirittura evocano i cani da guardia
- a chi già non svolga attività di ricerca qualificata in un campo
disciplinare specifico.
E' quindi evidente come la risposta non si differenzi affatto dai
suggerimenti che altri esperti dell'evoluzione biologica avevano già fornito
(magari con maggiore garbo di quello usato verso gli aspiranti "watchdog" bacchettati nel sito del
Vatican Observatory) ad aspiranti
improvvisati controllori.
Nelle Faq dell'Osservatorio Vaticano non
mancano altre risposte che possono davvero far riflettere chi pensasse sia
utile o necessario continuare a mettere in dubbio per motivazioni religiose -
senza dimostrare spiegazioni alternative migliori - conoscenze scientifiche
ormai consolidate, verificate, migliorate e da tempo acquisite.
Nel sito si ricorda anche che nell'800 si è dovuto creare
l'osservatorio vaticano "for an
apologetic purpose, in the sense of defending the Catholic Church's
positive regard for science", per dimostrare che "the Church and her Pastors are not opposed to true and
solid science", e per "counteract
claims of obscurantism on part of Church".
Sembra quindi improbabile una prossima visita papale al gruppo di
"Evoluzione Scientifica"; se non eventualmente per verificare
che questa iniziativa interconfessionale eccessivamente ricca di creazionisti
"biblici" non attiri "claims of
obscurantism on part of Church". Sconcerta soprattutto che ci
siano già stati, in pochi giorni, ben due interventi appassionati in favore
della baraminologia (il termine è di
origine ebraica e l'ipotesi fa riferimento diretto agli animali dell'arca di
Noè) inventata nel 1993 dal neocreazionista
Siegfried Scherer.
Come sappiamo, il Vaticano da decenni ha inserito nella PAS accademici con idee religiose diverse (o anche assenti ma
senza ostilità alla religione) ma professionalmente qualificati a gestire le
sue relazioni anche con le scienze biologiche ed evoluzionistiche.
Occorrerebbe evitare che, affidando a ingegneri, sociologi, teologi o fisici
creazionisti notoriamente ostili alla PAS la consulenza su questi temi, si
suscitasssero inopportuni "claims of
obscurantism on part of Church".
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Queste due strutture centrali vaticane, che da
decenni gestiscono, con disponibilità finanziare adeguate e rilevanti i
complessi rapporti con la scienza in generale (la PAS) e con la ricerca astronomica per gli aspetti
sperimentali (l'Osservatorio Vaticano),
dovrebbero essere i primi interlocutori e collaboratori per chi intende
organizzare iniziative per spiegare come si debba fare ricerca e dove
dovrebbe essere indirizzata.
Gli astronomi pontifici gesuiti sembra abbiano già avuto qualche esperienza
negativa a questo proposito, visto che fanno subito sapere con un avviso sulla porta del sito web che
nella ricerca scientifica non c'è bisogno di cani da guardia magari
incompetenti ma servono colleghi che capiscono cosa si sta facendo.
Proprio come dicono anche i loro colleghi ricercatori che si occupano di
altre discipline che al Vaticano interessano meno o non potrebbero
finanziare.
A questo proposito èimportante notare che da un anno il presidente dell'Accademia
delle Scienze Pontificie che ha sostituito il fisico evoluzionista e quasi
Nobel, Nicola Cabibbo, è il biologo
evoluzionista e premio Nobel (nel
1984) Werner Arber.
La strada più facile per risolvere l'angoscia dei [neo]creazionisti cattolici
per l'esistenza della PAS può evidentemente passare solo per queste
strutture, senza coinvolgere inutilmente le altre migliaia di biologi che
lavorano sull'evoluzione, magari senza nemmeno porsi i problemi che
evidentemente assillano ogni [neo]creazionista.
Il Centro Kolbe lo aveva capito, ma dal 2009 i loro amici romani
non li hanno più chiamati per per fare almeno un quarto Kolbe
Seminar.
Forse l'attuale scelta di inserire in ES un esperto creazionista biblico del
Centro Kolbe indica che ci sia finalmente un interesse a rivolgersi alla PAS,
anche se non è di molto aiuto che Maciej Giertych, un PhD in fisiologia
vegetale, ci dica che il suo collega G.Berthault del Centro Kolbe l'ha
convinto che gli esseri umani (comparsi circa 2 milioni di anni fa) convivessero
addirittura con i dinosauri, scomparsi 65 ben milioni di anni fa. D'altronde
è l'unico che finora, e pur non essendo nemmeno un geologo, sia riuscito a
pubblicare la notizia di questa impossibile convivenza anche come lettera su Nature ..., suscitando vivaci proteste (1, 2, 3)
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9/8/13-UK
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Un articolo dello storico della scienza John van Wyhe sul Guardian di oggi ("Darwin did not cheat Wallace out of his rightful
place in history") sintetizza alcuni dei risultati della sua
ricerca sul contributo di Darwin e di Wallace alla scoperta dell'idea della
teoria dell'evoluzione per selezione naturale.
Uscito in occasione dell'anno del centenario della morte di Alfred Wallace,
il nuovo libro di van Wyhe ("Dispelling the Darkness: Voyage in the
Malay Archipelago and the Discovery of Evolution by Wallace and Darwin")
chiarisce perchè Darwin può legittimamente attribuirsi i maggiori meriti
per la scoperta.
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8/8/13-UK
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[da Pikaia] su YouTube sono ora disponibili 4
documentari della BBC in cui David Attenborough nel 1989 guidava gli
spettatori alla scoperta dei mondi
del passato ("Lost Worlds, Vanished Lives"). E non solo
mostrando dinosauri...:
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7/8/13-USA
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Dopo anni in cui si è evitato di affrontare
seriamente un problema di rispetto e protezione di materiale e informazione
biologica ottenuti e utilizzati per anni o decenni senza che venisse il
sospetto che fosse necessario chiedere il permesso al proprieario, si è
infine arrivati, dopo 62 anni, ad un accordo con gli eredi di Henriette Lacks.
A questo risultato si è giunti grazie al lavoro di una giornalista, Rebecca
Skloot, che su questa storia iniziata nel 1951 ha scritto nel 2010 un
libro di successo ("The Immortal Life of Henrietta Lacks");
è la storia di una cultura cellulare immortale ottenuta dalle cellule
tumorali di questa donna morta nel 1951 e poi dimenticata nonostante le sue
cellule - dotate di èproprietà uniche - non abbiano mai smesso di riprodursi
in moltissimi laboratori di ricerca in tutto il mondo..
Se ne parla oggi in un articolo su Nature ("Deal done over HeLa cell line"),
dove si evidenzia come si sia arrivatiad un accordo fra i laboratori di
ricerca (rappresentati dal direttore dell'NIH, Francis Collins) e gli
eredi di Henriette Lacks solo dopo un ulteriore e molto serio atto di
arroganza: la pubblicazione, l'11 marzo, della sequenza completa del genoma
delle cellule Hela,oggi colivate in migliaia di laboratori di biologia
e medicina molecolare, senza richiedere l'autorizzazione agli eredi di
Henriette Lacks. Con l'incontro, avvenuto oggi, di F.Collins con un
pronipote, si è scritto finalmente l'ultimo capitolo del libro Rebecca
Skloot, che comprende anche l'istituzione di una
Fondazione.
Qui un articolo di F.Turone su "La vera storia delle cellule immortali".
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7/8/13-KE
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[da Pikaia] Nuove analisi svelano dettagli sulla vita di
alcune specie di ominini vissuti nel bacino del Lago Turkana. Viene illustrata
e inquadrata la fase dell'evoluzione umana che copre il periodo dai 2,4 agli
1,4 milioni di anni fa, analizzato un articolo pubblicato dal Journal of Human Evolution.
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5/8/13-WORLD
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Il bollettino dell'ENS (Environmental News Service)
riferisce oggi ("Global Scientists Shocked by True Scale of Ocean Warming")
i risultati di una ricerca triennale sugli effetti dei cambiamenti climatici
sull'ambiente marino ("Global imprint of climate change on marine
life”), pubblicati su “Nature Climate Change”
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2/8/13-USA
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Il NOAA ha pubblicato oggi il report 2012 State of the Climate, realizzato
dall'American Meteorological Society (AMS). Numerosi sono i record che sisono realizzati nell'ultimo
anno in diverse aree del mondo.
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Come fa notare un post nel sito di Pikaia, il numero speciale di Science di oggi è
dedicato a problemi che già cominciano a manifestarsi (“Natural Systems in Changing Climates”)
ma che coinvolgeranno soprattutto i nostri figli e i nostri nipoti.
Comunque nessuno può negare l’esistenze di un serio problema da affrontare, e
gli articoli su Science sono utili per informare e coinvolgere su
dinamiche che sono difficilmente osservabili (e quindi facilmente negabili)
da chi, ignorando la scienza e i suoi metodi, si illude di studiare la natura
e le modificazioni ambientali solo dalla propria poltrona di casa; già
iniziano a mostrarsi effetti rilevanti nel funzionamento dei sistemi naturali
a causa degli squilibri innescati da sistemi artificiali che garantiscono il
successo economico almeno di una parte della nostra specie.
Un tempo ci si poteva accontentare di osservare solo i cambiamenti dei
parametri fisico-chimici ambientali e chiunque pensava di poteva esprimere
senza timore la sua opinione sulle temperature che non erano più quelle di
una volta.
Ora i ricercatori cominciano ad evidenziare anche la comparsa di cambiamenti
che agiscono anche sulle interazioni fra specie, alterando e interrompendo le
reti trofiche che permettono la vita a individui e specie diverse. Se non è
facile dimostrare l'esistenza di Gaia, è assurdo citarla per negare che ci
siano reti che supportano gli ecosistemi.
Sono oggi evidenti e dimostrati temi e problemi più complessi, che
selezionano la competenza di chi può fornire contribiuti utili, e aumentano
il livello e la qualità del dibattito.
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Altri articoli sempre sullo stesso numero di Science
riguardano le informazioni e le conferme alla complessità dell’evoluzione
umana, evidenziata attraverso lo studio e il confronto delle sequenze
presenti sul cromosoma Y.
C’è un articolo di Paolo Francalacci
sulle filogenesi e le relazioni fra le diverse popolazioni umane, ottenuta a
partire dall’analisi delle mutazioni presenti nei cromosomi Y presenti in un
ampio campione di 1210 sardi; impressionante il numero di polimorfismi a
singolo nucleotide (SNP) identificati (12000), 7000 dei quali nuovi; c’è poi un articolo che approfondisce il problema della discrepanza,
ovviamente influenzata da diversi problemi metodologici, fra le datazioni
degli antenati comuni dell’uomo attale, calcolate separatamente sulla base
del cromosoma Y (nei maschi) e sul DNA mitocondriale (nelle femmine). Una
sintesi delle attuali ricostruzioni sulla base del DNA mitocondriale viene
poi fatta da Rebecca Cann, che negli anni ’80 fu una delle pioniere di
questa ricerca, nell’articolo “Y Weigh In Again on Modern Humans”.
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2/8/13-IT
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Su Endeavour è
uscito un interessante articolo di Carla Garbarino e Paolo Mazzarello
("A strange horn between Paolo Mantegazza and
Charles Darwin") dell'Univ.di Pavia, che confermano i
legami e le conoscenze che univano Darwin alla ricerca naturalistica italiana
del suo tempo, che si fondava su ricercatorie scrupolosi e a volte
eccezionali, come Paolo Mantegazza, che lavorò e insegnò anche a Pavia e Firenze, e
fu uno dei fondatori dell'antropologia biologica in Italia (sua la prima
cattedra a Firenze nel 1870, mentre il primo corso fu attivato da Giglioli a
Pavia nel 1862). L'articolo tratta dell'interesse di Darwin per un curioso
oggetto recuperato in Sudamerica da P.Mantegazza e conservato presso il museo
della Storia dell'università di Pavia: uno sperone di gallo innestato in un
bovino e li' cresciuto e sviluppatosi per anni. L'articolo riporta anche una
lettera di Mantegazza a Darwin, da cui è evidente la sua ammirazione per la
genialità di Darwin e la riconoscenza per l'interesse mostrato per il reperto
di cui aveva scritto, conservato a Pavia.
