30/6/13-USA
|
·
E' uscito l'ultimo fascicolo, quello di
giugno, della rivista "Evolution: education and outreach",
diretta da Gregory e Niles Eldridge. Ci sono almeno tre articoli degni di
interesse, sia per l'autorevolezza e la competenza degli autori che per il tema
che trattano. Si può aggiungere anche il fatto che due degli articoli sono
scritti da ricercatori italiani.
Il primo articolo ("Knowledge of evolution and human diversity: a
study among high school students of Rome, Italy")
indaga sulla preparazione che le scuole superiori romane hanno fornito a 1108
studenti dell'ultimo anno delle superiori, pronti ad iscriversi a corsi di
laurea che ovviamente sono favoriti da chi già possiede una seria
preparazione anche sulle moderne conoscenze della teoria dell'evoluzione e
sui fatti che oggi la confermano. Il questionario testava soprattutto la
correttezza dei concetti connessi con l'evoluzione e la diversità umana, e i
risultati appaiono indicare una buona preparazione, anche se qualche
confusione sulla scala dei tempi e sulle basi culturali e biologiche delle
differenze fra le diverse popolazioni umane attuali fa prevedere qualche
problema nell'accettare la sostanziale omogeneità delle popolazioni umane
attuali.
Non sembra siano state testate scuole superiori religiose, che sono numerose
a Roma, ma non ci dovrebbero essere problemi: i programmi scolastici e i testi
che vengono fatti acquistare dagli allievi sono gli stessi adottati dalle
scuole superiori statali.
Il secondo articolo ("The great chain of being is still here"),
di Emanuele Rigato e
Alessandro Minelli, indaga sulla sopravvivenza di termini (come la "grande catena dell'essere") legati a
visioni preevoluzioniste all'interno degli articoli pubblicati sulle riviste
scientifiche; la sopravvivenza è confermata dalla tendenza a distinguere fra
organismi viventi di livelli superiore e/o inferiore, dimenticando che tutte le specie attuali sono il
prodotto di un processo evolutivo di uguale durata.
Più interessante e utile è probabilmente il terzo articolo ("Correcting some
common misrepresentations of evolution in textbooks and the media), scritto da un paleontologo di
Berkeley, Kevin Padian, certamente autorevole e qualificato, tanto è vero che è anche
presidente del NCSE ed ha fornito un validissimo contributo per convincere il
giudice e i giurati del processo
di Dover/Harrisburg che le obiezioni alla teoria dell’evoluzione fatte
dai sostenitori dell’ID non avessero basi scientifiche ma solo religiose; Kevin
Padian, insieme alla
filosofa Barbara Forrest che scoprì l’anello
mancante, diede un enorme contributo alla vittoria degli evoluzionisti al
processo.
La sconfitta del Discovery Institute
fu particolarmente grave dato che si riuscì a dimostrare le basi religiose e
non scientifiche dell’Intelligent Design. Lo notò lo stesso giudice, che si
stupì parecchio che il DI sostenesse di avere obiezioni scientifiche senza
fare ricerca e senza disporre di alcun laboratorio scientifico.
L'articolo sarà certamente di aiuto
per gli insegnanti che non volessero rischiare di trasmettere informazioni
poco chiare o ambigue.
L’elenco degli errori che il
paleontologo Kevin Padian consiglia di evitare è lungo, ma qualcuno lo si può
citare:
·
Definire
bene l’evoluzione, un termine che ha diversi significati (fatto, schema,
processo, …) e che addirittura ne ha avuto altri e diversi
nel passato. Ci sono poi definizioni più semplici – forse troppo - e
altre più complesse.
·
Evitare
termini imprecisi come moderno,
primitivo,
avanzato, graduale
o frasi come “molti
scienziati sono convinti che” o “evoluto per…”
·
Non personalizzare
un dibattito scientifico
·
Bisogna essere prudenti nel caratterizzare il pensiero
religioso dei personaggi storici (ad es. di C.Darwin)
·
Evitare di approfittare dei motivi di contrasto fra
le verità delle fedi e i dubbi e le curiosità della scienza e di chi se ne
occupa per una parte della giornata
·
Evitare di dare l’impressione che ci sia
un’associazione fra l’evoluzione e l’ateismo. [La scienza in generale
comunque per definizione non ricorre a divinità per spiegare i fatti, per cui
è una condizione che è oggettivamente impossibile evitare; e c’è sempre
qualcuno che ne approfitta, nonostante il presidente attuale dell’Accademia
delle Scienze Pontificia sia oggi un biologo evoluzionista, il premio Nobel Werner
Arber].
·
Non personificare
la selezione naturale, né attribuirle tutti i meriti (o le colpe)
nell’evoluzione.
·
Evitare di associare la fitness solo alla
fecondità dimenticando la sopravvivenza,
che dipende dall’ambiente, mutevole.
·
La selezione sessuale non è un tipo di
selezione naturale, e richiede il dimorfismo
sessuale.
Anche J.Coyne, che oggi
cita l’articolo di K.Padian nel suo blog (“Kevin
Padian discusses common misconceptions about evolution”), ammette di
non rispettare tutte queste indicazioni.
·
Un quarto articolo nello stesso numero della rivista
(“It’s just a
theory”: trainee science teachers’ misunderstandings of key scientific
terminology) può avere un certo interesse e dovrebbe anche stimolare
la ripetizione urgente del sondaggio anche in Italia (esteso magari anche
agli insegnanti in servizio) per verificare se l’imprecisione nell’uso dei
termini fra gli insegnanti di scienze italiani conferma il loro distacco
rispetto a chi svolge personalmente e direttamente attività di ricerca
scientifica.
I termini di cui si sono verificate le definizioni su laureati che si
preparavano a diventare insegnanti di scienze sono teoria, fatto, ipotesi
e legge.
I risultati non possono che far sorgere serie preoccupazioni soprattutto in
chi si occupa professionalmente di ricerca sull’evoluzione biologica.
Per quanto riguarda la definizione di uno dei termini (“teoria”) a cui fa riferimento una delle
maggiori scoperte scientifiche degli ultimi secoli (la
teoria dell’evoluzione), che condiziona la visione del mondo e quindi
la stessa gestione di problemi complessi e vitali per la nostra e le future
generazioni … siamo all’assurdo. Nei futuri insegnanti di scienze USA la
definizione che ha più successo (il 29%) fa riferimento proprio al
significato contrario!! (“idee non dimostrate”).
Fra i biologi addirittura troviamo che il 29% sale al 34,4%. Un terzo dei
futuri insegnanti di biologia pensa che la teoria dell’evoluzione sia
un’insieme di idee non dimostrate. Nell’articolo ci si consola chiarendo che
“Science teachers are not professional
scientists per
se”. Comunque sarebbe necessario controllare i concetti che
vengono trasmessi da chi si occupa della preparazione dei futuri scienziati.
·
Fra gli articoli più recenti
pubblicati da "Evolution: education and outreach" può essere
interessante leggere e applicare nella didattica un articolo scritto in
maggio su “Teaching the
role of mutation in evolution by means of a board game”, utile per
capire meglio, con un gioco di simulazione, il ruolo delle mutazioni
nell’evoluzione.
Un’altra lettura utile potrebbe essere anche la recensione (“Does evolution
compromise Christian faith? R.
J. Asher’s Evolution and Belief “) pubblicata in aprile da E.G.Leigh
sul libro “Evolution & belief: Confessions of a religious
paleontologist”
scritto nel 2012 da Robert Asher, un autorevole e famoso paleontologo
dell’università di Cambridge (UK), evoluzionista neodarwiniano (“he
has found that no other theory comes close to Darwin's as an explanation for
our world's incredible biodiversity. Recounting
discoveries in molecular biology, paleontology and development, Asher reveals
the remarkable evidence in favor of Darwinian evolution”) ma
teista e quindi anche ostile sia al creazionismo e che al neocreazionismo
dell’Intelligent Design (nel libro ricorda come apprezzò l’attacco di
S.J.Gould ai sostenitori dell’ID per le assurde accuse a Darwin: “I found Gould’s review of Phillip Johnson’s book, Darwin on Trial, very entertaining, much in the same way that
spectators gawk at blood spilled at a prize fight. Gould had no patience for
the misrepresentations and half-truths that filled Johnson’s book, and was
downright mean in his portrayal of the author himself. Johnson sought to
paint evolution as a “theory in crisis,” repeating claims of alleged
scientific and moral inadequacy that have been rebutted over and over again
since 1859. Gould saw through this verbiage and critiqued Johnson’s book as a
misinformed, quasi-political document, dependent on the reader’s ignorance of
biology and the history of science to have any effect. Like the Roman public
who witnessed Christians thrown before a hungry lion, I enjoyed Gould’s
shredding of Johnson’s book. This lion’s name was Steve Gould, and I was
cheering him on”.).
Il libro può quindi essere istruttivo per chi pensasse che i
paleontologi “religiosi” possano essere solo “creazionisti” e ostili alla
teoria dell’evoluzione e al neodarwinismo o che un “religioso” non possa tifare
per S.J.Gould quando nel 1992 su Scientific American strapazzò (“Impeaching
a Self-Appointed Judge”) il libro “Darwin on Trial”, di un
antievoluzionista e antidarwinista come l’avvocato Phillip Johnson,
che nel 1989 “reinventò” Ccon Dembsky l’Intelligent Design.
Nello stesso estratto
del libro “Evolution & Belief” Robert Asher attribuisce a Gould il
merito di averlo attirato verso lo studio dell’evoluzione e la
paleontologia.
[qui la
risposta di P.Johnson a Gould e l’ulteriore critica
di R.Dawkins al libro (NCSE 1993)].
|
|
26/6/13-CA
|
·
A volte quando arriva sul tavolo l’ultimo numero di
una qualche rivista scientifica si possono trovare anche notizie sconvolgenti
che aprono sempre nuove porte utili per conoscere meglio fatti che continuano
a confermare l’evoluzione dei viventi.
Così è capitato oggi: aprendo il file con le anticipazioni degli
articoli che compariranno prossimamente su Nature si scopre che
continuano ad aprirsi nuove possibilità di conoscenza, a volte con
accelerazioni inaspettate, come si capisce leggendo l’articolo “Ancient
DNA: Towards a million-year-old genome” per scoprire che “The sequencing of a complete horse genome from a bone
dating to around 700,000 years ago sheds light on equine evolution and
dramatically extends the known limit of DNA survival”.
La conservazione del DNA in questo osso fossile è soprattutto conseguenza di
condizioni particolari di conservazione a causa delle temperature eccezionali
del nord del Canada, ma a questo punto possiamo immaginare che si cercherà di
seguire non solo i meccanismi evolutivi che hanno coinvolto le specie vicine
a Homo sapiens (come i denisovani, i neandertaliani, i floresiens,
ecc.), ma anche forse le fasi precedenti.
Per non parlare della possibilità di analizzare anche a livello molecolare le
successive tappe di eventi di speciazione che riguardano decine di altre
specie, dimostrando meglio i diversi passaggi e i diversi fattori in gioco,
soprattutto in casi in cui, a differenza dell’evoluzione umana, i meccanismi
di isolamento fossero meglio dimostrabili.
Già questo reperto permette di ridisegnare l’evoluzione degli equidi, come
dimostra l’articolo uscito contemporaneamente, sempre su Nature (“Recalibrating
Equus evolution using the genome sequence of an early Middle
Pleistocene horse”).
·
Sempre su Nature di oggi si approfondiscono e
si analizzano alcuni aspetti connessi con l’andatura bipede e con la
conseguente liberazione dell’arto superiore, non più dedicato alla
deambulazione. Un articolo del gruppo di Lieberman (“Elastic energy storage in the shoulder
and the evolution of high-speed throwing in Homo”)
analizza anche i vantaggi, già notati da Darwin, di una diversa articolazione
della spalla nella fase di passaggio alla locomozione bipede. Come si capisce
la possibilità di lanciare oggetti con una potenza e una precisione maggiore
di quella che si osserva negli scimpanzé permise ai nostri antenati di
acquisire competenze e capacità che contribuirono a garantire la loro
sopravvivenza in un ambiente pericoloso come la savana, ricco di risorse
alimentari ma dominata da predatori.
Un altro articolo permette di capire, anche con un video, come il lancio di
oggetti negli scimpanzé sia meno efficace (“Why
chimps don't play baseball”).
Se ne parla anche in una pagina delle versione italiana di Le Scienze
(“Perché
gli scimpanzé non giocano a baseball”).
|
|
25/6/13-TK
|
·
[da NCSE]
Su NCSE c’è un aggiornamento (“Teaching
evolution in Turkey”) sulla situazione dell’insegnamento dell’evoluzione
in un paese oggi tendenzialmente musulmano come la Turchia. Secondo un articolo comparso su APS
News (“Attitudes
towards teaching evolution in Turkey”), sembra che perfino l’insegnamento
universitario dell’evoluzione biologica incontri notevoli difficoltà ("There are no universities in Turkey offering
undergraduate or graduate degrees in evolutionary biology or in related
fields, and even courses in the area are hard to come by").
|
|
24/6/13-USA
|
·
In un post su The Loom il giornalista
scientifico Carl Zimmer (“A
Note To Beginning Science Writers”)
affronta oggi, anche con riferimenti autobiografici, il problema di
come si diventa un affermato scrittore scientifico. Lo stimolo gli viene dai
numerosi giovani che si rivolgono a lui, e che rinvia di solito ad una sua
vecchia (e omonima) pagina web sull’argomento (“A note to beginning science
writers”).
Molto interessanti, se non preoccupanti, le notizie fornite sulla variazione
nel numero
di giornalisti, in generale ma anche scientifici, nei quotidiani USA: “During the boom years, newspapers hired lots of science
writers for weekly science sections. At their peak, in 1989, there
were 95 in the United States. Now there are 19. When newspapers
try to stay profitable through cuts (never a wise strategy, but one that
makes the books look good in the short term), the science section is often
the first to go”.
Zimmer informa che dati simili riguardano anche i settimanali, oltre a
evidenziare le differenze fra il fare ricerca scientifica e lo scrivere di
scienza, un’attività che molti – e Carl Zimmer è uno di questi -
preferiscono.
Vengono poi fornite indicazioni di ulteriori letture (come questo
suo post del 2009, dove indica ottimi e autorevoli esempi utili per chi,
magari laureato in discipline scientifiche, volesse indirizzarsi verso questa
attività).
|
|
23/6/13-USA
|
·
Un articolo del giornale degli studenti della Ball
State University dell’Indiana (the Daily) contiene un’intervista
(“Ball
State administrator discusses science and religion controversy”)
al rettore, Terry King, sull’indagine che si sta effettuando su un docente
incaricato, Eric Hedin,
che tiene un corso sui confini della scienza (“The
Boundaries of Science”) proponendo testi che sostengono l’Intelligent
Design. L’indagine, affidata a 4 docenti, segue una richiesta fatta dalla Freedom
From Religion Foundation.
E’ possibile che anche la Ball State University sia imbarazzata ad
ospitare un docente che consiglia anche un testo scritto da un docente
universitario come M.Behe, che mette in imbarazzo i suoi colleghi
biologi, che si premurano di metterlo in evidenza in una pagina web del loro
dipartimento all’università di Lehigh (“Department Position on
Evolution and "Intelligent Design"). D’altronde si era
impegnato per ottenere questa pubblica dichiarazione dai suoi colleghi: nella
sua testimonianza al processo di Harrisburg nel 2005
aveva dichiarato che anche l’astrologia rientrava nella sua elastica definizione di
scienza! (“Domanda: under your definition that sweeps in intelligent design, astrology is
also a scientific theory, correct?”
- “Risposta di M.Behe: “Yes, that's correct”).
·
L’argomento viene toccato in modo critico anche da Karl
Giberson sull’Huffington Post del 25/6 (“Teaching
About God and Science Revisited”); aderisce a Biologos, fondato da Francis Collins (attuale
direttore dell’NIH, che gestisce e finanzia la ricerca medica USA), un
gruppo di evoluzionisti teisti (F.Collins
è anche socio dell’Accademia
Pontificia delle Scienze) che cerca di contrastare in ogni modo i
neocreazionisti evangelici USA e i sostenitori dell’ID..
|
|
21/6/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Lunedì 24 giugno 2013 alle ore 11,30, nella Sala della Partecipazione di
Palazzo Cesaroni, in Piazza Italia n. 2, a Perugia, sarà
presentata “UmbriaScienza”, rete regionale per la comunicazione della
Scienza. UmbriaScienza s'inserisce inoltre nel progetto europeo
PLACES (Platform for Local Authorities and Communicators Engaged in
Science - www.openplaces.eu) che
ha designato 5 città italiane, tra le quali perugina, come città della
cultura scientifica, in un gruppo di 69 città europee. Locandina.
|
|
14/6/13-IT
|
·
[da S.Coyaud]
Per la Giornata mondiale contro lo
sfruttamento dei bambini, a volte venduti come schiavi per pagare un debito, l’Organizzazione
mondiale del lavoro pubblica
Ending Child Labour in Domestic Work in
occasione del World
Day Against Child Labour 2013. Sembra improbabile che in futuro l’uomo
possa caratterizzarsi per una maggiore dimensione dell’encefalo. Per molte
popolazioni sono sempre più utili, fin da bambini, le braccia e la schiena.
|
|
14/6/13-IT
|
·
[da S.Coyaud]
Sono stati pubblicati i risultati di un sondaggio sulle competenze
scientifiche degli italiani (realizzato da Observa - Science in
Society, Osservatorio Scienza Tecnologia e Società).
E’ il settimo anno che Observa ci
fornisce su questo dato, per cui è possibile valutare anche le tendenze in
atto.
Se si sorvola sul fatto che probabilmente ci si attenderebbe un 50% di
risposte corrette solo in base al caso (nel caso non si accettassero i “non
so”), si potrebbe apprezzare la tendenza positiva anche delle risposte alle
due domande che sembrano essere sotto al 50%; questa tendenza però è messa in
serio dubbio dalla mancata indicazione (almeno nella sintesi che Observa
propone) dell’errore delle stime pubblicate.
Questa assenza impedisce anche di apprezzare l’osservazione di Observa: “è interessante però notare che triplica la quota
di cittadini ultrasessantenni e con un basso titolo di studio che riesce a
rispondere in maniera corretta a tutte e tre le domande”.
|
|
13/6/13-USA
|
·
Nel blog Only Human della giornalista
scientifica Virginia Hughes, sul sito nel National Geographic,
si racconta (“Documenting
the Undocumented”) del lavoro di un archeologo, Jason
De León, che studia (Undocumented
Migration Project) le tracce materiali abbandonate nel deserto
di Sonora, nel sud dell’Ariziona, dal passaggio dei clandestini che
entrano illegalmente (senza documenti) negli USA dal Messico. E non sempre si
trovano solo oggetti, e magari De Leon scopre che Marisol probabilmente stava
andando a visitare parenti che negli USA erano entrati anni prima. E’ un
lavoro che J.de Leon definisce “the archaeology of 10 minutes ago”.
Fa riflettere un commento in cui si sottolinea come in un paese di immigranti
illegali ci si preoccupi molto poco dei discendenti degli antichi abitanti
del continente … (“anyone living here that isn’t a Native American is an
illegal immigrant. So saying that these people are nothing but illegals is
just ignorant. Their ancestors were probably on this continent long before
most people living legally in this country”).
|
|
12/6/13-USA
|
·
In un post (“Poison,
Camouflage, and the Rainbow of Evolution”) del suo blog The Loom,
il giornalista Carl Zimmer approfitta di un recente articolo di
B.Willink et al. Su Evolution (“Not everything is black and white: color
and behavioral variation reveal a continuum between cryptic and aposematic
strategies in a polymorphic pois”) per dimostrare la
necessità di analizzare complessivamente e comparativamente le strategie
evolutive di specie diverse (anche se magari vicine fra loro) per capire come
le diverse condizioni ambientali possano indurre a differenziare le soluzioni
che i ricercatori mettono in evidenza. [L'aposematismo è la
colorazione di una parte più o meno estesa del corpo di un animale a fini di
avvertimento contro possibili predatori].
|
|
10/6/13-UK
|
·
Su Biology Letters un articolo di Richard
McFarland e Bonaventura Majolo - della School
of Psychology, University of Lincoln, Lincoln,
UK - (“Coping with the cold: predictors of
survival in wild Barbary macaques, Macaca sylvanus”) illustra come una popolazione di mamache che
vivono sui monti dell’Atlante in Marocco sia andata incontro a seri problemi
durante un inverno particolarmente rigido, con un metro di neve per 3 mesi
che ha reso difficile sopravvivere. L’articolo mostra come fosse risultata
migliore la fitness degli individui che mantenevano migliori relazioni
sociali nel gruppo.
|
|
10/6/13-GBR
|
·
Oggi è il primo
giorno di lavoro al Clive
Finlayson's Human Evolution Blog. Clive è un ecologo evolutivo che si
occupa di evoluzione umana al museo
di Gibilterra, dove è conservato il primo reperto di neandertaliano,
trovato nel 1842 nella grotta mostrata nel blog (la Gorham
cave, uno degli ultimi insediamenti neandertaliani).
Nel 1842 in effetti nessuno sapeva ancora nulla dei neandertaliani (tanto è
vero che fu necessaria un’ulteriore scoperta, fatta nella valle del Neander
proprio nell’anno della pubblicazione del libro di Darwin, nel 1859).
La ricerca continua ed è cominciata proprio oggi la campagna estiva di scavi
del 2013.
Sul blog vediamo oggi le foto dell’arrivo del materiale in questo sito
difficile da raggiungere via terra. Nei giorni successivi comincerà il lavoro
di ricerca, che già il 12/6
comincerà a dare qualche risultato utile per rispondere alle domande che i
paleoantropologi si fanno sull’ecologia ai tempi dei neandertaliani.
Quanto sia necessario il lavoro pignolo e meticoloso dei ragazzi che si
vedono nelle foto del blog lo si capisce immediatamente se lo si confronta ad
esempio con il recente tentativo di un ottimo e promettente fisico, ma
creazionista avventista, di far credere ai cremonesi che questo sia un lavoro
inutile.
Nel video di una conferenza lo vediamo infatti convinto che l’evoluzione
debba essere studiata con gli strumenti (certo più economici ed accessibili)
della filosofia piuttosto che con quelli della scienza (“Evoluzione: scienza o
filosofia?”). Gli scienziati di solito evitano di porsi domande inutili,
in quanto tendono a dare risposte non adeguate, né capaci di suggerire altre
domande.
Gli scienziati poi, ed è comprensibile, non hanno dubbi che chi si pone
domande inutili non ha nessun rispetto (possiamo concedere che sia solo un
problema di ignoranza di cui non sono colpevoli? Ma solo ai non laureati in
materie scientifiche) per il lavoro di chi, come i ragazzi al lavoro
nella grotta Gorham, dimostra la stessa curiosità e interesse per capire il
funzionamento del mondo dimostrati dal giovane Darwin.
|
|
10/6/13-IT
|
·
Su Repubblica Donna oggi si parla della
signora Darwin (“La
teoria dell'evoluzione? Tutto merito di Emma, la signora Darwin")
una signora certo molto religiosa ma molto rispettosa dell’intelligenza e
degli interessi culturali di suo marito, che aiutò anche a “confessare un
delitto” che anche a lei non faceva piacere accettare. Della vita di Emma
Darwin racconta Chiara Ceci, nella recente biografia "Emma
Wedgwood Darwin - Ritratto di una vita, evoluzione di un'epoca"
(256 pp., 18 euro, 2013, Sironi).
L’articolo si conclude con un’intervista a Chiara Ceci, che, a nome di
Emma, ha pure aperto da poco un blog.
|
|
8/6/13-WORLD
|
·
Un ottimo indicatore del rispetto che la nostra
specie nel complesso ha per l’ambiente e quindi per la sopravvivenza del
pianeta che temporaneamente stiamo gestendo è dato dalle condizioni di vita
delle popolazioni che vivono a stretto contatto con la natura nelle zone in
cui l’evoluzione culturale è stata più lenta e sopravvivono popolazioni che
utilizzano conoscenze che permettono loro di mantenersi in equilibrio con
l’ambiente, garantendone la sopravvivenza.
Queste popolazioni tribali negli ultimi decenni hanno visto crescere
l’interesse altrui per le loro terra, per cui vengono sospinte verso aree
sempre più limitate e quindi insufficienti e incompatibili con la loro
sopravvivenza.
Della loro sopravvivenza cerca di occuparsi Survival International,
che recentemente ha lanciato una campagna in difesa della sopravvivenza degli Awà,
pur senza dimenticare che c’è solo l’imbarazzzo della scelta
se si vuole cercare popolazioni che non solo vivono ad impatto zero, ma che
possono sopravvivere solo se nessuno nega loro i diritti che le leggi
internazionali oggi concedono, dopo secoli di soprusi e di stragi.
Per informarsi meglio, è
disponibile il nuovo libro “Tribal Peoples for Tomorrow's World”, che costa meno di 3€ (“I
love Earth, it’s my favourite planet – this book is a refreshingly original
approach to who tribal peoples really are and the startling contribution they
make”).
·
[da La
Stampa] Si è riunita da poco la prima struttura organizzativa
internazionale che che vorrebbe coordinare le iniziative direttamente gestite
dai popoli tribali, la World
Indigenous Network WIN); è successo a Darwin in Australia dal 26 al
29 maggio scorsi.
Lanciato dal Primo ministro australiano Julia
Gillard nel corso di Rio+20 l’anno scorso in Brasile, l'evento ha visto
la partecipazione di circa 1500 delegazioni di oltre 50 Paesi, per
condividere storie, esperienze culturali e idee su come meglio gestire gli
ecosistemi del pianeta, proteggere l’ambiente e incoraggiare metodi
sostenibili di sostentamento.
Qui i riassunti delle comunicazioni
presentate in questa eccezionale occasione.
|
|
7/6/13-USA
|
·
Un post (“The
Discovery Institute Is A Con-Profit Scam”) nel blog CenLamar
cerca di evidenziare, analizzando i bilanci degli ultimi anni del Discovery Institute, quali possano
essere le attività svolte dai sostenitori e promotori dell’Intelligent
Design, per capire se sia giustificato che sia un’organizzazione dedicata
alla ricerca scientifica e quindi sia giusto considerarla esente dalle tasse
in quanto “non-profit”.
Il post mostra come il 90% del bilancio (4/5 milioni di dollari all’anno) sia
dedicato a stipendi e borse, e non sembra siano finanziate costose ricerche
scientifiche, per cui si sospetta agisca più come “Think Tank” se non che
svolga solo attività di lobbying. Poco chiaro poi il motivo per cui un quinto
del bilancio sia usato per studiare un sistema di trasporto locale.
Comunque ora è evidente che non ci si deve stupire se un dipendente del DI ci
parla del suo ultimo
libro, in cui critica la teoria dell’evoluzione, senza poter indossare un
camice; d’altronde è un filosofo, non dispone nemmeno di un laboratorio e
sembra si occupi soprattutto della biologia di 150 anni fa.
|
|
7/6/13-CINA
|
·
[dal Corriere,
Repubblica,
Sole
24 Ore, Science-News]
La notizia della scoperta in Cina di un primate di 55 milioni di anni fa, che
leggiamo oggi sui quotidiani (con un po’ di imprecisioni), fa riferimento ad
un articolo pubblicato ieri su Nature (“The
oldest known primate skeleton and early haplorhine evolution”); la
scoperta è presentata anche in un video
realizzato da uno degli scopritori, che l'ha inserito in una pagina
web della sua università (la Northern Illinois Univ.).
Ovviamente questo reperto fossile, trovato in Cina e denominato Archicebus
achilles, non è né un anello mancante (o almeno non è
l’unico…), come si legge in qualche articolo, nè il più antico primate (che è
comparso in nordamerica circa 65/70
milioni di anni fa) ma è comunque correttamente … il primo scheletro quasi
completo di primate.
In qualche articolo la parola "scheletro" è scomparsa, anche se è
assolutamente indispensabile.
I reperti fossili di primati più antichi di questo sono in gran parte
costituiti solo da denti, la parte del corpo che più resiste al passare del
tempo.
Questo Archicebus si tratta di un’aplorrina (cioè un primate
superiore) dell’Eocene, e queste sono le
3 immagini realizzate durante lo studio del fossile, di cui è stata
ottenuta anche una copia virtuale con una microtomografia fatta al
sincrotrone di Grenoble. Il materiale supplementare, un PDF di 12 MB, lo si trova qui.
L’immagine probabilmente più interessante e informativa (e più facilmente
interpretabile per i non esperti) è la N.4,
dove si vede il fossile inserito nella storia
evolutiva dell’ordine dei primati. Si vedono le forme di primati più
arcaiche (le Strepsirrine) e quelle con migliori adattamenti all'ambielte
arboricolo, comparse 55 milioni di anni fa, più recentemente (le Aplorrine).
Queste ultime sono divise in Anthropoidea e Tarsiformes, il
gruppo di Primati a cui appartiene questo nuovo fossile di 55 milioni di anni
fa.
Specie appartenenti a queste forne primitive di aplorrine sono sopravvissuti
fino ai nostri giorni; si tratta solo di alcune specie di un'unica famiglia,
i Tarsidae.
Questo Archicebus fu una delle prime specie di una linea
evolutiva in cui si sperimentarono nuove funzioni e nuove caratteristiche,
che poi caratterizzeranno - e caratterizzano ancor oggi - le Anthropoidea;
come la specializzazione per la vista, necessaria per muoveri sugli alberi: è
molto buona e molto precisa, con una soprapposizione dei campi visivi dei due
occhi, che permette di valutare le distanze, ma è anche a colori, una
caratteristica presente negli uccelli ma non negli altri mammiferi. I primati
presentano molte novità rispetto agli altri mammiferi, che in genere hanno
occhi disposti lateralmente e sono specializzati per l'olfatto.
I più curiuosi od esperti avranno riconosciuto (in Fig.4)
di quale specie è lo scheletro disegnato nella zona occupata dalle più
antiche Strepsirrine, i primati ancora oggi specializzati anche per
l'olfatto, e sopravvissuti quasi solo in Madagascar.
Si tratta del Darwinius
maxillae, trovato in Germania; qualcuno avrà magari anche notato
con stupore che non sta nella zona in cui l'aveva sistemato lo scopritore (e
in cui lo mette anche wikipedia, forse tratta in inganno proprio dallo
scopritore), fra le aplorrine; in effetti qui non lo vediamo inserito nella
linea evolutiva che porta all'uomo (che è un'aplorrina, ma fra le
strepsirrine.
|
|
6/6/13-IT
|
·
[da Le
Scienze] Flashmob, convegni, fiaccolate: sabato 8 giugno in molte
città italiane si terranno le iniziative (“Italia unita per la corretta informazione
scientifica”)
organizzate da Pro-Test
Italia in difesa della corretta divulgazione dei risultati scientifici.
|
|
6/6/13-USA
|
·
Il problema della classificazione delle specie e
soprattutto di una nuova specie non è certo un problema semplice, in quanto
ne deriva la formazione di un confine arbitrario lungo i rami entro cui da
miliardi di anni scorre il flusso continuo della vita. Sappiamo bene che
tutti gli esseri viventi hanno un antenato comune, ma sappiamo altrettanto
bene che tutti (o quasi tutti) gli esseri viventi sono biologicamente diversi
dagli altri, anche se apparentementre simili, grazie ad una loro
individualità, a volte verificabile solo con un’analisi genetica dettagliata.
Chi volesse verificare quali sono i protocolli oggi richiesti e utilizzati
per depositare il nome di una nuova specie o di un nuovo genere dei
procarioti può seguire il webinar “Introducing Your New
prokaryotic Species”. Ci si può anche accontentare della lettura di
alcuni testi utilizzati per il webinar (“Resources for Nomenclature and Taxonomy” e “Download Q&A session”) o di un riferimento
bibliografico molto recente, del 2010 (B.J.Tyndal: Notes on the characterization
of prokaryote strains for taxonomic purposes. Int. J. Syst. Evol. Microbiol. vol. 60 no. 1 249-266).
Ovviamente nessuno si aspetta che nell’articolo
citato si parli di gambe, ossa o denti come caratteri utilizzati a scopo
tassonomico, ma, pur sospettando che il DNA sia utilizzato, forse non ci si
aspetta che si utilizzi soprattutto la sequenza del solo RNA che costituisce
la subunità minore dei ribosomi …
Eppure è così, e un indicatore che sembrerebbe quasi più dipendente dal tempo
e dal tasso di mutazione è in effetti molto utile per controllare la
tassonomia dei procarioti.
Chi volesse leggere l’articolo, liberamente accessibile, può verificare che
comunque non è l’unico parametro oggi utilizzabile per la tassonomia dei
procarioti, che si basa sulle procedure che ne permettono la
caratterizzazione, la classificazione e la nomenclatura, utilizzata solo
dalla nostra specie.
·
Si terrà a
fine giugno a Portorico il 36° congresso della società di
primatologia USA (ASP).
|
|
5/6/13-USA
|
·
Su Science compare un articolo che potremmo
considerare tranquillizzante: anche la vita dei neandertaliani era
condizionata dai tumori (“Neandertals
Got Tumors, Too”), che quindi sono più antichi di quanto possiamo
immaginare.
·
Su Science si pubblicizza oggi la
partecipazione a un web-seminario (webinar) sulla "Next
Generation Sequencing") che si terrà il 26 giugno. E'
interessante notare come queste iniziative online, dedicate a specialisti di
tutto il mondo, stiano continuamente aumentando, rendendo sempre difficile e rapido il processo
circolazione dell'informazione (e il rischio di rimanerne fuori o alla
periferia, magari anche solo per limiti linguistici).
Le webconferenze precedenti sono in rete e linkate alla stessa pagina di Science,
anche se seguire ora le registrazioni non è più lo stesso (si perde la
possibiltà di intervenire) e probabilmente anche le informazioni sono un po'
invecchiate: Live
Cell Imaging, Exploring
Post-translational Modifications by Mass Spectrometry, Advances
in Protein Expression:
|
|
5/6/13-World
|
·
Oggi è la giornata mondiale dell’ambiente.
Come si vede dalla Homepage dell’UNEP,
è stata dedicata agli effetti dell’alimentazione umana sull’ambiente, con il
logo THINK-EAT-SAVE e con la principale preoccupazione dell’eccestivo
spreco di cibo (FOOD WASTE); a questo tema è dedicato il materiale
didattico e informativo messo a disposizione sul sito UNEP.
E’ un tema che ha stimolato anche le
iniziative organizzate in Italia in questi giorni, dove si insisteva a
sottolineare gli sprechi per spingere ad utilizzare meglio le calorie che già
erano detinate alla rete alimentare umana.
Anche il papa ha ripreso il tema, facendo propri non solo gli obiettivi ma
anche le parole chiave della giornata mondiale dell’ambiente.
Il mondo descritto dal papa nel discorso
originale non è certo idilliaco e descrive una situazione reale in cui
"Noi invece siamo spesso guidati dalla
superbia del dominare, del possedere, del manipolare, dello sfruttare; non la
"custodiamo", non la rispettiamo, non la consideriamo come un dono
gratuito di cui avere cura... il
sistema continua come prima, perché ciò che domina sono le dinamiche di
un’economia e di una finanza carenti di etica. Quello che comanda oggi non è
l'uomo, è il denaro, il denaro, i soldi comandano. ... uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del
profitto e del consumo: è la "cultura dello scarto ... Questa cultura dello scarto ci ha resi insensibili
anche agli sprechi e agli scarti alimentari ...
Il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco
quotidiano di cibo, al quale talvolta non siamo più in grado di dare il
giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici".
Anche lui parla di sfruttamento e di logica
del profitto, concetti e termini già usati da BXIV nel 2007 (“La logica del profitto, se
prevalente, incrementa la sproporzione tra poveri e ricchi, come pure un
rovinoso sfruttamento del pianeta”) e che evocano certo il
dubbio che stiamo lasciando un'ambiente peggiore alle prossime generazioni e
che quindi ci debba preoccupare della "conservazione"
dell'ambiente.
Non sembra quindi adeguato alle vivaci parole del papa il commento polemico
comparso su Formiche.net del giornalista dell'Avvenire R.Cascioli
("Papa
Francesco distrugge l’ecologismo dominante"), già autore del volume
“Le
bugie degli ambientalisti, I falsi allarmismi dei
movimenti ecologisti” del 2004 (“Gli SOS
lanciati dalle organizzazioni ambientaliste profetizzano la fine prossima del
pianeta. In questo libro gli autori intendono dimostrare, attraverso dati e
casi concreti, che il solo scopo di queste organizzazioni è raccogliere fondi
per operazioni demagogiche, ideologiche e politiche che nulla hanno a che
fare con la salvaguardia della Terra.”).
|
|
4/6/13-USA
|
·
Vari
blog commentano oggi i 4 articoli pubblicati ieri da PNAS che fanno
ipotesi sulle diete dei nostri antenati, sulla base dell’analisi di 100 denti
tratti da 8 diverse specie di ominini.
·
[da GravitàZero]
In un articolo su The Conversation viene fornita una tabella che
permette di capire quanto
spende ogni paese per la ricerca scientifica. I dati sono scaricabili in
un foglio
di calcolo di Google. Altri dati utili per realizzare altri confronti si
possono trovare nell’UNESCO
Data Centre. E’ necessario tenere d’occhio la posizione dell’Italia,
ma è preoccupante anche verificare un indicatore certamente sensibile alla discriminazione sessuale nell’ambito del
settore “ricerca e sviluppo”: è evidente quanto siano scarsi
i dati disponibili in molte tabelle che illustrano la sezione “Gender
& science” nel sito dell’UNESCO.
Sono certo la conseguenza di una secolare sottovalutazione del contributo
femminile all'evoluzione culturale umana, prsente un oo' in tutte le culture
e le religioni umane e in tutto il mondo, ma il problema deve essere risolto
in fretta; soprattutto in ambiente come quello scientifico, che non pone ostacoli
oggettivi, ma bisogna comunque modificare certe abitudini.
·
Per la terza volta in tre anni una piccola
commissione del senato della Louisiana ha impedito che venisse anullata una
legge (il Louisiana Science Education Act, LSEA,
del 2008) che permette di utilizzare nelle scuole superiori materiale
didattico che permette l'insegnamento di ipotesi non scientifiche ma
religiose durante le lezioni di scienze.
Era una legge che era stata voluta nel 2008 dai creazionisti, molto utile per
evitare i guai capitati ai creazionisti e ai sostenitori dell'ID in
Pennsylvania condannati da un giudice nel 2005 (come racconta il documentario "Judgment Day"):
la commissione didattica della scuola di Dover aveva pagato molto caro il
semplice invito agli srtudenti ad andare in biblioteca a leggere un pacco di
libri creazionisti, da poco regalati dalla vicina chiesa battista.
In un articolo oggi su Slate (“Louisiana’s
Latest Anti-Scientific Folly, on Video”), il giovane studente
universitario di biologia Zack
Kopplin, noto per aver partecipato come consulente a questa discussione
in commissione presentando argomenti razionali e documentati, racconta (e ne
mostra i video) come hanno acquisito una notorietà negativa tre senatori
creazionisti che nelle audizioni si erano spesi insistendo per permettere che
a scuola non si usasse solo il metodo scientifico.
Zack Kopplin racconta come un senatore (il Sen. Elbert Guillory)
avesse appoggiato le se richieste raccontando di aver tratto vantaggio
dall'intervento di una guaritrice, che non poteva essere quindi definito pseudoscienza; un altro (il Sen. Mike Walsworth) si era
fatto notare per aver preteso, per credere all'evoluzione, di vedere un
batterio trasformarsi in un Homo sapiens. Un terzo (la Sen. Julie
Quinn) aveva addirittura sostenuto che non aveva alcuna intenzione di sentire
cos'avevano da dire alla commissione persone poco importanti come i 78 premi
Nobel e i rappresentanti delle società scientifiche USA, che si erano offerti
di parlare alla commissione.
La Sen. Julie Quinn non si è permessa di correggere i compiti a un
neodarwinista premio Nobel, come ha fatto un professore
di biologia creazionista, ma, senza nemmeno controllare, ha inserito
questo 78 premi Nobel fra le persone poco utili all’umanità.
Nell'articolo sono consultabili i video delle tre imprese, che i creazionisti
della Louisiana apprezzano più degli interventi razionali di Z.Kopplin,
evidentemente ben preparato dai suoi docenti del liceo a difendere quanto gli
era stato insegnato.
Comunque l'ultima votazione in commissione (3 a 2) fa presagire un risultato
positivo per il quato tentativo. La prossima volta, però.
·
I due sondaggi che vengono presentati e confrontati
in due post (“Atheism
among Anglophone scientists. I.
The U.S. e Atheism among Anglophone
scientists. II. The UK”) presenti nel blog del biologo
evoluzionista Jerry Coyne hanno suscitato un vivace dibattito, facendo
emergere idee e ipotesi interessanti.
Sono stati realizzati negli USA e in UK; solo il primo, non molto recente e
gestito dal Pew Research Center, è già stato pubblicato (Larson, E.
J., and L. Witham. 1997. Scientists are still keeping the
faith. Nature
386:435-436. Larson, E. J., and L. Witham. 1998. Leading scientists still reject
God. Nature:313),
mentre del secondo circolano per ora solo alcune tabelle e un abstract
("Eminent
Scientists Reject the Supernatural: A Survey of the Fellows of the Royal
Society").
Fra i problemi evidenziati e discussi ci sono sia le differenze di
opinione sul rapporto fra religione e fede fra scienziati di due livelli
diversi (più e meno eminenti nel campione USA) e la popolazione generale
negli USA e in UK, ma anche le differenze osservate fra ricercatori di alto e
di medio livello e fra discipline scientifiche (se pur identificate senza
troppa precisione e in modo diverso fra USA e UK).
Sono interessanti ad esempio le ipotesi proposte nei commenti per cercare spiegare
le notevoli differenze di opinione fra grandi ricercatori in biologia e
grandi ricercatori in fisica o chimica (di solito più disposti a spiegare
anche la Genesi in video creazionisti, come vediamo fare da un promettente
giovane fisico in questo video
in italiano del 2012).
Un commentatore suggerisce che la selezione naturale, ben nota e
costantemente apprezzabile quasi solo dai biologi, sia più difficile da
sopportare per chi vorrebbe credere in entità superiori tendenzialmente ben
disposte; un altro sospetta che i grandi scienziati siano semplicemente più
insofferenti ai dogmi, da contestare per scoprire e dimostrare prospettive
nuove.
Molto più semplice e ragionevole sembra però la spiegazione di un altro:
"se i religiosi cominciassero a ripetere ai
chimici che quel che pensano è sbagliato, probabilmente le statistiche
sarebbero diverse...". Spiegazione giustificata e
ragionevole, che allude anche all'ignoranza che accompagna queste critiche
("evoluzione della specie").
|
|
3/6/13-USA
|
·
Interessante articolo (“How
to Really Eat Like a Hunter-Gatherer: Why the Paleo Diet Is Half-Baked”)
sul sito di Scientific American sui cambiamenti della dieta nelle
diverse popolazioni attuali di cacciatori/raccoglitori; l’indagien è utile
anche per capire quanto sia difficile fare delle ipotesi serie sulla dieta
dei nostri antenati cacciatori/raccoglitori del paleolitico, che
probabilmente si adeguavano anche loro a quanto offrivano i diversi ambienti
in cui vivevano.
·
Sempre oggi su ScienceNews si commentano (“Dietary
changes accompanied human evolution”) quattro articoli pubblicati
oggi da PNAS sullo stesso tema. Gli articoli presentano i risultati di
un’analisi dettagliata condotta su 100 denti provenienti da ominini
appartenenti a 8 diverse specie.
·
Il Natural History Magazine offre (“Bonobo
Bliss, Evidence that doing good feels good”) un
estratto dell’ultimo libro del primatologo
Frans de Waal, “The Bonobo and the
Atheist: In Search of Humanism among the Primates, dove racconta la sua esperienza con la moralità dei
bonobo, uno dei tanti aspetti evidenziati da
decenni di studio dei primati, ma in particolare delle antropomorfe e degli
straordinari bonobo
(Pan paniscus); qualche decennio fa non erano nemmeno conosciuti,
mentre oggi la possibilità di usare anche per loro termini come “cooperazione”
e “empatia” hanno reso necessario rivedere completamente la
valutazione della nostra somiglianza con questa specie
filogeneticamente a noi vicina (l’anno scorso, il 13/6, anche il loro genoma è
stato in gran parte sequenziato, completando la conoscenza genetica delle
scimmie antropomorfe).
Come ben sintetizza il primatologo giapponese Takeshi
Furuichi della Kyoto University: “Con i bonobo
tutto avviene in pace; quando guardo i bonobo, sembra davvero che si godano
la vita”.
Spesso si dimentica che le somiglianze con la nostra specie sono da
analizzare in un’ottica comparativa ma soprattutto evolutiva, analizzando contemporaneamente non solo specie
diverse ma anche caratteristiche diverse, che appunto devono essere
confrontate con quelle che troviamo, probabilmente modificate, molte e
diverse specie di primati oggi esistenti.
E non solo; non bisogna assolutamente dimenticare nemmeno la quindicina di
specie diverse di ominidi bipedi oggi estinti che hanno popolato la terra per
un ultimo milione di anni dopo la scomparsa del genere Australopithecus,
e che hanno caratterizzato i 6/8 milioni di anni che ci separano
dagli antenati che abbiamo in comune con gli attuali primati …
Certo non è facile valutare fatti che anche gli esperti ricostruiscono solo
da pochi anni e con difficoltà vista la frammentarietà della documentazione;
confronti complessi e che avvengono fra specie diverse che percorrono insieme
il percorso dell’evoluzione difficilmente vengono affrontati da chi si muove
in contesti che non conosce e in cui non si orienta. Ovviamente la confusione
diventa massima se si cerca di impacchettare insieme
anche deliri creazionisti e fantasie importate dall'intelligent design USA
credendo che si possano conciliare, approfittando della libertà concessa dal
non dover rispettare un testo che si è fatto acquistare agli studenti e che
non c'è un responsabile della qualità della didattica.
·
Sempre nello stesso numero del Natural History
Magazine si può leggere anche un articolo del paleoantropologo Ian
Tattersall su uno dei più noti collaboratori del NHM: “Remembering
Stephen Jay Gould”. Gould aveva iniziato la sua serie di articoli
sull’evoluzione (“This View of Life”, da cui sono stati tratti
numerosi libri) nel 1974 (con il post
“Size and Shape”) e la concluse con il suo 300° articolo nel gennaio
2001 (“I Have Landed”), 5 mesi prima di morire. L’articolo cita alcune
delle principali dimostrazioni della straordinaria curiosità creativa di
S.J.Gould, manifestatasi anche nel campo della paleoantropologia, come già si
evidenza anche nel sottotitolo (“Human
evolution was not a special case of anything”).
Ian Tattersall cita in
particolare l’articolo “Ladders, Bushes, and Human Evolution” del 1976
(“I want to argue that the “sudden” appearance
of species in the fossil record and our failure to note subsequent
evolutionary change within them is the proper prediction of evolutionary
theory as we understand it. Evolution usually proceeds by “speciation”—the
splitting of one lineage from a parental stock—not by the slow and steady
transformation of these large parental stocks. Repeated episodes of
speciation produce a bush”).
|
|
2/6/13-USA
|
·
Davvero interessante la storia ("MOOCs and disabilities") proposta nel suo blog dall'antropologo John Hawks, che
nel 2014 intenderebbe iniziare un
corso on line di massa sull'evoluzione umana e quindi sta verificando
i diversi aspetti. Il post rimanda ad un articolo dove il padre del ragazzo
racconta i risultati ed i progressi ottenuti grazie ai corsi on line di massa
("Not
Impossible: The Story of Daniel, a 17 Year Old with Severe Autism & His 6
Completed Coursera Courses").
Se dobbiamo tendere a creare un mondo migliore, ci deve essere uno spazio in
cui ognuno trovi la sua possibilità di realizzazione. "Not impossible" sono state anche le due
parole proposte proprio dal ragazzo come sintesi dell'esperienza, due parole
apprezzate e adottate dai partecipanti al corso.
·
Sia John
Hawks che Carl
Zimmer in questi giorni, grazie alla presenza nel web del loro blog,
dicono di essere alle prese con email di studenti delle superiori che
chiedono loro di sostituirli nel fare i compiti, che non sembrano
particolarmente complessi ... ("i did all that and i still need help. please help me i
have a C in biology i need at least a B- please help me. can u please help me
w/ chapter 5 can u just tell me that it is about?").
Forse negli USA gli studenti pigri o stanchi non hanno a loro
disposizione i volumi degli Alpha Test, che non contengono concetti
creazionisti? E' comunque positivo che non si facciano accalappiare da
creazionisti incontrati in internet, e chiedani informazioni a questi due
evoluzionisti. Immagino comunque che Zack Kopplin, che ha migliori
capacità sia di espressione che di interazione, possa dare maggiori
soddisfazioni ai suoi docenti; non sembra uno che al liceo si accontentasse
di un B in biologia ....
|
|
2/6/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Il 6 giugno, penultimo appuntamento con gli Happy Hour
Evoluzionistici al Museo di Storia Naturale di Milano: il
relatore sarà Adriano Martinoli Università degli Studi dell'Insubria (Mammiferi
"sconfinati": l'impatto delle specie introdotte sulla conservazione
della biodiversità).
Giovedì 13 giugno 2013, alle ore 18.30 ci sarà invece Martina Spada
(del Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri).
Per informazioni e prenotazioni: 02/88463337 (lun-ven 9.00-16.30; sab-festivi
9.30-17.00)
|
|
1/6/13-ECUADOR
|
·
Inizia oggi alle isole Galapagos il III
World Summit on Evolution, che si concluderà il 5/6. Oltre che nel
sito web, che sembra promettere anche i video delle relazioni, si può cercare
di partecipare con twitter
(magari usando l'hashtag #evolución2013)
o con facebook,
che certo Darwin ignorava (insieme a tante novità della biologia
evoluzonistica attuale). I relatori, lo si vede dal programma,
sono soprattutto sudamericani. Se
ne parla anche su Nature.
|
|
1/6/13-USA
|
·
Nel blog di Larry Moran (Sandwalk) ci
si prepara all'uscita di un nuovo libro di Masatoshi Nei ("Mutation Driven Evolution")
che susciterà discussione nel mondo della biologia evoluzionistica.
Già in un suo libro del 1980 ("Molecular Evolutionary Genetics")
Nei aveva iniziato a pensare che fosse meglio attribuire un ruolo ben più
rilevante alle mutazioni, riducendo l'importanza della selezione naturale, un
meccanismo che non possiamo pensare che agisca "cieco" o in modo
casuale. Di questa ipotesi si era già discusso qui nel blog Sandwalk,
e si può leggere in un post esplicativo del 2010 ("The
Mutationism Myth VI: Back to the Future").
·
Oltre agli incontri con ricercatori curiosi ed
entusiasti, anche l’incontro, magari per la prima volta, con fenomeni
naturali può essere emozionante e stimolare la curiosità di trovare
spiegazioni naturalistiche.
Il paleontologo Brian Switek, che gestisce il blog Laelaps
nel sito del NG, racconta (“Evolution
is wonderful”) di quando vide per la prima volta il cielo stellato e la
Via Lattea, che nella zona sua città, sulla costa occidentale vicino a New
York, non aveva mai potuto vedere a causa dell’inquinamento luminoso.
