[Prof.Daniele Formenti]

 

NB: Articoli disposti in ordine cronologico inverso: in alto i più recenti

ANTI-EVOLUZIONISTI IN ITALIA?!

RASSEGNA STAMPA del 2013/1

(Anche A.R.Wallace fa ancora paura? E la sintesi estesa?)

Per chi vuole rievocare … ci sono anche le

Rassegne stampa degli ultimi 9 anni:

(2003/04- 2005- 2006- 2007- 20082009 1’s2009 2’s.- 2010 - 20112012 1’semestre2012 2’semestre2013 2’semestre - )

Per studiare e capire le basi della biologia c’è anche un semplice ipertesto in italiano: La Biologia di Omodeo.

Per l'evoluzione c'è il corso di Pikaia sull’evoluzione biologica o, come alternativa, 10 Top Intelligent Designs; c’è poi un recentissimo libro di Piergiacomo Pagano sulla "Storia del pensiero biologico evolutivo".

 [I testi originali sono linkati, se accessibili, per una verifica personale della qualità delle fonti - e dei commenti]

 

Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile 

maggio

Giugno 

luglio

agosto

 

settembre

ottobre

novembre

dicembre

NOTIZIE DEL 1’ semestre 2013

 

GIUGNO 2013

30/6/13-USA

·        E' uscito l'ultimo fascicolo, quello di giugno, della rivista "Evolution: education and outreach", diretta da Gregory e Niles Eldridge. Ci sono almeno tre articoli degni di interesse, sia per l'autorevolezza e la competenza degli autori che per il tema che trattano. Si può aggiungere anche il fatto che due degli articoli sono scritti da ricercatori italiani.
Il primo articolo ("Knowledge of evolution and human diversity: a study among high school students of Rome, Italy") indaga sulla preparazione che le scuole superiori romane hanno fornito a 1108 studenti dell'ultimo anno delle superiori, pronti ad iscriversi a corsi di laurea che ovviamente sono favoriti da chi già possiede una seria preparazione anche sulle moderne conoscenze della teoria dell'evoluzione e sui fatti che oggi la confermano. Il questionario testava soprattutto la correttezza dei concetti connessi con l'evoluzione e la diversità umana, e i risultati appaiono indicare una buona preparazione, anche se qualche confusione sulla scala dei tempi e sulle basi culturali e biologiche delle differenze fra le diverse popolazioni umane attuali fa prevedere qualche problema nell'accettare la sostanziale omogeneità delle popolazioni umane attuali.
Non sembra siano state testate scuole superiori religiose, che sono numerose a Roma, ma non ci dovrebbero essere problemi: i programmi scolastici e i testi che vengono fatti acquistare dagli allievi sono gli stessi adottati dalle scuole superiori statali.   
Il secondo articolo ("The great chain of being is still here"), di Emanuele Rigato e Alessandro Minelli, indaga sulla sopravvivenza di termini (come la "grande catena dell'essere") legati a visioni preevoluzioniste all'interno degli articoli pubblicati sulle riviste scientifiche; la sopravvivenza è confermata dalla tendenza a distinguere fra organismi viventi di livelli superiore e/o inferiore, dimenticando che tutte le specie attuali sono il prodotto di un processo evolutivo di uguale durata.  
P
iù interessante e utile è probabilmente il terzo articolo ("Correcting some common misrepresentations of evolution in textbooks and the media), scritto da un paleontologo di Berkeley, Kevin Padian, certamente autorevole e qualificato, tanto è vero che è anche presidente del NCSE ed ha fornito un validissimo contributo per convincere il giudice e i giurati del processo di Dover/Harrisburg che le obiezioni alla teoria dell’evoluzione fatte dai sostenitori dell’ID non avessero basi scientifiche ma solo religiose; Kevin Padian, insieme alla filosofa Barbara Forrest che scoprì l’anello mancante, diede un enorme contributo alla vittoria degli evoluzionisti al processo.
La sconfitta del Discovery Institute fu particolarmente grave dato che si riuscì a dimostrare le basi religiose e non scientifiche dell’Intelligent Design. Lo notò lo stesso giudice, che si stupì parecchio che il DI sostenesse di avere obiezioni scientifiche senza fare ricerca e senza disporre di alcun laboratorio scientifico.
L'articolo sarà certamente di aiuto per gli insegnanti che non volessero rischiare di trasmettere informazioni poco chiare o ambigue.
L’elenco degli errori che il paleontologo Kevin Padian consiglia di evitare è lungo, ma qualcuno lo si può citare:

·    Definire bene l’evoluzione, un termine che ha diversi significati (fatto, schema, processo, …) e che addirittura ne ha avuto altri e diversi nel passato. Ci sono poi definizioni più semplici – forse troppo - e altre più complesse.

·    Evitare termini imprecisi come moderno, primitivo, avanzato, graduale o frasi comemolti scienziati sono convinti che” o “evoluto per…

·    Non personalizzare un dibattito scientifico

·    Bisogna essere prudenti nel caratterizzare il pensiero religioso dei personaggi storici (ad es. di C.Darwin)

·    Evitare di approfittare dei motivi di contrasto fra le verità delle fedi e i dubbi e le curiosità della scienza e di chi se ne occupa per una parte della giornata

·    Evitare di dare l’impressione che ci sia un’associazione fra l’evoluzione e l’ateismo. [La scienza in generale comunque per definizione non ricorre a divinità per spiegare i fatti, per cui è una condizione che è oggettivamente impossibile evitare; e c’è sempre qualcuno che ne approfitta, nonostante il presidente attuale dell’Accademia delle Scienze Pontificia sia oggi un biologo evoluzionista, il premio Nobel Werner Arber].

·    Non personificare la selezione naturale, né attribuirle tutti i meriti (o le colpe) nell’evoluzione.

·    Evitare di associare la fitness solo alla fecondità dimenticando la sopravvivenza, che dipende dall’ambiente, mutevole.

·    La selezione sessuale non è un tipo di selezione naturale, e richiede il dimorfismo sessuale.

Anche J.Coyne, che oggi cita l’articolo di K.Padian nel suo blog (“Kevin Padian discusses common misconceptions about evolution”), ammette di non rispettare tutte queste indicazioni.

·        Un quarto articolo nello stesso numero della rivista (“It’s just a theory”: trainee science teachers’ misunderstandings of key scientific terminology) può avere un certo interesse e dovrebbe anche stimolare la ripetizione urgente del sondaggio anche in Italia (esteso magari anche agli insegnanti in servizio) per verificare se l’imprecisione nell’uso dei termini fra gli insegnanti di scienze italiani conferma il loro distacco rispetto a chi svolge personalmente e direttamente attività di ricerca scientifica.
I termini di cui si sono verificate le definizioni su laureati che si preparavano a diventare insegnanti di scienze sono teoria, fatto, ipotesi e legge.
I risultati non possono che far sorgere serie preoccupazioni soprattutto in chi si occupa professionalmente di ricerca sull’evoluzione biologica.
Per quanto riguarda la definizione di uno dei termini (“teoria) a cui fa riferimento una delle maggiori scoperte scientifiche degli ultimi secoli (la teoria dell’evoluzione), che condiziona la visione del mondo e quindi la stessa gestione di problemi complessi e vitali per la nostra e le future generazioni … siamo all’assurdo. Nei futuri insegnanti di scienze USA la definizione che ha più successo (il 29%) fa riferimento proprio al significato contrario!! (“idee non dimostrate”). Fra i biologi addirittura troviamo che il 29% sale al 34,4%. Un terzo dei futuri insegnanti di biologia pensa che la teoria dell’evoluzione sia un’insieme di idee non dimostrate. Nell’articolo ci si consola chiarendo che “Science teachers are not professional scientists per se”. Comunque sarebbe necessario controllare i concetti che vengono trasmessi da chi si occupa della preparazione dei futuri scienziati.

·        Fra gli articoli più recenti pubblicati da "Evolution: education and outreach" può essere interessante leggere e applicare nella didattica un articolo scritto in maggio su “Teaching the role of mutation in evolution by means of a board game”, utile per capire meglio, con un gioco di simulazione, il ruolo delle mutazioni nell’evoluzione.
Un’altra lettura utile potrebbe essere anche la recensione (“Does evolution compromise Christian faith? R. J. Asher’s Evolution and Belief “) pubblicata in aprile da E.G.Leigh sul libro “Evolution & belief: Confessions of a religious paleontologist” scritto nel 2012 da Robert Asher, un autorevole e famoso paleontologo dell’università di Cambridge (UK), evoluzionista neodarwiniano (“he has found that no other theory comes close to Darwin's as an explanation for our world's incredible biodiversity. Recounting discoveries in molecular biology, paleontology and development, Asher reveals the remarkable evidence in favor of Darwinian evolution”) ma teista e quindi anche ostile sia al creazionismo e che al neocreazionismo dell’Intelligent Design (nel libro ricorda come apprezzò l’attacco di S.J.Gould ai sostenitori dell’ID per le assurde accuse a Darwin: “I found Gould’s review of Phillip Johnson’s book, Darwin on Trial, very entertaining, much in the same way that spectators gawk at blood spilled at a prize fight. Gould had no patience for the misrepresentations and half-truths that filled Johnson’s book, and was downright mean in his portrayal of the author himself. Johnson sought to paint evolution as a “theory in crisis,” repeating claims of alleged scientific and moral inadequacy that have been rebutted over and over again since 1859. Gould saw through this verbiage and critiqued Johnson’s book as a misinformed, quasi-political document, dependent on the reader’s ignorance of biology and the history of science to have any effect. Like the Roman public who witnessed Christians thrown before a hungry lion, I enjoyed Gould’s shredding of Johnson’s book. This lion’s name was Steve Gould, and I was cheering him on”.). 
Il libro può quindi essere istruttivo per chi pensasse che i paleontologi “religiosi” possano essere solo “creazionisti” e ostili alla teoria dell’evoluzione e al neodarwinismo o che un “religioso” non possa tifare per S.J.Gould quando nel 1992 su Scientific American strapazzò (“Impeaching a Self-Appointed Judge”) il libro “Darwin on Trial”, di un antievoluzionista e antidarwinista come l’avvocato Phillip Johnson, che nel 1989 “reinventò” Ccon Dembsky l’Intelligent Design.
Nello stesso estratto del libro “Evolution & Belief” Robert Asher attribuisce a Gould il merito di averlo attirato verso lo studio dell’evoluzione e la paleontologia. 
[qui la risposta di P.Johnson a Gould e l’ulteriore critica di R.Dawkins al libro (NCSE 1993)].

 

26/6/13-CA

·        A volte quando arriva sul tavolo l’ultimo numero di una qualche rivista scientifica si possono trovare anche notizie sconvolgenti che aprono sempre nuove porte utili per conoscere meglio fatti che continuano a confermare l’evoluzione dei viventi.
Così è capitato oggi: aprendo il file con le anticipazioni degli articoli che compariranno prossimamente su Nature si scopre che continuano ad aprirsi nuove possibilità di conoscenza, a volte con accelerazioni inaspettate, come si capisce leggendo l’articolo “Ancient DNA: Towards a million-year-old genome” per scoprire che “The sequencing of a complete horse genome from a bone dating to around 700,000 years ago sheds light on equine evolution and dramatically extends the known limit of DNA survival”.
La conservazione del DNA in questo osso fossile è soprattutto conseguenza di condizioni particolari di conservazione a causa delle temperature eccezionali del nord del Canada, ma a questo punto possiamo immaginare che si cercherà di seguire non solo i meccanismi evolutivi che hanno coinvolto le specie vicine a Homo sapiens (come i denisovani, i neandertaliani, i floresiens, ecc.), ma anche forse le fasi precedenti.
Per non parlare della possibilità di analizzare anche a livello molecolare le successive tappe di eventi di speciazione che riguardano decine di altre specie, dimostrando meglio i diversi passaggi e i diversi fattori in gioco, soprattutto in casi in cui, a differenza dell’evoluzione umana, i meccanismi di isolamento fossero meglio dimostrabili.
Già questo reperto permette di ridisegnare l’evoluzione degli equidi, come dimostra l’articolo uscito contemporaneamente, sempre su Nature (“Recalibrating Equus evolution using the genome sequence of an early Middle Pleistocene horse”).

·        Sempre su Nature di oggi si approfondiscono e si analizzano alcuni aspetti connessi con l’andatura bipede e con la conseguente liberazione dell’arto superiore, non più dedicato alla deambulazione. Un articolo del gruppo di Lieberman (“Elastic energy storage in the shoulder and the evolution of high-speed throwing in Homo”) analizza anche i vantaggi, già notati da Darwin, di una diversa articolazione della spalla nella fase di passaggio alla locomozione bipede. Come si capisce la possibilità di lanciare oggetti con una potenza e una precisione maggiore di quella che si osserva negli scimpanzé permise ai nostri antenati di acquisire competenze e capacità che contribuirono a garantire la loro sopravvivenza in un ambiente pericoloso come la savana, ricco di risorse alimentari ma dominata da predatori.
Un altro articolo permette di capire, anche con un video, come il lancio di oggetti negli scimpanzé sia meno efficace (“Why chimps don't play baseball”).
Se ne parla anche in una pagina delle versione italiana di Le Scienze (“Perché gli scimpanzé non giocano a baseball”).

 

25/6/13-TK

·        [da NCSE] Su NCSE c’è un aggiornamento (“Teaching evolution in Turkey”) sulla situazione dell’insegnamento dell’evoluzione in un paese oggi tendenzialmente musulmano come la Turchia. Secondo un articolo comparso su APS News (“Attitudes towards teaching evolution in Turkey”), sembra che perfino l’insegnamento universitario dell’evoluzione biologica incontri notevoli difficoltà ("There are no universities in Turkey offering undergraduate or graduate degrees in evolutionary biology or in related fields, and even courses in the area are hard to come by").

 

24/6/13-USA

·        In un post su The Loom il giornalista scientifico Carl Zimmer (“A Note To Beginning Science Writers”)  affronta oggi, anche con riferimenti autobiografici, il problema di come si diventa un affermato scrittore scientifico. Lo stimolo gli viene dai numerosi giovani che si rivolgono a lui, e che rinvia di solito ad una sua vecchia (e omonima) pagina web sull’argomento (“A note to beginning science writers”).
Molto interessanti, se non preoccupanti, le notizie fornite sulla variazione nel numero di giornalisti, in generale ma anche scientifici, nei quotidiani USA: “During the boom years, newspapers hired lots of science writers for weekly science sections. At their peak, in 1989, there were 95 in the United States. Now there are 19. When newspapers try to stay profitable through cuts (never a wise strategy, but one that makes the books look good in the short term), the science section is often the first to go”.
Zimmer informa che dati simili riguardano anche i settimanali, oltre a evidenziare le differenze fra il fare ricerca scientifica e lo scrivere di scienza, un’attività che molti – e Carl Zimmer è uno di questi - preferiscono.
Vengono poi fornite indicazioni di ulteriori letture (come questo suo post del 2009, dove indica ottimi e autorevoli esempi utili per chi, magari laureato in discipline scientifiche, volesse indirizzarsi verso questa attività).

 

23/6/13-USA

·        Un articolo del giornale degli studenti della Ball State University dell’Indiana (the Daily) contiene un’intervista (“Ball State administrator discusses science and religion controversy”) al rettore, Terry King, sull’indagine che si sta effettuando su un docente incaricato, Eric Hedin, che tiene un corso sui confini della scienza (The Boundaries of Science”) proponendo testi che sostengono l’Intelligent Design. L’indagine, affidata a 4 docenti, segue una richiesta fatta dalla Freedom From Religion Foundation.
E’ possibile che anche la Ball State University sia imbarazzata ad ospitare un docente che consiglia anche un testo scritto da un docente universitario come M.Behe, che mette in imbarazzo i suoi colleghi biologi, che si premurano di metterlo in evidenza in una pagina web del loro dipartimento all’università di Lehigh (“Department Position on Evolution and "Intelligent Design"). D’altronde si era impegnato per ottenere questa pubblica dichiarazione dai suoi colleghi: nella sua testimonianza al processo di Harrisburg nel 2005 aveva dichiarato che anche l’astrologia rientrava nella sua elastica definizione di scienza! (“Domanda: under your definition that sweeps in intelligent design, astrology is also a scientific theory, correct?” - “Risposta di M.Behe: “Yes, that's correct”).

·        L’argomento viene toccato in modo critico anche da Karl Giberson sull’Huffington Post del 25/6 (“Teaching About God and Science Revisited”); aderisce a Biologos, fondato da Francis Collins (attuale direttore dell’NIH, che gestisce e finanzia la ricerca medica USA), un gruppo di evoluzionisti teisti (F.Collins è anche socio dell’Accademia Pontificia delle Scienze) che cerca di contrastare in ogni modo i neocreazionisti evangelici USA e i sostenitori dell’ID..

 

21/6/13-IT

·        [da Pikaia] Lunedì 24 giugno 2013 alle ore 11,30, nella Sala della Partecipazione di Palazzo Cesaroni, in Piazza Italia n. 2, a Perugia, sarà presentata “UmbriaScienza”, rete regionale per la comunicazione della Scienza. UmbriaScienza s'inserisce inoltre nel progetto europeo PLACES (Platform for Local Authorities and Communicators Engaged in Science - www.openplaces.eu) che ha designato 5 città italiane, tra le quali perugina, come città della cultura scientifica, in un gruppo di 69 città europee. Locandina.

 

14/6/13-IT

·        [da S.Coyaud] Per la Giornata mondiale contro lo sfruttamento dei bambini, a volte venduti come schiavi per pagare un debito, l’Organizzazione mondiale del lavoro pubblica Ending Child Labour in Domestic Work in occasione del World Day Against Child Labour 2013. Sembra improbabile che in futuro l’uomo possa caratterizzarsi per una maggiore dimensione dell’encefalo. Per molte popolazioni sono sempre più utili, fin da bambini, le braccia e la schiena.

 

14/6/13-IT

·        [da S.Coyaud] Sono stati pubblicati i risultati di un sondaggio sulle competenze scientifiche degli italiani (realizzato da Observa - Science in Society, Osservatorio Scienza Tecnologia e Società).
E’ il settimo anno che Observa ci fornisce su questo dato, per cui è possibile valutare anche le tendenze in atto.
Se si sorvola sul fatto che probabilmente ci si attenderebbe un 50% di risposte corrette solo in base al caso (nel caso non si accettassero i “non so”), si potrebbe apprezzare la tendenza positiva anche delle risposte alle due domande che sembrano essere sotto al 50%; questa tendenza però è messa in serio dubbio dalla mancata indicazione (almeno nella sintesi che Observa propone) dell’errore delle stime pubblicate.
Questa assenza impedisce anche di apprezzare l’osservazione di Observa: “è interessante però notare che triplica la quota di cittadini ultrasessantenni e con un basso titolo di studio che riesce a rispondere in maniera corretta a tutte e tre le domande”.

 

13/6/13-USA

·        Nel blog Only Human della giornalista scientifica Virginia Hughes, sul sito nel National Geographic, si racconta (“Documenting the Undocumented”) del lavoro di un archeologo, Jason De León, che studia (Undocumented Migration Project) le tracce materiali abbandonate nel deserto di Sonora, nel sud dell’Ariziona, dal passaggio dei clandestini che entrano illegalmente (senza documenti) negli USA dal Messico. E non sempre si trovano solo oggetti, e magari De Leon scopre che Marisol probabilmente stava andando a visitare parenti che negli USA erano entrati anni prima. E’ un lavoro che J.de Leon definisce “the archaeology of 10 minutes ago”.
Fa riflettere un commento in cui si sottolinea come in un paese di immigranti illegali ci si preoccupi molto poco dei discendenti degli antichi abitanti del continente … (“anyone living here that isn’t a Native American is an illegal immigrant. So saying that these people are nothing but illegals is just ignorant. Their ancestors were probably on this continent long before most people living legally in this country”).

 

12/6/13-USA

·        In un post (“Poison, Camouflage, and the Rainbow of Evolution”) del suo blog The Loom, il giornalista Carl Zimmer approfitta di un recente articolo di B.Willink et al. Su Evolution (“Not everything is black and white: color and behavioral variation reveal a continuum between cryptic and aposematic strategies in a polymorphic pois”) per dimostrare la necessità di analizzare complessivamente e comparativamente le strategie evolutive di specie diverse (anche se magari vicine fra loro) per capire come le diverse condizioni ambientali possano indurre a differenziare le soluzioni che i ricercatori mettono in evidenza. [L'aposematismo è la colorazione di una parte più o meno estesa del corpo di un animale a fini di avvertimento contro possibili predatori].

 

10/6/13-UK

·        Su Biology Letters un articolo di Richard McFarland e Bonaventura Majolo - della School of Psychology, University of Lincoln, Lincoln, UK - (“Coping with the cold: predictors of survival in wild Barbary macaques, Macaca sylvanus”) illustra come una popolazione di mamache che vivono sui monti dell’Atlante in Marocco sia andata incontro a seri problemi durante un inverno particolarmente rigido, con un metro di neve per 3 mesi che ha reso difficile sopravvivere. L’articolo mostra come fosse risultata migliore la fitness degli individui che mantenevano migliori relazioni sociali nel gruppo.

 

10/6/13-GBR

·        Oggi è il primo giorno di lavoro al Clive Finlayson's Human Evolution Blog. Clive è un ecologo evolutivo che si occupa di evoluzione umana al museo di Gibilterra, dove è conservato il primo reperto di neandertaliano, trovato nel 1842 nella grotta mostrata nel blog (la Gorham cave, uno degli ultimi insediamenti neandertaliani).
Nel 1842 in effetti nessuno sapeva ancora nulla dei neandertaliani (tanto è vero che fu necessaria un’ulteriore scoperta, fatta nella valle del Neander proprio nell’anno della pubblicazione del libro di Darwin, nel 1859).
La ricerca continua ed è cominciata proprio oggi la campagna estiva di scavi del 2013.
Sul blog vediamo oggi le foto dell’arrivo del materiale in questo sito difficile da raggiungere via terra. Nei giorni successivi comincerà il lavoro di ricerca, che già il 12/6 comincerà a dare qualche risultato utile per rispondere alle domande che i paleoantropologi si fanno sull’ecologia ai tempi dei neandertaliani. 
Quanto sia necessario il lavoro pignolo e meticoloso dei ragazzi che si vedono nelle foto del blog lo si capisce immediatamente se lo si confronta ad esempio con il recente tentativo di un ottimo e promettente fisico, ma creazionista avventista, di far credere ai cremonesi che questo sia un lavoro inutile.
Nel video di una conferenza lo vediamo infatti convinto che l’evoluzione debba essere studiata con gli strumenti (certo più economici ed accessibili) della filosofia piuttosto che con quelli della scienza (“Evoluzione: scienza o filosofia?”). Gli scienziati di solito evitano di porsi domande inutili, in quanto tendono a dare risposte non adeguate, né capaci di suggerire altre domande.
Gli scienziati poi, ed è comprensibile, non hanno dubbi che chi si pone domande inutili non ha nessun rispetto (possiamo concedere che sia solo un problema di ignoranza di cui non sono colpevoli? Ma solo ai non laureati in materie scientifiche) per il lavoro di chi, come i ragazzi al lavoro nella grotta Gorham, dimostra la stessa curiosità e interesse per capire il funzionamento del mondo dimostrati dal giovane Darwin.

 

10/6/13-IT

·        Su Repubblica Donna oggi si parla della signora Darwin (“La teoria dell'evoluzione? Tutto merito di Emma, la signora Darwin") una signora certo molto religiosa ma molto rispettosa dell’intelligenza e degli interessi culturali di suo marito, che aiutò anche a “confessare un delitto” che anche a lei non faceva piacere accettare. Della vita di Emma Darwin racconta Chiara Ceci, nella recente biografia "Emma Wedgwood Darwin  -  Ritratto di una vita, evoluzione di un'epoca" (256 pp., 18 euro, 2013, Sironi).
L’articolo si conclude con un’intervista a Chiara Ceci, che, a nome di Emma, ha pure aperto da poco un blog. 

 

8/6/13-WORLD

·        Un ottimo indicatore del rispetto che la nostra specie nel complesso ha per l’ambiente e quindi per la sopravvivenza del pianeta che temporaneamente stiamo gestendo è dato dalle condizioni di vita delle popolazioni che vivono a stretto contatto con la natura nelle zone in cui l’evoluzione culturale è stata più lenta e sopravvivono popolazioni che utilizzano conoscenze che permettono loro di mantenersi in equilibrio con l’ambiente, garantendone la sopravvivenza.
Queste popolazioni tribali negli ultimi decenni hanno visto crescere l’interesse altrui per le loro terra, per cui vengono sospinte verso aree sempre più limitate e quindi insufficienti e incompatibili con la loro sopravvivenza.
Della loro sopravvivenza cerca di occuparsi Survival International, che recentemente ha lanciato una campagna in difesa della sopravvivenza degli Awà, pur senza dimenticare che c’è solo l’imbarazzzo della scelta se si vuole cercare popolazioni che non solo vivono ad impatto zero, ma che possono sopravvivere solo se nessuno nega loro i diritti che le leggi internazionali oggi concedono, dopo secoli di soprusi e di stragi.
Per informarsi meglio, è disponibile il nuovo libro “Tribal Peoples for Tomorrow's World”, che costa meno di 3€ (“I love Earth, it’s my favourite planet – this book is a refreshingly original approach to who tribal peoples really are and the startling contribution they make”).

·        [da La Stampa] Si è riunita da poco la prima struttura organizzativa internazionale che che vorrebbe coordinare le iniziative direttamente gestite dai popoli tribali, la World Indigenous Network WIN); è successo a Darwin in Australia dal 26 al 29 maggio scorsi.
Lanciato dal Primo ministro australiano Julia Gillard nel corso di Rio+20 l’anno scorso in Brasile, l'evento ha visto la partecipazione di circa 1500 delegazioni di oltre 50 Paesi, per condividere storie, esperienze culturali e idee su come meglio gestire gli ecosistemi del pianeta, proteggere l’ambiente e incoraggiare metodi sostenibili di sostentamento.
Qui i riassunti delle comunicazioni presentate in questa eccezionale occasione.

 

7/6/13-USA

·        Un post (“The Discovery Institute Is A Con-Profit Scam”) nel blog CenLamar cerca di evidenziare, analizzando i bilanci degli ultimi anni del Discovery Institute, quali possano essere le attività svolte dai sostenitori e promotori dell’Intelligent Design, per capire se sia giustificato che sia un’organizzazione dedicata alla ricerca scientifica e quindi sia giusto considerarla esente dalle tasse in quanto “non-profit”.
Il post mostra come il 90% del bilancio (4/5 milioni di dollari all’anno) sia dedicato a stipendi e borse, e non sembra siano finanziate costose ricerche scientifiche, per cui si sospetta agisca più come “Think Tank” se non che svolga solo attività di lobbying. Poco chiaro poi il motivo per cui un quinto del bilancio sia usato per studiare un sistema di trasporto locale.
Comunque ora è evidente che non ci si deve stupire se un dipendente del DI ci parla del suo ultimo libro, in cui critica la teoria dell’evoluzione, senza poter indossare un camice; d’altronde è un filosofo, non dispone nemmeno di un laboratorio e sembra si occupi soprattutto della biologia di 150 anni fa. 

 

7/6/13-CINA

·        [dal Corriere, Repubblica, Sole 24 Ore, Science-News] La notizia della scoperta in Cina di un primate di 55 milioni di anni fa, che leggiamo oggi sui quotidiani (con un po’ di imprecisioni), fa riferimento ad un articolo pubblicato ieri su Nature (“The oldest known primate skeleton and early haplorhine evolution”); la scoperta è presentata anche in un video realizzato da uno degli scopritori, che l'ha inserito in una pagina web della sua università (la Northern Illinois Univ.).
Ovviamente questo reperto fossile, trovato in Cina e denominato Archicebus achilles, non è né un anello mancante (o almeno non è l’unico…), come si legge in qualche articolo, nè il più antico primate (che è comparso  in nordamerica circa 65/70 milioni di anni fa) ma è comunque correttamente … il primo scheletro quasi completo di primate.
In qualche articolo la parola "scheletro" è scomparsa, anche se è assolutamente indispensabile.
I reperti fossili di primati più antichi di questo sono in gran parte costituiti solo da denti, la parte del corpo che più resiste al passare del tempo.
Questo Archicebus si tratta di un’aplorrina (cioè un primate superiore) dell’Eocene, e queste sono le 3 immagini realizzate durante lo studio del fossile, di cui è stata ottenuta anche una copia virtuale con una microtomografia fatta al sincrotrone di Grenoble. Il materiale supplementare,  un PDF di 12 MB, lo si trova qui.
L’immagine probabilmente più interessante e informativa (e più facilmente interpretabile per i non esperti) è la N.4, dove si vede il fossile inserito nella storia evolutiva dell’ordine dei primati. Si vedono le forme di primati più arcaiche (le Strepsirrine) e quelle con migliori adattamenti all'ambielte arboricolo, comparse 55 milioni di anni fa, più recentemente (le Aplorrine).
Queste ultime sono divise in Anthropoidea e Tarsiformes, il gruppo di Primati a cui appartiene questo nuovo fossile di 55 milioni di anni fa.
Specie appartenenti a queste forne primitive di aplorrine sono sopravvissuti fino ai nostri giorni; si tratta solo di alcune specie di un'unica famiglia, i Tarsidae.
Questo Archicebus fu una delle prime specie di una linea evolutiva in cui si sperimentarono nuove funzioni e nuove caratteristiche, che poi caratterizzeranno - e caratterizzano ancor oggi - le Anthropoidea; come la specializzazione per la vista, necessaria per muoveri sugli alberi: è molto buona e molto precisa, con una soprapposizione dei campi visivi dei due occhi, che permette di valutare le distanze, ma è anche a colori, una caratteristica presente negli uccelli ma non negli altri mammiferi. I primati presentano molte novità rispetto agli altri mammiferi, che in genere hanno occhi disposti lateralmente e sono specializzati per l'olfatto.
I più curiuosi od esperti avranno riconosciuto (in Fig.4) di quale specie è lo scheletro disegnato nella zona occupata dalle più antiche Strepsirrine, i primati ancora oggi specializzati anche per l'olfatto, e sopravvissuti quasi solo in Madagascar.
Si tratta del Darwinius maxillae, trovato in Germania; qualcuno avrà magari anche notato con stupore che non sta nella zona in cui l'aveva sistemato lo scopritore (e in cui lo mette anche wikipedia, forse tratta in inganno proprio dallo scopritore), fra le aplorrine; in effetti qui non lo vediamo inserito nella linea evolutiva che porta all'uomo (che è un'aplorrina, ma fra le strepsirrine.  

 

6/6/13-IT

·        [da Le Scienze] Flashmob, convegni, fiaccolate: sabato 8 giugno in molte città italiane si terranno le iniziative (“Italia unita per la corretta informazione scientifica”) organizzate da Pro-Test Italia in difesa della corretta divulgazione dei risultati scientifici.

 

6/6/13-USA

·        Il problema della classificazione delle specie e soprattutto di una nuova specie non è certo un problema semplice, in quanto ne deriva la formazione di un confine arbitrario lungo i rami entro cui da miliardi di anni scorre il flusso continuo della vita. Sappiamo bene che tutti gli esseri viventi hanno un antenato comune, ma sappiamo altrettanto bene che tutti (o quasi tutti) gli esseri viventi sono biologicamente diversi dagli altri, anche se apparentementre simili, grazie ad una loro individualità, a volte verificabile solo con un’analisi genetica dettagliata.
Chi volesse verificare quali sono i protocolli oggi richiesti e utilizzati per depositare il nome di una nuova specie o di un nuovo genere dei procarioti può seguire il webinar “Introducing Your New prokaryotic Species”. Ci si può anche accontentare della lettura di alcuni testi utilizzati per il webinar (“Resources for Nomenclature and Taxonomy” e “Download Q&A session”) o di un riferimento bibliografico molto recente, del 2010 (B.J.Tyndal: Notes on the characterization of prokaryote strains for taxonomic purposes. Int. J. Syst. Evol. Microbiol. vol. 60 no. 1 249-266).
Ovviamente nessuno si aspetta che nell’articolo citato si parli di gambe, ossa o denti come caratteri utilizzati a scopo tassonomico, ma, pur sospettando che il DNA sia utilizzato, forse non ci si aspetta che si utilizzi soprattutto la sequenza del solo RNA che costituisce la subunità minore dei ribosomi …
Eppure è così, e un indicatore che sembrerebbe quasi più dipendente dal tempo e dal tasso di mutazione è in effetti molto utile per controllare la tassonomia dei procarioti.
Chi volesse leggere l’articolo, liberamente accessibile, può verificare che comunque non è l’unico parametro oggi utilizzabile per la tassonomia dei procarioti, che si basa sulle procedure che ne permettono la caratterizzazione, la classificazione e la nomenclatura, utilizzata solo dalla nostra specie.

·        Si terrà  a fine giugno a Portorico il 36° congresso della società di primatologia USA (ASP).

 

5/6/13-USA

·        Su Science compare un articolo che potremmo considerare tranquillizzante: anche la vita dei neandertaliani era condizionata dai tumori (“Neandertals Got Tumors, Too”), che quindi sono più antichi di quanto possiamo immaginare.

·        Su Science si pubblicizza oggi la partecipazione a un web-seminario (webinar) sulla "Next Generation Sequencing") che si terrà il 26 giugno. E' interessante notare come queste iniziative online, dedicate a specialisti di tutto il mondo, stiano continuamente aumentando, rendendo sempre  difficile e rapido il processo circolazione dell'informazione (e il rischio di rimanerne fuori o alla periferia, magari anche solo per limiti linguistici).
Le webconferenze precedenti sono in rete e linkate alla stessa pagina di Science, anche se seguire ora le registrazioni non è più lo stesso (si perde la possibiltà di intervenire) e probabilmente anche le informazioni sono un po' invecchiate: Live Cell Imaging, Exploring Post-translational Modifications by Mass Spectrometry, Advances in Protein Expression:

 

5/6/13-World

·        Oggi è la giornata mondiale dell’ambiente. Come si vede dalla Homepage dell’UNEP, è stata dedicata agli effetti dell’alimentazione umana sull’ambiente, con il logo THINK-EAT-SAVE e con la principale preoccupazione dell’eccestivo spreco di cibo (FOOD WASTE); a questo tema è dedicato il materiale didattico e informativo messo a disposizione sul sito UNEP.
E’  un tema che ha stimolato anche le iniziative organizzate in Italia in questi giorni, dove si insisteva a sottolineare gli sprechi per spingere ad utilizzare meglio le calorie che già erano detinate alla rete alimentare umana.
Anche il papa ha ripreso il tema, facendo propri non solo gli obiettivi ma anche le parole chiave della giornata mondiale dell’ambiente.
Il mondo descritto dal papa nel discorso originale non è certo idilliaco e descrive una situazione reale in cui "Noi invece siamo spesso guidati dalla superbia del dominare, del possedere, del manipolare, dello sfruttare; non la "custodiamo", non la rispettiamo, non la consideriamo come un dono gratuito di cui avere cura... il sistema continua come prima, perché ciò che domina sono le dinamiche di un’economia e di una finanza carenti di etica. Quello che comanda oggi non è l'uomo, è il denaro, il denaro, i soldi comandano. ... uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo: è la "cultura dello scarto ... Questa cultura dello scarto ci ha resi insensibili anche agli sprechi e agli scarti alimentari ...
Il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo, al quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici
".
Anche lui parla di sfruttamento e di logica del profitto, concetti e termini già usati da BXIV nel 2007 (“La logica del profitto, se prevalente, incrementa la sproporzione tra poveri e ricchi, come pure un rovinoso sfruttamento del pianeta”) e che evocano certo il dubbio che stiamo lasciando un'ambiente peggiore alle prossime generazioni e che quindi ci debba preoccupare della "conservazione" dell'ambiente.
Non sembra quindi adeguato alle vivaci parole del papa il commento polemico comparso su Formiche.net del giornalista dell'Avvenire R.Cascioli ("Papa Francesco distrugge l’ecologismo dominante"), già autore del volume “Le bugie degli ambientalisti, I falsi allarmismi dei movimenti ecologisti del 2004 (“Gli SOS lanciati dalle organizzazioni ambientaliste profetizzano la fine prossima del pianeta. In questo libro gli autori intendono dimostrare, attraverso dati e casi concreti, che il solo scopo di queste organizzazioni è raccogliere fondi per operazioni demagogiche, ideologiche e politiche che nulla hanno a che fare con la salvaguardia della Terra.”).

 

4/6/13-USA

·        Vari blog commentano oggi i 4 articoli pubblicati ieri da PNAS che fanno ipotesi sulle diete dei nostri antenati, sulla base dell’analisi di 100 denti tratti da 8 diverse specie di ominini.

·        [da GravitàZero] In un articolo su The Conversation viene fornita una tabella che permette di capire quanto spende ogni paese per la ricerca scientifica. I dati sono scaricabili in un foglio di calcolo di Google. Altri dati utili per realizzare altri confronti si possono trovare nell’UNESCO Data Centre. E’ necessario tenere d’occhio la posizione dell’Italia, ma è preoccupante anche verificare un indicatore certamente sensibile alla discriminazione sessuale nell’ambito del settore “ricerca e sviluppo”: è evidente quanto siano scarsi i dati disponibili in molte tabelle che illustrano la sezione “Gender & science” nel sito dell’UNESCO.
Sono certo la conseguenza di una secolare sottovalutazione del contributo femminile all'evoluzione culturale umana, prsente un oo' in tutte le culture e le religioni umane e in tutto il mondo, ma il problema deve essere risolto in fretta; soprattutto in ambiente come quello scientifico, che non pone ostacoli oggettivi, ma bisogna comunque modificare certe abitudini.

·        Per la terza volta in tre anni una piccola commissione del senato della Louisiana ha impedito che venisse anullata una legge (il Louisiana Science Education Act, LSEA, del 2008) che permette di utilizzare nelle scuole superiori materiale didattico che permette l'insegnamento di ipotesi non scientifiche ma religiose durante le lezioni di scienze.
Era una legge che era stata voluta nel 2008 dai creazionisti, molto utile per evitare i guai capitati ai creazionisti e ai sostenitori dell'ID in Pennsylvania condannati da un giudice nel 2005 (come racconta  il documentario "Judgment Day"): la commissione didattica della scuola di Dover aveva pagato molto caro il semplice invito agli srtudenti ad andare in biblioteca a leggere un pacco di libri creazionisti, da poco regalati dalla vicina chiesa battista.
In un articolo oggi su Slate (“Louisiana’s Latest Anti-Scientific Folly, on Video”), il giovane studente universitario di biologia  Zack Kopplin, noto per aver partecipato come consulente a questa discussione in commissione presentando argomenti razionali e documentati, racconta (e ne mostra i video) come hanno acquisito una notorietà negativa tre senatori creazionisti che nelle audizioni si erano spesi insistendo per permettere che a scuola non si usasse solo il metodo scientifico.
Zack Kopplin racconta come un senatore (il Sen. Elbert Guillory) avesse appoggiato le se richieste raccontando di aver tratto vantaggio dall'intervento di una guaritrice, che non poteva essere quindi definito pseudoscienza;  un altro (il Sen. Mike Walsworth) si era fatto notare per aver preteso, per credere all'evoluzione, di vedere un batterio trasformarsi in un Homo sapiens. Un terzo (la Sen. Julie Quinn) aveva addirittura sostenuto che non aveva alcuna intenzione di sentire cos'avevano da dire alla commissione persone poco importanti come i 78 premi Nobel e i rappresentanti delle società scientifiche USA, che si erano offerti di parlare alla commissione.
La Sen. Julie Quinn non si è permessa di correggere i compiti a un neodarwinista premio Nobel, come ha fatto un professore di biologia creazionista, ma, senza nemmeno controllare, ha inserito questo 78 premi Nobel fra le persone poco utili all’umanità.
Nell'articolo sono consultabili i video delle tre imprese, che i creazionisti della Louisiana apprezzano più degli interventi razionali di Z.Kopplin, evidentemente ben preparato dai suoi docenti del liceo a difendere quanto gli era stato insegnato.
Comunque l'ultima votazione in commissione (3 a 2) fa presagire un risultato positivo per il quato tentativo. La prossima volta, però.

·        I due sondaggi che vengono presentati e confrontati in due post (“Atheism among Anglophone scientists. I. The U.S. e Atheism among Anglophone scientists. II. The UK”) presenti nel blog del biologo evoluzionista Jerry Coyne hanno suscitato un vivace dibattito, facendo emergere idee e ipotesi interessanti.
Sono stati realizzati negli USA e in UK; solo il primo, non molto recente e gestito dal Pew Research Center, è già stato pubblicato (Larson, E. J., and L. Witham. 1997. Scientists are still keeping the faith. Nature 386:435-436. Larson, E. J., and L. Witham. 1998. Leading scientists still reject God. Nature:313), mentre del secondo circolano per ora solo alcune tabelle e un abstract ("Eminent Scientists Reject the Supernatural: A Survey of the Fellows of the Royal Society").
Fra i problemi evidenziati e discussi ci sono sia le differenze di opinione sul rapporto fra religione e fede fra scienziati di due livelli diversi (più e meno eminenti nel campione USA) e la popolazione generale negli USA e in UK, ma anche le differenze osservate fra ricercatori di alto e di medio livello e fra discipline scientifiche (se pur identificate senza troppa precisione e in modo diverso fra USA e UK).
Sono interessanti ad esempio le ipotesi proposte nei commenti per cercare spiegare le notevoli differenze di opinione fra grandi ricercatori in biologia e grandi ricercatori in fisica o chimica (di solito più disposti a spiegare anche la Genesi in video creazionisti, come vediamo fare da un promettente giovane fisico in questo video in italiano del 2012).
Un commentatore suggerisce che la selezione naturale, ben nota e costantemente apprezzabile quasi solo dai biologi, sia più difficile da sopportare per chi vorrebbe credere in entità superiori tendenzialmente ben disposte; un altro sospetta che i grandi scienziati siano semplicemente più insofferenti ai dogmi, da contestare per scoprire e dimostrare prospettive nuove.
Molto più semplice e ragionevole sembra però la spiegazione di un altro: "se i religiosi cominciassero a ripetere ai chimici che quel che pensano è sbagliato, probabilmente le statistiche sarebbero diverse...". Spiegazione giustificata e ragionevole, che allude anche all'ignoranza che accompagna queste critiche ("evoluzione della specie").  

 

3/6/13-USA

·        Interessante articolo (“How to Really Eat Like a Hunter-Gatherer: Why the Paleo Diet Is Half-Baked”) sul sito di Scientific American sui cambiamenti della dieta nelle diverse popolazioni attuali di cacciatori/raccoglitori; l’indagien è utile anche per capire quanto sia difficile fare delle ipotesi serie sulla dieta dei nostri antenati cacciatori/raccoglitori del paleolitico, che probabilmente si adeguavano anche loro a quanto offrivano i diversi ambienti in cui vivevano.

·        Sempre oggi su ScienceNews si commentano (“Dietary changes accompanied human evolution”) quattro articoli pubblicati oggi da PNAS sullo stesso tema. Gli articoli presentano i risultati di un’analisi dettagliata condotta su 100 denti provenienti da ominini appartenenti a 8 diverse specie.

·        Il Natural History Magazine offre (“Bonobo Bliss, Evidence that doing good feels good”) un estratto dell’ultimo libro del primatologo  Frans de Waal, “The Bonobo and the Atheist: In Search of Humanism among the Primates, dove racconta la sua esperienza con la moralità dei bonobo, uno dei tanti aspetti evidenziati da decenni di studio dei primati, ma in particolare delle antropomorfe e degli straordinari bonobo (Pan paniscus); qualche decennio fa non erano nemmeno conosciuti, mentre oggi la possibilità di usare anche per loro termini come “cooperazione” e “empatia” hanno reso necessario rivedere completamente la valutazione della nostra somiglianza con questa specie filogeneticamente a noi vicina (l’anno scorso, il 13/6, anche il loro genoma è stato in gran parte sequenziato, completando la conoscenza genetica delle scimmie antropomorfe).
Come ben sintetizza il primatologo giapponese Takeshi Furuichi della Kyoto University: “Con i bonobo tutto avviene in pace; quando guardo i bonobo, sembra davvero che si godano la vita”.
Spesso si dimentica che le somiglianze con la nostra specie sono da analizzare in un’ottica comparativa ma soprattutto  evolutiva, analizzando contemporaneamente non solo specie diverse ma anche caratteristiche diverse, che appunto devono essere confrontate con quelle che troviamo, probabilmente modificate, molte e diverse specie di primati oggi esistenti.
E non solo; non bisogna assolutamente dimenticare nemmeno la quindicina di specie diverse di ominidi bipedi oggi estinti che hanno popolato la terra per un ultimo milione di anni dopo la scomparsa del genere Australopithecus, e che hanno caratterizzato i 6/8 milioni di anni che ci separano dagli antenati che abbiamo in comune con gli attuali primati …
Certo non è facile valutare fatti che anche gli esperti ricostruiscono solo da pochi anni e con difficoltà vista la frammentarietà della documentazione; confronti complessi e che avvengono fra specie diverse che percorrono insieme il percorso dell’evoluzione difficilmente vengono affrontati da chi si muove in contesti che non conosce e in cui non si orienta. Ovviamente la confusione diventa massima se si cerca di impacchettare insieme anche deliri creazionisti e fantasie importate dall'intelligent design USA credendo che si possano conciliare, approfittando della libertà concessa dal non dover rispettare un testo che si è fatto acquistare agli studenti e che non c'è un responsabile della qualità della didattica.

·        Sempre nello stesso numero del Natural History Magazine si può leggere anche un articolo del paleoantropologo Ian Tattersall su uno dei più noti collaboratori del NHM: “Remembering Stephen Jay Gould”. Gould aveva iniziato la sua serie di articoli sull’evoluzione (“This View of Life”, da cui sono stati tratti numerosi libri) nel 1974  (con il post “Size and Shape”) e la concluse con il suo 300° articolo nel gennaio 2001 (“I Have Landed”), 5 mesi prima di morire. L’articolo cita alcune delle principali dimostrazioni della straordinaria curiosità creativa di S.J.Gould, manifestatasi anche nel campo della paleoantropologia, come già si evidenza anche nel sottotitolo (“Human evolution was not a special case of anything”).
Ian Tattersall cita in particolare l’articolo “Ladders, Bushes, and Human Evolution” del 1976 (“I want to argue that the “sudden” appearance of species in the fossil record and our failure to note subsequent evolutionary change within them is the proper prediction of evolutionary theory as we understand it. Evolution usually proceeds by “speciation”—the splitting of one lineage from a parental stock—not by the slow and steady transformation of these large parental stocks. Repeated episodes of speciation produce a bush”).

 

2/6/13-USA

·        Davvero interessante la storia ("MOOCs and disabilities")  proposta nel suo blog  dall'antropologo John Hawks, che nel 2014 intenderebbe  iniziare un corso on line di massa sull'evoluzione umana e quindi sta verificando i diversi aspetti. Il post rimanda ad un articolo dove il padre del ragazzo racconta i risultati ed i progressi ottenuti grazie ai corsi on line di massa ("Not Impossible: The Story of Daniel, a 17 Year Old with Severe Autism & His 6 Completed Coursera Courses").
Se dobbiamo tendere a creare un mondo migliore, ci deve essere uno spazio in cui ognuno trovi la sua possibilità di realizzazione. "Not impossible" sono state anche le due parole proposte proprio dal ragazzo come sintesi dell'esperienza, due parole apprezzate e adottate dai partecipanti al corso.

·        Sia John Hawks che Carl Zimmer in questi giorni, grazie alla presenza nel web del loro blog, dicono di essere alle prese con email di studenti delle superiori che chiedono loro di sostituirli nel fare i compiti, che non sembrano particolarmente complessi ... ("i did all that and i still need help. please help me i have a C in biology i need at least a B- please help me. can u please help me w/ chapter 5 can u just tell me that it is about?").
Forse negli USA gli studenti pigri o stanchi non hanno a loro disposizione i volumi degli Alpha Test, che non contengono concetti creazionisti? E' comunque positivo che non si facciano accalappiare da creazionisti incontrati in internet, e chiedani informazioni a questi due evoluzionisti. Immagino comunque che Zack Kopplin, che ha migliori capacità sia di espressione che di interazione, possa dare maggiori soddisfazioni ai suoi docenti; non sembra uno che al liceo si accontentasse di un B in biologia ....

 

2/6/13-IT

·        [da Pikaia] Il 6 giugno, penultimo appuntamento con gli Happy Hour Evoluzionistici al Museo di Storia Naturale di Milano: il relatore sarà Adriano Martinoli Università degli Studi dell'Insubria (Mammiferi "sconfinati": l'impatto delle specie introdotte sulla conservazione della biodiversità).
Giovedì 13 giugno 2013, alle ore 18.30 ci sarà invece Martina Spada (del Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri).
Per informazioni e prenotazioni: 02/88463337 (lun-ven 9.00-16.30; sab-festivi 9.30-17.00)

 

1/6/13-ECUADOR

·        Inizia oggi alle isole Galapagos il III World Summit on Evolution, che si concluderà il 5/6. Oltre che nel sito web, che sembra promettere anche i video delle relazioni, si può cercare di partecipare con twitter (magari usando l'hashtag #evolución2013) o con facebook, che certo Darwin ignorava (insieme a tante novità della biologia evoluzonistica attuale). I relatori, lo si vede dal programma, sono soprattutto sudamericani. Se ne parla anche su Nature.

 

1/6/13-USA

·        Nel blog di Larry Moran (Sandwalk) ci si prepara all'uscita di un nuovo libro di Masatoshi Nei ("Mutation Driven Evolution") che susciterà discussione nel mondo della biologia evoluzionistica.
Già in un suo libro del 1980 ("Molecular Evolutionary Genetics") Nei aveva iniziato a pensare che fosse meglio attribuire un ruolo ben più rilevante alle mutazioni, riducendo l'importanza della selezione naturale, un meccanismo che non possiamo pensare che agisca "cieco" o in modo casuale. Di questa ipotesi si era già discusso qui nel blog Sandwalk, e si può leggere in un post esplicativo del 2010 ("The Mutationism Myth VI: Back to the Future").

·        Oltre agli incontri con ricercatori curiosi ed entusiasti, anche l’incontro, magari per la prima volta, con fenomeni naturali può essere emozionante e stimolare la curiosità di trovare spiegazioni naturalistiche.
Il paleontologo Brian Switek, che gestisce il blog Laelaps nel sito del NG, racconta (“Evolution is wonderful”) di quando vide per la prima volta il cielo stellato e la Via Lattea, che nella zona sua città, sulla costa occidentale vicino a New York, non aveva mai potuto vedere a causa dell’inquinamento luminoso.
Gli era mancata l’esperienza diretta dell’incontro con oggetti reali che dimostrassero immediatamente l’immensità del tempo e dello spazio, e non solo (“There are few moments in my life when I have been as overtaken by sheer wonder and joy at the universe we live in”).

 

1/6/13-IT

·        Su un giornale locale di Nola, il Gazzettino Locale, nella sezione di scienze, che circa ogni 6 mesi dedica almeno un articolo all'antievoluzionismo, oggi viene messo a disposizione (nell'articolo "La disfatta evoluzionista: l'involuzione della specie") un capitolo dell'ultimo libro di E.Blondet, un tempo giornalista dell'Avvenire con un fortissimo interesse per l'Intelligent Design, ancora prima che lo inventassero nel 1989.
Visto quanto si legge nel primo capitolo, con microbi che rimangono ancora microbi nonostante Darwin, ma forse a causa di una inedita definizione di evoluzione attribuita agli evoluzionisti ("il passaggio da una specie inferiore ad una superiore, dal rettile all'uccello, da quello al mammifero", "Dalla coppia di scimpanzé o di australopitechi, nasce un bambino umano") non si capisce perchè si senta odiato da chi definisce "fanatici del darwinismo", pur sapendo, (conosce l'ambiente...) che ce ne sono molti fra gli Accademici Pontifici. Il problema, lo sa anche lui, è che "C'è in giro una incredibile ignoranza", ma questo è soprattutto fra chi frequenta creazionisti e sostenitori dell'ID, da cui non si impara a fare ricerca, a cercare i dati, ad analizzarli, ad interrogarli. 

 

 

MAGGIO 2013

 

31/5/13-USA

·        Sul New York Times il giornalista scientifico Carl Zimmer recensisce (“Apes”) un libro per bambini sui primati: “Primates’ by Jim Ottaviani. In realtà il libro approfitta di uno dei trucchi che vengono utilizzati per far capire meglio la scienza e i suoi modi di procedere e migliorare le conoscenze della realtà: si racconta la storia, l’entusiamo e la curiosità degli scienziati, in questo caso dei primatologi, che negli ultimi 50 anni hanno contribuito a modificare per sempre il nostro modo di considerare le specie a noi più vicine, modificando in questo modo anche la visione complessiva della natura.
A differenza di chi, avendo obiettivi contrari, mostra di avere maggiore interesse con la distorsione se non l’insulto verso le proposte di scienziati che con il metodo scientifico hanno contribuito all’evoluzione culturale umana, nel libro ci si rivolge ai bambini per mostrare l’entusiamo e la curiosità delle primatologhe (Jane Goodall, Dian Fossey, and Biruté Galdikas) che circa 50 anni fa, su impulso di Louis Leakey, si sono buttate nella foresta a studiare, per la prima volta direttamente in natura, le grandi antropomorfe.
Molto spesso nelle biografie degli scienziati, si evidenza il ruolo importante che ha avuto la conoscenza dell’esperienza di vita di scienziati grandi e piccoli; è auspicabile che, anche su temi che riguardano l’evoluzione si riesca a connettere sempre meglio la naturale curiosità infantile con la curiosità professionale di chi indaga e cerca di risolvere i problemi reali che ci propone la natura e l’evoluzione biologica.
In italiano si può trovare un impegno su questo tema da parte dti T.Pievani e F.Taddia (“Perché siamo parenti delle galline? E tante altre domande sull'evoluzione”).

 

31/5/13-IT

·        A Pisa, l’11 Giugno 2013: presentazione del libro di R. CESERANI e D. MAINARDI "L'uomo, i libri e altri animali - Dialogo tra un etologo e un letterato"

 

30/5/13-USA

·        [dal blog di J.Coyne] Proprio oggi sono passati 60 anni dal 30/5/1953, quando su Nature uscì l’articolo (Genetical implications of the structure of deoxyribonucleic acid”) in cui James Watson e Francis Crick scrissero una frase molto importante che si poteva (e si doveva) aggiungere all’articolo con cui solo 6 settimane prima avevano annunciato la scoperta (fatta insieme ad altri colleghi) della struttura a doppia elica del DNA: “it therefore seems likely that the precise sequence of the bases is the code which carries the genetical information”.
La struttura del DNA è quindi solo il punto di partenza, visto che determina le diverse funzioni che giustificano il ruolo del DNA nella cellula ma anche il suo ruolo nella vita, permettendo di capire molto di ciò che nel 1953 rimaneva ancora misterioso nella teoria dell’evoluzione; non solo si capiva la duplicazione e la trascrizione, ma anche la possibilità di realizzare i meccanismi biochimici che permettono l’evoluzione biologica (i principali, le mutazioni, ma anche molti altri che sono resi possibili solo dalla dinamicità di una o due [in realtà spesso sono due … e non si tratta solo di un backup] strutture biologiche, assolutamente diverse quindi da altri ben noti supporti che trasportano informazione non biologica).
Non bisognerebbe mai fermarsi prima di aver scoperto anche le implicazioni, né dimenticare ciò e chi (per esempio certamente Erwin Schrödinger, se non forse anche Shannon e Wiener) stimola una successiva scoperta, come racconta  Matthew Cobb in un recentissimo articolo su Cell di aprile (“1953: When Genes Became ‘Information’”).
Le foto che accompagnano il post di J.Coyne non solo fanno intravedere sullo sfondo il primo disegno (fatto dalla moglie di Crick) che rappresenta la doppia elica che oggi ben conosciamo, ma fa sospettare la giovanissima età di James Watson; in effetti nacque nel 1928, si iscrisse all’università a 15 anni, si laureò in zoologia a 19 anni e a 20 anni iniziò il dottorato nel laboratorio di Salvador Luria.
Nelle foto del 1953, scattate a Cambridge (UK), aveva quindi 25 anni. A quell’età C.Darwin era, già da 3 anni, in giro per il mondo sulla Beagle …

·        Post di J.Coyne sull’incontro di 45’ con James Watson, con le risposte alle numerose domande che J.Coyne si era preparato o si era fatto suggerire…

·         The idea for the DNA sequence as a “code” for building bodies.

·         Why didn’t Watson pursue the logical next step in this research program: working out exactly how DNA coded for proteins?

·         Why “Watson and Crick” rather than “Crick and Watson”?

·         What happened to the Nobel Prize medals?