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1/8/13-USA
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Oggi, a problema apparentemente già risolto, è
comparsa la reazione, un po’ disordinata e nervosa (forse proprio per
l’esistenza di un’accordo, accettato da Eric Hedin, con la Ball
State University), del Discovery Institute: “Ball State President's Orwellian Attack on
Academic Freedom”. Peccato che non abbiano capito che secondo il
presidente dell’Università, non si tratti affatto di un problema di libertà
accademica ma di serietà accademica e di competenza, per cui non sono temi
che riguardano un dipartimento e un docente di scienze. Il DI insiste poi
anche col ritornello della necessità di insegnare una controversia che
proprio nessun ricercatore ritiene un problema reale.
Quel che è peggio, ma è normale per i [neo]creazionisti, si finge di ignorare
la posizione della comunità scientifica che si occupa di evoluzione,
correttamente e ampiamente citata dalla presidente dell’università, che, per
non sbagliare si premura anche di controllare l’opinione degli studiosi delle
religioni.
Concentrarsi su parole di singoli per negare le competenze e le opinioni del
97% dei ricercatori che lavorano in una disciplina è un trucco che sembra
strano possa funzionare ancora.
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Altre reazioni invece sono più qualificate e
interessanti. Solo le reazioni positive alla presa di posizione della
presidente della Ball State University, che è stata apprezzata dal
sito Inside Higher Education (“Taking a Stand for Science”) e
dal Chronicle of Higher Education (“Ball State U. Bars Teaching of Intelligent Design
as Science”), ma non mancano articoli positivi di alcuni
quotidiani (“Ball State president: Intelligent design not
science”, “Ball State prez: Intelligent design not science”, “Ball State University Bans Teaching Intelligent
Design In Science Classes”, “Ball State backpedals on intelligent design”).
Sul rapporto fra scienza e Intelligent Design puo’ essere utile il
sito web creato dall’Union of Concerned Scientists: “Science, Evolution, and Intelligent Design”.
Il sito è nella sezione Scientific Integrity, proprio quella che avrebbe scelto anche la
presidente della Ball State University.
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31/7/13-USA
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Ogni tanto comunque dagli USA giungono notizie
positive sulla possibilità reale di far prevalere la ragione sui tentativi di
contestare il processo evolutivo o le spiegazioni fornite e confermate da
secoli di ricerca scientifica, a partire almeno da Linneo.
Qui sotto in data 23/6 si era riferito dell’inizio della questione che si era
aperta alla Ball
State University (statale, a Muncie, Indiana), dove un fisico offriva
un corso sui “confini della scienza” (“The
Boundaries of Science”) e per l’approfondimento delle sue
lezioni suggeriva agli studenti testi (anche quelli di Dembsky, Behe,
Gonzalez) che trattavano le ipotesi senza basi scientifiche dell’Intelligent
Design, e che riguardavano in buona parte anche la biologia evoluzionista,
una disciplina lontana dalle sue competenze.
Il docente in questione (Eric Hedin) era stato criticato anche da Karl
Giberson sull’Huffington Post del 25/6 (“Teaching
About God and Science Revisited”); Gilberson aderisce a Biologos, un’iniziativa evangelica
fondata da Francis Collins
(attuale direttore dell’NIH) e nata per convertire i creazionisti
all’evoluzionismo teista.
Dopo le perplessità sollevate dall’evoluzionista Jerry Coyne e dalla Freedom
From Religion Foundation la Ball State University aveva subito attivato
un’indagine interna affidata a 4 docenti con diverse competenze, ed ora il
presidente dell’Università ha avuto fra le mani la relazione finale, che
rimane comunque riservata.
Non sono invece riservate le reazioni del Presidente, e Jerry Coyne in
due post del suo blog (“Ball State University president
unequivocally rejects intelligent design; not good news for Eric Hedin or the
Discovery Institute”, “BSU spokeswoman hints at what will
happen to Hedin’s class”) commenta con grande soddisfazione il successo
dell’indagine.
Viene linkato anche un
articolo del quotidiano locale (The Star Press di Mencie) che
riporta l’interessante dichiarazione
del presidente Jo Ann Gora, che viene così sintetizzata nel titolo: “Ball
State President Gora calls intelligent design religion, not science”.
L’articolo riporta integralmente anche la lettera inviata dal presidente ai
docenti e agli studenti dell’università, dove indica chiaramente i confini
che un’università statale USA non deve superare e i criteri richiesti dalle
discipline che si basano sul metodo scientifico e che rispettano le opinoni
degli esperti che compongono la comunità scientifica.
Da queste premesse deriva
che “Intelligent design is overwhelmingly deemed
by the scientific community as a religious belief and not a scientific
theory. Therefore, intelligent design is not appropriate content for science
courses. The gravity of this issue and the level of concern among
scientists are demonstrated by more than 80 national and state scientific
societies' independent statements that intelligent design and creation
science do not qualify as science. The list includes societies such as
the National
Academy of Sciences, the American
Association for the Advancement of Science, the American
Astronomical Society, and the American
Physical Society”.
Da ciò ne deriva che “Discussions of intelligent
design and creation science can have their place at Ball State in humanities
or social science courses. However, even in such contexts, faculty must
avoid endorsing one point of view over others” [devono essere
quindi presentate le opinioni di diverse religioni].
E addirittura cita, ed è un’iniziativa nuova ed originale, anche
esperti non della scienza… “The American
Academy of Religion draws this distinction most clearly: Creation science and intelligent design represent worldviews that fall
outside of the realm of science that is defined as (and limited to) a method of
inquiry based on gathering observable and measurable evidence subject to
specific principles of reasoning. Creation science, intelligent design, and
other worldviews that focus on speculation regarding the origins of life
represent another important and relevant form of human inquiry that is
appropriately studied in literature and social science courses. Such study,
however, must include a diversity of worldviews representing a variety of
religious and philosophical perspectives and must avoid privileging one view
as more legitimate than others”.
Rilevante anche la sua opinione su un punto conclusivo, che riguarda
la libertà di insegnamento e che aveva anche evidenziato differenze di
opinioni fra gli evoluzionisti intervenuti. E’ un tema che a volte viene
sollevato come ultima difesa, ma la presidente è stata molto chiara, facendo
capire che la scienza non si occupa di sondaggi di opinioni (anche se al 97%
o al 100%) ma di scienza che si basa su fatti e spiegazioni dimostrabili: “Some have asked if teaching intelligent design in a
science course is a matter of academic freedom. On this point, I want to be
very clear. Teaching intelligent design as a scientific theory is not a
matter of academic freedom - it is an issue of academic integrity. As
I noted, the scientific community has overwhelmingly rejected intelligent
design as a scientific theory. Therefore, it does not represent the
best standards of the discipline as determined by the scholars of those
disciplines. Said simply, to allow intelligent design to be
presented to science students as a valid scientific theory would violate the
academic integrity of the course as it would fail to accurately
represent the consensus of science scholars”.
Sembra che alla fine parlando col rettore il prof.Eric Hedin abbia trovato
motivi validi per riportare al più presto il corso nell’ambito accettabile
per l’integrità accademica di una
materia scientifica (“Provost Terry King and Professor Hedin have both
reviewed the panel's findings and are working together to ensure that course
content is aligned with the curriculum and best standards of the discipline. The
university is particularly appreciative for Dr. Hedin's active participation
and cooperation during this process. His academic credentials are an
asset to the university. He remains an important and valued member of our
physics and astronomy department”.)
Da notare che comunque che
alla Ball State University stanno controllando anche la posizione di Guillelmo
Gonzales, un discusso collaboratore del Discovery Institute,
recentemente acquisito dallo stesso Dip. Di Fisica.
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31/7/13-UK
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Sull’ultimo numero di Nature pubblicato oggi
si possono leggere numerosi articoli interessanti. Uno (“Engineered
mice act as hepatitis C model”) riguarda una scoperta che può essere
importante e utile per l’uomo ma anche per gli scimpanzé. Un po’ meno per i
topi. Che si sia riusciti a modificare un topo (“genetically humanized”)
per poter sostituire gli scimpanzé come modello per lo studio di un possibile
vaccino dell’epatite C è certo un’ottima notizia sia per gli scimpanzé, che
finora – pur sapendo da pochi decenni che è una specie da rispettare ed è
pure a rischio di estinzione per colpa dell’invadenza dell’uomo - erano
l’unico modello a disposizione, sia per la possibilità di utilizzare modelli poco costosi e facilmente
gestibili per un importante obiettivo. Ci sono poi articoli che riguardano
l’evoluzione biologica, sia negli uccelli (“Evolutionary
origins of the avian brain”) che nell’uomo (“Archaeology: the milk
revolution”). L’ultimo articolo sintetizza le conoscenze attuali sugli
effetti di una mutazione genetica casuale che ha permesso ad una popolazione
europea di agricoltori e allevatori che viveva nell’area dell’attuale Polonia
di soppiantare le precedenti popolazioni di cacciatori raccoglitori, che non
avevano la possibilità di usare anche in età adulta il latte come risorsa
alimentare costante e garantita.
Questa immagine mostra come ancor oggi sono poche le popolazioni (vedi qui i
'Lactase
hotspots') che possono produrre l’enzima per digerire il lattosio;
d’altronde è un evento evolutivo che oggi sappiamo avvenne solo 7000 anni fa,
a dimostrazione della costante influenza dell’evoluzione biologica (e dei
suoi tempi, che qualcuno che sottovaluta la biologia e la geologia potrebbe
definire “biblici”).
Che fosse una mutazione molto efficace lo ha dimostrato un articolo del 2004
che ha dimostrato “Strong
Recent Positive Selection at the Lactase Gene” (i ricercatori hanno
stimato una fertilità maggiore del 19% nelle popolazioni con la mutazione
(dovuta al cambiamento di un solo nucleotide. E’ in corso attualmente il
progetto LeCHE
(Lactase Persistence in the early Cultural History of Europe) che
indaga sui diversi aspetti (ceramiche
speciali per la produzione dei formaggi comprese) di questo problema.
Sempre su Nature, ma scendendo al livello cellulare, è interessante
anche l’articolo in cui spiega come misurare
la temperatura o sequenziare
l’RNA di una sola cellula, o come anche per loro il sesso sia importante
(“Cell
sex matters”).
Sui seri problemi sollevati dalla limitata riproducibilità dei risultati
ottenuti nella ricerca medica, l’NIH (National Institute of Health
USA, che finanzia gran parte della ricerca medica USA) intende organizzarsi
effettuare dei controlli, non lasciandoli, come di solito avviene nella
ricerca, ad iniziative volontarie (“NIH
mulls rules for validating key results”).
Si può leggere un commento dell’antropologo John Hawks in un articolo
(“Lactase
persistence in review”) nel suo blog.
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30/7/13-USA
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Carl Zimmer dedica il suo odierno articolo sul
New York Times (“Despite
Two New Studies on Motives for Monogamy, the Debate Continues”) a un
articolo pubblicato su Science e che riguarda un tema su cui non sarà
facile arrivare ad una conclusione univoca: il ruolo della monogamia
nell’evoluzione, concentrando lo sguardo sulla nostra specie e su quelle che l’hanno
preceduta nel corso dell’evoluzione.
Si parla quindi molto dei primati e delle novità che compaiono nella
colonizzazione di un ambiente che certo richiede una maggiore e diversa
socializzazione, nell’articolo “The
Evolution of Social Monogamy in Mammals” di D.Lukas e T.H. Clutton-Brock.
La monogamia è un comportamento complesso del quale è
difficile cercare di ricostruire una storia filogenetica di cui è difficile
trovare le tracce; ancor più difficile è capire se alcuni elementi (pensiamo
all’infanticidio), spesso fra loro intrecciati, siano magari la causa
piuttosto che la conseguenza di altri comportamenti in specie che, come i
mammiferi, considerano in generale importante la cura dei piccoli, a cui
vengono dedicate molte energie.
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30/7/13-USA
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La frequentazione di pagine creazioniste USA mi ha
permesso di incappare in alcuni documenti di un certo interesse per capire
eventuali novità che potrebbero attraversare l’Atlantico.
- Sulla rivista Naturalis
Historia è stato pubblicato un articolo che analizza la situazione
economica dei diversi gruppi di creazionisti USA (“Evaluating
the State of Creationism: Creationist Finances”) sulla base della
loro dichiarazione
dei redditi.
Innanzitutto si può avere l’elenco (anche se manca il Discovery Institute,
con un bilancio di circa
5 milioni):
o
Institute for Creation Research (ICR) – Dr. Henry
Morris III
o
Answers in Genesis (AIG) – Ken Ham
o
Creation Ministries International (CMI) – Gary Bates
o
Creation Science Evangelism (CSE) – Eric Hovind
o
Desiring God (DG) – John Piper
o
Ligonier Ministries (LM) – Christopher Larson
and Dr. R.C. Sproul
o Trinity Broadcasting Network (TBN) – includes Holy Land
Experience in Orlando FL
Una tabella poi mostra la situazione
economica, tratta dalle dichiarazioni dei redditi (non sempre ben
confrontabili), che evidenzia come più ricche quelle impegnate in strutture
turistico/ricreative più che su aspetti esclusivamente culturali.