Gli era mancata l’esperienza diretta dell’incontro con oggetti reali che
dimostrassero immediatamente l’immensità del tempo e dello spazio, e non solo
(“There are few moments in my life when I have
been as overtaken by sheer wonder and joy at the universe we live in”).
|
|
1/6/13-IT
|
·
Su un giornale locale di Nola, il Gazzettino
Locale, nella sezione di scienze, che circa ogni 6 mesi dedica almeno un
articolo all'antievoluzionismo, oggi viene messo a disposizione
(nell'articolo "La
disfatta evoluzionista: l'involuzione della specie") un capitolo
dell'ultimo libro di E.Blondet, un tempo giornalista dell'Avvenire con un
fortissimo interesse per l'Intelligent Design, ancora prima che lo
inventassero nel 1989.
Visto quanto si legge nel primo capitolo, con microbi che rimangono ancora
microbi nonostante Darwin, ma forse a causa di una inedita definizione di evoluzione
attribuita agli evoluzionisti ("il
passaggio da una specie inferiore ad una superiore, dal rettile all'uccello,
da quello al mammifero", "Dalla
coppia di scimpanzé o di australopitechi, nasce un bambino umano")
non si capisce perchè si senta odiato da chi definisce "fanatici del darwinismo", pur sapendo,
(conosce l'ambiente...) che ce ne sono molti fra gli Accademici Pontifici. Il
problema, lo sa anche lui, è che "C'è in
giro una incredibile ignoranza", ma questo è soprattutto fra
chi frequenta creazionisti e sostenitori dell'ID, da cui non si impara a fare
ricerca, a cercare i dati, ad analizzarli, ad interrogarli.
|
|
31/5/13-USA
|
·
Sul New York Times il giornalista scientifico Carl
Zimmer recensisce (“Apes”)
un libro per bambini sui primati: “Primates’ by Jim
Ottaviani. In realtà il libro approfitta di uno dei trucchi che vengono
utilizzati per far capire meglio la scienza e i suoi modi di procedere e
migliorare le conoscenze della realtà: si racconta la storia, l’entusiamo e
la curiosità degli scienziati, in questo caso dei primatologi, che negli
ultimi 50 anni hanno contribuito a modificare per sempre il nostro modo di
considerare le specie a noi più vicine, modificando in questo modo anche la
visione complessiva della natura.
A differenza di chi, avendo obiettivi contrari, mostra di avere maggiore
interesse con la distorsione se non l’insulto verso le proposte di scienziati
che con il metodo scientifico hanno contribuito all’evoluzione culturale
umana, nel libro ci si rivolge ai bambini per mostrare l’entusiamo e la
curiosità delle primatologhe (Jane Goodall, Dian Fossey, and Biruté
Galdikas) che circa 50 anni fa, su impulso di Louis Leakey, si
sono buttate nella foresta a studiare, per la prima volta direttamente in
natura, le grandi antropomorfe.
Molto spesso nelle biografie degli scienziati, si evidenza il ruolo
importante che ha avuto la conoscenza dell’esperienza di vita di scienziati
grandi e piccoli; è auspicabile che, anche su temi che riguardano
l’evoluzione si riesca a connettere sempre meglio la naturale curiosità
infantile con la curiosità professionale di chi indaga e cerca di risolvere i
problemi reali che ci propone la natura e l’evoluzione biologica.
In italiano si può trovare un impegno su questo tema da parte dti T.Pievani e
F.Taddia (“Perché
siamo parenti delle galline? E tante altre domande sull'evoluzione”).
|
|
31/5/13-IT
|
·
A Pisa, l’11 Giugno 2013: presentazione del
libro di R. CESERANI e D. MAINARDI "L'uomo, i libri e altri animali - Dialogo
tra un etologo e un letterato"
|
|
30/5/13-USA
|
·
[dal blog
di J.Coyne] Proprio oggi sono passati 60 anni dal 30/5/1953,
quando su Nature uscì l’articolo (“Genetical
implications of the structure of deoxyribonucleic acid”) in cui James Watson e Francis
Crick scrissero una frase molto importante che si poteva (e si doveva)
aggiungere all’articolo con cui solo 6 settimane prima avevano annunciato la
scoperta (fatta insieme ad altri colleghi) della struttura a doppia elica del
DNA: “it therefore seems likely that the
precise sequence of the bases is the code which carries the genetical
information”.
La struttura del DNA è quindi solo il punto di partenza, visto che determina
le diverse funzioni che giustificano il ruolo del DNA nella cellula ma anche
il suo ruolo nella vita, permettendo di capire molto di ciò che nel 1953
rimaneva ancora misterioso nella teoria dell’evoluzione; non solo si capiva
la duplicazione e la trascrizione, ma anche la possibilità di realizzare i meccanismi
biochimici che permettono l’evoluzione biologica (i principali, le mutazioni,
ma anche molti altri che sono resi possibili solo dalla dinamicità di una o
due [in realtà spesso sono due … e non si tratta solo di un backup] strutture
biologiche, assolutamente diverse quindi da altri ben noti supporti che
trasportano informazione non biologica).
Non bisognerebbe mai fermarsi prima di aver scoperto anche le implicazioni,
né dimenticare ciò e chi (per esempio certamente Erwin
Schrödinger, se non forse anche Shannon e Wiener) stimola una successiva
scoperta, come racconta Matthew
Cobb in un recentissimo articolo su Cell di aprile (“1953:
When Genes Became ‘Information’”).
Le foto
che accompagnano il post
di J.Coyne non solo fanno intravedere sullo sfondo il primo disegno
(fatto dalla moglie di Crick) che rappresenta la doppia elica che oggi ben
conosciamo, ma fa sospettare la giovanissima età di James Watson;
in effetti nacque nel 1928, si iscrisse all’università a 15 anni, si laureò
in zoologia a 19 anni e a 20 anni iniziò il dottorato nel laboratorio di Salvador
Luria.
Nelle foto
del 1953, scattate a Cambridge (UK), aveva quindi 25 anni. A
quell’età C.Darwin era, già da 3 anni, in giro per il mondo sulla
Beagle …
·
Post di J.Coyne sull’incontro di 45’ con James
Watson, con le risposte alle numerose domande che J.Coyne si era
preparato o si era fatto suggerire…
·
The
idea for the DNA sequence as a “code” for building bodies.
·
Why
didn’t Watson pursue the logical next step in this research program: working
out exactly how DNA coded for proteins?
·
Why
“Watson and Crick” rather than “Crick and Watson”?
·
What
happened to the Nobel Prize medals?
·
The
University of Chicago and switch to molecular biology
·
The
best geneticist of the 20th century
·
The
status of scientists (“science and scientists are respected far less now than ever before in
his lifetime”)
·
Religion
|
|
29/5/13-NEPAL
|
·
Proprio oggi,
60 anni fa, nei giorni in cui Watson e Crick facevano luce sulla
struttura molecolare assolutamente unica del DNA (da cui derivavano le sue
funzioni e il significato per la storia della vita sulla terra e forse
nell’universo) altri due nomi entravano nella memoria collettiva: Hillary
e Tenzing per primi conquistano l’Everest, come ci ricorda un articolo
di Wired.
La citazione viene dal Washington Post, che ne approfitta per
ricordarci anche che in questi 60 anni qualcosa è cambiato anche sul tetto
del mondo (“Mount
Everest region glaciers retreating as climate warms”), citando i
risultati di una ricerca presentata qualche giorno fa da Sudeep
Takuri al congresso dell’American Geophysical Union (“Scientists
find extensive glacial retreat in Mount Everest region”). I dati
confermano tendenze già note (2012: “Tibetan
glaciers shrinking rapidly”) e gli esperti sostengono che la
responsabilità dell’uomo sia molto probabile e che quindi “il regresso dei ghiacciai richiede interventi immediati”
(in un autorevole rapporto del 2011, “Il
destino dei ghiacciai di montagna nell’Antropocene”, non tutti i
firmatari ritengono che sia proprio e solo l’uomo a dover intervenire per
rispondere al loro appello: “Invitiamo tutte le nazioni a sviluppare e ad
implementare, senza ritardi, politiche efficienti ed eque per ridurre le
cause e gli impatti del cambiamento climatico sulle comunità e sugli
ecosistemi, compresi i ghiacciai di montagna ed i loro bacini, consapevoli
che viviamo tutti in una stessa casa”).
L’anniversario ha ovviamente portato in questi giorni anche ad un certo afffolamento
a 8800 metri di altezza (il
10/5 erano in 150 sulla cima dell’Everest e una settimana fa ci è
arrivata anche un’ottantenne
giapponese).
Gli americani invece sull’Everest sono arrivati con 10 anni di ritardo, il
1/5/1963: 50 anni fa fu Jim Whittaker, oggi 84enne, di cui racconta un articolo sul National
Geographic di giugno,
dove si mostra anche la foto
una recente coda di due ore in vicinanza della vetta (“Maxed
Out on Everest”).
|
|
29/5/13-USA
|
·
Nel sito web
di Panorama un articolo (“Il
bracconaggio è grave minaccia per la pace e la sicurezza in Africa centrale”)
illustra le gravi conseguenze delle ampie aree di illegalità presenti in
Africa centrale; i governi locali non riescono ad impedire che in quelle aree
fuori controllo si svolga il commercio illegale dell’avorio e di parti di
animali (che ultimamente spesso prendono la strada dell’Asia e in particolare
del ricco mercato cinese).
L’articolo cita un documento (“Report
of the Secretary-General on the activities of the United Nations Regional
Office for Central Africa”) che verrà presentato al Consiglio di
Sicurezza dell’ONU dal segretario generale Ban Ki Moon, e
iniziative del WWF, come quella denominata Green
hearth of Africa, a difesa di elefanti e foreste nell’area
dell’Africa Centro-orientale ancora ricca di foreste (Ciad, Camerun, Gabon e
Repubblica Centrafricana, recentemente coinvolta in disordini che hanno
portato ad un cambio di governo).
Non dobbiamo dimenticare che esiste anche unìaltra vicina e ampia area di
illegalità nella parte orientale RD del Congo, dove invece si svolgono i
fiorenti traffici di minerali che prendono invece la strada verso le
fabbriche che (magari sempre in Cina) producono gli smartphone che non è
difficile scoprire dove finiscono.
Ambedue questi mercati ovviamente hanno anche come finalità l’accumulo di
risorse economiche necessarie per conservare e ampliare queste aree di
illegalità, non controllate dai deboli governi centrali. Logico che se ne
debba occupare oggi anche il consiglio di sicuerezza dell’ONU; difficilmente
potrebbero essere espugnate dai rangers male armati che si vedono nella foto
su Panorama… e che sembra proprio siano arrivati in ritardo.
·
Stimolante un
articolo scritto da T.
M. Luhrmann, docente di
antropologia a Stanford, sul New
York Times di oggi (“Belief
Is the Least Part of Faith”); le sue osservazioni sulla fede nelle
modalità di gestione della realtà da parte di agenti invisibili, osservate in
una comunità di evangelici da lei frequentata, può aiutare a capire la
difficoltà (e le reazioni vivaci) che incontra in questi ambienti
integralisti chi negli USA propone di spiegare i fatti reali (e solo quelli)
preferibilmente con meccanismi scientifici e oggettivi (come sembrerebbe
logico e naturale per chiunque).
I risultati della sua ricerca sono stati presentati nel libro “When God Talks Back: Understanding the
American Evangelical Relationship With God”. L’articolo ha
già avuto centinaia
di commenti in un solo giorno.
Anche J.Coyne ha poi notato l’articolo, che commenta in un suo post (“Tanya Luhrmann: why
religious people doesn’t need “belief”)..
|
|
29/5/13-IT
|
·
Dal 31
maggio al 2 giugno Jane Goodall sarà a Terni e Perugia.
Su Pikaia
si può trovare il calendario delle iniziative previste e degli incontri che
sono stati organizzati. La corale di 800 bambini delle scuole del
Comune di Perugia il 2 giugno canterà una favola sonora dal titolo "Vermi,
galline e scimpanzé" che racconta la vita della scienziata, che oggi
gira il mondo per sostenere le iniziative organizzate dal Jane Goodall Institute in
difesa degli scimpanzé e delle popolazioni che vivono nelle zone confinanti,
che devono avere i mezzi per far sopravvivere loro, la foresta e gli
scimpanzé che la popolano.
|
|
28/5/13-USA
|
·
Anche il Discovery
Institute, che ha contribuito per decenni a vivacizzare la sua vita,
saluta il pensionamento di Eugenie
Scott, l’antropologa che per 26 anni ha diretto il National Center for Science Education,
impegnato nella difesa dell’educazione scientifica (in particolare sui temi
che da sempre innervosiscono gli integralisti religiosi statunitensi). Qui un
po’ di video
con i suoi numerosi interventi.
|
|
28/5/13-IT
|
·
Nel sito di
news Globalist si riporta (“Darwin
e la religione, ritratto di un eretico gentile”) un’intervista di F.Tulli a T.Pievani su uno degli ultimi suoi
libri, quello in cui ha raccolto e commentato 32 lettere di Charles Darwin su
un tema interessante quasi quanto quello della teoria dell’evoluzione, a cui
si è principalmente dedicato ("Charles
Darwin. Lettere sulla religione"). Molte di queste lettere sono
disponibili nella traduzione italiana per la prima volta.
Curioso l’accenno alla sua partecipazione attiva alla vita della comunità
parrocchiale e interessante l’accenno alla lettera del 24 novembre
1880, due anni prima di morire, che rivelano aspetti che predisporebbero
chiunque ad una valutazione positiva.
·
Anche su Panorama (“Darwin e Dio”) si
commenta l’approccio di Darwin alla compatibilità della religione a quanto
lui aveva scoperto sulla tragedie che producono i meccanismi che realmente
gestiscono i processi vitali in tutti gli organismi viventi.
|
|
28/5/13-F
|
·
La nuova
variante di coronavirus (MERS-CoV) comparsa nell'estate del 2012 in Arabia
Saudita ha provocato oggi la prima vittima in Europa. E' morto nella
rianimazione dell'ospedale di Lille uno dei due francesi che erano stati
contagiati a fine aprile a Dubai, nella zona in cui è comparso e sta colpendo
questo nuovo virus.
Ci sono novità quindi su questa nuova "severa sindrome respiratoria
acuta" (SARS) rispetto al report
del 23/5 pubblicato dall'ECDC (European
Centre for Disease Prevention and Control). Qui
le schede con le informazioni sugli otto casi europei di MERS-CoV, sul
totale di 44 noti oggi nel mondo.
Il 15/5 è uscito sul J.of Virology il primo articolo ("Middle
East Respiratory Syndrome Coronavirus (MERS-CoV); Announcement of the
Coronavirus Study Group") dedicato
al nuovo nome di questa nuova specie di coronavirus ("a new species in lineage C of the genus Betacoronavirus"),
presente nei pipistrelli insettivori europei e africani, ma che è passata
all'uomo e sembra purtroppo sia anche capace di una "limited human to human transmission", che
si aggiunge ad una letalità del 50%, finora calcolata solo nel Medio Oriente,
anche se sembra che sia probabile anche una seconda vittima europea.
[I creazionisti si possono comunque tranquillizzare; è sì una nuova specie
ma è rimasto sempre un virus, anche se si distingue dalle specie simili per
la letalità e l'interesse anche per l'uomo].
La notizia ovviamente sta girando rapidamente, in
tutte le lingue e da occidente ("Francia, un morto. La
"nuova Sars" viene da Dubai") ad oriente ("Coronavirus spreads in a hospital for
first time"); è un problema che sta rapidamente
acquisendo una dimensione .... internazionale
|
|
27/5/13-USA
|
·
E’ davvero
interessante un’indagine realizzata sull’incidenza del creazionismo nelle
popolazioni dei paesi musulmani dal Pew Research Center "between 2008 and 2012 in a total of 39 countries and
territories on three continents," "involved more than 38,000
face-to-face interviews in 80-plus languages and dialects".
Il report, che si occupa anche di altre problematiche (“The
World’s Muslims: Religion, Politics and Society"), è stato
recentemente proposto e commentato nel
sito del NCSE, dove si è sottolineato come anche nel mondo musulmano ci
sia una notevole eterogeneità [“The greatest
level of acceptance of evolution was in Kazakhstan (79%), Lebanon (78%), and
the Palestinian territories (67%); the lowest level was in Afghanistan (26%),
Iraq (27%), and Pakistan (30%)”].
Curiosa anche la percentuale di musulmani USA che credono nell’evoluzione,
con risultati bassi ma quasi migliori rispetto ad alcuni gruppi di cristiani
[“Muslims in the United States were almost evenly
split, with 45% accepting evolution, a level comparable with Indonesia (39%),
Tunisia (45%), and Bosnia-Herzegovina (50%), but below the global median”]
|
|
27/5/13-IT
|
·
Un articolo
(“Mamme
italiane, le più vecchie d'Europa
E siamo secondi per i parti cesarei”) pubblicato oggi dal Corriere riferisce di recenti dati
epidemiologici che dimostrano come la popolazione italiana abbia
probabilmente dei validi motivi per essere
fra le più coraggiose a sfidare gli effetti della selezione naturale,
che influenza, ma solo in assenza di migrazioni, la composizione delle
generazioni future.
L’articolo fa riferimento al secondo rapporto europeo sulla salute
materno-infantile Euro-Peristat
che prende in esame (in 29 paesi europei) mortalità infantile, gravidanze
plurime (le gravidanze gemellari crescono in tutta Europa), parti cesarei,
fecondazione assistita, età delle madri al parto.
Viene intervistata Marina Cuttini, epidemiologa del Bambin Gesù di
Roma, che sottolinea come dato più preoccupante il fatto che in Italia ben il
34,7 delle partorienti (in Romania è il 10,2%) abbia più di 35 anni; ciò ha conseguenze negative: l’età materna
avanzata provoca “maggior rischio di
gravidanze più complesse (parti gemellari o diabete gestazionale) e di esiti
perinatali sfavorevoli: parto pretermine, basso peso alla nascita, anomalie
congenite, anomalie cromosomiche, parto cesareo, natimortalità e mortalità
perinatale”.
La pubblicazione “European
Perinatal Health Report: Health and care of pregnant women and babies in
Europe in 2010” è scaricabile in formato pdf dal sito del progetto, dove si può
recuperare anche la sintetica press release in italiano (“La salute
materno-infantile in Europa”).
Anche questo rapporto evidenzia l’impossibilità di quantificare gli effetti
della selezione naturale nel periodo in cui la sua azione è più incisiva
(nelle prime 20 settimane di gravidanza, come indica la definizione di aborto
spontaneo nel sito dell'NIH, citato qui sotto il 3/5/13); tanto che si
chiarisce che vengono utilizzati solo i dati riferiti alla mortalità dopo la
28’ settimana, più omogenei fra i 29 paesi europei.
|
|
26/5/13-IT
|
·
Un articolo
del Corriere racconta quel che si sa oggi de "Il
misterioso antenato dai capelli rossi" grazie al lavoro di un gruppo
di antropologi italiani che ha recentemente pubblicato un articolo su PlosOne,
che racconta di quel che si è potuto scoprire analizzando i reperti fossili
di un neandertaliano trovato vicino a Verona; abitava in un riparo roccioso
di Mezzena, sui Monti Lessini e sappiamo, grazie al lavoro di
antropologi molecolari come David Caramelli che aveva i capelli rossi
e gli occhi azzurri.
Le prime analisi genetiche uscirono su Science nel 2007. Il recente
lavoro (di Silvana Condemi, Aurélien
Mounier, Paolo Giunti, Martina Lari,
David Caramelli, e Laura Longo) su PlosOne
cerca di indagare più a fondo anche sulla vita privata di questo
neandertaliano ("Possible
Interbreeding in Late Italian Neanderthals? New Data from the Mezzena Jaw
(Monti Lessini, Verona, Italy)"), sospettando che anche qui
si trovino tracce di ibridazione fra neandertal e sapiens.
·
Forse il 29/5
a Velletri e l'1/6 a Isernia si riuscirà a valutare il
risultato di "un'opera multimediale collettiva in cui le menti creative, spesso geniali di
giovani selezionati tra oltre seicento in tutta Italia, reinterpretano
testi, musica, lo stesso messaggio di Darwin".
Ne parla l'articolo "Darwin
l’Evoluzione del Banco. 145 creativi per una rock opera del futuro a Velletri
e Isernia" nel sito unmondoditaliani, dove ci spiegano che
"Torna Darwin, la rock opera tra le più
famose di tutti i tempi, ma niente è come prima, tranne la musica, che è
quella originale, geniale del Banco del Mutuo Soccorso"
|
|
25/5/13-UGANDA
|
·
E'
interessante analizzare un fatto avvenuto in Uganda e riportato dal quotidiano NewVision.
Nell'articolo ("Two
arrested for ‘eating’ chimp meat") si riferisce che due ugandesi erano stati scoperti a cucinare uno
scimpanzè, che avevano ucciso dicono per difendersi da un'aggressione, hanno
dovuto chiedere protezione alla polizia. Fa piacere scoprire che l'uso
alimentare degli scimpanzè ora mette in allarme le popolazioni ugandesi,
indicando che sono attivi meccanismi di difesa rispetto a virus che si
sospetta possano passare dagli scimpanzè all'uomo; questa si sospetta infatti
che sia la modalità di trasmissione all'origine delle epidemie di ebola che
hanno colpito anche l'Uganda negli scorsi anni. Interessan te anche il fatto
che nell'articolo si parli di "cannibalismo" e si faccia notare che
" chimpanzees are a close relation to
humans". Preoccupa comunque la stretta vicinanza dell'uomo alle
aree occupate dagli scimpoanzè, dimostrata da una notizia riportata ieri
dallo stesso quotidiano: "Kibaale
chimpanzee abducts child"
|
|
24/5/13-USA
|
·
L’NCSE offre
una preview gratuita (PDF) del libro di John
A. Long “The Dawn of
the Deed: The Prehistoric Origins of Sex” (University of Chicago Press, 2012).
|
|
24/5/13-IT
|
·
Si aprono
oggi pomeriggio a Torino alle 15 le Settimane della Scienza.
L’iniziativa sarà aperta da tre giorni (questo week-end) con laboratori,
esperimenti, dibattiti e spettacoli a cielo aperto che animeranno piazza
San Carlo.
Ci saranno numerosi appuntamenti che si prolungheranno poi anche in giugno,
con la collaborazione di molte strutture di ricerca torinesi. Si può scaricare il
programma dell'edizione 2013 in formato pdf, o si può scorrere un calendario
interattivo. Ci saranno iniziative in musei e laboratori per illustrare
la biodiversità
e per entrare nei laboratori che studiano l’evoluzione
attraverso la variabilità genetica umana.
Fra le strutture didattiche e scientifiche che collaborano ci sono CentroScienza, Esperimenta, il Museo Regionale
di Scienze Naturali, il Planetario, l’Accademia delle Scienze e
ScienzAttiva.
·
Un articolo pubblicato su Pikaia da M.Mandrioli e
appena ripreso dal sito Cronache
Laiche oggi viene subito “aggredito” da un visitor che, al grido di “Il darwinismo è morto”, fa finta di chiedere “quali meccanismi, a livello molecolare, determinano la
sintesi di nuove proteine a cui sono associate nuove funzioni”.
Essendo informazioni elementari presenti nei libri di testo utilizzati in
qualsiasi scuola superiore, non si capisce bene quanto studino (e capiscano)
gli studenti di alcune scuole superiori; comunque sembra che abbiano capito
bene i messaggi diffusi dai sostenitori dell’ID. Sembra comunque anche lui
non credere alla microevoluzione né alla evoluzione come cambiamento di
frequenze alleliche. Stupisce invece che non si scandalizzi dei meccanismi
casuali che creano la variabilità genetica, visto che fa il tifo per la
radioattività. Forse non sa che aumenta un tasso di mutazione comunque
presente negli organismi viventi.
|
|
24/5/13-EC
|
·
Prossimamente
non sarà difficile né costoso passeggiare per i sentieri delle Galapagos
senza correre il rischio di schiacciare un'iguana rosa o di tamponare una
tartaruga gigante che si attarda dietro una curva del sentiero.
Anche per evitare un eccessivo affollamento turistico in queste isole uniche
e molto delicate, Street View ("Google
to add Galapagos Islands to Street View") sta raccogliendo, per archiviarle poi in internet, migliaia di
immagini lungo i sentieri di queste isole che sorgono nel Pacifico di fronte
alle coste ecuadoregne.
Può essere anche un'iniziativa utile per proteggere queste isole, uniche
nella loro biodiversità, dall'invadenza dei moderni turisti, molti dei quali
\magari si potrebbero anche accontentare di un'occhiata più distratta a queste
isole. Il progetto è stato realizzato con la collaborazione della Charles
Darwin Foundation (CDF), della direzione del parco Nazionale delle Galápagos
e della Catlin Seaview Survey.
|
|
23/5/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Il 22 e 23 maggio, a Milano, la scienza si è rivolta ai
giovani con una serie di interessanti iniziative. Si tratta della 16’
edizione di Scienza Under 18 (con exhibit scientifici, sfide della
scienza, scatti di scienza, conferenze e molto altro, tutto dedicato ai
giovani) e si tiene ai chiostri della Rotonda della Besana, dalle 9
alle 13. Tutte le informazioni.
|
|
22/5/13-IT
|
·
In un
articolo sul sole 24 Ore di oggi ("Wolf:
«Gli scettici del clima hanno già vinto»") Martin Wolf
riflette sull'articolo citato qui sotto il 15/5, cercando di capire il motivo
per cui non è sufficientemente noto il consenso attorno alla responsabilità
umana nel riscaldamento globale. Il dubbio che sia ormai troppo tardi per far
ragionare chi dubita dell'AGW non sembra trovi una facile risposte.
·
Un articolo dell'Huffington post ("Staminali:
al via la sperimentazione. Il Senato approva il decreto. Ora è legge") riferisce dell'epilogo di una saga che sta
evidenziando come l'irrazionalità trovi spesso dei sostenitori anche in un
settore che dovrebbe essere dominato dalla prudenza e dalla ragione.
Sconcerta che si siano approvate procedure che prevedono addirittura la
sperimentazione sull'uomo di farmaci (così sono identificate anche le
cellulle staminali) di cui non si è ancora dimostrata l'efficacia terapeutica
e che non sono nemmeno ancora stati testati sugli animali.
Si tratta fra l'altro addirittura di prodotti che vengono sperimentati da
ditte private, trattamenti costosissimi da cui traggono profitto.
Usa situazione, molto simile a quella del caso Di Bella, altrettanto
sconcertante, che non dovrebbe essere accettata in nessun paese che ha
approvato, insieme agli altri, procedure che non mettano a rischio le vite
umane, e che quindi seguano protocolli terapeutici concordati ma soprattutto
di cui sia garantita l’efficacia.
|
|
22/5/13-UK
|
·
Su Nature
oggi si scopre che ci sono tecniche che ci permettono di avere informazioni anche su alcuni
dettagli della vita dei piccoli neandertaliani; lo studio delle
caratteristiche istomorfologiche e istochimiche dei loro denti permette
infatti di stabilire addirittura quali fossero i loro tempi di svezzamento,
utilizzando una tecnica già studiata e applicata sui primati: “Barium
distributions in teeth reveal early-life dietary transitions in primates”.
Possiamo quindi sapere, grazie all’analisi
micro-spaziale dei rapporti fra bario e calcio nei tessuti dentali, che
nei neandertaliani l’allattamento esclusivo al seno durava 7 mesi, poi
iniziava lo svezzamento e l’allattamento poi terminava definitivamente a 1.2
anni di vita.
Un post (“Weaning a Neandertal”) nel blog dell’antropologo John Hawks
può aiutare a comprendere meglio l’articolo.
|
|
22/5/13-IT
|
·
Finalmente si fa un po’ di chiarezza su una
definizione che deve essere assolutamente precisa se e quando chiunque voglia
parlare di evoluzione. Ovviamente è la definizione stessa del termine evoluzione,
molto utile anche perché aiuta nell’identificare chi cerca di fare confusione
introducendo poi elementi che si fondano intenzionalmente su una definizione
diversa.
L’aspetto curioso è che l’informazione arriva proprio da alcuni che cercano
di confondere le idee; in questo caso si tratta di chi, soprattutto negli
USA, sostiene l’Intelligent Design, cercando di far utilizzare definizioni
non verificate o non basate su fatti dimostrati.
Lo fa notare oggi il biochimico Larry Moran, autore del blog Sandwalk,
nel post “How
Do IDiots Define Evolution?”; L.Moran utilizza e spiega gli errori
contenuti in un post (“From
Discovering Intelligent Design: Define Your Terms”), comparso ieri fra le
news del Discovery Institute, dove l’autore del post, Klinghoffer,
riporta definizioni tratte da un manuale on line (“Discovering Intelligent Design”)
che il DI sconsiglia comunque di
adottare nelle scuole pubbliche [“is designed
for educational use by home schools and private schools rather than public
schools”]; effettivente, se si va a verificare, è stato scritto da
un’analista dei sistemi (+ sua moglie) e da un geologo/avvocato; ovviamente
tutti innamorati dell’evoluzione, purtroppo non a tal punto da incuriosirli
ad indagarne i meccanismi.
Preferiscono infatti farsi spazio nella didattica, sostituendosi a chi
preferisce occuparsi professionalmente di ricerca scientifica.
L.Moran, prima di citare le definizioni proposte nel libro del
Discovery Institute, rinvia [see What IS Evolution?] ad un suo precedente lungo post in cui
prima aveva trattato approfonditamente dei diversi usi del termine evoluzione
e delle possibili confusioni, e poi forniva alcune definizioni, una più
sintetica (“è un processo che risulta in
cambiamenti ereditabili nel corso di successive generazioni”) e poi
una più complessa che comprende anche i processi che giustificano l’origine
da un antenato comune, oggi ben dimostrata dalla genetica molecolare.
Ci sono molti documenti che ripetono, confermano, spiegano e ampliano queste
definizioni (come il libro
bianco del 1998 scritto da un ricco e numeroso gruppo coordinato da
R.Futuyma, o i documenti sull’evoluzione firmati dalle maggiori società
scientifiche statunitensi
o italiane),
tanto è vero che le ritroviamo ovviamente anche sui libri di testo che i
docenti di scienze utilizzano in tutto il mondo.
Sulla base di queste definizioni L.Moran ritorna alle 3 definizioni proposte
dai sostenitori dell’Intelligent Design nel loro post, verificando che, pur
imprecisa, solo quella riferita alla microevoluzione si basa su fatti
scientifici dimostrabili e risulta quindi una definizione, mentre rimane
sconcertato dal fatto che le altre due utilizzano interpretazioni che già si
erano trovate nelle definizioni errate che circolano in definizioni e testi
non verificati da persone professionalmente competenti.
Come pur L.Moran aveva dimostrato, citando anche E.Mayr, è quasi impossibile
definire definitivamente le fasi e i meccanismi che gestiscono un processo
estremamente complesso e oggettivamente quasi infinito, ma stupisce scoprire
che al Discovery Institute non siano ancora riusciti a creare (o almeno
inventare) una definizione basata su fatti accertabili, quantificabili e
contestabili (e magari qualcosa di più preciso di “cambiamenti su piccola scala”), ma soprattutto che una
definizione scientifica non cominci con “l’idea
che…”.
E’ difficile comunque essere ottimisti con chi contesta l’attuale teoria
dell’evoluzione senza occuparsene professionalmente e a tempo pieno.
Quanti sanno quali sia l’ipotesi, alternative all’attuale complessa teoria
dell’evoluzione, che si trovano indicate in alto nel sito web dei sostenitori
dell’ID (http://www.intelligentdesign.org/)?
“The
theory of intelligent design holds that certain
features of the universe and of living things are best explained by an
intelligent cause, not an undirected process such as natural selection”.
Tutto qui. Sembra siano rimasti a Darwin, a 150 anni fa.
Forse davvero non serve altro per convincere chi non conosce
l’argomento.
Quanti capiscono che utilità pratica potrebbe avere questa “idea che…” usata per spiegare quei “cambiamenti su piccola scala” che sembrano
essere gli unici fatti che il DI si preoccuperà prima o poi di definire e
quantificare?
Sono passati ben più dei previsti 20 anni da quando (nel 1987, secondo i
precisi metodi di datazione utilizzati, che han fatto ricorso anche ai
famosi anelli mancanti) il creazionismo biblico USA ha iniziato a
chiamarsi Intelligent Design, ma di serio si vede solo qualche articolo con
modelli matematici.
Comunque non c’è dubbio, grazie alle ricerche della filosofa Barbara
Forrest, che non riusciranno mai a citare dati oggettivi nemmeno quando
provano a rispondere alla semplice domanda “Is intelligent design
the same as creationism?”.
Il fossile di transizione (cdesign
proponentsists) nel loro caso è stato scoperto.
|
|
21/5/13-IT
|
·
Nel sito
della rivista filosofica syzetesis è comparsa una recensione
positiva di F.Morganti del recente volume di Adrian
Desmond, James Moore, La sacra causa di Darwin. Lotta alla schiavitù e
difesa dell’evoluzione
|
|
20/5/13-IT
|
·
Sul sito scienzenaturali.it
un post di L.Debbia illustra (“E’
recente la prima migrazione umana dall’Africa: meno di 95mila anni fa”)
gli effetti di recenti (e diverse) misurazioni del tasso di mutazione fra
generazione nella nostra specie, che ora possono essere calcolati anche
direttamente, come ha cercato di
spiegare recentemente l'evoluzionista Larry Moran nel suo blog ("Estimating
the Human Mutation Rate: Direct Method"). Questo studio, diretto da J.Krause
di Tubinga (che ultimamente si sta dedicando allo studio del DNA dei più
antichi Homo sapiens moderni, è stato pubblicato su Current
Biology (“A
Revised Timescale for Human Evolution Based on Ancient Mitochondrial Genomes”).
|
|
20/5/13-USA
|
·
Un articolo
di K.Giberson sull'Huffington Post ("Evolution's Refusal to Die")
cerca di far capire che probabilmente ci vogliono ancora secoli prima che
raggiunga i suoi obiettivi chi spera sia sufficiente ripetere che Darwin, ma
frasi anche la teoria dell'evoluzione, sono in cattiva salute. L'articolo
ricorda che frasi sulla prossima fine o la morte delle teorie di Darwin sono
comparse già nel 1859; ad iniziare fu
uno dei maggiori zoologi del tempo, Richard Owen, uno
zoologo che come profeta fu davvero sfortunato, che stimò in 10 anni la
speranza di vita del darwinismo. Successivamente la storia della biologia (e
anche wikipedia) si dimenticò anche di Eberhard Dennet, che nel 1904 pubblicò
"At
the Deathbed of Darwinism". Una lettura consigliabile per chi,
tuttora pessimista sulla teoria dell’evoluzione, far risogere qualche vecchia
critica.
K.Gilbertson (un evangelico ma aderente al Biologos Institute fondato
da Francis Collins
e quindi sostenitore dell’evoluzionismo teista) invita comunque a riflettere
che dopo 150 anni non ci sono crisi nè collassi, ma tantissime revisioni,
come è normale per il metodo scientifico, che per definizione richiede
continue verifiche e autocorrezioni.
D'altronde non dimentichiamo che le revisioni coinvolgono anche strutture
culturali basate sui dogmi; anche inn questi contesti quando questi perdono
la loro utilità si modificano o se ne aggiungono altri; con prudenza ma si
fa.
·
Nel suo post
di oggi Carl Zimmer prova a sottolineare gli aspetti positivi dei
miliardi di virus che convivono con ogni essere umano. Forse non sembra, ma
già chiamarli simbionti, come fa Zimmer, serve a tranquillizzare chi
ha un po’ di conoscenza corretta della biologia e dei meccanismi
dell’evoluzione biologica (“Meet
Your New Symbionts: Trillions of Viruses”).
Può essere di aiuto anche sapere che ci sono virus (i [batterio]fagi) che
possono proteggerci dai batteri, in un periodo in cui è possibile monitorare
la comparsa di nuove varietà di virus letali per l’uomo in Arabia
Saudita e in Cina.
Oltre a ricordarci che i [batterio]fagi sono la forma vivente più diffusa
sulla terra (ce ne sono 1031), Zimmer commenta un articolo
approvato da R.Lenski e uscito oggi su PNAS (“Bacteriophage
adhering to mucus provide a non–host-derived immunity”) che apre nuovi e
non inquietanti scenari sulla possibilità di programmare un arruolamento dei
[batterio]fagi, usandoli come nemamici
per difenderci meglio dai batteri che popolano i nostri tessuti.
L’articolo di Zimmer ricorda anche come la conoscenza progredisca: già uno
degli scopritori dei fagi, Felix d’Herelle,
pensava – nel 1917 - di poterli usare a scopo terapeutico (“On an invisible microbe
antagonistic toward dysenteric bacilli: brief note by Mr. F. D'Herelle,
presented by Mr. Roux. 1917”). D’altronde l’”arruolamento” dei
[batterio]fagi non è una novità (“Bacteriophages and
Their Role in Food Safety”, 2012), ed è possibile e auspicabile che anche
il termine fagoterapia
possa un giorno diventare di uso comune grazie alle nuove
scoperte che si possono già oggi immaginare, ma che bisogna sperimentare
(e se possibile su modelli animali … a proposito delle sperimentazioni che il
parlamento italiano pretende siano fatte direttamente sull’uomo).
Per ora preoccupiamoci di continuare a formare ottimi biologi, sperando che
non siano solo prodotti da esportazione (e che la ricerca e la scienza
abbiano un sostegno culturale ed economico adeguato al loro ruolo nel XXI
secolo, da tempo iniziato).
|
|
19/5/13-IT
|
·
A Pavia, nell'ambito del Dottorato in Genetica,
Biologia Molecolare e Cellulare, per il corso in “Evoluzione:
dal fenotipo agli approcci molecolari. The driving force of life: evolution” il Prof. Dr. Johannes Krause (Professore di
Paleogenetica alla Eberhard Karls University di Tuebingen in Germania, autore
delle ricerche sui reperti fossili trovati nella grotta di Denisova in
Siberia, l’unico posto
al mondo in cui si sono trovate tracce della presenza di Denisovani,
Neandertaliani
e Homo sapiens) terrà
due seminari:
- Martedì,
21 Maggio 2013: “Paleopathogenomics: the evolution of human pathogens from
ancient skeletons” (15:00 – 17:00 - Aula Grande, Dip. Biologia e
Biotecnologie, Botta 2)
- Mercoledì
22 Maggio 2013: “What makes us human: insights from archaic human genomes” (11:00 – 13:00 - Aula
Grande, Dip. Biologia e Biotecnologie, Botta 2)
Due giorni fa un articolo di E.Pennisi su Science
sintetizzava e aggiornava (“More Genomes From
Denisova Cave Show Mixing of Early Human Groups”) le nostre conoscenze attuali sulle novità scoperte a Denisova,
illustrate da un intervento di S. Pääbo al convegno dei primi di maggio al Cold
Spring Harbour (“The Biology Of
Genomes”). I recenti
risultati ottenuti da S.Pääbo inducono a sospettare oggi addirittura
l’esistenza di una quarta specie misteriosa, che si sarebbe mescolata con i
denisovani (“mixing between Denisovans and
an even earlier mystery species”). Inoltre si è dimostrato che i
pochissimi reperti di Denisova mostrano un’enorme variabilità (“one tooth showed more than 80 mitochondrial DNA
differences from both the other tooth and the pinkie bone”), facendo
pensare che ci sia ancora molto da scoprire su una popolazione (S.Pääbo evita di parlare di specie)
probabilmente molto più diffusa di quanto possiamo immaginare.
Qui
(9/5) e qui
(10/5) ci sono alcuni video delle presentazioni al convegno tenutosi ai primi
di maggio al CSH.
Anche l'antropologo J.Hawks nel suo blog due giorni fa citava le
novità presentate da S.Pääbo al
convegno tenutosi a Cold Spring Harbourg ("New Denisova and
Neandertal DNA results reported").
|
|
18/5/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Il 21 maggio, Robert Hazen, famoso geochimico e studioso
dell'origine della vita, sarà ospite all'Università di Milano
nell'ambito del ciclo di conferenze 'Voglia di Evoluzione': "Genesis:
The Scientific Quest for Life’s Origins". Aula G10, Settore
Didattico di Golgi, Università degli Studi di Milano, Via Camillo Golgi, 1
|
|
17/5/13-USA
|
·
Anche nel sito del NCSE si evidenziano (“Quantifying the consensus on
climate”) i risultati ottenuti da una ricerca ("Quantifying the
consensus on anthropogenic global warming in the scientific literature,"
Environmental Research Letters 2013; 8(2):024024) che ha valutato il consenso sulla
responsabilità della nostra specie nel provocare l’aumento di temperatura su
scala globale, che ormai nessuno prova più a negare.
·
Anche le simpatiche coccinelle possono nascondere
storie terribili di competizione e di interazioni con parassiti che possono
collaborare con loro nella quotidiana lotta per la sopravvivenza di ogni
popolazione o specie di coccinella.
Lo racconta oggi un articolo su Science ("Invasive Harlequin Ladybird Carries Biological
Weapons Against Native Competitors") commentato da un
altro articolo su Science ("Immunity and
Invasive Success") e da un post di Ed Young ("Ladybird
Invader Carries Deadly Parasite as Biological Weapon"), che sembra
orientarsi anche lui su storie di parassiti, seguendo Carl Zimmer, che
recentemente, l'11/5, ha scritto un post addirittura su un virus che ci
minacciava da sei milioni di anni. E dove se ne stava nascosto questo virus? Non molto lontano: "The Lurker: How A Virus Hid In Our
Genome For Six Million Years". Ambedue (Ed Young e Carl Zimmer, hanno il loro blog nel
sito del National Geographic.
|
|
17/5/13-IT
|
·
A fine mese, il 30/31 maggio, a Rimini
si terrà un convegno commemorativo delle multiformi esperienze professionali
e politiche che caratterizzarono la vita di Paolo Mantegazza, uno
dei primi divulgatori del darwinismo in Italia.
Nato nel 1831, si laureò in medicina a Pavia a 23 anni; dopo un viaggio di 4
anni in cerca di avventura e di fortuna in sudamerica, come medico igienista
insegnò Patologia a Pavia e fondò il primo laboratorio di Patologia sperimentale
in Europa; qui, negli anni seguenti, si formarono scienziati illustri quali Giulio
Bizzozero, Eusebio Oehl e Camillo
Golgi.
Passò poi all’Antropologia e nel 1870 fondò a Firenze la prima cattedra di
Antropologia e il Museo Nazionale di
Antropologia ed Etnologia. Nel 1871 fondò la rivista Archivio
per l'Antropologia e l'Etnologia. Fondò poi (1871) la Società
Italiana di Antropologia e Etnologia, e fu sostenitore e difensore del
darwinismo, tanto che tra il 1868 al 1875 fu uno dei tanti che corrispose con Charles Darwin, anche
grazie alla moglie che conosceva la lingua italiana.
Fu anche senatore
del regno e si occupò dell’uso terapeutico di quelli che allora si chiamavano
alimenti nervosi (e in particolare
della coca, che studiò e apprezzò nei 4 anni trascorsi in sudamerica), e
della talassoterapia (di cui si occupò a Rimini, dove fu direttore dello Stabilimento dei bagni di mare dal
1869 al 1879).
Ebbe anche un ruolo rilevante nella divulgazione scientifica; in particolare
per quanto riguarda la teoria dell’evoluzione e le norme igieniche, a quei
tempi fondamentali per garantire la sopravvivenza.
Qui il programma
del convegno, dedicato a "Mare,
salute e qualità della vita" e organizzato dalla Società
italiana di Medicina del Turismo.
|
|
17/5/13-UK
|
·
[da Pikaia]
Per celebrare il centenario della morte di Alfred Wallace la Linnean
Society ha realizzato un numero
speciale del Biological Journal of the Linnean Society in cui
vengono riproposti quattro testi di cui Wallace è stato autore e 13 articoli
scritti da autori il cui lavoro ha tratto ispirazione dalla sua attività di
ricerca.
·
Davvero impressionante la possibilità di verificare
le proprie spiegazioni scientifiche per eventi che in natura si ripetono
continuamente e contemporaneamente migliaia se non milioni di volte ogni
giorno nel mondo.
E' interessante rendersi conto che solo dal momento in cui sono disponibili
conosnoscenze o tecniche nuove di indagine diventa possibile porsi delle
domande a cui si può finalmente rispondere in modo corretto. In un articolo
("Metamorphosis revealed: time-lapse
three-dimensional imaging inside a living chrysalis")
comparso sul Journal of the Royal
society vengono mostrati dei video che
rappresentano le complesse modificazioni anatomiche che trasformano un bruco
inn un lepidottero
E’ una dimostrazione di come, anche sulla base di nuove tecniche di indagine,
procede la conoscenza umana; questo
filmato dimostra come solo oggi abbiamo gli strumenti che permetteranno
di studiare meglio la sequenza di eventi che caratterizzano il passaggio fra
i diversi stadi di sviluppo di un organismo che ci sembrerebbe di conoscere
bene, anche se qualcuno si stupirebbe di scoprire che in un organismo vivente
compaiono addirittura nuove funzioni che permettono anche nuovi adattamenti
senza che si possa parlare di un evento di speciazione.
Sono trasformazioni che nessuno potrebbe chiamare evoluzione (non cambia
infatti nemmeno la frequenza allelica), ma che comunque dimostrano che non è
sempre facile capire (e spiegare) tutti gli eventi che la biologia può e deve
spiegare. Oggi con le micro-TAC si riescono finalmente a seguire con
tecniche non distruttive eventi estremamente complessi, come spiega anche Ed
Young nel suo blog ("3-D
Scans Reveal Caterpillars Turning Into Butterflies").
|
|
16/5/13-E
|
·
Per vedere una mostra
su Darwin in catalano, basterà andare a Barcellona entro il primo
di settembre: al Museu Marítim avrà luogo la mostra che si
intitola “Darwin. El viatge d’un naturalista“, commissionata dal Museu Ai d’Història Natural di New York.
|
|
15/5/13-UK
|
·
Un articolo su Nature racconta del lavoro di Eugenie
Scott, l'antriopologa che sta andando in pensione dopo 26 anni come
direttore nel NCSE USA. Sono stati 26 anni di impegno in difesa della
scienza nelle scuole USA, minacciata da chi erroneamente vede la scienza come
una minaccia invece che una risorsa oggi assolutamente indispensabile ("Science in
schools"). L'articolo non ricorda come non solo E.Scott, ma
anche alcuni scienziati cattolici o credenti, fossero presenti e impegnati
con l'NCSE (come Miller e Ayala) nel contrasto delle sciocchezze sostenute
dai creazionisti.
|
|
15/5/13-USA
|
·
Può essere istruttivo verificare, sui dati presentati
dall'articolo pubbllicato su Environmental Science Letters "Quantifying the
consensus on anthropogenic global warming in the scientific literature",
quale sia il reale grado di consenso, nella letteratura qualificata, sul
ruolo e le responsabilità dell'uomo nelle variazioni nella concentrazione
atmosferica della CO2 che provocherebbero i cambiamenti climatici che
caratterizzano gli ultimi decenni oltre che gli ultimi secoli. Sono stati analizzati 12000 abstract di lavori peer-reviewed
pubblicati dal 1991 al 2011. E' iteressante notare che il 67% degli abstract
non prendevano posizione sull'AGW (anthropogenic global warming), 32%
lo sostenevano e 0,7 ne negavano il ruolo o la stessa esistenza; nello 0.3%
dei lavori si era ancora incerti. E' molto interessante confrontare le
somiglianze con la contestazione dell'evoluzione biologica.
In ambedue i casi gli scettici evitano di far conoscere quanto sia minima
l'area di chi non concorda con l'AGW o con la teoria dell'evoluzione, ma
soprattutto è enorme l'area di chi non si preoccupa di contestare o difendere
l'esistenza di responsabilità o meccanismi che ormai sa essere ben
dimostrati, e quindi noti a tutti e condivisi.
Non è quindi necessario continuare a riproporre dati e conclusioni che non
siano necessari e funzionali ad un nuovo articolo scientifico che nbon
fornisca nuovi dati su questa problematica.
·
Ed Young nel sul blog Not exactly Rocket
Science commenta ("Two
New Fossils Reveal Details ofApe/Monkey Split") un recente articolo
su un paio di reperti fossili scoperti
in Tanzania, che ci raccontano qualcosa di una fase ancora poco nota
dell'evoluzione dei primati, la separazione fra la linea evolutiva degli
ominidi (le antropomorfe e poi omini) e la linea che porterà a tutte le altre
scimmie del vecchio mondo, avvenuta alla fine dell'Oligocene, circa 25
milioni di anni fa. L'articolo
originale è comparso su Nature ("Palaeontological evidence
for an Oligocene divergence between Old World monkeys and apes”) e un altro
commento si può trovare su The Scientist ("Oldest Fossil of Ape Discovered"), su Science ("Fossils May Pinpoint Critical
Split Between Apes and Monkeys") e Scientific American ("Fossils
Indicate Common Ancestor for Old World Monkeys and Apes") .
·
Su PLOS ONE compare oggi un articolo davvero
interessante ("Malaria
Infected Mosquitoes Express Enhanced Attraction to Human Odor""),
che dimostra le complesse interazioni in cui ci tocca vivere (e soprattutto
sopravvivere, essendo in una fase della ricerca scientifica che ci lascia in
gran parte ancora senza difese efficaci). Sembra che la presenza del plasmodio "invogli" l'Anopheles
gambiae ad apprezzare maggiormente l'odore umano. Il
comportamento adattativo (si possono ovviamente cercare ipotesi
scientifiche alternative) viene commentato e discusso nel blog di J.Coyne
("Malaria
parasite appears to change the host mosquito’s behavior in an
adaptive way").
|
|
15/5/13-IT
|
·
[da Andrea Romano, Oggiscienza]
Oltre alla lista rossa per le singole specie a rischio di estinzione
(quella della International Union
for Conservation of Nature (IUCN), potrebbe essere utile determinare
lo status di degrado degli ecosistemi. In un articolo ("Scientific
Foundations for an IUCN Red List of Ecosystems") su PLoS
ONE, un gruppo di ricercatori, guidati da David Keith della
University of New South Wales, in Australia propone un protocollo per la
diagnosi dello status di rischio di degrado dei diversi ecosistemi (qui
uno schema).
|
|
13/5/13-USA
|
·
In Louisiana si cerca sempre di abrogare una legge
che permette dal 2008 agli insegnanti creazionisti di insegnare ipotesi
alternative all'evoluzione senza rischiare di infrangere il primo
emendamemento, che cerca di evitare che ipotesi non zcientifiche vengano
affiancate a scuola da ipotesi di origine religiosa. se ne parla nel sito del
NCSE ("Louisiana
to repeal 1981 creationist law?"). Anche qui si assiste al tentativo
dei creazionisti di convincere che la libertà educativa richiede che ipotesi
di origine religiosa, senza prove e senza spiegazioni ragionevoli, si possano
affiancare a spiegazioni che si basano sui dati scientifici racolti negli
ultimi decenni.
Il solito metodo con cui chi poi non li critica apre le porte ai
creazionisti, con cui poi invece spesso collabora.
|
|
13/5/13-IT
|
·
Sul Corriere oggi troviamo un articolo per
dimostrare come l'evoluzione sia tuttora in corso ("Ora
sono le città a operare i cambiamenti").Vengono presentati un paio
di esempi, uno connesso con l'aumento delle dimensioni dell'encefalo in
relazione ai cambiamenti connessi con la tendenza ad un arrotondamento, poco
compatibile con le dimensioni del canale del parto; l'altro riguarda invece
la permanenza anche negli adulti della capacità di metabolizzare il lattosio,
caratteristico delle popolazioni dedite da tempo alla pastorizia piuttosto
che alla caccia e la raccolta all'agricoltura, come spiega il genetista
A.Torroni.