·         The University of Chicago and switch to molecular biology

·         The best geneticist of the 20th century

·         The status of scientists (“science and scientists are respected far less now than ever before in his lifetime”)

·        Religion

 

29/5/13-NEPAL

·        Proprio oggi, 60 anni fa, nei giorni in cui Watson e Crick facevano luce sulla struttura molecolare assolutamente unica del DNA (da cui derivavano le sue funzioni e il significato per la storia della vita sulla terra e forse nell’universo) altri due nomi entravano nella memoria collettiva: Hillary e Tenzing per primi conquistano l’Everest, come ci ricorda un articolo di Wired.
La citazione viene dal Washington Post, che ne approfitta per ricordarci anche che in questi 60 anni qualcosa è cambiato anche sul tetto del mondo (“
Mount Everest region glaciers retreating as climate warms”), citando i risultati di una ricerca presentata qualche giorno fa da Sudeep Takuri al congresso dell’American Geophysical Union (“Scientists find extensive glacial retreat in Mount Everest region”). I dati confermano tendenze già note (2012: “Tibetan glaciers shrinking rapidly”) e gli esperti sostengono che la responsabilità dell’uomo sia molto probabile e che quindi “il regresso dei ghiacciai richiede interventi immediati” (in un autorevole rapporto del 2011, “Il destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”, non tutti i firmatari ritengono che sia proprio e solo l’uomo a dover intervenire per rispondere al loro appello: “Invitiamo tutte le nazioni a sviluppare e ad implementare, senza ritardi, politiche efficienti ed eque per ridurre le cause e gli impatti del cambiamento climatico sulle comunità e sugli ecosistemi, compresi i ghiacciai di montagna ed i loro bacini, consapevoli che viviamo tutti in una stessa casa).
L’anniversario ha ovviamente portato in questi giorni anche ad un certo afffolamento a 8800 metri di altezza (il 10/5 erano in 150 sulla cima dell’Everest e una settimana fa ci è arrivata anche un’ottantenne giapponese).
Gli americani invece sull’Everest sono arrivati con 10 anni di ritardo, il 1/5/1963: 50 anni fa fu
Jim Whittaker, oggi 84enne, di cui racconta un articolo sul National Geographic di giugno, dove si mostra anche la foto una recente coda di due ore in vicinanza della vetta (“Maxed Out on Everest”).  

 

29/5/13-USA

·        Nel sito web di Panorama un articolo (“Il bracconaggio è grave minaccia per la pace e la sicurezza in Africa centrale”) illustra le gravi conseguenze delle ampie aree di illegalità presenti in Africa centrale; i governi locali non riescono ad impedire che in quelle aree fuori controllo si svolga il commercio illegale dell’avorio e di parti di animali (che ultimamente spesso prendono la strada dell’Asia e in particolare del ricco mercato cinese).
L’articolo cita un documento (“Report of the Secretary-General on the activities of the United Nations Regional Office for Central Africa”) che verrà presentato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU dal segretario generale Ban Ki Moon, e iniziative del WWF, come quella denominata Green hearth of Africa, a difesa di elefanti e foreste nell’area dell’Africa Centro-orientale ancora ricca di foreste (Ciad, Camerun, Gabon e Repubblica Centrafricana, recentemente coinvolta in disordini che hanno portato ad un cambio di governo).
Non dobbiamo dimenticare che esiste anche unìaltra vicina e ampia area di illegalità nella parte orientale RD del Congo, dove invece si svolgono i fiorenti traffici di minerali che prendono invece la strada verso le fabbriche che (magari sempre in Cina) producono gli smartphone che non è difficile scoprire dove finiscono.
Ambedue questi mercati ovviamente hanno anche come finalità l’accumulo di risorse economiche necessarie per conservare e ampliare queste aree di illegalità, non controllate dai deboli governi centrali. Logico che se ne debba occupare oggi anche il consiglio di sicuerezza dell’ONU; difficilmente potrebbero essere espugnate dai rangers male armati che si vedono nella foto su Panorama… e che sembra proprio siano arrivati in ritardo.

·        Stimolante un articolo scritto da T. M. Luhrmann,  docente di antropologia a Stanford, sul New York Times di oggi (“Belief Is the Least Part of Faith”); le sue osservazioni sulla fede nelle modalità di gestione della realtà da parte di agenti invisibili, osservate in una comunità di evangelici da lei frequentata, può aiutare a capire la difficoltà (e le reazioni vivaci) che incontra in questi ambienti integralisti chi negli USA propone di spiegare i fatti reali (e solo quelli) preferibilmente con meccanismi scientifici e oggettivi (come sembrerebbe logico e naturale per chiunque).
I risultati della sua ricerca sono stati presentati nel libro “When God Talks Back: Understanding the American Evangelical Relationship With God”. L’articolo ha già avuto centinaia di commenti in un solo giorno.
Anche J.Coyne ha poi notato l’articolo, che commenta in un suo post (“Tanya Luhrmann: why religious people doesn’t need “belief”)..

 

29/5/13-IT

·        Dal 31 maggio al 2 giugno Jane Goodall sarà a Terni e Perugia. Su Pikaia si può trovare il calendario delle iniziative previste e degli incontri che sono stati organizzati. La corale di 800 bambini delle scuole del Comune di Perugia il 2 giugno canterà una favola sonora dal titolo "Vermi, galline e scimpanzé" che racconta la vita della scienziata, che oggi gira il mondo per sostenere le iniziative organizzate dal Jane Goodall Institute in difesa degli scimpanzé e delle popolazioni che vivono nelle zone confinanti, che devono avere i mezzi per far sopravvivere loro, la foresta e gli scimpanzé che la popolano.

 

28/5/13-USA

·        Anche il Discovery Institute, che ha contribuito per decenni a vivacizzare la sua vita, saluta il pensionamento di Eugenie Scott, l’antropologa che per 26 anni ha diretto il National Center for Science Education, impegnato nella difesa dell’educazione scientifica (in particolare sui temi che da sempre innervosiscono gli integralisti religiosi statunitensi). Qui un po’ di video con i suoi numerosi interventi.

 

28/5/13-IT

·        Nel sito di news Globalist si riporta (“Darwin e la religione, ritratto di un eretico gentile”) un’intervista di F.Tulli a T.Pievani su uno degli ultimi suoi libri, quello in cui ha raccolto e commentato 32 lettere di Charles Darwin su un tema interessante quasi quanto quello della teoria dell’evoluzione, a cui si è principalmente dedicato ("Charles Darwin. Lettere sulla religione"). Molte di queste lettere sono disponibili nella traduzione italiana per la prima volta.
Curioso l’accenno alla sua partecipazione attiva alla vita della comunità parrocchiale e interessante l’accenno alla lettera del
24 novembre 1880, due anni prima di morire, che rivelano aspetti che predisporebbero chiunque ad una valutazione positiva.

·        Anche su Panorama (“Darwin e Dio”) si commenta l’approccio di Darwin alla compatibilità della religione a quanto lui aveva scoperto sulla tragedie che producono i meccanismi che realmente gestiscono i processi vitali in tutti gli organismi viventi.

 

28/5/13-F

·        La nuova variante di coronavirus (MERS-CoV) comparsa nell'estate del 2012 in Arabia Saudita ha provocato oggi la prima vittima in Europa. E' morto nella rianimazione dell'ospedale di Lille uno dei due francesi che erano stati contagiati a fine aprile a Dubai, nella zona in cui è comparso e sta colpendo questo nuovo virus.
Ci sono novità quindi su questa nuova "severa sindrome respiratoria acuta" (SARS) rispetto al report del 23/5 pubblicato dall'ECDC (
European Centre for Disease Prevention and Control). Qui le schede con le informazioni sugli otto casi europei di MERS-CoV, sul totale di 44 noti oggi nel mondo.
Il 15/5 è uscito sul J.of Virology il primo articolo ("
Middle East Respiratory Syndrome Coronavirus (MERS-CoV); Announcement of the Coronavirus Study Group") dedicato al nuovo nome di questa nuova specie di coronavirus ("a new species in lineage C of the genus Betacoronavirus"), presente nei pipistrelli insettivori europei e africani, ma che è passata all'uomo e sembra purtroppo sia anche capace di una "limited human to human transmission", che si aggiunge ad una letalità del 50%, finora calcolata solo nel Medio Oriente, anche se sembra che sia probabile anche una seconda vittima europea.
[I creazionisti si possono comunque tranquillizzare; è sì una nuova specie ma è rimasto sempre un virus, anche se si distingue dalle specie simili per la letalità e l'interesse anche per l'uomo].
La notizia ovviamente sta girando rapidamente, in tutte le lingue e da occidente ("
Francia, un morto. La "nuova Sars" viene da Dubai") ad oriente ("Coronavirus spreads in a hospital for first time"); è un problema che sta rapidamente acquisendo una dimensione .... internazionale

 

27/5/13-USA

·        E’ davvero interessante un’indagine realizzata sull’incidenza del creazionismo nelle popolazioni dei paesi musulmani dal Pew Research Center "between 2008 and 2012 in a total of 39 countries and territories on three continents," "involved more than 38,000 face-to-face interviews in 80-plus languages and dialects".
Il report, che si occupa anche di altre problematiche  (“The World’s Muslims: Religion, Politics and Society"), è stato recentemente proposto e commentato nel sito del NCSE, dove si è sottolineato come anche nel mondo musulmano ci sia una notevole eterogeneità [“The greatest level of acceptance of evolution was in Kazakhstan (79%), Lebanon (78%), and the Palestinian territories (67%); the lowest level was in Afghanistan (26%), Iraq (27%), and Pakistan (30%)”].
Curiosa anche la percentuale di musulmani USA che credono nell’evoluzione, con risultati bassi ma quasi migliori rispetto ad alcuni gruppi di cristiani [“Muslims in the United States were almost evenly split, with 45% accepting evolution, a level comparable with Indonesia (39%), Tunisia (45%), and Bosnia-Herzegovina (50%), but below the global median”]

 

27/5/13-IT

·        Un articolo (“Mamme italiane, le più vecchie d'Europa
E siamo secondi per i parti cesarei
”) pubblicato oggi dal Corriere riferisce di recenti dati epidemiologici che dimostrano come la popolazione italiana abbia probabilmente dei validi motivi per essere  fra le più coraggiose a sfidare gli effetti della selezione naturale, che influenza, ma solo in assenza di migrazioni, la composizione delle generazioni future.
L’articolo fa riferimento al
secondo rapporto europeo sulla salute materno-infantile Euro-Peristat che prende in esame (in 29 paesi europei) mortalità infantile, gravidanze plurime (le gravidanze gemellari crescono in tutta Europa), parti cesarei, fecondazione assistita, età delle madri al parto.
Viene intervistata Marina Cuttini, epidemiologa del Bambin Gesù di Roma, che sottolinea come dato più preoccupante il fatto che in Italia ben il 34,7 delle partorienti (in Romania è il 10,2%) abbia più di 35 anni; ciò  ha conseguenze negative: l’età materna avanzata provoca “maggior rischio di gravidanze più complesse (parti gemellari o diabete gestazionale) e di esiti perinatali sfavorevoli: parto pretermine, basso peso alla nascita, anomalie congenite, anomalie cromosomiche, parto cesareo, natimortalità e mortalità perinatale”.
La pubblicazione “European Perinatal Health Report: Health and care of pregnant women and babies in Europe in 2010è scaricabile in formato pdf dal sito del progetto, dove si può recuperare anche la sintetica press release in italiano (“La salute materno-infantile in Europa”).
Anche questo rapporto evidenzia l’impossibilità di quantificare gli effetti della selezione naturale nel periodo in cui la sua azione è più incisiva (nelle prime 20 settimane di gravidanza, come indica la definizione di aborto spontaneo nel sito dell'NIH, citato qui sotto il 3/5/13); tanto che si chiarisce che vengono utilizzati solo i dati riferiti alla mortalità dopo la 28’ settimana, più omogenei fra i 29 paesi europei.

 

26/5/13-IT

·        Un articolo del Corriere racconta quel che si sa oggi de "Il misterioso antenato dai capelli rossi" grazie al lavoro di un gruppo di antropologi italiani che ha recentemente pubblicato un articolo su PlosOne, che racconta di quel che si è potuto scoprire analizzando i reperti fossili di un neandertaliano trovato vicino a Verona; abitava in un riparo roccioso di Mezzena, sui Monti Lessini e sappiamo, grazie al lavoro di antropologi molecolari come David Caramelli che aveva i capelli rossi e gli occhi azzurri.
Le prime analisi genetiche uscirono su Science nel 2007. Il recente lavoro (di Silvana Condemi, Aurélien Mounier, Paolo Giunti, Martina Lari,  David Caramelli, e Laura Longo) su PlosOne cerca di indagare più a fondo anche sulla vita privata di questo neandertaliano ("Possible Interbreeding in Late Italian Neanderthals? New Data from the Mezzena Jaw (Monti Lessini, Verona, Italy)"), sospettando che anche qui si trovino tracce di ibridazione fra neandertal e sapiens.

·        Forse il 29/5 a Velletri e l'1/6 a Isernia si riuscirà a valutare il risultato di "un'opera multimediale collettiva in cui le menti creative, spesso geniali di giovani selezionati tra oltre seicento in tutta Italia, reinterpretano testi, musica, lo stesso messaggio di Darwin".
Ne parla l'articolo "Darwin l’Evoluzione del Banco. 145 creativi per una rock opera del futuro a Velletri e Isernia" nel sito unmondoditaliani, dove ci spiegano che "Torna Darwin, la rock opera tra le più famose di tutti i tempi, ma niente è come prima, tranne la musica, che è quella originale, geniale del Banco del Mutuo Soccorso"

 

25/5/13-UGANDA

·        E' interessante analizzare un fatto avvenuto in Uganda e riportato  dal quotidiano NewVision. Nell'articolo ("Two arrested for ‘eating’ chimp meat") si riferisce che due ugandesi erano stati scoperti a cucinare uno scimpanzè, che avevano ucciso dicono per difendersi da un'aggressione, hanno dovuto chiedere protezione alla polizia. Fa piacere scoprire che l'uso alimentare degli scimpanzè ora mette in allarme le popolazioni ugandesi, indicando che sono attivi meccanismi di difesa rispetto a virus che si sospetta possano passare dagli scimpanzè all'uomo; questa si sospetta infatti che sia la modalità di trasmissione all'origine delle epidemie di ebola che hanno colpito anche l'Uganda negli scorsi anni. Interessan te anche il fatto che nell'articolo si parli di "cannibalismo" e si faccia notare che " chimpanzees are a close relation to humans". Preoccupa comunque la stretta vicinanza dell'uomo alle aree occupate dagli scimpoanzè, dimostrata da una notizia riportata ieri dallo stesso quotidiano: "Kibaale chimpanzee abducts child"  

 

24/5/13-USA

·        L’NCSE offre una preview gratuita (PDF) del libro di John A. LongThe Dawn of the Deed: The Prehistoric Origins of Sex (University of Chicago Press, 2012).

 

24/5/13-IT

·        Si aprono oggi pomeriggio a Torino alle 15 le Settimane della Scienza. L’iniziativa sarà aperta da tre giorni (questo week-end) con laboratori, esperimenti, dibattiti e spettacoli a cielo aperto che animeranno piazza San Carlo.
Ci saranno numerosi appuntamenti che si prolungheranno poi anche in giugno, con la collaborazione di molte strutture di ricerca torinesi. Si può scaricare il programma dell'edizione 2013 in formato pdf, o si può scorrere un calendario interattivo. Ci saranno iniziative in musei e laboratori per illustrare la biodiversità e per entrare nei laboratori che studiano l’evoluzione attraverso la variabilità genetica umana.
Fra le strutture didattiche e scientifiche che collaborano ci sono CentroScienza, Esperimenta, il Museo Regionale di Scienze Naturali, il Planetario,  l’Accademia delle Scienze e ScienzAttiva.

·        Un articolo pubblicato su Pikaia da M.Mandrioli e appena ripreso dal sito Cronache Laiche oggi viene subito “aggredito” da un visitor che, al grido di “Il darwinismo è morto”, fa finta di chiedere “quali meccanismi, a livello molecolare, determinano la sintesi di nuove proteine a cui sono associate nuove funzioni”. Essendo informazioni elementari presenti nei libri di testo utilizzati in qualsiasi scuola superiore, non si capisce bene quanto studino (e capiscano) gli studenti di alcune scuole superiori; comunque sembra che abbiano capito bene i messaggi diffusi dai sostenitori dell’ID. Sembra comunque anche lui non credere alla microevoluzione né alla evoluzione come cambiamento di frequenze alleliche. Stupisce invece che non si scandalizzi dei meccanismi casuali che creano la variabilità genetica, visto che fa il tifo per la radioattività. Forse non sa che aumenta un tasso di mutazione comunque presente negli organismi viventi.

 

24/5/13-EC

·        Prossimamente non sarà difficile né costoso passeggiare per i sentieri delle Galapagos senza correre il rischio di schiacciare un'iguana rosa o di tamponare una tartaruga gigante che si attarda dietro una curva del sentiero.
Anche per evitare un eccessivo affollamento turistico in queste isole uniche e molto delicate, Street View ("
Google to add Galapagos Islands to Street View") sta raccogliendo, per archiviarle poi in internet, migliaia di immagini lungo i sentieri di queste isole che sorgono nel Pacifico di fronte alle coste ecuadoregne.
Può essere anche un'iniziativa utile per proteggere queste isole, uniche nella loro biodiversità, dall'invadenza dei moderni turisti, molti dei quali \magari si potrebbero anche accontentare di un'occhiata più distratta a queste isole. Il progetto è stato realizzato con la collaborazione della
Charles Darwin Foundation (CDF), della direzione del parco Nazionale delle Galápagos e della Catlin Seaview Survey. 

 

23/5/13-IT

·        [da Pikaia] Il 22 e 23 maggio, a Milano, la scienza si è rivolta ai giovani con una serie di interessanti iniziative. Si tratta della 16’ edizione di Scienza Under 18 (con exhibit scientifici, sfide della scienza, scatti di scienza, conferenze e molto altro, tutto dedicato ai giovani) e si tiene ai chiostri della Rotonda della Besana, dalle 9 alle 13. Tutte le informazioni.

 

22/5/13-IT

·        In un articolo sul sole 24 Ore di oggi ("Wolf: «Gli scettici del clima hanno già vinto»") Martin Wolf riflette sull'articolo citato qui sotto il 15/5, cercando di capire il motivo per cui non è sufficientemente noto il consenso attorno alla responsabilità umana nel riscaldamento globale. Il dubbio che sia ormai troppo tardi per far ragionare chi dubita dell'AGW non sembra trovi una facile risposte.

·        Un articolo dell'Huffington post ("Staminali: al via la sperimentazione. Il Senato approva il decreto. Ora è legge")  riferisce dell'epilogo di una saga che sta evidenziando come l'irrazionalità trovi spesso dei sostenitori anche in un settore che dovrebbe essere dominato dalla prudenza e dalla ragione.
Sconcerta che si siano approvate procedure che prevedono addirittura la sperimentazione sull'uomo di farmaci (così sono identificate anche le cellulle staminali) di cui non si è ancora dimostrata l'efficacia terapeutica e che non sono nemmeno ancora stati testati sugli animali.
Si tratta fra l'altro addirittura di prodotti che vengono sperimentati da ditte private, trattamenti costosissimi da cui traggono profitto.
Usa situazione, molto simile a quella del caso Di Bella, altrettanto sconcertante, che non dovrebbe essere accettata in nessun paese che ha approvato, insieme agli altri, procedure che non mettano a rischio le vite umane, e che quindi seguano protocolli terapeutici concordati ma soprattutto di cui sia garantita l’efficacia.  

 

22/5/13-UK

·        Su Nature oggi si scopre che ci sono tecniche che ci permettono di  avere informazioni anche su alcuni dettagli della vita dei piccoli neandertaliani; lo studio delle caratteristiche istomorfologiche e istochimiche dei loro denti permette infatti di stabilire addirittura quali fossero i loro tempi di svezzamento, utilizzando una tecnica già studiata e applicata sui primati: “Barium distributions in teeth reveal early-life dietary transitions in primates”.
Possiamo quindi sapere, grazie all’analisi micro-spaziale dei rapporti fra bario e calcio nei tessuti dentali, che nei neandertaliani l’allattamento esclusivo al seno durava 7 mesi, poi iniziava lo svezzamento e l’allattamento poi terminava definitivamente a 1.2 anni di vita.
Un post (“
Weaning a Neandertal”) nel blog dell’antropologo John Hawks può aiutare a comprendere meglio l’articolo.

 

22/5/13-IT

·        Finalmente si fa un po’ di chiarezza su una definizione che deve essere assolutamente precisa se e quando chiunque voglia parlare di evoluzione. Ovviamente è la definizione stessa del termine evoluzione, molto utile anche perché aiuta nell’identificare chi cerca di fare confusione introducendo poi elementi che si fondano intenzionalmente su una definizione diversa.
L’aspetto curioso è che l’informazione arriva proprio da alcuni che cercano di confondere le idee; in questo caso si tratta di chi, soprattutto negli USA, sostiene l’Intelligent Design, cercando di far utilizzare definizioni non verificate o non basate su fatti dimostrati.
Lo fa notare oggi il biochimico Larry Moran, autore del blog Sandwalk, nel post “How Do IDiots Define Evolution?”; L.Moran utilizza e spiega gli errori contenuti in un post (“From Discovering Intelligent Design: Define Your Terms”), comparso ieri fra le news del Discovery Institute, dove l’autore del post, Klinghoffer, riporta definizioni tratte da un manuale on line (“Discovering Intelligent Design”) che il DI  sconsiglia comunque di adottare nelle scuole pubbliche [“is designed for educational use by home schools and private schools rather than public schools”]; effettivente, se si va a verificare, è stato scritto da un’analista dei sistemi (+ sua moglie) e da un geologo/avvocato; ovviamente tutti innamorati dell’evoluzione, purtroppo non a tal punto da incuriosirli ad indagarne i meccanismi.
Preferiscono infatti farsi spazio nella didattica, sostituendosi a chi preferisce occuparsi professionalmente di ricerca scientifica.
L.Moran, prima di citare le definizioni proposte nel libro del Discovery Institute, rinvia [see What IS Evolution?] ad un suo precedente lungo post in cui prima aveva trattato approfonditamente dei diversi usi del termine evoluzione e delle possibili confusioni, e poi forniva alcune definizioni, una più sintetica (“è un processo che risulta in cambiamenti ereditabili nel corso di successive generazioni”) e poi una più complessa che comprende anche i processi che giustificano l’origine da un antenato comune, oggi ben dimostrata dalla genetica molecolare.
Ci sono molti documenti che ripetono, confermano, spiegano e ampliano queste definizioni (come il libro bianco del 1998 scritto da un ricco e numeroso gruppo coordinato da R.Futuyma, o i documenti sull’evoluzione firmati dalle maggiori società scientifiche statunitensi o italiane), tanto è vero che le ritroviamo ovviamente anche sui libri di testo che i docenti di scienze utilizzano in tutto il mondo. 
Sulla base di queste definizioni L.Moran ritorna alle 3 definizioni proposte dai sostenitori dell’Intelligent Design nel loro post, verificando che, pur imprecisa, solo quella riferita alla microevoluzione si basa su fatti scientifici dimostrabili e risulta quindi una definizione, mentre rimane sconcertato dal fatto che le altre due utilizzano interpretazioni che già si erano trovate nelle definizioni errate che circolano in definizioni e testi non verificati da persone professionalmente competenti. 
Come pur L.Moran aveva dimostrato, citando anche E.Mayr, è quasi impossibile definire definitivamente le fasi e i meccanismi che gestiscono un processo estremamente complesso e oggettivamente quasi infinito, ma stupisce scoprire che al Discovery Institute non siano ancora riusciti a creare (o almeno inventare) una definizione basata su fatti accertabili, quantificabili e contestabili (e magari qualcosa di più preciso di “cambiamenti su piccola scala”), ma soprattutto che una definizione scientifica non cominci con “l’idea che…”.
E’ difficile comunque essere ottimisti con chi contesta l’attuale teoria dell’evoluzione senza occuparsene professionalmente e a tempo pieno.
Quanti sanno quali sia l’ipotesi, alternative all’attuale complessa teoria dell’evoluzione, che si trovano indicate in alto nel sito web dei sostenitori dell’ID (http://www.intelligentdesign.org/)? The theory of intelligent design holds that certain features of the universe and of living things are best explained by an intelligent cause, not an undirected process such as natural selection”.
Tutto qui. Sembra siano rimasti a Darwin, a 150 anni fa.
Forse davvero non serve altro per convincere chi non conosce l’argomento. 
Quanti capiscono che utilità pratica potrebbe avere questa “idea che…” usata per spiegare quei “cambiamenti su piccola scala” che sembrano essere gli unici fatti che il DI si preoccuperà prima o poi di definire e quantificare?
Sono passati ben più dei previsti 20 anni da quando (nel 1987, secondo i precisi metodi di datazione utilizzati, che han fatto ricorso anche ai famosi anelli mancanti) il creazionismo biblico USA ha iniziato a chiamarsi Intelligent Design, ma di serio si vede solo qualche articolo con modelli matematici.
Comunque non c’è dubbio, grazie alle ricerche della filosofa Barbara Forrest, che non riusciranno mai a citare dati oggettivi nemmeno quando provano a rispondere alla semplice domanda “Is intelligent design the same as creationism?”.
Il fossile di transizione (cdesign proponentsists) nel loro caso è stato scoperto.

 

21/5/13-IT

·        Nel sito della rivista filosofica syzetesis è comparsa una recensione positiva di F.Morganti del recente volume di Adrian Desmond, James Moore, La sacra causa di Darwin. Lotta alla schiavitù e difesa dell’evoluzione

 

20/5/13-IT

·        Sul sito scienzenaturali.it un post di L.Debbia illustra (“E’ recente la prima migrazione umana dall’Africa: meno di 95mila anni fa”) gli effetti di recenti (e diverse) misurazioni del tasso di mutazione fra generazione nella nostra specie, che ora possono essere calcolati anche direttamente, come ha cercato  di spiegare recentemente l'evoluzionista Larry Moran nel suo blog ("Estimating the Human Mutation Rate: Direct Method"). Questo studio, diretto da J.Krause di Tubinga (che ultimamente si sta dedicando allo studio del DNA dei più antichi Homo sapiens moderni, è stato pubblicato su Current Biology (“A Revised Timescale for Human Evolution Based on Ancient Mitochondrial Genomes”).

 

20/5/13-USA

·        Un articolo di K.Giberson sull'Huffington Post ("Evolution's Refusal to Die") cerca di far capire che probabilmente ci vogliono ancora secoli prima che raggiunga i suoi obiettivi chi spera sia sufficiente ripetere che Darwin, ma frasi anche la teoria dell'evoluzione, sono in cattiva salute. L'articolo ricorda che frasi sulla prossima fine o la morte delle teorie di Darwin sono comparse già  nel 1859; ad iniziare fu uno dei maggiori zoologi del tempo, Richard Owen, uno zoologo che come profeta fu davvero sfortunato, che stimò in 10 anni la speranza di vita del darwinismo. Successivamente la storia della biologia (e anche wikipedia) si dimenticò anche di Eberhard Dennet, che nel 1904 pubblicò "At the Deathbed of Darwinism". Una lettura consigliabile per chi, tuttora pessimista sulla teoria dell’evoluzione, far risogere qualche vecchia critica.
K.Gilbertson (un evangelico ma aderente al Biologos Institute fondato da Francis Collins e quindi sostenitore dell’evoluzionismo teista) invita comunque a riflettere che dopo 150 anni non ci sono crisi nè collassi, ma tantissime revisioni, come è normale per il metodo scientifico, che per definizione richiede continue verifiche e autocorrezioni.
D'altronde non dimentichiamo che le revisioni coinvolgono anche strutture culturali basate sui dogmi; anche inn questi contesti quando questi perdono la loro utilità si modificano o se ne aggiungono altri; con prudenza ma si fa.

·        Nel suo post di oggi Carl Zimmer prova a sottolineare gli aspetti positivi dei miliardi di virus che convivono con ogni essere umano. Forse non sembra, ma già chiamarli simbionti, come fa Zimmer, serve a tranquillizzare chi ha un po’ di conoscenza corretta della biologia e dei meccanismi dell’evoluzione biologica (“Meet Your New Symbionts: Trillions of Viruses”).
Può essere di aiuto anche sapere che ci sono virus (i [batterio]fagi) che possono proteggerci dai batteri, in un periodo in cui è possibile monitorare la comparsa di nuove varietà di virus letali per l’uomo in Arabia Saudita e in Cina.
Oltre a ricordarci che i [batterio]fagi sono la forma vivente più diffusa sulla terra (ce ne sono 1031), Zimmer commenta un articolo approvato da R.Lenski e uscito oggi su PNAS (“Bacteriophage adhering to mucus provide a non–host-derived immunity”) che apre nuovi e non inquietanti scenari sulla possibilità di programmare un arruolamento dei [batterio]fagi, usandoli come nemamici per difenderci meglio dai batteri che popolano i nostri tessuti.
L’articolo di Zimmer ricorda anche come la conoscenza progredisca: già uno degli scopritori dei fagi, Felix d’Herelle, pensava – nel 1917 - di poterli usare a scopo terapeutico (“On an invisible microbe antagonistic toward dysenteric bacilli: brief note by Mr. F. D'Herelle, presented by Mr. Roux. 1917”). D’altronde l’”arruolamento” dei [batterio]fagi non è  una novità (“Bacteriophages and Their Role in Food Safety”, 2012), ed è possibile e auspicabile che anche il termine fagoterapia possa un giorno diventare di uso comune grazie alle nuove scoperte che si possono già oggi immaginare, ma che bisogna sperimentare (e se possibile su modelli animali … a proposito delle sperimentazioni che il parlamento italiano pretende siano fatte direttamente sull’uomo).
Per ora preoccupiamoci di continuare a formare ottimi biologi, sperando che non siano solo prodotti da esportazione (e che la ricerca e la scienza abbiano un sostegno culturale ed economico adeguato al loro ruolo nel XXI secolo, da tempo iniziato). 

 

19/5/13-IT

·        A Pavia, nell'ambito del Dottorato in Genetica, Biologia Molecolare e Cellulare, per il corso in “Evoluzione: dal fenotipo agli approcci molecolari. The driving force of life: evolution” il  Prof. Dr. Johannes Krause (Professore di Paleogenetica alla Eberhard Karls University di Tuebingen in Germania, autore delle ricerche sui reperti fossili trovati nella grotta di Denisova in Siberia, l’unico posto al mondo in cui si sono trovate tracce della presenza di Denisovani, Neandertaliani e Homo sapiens) terrà due seminari:

  • Martedì, 21 Maggio 2013: “Paleopathogenomics: the evolution of human pathogens from ancient skeletons” (15:00  – 17:00 - Aula Grande, Dip. Biologia e Biotecnologie, Botta 2)
  • Mercoledì 22 Maggio 2013: “What makes us human: insights from archaic human genomes” (11:00  – 13:00 - Aula Grande, Dip. Biologia e Biotecnologie, Botta 2)

Due giorni fa un articolo di E.Pennisi su Science sintetizzava e aggiornava (“More Genomes From Denisova Cave Show Mixing of Early Human Groups) le nostre conoscenze attuali sulle novità scoperte a Denisova, illustrate da un intervento di S. Pääbo al convegno dei primi di maggio al Cold Spring Harbour (“The Biology Of Genomes”). I recenti risultati ottenuti da S.Pääbo inducono a sospettare oggi addirittura l’esistenza di una quarta specie misteriosa, che si sarebbe mescolata con i denisovani (“mixing between Denisovans and an even earlier mystery species”). Inoltre si è dimostrato che i pochissimi reperti di Denisova mostrano un’enorme variabilità (“one tooth showed more than 80 mitochondrial DNA differences from both the other tooth and the pinkie bone”), facendo pensare che ci sia ancora molto da scoprire su una popolazione (S.Pääbo evita di parlare di specie) probabilmente molto più diffusa di quanto possiamo immaginare.

Qui (9/5) e qui (10/5) ci sono alcuni video delle presentazioni al convegno tenutosi ai primi di maggio al CSH.
Anche l'antropologo J.Hawks nel suo blog due giorni fa citava le novità presentate da S.Pääbo al convegno tenutosi a Cold Spring Harbourg ("New Denisova and Neandertal DNA results reported").

 

18/5/13-IT

·        [da Pikaia] Il 21 maggio, Robert Hazen, famoso geochimico e studioso dell'origine della vita, sarà ospite all'Università di Milano nell'ambito del ciclo di conferenze 'Voglia di Evoluzione': "Genesis: The Scientific Quest for Life’s Origins". Aula G10, Settore Didattico di Golgi, Università degli Studi di Milano, Via Camillo Golgi, 1

 

17/5/13-USA

·        Anche nel sito del NCSE si evidenziano (“Quantifying the consensus on climate”) i risultati ottenuti da una ricerca ("Quantifying the consensus on anthropogenic global warming in the scientific literature," Environmental Research Letters 2013; 8(2):024024)  che ha valutato il consenso sulla responsabilità della nostra specie nel provocare l’aumento di temperatura su scala globale, che ormai nessuno prova più a negare.

·        Anche le simpatiche coccinelle possono nascondere storie terribili di competizione e di interazioni con parassiti che possono collaborare con loro nella quotidiana lotta per la sopravvivenza di ogni popolazione o specie di coccinella.
Lo racconta oggi un articolo su Science ("Invasive Harlequin Ladybird Carries Biological Weapons Against Native Competitors") commentato da un altro articolo su Science ("Immunity and Invasive Success") e da un post di Ed Young ("Ladybird Invader Carries Deadly Parasite as Biological Weapon"), che sembra orientarsi anche lui su storie di parassiti, seguendo Carl Zimmer, che recentemente, l'11/5, ha scritto un post addirittura su un virus che ci minacciava da sei milioni di anni. E dove se ne stava nascosto questo virus? Non molto lontano: "The Lurker: How A Virus Hid In Our Genome For Six Million Years". Ambedue (Ed Young e Carl Zimmer, hanno il loro blog nel sito del National Geographic.

 

17/5/13-IT

·        A fine mese, il 30/31 maggio, a Rimini si terrà un convegno commemorativo delle multiformi esperienze professionali e politiche che caratterizzarono la vita di Paolo Mantegazza, uno dei primi divulgatori del darwinismo in Italia.
Nato nel 1831, si laureò in medicina a Pavia a 23 anni; dopo un viaggio di 4 anni in cerca di avventura e di fortuna in sudamerica, come medico igienista insegnò Patologia a Pavia e fondò il primo laboratorio di Patologia sperimentale in Europa; qui, negli anni seguenti, si formarono scienziati illustri quali Giulio Bizzozero, Eusebio Oehl e Camillo Golgi.
Passò poi all’Antropologia e nel 1870 fondò a Firenze la prima cattedra di Antropologia e il Museo Nazionale di Antropologia ed Etnologia. Nel 1871 fondò la rivista Archivio per l'Antropologia e l'Etnologia. Fondò poi (1871) la Società Italiana di Antropologia e Etnologia, e fu sostenitore e difensore del darwinismo, tanto che tra il 1868 al 1875 fu uno dei tanti che corrispose con Charles Darwin, anche grazie alla moglie che conosceva la lingua italiana.
Fu anche senatore del regno e si occupò dell’uso terapeutico di quelli che allora si chiamavano alimenti nervosi (e in particolare della coca, che studiò e apprezzò nei 4 anni trascorsi in sudamerica), e della talassoterapia (di cui si occupò a Rimini, dove fu direttore dello Stabilimento dei bagni di mare dal 1869 al 1879).
Ebbe anche un ruolo rilevante nella divulgazione scientifica; in particolare per quanto riguarda la teoria dell’evoluzione e le norme igieniche, a quei tempi fondamentali per garantire la sopravvivenza.
Qui il programma del convegno, dedicato a "Mare, salute e qualità della vita" e organizzato dalla Società italiana di Medicina del Turismo.

 

17/5/13-UK

·        [da Pikaia] Per celebrare il centenario della morte di Alfred Wallace la Linnean Society ha realizzato un numero speciale del Biological Journal of the Linnean Society in cui vengono riproposti quattro testi di cui Wallace è stato autore e 13 articoli scritti da autori il cui lavoro ha tratto ispirazione dalla sua attività di ricerca.

·        Davvero impressionante la possibilità di verificare le proprie spiegazioni scientifiche per eventi che in natura si ripetono continuamente e contemporaneamente migliaia se non milioni di volte ogni giorno nel mondo.
E' interessante rendersi conto che solo dal momento in cui sono disponibili conosnoscenze o tecniche nuove di indagine diventa possibile porsi delle domande a cui si può finalmente rispondere in modo corretto. In un articolo ("Metamorphosis revealed: time-lapse three-dimensional imaging inside a living chrysalis") comparso sul Journal of  the Royal society vengono mostrati dei video che rappresentano le complesse modificazioni anatomiche che trasformano un bruco inn un lepidottero
E’ una dimostrazione di come, anche sulla base di nuove tecniche di indagine, procede la conoscenza umana; questo filmato dimostra come solo oggi abbiamo gli strumenti che permetteranno di studiare meglio la sequenza di eventi che caratterizzano il passaggio fra i diversi stadi di sviluppo di un organismo che ci sembrerebbe di conoscere bene, anche se qualcuno si stupirebbe di scoprire che in un organismo vivente compaiono addirittura nuove funzioni che permettono anche nuovi adattamenti senza che si possa parlare di un evento di speciazione.
Sono trasformazioni che nessuno potrebbe chiamare evoluzione (non cambia infatti nemmeno la frequenza allelica), ma che comunque dimostrano che non è sempre facile capire (e spiegare) tutti gli eventi che la biologia può e deve spiegare. Oggi con le micro-TAC si riescono finalmente a seguire con tecniche non distruttive eventi estremamente complessi, come spiega anche Ed Young nel suo blog ("3-D Scans Reveal Caterpillars Turning Into Butterflies").

 

16/5/13-E

·        Per vedere una mostra su Darwin in catalano, basterà andare a Barcellona entro il primo di settembre: al Museu Marítim avrà luogo la mostra che si intitola “Darwin. El viatge d’un naturalista“, commissionata dal Museu Ai d’Història Natural di New York.

 

15/5/13-UK

·        Un articolo su Nature racconta del lavoro di Eugenie Scott, l'antriopologa che sta andando in pensione dopo 26 anni come direttore nel NCSE USA. Sono stati 26 anni di impegno in difesa della scienza nelle scuole USA, minacciata da chi erroneamente vede la scienza come una minaccia invece che una risorsa oggi assolutamente indispensabile ("Science in schools"). L'articolo non ricorda come non solo E.Scott, ma anche alcuni scienziati cattolici o credenti, fossero presenti e impegnati con l'NCSE (come Miller e Ayala) nel contrasto delle sciocchezze sostenute dai creazionisti.   

 

15/5/13-USA

·        Può essere istruttivo verificare, sui dati presentati dall'articolo pubbllicato su Environmental Science Letters "Quantifying the consensus on anthropogenic global warming in the scientific literature", quale sia il reale grado di consenso, nella letteratura qualificata, sul ruolo e le responsabilità dell'uomo nelle variazioni nella concentrazione atmosferica della CO2 che provocherebbero i cambiamenti climatici che caratterizzano gli ultimi decenni oltre che gli ultimi secoli. Sono  stati analizzati 12000 abstract di lavori peer-reviewed pubblicati dal 1991 al 2011. E' iteressante notare che il 67% degli abstract non prendevano posizione sull'AGW (anthropogenic global warming), 32% lo sostenevano e 0,7 ne negavano il ruolo o la stessa esistenza; nello 0.3% dei lavori si era ancora incerti. E' molto interessante confrontare le somiglianze con la contestazione dell'evoluzione biologica.
In ambedue i casi gli scettici evitano di far conoscere quanto sia minima l'area di chi non concorda con l'AGW o con la teoria dell'evoluzione, ma soprattutto è enorme l'area di chi non si preoccupa di contestare o difendere l'esistenza di responsabilità o meccanismi che ormai sa essere ben dimostrati, e quindi noti a tutti e condivisi.
Non è quindi necessario continuare a riproporre dati e conclusioni che non siano necessari e funzionali ad un nuovo articolo scientifico che nbon fornisca nuovi dati su questa problematica.

·        Ed Young nel sul blog Not exactly Rocket Science commenta ("Two New Fossils Reveal Details ofApe/Monkey Split") un recente articolo su un paio di reperti fossili scoperti in Tanzania, che ci raccontano qualcosa di una fase ancora poco nota dell'evoluzione dei primati, la separazione fra la linea evolutiva degli ominidi (le antropomorfe e poi omini) e la linea che porterà a tutte le altre scimmie del vecchio mondo, avvenuta alla fine dell'Oligocene, circa 25 milioni di anni fa. L'articolo originale è comparso su Nature ("Palaeontological evidence for an Oligocene divergence between Old World monkeys and apes”) e un altro commento si può trovare su The Scientist ("Oldest Fossil of Ape Discovered"), su Science ("Fossils May Pinpoint Critical Split Between Apes and Monkeys") e Scientific American ("Fossils Indicate Common Ancestor for Old World Monkeys and Apes") .

·        Su PLOS ONE compare oggi un articolo davvero interessante ("Malaria Infected Mosquitoes Express Enhanced Attraction to Human Odor""), che dimostra le complesse interazioni in cui ci tocca vivere (e soprattutto sopravvivere, essendo in una fase della ricerca scientifica che ci lascia in gran parte ancora senza difese efficaci). Sembra che la presenza del  plasmodio "invogli" l'Anopheles gambiae ad apprezzare  maggiormente l'odore umano. Il comportamento adattativo (si possono ovviamente cercare ipotesi scientifiche alternative) viene commentato e discusso nel blog di J.Coyne ("Malaria parasite appears to change the host mosquito’s behavior in an adaptive way").

 

15/5/13-IT

·        [da Andrea Romano, Oggiscienza] Oltre alla lista rossa per le singole specie a rischio di estinzione (quella della International Union for Conservation of Nature (IUCN), potrebbe essere utile determinare lo status di degrado degli ecosistemi. In un articolo ("Scientific Foundations for an IUCN Red List of Ecosystems") su PLoS ONE, un gruppo di ricercatori, guidati da David Keith della University of New South Wales, in Australia propone un protocollo per la diagnosi dello status di rischio di degrado dei diversi ecosistemi (qui uno schema).

 

13/5/13-USA

·        In Louisiana si cerca sempre di abrogare una legge che permette dal 2008 agli insegnanti creazionisti di insegnare ipotesi alternative all'evoluzione senza rischiare di infrangere il primo emendamemento, che cerca di evitare che ipotesi non zcientifiche vengano affiancate a scuola da ipotesi di origine religiosa. se ne parla nel sito del NCSE ("Louisiana to repeal 1981 creationist law?"). Anche qui si assiste al tentativo dei creazionisti di convincere che la libertà educativa richiede che ipotesi di origine religiosa, senza prove e senza spiegazioni ragionevoli, si possano affiancare a spiegazioni che si basano sui dati scientifici racolti negli ultimi decenni.
Il solito metodo con cui chi poi non li critica apre le porte ai creazionisti, con cui poi invece spesso collabora.

 

13/5/13-IT

·        Sul Corriere oggi troviamo un articolo per dimostrare come l'evoluzione sia tuttora in corso ("Ora sono le città a operare i cambiamenti").Vengono presentati un paio di esempi, uno connesso con l'aumento delle dimensioni dell'encefalo in relazione ai cambiamenti connessi con la tendenza ad un arrotondamento, poco compatibile con le dimensioni del canale del parto; l'altro riguarda invece la permanenza anche negli adulti della capacità di metabolizzare il lattosio, caratteristico delle popolazioni dedite da tempo alla pastorizia piuttosto che alla caccia e la raccolta all'agricoltura, come spiega il genetista A.Torroni.
In un altro articolo sempre del Corriere ("La donna e l'uomo del domani? Non saranno «super»") pur citamdo recenti articoli, si riportano fantasie ed ipotesi difficilmente documentabili su futuri cambiamenti strutturalli a cui potrebbe andare incontro la nostra specie. Nell'articolo  vengono citate dichiarazioni di Maurizio Casiraghi, presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica, e del genetista Antonio Torroni, che esclude sia dovuta ad un fattore evolutivo la crescita secolare della statura, che ha portato ad un incremento di 10 centimetri solo nell'ultimo secolo in alcune situazioni (soprattutto economiche ed alimentari) favorevoli.. Effettivamente questo fenomeno è da associare alle migliori condizioni che hanno permesso una migliore espressione delle potenzialità genetiche. Questo ovviamente non nasconde il ruolo determinante di condizioni ambientali che comunque favoriscono stature diverse in diverse ambienti e climi.

·        [da Pikaia] E' uscito un nuovo libro di  T.Pievani ("Anatomia di una rivoluzione. La logica della scoperta scientifica di Darwin") in cui si analizza l'enorme impegno intellettuale e il lavoro di indagine che giustifica i 22 anni che Darwin ha dedicato all'idea che permise di trovare la prima spiegazione, pur imprecisa,all'evoluzione dei viventi e quindi all'unicità della vita sulla terra, già sospettata, almeno da suo nonno, già nel 1794. E' un indagine, certo favorita dalla meticolosità di Darwin nel fornire la documentazione della logica da lui utilizzzata nel verificare le intuizioni suscitate dalle sua esperienze giovanili nel viaggio attorno al mondo.
Un libro certo stimolante e utile anche per stimolarci a capire, 150 anni dopo, un mondo che, pur senza viaggiare, oggi ci scorre davanti agli occhi ogni giorno, mostrando evidenti segni di cambiamenti che richiedono di essere conosciuti, interpretati e gestiti.    

 

11/5/13-IT

·        [da Pikaia] Un articolo su Science ("Wolbachia invades Anopheles stephensi populations and induces refractoriness to Plasmodium infection") presenta una ricerca che mostra come si possano instaurare relazioni complesse di parassitismo che coinvolgono anche tre specie (Anopheles, Plasmodium, Wolbachia).

 

11/5/13-USA

·        Carl Zimmer oggi ha scritto un post addirittura su un virus che ci minacciava da sei milioni di anni.
E dove se ne stava nascosto questo virus?
Non molto lontano: "The Lurker: How A Virus Hid In Our Genome For Six Million Years".

 

8/5/13-IT

·        Sul blog di Scientificast A.R.Longo, laureata in patristica ma oggi interessata al tribolato rapporto fra scienza e fede, descrive "Le nuove strade del creazionismo", con particolare riguardo per la situazione USA, ma citando anche chi in Italia utilizza comunque tecniche e trucchi simili per indurre a "rifiutare la teoria dell’evoluzione delle specie e ritenere, invece, che la biodiversità abbia avuto origine da un principio creatore dotato di intelligenza".

 

6/5/13-B

·        E’ morto a 95 anni Christian De Duve, un belga premio Nobel per la medicina nel 1974 per le sue scoperte sulla struttura e la funzione dei lisosomi e dei perossisomi, organuli cellulari che svolgono importanti funzioni e a cui sono riconducibili alcune patologie umane.
In vista della morte, che aveva potuto programmare, ha rilasciato alcune interviste, fra cui una pubblicata postuma oggi ma rilasciata ai primi di aprile; come titolo il quotidiano Le Soir ha scelto un suo pensiero preoccupato ma anche eccessivamente pessimista, certo più adatto all’anno in cui nacque, il 1918 (“Si on continue comme cela, ce sera l’apocalypse, la fin”).
Oltre a scrivere quest’anno un libro sulla sua vita eccezionale (“Sept vies en une”) ha anche registrato numerosi video autobiografici, un modo certo nuovo e a disposizione (“Tell your story”) anche di chi non ha mai vinto un premio Nobel (Francis Crick comunque c’è). In questo modo ha fatto conoscere la sua vita, il suo contributo alla conoscenza scientifica, la sua esperienza di lavoro all’università cattolica di Lovanio e il suo pensiero sul rapporto fra scienza e fede, che è molto cambiato negli ultimi anni (“The evolution of religious thought”).
Nel 1996 (« Poussier de vie ») De Duve scriveva "J'ai opté en faveur d'un univers signifiant et non vide de sens. Non pas parce que je désire qu'il en soit ainsi mais parce que c'est ainsi que j'interprète les données scientifiques dont nous disposons".
11 anni dopo, nel 2007 la Templeton Foundation pubblicò una serie di risposte di 12 scienziati di diverso orientamento alla domanda “Does the Universe Have a Purpose?”.
De Duve è uno dei due che ha risposto no. Queste interviste le troviamo commentate nel blog dell’evoluzionista Jerry Coyne, molto sorpreso soprattutto dalla risposta di Jane Goodall, una delle due persone che dichiarano di esserne invece assolutamente certe.
Christian De Duve era uno dei numerosissimi premi Nobel chiamati a far parte (dal 1970, già prima del Nobel) dell’Accademia delle Scienze Pontificia, come si vede dalla scheda biografica, già aggiornata.
. Nel 2008 ha dato il suo contributo al convegno “Scientific Insights into the Evolution of the Universe and of Life”: “The Future of Life”.
Ha recentemente dato un suo contributo nel convegno della PAS tenutosi in Vaticano nel 2010 (“The Scientific Legacy of the 20th Century”), con un intervento sulle attuali conoscenze sui meccanismi casuali che gestiscono l’evoluzione biologica (“The Evolutionary Lottery”, pagg.181-189), spiegando quello che i biologi che fanno ricerca hanno dimostrato nel XX secolo sul ruolo rilevante, anche se non esclusivo, del caso nell’evoluzione biologica.
Questa è la prima densa frase del suo intervento: It is now established that all living beings, including humans, descend by evolution from a single ancestral form and that this process was largely driven by natural selection, the fundamental mechanism, first discovered by Charles Darwin and independently perceived by Alfred Russell Wallace, whereby forms of life best fit to survive and produce progeny under prevailing conditions obligatorily emerge when several variants compete for the same limited resources. A striking feature of this process is the dominant part played in it by chance, which does so in two distinct ways: first by the mutations that are offered for selection and, next, by the environmental circumstances that condition the selection process”.
Ha partecipato anche al meeting di CL tenutosi a Rimini nel 2008.
Qui la sua biografia nel sito dei premi Nobel e nel sito del suo istituto.

 

5/5/13-IT

·        L’ultimo numero di Le Scienze contiene alcuni articoli sull’evoluzione; fra quelli completi: “Le origini della creatività” di Heather Pringle

 

4/5/13-UK

·        Sull'ultimo numero di The Lancet ci sono un paio di articoli che affrontano problemi seri e recenti nei rapporti fra il metodo scientifico e il modo di affrontare problemi medici che riguardano la vita e la speranza di vita di esseri umani utilizzando invece come base credenze religiose.
Il primo ("Poliomyelitis in Pakistan: time for the Muslim world to step in") racconta di come in alcune aree limitate del mondo musulmano (soprattutto Nigeria, Afghanistan e Pakistan) si sia arrivati ai ferri corti nei rapporti fra autorità sanitarie e autorità religiose sul tema della vaccinazione antipolio, che viene rifiutata.
In alcune aree di questi paesi (in particolare in Pakistan, l'ostilità verso la vaccinazione antipolio, che stava quasi per eliminare in modo economico e definitivo la poliomielite dalla faccia della terra, è arrivata fino all'uccisione di alcune persone del personale sanitario impegnato nelle vaccinazioni: in Pakistan ne sono morti 16 dal dicembre 2012!). Per questo motivo le vaccinazioni sono state sospese, e ovviamente sta ricomparendo la poliomielite.
L'invito pressante che gli autori dell'articolo inviano alle più alte autorità religiose musulmane è di permettere la ripresa delle vaccinazioni, in modo da bloccare appena possibile la ripresa dei casi di poliomielite, una patologia seriamente invalidante contro cui non ci sono cure migliori della vaccinazione. Gli autori dell'articolo ricordano come le autorità religiose saudite abbiano sempre gestito e gestiscano anche oggi correttamente e con rigore le vaccinazioni che controllano la situazione di rischio connesso con i pellegrinaggi a La Mecca, e invitano ad utilizzare dovunque, e quanto prima, questo modello rigoroso di intervento.
Il secondo articolo ("Offline: An audience with the Pope") racconta dell'inutile tentativo fatto dalla rivista medica inglese  Lancet di ottenere un'intervista con il nuovo papa per verificare le disponibilità della chiesa cattolica a collaborare meglio con le strutture sanitarie pubbliche su un tema come quello della gestione dei pazienti con AIDS, numerosi anche nelle strutture sanitarie religiose cattoliche presenti un po' in tutto il mondo, e della relativa strategia di contenimento dell'HIV.
La risposta del papa, riferita dal suo portavoce, è stata negativa.

 

3/5/13-UK

·        In un momento non piacevole per l’immagine politica dell’Italia all’estero, risulta davvero imbarazzante che stia traballando anche l’immagine della serietà scientifica dell’Italia (“Staminali, l'appello di 13 big mondiali. In Italia regole sotto attacco, intervenga la Ue") messa in discussione dalla critica che proviene  da un articolo pubblicato oggi su The EMBO Journal: “Regulation of stem cell therapies under attack in Europe: for whom the bell tolls”.
L’articolo è firmato da 13 ricercatori al massimo livello per quanto riguarda la ricerca sulle cellule staminali, sconcertati per il tentativo di disattivare i meccanismi di controllo che evitano di sottoporre i pazienti a terapie che non abbiano ancora superato i controlli che ne garantiscono non solo l’efficacia (e questo è il minimo) ma anche la sicurezza se applicati all’uomo.
Questo è quello che sta già avvenendo in Italia per protocolli, fra l’altro proposti da ditte primate, che sono stati approvati da organi politici e non da strutture competenti ad effettuare i controlli che la legge oggi pretende.
La storia, che prevede che si giunga prossimamente ad una decisione definitiva del parlamento, è brevemente riassunta in questo articolo (“Staminali, Cdm: "Ok, in via eccezionale a cure non conformi alla legge").
Sul caso (e sulle follie e le evidenti mistificazioni introdotte nella gestione mediatica del caso, che ricorda agli anni tragici del caso Di Bella) interviene oggi anche un esperto di staminali dell’Università di Roma II (“Caso Stamina, no alla mistificazione di chi dice 'tanto il paziente deve morire'”); già nel titolo dell’articolo è evidente il livello di irrazionalità a cui è stata portata la discussione.

 

3/5/13-CH

·        Dalle 13:45 di oggi è in streaming come TEDx dal CERN [dove il 30/3/93, solo 20 anni fa, nacque il www; il primo cellulare nacque invece il 3/4/73, 40 anni fa, e il DNA “nacque” 60 anni fa, il 25/4/1953] un convegno interdisciplinare dal titolo (“'Multiplying Dimensions' del CERN di Ginevra”).
Vi partecipano cosmologi, astronomi, genetisti (George Church dell’HumanGenomeProject) , fisici, diciottenni come l’incredibile
Brittany Wenger (che ha vinto il Grand Prize of the 2012 Google Science Fair per il suo Global Neural Network Cloud Service for Breast Cancer” [con il sito cloud4cancer]),  e storici della scienza.
Non mancano soprani e musicisti.
Si può seguire il convegno in tweet o visitare la pagina facebook, per una vera partecipazione a molte dimensioni.
Chi volesse iscriversi al 2013 Google Science Fair può verificare che è ormai tardi.
Può iniziare a prepararsi per il 2014, magari per una classe di età maggiore.

 

3/5/13-IT

·        [da Pikaia] Il ritorno degli Happy Hour Evoluzionistici a Milano! Dal 9 maggio al 13 giugno saranno ancora un’occasione di incontro all’ultimo piano del Museo di Storia Naturale di Milano: anche quest'anno si aprono con una conferenza del Prof. Marco Ferraguti, che insegna ai curiosi a vedere l’”Evoluzione sotto gli occhi”. Locandina.
Ingresso gratuito. Con consumazione € 6,50.
È vivamente consigliata la prenotazione (02/88463337)

·        L’8 maggio sarà ancora a Milano il paleoantropologo Ian Tattersall (American Museum of Natural History, Division of Anthropology), che parlerà alle ore 14.30 nell’Aula 200 (Settore Didattico - via Celoria, 20 Città Studi): "Masters of the Planet: The Search for Human Origins". Locandina. Ian Tattersall è di reduce da un convegno sull’evoluzione umana (“Sul cammino dell'umanità”)organizzato, alla presenza anche di altri paleoantropologi di tutto il mondo, da Werner Arber, presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze.

 

3/5/13-USA

·        Nel blog di Carl Zimmer oggi si può leggere un post (“What To Expect When You’re Expecting, By Charles Darwin”) su un tema poco noto e poco discusso ma che che è centrale per chi vuole ragionare sulla presenza e quindi sul ruolo della selezione naturale nell’uomo.
Purtroppo la carenza di dati e anche la difficoltà stessa di raccoglierli rende difficile avere delle certezze su una fase della vita in cui avviene una percentuale importante e notevole della selezione naturale in ogni specie e quindi anche nell’uomo: la gravidanza, ma soprattutto le sue prime fasi, quando non è facile quantificare gli effetti della selezione naturale.
Comunque i dati non sono del tutto mancanti…
Chi fosse interessato può partire dall’articolo su Trends in Genetics (“Many ways to die, one way to arrive: how selection acts through pregnancy”) citato da Carl Zimmer, che esamina alcuni dei fattori che determinano (non dimenticando nemmeno i cambiamenti culturali intervenuti fra il 1630 e il 2009!) il ruolo degli aborti spontanei, che sono quelli che intervengono entro la 20’ settimana e passano spesso inosservati e quindi non quantificabili.
Sarebbe comunque interessante fare un sondaggio per conoscere quanto si avvicini, nelle diverse popolazioni e culture umane, la stima della percentuale di aborti spontanei a quella che troviamo indicata nel dizionario nel sito Medline plus (NIH): “Around half of all fertilized eggs die and are lost (aborted) spontaneously, usually before the woman knows she is pregnant. Among women who know they are pregnant, the miscarriage rate is about 15-20%. Most miscarriages occur during the first 7 weeks of pregnancy. The rate of miscarriage drops after the baby's heart beat is detected”.
Un “interessante” post precedente (30/4) di Carl Zimmer riguardava le zecche (“
The Perfect Blood-Sucker: My New Profile of the Tick”).
Chi vuole può leggere il post pubblicato originariamente su Outside Magazine, che inizia con una frase poco invitante (dracula escluso) “With incisor-like claws that can tunnel beneath your skin in seconds, ticks are rapidly becoming the world’s scariest purveyors of deadly pathogens”.