- Un documento
per insegnanti delle scuole religiose USA illustra le strategie difensive
(“we want to help protect Christian youth from
being deceived by anti-Christian worldviews“) ma anche offensive (“we want to train up Christian leaders who can actively
champion the truth of Christianity in a culture of relativism, paganism,
hedonism, and confusion”) da attivare in una situazione conflittuale
che si considera ancora aperta (“Two sides with
vastly differing and incompatible world-views are locked in a bitter conflict
that permeates every level of society…the struggle now is for the hearts and
minds of the people. It is a war over ideas. And someday soon, I believe, a
winner will emerge and the loser will fade from memory. For now, the outcome
is very much in doubt”).
[Sinceramente non è chiaro perché si pretenda di inserire il creazionismo
in questa strategia; insistere su un punto così importante ma conservato da
una worldview prescientifica e quindi incoerente è una strategia perdente a
priori].
- Come reazione ad un sondaggio
di aprile (“Is
evolution missing link in some Pennsylvania high schools?”) , “Reason not evolving: Creationism has no
place in science classes”), in cui si dimostrava che in
Pennsylvania il 20% degli insegnanti di scienze delle superiori si riteneva
“anche” creazionista, un’associazione per la separazione fra stato e chiesa
aveva allertato un dirigente scolastico affinché indagasse sulla
dichiarazione di un insegnante di chimica che ammetteva di aver espresso in
classe i propri dubbi sulla datazione con il C14. E’ da poco giunta la
risposta del dirigente sui risultati (negativi) dell’indagine svolta in
quella classe.
L’associazione ha comunque avvertito
in questi giorni tutti i dirigenti scolastici della Pennsylvania
dell’esistenza di un problema di rispetto della costituzione USA su temi che
coinvolgevano la serietà della formazione scientifica fornita a scuola.
Nel 2010 era uscito anche un libro di Michael
Berkman e Eric Plutzer su un’indagine da loro realizzata a livello
federale su questo tema (esiste anche una sintesi pubblicata su PLOS: “Evolution
and Creationism in America's Classrooms: A National Portrait”).
- Nelle scuole religiose private USA monitorizzano i risultati con un
questionario apposito la “worldview position”
identificando gli allievi con una scala che va da “biblico teista” … a
“socialista”. Il questionario è stato usato negli ultimi 20 anni su
100.000 studenti in 50 stati USA e 20 paesi nel mondo. Se interessati
rivogersi al “Nehemiah
institute”.
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30/7/13-CA
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Cresce l’allarme in Canada per i disastri
ambientali che scaturiscono dall’estrazione di idrocarburi dagli scisti
bituminosi (“Alberta Tar Sands Blowout Threatens Boreal Forest, Wasnt
Disclosed Until Months Later”).
Sembra strano che ci sia stato necessario un incidente grave recente (una
fuoriuscita incontrollabile di bitume sta allagando e continuerà ad allagare
ampie aree di foresta nell’Alberta) per alzare il livello di allarme. La
sezione canadese del Global Forest Watch ha recentemente pubblicato
una relazione (“Environmental
Incidents in Northeastern Alberta’s Bitumen Sands Region, 1996-2012”)
che dimostra la drammaticità della situazione, con 9000 incidenti in 6 anni,
fra cui 4000 violazioni delle leggi ambientali. Senza conseguenze penali. Qui
una
sintesi..
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30/7/13-VA
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Ieri avevo ripreso alcuni punti centrali di un
articolo ("Wanted:
Young Creation Scientists") pubblicato qualche tempo fa sul sito
web dell'ICR.
L’autore dell’articolo, ammettendo che l'ambiente creazionista "is hindered by a lack of trained scientists",
evidentemente esprimeva un giudizio negativo sugli attuali esperti
creazionisti [dell'ICR].
In conseguenza di ciò, riteneva necessario e urgente reclutare nuove leve di
giovani creazionisti che fossero davvero competenti, suggerendo che avrebbero
dovuto frequentare, probabilmente turandosi il naso ma soprattutto la bocca,
laboratori di ricerca qualificati (quanto protrebvvero resistere? bastano
pochi anni per una formazione [creazionista] seria e adeguata?).
L’articolo ha suscitato un certo stupore anche per
l’associazione fra termini mutuamente esclusivi, come qualcuno ha giustamente
notato.
Oggi viene quasi spontaneo associare a questo contesto una domanda – che si
riferisce al necessario rispetto per le
competenze - citata
oggi da alcuni quotidiani: "ma chi sono
i creazionisti per giudicare i ricercatori qualificati che studiano
l'evoluzione?".
Come abbiamo visto la risposta c’è: anche un fisico creazionista dell'ICR che
frequenta l’ambiente li giudica incompetenti.
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29/7/13-NL
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La rivista Behaviour festeggia i 65 anni e il
150° volume con un regalo utile a chi si interessa di etologia al di fuori
del mondo accademico: mette gratuitamente a disposizione di chiunque gli
articoli di maggior successo della rivista, fornendo uno strumento utile
per far conoscere la ricerca scientifica di qualità e i suoi metodi di
lavoro.
Ovviamente un po’ tutti questi articoli coinvolgono l’evoluzione di
comportamenti complessi, ma ci sono articoli che aiutano a evidenziare e
capire meglio anche questioni rilevanti che coinvolgono l’evoluzione umana e
l’origine - fra i primati - di interessanti exaptations nell’ambito
della comunicazione e della socialità.
Eccoli qui:
- An
Ecological Model of Female-Bonded Primate Groups
(R.Wrangham)
- Why
Are Diurnal Primates Living in Groups? (C.van Schaik)
- On the
Ultimate Causes of Primate Social Systems
(C.P. van Schaik and
J.A.R.A.M. Van Hooff)
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29/7/13-IT
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Per vedere alcune immagini e video dell’inaugurazione
del nuovo MUSE a Trento,
progettato da Renzo Piano: Oggi Scienza – Le
Scienze -
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29/7/13-USA
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Un articolo (“Urgency & Opportunity: Poll Shows Evolving
Trends”) sul sito dell’ICR (Institute of Creation Research) fornisce
alcuni risultati dei sondaggi più recenti (della YouGov) sull’opinione degli
statunitensi sul creazionismo (“Belief
in evolution up since 2004”).
Se l’ICR sembra soddisfatta del fatto che il 62% degli statunitensi abbia le
prova che Dio abbia creato la nostra specie (il 37% è convinto che ciò sia
avvenuto negli ultimi 10000 anni!).
Solo il 21% degli statunitensi crede oggi che l’evoluzione umana dipenda da
una qualche divinità. Purtroppo le domande, riferite all’uomo, tendono
comunque a influenzare pesantemente le risposte al sondaggio. [E’
probabile che le percentuali sarebbero risultate diverse se si fosse chiesto
di rispondere sull’evoluzione dei cavalli o degli scarafaggi. Sondaggi meno
antropocentrici hanno infatti dato risposte ben diverse].
Non sarà una notizia di cui entusiasmarsi qui, ma c’è stato un certo
miglioramento: nel 2008 erano meno (il 15%) e nel 2004 ancora meno (il 13%).
La notizia sembra migliore se si nota che c’è stato un aumento dell’8% (+61%
) in 9 anni (dal 13% al 21%).
E in effetti l’ICR in questo articolo si mostra già allarmato della
tendenza verso il successo della “godless evolution”, di questo +61% …
certo ottenuto anche grazie all’aumento di immigrati di molte e diverse
regioni e religioni.
Il processo continuerà, visto che, nei i soggetti fra i 18 e il 29 anni, il
31% non capisce perché dovrebbe associare Dio all’evoluzione.
Qualche dubbio sulla coerenza degli statunitensi comunque rimane, e ciò rende
gli USA una paese tuttora poco adatto agli evoluzionisti: nonostante le
decisioni della Corte Suprema (contraria all’insegnamento del creazionismo
nel 1987) e di un tribunale federale (contrario all’insegnamento
dell’intelligent design nel 2005), gli statunitensi
rimangono al 40% favorevoli (32% sono contrari) all’insegnamento di ipotesi
indimostrate e indimostrabili sull’evoluzione.
I sondaggi della Gallup
coprono un periodo più ampio (dal 1982 al 2012) e non arrivano fino al 21%
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27/7/13-USA
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Negli USA un
mese fa qualcuno si chiedeva dove si nascondessero le nuove generazioni
di [neo]creazionisti. Sembra che da un po’ di tempo anche l’ICR (Institute of Creation Research) cominci a
preoccuparsi della situazione, e sia angosciato che la sopravvivenza del [neo]creazionismo ricada ancora tutta
sulle spalle dei vecchi [neo]creazionisti.
Circola da pochi giorni la notizia (il 25/7 ne ha parlato Larry
Moran e ieri Jerry
Coyne; ), probabilmente non recentissima, che l’ICR abbia aperto un
ufficio di collocamento ("Wanted:
Young Creation Scientists").
Scopriamo così che perfino secondo l’ICR – altri lo sapevano già - il mondo
degli scienziati creazionisti è pieno di incompetenti ("is hindered by a lack of trained scientists")
e quindi non siano adeguati a formare i giovani creazionisti.
Sono curiosi i consigli che si danno a chi volesse cercare di ottenere una
formazione migliore rispetto a quella dei precedenti esperti, per cui … si
raccomanda prudenza e basso profilo a coloro che hanno gli interessi che
l'ICR richiede, dovendo frequentare per anni un ambiente pieno di
evoluzionisti.
Purtroppo è evidente che non sembra abbiano ancora capito un problema
importante che aveva fatto notare perfino il giudice Jones del processo di Dover: che per formare dei bravi
scienziati è necessaria la ricerca scientifica, e che per fare ricerca oggi
servono idee ma anche rilevanti finanziamenti (che a loro volta richiedono –
e non è un dettaglio - finanziatori).
I finanziatori ovviamente (pubblici o privati) investono per ottenere
risultati utili e che a loro interessano…
Nonostante ciò sembra che all'ICR ora si accontentino di poco, e addirittura
credano che - anche senza ricerca, né scoperte scientifiche – sia sufficiente
essere abili a mostrare che il panorama è migliore del passato, gonfiando
improbabili ma esaltanti novità: "In many
areas, the superiority of the creation worldview has been clearly
demonstrated. Even now, ICR is making exciting discoveries in the fields of
biology and geology, and we have started new research initiatives in the
field of astronomy".
Senza per fortuna citare nè Galilei nè i numerosi premi Nobel e i
biologi neodarwinisti che i cattolici hanno accolto e ossequiano nella loro Accademia
delle scienze Pontificia, l'ICR fa un appello ai fedeli interessati
alla scienza, invitandoli a porsi obiettivi diversi dal premio Nobel e dalla
carriera scientifica: "we appeal to any
Bible-believing young person with an interest in science—have you considered cultivating
that science interest for the glory of God?".
Purtroppo la situazione diventa poco invitante e poco seria quando si passa
ai consigli: si chiede infatti di sopportare – per anni ovviamente - un bel
po' di incoerenza e di sacrifici.
Comunque stupisce ma fa piacere notare che l’ICR (anche se una tantum)
non suggerisca di evitare e disprezzare fin da giovani i laboratori migliori
(quelli diretti da ricercatori che accettato il metodo scientifico, che
vincono i premi Nobel per la loro genialità, che non sono apprezzati dai
creazionisti che li chiamano "scientisti" o
"nomenclatura", che verranno intervistati da creazionisti per
sbeffeggiarli o anche solo per criticarli fino a che non reagiscono).
Le indicazioni dell’ICR sono
però inequivocabili: "Work hard to get the
best possible grades and push
yourself to truly understand the material. When choosing a school, choose
one with a rigorous academic program" (?!).
E cosa fare della coerenza con le proprie convinzioni creazioniste? Segue un brutale invito al
sacrificio ma soprattutto alla mimetizzazione: " It may involve short-term sacrifice, but God’s
best often requires hard work Although
you should not be dishonest about what you believe, it’s probably
prudent to not draw attention to your creationist beliefs while you are a
student, particularly if you are in a field that directly touches upon the
origins controversy (such as paleontology, biology, or geology)", anche
in vista di tempi bui ("there may very well
come a day when it will no longer be possible for a Bible-believing
Christian to get an advanced degree in the natural sciences").