In un altro articolo sempre del Corriere ("La
donna e l'uomo del domani? Non saranno «super»") pur citamdo recenti
articoli, si riportano fantasie ed ipotesi difficilmente documentabili su
futuri cambiamenti strutturalli a cui potrebbe andare incontro la nostra
specie. Nell'articolo vengono citate
dichiarazioni di Maurizio Casiraghi, presidente della Società Italiana di
Biologia Evoluzionistica, e del genetista Antonio Torroni, che esclude sia
dovuta ad un fattore evolutivo la crescita secolare della statura, che ha
portato ad un incremento di 10 centimetri solo nell'ultimo secolo in alcune
situazioni (soprattutto economiche ed alimentari) favorevoli.. Effettivamente
questo fenomeno è da associare alle migliori condizioni che hanno permesso
una migliore espressione delle potenzialità genetiche. Questo ovviamente non
nasconde il ruolo determinante di condizioni ambientali che comunque
favoriscono stature diverse in diverse ambienti e climi.
·
[da Pikaia]
E' uscito un nuovo libro di T.Pievani
("Anatomia di una rivoluzione. La logica della scoperta
scientifica di Darwin") in cui si analizza l'enorme impegno
intellettuale e il lavoro di indagine che giustifica i 22 anni che Darwin ha
dedicato all'idea che permise di trovare la prima spiegazione, pur
imprecisa,all'evoluzione dei viventi e quindi all'unicità della vita sulla
terra, già sospettata, almeno da suo nonno, già nel 1794. E' un indagine,
certo favorita dalla meticolosità di Darwin nel fornire la documentazione
della logica da lui utilizzzata nel verificare le intuizioni suscitate dalle
sua esperienze giovanili nel viaggio attorno al mondo.
Un libro certo stimolante e utile anche per stimolarci a capire, 150 anni
dopo, un mondo che, pur senza viaggiare, oggi ci scorre davanti agli occhi
ogni giorno, mostrando evidenti segni di cambiamenti che richiedono di essere
conosciuti, interpretati e gestiti.
|
|
11/5/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Un articolo su Science ("Wolbachia invades Anopheles stephensi populations and induces refractoriness
to Plasmodium infection")
presenta una ricerca che mostra come si possano instaurare relazioni
complesse di parassitismo che coinvolgono anche tre specie (Anopheles,
Plasmodium, Wolbachia).
|
|
11/5/13-USA
|
·
Carl Zimmer oggi ha scritto un post addirittura
su un virus che ci minacciava da sei milioni di anni.
E dove se ne stava nascosto questo virus?
Non molto lontano: "The Lurker: How A Virus Hid In Our
Genome For Six Million Years".
|
|
8/5/13-IT
|
·
Sul blog di Scientificast A.R.Longo, laureata
in patristica ma oggi interessata al tribolato rapporto fra scienza e fede,
descrive "Le nuove strade del
creazionismo", con particolare riguardo per la situazione USA, ma
citando anche chi in Italia utilizza comunque tecniche e trucchi simili per
indurre a "rifiutare la teoria dell’evoluzione delle specie e
ritenere, invece, che la biodiversità abbia avuto origine da un principio
creatore dotato di intelligenza".
|
|
6/5/13-B
|
·
E’ morto a 95 anni Christian
De Duve, un belga premio Nobel per la medicina nel 1974 per le sue
scoperte sulla struttura e la funzione dei lisosomi
e dei perossisomi, organuli cellulari che svolgono importanti funzioni e
a cui sono riconducibili alcune patologie umane.
In vista della morte, che aveva potuto programmare, ha rilasciato alcune
interviste, fra cui una pubblicata postuma oggi ma rilasciata ai primi di
aprile; come titolo il quotidiano Le Soir ha scelto un suo pensiero
preoccupato ma anche eccessivamente pessimista, certo più adatto all’anno in
cui nacque, il 1918 (“Si
on continue comme cela, ce sera l’apocalypse, la fin”).
Oltre a scrivere quest’anno un libro sulla sua vita eccezionale (“Sept vies en une”) ha anche registrato numerosi
video autobiografici, un modo certo nuovo e a disposizione (“Tell your story”) anche di chi
non ha mai vinto un premio Nobel (Francis Crick
comunque c’è). In questo modo ha fatto conoscere la sua vita, il suo
contributo alla conoscenza scientifica, la sua esperienza di lavoro
all’università cattolica di Lovanio e il suo pensiero sul rapporto fra
scienza e fede, che è molto cambiato negli ultimi anni (“The evolution of religious
thought”).
Nel 1996 (« Poussier
de vie ») De Duve scriveva "J'ai
opté en faveur d'un univers signifiant et non vide de sens. Non pas parce que
je désire qu'il en soit ainsi mais parce que c'est ainsi que j'interprète les
données scientifiques dont nous disposons".
11 anni dopo, nel 2007 la Templeton Foundation pubblicò una
serie di risposte di 12 scienziati di diverso orientamento alla domanda “Does the Universe Have a Purpose?”.
De Duve è uno dei due che ha risposto no. Queste interviste le
troviamo commentate nel
blog dell’evoluzionista Jerry Coyne, molto sorpreso soprattutto
dalla risposta di Jane Goodall, una delle due persone che dichiarano di
esserne invece assolutamente certe.
Christian De Duve era uno dei numerosissimi premi Nobel chiamati a far parte
(dal 1970, già prima del Nobel) dell’Accademia delle
Scienze Pontificia, come si vede dalla scheda
biografica, già aggiornata.
. Nel 2008 ha dato il suo
contributo al convegno “Scientific
Insights into the Evolution of the Universe and of Life”: “The
Future of Life”.
Ha recentemente dato un suo contributo nel convegno della PAS tenutosi
in Vaticano nel 2010 (“The
Scientific Legacy of the 20th Century”), con un intervento sulle
attuali conoscenze sui meccanismi casuali che gestiscono l’evoluzione
biologica (“The
Evolutionary Lottery”, pagg.181-189), spiegando quello che i biologi
che fanno ricerca hanno dimostrato nel XX secolo sul ruolo rilevante, anche
se non esclusivo, del caso nell’evoluzione biologica.
Questa è la prima densa
frase del suo intervento: “It is now established that all
living beings, including humans, descend by evolution from a single ancestral
form and that this process was largely driven by natural selection, the
fundamental mechanism, first discovered by Charles Darwin and independently
perceived by Alfred Russell Wallace, whereby forms of life best fit to
survive and produce progeny under prevailing conditions obligatorily emerge
when several variants compete for the same limited resources. A striking
feature of this process is the dominant part played in it by chance, which
does so in two distinct ways: first by the mutations that are offered for
selection and, next, by the environmental circumstances that condition the
selection process”.
Ha partecipato anche al meeting di CL tenutosi a Rimini nel 2008.
Qui la sua biografia nel
sito dei premi Nobel e nel sito
del suo istituto.
|
|
5/5/13-IT
|
·
L’ultimo numero di Le
Scienze contiene alcuni articoli sull’evoluzione; fra quelli
completi: “Le
origini della creatività” di Heather Pringle
|
|
4/5/13-UK
|
·
Sull'ultimo numero di The Lancet ci sono un
paio di articoli che affrontano problemi seri e recenti nei rapporti fra il
metodo scientifico e il modo di affrontare problemi medici che riguardano la
vita e la speranza di vita di esseri umani utilizzando invece come base
credenze religiose.
Il primo ("Poliomyelitis in Pakistan: time for the
Muslim world to step in") racconta di come in alcune
aree limitate del mondo musulmano (soprattutto Nigeria, Afghanistan e
Pakistan) si sia arrivati ai ferri corti nei rapporti fra autorità sanitarie
e autorità religiose sul tema della vaccinazione antipolio, che viene
rifiutata.
In alcune aree di questi paesi (in particolare in
Pakistan, l'ostilità verso la vaccinazione antipolio, che stava quasi per
eliminare in modo economico e definitivo la poliomielite dalla faccia della
terra, è arrivata fino all'uccisione di alcune persone del personale
sanitario impegnato nelle vaccinazioni: in Pakistan ne sono morti 16 dal
dicembre 2012!). Per questo motivo le vaccinazioni sono state sospese, e
ovviamente sta ricomparendo la poliomielite.
L'invito pressante che gli autori dell'articolo inviano
alle più alte autorità religiose musulmane è di permettere la ripresa delle
vaccinazioni, in modo da bloccare appena possibile la ripresa dei casi di
poliomielite, una patologia seriamente invalidante contro cui non ci sono
cure migliori della vaccinazione. Gli autori dell'articolo ricordano come le
autorità religiose saudite abbiano sempre gestito e gestiscano anche oggi
correttamente e con rigore le vaccinazioni che controllano la situazione di
rischio connesso con i pellegrinaggi a La Mecca, e invitano ad utilizzare
dovunque, e quanto prima, questo modello rigoroso di intervento.
Il secondo articolo ("Offline:
An audience with the Pope") racconta dell'inutile tentativo
fatto dalla rivista medica inglese Lancet
di ottenere un'intervista con il nuovo papa per verificare le disponibilità
della chiesa cattolica a collaborare meglio con le strutture sanitarie
pubbliche su un tema come quello della gestione dei pazienti con AIDS,
numerosi anche nelle strutture sanitarie religiose cattoliche presenti un po'
in tutto il mondo, e della relativa strategia di contenimento dell'HIV.
La risposta del papa, riferita dal suo portavoce, è stata negativa.
|
|
3/5/13-UK
|
·
In un momento non piacevole per l’immagine politica
dell’Italia all’estero, risulta davvero imbarazzante che stia traballando
anche l’immagine della serietà scientifica dell’Italia (“Staminali,
l'appello di 13 big mondiali. In Italia regole sotto attacco, intervenga la
Ue") messa in discussione dalla critica che proviene da un articolo pubblicato oggi su The
EMBO Journal: “Regulation
of stem cell therapies under attack in Europe: for whom the bell tolls”.
L’articolo è firmato da 13 ricercatori al massimo livello per quanto riguarda
la ricerca sulle cellule staminali, sconcertati per il tentativo di
disattivare i meccanismi di controllo che evitano di sottoporre i pazienti a
terapie che non abbiano ancora superato i controlli che ne garantiscono non
solo l’efficacia (e questo è il minimo) ma anche la sicurezza se applicati
all’uomo.
Questo è quello che sta già avvenendo in Italia per protocolli, fra l’altro
proposti da ditte primate, che sono stati approvati da organi politici e non
da strutture competenti ad effettuare i controlli che la legge oggi pretende.
La storia, che prevede che si giunga prossimamente ad una decisione
definitiva del parlamento, è brevemente riassunta in questo articolo (“Staminali,
Cdm: "Ok, in via eccezionale a cure non conformi alla legge").
Sul caso (e sulle follie e le evidenti mistificazioni introdotte nella
gestione mediatica del caso, che ricorda agli anni tragici del caso Di Bella)
interviene oggi anche un esperto di staminali dell’Università di Roma II (“Caso
Stamina, no alla mistificazione di chi dice 'tanto il paziente deve morire'”);
già nel titolo dell’articolo è evidente il livello di irrazionalità a cui è
stata portata la discussione.
|
|
3/5/13-CH
|
·
Dalle 13:45 di oggi è in streaming come TEDx dal CERN [dove il 30/3/93,
solo 20 anni fa, nacque il www; il primo cellulare nacque invece il 3/4/73,
40 anni fa, e il DNA “nacque” 60 anni fa, il 25/4/1953]
un convegno interdisciplinare dal titolo (“'Multiplying Dimensions' del CERN di
Ginevra”).
Vi partecipano cosmologi,
astronomi, genetisti (George Church dell’HumanGenomeProject) , fisici,
diciottenni come l’incredibile Brittany Wenger (che ha vinto il Grand
Prize of the 2012 Google Science Fair per il suo “Global
Neural Network Cloud Service for Breast Cancer” [con il sito cloud4cancer]),
e storici della scienza.
Non mancano soprani e musicisti.
Si
può seguire il convegno in tweet o
visitare la pagina facebook, per una vera partecipazione a molte dimensioni.
Chi volesse iscriversi al 2013 Google Science
Fair può verificare che è ormai tardi.
Può iniziare a prepararsi per il
2014, magari per una classe di età maggiore.
|
|
3/5/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Il ritorno
degli Happy Hour Evoluzionistici a Milano! Dal 9 maggio al 13 giugno
saranno ancora un’occasione di incontro all’ultimo piano del Museo di
Storia Naturale di Milano: anche quest'anno si aprono con una conferenza
del Prof. Marco Ferraguti, che insegna ai curiosi a vedere l’”Evoluzione
sotto gli occhi”. Locandina.
Ingresso gratuito. Con consumazione € 6,50.
È vivamente consigliata la prenotazione (02/88463337)
·
L’8 maggio sarà ancora a Milano il
paleoantropologo Ian Tattersall (American Museum of Natural History,
Division of Anthropology), che parlerà alle ore 14.30 nell’Aula 200
(Settore Didattico - via Celoria, 20 Città Studi): "Masters of the
Planet: The Search for Human Origins". Locandina.
Ian Tattersall è di reduce da un convegno sull’evoluzione umana (“Sul
cammino dell'umanità”)organizzato, alla presenza anche di altri
paleoantropologi di tutto il mondo, da Werner Arber, presidente dell’Accademia Pontificia delle
Scienze.
|
|
3/5/13-USA
|
·
Nel blog di Carl Zimmer oggi si può leggere un
post (“What
To Expect When You’re Expecting, By Charles Darwin”) su un tema poco noto
e poco discusso ma che che è centrale per chi vuole ragionare sulla presenza
e quindi sul ruolo della selezione naturale nell’uomo.
Purtroppo la carenza di dati e anche la difficoltà stessa di raccoglierli
rende difficile avere delle certezze su una fase della vita in cui avviene
una percentuale importante e notevole della selezione naturale in ogni specie
e quindi anche nell’uomo: la gravidanza, ma soprattutto le sue prime fasi,
quando non è facile quantificare gli effetti della selezione naturale.
Comunque i dati non sono del tutto mancanti…
Chi fosse interessato può partire dall’articolo su Trends in Genetics
(“Many ways to die, one way to arrive: how
selection acts through pregnancy”) citato da Carl Zimmer,
che esamina alcuni dei fattori che determinano (non dimenticando nemmeno i
cambiamenti culturali intervenuti fra il 1630 e il 2009!) il ruolo degli
aborti spontanei, che sono quelli che intervengono entro la 20’ settimana e
passano spesso inosservati e quindi non quantificabili.
Sarebbe comunque interessante fare un sondaggio per conoscere quanto si
avvicini, nelle diverse popolazioni e culture umane, la stima della
percentuale di aborti spontanei a quella che troviamo indicata nel dizionario
nel sito Medline plus (NIH): “Around
half of all fertilized eggs die and are lost (aborted) spontaneously, usually before the woman knows she is pregnant. Among women who know
they are pregnant, the miscarriage rate is about 15-20%. Most miscarriages
occur during the first 7 weeks of pregnancy. The rate of miscarriage drops
after the baby's heart beat is detected”.
Un “interessante” post precedente (30/4) di Carl Zimmer riguardava le
zecche (“The Perfect Blood-Sucker: My New
Profile of the Tick”).
Chi vuole
può leggere il post pubblicato originariamente su Outside
Magazine, che inizia con una frase poco invitante (dracula escluso) “With incisor-like claws that can tunnel beneath your
skin in seconds, ticks are rapidly becoming the world’s scariest purveyors of
deadly pathogens”.
·
Nel suo blog l’antropologo John Hawks ritorna
a ragionare (“Lessons
in social justice from MOOCs”) sui MOOC, quei megacorsi online,
offerti da alcune università USA) a cui si possono iscrivere studenti da
tutto il mondo. J.Hawks aveva annunciato l’intenzione di crearne uno nel 2014
(“Announcing
my MOOC, Human Evolution: Past and Future”)
In questo caso si discute invece su un uso diverso di questi corsi: sulla
possibilità che vengano usati non solo dagli studenti ma anche da altre
università; volendo risparmiare, hanno pensato di aderire formalmente a
questi corsi, per offrirli agli studenti, tagliando sulle proprie spese per i
professori.
Questa intenzione, manifestata dalla San Jose State University, che intendeva aderire
ufficialmente ad un corso sulla giustizia sociale (come hanno raccontato il New
York Times e il Chronicle
of Higher Education) ha provocato una reazione vivace dei professori
del dipartimento di Filosofia, che hanno protestato per iscritto contro
un’iniziativa che avrebbe portato ad un’omogenizzazione della cultura che
esce dalle università.
Anche J.Hawks è intervenuto, scrivendo una lettera
aperta ai filosofi della SJSU.
·
[da Pikaia]
Mauro Mandrioli presenta e commenta su Pikaia un articolo (“Evolvability
Is Inevitable: Increasing Evolvability without the Pressure to Adapt”) su
PLOS ONE in cui Joel Lehman e Kenneth
O. Stanley presentano l’ipotesi che la conquista di nuove nicchie potrebbe non derivare
dall'adattamento ad un nuovo ambiente sotto pressioni selettive, ma dalla
possibilità di esprimere continuamente variazioni fenotipiche guidate
dall'evolvibilità.
Altri
commenti suscitati dall’articolo si possono leggere anche su PLOS ONE
|
|
3/5/13-UK
|
·
Sono ora accessibili nel sito dell’Univ.di
Cambridge i video del convegno
("Crick Memorial Meeting")
svoltosi il 25/4 in occasione del 60' della scoperta della struttura del DNA.
Ecco gli interventi:
· Matt Ridley (Crick, the early years and work
at the Admiralty)
· James Watson (Eureka moments from 28th
February)
· Jack Dunitz (April 1953: Oxford to Cambridge
with Sydney Brenner, Dorothy Hodgkin and Leslie Orgel)
·
Matthew Meselson (Semiconservative DNA replication)
· Venki Ramakrishnan (Reading the Code: the 3D
version)
·
Robert Olby (Speaking out on controversial
subjects)
· John Mollon (Crick and
Caius College, and the Crick Memorial)
|
|
2/5/13-IT
|
·
Sono aperte le iscrizioni al congresso della SIBE (Italian Society for Evolutionary
Biology), che si terrà in agosto (28-31) a Trento
presso il MUSE, il Museo
Tridentino di Scienze Naturali, che allora sarà già stato inaugurato.
Fra i Symposia ci sono:
- EVOLUTIONARY APPLICATIONS FOR BIOSYSTEMS AND AGRICULTURE:
Chairs: Gianfranco Anfora and Claudio Varotto (FEM). Confirmed speakers:
Andres Moya (Universitat de València), Carlo Soave (University of
Milano), Giuseppe Vendramin (CNR), Roberto Papa (Cereal Research Centre Foggia), Elisa Frasnelli (CIMEC, University of Trento) and Alessandro
Cini (University of Firenze and Paris University).
- EVOLUTIONARY GENOMICS AND BIOINFORMATICS: Chairs: Manuela
Sironi (IRCCS E. MEDEA) and Dan Sargent (FEM). Confirmed speakers: Francois
Balloux (UCL), Christian Schlötterer (University of Vienna).
- EVOLUTIONARY MEDICINE AND HEALTH: Chairs: Carlotta de Filippo
and Heidi Hauffe (FEM). Confirmed speakers: Duccio Cavalieri and Kieran Tuohy
(FEM).
- LIFE THROUGH TIME: PALEOBIOLOGY AND PALEOBIODIVERSITY: Chairs:
Silvio Renesto and Giorgio Binelli (University of Insubria). Confirmed
speakers: Mike Benton (University of Bristol), Evelyn Kustatscher (Museo
di Scienze Naturali dell’Alto Adige, LMU München), Cristina Lombardo
(University of Milano), Massimo Delfino and Giorgio Carnevale
(University of Torino), Stefano Dominici (Museo Storia Naturale and
University of Firenze) and Silvio Renesto (University of Insubria).
- BIODIVERSITY 3D: THE INTERRELATIONS AMONG GENES, SPECIES, AND
ECOSYSTEMS: Chairs: Cristiano Vernesi (FEM) and Ivan Scotti (INRA).
Confirmed speakers: Mike Bruford (University of Cardiff), Krystal Tolley
(South African National Biodiversity Institute).
·
Sperando che ciò non attiri gli strali dei
creazionisti o degli ignoranti che pensano che i musei facciano solo ricerca
scientifica (che a
Trento comunque si fa), il convegno dei ricercatori scientifici della
SIBE si chiuderà con il “Wallace
Day” (il 7 novembre cade nel il centenario della sua morte) dedicato
alla divulgazione al pubblico dell’evoluzione e dei meccanismi scoperti
inizialmente da Wallace e Darwin e poi dalle migliaia di ricercatori che
hanno contribuito al successo e alla verifica delle loro ipotesi. Alcuni
congressisti si sono già dichiarati disponibili, fra cui Alessandro
Minelli, Marco Ferraguti, Maurizio Casiraghi, Omar Rota
Stabelli, Lino Ometto, Valerio Mazzoni, Michele Menegon,
Massimo Bernardi
·
Il MUSE di Trento partecipa al progetto
europeo PLACES (Platform of
Local Authorities and communicators Engaged in Science) proposto
dall’Associazione dei musei scientifici europei ECSITE (European network for science centres
and museums), assieme ad altre due associazioni europee ERRIN (European Regions Research and
Innovation Network) ed EUSEA (European Science Events Association).
|
|
1/5/13-UK
|
·
In un recente articolo su Science (“Potent Social Learning
and Conformity Shape a Wild Primate’s Foraging Decisions”) Andy Withen,
etologo dei primati a St.Andrews in Scozia, dimostra come anche nei primati
non umani si tenda ad essere conformisti; pur di non sentirsi degli estranei
o degli involontari contestatori, ci si mimetizza, adeguandosi alle abitudini
delle popolazioni locali. L’articolo è commentato nello stesso numero di Science
dal primatologo Frans de Waal (“Animal Conformists”).
Si tratta evidentemente di comportamenti culturali appresi che quindi
contribuiscono alla complessità del comportamento sociale appreso, evidente
anche in specie diverse dall’uomo.
Se ne parla oggi anche su NewScientist, dove si sottolinea quanto
questo comportamento sia utile in specie in cui sia frequente l’esogamia (“Migrant
monkeys munch whatever the locals are having”) e su ScienceDaily (“Monkeys
Found to Conform to Social Norms”).
Sembra che anche a St.Andrews si dica 'When
in Rome, do as the Romans do'.
|
|
30/4/13-TR
|
·
Da anni si parla del creazionismo turco di Adnan Oktar e delle sinergie e
delle collaborazioni che sembra riuscire ad ottenere perfino in Italia.
Non era finora chiaro quale fosse il motivo per cui dei suoi emissari fossero
riusciti a farsi organizzare una patetica iniziativa pubblicitaria a Milano o
quale interesse culturale avesse spinto un creazionista milanese,
collaboratore del sito creazionista avventista "AISO" ("qui est l’organisation
antidarwiniste le plus actif de l’Italie") e degli antidarwinisti romani che
animano il sito web antidarwinista CS, a prendere un aereo per partecipare ad
un convegno creazionista interreligioso (!?) a Parigi nel settembre del 2012,
quando un neurochirurgo, un ingegnere e un sociologo,
rappresentanti di associazioni antidarwiniste (=antievoluzioniste...)
si incontrarono ("conférence
internationale sur la création, la science et la paix")
per discutere di "découvertes
scientifiques qui prouvent l’invalidité du darwinisme"
Un articolo comparso
oggi su Giornalettismo.com ("Adnan
Oktar, la minaccia del creazionismo islamico") infittisce
ulteriormente il mistero e i dubbi su chi in Italia collabori con Ahrun
Yahia, soprattutto dopo aver visto i video in cui lo vediamo
"ballare" con le sue "collaboratrici".
|
|
30/4/13-UK
|
·
Non so se i documentari si riescono ancora a vedere
anche fuori dalle isole britanniche, ma qualche giorno fa la BBC ha trasmesso
un paio di puntate (“Bill Bailey's Jungle Hero”)
dedicate alla vita di Alfred Wallace.
|
|
29/4/13-THAI
|
·
E’ sempre una buona notizia quando qualcuno
resuscita, soprattutto se si tratta di un’intera specie. Da Asian
Scientist si apprende oggi (“Saving The Cao Vit Gibbon, The Second
Rarest Ape In The World”) che il gibbone di Cao Vit
(Nomascus nasutus), dichiarato estinto nel 1960 e riscoperto nel
2002 in un’area di foresta fra il Vietnam e la Cina, si sta riprendendo,
grazie anche a progetti
di conservazione dell’unico ambiente in cui vivono i circa 110 individui
oggi esistenti.
Lo riferisce una recente pubblicazione scientifica (“Habitat
evaluation and population viability analysis of the last population of cao
vit gibbon (Nomascus nasutus): Implications for conservation”)
comparsa su Biological Conservation in questi giorni.
|
|
29/4/13-WORLD
|
·
Ogni tanto occorre guardare al mondo con un certo
distacco; almeno qualche chilometro, per non perdere la visione d’insieme. Qui
si possono ammirare le foto che scatta ogni tanto, nei momenti liberi, il
comandante dell’ISS, Chris Hadfield. Qui le
isole Galapagos, che hanno
permesso a Darwin di verificare, anche se soprattutto a posteriori, come
l’isolamento geografico sia sempre stato un potente e inevitabile fattore
evolutivo; qui nelle sue ultime foto, si dimostra come eventi soprattutto
geologici (dune,
fiumi,
colline,
ecc.) modellino continuamente ma certo molto lentamente il palco su cui si
svolge ma centinaia di milioni di anni lo spettacolo della vita (e quindi
anche della morte).
Le immagini fanno capire le dimensioni di questo palco ma anche come un
attore comparso solo recentemente, l’Homo sapiens, riesca comunque a
dimostrare, soprattutto a improbabili visitatori esterni, la sua enorme
capacità di costruzione (irrigazione
in aree desertiche, coltivazioni, fiumi
e erosione, aree
densamente abitate e urbanizzazioni)
ma anche di distruzione (coltivazioni
e miniere in aree forestali, deforestazione).
|
|
28/4/13-IT
|
·
[da Pikaia]
L' ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'’Energia e lo
Sviluppo Economico Sostenibile) ha pubblicato il libro "Storia
del pensiero biologico evolutivo" di Piergiacomo Pagano,
liberamente scaricabile online. Essendo 310 pagine in italiano, è un’ottima
idea e costituisce
un’ottima coppia insieme a La
Biologia di Omodeo, che troviamo a disposizione gratuitamente
nel sito dell’ANISN.
|
|
28/4/13-UK
|
·
L'8 e 9 maggio presso una struttura
universitaria londinese dedicata essanzialmente alla ricerca sul cancro (la Royal
Marsden School) si organizzerà un convegno dedicato a "Human
Evolution Past, Present & Future – Anthropological, Medical &
Nutritional Considerations". E' prevista la partecipazione anche di
importanti antropologi (basta citare Donald
Johanson) e di divulgatori naturalistici come David
Attenborough.
Ha suscitato un po' comunque di preoccupazione e sospetto il fatto che
qualche relazione faccia riferimento ad una storia, che circolava qualche
anno fa in ambiti non professionali, quella che potesse essere utile e
produttivo che i nostri antenati passassero gran parte della giornata immersi
in uno dei tanti laghi o fiumi africani che oggi ospitano abitualmente
coccodrilli e ippopotami oltre ad una gran quantità di parassiti per i quali
invece la fase acquatica è ben nota e ha effetti nefasti sulla salute e sulla
sopravvivenza delle popolazioni africane. Una situazione che avrebbe
certamente favorito la mortalità in un ambiente che, tra l'altro, avrebbe
favorito un evento che invece per l’evoluzione umana risulta decisamente
raro, come la fossilizzazione dei reperti scheletrici, più facile in ambiente
lacustre o fluviale.
Ne ha parlato ad esempio ieri il Guardian ("Big
brains, no fur, sinuses … are these clues to our ancestors' lives as 'aquatic
apes'?"). Troviamo oggi opinioni critiche nel blog Zygoma
("The
Aquatic Ape Hypothesis") e in quelli di J.Coyne
e di PZ
Myers.
In proposito si può far notare che questa ipotesi (che con la sua maggiore
divulgatrice, E.Morgan, nel 2009 è arrivata anche su TED) non è
l’unica: il 20/4 si terrà a Boston al MIT il “FESTIVAL OF BAD AD HOC HYPOTHESES”,
un’occasione davvero imperdibile per confrontare ipotesi evolutive ben
presentate e documentate ma completamente sbagliate. Ci sarà certo posto
anche per l’ipotesi “aquatic ape” che circola, sempre senza fortuna,
ormai da 70 anni.
Il festival è sponsorizzato dall’EvoS
Consortium e dal magazine This
View of Life.
|
|
26/4/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Dal 2 al 5 maggio, a Foligno si terrà la terza edizione
dedicata a Scienza e Filosofia: il tema di quest'anno è Scienza e
Società. Decine gli ospiti italiani e internazionali
|
|
25/4/13-UK
|
·
Sul numero di Nature uscito oggi si valuta
("The
fight against bird flu") il comportamento delle autorità
sanitarie cinesi (il Chinese Center for
Disease Control and Prevention") nell'indivìduazione del virus di
origine aviaria H7N9, nel suo sequenziamento e nella gestione delle
iniziative per controllare e limitare la diffusione fra la popolazione della
nuova influenza aviaria.
La valutazione è positiva, è Nature apprezza come si sia agito meglio
rispetto a come si fece 10 anni fa quando si diffuse il virus della SARS: la
mortalità fu elevata (800 morti rispetto ai 30 attuali), e ne fu vittima,
contagiato ad Hanoi, anche il medico italiano Carlo Urbani, che
lanciò l'allarme pandemia e di cui si è ricordato appunto qualche tempo fa il
decennale della morte. Sempre sullo stesso numero di Nature un
epidemiologo si mostra preoccupato per queste nuove minacce che nascono
localmente ma rischiano di diventare subito globali ("H7N9
is a virus worth worrying about").
|
|
25/4/13-USA
|
·
Chi desiderasse di vivere fino a 120 anni, per
cominciare deve fare injn modo di nascere da adesso in poi. Se si conoscesse
qualcuno che, in base alle conoscenze biologiche (e alle condizioni
economiche oggi presenti in alcune aree nel mondo) potrebbe aspirare a vivere
fino al 2133 (pochi altri potrebbero oggi seriamente aspirare a vivere oltre
i 120 anni), da oggi può regalargli una foto in
copertina su un numero personale del National Geographic ...
|
|
24/4/13-IT
|
·
Il 17/5/13 al Museo di Storia Naturale di Pisa, a Calci,
si parlerà (con E.Palagi ed E.Visalberghi) del gioco,
un’attività che ha un ruolo fondamentale in varie specie di mammiferi; si
parlerà non solo nell’uomo, ma anche dei primati e degli animali domestici: “Giocare?
Un gioco da ragazzi e … non solo”.
|
|
23/4/13-CA
|
·
Uscirà prossimamente, pubblicato da Taylor & Francis e sostenuta
dalla canadese Coevolution
Society, il primo numero di una nuova rivista open access, Coevolution.
Ovviamente sarà una rivista peer-reviewed e pubblicherà informazioni
originali e preziose su tre
tematiche: coevoluzione molecolare, coevoluzione a livello di organismi e
modelli teorici di coevoluzione.
Gli
editori (un canadese e uno statunitense) citano esempi di coevoluzione
che oggi si riescono a studiare e capire sempre meglio; sia a livello di organismi
(ospite/parassita, pianta/impollinatore, ospite/simbionte, preda/predatore,
maschio/femmina) che a livello molecolare (recettore/ligando,
batteriofago/batterio, codone/anticodone).
Compare anche l’interesse per una coevoluzione che riguarda soprattutto la
nostra specie, sembra escludendo i primati:
cultura/Homo.
Forse sarebbe stato più lungimirante citare la famiglia “Hominidae” invece
del termine più restrittivo “human”.
Qui le istruzioni
per gli autori.
|
|
22/4/13-F
|
·
E' morto ieri a 93 anni uno dei più noti premi Nobel
della biologia, Francois
Jacob, che con André Lwoff e Jacques Monod cominciò a
scoprire i primi meccanismi di controllo della sintesiu proteica. Erano
passati solo 8 anni dalla scoperta (avvenuta a Cambridge nel 1954)
della struttura del DNA, che aveva
permesso di capire come erano unite fra loro le molecole che
costituivano la struttura tridimensionale del DNA. La scoperta di questa
imprevista struttura tridimensionale permise di capire come e perchè potevano
funzionare i meccanismi di duplicazione e di trascrizione del DNA. Un esempio
di una relazione perfetta fra struttura e funzione.
Jacob, Lwoff e Monod riuscirono ad aggiungere un elemento di straordinaria
importanza, spiegando come fosse regolata l'attività delle singole sequenze
di DNA incaricate di produrre le proteine necessarie, solo quelle e nel
momento in cui erano richieste. Anche il gene e il suo funzionamento
cominciarono ad essere compresi meglio, nonostante rimanesse spesso
misterioso il vero significato della presenza di almeno due copie di ognuno
di loro, una situazione di continuo rimescolamento casuale dell'informazione
genetica di cui ancora oggi molti non comprendono nè il significato nè tanto
meno l'utilità.
Non è difficile immaginare come in quegli anni successivi al 1953 la biologia
attirasse l'interesse di moltissimi giovani un po' in tutto il mondo
occidentale, e le scoperte iniziarono a comparire in una successione logica,
oltre che - spesso - in paesi e laboratori diversi, dove si riuscivano a
realizzare le migliori condizioni di lavoro e si riusciva a coltivare la
curiosità, la fantasia e la creatività necessarie per le scoperte più
geniali.
Anche Carl Zimmer, oltre a citare anche lui il celacanto,
ricorda la figura di F.Jacob
nel suo blog The Loom ("“I
Think I’ve Just Thought Up Something Important”–Francois Jacob (1920-2013).
E' davvero triste oltre che preoccupante che dopo solo pochi decenni non
tutti siano vaccinati contro chi, ignorando i meriti e le competenze di coloro che hanno contribuito al veloce successo
globale
della nostra specie negli ultimi decenni, riesce a far divertire prendendo
a calci i cervelli migliori, quelli che hanno portato all'attuale
successo e che potrebbero essere ancora utili per gestirlo al meglio.
Su Pikaia
un commento di Mauro Mandrioli.
|
|
22/4/13-USA
|
·
In occasione dell’Earth Day 2013, ecco oggi
alcuni links utili per trovare e diffondere informazioni necessarie per
capire la direzione verso cui sta rotolando il mondo su cui temporaneamente
rtrascorriamo un periodo di tempo: Earth
Day Network, Earth Day Italy, Earth
Day Greepeace Italia.
Chi si occupa con competenza dell’ambiente ha diritto anche lui ad avere
occasioni per far conoscere le sue osservazioni e le sue riflessioni, per far
capire come cambia la situazione in un mondo che, è ormai evidente a tutti,
sta aumentando la sua velocità di cambiamento e di spostamento di persone,
idee, notizie, ma soprattutto capitali, da un paese all’altro, da un
continente all’altro. Spesso senza controlli e senza razionalità.
In italiano si può rispondere all’Ecological Footprint
Quiz, dedicato al nostro paese.
Questa indagine è stata fatta l’anno scorso in alcune città italiane da GreenAccord;
si è verificato che le 300 famiglie del test hanno consumato “quattro volte più risorse di quanto l’Italia, sia in
grado di produrre”, e che molti degli spechi potrebbero essere
ridotti modificando anche solo le abitudini alimentari errate, non più
adeguate.
“Che l’Italia consumi in misura eccessiva e
troppo velocemente le risorse naturali e le materie prime di cui
dispone è un dato ormai noto”; meno noto che modificando abitudini
irrazionali si possa cambiare direzione. Purtroppo non a tutti interessano le
nuove feste.
In occasione della giornata della terra 2013 è uscito il documentario Planet
Ocean, diretto da Yann Arthus-Bertrand, autore dello splendido
documentario Home,
che mostra un mondo che merita di essere ammirato anche da chi passerà sulla
terra dopo di noi.
|
|
21/4/13-USA
|
·
Come ben sappiamo, il 25 aprile in Italia è festa.
Dal 2003, quando lo ha deciso il congresso USA, è festa anche altrove; si
intende ricordare che il 25 aprile 1953 si scoprì che la struttura del DNA
permetteva di spiegare molto di quello che ancora non si capiva della biologia.
In particolare i meccanismi evolutivi intuiti e descritti da Darwin e quelli
riproduttivi intuiti e descritti da Mendel. Il prossimo 25 aprile sarà quindi
il DNA and genome day 2013.
Come si vede dalla pagina web, molti dei festeggiamenti a livello mondiale
sono associati a convegni di biologia organizzati nell’ambito della sezione
del BIT che si terrà a Nanchino,
e che ruoterà attorno al nuovo ruolo attuale della biologia e alle sue
scoperte passate e future.
Leggendo il programma dei
convegni di biologia organizzati a Nanchino si rimane
impressionati dal numero di nomi cinesi fra i ricercatori che parleranno, ma
soprattutto stupisce che moltissimi di loro vengano da università
occidentali.
Un’altra iniziativa significativa, che dimostra l’intenzione di impegnarsi
seriamente nella ricerca nei miglioramenti della tecnologia, è quella
denominata Nobel Prize
across China: 37 premi Nobel degli ultimi 10 anni parteciperanno
a numerose iniziative realizzate con
e per loro in tutta la Cina (è impressionante notare che ben 25 dei Nobel
invitati hanno ottenuto il premio per il loro contributo alle scoperte
della biologia; gli altri sono fisici, chimici o economisti).
L’iniziativa non è nuova (“Nobel Laureates Forums were held among 10 cities in
China during the past few years. These forums have brought us a new
concept of science and have been an excellent platform for exchanges”)
e le intenzioni per il futuro sono chiare e “preoccupanti” (“We will stick on this plan and invite more Nobel
Laureates to come. This plan aims to spread the spirits of Nobel Laureates to
every area in China, which will encourage our scientists and students to
surprise our world”).
Gli USA si stanno preparando da almeno un decennio; sono davvero
preoccupati nel verificare che, a differenza di quanto avviene nella loro
bible belt imbottita di creazionisti, i cinesi dimostrino di
apprezzare i risultati positivi che si ottengono quando si impegnano nella
ricerca i cervelli migliori.
|
|
20/4/13-USA
|
·
Oggi sull'articolo comparso su Nature
due giorni fa, e riguardante i risultati del sequenziamento del DNA del
celacanto interviene nel suo blog anche un altro biologo evoluzionista. PZ
Myers su Pharyngula ("Coelacanths
are unexceptional products of evolution"), pur lamentandosi di essere stato preceduto da Larry Moran,
contesta le conclusioni che l'assemblea degli autori aveva tratto sulla
velocità di evoluzione di quello che loro identificavano come fossile
vivente.
La discussione critica di un articolo scientifico è certo "unexceptional",
non una novità, anche se è "exceptional" che lo si faccia in
un blog, con la sua immediatezza, e non in un'altra pubblicazione
scientifica, che deve prima superare i necessari controlli di esperti.
Il fatto mette comunque in evidenza che la peer-review è solo il
controllo iniziale di un processo che porta al miglioramento delle conoscenze
scientiche , un processo che richiede la successiva conferma da parte di chi
ha provato a ripetere l'esperimento, magari modificandone i parametri, o a
verificare la coerenza dei risultati in altre condizioni e in altri contesti,
magari meglio conosciuti dalle decine o centinaia di ricercatori che nel
mondo si occupano di problemi simili o utilizzano tecniche simili.
Visto che è questo il contesto in cui si sviluppa oggi la ricerca in
qualsiasi campo della scienza, ci si stupisce quando si legge che per
pubblicizzare ("Three
(or Four) Reasons Everyone Should Read Darwin's Doubt") il
prossimo libro di S.Meyer del Discovery Institute si afferma
che "one exciting element of Darwin's
Doubt is that Meyer reviews much of the peer-reviewed research that's
been published by the ID research community over the last few years".
Se S.Meyer riesce a controllare gran parte della ricerca svolta dai
ricercatori peer-reviewed
sull'Intelligent Design è possibile che
il superamento del neodarwinismo sia ancora lontano, ma soprattutto
che S.Mayer e i suoi ricercatori abbiano di fronte un lavoro eccessivo
rispetto alle loro forze, soprattutto se consideriamo necessaria anche una
verifica (sperimentale!) a posteriori, che però purtroppo non sembra
prevista.
|
|
20/4/13-IT/USA
|
·
La notizia imprevista del rinvio del pensionamento di
Napolitano, una delle prime che mi accoglie al ritorno dal congresso dei
primatologi italiani, evoca quel che leggevo un paio di giorni fa sul blog The
Loom, in un post di Carl Zimmer sui limiti biologici che, nella
nostra specie, condizionano soprattutto coloro che casualmente hanno ricevuto
in eredità i cromosomi sessuali che costringono a svolgere il ruolo
femminile.
All'inizio del post, dedicato in particolare ad una fase critica della vita
che coinvolge esclusivamente le donne ("Why
Menopause?"), Carl Zimmer cita l'incredibile e recente caso
di Ramajit
Raghav, un indiano di 96 anni che in una foto sul Times
of India tiene in braccio un neonato, il suo secondo figlio, appena
avuto dalla moglie, di 52 anni.
Nell'articolo
si fa anche notare che, a differenza di Napolitano, Raghav deve anche
lavorare in campagna per integrare la pensione di 7,2 euro (oraria?
mensile?), insufficiente a mantenere i due suoi nuovi figli,.
|
|
20/4/13-IT
|
·
A Bari si sta svolgendo un convegno di due
giorni organizzato da Repubblica nell'ambito delle iniziative
denominate"La Repubblica delle Idee". Il tema quest'anno è il
rapporto fra scienza e fede, e si toccheranno argomenti che vanno dalla generazione
all'evoluzione, dalla laicità dello Stato alla libertà religiosa. Qui
il programma.
I protagonisti (qui l'elenco
completo) sono da anni al centro di questa discussione nel Paese: dal
professor Umberto Veronesi, intellettuale e scienziato, al cardinal Camillo
Ruini, dal Priore di Bose Enzo Bianchi a Stefano Rodotà, da Umberto
Galimberti a Vito Mancuso, dal direttore di Famiglia Cristiana don Antonio
Sciortino a Giovanni Valentini e ancora Piergiorgio Odifreddi, Remo Bodei e
Marinella Perroni.
Qui
il blog live e qui
alcuni dei video registrati durante l'iniziativa (da Veronesi
a Ezio
Mauro, per ora). C'è poi Rodotà, che parlerà alle 19.
·
Sullo stesso tema si era svolto ai primi di aprile un
convegno organizzato a Filadelfia (USA) dal Discovery Institute:
"Conference on Science and
Faith on April 5-6, 2013 at Covenant Fellowship Church".
Oratori principali erano un matematico di Oxford, John Lennox, e
un filosofo oggi considerato il teorico dell'Intelligent Design, Stephen
Meyer, di cui nel sito del Discovery Institute si cita spesso ("Three
(or Four) Reasons Everyone Should Read Darwin's Doubt") un
nuovo libro, che però uscirà solo in giugno.
Già si sa che S.Meyer proverà ancora a dimostrare - finora non c'era forse
riuscito, nonostante il titolo promettente del libro precedente - "the
Evidence for Intelligent Design".
Il tema specifico del convegno di Filadelfia era "How
Did it All Begin?", e toccava anche il punto centrale del
prossimo libro di S.Meyer, l'eplosione di biodiversità avvenuta nel
Cambriano.
Interessante scoprire che chi vuole prenotare questo libro promosso dal
Discovery Institute riceverà in omaggio anche ilp PDF di un libro di Alfred
Wallace ("A rediscovered life"), che siamo certi
condividesse con Darwin la scoperta di quello che ambedue credevano fosse il
principale meccanismo che spiegava il processo evolutivo, la selezione
naturale. Sta forse nascendo, sponsorizzata dall'ID, anche qualche corrente
antiwallacista!?
|
|
18/4/13-UK
|
·
Sull'ultimo numero di Nature troviamo in
copertina un richiamo ad un importante articolo sul sequenziamento del genoma
del Celacanto: "The
African coelacanth genome provides insights into tetrapod evolution".
Se ne parla anche su Pikaia,
e, in maniera piuttosto critica, sul blog Sandwalk di Larry Moran,
a cui non piacciono alcune delle osservazioni conclusive che si leggono
nell'articolo e che indicano la tendenza ad una visione - limitata al
significato adattativo - dell'evoluzione nel tempo delle sequenze
amminoacidiche ("Coelacanths
Evolve More Slowly?); nel post si ricordano anche alcune
contestazioni già arrivate sull'uso scorretto del termine "fossile
vivente" (Casane
and Laurenti: "Why coelacanths are not
‘living fossils’, 2013). La conclusione del post di Larry Moran
coinvolge, con alcuni quesiti, sia i revisori di Nature che alcuni
nomi famosi che si intravedono nella lunga lista degli autori, fra cui il
commissario Axel Meyer.
|
|
18/4/13-USA
|
·
[da NCSE]
Il NCSE offre una preview (PDF) del libro di Brian
Switek My Beloved
Brontosaurus: On the Road with Old Bones, New Science, and Our Favorite
Dinosaurs
|
|
17/4/13-IT
|
·
Sull'Almanacco della Scienza, una rivista on
line del CNR, è comparsa oggi una recensione di F.Focher ("Felice
di conoscerla, signora Darwin...") sul libro di Chiara Ceci
dedicato alla moglie di Darwin "Emma
Wedgwood Darwin". Una recensione precedente - citata
da Pikaia - era comparsa in quella sede in gennaio, quando F.Focher
aveva recensito
un libro ('Darwin's Ghosts' di Rebecca Stott) sullo
sviluppo progressivo delle conoscenze sull'evoluzione che si erano lentamente
accumulate prima del 1859.
|
|
15/4/13-USA
|
·
[da NCSE] Evolution: Education and Outreach, la rivista diretta da Nils Eldredge che si
occupa della diffusione, soprattutto negli ambienti didattici, dei migliori
metodi per far conoscere l'evoluzione biologica e la teoria che oggi la
spiega nel modo migliore annuncia che gli articoli saranno consultabili
gratuitamente. quesot vale anche per i precedenti 5 volumi, ed è una grossa
novità per l'editore, Springer.
Fra gli articoli liberamente
consultabili nell'ultimo numero c'è la recensione ("Geeking out with
Darwin") di un libro che offre
una biografia grafica di Darwin, e la recensione di un libro
scritto da un paleontologo cristiano che risponde ad una domanda su un
problema che non comprende ("Does evolution
compromise Christian faith? R.
J. Asher's Evolution and Belief").
In un altro articolo si cerca di evidenziare il diverso comportamento
di quella componente che purtroppo spesso si dimostra essere l'anello
mancante nella trasmissione dell'informazione scientifica fra i ricercatori e
i giovani che devono apprendere in modo corretto i meccanismi dell'evoluzione
per poterla capire ed accettare: gli insegnanti di scienze delle scuole
superiori, il cui orientamento religioso è noto che possa creare pericolose
interferenze: "Canadian
and Pakistani Muslim teachers’ perceptions of evolutionary science and
evolution education". Nel caso studiato anche il contesto culturale
esterno (secolare come in Canada o religioso come in Pakistan) introduce
qualche ulteriore effetto. Interessanti le informazioni su antichi pensatori
islamici, come Al-Biruni
(973 to 1048), Ibn
Arabi (1165 to 1240), e Ibn-Khaldun
(1332 to 1406) che sembrano non aver escluso l'evoluzione teista; già allora
qualcuno notava la necessità di giustificare la relazione dell'uomo con altre
specie animali. Questo è confermato ancora oggi fra gli insegnanti di scienze
pakistani; molti insegnano anche la visione evoluzionista, ma sulla creazione
indipendente e speciale dell'uomo non si discute: "nearly all Pakistani science teachers rejected human
evolution because they believed that ‘human beings did not evolve from
monkeys.’"
·
[da NCSE] Un
articolo ("Jindal
connects the dots") fa notare che è comparsa una dichiarazione
del governatore della Louisiana (Bobby Jindal, che ha anche una laurea in
biologia presa alla Brown University ...); qui lui spiega il motivo vero per
cui nel 2008 aveva voluto e firmato una legge (il Louisiana
Science Education Act) che permette tuttora di insegnare il
creazionismo e addirittura la teoria dell'evoluzione perfino nelle scuole
statali.
Il docente era semplicemente
autorizzato a consultare e far consultare agli studenti (senza rischi per
lui, come poteva avvenire precedentemente) documenti e testi non
corrispondenti ai criteri previsti dal metodo scientifico ("A teacher shall teach the material presented in the
standard textbook supplied by the school system and thereafter may use
supplemental textbooks and other instructional materials to help students
understand, analyze, critique, and review scientific theories in an objective
manner, as permitted by the city, parish, or other local public school board
unless otherwise prohibited by the State Board of Elementary and Secondary
Education").
Bobby Jindal ha ora chiarito che non era per completezza dell'informazione, come
anche i creazionisti europei che pubblicizzano il testo dei creazionisti
Junker e Scherer vorrebbero far credere: "I've
got no problem if a school board, a local school board, says we want to teach
our kids about creationism, that people, some people, have these beliefs as
well, let's teach them about 'intelligent design'.What are we scared
of?".
|
|
13/4/13-USA
|
·
Sembra davvero interessante, e sembra aprire la
strada ad infinite applicazioni il risultato pubblicato su
Science ottenuto da un gruppo di ricercatori americani e
coreani diretto da un giovane anestesista, Michael Bruchas ("Injectable,
Cellular-Scale Optoelectronics with Applications for Wireless Optogenetics").
Se non si vuole fantasticare troppo sulle possibili applicazioni,
apparentemente si potranno evitare i casi di obesità in primati che finora
venivano premiati con del cibo quando risolvono, magari per mesi, i test loro
sottoposti dai ricercatori. Ma le applicazioni non sembrano così limitate, e
queste ricerche di "optogenetica" potranno avere applicazioni anche
in ambito umano, e permettere un approcio diverso alla gestione del dolore e
dello stress.
|
|
13/4/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Il 18 aprile, all'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia si
terrà un interessante convegno sull'evoluzione dell'altruismo, con
T.Pievani e A.Voci. Poster.
·
Un articolo di G.Biamonti (direttore
dell'Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia ("60 anni di
doppia elica") ci ricorda che si sta avvicinando una data che
ricorda una tappa importante dell'evoluzione culturale umana.
Ma soprattutto ci invita a riflettere su quale sia stata la velocità di
produzione di nuove scoperte, da cui sono ovviamente derivate nuove
conoscenze, da parte della biologia: sono passati solo 60 anni dalle
fondamentali scoperte di Watson, Crick, Wilson, Franklin e Wilkins
pubblicate su Nature del 25/4/1953, che hanno fornito le chiavi
giuste per aprire l’ultima porta per entrare nel mondo della biologia.