·        Nel suo blog l’antropologo John Hawks ritorna a ragionare (“Lessons in social justice from MOOCs”) sui MOOC, quei megacorsi online, offerti da alcune università USA) a cui si possono iscrivere studenti da tutto il mondo. J.Hawks aveva annunciato l’intenzione di crearne uno nel 2014 (“Announcing my MOOC, Human Evolution: Past and Future”)
In questo caso si discute invece su un uso diverso di questi corsi: sulla possibilità che vengano usati non solo dagli studenti ma anche da altre università; volendo risparmiare, hanno pensato di aderire formalmente a questi corsi, per offrirli agli studenti, tagliando sulle proprie spese per i professori.
Questa intenzione, manifestata dalla  San Jose State University, che intendeva aderire ufficialmente ad un corso sulla giustizia sociale (come hanno raccontato il New York Times e il Chronicle of Higher Education) ha provocato una reazione vivace dei professori del dipartimento di Filosofia, che hanno protestato per iscritto contro un’iniziativa che avrebbe portato ad un’omogenizzazione della cultura che esce dalle università.
Anche J.Hawks è intervenuto, scrivendo una lettera aperta ai filosofi della SJSU.

·        [da Pikaia] Mauro Mandrioli presenta e commenta su Pikaia un articolo (“Evolvability Is Inevitable: Increasing Evolvability without the Pressure to Adapt”) su PLOS ONE in cui  Joel Lehman e Kenneth O. Stanley presentano l’ipotesi che la conquista di nuove nicchie potrebbe non derivare dall'adattamento ad un nuovo ambiente sotto pressioni selettive, ma dalla possibilità di esprimere continuamente variazioni fenotipiche guidate dall'evolvibilità.
Altri commenti suscitati dall’articolo si possono leggere anche su PLOS ONE

 

3/5/13-UK

·        Sono ora accessibili nel sito dell’Univ.di Cambridge  i video del convegno ("Crick Memorial Meeting") svoltosi il 25/4 in occasione del 60' della scoperta della struttura del DNA. Ecco gli interventi:

·  Matt Ridley (Crick, the early years and work at the Admiralty)

·  James Watson (Eureka moments from 28th February)

·  Jack Dunitz  (April 1953: Oxford to Cambridge with Sydney Brenner, Dorothy Hodgkin and Leslie Orgel)

·  Matthew Meselson (Semiconservative DNA replication)

·  Venki Ramakrishnan (Reading the Code: the 3D version)

·   Robert Olby (Speaking out on controversial subjects)

·  John Mollon (Crick and Caius College, and the Crick Memorial)

 

2/5/13-IT

·        Sono aperte le iscrizioni al congresso della SIBE  (Italian Society for Evolutionary Biology), che si terrà in agosto (28-31) a Trento presso il MUSE, il Museo Tridentino di Scienze Naturali, che allora sarà già stato inaugurato.
Fra i Symposia ci sono:
EVOLUTIONARY APPLICATIONS FOR BIOSYSTEMS AND AGRICULTURE: Chairs: Gianfranco Anfora and Claudio Varotto (FEM). Confirmed speakers: Andres Moya (Universitat de València), Carlo Soave (University of Milano), Giuseppe Vendramin (CNR), Roberto Papa (
Cereal Research Centre Foggia), Elisa Frasnelli (CIMEC, University of Trento) and Alessandro Cini (University of Firenze and Paris University).
EVOLUTIONARY GENOMICS AND BIOINFORMATICS: Chairs: Manuela Sironi (IRCCS E. MEDEA) and Dan Sargent (FEM). Confirmed speakers: Francois Balloux (UCL), Christian Schlötterer (University of Vienna).
- EVOLUTIONARY MEDICINE AND HEALTH: Chairs: Carlotta de Filippo and Heidi Hauffe (FEM). Confirmed speakers: Duccio Cavalieri and Kieran Tuohy (FEM).
LIFE THROUGH TIME: PALEOBIOLOGY AND PALEOBIODIVERSITY: Chairs: Silvio Renesto and Giorgio Binelli (University of Insubria). Confirmed speakers: Mike Benton (University of Bristol), Evelyn Kustatscher (Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, LMU München), Cristina Lombardo (University of Milano), Massimo Delfino and Giorgio Carnevale (University of Torino), Stefano Dominici (Museo Storia Naturale and University of Firenze) and Silvio Renesto (University of Insubria).
BIODIVERSITY 3D: THE INTERRELATIONS AMONG GENES, SPECIES, AND ECOSYSTEMS: Chairs: Cristiano Vernesi (FEM) and Ivan Scotti (INRA). Confirmed speakers: Mike Bruford (University of Cardiff), Krystal Tolley (South African National Biodiversity Institute).

·        Sperando che ciò non attiri gli strali dei creazionisti o degli ignoranti che pensano che i musei facciano solo ricerca scientifica (che a Trento comunque si fa), il convegno dei ricercatori scientifici della SIBE si chiuderà con il “Wallace Day” (il 7 novembre cade nel il centenario della sua morte) dedicato alla divulgazione al pubblico dell’evoluzione e dei meccanismi scoperti inizialmente da Wallace e Darwin e poi dalle migliaia di ricercatori che hanno contribuito al successo e alla verifica delle loro ipotesi. Alcuni congressisti si sono già dichiarati disponibili, fra cui Alessandro Minelli, Marco Ferraguti, Maurizio Casiraghi, Omar Rota Stabelli, Lino Ometto, Valerio Mazzoni, Michele Menegon, Massimo Bernardi

·        Il MUSE di Trento partecipa al progetto europeo PLACES (Platform of Local Authorities and communicators Engaged in Science) proposto dall’Associazione dei musei scientifici europei ECSITE (European network for science centres and museums), assieme ad altre due associazioni europee ERRIN (European Regions Research and Innovation Network) ed EUSEA (European Science Events Association).  

 

1/5/13-UK

·        In un recente articolo su Science (“Potent Social Learning and Conformity Shape a Wild Primate’s Foraging Decisions”) Andy Withen, etologo dei primati a St.Andrews in Scozia, dimostra come anche nei primati non umani si tenda ad essere conformisti; pur di non sentirsi degli estranei o degli involontari contestatori, ci si mimetizza, adeguandosi alle abitudini delle popolazioni locali. L’articolo è commentato nello stesso numero di Science dal primatologo Frans de Waal (“Animal Conformists”).
Si tratta evidentemente di comportamenti culturali appresi che quindi contribuiscono alla complessità del comportamento sociale appreso, evidente anche in specie diverse dall’uomo.
Se ne parla oggi anche su NewScientist, dove si sottolinea quanto questo comportamento sia utile in specie in cui sia frequente l’esogamia (“Migrant monkeys munch whatever the locals are having”) e su ScienceDaily (“Monkeys Found to Conform to Social Norms”).
Sembra che anche a St.Andrews si dica 'When in Rome, do as the Romans do'.

 

 

 

APRILE 2013

30/4/13-TR

·        Da anni si parla del creazionismo  turco di Adnan Oktar e delle sinergie e delle collaborazioni che sembra riuscire ad ottenere perfino in Italia.
Non era finora chiaro quale fosse il motivo per cui dei suoi emissari fossero riusciti a farsi organizzare una patetica iniziativa pubblicitaria a Milano o quale interesse culturale avesse spinto un creazionista milanese, collaboratore del sito creazionista avventista "AISO" ("qui est l’organisation antidarwiniste le plus actif  de l’Italie") e degli antidarwinisti romani che animano il sito web antidarwinista CS, a prendere un aereo per partecipare ad un convegno creazionista interreligioso (!?) a Parigi nel settembre del 2012, quando un neurochirurgo, un ingegnere e un sociologo, rappresentanti di associazioni antidarwiniste (=antievoluzioniste...) si incontrarono ("conférence internationale sur la création, la science et la paix") per discutere di "découvertes scientifiques qui prouvent l’invalidité du darwinisme"
Un articolo comparso oggi su Giornalettismo.com ("Adnan Oktar, la minaccia del creazionismo islamico") infittisce ulteriormente il mistero e i dubbi su chi in Italia collabori con Ahrun Yahia, soprattutto dopo aver visto i video in cui lo vediamo "ballare" con le sue "collaboratrici".   

 

30/4/13-UK

·        Non so se i documentari si riescono ancora a vedere anche fuori dalle isole britanniche, ma qualche giorno fa la BBC ha trasmesso un paio di puntate (“Bill Bailey's Jungle Hero”) dedicate alla vita di Alfred Wallace.  

 

29/4/13-THAI

 

·        E’ sempre una buona notizia quando qualcuno resuscita, soprattutto se si tratta di un’intera specie. Da Asian Scientist si apprende oggi (“Saving The Cao Vit Gibbon, The Second Rarest Ape In The World”) che il gibbone di Cao Vit (Nomascus nasutus), dichiarato estinto nel 1960 e riscoperto nel 2002 in un’area di foresta fra il Vietnam e la Cina, si sta riprendendo, grazie anche a progetti di conservazione dell’unico ambiente in cui vivono i circa 110 individui oggi esistenti.
Lo riferisce una recente pubblicazione scientifica (“Habitat evaluation and population viability analysis of the last population of cao vit gibbon (Nomascus nasutus): Implications for conservation”) comparsa su Biological Conservation in questi giorni.

 

29/4/13-WORLD

·        Ogni tanto occorre guardare al mondo con un certo distacco; almeno qualche chilometro, per non perdere la visione d’insieme. Qui si possono ammirare le foto che scatta ogni tanto, nei momenti liberi, il comandante dell’ISS, Chris Hadfield. Qui le isole Galapagos,  che hanno permesso a Darwin di verificare, anche se soprattutto a posteriori, come l’isolamento geografico sia sempre stato un potente e inevitabile fattore evolutivo; qui nelle sue ultime foto, si dimostra come eventi soprattutto geologici (dune, fiumi, colline, ecc.) modellino continuamente ma certo molto lentamente il palco su cui si svolge ma centinaia di milioni di anni lo spettacolo della vita (e quindi anche della morte).
Le immagini fanno capire le dimensioni di questo palco ma anche come un attore comparso solo recentemente, l’Homo sapiens, riesca comunque a dimostrare, soprattutto a improbabili visitatori esterni, la sua enorme capacità di costruzione (irrigazione in aree desertiche, coltivazioni,  fiumi e erosione, aree densamente abitate e urbanizzazioni) ma anche di distruzione (coltivazioni e miniere in aree forestali, deforestazione). 

 

28/4/13-IT

·        [da Pikaia] L' ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile) ha pubblicato il libro "Storia del pensiero biologico evolutivo" di Piergiacomo Pagano, liberamente scaricabile online. Essendo 310 pagine in italiano, è un’ottima idea e costituisce
un’ottima coppia insieme a La Biologia di Omodeo, che troviamo a disposizione gratuitamente nel sito dell’ANISN.

 

28/4/13-UK

·        L'8 e 9 maggio presso una struttura universitaria londinese dedicata essanzialmente alla ricerca sul cancro (la Royal Marsden School) si organizzerà un convegno dedicato a "Human Evolution Past, Present & Future – Anthropological, Medical & Nutritional Considerations". E' prevista la partecipazione anche di importanti antropologi (basta citare Donald Johanson) e di divulgatori naturalistici come David Attenborough.
Ha suscitato un po' comunque di preoccupazione e sospetto il fatto che qualche relazione faccia riferimento ad una storia, che circolava qualche anno fa in ambiti non professionali, quella che potesse essere utile e produttivo che i nostri antenati passassero gran parte della giornata immersi in uno dei tanti laghi o fiumi africani che oggi ospitano abitualmente coccodrilli e ippopotami oltre ad una gran quantità di parassiti per i quali invece la fase acquatica è ben nota e ha effetti nefasti sulla salute e sulla sopravvivenza delle popolazioni africane. Una situazione che avrebbe certamente favorito la mortalità in un ambiente che, tra l'altro, avrebbe favorito un evento che invece per l’evoluzione umana risulta decisamente raro, come la fossilizzazione dei reperti scheletrici, più facile in ambiente lacustre o fluviale.
Ne ha parlato ad esempio ieri il Guardian ("Big brains, no fur, sinuses … are these clues to our ancestors' lives as 'aquatic apes'?"). Troviamo oggi opinioni critiche nel blog Zygoma ("The Aquatic Ape Hypothesis") e in quelli di J.Coyne e di PZ Myers.
In proposito si può far notare che questa ipotesi (che con la sua maggiore divulgatrice, E.Morgan, nel 2009 è arrivata anche su TED) non è l’unica: il 20/4 si terrà a Boston al MIT il “FESTIVAL OF BAD AD HOC HYPOTHESES”, un’occasione davvero imperdibile per confrontare ipotesi evolutive ben presentate e documentate ma completamente sbagliate. Ci sarà certo posto anche per l’ipotesi “aquatic ape” che circola, sempre senza fortuna, ormai da 70 anni.
Il festival è sponsorizzato dall’EvoS Consortium e dal magazine This View of Life.

 

26/4/13-IT

·        [da Pikaia] Dal 2 al 5 maggio, a Foligno si terrà la terza edizione dedicata a Scienza e Filosofia: il tema di quest'anno è Scienza e Società. Decine gli ospiti italiani e internazionali

 

25/4/13-UK

·        Sul numero di Nature uscito oggi si valuta ("The fight against bird flu") il comportamento delle autorità sanitarie cinesi (il Chinese Center for Disease Control and Prevention") nell'indivìduazione del virus di origine aviaria H7N9, nel suo sequenziamento e nella gestione delle iniziative per controllare e limitare la diffusione fra la popolazione della nuova influenza aviaria.
La valutazione è positiva, è Nature apprezza come si sia agito meglio rispetto a come si fece 10 anni fa quando si diffuse il virus della SARS: la mortalità fu elevata (800 morti rispetto ai 30 attuali), e ne fu vittima, contagiato ad Hanoi, anche il medico italiano Carlo Urbani, che lanciò l'allarme pandemia e di cui si è ricordato appunto qualche tempo fa il decennale della morte. Sempre sullo stesso numero di Nature un epidemiologo si mostra preoccupato per queste nuove minacce che nascono localmente ma rischiano di diventare subito globali ("H7N9 is a virus worth worrying about").

 

25/4/13-USA

·        Chi desiderasse di vivere fino a 120 anni, per cominciare deve fare injn modo di nascere da adesso in poi. Se si conoscesse qualcuno che, in base alle conoscenze biologiche (e alle condizioni economiche oggi presenti in alcune aree nel mondo) potrebbe aspirare a vivere fino al 2133 (pochi altri potrebbero oggi seriamente aspirare a vivere oltre i 120 anni), da oggi può regalargli una foto in copertina su un numero personale del National Geographic ...

 

24/4/13-IT

·        Il 17/5/13 al Museo di Storia Naturale di Pisa, a Calci, si parlerà (con E.Palagi ed E.Visalberghi) del gioco, un’attività che ha un ruolo fondamentale in varie specie di mammiferi; si parlerà non solo nell’uomo, ma anche dei primati e degli animali domestici: “Giocare? Un gioco da ragazzi e … non solo”.

 

23/4/13-CA

·        Uscirà prossimamente, pubblicato da Taylor & Francis e sostenuta dalla canadese Coevolution Society, il primo numero di una nuova rivista open access, Coevolution. Ovviamente sarà una rivista peer-reviewed e pubblicherà informazioni originali e preziose su tre tematiche: coevoluzione molecolare, coevoluzione a livello di organismi e modelli teorici di coevoluzione.
Gli editori (un canadese e uno statunitense) citano esempi di coevoluzione che oggi si riescono a studiare e capire sempre meglio; sia a livello di organismi (ospite/parassita, pianta/impollinatore, ospite/simbionte, preda/predatore, maschio/femmina) che a livello molecolare (recettore/ligando, batteriofago/batterio, codone/anticodone).
Compare anche l’interesse per una coevoluzione che riguarda soprattutto la nostra specie, sembra escludendo i primati:  cultura/Homo.
Forse sarebbe stato più lungimirante citare la famiglia “Hominidae” invece del termine più restrittivo “human”.
Qui le istruzioni per gli autori.

 

22/4/13-F

·        E' morto ieri a 93 anni uno dei più noti premi Nobel della biologia, Francois Jacob, che con André Lwoff e Jacques Monod cominciò a scoprire i primi meccanismi di controllo della sintesiu proteica. Erano passati solo 8 anni dalla scoperta (avvenuta a Cambridge nel 1954) della struttura del DNA, che aveva  permesso di capire come erano unite fra loro le molecole che costituivano la struttura tridimensionale del DNA. La scoperta di questa imprevista struttura tridimensionale permise di capire come e perchè potevano funzionare i meccanismi di duplicazione e di trascrizione del DNA. Un esempio di una relazione perfetta fra struttura e funzione.
Jacob, Lwoff e Monod riuscirono ad aggiungere un elemento di straordinaria importanza, spiegando come fosse regolata l'attività delle singole sequenze di DNA incaricate di produrre le proteine necessarie, solo quelle e nel momento in cui erano richieste. Anche il gene e il suo funzionamento cominciarono ad essere compresi meglio, nonostante rimanesse spesso misterioso il vero significato della presenza di almeno due copie di ognuno di loro, una situazione di continuo rimescolamento casuale dell'informazione genetica di cui ancora oggi molti non comprendono nè il significato nè tanto meno l'utilità.
Non è difficile immaginare come in quegli anni successivi al 1953 la biologia attirasse l'interesse di moltissimi giovani un po' in tutto il mondo occidentale, e le scoperte iniziarono a comparire in una successione logica, oltre che - spesso - in paesi e laboratori diversi, dove si riuscivano a realizzare le migliori condizioni di lavoro e si riusciva a coltivare la curiosità, la fantasia e la creatività necessarie per le scoperte più geniali.  
Anche Carl Zimmer, oltre a citare anche lui il celacanto,  ricorda la figura di F.Jacob nel suo blog The Loom ("“I Think I’ve Just Thought Up Something Important”–Francois Jacob (1920-2013). E' davvero triste oltre che preoccupante che dopo solo pochi decenni non tutti siano vaccinati contro chi, ignorando i meriti e le competenze di  coloro che hanno contribuito al veloce successo globale della nostra specie negli ultimi decenni, riesce a far divertire prendendo a calci i cervelli migliori, quelli che hanno portato all'attuale successo e che potrebbero essere ancora utili per gestirlo al meglio.
Su Pikaia un commento di Mauro Mandrioli.

 

22/4/13-USA

·        In occasione dell’Earth Day 2013, ecco oggi alcuni links utili per trovare e diffondere informazioni necessarie per capire la direzione verso cui sta rotolando il mondo su cui temporaneamente rtrascorriamo un periodo di tempo: Earth Day Network, Earth Day Italy, Earth Day Greepeace Italia.
Chi si occupa con competenza dell’ambiente ha diritto anche lui ad avere occasioni per far conoscere le sue osservazioni e le sue riflessioni, per far capire come cambia la situazione in un mondo che, è ormai evidente a tutti, sta aumentando la sua velocità di cambiamento e di spostamento di persone, idee, notizie, ma soprattutto capitali, da un paese all’altro, da un continente all’altro. Spesso senza controlli e senza razionalità.
In italiano si può rispondere all’Ecological Footprint Quiz, dedicato al nostro paese.
Questa indagine è stata fatta l’anno scorso in alcune città italiane da GreenAccord; si è verificato che le 300 famiglie del test hanno consumato “quattro volte più risorse di quanto l’Italia, sia in grado di produrre”, e che molti degli spechi potrebbero essere ridotti modificando anche solo le abitudini alimentari errate, non più adeguate.
Che l’Italia consumi in misura eccessiva e troppo velocemente le  risorse naturali e le materie prime di cui dispone è un dato ormai noto”; meno noto che modificando abitudini irrazionali si possa cambiare direzione. Purtroppo non a tutti interessano le nuove feste.
In occasione della giornata della terra 2013 è uscito il documentario Planet Ocean, diretto da Yann Arthus-Bertrand, autore dello splendido documentario Home, che mostra un mondo che merita di essere ammirato anche da chi passerà sulla terra dopo di noi.   

 

21/4/13-USA

·        Come ben sappiamo, il 25 aprile in Italia è festa. Dal 2003, quando lo ha deciso il congresso USA, è festa anche altrove; si intende ricordare che il 25 aprile 1953 si scoprì che la struttura del DNA permetteva di spiegare molto di quello che ancora non si capiva della biologia. In particolare i meccanismi evolutivi intuiti e descritti da Darwin e quelli riproduttivi intuiti e descritti da Mendel. Il prossimo 25 aprile sarà quindi il DNA and genome day 2013.
Come si vede dalla pagina web, molti dei festeggiamenti a livello mondiale sono associati a convegni di biologia organizzati nell’ambito della sezione del BIT che si terrà a Nanchino, e che ruoterà attorno al nuovo ruolo attuale della biologia e alle sue scoperte passate e future.
Leggendo il programma dei convegni di biologia organizzati a Nanchino si rimane impressionati dal numero di nomi cinesi fra i ricercatori che parleranno, ma soprattutto stupisce che moltissimi di loro vengano da università occidentali.
Un’altra iniziativa significativa, che dimostra l’intenzione di impegnarsi seriamente nella ricerca nei miglioramenti della tecnologia, è quella denominata Nobel Prize across China: 37 premi Nobel degli ultimi 10 anni parteciperanno a  numerose iniziative realizzate con e per loro in tutta la Cina (è impressionante notare che ben 25 dei Nobel invitati hanno ottenuto il premio per il loro contributo alle scoperte della biologia; gli altri sono fisici, chimici o economisti).
L’iniziativa non è nuova (“Nobel Laureates Forums were held among 10 cities in China during the past few years. These forums have brought us a new concept of science and have been an excellent platform for exchanges”) e le intenzioni per il futuro sono chiare e “preoccupanti” (“We will stick on this plan and invite more Nobel Laureates to come. This plan aims to spread the spirits of Nobel Laureates to every area in China, which will encourage our scientists and students to surprise our world”).
Gli USA si stanno preparando da almeno un decennio; sono davvero preoccupati nel verificare che, a differenza di quanto avviene nella loro bible belt imbottita di creazionisti, i cinesi dimostrino di apprezzare i risultati positivi che si ottengono quando si impegnano nella ricerca i cervelli migliori. 

 

20/4/13-USA

·        Oggi sull'articolo comparso su Nature due giorni fa, e riguardante i risultati del sequenziamento del DNA del celacanto interviene nel suo blog anche un altro biologo evoluzionista. PZ Myers su Pharyngula ("Coelacanths are unexceptional products of evolution"), pur lamentandosi  di essere stato preceduto da Larry Moran, contesta le conclusioni che l'assemblea degli autori aveva tratto sulla velocità di evoluzione di quello che loro identificavano come fossile vivente.
La discussione critica di un articolo scientifico è certo "unexceptional", non una novità, anche se è "exceptional" che lo si faccia in un blog, con la sua immediatezza, e non in un'altra pubblicazione scientifica, che deve prima superare i necessari controlli di esperti.
Il fatto mette comunque in evidenza che la peer-review è solo il controllo iniziale di un processo che porta al miglioramento delle conoscenze scientiche , un processo che richiede la successiva conferma da parte di chi ha provato a ripetere l'esperimento, magari modificandone i parametri, o a verificare la coerenza dei risultati in altre condizioni e in altri contesti, magari meglio conosciuti dalle decine o centinaia di ricercatori che nel mondo si occupano di problemi simili o utilizzano tecniche simili.
Visto che è questo il contesto in cui si sviluppa oggi la ricerca in qualsiasi campo della scienza, ci si stupisce quando si legge che per pubblicizzare ("Three (or Four) Reasons Everyone Should Read Darwin's Doubt") il prossimo libro di S.Meyer del Discovery Institute si afferma che "one exciting element of Darwin's Doubt is that Meyer reviews much of the peer-reviewed research that's been published by the ID research community over the last few years". Se S.Meyer riesce a controllare gran parte della ricerca svolta dai ricercatori  peer-reviewed sull'Intelligent Design è possibile che  il superamento del neodarwinismo sia ancora lontano, ma soprattutto che S.Mayer e i suoi ricercatori abbiano di fronte un lavoro eccessivo rispetto alle loro forze, soprattutto se consideriamo necessaria anche una verifica (sperimentale!) a posteriori, che però purtroppo non sembra prevista.     

 

20/4/13-IT/USA

·        La notizia imprevista del rinvio del pensionamento di Napolitano, una delle prime che mi accoglie al ritorno dal congresso dei primatologi italiani, evoca quel che leggevo un paio di giorni fa sul blog The Loom, in un post di Carl Zimmer sui limiti biologici che, nella nostra specie, condizionano soprattutto coloro che casualmente hanno ricevuto in eredità i cromosomi sessuali che costringono a svolgere il ruolo femminile.
All'inizio del post, dedicato in particolare ad una fase critica della vita che coinvolge esclusivamente le donne ("Why Menopause?"), Carl Zimmer cita l'incredibile e recente caso di Ramajit Raghav, un indiano di 96 anni che in una foto sul Times of India tiene in braccio un neonato, il suo secondo figlio, appena avuto dalla moglie, di 52 anni.
Nell'articolo si fa anche notare che, a differenza di Napolitano, Raghav deve anche lavorare in campagna per integrare la pensione di 7,2 euro (oraria? mensile?), insufficiente a mantenere i due suoi nuovi figli,. 

 

20/4/13-IT

·        A Bari si sta svolgendo un convegno di due giorni organizzato da Repubblica nell'ambito delle iniziative denominate"La Repubblica delle Idee". Il tema quest'anno è il rapporto fra scienza e fede, e si toccheranno argomenti  che vanno dalla generazione all'evoluzione, dalla laicità dello Stato alla libertà religiosa. Qui il programma.
I protagonisti (qui l'elenco completo) sono da anni al centro di questa discussione nel Paese: dal professor Umberto Veronesi, intellettuale e scienziato, al cardinal Camillo Ruini, dal Priore di Bose Enzo Bianchi a Stefano Rodotà, da Umberto Galimberti a Vito Mancuso, dal direttore di Famiglia Cristiana don Antonio Sciortino a Giovanni Valentini e ancora Piergiorgio Odifreddi, Remo Bodei e Marinella Perroni.
Qui il blog live e qui alcuni dei video registrati durante l'iniziativa (da Veronesi a Ezio Mauro, per ora). C'è poi Rodotà, che parlerà alle 19.

·        Sullo stesso tema si era svolto ai primi di aprile un convegno organizzato a Filadelfia (USA) dal Discovery Institute: "Conference on Science and Faith on April 5-6, 2013 at Covenant Fellowship Church".
Oratori principali erano un matematico di Oxford, John Lennox, e un filosofo oggi considerato il teorico dell'Intelligent Design, Stephen Meyer, di cui nel sito del Discovery Institute si cita spesso ("Three (or Four) Reasons Everyone Should Read Darwin's Doubt") un nuovo libro, che però uscirà solo in giugno.
Già si sa che S.Meyer proverà ancora a dimostrare - finora non c'era forse riuscito, nonostante il titolo promettente del libro precedente - "the Evidence for Intelligent Design".
Il tema specifico del convegno di Filadelfia era "How Did it All Begin?", e toccava anche il punto centrale del prossimo libro di S.Meyer, l'eplosione di biodiversità avvenuta nel Cambriano.
Interessante scoprire che chi vuole prenotare questo libro promosso dal Discovery Institute riceverà in omaggio anche ilp PDF di un libro di Alfred Wallace ("A rediscovered life"), che siamo certi condividesse con Darwin la scoperta di quello che ambedue credevano fosse il principale meccanismo che spiegava il processo evolutivo, la selezione naturale. Sta forse nascendo, sponsorizzata dall'ID, anche qualche corrente antiwallacista!?

 

18/4/13-UK

·        Sull'ultimo numero di Nature troviamo in copertina un richiamo ad un importante articolo sul sequenziamento del genoma del Celacanto: "The African coelacanth genome provides insights into tetrapod evolution".
Se ne parla anche su Pikaia, e, in maniera piuttosto critica, sul blog Sandwalk di Larry Moran, a cui non piacciono alcune delle osservazioni conclusive che si leggono nell'articolo e che indicano la tendenza ad una visione - limitata al significato adattativo - dell'evoluzione nel tempo delle sequenze amminoacidiche ("Coelacanths Evolve More Slowly?); nel post si ricordano anche alcune contestazioni già arrivate sull'uso scorretto del termine "fossile vivente" (Casane and Laurenti: "Why coelacanths are not ‘living fossils’, 2013). La conclusione del post di Larry Moran coinvolge, con alcuni quesiti, sia i revisori di Nature che alcuni nomi famosi che si intravedono nella lunga lista degli autori, fra cui il commissario  Axel Meyer.

 

18/4/13-USA

·        [da NCSE] Il NCSE offre una preview (PDF) del libro di Brian Switek My Beloved Brontosaurus: On the Road with Old Bones, New Science, and Our Favorite Dinosaurs

 

17/4/13-IT

·        Sull'Almanacco della Scienza, una rivista on line del CNR, è comparsa oggi una recensione di F.Focher ("Felice di conoscerla, signora Darwin...") sul libro di Chiara Ceci dedicato alla  moglie di Darwin "Emma Wedgwood Darwin". Una recensione precedente - citata da Pikaia - era comparsa in quella sede in gennaio, quando F.Focher aveva recensito un libro ('Darwin's Ghosts' di Rebecca Stott) sullo sviluppo progressivo delle conoscenze sull'evoluzione che si erano lentamente accumulate prima del 1859. 

 

15/4/13-USA

·        [da NCSE] Evolution: Education and Outreach, la rivista diretta da Nils Eldredge che si occupa della diffusione, soprattutto negli ambienti didattici, dei migliori metodi per far conoscere l'evoluzione biologica e la teoria che oggi la spiega nel modo migliore annuncia che gli articoli saranno consultabili gratuitamente. quesot vale anche per i precedenti 5 volumi, ed è una grossa novità per l'editore, Springer.
Fra gli articoli liberamente consultabili nell'ultimo numero c'è la recensione ("Geeking out with Darwin") di un libro che offre una biografia grafica di Darwin, e la recensione di un libro scritto da un paleontologo cristiano che risponde ad una domanda su un problema che non comprende ("Does evolution compromise Christian faith? R. J. Asher's Evolution and Belief").
In un altro articolo si cerca di evidenziare il diverso comportamento di quella componente che purtroppo spesso si dimostra essere l'anello mancante nella trasmissione dell'informazione scientifica fra i ricercatori e i giovani che devono apprendere in modo corretto i meccanismi dell'evoluzione per poterla capire ed accettare: gli insegnanti di scienze delle scuole superiori, il cui orientamento religioso è noto che possa creare pericolose interferenze: "Canadian and Pakistani Muslim teachers’ perceptions of evolutionary science and evolution education". Nel caso studiato anche il contesto culturale esterno (secolare come in Canada o religioso come in Pakistan) introduce qualche ulteriore effetto. Interessanti le informazioni su antichi pensatori islamici, come Al-Biruni (973 to 1048), Ibn Arabi (1165 to 1240), e Ibn-Khaldun (1332 to 1406) che sembrano non aver escluso l'evoluzione teista; già allora qualcuno notava la necessità di giustificare la relazione dell'uomo con altre specie animali. Questo è confermato ancora oggi fra gli insegnanti di scienze pakistani; molti insegnano anche la visione evoluzionista, ma sulla creazione indipendente e speciale dell'uomo non si discute: "nearly all Pakistani science teachers rejected human evolution because they believed that ‘human beings did not evolve from monkeys.’"     

·        [da NCSE] Un articolo ("Jindal connects the dots") fa notare che è comparsa una dichiarazione del governatore della Louisiana (Bobby Jindal, che ha anche una laurea in biologia presa alla Brown University ...); qui lui spiega il motivo vero per cui nel 2008 aveva voluto e firmato una legge (il Louisiana Science Education Act) che permette tuttora di insegnare il creazionismo e addirittura la teoria dell'evoluzione perfino nelle scuole statali.
Il docente era semplicemente autorizzato a consultare e far consultare agli studenti (senza rischi per lui, come poteva avvenire precedentemente) documenti e testi non corrispondenti ai criteri previsti dal metodo scientifico ("A teacher shall teach the material presented in the standard textbook supplied by the school system and thereafter may use supplemental textbooks and other instructional materials to help students understand, analyze, critique, and review scientific theories in an objective manner, as permitted by the city, parish, or other local public school board unless otherwise prohibited by the State Board of Elementary and Secondary Education").
Bobby Jindal ha ora chiarito che non era per completezza dell'informazione, come anche i creazionisti europei che pubblicizzano il testo dei creazionisti Junker e Scherer vorrebbero far credere: "I've got no problem if a school board, a local school board, says we want to teach our kids about creationism, that people, some people, have these beliefs as well, let's teach them about 'intelligent design'.What are we scared of?".

 

13/4/13-USA

·        Sembra davvero interessante, e sembra aprire la strada ad infinite applicazioni il risultato pubblicato su Science ottenuto da un gruppo di ricercatori americani e coreani diretto da un giovane anestesista, Michael Bruchas ("Injectable, Cellular-Scale Optoelectronics with Applications for Wireless Optogenetics"). Se non si vuole fantasticare troppo sulle possibili applicazioni, apparentemente si potranno evitare i casi di obesità in primati che finora venivano premiati con del cibo quando risolvono, magari per mesi, i test loro sottoposti dai ricercatori. Ma le applicazioni non sembrano così limitate, e queste ricerche di "optogenetica" potranno avere applicazioni anche in ambito umano, e permettere un approcio diverso alla gestione del dolore e dello stress.

 

13/4/13-IT

·        [da Pikaia] Il 18 aprile, all'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia si terrà un interessante convegno sull'evoluzione dell'altruismo, con T.Pievani e A.Voci. Poster.

·        Un articolo di G.Biamonti (direttore dell'Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia ("60 anni di doppia elica") ci ricorda che si sta avvicinando una data che ricorda una tappa importante dell'evoluzione culturale umana.
Ma soprattutto ci invita a riflettere su quale sia stata la velocità di produzione di nuove scoperte, da cui sono ovviamente derivate nuove conoscenze, da parte della biologia: sono passati solo 60 anni dalle fondamentali scoperte di Watson, Crick, Wilson, Franklin e Wilkins pubblicate su Nature del 25/4/1953, che hanno fornito le chiavi giuste per aprire l’ultima porta per entrare nel mondo della biologia.
Da quel giorno in biologia tutte le scoperte si fecero con una velocità sempre maggiore, accelerata ulteriormente da alcune importanti scoperte successive, alcune delle quali apparentemente minori, come quelle della colchicina e della PCR. 60 anni corrispondono quasi alla durata della vita attuale, per cui chi ha più di 60 anni ha goduto non solo di uno dei periodi storici più pacifici (almeno in occidente). E’ vissuto infatti in un periodo in cui sono state fatte quasi tutte le principali scoperte della biologia, molte delle quali hanno portato anche a notevoli miglioramenti nella durata e nella qualità della vita; basti pensare che nel 1950 gli Homo sapiens erano 2.5 miliardi ed oggi sono già più di 7 miliardi, molti dei quali traggono vantaggi importanti anche dallo sviluppo dalle nuove conoscenze biologiche utilizzate in medicina, come si può capire da questo intervento (“Wealth & Health of Nations”) dell’epidemiologo Hans Roslin che mostra come i cambiamenti negli ultimi trent’anni non riguardino più solo l’occidente (è molto interessante evidenziare i diversi percorsi nel grafico di Cina e Italia).  

 

13/4/13-UK

·        Davvero interessanti le facce, ma soprattutto gli occhi, di alcuni esemplari di specie che da centinaia milioni di anni dominano la terra e che certamente la domineranno anche dopo la scomparsa dell'uomo. Oggi l'"Earth Picture Gallery" ospitata dal quotidiano The Telegraph è dedicata a "Bug-eyed: macro photographs of insects".  17 macrofotografie che ci mettono faccia a faccia con alcuni insetti, non tutti identificati, facendoci riflettere sul concetto di biodiversità (e magari anche su quello di bellezza).

 

12/4/13-IT

·        Sull’ultimo numero di Le Scienze si possono leggere un paio di articoli che cercano di chiarire alcune delle novità che vengono dalla ricerca paleoantropologica ("Homo sapiens, Una teoria ancora pericolosa" di G.Manzi e "Frammenti di antenati" di Katherine Harmon).
Come se non bastasse, "I signori del pianeta" di Ian Tattersall è un libro che puo' essere richiesto insieme al numero di aprile.
T.Pievani ("Gli avvoltoi di Napoli non vinceranno") critica poi i gravi  commenti antiscientifici e antievoluzionistici suscitati dall’incendio  doloso che ha distrutto gran parte della Città della Scienza di Napoli; provengono  fatti da chi non conosce o nega l’importanza attuale del metodo e della ricerca scientifica, la cui nascita, nonostante l'esperienza subita da Galilei, qualcuno vorrebbe attribuire alla chiesa cattolica; fra i critici della scienza c'è anche chi confonde la ricerca con la divulgazione.

 

11/4/13-UK

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mendelian Inheritance

·         [da Nature] Una lettera di T.Pievani su Nature ("Italian science centre: Naples fire inflames rise in creationism") cita il famoso articolo, comparso sul Foglio, chiaramente ostile alla teoria dell'evoluzione ma anche al ruolo svolto dalla Città della Scienza di Napoli, distrutta recentemente da un incendio doloso. Gli autori dell'articolo, che pur sembrava conoscessero il ruolo della scienza, ignoravano il reale ruolo svolto dalla Città della Scienza ("la scienza è fatta di scoperte e che cosa abbiano mai scoperto a Bagnoli non è dato sapere. Nemmeno la ricetta definitiva delle nozze coi fichi secchi sono riusciti a mettere a punto"); infatti non consisteva affatto nella produzione di novità o scoperte scientifiche ma nella diffusione della conoscenza scientifica, dalla matematica, alla chimica, alla biologia. Una tale attività ha certo un ruolo rilevante nella 'produzione di scienziati', di cui certo le novità scientifiche sono un prodotto secondario.
Forse Pievani allude anche ad altri articoli, non citati, di chi ha approfittato dell'occasione per sfottere la Berkeley University o di chi vorrebbe ritornare ad una biologia "demendelizzatta". 
Scrivere che "la scienza è stata incenerita da chi ha messo il caso onnipotente all'origine della complessità" significa criticare ed offendere  non certo chi, come la struttura di Napoli, oggi si occupa di diffondere le conoscenze scientifiche ma chi per primo osservò che il caso – che è necessariamente connesso alla diploidia e alla gametogenesi, come si scoprì solo successivamente - contribuiva a spiegare fatti che il povero Darwin non poteva capire. E fu proprio Mendel il primo a scoprirlo e ad annunciare le due novità senza alcun timore di future condanne: "Dipende semplicemente dal caso - scriveva nei suoi Versuche über Pflanzenhybriden, Brno 1866 - quale dei due tipi di polline si unirà con ciascuna cellula uovo". L’articolo dello statistico Italo Scardovi sulla probabilità in cui si trova questa citazione illustra bene quale sia stato il ruolo di Mendel nell’introdurre la probabilità e quindi il caso nei meccanismi ereditari che Darwin intuiva fossero alla base dei processi evolutivi.  

·        [da Nature] Nature e Scientific American hanno messo a disposizione degli studenti di scienze quello che chiamano “a textbook designed for the world we live in today”. Si tratta di Principles of Biology.
E’ un testo di biologia nato digitale fin da subito, che contiene più di 200 moduli che coprono gran parte delle conoscenza scientifiche oggi necessarie per capire e gestire il mondo attuale, dalla chimica alla genetica, alla biologia cellulare e all’ecologia. Qui c’è l’indice con l’elenco dei moduli e delle unità.
La centralità dell’evoluzione è evidente fin dal titolo del primo modulo (“1.Evolution and Life on Earth - Evolution is a core theme in biology)”. L’unità di genetica inizia con un omaggio a Mendel, e al suo ruolo fondamentale nella scoperta dei meccanismi probabilistici di cui Darwin sentiva una forte mancanza (non per niente hanno scelto dei dadi come immagine più adeguata a rappresentare il contributo di Mendel, illustrato nel modulo 39. Mendelian inheritance, e incompatibile con qualsiasi idea di finalismo). C’è anche un modulo dedicato all’evoluzione umana (112. Human evolution).
Gli ultimi moduli sono sugli effetti dell’attività umana sull’ecosistema e sui modi migliori per controllare la conseguente perdita di biodiversità, che mette a rischio soprattutto la sopravivenza della nostra specie.
I docenti di biologia possono chiedere di accedere ad un campione del sito, che gli editori garantiscono di aggiornare in parallelo con l’avanzamento delle conoscenze, che avviene grazie alla ricerca biologica.

 

10/4/13-IT

·        [da Pikaia] tra il 12 e il 23 aprile sono previste iniziative “evoluzionistiche” del Centro Buonarroti, a Pavia, Tradate e Novara:
- Pavia: Venerdì 12 aprile ore 15, sala Ciro Barbieri Piazza Italia n.2, ore 15: ("La teoria dell’evoluzione oggi", con Maurizio Casiraghi)
- Tradate: GIOVEDI’ 18 APRILE ore 21, Aula Magna Liceo Curie (“Possiamo ancora dirci darwinisti alla luce delle scoperte della biologia del Novecento?" con Marco Ferraguti)
- NOVARA
: MARTEDI’ 23 APRILE, Camera del Lavoro Via Mameli 7 ore 17 ("La storia della diversità umana" con Francesco Cavalli Sforza e "I temi della mostra Homo sapiens" con Massimo Debernardi)

·        [da Pikaia] Il 17 aprile a Milano ci saranno anche due interessanti conferenze sull'origine dei tetrapodi con Jennifer Clack dell'Università di Cambridge, una alle 10:30 e l’altra alle 14:30 nella zona di Via Celoria. Locandina (6MB!).

 

10/4/13-UK

·        Oggi Nature pubblica un articolo (purtroppo non pubblicamente accessibile) di A.Berry su Alfred Russel Wallace  ("Evolution's red-hot radical"). Come sappiamo, questo è l'anno del centenario della morte di Wallace, che nella vita ebbe, come Darwin, le esperienze giuste per capire quali meccanismi avessero agito per creare, anche grazie alle continue modificazioni della crosta terrestre, una biodiversità in continua evoluzione. Quest'anno fornisce ottime occasioni per scoprire quanto fosse complessa anche la figura di A.Wallace, che già nel 1855 (nell’articolo "On the Law Which Has Regulated the Introduction of New Species") dimostrò come avesse ben capito, grazie alla sua esperienza di naturalista in Sudamerica e poi in Malesia, come al momento della loro “creazione” (scrive infatti di “law of creation”) le specie dovessero probabilmente derivare le une dalle altre ("It is evidently possible that two or three distinct species may have had a common antitype, and that each of these may again have become the antitypes from which other closely allied species were created.... then the series of affinities will be compound, and can only be represented by a forked or many-branched line"); un fenomeno ancor oggi "invisibile" a chi insiste a preferire una visione "creazionista" (ma anche qualche evoluzionista ignorante non riesce a trovare la soluzione corretta … che è quella che corrisponde all’albero immaginato già nel 1700 da un creazionista come Linneo, che per primo cercò di mettere in ordine la biodiversità).
I creazionisti moderni magari non si pongono nemmeno le domande sugli organi vestigiali che già nel 1855 inquietavano il curioso e inquieto creazionista Wallace: “Another important series of facts, quite in accordance with, and even necessary deductions from, the law now developed, are those of rudimentary organs. That these really do exist, and in most cases have no special function in the animal œconomy, is admitted by the first authorities in comparative anatomyTo every thoughtful naturalist the question must arise, What are these for? What have they to do with the great laws of creation?
Chi volesse approfondire gli argomenti da casa, puo' partire dalla Albert R.Wallace Web Page di Charles Smith, dove trova anche una copia del documento del 1855,  e i testi di Charles Smith (Alfred R. Wallace: Evolution of an Evolutionist e Alfred Russel Wallace on Spiritualism, Man, and Evolution: An Analytical Essay); chi vuole invece partecipare personalmente alle iniziative, può seguire la pagina web Wallace100 e in particolare la sezione events: per il prossimo deve affrettarsi: nell'ambito del Cambridge Science Festival in the United States 2013 si terrà un Wallace Day, il 20 aprile.
Qui il sito della BBC con alcune registrazionin audio di interventi su A.Wallace.

 

9/4/13-USA

·        [da NCSE] E' stata pubblicata oggila versione aggiornata dei Next Generation Science Standards, che dovrebbero indirizzare per i prossimi anni i programmi di scienze di tutte la scuole USA. Come si sapeva dal documento preparatorio (A Framework for K-12 Science Education) i problemi dell'evoluzione e le conoscenze di base necessarie per analizzare i cambiamenti climatici sono ovviamente presenti, come chiarisce anche iil New York Times di oggi: "Among many other changes, the guidelines call for introducing climate science into the curriculum starting in middle school, and teaching high school students in detail about the effects of human activity on climate. The guidelines also take a firm stand that children must learn about evolution, the central organizing idea in the biological sciences for more than a century, but one that has rallied state lawmakers and some religious conservatives to insist that alternative notions like intelligent design be taught".  

 

9/4/13-IT

·        [da Pikaia] Il 17 aprile, a Padova, presentazione del libro 'Stephen Jay Gould' di Alessandro Ottaviani. Ospite anche Alessandro Minelli

 

8/4/13-IT

·        [da Pikaia] Escono per la prima volta in italiano, per Einaudi, le lettere private di Darwin sulla religione, tradotte da Isabella C. Blum e curate da Telmo Pievani. Per ricostruire filologicamente i pensieri del naturalista inglese su un tema, quello della compatibilità o meno fra la teoria dell’evoluzione e le credenze religiose, che da sempre suscita grande attenzione.
Davvero incomprensibili alcuni aspetti polemici dell’attualizzazione che si leggono nell’articolo di commento al libro, comparso sul Giornale del 9/4 (“Darwin contro i dogmi. Anche quelli degli atei”), dove sembra si voglia  restringere il dogmatismo alla sola chiesa anglicana dei tempi di Darwin (“il suo scetticismo fu anche motivato dalla religione del suo tempo, dall'era vittoriana così intrisa di moralismo e saldezza dogmatica”); per il momento attuale sembra invece si ritenga che il dogmatismo non coinvolga il pensiero religioso; né coinvolgerebbe la scienza, visto che si ammette che Darwin “in quanto scienziato, non accettava l'idea di una verità assoluta”, per cui “non c'era spazio per dogmi scientifici, meno che mai per quelli religiosi”. 
Sconcerta soprattutto la frase in cui si dimostra chiaramente che ancora oggi non a tutti sia stato insegnato a scuola quale sia il ruolo e l’importanza di una teoria evoluzionistica, necessaria per comprendere e gestire il pianeta in cui viviamo: “il padre della teoria evoluzionistica rifiutò di prendere una posizione definitiva in merito all'esistenza di una divinità creatrice e a un ordine nell'universo”.
D’altronde si capisce che c’è chi pensa ancora che Darwin invece di spiegare l’ordine nella natura, ben descritto e classificato da Linneo, “decise che l'uomo deriva dalla scimmia”, e soprattutto che nulla di nuovo sia stato scoperto da allora, come se il mondo e la cultura non evolvessero.
Le ultime righe sono lasciate a concetti più difficili da capire e spiegare rispetto al termine “darwinista”, spiegato nella prima riga, che dovrebbe indicare qualcuno che non ha letto nulla dei 150 anni di ricerche successive alle ipotesi ottocentesche di Darwin. Si intuisce solo qui il motivo per cui già allora anche Darwin fosse perseguitato dagli “stupidi di tutta Europa”, ma si intuisce anche il motivo per cui Darwin riposasse, e da subito, addirittura nella cattedrale anglicana di Westminster (una evidente smentita al “moralismo e alla saldezza dogmatica” prima attribuita alla chiesa anglicana, la “religione del suo tempo” e del suo paese).
C’erano certo già allora in Europa tanti dogmatici e tanti stupidi, ma l’articolo ha il pregio di mostrare qui, pur non evidenziandolo, che già allora non tutti i dogmatici erano tanto stupidi da non riconoscere la grandezza e la genialità di Charles Darwin, che dedicò buona parte della sua vita a far nascere una spiegazione ragionevole per quell’”ordine nell'universo”, che già suo nonno Erasmus aveva genialmente intuito già nel 1794.
Oggi i problemi non sono del tutto risolti, anche se il problema principale è l’aumento dell’ignoranza relativa rispetto ad una realtà sempre più complessa ma offuscata da distrazioni e stimoli non sempre gestibili nonostante le potenzialità elaborative del nostro encefalo siano teoricamente uniche nell’universo.

 

7/4/13-USA

·        Sempre l'antropologo John Hawks (d'altronde un recente articolo del 5/4 ha apprezzato il suo ruolo fra gli antropologi presenti nel web) sottolinea oggi l'importanza di un recente articolo (1/4/13) di Alan Templeton su Genetic Engeneering & Biotechnology News ("Revolutionizing the “Out of Africa” Story").
Anche le conferenze di Donald Johanson, in questi giorni in Italia, costringono a riflettere sul notevole cambiamento dei punti di riferimento intervenuto anche solo dal 1974, quando D.Johanson, grazie alla scoperta del 40% dello scheletro dell'Australopithecus afarensis denominato Lucy, ci permise di avere una rappresentazione fisica tridimensionale di un nostro antenato di 3,6 milioni di anni fa, facendoci capire come e quali strutture anatomiche fossero cambiate nel corso di quasi 4 milioni di anni.
Un elemento importante della scoperta fu la necessità, per chi non l'avesse già fatto con le prime scoperte parziali di Australopithecus della prima metà del novecento, di modificare prima che fosse troppo tardi un'idea errata che per secoli aveva condizionato una rappresentazione dell'evoluzione umana che non conosceva le vere fasi successive dell'evoluzione a mosaico: che l'aumento delle dimensioni cervello fosse stato un elemento rilevante e magari iniziale dell'evoluzione umana. Fu invece uno degli ultimi, e iniziò circa 2 milioni di anni fa.
Questa falsa idea influenzò perfino gli esperti che nel 1911 non riconobbero il falso reperto di Pildown; è imperdonabile che tuttora quest'idea (che ho verificato ben presente all'inizio del corso perfino fra i miei studenti..) possa condizionare chi nega oggi l'evoluzione biologica o anche solo i meccanismi che l'hanno dimostrata.
Proprio in questi anni, e perfino in questi giorni ("A high-quality Neandertal genome sequence"), arrivano invece dalla grotta di Denisova, in Siberia, sequenze di DNA estratti da frammenti ossei minimi (un ossicino di una mano e di un piede, un dente) di nostri possibili antenati.
Non abbiamo oggi nessuna idea della struttura fisica di questi denisovani e neandertaliani trovati nella grotta di Denisova; conosciamo però il loro DNA e la loro informazione genetica, che presenta una connessione con l'informazione genetica contenuta nel DNA non solo degli antenati comuni, ma anche di alcune popolazioni umane attuali!
Una conseguenza utile e inevitabile della possibilità che oggi abbiamo di analizzare e confrontare anche il DNA di individui del genere Homo di decine di migliaia di anni fa sarà un ulteriore dato per comprendere e accettare che l'evoluzione è un evento ulteriormente dimostrato anche per la nostra specie, oltre che per tutte le altre.
I biologi lo sapevano già benissimo grazie al confronto fra i DNA delle diverse specie attuali e fra le diverse popolazioni umane attuali.  Per fare questi schemi ora è sufficiente il DNA; i fossili sono ovviamente utili (e Donald Johanson lo sa benissimo e pure Louise Leakey, che lo spiega anche in italiano).
Purtroppo non è sempre a tutti chiaro che i fossili spesso citati per negare l'evoluzione, non sono più da tempo necessari per la spiegazione delle relazioni fra le specie (ed ora è ancora più evidente che non sono necessari nemmeno nell'uomo come spiegano Spencer Wells e Svante Pääbo - anche in italiano). Le tracce del passato di ogni essere vivente oggi vengono più dal DNA, che oggi sappiamo leggere e che certifica il legame con le generazioni che ci hanno preceduto e con le specie del passato da cui deriviamo (vedi il Tree of Life Project rispetto all'ipotesi - I think - disegnata da Darwin).
Nel sito del materiale didattico del HHMI (Howard Huges Medical Institute) si può recuperare anche un poster sull'evoluzione umana inserita nell'evoluzione biologica, come ripasso per chi avesse la tendenza a dimenticare la scala  dei tempi o la complessità delle modalità di evoluzione umana dimostrate dai paleoantropologi.
A questo proposito non dobbiamo dimenticare come le novità si succedano continualmente ampliando e integrando le conoscenze precedente; la stessa Lucy (del 1974) ha da giusto un anno un "cugino" che viveva sempre in Etiopia, nella sua stessa zona, ma presentava caratteristiche anatomiche dell'alluce ben più adatte ad una locomozione arboricola ("A new hominin foot from Ethiopia shows multiple Pliocene bipedal adaptations"). La scoperta à stata fatta nella località di Burtele da un gruppo guidato dal paleoantropologo Yohannes Haile-Selassie del Cleveland Museum of Natural History. Qui un articolo a commento.

 

6/4/13-VA

·        Le nuove metodiche di comunicazione che coinvolgono la rete sembrano stimolare anche il settore culturale del Vaticano, che ha organizzato una sezione autonoma dei TEDTalks, la TEDxViaDellaConciliazione, che organizza la sua prima iniziativa il 19/4/13. Tema prescelto per l'inaugurazione, a cui parteciperà anche il Card.Ravasi (Presidente del  Consiglio Pontificio per la Cultura), è "Religious Freedom Today".
Fra gli oratori ci sono esponenti di varie religioni, ma non manca una componente scientifica (nei TEDTalks, anche se autonomi, è previsto un controllo per evitare che si dia spazio alla pseudoscienza o alla bad science, come successo recentemente), con un gesuita astronomo, Guy Consolmagno, e una chimica.
Fra gli organizzatori di questa iniziativa c'è il direttore dell'agenzia giornalistica Zenit (di proprietà dei Legionari di Cristo), che si dichiara interessato a questo nuovo strumento di comunicazione, che definisce "un misto di scienza, comunicazione e intrattenimento".
Il suo interesse per la scienza è ben noto: lo aveva già portato ad impegnarsi contro la teoria dell'evoluzione in una patetica iniziativa per promuovere un libro contro lo stesso fatto dell'evoluzione; insieme a lui vedianmmo sul palco G.Sermonti, il card.Martino che esprime le sue opinioni, Rosa Alberoni, mons.Fisichella e Buttiglione; questo avvenne nel 2007, prima che il card.Ravasi, uno dei pochi che avesse capito il NOMA di Gould, elevasse il livello culturale.
Altro suo interesse scientifico noto è quello contro chi si preoccupa per il clima e contro l'ambientalismo, tanto da essere stato direttore del Master in Scienze Ambientali alle 2 università dei Legionari di Cristo per vari anni (prima della disattivazione).
Oggi la situazione è cambiata (il sito del Cespas non esiste più e quello dello Svipop sembr rimasto congelato), e le iniziative vaticane su questi temi sono in oggi mano a scienziati competenti e ai premi nobel raccolti nell'Pontificia Accademia delle Scienze, che hanno organizzato convegni sul riscaldamento globale e sull'evoluzione (dopo quello del 2008 il prossimo sarà propri nella prossima settimana: “Sul cammino dell'umanità”).
Twitter sarà utile per seguire l'iniziativa, mentre le foto degli oratori sono su Pinterest e anche il sito di Instagram contribuisce con immagini corrispondenti al tema in discussione, la libertà religiosa.

·        Come forse potremmo aspettarci, l'ONU non si è dimenticato di questo tema nè dei rischi che si corrono nelle relazioni fra le migliaia di religioni. Forse per questo non ha ritenuto fosse sufficiente una giornata mondiale, visto che fra l'1 e il 7 febbraio chi ha voluto ha festeggiato in tutto il mondo la poco nota (come ad esempio in Indonesia) World Interfaith Harmony Week.

 

6/4/13-USA

·        John Hawks è l'antropologo che sul suo blog ha da poco annunciato ("Announcing my MOOC, Human Evolution: Past and Future") l'intenzione di occupare uno spicchio di internet con un corso online sull'evoluzione umana aperto a tutti, comincia a preoccuparsi che non gli sarà facile lasciare un mondo più istruito e migliore...
In un post ("Massive courses: massive opportunity or massive problem?") cita oggi lo scritto di un economista, Dan Ariely, che ha recentemente tenuto un corso on line con 140.000 studenti ("A Beginner's Guide to Irrational Behavior" ) e racconta le sue esperienze positive e negative ("The Plusses and Pitfalls of Teaching Online"). Uno degli aspetti citati, oltre all'eterogeneità della preparazione iniziale, è l'interesse di molti studenti a farsi notare nelle discussioni on line.
Ovviamente l'articolo con le osservazioni di D.Ariely suscita in John Hawks una riflessione sulla probabilità che il dibattito on line sulle lezioni venga monopolizzato da chi vuol promuovere i vari creazionismi o altre ipotesi minoritarie senza basi scientifiche.
Saranno magari una piccola frazione degli iscritti, ma comunque potrebbe essere complessa la gestioone di migliaia di antievoluzionisti che da tempo popolano soprattutto la rete.
Il vantaggio potrebbe derivare dalla probabile eterogeneità delle critiche. Si sa che la confusione è grande, che ci sono enormi differenze fra Ken Ham di AIG, Creation Ministries International e S.Meyer e i sostenitori dell'ID. Forse J.Hawks non ha riflettuto che, se anche fra i suoi attuali 100 studenti ci sono creazionisti, gli sarà forse più facile gestire - facendoli incontrare fra loro - i più eterogenei creazionisti presenti fra 140.000 studenti. Troverà infatti anche seguaci, che si incontreranno per la prima volta, di antievoluzionisti con nuove ipotesi, meno note, diverse e fra loro ancora più contrastanti sull'evoluzione umana, come Don Bortoluzzi, De Mattei, Harun Hiahia, G.Sermonti o R.Fondi.
L'astuta e originale osservazione del prof.de Mattei sul motivo per cui ritiene indispensabile un creazionismo della terra giovane potrebbe ad esempio suscitare un dibattito planetario. Lo stesso anche la dichiarazione sulla curiosità del prof.Sermonti.