Perchè uno si dovrebbe sacrificare per l’ICR prima che sia troppo
tardi? “Perhaps you can be the one to finally break the
evolutionary monopoly on our institutions of higher learning”.
Per questo “premio” credo però che non basti un “short-term sacrifice”, ma soprattutto
che si corrano dei seri rischi.
Dopo aver letto questo appello è lecito domandarsi quale sia la posizione
dell ICR sullo studio dell’evoluzione nelle scuole superiori; probabilmente
dovrebbe suggerire di fornire anche lì – e magari anche alle elementari - la
migliore preparazione scientifica, in modo che gli studenti possano poi
riuscire ad infiltrarsi nelle migliori università.
Potremmo quindi immaginare che nel 2008 l’ICR avrebbe dovuto appoggiare le
posizioni dell'università della California, che si era rifiutata di accettare
l’iscrizione ai sui corsi di biologia da parte di studenti di scuole
cristiane che avevano dovuto studiare su testi che fornivano informazioni
insufficienti o distorte.
La questione finì in tribunale, e l’UC vinse, anche grazie al consulente
dell’UC, l’ex-domenicano Francisco Ayala dell’UC, che spesso è
consulente del NCSE
e del Vaticano sulle problematiche dell'evoluzione. Ma certo anche grazie a M.Behe,
che ha partecipato anche lui a questo processo come consulente;
anche questa volta, come a Dover/Harrisburg, di chi ha poi perso.
Qui si può leggere la
sentenza del giudice James Otero, che nel 2008 concesse all'UC il
potere di stabilire l'inadeguatezza
della preparazione fornita dalla scuola privata religiosa (in questo caso le Calvary
Chapel Christian Schools di Murrieta, Calif.,), che adottavano come testo
di biologia "Biology:
God's Living Creation" o altri
simili, e per chimica "Chemistry
for Christian Schools". E per fisica? Esiste un testo dal titolo
"Science of the Physical Creation in
Christian Perspective".
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26/7/13-USA
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Molto belle le foto presenti nella pagina facebook
del primatologo Frans
de Waal.
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Sono gli ultimi giorni in cui sembra sia possibile
acquistare on line l'ultimo video (Evolution Vs God")
realizzato da Ray
Comfort, un creazionista evangelico USA. Dal 7 agosto infatti il
video si riuscirà a scaricare gratuitamente. Ne varrà la pena?
Comfort divenne giustamente famoso per il vecchio e divertente video in cui
scatenava un crocoduck
contro l’evoluzione, ma anche per il suo precedente
video ("Atheist's
nightmare") che giustamente lo rese famoso: insieme a Kirk
Cameron, "spiegava", in maniera ben poco convincente perchè
la banana fosse stata progettata evidentemente da un essere superiore,
intenzionato a realizzare un cibo comodo da maneggiare anche con una sola
mano. [Peccato che si sappia bene che anche la banana come noi la
conosciamo oggi è il risultato di millenni di selezione artificiale, per cui
l'essere superiore non può essere stato che l'uomo].
Dipende. Dipende dal grado si
sopportazione delle bugie e dei trucchetti più recenti dei neocreazionisti:
nel video si vorrebbe dimostrare come nemmeno gli esperti di evoluzione
riescano a dimostrarne un solo esempio.
In questo articolo ("Distrust
evolution? You need more 'imagination'") si capisce come la
strategia dei neocreazionisti sia cambiata, nel senso che non sembrano
accettare più nemmeno la microevoluzione, come facevano pochi anni fa, quando
forse sottovalutavano ancora il rischio della presenza della parolina "evoluzione"
in "microevoluzione".
Nell'articolo si spiega come per i neocreazionisti non ci sia evoluzione
finché i batteri rimangono batteri, i pesci pesci e i friguelli fringuelli.
Costoro (ma certo soprattutto chi per ignoranza si fida delle loro
semplificazioni truffaldine) ignorano quante specie (e magari generi e
famiglie) diverse costituiscano batteri, pesci e fringuelli.
Putroppo l'invenzione
nel 1993 da parte di S.Scherer del trucchetto dei "kinds"
(o "tipi biblici") permette ai neocreazionisti di confondere le
idee: negano sia l'evoluzione che la definizione di creazionisti che è logico
attribuire loro.
Come racconta il biologo
evoluzionista PZ.Myers, che purtroppo ha accettato di farsi
intervistare per il video di R.Comfort: "What
actually happened is that I briefly discussed the evidence for evolution –
genetics and molecular biology of fish, transitional fossils, known
phylogenies relating extant groups, and experimental work on bacterial
evolution in the lab, and Ray Comfort simply denied it all – the bacteria
were still bacteria, the fish were still fish”.
Non c'è quindi da meravigliarsi di questo rifiuto di usare le
definizioni corrette di evoluzione che tutti gli evoluzionisti accettano (e
che spesso si trovano anche in Wikipedia); da qui deriva l'opinione
distruttiva e assurda di Comfort (e spesso di qualsiasi altro
neocreazionista): "I went to the experts
with a camera and asked evolutionary scientists for scientific proof for Darwinian
evolution, and the silence was deafening".
La conseguenza più inquietante e drammatica di questa conclusione è evidente:
si cita strumentalmente il nome di Darwin per negare qualsiasi evoluzione
e lasciar sopravvivere solo la creazione.
Non si potrebbe più ricominciare nemmeno da Lamarck... i neocreazionisti
potrebbero almeno rendergliene merito...
E' molto difficile che dietro le critiche a Darwin non si nasconda un
creazionista che si professa evoluzionista ma che comunque apre la strada o
favorisce un creazionista, che pur inorridirebbe di essere presentato magari
come un evoluzionista o come uno scienziato quando è semplicemente un onesto
e\pio propagandista religioso.
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Interessante anche un'altra recente iniziativa del
dinamico Ray Comfort, mr.crocoduck: un tour per l'Europa per
predicare nelle piazze di alcune grandi città. E' visibile gratuitamente uno
spezzone del video realizzato a Milano in piazza Duomo ("Mission
Europe: MILAN"), dove è stato poi controllato dalla polizia.
Non è chiaro se lo spezzone in cui lo si vede recitare una scenetta con
l’incontro fra R.Comfort e un attore che impersona un mafioso
si riferisca all'Italia in generale o solo a Milano.
Non sembra abbia informato i creazionisti milanesi della sua venuta.
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25/7/13-USA
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Google
commemora oggi il 93° della nascita della biofisica inglese Rosalind Franklin,
che fornì i dati cristallografici che permisero a Watson,
Crick e Wilkins di ottenere nel 1962 il premio Nobel per la scoperta
della struttura della molecola del DNA.
Purtroppo R.Franklin morì nel 1957, e non ottenne il premio Nobel, ma le
viene riconosciuto il merito per il fondamentale contributo (produsse le
immagini cristallografiche) che diede ad una delle più grandi e utili
scoperte del 20° secolo.
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24/7/13-WORLD
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[dal NYT]
Un post di Carlo Zimmer nella pagina della scienza sul New York
Times (“Looking
at Oil Palm’s Genome for Keys to Productivity”), fa notare le possibili
future conseguenze di una recente scoperta, la sequenza
del gene SHELL che influenza la produttività della pianta della palma da
olio (Elaeis
guineensis), come Zimmer indica chiaramente nel suo blog The Loom
("The
Tree That Rules Your Daily Life: My New York Times Column on the Oil Palm
Tree") qyesta palma ormai si è infiltrata sempre più pesantemente
nella vita e nell’economia degli abitanti della terra.
Sappiamo bene come “Oil palm expansion in recent decades has been one of
the main drivers of deforestation in Southeast Asia”, grazie al
fatto che “grows best in those parts of the
world that support tropical rainforests”.
La conoscenza di un’importante sequenza del DNA rischia di rendere
ancora più utile e conveniente la coltivazione della palma da olio in aree
prima ricoperte da foresta, accelerando l’estinzione delle popolazioni umane
che vivono di caccia e raccolta.
Questa estinzione è un processo iniziato da almeno 500 anni, come notato
anche da Darwin, preoccupato per la sopravvivenza delle popolazioni di
cacciatori e raccoglitori, ormai confinate soprattutto nelle zone
semidesertiche e nelle foreste tropicali.
Già oggi i dati sono impressionanti: il consumo di olio di palma è passato da
2
milioni di tonnellate nel 1961 alle attuali 64.
E’ una domanda che potrebbe preoccupare migliaia di specie animali che
sembrano interessare poco gli europei
(più disposti a scatenarsi per difendere il prezzo della benzina o la vita di
cani e gatti) ma anche gli indiani e i cinesi (che lo usano come combustibile
in cucina), ma che non lascia tranquilli gli oranghi, che già da tempo
rischiano seriamente l’estinzione sia a Sumatra (“Sumatran Orangutan
Conservation Programme”) che nel Borneo (“Understanding
the Impacts of Land-Use Policies on a Threatened Species: Is There a Future
for the Bornean Orang-utan?”).
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24/7/13-IT
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Il 27 luglio verrà finalmente inaugurato il MUSE,
il nuovo Museo delle Scienze di Trento,
progettato da Renzo Piano. Dal 28 sarà aperto al pubblico. Se ne parla
ovviamente in molti
siti web in questi giorni. Qui un articolo
su WIRED e qui numerose
fotografie della nuovissima struttura.
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Bisogna certo far finta di non leggere il titolo
dell’articolo, che sembra alludere a qualche storia di corna più complessa di
altre (“Lo
strano caso del terzo Homo”) ma illude sulla variabilità del genere Homo a cui apparteniamo [anche solo Wikipedia elenca 14 specie del genere
Homo!].
L’articolo pubblicato sul National
Geographic di luglio dimostra comunque come oggi si possa ricostruire l’evoluzione
umana anche con pochi e limitati frammenti ossei.
Certo mette in imbarazzo i
neocreazionisti: da qualche anno, per negare l’evoluzione, si erano impegnati
per diventare esperti di osteologia
ma speravano di poter ignorare la biologia molecolare, un settore della
biologia a cui i neocreazionisti sembrano allergici, come ha dimostrato anche
S.Meyer nel suo precedente libro (come indicato qui sotto il 23/7).
Il motivo è semplice: oggi la storia
evolutiva si ricostruisce anche solo analizzando e confrontando il DNA delle
specie attuali.
Come si può capire anche dall’articolo
sul NG, la novità è che oggi si riesce a ottenere molte informazioni anche
sul DNA di specie ormai estinte; e come si fa con il DNA neandertaliano e
denisovano, le sequenze ottenute con queste tecniche permetteranno di
verificare anche su ossa fossili i tassi di mutazione e quindi la velocità
del cambiamento evolutivo.
Già sappiamo che anche nella nostra
specie il tasso di mutazione da una generazione all’altra (ci sono circa
70-100 mutazioni
nel DNA di ogni nuovo individuo – lo sanno bene anche i creazionisti USA) è decisamente
più elevato di quanto si sospettasse quando non si avevano a disposizione le
attuali capacità di sequenziamento dell’intero genoma.
Potendo ora analizzare DNA umano di
decine di migliaia di anni fa, è probabile che presto si conoscerà anche il
tasso di mutazione nel DNA sia dei nostri antenati che di quelli di tante
altre specie, come ci prospetta il recente sconcertante articolo “Ancient
DNA: Towards a million-year-old genome”.
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A proposito: come
si può leggere su un articolo (“Human Mutation Clock Confirms
Creation”) pubblicato su Acts & Facts
dell’ICR (Institute of Creation Research,
USA), i creazionisti USA accettano che ci siano circa 60 mutazioni in ogni
nuovo essere umano (dato tratto da un articolo su dati familiari islandesi e
pubblicato su Nature
nel 2012), ma, dopo aver fatto quattro conti, concludono che “Without
invoking a miraculous and extremely long suspension of mutational buildup,
the human mutation rate alone precludes evolutionary history”.
I creazionisti USA sono irrecuperabili: le mutazioni non sarebbero una
dimostrazione dell’evoluzione …
aspettano proprio l’arrivo del crocoduck.
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23/7/13-IT
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The Italian Journal of Mammalogy ha pubblicato
un volume (“Virtual
Morphology and Evolutionary Morphometrics in the new millennium”) quasi
interamente dedicato alla morfometria geometrica. Gli articoli sono on-line e
liberamente accessibili.