Da quel giorno in biologia tutte le scoperte si fecero con una velocità
sempre maggiore, accelerata ulteriormente da alcune importanti scoperte
successive, alcune delle quali apparentemente minori, come quelle della
colchicina e della PCR. 60 anni corrispondono quasi alla durata della vita
attuale, per cui chi ha più di 60 anni ha goduto non solo di uno dei periodi
storici più pacifici (almeno in occidente). E’ vissuto infatti in un periodo
in cui sono state fatte quasi tutte le principali scoperte della biologia,
molte delle quali hanno portato anche a notevoli miglioramenti nella durata e
nella qualità della vita; basti pensare che nel 1950 gli Homo sapiens
erano 2.5 miliardi ed oggi sono già più di 7 miliardi, molti dei quali
traggono vantaggi importanti anche dallo sviluppo dalle nuove conoscenze
biologiche utilizzate in medicina, come si può capire da questo intervento (“Wealth
& Health of Nations”) dell’epidemiologo Hans Roslin che mostra come i
cambiamenti negli ultimi trent’anni non riguardino più solo l’occidente (è
molto interessante evidenziare i diversi percorsi nel grafico di Cina e
Italia).
|
|
13/4/13-UK
|
·
Davvero interessanti le facce, ma soprattutto gli
occhi, di alcuni esemplari di specie che da centinaia milioni di anni
dominano la terra e che certamente la domineranno anche dopo la scomparsa
dell'uomo. Oggi l'"Earth
Picture Gallery" ospitata dal quotidiano The Telegraph è
dedicata a "Bug-eyed:
macro photographs of insects".
17 macrofotografie che ci mettono faccia a faccia con alcuni insetti,
non tutti identificati, facendoci riflettere sul concetto di biodiversità (e
magari anche su quello di bellezza).
|
|
12/4/13-IT
|
·
Sull’ultimo numero di Le
Scienze si possono leggere un paio di articoli che cercano di
chiarire alcune delle novità che vengono dalla ricerca paleoantropologica
("Homo sapiens, Una teoria ancora pericolosa" di G.Manzi e "Frammenti
di antenati" di Katherine Harmon).
Come se non bastasse, "I signori del pianeta" di Ian Tattersall è un libro che puo' essere
richiesto insieme al numero di aprile.
T.Pievani ("Gli avvoltoi di Napoli non vinceranno") critica poi i gravi commenti antiscientifici e
antievoluzionistici suscitati dall’incendio
doloso che ha distrutto gran parte della Città della Scienza di
Napoli; provengono fatti da chi non
conosce o nega l’importanza attuale del metodo e della ricerca scientifica,
la cui nascita, nonostante l'esperienza subita da Galilei, qualcuno vorrebbe
attribuire alla chiesa cattolica; fra i critici della scienza c'è anche chi
confonde la ricerca con la divulgazione.
|
|
11/4/13-UK
|
·
[da Nature]
Una lettera di T.Pievani su Nature ("Italian
science centre: Naples fire inflames rise in creationism") cita
il famoso articolo, comparso sul Foglio, chiaramente ostile alla
teoria dell'evoluzione ma anche al ruolo svolto dalla Città della Scienza
di Napoli, distrutta recentemente da un incendio doloso. Gli autori
dell'articolo, che pur sembrava conoscessero il ruolo della scienza,
ignoravano il reale ruolo svolto dalla Città della Scienza ("la scienza è fatta di scoperte e che cosa abbiano mai scoperto a Bagnoli non è dato
sapere. Nemmeno la ricetta definitiva delle nozze coi fichi secchi sono
riusciti a mettere a punto"); infatti non consisteva affatto
nella produzione di novità o scoperte scientifiche ma nella diffusione della
conoscenza scientifica, dalla matematica, alla chimica, alla biologia. Una
tale attività ha certo un ruolo rilevante nella 'produzione di scienziati',
di cui certo le novità scientifiche sono un prodotto secondario.
Forse Pievani allude anche ad altri articoli, non citati, di chi ha
approfittato dell'occasione per sfottere la Berkeley University o di chi
vorrebbe ritornare ad una biologia "demendelizzatta".
Scrivere che "la scienza è stata
incenerita da chi ha messo il caso onnipotente all'origine della complessità"
significa criticare ed offendere non
certo chi, come la struttura di Napoli, oggi si occupa di diffondere le
conoscenze scientifiche ma chi per primo osservò che il caso – che è
necessariamente connesso alla diploidia e alla gametogenesi, come si scoprì
solo successivamente - contribuiva a spiegare fatti che il povero Darwin non
poteva capire. E fu
proprio Mendel il primo a scoprirlo e ad annunciare le due novità senza
alcun timore di future condanne: "Dipende semplicemente dal caso - scriveva nei suoi Versuche
über Pflanzenhybriden, Brno 1866 - quale
dei due tipi di polline si unirà con ciascuna cellula uovo". L’articolo dello statistico Italo
Scardovi sulla probabilità
in cui si trova questa citazione illustra bene quale sia stato il ruolo di
Mendel nell’introdurre la probabilità e quindi il caso nei meccanismi
ereditari che Darwin intuiva fossero alla base dei processi evolutivi.
·
[da Nature]
Nature e Scientific American hanno messo a disposizione degli
studenti di scienze quello che chiamano “a
textbook designed for the world we live in today”. Si tratta
di Principles of Biology.
E’ un testo di biologia nato digitale fin da subito, che contiene più di 200
moduli che coprono gran parte delle conoscenza scientifiche oggi necessarie
per capire e gestire il mondo attuale, dalla chimica alla genetica, alla
biologia cellulare e all’ecologia. Qui c’è l’indice
con l’elenco dei moduli e delle unità.
La centralità dell’evoluzione è evidente fin dal titolo del primo modulo (“1.Evolution
and Life on Earth - Evolution is a core theme in biology)”.
L’unità di genetica inizia con un omaggio a Mendel, e al suo ruolo
fondamentale nella scoperta dei meccanismi probabilistici di cui Darwin
sentiva una forte mancanza (non per niente hanno scelto dei dadi come
immagine più adeguata a rappresentare il contributo di Mendel, illustrato nel
modulo 39. Mendelian inheritance, e incompatibile con qualsiasi idea
di finalismo). C’è anche un modulo dedicato all’evoluzione umana (112.
Human evolution).
Gli ultimi moduli sono sugli effetti dell’attività umana sull’ecosistema e
sui modi migliori per controllare la conseguente perdita di biodiversità, che
mette a rischio soprattutto la sopravivenza della nostra specie.
I
docenti di biologia possono chiedere di accedere ad un campione del sito,
che gli editori garantiscono di aggiornare in parallelo con l’avanzamento
delle conoscenze, che avviene grazie alla ricerca biologica.
|
|
10/4/13-IT
|
·
[da Pikaia]
tra il 12 e il 23 aprile sono previste iniziative “evoluzionistiche” del Centro Buonarroti, a Pavia,
Tradate e Novara:
- Pavia: Venerdì 12 aprile ore 15, sala Ciro Barbieri Piazza Italia n.2,
ore 15: ("La teoria dell’evoluzione oggi", con Maurizio
Casiraghi)
- Tradate: GIOVEDI’ 18 APRILE ore 21, Aula Magna Liceo Curie
(“Possiamo ancora dirci darwinisti alla luce delle scoperte della biologia
del Novecento?" con Marco Ferraguti)
- NOVARA: MARTEDI’ 23 APRILE, Camera del Lavoro Via Mameli 7 ore 17
("La storia della diversità umana" con Francesco Cavalli Sforza
e "I temi della mostra Homo sapiens" con Massimo Debernardi)
·
[da Pikaia]
Il 17 aprile a Milano ci saranno anche due interessanti conferenze
sull'origine dei tetrapodi con Jennifer Clack dell'Università di
Cambridge, una alle 10:30 e l’altra alle 14:30 nella zona di Via Celoria. Locandina
(6MB!).
|
|
10/4/13-UK
|
·
Oggi Nature pubblica un articolo (purtroppo
non pubblicamente accessibile) di A.Berry su Alfred Russel Wallace ("Evolution's
red-hot radical"). Come sappiamo, questo è l'anno del centenario
della morte di Wallace, che nella vita ebbe, come Darwin, le esperienze
giuste per capire quali meccanismi avessero agito per creare, anche grazie
alle continue modificazioni della crosta terrestre, una biodiversità in
continua evoluzione. Quest'anno fornisce ottime occasioni per scoprire quanto
fosse complessa anche la figura di A.Wallace, che già nel 1855 (nell’articolo
"On the
Law Which Has Regulated the Introduction of New Species") dimostrò
come avesse ben capito, grazie alla sua esperienza di naturalista in
Sudamerica e poi in Malesia, come al momento della loro “creazione” (scrive
infatti di “law of creation”) le specie
dovessero probabilmente derivare le une dalle altre ("It is evidently possible that two or three distinct
species may have had a common antitype, and that each of these may again have
become the antitypes from which other closely allied species were created....
then the series of affinities will be compound, and can only be
represented by a forked or many-branched line"); un
fenomeno ancor oggi "invisibile" a chi insiste a preferire una
visione "creazionista" (ma anche qualche evoluzionista
ignorante non riesce a trovare la soluzione corretta … che è quella che
corrisponde all’albero immaginato già nel 1700 da un creazionista come
Linneo, che per primo cercò di mettere in ordine la biodiversità).
I creazionisti moderni magari non si pongono nemmeno le domande sugli organi
vestigiali che già nel 1855 inquietavano il curioso e inquieto creazionista
Wallace: “Another important series of facts,
quite in accordance with, and even necessary deductions from, the law now
developed, are those of rudimentary organs. That these really do
exist, and in most cases have no special function in the animal œconomy, is
admitted by the first authorities in comparative anatomy… To
every thoughtful naturalist the question must arise, What are these for? What
have they to do with the great laws of creation?”
Chi volesse approfondire gli argomenti da casa, puo' partire dalla Albert R.Wallace Web
Page di Charles Smith, dove trova anche una copia del documento del
1855, e i testi di Charles Smith
(Alfred R. Wallace: Evolution
of an Evolutionist e Alfred Russel
Wallace on Spiritualism, Man, and Evolution: An Analytical Essay);
chi vuole invece partecipare personalmente alle iniziative, può seguire la
pagina web Wallace100
e in particolare la sezione events:
per il prossimo deve affrettarsi: nell'ambito del Cambridge Science
Festival in the United States 2013
si terrà un Wallace
Day, il 20 aprile.
Qui il sito della BBC
con alcune registrazionin audio di interventi su A.Wallace.
|
|
9/4/13-USA
|
·
[da NCSE]
E' stata pubblicata oggila versione aggiornata dei Next
Generation Science Standards, che dovrebbero indirizzare per i
prossimi anni i programmi di scienze di tutte la scuole USA. Come si sapeva
dal documento preparatorio (A
Framework for K-12 Science Education) i problemi dell'evoluzione e le conoscenze di
base necessarie per analizzare i cambiamenti climatici sono ovviamente
presenti, come chiarisce anche iil New York Times di oggi: "Among many other changes, the guidelines call for
introducing climate science into the curriculum starting in middle school,
and teaching high school students in detail about the effects of human
activity on climate. The guidelines also take a firm stand that children
must learn about evolution, the central organizing idea in the biological
sciences for more than a century, but one that has rallied state lawmakers
and some religious conservatives to insist that alternative notions like
intelligent design be taught".
|
|
9/4/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Il 17 aprile, a Padova, presentazione del libro 'Stephen Jay
Gould' di Alessandro Ottaviani. Ospite anche Alessandro Minelli
|
|
8/4/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Escono per la prima volta in italiano, per
Einaudi, le lettere private di Darwin sulla religione, tradotte da Isabella
C. Blum e curate da Telmo Pievani. Per ricostruire filologicamente i pensieri
del naturalista inglese su un tema, quello della compatibilità o meno fra la
teoria dell’evoluzione e le credenze religiose, che da sempre suscita grande
attenzione.
Davvero incomprensibili alcuni aspetti
polemici dell’attualizzazione che si leggono nell’articolo di commento al
libro, comparso sul Giornale del 9/4 (“Darwin
contro i dogmi. Anche quelli degli atei”), dove sembra si voglia restringere il dogmatismo alla sola chiesa
anglicana dei tempi di Darwin (“il suo scetticismo fu anche motivato dalla religione
del suo tempo, dall'era vittoriana così intrisa di moralismo e saldezza
dogmatica”); per il momento attuale sembra invece si ritenga che
il dogmatismo non coinvolga il pensiero religioso; né coinvolgerebbe la
scienza, visto che si ammette che Darwin “in
quanto scienziato, non
accettava l'idea di una verità assoluta”, per cui “non c'era spazio per dogmi scientifici, meno che mai
per quelli religiosi”.
Sconcerta soprattutto la frase in cui si dimostra
chiaramente che ancora oggi non a tutti sia stato insegnato a scuola quale
sia il ruolo e l’importanza di una teoria evoluzionistica, necessaria per
comprendere e gestire il pianeta in cui viviamo: “il
padre della teoria evoluzionistica rifiutò di prendere una posizione
definitiva in merito all'esistenza di una divinità creatrice e a un ordine
nell'universo”.
D’altronde si capisce che c’è chi pensa ancora che
Darwin invece di spiegare l’ordine nella natura, ben descritto e classificato
da Linneo, “decise che l'uomo deriva dalla
scimmia”, e soprattutto che nulla di nuovo sia stato scoperto da
allora, come se il mondo e la cultura non evolvessero.
Le ultime righe sono lasciate a concetti più
difficili da capire e spiegare rispetto al termine “darwinista”, spiegato
nella prima riga, che dovrebbe indicare qualcuno che non ha letto nulla dei
150 anni di ricerche successive alle ipotesi ottocentesche di Darwin. Si
intuisce solo qui il motivo per cui già allora anche Darwin fosse
perseguitato dagli “stupidi di tutta Europa”,
ma si intuisce anche il motivo per cui Darwin riposasse, e da subito,
addirittura nella cattedrale anglicana di Westminster (una evidente smentita
al “moralismo e alla saldezza dogmatica”
prima attribuita alla chiesa anglicana, la “religione
del suo tempo” e del suo paese).
C’erano certo già allora in Europa tanti dogmatici
e tanti stupidi, ma l’articolo ha il pregio di mostrare qui, pur non
evidenziandolo, che già allora non tutti i dogmatici erano tanto stupidi
da non riconoscere la grandezza e la genialità di Charles Darwin, che dedicò
buona parte della sua vita a far nascere una spiegazione ragionevole per
quell’”ordine nell'universo”, che già suo
nonno Erasmus aveva genialmente intuito già nel 1794.
Oggi i problemi non sono del tutto risolti, anche
se il problema principale è l’aumento dell’ignoranza relativa rispetto ad una
realtà sempre più complessa ma offuscata da distrazioni e stimoli non sempre
gestibili nonostante le potenzialità elaborative del nostro encefalo siano
teoricamente uniche nell’universo.
|
|
7/4/13-USA
|
·
Sempre l'antropologo John Hawks (d'altronde un
recente articolo
del 5/4 ha apprezzato il suo ruolo fra gli antropologi presenti nel web)
sottolinea oggi l'importanza di un recente articolo (1/4/13) di Alan
Templeton su Genetic Engeneering & Biotechnology News ("Revolutionizing
the “Out of Africa” Story").
Anche le conferenze di Donald Johanson, in questi giorni in Italia,
costringono a riflettere sul notevole cambiamento dei punti di riferimento
intervenuto anche solo dal 1974, quando D.Johanson, grazie alla scoperta del
40% dello scheletro dell'Australopithecus
afarensis denominato Lucy,
ci permise di avere una rappresentazione fisica tridimensionale di un nostro
antenato di 3,6 milioni di anni fa, facendoci capire come e quali strutture
anatomiche fossero cambiate nel corso di quasi 4 milioni di anni.
Un elemento importante della scoperta fu la necessità, per chi non l'avesse
già fatto con le prime scoperte parziali di Australopithecus della
prima metà del novecento, di modificare prima che fosse troppo tardi un'idea
errata che per secoli aveva condizionato una rappresentazione dell'evoluzione
umana che non conosceva le vere fasi successive dell'evoluzione a mosaico:
che l'aumento delle dimensioni cervello fosse stato un elemento rilevante e
magari iniziale dell'evoluzione umana. Fu invece uno degli ultimi, e iniziò
circa 2 milioni di anni fa.
Questa falsa idea influenzò perfino gli esperti che nel 1911 non riconobbero
il falso
reperto di Pildown; è imperdonabile che tuttora quest'idea (che ho
verificato ben presente all'inizio del corso perfino fra i miei studenti..)
possa condizionare chi nega oggi l'evoluzione biologica o anche solo i
meccanismi che l'hanno dimostrata.
Proprio in
questi anni, e perfino in questi giorni ("A high-quality
Neandertal genome sequence"), arrivano invece dalla grotta
di Denisova, in Siberia, sequenze di DNA estratti da frammenti
ossei minimi (un ossicino di una mano e di un piede, un dente) di nostri possibili
antenati.
Non abbiamo oggi nessuna idea della struttura fisica di questi denisovani e
neandertaliani trovati nella grotta di Denisova; conosciamo però il loro DNA
e la loro informazione genetica, che presenta una connessione con
l'informazione genetica contenuta nel DNA non solo degli antenati comuni, ma
anche di alcune popolazioni umane attuali!
Una conseguenza utile e inevitabile della possibilità che oggi abbiamo di
analizzare e confrontare anche il DNA di individui del genere Homo di decine
di migliaia di anni fa sarà un ulteriore dato per comprendere e accettare
che l'evoluzione è un evento ulteriormente dimostrato anche per la nostra
specie, oltre che per tutte le altre.
I biologi lo sapevano già benissimo grazie al confronto fra i DNA delle diverse
specie attuali e fra le diverse
popolazioni umane attuali. Per
fare questi
schemi ora è sufficiente il DNA; i fossili sono ovviamente utili (e Donald Johanson lo sa
benissimo e pure Louise
Leakey, che lo spiega anche in italiano).
Purtroppo non è sempre a tutti chiaro che i fossili spesso citati per negare
l'evoluzione, non sono più da tempo necessari per la spiegazione delle
relazioni fra le specie (ed ora è ancora più evidente che non sono necessari
nemmeno nell'uomo come spiegano Spencer
Wells e Svante
Pääbo - anche in italiano). Le tracce del passato di ogni essere vivente
oggi vengono più dal DNA, che oggi sappiamo leggere e che certifica il legame
con le generazioni che ci hanno preceduto e con le specie del passato da cui
deriviamo (vedi il Tree of Life Project
rispetto all'ipotesi - I think
- disegnata da Darwin).
Nel sito del materiale
didattico del HHMI (Howard Huges Medical Institute) si può
recuperare anche un poster
sull'evoluzione umana inserita nell'evoluzione biologica, come ripasso
per chi avesse la tendenza a dimenticare la scala dei tempi o la complessità delle modalità di evoluzione umana
dimostrate dai paleoantropologi.
A questo proposito non dobbiamo dimenticare come le novità si succedano
continualmente ampliando e integrando le conoscenze precedente; la stessa
Lucy (del 1974) ha da giusto un anno un "cugino" che viveva sempre
in Etiopia, nella sua stessa zona, ma presentava caratteristiche
anatomiche dell'alluce ben più adatte ad una locomozione arboricola ("A
new hominin foot from Ethiopia shows multiple Pliocene bipedal adaptations").
La scoperta à stata fatta nella località di Burtele da un gruppo
guidato dal paleoantropologo Yohannes
Haile-Selassie del Cleveland
Museum of Natural History. Qui un articolo
a commento.
|
|
6/4/13-VA
|
·
Le nuove metodiche di comunicazione che coinvolgono
la rete sembrano stimolare anche il settore culturale del Vaticano, che ha
organizzato una sezione autonoma dei TEDTalks, la TEDxViaDellaConciliazione, che organizza
la sua prima iniziativa il 19/4/13. Tema prescelto per
l'inaugurazione, a cui parteciperà anche il Card.Ravasi (Presidente
del Consiglio Pontificio per la
Cultura), è "Religious Freedom Today".
Fra gli oratori ci sono esponenti di varie religioni, ma non manca una
componente scientifica (nei TEDTalks, anche se autonomi, è previsto un
controllo per evitare
che si dia spazio alla pseudoscienza o alla bad science, come
successo recentemente), con un gesuita astronomo, Guy Consolmagno, e una
chimica.
Fra
gli organizzatori di questa iniziativa c'è il direttore
dell'agenzia giornalistica Zenit (di proprietà dei Legionari di Cristo), che
si dichiara interessato a questo nuovo strumento di comunicazione, che
definisce "un misto di scienza,
comunicazione e intrattenimento".
Il suo interesse per la scienza è ben noto: lo aveva già portato ad
impegnarsi contro la teoria dell'evoluzione in una patetica iniziativa per
promuovere un libro contro lo stesso fatto dell'evoluzione; insieme a lui
vedianmmo sul palco G.Sermonti, il card.Martino che esprime le sue opinioni,
Rosa Alberoni, mons.Fisichella e Buttiglione; questo avvenne nel 2007, prima
che il card.Ravasi, uno dei pochi che avesse capito il
NOMA di Gould, elevasse il livello culturale.
Altro suo interesse scientifico noto è quello contro
chi si preoccupa per il clima e contro
l'ambientalismo, tanto da essere stato direttore
del Master in Scienze Ambientali alle 2 università dei Legionari di
Cristo per vari anni (prima
della disattivazione).
Oggi la situazione è cambiata (il sito del Cespas non esiste
più e quello dello Svipop sembr rimasto
congelato), e le iniziative vaticane su questi temi sono in oggi mano a
scienziati competenti e ai premi nobel raccolti nell'Pontificia
Accademia delle Scienze, che hanno organizzato convegni sul riscaldamento
globale e sull'evoluzione (dopo quello del 2008 il prossimo sarà propri nella
prossima settimana: “Sul
cammino dell'umanità”).
Twitter sarà
utile per seguire l'iniziativa, mentre le foto degli oratori sono su Pinterest
e anche il sito di Instagram
contribuisce con immagini corrispondenti al tema in discussione, la libertà
religiosa.
·
Come forse potremmo aspettarci, l'ONU non si è
dimenticato di questo tema nè dei rischi che si corrono nelle relazioni fra
le migliaia di religioni. Forse per questo non ha ritenuto fosse sufficiente
una giornata mondiale, visto che fra l'1 e il 7 febbraio chi ha voluto
ha festeggiato in tutto il mondo la poco nota (come ad
esempio in Indonesia) World Interfaith
Harmony Week.
|
|
6/4/13-USA
|
·
John Hawks è l'antropologo che sul suo blog ha
da poco annunciato ("Announcing my
MOOC, Human Evolution: Past and Future") l'intenzione di occupare
uno spicchio di internet con un corso online sull'evoluzione umana aperto a
tutti, comincia a preoccuparsi che non gli sarà facile lasciare un mondo più
istruito e migliore...
In un post ("Massive
courses: massive opportunity or massive problem?") cita oggi lo
scritto di un economista, Dan Ariely, che ha recentemente tenuto un corso on
line con 140.000 studenti ("A Beginner's
Guide to Irrational Behavior" ) e racconta le sue esperienze
positive e negative ("The
Plusses and Pitfalls of Teaching Online"). Uno degli aspetti citati,
oltre all'eterogeneità della preparazione iniziale, è l'interesse di molti
studenti a farsi notare nelle discussioni on line.
Ovviamente l'articolo con le osservazioni di D.Ariely suscita in John
Hawks una riflessione sulla probabilità che il dibattito on line sulle
lezioni venga monopolizzato da chi vuol promuovere i vari
creazionismi o altre ipotesi minoritarie senza basi scientifiche.
Saranno magari una piccola frazione degli iscritti, ma comunque potrebbe
essere complessa la gestioone di migliaia di antievoluzionisti che da tempo
popolano soprattutto la rete.
Il vantaggio potrebbe derivare dalla probabile eterogeneità delle critiche.
Si sa che la confusione è grande, che ci sono enormi differenze fra Ken Ham di AIG, Creation Ministries International e S.Meyer e i sostenitori dell'ID. Forse
J.Hawks non ha riflettuto che, se anche fra i suoi attuali 100 studenti ci
sono creazionisti, gli sarà forse più facile gestire - facendoli incontrare
fra loro - i più eterogenei creazionisti presenti fra 140.000 studenti.
Troverà infatti anche seguaci, che si incontreranno per la prima volta, di
antievoluzionisti con nuove ipotesi, meno note, diverse e fra loro ancora più
contrastanti sull'evoluzione umana, come Don Bortoluzzi, De Mattei, Harun Hiahia, G.Sermonti
o R.Fondi.
L'astuta e originale osservazione del prof.de
Mattei sul motivo per cui ritiene indispensabile un creazionismo della terra giovane potrebbe ad
esempio suscitare un dibattito planetario. Lo stesso anche la dichiarazione
sulla curiosità del prof.Sermonti.
|
|
5/4/13-USA
|
·
Nel sito Anthropology Report è comparso un
articolo di Jason Antrosio ("Anthropology
Blogosphere 2013 – Ecology of Online Anthropology") in cui si
illustra la presenza dell'antropologia, biologica e culturale, in internet.
Vengono elencati e commentati i diversi contributi degli antropologi (sia in
gruppo che individualmente, alcuni già citati in gennaio in un elenco più
completo citato in Anthropology
Blogs 2013) nella diffusione delle conoscenze e delle discussione sui
diversi temi di loro competenza. Fra i contributi collettivi si citano Somatosphere,
anthropologyworks, Ethnography.com,
Zero Anthropology, Anthropology.net, Recycled Minds,
mentre fra quelli individuali i complimenti vanno al John
Hawks Weblog, a Powered by Osteons, Struggle Forever!,
Anthropology
in Practice, Bones Don’t Lie, Greg
Laden’s Blog, Neuroanthropology e How to be an Anthropologist.
|
|
5/4/13-IT
|
·
Prima di Firenze (il 17) ma anche di Padova (l’11), Donald
Johanson (Institute of Human
Origins, ASU ) parlerà a Pavia; lo farà martedì 9 aprile
alle 17.30 al Collegio
Volta.
Qui il poster
della conferenza “Africa and the origins of humankind”.
Per arrivare preparati, qui c’è il transcript del
video "In Search of Human Origins”, della PBS e qui un suo testo
su “How
bipedalism arose”. Qui invece un video di una
conferenza di 3 anni fa, con Richard Leakey, e una conferenza del 2009 su
Lucy e sull'evoluzione
umana.
Nel sito del materiale
didattico del HHMI (Howard Huges Medical Institute) si può recuperare
anche un poster
sull'evoluzione umana inserita nell'evoluzione biologica, come ripasso.
Qui l'articolo (Siamo tutti africani) di T.Pievani sulla
conferenza a Padova
|
|
4/4/13-IT
|
·
il 17 Aprile prossimo il paleoantropologo Donald Johanson,
che nel 1974 in Etiopia nella zona dell’Afar scoprì,
con Coppens e Taieb, lo scheletro quasi completo (il 40%) di un Australopithecus afarensis
denominato Lucy,
terrà una conferenza dal titolo “Africa and the origins of humankind”
alle 17 presso l’Aula 1 di Palazzo Nonfinito, in via del Proconsolo, 12,
Firenze. Per arrivare preparati, Qui c’è il transcript
del video "In Search of Human Origins”, della PBS e qui un suo
testo su “How
bipedalism arose”.
·
[Nena
News], Cape Town, SA - La John Templeton Foundation ha
assegnato il Templeton
Prize 2013, del valore di 1,7 milioni di dollari, all’arcivescovo
sudafricano Desmond Tutu. Dopo dieci anni in
cui erano stati premiati teologi ma soprattutto ricercatori (anche atei come
l’astronomo M.Rees) che si occupavano dell’area di confine fra scienza e
fede, è ormai il secondo anno che con il più ricco premio individuale oggi
esistente si premiano religiosi.
L’anno scorso vinse il premio il Dalai Lama
(che comunque dedicò parte del premio all’istruzione scientifica dei monaci
tibetani).
|
|
3/4/13-IT
|
·
In un post nel blog My
Genomix ("DNA,
brevetti, privacy e il diritto di (non) sapere") si presentano alcuni problemi che sorgono nella gestione delle
delicate informazioni personali che oggi la genomica ci permette di ottenere
analizzando il DNA di ognuno di noi.
Si parte dalla recente sconcertante pubblicazione non
autorizzata della sequenza del genoma di Henriette
Lacks, che nel 1951 fornì, senza che glielo chiedessero, una linea di
cellule patologiche immortali (He-La
cells) che sono state poi sempre utilizzate per ricerche fondamentali in
molti laboratori di ricerca genetica nel mondo.
Quanto è successo è la dimostrazione che la legislazione
attuale non garantisce ancora dai rischi di un uso scorretto e potenzialmente
interessato dell'informazione genetica - che in parte condividiamo anche con
ascendenti e discendenti - ottenibile oggi facilmente da una qualsiasi delle
nostre cellule.
Il post evidenzia anche il problema del diritto personale
a conoscere - ma anche a non conoscere - quali informazioni genetiche siano
archiviate nel proprio DNA.
Del problema altrettanto serio del rapporto fra
possibilità offerte dalla genomica e il SSN (con i suoi limiti anche
economici) se ne parla in un precedente post sempre su MyGenomix (“L’Italia
si prepara alla rivoluzione gnomica”).
·
Sulla diffusione della
sequenza genetica delle cellule He-la si ragiona anche qui ("HeLa
genome sequenced w/o obtaining permission/consent from family") e
sul New York Times ("The
Immortal Life of Henrietta Lacks, the Sequel"), dove interviene Rebecca
Skloot, l'autrice del libro che ha raccontato la storia di Henriette
Lacks.
Perfino Francis Collins, direttore del NIH, si è
mostrato molto preoccupato delle serie minacce alla privacy che derivano dai
ritardi legislativi: "This latest
HeLa situation really shows us that our policy is lagging years and maybe
decades behind the science. It’s time to catch up”
|
|
2/4/13-USA
|
·
Interessante una recente
iniziativa lanciata in gennaio dal National Geographic. Denominata Out of Eden Walk,
racconta, con testi ed immagini, il viaggio a piedi di un giornalista, Paul
Salopeck,sulle tracce del genere Homo, che due milioni di anni fa
uscì dall'Africa e conquistò, a piedi, il resto del mondo.
L'articolo
di oggi mostra il giornalista
negli aridi deserti dell'Africa orientale, nella Gagade Plain,
Djibouti, 11°32'54''
N, 42°12'28'' E, in un'area da cui si dipartono le carovane
che raccolgono e distribuiscono il sale prodotto nella depressione.
·
Traendo spunto da un articolo
comparso sul Guardian di oggi
("Show me
the money: is grant writing taking over science?") che mostra l'impegno crescente ed
eccessivo richiesto da chi in UK fa domanda per ricevere finanziamenti
statali alle proprie ricerche, sempre John Hawks nel suo blog
evidenzia oggi ("Centuries of grant writing") il fatto incredibile citato in uno degli
ultimi numeri di Nature ("Funding: Australia's grant system
wastes time"):
"A recent correspondence in Nature about
the Australian system, for example, reported that collectively, in 2012,
researchers spent "more than five centuries' worth of time" writing
or revising grants for the major funding scheme; as only 20.5% were
successful, this account for a staggering four centuries' worth of wasted
time".
Notando come anche negli USA le perdite di tempo realizzate per fare
richieste poi non finanziate siano probabilmente su scala geologica e non di
secoli, J.Hawks evidenzia come la ricerca seria, utile e di qualità oggi
richieda elevatissimi investimenti finanziari e anche di tempo.
Anche questo impegno, incomprensibile per chi non fa ricerca, giustifica lo
scarso interesse per sfide come quelle che creazionisti ignoranti ogni tanto
propongono; l’ultima è quella del creazionista J.Mastropaolo,
che è presente, con M.Giertych, nella
lista di esperti creazionisti biblici del Kolbe Center for the study of Creation (USA). Da questa
lista sono stati stati scelti quelli che il prof.De Mattei e gli altri
creazionisti romani hanno fatto venire a Roma a loro spese per ben tre volte
(al CNR, alla Sapienza e alla san Pio V) per creare disturbo ai 2 convegni
sull'evoluzione organizzati nel 2008/09 da Ravasi, W.Arber e N.Cabibbo,
e tenuti in Vaticano in occasione del bicentenario di Darwin.
·
Non siamo negli USA e sembra di capire che per
i creazionisti italiani ci siano problemi finanziari: in occasione del
prossimo convegno in Vaticano sull'evoluzione umana (organizzato alla PAS
dal presidente Werner Arber il 19/21 aprile (“Sul
cammino dell'umanità”) alla presenza di paleontologi umani invitati
da tutto il mondo), non hanno organizzato altro che il piccolo incontro del 7
marzo, nemmeno in contemporanea (come si fece nel 2008/09).
|
|
1/4/13-USA
|
·
Sull’Huffingon Post USA
sono arrivate le insolite accuse (“Vaccines
Produce Homosexuality, Says Italian Scientist Gian Paolo Vanoli”) di uno pseudo scienziato italiano contro i vaccini e contro il
ruolo di virus e batteri come causa di malattie. 1’ aprile … anche se
qualcuno che gli crede l’ha trovato.
·
Nonostante la data, la
prossima notizia invece non sembra uno scherzo; è una buona notizia per chi
vuole imparare come orientarsi in modo corretto nel settore della ricerca
sull'evoluzione e in particolare dell'evoluzione umana.
Manifestare opinioni non è facile per chi non è esperto
del mestiere, in quanto molti concetti non sono sempre facilmente comprensibili
e purtroppo dall'ignoranza sui concetti o sui metodi utilizzati nascono
facilmente incomprensioni ed equivoci che impediscono di capire quello che
raccontano gli esperti.
La buona notizia, data oggi dall'antropologo John Hawks
è che ha deciso di impegnarsi dal prossimo anno nella gestione di un MOOC
(=corso on line di massa) sull'evoluzione umana ("Announcing my
MOOC, Human Evolution: Past and Future"). Si potrà quindi seguire on
line da qualsiasi paese del mondo questo corso sull'evoluzione umana,
permettendo di avvicinarsi più facilmente ad una disciplina affascinante ma
spesso difficile da capire.
Ne parla nel suo interessante blog illustrando gli scopi e l'impianto di
un corso rivolto a studenti e curiosi di tutto il mondo.
Di solito consiglio questo blog ai miei studenti - e a
chiunque - come guida alla comprensione delle scoperte più recenti,
affiancandolo alla lettura dei lavori originali. E' infatti sconsigliabile
dare alcun credito a notizie che si trovano sui quotidiani o su blog che sono
generici se non anche ostili all'evoluzione biologica o umana.
|
|
30/3/13-USA
|
·
E’ stato disattivata la
struttura indipendente che aveva organizzato TED conferences in cui venivano
presentati argomenti pseudoscientifici; come si può verificare nel sito web
di TEDxWestHollywood, gestito
da S. Taylor, ora l’intestazione è stata modificata
in ExTEDWestHollywood
·
Molto interessante e
intrigante un post di PZ Myers ("The
last intelligent creationist"), in cui racconta
di una delle prime critiche che Darwin ricevette dopo aver pubblicato il suo
principale volume sulla "trasmutazione delle specie": quella di un
famoso zoologo del tempo, Richard Owen, che in
una recensione del 1860 insisteva a criticare Darwin e i transmutationisti e ad approvare le
idee di un certo Richard Owen … continuamente citato.
La review
of Darwin’s Origin, fu pubblicata nella Edinburgh Review nel 1860.
Il testo, davvero dotto e impegnativo, rende difficile per chiunque scoprire
che Owen ha anticipato molte critiche che a Darwin fanno ancor oggi, con
minore competenza (come sottolineato dal titolo del post), i creazionisti e
gli antidarwinisti attuali.
Non sembra, ma Owen fu infatti il primo a chiedersi come mai, se l'evoluzione
fosse reale, ci siano in giro ancora le scimmie da cui ha avuto origine
l'uomo ...
|
|
29/3/13-IT
|
·
Dall’11 al 13 settembre si
terrà a Ferrara il XX
congresso degli Antropologi Italiani, mentre il 21° congresso dei Primatologi Italiani
(API) si terrà ad Asti dal 17 al 19 aprile. Il 5th
congress of the Italian Society for Evolutionary Biology (SIBE) si terrà invece a Trento
dal 28 al 31 agosto 2013.
|
|
28/3/13-USA
|
·
Il biologo evoluzionista PZ
Myers racconta oggi nel suo visitatissimo blog scientifico Pharyngula perchè rifiuta
la sfida ("No,
I will not ever debate Joseph Mastropaolo") che ogni tanto questo
consulente del Kolbe Center propone ai biologi evoluzionisti ("Joseph
Mastropaolo, Creationist, Offers $10,000 To Anyone Who Can Disprove Bible").
Come funzionino queste sfide lo potremmo immaginare, ma sbaglieremmo. E’
meglio leggere cosa racconta chi ha provato a sfidare questo creazionista una
decina di anni fa, nel 2004, quando Mastropaolo invitava a partecipare a The Life Science
Prize.
Lo ha raccontato ieri sull'Huffington Post ("Literal
Genesis Trial: Creationist Gimmicks Versus the Optimism of Education")
un famoso evoluzionista, Michael Zimmerman,
fondatore e direttore di un’iniziativa intrigante e poco nota, The Clergy Letter Project;
riunisce un gruppo di religiosi e scienziati (cattolici e protestanti) che
organizzano ogni anno un Evolution
Weekend. Lo fanno nella domenica più vicina al 12 febbraio, e quindi
sono piuttosto insofferenti verso l'ignoranza dei creazionisti biblici
(testimoniata dal “santino” di Darwin nella loro pagina web!).
L’articolo di ieri invia all’articolo originale nel sito del NCSE ("The Life Science Prize")
in cui Zimmermann raccontò nel 2005 la sua sconcertante esperienza di
aspirante sfidante di Mastropaolo. Si legge come dovette contrastare per un
paio di mesi le assurde pretese imposte da Mastropaolo sulle garanzie, sulle
qualifiche dei giudici, e sulle regole della sfida, che sembrava dovesse
essere scientifica. Avrebbe anche dovuto accettare definizioni incompatibili
con la scienza attuale, in un crescendo di attacchi e di critiche. Zimmermann
racconta anche di quel che scoprì indagando su Mastropaolo e le sue
competenze.
Comunque mi ha particolarmente colpito una frase in cui Zimmermann sottolinea
una delle pretese assurde di questo creazionista biblico che apparentemente
sembrava volesse decidere in anticipo la vincita dei 20000 dollari in palio:
Mastropaolo pretendeva che Zimmermann, con un PhD in biologia evoluzionista,
rifiutasse la solita definizione di evoluzione ("cambiamento nel
tempo della frequenza genica in una popolazione"); è una definizione
che si trova da tempo anche in qualsiasi libro di scienze delle medie (e
quindi anche in quelli adottati nelle scuole cattoliche, dove si insegna che
“l’evoluzione
è determinata dai fattori che modificano le frequenze alleliche”).
Mastropaolo invece irrideva a quella definizione di evoluzione insistendo che
fosse senza significato, per cui
riteneva che Zimmerman non fosse sufficientemente competente per
partecipare al Life Science Prize.
Interessante anche una frase di Zimmerman che fa riferimento ad un curioso
errore di Alfred Wallace, che accettò e vinse una sfida a
dimostrare che la terra non fosse piatta, ma fu poi trascinato in una
lunga e spiacevole storia, anche giudiziaria.
·
A proposito di sfide, PZ Myers cita nel
suo post anche un famoso post di R.Dawkins del 15/5/2006 ("Why
I Won't Debate Creationists") in cui spiega, citando anche l'invito
personale ricevuto da Mastropaolo..., perchè non avesse accettato di perdere
tempo a discutere con i creazionisti, che, per farsi notare distorcono
intenzionalmente, come abbiamo visto, le definizioni scientifiche e i
risultati degli esperimenti scientifici.
|
|
27/3/13-THAI
|
·
Davvero agghiacciante la
notizia che arriva da Bangkok, la città dove giusto a metà di marzo si
è conclusa la COP16 della CITES,
l'organizzazione dell'ONU che cerca di impedire il commercio delle specie a
rischio di estizione: all'aeroporto è stata sequestrata
una valigia che conteneva più del 10% degli ultimi esemplari esistenti di una
specie di tartarughe del Madagascar: ben 54 sulle 400 che oggi si
ritiene siano rimaste.
Il fatto è riportato anche nel sito dell'organizzazione TRAFFIC
che per la CITES controlla il commercio delle specie animali e vegetali a
rischio.
Oltre a questi esemplari di Astrochelys yniphora
nella valligia c'erano anche 21 esmplari di Astrochelys radiata,
ambedue specie inserite nella categoria di massimo rischio di estinzione, un
evento che chiunque dovrebbe riconoscere senza problemi come prova evidente
dell'esistenza dell'evoluzione biologica in atto. Il fatto che le estinzioni
siano da qualche tempo eventi prevedibili, ha richiesto di creare un termine
nuovo, endling, che
indica l'ultimo esemplare esistente di una specie. La Thailandia è diventata
da tempo uno dei principali centri del commercio di esemplari interi o di
parti di molte specie animali africane o del sud est asiatico, spesso
destinate al mercato cinese o indocinese.
|
|
27/3/13-USA
|
·
Davvero emozionante ed
istruttivo il video,
diffuso oggi, che mostra una mamma delfino che nuota mantenendosi in
superficie trasportando il suo piccolo, morto, sul dorso. Non può che evocare
i numerosi (in questo caso) video che mostrano madri
scimpanzè che non riescono a staccarsi dai loro piccoli dopo la morte e far
riflettere sia sull’evoluzione che ha portato a creare caratteristiche
"superiori" che appaino simili in mammiferi che hanno avuto una
storia evolutiva in gran parte in comune ma anche in altri mammiferi la cui
evoluzione è avvenuta indipendentemente e magari in un altro contesto
ambientale. Inevitabile riflettere su come una modalità riproduttiva
avanzata, comparsa più recentemente nel corso dell’evoluzione, abbia
conseguenze sia sul numero che sulla cura dei piccoli; inevitabili (ma
soprattutto proficue) poi le conseguenze sulle interazioni fra gli individui
e sulla comunicazione, che portano a modalità del tutto nuove di
socialità.
|
|
27/3/13-UK
|
·
Nell’ultimo numero di Nature
è ospitato uno speciale (“The
future of publishing: A new page”) sul futuro della
comunicazione scientifica, cioè di quella massa sempre più crescente di
pubblicazioni peer-reviewed che costituiscono la migliore modalità di
trasmissione e diffusione delle informazioni e delle scoperte scientifiche
prodotte ormai in un numero sempre maggiori di paesi. E' interessante notare
che, pur essndo caratterizzati da culture che presentano numerosi aspetti
diversi e spesso contrapposti, hanno trovato un accordo sulla modalità
ottimale per gestire l'accumulo, la condivisine e la diffusione delle
conoscenze scientifiche.
Fra i numerosi cambiamenti previsti c’è il passaggio
dell'informazione scientifica, dopo 350 anni di carta stampata, verso
modalità più economiche e più rapide, basate sul cloud computing e quindi
sulla condivisione delle scoperte in tempi rapidi.
A questo proposito ci sono grandi novità in seguito alla
recente decisione dei governi USA e UK di prevedere di mettere liberamente
a disposizione i risultati delle ricerche.
Ovviamente sarebbe necessario anche un difficile controllo
sull’editoria scientifica, già oggi sempre più affollata di riviste che
approfittano delle debolezze o della disperazione dei ricercatori e
dell’assenza di controlli di qualità (“Investigating
journals: The dark side of publishing”, “Sham
journals scam authors”). Jeffrey Beall, bibliotecario
universitario da 22 anni a Denver, sta seguendo da tempo questo ambiente
pericoloso (non amano i curiosi) con il suo blog “Scholarly Open Access”, dove gestisce
una lunga lista di “Potential,
possible, or probable predatory scholarly open-access publishers”.
Se si entra nei siti di queste riviste si rimane ammirati dalle pagine web
professionali e dai nomi accattivanti scelti per le riviste, che si
mimetizzano perfettamente anche fra i nomi di riviste famose.
E’ noto che da anni anche nell’ambito del creazionismo USA si preferisce come
“peer-review” anche le loro riviste; qui possiamo scorrere
un bell’elenco di riviste creazioniste, autodefinitesi peer-reviewed
anche se si occupano degli spazi
dell’arca di Noè; da notare che hanno cominmciato a capire che è anche
necessario rispondere
pure alle critiche. Purtroppo mancano ancora, e non sono dettagli trascurabili,
la centralità dell'approccio sperimentale e il confronto fra esperimenti che
testano ipotesi alternative.
|
|
26/3/13-USA
|
·
Chi volesse sapere che fine
può fare il proprio corpo dopo la morte, può accompagnare nella visita al
centro chi (“I Donated My
Body to Medicine”) ha deciso di donarlo all’Anatomy Learning Center dell’UCSF medical center.
|
|
26/3/13-IT
|
·
In aprile ci saranno
in Italia due importanti iniziative per aggiornarsi e riflettere
sull’evoluzione umana, un tema che ovviamente interessa chiunque si ponga
domande sul passato oltre che sul futuro anche della nostra specie. La prima
iniziativa si svolgerà presso il
Dipartimento di Biologia dell'Università degli studi di Padova: si terranno
in aprile due lezioni magistrali che danno inizio alle Special Lectures on
Evolution. Si comincia giovedì 11 aprile 2013 (ore 15.00, Aula
Magna del Complesso Vallisneri, Via U. Bassi 58/B), con Donald Johanson,
dall'Arizona State University, lo scopritore di Lucy, che discuterà delle origini
dell'umanità in Africa. Martedì 23 aprile alle 16.00 sarà la volta
di Ian Tattersall, dall'American Museum of Natural History di New
York, che parlerà dell'evoluzione della cognizione.
Ian Tattersall arriverà da Roma, dopo la conclusione di
una iniziativa di ampio respiro che si terrà in Vaticano il 19/20 aprile, la
prima iniziativa della Pontificia
Accademia delle Scienze che coinvolgerà il nuovo papa: anche qui si
parlerà delle ultime novità sull’evoluzione umana (“Sul
cammino dell'umanità. Le fasi principali dell'evoluzione
morfologica e culturale dell'uomo. L'emergere dell'essere umano”).
Sono stati infatti convocati un gran numero di paleontologi umani (Juan-Luis
Arsuaga, Yves Coppens, Giacomo Giacobini, David Lordkipanidze, Henry e
Marie-Antoinette de Lumley, Ian Tattersall) e di ricercatori che si
occupano dello studio dell’evoluzione biologica e culturale umana. E’ la
prima volta che, dopo il convegno del 2008 organizzato da Werner Arber e
Nicola Cabibbo (qui gli atti: Scientific
Insights into the Evolution of the Universe and of Life”), si torna a
parlare di evoluzione alla PAS. Anche questa volta non manca la dimostrazione
dei forti contrasti in Vaticano sul tema dell'evoluzione umana.
Non è certo passato inosservato che ambienti cattolici abbiano chiesto al
prof.De Mattei, che già nel 2008 gestì –
addirittura al CNR - un'iniziativa indubbiamente creazionista
("della terra giovane"), di organizzare una iniziativa in cui solo
il creazionismo si contrapponeva a quanto insegna oggi la scienza (la cui
posizione era presentata dal prof.Ernesto Capanna, un anatomo-comparato di
Roma).
|
|
24/3/13-USA
|
·
Un curioso intervento sulle
“equazioni
dell’evoluzione” nel blog (“Uncommon descent”) gestito dai
profeti dell’ID. Ovviamente si vantano di non aver capito che le equazioni
sono da leggere al contrario … o semplicemente non sanno quali risultati si
ottengono nel mondo reale …
Larry Moran nel suo blog Sandwalk cercherà
di farglielo capire il 27/3… (“The Hardy-Weinberg Equilibrium”). Lo stesso proverà a
fare addirittura anche Joe Felsestein, uno degli attuali maestri della
genetica di popolazioni, nel blog The Skeptical Zone il 25/3: “Evolution disproven — by Hardy
and Weinberg?”..
|
|
24/3/13-UK
|
·
The Independent
informa ("Revealed:
Darwin's secret anguish over daughter-in-law’s death") che l'università di Cambridge sta aggiungendo altre lettere
all'archivio digitale della corrispondenza di Darwin (The
Darwin Correspondence Project), le circa 1400
scambiate con il collega e amico Joseph Hooker fra il 1843 e il 1882,
l'anno della morte. Come si capisce dal titolo, fra le nuove lettere c'è
quella scritta nella tragica occasione della morte, a 26 anni durante un
parto, della moglie del figlio Frank.
|
|
22/3/13-USA
|
·
Ogni giorno ha le sue pene,
come ben sa l’ONU, che per oggi propone il Global World
Water Day….
E’ gestito dall’UNESCO, per cui è evidente che si
pone l’accento sugli aspetti culturali, sperando di spingere a modificare i
fattori che influenzano il consumo ma anche la condivisione pacifica delle
risorse idriche.
Si può cominciare con il messaggio
di Ban-Ki-Moon, andare a vedere gli eventi
organizzati per oggi nel mondo e verificare chi è stato premiato con il “UN-Water
‘Water for Life’ Best Practices Award”; alla fine si
può portarsi a casa l’opuscolo
da leggere (“World Water Day”) su una risorsa oggettivamente
limitata la cui condivisione già oggi scatena contrasti e conflitti fra molti
paesi. Non manca un
poster da portare a casa per i bambini, se qualcuno pensasse che
crescerebbero meglio che con le favole.
Interessante, con belle foto del National Geographic e con
numerosi dati quantitativi, anche l’opuscolo in inglese (“Water
Economy”), pubblicato dal Barilla
Center for Food & Nutrition, a cui si aggiungono un video sul
reale consumo quotidiano di acqua e un video
sugli sprechi, ambedue in italiano.
|
|
21/3/13-ARABIA
|
·
[da The Loom] Come al
solito il giornalista scientifico del New York Times, Carl Zimmer nel
suo blog ci aiuta a capire, con esempi non sempre tranquillizzzanti gli
incredibili meccanismi che gesticono il processo evolutivo.
Ha una interesse particolare per esempi spesso
angoscianti, e anche questa volta quel che racconta su un virus molto
probabilmente nuovo, l'HCoV-EMC ("Listen
Closely To The Bats and You Can Hear the Viral Chatter"), comparso
nella penisola arabica.
Già una delle prime frasi di C.Zimmer ("finora
ci sono stati 15 casi del nuovo
coronavirus, con 9 vittime"), tratta dal sito web del
progetto GAR (Global
alert and response) dell'organizzazione mondiale della sanità (WHO),
stimola ad approfondire rapidamente l'argomento, soprattutto per chi è
interessato a capire i meccanismi evolutivi e il tasso di evoluzione di
questo subdola nuova specie di coronavirus ("Novel Human
Coronavirus Molecular Epidemiology and Genetic Analysis").