 

5/4/13-USA

·        Nel sito Anthropology Report è comparso un articolo di Jason Antrosio ("Anthropology Blogosphere 2013 – Ecology of Online Anthropology") in cui si illustra la presenza dell'antropologia, biologica e culturale, in internet. Vengono elencati e commentati i diversi contributi degli antropologi (sia in gruppo che individualmente, alcuni già citati in gennaio in un elenco più completo citato in Anthropology Blogs 2013) nella diffusione delle conoscenze e delle discussione sui diversi temi di loro competenza. Fra i contributi collettivi si citano Somatosphere, anthropologyworks, Ethnography.com, Zero Anthropology, Anthropology.net, Recycled Minds, mentre fra quelli individuali i complimenti vanno al John Hawks Weblog, a Powered by Osteons, Struggle Forever!, Anthropology in Practice, Bones Don’t Lie, Greg Laden’s Blog, Neuroanthropology e How to be an Anthropologist. 

 

5/4/13-IT

·        Prima di Firenze (il 17) ma anche di Padova (l’11), Donald Johanson (Institute of Human Origins, ASU ) parlerà a Pavia; lo farà martedì 9 aprile alle 17.30 al Collegio Volta.
Qui il poster della conferenzaAfrica and the origins of humankind”.
Per arrivare preparati, qui c’è il transcript del video "In Search of Human Origins”, della PBS e qui un suo testo su “How bipedalism arose”. Qui invece un video di una conferenza di 3 anni fa, con Richard Leakey, e una conferenza del 2009 su Lucy e sull'evoluzione umana. 
Nel sito del materiale didattico del HHMI (Howard Huges Medical Institute) si può recuperare anche un poster sull'evoluzione umana inserita nell'evoluzione biologica, come ripasso. Qui l'articolo (Siamo tutti africani) di T.Pievani sulla conferenza a Padova

 

4/4/13-IT

·        il 17 Aprile prossimo il paleoantropologo Donald Johanson, che nel 1974 in Etiopia nella zona dell’Afar scoprì, con Coppens e Taieb, lo scheletro quasi completo (il 40%) di un Australopithecus afarensis denominato Lucy, terrà una conferenza dal titolo “Africa and the origins of humankind” alle 17 presso l’Aula 1 di Palazzo Nonfinito, in via del Proconsolo, 12, Firenze. Per arrivare preparati, Qui c’è il transcript del video "In Search of Human Origins”, della PBS e qui un suo testo su “How bipedalism arose”.

·        [Nena News], Cape Town, SA - La John Templeton Foundation ha assegnato il Templeton Prize 2013, del valore di 1,7 milioni di dollari, all’arcivescovo sudafricano  Desmond Tutu. Dopo dieci anni in cui erano stati premiati teologi ma soprattutto ricercatori (anche atei come l’astronomo M.Rees) che si occupavano dell’area di confine fra scienza e fede, è ormai il secondo anno che con il più ricco premio individuale oggi esistente si premiano religiosi.
L’anno scorso vinse il premio il Dalai Lama (che comunque dedicò parte del premio all’istruzione scientifica dei monaci tibetani).

 

3/4/13-IT

·        In un post nel blog My Genomix ("DNA, brevetti, privacy e il diritto di (non) sapere") si presentano alcuni problemi che sorgono nella gestione delle delicate informazioni personali che oggi la genomica ci permette di ottenere analizzando il DNA di ognuno di noi.
Si parte dalla recente sconcertante pubblicazione non autorizzata della sequenza del genoma di Henriette Lacks, che nel 1951 fornì, senza che glielo chiedessero, una linea di cellule patologiche immortali (He-La cells) che sono state poi sempre utilizzate per ricerche fondamentali in molti laboratori di ricerca genetica nel mondo.
Quanto è successo è la dimostrazione che la legislazione attuale non garantisce ancora dai rischi di un uso scorretto e potenzialmente interessato dell'informazione genetica - che in parte condividiamo anche con ascendenti e discendenti - ottenibile oggi facilmente da una qualsiasi delle nostre cellule.
Il post evidenzia anche il problema del diritto personale a conoscere - ma anche a non conoscere - quali informazioni genetiche siano archiviate nel proprio DNA.
Del problema altrettanto serio del rapporto fra possibilità offerte dalla genomica e il SSN (con i suoi limiti anche economici) se ne parla in un precedente post sempre su MyGenomix (“L’Italia si prepara alla rivoluzione gnomica”).

·        Sulla diffusione della sequenza genetica delle cellule He-la si ragiona anche qui ("HeLa genome sequenced w/o obtaining permission/consent from family") e sul New York Times ("The Immortal Life of Henrietta Lacks, the Sequel"), dove interviene Rebecca Skloot, l'autrice del libro che ha raccontato la storia di Henriette Lacks.
Perfino Francis Collins, direttore del NIH, si è mostrato molto preoccupato delle serie minacce alla privacy che derivano dai ritardi legislativi: "This latest HeLa situation really shows us that our policy is lagging years and maybe decades behind the science. It’s time to catch up”    

 

2/4/13-USA

·        Interessante una recente iniziativa lanciata in gennaio dal National Geographic. Denominata Out of Eden Walk, racconta, con testi ed immagini, il viaggio a piedi di un giornalista, Paul Salopeck,sulle tracce del genere Homo, che due milioni di anni fa uscì dall'Africa e conquistò, a piedi, il resto del mondo.
L'articolo di oggi  mostra il giornalista negli aridi deserti dell'Africa orientale, nella Gagade Plain, Djibouti, 11°32'54'' N, 42°12'28'' E, in un'area da cui si dipartono le carovane che raccolgono e distribuiscono il sale prodotto nella depressione.   

·        Traendo spunto da un articolo comparso sul Guardian di oggi  ("Show me the money: is grant writing taking over science?") che mostra l'impegno crescente ed eccessivo richiesto da chi in UK fa domanda per ricevere finanziamenti statali alle proprie ricerche, sempre John Hawks nel suo blog evidenzia oggi ("Centuries of grant writing") il fatto incredibile citato in uno degli ultimi numeri di Nature ("Funding: Australia's grant system wastes time"): "A recent correspondence in Nature about the Australian system, for example, reported that collectively, in 2012, researchers spent "more than five centuries' worth of time" writing or revising grants for the major funding scheme; as only 20.5% were successful, this account for a staggering four centuries' worth of wasted time".
Notando come anche negli USA le perdite di tempo realizzate per fare richieste poi non finanziate siano probabilmente su scala geologica e non di secoli, J.Hawks evidenzia come la ricerca seria, utile e di qualità oggi richieda elevatissimi investimenti finanziari e anche di tempo.
Anche questo impegno, incomprensibile per chi non fa ricerca, giustifica lo scarso interesse per sfide come quelle che creazionisti ignoranti ogni tanto propongono; l’ultima è quella del creazionista J.Mastropaolo, che è presente, con M.Giertych, nella lista di esperti creazionisti biblici del Kolbe Center for the study of Creation (USA). Da questa lista sono stati stati scelti quelli che il prof.De Mattei e gli altri creazionisti romani hanno fatto venire a Roma a loro spese per ben tre volte (al CNR, alla Sapienza e alla san Pio V) per creare disturbo ai 2 convegni sull'evoluzione organizzati nel 2008/09 da Ravasi, W.Arber e N.Cabibbo, e tenuti in Vaticano in occasione del bicentenario di Darwin.

·        Non siamo negli USA e sembra di capire che per i creazionisti italiani ci siano problemi finanziari: in occasione del prossimo convegno in Vaticano sull'evoluzione umana (organizzato alla PAS dal presidente Werner Arber il 19/21 aprile (“Sul cammino dell'umanità”) alla presenza di paleontologi umani invitati da tutto il mondo), non hanno organizzato altro che il piccolo incontro del 7 marzo, nemmeno in contemporanea (come si fece nel 2008/09).

 

1/4/13-USA

·        Sull’Huffingon Post USA sono arrivate le insolite accuse (“Vaccines Produce Homosexuality, Says Italian Scientist Gian Paolo Vanoli”) di uno pseudo scienziato italiano contro i vaccini e contro il ruolo di virus e batteri come causa di malattie. 1’ aprile … anche se qualcuno che gli crede l’ha trovato.

·        Nonostante la data, la prossima notizia invece non sembra uno scherzo; è una buona notizia per chi vuole imparare come orientarsi in modo corretto nel settore della ricerca sull'evoluzione e in particolare dell'evoluzione umana.
Manifestare opinioni non è facile per chi non è esperto del mestiere, in quanto molti concetti non sono sempre facilmente comprensibili e purtroppo dall'ignoranza sui concetti o sui metodi utilizzati nascono facilmente incomprensioni ed equivoci che impediscono di capire quello che raccontano gli esperti.
La buona notizia, data oggi dall'antropologo John Hawks è che ha deciso di impegnarsi dal prossimo anno nella gestione di un MOOC (=corso on line di massa) sull'evoluzione umana ("Announcing my MOOC, Human Evolution: Past and Future"). Si potrà quindi seguire on line da qualsiasi paese del mondo questo corso sull'evoluzione umana, permettendo di avvicinarsi più facilmente ad una disciplina affascinante ma spesso difficile da capire.
Ne parla nel suo interessante blog illustrando gli scopi e l'impianto di un corso rivolto a studenti e curiosi di tutto il mondo.
Di solito consiglio questo blog ai miei studenti - e a chiunque - come guida alla comprensione delle scoperte più recenti, affiancandolo alla lettura dei lavori originali. E' infatti sconsigliabile dare alcun credito a notizie che si trovano sui quotidiani o su blog che sono generici se non anche ostili all'evoluzione biologica o umana.    

 

 

 

MARZO 2013

30/3/13-USA

 

·        E’ stato disattivata la struttura indipendente che aveva organizzato TED conferences in cui venivano presentati argomenti pseudoscientifici; come si può verificare nel sito web di TEDxWestHollywood, gestito da S. Taylor, ora l’intestazione è stata modificata in ExTEDWestHollywood

·        Molto interessante e intrigante un post di PZ Myers ("The last intelligent creationist"), in cui racconta di una delle prime critiche che Darwin ricevette dopo aver pubblicato il suo principale volume sulla "trasmutazione delle specie": quella di un famoso zoologo del tempo, Richard Owen, che in una recensione del 1860 insisteva a criticare  Darwin e i transmutationisti e ad approvare le idee di un certo Richard Owen … continuamente citato.
La review of Darwin’s Origin, fu pubblicata nella Edinburgh Review nel 1860. Il testo, davvero dotto e impegnativo, rende difficile per chiunque scoprire che Owen ha anticipato molte critiche che a Darwin fanno ancor oggi, con minore competenza (come sottolineato dal titolo del post), i creazionisti e gli antidarwinisti attuali.
Non sembra, ma Owen fu infatti il primo a chiedersi come mai, se l'evoluzione fosse reale, ci siano in giro ancora le scimmie da cui ha avuto origine l'uomo ... 

 

29/3/13-IT

·        Dall’11 al 13 settembre si terrà a Ferrara il XX congresso degli Antropologi Italiani, mentre il 21° congresso dei Primatologi Italiani (API) si terrà ad Asti dal 17 al 19 aprile. Il 5th congress of the Italian Society for Evolutionary Biology (SIBE) si terrà invece a Trento dal 28 al 31 agosto 2013.

 

28/3/13-USA

·        Il biologo evoluzionista PZ Myers racconta oggi nel suo visitatissimo blog scientifico Pharyngula perchè rifiuta la sfida ("No, I will not ever debate Joseph Mastropaolo") che ogni tanto questo consulente del Kolbe Center propone ai biologi evoluzionisti ("Joseph Mastropaolo, Creationist, Offers $10,000 To Anyone Who Can Disprove Bible").
Come funzionino queste sfide lo potremmo immaginare, ma sbaglieremmo. E’ meglio leggere cosa racconta chi ha provato a sfidare questo creazionista una decina di anni fa, nel 2004, quando Mastropaolo invitava a partecipare a The Life Science Prize.
Lo ha raccontato ieri sull'Huffington Post ("Literal Genesis Trial: Creationist Gimmicks Versus the Optimism of Education") un famoso evoluzionista, Michael Zimmerman, fondatore e direttore di un’iniziativa intrigante e poco nota,  The Clergy Letter Project; riunisce un gruppo di religiosi e scienziati (cattolici e protestanti) che organizzano ogni anno un Evolution Weekend. Lo fanno nella domenica più vicina al 12 febbraio, e quindi sono piuttosto insofferenti verso l'ignoranza dei creazionisti biblici (testimoniata dal “santino” di Darwin nella loro pagina web!).
L’articolo di ieri invia all’articolo originale nel sito del NCSE ("The Life Science Prize") in cui Zimmermann raccontò nel 2005 la sua sconcertante esperienza di aspirante sfidante di Mastropaolo. Si legge come dovette contrastare per un paio di mesi le assurde pretese imposte da Mastropaolo sulle garanzie, sulle qualifiche dei giudici, e sulle regole della sfida, che sembrava dovesse essere scientifica. Avrebbe anche dovuto accettare definizioni incompatibili con la scienza attuale, in un crescendo di attacchi e di critiche. Zimmermann racconta anche di quel che scoprì indagando su Mastropaolo e le sue competenze.
Comunque mi ha particolarmente colpito una frase in cui Zimmermann sottolinea una delle pretese assurde di questo creazionista biblico che apparentemente sembrava volesse decidere in anticipo la vincita dei 20000 dollari in palio: Mastropaolo pretendeva che Zimmermann, con un PhD in biologia evoluzionista, rifiutasse la solita definizione di evoluzione ("cambiamento nel tempo della frequenza genica in una popolazione"); è una definizione che si trova da tempo anche in qualsiasi libro di scienze delle medie (e quindi anche in quelli adottati nelle scuole cattoliche, dove si insegna che “l’evoluzione è determinata dai fattori che modificano le frequenze alleliche”). Mastropaolo invece irrideva a quella definizione di evoluzione insistendo che fosse senza significato, per cui  riteneva che Zimmerman non fosse sufficientemente competente per partecipare al Life Science Prize.  
Interessante anche una frase di Zimmerman che fa riferimento ad un curioso errore di Alfred Wallace, che accettò e vinse una sfida a dimostrare che la terra non fosse piatta, ma fu poi trascinato in una lunga e spiacevole storia, anche giudiziaria.  

·        A proposito di sfide, PZ Myers cita nel suo post anche un famoso post di R.Dawkins del 15/5/2006 ("Why I Won't Debate Creationists") in cui spiega, citando anche l'invito personale ricevuto da Mastropaolo..., perchè non avesse accettato di perdere tempo a discutere con i creazionisti, che, per farsi notare distorcono intenzionalmente, come abbiamo visto, le definizioni scientifiche e i risultati degli esperimenti scientifici.

 

27/3/13-THAI

·        Davvero agghiacciante la notizia che arriva da Bangkok, la città dove giusto a metà di marzo si è conclusa la COP16 della CITES, l'organizzazione dell'ONU che cerca di impedire il commercio delle specie a rischio di estizione: all'aeroporto è stata sequestrata una valigia che conteneva più del 10% degli ultimi esemplari esistenti di una specie di tartarughe del Madagascar: ben 54 sulle 400 che oggi si ritiene siano rimaste.
Il fatto è riportato anche nel sito dell'organizzazione TRAFFIC che per la CITES controlla il commercio delle specie animali e vegetali a rischio.
Oltre a questi esemplari di Astrochelys yniphora nella valligia c'erano anche 21 esmplari di Astrochelys radiata, ambedue specie inserite nella categoria di massimo rischio di estinzione, un evento che chiunque dovrebbe riconoscere senza problemi come prova evidente dell'esistenza dell'evoluzione biologica in atto. Il fatto che le estinzioni siano da qualche tempo eventi prevedibili, ha richiesto di creare un termine nuovo, endling, che indica l'ultimo esemplare esistente di una specie. La Thailandia è diventata da tempo uno dei principali centri del commercio di esemplari interi o di parti di molte specie animali africane o del sud est asiatico, spesso destinate al mercato cinese o indocinese.    

 

27/3/13-USA

·        Davvero emozionante ed istruttivo il video, diffuso oggi, che mostra una mamma delfino che nuota mantenendosi in superficie trasportando il suo piccolo, morto, sul dorso. Non può che evocare i numerosi (in questo caso) video che mostrano madri scimpanzè che non riescono a staccarsi dai loro piccoli dopo la morte e far riflettere sia sull’evoluzione che ha portato a creare caratteristiche "superiori" che appaino simili in mammiferi che hanno avuto una storia evolutiva in gran parte in comune ma anche in altri mammiferi la cui evoluzione è avvenuta indipendentemente e magari in un altro contesto ambientale. Inevitabile riflettere su come una modalità riproduttiva avanzata, comparsa più recentemente nel corso dell’evoluzione, abbia conseguenze sia sul numero che sulla cura dei piccoli; inevitabili (ma soprattutto proficue) poi le conseguenze sulle interazioni fra gli individui e sulla comunicazione, che portano a modalità del tutto nuove di socialità. 

 

27/3/13-UK

·        Nell’ultimo numero di Nature è ospitato uno speciale (“The future of publishing: A new page”) sul futuro della comunicazione scientifica, cioè di quella massa sempre più crescente di pubblicazioni peer-reviewed che costituiscono la migliore modalità di trasmissione e diffusione delle informazioni e delle scoperte scientifiche prodotte ormai in un numero sempre maggiori di paesi. E' interessante notare che, pur essndo caratterizzati da culture che presentano numerosi aspetti diversi e spesso contrapposti, hanno trovato un accordo sulla modalità ottimale per gestire l'accumulo, la condivisine e la diffusione delle conoscenze scientifiche.
Fra i numerosi cambiamenti previsti c’è il passaggio dell'informazione scientifica, dopo 350 anni di carta stampata, verso modalità più economiche e più rapide, basate sul cloud computing e quindi sulla condivisione delle scoperte in tempi rapidi.
A questo proposito ci sono grandi novità in seguito alla recente decisione dei governi USA e UK di prevedere di mettere liberamente a disposizione i risultati delle ricerche.
Ovviamente sarebbe necessario anche un difficile controllo sull’editoria scientifica, già oggi sempre più affollata di riviste che approfittano delle debolezze o della disperazione dei ricercatori e dell’assenza di controlli di qualità (“Investigating journals: The dark side of publishing”, “Sham journals scam authors”). Jeffrey Beall, bibliotecario universitario da 22 anni a Denver, sta seguendo da tempo questo ambiente pericoloso (non amano i curiosi) con il suo blog “Scholarly Open Access”, dove gestisce una lunga lista di “Potential, possible, or probable predatory scholarly open-access publishers”. Se si entra nei siti di queste riviste si rimane ammirati dalle pagine web professionali e dai nomi accattivanti scelti per le riviste, che si mimetizzano perfettamente anche fra i nomi di riviste famose.
E’ noto che da anni anche nell’ambito del creazionismo USA si preferisce come “peer-review” anche le loro riviste; qui possiamo scorrere un bell’elenco di riviste creazioniste, autodefinitesi peer-reviewed anche se si occupano degli spazi dell’arca di Noè; da notare che hanno cominmciato a capire che è anche necessario rispondere pure alle critiche. Purtroppo mancano ancora, e non sono dettagli trascurabili, la centralità dell'approccio sperimentale e il confronto fra esperimenti che testano ipotesi alternative.    

 

26/3/13-USA

·        Chi volesse sapere che fine può fare il proprio corpo dopo la morte, può accompagnare nella visita al centro chi (“I Donated My Body to Medicine”) ha deciso di donarlo all’Anatomy Learning Center dell’UCSF medical center.

 

26/3/13-IT

·        In aprile ci saranno in Italia due importanti iniziative per aggiornarsi e riflettere sull’evoluzione umana, un tema che ovviamente interessa chiunque si ponga domande sul passato oltre che sul futuro anche della nostra specie. La prima iniziativa si svolgerà presso il Dipartimento di Biologia dell'Università degli studi di Padova: si terranno in aprile due lezioni magistrali che danno inizio alle Special Lectures on Evolution. Si comincia giovedì 11 aprile 2013 (ore 15.00, Aula Magna del Complesso Vallisneri, Via U. Bassi 58/B), con Donald Johanson, dall'Arizona State University, lo scopritore di Lucy, che discuterà delle origini dell'umanità in Africa. Martedì 23 aprile alle 16.00 sarà la volta di Ian Tattersall, dall'American Museum of Natural History di New York, che parlerà dell'evoluzione della cognizione.
Ian Tattersall arriverà da Roma, dopo la conclusione di una iniziativa di ampio respiro che si terrà in Vaticano il 19/20 aprile, la prima iniziativa della Pontificia Accademia delle Scienze che coinvolgerà il nuovo papa: anche qui si parlerà delle ultime novità sull’evoluzione umana (“Sul cammino dell'umanità. Le fasi principali dell'evoluzione morfologica e culturale dell'uomo. L'emergere dell'essere umano”).
Sono stati infatti convocati un gran numero di paleontologi umani (Juan-Luis Arsuaga, Yves Coppens, Giacomo Giacobini, David Lordkipanidze, Henry e Marie-Antoinette de Lumley, Ian Tattersall) e di ricercatori che si occupano dello studio dell’evoluzione biologica e culturale umana. E’ la prima volta che, dopo il convegno del 2008 organizzato da Werner Arber e Nicola Cabibbo (qui gli atti: Scientific Insights into the Evolution of the Universe and of Life”), si torna a parlare di evoluzione alla PAS. Anche questa volta non manca la dimostrazione dei forti contrasti in Vaticano sul tema dell'evoluzione umana.
Non è certo passato inosservato che ambienti cattolici abbiano chiesto al prof.De Mattei, che già nel 2008 gestì –  addirittura al CNR - un'iniziativa indubbiamente creazionista ("della terra giovane"), di organizzare una iniziativa in cui solo il creazionismo si contrapponeva a quanto insegna oggi la scienza (la cui posizione era presentata dal prof.Ernesto Capanna, un anatomo-comparato di Roma).

 

24/3/13-USA

·        Un curioso intervento sulle “equazioni dell’evoluzione” nel blog (“Uncommon descent”) gestito dai profeti dell’ID. Ovviamente si vantano di non aver capito che le equazioni sono da leggere al contrario … o semplicemente non sanno quali risultati si ottengono nel mondo reale …
Larry Moran nel suo blog Sandwalk cercherà di farglielo capire il 27/3… (“The Hardy-Weinberg Equilibrium”). Lo stesso proverà a fare addirittura anche Joe Felsestein, uno degli attuali maestri della genetica di popolazioni, nel blog The Skeptical Zone il 25/3: “Evolution disproven — by Hardy and Weinberg?”.. 

 

24/3/13-UK

·        The Independent informa ("Revealed: Darwin's secret anguish over daughter-in-law’s death") che l'università di Cambridge sta aggiungendo altre lettere all'archivio digitale della corrispondenza di Darwin (The Darwin Correspondence Project), le circa 1400 scambiate con il collega e amico Joseph Hooker fra il 1843 e il 1882, l'anno della morte. Come si capisce dal titolo, fra le nuove lettere c'è quella scritta nella tragica occasione della morte, a 26 anni durante un parto, della moglie del figlio Frank.

 

22/3/13-USA

·        Ogni giorno ha le sue pene, come ben sa l’ONU, che per oggi propone il Global World Water Day….
E’ gestito dall’UNESCO, per cui è evidente che si pone l’accento sugli aspetti culturali, sperando di spingere a modificare i fattori che influenzano il consumo ma anche la condivisione pacifica delle risorse idriche.
Si può cominciare con il messaggio di Ban-Ki-Moon, andare a vedere gli eventi organizzati per oggi nel mondo e verificare chi è stato premiato con il “UN-Water ‘Water for Life’ Best Practices Award”; alla fine si può portarsi a casa l’opuscolo da leggere (“World Water Day”) su una risorsa oggettivamente limitata la cui condivisione già oggi scatena contrasti e conflitti fra molti paesi. Non manca un poster da portare a casa per i bambini, se qualcuno pensasse che crescerebbero meglio che con le favole.
Interessante, con belle foto del National Geographic e con numerosi dati quantitativi, anche l’opuscolo in inglese (“Water Economy”), pubblicato dal Barilla Center for Food & Nutrition, a cui si aggiungono un video sul reale consumo quotidiano di acqua e un video sugli sprechi, ambedue in italiano.

 

21/3/13-ARABIA

·        [da The Loom] Come al solito il giornalista scientifico del New York Times, Carl Zimmer nel suo blog ci aiuta a capire, con esempi non sempre tranquillizzzanti gli incredibili meccanismi che gesticono il processo evolutivo.
Ha una interesse particolare per esempi spesso angoscianti, e anche questa volta quel che racconta su un virus molto probabilmente nuovo, l'HCoV-EMC ("Listen Closely To The Bats and You Can Hear the Viral Chatter"), comparso nella penisola arabica.
Già una delle prime frasi di C.Zimmer ("finora ci sono stati 15 casi del nuovo coronavirus, con 9 vittime"), tratta dal sito web del progetto GAR (Global alert and response) dell'organizzazione mondiale della sanità (WHO), stimola ad approfondire rapidamente l'argomento, soprattutto per chi è interessato a capire i meccanismi evolutivi e il tasso di evoluzione di questo subdola nuova specie di coronavirus ("Novel Human Coronavirus Molecular Epidemiology and Genetic Analysis").
Curioso ricordare come, nonostante gli intriganti esempi di evoluzione di microorganismi letali che troviamo sempre nei post di Carl Zimmer, ci sia ancora qualcuno ancora interessato a conoscere i contributi di creazionisti come il tedesco Reinhard Junker: nel suo articolo "Come facevano a starci tutti gli animali sull'arca di Noè" propone i "grundtypen / biblical kinds / basic types of life" come soluzione per i problemi di spazio dell'arca, anche se non dimostra cosa siano. E' evidente che il problema più serio sarebbe stato invece quello della sopravvivenza, con migliaia di specie diverse costrette a vivere sull’arca "gomito a gomito" con microorganismi anche letali (virus e batteri) o anche solo fastidiosi (Cimicidae) che oggi ben conosciamo.  

 

21/3/13-EU

 

·        [da Repubblica] Uno studio della UE su “I bilanci dell'istruzione sotto pressione negli Stati membri”, diffuso oggi dal commissario Androulla Vassiliou, ha evidenziato come dopo il 2010 in Italia l’istruzione sia stata sottoposta a pesanti tagli (10%, il maggiore in Europa); una situazione più grave rispetto a quella che si è osservata negli ultimi anni anche in Grecia, Ungheria, Italia2, Lituania e Portogallo. Cali inferiori si sono avuti in Estonia, Polonia, Spagna e Regno Unito. In altri paesi (Austria, Danimarca, Lussemburgo, Malta e Svezia) si son invece avuti anche aumenti.
La relazione originale è consultabile qui: European Commission/EACEA/Eurydice, 2013. Funding of Education in Europe 2000-2012: The Impact of the Economic Crisis. Eurydice Report. Luxembourg: Publications Office of the European Union.
Altrettanto pesanti rispetto agli altri paesi europei sono stati i tagli all'università e alla ricerca, con la prospettive di lasciare l'Italia indifesa di fronte all'avanzare di giovani asiatici sempre più creativi e meglio preparati. I giovani italiani stanno già abbandonando un paese che non riescono a capire (come spiega la giovane ricercatrice biologa pavese Giulia Biffi, pronta a trasferirsi negli USA dopo esssere stata per tre anni, con successo, a fare già il dottorato a Cambridge). Curiosa la sua opinione sui cervelli di quelli che emigrano. Secondo lei sono quelli più normali.

 

21/3/13-ASIA

·        C’è anche qualche buona notizia: l’APP (Asian Pulp & papers), una delle ditte maggiormente responsabili della deforestazione in Kalimantan e in altri paesi dell’Asia tropicale (Indonesia in particolare) ringrazia Grenpeace per gli utili suggerimenti che l’hanno portata a cambiare la sua strategia: “Exclusive: Asia Pulp & Paper says 'Thank you' to Greenpeace”: “In a wide-ranging interview detailing how the company came to announce last month that it had halted all development on natural forest land, APP's managing director for sustainability and stakeholder engagement, Aida Greenbury, said the newly published Forest Conservation Policy had been in development since 2010, with the goal of getting to the point where all natural forest felling was halted.
Sembra comunque che per alcune zone, come Sumatra, questo cambio di strategia sia comunque tardivo: “APP conservation policy came after it pulped most of its forests”.

 

21/3/13-IT

·        A Roma la FAO ha organizzato oggi un convegno in occasione della giornata internazionale delle foreste (International Day of Forests), ed è stato diffuso un report sullo State of Mediterranean Forests 2013 (video). Qui un video predisposto dalla FAO per la giornata.
Per chi non lo conoscesse, anche il recente volume “State of the world's forests 2012 è un ottimo e aggiornato punto di inizio. Ed è pure un PDF gratuito. Volume recente ma su problemi specifici è invece “Global forest land-use ch’ange 1990–2005”, che si trova nella pagina delle pubblicazioni.
E’ impressionante il numero di conferenze internazionali che nei prossimi mesi si occuperanno anche solo dei problemi delle foreste nel mondo; dal 25/3 inizia una conferenza mondiale sul tek in Tailandia, poi in aprile ci saranno conferenze regionali in Cina e in Europa, l‘United Nations Forum on Forests (UNFF 10), e una conferenza sulla Green Economy; altrettanto impegnato è il mese di maggio, con l’International Conference on Forests for Food Security and Nutrition e il Global Timber Forum in Italia, il convegno Forest Products and Technologies for the Future e il 54th Session Advisory Committee on Sustainable Forest-based Industries (ACSFI).
Sorge subito l’interesse a conoscere se in tutte queste assemblee di esperti ben pagati per prendere decisioni per il futuro del mondo si preoccupino anche di far parlare qualcuno meno esperto che spieghi loro che il mondo è cambiato, che evolve e che oggi anche nelle foreste si deve fare tutto con internet. Forse servirebbe anche qualcuno capace a controllare e mettere in rete le ricevute delle loro spese e dei pranzi che consumano spesso in hotel intercontinentali.
Per fortuna i video in rete delle loro riunioni sembra ci siano già adesso.  
Per chi volesse approfondire ulteriormente, qui c’è il sito del Global Forest Information Service (GFIS).

·        A proposito della FAO, è interessante ricordare che organizza anche iniziative per le aree dove le foreste non ci sono o non ci sono più. Di questo si è occupata nei giorni scorsi l’UNCCD (UN Convention to Combat Desertification), con un convegno a Ginevra dall’11 al 15/3: High-level Meeting on National Drought Policy”, (HMNDP). Molte delle questioni di cui si preoccupa questo organismo della FAO potrebbero sembrare assurde, ma potrebbero riguardare minacce di cui si comincia a preoccuparsi anche in Italia.
Le zone aride si stanno estendendo anche nel Mediterraneo e non devono essere usate solo per nascondere la testa sotto la sabbia. Qualche informazione potenzialmente interessante si può trovare nella pagina web che illustra la “Desert Locust situation update” alla data delk 20/3/13, ieri.

 

20/3/13-D

·        Nuove e intriganti scoperte rimescolano continuamente le carte che ci permettono di ricostruire l’evoluzione umana. Oltre all’osso di un mignolo, recentemente hanno trovato nella grotta di Denisova, sui monti Altai, in Siberia, anche un ossicino del piede.
La recente novità è che il DNA, analizzato, indica che si tratta dell’osso di un neandertaliano, come spiega l’antropologo J.Hawks nel suo blog: “A new high-coverage Neandertal genome”. La notizia originale viene da qui: "A high-quality Neandertal genome sequence". Il nuovo reperto viene identificato come “Altai”, e questa è l’immagine delle sue relazioni filogenetiche con le sequenze di altri reperti fossili e di H.sapiens attuale. Quella di Denisova è stata certamente una grotta molto frequentata…

 

20/3/13-IT

·        In un blog nel sito di Repubblica di Bologna si riferisce di un dibattito avvenuto ieri all’Archiginnasio di Bologna. Era molto affollato, con 300 persone che per 90 minuti hanno assistito all’animata disputa tra il filosofo ateo (e direttore di “Micromega”) Paolo Flores D’Arcais e il teologo credente Vito Mancuso. Tema della disputa: nel cosmo esiste solo il caso o esiste un fine, un disegno?
Questo dibattito, iniziato sulle pagine di “Micromega” (3/2012), ora sviluppata in Il caso o la speranza? Un dibattito senza diplomazia (Garzanti), probabilmente non conoscerà la parola “fine”, come ha dimostrato l’incontro. E’ comunque strano che abbiano discusso del ruolo del caso citando Kant, Fermi e Maiorana e si siano dimenticati di un esperto di statistica e calcolo delle probabilità come Mendel.  

 

19/3/13-UK

·        Anche Nature ci propone qualche riflessione sull'elezione del nuovo papa ("A pope for today"). Forse un eccessivo entusiasmo porta però l'autore dell'articolo a qualche imprecisione (è certamente apprezzabile il giovanile interesse del papa per la chimica, ma non bisogna esagerare attribuendogli perfino una laurea: anche nel CV pubblicato nel sito del  Vaticano non si concede al papa più di un diploma di perito chimico). Ci sono poi esagerazioni e semplificazioni  che potrebbero innervosire sia gli scienziati ("hordes of scientists among the Church’s 1.2 billion baptized members" sono poco interessati a educare i propri superiori, sapendo che non vengono apprezzati quelli che si fanno notare, come hanno capito sia Galilei che, recentemente,  l'evoluzionista Teilhard de Chardin) che alcuni cattolici gelosi del loro integralismo ("The Church’s strong support for Darwinian evolution, for example, contrasts sharply with the backwards unscientific belief in creationism of many US evangelicals and lawmakers" ... "recent popes have substantially increased efforts to engage in dialogue with scientists on a host of issues, from embryonic stem-cell research and genetically modified crops to in vitro fertilization, abortion and euthanasia — and in the future will no doubt increasingly do so on advances in neuroscience and genetics, including prenatal screening").
C'è anche un errore quando si riferisce che "the Church will not compromise on its central dogmas, such as the sanctity of human life and that life begins at conception": la imbarazzante e poco nota retromarcia del card.Kaspers all'incontro ecumenico di Sibiu ha dimostrato che, forse solo nel confronto con altre religioni, non ci sono principi non negoziabili. Ambedue le versioni sono ancora disponibili in internet.

·        Sempre sullo stesso numero di Nature ci sono altre notizie interessanti:
- i risultati della riunione della CITES (che si occupa di evitare l'estinzione di specie animali e vegetali in pericolo, con alcune novità sulla protezione di alcune specie animali minacciate dall'uomo ("CITES for sore eyes").
- la recensione ("
Primatology: A wild empathy") di un nuovo libro di Frans de Waal ("The Bonobo and the Atheist: In Search of Humanism among the Primates") sulla moralità nei primati e in particolare nelle antropomorfe. Qui una recensione.
- il pensionamento di centinaia di scimpanzè che i laboratori del National Institute of Health (NIH) utilizzavano per alcune linee di ricerca. Molte ricerche verranno interrotte, ma questo è anche la conseguenza del nuovo modo di intendere i nostri rapporti con specie a noi filogeneticamente vicine, che i primatologi negli ultimi decenni ci hanno insegnato a apprezzare ("
Time called on chimp work").
Le decisioni finali verranno prese da Francis Collins, componente dell'accademia Pontificia delle Scienze e fondatore di Biologos (che intende “convertire” all'evoluzionismo teista perfino i protestanti battisti), e oggi direttore dell'NIH. E' utile ricordare che già da qualche anno in Europa gli scimpanzè non vengono usati come animali da laboratorio.
- la recensione ("Evolutionary biology: Gentle giant of genetics") di una biografia ("Nature's Oracle: A Life of W. D. Hamilton") di Bill Hamilton, "the 'greatest Darwinian since Darwin'"

 

19/3/13-RDC

·        Forse una buona notizia per le popolazioni delle aree del nord est della Rep.Dem. del Congo, dove sopravvivono gli ultimi gorilla di montagna. Uno dei capi dei ribelli di origine rwandese (Bosco Ntaganda) che da anni controllava parte di quest'area gestendo anche il commercio del coltan, si è arreso oggi all’ambasciata degli Stati Uniti a Kigali, chiedendo di essere trasferito all’Aia, dove agisce il tribunale internazionale (Corte Penale Internazionale,Cpi) che si occupa di quanto avviene in queste zone (a cominciare dall'arruolamento forzoso dei bambini soldato).
Ovviamente, più dei primatologi preoccupati della sopravvicenmza dei gorilla di montagna, saranno certamente molto felici le popolazioni della zona, da anni alla mercè dei numerosi (e quindi qualcuno sarà purtroppo rimasto attivo) signori della guerra e delle ricchezze di quest'area della RDC lonmtana dalla capitale e quindi controllata più dal Rwanda che dalla RDC.

 

19/3/13-VA

·        La frase decisamente preoccupata (“non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo!”) con cui il nuovo papa oggi ha manifestato le sue preoccupazioni sull’evoluzione futura del pianeta è in sintonia con il pensiero, certo più esplicito essendo indicate alcune cause, manifestato dal suo predecessore il 23/9/2007: La logica del profitto, se prevalente, incrementa la sproporzione tra poveri e ricchi, come pure un rovinoso sfruttamento del pianeta”. [audio]
La novità è che il nuovo papa ha probabilmente conoscenze dirette e personali su alcuni effetti devastanti dell’azione dell’uomo.
Infatti anche lui, a differenza dei suoi predecessori, di origine europea, potrebbe raccontare, come fa l’economista Pavan Sukhdev in questa breve TED conference (“Date un valore alla natura!”), il disastroso “effetto domino”dalla distruzione delle foreste amazzoniche sull’economia agricola dell’Argentina (e quindi su come sia necessario indirizzare e controllare la politica e l’economia, per evitare “distruzione e di morte”).
Accenti simili e indicazioni per il futuro si trovano anche nel discorso al Sinodo del Nobel e biologo evoluzionista Werner Arber, presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, nello scorso ottobre: “[E’ necessario] che la società civile e la Chiesa siano pronte ad assumersi la corresponsabilità, con gli scienziati e con l’economia, di mettere a punto una nuova concezione del futuro, che comporti benefici per l’umanità e il suo ambiente. Tali misure potranno contribuire a garantire la sostenibilità del processo e quindi lo sviluppo futuro a lungo termine sul nostro pianeta”.
Una delle prime iniziative della PAS, che fra un mese coinvolgerà il nuovo papa, sarà il gruppo di lavoro sull’evoluzione umana (“Sul cammino dell'umanità”), convocato per il 19/20 aprile alla presenza di un gran numero di paleontologi umani (Juan-Luis Arsuaga, Yves Coppens, Giacomo Giacobini, David Lordkipanidze, Henry de Lumley e Marie-Antoinette de Lumley, Ian Tattersall) e di ricercatori che si occupano dello studio dell’evoluzione biologica e culturale umana. E’ la prima volta che, dopo il convegno del 2008 (Scientific Insights into the Evolution of the Universe and of Life”), si torna a parlare di evoluzione alla PAS. La seconda sarà una riunione del Gruppo di lavoro congiunto della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali (2-6 maggio 2014). Argomento dell’incontro sarà appunto “Umanità sostenibile, natura sostenibile”; vista la presenza del paleoantropologo Y.Coppens anche in questo convegno, è ragionevole ritenere che la sostenibilità sia considerata nell’ottica dell’evoluzione umana.
Gli organizzatori (P.S. Dasgupta, V. Ramanathan, R. Minnerath) infatti sanno bene il significato di un indicatore come il PIL, e che “il PIL aumenta anche se le foreste vengono disboscate“, per cui credono che “l’Umanità abbia urgente bisogno di reindirizzare il proprio rapporto con la Natura in modo da promuovere un modello sostenibile di sviluppo economico e sociale”. Quindi essi “…propongono di visualizzare gli interscambi dell’umanità con la natura sulla base di tre bisogni umani fondamentali tra loro collegati – alimentazione, salute e energia – e chiediamo alle nostre rispettive Accademie di collaborare, invitando esperti delle scienze naturali e delle scienze sociali per parlare dei vari percorsi per soddisfare queste esigenze, sottolineando gli ostacoli che la Natura si trova ad affrontare”.

 

18/3/13-USA

·        Sta avviandosi verso la conclusione il processo che sta portando ad approvare, negli USA, i nuovi standard didattici; vengono revisionati circa ogni 10 anni, utilizzando procedure di consultazione a tutti i livelli.
Il centro di gestione di questo processo è il sito web Next Generation Science Standards. Come viene indicato nel sito, il processo di creazione dei NGSS è iniziato qualche anno fa dal volume “Framework for K–12 Science Educationsviluppato dal National Research Council e pubblicato nel 2012 dalla NAP.

 

17/3/13-IT

·        Il tema del diploma in chimica del nuovo papa, un gesuita, ha suscitato un certo interesse e tentativi di approfondimento sul rapporto fra la chiesa cattolica, i gesuiti e la scienza. Se ne parla in un sito italiano dedicato alla scienza con un post (“La scienza dei gesuiti”) in cui si evidenzia sia il tradizionale interesse per l’astronomia (molti sono infatti i religiosi che da più di un secolo si occupano anche professionalmente di astronomia, grazie anche alla decisione ottocentesca di costruire perfino un osservatorio astronomico papale a Castelgandolfo) che il grande interesse per l’evoluzione della vita e dell’uomo. L’articolo cita non solo il gesuita paleoantropologo Teilhard de Chardin, che certo ha avuto e continua ad avere qualche serio problema rispetto all’ortodossia, non potendo più abiurare, ma anche il gesuita De Rosa, recentemente scomparso.
Nell’articolo, oltre a chiarire che, “mentre sulle pagine di giornali come Il Foglio c’è ancora chi definisce l’evoluzionismo come una teoria senza fondamenti”, si precisa, citando un articolo di De Rosa del 2005, che “i gesuiti da tempo l’hanno fatta propria”.
Le principali frasi dell’articolo vengono riportate, premettendo che “per qualcuno appariranno sorprendenti”.
Non dimentichiamo che comunque già nel 2004 un documento ufficiale firmato dal card.Ratzinger aveva ammesso l’origine comune di tutti gli esseri viventi, un’idea che già circolava alla fine del 1700 ma che oggi è stata ben dimostrata e ripetutamente confermata dai biologi evoluzionisti.

·        Un articolo su La stampa informa di un'iniziativa che si svolgerà oggi ad Asti nell'ambito del Darwin Day all'Università.
Lodovico Galleni e Francesco Scalfari
discuteranno di "Equilibri della natura e stabilità della biosfera" evocando la figura di un paleoantropologo gesuita, Teilhard de Chardin, a cui la chiesa cattolica non ha perdonato il tentativo di scovare nuove vie e interazioni originali fra scienza e teologia sul tema dell'evoluzione umana; un argomento che lo ha interessato per tutta la vita, portandolo a formulare ipotesi ritenute errate e in conflitto con la teologia cattolica.
Non si è arrivati a inserire i suoi testi nell'Indice dei libri proibiti (come è successo a Erasmus Darwin) ma è ancora perseguitato da un monitum che tuttora ostacola la lettura dei suoi testi, in gran parte pubblicati solo dopo la sua morte,

 

17/3/13-RU

·        Oggi c’è stata una contestazione al Museo di Storia Naturale di Mosca intitolato a Charles Darwin (State Darwin Museum). Non era Lysenko o un qualche stalinista nostalgico. Era un ortodosso nostalgico, che ha steso uno striscione inneggiante al creatore del mondo, ha cantato inni religiosi, e ha dichiarato, ma in questo non è isolato, che la teoria dell’evoluzione sarebbe addirittura “un mito pseudoscientifico”.
Come si racconta su un giornale USA di oggi, Carisma News (“Russian Orthodox Activists Denounce Evolution at Moscow Museum”), un suo sostenitore riferiva che non avesse le idee del tutto chiare, in quanto era contento di aver fatto “scacco matto” agli atei in occasione 7522° anno dalla creazione del mondo. Già queste dichiarzioni incoerenti aiutano a capire come quasi sempre i creazionisti si illudono di riuscire a mimetizzarsi fra gli antidarwinisti; sempre che riescano a capire la differenza; la convivenza è infatti molto pacifica.

 

16/3/13-UK

·        Nel blog dell’università di Oxford si parla dell’Oxford Literary Festival organizzato dal Sunday Times e in svolgimento in questi giorni.
Fra i partecipanti al festival c’è la storica della scienza Patricia Fara, che il 21/3 interverrà presentando i contenuti del suo ultimo libro: Erasmus Darwin: Sex, Science and Serendipity (Oxford University Press, 2012). [Qui c’è l’Introduzione (pdf)].
Tema dell’intervento sarà quindi il poliedrico Erasmus Darwin, non solo medico e nonno di Charles ma anche un illuminista molto impegnato a creare e diffondere nuove idee in molti campi, sia nella scienza che nella politica e nella religione.
Charles Darwin, pur dissociandosi in parte da suo nonno che, per le idee originali e un po’ fuori tempo, attirò forti critiche e ironie, ha poi comunque utilizzato e rielaborato non solo le sue posizioni contro la schiavitù e in favore delle donne, ma anche le intuizioni sull’origine comune e quindi sull’evoluzione degli esseri viventi pubblicate, in versi, nel suo volume “Zoonomia” del 1794 e nel postumo The Temple of Nature.

 

15/3/13-IT

·        In un articolo ("Domani il Darwin Day 2013") nel sito online QuiPerugia.it si annuncia che il Centro di Ateneo per i Musei Scientifici (Cams) dell’Università degli Studi di Perugia propone " I Bombi, Darwin e… i Marinai! Tra avventura e gioco nel mondo dell’evoluzione”, un laboratorio didattico per ragazzi dai 6 agli 11 anni. i giovani partecipanti potranno acquisire familiarità con i grandi temi della teoria dell’evoluzione, per scoprire i segreti che regolano la vita di piante ed animali e naturalmente anche… di noi stessi!

·        GROSSETO – “Darwin, l’evoluzione e l’educazioneapre il ciclo di eventi 2013 al Museo di storia naturale della Maremma. L’appuntamento con il Darwin day è fissato per sabato 16 febbraio, alle 17.30, nella sala conferenze del museo in strada Corsini.
Relatori dell’incontro saranno Giorgio Narducci del Circolo SJ Gould di Roma e Marcello Sala, guida di educazione ecologica e formatore di educatori in ambito ambientale.

 

14/3/13-IT

·        FERRARA: Si intitola "L'uomo-scimia" la pièce teatrale con cui giovedì 14 marzo alle 21, alla Sala Estense, si concluderà il programma del Darwin Day 2013 promosso dal Museo civico di Storia naturale e dall'Università di Ferrara.

 

14/3/13-USA

·        ll biologo evoluzionista J.Coyne racconta nel suo blog ("A victory for real science over woo") come sia riuscito a far rimuovere dal canale di TEDx su YouTube un paio di video di TEDx conferences in cui si diffondevano informazioni pseudoscientifiche e non documentate. Dopo aver verificato questi due video, lo staff delle TEDx conferences ha motivato la decisione di spostare questi video al di fuori del sito ufficiale dei video delle TEDx conferences: "Both talks have been flagged as containing serious factual errors that undermine TED’s commitment to good science. The critiques of these talks need much clearer highlighting. All talks on the TEDxTalks channel represent the opinion of the speaker, not of TED or TEDx, but we feel a responsibility not to provide a platform for talks which appear to have crossed the line into pseudoscience." 

 

14/3/13-UK

·        Sembra che la casa di Darwin in questi giorni sia meta non solo di gente desiderosa di sposarsi in un luogo che ricorda la genialità di questo medico della fine del 1700, uno dei primi che (eravamo addirittura nel 1794) intuì quanto fosse ragionevole l’origine comune degli esseri viventi.
Contribuì in questo modo a fornire a Charles almeno uno dei tasselli con cui poi il nipote costruì una delle teorie più geniali e complesse, certo ancora aperta ai contributi dei tanti curiosi, ma esperti, che vogliano metterla alla prova in ogni suo aspetto.
In questi giorni a Lichfield, nella casa che fu di Erasmus Darwin, si è aperta la “Inventions Exhibition”. Fra le opere esposte c’è un modello di un uccello di tre metri e una macchina parlante, costruite secondo le idee di Erasmus D.: “Models show him grappling with concepts such as mechanical flight and a speaking machine. I wonder whether the people of Lichfield knew then what a scientific and engineering genius they had living in their midst”.
Curioso il fatto che i visitatori siano accolti nella sua casa da una scultura che lo ritrae a sbirciare da dietro ad una finestra….

 

13/3/13-IT

·        [da Pikaia] Il 20 febbraio, all'Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Biologia Via Celoria, 20 - ore 14.30-17.30 con coffee break Aula B7), si terrà un'interessante conferenza con ospiti Massimo Pigliucci e Stuart Newman, che parleranno di 'Evoluzione biologica e evoluzione culturale'

·        Guida galattica per biologi teorici (MASSIMO PIGLIUCCI, New York University)

·        Physico-Genetic Determinants in the Evolution of Development (STUART NEWMAN, New York Medical College)

Introduce e modera MARCO FERRAGUTI, Università di Milano

·        V.Silvestrini, direttore della Città della Scienza di Napoli ha annunciato oggi (“Bagnoli, al via dal 13 aprile l'attività dello Science Centre”) che una parte della struttura riaprirà dal 13 aprile nell’area del Centro Congressi, non danneggiata. In questa zona si aprirà una sezione dedicata ai bambini, “che sono stati quelli più colpiti dalla violenza dell'incendio e che ci stanno vicino con affetto ma anche con proposte molto sensate e ragionevoli". [Forse allude alle proposte insensate e irragionevoli che sono uscite da qualcuno dei grandi?.]
La ripresa avviene anche grazie alle donazioni che arrivano alla fondazione che gestisce la struttura e al sostegno che arriva da molti soggetti che attribuiscono importanza alla cultura scientifica o all’economia, non certo florida, della zona. I sindacati Cgil, Cisl e Uil di Napoli hanno scelto Città della Scienza come location per la prossima festa del lavoro. Un'iniziativa tesa a dare "un segnale forte di speranza e rinascita alla città, ai lavoratori, ai giovani", sottolineano le organizzazioni sindacali.

 

13/3/13-RDCONGO

·        Diverse organizazioni naturalistiche che si occupano della conservazione dei gorilla di pianura hanno recentemente messo a punto con il governo della RD del Congo un piano per cercare di garantire una maggiore protezione ai gorilla di pianura che vivono in zone piuttosto turbolente e che non sempre vengono protetti e rispettati da popolazioni in evidenti difficoltà anche per la loro sopravvivenza.  Ne parla un articolo su Science Daily (“Gorillas Caught in the Crossfire in the Democratic Republic of Congo”).

·        Nella stessa pagina si può leggere un’altra buona notizia (“New Park Protects 15,000 Gorillas”): stato istituito il 28 dicembre scorso (nella Repdel Congo, però) un nuovo parco per proteggere i 15000 gorilla di pianura che vivono nell’area ora protetta dal Ntokou-Pikounda National Park, che copre un’area di 4500 kmq e ospita anche circa 1000 scimpanzè e 800 elefanti di foresta. Il supporto scientifico all’intervento è garantito dalla Wildlife Conservation Society- Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology. E’ un’organizzazione europea e quindi ha bisogno di un sostegno politico ed economico da parte degli europei .

 

13/3/13-VA

·        Oggi è avvenuta l’elezione del nuovo papa, il card.Bergoglio. John Allen (corrispondente remono per il National Catholic Reporter)  il 3/3/13 raccontava (“Profile: New pope, Jesuit Bergoglio, was runner-up in 2005 conclave”) che, al contrario di Darwin che raggiunse un enorme successo e diede un grande contributo all’evoluzione culturale umana dopo che cambiò idea sull’iniziale intenzione di diventare pastore, il card.Bergoglio trascurò presto i suoi interessi per la scienza (era perito chimico; secondo il suo CV ufficiale nel sito dell’attuale posto di lavoro, non ottenne anche una laurea in chimica che qualcuno gli attribuisce) per seguire un altro percorso, iniziato entrando fra i gesuiti ma non ancora concluso.
Anzi, dopo la sconfitta al ballottaggio del 2005 è diventato ancora più impegnativo, in un mondo che, un po’ troppo nervosamente, si sta trasformando.
Anche il New Yorker dedica un articolo all’elezione del nuovo papa (“Pope Francis the Reformer?”), facendo capire ai suoi lettori perché fosse stato scelto qualcuno che, pur con genitori piemontesi,  venisse almeno da un posto molto lontano dall’Italia e da Roma.

 

12/53/13-IT

·        Interessante articolo (“Charles Darwin”) di Roberto Gervaso sul Messaggero, che racconta come, a più di 70 anni abbia scoperto di Darwin grazie alla lettura di un libretto che è riuscito a farsi largo e a farsi notare fra il ciarpame (così lui chiama i numerosi libri identificati come “manoscritti, saggi, biografie, romanzi, raccolte di poesie, commedie, sceneggiature, tesi e madrigali”) che ingombra il suo tavolo.
Visto l’elenco è facile, anche se non per tutti, immaginare che possa davvero essere rimasto colpito (“fra tanto ciarpame un’autentica chicca”) da un libretto che racconta il contributo dato alla cultura umana da uno di cui ammette di saper poco.
Il resto dell’articolo, in cui quasi si dimentica del libro, è un’esaltazione di Darwin, anche se piena di semplificazioni, di imprecisioni e di riflessioni che Darwin si è ben guardato di fare (“con Darwin finivano in soffitta e veniva archiviata per sempre la teoria creazionista, che ancora la chiesa predica e sostiene. La Bibbia non è più un’autorità indiscutibile. E’ una bellissima favola che tutti i cristiani citano e pochi hanno letto”); comunque anche se le avesse fatte, lo scisma anglicano e quindi i confini religiosi avrebbero impedito quello che Gervaso oggi crede fosse stato per secoli il raffinato rapporto fra la chiesa e la scienza: “Se la curia romana ne avesse avuto ancora il potere, avrebbe volentieri spedito lo scienziato inglese sul rogo, come Giordano Bruno nel 1600”.
Non è chiaro se potrebbe essere utile una verifica incrociata ma, se qualcuno facesse arrivare sul quel tavolo un libro antidarwiniano, si potrebbe verificare quanto la risposta sia diversa da quella che si legge nell’ultima frase, finalmente riferito al libro e non a Darwin…,: “lo splendido saggio di Giovanna Carletti meriterebbe un’esposizione più vasta e commenti più approfonditi”.

 

11/3/13-RU

·        Giunge qualche notizia, per ora senza prove certificate almeno da articoli su riviste qualificate, dagli scienziati russi che stanno lavorando sul materiale raccolto dal febbraio dell’anno scorso nel lago sotterraneo Vostok in Antartide, situato a 3,768 metri sotto il ghiaccio e rimasto isolato dall’ambiente esterno forse da qualche milione di anni.
Si cerca infatti di controllare se ci siano tracce di vita, probabilmente costituita almeno da microrganismi.
Un articolo di oggi su ScienceInsider, della rivista Science (“Hold On: No Life Found in Vostok After All?”) riferiscono le notizie contrastanti che giungono dai ricercatori della base antartica che hanno recentemente (gennaio 2012) raggiunto il lago con le loro sonde, ma non hanno ancora pubblicato nulla delle scoperte effettuale, nonostante altri gruppi di ricerca stiano lavorando su probemi simili e proprio un mese fa sia stato raggiunto un altro lago sotterraneo in Antartide.
Il 7/3 si era saputo dall’agenzia Novosti di “‘Unclassified’ Life Found in Antarctic Lake – Researcher”. La notizia, riferita da un ricercatore del laboratorio di genetica di S.Pietroburgo, è stata ripresa anche su ScienzeInsider.
Il 9/3 sempre notizie dalla Russia informano invece che “No unfamiliar microorganisms found in Lake Vostok water – researcher”. Questa volta è il direttore del laboratorio di genetica di S.Pietroburgo che informa invece che loro hanno trovato per ora solo organismi contaminanti (“microorganisms from the bore-hole kerosene, human bodies or the lab”): "That is why we can't say that a previously-unknown bacteria was found".
Sembrano invece giungere da un blog del 3000 DC le notizie riportate in proposito su Repubblica proprio oggi (“Lago Vostok, vita dal passato remoto: Trovati ceppi di batteri non identificati"). La frase più intrigante dell’articolo è quella che, dietro un “forse”, ipotizza possibili confronti addirittura con la fauna microbica ancora da scoprire … dei satelliti di Giove e Saturno…: “Vita completamente diversa da quella finora identificata sulla Terra. E forse però simile a quella che si potrebbe rintracciare nelle acque subglaciali di Europa e Enceladus, satelliti di Giove e Saturno che si suppone presentino ambienti simili a quelli offerti dal lago in Antartide”. (!).
Come si saprà domani, per ora si fanno ipotesi solo sul passato di Marte (“Marte, l'annuncio della Nasa: In passato condizioni favorevoli a vita"; qui la fonte, dal JPL: “NASA Rover Finds Conditions Once Suited for Ancient Life on Mars”). A che serve correre (con la fantasia)? Cominciamo a ragionare sulla probabile presenza nel passato dell’acqua su Marte.
Non c’è dubbio che l’evoluzione della vita sia un tema che affascina, ma forse è presto per lanciarsi in ipotesi su quanto sia avvenuto nel sistema solare. Per ora.