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23/7/13-USA
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[da NCSE]
E' uscito negli USA un nuovo sondaggio sulle opinioni
degli americani sull'evoluzione, un po' diverso dai soliti sondaggi
annuali della Gallup, anche se si usano sempre le stesse domande, un po' troppo
ambigue. Se ne parla nel sito nella NCSE
("YouGov
poll on evolution"), e vengono presentati i risultati anche dei
sottocampioni per età, sesso, istruzione, area geografica, idea politica,
gruppo etnico e religione.
La tabella più interessante è quella con il campione suddiviso per le diverse
e numerose religioni; non solo si nota quante siano, ma è sconcertante
verificare come questo elemento culturale influenzi molto pesantemente le
risposte su una questione scientifica.
Si può quindi temere la difficoltà di
comunicazione (fra le religioni e con la scienza) su tematiche scientifiche
per le quali la scuola non può fornire il necessario continuo aggiornamento e
magari non ha fornito nemmeno un'adeguata base culturale minima.
Molto spazio viene quindi lasciato a pseudoscienza e ciarlatani.
Interessante notare che la posizione della scienza sia ugualmente apprezzata
dai buddisti e dagli atei (ambedue concordano per l'87%) mentre gli agnostici
lasciano spazio anche ad altre idee. Bisognerebbe che i creazionisti si
occupino al più presto anche dei buddisti.
Le prove fornite dalla scienza non convincono i protestanti USA (all'8%) nè i
mormoni (al 5%), per cui possiamo immaginare come anche questo sia un tema
"sensibile", e da evitare in qualsiasi dialogo fra le religioni.
Che l'evoluzione non coinvolga la divinità comunque trova concordi [con la
posizione scientifica] anche il 12% dei cattolici USA (e un po' si nota), il
18% degli ebrei e il 26% degli induisti.
Notevoli differenze fra le religioni si vedono anche nella risposta alla
domanda che prevede l'intervento divino (di uno o più dei) nell'evoluzione.
L'ipotesi dell'evoluzionismo teista, riportata nel documento vaticano del 2004,
è accettata solo dal 48% dei cattolici,il 30% dei quali preferisce la tradizionale
visione creazionista biblica, cara ai protestanti USA ma anche agli islamici,
ambedue intorno ad un incredibile 60%, che però unisce persone che hanno idee
diverse sui tempi della non evoluzione.
Interessante è anche la risposta alla domanda per identificare chi sia
favorevole ad aggiungere l'insegnamento dell'ID nella scuola.
Atei e buddisti hanno le idee chiare e rimangono contrari per l'83%, mentre
in altre religioni si modifica la percentuale di ostili al creazionismo
biblico dietro cui si nasconde l'ID; i cattolici USA rimangono comunque al
23% contrari all'ID, come sapeva anche P.George
Coyne, che nel 2006 condannava come “episodio
tragico” l’intervento del 2005 del card.Schonborn sul NYT in favore
dell’ID.
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Lo scorso mese il filosofo della scienza S.Meyer,
che ultimamente gestisce le campagne disinformative dei neocreazionisti USA
promotori dell’Intelligent Design, ha pubblicato un volume (“Darwin’s
Doubt: The Explosive Origin of Animal Life and the Case for Intelligent
Design”) sull’”esplosione” della vita nel Cambriano, circa 540 milioni di
anni fa.
L’ID ha tuttora notevoli difficoltà
a diffondersi negli USA, soprattutto dopo la condanna ottenute nel disastroso
processo di Dover nel 2005, ma possiamo comsolarci
che in Europa non riesce proprio a farsi notare.
Rispetto a quanto avviene in USA, è infatti difficile riuscire a distinguere
le loro idee sia dai vecchi creazionisti tradizionali (che in Europa talvolta
si appoggiano, come il 30/4/13, perfino ai ben dotati creazionisti islamici:
("Conférence
internationale sur la création, la science et la paix"),
che dagli evoluzionisti teisti. Questi ultimi, ben sapendo di non avere le
prve necessarie per le indispensabili proposte alternative, preferiscono
prendersela col caso e ignorare Darwin, piuttosto che contestarlo come fanno
i sostenitori dell’ID, che si trovano costretti a negare l'evoluzione stessa.
Hanno già cominciato ad arrivare critiche e commenti al libro di S.Meyer.
Oggi, come ci avvisa Jerry
Coyne (“Don Prothero guts Stephen Meyer’s new
creationist book”) nel suo frequentatissimo blog,
“The Lord hath delivered Meyer into Prothero’s
hands”. Prothero infatti non solo ha un dottorato in paleontologia
(il settore della scienza di cui si occupa libro di filosofo della scienza
S.Meyer), ma ha sempre fatto personalmente ricerca in quel campo. Dato che si
interessa poi da tempo anche di creazionisti e neocreazionisti, conosce bene
le loro confusioni e le loro ignoranze.
Sempre che si accetti di imparare qualcosa anche da chi ne sa di più (è
un’apprezzabile caratteristica delle popolazioni umane che pure essendo
“evolute” proprio come le altre, hanno avuto la possibilità di sviluppare e
accumulare le conoscenze invece di rifiutarle), il suo contributo alla
discussione nel sito di Amazon merita davvero si essere letto. (“Stephen Meyer’s Fumbling
Bumbling Cambrian Amateur Follies“)
Già J.Coyne ne riporta i punti principali.
Nelle conclusioni Don
Prothero ricorda come S.Meyer continui a erodere, anche con questo
secondo volume, la credibilità dell’Intelligent Design, che tuttora (a 25
anni dalla sua nascita nel 1989) non riesce a concludere il suo programma
ventennale: “In short, Meyer has shown that
his first disastrous book was not a fluke: he is capable of going into any
field in which he has no training or research experience and botching it just
as badly as he did molecular biology. . . Some people with creationist
leanings or little understanding of paleontology might find this long-winded,
confusingly written book convincing, but anyone with a decent background in
paleontology can easily see through his distortions and deliberate
misunderstandings and misinterpretations”.
Don Prothero nota anche un altro problema, di cui intravede però una
parziale soluzione, ma solo grazie alla presenza di persone con una migliore
competenza scientifica: ”Even though
Amazon.com persists in listing this book in their “Paleontology” subsection,
I’ve seen a number of bookstores already which have it properly placed in
their “Religion” section–or even more appropriately, in “Fiction.”
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Ieri
si parlava dell'articolo [ Stephen Meyer's Fumbling Bumbling
Cambrian Amateur Follies] del paleontologo Don
Prothero anche nel blog Sandwalk di Larry Moran, nel post
"Donald Prothero Reviews Darwin's
Doubt". Anche qui si riportano alcuni
punti gustosi della stroncatura, a cominciare dal giudizio dato dagli esperti
sul precedente tentativo di Mayer di mettere alla prova la sua incompetenza e
la fede dei suoi incompetenti seguaci ("Stephen
Meyer's first demonstration of these biases was his atrociously incompetent
book Signature in the Cell (2009, HarperOne), which was universally
lambasted by molecular biologists as an amateurish effort by someone with no
firsthand training or research experience in molecular biology").
Don Prothero inoltre sottolinea i motivi e le modalità di azione dei
neocreazionisti USA, che si limitano a criticare solo gli aspetti della
scienza che, pur ovviamente coerenti con gli altri aspetti simili!)
contrastano con le loro opinioni religiose, ingrandendo solo dettagli e casi
particolari che siano adatti per confondere facilmente chi è più abituato a
certi concetti e ad un linguaggio che usa termini errati se usati in un
contesto scientifico: "I can now report
that he's just as incompetent in my field as he was in molecular biology. Almost every page of
this book is riddled by errors of fact or interpretation that could only
result from someone writing in a subject way over his head, abetted by the
creationist tendency to pluck facts out of context and get their meaning
completely backwards".
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NB: Un lungo commento al libro di S.Meyer era stato
pubblicato anche dal paleontologo Nick Matzke (uno dei consulenti
esperti chiamati dal giudice del processo di Dover) sul blog Panda'sThumb
il 19/6: "Meyer’s
Hopeless Monster, Part II"
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22/7/13-USA
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Mentre in molti paesi, fra cui il nostro, ci si
attarda ancora a cercare inutilmente di seppellire Darwin senza proporre alternative
migliori, i sostenitori dell’Intelligent Design stanno intanto aprendo nuove
tombe, probabilmente per fare un po’ di pubblicità ad un debole tentativo di
un loro filosofo della scienza, S.Meyer, di approfittare
dell’esplosione del Cambriano per scopi impropri.
Ed ecco così che nel sito web del Discovery Institute si tenta di far
credere che si possa fare a meno, anche qui senza proporre alternativa
migliori, della “creatura” di Eldredge e di Gould: “The Quiet Passing of Punctuated
Equilibrium, Finally!”. [Penosa la speranza che si
possa fare a meno anche di questo prodotto della genialità umana, ottenuto
grazie all’osservazione della natura …]
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22/7/13-IT
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[da Pikaia]
Non é più così certo che anche quest’anno verranno inseriti in una qualche
valigia.
Magari finiranno in qualche sacca, in qualche borsa appesa alla bicicletta,
in qualche zaino o più semplicemente in uno smartphone o in un kindle.
Ma anche nell’agosto del 2013 saremo in molti a cercare di leggere qualche
libro. Magari appena uscito. Magari sull’evoluzione, sia che ci si abbia
fiducia dell’importanza e dell’utilità per quello che dimostrano gli
scienziati, sia che si abbiano delle curiosità.
Su Pikaia
si possono trovare molti consigli (dati da Paolo Coccia e Marco
Ferraguti) sui migliori e recenti libri
sull’evoluzione biologica.
Si possono anche consultare i blog sull’evoluzione, ma i migliori sono quelli
in inglese gestiti da ricercatori qualificati, gli unici che conoscono i
problemi; sono da evitare i blog dei [neo]creazionisti, ancora interessati
alla biologia dei tempi di Darwin, più facile da studiare e da manipolare.
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22/7/13-WORLD
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Il numero di luglio
di Forest Watch Issue illustra due situazioni drammatiche.
La prima è il collasso della Repubblica Centrafricana, dove il
presidente in marzo è stato deposto, dando inizio ad un periodo di illegalità
montante che ha portato a spostamenti di popolazioni (200.000 persone), a
profughi nei paesi vicini (50.000). Nell’illegalità sta crescendo il potere
di forze politiche e militari controllate dai paesi vicini (Chad e Sudan,
l’LRA ugandese) che stanno prendendo il controllo del territorio e delle
risorse minerarie del paese (oltre che delle zanne degli elefanti del parco
di Dzanga-Sanga, destinate al mercato cinese). Ovviamente i cinesi sono ben
presenti dietro ad ogni situazione confusa in Africa, interessati ad
acquistare a buon prezzo le risorse minerarie.
La seconda, già citata qui sotto il 7/7 riguarda invece le responsabilità
europee rispetto alla deforestazione nel mondo. L’Europa sarebbe
responsabile del 10% della deforestazione, che contribuisce a far fuggire,
anche verso l’Europa, milioni di abitanti dei paesi africani, asiatici e
americani.
Quando si leggono queste notizie bisogna ricordare che queste responsabilità
sono ben note ai dirigenti europei, come mostra questa pagina web della Commissione
Europea ("The
impact of EU consumption on deforestation") che permette di
leggere ben 3 recenti report su una situazione di degrado ambientale che
contribuisce anche alla forte spinta migratoria dall’Africa all’Europa,
aggiungendosi ai fattori politici che spesso hanno origini non troppo
misteriose.
Sono documenti che certo confermano le preoccupazioni da tempo segnalate
anche da documenti europei che però vengono di solito ignorati – e lo si
ammette pure - pur provenendo da fonti politiche e religiose estremamente
diverse.
E’ interessante ma impegnativo il documento
approvato nel 2007 a Sibiu
da rappresentanti di tutte le religioni cristiane europee (all”Assemblea
ecumenica europea” era intervenuto anche Barroso), dove si ammette la “responsabilità europea” per lo sfruttamento
delle risorse economiche dei paesi ex-coloniali (“la responsabilità europea nei confronti di una giusta
impostazione della globalizzazione”), per gli effetti dell’economia sul clima (“responsabilità europea nei
confronti della giustizia ecologica, davanti alla minaccia dei cambiamenti
climatici”) e si
sono fatte promesse impegnative (“Lavoriamo per contrastare il vergognoso sfruttamento [della biodiversità]… e ci impegniamo per la riconciliazione fra l’umanità e la natura”) nell’8’ e 9’ raccomandazione della dichiarazione
finale.