Curioso ricordare come, nonostante gli intriganti esempi di evoluzione di
microorganismi letali che troviamo sempre nei post di Carl Zimmer, ci sia
ancora qualcuno ancora interessato a conoscere i contributi di creazionisti
come il tedesco Reinhard
Junker: nel suo articolo "Come
facevano a starci tutti gli animali sull'arca di Noè" propone i
"grundtypen
/ biblical kinds / basic
types of life" come soluzione per i problemi di spazio
dell'arca, anche se non dimostra cosa siano. E' evidente che il problema più
serio sarebbe stato invece quello della sopravvivenza, con migliaia di specie
diverse costrette a vivere sull’arca "gomito a gomito" con
microorganismi anche letali (virus e batteri) o anche solo fastidiosi (Cimicidae)
che oggi ben conosciamo.
|
|
21/3/13-EU
|
·
[da Repubblica]
Uno studio della UE su “I bilanci
dell'istruzione sotto pressione negli Stati membri”, diffuso oggi dal
commissario Androulla Vassiliou, ha evidenziato come dopo il 2010 in
Italia l’istruzione sia stata sottoposta a pesanti tagli (10%, il maggiore in
Europa); una situazione più grave rispetto a quella che si è osservata negli
ultimi anni anche in Grecia, Ungheria, Italia2,
Lituania e Portogallo. Cali inferiori si sono avuti in Estonia, Polonia,
Spagna e Regno Unito. In altri paesi (Austria, Danimarca, Lussemburgo, Malta
e Svezia) si son invece avuti anche aumenti.
La relazione originale è consultabile qui: European
Commission/EACEA/Eurydice, 2013. Funding of Education in Europe 2000-2012: The Impact of the Economic
Crisis. Eurydice Report. Luxembourg: Publications Office of the European Union.
Altrettanto pesanti rispetto
agli altri paesi europei sono stati i tagli all'università e alla ricerca,
con la prospettive di lasciare l'Italia indifesa di fronte all'avanzare di
giovani asiatici sempre più creativi e meglio preparati. I giovani italiani
stanno già abbandonando un paese che non riescono a capire (come spiega la
giovane ricercatrice biologa pavese Giulia
Biffi, pronta a trasferirsi negli USA dopo esssere stata per tre anni,
con successo, a fare già il dottorato a Cambridge). Curiosa la sua opinione
sui cervelli di quelli che emigrano. Secondo lei sono quelli più normali.
|
|
21/3/13-ASIA
|
·
C’è anche qualche buona notizia: l’APP
(Asian Pulp & papers), una delle ditte maggiormente responsabili
della deforestazione in Kalimantan e in altri paesi dell’Asia tropicale
(Indonesia in particolare) ringrazia Grenpeace
per gli utili suggerimenti che l’hanno portata a cambiare la sua strategia: “Exclusive: Asia Pulp & Paper
says 'Thank you' to Greenpeace”: “In a wide-ranging
interview detailing how the company came to announce last month that it had halted
all development on natural forest land, APP's managing director for
sustainability and stakeholder engagement, Aida Greenbury, said the newly
published Forest Conservation Policy had been in development since 2010, with
the goal of getting to the point where all natural forest felling was
halted”.
Sembra comunque che per alcune zone, come Sumatra, questo
cambio di strategia sia comunque tardivo: “APP
conservation policy came after it pulped most of its forests”.
|
|
21/3/13-IT
|
·
A Roma la FAO
ha organizzato oggi un convegno in occasione della giornata internazionale delle foreste
(International Day of Forests), ed è
stato diffuso un report sullo State
of Mediterranean Forests 2013 (video).
Qui un video predisposto dalla FAO per la giornata.
Per chi non lo conoscesse, anche il recente volume “State of the
world's forests 2012” è un ottimo e aggiornato punto di inizio. Ed è pure un PDF gratuito.
Volume recente ma su problemi specifici è invece “Global forest
land-use ch’ange 1990–2005”, che si trova nella pagina delle
pubblicazioni.
E’ impressionante il numero di
conferenze internazionali che nei prossimi mesi si occuperanno anche solo dei
problemi delle foreste nel mondo; dal 25/3 inizia una conferenza mondiale sul tek in
Tailandia, poi in aprile ci saranno conferenze regionali in Cina
e in Europa, l‘United
Nations Forum on Forests (UNFF 10), e una conferenza sulla Green Economy;
altrettanto impegnato è il mese di maggio, con l’International
Conference on Forests for Food Security and Nutrition e il Global
Timber Forum in Italia, il convegno Forest
Products and Technologies for the Future e il 54th
Session Advisory Committee on Sustainable Forest-based Industries
(ACSFI).
Sorge subito l’interesse a conoscere se in tutte queste
assemblee di esperti ben pagati per prendere decisioni per il futuro del
mondo si preoccupino anche di far parlare qualcuno meno esperto che spieghi
loro che il mondo è cambiato,
che evolve e che oggi anche nelle foreste si deve fare tutto con internet.
Forse servirebbe anche qualcuno capace a controllare e mettere in rete le
ricevute delle loro spese e dei pranzi che consumano spesso in hotel
intercontinentali.
Per fortuna i video in rete delle loro riunioni sembra ci
siano già adesso.
Per chi volesse approfondire
ulteriormente, qui c’è il sito del Global
Forest Information Service (GFIS).
·
A proposito della FAO, è
interessante ricordare che organizza anche iniziative per le aree dove le
foreste non ci sono o non ci sono più. Di questo si è occupata nei giorni
scorsi l’UNCCD (UN Convention to Combat Desertification), con un
convegno a Ginevra dall’11 al 15/3: “High-level Meeting on National
Drought Policy”, (HMNDP).
Molte delle questioni di cui si preoccupa questo organismo della FAO
potrebbero sembrare assurde, ma potrebbero riguardare minacce di cui si
comincia a preoccuparsi anche in Italia.
Le zone aride si stanno estendendo anche nel Mediterraneo e non devono essere
usate solo per nascondere la testa sotto la sabbia. Qualche informazione
potenzialmente interessante si può trovare nella pagina web che illustra la “Desert Locust
situation update” alla data delk 20/3/13, ieri.
|
|
20/3/13-D
|
·
Nuove e intriganti scoperte
rimescolano continuamente le carte che ci permettono di ricostruire
l’evoluzione umana. Oltre all’osso di un mignolo, recentemente hanno trovato
nella grotta di Denisova, sui monti Altai, in Siberia, anche un
ossicino del piede.
La recente novità è che il DNA, analizzato, indica che si
tratta dell’osso di un neandertaliano, come spiega l’antropologo J.Hawks
nel suo blog: “A
new high-coverage Neandertal genome”. La notizia originale viene da qui: "A high-quality
Neandertal genome sequence". Il nuovo reperto viene identificato
come “Altai”, e questa è l’immagine delle sue relazioni
filogenetiche con le sequenze di altri reperti fossili e di H.sapiens
attuale. Quella di Denisova è stata certamente una grotta molto frequentata…
|
|
20/3/13-IT
|
·
In un blog
nel sito di Repubblica di Bologna si riferisce di un dibattito avvenuto
ieri all’Archiginnasio di Bologna. Era molto affollato, con 300
persone che per 90 minuti hanno assistito all’animata disputa tra il
filosofo ateo (e direttore di “Micromega”) Paolo Flores D’Arcais e il
teologo credente Vito Mancuso. Tema della disputa: nel cosmo esiste
solo il caso o esiste un fine, un disegno?
Questo dibattito, iniziato sulle pagine di “Micromega” (3/2012), ora
sviluppata in Il caso o la speranza? Un dibattito senza diplomazia
(Garzanti), probabilmente non conoscerà la parola “fine”, come ha dimostrato
l’incontro. E’ comunque strano che abbiano discusso del ruolo del caso
citando Kant, Fermi e Maiorana e si siano dimenticati di un esperto di
statistica e calcolo delle probabilità come Mendel.
|
|
19/3/13-UK
|
·
Anche Nature ci propone
qualche riflessione sull'elezione del nuovo papa ("A pope for today").
Forse un eccessivo entusiasmo porta però l'autore dell'articolo a qualche
imprecisione (è certamente apprezzabile il giovanile interesse del papa per
la chimica, ma non bisogna esagerare attribuendogli perfino una laurea: anche
nel CV pubblicato nel sito del
Vaticano non si concede al papa più di un diploma di perito chimico).
Ci sono poi esagerazioni e semplificazioni
che potrebbero innervosire sia gli scienziati ("hordes of scientists among the Church’s
1.2 billion baptized members" sono poco interessati a
educare i propri superiori, sapendo che non vengono apprezzati quelli che si
fanno notare, come hanno capito sia Galilei che, recentemente, l'evoluzionista Teilhard de Chardin) che
alcuni cattolici gelosi del loro integralismo ("The Church’s strong support for Darwinian evolution, for example, contrasts sharply with the backwards
unscientific belief in creationism of many US evangelicals and lawmakers"
... "recent popes have substantially increased efforts to
engage in dialogue with scientists on a host of issues, from embryonic
stem-cell research and genetically modified crops to in vitro fertilization,
abortion and euthanasia — and in the future will no doubt increasingly do so
on advances in neuroscience and genetics, including prenatal screening").
C'è anche un errore quando si riferisce che "the Church will not compromise on its central dogmas,
such as the sanctity of human life and that life begins at conception":
la imbarazzante e poco nota retromarcia del card.Kaspers all'incontro
ecumenico di Sibiu ha dimostrato che, forse solo nel confronto con altre
religioni, non ci sono principi non negoziabili. Ambedue le versioni sono
ancora disponibili in internet.
·
Sempre sullo stesso numero di Nature ci
sono altre notizie interessanti:
- i risultati della riunione della CITES (che si occupa di evitare
l'estinzione di specie animali e vegetali in pericolo, con alcune novità
sulla protezione di alcune specie animali minacciate dall'uomo ("CITES for sore
eyes").
- la recensione ("Primatology:
A wild empathy") di
un nuovo libro di Frans de Waal ("The
Bonobo and the Atheist: In Search of Humanism among the Primates")
sulla moralità nei
primati e in particolare nelle antropomorfe. Qui
una recensione.
- il pensionamento di centinaia di scimpanzè che i laboratori del National
Institute of Health (NIH) utilizzavano per alcune linee di ricerca. Molte
ricerche verranno interrotte, ma questo è anche la conseguenza del nuovo modo
di intendere i nostri rapporti con specie a noi filogeneticamente vicine, che
i primatologi negli ultimi decenni ci hanno insegnato a apprezzare ("Time
called on chimp work").
Le decisioni finali verranno prese da Francis Collins, componente
dell'accademia Pontificia delle Scienze e fondatore di Biologos (che
intende “convertire” all'evoluzionismo teista perfino i protestanti
battisti), e oggi direttore dell'NIH. E' utile ricordare che già da qualche
anno in Europa gli scimpanzè non vengono usati come animali da laboratorio.
- la recensione ("Evolutionary
biology: Gentle giant of genetics") di una biografia ("Nature's
Oracle: A Life of W. D. Hamilton") di Bill Hamilton, "the 'greatest Darwinian since Darwin'"
|
|
19/3/13-RDC
|
·
Forse una buona notizia per
le popolazioni delle aree del nord est della Rep.Dem. del Congo, dove
sopravvivono gli ultimi gorilla di montagna. Uno dei capi dei ribelli di
origine rwandese (Bosco Ntaganda) che da anni controllava
parte di quest'area gestendo anche il commercio del coltan, si
è arreso oggi all’ambasciata degli Stati Uniti a Kigali, chiedendo
di essere trasferito all’Aia, dove agisce il tribunale internazionale (Corte
Penale Internazionale,Cpi) che si occupa di quanto avviene
in queste zone (a cominciare dall'arruolamento forzoso dei bambini soldato).
Ovviamente, più dei primatologi preoccupati della
sopravvicenmza dei gorilla di montagna, saranno certamente molto felici le
popolazioni della zona, da anni alla mercè dei numerosi (e quindi qualcuno
sarà purtroppo rimasto attivo) signori della guerra e delle ricchezze di
quest'area della RDC lonmtana dalla capitale e quindi controllata più dal
Rwanda che dalla RDC.
|
|
19/3/13-VA
|
·
La frase decisamente
preoccupata (“non lasciamo che segni
di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo!”)
con cui il nuovo papa oggi ha manifestato le sue
preoccupazioni sull’evoluzione futura del pianeta è in sintonia con il
pensiero, certo più esplicito essendo indicate alcune cause, manifestato dal
suo predecessore il 23/9/2007: “La logica del
profitto, se prevalente, incrementa la sproporzione tra poveri e ricchi, come
pure un rovinoso sfruttamento del pianeta”. [audio]
La novità è che il nuovo papa ha probabilmente conoscenze
dirette e personali su alcuni effetti devastanti dell’azione dell’uomo.
Infatti anche lui, a differenza dei suoi predecessori, di
origine europea, potrebbe raccontare, come fa l’economista Pavan Sukhdev
in questa breve TED conference (“Date
un valore alla natura!”), il disastroso “effetto domino”dalla distruzione
delle foreste amazzoniche sull’economia agricola dell’Argentina (e quindi su
come sia necessario indirizzare e controllare la politica e l’economia, per
evitare “distruzione e di morte”).
Accenti simili e indicazioni per il futuro si trovano anche nel discorso
al Sinodo del Nobel e biologo evoluzionista Werner
Arber, presidente dell’Accademia
Pontificia delle Scienze, nello scorso ottobre: “[E’ necessario] che la società civile e la Chiesa siano pronte ad
assumersi la corresponsabilità, con gli scienziati e con l’economia, di
mettere a punto una nuova concezione del futuro, che comporti benefici per
l’umanità e il suo ambiente. Tali misure potranno contribuire a garantire la
sostenibilità del processo e quindi lo sviluppo futuro a lungo termine sul
nostro pianeta”.
Una delle prime iniziative della PAS, che fra
un mese coinvolgerà il nuovo papa, sarà il gruppo di lavoro sull’evoluzione
umana (“Sul
cammino dell'umanità”), convocato per il 19/20 aprile alla presenza
di un gran numero di paleontologi umani (Juan-Luis Arsuaga, Yves Coppens,
Giacomo Giacobini, David Lordkipanidze, Henry de Lumley e Marie-Antoinette de
Lumley, Ian Tattersall) e di ricercatori che si occupano dello studio
dell’evoluzione biologica e culturale umana. E’ la prima volta che, dopo il convegno
del 2008 (Scientific
Insights into the Evolution of the Universe and of Life”), si torna a
parlare di evoluzione alla PAS. La seconda sarà una riunione del Gruppo di
lavoro congiunto della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia
Accademia delle Scienze Sociali (2-6 maggio 2014). Argomento
dell’incontro sarà appunto “Umanità
sostenibile, natura sostenibile”; vista la presenza del
paleoantropologo Y.Coppens anche in questo convegno, è ragionevole ritenere
che la sostenibilità sia considerata nell’ottica dell’evoluzione umana.
Gli organizzatori (P.S. Dasgupta, V. Ramanathan, R. Minnerath) infatti sanno bene il significato di un
indicatore come il PIL, e che “il PIL aumenta
anche se le foreste vengono disboscate“, per cui credono che “l’Umanità abbia urgente bisogno di reindirizzare il
proprio rapporto con la Natura in modo da promuovere un modello sostenibile
di sviluppo economico e sociale”. Quindi essi “…propongono di visualizzare gli interscambi dell’umanità
con la natura sulla base di tre bisogni umani fondamentali tra loro collegati
– alimentazione, salute e energia – e chiediamo alle nostre rispettive
Accademie di collaborare, invitando esperti delle scienze naturali e delle
scienze sociali per parlare dei vari percorsi per soddisfare queste esigenze,
sottolineando gli ostacoli che la Natura si trova ad affrontare”.
|
|
18/3/13-USA
|
·
Sta avviandosi verso la
conclusione il processo che sta portando ad approvare, negli USA, i nuovi
standard didattici; vengono revisionati circa ogni 10 anni, utilizzando
procedure di consultazione a tutti i livelli.
Il centro di gestione di questo processo è il sito web Next Generation Science Standards.
Come viene indicato nel sito, il processo di creazione dei NGSS è iniziato
qualche anno fa dal volume “Framework for K–12 Science Education” sviluppato dal National Research Council e
pubblicato nel 2012 dalla NAP.
|
|
17/3/13-IT
|
·
Il tema del diploma
in chimica del nuovo papa, un gesuita, ha suscitato un certo interesse e
tentativi di approfondimento sul rapporto fra la chiesa cattolica, i gesuiti
e la scienza. Se ne parla in un sito italiano dedicato alla scienza con un
post (“La scienza
dei gesuiti”) in cui si evidenzia sia il tradizionale interesse per
l’astronomia (molti sono infatti i religiosi che da più di un secolo si
occupano anche professionalmente di astronomia, grazie anche alla decisione
ottocentesca di costruire perfino un osservatorio astronomico papale a
Castelgandolfo) che il grande interesse per l’evoluzione della vita e
dell’uomo. L’articolo cita non solo il gesuita paleoantropologo Teilhard de
Chardin, che certo ha avuto e continua ad avere qualche serio problema
rispetto all’ortodossia, non potendo più abiurare, ma anche il gesuita De
Rosa, recentemente scomparso.
Nell’articolo, oltre a chiarire
che, “mentre sulle pagine di giornali
come Il Foglio c’è ancora chi definisce l’evoluzionismo come una
teoria senza fondamenti”, si precisa, citando un articolo di De
Rosa del 2005, che “i gesuiti da tempo
l’hanno fatta propria”.
Le principali frasi dell’articolo vengono riportate,
premettendo che “per qualcuno appariranno
sorprendenti”.
Non dimentichiamo che comunque già nel 2004
un documento ufficiale firmato dal card.Ratzinger aveva ammesso l’origine
comune di tutti gli esseri viventi, un’idea che già circolava alla fine del
1700 ma che oggi è stata ben dimostrata e ripetutamente confermata dai
biologi evoluzionisti.
·
Un articolo su La stampa
informa di un'iniziativa che si svolgerà oggi ad Asti nell'ambito del Darwin
Day all'Università.
Lodovico Galleni e Francesco Scalfari discuteranno di "Equilibri della natura e stabilità
della biosfera" evocando la figura di un paleoantropologo gesuita, Teilhard
de Chardin, a cui la chiesa cattolica non ha perdonato il tentativo di
scovare nuove vie e interazioni originali fra scienza e teologia sul tema
dell'evoluzione umana; un argomento che lo ha interessato per tutta la vita,
portandolo a formulare ipotesi ritenute errate e in conflitto con la teologia
cattolica.
Non si è arrivati a inserire i suoi testi nell'Indice dei
libri proibiti (come è successo a Erasmus Darwin) ma è ancora
perseguitato da un monitum che tuttora ostacola la lettura dei suoi testi, in gran parte
pubblicati solo dopo la sua morte,
|
|
17/3/13-RU
|
·
Oggi c’è stata una
contestazione al Museo
di Storia Naturale di Mosca intitolato a Charles Darwin (State Darwin
Museum). Non era Lysenko o un qualche stalinista nostalgico. Era un
ortodosso nostalgico, che ha steso uno striscione inneggiante al creatore del
mondo, ha cantato inni religiosi, e ha dichiarato, ma in questo non è
isolato, che la teoria dell’evoluzione sarebbe addirittura “un mito
pseudoscientifico”.
Come si racconta su un giornale USA di oggi, Carisma
News (“Russian
Orthodox Activists Denounce Evolution at Moscow Museum”), un suo sostenitore riferiva che non avesse le idee del tutto
chiare, in quanto era contento di aver fatto “scacco matto” agli atei in
occasione 7522° anno dalla creazione del mondo. Già queste dichiarzioni
incoerenti aiutano a capire come quasi sempre i creazionisti si illudono di
riuscire a mimetizzarsi fra gli antidarwinisti; sempre che riescano a capire
la differenza; la convivenza è infatti molto pacifica.
|
|
16/3/13-UK
|
·
Nel blog
dell’università di Oxford si parla dell’Oxford
Literary Festival organizzato dal Sunday Times e in
svolgimento in questi giorni.
Fra i partecipanti al festival c’è la storica della
scienza Patricia
Fara, che il 21/3 interverrà presentando i contenuti del suo ultimo
libro: Erasmus
Darwin: Sex, Science and Serendipity (Oxford
University Press, 2012). [Qui c’è l’Introduzione
(pdf)].
Tema dell’intervento sarà quindi il poliedrico Erasmus Darwin, non solo
medico e nonno di Charles ma anche un illuminista molto impegnato a creare e
diffondere nuove idee in molti campi, sia nella scienza che nella politica e
nella religione.
Charles Darwin, pur dissociandosi in parte da suo nonno che, per le idee
originali e un po’ fuori tempo, attirò forti critiche e ironie, ha poi
comunque utilizzato e rielaborato non solo le sue posizioni contro la
schiavitù e in favore delle donne, ma anche le intuizioni sull’origine comune
e quindi sull’evoluzione degli esseri viventi pubblicate, in versi, nel suo
volume “Zoonomia”
del 1794 e nel postumo “The Temple of
Nature”.
|
|
15/3/13-IT
|
·
In un articolo ("Domani
il Darwin Day 2013") nel sito online QuiPerugia.it si
annuncia che il Centro di Ateneo per i Musei Scientifici (Cams)
dell’Università degli Studi di Perugia propone " I Bombi, Darwin e… i
Marinai! Tra avventura e gioco nel mondo dell’evoluzione”, un laboratorio didattico per ragazzi dai 6 agli 11
anni. i giovani partecipanti potranno acquisire familiarità con i grandi temi
della teoria dell’evoluzione, per scoprire i segreti che regolano la vita di
piante ed animali e naturalmente anche… di noi stessi!
·
GROSSETO
– “Darwin, l’evoluzione e l’educazione” apre
il ciclo di eventi 2013 al Museo di storia naturale della Maremma.
L’appuntamento con il Darwin day è fissato per sabato 16 febbraio, alle
17.30, nella sala conferenze del museo in strada Corsini.
Relatori dell’incontro saranno Giorgio Narducci del Circolo SJ Gould di Roma
e Marcello Sala, guida di educazione ecologica e formatore di educatori in
ambito ambientale.
|
|
14/3/13-IT
|
·
FERRARA: Si
intitola "L'uomo-scimia"
la pièce teatrale con cui giovedì 14 marzo alle 21, alla Sala Estense, si
concluderà il programma del Darwin Day 2013 promosso dal Museo civico di
Storia naturale e dall'Università di Ferrara.
|
|
14/3/13-USA
|
·
ll biologo evoluzionista J.Coyne
racconta nel suo blog ("A
victory for real science over woo") come sia
riuscito a far rimuovere dal canale di TEDx su YouTube un paio di video di
TEDx conferences in cui si diffondevano informazioni pseudoscientifiche e non
documentate. Dopo aver verificato questi due video, lo staff delle TEDx
conferences ha motivato la
decisione di spostare questi video al di fuori del sito ufficiale dei
video delle TEDx conferences: "Both
talks have been flagged as containing serious factual errors that undermine
TED’s commitment to good science. The critiques of these talks need much clearer
highlighting. All talks on the TEDxTalks channel represent the opinion of the
speaker, not of TED or TEDx, but we feel a responsibility not to provide a
platform for talks which appear to have crossed the line into pseudoscience."
|
|
14/3/13-UK
|
·
Sembra che la casa di Darwin in questi giorni
sia meta non solo di gente desiderosa di sposarsi in
un luogo che ricorda la genialità di questo medico della fine del 1700, uno
dei primi che (eravamo addirittura nel 1794) intuì quanto fosse ragionevole
l’origine comune degli esseri viventi.
Contribuì in questo modo a fornire a Charles almeno uno
dei tasselli con cui poi il nipote costruì una delle teorie più geniali e
complesse, certo ancora aperta ai contributi dei tanti curiosi, ma esperti,
che vogliano metterla alla prova in ogni suo aspetto.
In questi giorni a Lichfield,
nella casa che fu di Erasmus Darwin, si è aperta la “Inventions
Exhibition”. Fra le opere esposte c’è un modello
di un uccello di tre metri e una macchina parlante, costruite secondo le
idee di Erasmus D.: “Models show him grappling
with concepts such as mechanical flight and a speaking machine. I wonder whether the
people of Lichfield knew then what a scientific and engineering genius they
had living in their midst”.
Curioso il fatto che i visitatori siano accolti nella sua casa da una scultura che lo ritrae a
sbirciare da dietro ad una finestra….
|
|
13/3/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Il 20 febbraio, all'Università degli Studi di Milano
(Dipartimento di Biologia Via Celoria, 20 - ore 14.30-17.30 con coffee break
Aula B7), si terrà un'interessante conferenza con ospiti Massimo Pigliucci
e Stuart Newman, che parleranno di 'Evoluzione
biologica e evoluzione culturale'
·
Guida galattica per biologi teorici (MASSIMO
PIGLIUCCI, New York University)
·
Physico-Genetic
Determinants in the Evolution of Development (STUART NEWMAN, New York Medical College)
Introduce e modera MARCO FERRAGUTI, Università di Milano
·
V.Silvestrini, direttore
della Città della Scienza di Napoli ha annunciato oggi (“Bagnoli,
al via dal 13 aprile l'attività dello Science Centre”) che una parte della struttura riaprirà dal 13 aprile nell’area
del Centro Congressi, non danneggiata. In questa zona si aprirà una sezione
dedicata ai bambini, “che sono stati
quelli più colpiti dalla violenza dell'incendio e che ci stanno vicino con
affetto ma anche con proposte molto sensate e ragionevoli". [Forse
allude alle proposte insensate e irragionevoli che sono uscite da qualcuno
dei grandi?.]
La ripresa avviene anche grazie alle donazioni che arrivano alla fondazione
che gestisce la struttura e al sostegno che arriva da molti soggetti che
attribuiscono importanza alla cultura scientifica o all’economia, non certo
florida, della zona. I sindacati Cgil, Cisl e Uil
di Napoli hanno scelto Città della Scienza come location per la prossima
festa del lavoro. Un'iniziativa tesa a dare "un segnale forte di
speranza e rinascita alla città, ai lavoratori, ai giovani",
sottolineano le organizzazioni sindacali.
|
|
13/3/13-RDCONGO
|
·
Diverse organizazioni
naturalistiche che si occupano della conservazione dei gorilla di pianura
hanno recentemente messo a punto con il governo della RD del Congo un piano
per cercare di garantire una maggiore protezione ai gorilla di pianura che
vivono in zone piuttosto turbolente e che non sempre vengono protetti e
rispettati da popolazioni in evidenti difficoltà anche per la loro
sopravvivenza. Ne parla un
articolo su Science Daily (“Gorillas
Caught in the Crossfire in the Democratic Republic of Congo”).
·
Nella stessa pagina si può
leggere un’altra buona notizia (“New Park Protects 15,000 Gorillas”): stato istituito il 28 dicembre scorso (nella Repdel Congo,
però) un nuovo parco per proteggere i 15000 gorilla di pianura che vivono
nell’area ora protetta dal Ntokou-Pikounda National Park, che copre un’area di 4500 kmq e ospita anche circa 1000
scimpanzè e 800 elefanti di foresta. Il supporto scientifico all’intervento è
garantito dalla Wildlife Conservation
Society- Max Planck Institute for Evolutionary
Anthropology. E’ un’organizzazione
europea e quindi ha bisogno di un sostegno politico ed economico
da parte degli europei .
|
|
13/3/13-VA
|
·
Oggi è avvenuta l’elezione
del nuovo papa, il card.Bergoglio. John Allen (corrispondente
remono per il National Catholic Reporter) il 3/3/13 raccontava (“Profile:
New pope, Jesuit Bergoglio, was runner-up in 2005 conclave”) che, al contrario di Darwin che raggiunse un enorme successo e
diede un grande contributo all’evoluzione culturale umana dopo che cambiò
idea sull’iniziale intenzione di diventare pastore, il card.Bergoglio
trascurò presto i suoi interessi per la scienza (era perito chimico; secondo
il suo CV ufficiale nel sito dell’attuale posto di lavoro, non ottenne
anche una laurea
in chimica che qualcuno gli attribuisce) per seguire un altro percorso,
iniziato entrando fra i gesuiti ma non ancora concluso.
Anzi, dopo la sconfitta al ballottaggio del 2005 è
diventato ancora più impegnativo, in un mondo che, un po’ troppo
nervosamente, si sta trasformando.
Anche il New Yorker dedica un articolo all’elezione
del nuovo papa (“Pope
Francis the Reformer?”), facendo capire ai suoi lettori perché fosse
stato scelto qualcuno che, pur con genitori piemontesi, venisse almeno da un posto molto lontano
dall’Italia e da Roma.
|
|
12/53/13-IT
|
·
Interessante articolo (“Charles
Darwin”) di Roberto Gervaso sul Messaggero, che
racconta come, a più di 70 anni abbia scoperto di Darwin grazie alla lettura
di un libretto che è riuscito a farsi largo e a farsi notare fra il ciarpame
(così lui chiama i numerosi libri identificati come “manoscritti,
saggi, biografie, romanzi, raccolte di poesie, commedie, sceneggiature, tesi
e madrigali”) che ingombra il suo tavolo.
Visto l’elenco è facile, anche se non per tutti,
immaginare che possa davvero essere rimasto colpito (“fra tanto ciarpame un’autentica chicca”) da un libretto che
racconta il contributo dato alla cultura umana da uno di cui ammette di saper
poco.
Il resto dell’articolo, in cui quasi si dimentica del
libro, è un’esaltazione di Darwin, anche se piena di semplificazioni, di
imprecisioni e di riflessioni che Darwin si è ben guardato di fare (“con Darwin finivano in soffitta e veniva archiviata per
sempre la teoria creazionista, che ancora la chiesa predica e sostiene. La
Bibbia non è più un’autorità indiscutibile. E’ una bellissima favola che
tutti i cristiani citano e pochi hanno letto”); comunque anche se le
avesse fatte, lo scisma anglicano e quindi i confini religiosi avrebbero
impedito quello che Gervaso oggi crede fosse stato per secoli il raffinato
rapporto fra la chiesa e la scienza: “Se la curia
romana ne avesse avuto ancora il potere, avrebbe volentieri spedito lo
scienziato inglese sul rogo, come Giordano Bruno nel 1600”.
Non è chiaro se potrebbe essere utile una verifica
incrociata ma, se qualcuno facesse arrivare sul quel tavolo un libro
antidarwiniano, si potrebbe verificare quanto la risposta sia diversa da
quella che si legge nell’ultima frase, finalmente riferito al libro e non a
Darwin…,: “lo splendido saggio di Giovanna
Carletti meriterebbe un’esposizione più vasta e commenti più approfonditi”.
|
|
11/3/13-RU
|
·
Giunge qualche notizia, per ora
senza prove certificate almeno da articoli su riviste qualificate, dagli
scienziati russi che stanno lavorando sul materiale raccolto dal febbraio
dell’anno scorso nel lago
sotterraneo Vostok in Antartide, situato a 3,768 metri sotto
il ghiaccio e rimasto isolato dall’ambiente esterno forse
da qualche milione di anni.
Si cerca infatti di controllare se ci siano tracce di
vita, probabilmente costituita almeno da microrganismi.
Un articolo di oggi su ScienceInsider, della
rivista Science (“Hold
On: No Life Found in Vostok After All?”) riferiscono
le notizie contrastanti che giungono dai ricercatori della base antartica che
hanno recentemente (gennaio 2012) raggiunto il lago con le loro sonde, ma non
hanno ancora pubblicato nulla delle scoperte effettuale, nonostante altri
gruppi di ricerca stiano lavorando su probemi simili e proprio un mese fa sia
stato raggiunto un altro lago sotterraneo in Antartide.
Il 7/3 si era saputo dall’agenzia Novosti di “‘Unclassified’ Life
Found in Antarctic Lake – Researcher”. La notizia, riferita da un
ricercatore del laboratorio di genetica di S.Pietroburgo, è stata ripresa
anche su ScienzeInsider.
Il 9/3 sempre notizie dalla Russia informano invece che “No
unfamiliar microorganisms found in Lake Vostok water – researcher”.
Questa volta è il direttore del laboratorio di genetica di S.Pietroburgo che
informa invece che loro hanno trovato per ora solo organismi contaminanti (“microorganisms from the bore-hole kerosene, human
bodies or the lab”): "That is why
we can't say that a previously-unknown bacteria was found".
Sembrano invece giungere da un blog del 3000 DC le notizie riportate in
proposito su Repubblica proprio oggi (“Lago
Vostok, vita dal passato remoto: Trovati ceppi di batteri non identificati").
La frase più intrigante dell’articolo è quella che, dietro un “forse”,
ipotizza possibili confronti addirittura con la fauna microbica ancora da
scoprire … dei satelliti di Giove e Saturno…: “Vita
completamente diversa da quella finora identificata sulla Terra. E forse
però simile a quella che si potrebbe rintracciare nelle acque subglaciali
di Europa e Enceladus, satelliti di Giove e Saturno che si suppone
presentino ambienti simili a quelli offerti dal lago in Antartide”.
(!).
Come si saprà domani, per ora si fanno ipotesi solo sul passato di Marte (“Marte,
l'annuncio della Nasa: In passato condizioni favorevoli a vita"; qui
la fonte, dal JPL: “NASA Rover
Finds Conditions Once Suited for Ancient Life on Mars”). A che serve
correre (con la fantasia)? Cominciamo a ragionare sulla probabile presenza
nel passato dell’acqua su
Marte.
Non c’è dubbio che l’evoluzione della vita sia un tema che affascina, ma forse
è presto per lanciarsi in ipotesi su quanto sia avvenuto nel sistema solare.
Per ora.
·
In Antartide si stanno studiando altri
laghi sotterranei, come il lago
Whillans, raggiunto da ricercatori USA nello scorso gennaio (WISSARD project site).
Un recente articolo su Nature (“Lake-drilling
team discovers life under the ice”) riferirebbe di un pullulare di
microrganismi (“the
scientists counted about 1,000 bacteria per millilitre of lake water”).
saranno anche loro contaminanti? O vengono dai satelliti di Giove?
|
|
11/3/13-USA
|
·
Un articolo comparso nella
sezione di scienze dell'Huffington Post ("Science
& The Catholic Church: A Tumultuous History From Galileo To Stem Cells")
cerca di sintetizzare il lungo ma soprattutto travagliato rapporto della
Chiesa con la scienza fin dai tempi di Galileo. All'inizio dell’articolo si
può leggere un intervento del Nobel Werner Arber, biologo molecolare e
attuale presidente dell'Accademia Pontificia delle Scienze, l'assemblea più
ricca di premi Nobel oggi esistente.
Dopo aver ricordato e spiegato l'inevitabile conflitto fra la scienza e la
fede, quando non si rendono conto che tendono a conseguire un simile
obiettivo anche se con strumenti ben differenti ("The natural sciences are in a steady search for truth,
and so is theology") auspica che il prossimo papa finalmente
porti la chiesa ad accettare che una scelta, che la scienza ha dimostrato
essere casuale, possa costituire ancor oggi una condanna per il 50% delle
persone che ogni giorno vengono al mondo.
Sarà paradossale, ma fu proprio un religioso esperto di biologia ma anche di
calcolo delle probabilità, Gregorio Mendel, a scoprirlo per primo,
anche se non tutti lo capirono in tempi brevi. Per verificarlo basta leggere
la versione completa online del suo libro "Experiments
in plant hybridization", che è tutto un tripudio di calcoli
delle probabilità di comparsa di eventi casuali; la sua frase sul ruolo del
caso, citata in italiano qui sotto il 20/2, è evidenziabile a pag.337; basta
cercare le occorrenze della parola "chance".
Werner Arber spera infatti che il prossimo papa evidenzi quanto sia
ingiusta questa penalizzazione basata su un meccanismo semplicemente casuale
e non certo basata sul merito, visto che la scelta del sesso di ognuno
avviene proprio al momento della formazione dello zigote, nel primo secondo di un processo che può dare inizio,
in quasi tutte le specie animali e vegetali alla vita individuale: "I do hope that this new pope [will recognize] things
like equality between men and women. This would absolutely be
justified from a science point of view".
Il tema ha suscitato una nutrita serie di commenti
all’articolo.
|
|
11/3/13-THAI
|
·
Continua a Bangkok
la conferenza COP 16 della CITES,
iniziata il 3/4. La CITES è stata fondata 40 anni fa, nel 1973,
in anni in cui si è finalmente iniziato a ragionare nell'unica dimensione,
quella planetaria (certo stimolata dalla prima crisi nergetica )che permetteva
di avere una visione chiara del mondo..
Come avverte Ian Redmond, con un tweet che linka un video
diffuso proprio alla COP16, nel 2013 compie 40 anni anche la PPL (Primate Protection League),
un'organizzazione che si (pre)occupa della sopravvinenza dei primati
minacciati dall'uomo, tuttora diretta dalla dinamica fondatrice, Shirley McGreal.
|
|
10/3/13-IT
|
·
Per un giorno si può
parlare, riguardo a Napoli e alla distruzione dolosa della “Città della Scienza”, del
sostegno che viene dalla città di Napoli e dai suoi bambini che, a differenza
di altri, la conoscono e l’hanno utilizzata: “Migliaia
in marcia per la Città della Scienza. I bambini delle scuole: ridateci il
nostro museo”.
Oggi si può dimenticare chi sembra preferire le critiche
al ritardo delle azioni della camorra o il disprezzo del lavoro dei docenti
delle discipline sperimentate nel museo (matematica, chimica, fisica e
biologia).
|
|
9/03/13-IT
|
·
Sul sito web del National
Geographic Italia si può apprezzare il trailer di un documentario ("Animal Top 10
- Il
sesso") che andrà in onda lunedì 11 marzo
alle 21:00 su Nat Geo Wild.
Sembra si voglia dimostrare che la violenza non sia l'unico comportamento che risulta naturale per
tutte le specie animali; questo è particolarmente evidente soprattutto nel bonobo
(il Pan paniscus, una specie di scimpanzé). Dato che l'antenato che
abbiamo in comune viveva solo 6/8 milioni di anni fa, è una delle specie a
noi filogeneticamente più vicine.
Se già ai tempi di Linneo fosse stata una specie nota, sarebbe stata
sistemata fra l'uomo e le altre antropomorfe. E' quindi ragionevole che il
DNA sia molto simile al nostro (al 98%),
ma anche che non ci siano altre specie animali che usino il sesso non
solo per le esigenze riproduttive ma anche per mantenere un clima positivo e
collaborativo all'interno del gruppo, riducendo le tensioni che rendono
difficile la collaborazione e quindi la comunicazione.
|
|
9/3/13-THAI
|
·
In occasione della riunione
a Bangkok della CITES (Convention
on International Trade in Endangered Species; twitter),
la Great Apes Survival Partnership
(GRASP) dell'UNEP (United
Nations Environmental Programme) ha presentato un interessantissimo
report ("STOLEN
APES", più preoccupato e preoccupante di quanto ci si
aspettasse) sui rischi di estinzione delle scimmie antropomorfe. se ne parla
in un blog di scientific American. "Great Apes in Crisis: Thousands Poached
and Stolen from the Wild Annually". Consiglio la lettura del report, ampio, aggiornato e
documentato (si possono vedere le poco note rotte del commercio
internazionale dei primati).
Non so se i camorristi e il giornalista del Foglio che li ha criticati
per il loro scarso tempismo vorrebbero far scomparire, oltre alla "Città
della Scienza" di Napoli, ANCHE i luoghi di lavoro e il lavoro
stesso di chi ci permette di conoscere quello che forse non dovremmo: i dati che dimostrano come l'uomo stia
spingendo all'estinzione queste
specie di straordinaria importanza e interesse. Purtroppo il limitato tasso
riproduttivo di queste specie (hanno un unico figlio ogni 4/6 anni) non
contribuisce alla loro sopravvivenza.
Da un loro antenato ha avuto
origine la linea evolutiva umana, ma il report riferisce che ogni anno 3000
scimpanzè, bonobo, gorilla e oranghi vengono uccisi o catturati ogni anno per
ricavarne poche decine di dollari.
Per chi volesse mantenersi aggiornato sulle notizie che provengono dalla
prima linea di chi cerca di controllare, con interventi anche a favore delle
popolazioni locali, gli effetti della pressione antropica sui territori in
cui sopravvivono queste specie, può collegarsi con il twitter di Ian Redmond, un
primatologo e conservazionista. Da trent'anni si muove per le foreste del
pianeta, ma in paerticolare dell'Africa tropicale, occupandosi soprattutto di
gorilla e di antropomorfe. Per quest'attività si è guadagnato l'Order of the British Empire e
l'anno scorso è stato istituito dal GRASP il Ian Redmond Conservation
Award, "to develop and inspire young
conservationists working to protect great apes and their habitat in Africa
and Asia".
|
|
8/3/13-IT
|
·
Inaugurazione delle nuove
sale del Museo Regionale di Storia Naturale di Torino, realizzate
secondo il progetto di Giorgio Celli. Un' ampliamento con
ristrutturazione costato 5.5 milioni di euro, in gran parte messi a
disposizione dal Fondo Europeo per lo sviluppo Regionale. Se ne parla in un articolo ("Le
tracce di Darwin al Museo di Scienze")su La
Repubblica (edizione di Torino).
Con un'ardita e sintetica frase ("Ci fosse Charles Darwin, ... saprebbe spiegare come in natura tutto si tiene e
l'ecosistema planetario di oggi, con quel che rimane della biodiversità,
è un complesso meccanismo di interazioni dove niente accade per caso,
ma è il risultato di un lungo cammino chiamato evoluzione") la
giornalista mette in evidenza sia il drammatico problema della distruzione
recente della biodiversità che i dubbi di Darwin sul ruolo del caso
nell'evoluzione biologica e in particolare nella trasmissione ereditaria.
Questi dubbi sono rimasti fino alle dimostrazioni del ruolo indiscutibile del
caso non solo nei fattori abiologici ma perfino nei meccanismi biologici che
gestiscono la trasmissione dei caratteri ereditari; il merito di questa
scoperta è da attribuire alla geniale curiosità di Mendel, un
naturalista che ben conosceva anche il calcolo delle probabilità; purtroppo
le sue dimostrazioni vennero riscoperte solo molti anni dopo.
La nuova area del Museo "si articola in tre macro aree: "La diversità della natura" ...., "Adattamenti ed evoluzione" ..., e "Le
foreste del Madagascar". Il Madagascar è un'isola che si è
progressivamente staccata, con la sua flora e la sua fauna, dalla zolla
continentale africana, che poi ha ospitato ovviamente un'evoluzione
indipendente, iniziata certamente con eventi di speciazione a tutti i
livelli, ma soprattutto conservando isolate forme viventi in alcuni casi
caratterizzate da elementi ancestrali, come è appunto avvenuto per i primati.
·
Su Pikaia una fin troppo
educata risposta ("Dovevano bruciarla prima?!?") di Maurizio Casiraghi, presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica
(SIBE), all'articolo comparso il
7/3/13 sul Foglio riguardo alla tardiva distruzione (questa forse era
solo macabra ironia e non apologia di reato) della Città della Scienza
di Napoli.
Anche in questo articolo comunque l'ultima frase forse non
piacerà a tutti: "Solo su una cosa
Langone ha ragione, noi non discendiamo dai primati. Con buona pace del
giornalista e di chi ancora non l’ha capito, noi siamo dei primati".
Non è sempre facile trovare qualcosa di condivisibile in chi non capisce
(perché non conosce) l'evoluzione, ma M.Casiraghi l'ha trovato.
·
E' comparsa oggi su IL DENARO un'intervista ("Langone
risponde alle critiche sulla "Citta’ della Scienza") all'autore
dell'articolo (“Dovevano
bruciarla prima”) che sembra appoggiare l'ultima impresa della
camorra.
·
Anche qualche premio Nobel interviene per
indirizzare meglio le reazioni all’incendio della Città della Scienza di
Napoli. Lungi dal complimentarsi con gli autori dello sfregio o
dall’accodarsi a chi non apprezza che anche qualche scienziato italiano abbia
fornito contributi utili per l’evoluzione culturale, esprime il suo sconcerto
e il suo sostegno ("una città della scienza
per definizione non ha limiti e non ha frontiere, il pensiero scientifico è
un pensiero di apertura e di progresso ed è particolarmente in periodi di
crisi e di debolezza che le risorse razionali e costruttive si devono
mettere al servizio della società. Mi auguro che Vittorio Silvestrini
mantenga il coraggio, l'entusiasmo e la lungimiranza che hanno caratterizzato
il suo operato fino ad oggi e che dalle ceneri possa presto rinascere
una nuova e più vigorosa realtà: è possibile che entro qualche anno
la Città della Scienza - conclude Rubbia - risorga dalle ceneri : un
grande movimento civile si può mobilitare intorno a questa importante sfida
sulla via della conoscenza e del progresso").
Si può ricordare che anche Rubbia, come i biologi evoluzionisti Cavalli
Sforza e Arber) fa parte dell’Accademia delle Scienze Pontificia (PAS) e ha
partecipato a iniziative gestite dalle università pontificie.
|
|
8/3/13-UK
|
·
Su Nature un inserto
speciale dedicato, in occasione dell’8 marzo, ai problemi che incontrano le
donne nella ricerca (“Women
in Science”).
Anche l'Economist approfitta della data per fornire indicazioni utili
per le donne che fossero costrette a cercare fortuna in un paese straniero:
"The
glass-ceiling index". Un grafico mostra chiaramente come il
Giappone, ma soprattutto la Corea del Sud siano assolutamente da evitare, a
meno che non si sia alla ricerca di sfortune peggiori.
Molto meglio orientare la prua verso la Nuova Zelanda, dove è minore il
differenziale rispetto ai salari maschili.
|
|
7/3/12-IT
|
·
Un articolo sul Foglio (“Dovevano
bruciarla prima”) accredita oggi l’ipotesi dolosa per la distruzione
della Città della Scienza di Napoli, anche se il giornalista si
permette di aggiunge qualche personale critica sulla scelta dei tempi, che
giudica un po’ irrazionale.
Fra le motivazioni attribuisce una certa importanza anche
ad un fatto che ignorava e sembra abbia scoperto da poco, con stupore: "Ho scoperto che nei capannoni dell'ex-italsider si
propagandava l'evoluzionismo, una superstizione ottocentesca ancora presente
negli ambienti parascientifici (evidentemente anche nei residui ambienti
cantautorali). Il darwinismo è una forma di nichilismo e secondo il
filosofo Fabrice Hadjadj dire a un ragazzo che discende dai primati
significa approfittare della sua natura fiduciosa per gettarlo nella
disperazione e indurlo a comportarsi da scimmia. Dovevano bruciarla prima
la Città della Scienza".
Speriamo che non si accorga che l’evoluzione (sull’affinità con i primati
Darwin non c’entra! Già nel 1700 Linneo, creazionista ma intelligente,
classificò correttamente l’uomo fra i Primati!) si insegna anche nelle scuole
pubbliche e religiose….
Se il suo articolo mostra un evidente sostegno alla pars destruens,
già efficacemente realizzata con grande professionalità, mancano purtroppo le
indicazioni di una eventuale pars ri-construens.
Sarebbe quindi indispensabile che creazionisti e sostenitori dell’intelligent
design o dell’evoluzionismo teista, spesso volentieri ospitati dal Foglio,
sentano l'esigenza dichiarire meglio ai comuni lettori i termini della
questione e dove stiano le superstizioni, ottocentesche o medioevali; se non
concordano, ovviamente…
Ricordo che già
dal 2010 i musei scientifici erano inseriti fra le strutture e le
iniziative culturali su cui effettuare risparmi, e questo può giustificare la
precaria situazione economica. Anche nel 2010 sarebbe stato troppo tardi.
·
L’articolo comunque non è sfuggito al Corriere
del Mezzogiorno; fra i commenti un lettore ricorda che il filosofo
cattolico citato non
festeggia l’8 marzo. Altri commenti sconcertati si possono trovare
in rete, dove si capisce che alcuno non ha apprezzato un articolo che
forse voleva apparire ironico nonostante l’attacco diretto alla cultura e a
Saviano.
·
C'è un commento anche nel blog Infinite forme bellissime e
meravigliose: "Ignoranza
e antiscienza". In particolare si sottolinea la critica del
giornalista al ruolo della Città delle Scienze, evidente nella frase "… la scienza è fatta di scoperte e che cosa abbiano mai
scoperto a Bagnoli non è dato sapere". La struttura distrutta si
occupava infatti di migliorare la "comprensione pubblica della
scienza"; si occupava quindi di didattica della scienza, e questo non
trova l'approvazione del giornalista, che comunque ha ben dimostrato anche di
non apprezzare nemmeno i ricercatori scientifici che producono le scoperte
che poi i musei e i docenti di scienze hanno il ruolo di diffondere.
Per carità, c'è addirittura chi cerca di presentare questo atto distruttivo
verso Napoli e verso la scienza cercando di sostenere che sia un peccato
veniale rispetto a quello degli scienziati che hanno fatto le scoperte (di
matematica, chimica biologia e fisica) che venivano dimostrate alla
"Città della Scienza"). Immagino gli applausi degli insegnanti di
scienze, che rimarrebbero con ben poco da insegnare ...
·
Anche il blog di Civiltà laica si permette di commentare
·
Interessante anche il commento sul blog sieditiescrividuelettere,
dove un laureato in giurisprudenza (ma con master in comunicazione
scientifica) è sconvolto dalla "stupidità di
quest’uomo che boccia il darwinismo (magari il neo-darwinismo) come una
superstizione ottocentesca ... esempio per tutti di come non essere")
|
|
6/3/12-IT
|
·
L’articolo pubblicato oggi
da Nature (“Tsunami
triggers invasion concerns”) è molto interessante
per chi voglia conoscere come possa nascere una nuova specie grazie
all'isolamento geografico; si dimostra come decine di specie “aliene” siano
state trasportate fino alle coste orientali degli USA su oggetti anche di
grandi dimensioni strappati alle coste giapponesi in occasione dello tsunami.
Questi oggetti sono centinaia (si stima che 1.5 tonnellate di materiale siano
state trascinate in mare dallo tsunami); gli zoologi cercano di tenere sott'occhio
tutta la costa nordamericana, ma non riescono certo a trovare tutti gli
oggetti arrivati dal Giappone. Non è quindi certo che riescano ad
identificare quali e quante specie animali e vegetali abbiano attraversato
l’oceano e rischino di diffondersi nel nordamerica, un territorio che ancora
non li conosce.
Finora sono state identificate 175 specie, fra cui 46 di
alghe che probabilmente hanno già diffuso le loro spore.
|
|
6/3/12-IT
|
·
In occasione dell’apertura
a Novara della mostra “Homo
sapiens. La grande storia della diversità umana”, che spiega come
oggi si ricostruisce l’evoluzione umana.
Per chi non si accontentasse dell’anteprima on
line, a Novara sono previsti alcuni incontri:
o
Il giorno prima dell’apertura, giovedì
7 marzo alle 21, ci sarà un incontro speciale gratuito con i
curatori della mostra, il genetista Luca Cavalli Sforza e il filosofo Telmo
Pievani all’Auditorium della Banca Popolare di Novara. Non una
conferenza tradizionale, ma un evento suddiviso in due parti: prima un “talk
show” in cui Cavalli Sforza dialogherà con gli studiosi che hanno collaborato
alla realizzazione della mostra (Marco Peresani, geologo
dell’Università di Ferrara, Elena Preda, linguista dell’Università di
Bologna e Alfredo Coppa, antropologo dell’Università La Sapienza di
Roma); poi la “lectio magistralis” di Telmo Pievani, nella migliore
tradizione universitaria.