·        In Antartide si stanno studiando altri laghi sotterranei, come il lago Whillans, raggiunto da ricercatori USA nello scorso gennaio (WISSARD project site).
Un recente articolo su Nature (“Lake-drilling team discovers life under the ice”) riferirebbe di un pullulare di microrganismi (“the scientists counted about 1,000 bacteria per millilitre of lake water”). saranno anche loro contaminanti? O vengono dai satelliti di Giove?

 

11/3/13-USA

·        Un articolo comparso nella sezione di scienze dell'Huffington Post ("Science & The Catholic Church: A Tumultuous History From Galileo To Stem Cells") cerca di sintetizzare il lungo ma soprattutto travagliato rapporto della Chiesa con la scienza fin dai tempi di Galileo. All'inizio dell’articolo si può leggere un intervento del Nobel Werner Arber, biologo molecolare e attuale presidente dell'Accademia Pontificia delle Scienze, l'assemblea più ricca di premi Nobel oggi esistente.
Dopo aver ricordato e spiegato l'inevitabile conflitto fra la scienza e la fede, quando non si rendono conto che tendono a conseguire un simile obiettivo anche se con strumenti ben differenti ("The natural sciences are in a steady search for truth, and so is theology") auspica che il prossimo papa finalmente porti la chiesa ad accettare che una scelta, che la scienza ha dimostrato essere casuale, possa costituire ancor oggi una condanna per il 50% delle persone che ogni giorno vengono al mondo.
Sarà paradossale, ma fu proprio un religioso esperto di biologia ma anche di calcolo delle probabilità, Gregorio Mendel, a scoprirlo per primo, anche se non tutti lo capirono in tempi brevi. Per verificarlo basta leggere la versione completa online del suo libro "Experiments in plant hybridization", che è tutto un tripudio di calcoli delle probabilità di comparsa di eventi casuali; la sua frase sul ruolo del caso, citata in italiano qui sotto il 20/2, è evidenziabile a pag.337; basta cercare le occorrenze della parola "chance".
Werner Arber spera infatti che il prossimo papa evidenzi quanto sia ingiusta questa penalizzazione basata su un meccanismo semplicemente casuale e non certo basata sul merito, visto che la scelta del sesso di ognuno avviene proprio al momento della formazione dello  zigote, nel primo secondo di un processo che può dare inizio, in quasi tutte le specie animali e vegetali alla vita individuale: "I do hope that this new pope [will recognize] things like equality between men and women. This would absolutely be justified from a science point of view".
Il tema ha suscitato una nutrita serie di commenti all’articolo.

 

11/3/13-THAI

·        Continua a Bangkok la conferenza COP 16 della CITES, iniziata il 3/4. La CITES è stata fondata 40 anni fa, nel 1973, in anni in cui si è finalmente iniziato a ragionare nell'unica dimensione, quella planetaria (certo stimolata dalla prima crisi nergetica )che permetteva di avere una visione chiara del mondo..
Come avverte Ian Redmond, con un tweet che linka un video diffuso proprio alla COP16, nel 2013 compie 40 anni anche la PPL (Primate Protection League), un'organizzazione che si (pre)occupa della sopravvinenza dei primati minacciati dall'uomo, tuttora diretta dalla dinamica fondatrice, Shirley McGreal.

 

10/3/13-IT

·        Per un giorno si può parlare, riguardo a Napoli e alla distruzione dolosa della “Città della Scienza”, del sostegno che viene dalla città di Napoli e dai suoi bambini che, a differenza di altri, la conoscono e l’hanno utilizzata: “Migliaia in marcia per la Città della Scienza. I bambini delle scuole: ridateci il nostro museo”.
Oggi si può dimenticare chi sembra preferire le critiche al ritardo delle azioni della camorra o il disprezzo del lavoro dei docenti delle discipline sperimentate nel museo (matematica, chimica, fisica e biologia).

 

9/03/13-IT

·        Sul sito web del National Geographic Italia si può apprezzare il trailer di un documentario ("Animal Top 10 - Il sesso") che andrà in onda lunedì 11 marzo alle 21:00 su Nat Geo Wild.
Sembra si voglia dimostrare che la violenza non sia l'unico  comportamento che risulta naturale per tutte le specie animali; questo è particolarmente evidente soprattutto nel bonobo (il Pan paniscus, una specie di scimpanzé). Dato che l'antenato che abbiamo in comune viveva solo 6/8 milioni di anni fa, è una delle specie a noi filogeneticamente più vicine.
Se già ai tempi di Linneo fosse stata una specie nota, sarebbe stata sistemata fra l'uomo e le altre antropomorfe. E' quindi ragionevole che il DNA sia molto simile al nostro (al 98%),  ma anche che non ci siano altre specie animali che usino il sesso non solo per le esigenze riproduttive ma anche per mantenere un clima positivo e collaborativo all'interno del gruppo, riducendo le tensioni che rendono difficile la collaborazione e quindi la comunicazione.

 

9/3/13-THAI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

·        In occasione della riunione a Bangkok della CITES (Convention on International Trade in Endangered Species; twitter), la Great Apes Survival Partnership (GRASP) dell'UNEP (United Nations Environmental Programme) ha presentato un interessantissimo report ("STOLEN APES", più preoccupato e preoccupante di quanto ci si aspettasse) sui rischi di estinzione delle scimmie antropomorfe. se ne parla in un blog di scientific American. "Great Apes in Crisis: Thousands Poached and Stolen from the Wild Annually". Consiglio la lettura del report, ampio, aggiornato e documentato (si possono vedere le poco note rotte del commercio internazionale dei primati).
Non so se i camorristi e il giornalista del Foglio che li ha criticati per il loro scarso tempismo vorrebbero far scomparire, oltre alla "Città della Scienza" di Napoli, ANCHE i luoghi di lavoro e il lavoro stesso di chi ci permette di conoscere quello che forse non dovremmo: i  dati che dimostrano come l'uomo stia spingendo  all'estinzione queste specie di straordinaria importanza e interesse. Purtroppo il limitato tasso riproduttivo di queste specie (hanno un unico figlio ogni 4/6 anni) non contribuisce alla loro sopravvivenza.
Da un loro antenato  ha avuto origine la linea evolutiva umana, ma il report riferisce che ogni anno 3000 scimpanzè, bonobo, gorilla e oranghi vengono uccisi o catturati ogni anno per ricavarne poche decine di dollari.
Per chi volesse mantenersi aggiornato sulle notizie che provengono dalla prima linea di chi cerca di controllare, con interventi anche a favore delle popolazioni locali, gli effetti della pressione antropica sui territori in cui sopravvivono queste specie, può collegarsi con il twitter di Ian Redmond, un primatologo e conservazionista. Da trent'anni si muove per le foreste del pianeta, ma in paerticolare dell'Africa tropicale, occupandosi soprattutto di gorilla e di antropomorfe. Per quest'attività si è guadagnato l'Order of the British Empire e l'anno scorso è stato istituito dal GRASP il Ian Redmond Conservation Award, "to develop and inspire young conservationists working to protect great apes and their habitat in Africa and Asia".

 

8/3/13-IT

·        Inaugurazione delle nuove sale del Museo Regionale di Storia Naturale di Torino, realizzate secondo il progetto di Giorgio Celli. Un' ampliamento con ristrutturazione costato 5.5 milioni di euro, in gran parte messi a disposizione dal Fondo Europeo per lo sviluppo Regionale. Se ne parla in un articolo ("Le tracce di Darwin al Museo di Scienze")su La Repubblica (edizione di Torino).
Con un'ardita e sintetica frase ("Ci fosse Charles Darwin,  ... saprebbe spiegare come in natura tutto si tiene e l'ecosistema planetario di oggi, con quel che rimane della biodiversità, è un complesso meccanismo di interazioni dove niente accade per caso, ma è il risultato di un lungo cammino chiamato evoluzione") la giornalista mette in evidenza sia il drammatico problema della distruzione recente della biodiversità che i dubbi di Darwin sul ruolo del caso nell'evoluzione biologica e in particolare nella trasmissione ereditaria.
Questi dubbi sono rimasti fino alle dimostrazioni del ruolo indiscutibile del caso non solo nei fattori abiologici ma perfino nei meccanismi biologici che gestiscono la trasmissione dei caratteri ereditari; il merito di questa scoperta è da attribuire alla geniale curiosità di Mendel, un naturalista che ben conosceva anche il calcolo delle probabilità; purtroppo le sue dimostrazioni vennero riscoperte solo molti anni dopo.   
La nuova area del Museo "si articola in tre macro aree: "La diversità della natura" ...., "Adattamenti ed evoluzione" ...,  e "Le foreste del Madagascar". Il Madagascar è un'isola che si è progressivamente staccata, con la sua flora e la sua fauna, dalla zolla continentale africana, che poi ha ospitato ovviamente un'evoluzione indipendente, iniziata certamente con eventi di speciazione a tutti i livelli, ma soprattutto conservando isolate forme viventi in alcuni casi caratterizzate da elementi ancestrali, come è appunto avvenuto per i primati.

·        Su Pikaia una fin troppo educata risposta ("Dovevano bruciarla prima?!?") di Maurizio Casiraghi, presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica (SIBE), all'articolo comparso  il 7/3/13 sul Foglio riguardo alla tardiva distruzione (questa forse era solo macabra ironia e non apologia di reato) della Città della Scienza di Napoli.
Anche in questo articolo comunque l'ultima frase forse non piacerà a tutti: "Solo su una cosa Langone ha ragione, noi non discendiamo dai primati. Con buona pace del giornalista e di chi ancora non l’ha capito, noi siamo dei primati". Non è sempre facile trovare qualcosa di condivisibile in chi non capisce (perché non conosce) l'evoluzione, ma M.Casiraghi l'ha trovato.

·        E' comparsa oggi su IL DENARO un'intervista ("Langone risponde alle critiche sulla "Citta’ della Scienza") all'autore dell'articolo (“Dovevano bruciarla prima”) che sembra appoggiare l'ultima impresa della camorra.

·        Anche qualche premio Nobel interviene per indirizzare meglio le reazioni all’incendio della Città della Scienza di Napoli. Lungi dal complimentarsi con gli autori dello sfregio o dall’accodarsi a chi non apprezza che anche qualche scienziato italiano abbia fornito contributi utili per l’evoluzione culturale, esprime il suo sconcerto e il suo sostegno ("una città della scienza per definizione non ha limiti e non ha frontiere, il pensiero scientifico è un pensiero di apertura e di progresso ed è particolarmente in periodi di crisi e di debolezza che le risorse razionali e costruttive si devono  mettere al servizio della società. Mi auguro che Vittorio Silvestrini mantenga il coraggio, l'entusiasmo e la lungimiranza che hanno caratterizzato il suo operato fino ad oggi e che dalle ceneri possa presto rinascere una  nuova e più vigorosa realtà: è possibile che entro qualche anno la  Città della Scienza - conclude Rubbia - risorga dalle ceneri : un grande movimento civile si può mobilitare intorno a questa importante sfida sulla via della conoscenza e del progresso").
Si può ricordare che anche Rubbia, come i biologi evoluzionisti Cavalli Sforza e Arber) fa parte dell’Accademia delle Scienze Pontificia (PAS) e ha partecipato a iniziative gestite dalle università pontificie.

 

8/3/13-UK

·        Su Nature un inserto speciale dedicato, in occasione dell’8 marzo, ai problemi che incontrano le donne nella ricerca (“Women in Science”).
Anche l'Economist approfitta della data per fornire indicazioni utili per le donne che fossero costrette a cercare fortuna in un paese straniero: "The glass-ceiling index". Un grafico mostra chiaramente come il Giappone, ma soprattutto la Corea del Sud siano assolutamente da evitare, a meno che non si sia alla ricerca di sfortune peggiori. 
Molto meglio orientare la prua verso la Nuova Zelanda, dove è minore il differenziale rispetto ai salari maschili.

 

7/3/12-IT

·        Un articolo sul Foglio (“Dovevano bruciarla prima”) accredita oggi l’ipotesi dolosa per la distruzione della Città della Scienza di Napoli, anche se il giornalista si permette di aggiunge qualche personale critica sulla scelta dei tempi, che giudica un po’ irrazionale.
Fra le motivazioni attribuisce una certa importanza anche ad un fatto che ignorava e sembra abbia scoperto da poco, con stupore: "Ho scoperto che nei capannoni dell'ex-italsider si propagandava l'evoluzionismo, una superstizione ottocentesca ancora presente negli ambienti parascientifici (evidentemente anche nei residui ambienti cantautorali). Il darwinismo è una forma di nichilismo e secondo il filosofo Fabrice Hadjadj dire a un ragazzo che discende dai primati significa approfittare della sua natura fiduciosa per gettarlo nella disperazione e indurlo a comportarsi da scimmia. Dovevano bruciarla prima la Città della Scienza".
Speriamo che non si accorga che l’evoluzione (sull’affinità con i primati Darwin non c’entra! Già nel 1700 Linneo, creazionista ma intelligente, classificò correttamente l’uomo fra i Primati!) si insegna anche nelle scuole pubbliche e religiose….
Se il suo articolo mostra un evidente sostegno alla pars destruens, già efficacemente realizzata con grande professionalità, mancano purtroppo le indicazioni di una eventuale pars ri-construens.
Sarebbe quindi indispensabile che creazionisti e sostenitori dell’intelligent design o dell’evoluzionismo teista, spesso volentieri ospitati dal Foglio, sentano l'esigenza dichiarire meglio ai comuni lettori i termini della questione e dove stiano le superstizioni, ottocentesche o medioevali; se non concordano, ovviamente…
Ricordo che già dal 2010 i musei scientifici erano inseriti fra le strutture e le iniziative culturali su cui effettuare risparmi, e questo può giustificare la precaria situazione economica. Anche nel 2010 sarebbe stato troppo tardi.

·        L’articolo comunque non è sfuggito al Corriere del Mezzogiorno; fra i commenti un lettore ricorda che il filosofo cattolico citato non festeggia l’8 marzo. Altri commenti sconcertati si possono trovare in rete, dove si capisce che alcuno non ha apprezzato un articolo che forse voleva apparire ironico nonostante l’attacco diretto alla cultura e a Saviano.

·        C'è un commento anche nel blog Infinite forme bellissime e meravigliose: "Ignoranza e antiscienza". In particolare si sottolinea la critica del giornalista al ruolo della Città delle Scienze, evidente nella frase "… la scienza è fatta di scoperte e che cosa abbiano mai scoperto a Bagnoli non è dato sapere". La struttura distrutta si occupava infatti di migliorare la "comprensione pubblica della scienza"; si occupava quindi di didattica della scienza, e questo non trova l'approvazione del giornalista, che comunque ha ben dimostrato anche di non apprezzare nemmeno i ricercatori scientifici che producono le scoperte che poi i musei e i docenti di scienze hanno il ruolo di diffondere.
Per carità, c'è addirittura chi cerca di presentare questo atto distruttivo verso Napoli e verso la scienza cercando di sostenere che sia un peccato veniale rispetto a quello degli scienziati che hanno fatto le scoperte (di matematica, chimica biologia e fisica) che venivano dimostrate alla "Città della Scienza"). Immagino gli applausi degli insegnanti di scienze, che rimarrebbero con ben poco da insegnare ... 

·        Anche il blog di Civiltà laica si permette di commentare

·        Interessante anche il commento sul blog sieditiescrividuelettere, dove un laureato in giurisprudenza (ma con master in comunicazione scientifica) è sconvolto dalla "stupidità di quest’uomo che boccia il darwinismo (magari il neo-darwinismo) come una superstizione ottocentesca ... esempio per tutti di come non essere")  

 

6/3/12-IT

·        L’articolo pubblicato oggi da Nature (“Tsunami triggers invasion concerns”) è molto interessante per chi voglia conoscere come possa nascere una nuova specie grazie all'isolamento geografico; si dimostra come decine di specie “aliene” siano state trasportate fino alle coste orientali degli USA su oggetti anche di grandi dimensioni strappati alle coste giapponesi in occasione dello tsunami. Questi oggetti sono centinaia (si stima che 1.5 tonnellate di materiale siano state trascinate in mare dallo tsunami); gli zoologi cercano di tenere sott'occhio tutta la costa nordamericana, ma non riescono certo a trovare tutti gli oggetti arrivati dal Giappone. Non è quindi certo che riescano ad identificare quali e quante specie animali e vegetali abbiano attraversato l’oceano e rischino di diffondersi nel nordamerica, un territorio che ancora non li conosce.
Finora sono state identificate 175 specie, fra cui 46 di alghe che probabilmente hanno già diffuso le loro spore.

 

6/3/12-IT

·        In occasione dell’apertura a Novara della mostra “Homo sapiens. La grande storia della diversità umana”, che spiega come oggi si ricostruisce l’evoluzione umana. Per chi non si accontentasse dell’anteprima on line, a Novara sono previsti alcuni incontri:

o       Il giorno prima dell’apertura, giovedì 7 marzo alle 21, ci sarà un incontro speciale gratuito con i curatori della mostra, il genetista Luca Cavalli Sforza e il filosofo Telmo Pievani all’Auditorium della Banca Popolare di Novara. Non una conferenza tradizionale, ma un evento suddiviso in due parti: prima un “talk show” in cui Cavalli Sforza dialogherà con gli studiosi che hanno collaborato alla realizzazione della mostra (Marco Peresani, geologo dell’Università di Ferrara, Elena Preda, linguista dell’Università di Bologna e Alfredo Coppa, antropologo dell’Università La Sapienza di Roma); poi la “lectio magistralis” di Telmo Pievani, nella migliore tradizione universitaria.
Il giorno dell’inaugurazione (8 marzo), ingresso scontato per il  50% (circa) dei visitatori.

o       Il giorno dopo l’apertura, sabato 9 marzo alle 14, ci sarà un’esclusiva visita guidata gratuita per i docenti delle scuole di ogni ordine e grado. La mostra Homo Sapiens

·        Dopo quelli dell’Evolution Day di Milano su Albert Wallace, si sono resi disponibili anche altri video delle numerose iniziative realizzate in Italia in febbraio (ma continuano ancora) per aggiornare o migliorare le conoscenze sull’evoluzione biologica che vengono fornite dalla scuola pubblica, spesso purtroppo in un momento tardivo e limitato (e prevalentemente non negli anni della scuola dell’obbligo) della formazione scolastica:

o       è stato pubblicato sul sito del Circolo UAAR di Padova il video della conferenza del prof. Alessandro Minelli, professore ordinario di Zoologia, Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, su “Evoluzione e sviluppo: il divenire delle forme viventi” nell’ambito del “Darwin Day – una giornata per la Scienza”. Un altro video di A.Minelli è stato registrato nel 2008 in occasione della conferenza stampa di presentazione del  convegno STOQ su Darwin organizzato dal card.Ravasi per festeggiare il centenario del 2009.  

o       è ora disponibile il video del Darwin Day organizzato dal circolo Uaar di Verona lo scorso 20 febbraio. Giorgio Vallortigara è intervenuto sul tema “Perché l’evoluzione ha creato dio (e non viceversa)”.

o       è ora disponibile il video del Darwin Day organizzato dal circolo Uaar di Torino lo scorso 13 febbraio. Edoardo Boncinelli ha presentato il suo libro “La Scienza non ha bisogno di Dio”.

 

5/3/13-UK

·        Oggi sono usciti su Lancet un report sugli aspetti epidemiologici della situazione sanitaria in Gran Bretagna (“UK health performance: findings of the Global Burden of Disease Study 2010”) e un commento (“GBD 2010 country results: a global public good”).
Il report si inserisce in un progetto di ricerca epidemiologico che prevede una copertura mondiale. Chi volesse avere un idea (i dati di molti paesi spesso sono poco affidabili e le statistiche non possono migliorarli) delle condizioni di salute dei 7 miliardi di Homo sapiens, può trovare nel sito dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) il tentativo di analisi comparativa: “The Global Burden of Disease”, che era stata pubblicata nel dicembre scorso.  (Qui una sintesi)
Analisi ripetute di questo tipo (… se i dati fossero affidabili) forniscono utili indicazioni su come procede in generale l’evoluzione della nostra specie ma anche su come migliorano (o peggiorano) nel tempo le disuguaglianze entro e fra le popolazioni.
Nel sito dell’IHME c’è anche una pagina interattiva che permette varie modalità di visualizzazione dei dati in archivio, che possono essere selezionati grazie alla possibilità di introdurre filtri per sesso, età, paese, anno, ecc.
Un articolo su “Annals of Epidemiology” che inquadra questo tipo di ricerche: “U.S. Burden of Disease–Past, Present and Future).

 

5/3/13-IT

·        Napoli: ieri sera sono in fiamme 4/6 della Città della Scienza [il link manda a una copia del 2012 della homepage ora scomparsa], l’unica grande struttura scientifica didattica interattiva realizzata in Italia e forse una delle migliori in Europa. Un grave danno per l’Europa e l’Italia, quindi, non solo per Napoli. (foto)

 

4/3/13-IT

·        Inizia oggi a Padova il primo corso di Filosofia delle scienze biologiche ospitato in un dipartimento di Biologia, tenuto da Telmo Pievani. Se ne parla su Controcampus (“Filosofia delle Scienze Biologiche – Univerisità di Padova: prima cattedra italiana di Filosofia delle Scienze Biologiche”).

·        In un articolo comparso su La Repubblica (“Il mestiere di Pietro”) il teologo V.Mancuso ragiona sul significato delle dimissioni del papa, riprendendo il ruolo della chiesa nel corso dell’evoluzione culturale negli ultimi due secoli, caratterizzati da novità che hanno modifiato l’approccio del mondo con i miti e con una realtà che si sta modificando sotto i nostri occhi. Da qui la crisi che inevitabilmente mette in difficoltà chi, davanti ad una platea di 7 miliardi di persone con mille saperi e mille verità, deve difendere “la verità”, una sola.
Secondo Mancuso “la rivoluzione biologica inaugurata da Darwin si è saldata con la rivoluzione morale e la rivoluzione antropologica, con tutti i travagli sull’etica sessuale, sulla bioetica, sulla struttura tradizionale della famiglia e sulla stessa identità umana, come mostrano le neuroscienze a causa delle quali l’antico dibattito sul libero arbitrio è tornato più attuale che mai”. 
Di qui la richiesta di una rivoluzione copernicana che deve coinvolgere (“rivedendo seriamente la concezione del potere”) chi ancora “possa ritenersi in possesso della verità”.

 

4/3/13-GABON

·        J.Coyne suggerisce di vedere un video di un paio di anni fa decisamente commovente: “Gorilla Reunion: Damian Aspinall's Extraordinary Gorilla Encounter on Gorilla. Mostra l’incontro, in una foresta del Gabon dopo 5 anni dalla separazione, fra Damian Aspinall e Kwibi. Il primo è un conservazionista, responsabile di un centro di recupero di gorilla in Inghilterra, mentre Kwibi è un gorilla di 10 anni che vive nelle foreste del Gabon, dove è stato liberato 5 anni fa da Aspinall. Kwibi infatti ha vissuto fino a 5 anni fa nel centro di Aspinall (Howletts Wild Animal Park e in particolare al Port Lympne Wild Animal Park). Il video è l’unico che mostra un gorilla libero nel suo ambiente che incontra di nuovo, dopo ben 5 anni, chi l’ha curato da piccolo. Non c’è dubbio che Aspinall abbia ottimi rapporti con i suoi gorilla, che non teme di usare anche come baby sitter.
Uno dei commenti nel blog associa questo video all’incontro, dopo un anno, del leone Christian con chi l’aveva gestito prima di riportarlo in Africa. 

·        A proposito del Gabon, uno degli ultimi paesi africani a subire l’assalto alle sue foreste, intatte fino a pochi decenni fa (come si capisce guardando le nuvolette su Google Maps), un post oggi sul blog di Scientific American (“Clearing Forests May Transform Local—and Global—Climate”) invita a non continuare a sottovalutare e trascurare una connessione che pochi sanno e vogliono cogliere. E’ quella fra le foreste tropicali, il clima e le risorse idriche che rendono possibile l’agricoltura e quindi la sopravvivenza delle popolazioni locali in molti paesi dei paesi tropicali in cui l’irrigazione artificiale rischia di essere impossibile da organizzare su aree enormi.
L’articolo riferisce degli effetti sull’agricoltura della distruzione della foresta di Mau in Kenya, che riduce l’evapotraspirazione delle piante, distruggendo fra l’altro anche "the perfect and only air-conditioning system on the planet".  L’articolo fa riferimento ai lavori di Jan Pokorny (qui alcune slides).
Per un articolo peer-review, si può consultare anche questo: “Land use change influences continental water cycle”, dove si può leggere che “evaporation from the Amazon forest is for more than 50% responsible for the rainfall in Peru, Bolivia, Argentina, Uruguay, Paraguay and southern Brazil, where it feeds crops and rivers. Similarly in Africa, the Congo forest exports tons of water through the atmosphere to the West-African countries”.
Per una presentazione convincente si può invece ascoltare questa TED conference (sottotitolata) sui rischi dell’invisibilità della natura per l’economia: “Pavan Sukhdev: date un valore alla natura!”, dove si illustra il ciclo dell’acqua in sudamerica, a cui allude la frase appena citata.

 

3/3/13-USA

·        [da Pikaia] Esce in questi giorni la traduzione italiana di Ontogeny and Phylogeny di Stephen Jay Gould, realizzata nel decimo anniversario della sua prematura scomparsa.
C’è in wikipedia una pagina sul libro, con link ad un Archivio (“ufficiale”?) di Stephen J.Gould con … pubblicità … CEPU… (casuale…?) e ad una SJG Library

 

1/3/13-USA

·        Un articolo su Business Insider (“Bill Gates Is Trying To Eliminate Polio, But Radical Islamists Keep Killing People To Stop Him”) informa di un problema che può avere ripercussioni, anche se speriamo limitate, sull’evoluzione umana: in quanto sembra sempre più difficile eliminare completamente dalla faccia della terra un virus che trasmette all’uomo una grave patologia, la poliomielite. Si sperava di poter ripetere con il virus della polio il successo ottenuto con il virus del vaiolo, eliminato nel 1977. Ormai il virus della polio è confinato in alcune località della Nigeria, Afghanistan e Pakistan e mancherebbe poco ad eliminarlo se la campagna di eradicazione non avesse trovato la resistenza dell’islamismo radicale presente in quelle zone. L’articolo riferisce quindi delle numerose vittime in Nigeria fra chi organizza le campagne di vaccinazione in queste zone. Lo stesso è avvenuto anche in Pakistan. E così in quelle aree le vaccinazioni vengono sospese e le infezioni aumentano nonostante nel mondo le vittime della polio siano ormai ridotte ad un migliaio rispetto alle 350.000 nel 1988.
Questa situazione impedisce quindi di eliminare anche questo virus letale o pesantemente invalidante.

 

1/3/13-IT

·        [da Pikaia] Il 6 e il 7 marzo a Milano si terranno due appuntamenti con A.H. Knoll dell'Università di Harvard, che si occupa delle prime fasi dell’origine della vita e che partecipa ai progetti della NASA per scoprire la vita (passata) su Marte:

o       6/3: Ore 10.30 - aula C06  via luigi mangiagalli, 25: “Systems paleobiology

o       6/3: Ore 14.30 - aula C06 via luigi mangiagalli, 25:  “Deep history of life” 

o       7/3: Ore 21.00 - Planetario di Milano Corso Venezia 57: “Was Mars a ever habitable planet”  (arrivare alle 20!)

Qui il programma

 

 

FEBBRAIO 2013

28/2/13-IT

·        A.Bandinelli sul Foglio sembra preoccupato (“In god we trust”) del fatto che i governi , in Europa e negli USA, abbiano deciso di dedicare ingenti risorse alle ricerche sul funzionamento del cervello, e cerca di sconsigliare inverstimenti per ricerche che potrebbero portare numerosi benefici in un mondo in cui si invecchia sempre più.
L’articolo evidenzia anche la preoccupazione che ormai nessuno più si lamenti che lo sviluppo della conoscenza scientifica (rappresentata oggi soprattutto dalle scienze biologiche, per cui non può mancare l’evocazione di Darwin) e delle tecniche siano “le radici del relativismo moderno, causa del declino e crisi dell’”occidente””. La preoccupazione principale sarebbe quindi che si possa “identificare la materialità dei neuroni con quella che per molti potrebbe addirittura identificarsi con l’anima”

 

27/2/13-IT

·        [da Pikaia] Il 15 marzo si terrà all'Università di Parma un'interessante convegno (“Molecole, suoni e simboli: dalla comunicazione al linguaggio”) in occasione del Darwin Day 2013.

 

26/2/13-IT

·        E’ uscito in edicola il numero di marzo di Mente e Cervello, del gruppo Le Scienze; una parte del fascicolo è dedicato al tema “Nati per credere”, per cui si discutono gli elementi comuni, presenti in tutte le popolazioni umane che predispongono fin da bambini ad accettare un credo religioso. Il riferimento è ad un libro omonimo di Vittorio Girotto, Telmo Pievani e Giorgio Vallortigara. On line si può leggere liberamenet l’editoriale del direttore Marco Cattaneo: “Religiosi e soddisfatti? Questione di contesto”. A richiesta con Le Scienze di marzo si può acquistare anche un volume inedito in italiano: “Darwin alla prova. L’evoluzione vista da un matematico” (Codice Edizioni), di Gregory Chaitin.
Il matematico Chaitin affronta il problema della possibilità e difficoltà (visto l’evidente ruolo del caso, che controlla non solo eventi di tipo biologico. e delle infinite interazioni possibili entro e tra individui, gruppi riproduttivi, popolazioni, specie, ecosistemi) di un modello matematico che ci aiuti a interpretare meglio la teoria dell’evoluzione attuale.

 

26/2/13-USA

·        La NAP (National Academies Press) raccoglie in una pagina web (Evolution Collection) tutti gli ultimi volumi pubblicati sul tema dell’evoluzione biologica. Come al solito tutti questi volumi possono di solito essere scaricati gratuitamente in formato PDF.
Da notare in particolare i 5 volumi della serie In the light of Evolution e i volumi sui problemi didattici o sul confronto con il creazionismo, una visione antievoluzionista che difficilmente potrebbe svilupparsi, se non per ignoranza dovuta a carenze nei percorsi formativi scolastici o a pregiudizi antivaticani, in un contesto come quello cattolico, dove troviamo, grazie al papa che sta andando in pensione, addirittura un biologo molecolare neodarwinista (Werner Arber) presidente dell'Accademia Pontificia delle Scienze da un paio di anni.
La PAS spinge anche per un corretto inquadramento della biologia evoluzionistica nell’umanità attuale e futura: sta infatti preparando per il maggio 2014 un Joint Workshop of the Pontifical Academy of Sciences and the Pontifical Academy of Social Sciences, 2-6 May 2014, su Sustainable Humanity, Sustainable Nature.

 

26/2/13-UK

·        Un articolo nel sito della BBC News del Galles cerca di spiegare i diversi motivi per cui è logico farsi la seguente domanda: "Why does Charles Darwin eclipse Alfred Russel Wallace?". Fra i  primi motivi, sia per importanza che in ordine di tempo ci fu il libro che scrisse Wallace sul "Darwinism: An Exposition of the Theory of Natural Selection with Some of Its Applications". Che fosse stato proprio lui l'inventore del termine "darwinismo" non ha certo contribuito a farlo ricordare come coscopritore della teoria dell'evoluzione nella sua forma originale e parecchio incompleta.
Sopravvisse poi a Darwin ancora per numerosi anni (dal 1882 al 1913) senza approfittare anche del fatto che in quel periodo fosse rimasto
"the most famous living biologist in Britain".
Il problema che non si dia troppa importanza a Wallace rimane serio soprattutto per chi deve dare l'incarico allo scultore che dovrà costruire la prima statua in bronzo a grandezza naturale: la raccolta fondi langue e c'è il rischio che si debba ripiegare su un busto, anche se si spera di poter raggiungere l'obiettivo rinviando la scadenza della raccolta di fondi,. Intanto comunque sono numerose in tutto il mondo le iniziative ("Wallace100 events" nel sito web "Wallace 100" gestito dal Natural History Museum di Londra) previste per il 2013, in occasione del centenario della morte.
Insistere nel dare comunque importanza alla biogeografia, di cui Wallace è considerato il padre, è comunque utile, soprattutto perchè si mette in evidenza uno dei meccanismi che in molti casi inevitabilmente porta alla speciazione, l'isolamento geografico; curiosamente questo fattore viene talvolta sottovalutato o negato da chi più che antidarwinista dovrebbe essere più correttamente definito e indicato come antiwallacista; non è facile negare la "linea di Wallace", una barriera quasi invalicabile fra faune e flore diverse .... la comparsa di nuove specie da popolazioni che non si possono più incontrare rende obbligatoria la nascita di una nuova specie.   

 

23/2/13-IT

·        [da Pikaia] La mostra Homo Sapiens si sposterà presto a Novara: tra l'8 marzo e il 30 giugno 2013, la mostra "Homo Sapiens. La grande storia della diversità umana" si trasferisce a Novara

·        [da Pikaia] I video di tutte le conferenze dell'ultima edizione dell'Evolution Day di Milano sono online

·        Sul Foglio è comparsa una recensione ("Nè con Dio nè con Darwin")  del recente volume del filosofo Thomas Nagel ("Mind and Cosmos"). 

 

21/2/13-USA

·        [da Pikaia] Darwin Manuscript Project: DARBASE: tutti i manoscritti di Darwin finalmente online!

·        [da NCSE] Ci sono anche i premi per gli amici di Darwin, e sono stati assegnati quelli per il 2013. Un paio non particolarmente originali (Sean B. Carroll, Professor of Molecular Biology and Genetics all'University of Wisconsin e Vice Presidente for Education dell'Howard Hughes Medical Institute e Jay Labov, senior advisor per l'educazione e la comunicazione della National Academy of Sciences e del National Research Council) e un premiato invece piuttosto originale: si tratta di Baba Brinkman, autore della "Rap Guide to Evolution". Cos'è?
In 2008, Brinkman was commissioned to write a new rap show about evolution by Professor
Mark Pallen, a Birmingham University microbiologist and author of The Rough Guide to Evolution. The result was "The Rap Guide to Evolution," a hip hop homage to Charles Darwin which Brinkman first performed in Britain for the Darwin bicentennial in February 2009 [da Wikipedia] Ora sulla teoria dell'evoluzione c'è perfino "the first peer-reviewed rap"!
Enjoy
!  
Qui si trovano i precedenti vincitori del premio Friends of Darwin.

·        Carl Zimmer ama sempre stupire i lettori del suo blog The Loom.
Nel suo ultimo post sembra voglia lasciarli a bocca aperta (ma forse sarebbe  meglio chiuderla!?) con i grandisssimi numeri ("an infinity of viruses").
Forse ricordandosi che i suoi lettori sono già abbastanza abituati ai grandi numeri come i 4.500.000.000 anni della terra o i 14.500.000.000 anni (circa) dell'universo, prova a spaventarli non con il numero di virus (10.000) che produce ogni cellula delle vie respiratorie quando abbiamo l'influenza, ma con il numero che produfrrebbe un intero influenzato: circa 100.000.000.000.000 di virus in pochi giorni.
Chi volesse sapere a questo punto quanti virus ci sono sulla terra, è meglio che vada a leggersi l'articolo ("Are we missing half of the viruses in the ocean?") di un gruppo di ricercatori delle Hawaii, che propone una cifra che è maggiore del numero delle stelle dell'universo, da poco triplicato (sarebbero circa 100.000.000.000.000.000.000.000). Ragionevole sentirsi osservati... ma non c'è dubbio che siano più i virus che le stelle che ci stanno a guardare. Un giorno anche questo link fornirà un indirizzo web? Per ora è silente...

 

21/2/13-IT

·        [da Pikaia] Il 27 e 28 febbraio si terrà a Roma all'Accademia dei Lincei il 40' Seminario sulla Evoluzione biologica e i grandi problemi della Biologia. Tema di questa edizione sarà il "Cervello in evoluzione"

 

20/2/13-IT

·        Poco da dire su una curiosa iniziativa svoltasi oggi a Verona per ricordare chi ha dimostrato per la prima volta che alla base dell'evoluzione biologica ci sono meccanismi casuali.
Darwin non era particolarmente interessato alle analisi quantitative, come non lo era la maggior parte dei naturalisti della seconda metà dell'800. Mendel invece lo era e cominciò ad accumulare tabelle di dati provenienti da centinaia di esperimenti (in 7 anni coltivò
28.000 piante di piselli!) con cui cercò di risolvere uno dei misteri che aveva angosciato tutti i naturalisti che nell'800 cercavano di spiegare l'evoluzione: dimostrò infatti che l’ereditarietà non è una mescolanza di caratteri (la teoria di Darwin non poteva stare bene in piedi con queste premesse errate), ma che i caratteri sono trasmessi da una generazione all'altra da unità distinte e che ogni essere vivente sessuato non solo ne possiede 2, ma che queste possono essere perfino diverse. Come e perchè questo avvenisse, era ancora troppo presto per scoprirlo e per capirlo.
Nello stesso tempo Mendel evidenziò l'importanza del caso nel mantenimento della variabilità biologica nelle successive generazioni, ma fu presto evidente che nessuno allora avesse capito bene cosa dimostrasse, tanto è vero che i risultati da lui presentati per la prima volta in una conferenza pubblica l'8/2/1865 (150 anni fra due anni!!) e pubblicati poi nel 1866 furono riscoperti e capiti solo nel 1900 (ma non ancora da tutti; forse 148 anni non bastano: "Un Mendel Day per celebrare la vittoria sul caso"!).
D'altronde Mendel, come anche Darwin prima di lui, ovviamente, ignorava numerose informazioni sui meccanismi riproduttivi (che e come i geni fossero fisicamente disposti su cromosomi, la mitosi, la meiosi, ecc.), che cominciarono ad essere conosciute e utilizzate solo negli anni intorno al 1900.
Sul ruolo del caso invece Mendel aveva le idee chiarissime:
"Dipende semplicemente dal caso - scriveva nei suoi Versuche über Pflanzenhybriden, Brno 1866 - quale dei due tipi di polline si unirà con ciascuna cellula uovo. Tuttavia, per la legge delle probabilità, nella media di molti casi avverrà sempre che ogni forma di polline si unirà con egual frequenza con ciascuna delle forme di cellule uovo [...]. I veri rapporti numerici possono risultare soltanto dalla media tratta dal maggior numero possibile di casi individuali; più grande è il loro numero, più facilmente si eliminano le perturbazioni accidentali". Spero che sia stato solo il giornalista a dare troppa importanza a qualcosa che si chiama "legge della probabilità" citata anche da Mendel; in realtà è una legge che indica la probabilità proprio degli eventi casuali, come ben sa chi aspetta un figlio e sa che può essere maschio o femmina, ma che ci sono anche probabilità che compaia casualmente qualche patologia sulla base di probabilità che dipendono dalla popolazione, dalla famiglia, ma ci può essere anche  e anche dal comune di nascita.
Lo spiega bene - a chi si accontenta delle "precise proporzioni matematiche" delle "successive mutazioni" (? generazioni?) -  il linceo e statistico Italo Scardovi nella pagina web della Treccani ("Misura della probabilità"), dove cita la precedente frase di Mendel per dimostrare come è proprio la scoperta del ruolo del caso nei meccanismi ereditari che ha permesso di capire anche quello che Darwin cercò inutilmente di spiegare: "Ancor più si è avvalsa e si avvale di probabilità statistiche la genetica, che da Johannes (Gregor) Mendel in poi ha visto tramandarsi i caratteri biologici delle specie attraverso le generazioni come in un gioco di dadi. Classificando ed enumerando i risultati di molte serie di ibridazioni di papilionacee, Mendel riuscì a svelare il meccanismo della trasmissione ereditaria dei caratteri e a darne le leggi: le leggi (statistiche) di una natura sorpresa a giocare a 'testa o croce'. Visto che la data non corrisponde alla data di nascita, e visto che si mettono in evidenza meriti diversi".  
Qui un aggiornamento sul contributo di Mendel e qui altro materiale didattico che dimostra come Mendel e le sue geniali e impegnative dimostrazioni del ruolo fondamentale del caso e della probabilità dei diversi eventi vengano costantemente insegnate a tutti i biologi e ai naturalisti che frequentano  le università italiane.
Mi ha colpito notare come nelle numerose pagine, come questa, in cui si spiega la genetica mendeliana si incontrino ripetutamente termini (come omozigote, eterozigote, dominante, recessivo, codominante, penetranza, espressività,  ecc.) che stranamente non si incontrano nei siti e nei blog dei [neo]creazionisti; sembra quindi comprensibile che essi non capiscano o ignorino concetti che sono fondamentali per interpretare ed accettare i meccanismi, anche se non soprattutto casuali, di creazione e mantenimento della variabilità.
Se davvero fossero rimasti alla biologia della prima metà dell'ottocento, le loro critiche potrebbero essere ragionevoli. Ma è certo ancor più ragionevole ignorarle; non è educato sospettare che ci sia ancora in giro qualche "premendeliano" o perfino qualcuno che ignora che ci siano, negli organismi diploidi, più copie (certamente due, ma probabilmente molte di più, dell'informazione genetica).
Come anche Google sa dal 2011, Mendel (Gregor) viene festeggiato il 20 luglio, anniversario della nascita. E così fanno, con costanza variabile, dal 2008 (nella data corrispondente alla nascita, sua e non di Darwin) i botanici dell'Andhra Loyola College (Vijayawada, Andhra Pradesh, India); gli unici ad aver finora pensato ad un'iniziativa comunque utile, ma non stimolata dall'esistenza di iniziative antimendeliane, magari riccamemte finanziate o ideologicamente motivate come avviene nel caso della teoria dell'evoluzione (confermata anche grazie a Mendel, che fu uno dei primi a farlo!). Poi c'è stato a Vijayawada il secondo Mendel's Day, ma solo nel 2011, e anche il terzo, questo, nel 2012. Se gli indiani a luglio lo festeggeranno ancora, sarà il però il quinto, e qualcuno dovrebbe avvertirli. 
Nessuno, almeno fino ad oggi, aveva mai pensato di negare o mettere in discussione l'importanza di Mendel (Gregor) nell'aver dimostrato il "gioco di dadi", con una delle più importanti fra le scoperte che hanno confermato a posteriori la teoria di Darwin, contribuendo a costruire quella che oggi è una ben più solida, anche se non definitiva, teoria dell'evoluzione.
Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio sul rapporto fra Mendel e il caso. può leggersi questo articolo sui "Modelli di trasmissione delle malattie genetiche" nell'uomo e immaginare di essere uno dei soggetti che [casualmente] viene indicato con un pallino colorato inserito in uno degli alberi genalogici presentati.
Sappiamo che "Le malattie ereditarie sono dovute a mutazioni, cioè modifiche della sequenza del DNA e sono trasmesse nelle famiglie con diverse modalità" ma anche che "Molte malattie umane sono ereditate come caratteri semplici e seguono le leggi di Mendel".
PS: Mi accorgo che l'articolo su Libero era stato scritto prima del convegno. speriamo che qualcuno abbia poi magari spiegato al giornalista che fu proprio Mendel, che aveva anche una seria preparazione fisico-matematica, h dimostrare il ruolo centrale del caso nella teoria dell'evoluzione.
Mendel fu comunque davvero incredibilmente fortunato: nel
monastero in cui entrò (raccomandato dal suo insegnante di fisica Friedrich Franz) nel 1843, diretto dall'abate Cyrill Napp, botanico anche lui, si "privilegiava l'impegno accademico alla preghiera". L'abate gli permise di coltivare molto meglio di prima i suoi interessi scientifici, per cui potè laurearsi sia in biologia sia in matematica.
Grazie ancora al sostegno dell'abate Napp studiò poi addirittura anche a Vienna, dove ebbe la fortuna di approfondire non solo botanica con
Joseph Andreas Nicolaus Unger ma anche fisica, matematica e statistica con Andreas von Ettingshausen e fu tanto apprezzato da divenire anche assistente di fisica.

 

20/2/13-USA

·        Il 23/1 facevo notare l'attività di un giovane studente universitario (Zack Kopplin) che si stava impegnando contro la legge della Louisiana, il Louisiana Science Education Act (LSEA) del 2008, che permettere l'insegnamento del creazionismo nelle scuole senza rischi per l'insegnante.
Oggi, a 19 anni e studente alla Rice University di Houstan, sta cominciando a diventare famoso anche nel Texas, un'altro stato USA con problemi simili all’evoluzione culturale a causa dei creazionisti.
Un articolo su Huston Press News ("
Zack Kopplin, The 19-Year-Old Face of the Anti-Creationist Movement") parla di lui, del suo precoce interesse per l'evoluzione e la natura (una foto lo mostra con il suo primo serpente fra le mani ...) e del prossimo impegno per impedire che anche in Texas si introduca un sistema di voucher che permetta di insegnare il creazionismo nelle scuole senza dichiararlo espressamente.
Zack è giovane ma ha comunque molto chiaro il motivo per cui i conservatori vogliono garantire, anche nel Texas, agli insegnanti la possibilità di criticare senza pericoli la teoria dell'evoluzione, pur senza dover proporre alternative altrettanto credibili e dimostrate: "if you create a voucher program, it seems unavoidable that you'll teach creationism".
Sono infatti motivazioni religiose quelle che muovono queste iniziative legislative in alcuni stati USA, dato che sono limitate ad alcune particolari questioni. Non è la normale richiesta di una discussione che si svolga come su un qualsiasi altro problema scientifico, gestita con il supporto di dimostrazioni o prove basate sul metodo scientifico e che compaiono quindi su riviste scientifiche qualificate e poi vengono confermate da ricerche successive. La richiesta non è mai quella di confrontare ipotesi scientifiche dimostrate, ma di poter contestare l’unica esistente e valida.
Un segnale del successo di Zack Kopplin, secondo un altro articolo dello stesso giornale di Houston ("
Rice Student's National Efforts Earn Scathing Rebuttal From Head of Creationist Museum"), è un articolo di un mese fa ("The Legacy of Brainwashing", su "Answer in Genesis") di un famoso creazionista "della terra giovane", Ken Ham, direttore del Kentucky's Creation Museum.
Oltre a ritrovare in questo articolo i soliti argomenti dei [neo]creazionisti, si evidenzia un punto che comunque segnala significative differenze rispetto alla situazione italiana. Probabilmente nè L.Spallanzani allora, nè F.Facchini oggi (Osservatore Romano, 2006)  approverebbero questo ragionamento errato di Ken Ham. "First, Kopplin makes the assumption that science has to be “naturalistic.” Now, there’s no reason that science must be naturalistic —this is simply an assertion made by Kopplin and atheistic evolutionists! And really, that’s the legacy of brainwashing".
Comunque Zack Kopplin un voucher personale l'ha appena ricevuto: sono i 10.000$ del "TroubleMaker Award 2012", assegnati "for his leadership and advocacy efforts to prevent the spread of creationism in publicly funded education". Secondo Kopplin "We need a Second Giant Leap for Mankind and we need a student movement of troublemakers and truth-tellers who are willing to stand up and speak out to make this a reality

·        L’accenno fatto ieri a Spallanzani, alle sue collezioni museali ancora visitabili a Pavia e Reggio Emilia e ai viaggi naturalistici suoi, di Darwin e di Wallace, forniscono la scusa per ricordare la fortuna che abbiamo oggi di poter avere a portata di mano molte delle informazioni che hanno permesso a questi naturalisti curiosi anche se poco informati di fare scoperte che hanno certo cambiato il modo di vedere e quindi di capire il mondo per gestirlo meglio.
Qualsiasi naturalista del ‘700, dell’800 ma anche del ‘900 sarebbe stato ben felice di poter utilizzare, magari anche da casa, il sito web di EOL (l’Enciclopedia of Life), che permette un ”global access to knowledge about life on Earth
”.
Si può infatti navigare per tutto l’albero della vita, osserrvarne la struttura e capire anche perché la struttura della classificazione linneiana fosse gerarchica e coerente quindi con le modalità scoperte da Darwin e sempre successivamente confermate, a cespuglio o “a corallo” secondo l’immagine che più piaceva a Darwin.
In più, rispetto ad altri siti web precedenti molto simili, come TOLweb (“Tree of life” web project, da cui provengono alcuni collaboratori) e  ADW (Animal Diversity Web), qui per ogni specie troviamo molte altre informazioni, fra cui  un archivio di immagini (e a volte anche video), e anche una mappa della distribuzione geografica, fondamentale per capire le cause dell’evoluzione. Tutto il materiale, destinato ad aumentare con la collaborazione di tutti, permetterà ad ognuno di diventare un piccolo naturalista, verificando le proprie conoscenze attuali con quelle ancora da acquisire.
Per cominciare, può buttarsi a verificarlo con un’antropomorfa  filogeneticamente vicina a noi e con una platirrina la cui evoluzione è stata resa inevitabile dalla deriva dei continenti. Nessuna specie coinvolta in fenomeni geologici di questo tipo può rifiutarsi di evolvere indipendentemente dalle specie rimaste in un'altra zolla continentale.
In ognuna delle pagine linkate ci sono numerose schede che permettono di approfondire le conoscenze sulla specie e le sue caratteristiche, sulle specie vicine, sulla distribuzione geografica, sugli articoli scritti su di loro.
Impressionante soprattutto la possibilità di verificare la difficoltà di inserire un processo evolutivo continuo in categorie di diverso livello; la situazione è estremamente complessa soprattutto a livello di specie e di sottospecie. E’ quindi uno strumento utile sia per la scienza che per la didattica (studenti e educatori), ma soprattutto per analizzare situazioni e progettare soluzioni che permettano la sopravvivenza della vita e della biodiversità sulla terra.
Impressionante la lista delle organizzazioni che si occupano di biodiversità in tutti i continenti e che intendono collaborare (per questo c’è il progetto iNaturalist) nella creazione di un archivio digitale aggiornato, completo, utile, e operativo.
Interessante la presenza di schede che, presentando le definizioni attualmente utilizzate (es. specie), permettono di diffondere un linguaggio e un sapere comune, evitando l'isolamento culturale di chi utilizza definizioni superate o personali.
Curiosa la scheda riferita ad Homo sapiens, con una rotazione delle immagini dei 223 esemplari presenti oggi nell’archivio digitale (solo un italiano è presente da un paio di mesi, ma è ancora in attesa di una dichiarazione di affidabilità (
as trusted on the "Homo sapiens" page) da parte dello staff di EOL.
Istruttiva è certo anche una visita alla scheda Hominidae (famiglia che comprende gli ominini e le scimmie antropomorfe), che rende conto del lungo percorso per giungere in quella posizione e dei numerosi eventi di speciazione a cui è andata incontro negli ultimi 25 milioni di anni una famiglia prima inesistente.
E' comunque impressionante verificare come, nonostante i vincoli a cui la storia evolutiva ha sottoposto questa famiglia, alcune sue specie sono riuscite a svincolarsi adattosi, grazie ad una serie di eventi gologici favorevoli, ad un ambiente completamente diverso rispetto a quello per cui erano predisposte, riuscendo addirittura ad acquisire progressivamente, con Homo sapiens una posizione dominante rispetto a tutte le altre specie esistenti. Complimenti...  
Immagino però che il massimo interesse si concentrerà sulla scheda con tutte le numerose specie del genere Biston.

 

19/2/13-IT

·        Sono stati interessanti oggi a Pavia (Lazzaro Spallanzani: l'esploratore dei confini della vita”) gli interventi del prof.U.Muscatello (uno dei componenti del comitato che ha curato con successo - e rispettando i tempi e i costi - l’imponente Edizione Nazionale delle Opere di Lazzaro Spallanzani) e del prof. P.Mazzarello, direttore del Museo per la Storia dell’Università
Ambedue hanno ricordato alcune delle caratteristiche che hanno fatto di questo scienziato un ricercatore straordinario, con una curiosità e una capacità e una costanza quasi inesauribili di indagare in modo metodico, e sperimentando senza risparmiarsi, ipotesi su problemi che si avvicinavano anche i confini della vita.
Non c'è dubbio che Spallanzani avesse ben chiaro quanto la ricerca e la sperimentazione continua per ottenere spiegazioni naturalistiche fossero l'unico modo per far progredire le conoscenze, smentendo e confermando con esperimenti ripetuti ossessivamente le ipotesi che circolavano allora per l'Europa (Spallanzani fu socio di accademie scientifiche ed ebbe contatti epistolari con molti altri ricercatori).
Curioso il particolare interesse per i meccanismi fisiologici alla base di processi complessi che toccano il confine stesso della vita e che ancora oggi, nonostante Spallanzani e Pasteur, qualcuno (come quelli che credono all’“Uncommon descent”) pensa di risolvere mantenendo in vita la generazione spontanea, come se si potesse ancora mettere in discussione anche l’origine comune di tutti gli esseri vissuti e viventi. 
Spallanzani fu anche uno dei primi naturalisti che, pur non trascurando le raccolte di animali, piante e minerali per la sua collezione privata e per il museo che fondò a Pavia nel 1771, attribuì un’enorme importanza ai viaggi di ricerca, che fece numerosi sia in Italia che, per un anno, in Turchia, anticipando i successi dei viaggi di ricerca dell’800 che indubbiamente furono indispensabili per capire la teoria dell’evoluzione.
Quel viaggio è stato descritto in un volume sempre di P.Mazzarello (“
Costantinopoli 1786: la congiura e la beffa. L'intrigo Spallanzani”) che dimostra quali fossero i rapporti di Spallanzani con alcuni colleghi invidiosi del suo successo (padre Gregorio Fontana, il canonico Giovanni Serafino Volta e il botanico Giovanni Antonio Scopoli). La vendetta di Spallanzani fu terribile e distrusse la credibilità soprattutto di Scopoli, che erroneamente classificò come una nuova specie (Physis intestinalis) delle frattaglie di pollo che gli furono sottoposte per l’identificazione. Non ci sono molti dubbi su chi avesse inviato l'esofago a Scopoli, visto che è certo che lo smascheramento dell'errore è dovuto ad uno scritto anonimo che viene attribuito con certezza proprio a Spallanzani... 

·        Qui alcuni manoscritti di Spallanzani dalla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia

 

19/2/13-USA

·        Google oggi ci ricorda con un suo doodle la creazione di un’altra grande idea che ha cambiato il mondo, spostandolo alla periferia di un sistema solare. Il 19/2 è infatti il 430’ anniversario della nascita (a Thorn, in Polonia) di Nicola Copernico. E’ recente la scoperta e l’identificazione, avvenuta per un pelo, del suo scheletro sotto la cattedrale di Frombork.
Anche lui è un grande scienziato che, come Darwin, dopo la morte ha trovato senza problemi (ma purtroppo senza una lapide) ospitalità in una cattedrale; in questo caso cattolica e non anglicana..
Il Commentariolus (scritto prima del 1514) fu il primo appunto di Copernico sulla teoria eliocentrica:.
De revolutionibus orbium coelestium fu pubblicato solo molto più tardi, nel 1543. Poi, con Darwin, cominciò ad essere troppo rischioso non avere fretta di pubblicare.

·        [da NCSE] Nel sito del National Center for Scientific Education si festeggia il decennale del progetto Steve, un'iniziativa in onore di Steve J.Gould considerata (e dimostratasi realmente tale) "the most formidable weapon in the fight against neo-creationism today"; si è infatti risposto in maniera "esagerata" ai sostenitori dell'ID che avevavo allineato qualche centinaio di laureati (in gran parte con scarso riferimento alle discipline in cui si trova chi capisce qualcosa di biologia ed evoluzione, come qualcuno ha poi verificato); si è contrapposto un elenco costituito solo da laureati dotati di dottorato scientifico e con il vincolo ulteriore che si chiamassero Steve o qualcosa di simile. In 10 anni si sono raccolte le adesioni di 1239 PhD scientifici con queste caratteristiche, presenti solo nell'1% deli americani.
Di fronte ad un elenco di 480 ingegneri, fisici e matematici (‘List of Intellectual Doubters of Darwinism’) abituati macinare numeri, processi deterministici e percentuali si è così presentata una rappresentanza dei 123.900 scienziati con PhD che invece non dubitavano dell'evoluzione e dei meccanismi che da 150 anni la spiegano. E proprio per questo ritenevano che "there is no serious scientific doubt that evolution occurred or that natural selection is a major mechanism in its occurrence," e valutavano quindi che fosse "scientifically inappropriate and pedagogically inappropriate" introdurre il crezionismo o l'ID nella scuola.

 

18/2/13-IT

·        Pochi sono stati gli scienziati con un riflesso naturalistico paragonabile a quello di Lazzaro Spallanzani (1729-1799). Nella sua vita esplorò ogni possibile confine della scienza settecentesca, particolarmente in campo biologico, dominato sempre da un'inesauribile sete di conoscenza rivolta alla totalità del reale, specialmente dove la natura è più ambigua e i fenomeni fisici più elusivi e sfuggenti.
Spallanzani fu anche un antesignano del concetto di viaggio scientifico, inteso come mezzo di esplorazione del mondo volto a coglierne le manifestazioni concrete nella loro realtà contingente e fattuale.

Ne parleranno il Professor Umberto Muscatello (Universita’ di Modena) e il professor Paolo Mazzarello (Universita’ di Pavia), martedi 19 Febbraio a Pavia alle ore 18.00 presso l’Aula Magna del Collegio Volta
: “Lazzaro Spallanzani: l'esploratore dei confini della vita”.