Impossibile essere ottimisti, comunque, visto che nella stessa dichiarazione
finale si legge, riguardo ai precedenti impegni assunti nel 1989 e nel 1997:
“siamo spiacenti che, finora, non
siamo riusciti a tenere fede ad alcuni di essi”…).
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21/7/13-USA
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Greg Laden nel suo blog commenta (“MERS-CoV,
The Haj, and the remote chance of a killer global pandemic”) un recente
articolo di PLoS Currents Outbreaks che riporta una ricerca sulle
destinazioni dei passeggeri dei voli aerei che coinvolgono le aree in cui è
diffuso il coronavirus denominato MERS.
Si sottolinea che molte destinazioni sono città di enormi dimensioni e che
l’area coinvolge spostamenti legati alla presenza di città sacre.
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21/7/13-IT
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Oggi pomeriggio su RAI Storia hanno trasmesso
un'altra puntata del documentario “a.C.d.C. - Human Journey”. Si
spiegavano i meccanismi e i fattori che hanno accompagnato l'arrivo dell'Homo
sapiens in Australia.
Pur senza citare, mi sembra, nè A.Wallace nè la sua linea, uno dei temi
principali erano le barriere geografiche che si alzavano e si abbasssavano in
concomitanza con le variazioni climatiche associate soprattutto con l'ultima
glaciazione, quella del Wurm, che ha
profondamente modificato - in particolare fra gli 80000 e i 20000 anni fa -
la distribuzione delle terre emerse.
Questo avvenne soprattutto nel sud est asiatico, riducendo, come è stato ben
mostrato, i bracci di mare che separavano e isolavano sia le diverse isole della Sonda
che lo stesso continente australiano.
Il documentario ha mostrato il percorso compiuto dall'Homo sapiens per
arrivare dall'Africa all'Australia pur fornendo poche informazioni (sono
poche ma comunque ci sono) sulle forme di Homo erectus che sono
scomparse al momento del passaggio
del sapiens. Tutte tranne una, l'Homo floresiensis,
di cui si è parlato (e di cui in data 15/7 troviamo qui sotto le ultima
novità)
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20/7/13-tUSA
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Ho trovato particolarmente stimolanti 3 post del blog
del giornalista scientifico Carl Zimmer:
- "What
Good Is Half A Sucker?" dove racconta l'evoluzione delle remore,
pesci pigri che si fanno trasportare grazie ad una ventosa, una struttura
anatomica geniale e particolarmente rara e improbabile, ma creata
probabilmente un volta sola dai processi evolutivi.
- "How
Things Get Complex: My New Story for Scientific American & Quanta
Magazine", dove cita il libro di D.Mcshea " Biology’s
First Law", sul problema dell'evoluzione della complessita, di
cui solo da pochi decenni abbiamo una visione panoramica abbastanza evidente
e dimostrata.
- "Gigantic
Giant Viruses and the Endless Viral Frontier", dove racconta di un nuovo virus (Pandoravirus)
con un nuovo record per dimensione del gemome (1000 volte il virus dell'influenza) e per numero di
geni (2500, 200 volte di più del virus dell'influenza e un decimo dell'uomo).
Per i possibili (e probabili) curiosi, 1) ci sono virus con 5000 nucleotidi e
3 geni, come il Parvovirus;
2) il precedente virus da record era stato scoperto nel 2011 (Megavirus)
ed era la metà del Pandoravirus
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19/7/13-IT
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E’ il momento delle pagelle.
Sono state pubblicate oggi anche le valutazioni delle università italiane
realizzate dal CENSIS
per Repubblica.
Ogni ateneo viene valutato sulla base di indicatori che considerano la
didattica e la vita studentesca (collegi, mense e Erasmus compreso) più che
la qualità della ricerca scientifica che viene svolta.
Fra i mega
atenei il migliore risulta Bologna, Pavia fra i grandi,
Siena fra i medi
e Camerino fra i piccoli.
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17/7/13-USA
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In questi giorni nel sito del National
Geographic compare l'invito a visitare il sito delle immagini degli
animali che ci accompagnano nel nostro viaggio nello spazio sul pianeta terra
si trovano anche foto di animali che, di solito per breve tempo, hanno
temporaneamente abbandonato il nostro pianeta.
Non mi riferisco tanto alle scimmie che hanno preceduto l'uomo nei primi
viaggi intorno alla terra, ma ai tardigradi, di cui il National
Geographic offre un'immagine
davvero ben diversa rispetto alle vecchie immagini in trasparenza o alle
prime immagini tridimensionali. L'immagine offerta dal NG è stata ottenuta
con il microscopio elettronico a scansione.
Osservato per al prima volta con microscopi primitivi nel 1773 e definito
"orsetto d'acqua", attrasse l'attenzione del maggiore biologo del
tempo, Lazzaro Spallanzani, che attribuì loro un nome scientifico e li
mise alla prova per verificare i loro
punti deboli.
Come si spiega in questo post di Pikaia ("Tardigradi
superstar"), di talloni d'Achille davvero non ne hanno nelle 8
gambe, tanto da essersi meritato un passaggio nella sonda spaziale Phobos
che avrebbe dovuto realizzare la Phobos Life Mission.
Purtroppo la sonda non e riuscita a partire per Marte ed è bruciata precipitando
qualche giorno dopo il decollo; i tardigradi destinati a raggiungere un
satellite di Marte e a tornare sani e salvi sono finiti fritti o annegati sul
fondo dell'Atlantico il 15/1/13. Se non sono davvero indistruttibili
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17/7/13-AU
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[da NCSE]
Anche in Australia si fanno sondaggi sull’evoluzione. Se ne parla nel
sito dell’NCSE (“Polling
evolution down under again”). In generale sono numerosi quelli che
rispettano la scienza (1/11 non è convinto delle prove a favore
dell’evoluzione), ma la coerenza e la cronologia a volte difettano (3/11
pensano che l’uomo abbia convissuto con l’uomo). Sull’argomento si è espressa
oggi anche l’Australian
Academy of Science
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18/7/13-IT
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Sono state recentemente pubblicate due
valutazioni sulla qualità della ricerca nelle Università italiane: una,
molto dettagliata – si spinge fino al singolo dipartimento e al singolo
settore disciplinare - è quella dell’Agenzia
Nazionale di Valutazione dell’Università e della Ricerca italiana
(ANVUR); l’altra – che si ferma alle prime 100 università nel mondo -
è quella del Center for
World University Rankings,
che utilizza indicatori che, per quanto riguarda l’Italia, valutano la
Sapienza di Roma come la migliore, e che non considerano che ogni università
presenti eccellenze che difficilmente riguardano tutti i settori
disciplinari.
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[da Pikaia]
A.Romano su Pikaia commenta un corsivo sul Foglio riguardante l’invito a
dimettersi rivolto al vicepresidente del Senato Calderoli dopo le offese
rivolte al ministro Kyenge. Incomprensibile il commento del giornalista C.Langone, secondo cui
dovrebbe essere uno dei più grandi scienziati, Carlo Darwin, a dimettersi.
Anche lui sembra fare una certa confusione fra Darwin/ evoluzione/ primati/
razzismo.
Non si capisce chi e quando gli
abbia messo in testa l’idea che la teoria dell’evoluzione sia “una degradante (!?) superstizione (!?) ottocentesca
(!?)”.
Preoccupa soprattutto che non sia
mai riuscito a togliersi dalla testa questa idea confusa né qualcuno l’abbia
aiutato a scoprire quale ruolo ha oggi questa “esaltante scoperta
scientifica novecentesca”, della quale dobbiamo ringraziare non solo
Darwin ma migliaia di altri ricercatori, a cominciare da Mendel che per primo
osservò e dimostrò il ruolo del caso e della probabilità
nei meccanismi riproduttivi che creano la complessità e la diversità dei
viventi.
Quando Mendel nei suoi Versuche
über Pflanzenhybriden (Brno, 1866) confessò che "Dipende
semplicemente dal caso quale dei
due tipi di polline si unirà con ciascuna cellula uovo", finalmente
si riuscì a capire perché Darwin non sarebbe mai riuscito a spiegare
correttamente né la selezione naturale né l'evoluzione.
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17/7/13-CA
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Anche i naturalisti - o comunque chi ha la curiosità
necessaria per capire come funzionano le meraviglie create dall’evoluzione
biologica – oggi possono spostarsi senza fatica per il mondo per osservare,
anche senza filtri, come davvero funziona il mondo.
Chi ha magari già ammirato, magari in qualche spezzone di Quark, la frenetica
e fortunata caccia che gli orsi bruni danno ai salmoni che risalgono i fiumi
dell’Alaska per riprodursi, rimarrà probabilmente deluso dalla noia che si
prova nel vedere la reale attività degli orsi immersi nelle gelide acque del
fiume, apparentemente prive di salmoni.
La realtà è quella mostrata dalla Brooks falls - brown bear
& salmon cam.
Un salmone che passa indisturbato e un salmone catturato comunque li ho
visti; l’aspetto più interessante della webcam è che dopo mezz’ora di
osservazione cadono una alla volta tutti i motivi validi che si potrebbero
avere per dubitare del ruolo determinante del caso.
Che il caso sia determinante è probabilmente già ben noto anche ai gabbiani
che svolazzano sopra gli orsi. Devono sperare non solo che gli orsi si siano
messi in un buon posto, ma che siano fortunati; sembra invece che non ci sia
dubbio che poi lascino qualcosa anche a loro (magari in un posto accessibile).
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17/7/13-DE
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[da Pikaia]
Segnalano questo interessante saggio di Claudio Greppi del Dipartimento di
Storia dell'Università degli Studi di Siena sulla figura di Alexander
von Humboltd, uno dei fondatori della geografia moderna
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16/7/13-VA
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Sappiamo bene che, soprattutto negli ultimi millenni,
nella nostra specie il ruolo dell’evoluzione biologica è stato sempre più
condizionato da un ruolo sempre più rilevante dell’evoluzione culturale, che
ha anche via via introdotto (come anche Darwin aveva evidenziato) il rispetto
prima per le altre popolazioni, poi per gli ammalati, i bambini e i vecchi,
poi per gli evoluzionisti, e infine – ma purtroppo solo negli ultimi decenni
- anche per le donne. E' uno stadio di evoluzione culturale che stiamo
tuttora vivendo, ma ci sono ancora grandi difficoltà, visto che nel mondo
tuttora continuano limitazioni, umiliazioni e penalizzazioni in molti
contesti, culturali ma anche religiosi.
Nell’evoluzione culturale si possono incontrare sia novità sostanziali
(spesso legate a grandi scoperte anche scientifiche) che semplici adeguamenti
a nuove procedure o a nuovi strumenti.
Il 9/7/13 nel sito web della Penitenzieria
Apostolica è stato pubblicato il decreto
del 24/6 che riguarda le nuove modalità (“attraverso
i nuovi mezzi della comunicazione sociale” come twitter, pinterest
o facebook) che permettono di ottenere uno dei due diversi tipi di indulgenza
(plenaria e parziale) in occasione di un prossimo evento (la
GMG in Brasile, dal 22 al 29/7/2013).
La notizia di queste nuove modalità di ottenimento di possibili benefici è
ripresa da un articolo un po’ sorpreso sul Guardian di oggi (“Vatican offers 'time off purgatory' to
followers of Pope Francis tweets”), dove si fa notare che i
vantaggi sono vincolati a condizioni particolari e comunque i vantaggi
riguardano esclusivamente il purgatorio.
Per evitare improbabili discussioni postume in caso di errori di procedura,
che mons.C.Celli
bruscamente oggi non esclude ("Toglietevi
subito dalla testa che sia qualcosa di meccanico, che basti cliccare su
Internet, tra pochi giorni, per ottenere l'indulgenza plenaria
"), è meglio consultare le norme (Indulgentiarum
Doctrina del 1967), oppure il manuale
del 1999 o l’estratto.
C’è anche un calendario.
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15/7/13-ID
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Un articolo (“Hobbits’
Size Not Likely Linked to Growth Disorders”) nella sezione di scienze del
New York Times sintetizza l’ultimo articolo scientifico pubblicato su
PLOS sull’Homo floresiensis (“Homo
floresiensis Contextualized: A Geometric
Morphometric Comparative Analysis of Fossil and Pathological Human Samples”).
Ovviamente siamo sempre in attesa di almeno un secondo cranio, che però dopo
anni ancora non è stato scoperto. Le analisi si sono quindi concentrate sullo
scheletro postcraniale ma soprattutto sull’unico cranio (LB1) di cui si
dispone attualmente. Anche questa pubblicazione conferma che, pur essendoci
una certa affinità fra crani patologici attuali, quello di Flores sembrerebbe
una versione modificata di crani appartenenti a specie di ominini oggi
scomparse, confermando quindi l’ipotesi di una nuova specie del genere Homo.