Il giorno dell’inaugurazione (8 marzo), ingresso
scontato per il 50% (circa) dei
visitatori.
o
Il giorno dopo l’apertura, sabato
9 marzo alle 14, ci sarà un’esclusiva visita guidata gratuita per
i docenti delle scuole di ogni ordine e grado. La mostra Homo Sapiens
·
Dopo quelli dell’Evolution
Day di Milano su Albert Wallace, si sono resi disponibili anche altri
video delle numerose iniziative realizzate in Italia in febbraio (ma
continuano ancora) per aggiornare o migliorare le conoscenze sull’evoluzione
biologica che vengono fornite dalla scuola pubblica, spesso purtroppo in un
momento tardivo e limitato (e prevalentemente non negli anni della scuola
dell’obbligo) della formazione scolastica:
o
è stato pubblicato sul sito del Circolo UAAR
di Padova il video della conferenza del prof. Alessandro Minelli,
professore ordinario di Zoologia, Dipartimento di Biologia dell’Università di
Padova, su “Evoluzione
e sviluppo: il divenire delle forme viventi” nell’ambito del “Darwin
Day – una giornata per la Scienza”. Un altro video di A.Minelli è
stato registrato nel 2008 in occasione della conferenza stampa di
presentazione del convegno STOQ su Darwin
organizzato dal card.Ravasi per festeggiare il centenario del 2009.
o è
ora disponibile il video del Darwin Day organizzato dal circolo Uaar di
Verona lo scorso 20 febbraio. Giorgio Vallortigara è intervenuto sul
tema “Perché
l’evoluzione ha creato dio (e non viceversa)”.
o
è ora disponibile il video del Darwin Day
organizzato dal circolo Uaar di Torino lo scorso 13 febbraio. Edoardo
Boncinelli ha presentato il suo libro “La
Scienza non ha bisogno di Dio”.
|
|
5/3/13-UK
|
·
Oggi sono usciti su Lancet
un report sugli aspetti epidemiologici della situazione sanitaria in Gran
Bretagna (“UK
health performance: findings of the Global Burden of Disease Study 2010”)
e un commento (“GBD
2010 country results: a global public good”).
Il report si inserisce in un progetto di ricerca
epidemiologico che prevede una copertura mondiale. Chi volesse avere un idea
(i dati di molti paesi spesso sono poco affidabili e le statistiche non
possono migliorarli) delle condizioni di salute dei 7 miliardi di Homo
sapiens, può trovare nel sito dell’Institute for Health
Metrics and Evaluation (IHME) il tentativo di analisi comparativa: “The
Global Burden of Disease”, che era stata pubblicata nel dicembre
scorso. (Qui
una sintesi)
Analisi ripetute di questo tipo (… se i dati fossero affidabili) forniscono
utili indicazioni su come procede in generale l’evoluzione della nostra
specie ma anche su come migliorano (o peggiorano) nel tempo le disuguaglianze
entro e fra le popolazioni.
Nel sito dell’IHME c’è anche una pagina
interattiva che permette varie modalità di visualizzazione dei dati in
archivio, che possono essere selezionati grazie alla possibilità di
introdurre filtri per sesso, età, paese, anno, ecc.
Un articolo su “Annals of Epidemiology” che inquadra questo tipo di
ricerche: “U.S. Burden of Disease–Past, Present and
Future”).
|
|
5/3/13-IT
|
·
Napoli: ieri sera
sono in
fiamme 4/6 della Città
della Scienza [il link manda a una copia del 2012 della homepage
ora scomparsa], l’unica grande struttura scientifica didattica
interattiva realizzata
in Italia e forse una delle migliori in Europa. Un grave danno per
l’Europa e l’Italia, quindi, non solo per Napoli. (foto)
|
|
4/3/13-IT
|
·
Inizia oggi a Padova
il primo corso di Filosofia delle scienze biologiche ospitato in un
dipartimento di Biologia, tenuto da Telmo Pievani. Se ne parla su Controcampus
(“Filosofia
delle Scienze Biologiche – Univerisità di Padova: prima cattedra italiana di
Filosofia delle Scienze Biologiche”).
·
In un articolo comparso su La
Repubblica (“Il
mestiere di Pietro”) il teologo V.Mancuso ragiona sul significato
delle dimissioni del papa, riprendendo il ruolo della chiesa nel corso
dell’evoluzione culturale negli ultimi due secoli, caratterizzati da novità
che hanno modifiato l’approccio del mondo con i miti e con una realtà che si
sta modificando sotto i nostri occhi. Da qui la crisi che inevitabilmente
mette in difficoltà chi, davanti ad una platea di 7 miliardi di persone con
mille saperi e mille verità, deve difendere “la verità”, una sola.
Secondo Mancuso “la
rivoluzione biologica inaugurata da Darwin si è saldata con la rivoluzione
morale e la rivoluzione antropologica, con tutti i travagli sull’etica
sessuale, sulla bioetica, sulla struttura tradizionale della famiglia e sulla
stessa identità umana, come mostrano le neuroscienze a causa delle quali
l’antico dibattito sul libero arbitrio è tornato più attuale che mai”.
Di qui la richiesta di una rivoluzione copernicana che
deve coinvolgere (“rivedendo seriamente la
concezione del potere”) chi ancora “possa
ritenersi in possesso della verità”.
|
|
4/3/13-GABON
|
·
J.Coyne suggerisce di
vedere un video di un paio di anni fa decisamente commovente: “Gorilla Reunion: Damian
Aspinall's Extraordinary Gorilla Encounter on Gorilla”. Mostra l’incontro, in una foresta del Gabon dopo 5 anni
dalla separazione, fra Damian Aspinall e Kwibi. Il primo è un
conservazionista, responsabile di un centro di recupero di gorilla in
Inghilterra, mentre Kwibi è un gorilla di 10 anni che vive nelle foreste del
Gabon, dove è stato liberato 5 anni fa da Aspinall. Kwibi infatti ha vissuto
fino a 5 anni fa nel centro di Aspinall (Howletts Wild Animal Park
e in particolare al Port
Lympne Wild Animal Park). Il video è l’unico che mostra un gorilla libero
nel suo ambiente che incontra di nuovo, dopo ben 5 anni, chi l’ha curato da
piccolo. Non c’è dubbio che Aspinall abbia ottimi rapporti con i
suoi gorilla, che non teme di usare anche come baby sitter.
Uno dei commenti nel blog associa questo video all’incontro, dopo un anno,
del leone Christian
con chi l’aveva gestito prima di riportarlo in Africa.
·
A proposito del Gabon, uno degli ultimi
paesi africani a subire l’assalto alle sue foreste, intatte fino a pochi
decenni fa (come si capisce guardando le nuvolette su Google
Maps), un post oggi sul blog di Scientific American (“Clearing
Forests May Transform Local—and Global—Climate”) invita a non
continuare a sottovalutare e trascurare una connessione che pochi sanno e
vogliono cogliere. E’ quella fra le foreste tropicali, il clima e le risorse
idriche che rendono possibile l’agricoltura e quindi la sopravvivenza delle
popolazioni locali in molti paesi dei paesi tropicali in cui l’irrigazione
artificiale rischia di essere impossibile da organizzare su aree enormi.
L’articolo riferisce degli effetti sull’agricoltura della distruzione della
foresta di Mau in Kenya, che riduce l’evapotraspirazione delle piante,
distruggendo fra l’altro anche "the perfect
and only air-conditioning system on the planet". L’articolo fa riferimento ai lavori di Jan
Pokorny (qui
alcune slides).
Per un articolo peer-review,
si può consultare anche questo: “Land use change influences continental water
cycle”, dove si
può leggere che “evaporation from the Amazon
forest is for more than 50% responsible for the rainfall in Peru, Bolivia,
Argentina, Uruguay, Paraguay and southern Brazil, where it feeds crops and
rivers. Similarly in Africa, the Congo forest exports tons of water through
the atmosphere to the West-African countries”.
Per una presentazione convincente si può invece
ascoltare questa TED conference
(sottotitolata) sui rischi dell’invisibilità della natura per l’economia: “Pavan
Sukhdev: date un valore alla natura!”, dove si illustra il ciclo
dell’acqua in sudamerica, a cui allude la frase appena citata.
|
|
3/3/13-USA
|
·
[da Pikaia]
Esce in questi giorni la traduzione italiana di Ontogeny and Phylogeny
di Stephen Jay Gould, realizzata nel decimo anniversario della sua
prematura scomparsa.
C’è in wikipedia una pagina sul libro,
con link ad un Archivio (“ufficiale”?) di Stephen J.Gould con … pubblicità
… CEPU… (casuale…?) e ad una SJG
Library
|
|
1/3/13-USA
|
·
Un articolo su Business
Insider (“Bill Gates Is Trying To Eliminate Polio,
But Radical Islamists Keep Killing People To Stop Him”) informa di un problema che può avere ripercussioni, anche se
speriamo limitate, sull’evoluzione umana: in quanto sembra sempre più
difficile eliminare completamente dalla faccia della terra un virus che
trasmette all’uomo una grave patologia, la poliomielite. Si sperava di poter
ripetere con il virus della polio il successo ottenuto con il virus del
vaiolo, eliminato nel 1977. Ormai il virus della polio è confinato in alcune
località della Nigeria, Afghanistan e Pakistan e mancherebbe poco ad
eliminarlo se la campagna di eradicazione non avesse trovato la resistenza
dell’islamismo radicale presente in quelle zone. L’articolo riferisce quindi
delle numerose
vittime in Nigeria fra chi organizza le campagne di vaccinazione in
queste zone. Lo stesso è avvenuto anche in Pakistan.
E così in quelle aree le vaccinazioni vengono sospese e le
infezioni aumentano nonostante nel mondo le vittime della polio siano
ormai ridotte
ad un migliaio rispetto alle 350.000 nel 1988.
Questa situazione impedisce quindi di eliminare anche
questo virus letale o pesantemente invalidante.
|
|
1/3/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Il 6 e il 7 marzo a Milano si terranno due appuntamenti
con A.H. Knoll dell'Università di Harvard, che si occupa delle prime
fasi dell’origine della vita e che partecipa ai progetti della NASA per
scoprire la vita (passata) su Marte:
o 6/3:
Ore 10.30 - aula C06 via luigi mangiagalli, 25: “Systems
paleobiology”
o 6/3:
Ore 14.30 - aula C06 via luigi mangiagalli, 25: “Deep history of
life”
o 7/3:
Ore 21.00 - Planetario di Milano Corso Venezia 57: “Was Mars a ever
habitable planet” (arrivare alle 20!)
Qui
il programma
|
|
28/2/13-IT
|
·
A.Bandinelli sul Foglio
sembra preoccupato (“In
god we trust”) del fatto che i governi , in Europa e negli USA, abbiano
deciso di dedicare ingenti risorse alle ricerche sul funzionamento del
cervello, e cerca di sconsigliare inverstimenti per ricerche che potrebbero
portare numerosi benefici in un mondo in cui si invecchia sempre più.
L’articolo evidenzia anche la preoccupazione che ormai
nessuno più si lamenti che lo sviluppo della conoscenza scientifica
(rappresentata oggi soprattutto dalle scienze biologiche, per cui non può
mancare l’evocazione di Darwin) e delle tecniche siano “le radici del relativismo moderno, causa del declino e
crisi dell’”occidente””. La preoccupazione principale sarebbe
quindi che si possa “identificare la materialità dei neuroni con quella che
per molti potrebbe addirittura identificarsi con l’anima”
|
|
27/2/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Il 15 marzo si terrà all'Università di Parma un'interessante convegno
(“Molecole,
suoni e simboli: dalla comunicazione al linguaggio”) in
occasione del Darwin Day 2013.
|
|
26/2/13-IT
|
·
E’ uscito in edicola il
numero di marzo di Mente e Cervello, del gruppo Le Scienze; una
parte del fascicolo è dedicato al tema “Nati
per credere”, per cui si discutono gli elementi comuni, presenti in
tutte le popolazioni umane che predispongono fin da bambini ad accettare un
credo religioso. Il riferimento è ad un libro omonimo di Vittorio
Girotto, Telmo Pievani e Giorgio Vallortigara. On line si può leggere
liberamenet l’editoriale del direttore Marco Cattaneo: “Religiosi
e soddisfatti? Questione di contesto”. A richiesta con Le Scienze di
marzo si può acquistare anche un volume inedito in italiano: “Darwin
alla prova. L’evoluzione vista da un matematico” (Codice
Edizioni), di Gregory
Chaitin.
Il matematico Chaitin affronta il
problema della possibilità e difficoltà (visto l’evidente ruolo del caso, che
controlla non solo eventi di tipo biologico. e delle infinite interazioni
possibili entro e tra individui, gruppi riproduttivi, popolazioni, specie,
ecosistemi) di un modello matematico che ci aiuti a interpretare meglio la
teoria dell’evoluzione attuale.
|
|
26/2/13-USA
|
·
La NAP (National Academies
Press) raccoglie in una pagina web (Evolution
Collection) tutti gli ultimi volumi pubblicati sul tema
dell’evoluzione biologica. Come al solito tutti questi volumi possono di
solito essere scaricati gratuitamente in formato PDF.
Da notare in particolare i 5 volumi della serie In the
light of Evolution e i volumi sui problemi didattici o sul confronto con
il creazionismo, una visione antievoluzionista che difficilmente potrebbe
svilupparsi, se non per ignoranza dovuta a carenze nei percorsi formativi
scolastici o a pregiudizi antivaticani, in un contesto come quello cattolico,
dove troviamo, grazie al papa che sta andando in pensione, addirittura un
biologo molecolare neodarwinista (Werner Arber) presidente dell'Accademia
Pontificia delle Scienze da un paio di anni.
La PAS spinge anche per un corretto inquadramento della
biologia evoluzionistica nell’umanità attuale e futura: sta infatti
preparando per il maggio 2014 un Joint Workshop of the Pontifical Academy
of Sciences and the Pontifical Academy of Social Sciences, 2-6 May 2014,
su Sustainable
Humanity, Sustainable Nature.
|
|
26/2/13-UK
|
·
Un articolo
nel sito della BBC News del Galles cerca di spiegare i diversi motivi
per cui è logico farsi la seguente domanda: "Why does Charles Darwin
eclipse Alfred Russel Wallace?". Fra i primi motivi, sia per importanza che in ordine di tempo ci fu
il libro che scrisse Wallace sul "Darwinism:
An Exposition of the Theory of Natural Selection with Some of Its
Applications". Che fosse stato proprio lui l'inventore del termine
"darwinismo" non ha certo contribuito a farlo ricordare come
coscopritore della teoria dell'evoluzione nella sua forma originale e
parecchio incompleta.
Sopravvisse poi a Darwin ancora per numerosi anni (dal 1882 al 1913) senza
approfittare anche del fatto che in quel periodo fosse rimasto "the most famous living biologist in Britain".
Il problema che non si dia troppa importanza a Wallace rimane serio
soprattutto per chi deve dare l'incarico allo scultore che dovrà costruire la
prima statua in bronzo a grandezza naturale: la raccolta fondi langue e c'è
il rischio che si debba ripiegare su un busto, anche se si spera di poter
raggiungere l'obiettivo rinviando la scadenza della raccolta di fondi,.
Intanto comunque sono numerose in tutto il mondo le iniziative ("Wallace100
events" nel sito web "Wallace
100" gestito dal Natural
History Museum di Londra) previste per il 2013, in occasione del
centenario della morte.
Insistere nel dare comunque importanza alla biogeografia, di cui
Wallace è considerato il padre, è comunque utile, soprattutto perchè si mette
in evidenza uno dei meccanismi che in molti casi inevitabilmente porta alla
speciazione, l'isolamento geografico; curiosamente questo fattore
viene talvolta sottovalutato o negato da chi più che antidarwinista dovrebbe
essere più correttamente definito e indicato come antiwallacista; non
è facile negare la "linea di Wallace",
una barriera quasi invalicabile fra faune e flore diverse .... la comparsa di
nuove specie da popolazioni che non si possono più incontrare rende
obbligatoria la nascita di una nuova specie.
|
|
23/2/13-IT
|
·
[da Pikaia] La mostra Homo Sapiens
si sposterà presto a Novara: tra l'8 marzo e il 30 giugno 2013, la
mostra "Homo Sapiens. La grande storia della diversità umana"
si trasferisce a Novara
·
[da Pikaia]
I video di tutte le conferenze dell'ultima edizione dell'Evolution
Day di Milano sono online
·
Sul Foglio è comparsa una recensione ("Nè con Dio nè con Darwin") del recente volume del filosofo Thomas
Nagel ("Mind and Cosmos").
|
|
21/2/13-USA
|
·
[da Pikaia] Darwin Manuscript Project: DARBASE:
tutti i manoscritti di Darwin finalmente online!
·
[da NCSE]
Ci sono anche i premi
per gli amici di Darwin, e sono stati assegnati quelli per il 2013.
Un paio non particolarmente originali (Sean B. Carroll,
Professor of Molecular Biology and Genetics all'University of Wisconsin e
Vice Presidente for Education dell'Howard Hughes Medical Institute e Jay Labov,
senior advisor per l'educazione e la comunicazione della National Academy of
Sciences e del National Research Council) e un premiato invece piuttosto
originale: si tratta di Baba Brinkman, autore
della "Rap
Guide to Evolution". Cos'è?
In 2008, Brinkman was commissioned to write a
new rap show about evolution by Professor Mark Pallen, a Birmingham
University microbiologist and author of The Rough Guide to Evolution. The result was
"The Rap Guide to Evolution," a hip hop homage to Charles Darwin
which Brinkman first performed in Britain for the Darwin bicentennial in
February 2009 [da Wikipedia] Ora sulla teoria dell'evoluzione c'è perfino "the first peer-reviewed rap"!
Enjoy!
Qui si trovano i precedenti
vincitori del premio Friends of Darwin.
·
Carl Zimmer ama sempre stupire i lettori del
suo blog The Loom.
Nel suo ultimo post sembra voglia lasciarli a bocca aperta (ma forse
sarebbe meglio chiuderla!?) con i
grandisssimi numeri ("an
infinity of viruses").
Forse ricordandosi che i suoi lettori sono già abbastanza abituati ai grandi
numeri come i 4.500.000.000 anni della terra o i 14.500.000.000 anni (circa)
dell'universo, prova a spaventarli non con il numero di virus (10.000) che
produce ogni cellula delle vie respiratorie quando abbiamo l'influenza, ma
con il numero che produfrrebbe un intero influenzato: circa
100.000.000.000.000 di virus in pochi giorni.
Chi volesse sapere a questo punto quanti virus ci sono sulla terra, è meglio
che vada a leggersi l'articolo ("Are
we missing half of the viruses in the ocean?") di
un gruppo di ricercatori delle Hawaii, che propone una cifra che è maggiore
del numero delle stelle dell'universo, da poco triplicato (sarebbero circa 100.000.000.000.000.000.000.000).
Ragionevole sentirsi osservati... ma non c'è dubbio che siano più i virus che
le stelle che ci stanno a guardare.
Un giorno anche questo link
fornirà un indirizzo web? Per ora è silente...
|
|
21/2/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Il 27 e 28 febbraio si terrà a Roma all'Accademia dei Lincei il
40' Seminario sulla Evoluzione biologica e i grandi problemi della
Biologia. Tema di questa edizione sarà il "Cervello in evoluzione"
|
|
20/2/13-IT
|
·
Poco da dire
su una curiosa iniziativa svoltasi oggi a Verona per ricordare chi ha
dimostrato per la prima volta che alla base dell'evoluzione biologica ci sono
meccanismi casuali.
Darwin non era particolarmente interessato alle analisi quantitative, come non
lo era la maggior parte dei naturalisti della seconda metà dell'800. Mendel
invece lo era e cominciò ad accumulare tabelle di dati provenienti da
centinaia di esperimenti (in 7 anni coltivò 28.000 piante di piselli!)
con cui cercò di risolvere uno dei misteri
che aveva angosciato tutti i naturalisti che nell'800 cercavano di spiegare
l'evoluzione: dimostrò infatti che l’ereditarietà non è una mescolanza
di caratteri (la teoria di Darwin non poteva stare bene in piedi con queste
premesse errate), ma che i caratteri sono trasmessi da una generazione
all'altra da unità distinte e che ogni essere vivente sessuato non solo ne
possiede 2, ma che queste possono essere perfino diverse. Come e perchè
questo avvenisse, era ancora troppo presto per scoprirlo e per capirlo.
Nello stesso tempo Mendel evidenziò l'importanza
del caso nel mantenimento della variabilità biologica nelle successive
generazioni, ma fu presto evidente che nessuno allora avesse capito bene cosa
dimostrasse, tanto è vero che i risultati da lui presentati per la prima
volta in una conferenza pubblica
l'8/2/1865 (150 anni fra due anni!!) e pubblicati poi nel 1866 furono
riscoperti e capiti solo nel 1900 (ma non ancora da tutti; forse 148 anni non
bastano: "Un Mendel Day per celebrare la vittoria sul
caso"!).
D'altronde Mendel, come anche Darwin prima di lui, ovviamente, ignorava
numerose informazioni sui meccanismi riproduttivi (che e come i geni fossero
fisicamente disposti su cromosomi, la mitosi, la meiosi, ecc.), che
cominciarono ad essere conosciute e utilizzate solo negli anni intorno al
1900.
Sul ruolo del caso invece Mendel aveva le idee
chiarissime: "Dipende
semplicemente dal caso -
scriveva nei suoi Versuche
über Pflanzenhybriden, Brno 1866 - quale
dei due tipi di polline si unirà con ciascuna cellula uovo. Tuttavia, per la legge delle probabilità,
nella media di molti casi avverrà sempre che ogni forma di polline si
unirà con egual frequenza con ciascuna delle forme di cellule uovo [...].
I veri rapporti numerici possono risultare soltanto dalla media tratta dal
maggior numero possibile di casi individuali; più grande è il loro numero,
più facilmente si eliminano le perturbazioni accidentali". Spero
che sia stato solo il giornalista a dare troppa importanza a qualcosa che si
chiama "legge della probabilità"
citata anche da Mendel; in realtà è una legge che indica la probabilità
proprio degli eventi casuali, come ben sa chi aspetta un figlio e sa che può
essere maschio o femmina, ma che ci sono anche probabilità che compaia
casualmente qualche patologia sulla base di probabilità che dipendono dalla
popolazione, dalla famiglia, ma ci può essere anche e anche dal comune di nascita.
Lo spiega bene - a chi si accontenta delle "precise
proporzioni matematiche" delle "successive
mutazioni" (? generazioni?) -
il linceo e statistico Italo
Scardovi nella pagina web della Treccani ("Misura
della probabilità"), dove cita la
precedente frase di Mendel per dimostrare come è proprio la scoperta del ruolo del caso nei meccanismi ereditari che ha
permesso di capire anche quello che Darwin cercò inutilmente di spiegare:
"Ancor più si è avvalsa e si avvale di
probabilità statistiche la genetica,
che da Johannes (Gregor) Mendel in poi ha
visto tramandarsi i caratteri biologici delle specie attraverso le
generazioni come in un gioco di dadi.
Classificando ed enumerando i risultati di molte serie di ibridazioni di
papilionacee, Mendel riuscì a svelare il
meccanismo della trasmissione ereditaria dei caratteri e a darne le leggi: le
leggi (statistiche) di una natura sorpresa a giocare a 'testa o croce'. Visto che la data non corrisponde alla data di
nascita, e visto che si mettono in evidenza meriti diversi".
Qui un aggiornamento
sul contributo di Mendel e qui altro
materiale didattico che dimostra come Mendel e le sue geniali e
impegnative dimostrazioni del ruolo fondamentale del caso e della probabilità
dei diversi eventi vengano costantemente insegnate a tutti i biologi e ai
naturalisti che frequentano le
università italiane.
Mi ha colpito notare come nelle numerose pagine,
come
questa, in cui si spiega la genetica mendeliana si incontrino
ripetutamente termini (come omozigote, eterozigote, dominante, recessivo, codominante,
penetranza, espressività, ecc.) che
stranamente non si incontrano nei siti e nei blog dei [neo]creazionisti;
sembra quindi comprensibile che essi non capiscano o ignorino concetti che
sono fondamentali per interpretare ed accettare i meccanismi, anche se non
soprattutto casuali, di creazione e mantenimento della variabilità.
Se davvero fossero rimasti alla biologia della prima metà dell'ottocento, le
loro critiche potrebbero essere ragionevoli. Ma è certo ancor più ragionevole
ignorarle; non è educato sospettare che ci sia ancora in giro qualche
"premendeliano" o perfino qualcuno che ignora che ci siano, negli
organismi diploidi, più copie (certamente due, ma probabilmente molte di più,
dell'informazione genetica).
Come anche Google
sa dal 2011, Mendel
(Gregor) viene festeggiato il 20 luglio, anniversario della nascita. E così
fanno, con costanza variabile, dal 2008
(nella data corrispondente alla nascita, sua e non di Darwin) i botanici
dell'Andhra
Loyola College (Vijayawada, Andhra Pradesh, India); gli unici ad aver
finora pensato ad un'iniziativa comunque utile, ma non stimolata
dall'esistenza di iniziative antimendeliane, magari riccamemte finanziate o
ideologicamente motivate come avviene nel caso della teoria dell'evoluzione
(confermata anche grazie a Mendel, che fu uno dei primi a farlo!). Poi c'è
stato a Vijayawada il secondo
Mendel's Day, ma solo nel 2011, e anche il terzo, questo, nel 2012. Se gli indiani a luglio lo
festeggeranno ancora, sarà il però il quinto, e qualcuno dovrebbe
avvertirli.
Nessuno, almeno fino ad oggi, aveva mai pensato di negare o mettere in
discussione l'importanza di Mendel (Gregor) nell'aver dimostrato il "gioco di dadi", con una delle più
importanti fra le scoperte che hanno confermato a posteriori la teoria di
Darwin, contribuendo a costruire quella che oggi è una ben più solida, anche
se non definitiva, teoria dell'evoluzione.
Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio sul rapporto fra Mendel e il caso.
può leggersi questo articolo sui "Modelli di trasmissione delle malattie genetiche"
nell'uomo e immaginare di essere uno dei soggetti che [casualmente] viene
indicato con un pallino colorato inserito in uno degli alberi genalogici
presentati.
Sappiamo che "Le
malattie ereditarie sono dovute a mutazioni, cioè modifiche della sequenza
del DNA e sono trasmesse nelle famiglie con diverse modalità" ma anche che
"Molte malattie umane sono ereditate come caratteri semplici e seguono
le leggi di Mendel".
PS: Mi accorgo che l'articolo su Libero era stato scritto prima
del convegno. speriamo che qualcuno abbia poi magari spiegato al giornalista
che fu proprio Mendel, che aveva anche una seria preparazione
fisico-matematica, h dimostrare il ruolo centrale del caso nella teoria
dell'evoluzione.
Mendel fu comunque davvero incredibilmente fortunato: nel monastero in
cui entrò (raccomandato dal suo insegnante di fisica Friedrich Franz) nel
1843, diretto dall'abate Cyrill
Napp, botanico anche lui, si "privilegiava l'impegno
accademico alla preghiera". L'abate gli permise di coltivare
molto meglio di prima i suoi interessi scientifici, per cui potè laurearsi
sia in biologia sia in matematica.
Grazie ancora al sostegno dell'abate Napp studiò poi addirittura anche a
Vienna, dove ebbe la fortuna di approfondire non solo botanica con Joseph Andreas Nicolaus Unger
ma anche fisica, matematica e
statistica con Andreas von
Ettingshausen e fu tanto apprezzato da divenire anche assistente di
fisica.
|
|
20/2/13-USA
|
·
Il 23/1
facevo notare l'attività di un giovane studente universitario (Zack Kopplin) che si stava
impegnando contro la legge della
Louisiana, il Louisiana Science Education Act (LSEA)
del 2008,
che permettere l'insegnamento del
creazionismo nelle scuole senza rischi per l'insegnante.
Oggi, a 19 anni e studente alla Rice University di Houstan, sta cominciando a
diventare famoso anche nel Texas, un'altro stato USA con problemi simili
all’evoluzione culturale a causa dei creazionisti.
Un articolo su Huston Press News ("Zack
Kopplin, The 19-Year-Old Face of the Anti-Creationist Movement")
parla di lui, del suo precoce interesse per l'evoluzione e la natura (una
foto lo mostra con il suo primo serpente fra le mani ...) e del prossimo
impegno per impedire che anche in Texas si introduca un sistema di voucher
che permetta di insegnare il creazionismo nelle scuole senza dichiararlo
espressamente.
Zack è giovane ma ha comunque molto chiaro il motivo per cui i conservatori
vogliono garantire, anche nel Texas, agli insegnanti la possibilità di
criticare senza pericoli la teoria dell'evoluzione, pur senza dover proporre
alternative altrettanto credibili e dimostrate: "if you create a voucher program, it seems unavoidable
that you'll teach creationism".
Sono infatti motivazioni religiose quelle che muovono queste iniziative
legislative in alcuni stati USA, dato che sono limitate ad alcune particolari
questioni. Non è la normale richiesta di una discussione che si svolga come
su un qualsiasi altro problema scientifico, gestita con il supporto di
dimostrazioni o prove basate sul metodo scientifico e che compaiono quindi su
riviste scientifiche qualificate e poi vengono confermate da ricerche
successive. La richiesta non è mai quella di confrontare ipotesi scientifiche
dimostrate, ma di poter contestare l’unica esistente e valida.
Un segnale del successo di Zack Kopplin, secondo un altro articolo dello
stesso giornale di Houston ("Rice
Student's National Efforts Earn Scathing Rebuttal From Head of Creationist
Museum"), è un articolo di un mese fa ("The
Legacy of Brainwashing", su "Answer in Genesis") di un
famoso creazionista "della terra giovane", Ken Ham,
direttore del Kentucky's Creation Museum.
Oltre a ritrovare in questo articolo i soliti argomenti dei
[neo]creazionisti, si evidenzia un punto che comunque segnala significative
differenze rispetto alla situazione italiana. Probabilmente nè L.Spallanzani
allora, nè F.Facchini oggi (Osservatore Romano, 2006) approverebbero questo ragionamento errato
di Ken Ham. "First, Kopplin makes the assumption that science has to
be “naturalistic.” Now, there’s no reason that science must be
naturalistic —this is simply an assertion made by Kopplin and atheistic
evolutionists! And really, that’s the legacy of brainwashing".
Comunque Zack Kopplin un voucher personale l'ha appena ricevuto: sono
i 10.000$ del "TroubleMaker
Award 2012", assegnati "for his
leadership and advocacy efforts to prevent the spread of creationism in
publicly funded education". Secondo Kopplin "We need a Second Giant Leap for Mankind and we need a
student movement of troublemakers and truth-tellers who are willing to stand
up and speak out to make this a reality”
·
L’accenno
fatto ieri a Spallanzani, alle sue collezioni museali ancora
visitabili a Pavia e Reggio Emilia e ai viaggi naturalistici suoi, di Darwin
e di Wallace, forniscono la scusa per ricordare la fortuna che abbiamo oggi
di poter avere a portata di mano molte delle informazioni che hanno permesso
a questi naturalisti curiosi anche se poco informati di fare scoperte che
hanno certo cambiato il modo di vedere e quindi di capire il mondo per
gestirlo meglio.
Qualsiasi naturalista del ‘700, dell’800 ma anche del ‘900 sarebbe stato ben
felice di poter utilizzare, magari anche da casa, il sito web di EOL (l’Enciclopedia of Life), che
permette un ”global access to knowledge about life on
Earth”.
Si può infatti navigare per tutto l’albero della vita, osserrvarne la
struttura e capire anche perché la struttura della classificazione linneiana
fosse gerarchica e coerente quindi con le modalità scoperte da Darwin e
sempre successivamente confermate, a cespuglio o “a corallo” secondo
l’immagine che più piaceva a Darwin.
In più, rispetto ad
altri siti web precedenti molto simili, come TOLweb (“Tree of life” web
project, da cui provengono alcuni collaboratori)
e ADW (Animal
Diversity Web), qui per ogni specie troviamo molte altre informazioni, fra
cui un archivio di immagini (e a
volte anche video), e anche una mappa della distribuzione geografica,
fondamentale per capire le cause dell’evoluzione. Tutto il materiale,
destinato ad aumentare con la collaborazione di tutti, permetterà ad ognuno
di diventare un piccolo naturalista, verificando le proprie conoscenze
attuali con quelle ancora da acquisire.
Per cominciare, può buttarsi a verificarlo con un’antropomorfa filogeneticamente vicina a noi
e con una platirrina la
cui evoluzione è stata resa inevitabile dalla deriva dei continenti. Nessuna
specie coinvolta in fenomeni geologici di questo tipo può rifiutarsi di evolvere
indipendentemente dalle specie rimaste in un'altra zolla continentale.
In ognuna delle pagine linkate ci sono numerose schede che permettono di
approfondire le conoscenze sulla specie e le sue caratteristiche, sulle
specie vicine, sulla distribuzione geografica, sugli articoli scritti su di
loro.
Impressionante soprattutto la possibilità di verificare la difficoltà di
inserire un processo evolutivo continuo in categorie di diverso livello; la
situazione è estremamente complessa soprattutto a livello di specie e di
sottospecie. E’ quindi uno strumento utile
sia per la scienza che per
la didattica (studenti e educatori), ma soprattutto per analizzare situazioni e progettare
soluzioni che permettano la sopravvivenza della vita e della biodiversità sulla terra.
Impressionante la lista delle organizzazioni che si occupano di biodiversità
in tutti i continenti e che intendono collaborare (per questo c’è il progetto iNaturalist) nella
creazione di un archivio digitale aggiornato, completo, utile, e operativo.
Interessante la presenza di schede che, presentando le definizioni
attualmente utilizzate (es. specie),
permettono di diffondere un linguaggio e un sapere comune, evitando
l'isolamento culturale di chi utilizza definizioni superate o personali.
Curiosa la scheda riferita ad Homo sapiens, con una
rotazione delle immagini dei 223
esemplari presenti oggi nell’archivio digitale (solo un italiano è
presente da un paio di mesi, ma è ancora in attesa di una dichiarazione di
affidabilità (as trusted on the "Homo sapiens" page) da parte dello staff di
EOL.
Istruttiva è certo anche una visita alla scheda Hominidae (famiglia
che comprende gli ominini e le scimmie antropomorfe), che rende conto del
lungo percorso per giungere in quella posizione e dei numerosi eventi di
speciazione a cui è andata incontro negli ultimi 25 milioni di anni una
famiglia prima inesistente.
E' comunque impressionante verificare come, nonostante i vincoli a cui la
storia evolutiva ha sottoposto questa famiglia, alcune sue specie sono
riuscite a svincolarsi adattosi, grazie ad una serie di eventi gologici
favorevoli, ad un ambiente completamente diverso rispetto a quello per cui
erano predisposte, riuscendo addirittura ad acquisire progressivamente, con Homo
sapiens una posizione dominante rispetto a tutte le altre specie
esistenti. Complimenti...
Immagino però che il massimo interesse si concentrerà sulla scheda con tutte
le numerose specie del genere Biston.
|
|
19/2/13-IT
|
·
Sono stati
interessanti oggi a Pavia (“Lazzaro Spallanzani:
l'esploratore dei confini della vita”) gli interventi del prof.U.Muscatello (uno dei componenti del
comitato che ha curato con successo - e rispettando i tempi e i costi -
l’imponente Edizione
Nazionale delle Opere di Lazzaro Spallanzani) e del prof. P.Mazzarello, direttore del Museo per la Storia
dell’Università
Ambedue hanno ricordato alcune delle caratteristiche che hanno fatto di
questo scienziato un ricercatore straordinario, con una curiosità e una
capacità e una costanza quasi inesauribili di indagare in modo metodico, e
sperimentando senza risparmiarsi, ipotesi su problemi che si avvicinavano
anche i confini della vita.
Non c'è dubbio che Spallanzani
avesse ben chiaro quanto la ricerca e la sperimentazione continua per
ottenere spiegazioni naturalistiche fossero l'unico modo per far progredire
le conoscenze, smentendo e confermando con esperimenti ripetuti
ossessivamente le ipotesi che circolavano allora per l'Europa (Spallanzani fu
socio di accademie scientifiche ed ebbe contatti epistolari con molti altri
ricercatori).
Curioso il particolare interesse per i meccanismi fisiologici alla base di
processi complessi che toccano il confine stesso della vita e che ancora
oggi, nonostante Spallanzani e Pasteur, qualcuno (come quelli che credono
all’“Uncommon descent”) pensa
di risolvere mantenendo in vita la generazione spontanea, come se si potesse
ancora mettere in discussione anche l’origine comune di tutti gli esseri
vissuti e viventi.
Spallanzani fu anche uno dei primi naturalisti che, pur non trascurando le raccolte
di animali, piante e minerali per la sua collezione privata e per il museo che fondò
a Pavia nel 1771, attribuì un’enorme importanza ai viaggi di ricerca,
che fece numerosi sia in Italia che, per un anno, in Turchia, anticipando i
successi dei viaggi di ricerca dell’800 che indubbiamente furono
indispensabili per capire la teoria dell’evoluzione.
Quel viaggio è stato descritto in un volume sempre di P.Mazzarello (“Costantinopoli
1786: la congiura e la beffa. L'intrigo Spallanzani”) che dimostra quali
fossero i rapporti di Spallanzani con alcuni colleghi invidiosi del suo
successo (padre Gregorio
Fontana, il canonico Giovanni
Serafino Volta e il botanico Giovanni Antonio
Scopoli). La vendetta di Spallanzani fu terribile e distrusse la
credibilità soprattutto di Scopoli, che erroneamente classificò come una
nuova specie (Physis
intestinalis) delle frattaglie di pollo che gli furono sottoposte per
l’identificazione. Non ci sono molti dubbi su chi avesse inviato l'esofago a
Scopoli, visto che è certo che lo smascheramento dell'errore è dovuto ad uno
scritto anonimo che viene attribuito con certezza proprio a Spallanzani...
·
Qui
alcuni manoscritti di Spallanzani dalla Biblioteca Panizzi di
Reggio Emilia
|
|
19/2/13-USA
|
·
Google oggi ci ricorda con un suo doodle la creazione di un’altra
grande idea che ha cambiato il mondo, spostandolo alla periferia di un
sistema solare. Il 19/2 è infatti il 430’
anniversario della nascita (a Thorn, in Polonia) di Nicola Copernico.
E’ recente la scoperta
e l’identificazione, avvenuta per un pelo, del suo scheletro sotto la cattedrale
di Frombork.
Anche lui è un grande scienziato che, come Darwin, dopo la morte ha trovato
senza problemi (ma purtroppo senza una lapide) ospitalità in una cattedrale;
in questo caso cattolica e non anglicana..
Il Commentariolus
(scritto prima del 1514) fu il primo appunto di Copernico sulla teoria eliocentrica:.
De revolutionibus orbium
coelestium fu pubblicato solo molto più tardi, nel 1543. Poi, con
Darwin, cominciò ad essere troppo rischioso non avere fretta di pubblicare.
·
[da NCSE]
Nel sito del National Center for Scientific Education si festeggia il
decennale del progetto Steve, un'iniziativa in onore di Steve J.Gould
considerata (e dimostratasi realmente tale) "the
most formidable weapon in the fight against neo-creationism today";
si è infatti risposto in maniera "esagerata" ai sostenitori dell'ID
che avevavo allineato qualche centinaio di laureati (in gran parte con scarso
riferimento alle discipline in cui si trova chi capisce qualcosa di biologia
ed evoluzione, come qualcuno ha poi verificato); si è contrapposto un elenco
costituito solo da laureati dotati di dottorato scientifico e con il vincolo
ulteriore che si chiamassero Steve o qualcosa di simile. In 10 anni si sono
raccolte le adesioni di 1239 PhD scientifici con queste caratteristiche,
presenti solo nell'1% deli americani.
Di fronte ad un elenco di 480 ingegneri, fisici e matematici (‘List of
Intellectual Doubters of Darwinism’) abituati macinare numeri, processi
deterministici e percentuali si è così presentata una rappresentanza dei
123.900 scienziati con PhD che invece non dubitavano dell'evoluzione e dei
meccanismi che da 150 anni la spiegano. E proprio per questo ritenevano che
"there is no serious scientific doubt that
evolution occurred or that natural selection is a major mechanism in its
occurrence," e valutavano quindi che fosse "scientifically inappropriate and pedagogically
inappropriate" introdurre il crezionismo o l'ID nella scuola.
|
|
18/2/13-IT
|
·
Pochi
sono stati gli scienziati con un riflesso naturalistico paragonabile a quello
di Lazzaro Spallanzani (1729-1799). Nella sua vita esplorò ogni
possibile confine della scienza settecentesca, particolarmente in campo
biologico, dominato sempre da un'inesauribile sete di conoscenza rivolta alla
totalità del reale, specialmente dove la natura è più ambigua e i fenomeni
fisici più elusivi e sfuggenti.
Spallanzani fu anche un antesignano del concetto di viaggio scientifico,
inteso come mezzo di esplorazione del mondo volto a coglierne le
manifestazioni concrete nella loro realtà contingente e fattuale.
Ne parleranno il Professor Umberto Muscatello (Universita’ di Modena)
e il professor Paolo Mazzarello (Universita’ di Pavia), martedi
19 Febbraio a Pavia alle ore 18.00 presso l’Aula Magna del Collegio Volta: “Lazzaro
Spallanzani: l'esploratore dei confini della vita”.
|
|
17/2/13-IT
|
·
L'Accademia Nazionale dei Lincei e il
Centro Linceo Interdisciplinare Beniamino Segre mercoledi 27 e
giovedi 28 febbraio 2013 presentano il loro XL
Seminario sulla Evoluzione Biologica e i grandi problemi della biologia;
dedicato annualmente a docenti e studenti della scuola secondaria e a cultori
delle discipline biologiche, il percorso formativo come quest'anno affronta
il tema dello sviluppo del cervello umano, e di come le teorie evolutive
possano spiegarne le complesse caratteristiche strutturali e funzionali. Le lezioni, seguite da discussione, sono
destinate agli studenti e ai professori della scuola secondaria e ai cultori
delle discipline biologiche. Programma.
|
|
15/2/13-IT
|
·
[da Micromega]
Da
oggi online il nuovo eBook di MicroMega: “Controversia su Dio” di Joseph
Ratzinger e Paolo Flores d’Arcais. E' la trascrizione integrale e
testuale (a
0.99€) dello straordinario confronto che si è svolto nel corso dell’Anno
Santo, il 21 settembre del 2000, al teatro Quirino di Roma tra l’allora
Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (l’ex Sant’Uffizio) e
il direttore di MicroMega (moderato da Gad Lerner), dal titolo «Dio
esiste?».
Il dibattito si svolse dopo uno storico numero di Micromega (2/2000:
"Filosofia
e religione") dedicato all'Enciclica "Fides et ratio",
contenente anche un contributo del cardinal Ratzinger.
|
|
14/2/13-IT
|
·
[da Pikaia]
La storia del pensiero biologico dagli antichi filosofi ai giorni nostri,
vetrina dello scontro tra evoluzione e nuove forme di creazionismo, nel nuovo
libro di Piergiacomo Pagano ("The history of thought on
biological evolution: with reflections of environmental philosophy"). E'
disponibile la versione inglese in PDF e quella cartacea a pagamento.
·
[da L'Ateo 1/2013] Il
primo numero del 2013 della rivista dell'UAAR
è in buona parte dedicato al problema dell'evoluzione umana ("Essere
Umani"), introdotto da F.D'Alpa con una domanda che, non
dimentichiamolo, sul nostro pianeta nato 4.5 miliardi di anni fa circola solo
da pochissimo tempo, al massimo 200.000 anni ("Cos’è l’uomo?
Cosa ci rende umani?").
Alcuni degli articoli sono liberamente consultabili on line: La
grande storia della diversità umana di Marcello Buiatti e Una
storia naturale della coscienza di Telmo Pievani
|
|
13/2/13-IT
|
·
A Milano oggi ci sarà anche un Darwin Day
dedicato alla signora Darwin. Verrà infatti presentato dall'autrice, alle
14 al liceo Beccaria, il libro su Emma
Wedgwood Darwin. L'opera, uscita il 6 febbraio per Sironi
editore, è di Chiara Ceci, naturalista a Cambridge presso la Royal Society of
Chemistry.
Il suo lavoro può essere seguito e valutato sul sito http://www.emmadarwin.it/. Chi non
potesse oggi, può andare domani 14/2 alla
Biblioteca Ambientale di Cassano d’Adda alle 18:30
·
Per chi pensa di poter personalmente fare a meno
della moderna biologia evoluzionistica e non crede che virus e batteri mutino
ed evolvano con una frenesia un po' sospetta (e per fortuna le trasmissioni
orizzontali, che dovrebbero essere poco apprezzate, non sono così frequenti)
sul sito web di Galileo c'è la recensione del libro "Principi di
medicina evoluzionistica" di
Peter Gluckman, Alan Beedle, Mark Hanson, dove si parla di genetica, di
epigenetica ma anche del ruolo adattativo anche delle interazioni su base
culturale fra gli individui.
·
Altre info sui Darwin/Evolution Days 2013 che si
organizzano in questi giorni si trovano anche su Galileo,
Wired,
Le
scienze.
·
Un altro impegnativo Darwin Day a Roma
si terrà all’Università della Sapienza (Darwiniana) il 20/2. Qui il
programma: “Dal
cervello biologico al cervello culturale”. Locandina.
Interventi:
- Pierfrancesco Ferrari (Università di Parma): ll cervello sociale e i
sistemi comunicativi nei primati non umani
- Maurizio Biffoni (Università di Urbino): La comunicazione non
verbale tra continuità filogenetica e patologia
- Alessandra Attanasio (Università di Roma “La Sapienza”): La
razionalità implicita del “cervello sociale” tra Darwin e le neuroscienze
- Luciano Mecacci (Università di Firenze): Darwin e la psicologia
comparata in Russia. Apprendimento, linguaggio, pensiero
- Stefano Gensini (Università di Roma “La Sapienza”): Il ritorno del
tema delle origini nelle scienze del linguaggio e il ruolo di Darwin
- Federico Albano Leoni (Università di Roma “La Sapienza”): Mettere in
relazione evoluzione linguistica e evoluzione umana. Problemi e metodi.
·
Nel sito Scienza
in rete sono state pubblicate le risposte finora pervenute - da parte
dei partiti che si presenteranno alle elezioni - a 10 domande sulle loro
proposte per la scienza, l'istruzione e la ricerca.
Una visita guidata alle risposte si può trovare qui
su Dibattito Scienza, mentre nel sito MyGenomix si può trovare un commento
alle risposte da parte di un bioinformatico, ora anche dottore di ricerca
in sistemi complessi.
|
|
12/2/13-USA
|
·
Un post ("This
Amazing 12-Year-Old Launch a Hello Kitty into Space [Video]") in un blog
su Scientific American riferisce, proprio pochi giorni dopo la notizia
dell'invio nello spazio di una Macaca da parte di scienziati spaziali
iraniani, come negli USA si impegnino seriamente per mantenere alte le loro
competenze nella conquista dello spazio, investendo energie per migliorare la
preparazione dei loro studenti nel settore che indicano come STEM education. (qui alcuni testi
della National academy Press)
E lo fanno quindi anche con la partecipazione attiva degli insegnanti di
scienze delle medie, che ormai aiutano i loro studenti (e i loro genitori che
li finanziano) ad inviare nello spazio i loro pupazzi (e a recuperarli al
ritorno). L'impresa non sembra difficile, anche grazie alla collaborazione
della ditta High
Altitude Science, che fornisce l'attrezzatura necessaria e pubblica i video migliori.
Un altro post sul sito dei blog di Scientific American ci ricorda che
anche la biologia riesce a incuriosire gli studenti: un post sulle remore
(della famiglia Echeneidae)
fornisce stimoli sia per chi fosse interessato alla storia
della scienza (si
parla della Storia Naturale di Gaius Plinius Secundus) che per chi fosse
più interessato a capire come la teoria dell'evoluzione possa spiegare la
comparsa di forme animali così straordinarie nella loro
specializzazione.
|
|
12/2/13-UK
|
·
[da Pikaia]
In occasione del 12/2, su Pikaia si può leggere l’intervista alla responsabile di
DownHouse, la casa dove C.Darwin visse e scrisse L’Origine delle Specie,
e che oggi è una dimora dell’English
Heritage visitata da più di 45mila persone all’anno.
Si può anche visitare lo shop
dell’English Heritage; sconcerta la “Earthenware
mug depicting Charles Darwin's theory of evolution from ape to man”.
E’ assurdo e incomprensibile che al gift shop non si sia tenuto
conto di quello che Darwin realmente
pensava (e aveva pure fatto il disegnino, per stroncare ogni visione
teleologica). Meglio acquistare piuttosto il busto di Charles … o il libro di ricette (Revived
and Illustrated) della signora Darwin.
·
Il Darwin Day si festeggia anche nel sito
della BHL
(Biodiversity Heritage Library):
Happy
Darwin Day! David Kohn, Direttore del Darwin
Manuscripts Project, presenta alcuni momenti della creazione dell’idea
della trasmutazione da parte di Charles Darwin, con citazioni dalle pagine manoscritte
tratte da "Ornithology
Notes" e dal "Transmutation Notebook D".
Il giorno dopo l’omaggio a Darwin continua (Voilà!
Evolution by Means of
Natural Selection)
utilizzando "Principles of Divergence" e "Origin Manuscripts"
|
|
11/2/13-IT
|
·
Questo mese
sembra che i quotidiani non stiano attenti alle numerose iniziative in
occasione del Darwin Day 2013. Sembra che finora solo sulla Stampa
si trovi oggi un veloce accenno: "E’
la settimana di Darwin e dell’allarme asteroide")
|
|
11/2/13-EU
|
·
Chi volesse conoscere l’evoluzione attuale (e quella
prevista) dei microorganismi (virus e batteri) in Europa può consultare la
pagina web dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC).
Ovviamente l’ECDC ha come obiettivo soprattutto la difesa della salute e
della specie umana, continuamente sottoposta ad un evidente processo di
selezione.
Nell’ultimo rapporto settimanale (full
Communicable Disease Threats Report, week 6/2013)
si riferisce del dengue arrivato in Finlandia da Madeira e sulla diffusione
delle diverse varianti genetiche e mutazioni del virus dell’influenza. Qui il
rapporto
sull’influenza dell’8/2, con le percentuali delle varianti genetiche dei
virus A e B.
Interessante anche la relazione sui rischi
attesi in Europa per il 2013. Recentemente il giornalista scientifico Carl
Zimmer, sempre molto interessato alla fauna esistente entro e sopra ogni Homo
sapiens, raccontava (“The
future evolution of bird flu”) delle preoccupazioni e del monitoraggio
costante dell’influenza aviaria soprattutto in Asia e del suo continuo
passaggio all’uomo (qui
i dati dal 2003 fino a gennaio 2013) con una mortalità del 59% (è di ieri
la notizia di due
nuovi casi in Cina; qualche giorno fa ci sonno stati altri casi in Cambogia,
sempre dovuti a trasmissione diretta).
L’influenza aviaria è monitorata
anche in Italia negli allevamenti e in natura (“Influenza
aviaria: non abbassare la guardia”), e anche il piano
per il 2013 dimostra il costante e rilevante impegno nel controllo del
virus H5N1.
Anche nel mondo ci si prova ma c’è qualche problema (“La crisi economica
internazionale ha significato minori risorse disponibili per la prevenzione contro
il virus H5N1 e le altre malattie di origine animale. E questo vale non solo
per le organizzazioni internazionali, ma anche per i singoli Paesi - ha
affermato Juan Lubroth veterinario capo della FAO - Anche
se tutti sanno che prevenire è meglio che curare, sono fortemente preoccupato
perché oggigiorno i governi non sono in grado di mantenere alto il
livello di guardia”).