 

17/2/13-IT

·         L'Accademia Nazionale dei Lincei e il Centro Linceo Interdisciplinare Beniamino Segre mercoledi 27 e giovedi 28 febbraio 2013 presentano il loro XL Seminario sulla Evoluzione Biologica e i grandi problemi della biologia; dedicato annualmente a docenti e studenti della scuola secondaria e a cultori delle discipline biologiche, il percorso formativo come quest'anno affronta il tema dello sviluppo del cervello umano, e di come le teorie evolutive possano spiegarne le complesse caratteristiche strutturali e funzionali. Le lezioni, seguite da discussione, sono destinate agli studenti e ai professori della scuola secondaria e ai cultori delle discipline biologiche. Programma.

 

15/2/13-IT

·        [da Micromega] Da oggi online il nuovo eBook di MicroMega: “Controversia su Dio” di Joseph Ratzinger e Paolo Flores d’Arcais. E' la trascrizione integrale e testuale (a 0.99€) dello straordinario confronto che si è svolto nel corso dell’Anno Santo, il 21 settembre del 2000, al teatro Quirino di Roma tra l’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (l’ex Sant’Uffizio) e il direttore di MicroMega (moderato da Gad Lerner), dal titolo «Dio esiste?».
Il dibattito si svolse dopo uno storico numero di Micromega (2/2000: "Filosofia e religione") dedicato all'Enciclica "Fides et ratio", contenente anche un contributo del cardinal Ratzinger.

 

14/2/13-IT

·        [da Pikaia] La storia del pensiero biologico dagli antichi filosofi ai giorni nostri, vetrina dello scontro tra evoluzione e nuove forme di creazionismo, nel nuovo libro di Piergiacomo Pagano ("The history of thought on biological evolution: with reflections of environmental philosophy"). E' disponibile la versione inglese in PDF e quella cartacea  a pagamento.

·        [da L'Ateo 1/2013] Il primo numero del 2013 della rivista dell'UAAR è in buona parte dedicato al problema dell'evoluzione umana ("Essere Umani"), introdotto da F.D'Alpa con una domanda che, non dimentichiamolo, sul nostro pianeta nato 4.5 miliardi di anni fa circola solo da pochissimo tempo, al massimo 200.000 anni ("Cos’è l’uomo? Cosa ci rende umani?"). Alcuni degli articoli sono liberamente consultabili on line: La grande storia della diversità umana di Marcello Buiatti e Una storia naturale della coscienza di Telmo Pievani

 

13/2/13-IT

·        A Milano oggi ci sarà anche un Darwin Day dedicato alla signora Darwin. Verrà infatti presentato dall'autrice, alle 14 al liceo Beccaria, il libro su Emma Wedgwood Darwin. L'opera, uscita il 6 febbraio per Sironi editore, è di Chiara Ceci, naturalista a Cambridge presso la Royal Society of Chemistry.
Il suo lavoro può essere seguito e valutato sul sito http://www.emmadarwin.it/. Chi non potesse oggi, può andare domani 14/2 alla Biblioteca Ambientale di Cassano d’Adda alle 18:30

·        Per chi pensa di poter personalmente fare a meno della moderna biologia evoluzionistica e non crede che virus e batteri mutino ed evolvano con una frenesia un po' sospetta (e per fortuna le trasmissioni orizzontali, che dovrebbero essere poco apprezzate, non sono così frequenti) sul sito web di Galileo c'è la recensione del libro "Principi di medicina evoluzionistica"  di Peter Gluckman, Alan Beedle, Mark Hanson, dove si parla di genetica, di epigenetica ma anche del ruolo adattativo anche delle interazioni su base culturale fra gli individui.

·        Altre info sui Darwin/Evolution Days 2013 che si organizzano in questi giorni si trovano anche su Galileo, Wired, Le scienze. 

·        Un altro impegnativo Darwin Day a Roma si terrà all’Università della Sapienza (Darwiniana) il 20/2. Qui il programma: “Dal cervello biologico al cervello culturale”. Locandina.
Interventi:
- Pierfrancesco Ferrari
(Università di Parma): ll cervello sociale e i sistemi comunicativi nei primati non umani
- Maurizio Biffoni (Università di Urbino): La comunicazione non verbale tra continuità filogenetica e patologia
- Alessandra Attanasio (Università di Roma “La Sapienza”): La razionalità implicita del “cervello sociale” tra Darwin e le neuroscienze
- Luciano Mecacci (Università di Firenze): Darwin e la psicologia comparata in Russia. Apprendimento, linguaggio, pensiero
- Stefano Gensini (Università di Roma “La Sapienza”): Il ritorno del tema delle origini nelle scienze del linguaggio e il ruolo di Darwin
- Federico Albano Leoni (Università di Roma “La Sapienza”): Mettere in relazione evoluzione linguistica e evoluzione umana. Problemi e metodi.

·        Nel sito Scienza in rete sono state pubblicate le risposte finora pervenute - da parte dei partiti che si presenteranno alle elezioni - a 10 domande sulle loro proposte per la scienza, l'istruzione e la ricerca.
Una visita guidata alle risposte si può trovare qui su Dibattito Scienza, mentre nel sito MyGenomix si può trovare un commento alle risposte da parte di un bioinformatico, ora anche dottore di ricerca in sistemi complessi.

 

12/2/13-USA

·        Un post ("This Amazing 12-Year-Old Launch a Hello Kitty into Space [Video]") in un blog su Scientific American riferisce, proprio pochi giorni dopo la notizia dell'invio nello spazio di una Macaca da parte di scienziati spaziali iraniani, come negli USA si impegnino seriamente per mantenere alte le loro competenze nella conquista dello spazio, investendo energie per migliorare la preparazione dei loro studenti nel settore che indicano come STEM education. (qui alcuni testi della National academy Press)
E lo fanno quindi anche con la partecipazione attiva degli insegnanti di scienze delle medie, che ormai aiutano i loro studenti (e i loro genitori che li finanziano) ad inviare nello spazio i loro pupazzi (e a recuperarli al ritorno). L'impresa non sembra difficile, anche grazie alla collaborazione della ditta High Altitude Science, che fornisce l'attrezzatura necessaria e pubblica i video migliori.
Un altro post sul sito dei blog di Scientific American ci ricorda che anche la biologia riesce a incuriosire gli studenti: un post sulle remore (della famiglia Echeneidae) fornisce stimoli sia per chi fosse interessato alla storia della scienza (si parla della Storia Naturale di Gaius Plinius Secundus) che per chi fosse più interessato a capire come la teoria dell'evoluzione possa spiegare la comparsa di forme animali così straordinarie nella loro specializzazione. 

 

12/2/13-UK

·        [da Pikaia] In occasione del 12/2, su Pikaia si può leggere  l’intervista alla responsabile di DownHouse, la casa dove C.Darwin visse e scrisse L’Origine delle Specie, e che oggi è una dimora dell’English Heritage visitata da più di 45mila persone all’anno.
Si può anche visitare lo shop dell’English Heritage; sconcerta la “Earthenware mug depicting Charles Darwin's theory of evolution from ape to man”.
E’ assurdo e incomprensibile che al gift shop non si sia tenuto conto di quello che Darwin realmente pensava (e aveva pure fatto il disegnino, per stroncare ogni visione teleologica). Meglio acquistare piuttosto il busto di Charles  … o il libro di ricette (Revived and Illustrated) della signora Darwin.

·        Il Darwin Day si festeggia anche nel sito della BHL (Biodiversity Heritage Library):  Happy Darwin Day! David Kohn, Direttore del Darwin Manuscripts Project, presenta alcuni momenti della creazione dell’idea della trasmutazione da parte di Charles Darwin, con citazioni dalle pagine manoscritte tratte da "Ornithology Notes" e dal  "Transmutation Notebook D". Il giorno dopo l’omaggio a Darwin continua (Voilà! Evolution by Means of Natural Selection) utilizzando "Principles of Divergence" e "Origin Manuscripts"

 

11/2/13-IT

·        Questo mese  sembra che i quotidiani non stiano attenti alle numerose iniziative in occasione del Darwin Day 2013. Sembra che finora solo sulla Stampa si trovi oggi un veloce accenno: "E’ la settimana di Darwin e dell’allarme asteroide")  

 

11/2/13-EU

·        Chi volesse conoscere l’evoluzione attuale (e quella prevista) dei microorganismi (virus e batteri) in Europa può consultare la pagina web dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Ovviamente l’ECDC ha come obiettivo soprattutto la difesa della salute e della specie umana, continuamente sottoposta ad un evidente processo di selezione.
Nell’ultimo rapporto settimanale (full Communicable Disease Threats Report, week 6/2013) si riferisce del dengue arrivato in Finlandia da Madeira e sulla diffusione delle diverse varianti genetiche e mutazioni del virus dell’influenza. Qui il rapporto sull’influenza dell’8/2, con le percentuali delle varianti genetiche dei virus A e B.
Interessante anche la relazione sui rischi attesi in Europa per il 2013. Recentemente il giornalista scientifico Carl Zimmer, sempre molto interessato alla fauna esistente entro e sopra ogni Homo sapiens, raccontava (“The future evolution of bird flu”) delle preoccupazioni e del monitoraggio costante dell’influenza aviaria soprattutto in Asia e del suo continuo passaggio all’uomo (qui i dati dal 2003 fino a gennaio 2013) con una mortalità del 59% (è di ieri la notizia di due nuovi casi in Cina; qualche giorno fa ci sonno stati altri casi in Cambogia, sempre dovuti a trasmissione diretta).
L’influenza aviaria è monitorata anche in Italia negli allevamenti e in natura (“Influenza aviaria: non abbassare la guardia”), e anche il piano per il 2013 dimostra il costante e rilevante impegno nel controllo del virus H5N1.
Anche nel mondo ci si prova ma c’è qualche problema (“La crisi economica internazionale ha significato minori risorse disponibili per la prevenzione contro il virus H5N1 e le altre malattie di origine animale. E questo vale non solo per le organizzazioni internazionali, ma anche per i singoli Paesi - ha affermato Juan Lubroth veterinario capo della FAO - Anche se tutti sanno che prevenire è meglio che curare, sono fortemente preoccupato perché oggigiorno i governi non sono in grado di mantenere alto il livello di guardia”).
Il post di Zimmer aggiunge altre informazioni interessanti e preoccupanti, come il link a un suo precedente post del maggio 2012 dove spiegava un esperimento (“Behold The Forbidden Flu: A Loom Explainer” su un virus H5N1 con 4 mutazioni davvero preoccupanti in quanto favorivano la "collaborazione" con i mammiferi) e il link all’articolo (EMBO reports dell’11 gennaio) sulla veloce e insolita evoluzione dell’H5N1 in Egitto (“Evolution and control of H5N1”): “The evolutionary dynamics of the Egyptian H5N1 strains provide clues to understanding the pandemic potential of H5N1”, “After diversification in local bird populations, some new H5 sublineages have emerged in Egypt with a higher affinity for human-type receptors”, “since 2009, Egypt has had the highest number of human cases of H5N1 infection, with more than 50% of the cases worldwide”, “The genetic diversification of H5N1 virus in Egypt represents an increasing pandemic potential, and Egypt is regarded as the country with the highest H5N1 pandemic potential worldwide”. Per ora tutto sembra sotto controllo, o meglio sotto osservazione.

 

10/2/13-IT

·        Prossimamente (il 16/2): Darwin Day 2013 a Roma dalle 16 alle 20 presso il Museo Pigorini.
Organizzato da L.Bondioli e F.Ferretti; sarà particolarmente dedicato alle interazioni fra l'evoluzione e la religione, dai confini spesso non ben definiti e tendenzialmente conflittuali, visto che la teoria dell'evoluzione mette in evidenza quanto fosse stata eccessiva l'importanza data in mote religioni a spiegazioni mitologiche della realtà materiale e biologica, che da un secolo e mezzo hanno mostrato la loro falsità e quindi si sono dimostrate insufficienti, e quindi inutili e da abbandonare al più presto.
Ci saranno due sessioni:

  • La religione nell’evoluzione
    interverranno, coordinati da
    Mauro Dorato  T.Pievani (Il posto di Dio nell’Origine delle specie) e Orlando Franceschelli (Dall'a-teismo all'emancipazione dal sacro: la naturalizzazione del sentimento religioso)
  • L’evoluzione della religione
    Interverranno, coordinati da G.Manzi, F.d’Errico (L'origine dei comportamenti simbolici  e i loro possibili legami con l'origine del pensiero religioso), M.Vidale (L'evoluzione del pensiero religioso nelle prime società stratificate del Vicino Oriente antico: una nuova interpretazione), G.Vallortigara (Perché l’evoluzione ha creato Dio, e non viceversa).

Il 13/14/15 ci saranno inoltre al mattino iniziative specifiche per le scuole sull’evoluzione del cervello, della comunicazione e del linguaggio

 

9/2/13-IT

·        Oggi a Milano al Museo di Storia Naturale si è svolta la seconda giornata dell'Evolution Day di Milano, su Albert Wallace e i meccanismi di speciazione e di estinzione connessi alle isole e al relativo isolamento.
Una giornata molto ricca, iniziata alle 9.30 e finita verso le 19.
Anche oggi sono già disponibili le registrazioni video nella pagina di Scienza in rete dedicata all'iniziativa. Video 1 (mattino), 2 (pomeriggio), 3 (“La conquista sociale della Terra”, un colloquio sull’ultimo libro di E.O. Wilson tra Telmo Pievani, Università degli Studi di Padova e Marco Ferrari, giornalista scientifico).
Complessivamente questi sono i video disponibili per le due giornate: Evoday 2013 - giornata 1, prima parte; Evoday 2013 - giornata 1, seconda parte; EvoDay 2013 - giornata 1, terza parte; EvoDay 2013 - seconda giornata, parte I; EvoDay 2013 - seconda giornata, parte II; EvoDay 2013 - seconda giornata, parte III.

·        Se ne parla anche in un articolo sul Corriere della Sera ("Sulle orme di Darwin anche la scienza è in evoluzione").

 

8/2/13-IT

·        Evolution Day a Milano oggi, in compagnia di A.Wallace (comunque qualcuno si è sbagliato con Darwin,un nome che comunque non è facile non incontrare se di racconta dell'avventurosa vita di Wallace. Si è parlato di biogeografia, ovviamente, e di speciazione, ma alcune relazioni erano, come previsto, concentrate sui problemi delle isole e del loro popolamento, con riferimenti a gigantismi e nanismi insulari.
Non poteva mancare poi un visita all'isola di Lord Howe. Come si può vedere dai video (già ora disponibili subito dopo la diretta in streaming che sarà prevista anche per domani 9/2).
Nel primo video di oggi ha suscitato interesse e commozione un video commemorativo dei dieci anni di Darwin Day al Museo di Scienze Naturali di Milano, in quanto documentava la presenza a Milano dei maggiori biologi evoluzionisti e il ruolo rilevante di Ilaria Vinassa, prematuramente scomparsa nella scorsa primavera, organizzatrice di tutte le giornate dei Darwin Day di Milano, fin dall'inizio.
Molto importante l'iniziativa realizzata nella serata organizzata con la Fondazione Internazionale Balzan.
Si è parlato di "Epigenetica - un’altra dimensione nell’evoluzione" con il vincitore del premio, Sir David Charles Baulcombe, Cambridge University, UK
Hanno introdotto la serata Enrico Decleva, della Fondazione Balzan, e
Marco Ferraguti, dell'Università degli Studi di Milano

 

8/2/13-USA

·        Nel blog di Jerry Coyne si invita ("Global warming in action: World’s largest observed glacial calving") a vedere un recente film documentario  naturalistico (“Chasing Ice”), diffuso un mese fa, che mostra i cambiamenti che stanno avvenendo nelle zone artiche in conseguenza dei cambiamenti del clima.
Decisamente impressionante uno spezzone del video, mostrato anche in un articolo di Slave ("A Video To Make You Believe in Global Warming"), che documenta per la prima volta un evento probabile ma non prevedibile di dimensioni colossali: il crollo in mare del fronte di un ghiacciaio della Groenlandia.
Lo spettatore del video non riesce a capire la scala dell'evento fino a quando sull'immagine del ghiacciaio non gli viene sovrapposta l'immagine dell'intera penisola di Manhattan, con tutti i suoi grattacieli ... 
Chi si impressionasse di fronte ad eventi naturali di queste dimensioni e preferisse basare la sua conoscenza della natura sui freddi dati, può accontentarsi degli articoli di Science che hanno recentemente pubblicato (30/11/12) le ricerche peer-review che forniscono un panorama più ampio e controllato ("A Reconciled Estimate of Ice-Sheet Mass Balance").
Le storie di Darwin e Wallace, naturalisti sul campo, ascoltate oggi a Milano suggeriscono caldamente di diffidare, e parecchio, delle limitate e spesso distorte informazioni che raggiungono gli "scienziati in poltrona" (armchair scientist).

 

7/2/13-USA

·        Un articolo su Science ("Ancestor of All Placental Mammals Revealed") fornisce qualche nuova informazione sui primi mammiferi, sulla loro origine e sulla radiazione adattativa che iniziò dopo la scomparsa dei dinosauri, evento causato molto probabilmente dalla caduta di un meteorite da 60 metri di diametro (quello passato vicino alla terra il 15/2 era di 48 m), che mise a loro disposizione milioni di nuove nicchie ecologiche.
E' assolutamente consigliabile utilizzare i titoli degli articoli scientifici (o l'indirizzo dell'articolo) per cercare in internet tutti i blog scientifici seri che commentano l'articolo e quindi aiutano chi non fosse un paleontologo (è la competenza richiesta in questo caso) a inquadrare e capire meglio la scoperta.
Purtroppo questo consiglio vale (anche se comunque è consigliabile essere prudenti) solo per chi conosce l'inglese. In italiano non è facile trovare qualcuno che aiuti a capire il contenuto e il significato di un articolo scientifico appena uscito, e si rischia di dare credibilità anche a qualcuno che non conosce  l'argomento.

 

4/2/13-USA

·        [da NCSE] Come riferito qualche giorno fa, nel 2013 si è già tentato per 8 volte in alcuni stati USA di presentare nei parlamenti statali leggi per permettere agli insegnanti di illustrare in classe, senza rischio, anche ipotesi non dimostrate su alcuni temi "caldi", e in particolare sull'evoluzione e sul riscaldamento globale. Delle 8 leggi finora presentate finora solo una, oggi in Colorado è stata respinta dopo che la commissione l'aveva discussa; con l'aiuto del Discovery Institute, che è sempre dietro a queste iniziative antiscientifiche, e (dalla parte della scienza e della ragione) con la consulenza della Colorado Association of School Boards, della Colorado Education Association, e della Colorado Alliance for Environmental Education. Uno scontro fra scienza e antiscienza che si è concluso con un voto politico, dipendente quindi  esclusivamente dagli equilibri esistenti in una piccola commissione politica: i voti sono stati 7 a 6 in favore dei democratici e quindi, ma solo fino a nuovi e leggermente diversi equilibri politici, anche la ragione potrà stare tranquilla ...   

·        Un articolo di Carl Zimmer sul New York Times (“Pigeons Get a New Look”) ci aggiorna sul tema dei piccioni, una specie che Darwin ha allevato dal 1855 e che l’ha aiutato a capire molto della selezione artificiale. Zimmer racconta di come Michael Shapiro, un biologo dell’università dell’Utah, abbia riportato i piccioni al centro dell’attenzione con un articolo su Science della settimana scorsa  in cui presenta alcune caratteristiche del DNA di 40 diverse varietà, artificiali e naturali, di piccioni (“Genomic Diversity and Evolution of the Head Crest in the Rock Pigeon”).

·        [da Sandwalk] Saranno certamente utili i risultati di un’indagine realizzata dal Science Investigation Desk della rivista USAToDay sul lavoro, presentato con gran clamore dalla NASA in una conferenza stampa il 2/12/10, in cui si sosteneva che l’arsenico potesse sostituire il fosforo nella struttura ad elica del DNA.
L’articolo, il cui primo autore era Felisa Wolfe Simon, suscitava dubbi fin dall’inizio, ed ora l’indagine mette in luce alcuni limiti nel controllo della qualità dell’articolo, i cui risultati erano già stati contestati nel 2012.
Se ne parla nel blog Sandwalk (“Reviewing the "Arseniclife" Paper”) di Larry Moran. Qui il link alle tre peer-review originali (ottenute grazie al FOIA) e qui il link all’articolo su USAToDay di oggi (“Glowing reviews on 'arseniclife' spurred NASA's embrace”).

 

4/2/13-IT

·        [da Pikaia] In uscita il 6 febbraio la biografia della moglie di Charles Darwin, scritta da Chiara Ceci e Stefano Moriggi: "Emma Wedgwood Darwin. Una storia d'amore, di scienza e di cambiamenti epocali"; tra le altre cose, si racconta la nascita della teoria dell’evoluzione da una inedita prospettiva familiare. Indice e Scheda del libro

·        [da Pikaia] E’ uscito un nuovo libro su Darwin scritto dal geologo Guido Chiesura: “Isole di Darwin. Un curioso in mezzo al mare”.  Il libro, di 275 pagine e 250 figure, è su CD ed illustra il famoso viaggio intorno al mondo, compiuto da Charles Darwin tra il 1831 e il 1836, a bordo del brigantino Beagle, con particolare attenzione per le soste nelle isole.

 

3/2/13-IT

·        8 -10 febbraio 2013: ISOLE: LABORATORIO DELL'EVOLUZIONE - ALFRED RUSSEL WALLACE, 1823 – 1913 - MUSEO DI STORIA NATURALE DI MILANO

·        [da Pikaia] Il Liceo Majorana di Orvieto, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Insegnanti di Scienze Naturali e con la Società Italiana di Biologia Evoluzionistica, organizza il 16 febbraio prossimo un’importante giornata di discussione e di sensibilizzazione (“LA SCIENZA...ancora...NEGATA. Incontro tra scuola società e scienza”) sul tema dell’insegnamento delle scienze a scuola, anche alla luce delle derive antiscientifiche e pseudoscientifiche più recenti. L’auspicio è che sia solo la prima di una serie di iniziative di dibattito pubblico sul ruolo della scienza nella scuola italiana. Tra i relatori: Silvia Bencivelli, Carlo Bernardini, Marco Ferraguti, Elena Gagliasso, Pietro Greco, Luca Landò, Telmo Pievani, Carlo Alberto Redi. Qui il programma completo e i contatti. Programma.

·        Sempre il 16 febbraio, ma solo al pomeriggio dalle 16, a Roma ci sarà un Darwin Day al Museo Pigorini, con due sessioni (La religione nell’evoluzione” e  L’evoluzione della religione”).

 

2/2/13-USA

·        [da science Daily: "Vegetation Changes in Cradle of Humanity: Study Raises Questions About Impact On Human Evolution"] Un nuovo articolo pubblicato da  Geology ("S. J. Feakins, N. E. Levin, H. M. Liddy, A. Sieracki, T. I. Eglinton, R. Bonnefille. Northeast African vegetation change over 12 m.y.) presenta nuove informazioni sui cambiamenti della vegetazione nell'Africa Orientale negli ultimi 12 milioni di anni. Nuovi dati quindi per analizzare meglio la relazione fra l'ambiente e l'evoluzione del bipedismo nelle prima fasi dell'evoluzione umana a partire dagli antenati arboricoli.

 

2/2/13-IT

·        La Scuola Galileiana di Studi Superiori di Padova organizza una serie di incontri "Le eredità di Darwin", con inizio dall'11 marzo 2013 con una conferenza di T.Pievani ("Introduzione: La teoria evolutiva di Darwin"). Qui la locandina con le date degli incontri (aperti al pubblico presso l'Aula Magna del Collegio Morgagni, Via S. Massimo 33, Padova) e gli oratori. Concluderanno E.Casetta e A.Minelli il 22/5/2013.

·        In occasione del Darwin day 2013 il Museo Friulano di Storia Naturale (MFSN) organizza un incontro rivolto alle classi delle scuole superiori e agli studenti delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado dedicato ai Dinosauri volanti: l'evoluzione del volo. L'iniziativa si tiene il 19 febbraio dalle ore 11.00 alle ore 13.00 presso il teatro Palamostre.

·        Nel sito web dell'almanacco di scienza del CNR si può leggere una recensione ("L'evoluzionismo prima di Darwin") del libro "Darwin's Ghosts" di Rebecca Stott, scritta da Federico Focher. Darwin e il suo amico Wallace devono il loro successo scientifico non solo al fatto di essere saliti sulle spalle di tanti giganti del passato, ma anche al fatto di aver goduto di un ambiente sociale tecnologicamente più avanzato e di una libertà di ricerca e di espressione preclusa o pagata a caro prezzo da tanti loro predecessori.

 

1/2/13-USA

·        [dal NYT] Un articolo del New York Times ("Seeing Darwin Through Christian Eyes? It All Depends on the Christian") illustra bene, con due storie molto diverse, come soprattutto negli USA non ci siano vie di mezzo quando si maneggia la teoria dell'evoluzione.
Si raccointa quindi la storia di Rush D. Holt, un Democratico che ha proposto una risoluzione per dichiarare "Darwin Day" il 12 Febbraio, “recognizing the importance of science in the betterment of humanity. I hope we can hold hearings, where people can hear about Darwin and science and the jobs it creates, the lives it saves, everything".
Invece un suo collega, il repubblicano
Paul Broun, è famoso per quanto disse in autunno: “all that stuff I was taught about evolution and embryology and the Big Bang theory, all that is lies, straight from the pit of hell. Evolution is one of those lies to try to keep me and all the folks who were taught that from understanding that they need a savior”.
L'articolo, per sottolineare come fra i cristiani ci siano opinioni molto diverse, ricorda che invece "The
Roman Catholic Church, for example, is comfortable with Darwin, especially as his work relates to the evolution of bodies (souls come from God). In 1996, Pope John Paul II wrote, confirming older Catholic teaching, that “there is no conflict between evolution and the doctrine of the faith”.
Piccolo dettaglio: Paul Boun fa parte della maggioranza repubblicana della Commissione (Scienza Spazio e Tecnologia) che dovrà valutare la richiesta di Rush Holt…   

·        [dal NCSE] Sul sito del NCSE si può leggere un aggiornamento sui tentativi di introdurre quest'anno negli USA leggi che permettano di insegnare (senza rischi per il docente) il creazionismo nelle scuole.

·        Il 28/1/13 sono stati eletti i nuovi dirigenti della Biologos Foundation, che riunisce gli evangelici USA che sostengono non il creazionismo biblico ma l'evoluzionismo teista; verso il neodarwinismo e la teoria dell’evoluzione hanno quindi una posizione simile a quella della chiesa cattolica, che ha nominato un biologo neodarwinista (ma anche premio Nobel) a Presidente dell’Accademia delle Scienze.
La Fondazione ha avuto origine nel 2007 grazie a Francis Collins, biologo molecolare con responsabilità rilevanti nella gestione, e nel successo, della ricerca biologica e medica USA. E' stato infatti presidente dell'Human Genome Project (HGP) che ha portato al sequenziamento del DNA umano ed oggi dirige i National Institutes of Health in Bethesda, Maryland.
Collins fa anche parte, con altri genetisti evoluzionisti famosi (ma neodarwinisti, come D.Baltimore, F.Kafatos, W.Arber e Cavalli Sforza) dell'Accademia delle Scienze Pontificia. Collins rifiuta ovviamente non solo il creazionismo, ma anche l'ID e non ha quindi partecipato allo squallido video antievoluzionista/antidarwinista Expelled: No Intelligence Allowed che ha diffuso negli USA le principali (false) critiche verso l'attuale teoria dell'evoluzione e verso Darwin; senza molto successo, in verità: per gli amici Bern Stein sarà pure una vecchia volpe ma è poi finita in pellicceria.
Nuovo presidente della Biologos è da oggi Deborah Haarsma, professore di Physics & Astronomy al Calvin College di Grand Rapids, Michigan, autrice dei volumi "Origins: Christian Perspectives on Creation, Evolution, and Intelligent Design" e "Delight in Creation: Scientists Share Their Work with the Church". Jeffrey Schloss ha assunto invece il ruolo di Senior Scholar; è titolare del corso di Biologia al Westmont College di Santa Barbara, California, dove dirige il Center for Faith, Ethics and Life Sciences; prima di diventare sostenitore dell'evoluzionismo teista seguiva i neocreazionisti dell'Intelligent Design; il suo nome compare ancora nella ‘List of Intellectual Doubters of Darwinism’ insieme a tanti altri sostenitori dell’ID che dicono di non credere nell'attuale teoria dell'evoluzione. In questa lista di sostenitori dell'ID troviamo anche gli italiani R.Fondi e G.Sermonti, che pure hanno anche contribuito a realizzare video indubbiamente antievoluzionisti realizzati dai creazionisti biblici del Kolbe Center (il titolo del video è inequivocabile, come anche le immagini che accompagnano l’intervento di R.Fondi: "Evoluzione: fatto o credenza?").
Obiettivo della fondazione Biologos è quello di convincere gli evangelici (in gran parte creazionisti "della terra giovane") ad accettare l'evoluzione con i suoi tempi e i suoi meccanismi, convincendoli della compatibilità della bibbia con la teoria dell'evoluzione; un compito davvero non facile vista la forte incompatibilità verso Darwin e Wallace esistente fra gli evangelici USA. Certo l’obiettivo che F.Collins proponeva alla Fondazione Biologos era davvero impegnativo 
Nel sito di Biologos si possono visionare, oltre ad alcuni video realizzati dalla nuova presidente per produrre un Test of Faith, molte pagine web interessanti. Nel sito del forum ci sono numerosissime dichiarazioni e definizioni precise che dovrebbero insegnare ai creazionisti (evangelici o ID) a non confondere le "evidenze scientifiche" con le questioni di fede. Un po’ sconcerta che vengono proposte posizioni che appaiono simili a quelle della chiesa cattolica, che però evita di fornire spiegazioni così chiare, forse temendo di suscitare le reazioni dei tanti creazionisti e sostenitori dell’ID che continuano a contestare e deridere l’evoluzionismo teista, come nel 2009 quando hanno organizzato ben 3 convegni creazionisti in pochi mesi.
Nel sito "The Questions" sono indicati i fatti (="scientific evidence") che la ricerca scientifica ha potuto dimostrare grazie al metodo sperimentale, tanto da permettere a GP2 di dire cheLa convergenza non ricercata né provocata, dei risultati dei lavori condotti indipendentemente gli uni dagli altri, costituisce di per sé un argomento significativo a favore di questa teoria” (dell’evoluzione).
Il sito di Biologos è una miniera per chi volesse cominciare a distinguere fra questioni scientifiche e teologiche: si può trovare perfino una corretta definizione di evoluzione ("The word evolution can be used in many ways, but in biology, it means descent with modification"), verificare l'assenza della strumentale distinzione fra micro- e macroevoluzione, conoscere i tempi dell'evoluzione e il ruolo dei fossili e della genetica nel certificare e confermare indipendentemente i processi e quindi i meccanismi evolutivi, e capire il significato di "antenato comune".
Questi semplici chiarimenti permettono di riconoscere gli evoluzionisti teisti, distinguendoli da creazionisti e sostenitori dell’ID.
Nella scheda dettagliata sull'evoluzione c’è perfino un elenco dettagliato delle principali confusioni (misconceptions), eccezionalmente utile per riconoscere i [neo]creazionisti anche solo sulla base di quello che sostengono o che negano, non facendosi trarre in inganno da come si definiscono.
E' impressionante trovare qui in Biologos il link al sito web degli evoluzionisti del Talk Origins Archive, con i link alle prove (per chi le volesse controllare) che oggi abbiamo di comparsa di nuove specie, o la conferma del ruolo creativo del caso ("A third misconception is that evolution is a random, purposeless process. It is true that individual mutations are random, in the sense that they are unpredictable, but natural selection is decidedly non-random"); questo in realtà è un punto su cui anche il papa non sempre riesce ad essere chiaro.
Un sito come quello di Biologos è comunque utilissimo anche in Italia: permette di intuire quale potrebbe essere il contenuto di un, oggi inesistente, documento o sito web in cui la chiesa cattolica esponesse le sue idee sugli aspetti scientifici e teologici che contribuiscono all'evoluzionismo teista.
Il sito "The Questions" si può quindi usare per imparare a riconoscere i confini che creazionisti, neocreazionisti e sostenitori dell'ID, coscientemente o meno, non dichiarano con chiarezza. Ci sono, per i [neo]creazionisti onesti in visita, anche documenti preparati da chi ben conosce quali siano le loro preoccupazioni e le difficoltà, come ad esempio il video "Where are the Transitional Fossils?".  
E' evidente che conviene approfittare del grande interesse e della grande competenza accumulata da questa fondazione nella conversione dei [neo]creazionisti, che qui troverebbero materiale informativo adatto ad ogni [in]competenza, specifico e collaudato. In Italia non si può competere con l'esperienza USA, per cui consiglierei di approfittare del fatto che esiste una traduzione in italiano del sito, fatta da un ingegnere elettronico.... Un'imprecisione però l'ho subito notata nella pagina sull'evoluzione: "mutazione" è una traduzione forse un po' troppo libera di "modifications", anche se in biologia si potrebbe accettare. Una qualche perplessità può sorgere nel leggere il titolo scelto per il primo libro scritto dal traduttore (anche se è una parola che piace molto alle case editrici); proprio questa settimana uscirà anche la versione in inglese ...

 

1/2/13-ES

·        Intervista a Werner Arber, presidente dell'Accademia delle Scienze Pontificia, su una rivista scientifica spagnola, Materia. L'intervista si è già diffusa rapidamente in vari continenti sui quotidiani in lingua spagnola, e in genere viene mantenuto un titolo certamente incmorensibile se non fuorviante: “El Génesis es consistente desde el punto de vista científico”.
Infatti allude ma non sembra proprio far capire il ragionamento complesso esposto da Werner Arber nel suo intervento al sinodo dei vescovi il 12/10/12, quando aveva chiarito che quanto narrato nel Genesi  fosse si' consistente,  ma con l'ignoranza scientifica chi di aveva scritto quel testo (come spiega anche qui per chi non leggesse solo il titolo: "Científicamente es totalmente incorrecto. Pero es una visión entendible en un tiempo en el que no había astronomía").
Manca del tutto nell'intervista la parte successiva del ragionamento, presente in una parte successiva del discorso al sinodo ... in un invito pressante, che nessuno ha notato, ad aggiornare urgentemente la della teologia oggi non più adeguata all'enorme sviluppo delle conoscenze scientifiche; qualcuno nel 1988 si è accorto che è un po' cambiata e non si può continuare a ignorarlo.
Cita a questo proposito i creazionisti, fra cui sono da comprendere anche coloro che, dopo Lamarck, Wallace e Darwin ancora sostengono (soprattutto nonostante oggi un neodarwinista come W.Arber sia saldamente al lavoro in Vaticano) che non ci sono meccanismi evolutivi che loro (e solo loro) accettano o capiscono ("Ahora en EEUU y también en Europa aparecen cada vez más iglesias evangélicas que niegan la evolución, dicen que hubo un solo acto de creación y que nada ha cambiado desde entonces").
Anche altre risposte di W.Arber vengono giustamente criticate nei commenti e nelle reazioni all'intervista.
Il fatto che, secondo Arber, uno dovrebbe dimostrare perchè non crede ad un certo dio o alla "nota" teiera orbitante o all'"originale" spaghetto volante coinvolgerebbe tutti e non credo sia apprezzato, e soprattutto da chi ignorava la possibile esistenza ... di qualcosa che non esiste.
Queste dichiarazioni di W.Arber, aggiunte a quelle sulle particelle di Dio ubiquitarie o a quelle che alludono, ma in modo impreciso, alla relazione al Sinodo, fanno sorgere qualche dubbio sulla trascrizione dell'intervista.
Per fortuna sembra che almeno i batteri non siano tenuti a chiedere il permesso a nessuno prima di dividersi, facendoci sospettare che sia ragionevole estrapolare che (quando il sesso eterogametico è quello maschile) anche gli spermatozoi non debbano concordare la rotta, per cui la scelta del sesso sia casuale.
W.Arber era a Madrid in questi giorni (29/1/13) in quanto presidente della commissione che doveva assegnare, per la BBVA Foundation il Frontiers of Knowledge Award per la Biomedicina. Il premio è stato assegnato al chimico Douglas Coleman e al medico Jeffrey Friedman per “revealing the existence of the genes involved in the regulation of appetite and body weight, a discovery crucial to our understanding of human pathologies such as obesity”. Altri premi assegnati dalla BBVA Foundation per Basic Science, Climate Change e ICT.  

 

1/2/13-UK

·        Nel sito del Guardian c'è un blog che si occupa di problemi didattici (Teacher Network). In data odierna c'è un post ("A masterclass in teaching evolution") che mostra un video che mostra l'impegno richiesto ad un insegnante che voglia  insegnare in modo stimolante l'evoluzione biologica, ricreando con studenti di scuole superiori di origini e lingue madri diverse i meccanismi che ne spiegano il funzinamento insieme a studenti Il video è archiviato nel sito del Newton Channel. Il video dura circa 30' ed è un esempio delle tecniche che possono essere utilizzate per far capire meglio come i fattori ambientali mettono alla prova le mutazioni genetiche e insieme costituiscono il motore del processo evolutivo. Come giustamente si nota nell'articolo è "possibly the greatest idea anyone ever had", un motivo più che valido per invitare i giovani a sfidare Darwin e Wallace.
Interessante verificare (alla fine del video) come gli studenti che partecipano alla lezione What is evolution? Darwin's brilliant idea del prof.Ceri Evans vengano da due scuole confessionali della periferia di Londra, la St Mary's Church of England High School e la Cardinal Pole Catholic School. Nei siti web delle due scuole sono indicati i criteri e i documenti necessari per l'ammissione, ma sono a disposizione anche i risultati delle ispezioni effettuate regolarmente dalla struttura statale (Ofsted - Office for Standards in Education, Children’s Services and Skills) che invia gli Her Majesty’s Inspectors, che hanno il compito di verificare la qualità e gli eventuali miglioramenti richiesti per mantenere standard didattici nella partealta della scala di valori (da 1 a 4). Qui i risultati per la St.Mary's (che nasconde il report) e qui quelli per la Cardinal Pole School, che mette il link al verbale dell'ispezione anche nella homepage.
La St.Mary's è inoltre sottoposta anche alla Statutory Inspection of Anglican Schools (SIAS) che valuta l'efficacia delle scuole anglicane. E' stata valutata "a good church school" nel 2009.

 

 

GENNAIO 2013

31/1/13-UK

·        Un preoccupato articolo di Dean K.Simonton è comparso oggi su Nature (“After Einstein: Scientific genius is extinct”): secondo lui c’è il serio dubbio che, dopo Galileo, Nicolaus Copernicus, René Descartes, Isaac Newton, Marie Curie, Louis Pasteur, Pierre-Simon Laplace, James Clerk Maxwell, Darwin ed Einstein la creatività e la genialità non riescano più ad esprimersi in singoli individui ecceziobnali.
A parte che abbiamo ancora molti che insistono a non riconoscere la genialità e l’utilità di chi come Darwin ha dimostrato che la vita sulla terra possa svilupparsi anche senza un intervento soprannaturale (“Darwin fu veramente un grande scienziato?”, “Was Darwin a scientist?), anche Simonton è preoccupato che il suo campo di ricerca diventi obsoleto e spera di essere anche lui in errore con il suo pessimismo; la conferma gli potrebbe venire anche da un solo unico nuovo genio… e lo sta aspettando con ansia.
Qualcuno nei commenti cerca di consolarlo, sia solo citando un altro articolo proprio nello stesso numero di Nature, che riferirebbe della morte di un genio (Carl Woese), sia elencando alcuni nomi di scienziati contemporanei che potrebbero rientrare nella definizione di genio scientifico (John Craig Venter, Stephen Hawking, Srinivasa Ramanujan, Richard Feynman).
Curioso, a proposito di questo articolo, il dubbio che si cercherà di risolvere al Darwin Day organizzato per l’11/2 dal Discovery Insitute (si’, anche loro non riescono a resistere….!). Hanno invitato il famoso fisico Tipler (The Physics of Christianity) per scegliere uno solo fra due geni:"Einstein vs. Darwin: Only One Can Be Right.". Sospetto che anche loro non vogliano accettare che Darwin sia un genio. Non c’è alcun dubbio che i sostenitori dell’ID passino  soprattutto attraverso l’anti-darwinismo, come d’altronde era evidente nel loro video “Expelled”.

 

31/1/13-IT

·        Nel sito di Pikaia si può leggere un saggio di Peter Zeller (Università di Foggia) su George John Romanes, allievo di Charles Darwin: " Dopo Darwin una nuova via per la scienza. Esitazioni e certezze dell’ultimo Romanes"

·        Sul sito di OggiScienza Fabio Perelli riferisce sul convegno "La vita meravigliosa di Stephen Jay Gould", tenutosi venerdì 18 gennaio al Museo di Storia Naturale di Milano.  La vita meravigliosa di Gould è stata raccontata da noti scienziati e comunicatori, come Telmo Pievani, Giorgio Narducci e Marco Ferraguti, i quali in un modo o nell’altro hanno stretto profonde connessioni con l’opera del paleontologo americano. Oggi Scienza ha anche realizzato un breve servizio e un’intervista a uno dei protagonisti, il Professore dell’Università di Milano Marco Ferraguti.

·        Sul Foglio un articolo di F.Agnoli ("I negazionisti") in cui cerca di sostenere quello a cui non crede nemmeno il consulente del papa sull'evoluzione, il prof.Schuster, invitato a Castelgandolfo: di aver bisogno di Dio per spiegare l'evoluzione dell'universo e della vita. Si citano anche frasi che al massimo potrebbero far contento chi aspirasse al ruolo non esaltante, in quanto ogni decennio si riduce sempre più, di "God of the gaps".
Peter Schuster, biologo e presidente dell'Accademia delle Scienze austriaca, che il papa - attraverso il card.Schönborn - chiamò nel 2006 come consulente esperto quando a Castelgandolfo volle discutere di evoluzione con i suoi allievi, il 17/8/06 chiarì in un'intervista al NCR (che contiene anche il link ad una sua conferenza tenuta per Schönborn sull'evoluzione, con la descrizione anche dell'importante esperimento di Lenski) "we don’t need a Creator to explain what we see. Darwin showed how natural development can lead to new species. Today we understand this much better, and there’s no evidence that can’t be explained within this general framework". Schuster, sempre nell'intervista a John Allen del 17/8/06, aggiungeva che sorgono seri problemi quando persone ignoranti "who are not scientists, interfere with scientific questions, but don’t have the full information" e notava la preoccupante presenza nel mondo cattolico di "a general hostility toward scientists" e di " an anti-intellectual element".
D'altronde anche un teologo come don Autiero qualche anno fa dovette intervenire per invitare F.Agnoli a cercare di capire che anche lo sudio della vita terrena e dell'evoluzione biologica dell’uomo può essere un lavoro che ha una sua importanza e utilità per la cultura umana.
Simile anche la posizione di un biologo evoluzionista cattolico come Ken Miller, che non ha dubbi che gli eventi naturali da soli siano stati sufficienti per ottenere un mondo come lo vediamo oggi:" I maintain, as I think nearly all scientists do, that natural processes alone are indeed sufficient to bring about the world as we know it".
Sappiamo che su posizioni simili c'è oggi anche il biologo evoluzionista Werner Arber (premio Nobel e presidente dell'Accademia delle Scienze Pontificia), che ha dovuto imparare a difendersi dall'ignoranza e dalla malafede dei creazionisti che cercano di metterlo in cattiva luce come scienziato ("I slowly learn to write my papers by taking care to reduce the chance of misinterpretation, but this is not easy" - Given creationists' propensity for quoting inaccurately or without adequate context, it is indeed difficult to prevent such misinterpretation).
Fra le "full informations" che probabilmente non sono utilizzate dall'autore dell'articolo c'è certamente il fatto che due milioni di anni fa non esisteva nemmeno la specie a cui oggi appartengono le persone che cita, sia a favore che come ostili alle sue idee.
E' quindi indispensabile una riflessione sull'importanza da attribuire al fatto indiscutibile che al momento della comparsa del genere Homo l'universo avesse già allora i motivi ragionevoli per accumulare già più di 14 miliardi di anni; anche la vita sulla terra era già durata almeno 3.5 miliardi di anni, che non tutti ritengono necessari e hanno il dubbio che siano non solo inutili ma soprattutto pericolosi (... per il tempo esagerato, che permetterebbe al caso di esprimere l'evoluzione; forse il prof. De Mattei temeva piuttosto che qualcuno, nel frattempo, si annoiasse o perdesse la pazienza).
Nessuna delle persone citate nell'articolo suggerisce, nonostante la promessa davvero esagerata del sottotitolo redazionale ("Ecco perchè l'evoluzione può dimostrare l'esistenza di Dio") cosa potrebbe dimostrare l'esistenza di uno dei tanti dei oggi venerati e rispettati nelle diverse  migliaia di culture umane, ma soprattutto di un loro eventuale ruolo attivo non in conflitto con ruoli attivi altrui.

 

30/1/13-IT

·        Su Gaianews oggi un’intervista a T.Pievani: “L’evoluzione nell’era dell’ingegneria genetica”.

·        Una serie di iniziative, come succede spesso quando i Darwin Days sono organizzati da gruppi naturalistici e Musei scientifici, caratterizza il Darwin Day organizzato a Morbegno con la collaborazione di Fabio Penati, naturalista, socio della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica. Si inizia l'8 febbraio con letture tratte dak bel libro di Jared Diamond ("Il terzo scimpanzè"). Dal 15/2 inizierà un minicorso:
-Venerdì 15 /2 ore 17.15-18.30 La teoria di Darwin
-
Venerdì 22/2 ore 17.15-18.30 Genetica ed evoluzione
-Venerdì 1/3 ore 17.15-18.30 Le nuove frontiere

 

30/1/13-ES

·        E' un articolo recente anche se la data non è evidente: è comparso in spagnolo su Catholic.net ed è una intervista ("En último término la tensión ciencia-fe debe resolverse a nivel de la propia persona") a Rafael Martinez, filosofo della scienza dell'Università Pontificia della Santa Croce. Si parla del recente sinodo, del rapporto fra scienza e fede, che è tranquillo solo se si accetta che "tanto la naturaleza como la revelación tienen un mismo Autor" e del rapporto ugualmente non facile fra ragione e fede. Citando l'intervento di W.Arber al sinodo dimostra di non aver compreso la novità della proposta di ripristinare la consistenza fra scienze e teologia, che allude alla lettera di GP2 del 1988. Espone poi il suo modo di vedere lo scontro che alcuni cattolici vorrebbero creare con la scienza sulla questione della teoria dell'evoluzione.
Ammette che ci siano tendenze conservatrici e reazionarie nella chiesa ("cualquier novedad intelectual lleva siempre consigo una cierta resistencia, ya que debe romper los moldes a que estamos acostumbrados. Y a veces se justifica con motivos religiosos lo que es simplemente el apego a un modo de ver la realidad.") ma anche aperture ("Pero al mismo tiempo hubo numerosos pensadores católicos, científicos, filósofos y teólogos, que vieron en la evolución una oportunidad de comprender mejor la relación entre Dios y el mundo. Ni Darwin, ni ningún científico, fueron objeto de investigación. Y jamás la Santa Sede condenó públicamente la evolución."); anche se non cita nè la condanna a Teilhard de Chardin nè l'appoggio (come la partecipazione ufficiale di P.Trafny, vice del card.Ravasi, al convegno creazionista antivaticano al CNR nel 2008) verso i creazionisti che provocano il Vaticano.
Si parla poi della posizione verso il creazionismo, presentato quasi come esclusivo degli evangelici USA: la condanna sembra chiara in quanto si ignora l'aspetto esclusivamente teologico del concetto di creazione ("Para la doctrina católica cualquier pretensión de este tipo significa ignorar completamente el sentido de la doctrina de la creación y del concepto mismo de Dios, que no obra a través de mecanismos físico-químicos o biológicos, sino como causa última trascendente de la realidad, como fundamento último del ser de todo lo creado"); la condanna de creazinisti è quindi netta ("Los autores católicos que proponen explicaciones creacionistas (existen algunos grupos, aunque su alcance es muy reducido), muestran una notable ignorancia del sentido de la fe en la creación que la Iglesia ha siempre confesado").
L'intervista si conclude con un accenno all'importante figura di Galileo.

 

30/1/13-UK

·        Come la scelta del sesso, sarà casuale che il riferimento fatto ieri qui sotto "abbia evocato...", o meglio "fitti" bene, con un articolo citato proprio oggi su Nature: Fraud by gender: "Men have committed research fraud more often than women, according to a study published on 22 January (F. C. Fang et al. MBio 4, e00640-12). The authors reviewed 215 cases of fraud in the life sciences reported by the US Office of Research Integrity between 1994 and 2012".  

 

29/1/13-USA

·        La NAP (National Academies Press) ha pubblicato un paio di nuovi libri (gratuiti se ci si accontenta del PDF). Il più interessante, è il sesto dedicato alla descrizione di aspetti fondamentali della biologia, visti nell'unica ottica che ci permette davvero di capirla, quella evolutiva.
La serie di sei volumi [In the Light of Evolution] è davvero stimolante, anzi elettrizzante se si guarda un momento a quanto si risparmia (111$) se si acquista tutta la serie completa a 284$. Ovviamente ci si può accontantare della versione in PDF...
Questi i volumi che compongono la serie completa:
- Adaptation and Complex Design
- Biodiversity and Extinction
- Two Centuries of Darwin
- The Human Condition
- Cooperation and Conflict
- Brain and Behavior

Ogni volume esplora le prospettive evolutive di un particolare argomento, non solo scientificamente intrigante, ma anche di particolare importanza per i problemi e le sfide attuali.
I temi dei volumi più recenti saranno anche quelli meno noti e mì quindi non saranno ancora in circolazione in Europa e in Italia le versioni revisionate dai creazionisti USA, come a volte succede per le dimostrazioni scientifiche meno recenti dei meccanismi evolutivi, sulle quali i creazionisti sono più preparati e più disposti al dialogo.
L'altro volume recente della NAP ("
The Unique U.S.-Russian Relationship in Biological Science and Biotechnology: Recent Experience and Future Directions") presenta gli interessi.comuni e i progetti futuri di due potenze del XX secolo che oggi non collaborano solo nella ricerca spaziale, ma che sperano, collaborando, di mantenere anche un ruolo dominante e trainante nella ricerca biologica e nella biotecnologia, che probabilmente non durerà ancora per molti decenni.
Una semplice dimostrazione del ruolo rilevante dell’evoluzione nella ricerca biologica la si può avere aggiornando ogni tanto una semplice ricerca su Google scholar usando termini significativi come ad esempio experimental evolution vertebrates; ovviamente è meglio limitare la ricerca al 2013, visto che qualcuno potrebbe spaventarsi anche dei 1200 articoli (con impact factor!) pubblicati solo nell'ultimo mese.
Puo' essere interessante almeno scorrere i titoli di questi 1200 articoli per scoprire che si trovano notizie interessanti (e non ancora riportate nei siti creazionisti USA).
Si puo' anche sostituire vertebrates con plants (1450), oppure new characters (1390) o anche novelties (600) o adaptations (1380) e andare a verificare i risultati per trovare le novità.
Certo queste sono curiosità che si può permettere chi fa ricerca o ha la fortuna di poter preparare giovani interessati alla biologia che hanno voglia di entrare nel mondo della ricerca, stimolandoli e aiutandoli a capire le domande intriganti e aggiornate.
Qualche titolo interessante si trova sempre in una full immersion fra le scoperte o le reviews pubblicate nell'ultimo mese: "Evolution in a Changing Environment", "Hybridization and speciation", "Plant sex chromosome evolution", "As it happens: current directions in experimental evolution", "Evolutionary Biology for the 21st Century".
Particolarmente intrigante l'ultimo articolo citato, che consiglio di leggere, e che ha un'introduzione che vorrei riportare qui nella sua interezza ... ma è troppo lunga; invito a leggere sia il finale che l'elenco dei problemi lasciati alle prossime generazioni ... sempre che si riesca a garantire loro anche risorse adeguate (Malthus insegna...)  per proseguire con la (quasi pacifica) convivenza di cui abbiamo goduto noi fortunati nell'ultimo mezzo secolo (e in questa parte del mondo).
"We live in an exciting time for biology. Technological advances have made data collection easier and cheaper than we could ever have imagined just 10 years ago. We can now synthesize and analyze large data sets containing genomes, transcriptomes, proteomes, and multivariate phenotypes. At the same time, society's need for the results of biological research has never been greater. Solutions to many of the world's most pressing problems (...) will rely heavily on biologists, collaborating across disciplines.
Theodosius Dobzhansky famously proclaimed that “nothing makes sense in biology except in the light of evolution." Though Dobzhansky's statement is sometimes dismissed by biologists in other fields as self-promotion, recent advances in many areas of biology have shown it to be prophetic.
For example, genomics, which emerged mostly from molecular biology, is now steeped in evolutionary biology. Evolutionary theory helps to explain our origins, our history, and how we function as organisms and interact with other life forms, all of which are crucial to understanding our future. Evolutionary approaches have helped reconstruct the history of human culture, including, for example, the history of human populations and languages. And the impact of evolutionary biology is extending further and further into biomedical research and nonbiological fields such as engineering, computer sciences, and even the criminal justice system
".
[Da notare che la ricerca continua anche sul melanismo industriale; nell’ultimo anno ci sono infatti 90 nuovi articoli peer-review; contengono scoperte e informazioni nuove, non ancora verificate dai creazionisti USA].
Un aspetto interessante che è emerso in questa breve scorsa alle pubblicazioni dell'ultimo mese è quello dell'enorme eterogeneità dei cognomi, una traccia della storia, spesso in parte anche connessa alla storia biologica individuale, indicativa del fatto che la biologia del XX secolo era già realmente un'impresa collettiva a cui partecipavano ricercatori curiosi già espressione di uno strumento universale di conoscenza e di azione che si è dimostrato capace di far collaborare tutti i popoli e tutte le culture.
E anche i nomi sono oggi spesso molto diversi da Matteo, Marco, Luca e Giovanni; un’indicazione del nuovo ruolo assunto da popoli un tempo spesso schiavizzati e colonizzati, ma soprattutto una conferma che qualcosa in tutti i popoli e le culture è cambiato anche nell’ultimo secolo: le nuove possibilità di emancipazione e realizzazione personale permettono e chiedono un contributo intellettuale anche al rimanente 50% dell'umanità, che ha iniziato da poco a liberarsi da catene e pregiudizi tradizionali e secolari.
Purtroppo rimangono ancora sacche in cui prevale il pregiudizio contro una scelta che erroneamente qualcuno ritiene ancora, nonostante Mendel lo abbia dimostrato ben più di un secolo fa, di origine divina più che casuale. La coscienza della casualità dovrebbe impedire che si aggiungano ancora assurde discriminazioni e umiliazioni. 

 

28/1/13-IT

·        Sul Corriere della Sera si può leggere la sintesi di una lezione che verrà tenuta domani a Roma (salvo eventi imprevisti) da T.Pievani sul ruolo della contingenza nella storia e nelll'evoluzione biologica ("L'evoluzione non è come le favole di Kipling"); da ricordare sempre come le esigenze di rassicurazione che condizionano la psicologia umana rischino di influenzare pesatemente le ricostruzioni di eventi che riguardano un processo durato miliardi di anni e che coinvolgono eventi contingenti e interazioni casuali che avvengono in ogni frazione di secondo e in ogni centimentro di una terra con una circonferenza di 40.000 km. "Per sfuggire alla tentazione di considerare il passato come giustificazione di un presente necessario, l'antidoto è la contingenza" è comunque un indicazione utile anche se forse può considerarsi tranquillizzante solo per una formica.

·        [da Carnet Verona] Giovedì 31 gennaio alle ore 21 al Teatro Ristori di Verona, Armando Massarenti, filosofo ed epistemologo, responsabile del supplemento culturale Il Sole-24 Ore-Domenica, per l’ultimo appuntamento, de I Giovedì della Scienza, dal titolo Cultura e Sviluppo. Armando Massarenti parlerà del binomio cultura e scienza, sancito dall’articolo 9 della nostra Costituzione che evidenzia l’impegno della Repubblica nella promozione dello sviluppo culturale e della ricerca scientifica.

·        [da Pikaia] Dal 31 gennaio al 24 aprile, quattro incontri con la scienza nell'ambito del Cafè Scientifique organizzato dall WWF Bologna. Dove? AlceNero Caffè: via Petroni 9 (Bologna)
Ingresso gratuito. Per informazioni e prenotazioni: bolognametropolitana@wwf.it

·        Il XXI Congresso Nazionale dell’Associazione Primatologica Italiana dal titolo Eredità, Comportamento e Culture nei Primati si svolgerà nei giorni di mercoledì 17, giovedì 18 e venerdì 19 aprile 2013 ad Asti nelle nuove strutture del Polo Universitario presso la ex caserma Colli di Felizzano Area Fabrizio De Andrè Corso Vittorio Alfieri.
Il programma prevede l’articolazione in sessioni, simposi, main lectures, invited speakers, presentazione poster e tavole rotonde che indicativamente verteranno su:
• Aspetti storici, artistici e museali
• Cognizione
• Comportamento
• Ecologia e Conservazione
• Evoluzione
• Gestione
• Invited speaker Leslie A. Knapp (Division of Biological Anthropology, University of Cambridge, UK), Andrew Whiten (School of Psychology, University of St Andrew, Scotland, UK); main lecture: Social Learning and the Transmission of Culture in Monkeys, Apes and Humans

 

27/1/13-IT

·        Sul Sole24Ore un articolo di C.A.Redi sul passaggio che sta avvenendo verso la biologia del XXI secolo ("E se raccontassimo le «-omiche»?")