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13/7/13-USA
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Un articolo (“Why I’m a
creationist”) scritto su Yahoo News da una giornalista, V.Heffernan
che si occupava perfino di “fact checking” per il New Yorker (“il fact checking è
addirittura una mansione specifica, descritta in modo brillante e spiritoso
da Virginia Heffernan, fact checker del New Yorker, in questo articolo in
inglese).
Su Yahoo News si accontenta invece di qualche riflessione basata solo sul
libro pubblicato da Darwin nel 1859 (“I
still wasn’t sure why a book that never directly touches on human evolution,
much less the idea of God, was seen as having unseated the story of creation”);
forse avrebbe dovuto controllare se fosse uscito magari qualcosa di nuovo, di
Darwin ma anche di altri, nei secoli
successivi.
Ovviamente si attira numerose critiche che ha una certa difficoltà a capire,
come si vede nelle risposte via tweet agli inorriditi Carl
Zimmer, Alberto
Cairo e Laura
Helmuth che cerca di dimostrare su Slate (“Virginia
Heffernan’s Shameful Confession”) che la Heffernan avesse da tempo
problemi con la
scienza.
Più seriamente (?) Jerry Coyne, un esperto di creazionisti, nel suo
blog sospetta un trucco: “Heffernan’s
creationism: was it a scam?”.
In effetti è difficile oggi credere che una giornalista esperta possa
scrivere “I have never found a more
compelling story of our origins than the ones that involve God.”
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10/7/13-IT
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[da L’Unità]
Il nuovo Museo delle Scienze di Trento
(MUSE) progettato da Renzo Piano
aprirà i battenti il prossimo 27 luglio. Il progetto è l’ultimo tra i più
significativi investimenti italiani in cultura.
La chiusura della sede attuale del museo ha stimolato le sedi museali vicine
a proporre iniziative
alternative per quest’estate.
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9/7/13-IT
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[da Pikaia]
Interessante convegno in tempi in cui lo svelamento di dati più o meno riservati
provenienti da servizi informativi statali rivela un’immagine del mondo
diversa da quella che conosciamo.
Lo sviluppo della scienza e l’interconnesione fra diversi specialisti ha
bisogno della massima diffusione della conoscenza e che anche la velocità di
questa diffusione cresca continuamente, abbandonando al suo destino le realtà
che non riescono ad adeguarsi.
Gli antropologi in particolare si trovano a confrontare i seri problemi dei
paleoantropologi, sempre ossessionati e bloccati dalla lentezza nella
diffusione delle conoscenze estratte faticosamente e in tempi lunghissimi dai
reperti fossili, dalla rapidità con cui si diffondono enormi quantità di dati
genetici e molecolari che caratterizzano singoli individui.
C’è poi il problema della relazione fra la lentissima racconta dei dati che
avviene nei siti di scavo e la rapida ed appagante analisi dei dati per
descrivere e poi studiare le dinamiche spazio-temporali che permettono di
ottenere le indicazioni delle “tendenze” e dei cambiamenti che i
paleoantropologi ricercano. Un esempio di queste problematiche e delle
conseguenze degli attuali squilibri si possono capire dal post “Is
pollen analysis dead? Paleoecology in the era of Big Data” inserito
nel blog “The contemplative mammoth”.
Se ne parlerà ai primi di settembre (dal 2 al 4) in un convegno organizzato
ad Anagni dall’Istituto Italiano di Antropologia e dall’Università La
Sapienza di Roma in collaborazione con l’Istituto Italiano di Paleontologia
Umana. Qui il programma.
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9/7/13-WORLD
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L’11/7/13 sarà la giornata
internazionale della popolazione (#worldpopday), che l’UNFPA (l’organismo
dell’ONU dedicato a queste problematiche) dedica quest’anno alle gravidanze
precoci (sono 16 milioni, spesso rivelatrici della dipendenza delle donne e
raramente frutto di scelte). Rispetto al 1950 la popolazione mondiale è
aumentata ormai quasi tre volte (qui
l’hockey stick relativo).
All’UN-DESA
sono disponibili i dati e i grafici di alcune recenti
valutazioni delle tendenze demografiche.
Qui
una sintesi del 13 giugno 2013 che prevede 9.6 miliardi nel 2050,
quasi 4 volte rispetto ai 2.5 miliardi che ho trovato nel 1950.
Qui
una mappa della densità demografica, che suggerisce anche quali aree
siano ottimali dal punto vista climatico e per la disponibilità di risorse
alimentari e idriche e quindi abbiano favorito, almeno fino a qualche anno
fa, l’insediamento umano.
Chi fosse curioso di sapere quanti esseri umani siano mai vissuti, qui si prova a
stimarlo, concludendo che oggi si muova ancora
circa il 6,5% dei 106 miliardi di
esseri umani.
Questo
grafico invece dimostra come dopo la crescita postbellica gli allarmi
degli anni ‘60/’70 hanno indotto la popolazione umana a iniziare una fase di
rallentamento della crescita: mentre aumenta in tutto il mondo la durata
della vita, l’incremento annuo percentuale continua costantemente a
diminuire; oggi siamo ad un tasso di crescita già quasi dimezzato rispetto al
massimo dei primi anni ‘60, dell’1,14% (circa 80 milioni di aumento annuo
della popolazione).
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8/7/13-IT
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Su RAI Storia questa mattina alle 7.30 hanno trasmesso
un replay della prima puntata del documentario “a.C.d.C. - Human Journey”.
Tema della puntata è “Lasciando
l'Africa”; si mostra come i primi Homo sapiens siano riusciti
a trovare il modo di uscire dall’Africa, passando per il Sinai o
attraversando lo stretto di Bab-el-Mandeb; da qui ha avuto inizio la
colonizzazione del resto del mondo, sostituendo le specie prodotte dalla
prima uscita dall’Africa, avvenuta circa 2 milioni di anni fa.
Questa seconda uscita avvenne circa 100000 anni fa, e l’ultima glaciazione
certamente fu di aiuto, abbassando i livelli marini. L’arrivo di Homo
sapiens in “Europa”
è previsto per l’11 luglio alle 21.30, sempre su RAI Storia.
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[da Repubblica]
Non tutto quello che arriva dai paesi “in via di sviluppo” ha
difficoltà ad entrare in Europa.
Anzi, tantissimo materiale entra seguendo percorsi privilegiati e comodi;
entra (senza rischi e senza perdite) attraverso i porti.
Sono prodotti che servono per migliorare lo sviluppo dei paesi europei e dei
popoli che ci abitano.
Sono prodotti che impoveriscono e rovinano l’ambiente in aree “in via di
sottosviluppo”.
Sembra abbastanza logico che da queste aree poi gli abitanti siano invitati
se non costretti a seguire i percorsi utilizzati da questi prodotti.
Non basta una pagina per spiegare quello che sta avvenendo, e di cosa c’entri
la distruzione delle foreste tropicali.
Chi fosse curioso e interessato può leggersi il final report del documento
prodotto quest’anno dalla Commissione Europea: “The
impact of EU consumption on deforestation”.
Una sintesi si trova oggi su Repubblica (“Si
consuma di più: diminuiscono i boschi. Europa maglia nera per la
deforestazione”) e su altri quotidiani; cui ci si limita ad una sintesi
di una paginetta, mentre il report ne richiede più di 300.
Chi leggesse il report integrale riuscirebbe a farsi un’idea delle dimensioni
di un progetto economico che da decenni porta in Europa risorse che finora
erano utilizzate o utilizzabili da popolazioni che vivono in altri
continenti.
Difficile stupirsi se queste popolazioni cercano di raggiungere le loro
ricchezze nonostante per loro le vie siano più complesse e pericolose. E’
anche prevedibile che possano almeno stupirsi quando scoprono che queste
risorse siano utilizzate poi per l’alimentazione animale.
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7/7/13-USA
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Sull’Huffington Post il fondatore e
coordinatore del Clergy Letter Project, Michael Zimmermann, ci
introduce (“Evolution
vs. God: Not a Choice Most of Us Have
to Make”) all’ultima novità di Ray Comfort, un creazionista
evangelico che giustamente diventò famoso cercando di spiegare con un
video come la
banana fosse stata “progettata” da un creatore per una più facile
utilizzazione da parte dell’uomo [peccato che la banana attuale sia un frutto
selezionato dall’uomo, una specie di OGM ottenuto grazie alla selezione
artificiale].
R.Comfort diventò
tristemente e immediatamente famoso anche sintetizzando nell’immagine di un “crocoduck”
la sua idea - da creazionista - di come debba funzionare l’evoluzione
(l’unico risultato fu che l’evoluzionista con cui stava discutendo perse il
controllo e si lasciò scappare un improbabile e imprevisto “oh my God!”).
Dopo aver diffuso qualche anno fa migliaia di copie di una versione
gratuita di “On the Origin of Species” (a cui aveva aggiunto una lunga presentazione
creazionista…) dal 9 luglio Ray Comfort distribuirà gratuitamente migliaia di
copie di un video (“Evolution vs. God”) con cui intende dimostrare come gli evoluzionisti
(che anche lui chiama darwinisti)
siano “embarrassingly stupid”
in quanto “to believe in God and his creation people
can simply look at the beauty of nature”.
Dallo sconcertante crocoduck di R.Comfort è ovviamente nato il premio
“Golden crocoduck”.
M.Zimmermann nell’articolo spiega gli
obiettivi del Clergy Letter Project e di come i pastori (e i
rabbini) aderenti al CLP festeggino con sermoni appositi, nella domenica più
vicina al 12/2, la nascita di Darwin (nella homepage c’è pure un’immaginetta
di Darwin). Chiarisce quali siano gli errori di R.Comfort e di come si ponga
in contrasto con molte religioni che non chiedono di scegliere fra Dio e
l’evoluzione.
Come si capisce bene, M.Zimmermann non gioca su una strumentale
contrapposizione fra Darwin e l’evoluzione, non avendo nemmeno lui
alternative serie da proporre. Se si scorre l’elenco dei biologi universitari
usati come consulenti, fa piacere notare il rispetto per la cultura: si
evidenziano infatti le competenze scientifiche che hanno acquisito e i titoli
accademici che hanno meritato e gli vengono riconosciuti.
Ben separato c’è invece l’elenco
di chi mette a disposizione i suoi sermoni religiosi preparati per i
diversi Evolution Weekends, in favore più dell’evoluzione che di
Darwin.
Fra le letture consigliate non ci sono né creazionisti né neocreazionisti.
L’ultimo articolo citato è …. questo di Zimmermann sull’Hufington Post.
Il sito web è quindi aggiornatissimo.
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7/7/13-VA
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Come sappiamo, domani il papa si recherà a Lampedusa,
alle nuove colonne d'Ercole, ai confini del mondo, ad una delle tante porte
chiuse che sfidano il coraggio quasi suicida di chi si trova casualmente a
nascere e vivere in uno di quelli che un tempo erano i paesi coloniali e
prova a cercare un futuro migliore per se e per i propri figli.
Come argentino sarebbe stato più logico per lui, anche se forse non sarebbe
stato facile, presentarsi a Tijuana o
nel deserto
di Sonora in cui sui resti degli immigrati clandestini lavorano invece
gli antropologi culturali (con il loro Undocumented
Migration Project).
Il suo nuovo lavoro in Italia, come successore di due papi provenienti dal
nord del nord del mondo, gli ha permesso di far notare qualche novità che è
ben nota a chi vive nel sud del mondo, conseguenza di ben noti e letali squilibri
economici che derivano da squilibri di potere che hanno portato a
sfruttamenti sempre più intollerabili sia dalle popolazioni che dalla natura,
che in molte aree deve purtroppo essere abbandonata appena possibile.
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Può essere utile sapere che, oltre a voler stimolare
qualche cambiamento in strutture
vaticane che ritiene superate, su questi temi il papa ha già messo al
lavoro anche strutture che probabilmente non retiene superate.
Se si va a visitare il sito dell'Accademia
Pontificia delle Scienze si nota che ha cominciato a proporre temi in
parte nuovi in un'agenda del 2013 che prima era un po' spoglia (come indicato
qui sotto il 19/3; solo qualche mese fa bisognava aspettare il 2014 per
incontrare la prossima iniziativa, il convegno Sustainable
Humanity, Sustainable Nature).
Oggi nel sito della PAS si scopre che nel 2013
sono stati aggiunti da poco in novembre due eventi quasi contemporanei (Trafficking
in Human Beings e Bread
and Brain).