Il post
di Zimmer aggiunge altre informazioni interessanti e preoccupanti, come
il link a un suo precedente post del maggio 2012 dove spiegava un esperimento
(“Behold The Forbidden Flu: A Loom
Explainer” su un
virus H5N1 con 4 mutazioni davvero preoccupanti in quanto favorivano la
"collaborazione" con i mammiferi) e il link all’articolo (EMBO
reports dell’11 gennaio) sulla veloce e insolita evoluzione dell’H5N1 in Egitto
(“Evolution and control of H5N1”): “The
evolutionary dynamics of the Egyptian H5N1 strains provide clues to
understanding the pandemic potential of H5N1”, “After diversification in local bird populations, some
new H5 sublineages have emerged in Egypt with a higher affinity for
human-type receptors”, “since 2009, Egypt
has had the highest number of human cases of H5N1 infection, with more
than 50% of the cases worldwide”, “The
genetic diversification of H5N1 virus in Egypt represents an increasing
pandemic potential, and Egypt is regarded as the country with the highest
H5N1 pandemic potential worldwide”. Per ora tutto sembra
sotto controllo, o meglio sotto osservazione.
|
|
10/2/13-IT
|
·
Prossimamente (il 16/2): Darwin Day 2013 a
Roma dalle 16 alle 20 presso il Museo
Pigorini.
Organizzato da L.Bondioli e F.Ferretti; sarà particolarmente
dedicato alle interazioni fra l'evoluzione e la religione, dai confini spesso
non ben definiti e tendenzialmente conflittuali, visto che la teoria
dell'evoluzione mette in evidenza quanto fosse stata eccessiva l'importanza
data in mote religioni a spiegazioni mitologiche della realtà materiale e
biologica, che da un secolo e mezzo hanno mostrato la loro falsità e quindi
si sono dimostrate insufficienti, e quindi inutili e da abbandonare al più
presto.
Ci saranno due sessioni:
- La religione nell’evoluzione
interverranno, coordinati da Mauro Dorato
T.Pievani (Il posto di Dio nell’Origine delle
specie) e Orlando
Franceschelli (Dall'a-teismo all'emancipazione dal
sacro: la naturalizzazione del sentimento religioso)
- L’evoluzione della religione
Interverranno,
coordinati da G.Manzi,
F.d’Errico (L'origine dei comportamenti simbolici
e i loro possibili legami con l'origine del pensiero religioso), M.Vidale (L'evoluzione
del pensiero religioso nelle prime società stratificate del Vicino
Oriente antico: una nuova interpretazione), G.Vallortigara (Perché
l’evoluzione ha creato Dio, e non viceversa).
Il 13/14/15 ci saranno inoltre al mattino iniziative specifiche per
le scuole sull’evoluzione del cervello, della comunicazione e del linguaggio
|
|
9/2/13-IT
|
·
Oggi a Milano al Museo di Storia Naturale si è
svolta la seconda giornata dell'Evolution
Day di Milano, su Albert Wallace e i meccanismi di speciazione
e di estinzione connessi alle isole e al relativo isolamento.
Una giornata molto ricca, iniziata alle 9.30 e finita verso le 19.
Anche oggi sono già disponibili le registrazioni video nella pagina di Scienza
in rete dedicata all'iniziativa. Video 1
(mattino), 2
(pomeriggio), 3
(“La conquista sociale della Terra”, un colloquio sull’ultimo libro di E.O.
Wilson tra Telmo Pievani, Università degli Studi di Padova e Marco
Ferrari, giornalista scientifico).
Complessivamente questi sono i video disponibili per le due giornate: Evoday 2013 - giornata
1, prima parte; Evoday 2013 - giornata 1, seconda parte; EvoDay 2013 -
giornata 1, terza parte; EvoDay 2013 - seconda giornata,
parte I; EvoDay 2013 - seconda
giornata, parte II; EvoDay 2013 - seconda giornata,
parte III.
·
Se ne parla anche in un articolo sul Corriere
della Sera ("Sulle
orme di Darwin anche la scienza è in evoluzione").
|
|
8/2/13-IT
|
·
Evolution Day a Milano oggi, in
compagnia di A.Wallace (comunque qualcuno si è sbagliato con Darwin,un
nome che comunque non è facile non incontrare se di racconta dell'avventurosa
vita di Wallace. Si è parlato di biogeografia, ovviamente, e di speciazione,
ma alcune relazioni erano, come previsto, concentrate sui problemi delle
isole e del loro popolamento, con riferimenti a gigantismi e nanismi
insulari.
Non poteva mancare poi un visita all'isola
di Lord Howe. Come si può vedere dai video (già
ora disponibili subito dopo la diretta
in streaming che sarà prevista anche per
domani 9/2).
Nel primo video di oggi ha suscitato interesse e commozione un video
commemorativo dei dieci anni di Darwin Day al Museo di Scienze Naturali di
Milano, in quanto documentava la presenza a Milano dei maggiori biologi
evoluzionisti e il ruolo rilevante di Ilaria Vinassa, prematuramente
scomparsa nella scorsa primavera, organizzatrice di tutte le giornate dei
Darwin Day di Milano, fin dall'inizio.
Molto importante l'iniziativa realizzata nella serata organizzata con la
Fondazione Internazionale Balzan.
Si è parlato di "Epigenetica - un’altra dimensione nell’evoluzione"
con il vincitore del premio, Sir David Charles Baulcombe, Cambridge
University, UK
Hanno introdotto la serata Enrico Decleva, della Fondazione Balzan, e
Marco Ferraguti, dell'Università degli Studi di Milano
|
|
8/2/13-USA
|
·
Nel blog di Jerry Coyne si invita ("Global
warming in action: World’s largest observed glacial calving") a
vedere un recente film documentario
naturalistico (“Chasing
Ice”), diffuso un mese fa, che mostra i cambiamenti che stanno avvenendo
nelle zone artiche in conseguenza dei cambiamenti del clima.
Decisamente impressionante uno spezzone
del video, mostrato anche in un articolo di Slave ("A
Video To Make You Believe in Global Warming"), che documenta per la
prima volta un evento probabile ma non prevedibile di dimensioni colossali:
il crollo in mare del fronte di un ghiacciaio della Groenlandia.
Lo spettatore del video non riesce a capire la scala dell'evento fino a
quando sull'immagine del ghiacciaio non gli viene sovrapposta l'immagine
dell'intera penisola di Manhattan, con tutti i suoi grattacieli ...
Chi si impressionasse di fronte ad eventi naturali di queste dimensioni e
preferisse basare la sua conoscenza della natura sui freddi dati, può
accontentarsi degli articoli di Science che hanno recentemente
pubblicato (30/11/12) le ricerche peer-review che forniscono un panorama più
ampio e controllato ("A Reconciled Estimate
of Ice-Sheet Mass Balance").
Le storie di Darwin e Wallace, naturalisti sul campo, ascoltate oggi a Milano
suggeriscono caldamente di diffidare, e parecchio, delle limitate e
spesso distorte informazioni che raggiungono gli "scienziati in
poltrona" (armchair scientist).
|
|
7/2/13-USA
|
·
Un articolo su Science ("Ancestor
of All Placental Mammals Revealed") fornisce qualche nuova
informazione sui primi mammiferi, sulla loro origine e sulla radiazione
adattativa che iniziò dopo la scomparsa dei dinosauri, evento causato
molto probabilmente dalla caduta di un
meteorite da 60 metri di diametro (quello passato vicino alla terra il
15/2 era di 48 m), che mise a loro disposizione milioni di nuove nicchie
ecologiche.
E' assolutamente consigliabile utilizzare i titoli degli articoli scientifici
(o l'indirizzo dell'articolo) per cercare
in internet tutti i blog scientifici seri che commentano l'articolo e
quindi aiutano chi non fosse un paleontologo (è la competenza richiesta in
questo caso) a inquadrare e capire meglio la scoperta.
Purtroppo questo consiglio vale (anche se comunque è consigliabile essere
prudenti) solo per chi conosce l'inglese. In italiano non è facile trovare
qualcuno che aiuti a capire il contenuto e il significato di un articolo
scientifico appena uscito, e si rischia di dare credibilità anche a qualcuno
che non conosce l'argomento.
|
|
4/2/13-USA
|
·
[da NCSE]
Come riferito qualche giorno fa, nel 2013 si è già tentato per 8 volte in
alcuni stati USA di presentare nei parlamenti statali leggi per permettere
agli insegnanti di illustrare in classe, senza rischio, anche ipotesi non
dimostrate su alcuni temi "caldi", e in particolare sull'evoluzione
e sul riscaldamento globale. Delle 8 leggi finora presentate finora solo una,
oggi in Colorado è stata respinta dopo che la commissione l'aveva discussa;
con l'aiuto del Discovery Institute, che è sempre dietro a queste iniziative
antiscientifiche, e (dalla parte della scienza e della ragione) con la
consulenza della Colorado Association of School Boards, della Colorado
Education Association, e della Colorado Alliance for Environmental Education.
Uno scontro fra scienza e antiscienza che si è concluso con un voto politico,
dipendente quindi esclusivamente
dagli equilibri esistenti in una piccola commissione politica: i voti sono
stati 7 a 6 in favore dei democratici e quindi, ma solo fino a nuovi e leggermente
diversi equilibri politici, anche la ragione potrà stare tranquilla ...
·
Un articolo di Carl Zimmer sul New York
Times (“Pigeons
Get a New Look”) ci aggiorna sul tema dei piccioni, una specie che
Darwin ha allevato dal 1855 e che l’ha aiutato a capire molto della selezione
artificiale. Zimmer racconta di come Michael
Shapiro, un biologo dell’università dell’Utah, abbia riportato i piccioni
al centro dell’attenzione con un articolo su Science della settimana
scorsa in cui presenta alcune
caratteristiche del DNA di 40 diverse varietà, artificiali e naturali, di
piccioni (“Genomic
Diversity and Evolution of the Head Crest in the Rock Pigeon”).
·
[da Sandwalk]
Saranno certamente utili i risultati di un’indagine realizzata dal Science
Investigation Desk della rivista USAToDay sul lavoro, presentato
con gran clamore dalla NASA in una conferenza stampa il 2/12/10, in cui si
sosteneva che l’arsenico potesse sostituire il fosforo nella struttura ad
elica del DNA.
L’articolo, il cui primo autore era Felisa Wolfe Simon, suscitava
dubbi fin dall’inizio, ed ora l’indagine mette in luce alcuni limiti nel
controllo della qualità dell’articolo, i cui risultati erano già stati contestati
nel 2012.
Se ne parla nel blog Sandwalk (“Reviewing
the "Arseniclife" Paper”) di Larry Moran. Qui il link
alle tre
peer-review originali (ottenute grazie al FOIA) e qui il link
all’articolo su USAToDay di oggi (“Glowing
reviews on 'arseniclife' spurred NASA's embrace”).
|
|
4/2/13-IT
|
·
[da Pikaia]
In uscita il 6 febbraio la biografia della moglie di Charles Darwin, scritta
da Chiara Ceci e Stefano Moriggi: "Emma
Wedgwood Darwin. Una storia d'amore, di
scienza e di cambiamenti epocali"; tra le altre cose, si
racconta la nascita della teoria dell’evoluzione da una inedita prospettiva
familiare. Indice e Scheda del libro
·
[da Pikaia]
E’ uscito un nuovo libro su Darwin scritto dal geologo Guido Chiesura:
“Isole
di Darwin. Un curioso in mezzo al mare”. Il libro, di 275 pagine e 250 figure, è su CD
ed illustra il famoso viaggio intorno al mondo, compiuto da Charles Darwin
tra il 1831 e il 1836, a bordo del brigantino Beagle, con particolare
attenzione per le soste nelle isole.
|
|
3/2/13-IT
|
·
8
-10 febbraio 2013: ISOLE: LABORATORIO DELL'EVOLUZIONE - ALFRED RUSSEL
WALLACE, 1823 – 1913 - MUSEO DI STORIA NATURALE DI MILANO
·
[da Pikaia]
Il Liceo Majorana di Orvieto, in
collaborazione con l’Associazione Nazionale
Insegnanti di Scienze Naturali e con la Società Italiana di Biologia
Evoluzionistica, organizza il 16 febbraio prossimo
un’importante giornata di discussione e di sensibilizzazione (“LA
SCIENZA...ancora...NEGATA. Incontro tra scuola società e scienza”) sul
tema dell’insegnamento delle scienze a scuola, anche alla luce delle derive
antiscientifiche e pseudoscientifiche più recenti. L’auspicio è che sia solo
la prima di una serie di iniziative di dibattito pubblico sul ruolo della
scienza nella scuola italiana. Tra i relatori: Silvia Bencivelli, Carlo
Bernardini, Marco Ferraguti, Elena Gagliasso, Pietro Greco, Luca Landò, Telmo
Pievani, Carlo Alberto Redi. Qui
il programma completo e i contatti. Programma.
·
Sempre il 16 febbraio, ma solo al pomeriggio dalle
16, a Roma ci sarà un Darwin Day al Museo
Pigorini, con due sessioni (“La religione nell’evoluzione”
e L’evoluzione della religione”).
|
|
2/2/13-USA
|
·
[da science Daily: "Vegetation
Changes in Cradle of Humanity: Study Raises Questions About Impact On Human
Evolution"] Un nuovo articolo pubblicato da Geology ("S. J. Feakins, N. E. Levin,
H. M. Liddy, A. Sieracki, T. I. Eglinton, R. Bonnefille. Northeast African vegetation change over
12 m.y.) presenta nuove informazioni
sui cambiamenti della vegetazione nell'Africa Orientale negli ultimi 12
milioni di anni. Nuovi dati quindi per analizzare meglio la relazione fra
l'ambiente e l'evoluzione del bipedismo nelle prima fasi dell'evoluzione
umana a partire dagli antenati arboricoli.
|
|
2/2/13-IT
|
·
La Scuola Galileiana di Studi Superiori di Padova
organizza una serie di incontri "Le eredità di Darwin", con
inizio dall'11 marzo 2013 con una conferenza di T.Pievani ("Introduzione: La teoria evolutiva di Darwin"). Qui la
locandina con le date degli incontri (aperti al pubblico presso l'Aula Magna del Collegio Morgagni, Via S.
Massimo 33, Padova) e gli oratori. Concluderanno E.Casetta e A.Minelli
il 22/5/2013.
·
In occasione del Darwin day 2013 il Museo Friulano di Storia
Naturale (MFSN) organizza un incontro rivolto alle classi delle
scuole superiori e agli studenti delle classi terze delle scuole secondarie
di primo grado dedicato ai Dinosauri
volanti: l'evoluzione del volo. L'iniziativa si tiene il 19
febbraio dalle ore 11.00 alle ore 13.00 presso il teatro Palamostre.
·
Nel sito web dell'almanacco di scienza del CNR si può
leggere una recensione ("L'evoluzionismo
prima di Darwin") del libro "Darwin's
Ghosts" di Rebecca Stott, scritta da Federico Focher. Darwin e il suo amico Wallace devono il loro successo
scientifico non solo al fatto di essere saliti sulle spalle di tanti giganti
del passato, ma anche al fatto di aver goduto di un ambiente sociale
tecnologicamente più avanzato e di una libertà di ricerca e di espressione
preclusa o pagata a caro prezzo da tanti loro predecessori.
|
|
1/2/13-USA
|
·
[dal
NYT]
Un articolo del New York Times ("Seeing
Darwin Through Christian Eyes? It
All Depends on the Christian") illustra bene, con due
storie molto diverse, come soprattutto negli USA non ci siano vie di mezzo
quando si maneggia la teoria dell'evoluzione.
Si raccointa quindi la storia di Rush D.
Holt, un Democratico che ha proposto una risoluzione
per dichiarare "Darwin Day" il 12 Febbraio, “recognizing the importance of science in the betterment
of humanity. I hope we can hold hearings, where people can hear about Darwin and
science and the jobs it creates, the lives it saves, everything".
Invece un suo collega, il repubblicano Paul Broun,
è famoso per quanto disse in autunno: “all
that stuff I was taught about evolution and embryology and the Big Bang
theory, all that is lies, straight from the pit of hell. Evolution is one of those lies to try to keep me and
all the folks who were taught that from understanding that they need a savior”.
L'articolo, per sottolineare come fra i cristiani ci siano opinioni molto
diverse, ricorda che invece "The Roman Catholic Church, for example, is
comfortable with Darwin, especially as his work relates to the evolution of
bodies (souls come from God). In 1996, Pope John Paul II wrote, confirming
older Catholic teaching, that “there is no conflict between evolution and the
doctrine of the faith”.
Piccolo dettaglio: Paul Boun fa parte della maggioranza
repubblicana della Commissione
(Scienza Spazio e Tecnologia) che dovrà valutare la richiesta di Rush Holt…
·
[dal NCSE]
Sul sito del NCSE si può leggere un aggiornamento sui tentativi di
introdurre quest'anno negli USA leggi che permettano di insegnare (senza
rischi per il docente) il creazionismo nelle scuole.
·
Il 28/1/13 sono stati eletti i nuovi dirigenti della Biologos
Foundation, che riunisce gli evangelici USA che sostengono non il
creazionismo biblico ma l'evoluzionismo teista; verso il neodarwinismo e la
teoria dell’evoluzione hanno quindi una posizione simile a quella della
chiesa cattolica, che ha nominato un biologo neodarwinista (ma anche premio
Nobel) a Presidente dell’Accademia delle Scienze.
La Fondazione ha avuto origine nel 2007 grazie a Francis Collins,
biologo molecolare con responsabilità rilevanti nella gestione, e nel
successo, della ricerca biologica e medica USA. E' stato infatti presidente
dell'Human Genome Project (HGP) che ha portato al
sequenziamento del DNA umano ed oggi dirige i National Institutes of Health in
Bethesda, Maryland.
Collins
fa anche parte, con altri genetisti evoluzionisti famosi (ma neodarwinisti,
come D.Baltimore,
F.Kafatos,
W.Arber
e Cavalli
Sforza) dell'Accademia
delle Scienze Pontificia. Collins rifiuta ovviamente non solo il
creazionismo, ma anche l'ID e non ha quindi partecipato allo squallido
video antievoluzionista/antidarwinista Expelled: No Intelligence Allowed
che ha diffuso negli USA le principali (false)
critiche verso l'attuale teoria dell'evoluzione e verso Darwin; senza molto
successo, in verità: per gli amici Bern Stein sarà pure una vecchia volpe
ma è poi finita in pellicceria.
Nuovo
presidente della Biologos è da oggi Deborah Haarsma, professore di
Physics & Astronomy al Calvin College di Grand Rapids, Michigan, autrice
dei volumi "Origins:
Christian Perspectives on Creation, Evolution, and Intelligent Design"
e "Delight
in Creation: Scientists Share Their Work with the Church". Jeffrey
Schloss ha assunto invece il ruolo di Senior Scholar; è titolare del
corso di Biologia al Westmont College di Santa Barbara, California, dove
dirige il Center for Faith, Ethics and Life Sciences; prima di diventare
sostenitore dell'evoluzionismo teista seguiva i neocreazionisti
dell'Intelligent Design; il suo nome compare ancora nella ‘List of
Intellectual Doubters of Darwinism’ insieme a tanti altri sostenitori
dell’ID che dicono di non credere nell'attuale teoria dell'evoluzione. In
questa lista di sostenitori dell'ID troviamo anche gli italiani R.Fondi e
G.Sermonti, che pure hanno anche contribuito a realizzare video indubbiamente
antievoluzionisti realizzati dai creazionisti biblici del Kolbe Center (il
titolo del video è inequivocabile, come anche le immagini che accompagnano
l’intervento di R.Fondi: "Evoluzione: fatto o credenza?").
Obiettivo della fondazione Biologos è quello di convincere gli evangelici (in
gran parte creazionisti "della terra giovane") ad accettare
l'evoluzione con i suoi tempi e i suoi meccanismi, convincendoli della
compatibilità della bibbia con la teoria dell'evoluzione; un compito davvero
non facile vista la forte incompatibilità verso Darwin e Wallace esistente
fra gli evangelici USA. Certo l’obiettivo che F.Collins proponeva alla
Fondazione Biologos era davvero impegnativo
…
Nel sito di Biologos si possono visionare, oltre ad alcuni video realizzati
dalla nuova presidente per produrre un Test of Faith,
molte pagine web interessanti. Nel sito del forum
ci sono numerosissime dichiarazioni e definizioni precise che dovrebbero
insegnare ai creazionisti (evangelici o ID) a non confondere le
"evidenze scientifiche" con le questioni di fede. Un po’ sconcerta
che vengono proposte posizioni che appaiono simili a quelle della chiesa
cattolica, che però evita di fornire spiegazioni così chiare, forse temendo
di suscitare le reazioni dei tanti creazionisti e sostenitori dell’ID che
continuano a contestare e deridere l’evoluzionismo teista, come nel 2009
quando hanno organizzato ben 3 convegni creazionisti in pochi mesi.
Nel sito "The Questions"
sono indicati i fatti (="scientific evidence")
che la ricerca scientifica ha potuto dimostrare grazie al metodo
sperimentale, tanto da permettere a GP2
di dire che “La
convergenza non ricercata né provocata, dei risultati dei lavori condotti
indipendentemente gli uni dagli altri, costituisce di per sé un argomento
significativo a favore di questa teoria” (dell’evoluzione).
Il sito di Biologos è una miniera per chi volesse cominciare a distinguere
fra questioni scientifiche e teologiche: si può trovare perfino una corretta
definizione di evoluzione ("The word evolution can be used in many ways, but in biology, it means descent
with modification"), verificare
l'assenza della strumentale distinzione fra micro- e macroevoluzione,
conoscere i tempi dell'evoluzione e il ruolo dei fossili e della genetica nel
certificare e confermare indipendentemente i processi e quindi i meccanismi
evolutivi, e capire il significato di "antenato comune".
Questi semplici chiarimenti permettono di riconoscere gli evoluzionisti
teisti, distinguendoli da creazionisti e sostenitori dell’ID.
Nella scheda
dettagliata sull'evoluzione c’è perfino un elenco dettagliato delle
principali confusioni (misconceptions), eccezionalmente utile per
riconoscere i [neo]creazionisti anche solo sulla base di quello che
sostengono o che negano, non facendosi trarre in inganno da come si
definiscono.
E' impressionante trovare qui in Biologos il link al sito web degli
evoluzionisti del Talk Origins
Archive, con i link alle prove (per chi le volesse controllare) che
oggi abbiamo di comparsa di nuove specie, o la conferma del ruolo creativo
del caso ("A third misconception is that
evolution is a random, purposeless process. It is true that individual
mutations are random, in the sense that they are unpredictable, but natural
selection is decidedly non-random"); questo in realtà è un punto
su cui anche il papa non sempre riesce ad essere chiaro.
Un sito come quello di Biologos è comunque utilissimo anche in Italia:
permette di intuire quale potrebbe essere il contenuto di un, oggi
inesistente, documento o sito web in cui la chiesa cattolica esponesse le sue
idee sugli aspetti scientifici e teologici che contribuiscono all'evoluzionismo
teista.
Il sito "The Questions"
si può quindi usare per imparare a riconoscere i confini che creazionisti,
neocreazionisti e sostenitori dell'ID, coscientemente o meno, non dichiarano
con chiarezza. Ci sono, per i [neo]creazionisti onesti in visita, anche
documenti preparati da chi ben conosce quali siano le loro preoccupazioni e
le difficoltà, come ad esempio il video "Where are
the Transitional Fossils?".
E' evidente che conviene approfittare del grande interesse e della grande
competenza accumulata da questa fondazione nella conversione dei
[neo]creazionisti, che qui troverebbero materiale informativo adatto ad ogni
[in]competenza, specifico e collaudato. In Italia non si può competere con
l'esperienza USA, per cui
consiglierei di approfittare del fatto che esiste una traduzione in italiano
del sito, fatta da un ingegnere elettronico.... Un'imprecisione però l'ho
subito notata nella pagina sull'evoluzione:
"mutazione" è una traduzione
forse un po' troppo libera di "modifications",
anche se in biologia si potrebbe accettare. Una qualche perplessità può
sorgere nel leggere il titolo scelto per il primo
libro scritto dal traduttore (anche se è una parola che piace molto alle
case editrici); proprio questa settimana uscirà anche la versione in inglese
...
|
|
1/2/13-ES
|
·
Intervista a Werner Arber, presidente
dell'Accademia delle Scienze Pontificia, su una rivista scientifica spagnola,
Materia. L'intervista si è già diffusa rapidamente in vari continenti
sui quotidiani in lingua spagnola, e in genere viene mantenuto un titolo
certamente incmorensibile se non fuorviante: “El
Génesis es consistente desde el punto de vista científico”.
Infatti allude ma non sembra proprio far capire il ragionamento complesso
esposto da Werner Arber nel suo intervento
al sinodo dei vescovi il 12/10/12, quando aveva chiarito che quanto
narrato nel Genesi fosse si'
consistente, ma con l'ignoranza
scientifica chi di aveva scritto quel testo (come spiega anche qui per chi
non leggesse solo il titolo: "Científicamente
es totalmente incorrecto. Pero es una visión entendible en un tiempo en el
que no había astronomía").
Manca del tutto nell'intervista la parte successiva del ragionamento,
presente in una parte successiva del discorso al sinodo ... in un invito
pressante, che nessuno ha notato, ad aggiornare urgentemente la della
teologia oggi non più adeguata all'enorme sviluppo delle conoscenze
scientifiche; qualcuno nel 1988 si è accorto
che è un po' cambiata e non si può continuare a ignorarlo.
Cita a questo proposito i creazionisti, fra cui sono da comprendere anche
coloro che, dopo Lamarck, Wallace e Darwin ancora sostengono (soprattutto
nonostante oggi un neodarwinista come W.Arber sia saldamente al lavoro in
Vaticano) che non ci sono meccanismi evolutivi che loro (e solo loro)
accettano o capiscono ("Ahora en EEUU y
también en Europa aparecen cada vez más iglesias evangélicas que niegan la
evolución, dicen que hubo un solo acto de creación y que nada ha cambiado
desde entonces").
Anche altre risposte di W.Arber vengono giustamente criticate nei commenti
e nelle reazioni
all'intervista.
Il fatto che, secondo Arber, uno dovrebbe dimostrare perchè non crede ad un
certo dio o alla "nota" teiera orbitante o all'"originale"
spaghetto volante coinvolgerebbe tutti e non credo sia apprezzato, e
soprattutto da chi ignorava la possibile esistenza ... di qualcosa che non
esiste.
Queste dichiarazioni di W.Arber, aggiunte a quelle sulle particelle di Dio
ubiquitarie o a quelle che alludono, ma in modo impreciso, alla relazione al
Sinodo, fanno sorgere qualche dubbio sulla trascrizione dell'intervista.
Per fortuna sembra che almeno i batteri non siano tenuti a chiedere il
permesso a nessuno prima di dividersi, facendoci sospettare che sia
ragionevole estrapolare che (quando il sesso
eterogametico è quello maschile) anche gli
spermatozoi non debbano concordare la rotta, per cui la scelta del sesso sia
casuale.
W.Arber era a Madrid in questi giorni (29/1/13) in quanto presidente della
commissione che doveva assegnare, per la BBVA
Foundation il Frontiers of
Knowledge Award per la Biomedicina.
Il premio è stato assegnato
al chimico Douglas Coleman e al medico Jeffrey Friedman per “revealing the existence of the genes involved in the
regulation of appetite and body weight, a discovery crucial to our
understanding of human pathologies such as obesity”. Altri
premi assegnati dalla BBVA Foundation per Basic
Science, Climate
Change e ICT.
|
|
1/2/13-UK
|
·
Nel sito del Guardian c'è un blog che si
occupa di problemi didattici (Teacher Network).
In data odierna c'è un post ("A
masterclass in teaching evolution") che mostra un video che mostra
l'impegno richiesto ad un insegnante che voglia insegnare in modo stimolante l'evoluzione biologica, ricreando
con studenti di scuole superiori di origini e lingue madri diverse i
meccanismi che ne spiegano il funzinamento insieme a studenti Il video è
archiviato nel sito del Newton
Channel. Il video dura circa 30' ed è un esempio delle tecniche che
possono essere utilizzate per far capire meglio come i fattori ambientali
mettono alla prova le mutazioni genetiche e insieme costituiscono il motore
del processo evolutivo. Come giustamente si nota nell'articolo è "possibly the greatest idea anyone ever had",
un motivo più che valido per invitare i giovani a sfidare Darwin e Wallace.
Interessante verificare (alla fine del video) come gli studenti che
partecipano alla lezione What is evolution?
Darwin's brilliant idea del prof.Ceri Evans vengano da due scuole
confessionali della periferia di Londra, la St
Mary's Church of England High School e la Cardinal Pole Catholic School. Nei
siti web delle due scuole sono indicati i criteri e i documenti necessari per
l'ammissione, ma sono a disposizione anche i risultati delle ispezioni
effettuate regolarmente dalla struttura statale (Ofsted - Office for Standards
in Education, Children’s Services and Skills) che invia gli Her
Majesty’s Inspectors, che hanno il compito di verificare la qualità e gli
eventuali miglioramenti richiesti per mantenere standard didattici nella
partealta della scala di valori (da 1 a 4). Qui
i risultati per la St.Mary's (che nasconde
il report) e qui
quelli per la Cardinal Pole School, che mette il link al verbale
dell'ispezione anche nella homepage.
La St.Mary's è inoltre sottoposta anche alla Statutory Inspection of
Anglican Schools (SIAS) che
valuta l'efficacia delle scuole anglicane. E' stata valutata "a good
church school" nel 2009.
|
|
31/1/13-UK
|
·
Un preoccupato articolo di Dean K.Simonton è comparso
oggi su Nature (“After
Einstein: Scientific genius is extinct”): secondo lui c’è il serio dubbio
che, dopo Galileo, Nicolaus Copernicus, René Descartes, Isaac Newton, Marie
Curie, Louis Pasteur, Pierre-Simon Laplace, James Clerk Maxwell, Darwin ed
Einstein la creatività e la genialità non riescano più ad esprimersi in
singoli individui ecceziobnali.
A parte che abbiamo ancora molti che insistono a non riconoscere la genialità
e l’utilità di chi come Darwin ha dimostrato che la vita sulla terra possa
svilupparsi anche senza un intervento soprannaturale (“Darwin fu veramente
un grande scienziato?”, “Was Darwin a scientist?”), anche
Simonton è preoccupato che il suo campo di ricerca diventi obsoleto e spera
di essere anche lui in errore con il suo pessimismo; la conferma gli potrebbe
venire anche da un solo unico nuovo genio… e lo sta aspettando con ansia.
Qualcuno nei commenti cerca di consolarlo, sia solo citando un
altro articolo proprio nello stesso numero di Nature, che riferirebbe
della morte di un genio (Carl
Woese), sia elencando alcuni nomi di scienziati contemporanei che
potrebbero rientrare nella definizione di genio scientifico (John Craig
Venter, Stephen Hawking, Srinivasa Ramanujan, Richard Feynman).
Curioso, a proposito di questo articolo, il dubbio che si cercherà di
risolvere al Darwin Day organizzato per l’11/2 dal Discovery Insitute
(si’, anche loro non riescono a resistere….!). Hanno invitato il famoso
fisico Tipler (The
Physics of Christianity) per scegliere uno solo fra due geni:"Einstein
vs. Darwin: Only One Can Be Right.". Sospetto che anche loro non
vogliano accettare che Darwin sia un genio. Non c’è alcun dubbio che i
sostenitori dell’ID passino
soprattutto attraverso l’anti-darwinismo, come d’altronde era evidente
nel loro video “Expelled”.
|
|
31/1/13-IT
|
·
Nel sito di Pikaia si può leggere un saggio di
Peter Zeller (Università di Foggia) su George John Romanes,
allievo di Charles Darwin: " Dopo
Darwin una nuova via per la scienza. Esitazioni e certezze dell’ultimo
Romanes"
·
Sul sito di OggiScienza Fabio Perelli
riferisce sul convegno "La
vita meravigliosa di Stephen Jay Gould", tenutosi venerdì
18 gennaio al Museo di Storia Naturale di Milano. La vita
meravigliosa di Gould è stata raccontata da noti scienziati e comunicatori,
come Telmo Pievani, Giorgio Narducci e Marco Ferraguti, i quali in un modo o
nell’altro hanno stretto profonde connessioni con l’opera del paleontologo
americano. Oggi Scienza ha anche realizzato un breve servizio e un’intervista
a uno dei protagonisti, il Professore dell’Università di Milano Marco Ferraguti.
·
Sul Foglio un articolo di F.Agnoli
("I
negazionisti") in cui cerca di sostenere quello a cui non crede
nemmeno il consulente del papa sull'evoluzione, il prof.Schuster, invitato a
Castelgandolfo: di aver bisogno di Dio per spiegare l'evoluzione
dell'universo e della vita. Si citano anche frasi che al massimo potrebbero
far contento chi aspirasse al ruolo non esaltante, in quanto ogni decennio si
riduce sempre più, di "God of the gaps".
Peter
Schuster, biologo e presidente dell'Accademia delle Scienze austriaca,
che il papa - attraverso il card.Schönborn - chiamò nel 2006 come consulente
esperto quando a Castelgandolfo volle discutere di evoluzione con i suoi
allievi, il 17/8/06 chiarì in
un'intervista al NCR (che contiene anche il
link ad una sua conferenza tenuta per Schönborn sull'evoluzione, con la
descrizione anche dell'importante esperimento di Lenski) "we don’t need a Creator to explain what we see. Darwin showed how natural development can lead to
new species. Today we understand this much better, and there’s no evidence
that can’t be explained within this general framework". Schuster, sempre
nell'intervista a John Allen del 17/8/06, aggiungeva
che sorgono seri problemi quando persone ignoranti "who are not scientists, interfere with scientific
questions, but don’t have the full information" e notava la
preoccupante presenza nel mondo cattolico di "a
general hostility toward scientists" e di " an anti-intellectual element".
D'altronde anche un teologo come don Autiero qualche anno fa dovette
intervenire per invitare F.Agnoli a cercare di capire che anche lo sudio
della vita terrena e dell'evoluzione biologica dell’uomo può essere un lavoro
che ha una sua importanza e utilità per la cultura umana.
Simile anche la posizione di un biologo evoluzionista cattolico come Ken
Miller, che non ha dubbi che gli eventi naturali da soli siano stati
sufficienti per ottenere un mondo come lo vediamo oggi:" I maintain, as I think nearly all scientists do, that
natural processes alone are indeed sufficient to bring about the world as we
know it".
Sappiamo che su posizioni simili c'è oggi anche il biologo evoluzionista Werner
Arber (premio Nobel e presidente dell'Accademia delle Scienze
Pontificia), che ha dovuto imparare a difendersi
dall'ignoranza e dalla malafede dei creazionisti che cercano di metterlo
in cattiva luce come scienziato ("I slowly
learn to write my papers by taking care to reduce the chance of
misinterpretation, but this is not easy" - Given creationists'
propensity for quoting inaccurately or without adequate context, it is indeed
difficult to prevent such misinterpretation).
Fra le "full informations" che
probabilmente non sono utilizzate dall'autore dell'articolo c'è certamente il
fatto che due milioni di anni fa non esisteva nemmeno la specie a cui oggi
appartengono le persone che cita, sia a favore che come ostili alle sue idee.
E' quindi indispensabile una riflessione sull'importanza da attribuire al
fatto indiscutibile che al momento della comparsa del genere Homo
l'universo avesse già allora i motivi ragionevoli per accumulare già più di
14 miliardi di anni; anche la vita sulla terra era già durata almeno 3.5
miliardi di anni, che non tutti ritengono necessari e hanno il dubbio che
siano non solo inutili ma soprattutto pericolosi (... per il tempo esagerato, che
permetterebbe al caso di esprimere l'evoluzione; forse il prof. De Mattei
temeva piuttosto che qualcuno, nel frattempo, si annoiasse o perdesse la
pazienza).
Nessuna delle persone citate nell'articolo suggerisce, nonostante la promessa
davvero esagerata del sottotitolo redazionale ("Ecco
perchè l'evoluzione può dimostrare l'esistenza di Dio") cosa potrebbe
dimostrare l'esistenza di uno dei tanti dei oggi venerati e rispettati nelle
diverse migliaia di culture umane, ma
soprattutto di un loro eventuale ruolo attivo non in conflitto con ruoli
attivi altrui.
|
|
30/1/13-IT
|
·
Su Gaianews oggi un’intervista a T.Pievani:
“L’evoluzione
nell’era dell’ingegneria genetica”.
·
Una serie di iniziative, come succede spesso quando i
Darwin Days sono organizzati da gruppi naturalistici e Musei
scientifici, caratterizza il Darwin Day organizzato a Morbegno
con la collaborazione di Fabio Penati, naturalista, socio della
Società Italiana di Biologia Evoluzionistica. Si inizia l'8 febbraio
con letture tratte dak bel libro di Jared Diamond ("Il
terzo scimpanzè"). Dal 15/2 inizierà un minicorso:
-Venerdì 15 /2 ore 17.15-18.30 La teoria di Darwin
-Venerdì 22/2 ore 17.15-18.30 Genetica ed evoluzione
-Venerdì 1/3 ore 17.15-18.30 Le nuove frontiere
|
|
30/1/13-ES
|
·
E' un articolo recente anche se la data non è
evidente: è comparso in spagnolo su Catholic.net ed è una intervista
("En
último término la tensión ciencia-fe debe resolverse a nivel de la propia
persona") a Rafael Martinez, filosofo della scienza dell'Università
Pontificia della Santa Croce. Si parla del recente sinodo, del rapporto
fra scienza e fede, che è tranquillo solo se si accetta che "tanto la naturaleza como la revelación tienen un mismo
Autor" e del rapporto ugualmente non facile fra ragione e fede.
Citando l'intervento di W.Arber al sinodo dimostra di non aver compreso la
novità della proposta di ripristinare la consistenza fra scienze e teologia,
che allude alla lettera di GP2 del 1988. Espone poi il suo modo di vedere lo
scontro che alcuni cattolici vorrebbero creare con la scienza sulla questione
della teoria dell'evoluzione.
Ammette che ci siano tendenze conservatrici e reazionarie nella chiesa
("cualquier novedad intelectual lleva
siempre consigo una cierta resistencia, ya que debe romper los moldes a que
estamos acostumbrados. Y a veces se justifica con motivos religiosos lo que
es simplemente el apego a un modo de ver la realidad.") ma anche
aperture ("Pero al mismo tiempo hubo
numerosos pensadores católicos, científicos, filósofos y teólogos, que vieron
en la evolución una oportunidad de comprender mejor la relación entre Dios y
el mundo. Ni Darwin, ni ningún científico, fueron objeto de investigación. Y
jamás la Santa Sede condenó públicamente la evolución."); anche
se non cita nè la condanna a Teilhard de Chardin nè l'appoggio (come la
partecipazione ufficiale di P.Trafny, vice del card.Ravasi, al convegno
creazionista antivaticano al CNR nel 2008) verso i creazionisti che provocano
il Vaticano.
Si parla poi della posizione verso il creazionismo, presentato quasi come
esclusivo degli evangelici USA: la condanna sembra chiara in quanto si ignora
l'aspetto esclusivamente teologico del concetto di creazione ("Para la doctrina católica cualquier pretensión de este
tipo significa ignorar completamente el sentido de la doctrina de la creación
y del concepto mismo de Dios, que no obra a través de mecanismos
físico-químicos o biológicos, sino como causa última trascendente de la realidad,
como fundamento último del ser de todo lo creado"); la condanna
de creazinisti è quindi netta ("Los autores
católicos que proponen explicaciones creacionistas (existen algunos grupos,
aunque su alcance es muy reducido), muestran una notable ignorancia del
sentido de la fe en la creación que la Iglesia ha siempre confesado").
L'intervista si conclude con un accenno all'importante figura di Galileo.
|
|
30/1/13-UK
|
·
Come la scelta del sesso, sarà casuale che il
riferimento fatto ieri qui sotto "abbia evocato...", o meglio
"fitti" bene, con un articolo citato proprio oggi su Nature: Fraud
by gender: "Men have committed research fraud more often than women,
according to a study published on 22 January (F. C. Fang et al.
MBio 4, e00640-12). The
authors reviewed 215 cases of fraud in the life sciences reported by the US
Office of Research Integrity between 1994 and 2012".
|
|
29/1/13-USA
|
·
La NAP (National
Academies Press) ha pubblicato un paio di nuovi libri (gratuiti se ci
si accontenta del PDF). Il più interessante, è il sesto dedicato alla
descrizione di aspetti fondamentali della biologia, visti nell'unica ottica
che ci permette davvero di capirla, quella evolutiva.
La serie di sei volumi [In the Light of Evolution] è davvero
stimolante, anzi elettrizzante se si guarda un momento a quanto si risparmia
(111$) se si acquista tutta la serie completa a
284$. Ovviamente ci si può accontantare della versione in PDF...
Questi i volumi che compongono la serie completa:
- Adaptation and Complex Design
- Biodiversity and Extinction
- Two Centuries of Darwin
- The Human Condition
- Cooperation and Conflict
- Brain and Behavior
Ogni volume esplora le prospettive evolutive di un particolare argomento, non
solo scientificamente intrigante, ma anche di particolare importanza per i
problemi e le sfide attuali.
I temi dei volumi più recenti saranno anche quelli meno noti e mì quindi non
saranno ancora in circolazione in Europa e in Italia le versioni revisionate
dai creazionisti USA, come a volte succede per le dimostrazioni scientifiche
meno recenti dei meccanismi evolutivi, sulle quali i creazionisti sono più
preparati e più disposti al dialogo.
L'altro volume recente della NAP ("The Unique U.S.-Russian Relationship in
Biological Science and Biotechnology: Recent Experience and Future Directions") presenta gli
interessi.comuni e i progetti futuri di due potenze del XX secolo che oggi
non collaborano solo nella ricerca spaziale, ma che sperano, collaborando, di
mantenere anche un ruolo dominante e trainante nella ricerca biologica e
nella biotecnologia, che probabilmente non durerà ancora per molti decenni.
Una semplice dimostrazione del ruolo rilevante dell’evoluzione nella ricerca
biologica la si può avere aggiornando ogni tanto una semplice ricerca su Google
scholar usando termini significativi come ad esempio experimental
evolution vertebrates; ovviamente è meglio limitare la ricerca al 2013,
visto che qualcuno potrebbe spaventarsi anche dei 1200 articoli (con impact
factor!) pubblicati solo nell'ultimo mese.
Puo' essere interessante almeno scorrere i titoli di questi 1200 articoli per
scoprire che si trovano notizie interessanti (e non ancora riportate nei siti
creazionisti USA).
Si puo' anche sostituire vertebrates con plants (1450), oppure new
characters (1390) o anche novelties (600) o adaptations (1380) e
andare a verificare i risultati per trovare le novità.
Certo queste sono curiosità che si può permettere chi fa ricerca o ha la
fortuna di poter preparare giovani interessati alla biologia che hanno voglia
di entrare nel mondo della ricerca, stimolandoli e aiutandoli a capire le
domande intriganti e aggiornate.
Qualche titolo interessante si trova sempre in una full
immersion fra le scoperte o le reviews pubblicate nell'ultimo mese: "Evolution
in a Changing Environment", "Hybridization
and speciation", "Plant sex
chromosome evolution", "As it happens:
current directions in experimental evolution", "Evolutionary Biology for the 21st
Century".
Particolarmente intrigante l'ultimo articolo citato, che consiglio di
leggere, e che ha un'introduzione che vorrei riportare qui nella sua
interezza ... ma è troppo lunga; invito a leggere sia il finale che l'elenco
dei problemi lasciati alle prossime generazioni ... sempre che si riesca a garantire
loro anche risorse adeguate (Malthus insegna...) per proseguire con la (quasi pacifica) convivenza di cui
abbiamo goduto noi fortunati nell'ultimo mezzo secolo (e in questa parte del
mondo).
"We live in an exciting time for biology. Technological advances have made data collection
easier and cheaper than we could ever have imagined just 10 years ago. We
can now synthesize and analyze large data sets containing genomes,
transcriptomes, proteomes, and multivariate phenotypes. At the same time,
society's need for the results of biological research has never been
greater. Solutions to many of the world's most pressing problems (...)
will rely heavily on biologists, collaborating across disciplines.
Theodosius Dobzhansky famously proclaimed that “nothing makes sense
in biology except in the light of evolution." Though Dobzhansky's
statement is sometimes dismissed by biologists in other fields as
self-promotion, recent advances in many areas of biology have shown it to
be prophetic.
For example, genomics, which emerged mostly from molecular biology, is now
steeped in evolutionary biology. Evolutionary theory helps to explain
our origins, our history, and how we function as organisms and interact with
other life forms, all of which are crucial to understanding our future.
Evolutionary approaches have helped reconstruct the history of human culture,
including, for example, the history of human populations and languages. And the
impact of evolutionary biology is extending further and further into
biomedical research and nonbiological fields such as engineering,
computer sciences, and even the criminal justice system".
[Da notare
che la ricerca continua anche sul melanismo industriale;
nell’ultimo anno ci sono infatti 90
nuovi articoli peer-review; contengono scoperte e informazioni nuove, non
ancora verificate dai creazionisti USA].
Un aspetto interessante che è emerso in questa breve scorsa alle pubblicazioni
dell'ultimo mese è quello dell'enorme eterogeneità dei cognomi, una
traccia della storia, spesso in parte anche connessa alla storia biologica
individuale, indicativa del fatto che la biologia del XX secolo era già
realmente un'impresa collettiva a cui partecipavano ricercatori curiosi già
espressione di uno strumento universale di conoscenza e di azione che si è
dimostrato capace di far collaborare tutti i popoli e tutte le culture.
E anche i nomi sono oggi spesso molto diversi da Matteo, Marco, Luca e
Giovanni; un’indicazione del nuovo ruolo assunto da popoli un tempo spesso
schiavizzati e colonizzati, ma soprattutto una conferma che qualcosa in tutti
i popoli e le culture è cambiato anche nell’ultimo secolo: le nuove
possibilità di emancipazione e realizzazione personale permettono e chiedono
un contributo intellettuale anche al rimanente 50% dell'umanità, che ha
iniziato da poco a liberarsi
da catene e pregiudizi tradizionali e secolari.
Purtroppo rimangono ancora sacche in cui prevale il pregiudizio contro una
scelta che erroneamente qualcuno ritiene ancora, nonostante Mendel lo abbia
dimostrato ben più di un secolo fa, di origine divina più che casuale. La
coscienza della casualità dovrebbe impedire che si aggiungano ancora assurde
discriminazioni e umiliazioni.
|
|
28/1/13-IT
|
·
Sul Corriere della Sera si può leggere la
sintesi di una lezione che verrà tenuta domani a Roma (salvo eventi
imprevisti) da T.Pievani sul ruolo della contingenza nella storia e
nelll'evoluzione biologica ("L'evoluzione
non è come le favole di Kipling"); da ricordare sempre come le
esigenze di rassicurazione che condizionano la psicologia umana rischino di
influenzare pesatemente le ricostruzioni di eventi che riguardano un processo
durato miliardi di anni e che coinvolgono eventi contingenti e interazioni casuali
che avvengono in ogni frazione di secondo e in ogni centimentro di una terra
con una circonferenza di 40.000 km. "Per
sfuggire alla tentazione di considerare il passato come giustificazione di un
presente necessario, l'antidoto è la contingenza" è comunque un
indicazione utile anche se forse può considerarsi tranquillizzante solo per
una formica.
·
[da Carnet
Verona] Giovedì 31 gennaio alle ore 21 al Teatro Ristori di Verona,
Armando Massarenti, filosofo ed epistemologo, responsabile del
supplemento culturale Il Sole-24 Ore-Domenica, per l’ultimo appuntamento, de I
Giovedì della Scienza, dal titolo Cultura e Sviluppo. Armando Massarenti
parlerà del binomio cultura e scienza, sancito dall’articolo 9 della nostra
Costituzione che evidenzia l’impegno della Repubblica nella promozione dello
sviluppo culturale e della ricerca scientifica.
·
[da Pikaia]
Dal 31 gennaio al 24 aprile, quattro incontri con la scienza nell'ambito del
Cafè Scientifique organizzato dall WWF Bologna. Dove? AlceNero Caffè: via
Petroni 9 (Bologna)
Ingresso gratuito. Per informazioni e prenotazioni: bolognametropolitana@wwf.it
·
Il XXI Congresso
Nazionale dell’Associazione
Primatologica Italiana dal titolo Eredità, Comportamento e
Culture nei Primati si svolgerà nei giorni di mercoledì
17, giovedì 18 e venerdì 19 aprile 2013 ad Asti nelle nuove
strutture del Polo Universitario
presso la ex caserma Colli di Felizzano Area Fabrizio De Andrè Corso
Vittorio Alfieri.
Il programma prevede l’articolazione in sessioni, simposi, main lectures,
invited speakers, presentazione poster e tavole rotonde che indicativamente
verteranno su:
• Aspetti storici, artistici e museali
• Cognizione
• Comportamento
• Ecologia e Conservazione
• Evoluzione
• Gestione
• Invited speaker Leslie A. Knapp (Division of Biological
Anthropology, University of Cambridge, UK), Andrew Whiten (School of
Psychology, University of St Andrew, Scotland, UK); main lecture: Social
Learning and the Transmission of Culture in Monkeys, Apes and Humans
|
|
27/1/13-IT
|
·
Sul Sole24Ore un articolo di C.A.Redi
sul passaggio che sta avvenendo verso la biologia del XXI secolo ("E
se raccontassimo le «-omiche»?")
|
|
26/1/13-USA
|
·
Nei blog di Scientific American ce
n'è uno dedicato alle specie
in via di estinzione. L'ultima notizia riguarda un uccello brasiliano di
cui è stato firmato per la prima volta un individuo sul nido. e ne sarebbero
solo poche decine di esemplari.
·
[da NCSE] Negli
ultimi 3 giorni leggi per contrastare l'insegnamento dell'evoluzione sono
state introdotte in tre stati USA, Missouri,
Indiana
e Arizona.
Obiettivi sono ormai più o meno gli stessi. Si vogliono difendere le libertà
acceìademiche degli insegnanti e questa libertà di insegnamento sembra che
non voglia coprire tutta la scienza ma solo i soliti 4 tempi che hanno un
qualche problema di attrito con tematiche per cui ci sono verità religiose da
difendere: "The teaching of some scientific
subjects, including biological evolution, the chemical origins of life,
global warming and human cloning, can cause controversy". Ancora
una volta anche qui si intendono proteggere gli insegnanti da quel che era
successo in Tennessee quando qualcuno aveva cercato di introdurre tematiche
religiose senza opportune protezioni, per cui era arrivata una pesante
condanna e una pesantissima fattura (un milione di dollari per la commissione
didattica del liceo di Dover che aveva solo invitato a leggere un libro non
autorizzato). Si era andati alla guerra senza pianificarla.
Ora la prudenza è d'obbligo
e ci si muove solo se prima il senato e la camera dello stato hanno approvato
una legge prevede che "teachers shall be
allowed to help pupils understand, analyze, critique and review in an
objective manner the scientific strengths and scientific weaknesses of
existing scientific theories covered in the course being taught" and
that state and local education administrators "shall
not prohibit any teacher in this state" from doing so". Tutto
si gioca in piccole commissioni inn cui spesso la maggioranza può cambiare
fra un'elezione e un'elezione
mid-term, costituite da senatori e deputati che spesso non capiscono
nulla di scienze...