 

26/1/13-USA

·        Nei blog di Scientific American ce n'è uno dedicato alle specie in via di estinzione. L'ultima notizia riguarda un uccello brasiliano di cui è stato firmato per la prima volta un individuo sul nido. e ne sarebbero solo poche decine di esemplari.

·        [da NCSE] Negli ultimi 3 giorni leggi per contrastare l'insegnamento dell'evoluzione sono state introdotte in tre stati USA, Missouri, Indiana e Arizona. Obiettivi sono ormai più o meno gli stessi. Si vogliono difendere le libertà acceìademiche degli insegnanti e questa libertà di insegnamento sembra che non voglia coprire tutta la scienza ma solo i soliti 4 tempi che hanno un qualche problema di attrito con tematiche per cui ci sono verità religiose da difendere: "The teaching of some scientific subjects, including biological evolution, the chemical origins of life, global warming and human cloning, can cause controversy". Ancora una volta anche qui si intendono proteggere gli insegnanti da quel che era successo in Tennessee quando qualcuno aveva cercato di introdurre tematiche religiose senza opportune protezioni, per cui era arrivata una pesante condanna e una pesantissima fattura (un milione di dollari per la commissione didattica del liceo di Dover che aveva solo invitato a leggere un libro non autorizzato). Si era andati alla guerra senza pianificarla.
Ora la prudenza è d'obbligo e ci si muove solo se prima il senato e la camera dello stato hanno approvato una legge prevede che "teachers shall be allowed to help pupils understand, analyze, critique and review in an objective manner the scientific strengths and scientific weaknesses of existing scientific theories covered in the course being taught" and that state and local education administrators "shall not prohibit any teacher in this state" from doing so". Tutto si gioca in piccole commissioni inn cui spesso la maggioranza può cambiare fra un'elezione e un'elezione  mid-term, costituite da senatori e deputati che spesso non capiscono nulla di scienze...
Dell'iniziativa legislativa ora in atto in Arizona scrive anche PZ.Myers nel suo blog Pharyngula ("Can you see through this ploy, Arizona?")

 

26/1/13-IT

·        Ora che dovrebbero estinguersi, visto che erano chiaramente fuori bersaglio, le provocazioni di chi non si capisce ancora bene se sia o sostenga creazionisti, antievoluzionisti o antidarwinisti, ci si potrà dedicare a capire gli obiettivi delle iniziative organizzate per convincere gli insegnanti delle scuole pubbliche e private del triveneto di quanto sia stato errato e non corrispondente ai programmi ministeriali, diffondere un anno fa a Verona idee non solo antievoluzioniste e creazioniste (che tutti gli esseri viventi abbiano un'evidente origine comune lo dice anche il Vaticano con il documento del card.Ratzinger del 2004); anche se fossero solo favorevoli all'intelligent design, non sarebbero apprezzate nè dalla chiesa nè dal ministero della pubblica istruzione.
Guardando però il programma e i relatori previsti per il terzo anno di questi incontri organizzati dalla Facoltà Teologica del Triveneto e dal Dip. di Fisica e Astronomia dell'Università di Padova, viene però il dubbio che i previsti "dialoghi" possano facilmente diventare monologhi, e che forse anche nemmeno l'evoluzionismo teista non sia corrispondente ai programmi ministeriali, sia che Darwin sia tuttora citato nei programmi di scienze, sia che sia stato tolto grazie all'intervento del ministro Fioroni.
Il dubbio sorge spontaneo, dato che il corso è rivolto sia a docenti di scienze del triveneto che a docenti dei corsi di religione (IRC), che hanno evidentemente preparazioni ma soprattutto obiettivi diversi: trasmettere informazioni scientifiche oppure la dottrina della chiesa secondo le indicazioni del vescovo che li nomina.
La scelta dei docenti dei quattro incontri sembra indicare un certo orientamento preferenziale verso le precoonscenze, la preparazione e le esigenze didattiche degli  insegnanti di religione.
Lascia perplessi l'associazione fra Darwin e Dio nel titolo della conferenza di un sacerdote che, come il prof.F.Facchini, è anche naturalista e biologo oltre che laureato in antropologia, ex-docente del seminario di Brescia e da anni competente e impegnato responsabile dell'ufficio diocesano che si occupa della Salvaguardia del Creato "dalle scelte consapevoli di un’unica specie vivente, quella umana, che esercita il suo potere dispotico anche sulle altre specie".
Ma soprattutto curiosa è la domanda "Creati dagli animali?", forse una domanda mal posta sull'evoluzione umana, e che potrebbe sembrare provocatoria, a cui risponderà un teologo, anche se alla presenza del prof.Minelli, laico anche se inizialmente coinvoloto nell'organizzazione di uno dei cionvegni vaticani del 2009 sull'evoluzione.
Certo è indubbia l'autorevolezza del prof.Facchini, docente universitario di evoluzione umana, che si sa essere malvisto dai creazionisti e dai sostenitori dell'ID, ma anche da chiunque pensi che sia facile criticare una teoria scientifica. Nel gennaio del 2006 F.Facchini così si rivolse dall'Osservatore Romano al card.Schönbord che, non sapendo come comportarsi per affossare una teoria scientifica (di cui aveva pure sbagliato il nome), pensava fosse sufficiente dire che non gli piaceva: "Se il modello proposto da Darwin viene ritenuto non sufficiente, se ne cerchi un altro, ma non è corretto dal punto di vista metodologico portarsi fuori dal campo della scienza pretendendo di fare scienza".   
Quest'anno infatti, in occasione del mese di febbraio in cui tradizionalmente si festeggia il Darwin Day, gli astronomi dell'Università di Padova hanno incaricato alcuni docenti scelti dalla Facoltà di teologia del triveneto di realizzare un corso di aggiornamento ... su "L’evoluzione della vita e il sorgere dell’uomo: dialogo tra scienza e teologia" rivolto contemporaneamente a docenti delle materie scientifiche e di religione (IRC) delle scuole pubbliche che private.
Qui c'è il programma. Fra i docenti, soprattutto religiosi o docenti della FTT; l'impressione è che un citologo che dovrebbe a spiegare i meccanismi evolutivi sembra invitato soprattutto come presidente, nominato dalla CEI, del MEIC (dell'Azione Cattolica) ancora per due anni ...
Stupiscono comunque in modo particolare i titoli delle relazioni del 7/3 ("Libertà, peccato, sofferenza nella tradizione cristiana" e " Il male nel mondo orientale", poco coerenti con il titolo del corso e con le competenze degli allievi che sono solo docenti di scienze, probabilmente non invogliati alla partecipazione)  
Il corso era stato preceduto un anno fa da un convegno organizzato il 20/1/12 dall'Università di Padova e della Facoltà di Teologia del Triveneto a Roma, presso la Camera dei Deputati ("Il dialogo tra teologia e scienza nella Scuola d’oggi. Una proposta per un percorso di aggiornamento culturale", con la partecipazione del Ministero, della PUS e del DISF della PUSC).
Il corso era presentato dall'agenzia vaticana Zenit il 19/1/13
 

 

25/1/13-CA

·        Larry Moran nel suo blog  ci invita a riflettere ("How Many Genomes Have Been Sequenced?") sulle conoscenze che noi abbiamo sui genomi che sono stati finora sequenziati completamente. La risposta la si trova nel sito GOLD (Genome On Line DataBase, a World Wide Web resource for comprehensive access to information regarding genome and metagenome sequencing projects, and their associated metadata, around the world). Fra i genomi completi archiviati in questo database ce ne sono 181 di archea, 3762 batterici e 183 di eucarioti, che sono ben più complessi.
Ora i fossili diventano sembre meno utili, anche perchè sempre molto frammentati, essendo soppravvissuti a eventi complessi e a milioni di anni. Molto più semplice analizzare il DNA di organismi attualmente viventi, che permetteranno di completare l'albero della vita, il Tree of Life (che permette di ricostruire i percorsi che collegano fra loro tutte le specie viventi). Non ci sarà più bisogno di preoccuparsi della frammentarietà e della rarità dei fossili se non per ricostruire gli animali e le piante oggi scomparse e aggiungerle all'albero della vita che già oggi si può confermare con il DNA delle specie viventi.
Non ci dobbiamo quindi preoccupare più di tanto oggi se qualche paleontologo cerca di convincerci che manca qualche fossile o non ci sono i fossili del momento del parto per garantire la continuità genetica fra le generazioni. Anche lui può essere contento che i fossili, così difficli da trovare e frammentari, non siano più indispensabili per dimostrare l'evoluzione.
E quindi nemmeno per negarla e sostenere che le specie non sono connesse fra di loro e quindi sono state create; come si era già cercato di dimostrare in un corso organizzato per insegnanti di scuole paritarie a Roma e in un convegno, organizzato nel marzo 2012 a Verona in collaborazione con docenti di scienze di scuole paritarie, con un ospite che Jerry Bergman, creazionista USA, considera creazionista ("A Brief History of the Modern Creation Movement"), come d'altronde dimostrato dal video (intervista tratta dal video prodotto del creazionista Kolbe Center: "Evoluzione: fatto o credo") "con le specie paracadutate sul terreno ogni qualche centinaia(?) di anni.
[In realtà dei giudizi di J.Bergman, un insegnante di scienze creazionista aderente all'Institute of Creation Research, non c'è molto da fidarsi. Ci aveva provato anche a indicare W.Arber come simpatazzante dell'ID, ma il premio Nobel invece si era arrabbiato e l'aveva contestato, confermando quanto sia improbabile che un Nobel che si occupa di evoluzione batterica, e cita continuamente le sue dimostrazioni del neodarwinismo, possa essere anche solo scettico proprio sull'evoluzione e il neo-darwinismo].  

 

24/1/13-IT

·        [da L'Arena] Oggi a Verona ci sarà una conferenza di Giorgio Vallortigara, alle 17,30 all'Accademia di agricoltura scienze e lettere (Palazzo Erbisti di via Leoncino). E' il penultimo incontro della rassegna. Parlerà dei comportamenti umani e dei meccanismi legati ai I giovedì della Scienza processi di apprendimento. In particolare, della differenza tra i comportamenti iscritti nel Dna e quelli invece frutto di apprendimento. Filo conduttore sarà il libro "Nati per credere", scritto da Vallortigara assieme a Telmo Pievani e Vittorio Girotto.

·        A Desio invece questa sera non si parlerà proprio di evoluzione,visto che è prevista una conferenza ("Gli animali si evolvono?") dei creazionisti "della terra giovane" S.Bertolini e F.Fratus, responsabili dell'AISO. Nei giorni prima S.Bertolini aveva tenuto 3 conferenze creazioniste a Bucarest.
Per chi avesse perso la serata (di Bucarest o di Desio), può risentirsela qui, in un sito religioso che non sopporta che la teoria dell'evoluzione "trovi più generale consenso", giustamente, rispetto ad un creazionismo che viene smentito dall'osservazione della natura.

 

24/1/13-UK

 

 

·        Ovviamente in un momento in cui si muove l’Europa delle regioni inseguendo autarchie economiche e culturali, il Galles non può non approfittare del centenario della morte di un suo figlio che ha avuto un ruolo così importante. A.Wallace fu fra i primi al mondo a sviluppare una teoria che da 150 anni ha cambiato l’interpretazione del mondo naturale, svelando i meccanismi che ne gestiscono sia i cambiamenti che l’evoluzione.
Ed ecco ciò che oggi pubblicano sul WalesOnLine: l’articolo “At last, Welsh scientist is to escape from the shadow of evolutionary giant Darwin”. L’articolo riferisce, oltre alla scoperta … di Wallace, anche sulle novità inaugurate in questi giorni presso il Museo di Storia Naturale di Londra.
L’oggetto immediatamente visibile da chi entra nel museo è un quadro di Wallace che da oggi farà compagnia alla statua di Darwin all’ingresso del museo; sappiamo che accanto a loro si potrebbe anche mettere una foto con migliaia di foto di biologi evoluzionisti delle ultime generazioni.
Ma certamente più rilevante, in quanto a disposizione di tutto il mondo via internet, è il nuovo sito web a lui dedicato (Wallace 100), il portale da cui si accederà a tutte le notizie su Wallace e a tutte le sue pubblicazioni disponibili on line.
Nel sito Wallace100 si possono esplorare le Wallace Letters Online; c’è poi il blog di George Beccaloni sulla prima lecture (7 febbraio) con il Prof Steve Jones, sul Wallace portrait, sulla Wallace collection, e sulla Cronologia.
Da notare che per la prima volta, grazie ad una caccia durata 2 anni, sono disponibili on line le lettere scambiate con Darwin (qui si racconta della ricerca di questa corrispondenza). Interessante anche leggere un'intervista fatta a Wallace, in cui manifesta il suo ovvio interesse per la natura.
Altri siti web utili sono quelli del Wallace Fund e quello dedicato a The Alfred Russel Wallace Correspondence Project (WCP), gestito da G.Beccaloni.
Brutte notizie invece se si va a leggere la pagina con l’“Update on fundraising for the Wallace sculpture” che si voleva inaugurare il 7 novembre, data della morte nel 1913. Mancano solo 10 giorni ma addirittura 30.000 sterline, per cui ci si accontenterà di un busto.
Un documento di grande interesse, che dovrebbe leggere chi ancora non lo conosce, è il testo del discorso di Wallace dell'1/7/1908, in occasione del conferimento della Darwin-Wallace Medal alla Linnean Society, quando racconta del suo rapporto con Darwin e riferisce del loro diverso impegno nella scoperta della teoria della selezione naturale, vent'anni verso una settimana ...("With your permission I propose to make a few remarks both as to the actual relations between Darwin and myself prior to July 1858, and also to some peculiarities of our respective life-histories which brought about those relations, and which will, I hope, be both novel and of some general interest .... Such being the actual facts of the case, I should have had no cause for complaint if the respective shares of Darwin and myself in regard to the elucidation of nature's method of organic development had been thenceforth estimated as being, roughly, proportional to the time we had each bestowed upon it when it was thus first given to the world--that is to say, as 20 years is to one week.").
Del sito delle lettere di A.Wallace scrive anche scientific american e la BBC.

·        L’esperto del museo di Londra su Wallace, George Boccaloni, auspica che “The events being organised by the Natural History Museum and other organisations in the UK and abroad as part of the Wallace100 celebrations will help to bring him out of Darwin’s shadow”. Dobbiamo sperare che la presenza costante di Wallace a fianco di Darwin all’ingresso del Museo abbia anche altri e più rilevanti effetti e si rischiarino ombre ma anche tenebre che ancora circondano le loro scoperte.
Possiamo sperare che una maggiore coinvolgimento di A.Wallace nella scoperta della selezione naturale come importante meccanismo che agisce in natura faccia capire come chiunque (allora) avrebbe potuto arrivare a questa scoperta se solo avesse avuto la possibilità di accumulare le conoscenze di Darwin o di Wallace; un ottimo messaggio per chi (ancor oggi) evita di mettersi nei loro panni per partecipare – senza i rischi che loro corsero - al percorso intellettuale e geografico (qui quello di Wallace) che li condusse a svelare uno dei segreti della natura che era nascosto anche e soprattutto dai pregiudizi culturali, allora prevalenti … e presenti anche nella loro testa.
Vedere Wallace e Darwin affiancati dimostra come 150 anni non sono bastati a rendere questi pregiudizi contro la selezione naturale più aggredibili e malleabili, come se dietro a questo meccanismo che permette l’evoluzione biologica, dai batteri almeno fino ai primati, si nascondesse qualcosa di diverso da quello che Darwin e Wallace per primi hanno autronomamente dimostrato.
Diventa più chiaro davvero il sospetto che la principale preoccupazione di GP2 nella lettera del 1988 a P.Coyne fosse che si continuasse a difendere qualcosa di indifendibile, l’ignoranza, soprattutto quando si creano – senza alcuna ragione valida e senza ipotesi alternative - problemi sulle spiegazioni scientifiche dei processi evolutivi; come se ci fosse il “God of the gaps”.
Le preoccupazioni di GP2 erano numerose (“Può una prospettiva evoluzionistica contribuire a far luce sulla teologia antropologica e anche sullo sviluppo della dottrina stessa? Può il metodo teologico avvantaggiarsi facendo proprie le intuizioni della metodologia scientifica e della filosofia della scienza? Si potrebbero fare molte altre domande di questo tipo. Ma per continuare a proporne si richiederebbe quella specie di intenso dialogo con la scienza contemporanea che, generalmente parlando, è mancato nei teologi impegnati nella ricerca e nell’insegnamento. Ciò comporterebbe che almeno alcuni teologi fossero sufficientemente competenti nelle scienze per poter fare un uso genuino e creativo delle risorse offerte loro dalle teorie meglio affermate”). Metterebbero evidentemente in grosse difficoltà chi continuasse, anche dopo 150, anni a dubitare di idee che apparivano ovvie a esperti indipendenti.
Pensare che si possa rispondere solo con il silenzio o critiche fuori bersaglio e distruttive a questi 2 esperti indipendenti le cui ipotesi sono state finora confermate, sia dai contemporanei ma anche da tutti gli scienziati che sono nati dopo la loro morte, rende ragionevole pensare che ci siano cose più interessanti da fare che ascoltare chi fosse pronto anche a cercare motivi per non credere nemmeno alla scoperta fatta da Wallace, l'evoluzione per selezione naturale.
La nomina di un biologo evoluzionista come W.Arber, che si dichiara sostenitore dell'attuale teoria evolutiva a presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze è una scelta decisamente rispettosa della scienza e forse non facilmente comprensibile per qualcuno, ma forse non è casuale oltre che sicuramente ragionevole, soprattutto se all’ingresso del Museo di Storia Naturale di Londra si affianca, come è avvenuto oggi, l’immagine di A.Wallace a quella di C.Darwin, che per 150 anni qualcuno per motivi ideologici ha cercato di far credere fosse un delinquente. Qualcuno ha voglia di occuparsi ora dei peccati nascosti di Wallace? Già dalle prime righe si vedrà se ha capito che anche Wallace era d’accordo con Darwin. Comunque sarebbe meglio aggiungere ancora qualche altro nome di biologo evoluzionista ottocentesco … fra i tanti, anche italiani, che hanno capito subito che Wallace e Darwin avevano visto giusto.

·        Anche sul Christian Science Monitor si accenna ad Albert Wallace in un articolo ("Why second acts matter") in cui si sottolinea come sia comunque importante arrivare anche secondi. A parte che la storia di Wallace non si tratta di una gara, ilmotivo pricipale è che, oltre a poter correggere i difetti del primo, isecondi, nel caso delle scoperte, hanno la fortuna di poter dimostrare che la scoperta è non dovuta ad un colpo di fortuna ma al fatto che ormai ci sono le condizioni e le conoscenze per far sì che ormai la scoperta, soprattutto di grandi idee che cambiano il modo divedere il mono, è diventata prevedibile e alla portata di tutti: •Alfred Russel Wallace, who developed the theory of evolution at the same time as Charles Darwin. Darwin published first but acknowledged that Wallace had the same ideas, calling the theory “your own and my child.”   

·        E’ evidente comunque che anche in altre parti del mondo qualcuno in questi giorni si sta ricordando di Albert Wallace! Proprio oggi troviamo che qualcuno saprebbe leggere anche questo articolo “Kisah: Ide Teori Evolusi Tercetus Saat Wallace Demam di Halmahera”; comunque si nota una foto di Wallace. Che siano i discendenti degli isolani di Halmahera che l’hanno curato durante la sua convalescenza?

 

23/1/13-IT

·        Nel sito di Pikaia, come ogni anno, si mantiene aggiornato il calendario delle iniziative per il Darwin Day 2013 in occasione dell'anniversario della nascita di Darwin.
Dovrebbe arrivare ben preparato al Darwin Day chi si fosse iscritto al corso on line di massa (è partito con 20000 iscritti), coordinato da Mohamed Noor (Duke University), anche se si trova in rete qualcuno con opinioni diverse. Non c'è da stupirsi che un [neo]creazionista, Cornelius Hunter, manifesti nel suo blog Darwin's God il suo pentimento per essersi iscritto al corso. Infatti dice nel suo blog ("Mohamed Noor: Evolution is True Because We Say So") di non essere stato convinto da Noor, che continua a dare i soliti errori che Hunter segnalava da tempo e senza successo: l'evoluzione non è il cambiamento di frequenze nel tempo, la Biston non è un esempio di evoluzione, e nemmeno la resistenza agli antibiotici nei batteri; per non parlare delle critiche alle opinioni di Noor sugli organi vestigiali, sulle forme di transizione, sull'evoluzione graduale del cavallo, sulla biogeografia e il ruolo delle isole. Nel corso sembra che si raccontino banalità per far credere che qualcosa possa aver origine dal nulla e come sappia che questo sia vero. Se così fosse realmente, tanto più conviene partecipare ai Darwin Days, come un'occasione per imparare qualcosa di migliore e di corretto interagendo direttamente e non via internet.

·        Molte sono le iniziative preparate per il Darwin Day 2013 dalla UAAR, che sembra concentrarsi particolarmente sul crocevia veronese, a cui sono dedicate 3 iniziative; proprio lì si comincerà il 30/1 con L.Bonomi che si occuperà proprio di uno dei problemi che manda in confusione creazionisti e affini, sempre in attesa del miracoloso crocoduck che certo non comparirà mai: Verona, Darwin Day: "exaptation: come l'evoluzione produce organi complessi" con L. Bonomi

·        Wallace Day a Roma il 12/2/13 patrocinato da La Sapienza Università di Roma, si terrà presso Villa Mirafiori (via Carlo Fea 2, Dipartimento di Filosofia, Aula II) il 12 Febbraio dalle 10 alle 13. Relatrici e relatori dell’iniziativa saranno Barbara Continenza e Saverio Forestiero dall’Università di Roma Tor Vergata, rispettivamente con i contributi “Wallace, lo ‘strumento inconsapevole’?” e “La zoogeografia di Wallace“, Giacomo Scarpelli dall’Università di Modena e Reggio Emilia con “La scimmia, l’uomo e il fantasma. Wallace tra evoluzionismo e spiritualismo” e Giulio Barsanti dell’Università di Firenze, con una relazione a sorpresa dal titolo “Di un dimenticato, grande allievo di Wallace…

·        Darwin Day 2013 a Roma il 16/2 presso il Museo Pigorini. Organizzato da L.Bondioli e F.Ferretti; sarà particolarmente dedicato alla religione, con due sessioni: La religione nell’evoluzione (T.Pievani e Orlando Franceschelli) e L’evoluzione della religione (F.d’Errico, M.Vidale, G.Vallortigara).
Il 13/14/15 ci saranno inoltre al mattino iniziative specifiche per le scuole sull’evoluzione del cervello, della comunicazione e del linguaggio

·        Su più giornate, in più sedi e con modalità diverse (c’è pure il laboratorio, un film – “One Life” della BBC -  e il teatro!) è il Darwin Day 2013 di Ferrara, per cui è indispensabile consultare il programma. Ci sarà anche l’orologiaia miope.

 

23/1/13-USA

·        [da NCSE] La risoluzione 41, che è passata ieri per la camera dei rappresentanti USA, se approvata, permetterà di dichiarare ufficialmente il 12 febbraio 2013 come Darwin Day e il riconoscimento di "Charles Darwin come simbolo con cui celebrare le conquiste della ragione, la scienza e il progresso della conoscenza umana": Sponsor della legge è uno dei pochi componenti della camera con una laurea scientifica, Rush Holt. Fra gli obiettivi della risoluzione l'intenzione di far capire che la richiesta di insegnamento del creazionismo nelle scuole, che viene promosssa in alcuni stati, è una minaccia alla integrità scientifica del sistema educativo USA, e questo in un momento in cui il progresso scientifico deve essere protetto da chi non vuol vedere l'impatto negativo del riscaldamento globale e delle modificazioni del clima. 

·        Si rimane sconcertati se si va a controllare quel che riescono a combinare i creazionisti USA. Il blog di Scientific American propone un post (“Louisiana senator asks if E. coli evolve into persons”) con un video, dell’aprile 2012, di ciò che sembra un’audizione per verificare l’insegnamento dell’evoluzione nelle scuole; si vede così che un’insegnante di scienze (Darlene Reaves) spiega ad un senatore conservatore della Louisiana (Mike Walsworth) in che modo l’evoluzione sia stata dimostrata e confermata con l’esperimento decennale di R.Leski con E.coli. Una domanda del senatore permette improvvisamente di verificare quale idea folle di evoluzione sia da lui utilizzata per capire come evolvono gli esseri viventi.
Scopriamo così come nei creazionisti USA sia ben radicata l’idea che l’evoluzione non sia semplicemente dimostrata dall’osservazione di un cambiamento di frequenze geniche (come si legge anche su Wikipedia), ma che ci si deve aspettare che un batterio almeno la smetta di essere un semplice batterio. Il video (che in questi giorni ha grande successo in internet) dimostra, con grande sconcerto dell’insegnante che probabilmente si ricorderà questa giornata fin che campa, che Mike Walsworth, forse ancora abbagliato dalla famigerata “marcia del progresso”, sarebbe contento solo se gli raccontassero che il batterio nella capsula Petri si è trasformato improvvisamente … in una persona…(0’:52”)!  Come conclude l’autore dell’articolo, “La prossima volta che un creazionista negherà la macroevoluzione, dovremmo sottolineare che sta soprattutto negando l'esistenza dell'universo materiale”.
Questo video viene riproposto oggi in molti siti web (sul sito msn, ma soprattutto nei blog).
Un altro video mostra 7 minuti dell’intervento di un studente 19enne (Zack Kopplin) che difende l’insegnamento corretto delle scienze davanti alla medesima commissione.
Come racconta oggi Phil Plait nel suo blog Bad Astronomy (“And These are the People Making Laws in Louisiana”), sono 4 anni – e Zack Kopplin è stato una delle anime di questo tentativo - che i biologi stanno cercando di far abolire una legge firmata dal creazionista governatore Jindal il 27/7/2008, il Louisiana Science Education Act (LSEA) del 2008, che favorisce l’insegnamento del creazionismo nelle scuole della Louisiana. Due tentativi di abolire il LSEA sono già falliti, e ora si proverà con un terzo. Alcune società scientifiche per protesta (la SICB nel 2009)  hanno spostato i propri congressi annuali dalla Louisiana in questi anni.

·        [da NCSE] Sta per uscire (dal 28/1 negli USA) un documentario della PBS (The Revisionaries) che racconta dell’impegno costante dei creazionisti texani (tendenzialmente in maggioranza nella Texas State Board of Education, guidata da Don McLeroy dal 2008 al 2010) per censurare soprattutto  l’insegnamento dell’evoluzione nelle scuole dello stato, ben sapendo che le decisioni prese dalla Commissione che gestisce i programmi scolastici di uno degli stati più popolosi ha avuto e avrà ripercussioni sulle scelte delle case editrici e quindi anche sulle scelte degli altri stati USA.
Il documentario racconta delle battaglie risalenti al 2009/10, uno dei momenti in cui ogni 10 anni, 15 persone di Austin influenzano quel che studieranno nel successivo decennio i giovani americani, riscrivendo e aggiornando gli standard educativi e le linee guida dei libri di testo di scienze che verranno usati a scuola, nel Texas e negli altri stati USA.
Il dinamico presidente della commissione, che si vede in azione nel documentario, è Don McLeroy, un dentista creazionista biblico, insegnante domenicale di catechismo. Con lui collaborava un avvocato professore di legge e contro di lui c’erano soprattutto la presidente del Texas Freedom Network e un antropologo di un’università metodista.
Attorno a loro circolavano esperti esterni, alcuni dei quali erano gli evoluzionisti che hanno contribuito al successo di molte iniziative giudiziarie, come quella del processo di Dover/Harrisbur nel 2005: la filosofa Barbara Forrest, il biologo universitario cattolico Ken Miller, la presidente nel NCSE, l’antropologa Eugenie Scott. 

 

23/1/13-USA

·        Ancora un post particolarmente interessante di Carl Zimmer nel suo blog sul sito del National Geographic: "The Strangest Cancer In the World". Si tratta di un cancro che si trasmette in modo insolito da un individuo all'altro fra gli ultimi esemplari sopravvissuti del diavolo della Tasmania, una specie a rischio di estinzione soprattutto a causa di questa insolita epidemia, che porta alla morte in sei mesi gli animali contagiati (foto).
Il pericolo della scomparsa di tutti gli esemplari di una specie già a rischio (c'è stato un calo dell'80% dall'inizio dell'epidemia negli anni ’90 e ne sono rimasti 10/15.000 oggi in natura) crea una situazione che ha costretto a pianificare diverse strategie di emergenza, in modo da evitare la scomparsa dell'ultimo diavolo.
Si è organizzata anche la possibilità di sopravvivenza, su un'isola al di fuori della Tasmania, di una popolazione sana isolata che possa eventualmente poi ricolonizzare l'isola nel caso non si riuscisse a impedire la scomparsa di tutti gli esemplari viventi in Tasmania.
L'articolo di Carl Zimmer sul New York Times ("Raising Devils in Seclusion") affronta anche l'aspetto sconcertante dei meccanismi che controllano la strana e quasi unica modalità di  trasmissione di questo tumore, le cui caratteristiche mostrano anche aspetti sconcertanti per quanto riguarda le migliaia di mutazioni che coinvolgono le cellule tumorali. 
Qui un altro articolo sul problema e una TED conference di E.Murchison, attiva nel contrastare l’estinzione dei “poco simpatici” diavoli.

 

22/1/13-IT

·        Visto che si avvicina il mese di febbraio, iniziano a circolare le notizie di  iniziative per presentare ad un pubblico più ampio concetti che non sembrano ben stabilizzate fra le conoscenze che ci aiutano nell'interpretare la realtà naturale che ci circonda, come si racconta proprio nella notizia successiva. La prima notizia di iniziative legate al Darwin Day 2013 viene da Civitanova Marche, dove verrà organizzato un incontro l'8 febbraio alle ore 17.
Relatori saranno Federica Turriziani Colonna (formatasi a Roma in Filosofia e a Parigi in Comunicazione Scientifica, si occupa principalmente di storia della biologia) e Roberto Verolini (docente di Scienze Naturali, saggista), che accompagneranno i presenti in un affascinante percorso che porterà a comprendere il perché il mondo è pieno di vere stranezze.

·        Un’altra iniziativa di diffusione di conoscenze sulla biologia evoluzionista ci sarà sabato 9 Febbraio, ore 17.30, presso la Casa delle Culture di via Vallemiano 46 ad Ancona si svolgerà il Darwin Day 2013 con la presentazione del libro di S. Gould: “Ontogenesi e Filogenesi”. Relatori: Federica Turriziani Colonna, laureata in filosofia, traduttrice del libro, Prof. Vincenzo Caputo, docente di biologia evolutiva presso UNIVPM.

·        Dalle interviste che sono state pubblicate oggi sembra che ieri molti giornalisti italiani siano corsi dietro a Giulia Biffi, la dottoranda di Cambridge (UK) che si è laureata a Pavia ed ha appena pubblicato su Nature Chemistry un’articolo sulla scoperta dell’esistenza, temporanea, di un DNA addirittura quadrielica.
Ha quindi lasciato Pavia, dove si è laureata in biologia molecolare, e l’Italia, per cui molti giornalisti le hanno posto anche domande extra-DNA, a cui non si è sottratta, riferendo impressioni che esigono di essere valutate a molti livelli in Italia, in un momento in cui si denigra l’università ma soprattutto in un momento di ritardi nel reclutamento e di pesanti tagli proprio alla ricerca, che altrove considerano il motore dello sviluppo economico che si vorrebbe tornasse.
La migliore intervista mi è sembrata quella del Manifesto (“Un cervello in fuga afferra la struttura delle cellule cancerose”), ma anche le domande fattele dalla giornalista del Giorno (“Dna a quattro eliche Una scoperta Made in Pavia”) stimolano risposte, anche originali e legate all’esperienza personale, che varranno certamente anche come espressioni, ampie, del suo diritto di voto.
E’ evidente e come, in modo originale, capovolga la domanda sui cervelli in fuga, cercando di far capire alla giornalista di avere un cervello normale, sufficiente per capire cosa passa per la testa della gente e dei politici che la gente sostiene in Italia: “Anche se è facile dare la colpa alla classe politica, penso che quello che sarebbe da cambiare è la mentalità di troppi italiani”,  La figura del ricercatore in Italia non è minimamente apprezzata ad ogni livello e non si investe sulla ricerca”; impressionanti anche altre frasi che aiutano a capire che anche la sua professoressa, che non vedeva la drammaticità della situazione e non la spingeva ad andare all’estero, mentre lei aveva capito che “Dal momento che sono determinata a fare ricerca, non vedo altre soluzioni”; e prosegue con la citazione di un articolo della Costituzione che ritiene non rispettato.
Ciliegina sulla torta, un altro dei motivi che le hanno suggerito a prendere la strada per l’estero è che “A Pavia quando dicevo che studiavo biologia la domanda standard era ‘Ah, perché non hai passato il test di medicina?’”. Spero che la domanda non sia arrivata da un compagno del corso di biologia....
 
Il fatto che Giulia Biffi cerchi di ampliare le responsabilità per la situazione della scienza e della ricerca a buona parte della popolazione italiana fa davvero venire il dubbio che sospetti che in Italia ci siano docenti di scienze delle medie che non fanno abbastanza per creare nel paese un clima di rispetto verso i pochi che scelgono di impegnarsi nella ricerca che oggi è difficile , svalutata e poco appetibile della ricerca; viene quasi un dubbio incredibile, che credano che le scienze vanno insegnate ma adottando il sistema storico, studiando la storia della scienza! Purtroppo sono troppe e diverse le lauree di chi insegna scienze alle medie.
Il dubbio viene proprio ascoltando le impressioni che una giovane ricercatrice ha ricevuto dall’ambiente che la circondava quando ancora studiava in Italia, a Pavia.
Bisogna ringraziarla del fatto che ritenga tuttora importante farcelo sapere; nonostante intenda rimanere in futuro all'estero si preoccupa di lasciare suggerimenti utilizzabili da chi si preoccupa delle strategie per migliorare a tutti i livelli la formazione scientifica in Italia.

 

21/1/13-IT

·        Quest’anno all’Evolution Day di Milano, rispettando gli anniversari legati alle biografie di chi ha maggiormente contribuito a dimostrare che l’evoluzione fosse un fatto, si analizzerà il contributo di Alfred Russel Wallace.
A
nche lui, grazie soprattutto alle conoscenze accumulate fino ad allora in modo corretto dai naturalisti, giunse a formulare una teoria dell'evoluzione per selezione naturale indipendentemente da Darwin. A queste intuizioni contribuirono anche le sue esperienze personali in aree tropicali dotate di numerose barriere geografiche (come i grandi fiumi in l’Amazzonia e gli stretti fra le isole dell’Indonesia).    
 Il programma dell’Evolution Day del Museo Civico di Storia Naturale di Milano è pubblicato sul sito di  Pikaia: 8 -10 febbraio 2013: ISOLE: LABORATORIO DELL'EVOLUZIONE - ALFRED RUSSEL WALLACE, 1823 – 1913.
[Questo Evolution Day è dedicato a Ilaria Vinassa Guaraldi de Regny, scomparsa il 28 maggio 2012, l’anima di tutte le passate edizioni].

·        Su Pikaia è disponibile on line un articolo scritto da M.Ferraguti (“Equilibri punteggiati messi alla prova”) per il volume “Grazie Brontosauro! Per Stephen Jay Gould”, in onore di Stephen J.Gould. Vengono spiegati alcuni dei problemi che certamente incontra chi si aspetta troppo dai paleontologi … o dai fossili o da ambedue.

 

21/1/13-BR

·        Quasi ogni giorno compaiono articoli che parlano della diffusione della dengue in giro per il mondo. I sintomi della dengue sono parecchio fastidiosi: febbre alta, mal di testa, vomito, eruzioni cutanee e può essere mortale (2.5%) nella sua versione emorragica.
Le alte temperature e le piogge costanti favoriscono la proliferazione della zanzara Aedes aegypti, che trasmette il virus che si riproduce in ambienti d’acqua stagnante. Non ci sono per ora difese (oltre alla protezione individuale dalle zanzare) o possibilità di prevenzione. Esistono inoltre 4 varianti di dengue, e chi prende una seconda variante va incontro a rischi più elevati.
Più preoccupante il fatto che sia in espansione (era presente in soli tre paesi  asiatici nel 1950 e oggi lo è in 125 in tutto il mondo, soprattutto nei paesi tropicali) grazie alla facilità degli spostamenti aerei.
Oggi le brutte notizie arrivano dal Brasile;  non è difficile negare che il titolo possa suscitare un certo allarmismo (“La città che combatte contro l'epidemia di febbre dengue”). Il sottotitolo non tranquillizza, soprattutto se si pensa alle prevedibili code (“Circa 600 persone al giorno dall'inizio del 2013 si presentano negli ospedali di Campo Grande, capitale del Mato Grosso do Sul, con i sintomi della dengue”).
I paesi vicini al Brasile da tempo sono alle prese con questo virus: in Paraguay ci sono stati 8500 casi con 8 morti (0,09%). Questo solo nel 2013 …! Nel 2012, in Paraguay sono morte per dengue 70 persone su un totale di 30.823 contagiati (0,23%), cifre che superano i 17 morti e i 9.040 contagi del 2007 (0,19%) e i 15 morti e 13.559 contagi (0,11%) del 2010.
Che ci si debba preoccupare lo dicono le cifre che derivano dai viaggi turistici nei paesi tropicali … dati sanitari canadesi parlano di 200 infettati su 300 turisti tornati dai paesi tropicali! Nessun paese tropicale oggi è indenne da questo virus.
Una notizia recente e che non tutti sanno: da qualche mese … il virus è arrivato anche in Europa. Il clima non è dei migliori, a parte le aree mediterranee (si pensa che 35°N possa essere un limite superiore dell’area in cui l’Aedes riesce a sopravvivere, non potendo sopravvivere, se non in microambienti protetti, a periodi temperature esterne inferiori a 10°C).
In Europa dove? A Madera (P), come si legge nella pagina web dell’ECDC sulla dengue
: il Communicable Disease Threats Report (CDTR), Week 49 del 2012 avverte che dopo l’Aedes, entrata nel 2005, è entrato in Europa anche il virus.
Da qui derivano gli alert turistici e i controlli per impedire che il virus entri anche alle isole Canarie, mete turistiche ben più frequentate dagli europei.
L’ECDC Communicable Disease Threats Report (CDTR) di oggi (21/1) è dedicato soprattutto al dengue a Madera (“2144 dengue infections have been reported from the public health sector on the island. As of 17 January 2013, 74 patients have been diagnosed with dengue after returning from Madeira: 10 in Portugal, 23 in the UK, 19 in Germany, three in France, five in Sweden, four in Finland, two in Denmark, two in Austria, and two in Norway. Croatia, Slovenia, Spain and Switzerland have all reported one case each”). A Madera gli spedalizzati sono stati circa 210. Qui c’è un report dettagliato del 20/11/12, che mostra gli effetti positivi dal giorno in cui è iniziato il controllo dell’epidemia.
L’evolution day di Milano sulle relazioni fra evoluzione delle specie e biogeografia giunge proprio a proposito... per capire anche come le isole possano anche diventare un laboratorio per l’evoluzione, come dimostrarono le ricerche sia di Darwin che di Wallace.

 

20/1/13-UK

·        Il Guardian dedica un articolo a “Alfred Russel Wallace, the forgotten man of evolution”, che comunque quest’anno riceverà una grande attenzione e interesse, per cui anche il suo contributo contribuirà a rafforzare la solidità della teoria dell’evoluzione, evitando che il solo Charles Darwin si tiri dietro un codazzo di critici interessati soprattutto a farsi notare. Ora dovranno occuparsi anche Albert Russel Wallace, un naturalista ma un po’ diverso da Darwin e un po’ più sfortunato (anche Darwin dovette intervenire per garantire che gli pervenisse un contributo finanziario).
Alfred Russel Wallace non sembra un nome famigliare, ma le sue idee hanno cambiato il mondo. In convalescenza da un attacco di malaria mentre si trovava nell’isola indonesiana di Halmahera (mappa) nelle Molucche, al giovane biologo britannico venne l'idea che avrebbe trasformato la visione che l’'umanità aveva di se stessa, grazie alla teoria della selezione naturale,  che rendeva possibile quell’evoluzione biologica che molti naturalisti da decenni intuivano ma che la spiegazione di Lamarck non riusciva a spiegare i modo sufficientemente convincente. Wallace scrisse la sua idea e la inviò a Charles Darwin, che, anche Wallace lo sapeva, stava perfezionando da più di un decennio la sua spiegazione dell'evoluzione biologica. Entrambe le versioni sono state lette ai membri della Linnean Society il 1’ luglio 1858.

 

20/1/13-TR

·        Nel blog di Jerry Coyne si riferisce di un articolo ("Turkey's science state council halts publication of evolution books") comparso sull'Hurriyet Daily News di Istanbul il 14/1; questo articolo sostiene che il Daily Radikal, un altro quotidiano turco, avrebbe pubblicato la notizia che lo Scientific and Technical Research Council of Turkey (TÜBİTAK), il CNR turco, avrebbe annunciato la sospensione della vendita di alcuni (solo alcuni, fra cui Gould, Lewontin e perfino Watson) libri sull'evoluzionismo.
In realtà basta verificare la notizia e si scopre che già il 15/1, sempre l'Hurriyet Daily News, smentisce la notizia ("Turkish state science council denies ‘evolution censor’"), attribuendola ad una provocazione, visto che sono proprio loro a continuare a pubblicare libri che altri rifiutano. Come notizia preoccupante come descrizione del clima culturale rimane quindi il racconto fatto da J.Coyne di una sua conferenza sulla teoria dell'evoluzione fatta ad Ankara qualche anno fa: incredibile successo di pubblico e tanti applausi, ma anche minacce di morte.

·        Niente da festeggiare quindi per il responsabile delle relazioni esterne e interconfessionali dei creazionisti avventisti dell'AISO; da anni cura infatti i rapporti con i creazionisti turchi, organizzando i loro tour in Italia e partecipando a incontri con loro anche in Francia dove fornisce risposte anche su domande che nessuno si è mai posto, avendo oggi basi di conoscenza insufficienti e riguardanti la chimica e non la biologia ("Le darwinisme peut-il expliquer l’origine de la vie?")¸ una domanda in assenza di premesse e di dati utilizzabili assomiglia tanto al tentativo di depositare direttamente nel cambriano un coniglio che sia fuori posto, insomma.
Questa attività diplomatica sembra che confermi le buone disponibilità economiche di colui che ha l'incarico di Responsabile della Comunicazione dell'AISO. E' lui che gestisce quindi l'Aiso Magazine, dove troviamo (è infatti un Periodico di informazione culturale e scientifica) un mix di articoli creazionisti su temi religiosi, e di articoli scientifici. Per fornire informazioni scientifiche qualificate, questo magazine creazionista "della terra giovane" da' spazio alle opinioni di biologi evoluzionisti qualificati come Guido Barbujani o come il polemico ma sempre efficace Edoardo Boncinelli, autore del libro "Perché non possiamo non dirci darwinisti" che probabilmente non era conosciuto dai soci dell'AISO.
La maggiore serietà del Magazine rispetto al sito web dell'AISO,  origini.info, sempre gestito da F.Fratus, è dimostrata anche dalla prudente eliminazione del nome del sacerdote, professore universitario e biologo evoluzionista (teista!), F.Facchini da alcune domande che si trovano nella versione dell’articolo ("Cristianesimo e neodarwinismo") presente sul Magazine ("Ma la cristianità comprende che certi professori o pseudoscienziati sono deleteri per il cristianesimo? Che persone come queste negano il credo fondamentale di ogni cristiano?"); forse per evitare di coinvolgere il presidente Bertolini in una possibile polemica interconfessionale.
Sempre sullo stesso tema troviamo anche un articolo ("L'accademia del Vaticano promuove le idee di Darwin!") diretto però verso un bersaglio più grosso; l'articolo invita a stupirsi per le opinioni di un biologo evoluzionista e premio Nobel a cui il papa attuale ha conferito il massimo incarico attribuibile in Vaticano ad un laico di un'altra fede religiosa. Le idee dell'evoluzionista neodarwiniano Werner Arber, protestante ma anche lui professore, sembra quindi che non piacciano agli avventisti. L'articolo si conclude con un invito a reagire in qualche modo, rivolto personalmente al papa e al card.Schönborn, i veri bersagli dell'articolo.
Il cardinale sembra che non abbia finora risposto. Il papa invece lo aveva già fatto, già nella riunione successiva della PAS, l'8/11; il papa era presente infatti in ottobre alla relazione di W.Arber, che aveva personalmente invitato, e ha semplicemente rinnovato il suo appoggio al premio Nobel, dimostrando riconoscenza per i risultati del suo lavoro ("Ringraziandovi per il contributo specifico dell’Accademia al rafforzamento del rapporto tra ragione e fede, vi assicuro del mio profondo interesse per le vostre attività"). Fra l'altro nell'intervento fatto dal papa quel giorno si nota come il caso NON venga citato in modo impreciso, e si citi invece correttamente il caos ("L’universo non è caos o risultato del caos").
Il punto esclamativo che chiude il titolo introduce, e questa è una primizia, all'unico articolo polemico finora comparso contro l'intervento di W.Arber al sinodo dei vescovi. Questa chiara posizione critica degli avventisti è certo foriera di qualche novità e forse anche di qualche collaborazione che permetterà magari al responsabile della comunicazione degli avventisti di proporre al direttore nuovi collaboratori per gli articoli scientifici, al posto di Barbujani, della Hack, di Boncinelli o di chi riesce a scrivere un intero articolo sul significato adattativo delle differenze fra i diversi fenotipi umani in un'ottica adattativa ed evolutiva senza nemmeno parlar male del ruolo della selezione naturale e delle colpe di Darwin.
[Sarà interessante sapere da loro se saranno dispiaciuti di non poter più essere letti dai creazionisti  biblici].
Sul numero di ottobre 2012 di AISO Magazine troviamo addirittura un’intervista a Margherita Hack sugli alieni; è una famosa astronoma fiorentina e nota ad altri creazionisti e agli antievoluzionisti come presidente dalla UAAR. In una pagina vicina c’è anche un’intervista a Ian Wilmut, il papà della pecora Dolly; al suo nome è legata quindi la prima clonazione e il primo tentativo di concordare il giorno in cui durante lo sviluppo cambiano i diritti dell’embrione nel caso sia umano.
Insomma … si può apprezzare che si sia scelto di inserire nella rivista dell’AISO informazioni scientifiche che siano state sottoposte alla peer-review [un semplice controllo di qualità, non certo di verità, visto che la scienza nemmeno la richiede; la coerenza e l’utilità le verificheranno poi i colleghi], ma forse c’è materiale per proporre un tapiro (o eventualmente un altro animale) d’oro.

 

19/1/13-CH

·        È stata stipulata oggi a Ginevra la Convenzione Minamata, il primo trattato mondiale legalmente vincolante per prevenire emissioni e rilasci di questo metallo pesante nell'aria e nell'acqua. A concordarlo sono stati 140 paesi, all'interno dell'incontro organizzato in Svizzera dall'United Nations Environment Programme.
La firma ufficiale avverrà in autunno.
Qui si può consultare una relazione dell’UNEP sulle emissioni di mercurio di origine umana, gli effetti sull’ambiente (la quantità di mercurio negli strati superficiali degli oceani è raddoppiata negli ultimi cento anni e continua aumentare) e i danni alla salute umana (in particolare negli ultimi anni è in aumento l’inquinamento nei paesi in via di sviluppo, legato soprattutto alla ricerca dell’oro su piccola scala): “UNEP Global Mercury Assessment 2013”.
L’invito ad agire che ne consegue è accolto nel seguente documento sempre dell’UNEP: “Mercury. Time to act” (2013).
Altri documenti che hanno preparato la 5’ sessione dell’Intergovernmental Negotiating Committee destinata ad approvare un trattato mondiale vincolante sulla gestione del mercurio (INC5), svoltasi al Geneva International Conference Centre (CICG) dal 13 al 18 gennaio 2013 si possono consultare qui. La nostra specie ha dimostrato una certa lentezza nell’affrontare un problema che ha già avuto pesanti e non recuperabili conseguenze sull’ambiente. Anche qui verranno proposti obiettivi a breve e lungo termine per ridurre le emissioni di mercurio nell’ambiente, che i diversi paesi dovranno cercare di rispettare.
Il nome della convenzione fa riferimento alla località in cui è avvenuto il  rilevante inquinamento da scarichi industriali che nel secolo scorso ha messo in evidenza gli effetti del mercurio sull’uomo e in particolare sul sistema nervoso centrale. Qui una relazione ufficiale giapponese, recente e in inglese, sugli effetti dell’inquinamento da mercurio avvenuto nella baia di Minamata più di 60 anni fa: “Lessons from Minamata Disease and Mercury Management in Japan”.

 

18/1/13-IT

·        Chiunque volesse fare "eco giornalistico" dell'articolo con cui M.Respinti su Libero riferisce dei risultati della pluriennale caccia a T.Pievani da parte di  esponenti antievoluzionisti poco attrezzati o in imbarazzo per contestare direttamente ai responsabili della moderna biologia i fatti dimostrati da evoluzionisti neodarwiniani del calibro di W.Arber, M.Ridley, D.Futuyma, J.Coyne, R.Lenski, N.Eldredge, S.J.Gould, P.e R.Grant e S.Okasha può chiedere al giornalista stesso, che metterà presto a disposizione di chi volesse contribuire alla pubblicizzazione del suo articolo anche il PDF relativo.

 

18/1/13-USA

·        Sul sito dei blog di Slate, Phil Plait, che gestisce il famoso blog Bad astronomy fa una "Simple request", che accompagna  con le migliori prove di cui oggi dispone sul riscaldamento globale ... can we please stop lying about it?

·        Ancora una notizia da Carl Zimmer nel suo blog: "Viruses That Make Zombies and Vaccines",  che ci fa stupire delle idee che i biotecnologi riescono ad avere e a sviluppare con successo utilizzando tutto quello che possono (e che lasciamo) utilizzare. Dopo le idee dei cuochi (che però sono arrivati per ultimi, dopo le popolazioni che vivono nelle aree tropicali umide e dopo gli ambientalisti) e della FAO di utilizzare gli insetti come fonte di proteine, ora sembra che si possano usare le cellule di insetti anche per produrre vaccini utili per l'uomo: "This week the FDA announced that they were approving a new kind of flu vaccine. Nestled in the articles was an odd fact: unlike traditional flu vaccines, the new kind, called Flublok, is produced by the cells of insects. To make vaccines, scientists are tapping into a battle between viruses and insects that’s raging in forests and fields and backyards all around us".

 

17/1/13-CA

·        Larry Moran nel suo blog Sandwalk si chiede ma soprattutto ci chiede "Which subjects need to be added to current evolutionary theory to create a new extended synthesis?". Come aiuto suggerisce di consultare il volume "Evolution: The Extended Synthesis", un sommario del meeting  "Altenberg 16". il sondaggio si chiuderà a metà febbraio.

 

17/1/13-USA

 

 

 

 

·        Carl Zimmer invita ("The Hidden World Moves") a dare un'occhiata ai video che hanno partecipato al Small World In Motion; sono video che ci permettono di seguire la vita di organismi viventi che ci circondano ma che non possiamo vedere ad occhio nudo. Dato il loro ruolo nella gestione collettiva del mondo in cui viviamo, è indispensabile che ci poniamo domande (e impariamo le risposte) che riguardano anche queste specie viventi. In questo sito si possono vedere i video vincitori

·        Per chi ancora riuscisse a dormire dopo avere letto sul sito di EDGE le riposte alla domanda per il 2013, Carl Zimmer oggi non racconta di zombie o di altre piacevolezze che riguardano insetti od altre specie animali con cui siamo imparentati solo alla lontana.
Parla invece della nostra specie e di una decimazione che sta avvenendo per colpa della selezione naturale, che dimostra di preferire (chi l'avrebbe mai sospettato!) specie molto diverse da noi ma che qualcuno sostiene siano le favorite di chiunque potesse dimostrare di avere un minimo di controllo sull'evoluzione.
Certo a molti non piace pensare che non ci sia un controllo sull'evoluzione biologica, ma questa storia sembra proprio confermarlo, anche solo per non ritenere qualcuno responsabile di un fatto che a qualcuno sembra assurdo: visto che c'è l'uomo, come è possibile che esistano ancora virus e batteri? Visto i guai che combinano, probabilmente molti sono tentati di nascondersi dietro a questa domanda surreale.
Per tornare a  Carl Zimmer e al suo post che solleva molte domande e molti problemi ("Mutants: A Story About Tracking A Hospital Killer"), già la prima frase può risultare incredibile, in quanto fa riferimento alla selezione naturale darwiniana applicata alla nostra specie, e l’associa addirittura ad uno dei sistemi sanitari che molti ritengono sia fra i migliori al mondo (anche se la durata media della vita negli USA non è certo fra le più elevate): "About 100,000 people die each year in the United States from infections they pick up in hospitals".
Scopriamo così che la selezione naturale esiste e che ce l'ha anche parecchio con noi proprio  el momento i cui pensiamo di essere più protetti e coccolati; purtroppo dovremmo diffidare di strutture che proprio non riescono a garantire un'igiene adeguata e nemmeno che che si riesca sempre ad uscire dagli ospedali in condizioni sanitarie migliori. Le pulizie non sono adeguate alla bravura e alle conoscenze scientifiche dei medici? Non si monitorizzano al meglio le condizioni igieniche? Il dubbio è ragionevole e i dati giustificano il pessimismo.
Per chi volesse, l'articolo ha in serbo altre brutte notizie: l’aumento della resistenza agli antibiotici a causa di rapide mutazioni, il KPC, la riservatezza colpevole sui rischi che si corrono negli ospedali. Una buona notizia è che le tecniche di sequenziamento (ovviamente un metodo costoso anche se un sequenziamento costava 2000$ rispetto ai 500$ di oggi) permettono di seguire da vicino le infezioni e le mutazioni; sono nuove strategie di difesa più precise e più rapide, come Carl Zimmer racconta in dettaglio oggi stesso in un altro articolo, ma su Wired.
Sicuramente sconcertante, ma informativo, questo semplice paragrafo in cui Carl Zimmer descrive l'inutile battaglia di un microbiologo del Clinical Center del National Institute of Health (consigliabile rivolgersi a loro, in caso di necessità ... ma occorre munirsi di un “B2 visa”) contro mutazioni che avvengono rapidamente e che permettono al KPC di dare scacco matto.
L'evoluzione avviene sotto i nostri occhi e le tecniche di sequenziamento ci tolgono oggi anche i dubbi che potremmo avere sul ruolo e i tempi delle mutazioni che garantiscono il successo di una specie: "Palmore could also track the spread of the bacteria from patients to the hospital environment. When Snitkin and Segre sequenced the bug from an ICU ventilator, they discovered it had come from a KPC patient who had previously used the equipment—and it had survived a supposedly sterilizing clean. As the bacteria spread, it was also adapting to the antibiotics the doctors were using. When KPC colonized Patient 2, for example, it acquired a new, two-base-pair mutation that likely blocked colistin, a last-line-of-defense antibiotic, from passing through its cell membrane. “Once the bacteria became resistant to colistin, there was really nothing left to treat him with,” Snitkin says. Not long afterward, Patient 2 was dead". Una frase che racconta un breve evento dell'evoluzione per selezione naturale e la semplice mossa vincente che permette di superare l'ultima difesa, l'ultimo antibiotico efficace: una mutazione di due coppie di basi.
In tutti o quasi tutti gli altri ospedali di solito non si riesce a seguire con questo livello di dettaglio la competizione della nostra specie con altre che hanno una delle storie evolutive più lunghe e sembrano tuttora indistruttibili, come se si credessero i prediletti dalla natura.

 

16/1/13-CA

·        Quasi terrorizzante, ma per fortuna non siamo in Paraguay, un articolo

·        Larry Moran nel suo blog ("What? Me Worry? ") ci invita a dare un'occhiata nel sito di EDGE alla domanda del 2013 (" 2013: WHAT *SHOULD* WE BE WORRIED ABOUT?.") e alle risposte che sono state fornite: interessante leggere rapidamente, essendo una per riga, e subito tutto ciò che non fa dormire chi ha risposto alla domanda. Per chi avesse tempo ci sono anche le risposte alle domande degli anni precedenti

 

16/1/13-USA

·        Nel blog di J.Coyne si riferisce ("Lame creationist/evolutionist debate at the BBC") di un articolo nel sito della BBC ("Perspectives: Evolution v Creationism in modern-day faith") che riporta il testo di una discussione fra due dei partecipanti all'interessantissima discussione ospitata dalla BBC e citata qui sotto il 14/1/13 (“Is It Time for All Religions to Accept Evolution?”).
Si tratta quindi di un approfondimento di alcuni dei problemi su cui si era un po’ sorvolato durante il dibattito, che si è svolto solo fra un musulmano (Inayat Bunglawala) e un pastore anglicano (Greg Haslam), evidentemente poco disponibile a scusarsi con Darwin secondo le indicazioni del precedente arcivescovo di Canterbury, Rowan Douglas Williams (“Good religion needs good science”).
Il confronto sicuramente non è stato facile: il musulmano accettava tutte le scoperte scientifiche che dimostrano e confermano l'evoluzione, uomo compreso, e il pastore che invece, e anche questo lo si era visto nel video, insiste a sostenere l'indifendibile, cioè che il mondo sia stato creato in 6 giorni fra 6.000 e 10.000 anni fa.
Una discussione evidentemente del tutto inutile, com’è inevitabile quando, e qui è molto chiaro, non c'è accordo nemmeno sui fatti oltre che sul metodo e sui criteri di indagine, confondendo e mescolando continuamente scienza e teologia.
Comunque anche il pastore era ben preparato sui temi polemici-ideologici che con la scienza hanno poco a che fare ma che permettono ai creazionisti di arrivare in fondo, come il solito Kipling e le sue favole, o la frase assolutamente incontestabile che permette di convincere il pubblico di bocca buona "no one was there 14.5 billion years ago"; comunque gli si doveva credere a priori, in quanto è difficile dubitare chi sostiene che "Creationists are not enemies of true science and should never be afraid of the true facts, for all truth is God's truth".
Su Darwin ovviamente non si tratteneva e gli attribuiva responsabilità di eventi che coprono migliaia di anni di storia umana; il musulmano non riusciva certo ad essere convincente, non avendo altre prove che quelle che già erano state rifiutate come valiude; non era quindi sufficiente notare che Darwin o non era ancora nato o era morto da tempo.