Per quanto riguarda il primo convegno, è evidente la connessione
all'iniziativa di domani, mentre per quanto riguarda il secondo si nota che
si tratta di tematiche che certo vengono viste in modo diverso al di qua e al
di là delle attuali colonne d'Ercole.
Se andiamo a leggere la scheda preparatoria della prima iniziativa della PAS
(2-3/11: Trafficking
in Human Beings) si dichiara chi ha proposto un tema che mette sotto
accusa i poteri che dominano i processi economici ("Following a wish expressed by Pope Francis")
e come ci sia una connessione con
tragedie che avvengono nel terzo mondo e sono avvenute anche in Argentina
("natural sciences today can provide new
tools that can be used against this new form of slavery, such as a digital
registry to compare the DNA of unidentified missing children
(including cases of illegal adoption) with that of their family members who
have reported their disappearance"); evidenziano poi il ruolo
della scienza nel portare alla luce un problema (la schiavitù e il traffico
di vite umane che ne può conseguire) oggi ben più reale di un tema, la
clonazione, che a volte si solleva in modo strumentale e per altri fini.
Appunto per questo vengono
linkati documenti dell'ONU, che dal 2000 ha evidenziato alcuni tragiche
novità (According to the recent UNODC 2012 Report on
Trafficking, the UN started being aware of this increasing
crime only in the year 2000, together with the emerging effects of
globalization and subsequently drafted a Protocol to Prevent,
Suppress and Punish Trafficking in Persons, Especially Women and Children).
E' evidente che nella scheda del convegno si ammetta una certa distrazione,
condizionata dall'abitudine ad una visione "distorta" del mondo,
che impedisce di vedere le vere tragedie e quindi anche le soluzioni: "We must thus be grateful to Pope Francis for
identifying one of the most important social tragedies of our times and
having enough confidence in our Catholic institutions to instruct us to
organize this workshop".
Anche la seconda iniziativa della PAS (4-6/11: Bread
and Brain) prospetta conseguenze abbastanza sconvolgenti, rifacendosi
ad una settimana organizzata da Jérôme
Lejeune alla PAS nel 1982 (Modern
Biological Experimentation), quando si sottolineò la necessità di
moltiplicare pane e pesci con gli strumenti a disposizione "the important advantages that come from the increase of
food products and from the formation of new edible plant species for the
benefit of all, especially people most in need”. Questa seconda
iniziativa, che evidentemente segue al recente appello di Werner Arber
in
favore degli OGM (al sinodo dei vescovi) e il precedente convegno della
PAS organizzato nel 2009 da I.Potrykus ("Transgenic Plants for Food Security in
the Context of Development"), è coordinata da Antonio
M. Battro e Ingo
Potrykus.
Il secondo è un famoso biologo molecolare vegetale che ha contribuito a
sviluppare il "golden rice"
(www.goldenrice.org), un riso giallo
che si è rivelato fondamentale nella riduzione della denutrizione da carenza
di vitamina A.
Il primo invece è un argentino si occupa di cervello e educazione infantile;
partecipò a varie iniziative della PAS ("The
challenges for science: Education for the twenty-first century",
Scientific
Insights into the Evolution of the Universe and of Life, a cui
parteciparono tanti evoluzionisti).
Immagino che queste informazioni siano state utili anche per capire che in
Vaticano (forse) non serviranno più creazionisti,
talebani
o cacciatori di
evoluzionisti.
La PAS è piena di evoluzionisti e poi, con un presidente come W.Arber, adesso
sanno comunque trovarli da soli. E oggi si scopre che sono necessari anche quando si parla di Trafficking
in Human Beings o di Bread
and Brain.
Il problema sarà come riciclare i neocreazionisti..
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6/7/13-F
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Il 6/7/1885 Louis Pasteur sperimenta sull'uomo
la prima vaccinazione
antirabbica. Non era pronto a passare all'uomo, la sperimentazione sugli
animali non si era ancora conclusa, ma una madre disperata l'ha costretto...
ed ha funzionato. Questo ragazzo, Joseph Meister, lavorò
poi con Pasteur e successivamente alla sua morte si prese cura del suo
laboratorio.
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5/7/13-TK
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Sembra che stiano continuamente peggiorando le
relazioni degli scienziati turchi che si occupano di evoluzione con il
governo e gli organismi scientifici che finanziano la ricerca, come il TUBITAK (“Scientific and Technological
Research Council of Turkey”). La richiesta di finanziare un workshop
sull’evoluzione è stato respinta in quanto “l’evoluzione
è un tema controverso, sia in Tuchia che nel mondo”. L’articolo
pubblicato da ScienceInsider (“Turkish
Scientists See New Evidence of Government's Anti-Evolution Bias”) si
conclude con la buona notizia che il convegno si farà lo stesso, anche se con
finanziatori privati.
L’aria che tira in Turchia non è comunque buona per chi si occupa di
biologia. In un articolo del 19/6 sempre su ScienceInsider si parlava
addirittura della reazione violenta di Kemal Gürüz, un ex-presidente del
TUBITAK in prigione da un anno e non liberato insieme ad altri in situazioni
simili (“Prominent
Turkish Academic Attempts Suicide in Jail”). Guruz è in
prigione da un anno e di lui si è occupato anche il parlamento
eiuropeo.
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4/7/13-USA
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Da un po’ di tempo, e soprattutto dopo la
pubblicazione dei discutibili risultati del progetto ENCODE, negli USA gli
integralisti religiosi hanno cercato di vivacizzare con motivazioni ben poco scientifiche
un dibattito che certo durerà ancora per decenni vista la complessità del
problema scientifico.
Un punto di osservazione consigliabile per seguire la discussione è il blog Sandwalk del biochimico Larry
Moran. Dopo aver riferito (“A
Philosopher Trashes Junk DNA”) che si
era notata la partecipazione di un filosofo con competenze approssimative
di biologia (“junk
DNA isn’t junk”), e che i biologi non si dimenticano mai nè delle cipolle
(“Keep
Calm and Ask About Onions”) né di “John
Mattick on the Importance of Non-coding RNA”, oggi si è messo sulla porta
a verificare le motivazioni e le competenze di chi volesse partecipare al
dibattito.
Nel post “Five
Things You Should Know if You Want to Participate in the Junk DNA Debate”
ricorda che per negare la quantità e il ruolo del “junk DNA” bisogna prima
contestare alcune conoscenze dimostrate che riguardano il carico genetico
(ogni neonato umano arriva con 100 nuove mutazioni, cioè non presenti nei
genitori), il paradosso del
C-value, la moderna teoria dell’evoluzione, che gli pseudogeni
e i broken-genes sono “junk DNA” e che gran parte del
genoma non è conservato.
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3/7/13-ID
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Da qualche settimana è davvero drammatica la situazione ambientale nell’isola di
Sumatra e nella vicina Singapore,
costantemente immersa
nel fumo e innocente vittima del disastro ambientale, evidentemente di
origine umana, che si svolge nella vicina Indonesia (foto
da satellite).
E’ un periodo in cui si incendiano le foreste
tropicali di Sumatra per distruggere la biodiversità che impedisce di
coltivare le palme da olio e le piante necessarie per la produzione di
legname e di carta.
Qui su Australia Network News un video (“Behind the hazardous smog: illegal fires
in Sumatra”) permette di capire meglio le conseguenze
ambientali della distruzione delle foreste e della biodiversità.
La APP
tranquillizza sia le popolazioni locali (“APP
Statement on Forest Fires and Haze”) che gli investitori (“APP reports 25% annual growth rate once again”).
I satelliti comunque oggi ci permettono di seguire giorno per giorno
quello che avviene a Sumatra
e nelle aree circostanti. Le conseguenze poi si possono verificare (già oggi
ma anche in futuro) grazie a Google
Maps.
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Uno strumento che però non permette di monitorare da
casa le conseguenze dello sfruttamento delle foreste sulla sopravvivenza dei
milioni di organismi vegetali ed animali di piccole dimensioni che
scompaionono con le foreste; ci sono invece organizzazioni che si occupano
almeno delle specie di grandi dimensioni: degli oranghi,
delle tigri
o dei rarissimi rinoceronti
(circa 200) che vivono solo a Sumatra.
Per quest’area geografica passa anche il commercio di avorio che mette
a rischio di estinzione un’altra specie animale che vive in Africa,
l’elefante, come indica questa mappa
annessa ad un articolo del Washington Post dell’1/7 che pubblicizza
un’iniziativa lanciata da Obama durante la sua recente visita in Tanzania:
“Obama
wants to curb Africa’s ivory trade. Here’s what he’s up against”.
Come si vede Malesia, Indonesia, Vietnam e Hong Kong sono i paesi
attraverso cui l’avorio “estratto” in Africa arriva in Cina e in Vietnam,
dove c’è grande richiesta di prodotti in avorio lavorato, come documentato qui
sotto in data 29/5
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3/7/13-UK
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Un articolo su Nature (“Great
ape genetic diversity and population history”) presenta oggi il
risultato di un enorme lavoro sulla variabilità genetica presente ai diversi
livelli tassonomici nella famiglia delle antropomorfe (orango, gorilla e
scimpanzé); sono stati coinvolti numerosissimi primatologi e genetisti un po’
di tutto il mondo e si è anche cercato di stimare anche dati che possano
suggerire il numero di individui che potrebbero essere stati coinvolti
nell’evoluzione di queste specie e sottospecie negli ultimi 15 milioni di
anni.
Un commento all’articolo lo troviamo già oggi nel blog dell’antropologo Dienekes
(“The
history of great apes“) .
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2/7/13-CA
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C'è allarme nel Canada e in particolare nel
Quebec e a Montreal (“Quebec
forest fires trigger smog warning in Montreal”) per l’addensarsi
nell’atmosfera di fumo proveniente dagli incendi che stano devastando le
foreste del nord del Quebec. Nel sito USA
che si occupa della qualità dell’aria sono mostrate immagini che indicano che
c’è allarme, oltre che nel nord del Canada e perfino in Alaska, oltre che
nell’ovest degli Stati Uniti e in particolare nel Colorado.
Perfino
l’Europa (a nord delle Alpi) viene raggiunta dal fumo che giunge dal
Canada.
Per gli amanti del rischio è la settimana buona per organizzare un viaggio
per fare un po’ di footing nella Valle della Morte,
per provare i 55°C che sono previsti nell’ondata di caldo questi giorni.
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2/7/13-USA
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All'inizio dell'anno, il 13/1,
avevo segnalato un articolo di Carl Zimmer su un particolare tumore
facciale che sta portando all'estizione la specie del diavolo della Tasmania.
Recentemente, in occasione di un convegno (International Evolution and
Cancer Conference) che cercava di associare aspetti patologici e aspetti
evolutivi, i tumori e Darwin, Carl Zimmer è stato invitato a parlare di
questo caso in una iniziativa aperta al pubblico.
In questi giorni il video della sua conferenza e le slide sono state messe a
disposizione di chiunque nel sito del suo blog ("The
Devil’s Tumor: Video of My Talk About Cancer & The Evolution of A New
Form of Life").
Sappiamo già che la biologia diventa più chiara e comprensibile solo
nell'ottica dell'evoluzione, come evidenziò Dobzhansky (che vediamo qui in una
foto - scattata qualche decennio fa a Pallanza - insieme a tanti altri famosi
genetisti, fra cui Haldane).
E' utile rivedere ogni tanto degli esempi reali e verificare quali siano le
spiegazioni che via via si dimostrano migliori e più utili.
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2/7/13-UK
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Oggi arriva anche un articolo su Nature di A.Abbott
("Italian
stem-cell trial based on flawed data") a lanciare seri sospetti su
un metodo che prometteva di creare cellule nervose da cellule staminali
mesenchimaticiche con un metodo finora non dimostrato. Sospetti seri si
aggiungono da poco a quelli già
sollevati da Oggiscienze
e ScienzaInRete
oltre che da Medbunker.
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1/7/13-USA
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Una buona notizia: la mostra di Novara
sull’evoluzione e la variabilità delle popolazioni umane (“Homo sapiens”) non ha chiuso ieri.
Visto il successo, continuerà infatti fino al 28 luglio.
La mostra, inaugurata a Roma, è
dedicata alle ricerche a agli interessi di un grande genetista e antropologo
italiano, Luca
Luigi Cavalli Sforza, vincitore
nel 2009 del Premio Balzan, accademico
dei Lincei e membro
della PAS, che ha da poco compiuto 90
anni.
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