 

15/1/13-USA

·        Interessanti le riflessioni contenute nell'ultimo post (“The importance of rare variants”) nel blog dell’antropologo J.Hawks: mette in evidenza un curioso confronto che è possibile fare fra i meccanismi che nella mostra specie evidenziano gli “errori” nell’evoluzione biologica e in quella culturale; lo stimolo gli arriva da un articolo (“MOOCs Assessed, Modestly”) su un effetto collaterale nel processo che vede le grandi università USA (Stanford, MIT, Harvard, ecc.) mettere a disposizione degli studenti di tutto il mondo corsi on line di massa (massive open online courses: Coursera, Udacity, edX, Canvas Network, ecc.).
La frequentazione così massiccia di questi corsi, utili anche per attirare gli studenti miglliori di tutto il mondo anche ai corsi svolti in sede, si è dimostrata molto utile anche per migliorare il materiale didattico: si è visto che gli errori involontari presenti nel materiale didattico (ma soprattutto le parti poco chiare e che si prestavano ad equivoci) venivano evidenziate molto più facilmente e rapidamente, per cui era possibile porvi rimedio in tempi decisamente più brevi, evitando un’eccessiva diffusione di testi che si prestano a errate interpretazioni: “In a regular Stanford class, if 2 of 100 students got something like that wrong, we wouldn’t even notice it. But when 2,000 out of 100,000 do, it’s immediately evident. It’s ironic that in order to achieve personalization at the level of telling students exactly what their misconception is, what was needed was to teach massive amounts of students”.
Certo il confronto fra l’evoluzione biologica e quella culturale non può essere così semplificabile e banalizzabile, nel caso della nostra specie, viste le numerose differenze; basta pensare al semplice fatto, che Mendel ha scoperto e dimostrato, che negli organismi diploidi ci sono due copie dell’informazione genetica; questa compresenza di informazioni genetiche indipendenti (che non sarebbe davvero gestibile nel caso delle idee, dove la migliore tende a prevalere, almeno all'interno del singolo) richiede e permette una complessa interazione e crea una variabilità genetica, in gran parte nascosta, difficilmente comparabile con la varietà esistita ed esistente delle culture umane.
Sappiamo bene quanta variabilità sia presente anche solo all’interno delle diverse culture umane (sacche di ignoranza e di permanenza di idee vecchie e probabilmente di scarsa utilità per il futuro esistono certamente in tutte le culture, e sopravvivono perfino dove da qualche decennio sono attivi anche strumenti che permettono la diffusione di massa delle informazioni e delle idee) ma nessuno mette in discussione che, gemelli monozigoti a parte, ogni individuo ha un suo particolare genotipo, unico. Né si possono contestare le conseguenze.
La variabilità genetica, e in particolare la presenza di alleli recessivi che potrebbero conservarsi indefinitamente permette di archiviare, teoricamente in eterno, il numero enorme di varianti genetiche; il caso gestisce la probabilità non solo di successo (inteso come possibilità di manifestarsi nel fenotipo) ma anche di sopravvivenza silente nel genoma di caratteri che potrebbero improvvisamente manifestarsi (come l’esperimento di Lederberg ha dimostrato 60 anni fa, anche se negli organismi aploidi c'è un unico cromosoma); in organismi diploidi può avvenire anche in poche generazioni, in caso di inbreeding.
Il processo di trasmissione e conservazione della varianti (comparse … casualmente) non può che renderci il caso simpatico, dimostrandone l’utilità e la necessità anche a chi ne è allergico, magari cominciando a pensare che ogni essere vivente è unico, un fatto non solo reale ma anche tranquillamente accettato, forse senza riflettere troppo su come si è arrivato a questo e quali sono le conseguenze.
Basta pensare alla varietà e al numero certamente infiniti dei gameti possibili che vengono prodotti da ogni specie costituita da organismi unici; solo alcuni di questi gameti, scelti casualmente, contribuiscono alla formazione di zigoti che hanno una qualche probabilità, (non così elevata come ci si immagina), di dar luogo a nuovi individui, che avranno poi una qualche probabilità di produrre altri esseri viventi. Una selezione, naturale o meno, viene comunque effettuata in ogni tappa di questo processo a cui contribuiscono certamente altri fattori, non necessariamente solo biologici.

 

15/1/13-DE

·        Un articolo su PNAS (“Genome-wide data substantiate Holocene gene flow from India to Australia”) del gruppo di ricerca di Mark Stoneking (MP-EVA di Lipsia) confermerebbe un processo di migrazione fra l’India e l’Australia avvenuto recentemente, circa 4000 anni fa.
L’Australia non avrebbe quindi accolto solo una iniziale e molto più antica colonizzazione (la prima, avvenuta almeno 40000 anni fa).
Se ne parla sul blog di Le Scienze (“Quei geni indiani degli aborigeni australiani”), dove si sottolinea la possibile contemporaneità con recenti cambiamenti nella tecnologia e con l’introduzione in Australia del dingo, un canide e quindi una specie non marsupiale presente da tempo.

·        Un caso recente di contatto fra ambienti terrestri che erano rimasti finora isolati per un lungo periodo è stato annunciato il 10/1/13 da un’agenzia russa (“First Samples Obtained from Sub-Glacial Antarctic Lake”), e viene ripreso nel blog di Scientific American (“Lake Vostok Water Ice Has Been Obtained”) del 13/1.
In questo caso l’isolamento sarebbe durato almeno 100.000 se non milioni di anni, per cui è enorme l’interesse per la probabile scoperta di forme di vita che dovrebbero essere presenti nelle acque del lago.
Il progetto di ricerca russo, iniziato nel 1957, ha permesso il raggiungimento del lago Vostok, che è situato in Antartide al di sotto di uno strato di ghiaccio di 3400 metri. 

 

15/1/13-IT

·        [da Pikaia] Dal 17 al 20 gennaio, all'Auditorium Parco della Musica di Roma si terrà anche quest’anno il Festival della Scienza. L'ottava edizione sarà sul tema della Felicità. Programma.

·        Pikaia, riportando un post del blog di Emiliano Bruner, da Biozoologica, ricorda che nel 2013 ricorre il centenario della morte di Alfred Russel Wallace, il co-scopritore della teoria dell'evoluzione per selezione naturale e pioniere di diverse discipline, fra cui la biogeografia (in suo onore la “linea di Wallace”, che separa la fauna e la flora australiana rispetto a quella asiatica). Su Radio3 T.Pievani racconta A.Wallace

 

14/1/13-UK

·        Larry Moran nel suo blog Sandwalk attira l’attenzione su un interessantissimo dibattito che è stato messo in rete ieri dalla BBC: “Is It Time for All Religions to Accept Evolution?”. Come sottolinea LM, dibattiti di questo tipo, in cui si evidenziano anche le differenze fra ed entro le varie religioni al confronto con la maggiore omogeneità delle opinioni basate su fatti più che su verità immutabili (che comunque ogni tanto vengono modificate) erano molto rari nel secolo scorso. Nel XIX/XX secolo, in parallelo con gli sviluppi ed il successo della biologia, alcune religioni hanno seguito percorsi culturali di avvicinamento alla comprensione ed utilizzazione di strumenti di conoscenza che renderebbero meno traumatico l'abbandono di "verità" sulla natura che la  ragione non sostiene più.
Un esempio abbastanza clamoroso è certo la parte di un documento vaticano del 2004 (punti dal 63 in avanti), autorevolmente firmato dal card.Ratzinger, che spiazza completamente chi crede ancora ad una “terra giovane” e a chi contesta non le modalità ma il fatto stesso dell’evoluzione come processo che connette ogni essere vivente esistente o vissuto sulla terra a forme primitive vissute circa 3.5 miliardi di anni fa.
E’ proprio un biologo, Matt Ridley, che introduce il dibattito ricordando come oggi i fossili, purtroppo per i paleontologi, hanno perso valore come dimostrazione del processo evolutivo. L’evoluzione è dimostrata e confermata anche solo dall’informazione genetica, che ci permette di ricollocare tutte le specie viventi esattamente in una struttura simile a quella che aveva disegnato Linneo nel '700 solo utilizzando l’aspetto fisico esterno delle specie. Utile certo anche la presenza di ricercatori, come il genetista Steve Jones (che forse ha cambiato idea sui dibattiti) o il paleontologo Robert Asher, che è stato presentato come non ostile all’uso della religione in contesti diversi da quelli scientifici e naturalistici; per questo è difficile che il suo contributo sia stato ignorato.
Larry Moran comunque evidenza un punto che mi sembra spesso sottovalutato: che non tutte le religioni siano rimaste al punto in cui erano qualche secolo fa, rifiutando la meravigliosa ricostruzione della storia evolutiva che oggi ci viene mostrata e può anche essere spiegata.
Se non tutte le religioni sono oggi allo stesso punto, non possiamo negare comunque né che rimangano sacche di resistenza (come ha dimostrato il convegno islamico di Londra o il convegno creazionista antivaticano del 2009 al CNR) né che non ci sia qualche spiegazione e qualche responsabilità di ciò.
Magari, “purtroppo”, qualche religione non può negare di avere qualche responsabilità di mettere oggi in imbarazzo le altre, un fatto che si nota anche in questo incontro davvero originale e insolito anche perché si nota uno degli aspetti rilevanti del contrasto: le contestazioni sono molto diverse ed è evidente che qualcuno confonde il processo evolutivo con la teoria che lo spiega. Certo oggi ambedue possono ben essere considerati fatti dimostrati, ma la differenza rimane. Per non parlare della scala dei tempi che riguarda addirittura la storia dell’universo.
E’ difficile oggi negare che, grazie ad gram numero di ricercatori, da Galileo fino a Teilhard de Chardin, i cristiani e in particolare i cattolici, hanno responsabilità a cui non possono sfuggire e di cui infatti sembrano oggi andare fieri (anche se forse non tutti sono d'accordo, e qualcuno propone magari qualche distinzione).
Sappiamo bene, e la storia della scienza ci fornisce numerosi esempi di ciò perfino vicino a noi geograficamente e cronologicamente (Stoppani, Spallanzani, Mendel, Lemaitre e tantissimi altri sono infatti ricordati ed onorati più come scienziati che come religiosi), che la conoscenza degli aspetti materiali della realtà naturale ha progredito anche grazie a religiosi colti e molto curiosi anche di capire e spiegare come “funziona” la geologia, la zoologia e la botanica.
La loro attività di ricerca, che veniva svolta anche in strutture destinate ad altri scopi ma che garantivano protezioni e finanziamenti, come conventi e seminari, ha contribuito alla diffusione del metodo scientifico sperimentale e quindi inevitabilmente allo sviluppo delle conoscenze naturalistiche. Il livello di queste conoscenze in ogni caampo delle scienze della natura creò le condizioni che hanno reso possibile a molti ricercatori (e Charles Darwin fu certo quello più determinato e rigoroso), di utilizzare e integrare le conoscenze messe a disposizione dai ricercatori precedenti.
Inevitabile conseguenza fu che si capi e si dimostrò che la storia, e quindi la posizione tassonomica e il ruolo, della nostra specie erano ben diverse da quelle, diverse e numerose come le popolazioni umane, che l’uomo si era inventato centinaia di anni prima. Ormai era troppo tardi per impedire che la notizia circolasse, nonostante qualcuno anche oggi fa di tutto affinché “non si sappia in giro”.
Certo le scoperte di Darwin inizialmente non fecero proprio piacere alla chiesa anglicana, che però non pose ostacoli ad accogliere la tomba di Darwin accanto a quella di Newton a Westminster; nel settembre 2008 fece addirittura pubblica ammendaper non aver capito” subito la genialità di un suo fedele (almeno lo era negli anni giovanili, quando pensava di diventare pastore ed era sostenitore del disegno intelligente del reverendo Paley). Scuse che alla chiesa cattolica non sono piaciute, probabilmente perché qualcuno magari si sarebbe altrimenti ricordato che il paleoantropologo evoluzionista Teilhard de Chardin è ancora fuori dalla porta (il monitum, rinnovato nel 1962 è tuttora attivo) e oltre oceano (ospitato dal Culinary Institute), nonostante sia morto nel 1955.  
La discussione che la BBC ha messo in rete, secondo L.Moran, sarebbe stata in qualche modo favorita anche dalla necessità di superare una fase dominata dal comportamento aggressivo tenuto negli anni scorsi da chi associava strettamente l’accettazione dell’evoluzione con la negazione della trascendenza anche in contesti che non interferivano con gli aspetti materiali, di cui si occupa chi utilizza il metodo scientifico.
E’ un limite che comunque non ha impedito il rispetto e le scuse che, quando necessarie, sono state indirizzate a Galilei, il primo che introdusse, e la chiesa cattolica non volle o non poté impedirlo …, il metodo scientifico sperimentale (“gli eventi naturali osservati hanno delle cause precise ed identificabili; prima osservazione, seguita da un esperimento, sviluppato in maniera controllata, in modo tale che si possa riprodurre il fenomeno che si vuole studiare. L’esperimento ha lo scopo di convalidare o confutare l’ipotesi che lo scienziato ha formulato, ipotesi che ha lo scopo di spiegare i meccanismi alla base di quel particolare evento”), l’inizio di un percorso che ha portato inevitabilmente a Darwin, oltre che, e qui però i biologi non erano sufficienti e si utilizzarono anche gli ingegneri, sulla luna. Per ritornarci però, sembra che oggi servano soprattutto nuovi e diversi economisti.

 

14/1/13-IT

·        Un articolo sul Corriere della Sera (“LINCOLN E DARWIN, DUE RIVOLUZIONI”) anticipa di pochi giorni l’uscita di un libro (“Il sogno di una vita, Lincoln e Darwin” di A.Gopnik) che approfitta dell’evento casuale della nascita, avvenuta nello stesso giorno pur in aree biogeografiche ben isolate, per associare due grandi dell’evoluzione culturale umana, Darwin e Lincoln. L’articolo del Corriere non si occupa comunque di Darwin.
La versione originale in inglese si può trovare come ebook a circa 6€ (“Angels and Ages: A short book about Darwin, Lincoln and modern life”); le recensioni sono in maggioranza positive.

·        Sul sito web Dibattito Scienza, che raccoglie più di 200 persone preoccupate nel vedere che nel nostro paese molti credano di poter fare a meno della scienza e della cultura ma soprattutto del motore e dell’espressione di questo interesse, la ricerca scientifica, ha raccolto 10 domande da porre ai candidati che si propongono, per motivi diversi, alla guida dell'Italia. Il documento è presente anche nel sito di Le Scienze, a cui si arriva anche dalla homepage di Repubblica.
Le risposte sono attese con grande interesse (visto i ritardi nelle procedure in atto per il reclutamento universitario, probabilmente in parte svuotato dai tagli alle università e alla ricerca) per fine gennaio e si potranno leggere nel loro sito, dopo le domande. Difficile comunque farsi illusioni, trattandosi di promesse preelettorali in una situazione che purtroppo non vede la scienza né la ricerca (pubblica, soprattutto) fra le priorità
Alla fine del 2012, il 28/12, pochi giorni dopo della prima sentenza che ha riguardato “il divorzio dell'anno”, si è conosciuta l'entità dei fondi annuali per la ricerca: 38 milioni, solo 2 milioni in più delle spese per gli alimenti che il tribunale di Milano ha attribuito ... (e comunque è stato fatto ricorso contro la decisione); nessuno invece pensa che possa essere utile fare ricorso per i tagli, notevoli rispetto all’anno scorso) ai fondi per ricerca universitaria nel 2013 (PRIN).
Il bando di finanziamento del PRIN può essere una lettura interessante anche per capire che il finanziamento alla ricerca è comunque parziale, e per conoscere i complessi criteri che gestiranno una selezione che dovrebbe garantire la massima qualità. Questi finanziamenti, drasticamente risotti rispetto all'anno scorso, si prevede che potranno garantire lo svolgimento delle ricerche ad una frazione molto limitata (circa 1500) dei 56000 docenti universitari italiani che contribuiscono alla ricerca scientifica italiana, la cui qualità e quantità è riconosciuta anche, se non soprattutto, all'estero. Questo si aggiunge agli altri pesanti tagli all’università e ai ritardi nei processi di abilitazione in vista del processo di sostituzione dei docenti che, numerosissimi, stanno raggiungendo l’età della pensione.      

 

13/1/13-IT

·        Quelli di Antonio Stoppani, evocati ieri, erano tempi duri per gli intransigenti, ma soprattutto per chi, pensando di dare il suo contributo per un futuro migliore, si impegnava per la libertà e per l'autonomia in un'Italia ancora frammentata e per il progresso della conoscenza scientifica; certo quelli erano anche gli anni in cui l’ordine pubblico era compito del generale Bava Beccaris.
Incredibile come ancor oggi chi, come il filosofo della scienza Telmo Pievani, collabora da anni alle attività e al successo del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, fondato proprio da A.Stoppani, è costretto a difendersi da incomprensibili e continui attacchi alle sue competenze e al suo lavoro da parte chi, nonostante il suo ruolo, mostra di accettare con difficoltà le scoperte che sono alla base della biologia attuale.
Con una "Lettera a un insegnante antidarwiniano, leggibile sul sito di Pikaia, Pievani fa notare ad un intransigente e polemico (soprattutto contro i ricercatori che hanno fatto alcune delle migliaia di scoperte scientifiche – come quelle di Lederberg o di Lenski - che sono finite sul libro di testo adottato a scuola) insegnante di liceo, Enzo Pennetta, un piccolo particolare: che non è lui ad avere il merito di quelle scoperte; per cui si affretta a consigliargli gentilmente alcuni libri scritti da ricercatori, per informarsi meglio e non insistere a sprecare le munizioni su un bersaglio sbagliato.
Certo probabilmente è un bersaglio più facile rispetto alle migliaia di ricercatori che continuano a mettere in dubbio, senza nemmeno immaginarne le conseguenze, le sue certezze. Si sa che la sera si preferisce cercare le chiavi sotto ad un lampione se vengono perse, ma il successo non è garantito.

Certo deve essere stato traumatico per alcuni cattolici rendersi conto che dal 2002 (ultimo anno in cui i creazionisti biblici USA hanno avuto accesso libero ai piani alti del Vaticano), ma soprattutto dal 2009, anno del bicentenario di Darwin, che qualcosa di importante era cambiato nelle opinioni delle autorità vaticane sulle conoscenze scientifiche che oggi confermano la teoria dell'evoluzione.
Forse è per questo che alcuni cattolici si sono dati da fare per cercare di sostituire il meccanismo di accumulo di conoscenze basato sul metodo scientifico introdotto da Galilei (oggi integrato da meccanismi di controllo basati sulla peer-review) con uno più semplice e gestibile da chiunque anche da casa, "blog based": basta impegnarsi in lunghe ricerche in costosi laboratori e in noiose lezioni! Ora c’è internet e ora chiunque può contribuire alla pars destruens di quel che preferisce.

Sembra quindi quasi scortese sottrarsi ad un gentile invito: "Perchè non viene anche lei a "dialogare" qui da noi?"; peccato che venga da qualcuno che non immaginava che E.Pennetta avesse sbagliato bersaglio.
Se questo è già stato davvero incredibilmente proposto a T.Pievani senza che alcuno obiettasse, non gli è stato però ancora raccomandato di studiarsi prima tutti i precedenti post, per comprendere al volo i link ai precedenti post e per non passare quindi da ignorante; ma soprattutto per imparare ad evitare di comportarsi come uno dei poveretti che vengono improvvisamente etichettati come "troll" e a cui, magari senza preavviso, viene bloccato l'accesso solo perché pensava che fosse utile fermarsi a discutere fornendo le proprie competenze (e in giro per fortuna ci sono altri laureati in biologia).
Immagino che, per chi si è studiato almeno i libri di Darwin e perfino i suoi taccuini, oltre agli altri impegni in giro per contribuire a musei naturalistici, festival scientifici e mostre sull’evoluzione, non può essere un onore accogliere l'invito e trovarsi probabilmente nelle condizioni ambientali che han convinto persino il paziente prof.G.Israel a sfogarsi almeno una volta con i suoi visitatori prima di chiudere nel gennaio 2009 un suo blog, raccontando i comportamenti anomali dei visitatori che via internet passavano quotidianamente a trovarlo. E nei commenti non mancava qualche pentito che faceva timidamente outing...
[Che questo atteggiamento ostile contro persone competenti in aree culturali e politiche diverse e che si impegnano per lo sviluppo delle conoscenze avvenga soprattutto negli anni in cui si prevede che l'occidente venga travolto da giovani orientali secchioni e ambiziosi ... lascia davvero sconcertati. Sembra che in Italia non ci si preoccupi della "gathering storm" che da tempo angoscia gli statunitensi, che vedono a rischio il loro attuale ruolo nel mondo]. 

Che il metodo scientifico preveda la necessità di nuove scoperte prima di impegnarsi a distruggere i modelli precedenti (la famosa e improduttiva pars destruens, in questo caso pure fuori bersaglio); ripetutamente lo chiarisce Pievani, indicando nella sua lettera dove poter trovare in Italia sia le competenze che i bersagli migliori se ci si sente abbandonati dai teologi che sostengono l'evoluzionismo teista ma non intendono più imporlo agli scienziati),.Lo aveva ricordato (immagino ai cattolici) perfino un articolo sull'Osservatore Romano del 16/1/2006 (Fiorenzo Facchini: “Evoluzione e creazione”, in risposta all’intervento del  card.Schönborn sul New York Times in favore dell’ID): "Se il modello proposto da Darwin viene ritenuto non sufficiente, se ne cerchi un altro, ma non è corretto dal punto di vista metodologico portarsi fuori dal campo della scienza pretendendo di fare scienza".
L'articolo di F.Facchini contro l'ID, per cui il cardinale aveva preso una cotta, ha poi trovato l'approvazione anche di un articolo del gesuita G.De Rosa sulla Civiltà Cattolica del 5/8/2006 (“L'Evoluzione dei viventi. il fatto e i meccanismi”).

Queste sono state le polemiche e le discussioni che hanno preceduto i due convegni vaticani del 2009 sull’evoluzione, finanziati dalla fondazione Templeton e gestiti dal Progetto STOQ, diretto dal card.Ravasi che già nel 2005 era stato molto chiaro: "Se la teoria evolutiva è giusta, non spetta al teologo dirlo, perché invaderebbe un campo non suo... compito dei teologi è cercare la verità solo attraverso lo spirito, evitando quel che accadde a Galileo". [Utile e onesta anche l'allusione ai guai di Galilei].
Soprattutto dopo i due convegni sull'evoluzione organizzati nel 2009 dalle università vaticane, che hanno rifiutato (come ha ben raccontato il creazionista biblico M.Giertych) di accettare la presenza di chi la contestava senza proporre alternative migliori e altrettanto dimostrabili , è evidente che è attivo un meccanismo (che la Fondazione Templeton ha anche confermato) che tiene lontano dai finanziamenti chi rifiuta di accettare i fatti scientifici che oggi sono confermati dalle ricerche sperimentali.

Qualcuno si sarà certo angosciato vedendo che negli anni successivi anche R.De Mattei, ammiratore degli antidarwinisti ma soprattutto dei creazionisti "della terra giovane" come il polacco M.Giertych del Kolbe Center, non organizza più convegni con i creazionisti USA al CNR.
Non migliori erano le notizie che uscivano dal Vaticano: se si verificano i cambiamenti ai vertici della struttura vaticana che si occupa dei rapporti con le scienze, l'Accademia Pontificia delle Scienze, si nota che il presidente non è più il fisico, cattolico ed evoluzionista neodarwiniano, Nicola Cabibbo (i suoi interventi contro il convegno creazionista di de Mattei furono quelli più indignati). Da due anni, dopo la morte di N.Cabibbo, il presidente è un biologo evoluzionista e premio Nobel, Werner Arber; W.Arber è stato invitato recentemente dal papa a parlare di evoluzione biologica in occasione del recente sinodo dei vescovi.
Da tempo sono quindi peggiorati i rapporti del Vaticano con gli scienziati che, in ambito scientifico, ancora sostenevano il creazionismo (come R.Fondi) o il disegno intelligente (come G.Sermonti); ambedue hanno contribuito (con M.Giertych, consulente del Kolbe Center for the study of Creation USA) a pseudo-documentari (come "Evoluzione: fatto o credenza") in cui si cerca di far credere agli ignoranti che la terra sia ben più giovane dell'età che gli esperti oggi le attribuiscono. E' possibile che qualcun altro oggi si interessi a questi creazionisti, li frequenti e magari collabori con  loro.

Sospetto sia stato per le critiche di qualcuno di loro che E.Pennetta nel 2011 ha disattivato e mai più messo on line integralmente il sito www.insegnamentoscienze.it, contenente anche materiale didattico informativo sulle diverse discipline che insegna; per la parte biologica questi powerpoint erano certamente corretti e mostravano come il darwinismo sia stato aggiornato dal neodarwinismo; probabilmente era materiale didattico coerente con il libro di testo che usava a scuola, per cui non poteva essere una semplice introduzione a materiale didattico di contenuto antievoluzionista o antidarwinista, del tutto assente, visto che non ne ho copia. 
Tant'è vero che il sito non è più ricomparso, se non in versione ridotta, senza il materiale didattico (pur con tuttora una criticabile marcia del progresso, ma la responsabilità è di un creazionista); e ciò nonostante gli apprezzamenti ricevuti per la correttezza dei PPT scomparsi, che probabilmente continuano ad essere usati per le lezioni, essendo coerenti con il testo della Mondatori acquistato dai genitori degli studenti del liceo, che immagino utilizzino.
[Anche pensando bene si fa peccato e si sbaglia ...?]

Si  può concludere citando alcune righe dell'articolo ("Ciao Darwin, scusa l’equivoco") con cui un collega universitario esperto di evoluzione umana chiudeva sull'Avvenire le celebrazioni dell'anno darwiniano, il 2009, ribadendo concetti che avevano trovato spazio anche sull'Osservatore Romano: "Nell’anno che si conclude il pensiero di Darwin ha dominato la scena culturale. Le iniziative sono state davvero tante a ogni livello, nelle sedi accademiche, come nei centri culturali. Anche le mostre hanno fatto la loro parte. Molti i saggi su giornali, riviste e libri, dedicati alla evoluzione e alle sue problematiche, anche dal punto di vista religioso. A mio modo di vedere avrebbe potuto esserci una maggiore attenzione al dibattito in corso nel mondo scientifico sulle modalità e sui meccanismi evolutivi, specialmente in relazione con le ricerche sulla biologia evolutiva e dello sviluppo e sulla epigenesi, affrontando criticamente i punti chiave del darwinismo. Tali ricerche non smentiscono la teoria di Darwin, almeno a certi livelli, ma mettono in evidenza la necessità di integrarla". Nelle conclusioni dell'articolo mons. F.Facchini si duole per le "preoccupazioni e i timori sul tema dell'evoluzione" che sente circolare "sul fronte religioso", molto preoccupato che si contesti gli aspetti teologici del creazionismo.
Posizioni e preoccupazioni che l’hanno portato a ricevere sconcertanti critiche (“deleterio per il cristianesimo” sembra un po' troppo, anche se viene da un creazionista che si assume anche la missione di difendere la fede).     

 

12/1/13-USA

·        Nel blog dell’antropologo J.Hawks un post (“Online communication biases upon the public perception of science”) mette in evidenza un articolo recentemente pubblicato da Science su "Science, New Media, and the Public", di Dominique Brossard e Dietram A. Scheufele. Il problema che viene evidenziato è quello degli effetti del ruolo rilevante dell'uso dei motori di ricerca per capire problemi scientifici. Ovviamente questo fatto può avere conseguenze rilevanti e può richiedere anche un controllo del materiale messo a disposizione di persone con competenze e conoscenze molto diverse, per cui sarebbe davvero utile poter monitorare la qualità delle informazioni ricevute e quindi potenzialmente utilizzate per compiere scelte che potrebbero avere effetti con peso anche molto diverso. 

 

12/1/13-IT

·        Giusto qualche giorno fa (2-3/1/12) ricordavo il contrasto scoppiato più di un secolo fa fra un geologo universitario cattolico, l'abate Antonio Stoppani, e un religioso integralista cattolico, Don Davide Albertario, che scriveva su diversi siti cattolici.
Ricordavo come A.Stoppani, creatore del Museo di scienze del seminario vescovile di Venegono (oggi Museo di Storia Naturale “Antonio Stoppani”), dove aveva insegnato, e poi cofondatore e poi direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, fosse stato un patriota e un liberale molto presente nella vita politica e culturale del suo tempo, dai campi di battaglia alle università (a Pavia, dove insegnò geologia); proprio non sopportava quelli che chiamava “Gli intransigenti” (così definiva i suoi contemporanei che «professando il Cristianesimo e pretendendosi difensori e propugnatori della sua integrità cattolica, hanno e manifestano il gusto, come il bisogno, della divisione e della discordia e non pare loro vero di attizzarla e mantenerla»), ai quali dedicò un libro polemico.
La contesa finì addirittura in un tribunale laico e Don Albertario nel 1887 perse la causa, e il conto da pagare fu tale (44.000 lire) che dovette chiudere alcuni dei suoi giornali.
[Non fu comunque l'unica conseguenza negativa dell'attività pubblicistica di don Albertario, un po' sopra le righe: anche se non fu a causa di A.Stoppani, né per i problemi che pur ebbe con i superiori che lo mandarono in trasferta a Napoli, né per problemi di donne di cui pur fu accusato, né per un cappuccino di troppo che nel 1898 indossò la divisa a righe (N.2557) che vediamo illustrata in questo articolo ("Il prete che impugnava la penna come una spada", che spiega il motivo per cui si trovò davanti ad un tribunale militare)].

·        Il 18 gennaio, a proposito, al Museo Civico di Storia Naturale di Milano (quello dell'abate Stoppani) c'è un convegno per ricordare Stephen J.Gould e tutti gli interessati sono invitati. Pikaia, alcuni giorni prima del grande convegno dedicato a S.J. Gould, ha aggiornato l'elenco delle sue pubblicazioni in italiano.  

 

10/1/13-USA

·        Il giornalista scientifico Carl Zimmer trova sempre argomenti stimolanti, e questo anche nella nuova locazione del blog, oggi migrato nel sito del National Geographic.
Non poteva quindi sfuggirgli il post nelle news del NG dal titolo "Venomous Primate Discovered in Borneo" (citato qui il 13/12/12). Dallo stimolo trae un post interessante ("On The Origin of Venom") sulla presenza di veleni in alcune specie che possono essere anche isolate in mezzo a specie non velenose: "Venomous animals are not all closely related to each other. The platypus is much more closely related to us, for example, than it is to a centipede. And that means that venom has independently evolved many times over in the history of life. First there were animals without venom, and then there were". L'osservazione gli premette di provare a stendere una storia evolutiva dell'uso del veleno, che si aggiunge a quella della mano, delle piume e dell'occhio, fornendo anche un link interessante ad un articolo recentissimo su Trend in ecology and evolution ("Complex cocktails: the evolutionary novelty of venoms") che riguarda appunto la storia evolutiva dei veleni, per chi fosse interessato. Un altro articolo di un anno fa sempre su Trends ("Venom evolution through gene duplications") aveva evidenziato il ruolo della duplicazione dei geni nell'evoluzione di un carattere/prodotto davvero molto particolare ("Venoms contain highly complex mixtures that typically include hundreds of different components and have evolved independently in a diverse range of animals"). Per limitarci ai rettili, qui alcuni altri articoli e una ricca serie di links (Venomous snake links, Venomous snake systematics update), sempre utile prima di mettersi in viaggio (qui una pagina solo sui cobra asiatici) per conoscerne le facce o dopo per cercare un antidoto.

 

10/1/13-IT

·        A Trento oggi l’ultima conferenza, prima della chiusura della mostra Homo sapiens, il 13/1: Giovedì 10 gennaio alle 20.45: “Dal ritiro glaciale alle foreste, all’uomo”.

·        [da Pikaia] Cominciano invece oggi le iniziative connesse con gli Happy hours organizzati presso il Museo di Zoologia di Roma.

 

9/1/13-UK

·        Sabato scorso si è tenuto a Londra un convegno in cui si mettevano a confronto le diverse posizioni esistentioggi sull’evoluzione e sulla teoria dell'evoluzione all’interno di una realtà molto ampia come il mondo islamico, che avrà un ruolo sempre più importante nei prossimi decenni che vedrà un indebolimento della sua influenza sulla cultura e sull'economia mondiale.
Hanno partecipato sia ricercatori evoluzionisti, anche USA e creazionisti come quelli della scuola turca ben noti anche in Italia visto i contatti continui con gli antievoluzionisti e i creazionisti avventisti milanesi.
Ne parla un articolo del Guardian (“Muslims engage in quest to understand evolution”),  a per approfondire l'argomento si può consultare il sito web del convegno a cui hanno partecipato centiania di persone interessate. Il titolo della conferenza, che potrebbe essere facilmente modificato per adattarsi anche ad altri contesti culturali e religiosi è "Have muslisms understood evolution?". Come si nota subito, il titolo non chiarisce una confusione di cui approfitta chi cerca di evitare chiarimenti e si cerca di confondere le idee. Ovviamente si può sempre sospettare che le idee confuse siano quelle di chi non conosce la differenza fra il fatto dell'evoluzione (su cui non si può più  dubitare) dalla teoria dell'evoluzione (che si può discutere ma solo se si propongono ipotesi alternative migliori di quella attuale o almeno miglioramenti parziali di quella attuale).

 

9/1/13-IT

·         [da Pikaia] Il 18 gennaio, al Museo di Storia Naturale di Milano, si terrà un convegno in omaggio al grande evoluzionista Stephen Jay Gould

 

8/1/13-RDC

·        Un articolo ("The Perils and Rewards of Protecting Congo’s Gorillas") sulla rivista YALEEnvironment360 presenta una intervista a Emmanuel de Merode, il belga responsabile dei rangers che dovrebbero garantire la sopravvivenza dei circa 800 gorilla di montagna che vivono nel parco dei Vulcani, nella zona del Kivu, nel nordest della Repubblica Democratica del Congo (RDC) E.de Merode racconta le ultime novità da quell'area, riportate aggiornate anche in altro sito web ("Africa's oldest park is under attack").
E' un lavoro difficile e pericoloso, e alcuni  ranger purtroppo ogni anno muoiono per difendere gli ultimi gorilla di montagna in una zona di guerra. Il parco si trova infatti in un'area che da tempo è sotto il controllo di milizie autonome sotto controllo ruandese che gestiscono un territorio che fa gola a molti in quanto contiene ricchezze minerarie che si vendono bene in occidente: quanto sono terre rare molto richieste nella produzione di telefonini e computer e qualcuno preferisce toglierne il controllo alla RDC. 
C'è un sito web di Wildlife Direct, un'associazione di protezione ambientale, che permette di entrare direttamente in contatto con i ranger per conoscere le novità, per sostenerli finanziariamente e per far capire che il loro lavoro in difesa dei gorilla è apprezzato anche in altri continenti.

 

8/1/13-IT

·        [da Pikaia] In uno storico articolo del 1979 Lewontin e Gould sferrarono un attacco feroce a coloro che utilizzano la selezione naturale come una macchinetta. La pubblicazione di quell'articolo (qui il testo italiano dal sito web SWIFT) suscitò immenso scalpore. Marco Ferraguti ricostruisce la genesi e l'accoglienza di Spandrels

 

5/1/13-USA

·        L'antropologo J.Hawks nel suo blog riporta ("Darwin's primate phylogeny") un'immagine poco nota, disegnata da Darwin nel 1868. Rappresenta la sua idea dei rapporti filogenetici fra l'uomo e le scimmie antropomorfe (orango, gorilla e scimpanzè). Nel post J.Hawks ricorda come l'ipotesi di Darwin del 1868 contrasti sia con quella precedente di Haeckel, che ipotizzava una maggiore somiglianza con l'orango, asiatico, che con quella successiva proposta nel volume "Descent of man" del 1871.
J.Hawks nota polemicamente anche che probabilmente Darwin maneggiava in modo errato i grafici che rappresentano le ipotesi filogenetiche, un errore che fanno spesso gli studenti anche oggi, che dimenticano che i nodi sono anche punti di rotazione. Non si capirebbe altrimenti l'inutile semplice scambio di posizione di alcune delle specie che costituiscono una tricotomia. T.Huxley (1863: "Evidence as to Man's Place in Nature") e A.Wallace (1864) sono probabilmente gli autori che hanno influenzato maggiormente questo schema.

 

4/1/13-IT

·        Oggi, a Trento, faccio visita alla mostra Homo sapiens, che è  arrivata qui da Roma, e il 13 chiuderà, per trasferirsi poi prossimamente a Novara.
Apprezzabile l’insistenza sul ruolo della biogeografia, uno dei fattori non biologici che hanno pesantemente condizionato anche l’evoluzione biologica umana. Un fattore che è stato influenzato anche da altre fonti di variazione non biologiche, come il clima e la distribuzione delle terre emerse, a sua volta ancora influenzata dalla temperatura, molto variabile soprattutto durante l’ultimo milione di anni a causa dell’alternanza di periodi glaciali e interglaciali.
Un ambiente variabile è probabilmente “stimolante” e “creativo”, grazie alla continua apertura e chiusura di corridoi che in alcuni periodi favorivano la ricerca di nuove terre da colonizzare.
Certo Darwin e Wallace il ruolo della biogeografia l’avevano osservato e verificato, personalmente e sul campo, nel corso della loro vita; anche grazie a questa esperienza, e alla comune lettura del lavoro di Malthus sul ruolo condizionante delle risorse energetiche, hanno avuto indipendentemente l’idea di come spiegare l’evoluzione delle specie.
E questo avvenne ben prima che si scoprissero i processi biologici indispensabili per capire l’interazione fra genotipo, fenotipo e ambiente e l’accumulazione continua e casuale di varianti genetiche che potrebbero un giorno, casualmente, rivelarsi utili per sopravvivere (come ha dimostrato l'esperimento di Lederberg che conferma Darwin).

·        Spero che i visitatori della mostra abbiano correttamente interpretato le mappe di un mondo ben diverso da quello che conoscono e siano riusciti a collegarle dinamicamente fra di loro, ricostruendo una successione continua del palcoscenico su cui si sono sviluppati gli eventi biologici che hanno coinvolto la ventina di specie di ominini, spesso vissute contemporaneamente, che ci hanno preceduto.

·        Stimolante la sala con l’immagine del Tree of Life (che permette di farsi un’idea dei percorsi che collegano fra loro tutte le specie viventi) e la simulazione connessa, nonostante un po’ di torcicollo per chi avesse voluto verificare ogni volta le distanze genetiche rispetto all'uomo delle varie specie proposte (dalla banana allo scimpanzè).
L’albero della vita comunque qui può essere analizzato in dettaglio e tranquillamente anche da casa)
Questo grafico, che pochi conoscono, permetterebbe di capire il motivo per cui gli evoluzionisti ricordano sempre che lo scimpanzé è imparentato, attraverso un antenato comune di 6/8 milioni di anni fa, con i nostri antenati, i primi ominini bipedi, e quindi anche con l’Homo sapiens attuale. Il grafico spiega come e perché si possano oggi quantificare le somiglianze e differenze del DNA fra le diverse specie, confermando una delle principali idee alla base della biologia attuale fin dai tempi dei Darwin: l’origine comune di tutti esseri viventi, un’idea lanciata per la prima volta da Erasmus Darwin in Zoonomia nel 1794 e confermata dal nipote più di 60 anni dopo.
Da qualche decennio, grazie alla genetica molecolare e quindi al facile e economico (oggi) confronto fra le sequenze del DNA delle varie specie animali e vegetali, l’unicità del processo evolutivo è definitivamente confermata, aggiungendosi prima e sostituendosi poi ai fossili come principale prova dell'evoluzione.
Forse per quello, per colpa di Mendel, i neocreazionisti preferiscono di solito fermarsi alle modeste conoscenze di biologia di Darwin, evitando – e a volte ce la fanno - di parlare di genetica.

·        L'immagine moderna di un unico albero della vita smentisce anche le recenti fantasiose ipotesi creazioniste (il problema da risolvere sembra fosse infatti quello dello spazio limitato sull’arca di Noè) di alberelli diversi che rappresenterebbero eventi creativi multipli, come quelli presentati per la prima volta alla 3’ Intl Conference on Creationism (a Pittsburg) da 2 creazionisti “biblici” tedeschi, R.Junker e S.Scherer; un loro libro, diffuso negli ambienti evangelici tedeschi e tradotto e pubblicato - come sussidio biblico - da una casa editrice religiosa italiana, è distribuito da creazionisti – che comunque provano inutilmente a negare di esserlo - anche in Italia.
Probabilmente imbarazzati dal dover credere alla impossibile “storia” dell’arca, apprezzano che "Non-evolutionary scientists accept that species can change, but they believe that biological change has natural limits. Instead of the single evolutionary “tree of life”, according to which all living things have arisen from a single common ancestor, non-evolutionary scientists characterize the relationships between different living things as an orchard of trees". L’idea geniale dei tedeschi Junker e Sherer di fare imbarcare sull’arca di Noè solo una coppia di lupi e una di gatti selvatici per avere poi tutti i canidi e i felidi di qualsiasi specie e dimensione deve essere piaciuta davvero, anche se ha fatto inorridire gli scienziati che non hanno mai bisogno solo di verità.
E' davvero curioso come il libro sia valutato “negativamente” (è infatti fra i “Libri da non leggere”) da esperti di evoluzione e di paleontologia che continuano le ricerche sperimentali iniziate un secolo fa dal fondatore del Museo di Storia Naturale di Milano (e delle società scientifiche che si occupano della Geologia e della Paleontologia italiana) l’abate Antonio Stoppani.
Era un tipo particolarmente attivo e presente nella vita scientifica, politica, sociale e religiosa del tempo, e, succedeva anche un secolo fa, ha avuto qualche problema con una chiesa che forse non lo amava troppo.
Ancora oggi è possibile che chi cerca di capire e spiegare  l'evoluzione dell’uomo facendo ricerca e frequentando scavi, musei e mostre per capire i fossili (A.Stoppani non è più “theologically correct”?) venga invece invitato caldamente a preferire la lettura di “un piccolo libro di quasi duemila anni fa”, che non racconterebbe favole come invece farebbero Grimm o la mostra di Trento (che incredibilmente viene presentata all’inizio del post come “una fantasiosa ricostruzione spacciata per certezza scientifica“!? da qualcuno che cerca la verità e non ha ancora capito che non la dovrebbe cercare sempre inutilmente nel posto sbagliato; si trova infatti ad un piano diverso, dove non esistono verità, tanto meno quelle che cerca).

·        Sembra quasi che il tempo non passi mai e che non ci sia un’evoluzione biologica o culturale, ma … due secoli e mezzo fa un religioso, Lazzaro Spallanzani, si dedicava pubblicamente senza problemi e con successo alla ricerca sperimentale, e un secolo e mezzo fa Antonio Stoppani, pubblicamente interessato a problemi evolutivi,  vinse per due volte il processo che intentò contro un sacerdote integralista che lo aveva offeso (A.Stoppani metteva il battagliero don D.Albertario – che andò nei guai anche per un cappuccino di troppo - fra “Gli intransigenti”, ai quali dedicò un libro polemico – bella e attuale la definizione di intransigente secondo Stoppani.). In effetti sembra che qualcosa sia cambiato rispetto ai secoli scorsi … ci sono pochi religiosi che fanno ricerca… e quei pochi vengono pure offesi dai [neo]creazionisti. E’ urgente aprire nuovi musei naturalistici nei seminari… o organizzare italici e confessionali Stoppani Days (se il 15/8 non è un giorno consigliabile … il 2 gennaio potrebbe essere accettabile).

·        Può essere anche utile ricordare, visto che si parla di divulgazione scientifica, come l’abate Antonio Stoppani abbia preso sul serio anche il problema di una formazione scientifica corretta e aggiornata perfino per i giovani sacerdoti: creò e arricchì di reperti, anche fossili, il museo naturalistico del seminario arcivescovile di Milano a Venegono (oggi Museo di Storia Naturale “Antonio Stoppani”).
Nonostante oggi non ci siano probabilmente TUTTI i fossili (e quindi ce ne sia qualcuno ancora mancante…) forse il museo viene comunque utilizzato per “distrarre” gli studenti del seminario dai 2 laboratori didattici di scienze a loro disposizione …

·        E’ comunque da apprezzare che i [neo]creazionisti di Trento non abbiano organizzato contestazioni anche in occasione di questa mostra sull'evoluzione dell'uomo, se non in siti web.
Certo sarebbe stato troppo imbarazzante farlo oggi, a due anni dalla nomina papale di un Nobel, biologo ovviamente evoluzionista, (Werner Arber) a capo della Pontificia Accademia delle Scienze, che si occupa anche di  fornire consulenze sull’evoluzione, sulla demografia e sulle cause del riscaldamento globale.
Comunque fa piacere ricordare come nel 2007 ci fu un’imbarazzante conclusione della contestazione su base confessionale alla mostra "La scimmia nuda": iniziata con un’assemblea dai Saveriani, fu subito bloccata addirittura da un teologo cattolico, docente universitario in Germania.
Un motivo più ragionevole sarebbero i recenti interessi dell’anima della contestazione verso l’approfondimento dell'importante ruolo di alcuni religiosi - che nessuno storico della scienza dimentica - nello sviluppo delle scienze biologiche, con il loro lavoro di ricerca sperimentale, svolto anche a fianco o in contatto con i colleghi universitari. Probabilmente questi approfondimenti hanno indotto ad accettare ce è preferibile capirne i motivi e accogliere gli inviti di Stephen J.Gould (qualcuno ricorda ancora l’ingestibile ipotesi dei “magisteri non sovrapponibili”) ma soprattutto di GP2 (1988), seriamente preoccupato per il ritardo e la paura ad affrontare il rapporto con la scienza,.  

·        Ultima conferenza, prima della chiusura della mostra il 13/1: Giovedì 10 gennaio alle 20.45: “DAL RITIRO GLACIALE ALLE FORESTE, ALL’UOMO”.

 

2/1/13-USA

·        [dal blog di J.Hawks] La rivista “Frontiers in evolutionary and population genetics” ospita un editoriale (“This I believe: we need to understand evolution, adaptation, and phenotype”) del direttore del NCSE (National Center for Science Education), Eugenie Scott, che sottolinea come sia indispensabile fornire agli studenti una definizione corretta e aggiornata di alcuni termini (“three genetics-related concepts that, if taught properly, would greatly improve the biological literacy of our fellow citizens.”) necessari per migliorare la comprensione non solo della genetica ma anche dell’evoluzione biologica in cui ognuno di noi è inserito.
L’ignoranza, che ha imbarazzato Darwin, sui meccanismi ereditari, è stata risolta inizialmente da Mendel (che scoprì come i geni e le coppie di alleli gestissero ottimamente anche la conservazione della variabilità utilizzata creativamente dai processi evolutivi – [provate a trovare eterozigo* nei testi di  Darwin o in un sito web creazionista USA o italiano! Devono ancora scoprire che non si può ignorare Mendel e il ruolo del caso nella formazione dei gameti …]) ma soprattutto dalla biologia molecolare (che di alleli e di geni ne trova spesso più o meno di due).
E.Scott ritiene che ci siano le condizioni, oltre che la necessità, per insegnare oggi meglio, sulla base delle attuali conoscenze genetiche, le relazioni fra evoluzione, adattamento e fenotipo.
[Continua la battaglia di E.Scott per far sì che gli americani migliorino le loro  posizioni (oggi molto vicine a quelle dei turchi) nelle statistiche sulla diffusione del creazionismo…?]

·        Nello stesso numero della rivista Frontiers è consultabile un altro articolo di notevole interesse “Recent progress in paleontological methods for dating the Tree of Life”, Michel Laurin, del Museo di Storia Naturale di Parigi.
E’ un articolo dettagliato in cui si affrontano molti dei problemi che non vengono capiti da chi, negando il fatto stesso dell’evoluzione, non sa come gestire i problemi che citava Eugenie Scott nell’articolo precedente.
Purtroppo alcuni dei problemi che sono facili da capire quando si parla di specie attuali, diventano più complessi quando ci si riferisce a specie di milioni di anni fa; diventa problematica anche la stessa definizione di specie (“
the entities that we call “species” and that are registered into various databases are not ontologically comparable; some are clades, some are reproductive communities, some are evolutionary lineages, others are phenetic clusters, and yet others belong to two or more of these categories”).
Abbiamo oggi la possibilità di dimostrare la sostanziale unitarietà dell’albero della vita, grazie al confronto fra le sequenze del DNA delle specie viventi (qui un esempio di un database di genomi su un sito che archivia i dati di molti genomi di Homo sapiens e di specie a noi vicine).
Non siamo più ai tempi di Darwin e oggi davvero non sono più i fossili la principiale prova dell’evoluzione, per cui improvvisamente molte delle critiche all’evoluzione come fatto negli ultimi anni sono diventate inefficaci: grazie alla possibilità di analizzare il DNA delle specie attualmente viventi si può ricostruire un albero della vita [dove è disponibile un volume scaricabile gratuitamente e un poster che dimostra l’origine comune di tutti esseri viventi] la cui struttura gerarchica corrisponde perfettamente alla classificazione (anch’essa con una struttura gerarchica) che Linneo aveva ricostruito nel ‘700, pur in un contesto creazionista. Dal
2004 l'evoluzione, e in particolare la macroevoluzione, non è più un problema nemmeno per il Card.Ratzinger che l’accettava, ammettendo quello che nel 1794 Erasmus Darwin poteva solo sospettare ma che poi la ricerca sperimentale dimostrò: l'origine comune di tutti gli esseri attualmente viventi e quindi l'inserimento anche dell'uomo in un unico processo evolutivo.
Sulla microevoluzione è curioso notare c’è un bel po’ di confusione fra i neocreazionisti; negli USA i neocreazionisti sono piuttosto rigidi sul confine di specie (“
Microevolution is changes within species, macroevolution is change from one species to another, So a dog is still a dog and a horse is still a horse”); la stessa posizione era sostenuta qualche anno fa anche dagli altri neocreazionisti nel mondo. In Germania dal 1993 chi nega l’evoluzione si può permettere (grazie ai “basic types” di Junker e Scherer, spiegati nel libro “Typen des Lebens”, 1993) di sostenere addirittura che la speciazione possa avvenire senza evoluzione, come quando un lupo diventare un barboncino o una volpe (“Microevolution for instance includes the formation of the different dog races out of one archetype, probably the wolf).
Anche un creazionista settecentesco come Spallanzani, uno dei primi che ha provato sperimentalmente la riproduzione artificiale, rimarrebbe sconcertato di fronte a questa “elasticità mentale” applicata ad una questione scientifica, non essendo supportata da risultati sperimentali.
Qualcuno sta aspettando tranquillamente il giorno in cui arriverà il crocoduck che Ray Comfort vuol vedere prima di convincersi del fatto che l’evoluzione esiste? Per ora dobbiamo accontentarci della sua famosa banana (che però non sa che è una specie artificiale, costruita dall’uomo).

 

2/1/13-IT

·        Un post nel blog di Le Scienze ("Le doti di arrampicatrice dell'antenata Lucy") invita a leggere un articolo dei PNAS ("Tree climbing and human evolution") in cui si valuta l'evoluzione della capacità dell'uomo, nel corso degli ultimi milioi di anni di evoluzione, di mantenere comunqne una certa capacità di muoversi sugli alberi pur perdendo progressivamente, a partire già dall'Australopithecus afarensis di 3.5 milioni di anni fa, le caratteristiche anatomiche che caratterizzavano i nostri antenati che vivevano sugli alberi.
Sono state verificate anche le caratteristiche anatomiche di alcune popolazioni attuali abituate a muoversi a piedi nudi con grande e incredibile agilità anche a grandi altezze su alberi per raccogliere noci di cocco o miele (miele anche qui) o addirittura su impalcature di canne.

 

 

 

 

Come il TG2 il 29/11/07 ha disinformato sulla teoria dell’evoluzione (con l’imbarazzante “intervento” del Card.Martino, che confonde fede e ragione, ma soprattutto è in disaccordo perfino rispetto a mons. Ravasi o a don G.TanzeIIa Nitti). Informazioni errate sulla teoria dell’evoluzione e l‘evoluzione stessa nel sito di un oratorio salesiano. L’Intelligent Design USA è in realtà rinato nel 1987 da una truffa, svelata e dimostrata nel 2005 (a chi ha fretta basta solo questa pagina, che conferma come e quando i creazionisti USA siano diventati sostenitori dell'ID … da un mese all’altro grazie al … copia/incolla) Molto autorevole, per un credente diffidente, è anche l’ISSR Statement on the Concept of 'Intelligent Design'” (del febbraio 2008). Rilevante soprattutto la recente nomina papale di un premio Nobel biologo evoluzionista, Werner Arber, a presidente dell'Accademia Pontificia delle Scienze. Interessante il suo documento del 2008 (“Statement on my view on biological evolution”), dove difende il suo “neodarwinismo” e la sua professionalità di esperto anche in evoluzione dei batteri.

Consigli di lettura sulla teoria dell’evoluzione  2007: Ottimo video (in inglese) sul processo di Harrisburg/Dover, dove l’Intelligent Design USA ha svelato ufficialmente il suo lato oscuro e truffaldino. Per averne la prova, basta analizzare il famoso  anello “mancante” (cdesign proponentsists”)  scoperto dalla filosofa B.Forrest leggendo le bozze di un libro creazionista … [bello anche il video! E, per i frettolosi, basta un semplice grafico] Accademia dei Lincei Documento sulla teoria dell’evoluzione (feb 08) Documento dell’ISSR su Intelligent Design (feb 08)  Successive modifiche al logo del DI Corso introduttivo sull’evoluzione (Bicocca) Libri di Darwin gratis on line in italiano. L’uomo e le scimie” di F.De Filippi (Torino, 1864) Decine di video (sull’evoluzione e sul relativo dibattito; in inglese, ma qualcosa anche in italiano o con sottotitoli italiani), Evolver Zone  Darwin Online Project _______________________________  NSF web site about Darwin and Evolution

Queste pagine web forniscono un utile strumento per monitorare le critiche (spesso tradotte senza fatica dalle Main Issues recuperabili nella ricca letteratura USA) degli antievoluzionisti di diverso tipo all’attuale teoria dell’evoluzione; ingenuamente molti ignorano quanto la nostra conoscenza dell’evoluzione sia oggi molto diversa e complessa rispetto a quella proposta da Darwin 150 anni fa. 150 anni di verifiche da parte di critici esperti e pignoli l’hanno continuamente modificata, tanto è vero che oggi solo … gli antievoluzionisti sembrano fissati con il “darwinismo”.
Per questo le seguenti pagine richiedono impegno, curiosità, tempo (per verificare se è vero che i testi originali citati dimostrano chi fa “il lupo” e chi “l’agnello”) ma anche un po’ di competenza per una comprensione dei termini. 
Per la competenza … non ci sono soluzioni semplici: occorre studiare la biologia attuale, molto frammentata e quindi spesso complessa anche per gli esperti; qui c’è una pagina web con link per verificare e aggiornare le proprie conoscenze sull’evoluzione biologica, sui primati e sull’evoluzione umana; qui alcuni consigli di lettura e c’è anche un sito web in italiano (Pikaia) non solo per mantenersi aggiornati, ma soprattutto per capire come anche l’attuale teoria dell’evoluzione sia continuamente contestata e criticata … ma giustamente le critiche serie vengono ovviamente … solo dagli esperti, quelli che sanno quel che criticano e perché lo fanno. Per studiare e capire la biologia c’è perfino un ipertesto gratuito on line: La Biologia di Omodeo. Da poco in rete si trova anche un database di slide in Powerpoint, di solito di buon livello. C’è poi il corso di Pikaia sull’evoluzione biologica, in italiano nel sito dell’Università Bicocca. I creazionisti non ci crederanno, ma dovrebbero apprezzare parecchio che NON ci sono contestazioni scientifiche alle numerose ipotesi di creazione offerte dalle varie religioni (ne abbiamo circa 600 solo in Italia). Sono troppe e indimostrabili, spesso un po’ ridicole ma soprattutto incoerenti e incomparabili … ma si può scegliere…quale si preferisce. Da non dimenticare, una citazione di C.Darwin; utile a lui, e a tutti (e quindi anche agli antievoluzionisti): Non torna inutile mai di farsi una giusta idea della propria ignoranza” [Da L'espressione dei sentimenti nell'uomo e negli animali], mentre non è il caso di ricordare i tempi di G.Galilei: Infelice questo nostro clima, nel quale regna una fissa resoluzione di voler esterminare tutte le novità, in particulare nelle scienze, quasi che già si sia saputo ogni scibile”. (Da una lettera di Galileo ad Elia Diodati del 18 dicembre 1635)   News da Francia, UK+US, Germania, Spagna, Vaticano, Vat (en), Vat (it)

                                                                                                                                                                  

 

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