Dell'iniziativa legislativa ora in atto in Arizona scrive anche PZ.Myers
nel suo blog Pharyngula ("Can you see through this ploy, Arizona?")
|
|
26/1/13-IT
|
·
Ora che dovrebbero estinguersi, visto che erano
chiaramente fuori bersaglio, le provocazioni di chi non si capisce ancora
bene se sia o sostenga creazionisti, antievoluzionisti o antidarwinisti, ci
si potrà dedicare a capire gli obiettivi delle iniziative organizzate per
convincere gli insegnanti delle scuole pubbliche e private del triveneto di
quanto sia stato errato e non corrispondente ai programmi ministeriali,
diffondere un anno fa a Verona
idee non solo antievoluzioniste e creazioniste (che tutti gli esseri viventi
abbiano un'evidente origine comune lo dice anche il Vaticano con il documento
del card.Ratzinger del 2004);
anche se fossero solo favorevoli all'intelligent design, non sarebbero
apprezzate nè dalla chiesa nè dal ministero della pubblica istruzione.
Guardando però il programma e i relatori previsti per il terzo anno di questi
incontri organizzati dalla Facoltà Teologica del Triveneto e dal Dip. di
Fisica e Astronomia dell'Università di Padova, viene però il dubbio che i
previsti "dialoghi" possano facilmente diventare monologhi, e che
forse anche nemmeno l'evoluzionismo teista non sia corrispondente ai
programmi ministeriali, sia che Darwin sia tuttora citato nei programmi di
scienze, sia che sia stato tolto grazie all'intervento del ministro Fioroni.
Il dubbio sorge spontaneo, dato che il corso è rivolto sia a docenti di
scienze del triveneto che a docenti dei corsi di religione (IRC), che hanno
evidentemente preparazioni ma soprattutto obiettivi diversi: trasmettere
informazioni scientifiche oppure la dottrina della chiesa secondo le
indicazioni del vescovo che li nomina.
La scelta dei docenti dei quattro incontri sembra indicare un certo
orientamento preferenziale verso le precoonscenze, la preparazione e le
esigenze didattiche degli insegnanti
di religione.
Lascia perplessi l'associazione fra Darwin e Dio nel titolo della
conferenza di un sacerdote che, come il prof.F.Facchini, è anche naturalista
e biologo oltre che laureato in antropologia, ex-docente del seminario di
Brescia e da anni competente e impegnato responsabile dell'ufficio diocesano
che si occupa della Salvaguardia
del Creato "dalle scelte consapevoli di
un’unica specie vivente, quella umana, che esercita il suo potere dispotico
anche sulle altre specie".
Ma soprattutto curiosa è la domanda "Creati
dagli animali?", forse una domanda mal posta sull'evoluzione
umana, e che potrebbe sembrare provocatoria, a cui risponderà un teologo,
anche se alla presenza del prof.Minelli, laico anche se inizialmente
coinvoloto nell'organizzazione di uno dei cionvegni vaticani del 2009
sull'evoluzione.
Certo è indubbia l'autorevolezza del prof.Facchini, docente universitario di
evoluzione umana, che si sa essere malvisto dai
creazionisti e dai sostenitori dell'ID, ma anche da chiunque pensi che sia
facile criticare una teoria scientifica. Nel gennaio del 2006 F.Facchini così
si rivolse dall'Osservatore
Romano al card.Schönbord che, non sapendo come comportarsi per affossare
una teoria scientifica (di cui aveva pure sbagliato il nome), pensava fosse
sufficiente dire che non gli piaceva: "Se il
modello proposto da Darwin viene ritenuto non sufficiente, se ne cerchi un
altro, ma non è corretto dal punto di vista metodologico portarsi fuori dal
campo della scienza pretendendo di fare scienza".
Quest'anno infatti, in occasione del mese di febbraio in cui tradizionalmente
si festeggia il Darwin Day, gli astronomi dell'Università di Padova hanno
incaricato alcuni docenti scelti dalla Facoltà di teologia del triveneto di
realizzare un corso di aggiornamento ... su "L’evoluzione
della vita e il sorgere dell’uomo: dialogo tra scienza e teologia"
rivolto contemporaneamente a docenti delle materie scientifiche e di
religione (IRC) delle scuole pubbliche che private.
Qui c'è il programma.
Fra i docenti, soprattutto religiosi o docenti della FTT; l'impressione è che
un citologo che dovrebbe a spiegare i meccanismi evolutivi sembra invitato
soprattutto come presidente,
nominato dalla CEI, del MEIC
(dell'Azione Cattolica) ancora per due anni ...
Stupiscono comunque in modo particolare i titoli delle relazioni del 7/3
("Libertà, peccato, sofferenza nella tradizione cristiana" e
" Il male nel mondo orientale", poco coerenti con il titolo del corso e
con le competenze degli allievi che sono solo docenti di scienze,
probabilmente non invogliati alla partecipazione)
Il corso era stato preceduto un anno fa da un convegno organizzato il 20/1/12
dall'Università di Padova e della Facoltà di Teologia del Triveneto a Roma,
presso la Camera dei Deputati ("Il
dialogo tra teologia e scienza nella Scuola d’oggi. Una proposta per un percorso di aggiornamento
culturale", con la partecipazione del Ministero, della
PUS e del DISF della PUSC).
Il corso era presentato dall'agenzia vaticana Zenit il 19/1/13
|
|
25/1/13-CA
|
·
Larry Moran nel suo blog ci invita a riflettere ("How
Many Genomes Have Been Sequenced?") sulle conoscenze che noi abbiamo
sui genomi che sono stati finora sequenziati completamente. La risposta la si trova nel sito GOLD
(Genome On Line DataBase, a
World Wide Web resource for comprehensive access to information regarding
genome and metagenome sequencing projects, and their associated metadata,
around the world). Fra i genomi
completi archiviati in questo database ce ne sono 181 di archea, 3762
batterici e 183 di eucarioti, che sono ben più complessi.
Ora i fossili diventano sembre meno utili, anche perchè sempre molto
frammentati, essendo soppravvissuti a eventi complessi e a milioni di anni.
Molto più semplice analizzare il DNA di organismi attualmente viventi, che
permetteranno di completare l'albero della vita, il Tree of Life (che permette di
ricostruire i percorsi che collegano fra loro tutte le specie viventi). Non
ci sarà più bisogno di preoccuparsi della frammentarietà e della rarità dei
fossili se non per ricostruire gli animali e le piante oggi scomparse e
aggiungerle all'albero della vita che già oggi si può confermare con il DNA
delle specie viventi.
Non ci dobbiamo quindi preoccupare più di tanto oggi se qualche paleontologo
cerca di convincerci che manca qualche fossile o non ci sono i fossili del
momento del parto per garantire la continuità genetica fra le generazioni.
Anche lui può essere contento che i fossili, così difficli da trovare e
frammentari, non siano più indispensabili per dimostrare l'evoluzione.
E quindi nemmeno per
negarla e sostenere che le specie non sono connesse fra di loro e quindi
sono state create; come si era già cercato di dimostrare in un corso
organizzato per insegnanti di scuole paritarie a Roma e in un convegno,
organizzato nel marzo
2012 a Verona in collaborazione con docenti
di scienze di scuole paritarie, con un ospite che Jerry Bergman,
creazionista USA, considera creazionista ("A Brief History of
the Modern Creation Movement"), come d'altronde dimostrato dal video (intervista
tratta dal video prodotto del creazionista Kolbe Center: "Evoluzione:
fatto o credo") "con le specie paracadutate sul terreno ogni
qualche centinaia(?) di anni.
[In realtà dei giudizi di J.Bergman, un insegnante di scienze creazionista
aderente all'Institute of Creation Research, non c'è molto da fidarsi. Ci
aveva provato anche a indicare W.Arber come simpatazzante dell'ID, ma il
premio Nobel invece si era arrabbiato e l'aveva contestato, confermando
quanto sia improbabile che un Nobel che si occupa di evoluzione
batterica, e cita continuamente le sue dimostrazioni del neodarwinismo,
possa essere anche solo
scettico proprio sull'evoluzione e il neo-darwinismo].
|
|
24/1/13-IT
|
·
[da L'Arena]
Oggi a Verona ci sarà una conferenza di Giorgio Vallortigara,
alle 17,30 all'Accademia di agricoltura scienze e lettere (Palazzo Erbisti di
via Leoncino). E' il penultimo incontro della rassegna. Parlerà dei
comportamenti umani e dei meccanismi legati ai I giovedì della Scienza
processi di apprendimento. In particolare, della differenza tra i
comportamenti iscritti nel Dna e quelli invece frutto di apprendimento. Filo
conduttore sarà il libro "Nati per credere", scritto da
Vallortigara assieme a Telmo Pievani e Vittorio Girotto.
·
A Desio invece questa sera non si parlerà
proprio di evoluzione,visto che è prevista una conferenza ("Gli animali si evolvono?")
dei creazionisti "della terra giovane" S.Bertolini e
F.Fratus, responsabili dell'AISO. Nei giorni prima S.Bertolini aveva tenuto 3
conferenze creazioniste a Bucarest.
Per chi avesse perso la serata (di Bucarest o di Desio), può risentirsela qui,
in un sito religioso che non sopporta che la teoria dell'evoluzione "trovi più generale consenso", giustamente, rispetto ad un
creazionismo che viene smentito dall'osservazione della natura.
|
|
24/1/13-UK
|
·
Ovviamente in un momento in cui si muove l’Europa
delle regioni inseguendo autarchie economiche e culturali, il Galles
non può non approfittare del centenario della morte di un suo figlio che ha
avuto un ruolo così importante. A.Wallace fu fra i primi al mondo a
sviluppare una teoria che da 150 anni ha cambiato l’interpretazione del mondo
naturale, svelando i meccanismi che ne gestiscono sia i cambiamenti che
l’evoluzione.
Ed ecco ciò che oggi pubblicano sul WalesOnLine: l’articolo “At last, Welsh scientist is to escape
from the shadow of evolutionary giant Darwin”.
L’articolo riferisce, oltre alla scoperta … di Wallace, anche sulle novità
inaugurate in questi giorni presso il Museo
di Storia Naturale di Londra.
L’oggetto immediatamente visibile da chi entra nel museo è un quadro
di Wallace che da
oggi farà compagnia alla statua di Darwin all’ingresso del museo;
sappiamo che accanto a loro si potrebbe anche mettere una foto con migliaia
di foto di biologi evoluzionisti delle ultime generazioni.
Ma certamente più rilevante, in quanto a disposizione di tutto il mondo via
internet, è il nuovo sito web a lui dedicato (Wallace
100), il portale da cui si accederà a tutte le notizie su Wallace e a
tutte le sue pubblicazioni disponibili on line.
Nel sito Wallace100 si possono esplorare le Wallace Letters Online; c’è poi il blog di George Beccaloni
sulla prima lecture
(7 febbraio) con il Prof Steve Jones, sul Wallace portrait, sulla Wallace
collection, e sulla Cronologia.
Da notare che per la prima volta, grazie ad una caccia durata 2 anni, sono
disponibili on line le lettere scambiate con Darwin (qui
si racconta della ricerca di questa corrispondenza). Interessante anche leggere
un'intervista fatta a Wallace, in cui manifesta il suo ovvio interesse
per la natura.
Altri siti web utili sono quelli del Wallace
Fund e quello dedicato a The
Alfred Russel Wallace Correspondence Project (WCP), gestito da
G.Beccaloni.
Brutte notizie invece se si va a leggere la pagina con l’“Update on
fundraising for the Wallace sculpture” che si voleva inaugurare il 7
novembre, data della morte nel 1913. Mancano solo 10 giorni ma addirittura
30.000 sterline, per cui ci si accontenterà di un busto.
Un documento di grande interesse, che dovrebbe leggere chi ancora non lo
conosce, è il testo del discorso di Wallace dell'1/7/1908,
in occasione del conferimento della Darwin-Wallace Medal alla Linnean
Society, quando racconta del suo rapporto con Darwin e riferisce del loro
diverso impegno nella scoperta della teoria della selezione naturale,
vent'anni verso una settimana ...("With your
permission I propose to make a few remarks both as to the actual relations
between Darwin and myself prior to July 1858, and also to some peculiarities
of our respective life-histories which brought about those relations, and
which will, I hope, be both novel and of some general interest .... Such being the
actual facts of the case, I should have had no cause for complaint if the
respective shares of Darwin and myself in regard to the elucidation of
nature's method of organic development had been thenceforth estimated as
being, roughly, proportional to the time we had each bestowed upon it when it
was thus first given to the world--that is to say, as 20 years is to one
week.").
Del sito delle lettere di A.Wallace scrive anche scientific
american e la BBC.
·
L’esperto
del museo di Londra su Wallace, George Boccaloni, auspica che “The events being organised by the Natural History
Museum and other organisations in the UK and abroad as part of the Wallace100
celebrations will help to bring him out of Darwin’s shadow”. Dobbiamo
sperare che la presenza costante di Wallace a fianco di Darwin all’ingresso
del Museo abbia anche altri e più rilevanti effetti e si rischiarino ombre ma
anche tenebre che ancora circondano le loro scoperte.
Possiamo sperare che una maggiore coinvolgimento di A.Wallace nella scoperta
della selezione naturale come importante meccanismo che agisce in natura
faccia capire come chiunque (allora) avrebbe potuto arrivare a questa
scoperta se solo avesse avuto la possibilità di accumulare le conoscenze di
Darwin o di Wallace; un ottimo messaggio per chi (ancor oggi) evita di
mettersi nei loro panni per partecipare – senza i rischi che loro corsero -
al percorso intellettuale e geografico (qui quello
di Wallace) che li condusse a svelare uno dei segreti della natura che
era nascosto anche e soprattutto dai pregiudizi culturali, allora
prevalenti … e presenti anche nella loro testa.
Vedere Wallace e Darwin affiancati dimostra come 150 anni non sono bastati a
rendere questi pregiudizi contro la selezione naturale più aggredibili e
malleabili, come se dietro a questo meccanismo che permette l’evoluzione
biologica, dai batteri almeno fino ai primati, si nascondesse qualcosa di
diverso da quello che Darwin e Wallace per primi hanno autronomamente
dimostrato.
Diventa più chiaro davvero il sospetto che la principale preoccupazione di
GP2 nella lettera del 1988 a P.Coyne fosse
che si continuasse a difendere qualcosa di indifendibile, l’ignoranza,
soprattutto quando si creano – senza alcuna ragione valida e senza ipotesi
alternative - problemi sulle spiegazioni scientifiche dei processi evolutivi;
come se ci fosse il “God
of the gaps”.
Le preoccupazioni di GP2 erano numerose (“Può una
prospettiva evoluzionistica contribuire a far luce sulla teologia
antropologica e anche sullo sviluppo della dottrina stessa? Può il metodo teologico avvantaggiarsi facendo proprie
le intuizioni della metodologia scientifica e della filosofia della scienza?
Si potrebbero fare molte altre domande di questo tipo. Ma per continuare a
proporne si richiederebbe quella specie di intenso dialogo con la scienza
contemporanea che, generalmente parlando, è mancato nei teologi impegnati
nella ricerca e nell’insegnamento. Ciò comporterebbe che almeno alcuni
teologi fossero sufficientemente competenti nelle scienze per poter fare un
uso genuino e creativo delle risorse offerte loro dalle teorie meglio
affermate”). Metterebbero evidentemente in grosse difficoltà chi
continuasse, anche dopo 150, anni a dubitare di idee che apparivano ovvie a
esperti indipendenti.
Pensare che si possa rispondere solo con il silenzio o critiche fuori
bersaglio e distruttive a questi 2 esperti indipendenti le cui ipotesi sono
state finora confermate, sia dai contemporanei ma anche da tutti gli
scienziati che sono nati dopo la loro morte, rende ragionevole pensare che ci
siano cose più interessanti da fare che ascoltare chi fosse pronto anche a
cercare motivi per non credere nemmeno alla scoperta fatta da Wallace,
l'evoluzione per selezione naturale.
La nomina di un biologo evoluzionista come W.Arber, che si dichiara
sostenitore dell'attuale teoria evolutiva a presidente dell’Accademia
Pontificia delle Scienze è una scelta decisamente rispettosa della scienza e
forse non facilmente comprensibile per qualcuno, ma forse non è casuale oltre
che sicuramente ragionevole, soprattutto se all’ingresso del Museo di Storia
Naturale di Londra si affianca, come è avvenuto oggi, l’immagine di A.Wallace
a quella di C.Darwin, che per 150 anni qualcuno per motivi ideologici ha
cercato di far credere fosse un delinquente. Qualcuno ha voglia di occuparsi
ora dei peccati nascosti di Wallace? Già dalle prime righe si vedrà se ha
capito che anche Wallace era d’accordo con Darwin. Comunque sarebbe meglio
aggiungere ancora qualche altro nome di biologo evoluzionista ottocentesco …
fra i tanti, anche italiani, che hanno capito subito che Wallace e Darwin
avevano visto giusto.
·
Anche sul Christian Science Monitor si accenna
ad Albert Wallace in un articolo ("Why
second acts matter") in cui si sottolinea come sia comunque importante
arrivare anche secondi. A parte che la storia di Wallace non si tratta di una
gara, ilmotivo pricipale è che, oltre a poter correggere i difetti del primo,
isecondi, nel caso delle scoperte, hanno la fortuna di poter dimostrare che
la scoperta è non dovuta ad un colpo di fortuna ma al fatto che ormai ci sono
le condizioni e le conoscenze per far sì che ormai la scoperta, soprattutto
di grandi idee che cambiano il modo divedere il mono, è diventata prevedibile
e alla portata di tutti: •Alfred Russel Wallace,
who developed the theory of evolution at the same time as Charles Darwin. Darwin published
first but acknowledged that Wallace had the same ideas, calling the theory
“your own and my child.”
·
E’ evidente comunque che anche in altre parti del
mondo qualcuno in questi giorni si sta ricordando di Albert Wallace! Proprio
oggi troviamo che qualcuno saprebbe leggere anche questo articolo “Kisah:
Ide Teori Evolusi Tercetus Saat Wallace Demam di Halmahera”; comunque si
nota una foto di Wallace. Che siano i discendenti degli isolani di Halmahera
che l’hanno curato durante la sua convalescenza?
|
|
23/1/13-IT
|
·
Nel sito
di Pikaia, come ogni anno, si mantiene aggiornato il calendario delle
iniziative per il Darwin
Day 2013 in occasione dell'anniversario della nascita di Darwin.
Dovrebbe arrivare ben preparato al Darwin Day chi si fosse iscritto al corso
on line di massa (è partito con 20000 iscritti), coordinato da Mohamed
Noor (Duke University), anche se si trova in rete qualcuno con opinioni
diverse. Non c'è da stupirsi che un [neo]creazionista, Cornelius Hunter,
manifesti nel suo blog Darwin's God il suo pentimento per essersi
iscritto al corso. Infatti dice nel suo blog ("Mohamed
Noor: Evolution is True Because We Say So") di non essere stato
convinto da Noor, che continua a dare i soliti errori che Hunter segnalava da
tempo e senza successo: l'evoluzione non è il cambiamento di frequenze nel
tempo, la Biston non è un esempio di evoluzione, e nemmeno la
resistenza agli antibiotici nei batteri; per non parlare delle critiche alle
opinioni di Noor sugli organi vestigiali, sulle forme di transizione,
sull'evoluzione graduale del cavallo, sulla biogeografia e il ruolo delle
isole. Nel corso sembra che si raccontino banalità per far credere che
qualcosa possa aver origine dal nulla e come sappia che questo sia vero. Se
così fosse realmente, tanto più conviene partecipare ai Darwin Days, come
un'occasione per imparare qualcosa di migliore e di corretto interagendo
direttamente e non via internet.
·
Molte sono le iniziative preparate per il Darwin
Day 2013 dalla UAAR, che sembra concentrarsi particolarmente sul crocevia
veronese, a cui sono dedicate 3 iniziative; proprio lì si comincerà il 30/1
con L.Bonomi che si occuperà proprio di uno dei problemi che manda in
confusione creazionisti e affini, sempre in attesa del miracoloso crocoduck
che certo non comparirà mai: Verona,
Darwin Day: "exaptation: come l'evoluzione produce organi
complessi" con L. Bonomi
·
Wallace
Day a Roma il 12/2/13 patrocinato da La Sapienza Università
di Roma, si terrà presso Villa Mirafiori (via Carlo
Fea 2, Dipartimento di Filosofia, Aula II) il 12 Febbraio dalle
10 alle 13. Relatrici e relatori dell’iniziativa
saranno Barbara Continenza e Saverio Forestiero dall’Università
di Roma Tor Vergata, rispettivamente con i contributi “Wallace, lo
‘strumento inconsapevole’?” e “La zoogeografia di Wallace“, Giacomo
Scarpelli dall’Università di Modena e Reggio Emilia con “La
scimmia, l’uomo e il fantasma. Wallace tra evoluzionismo e spiritualismo”
e Giulio Barsanti dell’Università di Firenze, con una
relazione a sorpresa dal titolo “Di un dimenticato, grande allievo di
Wallace…“
·
Darwin Day 2013 a Roma il 16/2 presso il Museo
Pigorini. Organizzato da L.Bondioli e F.Ferretti; sarà
particolarmente dedicato alla religione, con due sessioni: La religione nell’evoluzione (T.Pievani e Orlando Franceschelli)
e L’evoluzione della religione (F.d’Errico, M.Vidale, G.Vallortigara).
Il 13/14/15 ci saranno
inoltre al mattino iniziative specifiche per le scuole sull’evoluzione del
cervello, della comunicazione e del linguaggio
·
Su più giornate, in più sedi e con modalità diverse
(c’è pure il laboratorio, un film – “One
Life” della BBC - e il teatro!) è
il Darwin Day 2013 di Ferrara, per cui è indispensabile consultare il
programma.
Ci sarà anche l’orologiaia miope.
|
|
23/1/13-USA
|
·
[da NCSE]
La risoluzione
41, che è passata ieri per la camera dei rappresentanti USA, se
approvata, permetterà di dichiarare ufficialmente il 12 febbraio 2013 come
Darwin Day e il riconoscimento di "Charles
Darwin come simbolo con cui celebrare le conquiste della ragione, la scienza
e il progresso della conoscenza umana": Sponsor della legge è uno
dei pochi componenti della camera con una laurea scientifica, Rush Holt. Fra
gli obiettivi della risoluzione l'intenzione di far capire che la richiesta
di insegnamento del creazionismo nelle scuole, che viene promosssa in alcuni
stati, è una minaccia alla integrità scientifica del sistema educativo USA, e
questo in un momento in cui il progresso scientifico deve essere protetto da
chi non vuol vedere l'impatto negativo del riscaldamento globale e delle
modificazioni del clima.
·
Si rimane sconcertati se si va a controllare quel che
riescono a combinare i creazionisti USA. Il blog di Scientific American
propone un post (“Louisiana
senator asks if E. coli evolve into persons”) con un video, dell’aprile
2012, di ciò che sembra un’audizione per verificare l’insegnamento
dell’evoluzione nelle scuole; si vede così che un’insegnante di scienze
(Darlene Reaves) spiega ad un senatore conservatore della Louisiana (Mike
Walsworth) in che modo l’evoluzione sia stata dimostrata e confermata con l’esperimento
decennale di R.Leski con E.coli. Una domanda del senatore permette
improvvisamente di verificare quale idea folle di evoluzione sia da lui
utilizzata per capire come evolvono gli esseri viventi.
Scopriamo così come nei creazionisti USA sia ben radicata l’idea che
l’evoluzione non sia semplicemente dimostrata dall’osservazione di un
cambiamento di frequenze geniche (come si legge anche su
Wikipedia), ma che ci si deve aspettare che un batterio almeno la smetta
di essere un semplice batterio. Il video
(che in questi giorni ha grande successo in internet) dimostra, con grande
sconcerto dell’insegnante che probabilmente si ricorderà questa giornata fin
che campa, che Mike Walsworth, forse ancora abbagliato dalla famigerata
“marcia del progresso”, sarebbe contento solo se gli raccontassero che il
batterio nella capsula Petri si è trasformato improvvisamente … in una
persona…(0’:52”)! Come conclude
l’autore dell’articolo, “La prossima volta che un
creazionista negherà la macroevoluzione, dovremmo sottolineare che sta
soprattutto negando l'esistenza dell'universo materiale”.
Questo video viene riproposto oggi in molti siti web (sul sito msn,
ma soprattutto nei blog).
Un altro video
mostra 7 minuti dell’intervento di un studente 19enne (Zack Kopplin) che difende
l’insegnamento corretto delle scienze davanti alla medesima commissione.
Come racconta oggi Phil Plait nel suo blog Bad Astronomy (“And
These are the People Making Laws in Louisiana”), sono 4 anni – e Zack
Kopplin è stato una delle anime di questo tentativo - che i biologi stanno
cercando di far abolire una legge firmata dal creazionista governatore
Jindal il 27/7/2008, il Louisiana Science Education Act (LSEA)
del 2008,
che favorisce l’insegnamento del creazionismo nelle scuole della Louisiana.
Due tentativi di abolire il LSEA sono già falliti, e ora si proverà con un
terzo. Alcune società scientifiche per protesta (la SICB nel 2009) hanno spostato i propri congressi annuali
dalla Louisiana in questi anni.
·
[da NCSE] Sta
per uscire (dal 28/1 negli USA) un documentario della PBS (The Revisionaries) che
racconta dell’impegno costante dei creazionisti texani (tendenzialmente in
maggioranza nella Texas State Board of
Education, guidata da Don McLeroy dal 2008 al
2010) per censurare soprattutto l’insegnamento dell’evoluzione nelle
scuole dello stato, ben sapendo che le decisioni prese dalla Commissione che
gestisce i programmi scolastici di uno degli stati più popolosi ha avuto e
avrà ripercussioni sulle scelte delle case editrici e quindi anche sulle
scelte degli altri stati USA.
Il documentario racconta delle battaglie risalenti al 2009/10, uno dei
momenti in cui ogni 10 anni, 15 persone di Austin influenzano quel che
studieranno nel successivo decennio i giovani americani, riscrivendo e
aggiornando gli standard educativi e le linee guida dei libri di testo di
scienze che verranno usati a scuola, nel Texas e negli altri stati USA.
Il dinamico presidente della commissione, che si vede in azione nel
documentario, è Don
McLeroy, un dentista creazionista biblico, insegnante
domenicale di catechismo. Con lui collaborava un avvocato professore di
legge e contro di lui c’erano soprattutto la presidente del Texas Freedom
Network e un antropologo
di un’università metodista.
Attorno a loro circolavano esperti esterni, alcuni dei quali erano gli
evoluzionisti che hanno contribuito al successo di molte iniziative giudiziarie,
come quella del processo di Dover/Harrisbur nel 2005: la filosofa Barbara Forrest, il
biologo universitario cattolico Ken Miller, la
presidente nel NCSE, l’antropologa Eugenie Scott.
|
|
23/1/13-USA
|
·
Ancora un post particolarmente interessante di Carl
Zimmer nel suo blog sul sito del National Geographic: "The
Strangest Cancer In the World". Si tratta di un cancro che si
trasmette in modo insolito da un individuo all'altro fra gli ultimi esemplari
sopravvissuti del diavolo della Tasmania, una specie a rischio di
estinzione soprattutto a causa di questa insolita epidemia, che porta alla
morte in sei mesi gli animali contagiati (foto).
Il pericolo della scomparsa di tutti gli esemplari di una specie già a
rischio (c'è stato un calo dell'80% dall'inizio dell'epidemia negli anni ’90
e ne sono rimasti 10/15.000 oggi in natura) crea una situazione che ha
costretto a pianificare diverse strategie di emergenza, in modo da evitare la
scomparsa dell'ultimo diavolo.
Si è organizzata anche la possibilità di sopravvivenza, su un'isola al di
fuori della Tasmania, di una popolazione sana isolata che possa eventualmente
poi ricolonizzare l'isola nel caso non si riuscisse a impedire la scomparsa
di tutti gli esemplari viventi in Tasmania.
L'articolo di Carl Zimmer sul New York Times ("Raising
Devils in Seclusion") affronta anche l'aspetto sconcertante dei
meccanismi che controllano la strana e quasi unica modalità di trasmissione di questo tumore, le cui
caratteristiche mostrano anche aspetti sconcertanti per quanto riguarda le
migliaia di mutazioni che coinvolgono le cellule tumorali.
Qui un altro articolo sul problema
e una TED
conference di E.Murchison, attiva nel contrastare l’estinzione dei “poco simpatici” diavoli.
|
|
22/1/13-IT
|
·
Visto che si avvicina il mese di febbraio, iniziano a
circolare le notizie di iniziative
per presentare ad un pubblico più ampio concetti che non sembrano ben
stabilizzate fra le conoscenze che ci aiutano nell'interpretare la realtà naturale
che ci circonda, come si racconta proprio nella notizia successiva. La prima
notizia di iniziative legate al Darwin Day 2013 viene da Civitanova
Marche, dove verrà organizzato un incontro l'8 febbraio alle
ore 17.
Relatori saranno Federica Turriziani Colonna (formatasi a Roma in
Filosofia e a Parigi in Comunicazione Scientifica, si occupa principalmente
di storia della biologia) e Roberto Verolini (docente di Scienze
Naturali, saggista), che accompagneranno i presenti in un affascinante
percorso che porterà a comprendere il perché il mondo è pieno di vere
stranezze.
·
Un’altra iniziativa di diffusione di conoscenze sulla
biologia evoluzionista ci sarà sabato 9 Febbraio, ore 17.30, presso la
Casa delle Culture di via Vallemiano 46 ad Ancona si svolgerà il Darwin
Day 2013 con la presentazione del libro di S. Gould: “Ontogenesi e
Filogenesi”. Relatori: Federica Turriziani Colonna, laureata in filosofia,
traduttrice del libro, Prof. Vincenzo Caputo, docente di biologia evolutiva
presso UNIVPM.
·
Dalle interviste che sono state pubblicate oggi
sembra che ieri molti giornalisti italiani siano corsi dietro a Giulia
Biffi, la dottoranda di Cambridge (UK) che si è laureata a Pavia ed ha
appena pubblicato su Nature Chemistry un’articolo sulla scoperta
dell’esistenza, temporanea, di un DNA addirittura quadrielica.
Ha quindi lasciato Pavia, dove si è laureata in biologia molecolare, e
l’Italia, per cui molti giornalisti le hanno posto anche domande extra-DNA, a
cui non si è sottratta, riferendo impressioni che esigono di essere valutate
a molti livelli in Italia, in un momento in cui si denigra l’università ma
soprattutto in un momento di ritardi nel reclutamento e di pesanti tagli
proprio alla ricerca, che altrove considerano il motore dello sviluppo
economico che si vorrebbe tornasse.
La migliore intervista mi è sembrata quella del Manifesto (“Un
cervello in fuga afferra la struttura delle cellule cancerose”), ma anche
le domande fattele dalla giornalista del Giorno (“Dna
a quattro eliche Una scoperta Made in Pavia”) stimolano risposte, anche
originali e legate all’esperienza personale, che varranno certamente anche
come espressioni, ampie, del suo diritto di voto.
E’ evidente e come, in modo originale, capovolga la domanda sui cervelli in
fuga, cercando di far capire alla giornalista di avere un cervello normale,
sufficiente per capire cosa passa per la testa della gente e dei politici che
la gente sostiene in Italia: “Anche se è
facile dare la colpa alla classe politica, penso che quello che sarebbe da cambiare
è la mentalità di troppi italiani”, “La figura del ricercatore in
Italia non è minimamente apprezzata ad ogni livello e non si investe sulla
ricerca”; impressionanti anche altre frasi che aiutano a capire
che anche la sua professoressa, che non vedeva la drammaticità della
situazione e non la spingeva ad andare all’estero, mentre lei aveva capito
che “Dal momento che sono determinata a fare
ricerca, non vedo altre soluzioni”; e prosegue con la citazione di
un articolo della Costituzione che ritiene non rispettato.
Ciliegina sulla torta, un altro dei motivi che le hanno suggerito a prendere
la strada per l’estero è che “A Pavia quando
dicevo che studiavo biologia la domanda standard era ‘Ah, perché non hai
passato il test di medicina?’”. Spero che la domanda non
sia arrivata da un compagno del corso di biologia....
Il fatto che Giulia Biffi cerchi di ampliare le responsabilità per la
situazione della scienza e della ricerca a buona parte della popolazione
italiana fa davvero venire il dubbio che sospetti che in Italia ci siano
docenti di scienze delle medie che non fanno abbastanza per creare nel paese
un clima di rispetto verso i pochi che scelgono di impegnarsi nella ricerca
che oggi è difficile , svalutata e poco appetibile della ricerca; viene quasi
un dubbio incredibile, che credano che le scienze vanno insegnate ma
adottando il sistema storico, studiando la storia della scienza! Purtroppo
sono troppe e diverse le lauree di chi insegna scienze alle medie.
Il dubbio viene proprio ascoltando le impressioni che una giovane
ricercatrice ha ricevuto dall’ambiente che la circondava quando ancora
studiava in Italia, a Pavia. Bisogna ringraziarla del fatto che
ritenga tuttora importante farcelo sapere; nonostante intenda rimanere in
futuro all'estero si preoccupa di lasciare suggerimenti utilizzabili da chi
si preoccupa delle strategie per migliorare a tutti i livelli la formazione
scientifica in Italia.
|
|
21/1/13-IT
|
·
Quest’anno all’Evolution Day di Milano,
rispettando gli anniversari legati alle biografie di chi ha maggiormente
contribuito a dimostrare che l’evoluzione fosse un fatto, si analizzerà il
contributo di Alfred Russel Wallace.
Anche lui, grazie soprattutto alle conoscenze accumulate fino ad allora
in modo corretto dai naturalisti, giunse a formulare una teoria
dell'evoluzione per selezione naturale indipendentemente da Darwin. A queste
intuizioni contribuirono anche le sue esperienze personali in aree tropicali
dotate di numerose barriere geografiche (come i grandi fiumi in l’Amazzonia e
gli stretti fra le isole dell’Indonesia).
Il programma dell’Evolution Day del Museo
Civico di Storia Naturale di Milano è pubblicato sul sito di Pikaia:
8
-10 febbraio 2013: ISOLE: LABORATORIO DELL'EVOLUZIONE - ALFRED RUSSEL
WALLACE, 1823 – 1913.
[Questo Evolution Day è dedicato a Ilaria
Vinassa Guaraldi de Regny, scomparsa il 28 maggio 2012, l’anima di tutte
le passate edizioni].
·
Su Pikaia è disponibile on line un
articolo scritto da M.Ferraguti (“Equilibri punteggiati messi
alla prova”) per il volume “Grazie
Brontosauro! Per Stephen Jay Gould”, in onore di Stephen J.Gould.
Vengono spiegati alcuni dei problemi che certamente incontra chi si aspetta
troppo dai paleontologi … o dai fossili o da ambedue.
|
|
21/1/13-BR
|
·
Quasi ogni giorno compaiono articoli che parlano
della diffusione della dengue in giro per il mondo. I sintomi della
dengue sono parecchio fastidiosi: febbre alta, mal di testa, vomito, eruzioni
cutanee e può essere mortale (2.5%) nella sua versione emorragica.
Le alte temperature e le piogge costanti favoriscono la proliferazione della
zanzara Aedes aegypti, che trasmette il virus che si riproduce in
ambienti d’acqua stagnante. Non ci sono per ora difese (oltre alla protezione
individuale dalle zanzare) o possibilità di prevenzione. Esistono inoltre 4
varianti di dengue, e chi prende una seconda variante va incontro a rischi
più elevati.
Più preoccupante il fatto che sia in espansione (era presente in soli tre
paesi asiatici nel 1950 e oggi lo è
in 125 in tutto il mondo, soprattutto nei paesi tropicali) grazie alla
facilità degli spostamenti aerei.
Oggi le brutte notizie arrivano dal Brasile; non è difficile negare che il titolo possa
suscitare un certo allarmismo (“La città che
combatte contro l'epidemia di febbre dengue”). Il sottotitolo non
tranquillizza, soprattutto se si pensa alle prevedibili code (“Circa 600 persone al giorno dall'inizio del 2013 si
presentano negli ospedali di Campo Grande, capitale del Mato Grosso do Sul,
con i sintomi della dengue”).
I paesi vicini al Brasile da tempo sono alle prese con questo virus: in
Paraguay ci sono stati 8500 casi con 8 morti (0,09%). Questo solo nel 2013 …!
Nel 2012, in Paraguay sono morte per dengue 70 persone su un totale di 30.823
contagiati (0,23%), cifre che superano i 17 morti e i 9.040 contagi del 2007
(0,19%) e i 15 morti e 13.559 contagi (0,11%) del 2010.
Che ci si debba preoccupare lo dicono le cifre che derivano dai viaggi
turistici nei paesi tropicali … dati
sanitari canadesi parlano di 200 infettati su 300 turisti tornati dai
paesi tropicali! Nessun paese tropicale oggi è indenne da questo virus.
Una notizia recente e che non tutti sanno: da qualche mese … il virus è
arrivato anche in Europa. Il clima non è dei migliori, a parte le aree
mediterranee (si pensa che 35°N possa essere un limite superiore dell’area in
cui l’Aedes riesce a sopravvivere, non potendo sopravvivere, se non in
microambienti protetti, a periodi temperature esterne inferiori a 10°C).
In Europa dove? A Madera (P), come si legge nella pagina
web dell’ECDC sulla
dengue: il Communicable
Disease Threats Report (CDTR), Week 49 del 2012 avverte che dopo l’Aedes,
entrata nel 2005, è entrato in Europa anche il virus.
Da qui derivano gli alert
turistici e i controlli per impedire che il virus entri anche alle
isole Canarie, mete turistiche ben più frequentate dagli europei.
L’ECDC
Communicable Disease Threats Report (CDTR) di oggi (21/1) è dedicato
soprattutto al dengue a Madera (“2144
dengue infections have been reported from the public health sector on the
island. As of 17 January 2013, 74 patients have been diagnosed with dengue
after returning from Madeira: 10 in Portugal, 23 in the UK, 19 in Germany,
three in France, five in Sweden, four in Finland, two in Denmark, two in
Austria, and two in Norway. Croatia, Slovenia, Spain and Switzerland have all
reported one case each”). A Madera gli spedalizzati sono stati
circa 210. Qui c’è un report
dettagliato del 20/11/12, che mostra gli effetti positivi dal giorno in
cui è iniziato il controllo dell’epidemia.
L’evolution day di Milano sulle relazioni fra evoluzione delle specie e
biogeografia giunge proprio a proposito... per capire anche come le isole
possano anche diventare un laboratorio per l’evoluzione, come dimostrarono le
ricerche sia di Darwin che di Wallace.
|
|
20/1/13-UK
|
·
Il Guardian dedica un articolo a “Alfred Russel Wallace, the forgotten man
of evolution”, che comunque quest’anno riceverà una grande
attenzione e interesse, per cui anche il suo contributo contribuirà a
rafforzare la solidità della teoria dell’evoluzione, evitando che il solo
Charles Darwin si tiri dietro un codazzo di critici interessati soprattutto a
farsi notare. Ora dovranno occuparsi anche Albert Russel Wallace, un
naturalista ma un po’ diverso da Darwin e un po’ più sfortunato (anche Darwin
dovette intervenire per garantire che gli pervenisse un contributo
finanziario).
Alfred Russel Wallace non sembra un nome famigliare, ma le sue idee hanno
cambiato il mondo. In convalescenza da un attacco di malaria mentre si
trovava nell’isola indonesiana di Halmahera
(mappa)
nelle Molucche, al giovane biologo britannico venne l'idea che avrebbe
trasformato la visione che l’'umanità aveva di se stessa, grazie alla teoria
della selezione naturale, che rendeva
possibile quell’evoluzione biologica che molti naturalisti da decenni
intuivano ma che la spiegazione di Lamarck non riusciva a spiegare i modo
sufficientemente convincente. Wallace scrisse la sua idea e la inviò a
Charles Darwin, che, anche Wallace lo sapeva, stava perfezionando da più di
un decennio la sua spiegazione dell'evoluzione biologica. Entrambe le
versioni sono state lette
ai membri della Linnean Society il 1’ luglio 1858.
|
|
20/1/13-TR
|
·
Nel blog di Jerry Coyne si riferisce di un
articolo ("Turkey's
science state council halts publication of evolution books")
comparso sull'Hurriyet Daily News di Istanbul il 14/1; questo articolo
sostiene che il Daily Radikal, un altro quotidiano turco, avrebbe
pubblicato la notizia che lo Scientific and Technical Research Council of
Turkey (TÜBİTAK), il CNR turco,
avrebbe annunciato la sospensione della vendita di alcuni (solo alcuni, fra
cui Gould, Lewontin e perfino Watson) libri sull'evoluzionismo.
In realtà basta verificare la notizia e si scopre che già il 15/1, sempre l'Hurriyet
Daily News, smentisce la notizia ("Turkish
state science council denies ‘evolution censor’"), attribuendola ad
una provocazione, visto che sono proprio loro a continuare a pubblicare libri
che altri rifiutano. Come notizia preoccupante come descrizione del clima
culturale rimane quindi il racconto fatto da J.Coyne di una sua conferenza
sulla teoria dell'evoluzione fatta ad Ankara qualche anno fa: incredibile
successo di pubblico e tanti applausi, ma anche minacce di morte.
·
Niente da festeggiare quindi per il responsabile
delle relazioni esterne e interconfessionali dei creazionisti avventisti
dell'AISO; da anni cura infatti i rapporti con i creazionisti turchi,
organizzando i loro tour
in Italia e partecipando a incontri con loro anche in Francia
dove fornisce risposte anche su domande che nessuno si è mai posto, avendo
oggi basi di conoscenza insufficienti e riguardanti la chimica e non la
biologia ("Le darwinisme peut-il expliquer l’origine de la vie?")¸
una domanda in assenza di premesse e di dati utilizzabili assomiglia tanto al
tentativo di depositare direttamente nel cambriano un coniglio che sia fuori
posto, insomma.
Questa attività diplomatica sembra che confermi le buone disponibilità economiche
di colui che ha l'incarico di Responsabile della Comunicazione dell'AISO. E'
lui che gestisce quindi l'Aiso
Magazine, dove troviamo (è infatti un Periodico di informazione
culturale e scientifica) un mix di articoli creazionisti su temi
religiosi, e di articoli scientifici. Per fornire informazioni scientifiche
qualificate, questo magazine creazionista "della terra giovane"
da' spazio alle opinioni di biologi evoluzionisti qualificati come Guido
Barbujani o come il polemico ma sempre efficace Edoardo Boncinelli,
autore del libro "Perché
non possiamo non dirci darwinisti" che probabilmente non era
conosciuto dai soci dell'AISO.
La maggiore serietà del Magazine rispetto
al sito web dell'AISO, origini.info,
sempre gestito da F.Fratus, è dimostrata anche dalla prudente eliminazione
del nome del sacerdote, professore universitario e biologo evoluzionista
(teista!), F.Facchini da alcune domande che si trovano nella versione
dell’articolo ("Cristianesimo
e neodarwinismo") presente sul Magazine ("Ma la cristianità comprende che certi professori o
pseudoscienziati sono deleteri per il cristianesimo? Che persone come queste
negano il credo fondamentale di ogni cristiano?"); forse per
evitare di coinvolgere il presidente Bertolini in una possibile polemica
interconfessionale.
Sempre sullo stesso tema troviamo anche un articolo ("L'accademia del
Vaticano promuove le idee di Darwin!") diretto però verso un
bersaglio più grosso; l'articolo invita a stupirsi per le opinioni di un
biologo evoluzionista e premio Nobel a cui il papa attuale ha conferito il
massimo incarico attribuibile in Vaticano ad un laico di un'altra fede
religiosa. Le idee dell'evoluzionista neodarwiniano Werner Arber, protestante
ma anche lui professore, sembra quindi che non piacciano agli avventisti.
L'articolo si conclude con un invito a reagire in qualche modo, rivolto
personalmente al papa e al card.Schönborn, i veri bersagli dell'articolo.
Il cardinale sembra che non abbia finora risposto. Il papa invece lo aveva
già fatto, già nella
riunione successiva della PAS, l'8/11; il papa era presente infatti in
ottobre alla relazione di W.Arber, che aveva personalmente invitato, e ha
semplicemente rinnovato il suo appoggio al premio Nobel, dimostrando riconoscenza
per i risultati del suo lavoro ("Ringraziandovi
per il contributo specifico dell’Accademia al rafforzamento del rapporto tra
ragione e fede, vi assicuro del mio profondo interesse per le vostre attività").
Fra l'altro nell'intervento fatto dal papa quel giorno si nota come il caso
NON venga citato in modo impreciso, e si citi invece correttamente il caos
("L’universo non è caos o risultato del caos").
Il punto esclamativo che chiude il titolo introduce, e questa è una primizia,
all'unico articolo polemico finora comparso contro l'intervento
di W.Arber al sinodo dei vescovi. Questa chiara posizione critica degli
avventisti è certo foriera di qualche novità e forse anche di qualche
collaborazione che permetterà magari al responsabile della comunicazione
degli avventisti di proporre al direttore nuovi collaboratori per gli
articoli scientifici, al posto di Barbujani, della Hack, di Boncinelli o di
chi riesce a scrivere un intero articolo sul significato adattativo delle
differenze fra i diversi fenotipi umani in un'ottica adattativa ed evolutiva
senza nemmeno parlar male del ruolo della selezione naturale e delle colpe di
Darwin.
[Sarà interessante sapere da loro se saranno dispiaciuti di non poter più
essere letti dai creazionisti biblici].
Sul numero di ottobre
2012 di AISO Magazine troviamo addirittura un’intervista a Margherita Hack sugli
alieni; è una famosa astronoma fiorentina e nota ad altri creazionisti e agli
antievoluzionisti come presidente dalla UAAR.
In una pagina vicina c’è anche un’intervista a Ian Wilmut, il papà
della pecora Dolly; al suo nome è legata quindi la prima clonazione e il
primo tentativo di concordare il giorno in cui durante lo sviluppo cambiano i
diritti dell’embrione nel caso sia umano.
Insomma … si può apprezzare che si sia scelto di inserire nella rivista
dell’AISO informazioni scientifiche che siano state sottoposte alla
peer-review [un semplice controllo di qualità, non certo di verità, visto
che la scienza nemmeno la richiede; la coerenza e l’utilità le verificheranno
poi i colleghi], ma forse c’è materiale per proporre un tapiro (o
eventualmente un altro animale) d’oro.
|
|
19/1/13-CH
|
·
È
stata stipulata oggi a Ginevra la Convenzione Minamata, il primo
trattato mondiale legalmente vincolante per prevenire emissioni e rilasci di
questo metallo pesante nell'aria e nell'acqua. A concordarlo sono stati 140
paesi, all'interno dell'incontro organizzato in Svizzera dall'United
Nations Environment Programme.
La firma ufficiale avverrà in
autunno.
Qui si può consultare una relazione
dell’UNEP sulle emissioni di mercurio di origine umana, gli effetti
sull’ambiente (la quantità di mercurio negli strati superficiali degli oceani
è raddoppiata negli ultimi cento anni e continua aumentare) e i danni alla
salute umana (in particolare negli ultimi anni è in aumento l’inquinamento
nei paesi in via di sviluppo, legato soprattutto alla ricerca dell’oro su
piccola scala): “UNEP
Global Mercury Assessment 2013”.
L’invito ad agire che ne consegue è
accolto nel seguente documento sempre dell’UNEP: “Mercury.
Time to act” (2013).
Altri documenti che hanno
preparato la 5’ sessione dell’Intergovernmental Negotiating
Committee destinata ad approvare un trattato mondiale vincolante sulla
gestione del mercurio (INC5), svoltasi al Geneva International Conference
Centre (CICG) dal 13 al 18 gennaio 2013 si possono consultare qui.
La nostra specie ha dimostrato una certa lentezza nell’affrontare un problema
che ha già avuto pesanti e non recuperabili conseguenze sull’ambiente. Anche
qui verranno proposti obiettivi a breve e lungo termine per ridurre le
emissioni di mercurio nell’ambiente, che i diversi paesi dovranno cercare di
rispettare.
Il nome della convenzione fa
riferimento alla località in cui è avvenuto il rilevante inquinamento da scarichi industriali che nel secolo
scorso ha messo in evidenza gli effetti del mercurio sull’uomo e in
particolare sul sistema nervoso centrale. Qui una relazione ufficiale
giapponese, recente e in inglese, sugli effetti dell’inquinamento da mercurio
avvenuto nella baia di Minamata più di 60 anni fa: “Lessons from Minamata Disease and
Mercury Management in Japan”.
|
|
18/1/13-IT
|
·
Chiunque volesse fare "eco giornalistico"
dell'articolo con cui M.Respinti su Libero riferisce dei risultati
della pluriennale caccia
a T.Pievani da parte di esponenti
antievoluzionisti poco attrezzati o in imbarazzo per contestare direttamente
ai responsabili della moderna biologia i fatti dimostrati da evoluzionisti
neodarwiniani del calibro di W.Arber,
M.Ridley, D.Futuyma, J.Coyne, R.Lenski, N.Eldredge, S.J.Gould, P.e R.Grant e
S.Okasha può chiedere
al giornalista stesso, che metterà presto a disposizione di chi volesse
contribuire alla pubblicizzazione del suo articolo anche il PDF relativo.
|
|
18/1/13-USA
|
·
Sul sito dei blog di Slate, Phil Plait, che
gestisce il famoso blog Bad astronomy fa una "Simple
request", che accompagna
con le migliori prove di cui oggi dispone sul riscaldamento globale
... can we
please stop lying about it?
·
Ancora una notizia da Carl Zimmer nel suo
blog: "Viruses
That Make Zombies and Vaccines",
che ci fa stupire delle idee che i biotecnologi riescono ad avere e a
sviluppare con successo utilizzando tutto quello che possono (e che lasciamo)
utilizzare. Dopo le idee dei cuochi (che però sono
arrivati per ultimi, dopo le popolazioni che vivono nelle aree tropicali
umide e dopo gli ambientalisti) e della FAO di utilizzare
gli insetti come fonte di proteine, ora sembra che si possano usare le
cellule di insetti anche per produrre vaccini utili per l'uomo: "This week the FDA announced that they were approving a new kind of flu vaccine. Nestled in the
articles was an odd fact: unlike traditional flu vaccines, the new kind,
called Flublok, is produced by the cells of insects. To make vaccines,
scientists are tapping into a battle between viruses and insects that’s
raging in forests and fields and backyards all around us".
|
|
17/1/13-CA
|
·
Larry
Moran nel suo
blog Sandwalk si chiede ma soprattutto ci chiede "Which
subjects need to be added to current evolutionary theory to create a new
extended synthesis?". Come aiuto suggerisce di consultare il
volume "Evolution:
The Extended Synthesis", un sommario del meeting "Altenberg 16". il
sondaggio si chiuderà a metà febbraio.
|
|
17/1/13-USA
|
·
Carl Zimmer invita ("The
Hidden World Moves") a dare un'occhiata ai video che hanno
partecipato al Small
World In Motion; sono video che ci permettono di seguire la vita di
organismi viventi che ci circondano ma che non possiamo vedere ad occhio
nudo. Dato il loro ruolo nella gestione collettiva del mondo in cui viviamo,
è indispensabile che ci poniamo domande (e impariamo le risposte) che
riguardano anche queste specie viventi. In
questo sito si possono vedere i video vincitori
·
Per chi ancora riuscisse a dormire dopo avere letto
sul sito di EDGE le riposte
alla domanda per il 2013, Carl Zimmer oggi non racconta di zombie o di
altre piacevolezze che riguardano insetti od altre specie animali con cui
siamo imparentati solo alla lontana.
Parla invece della nostra specie e di una decimazione che sta avvenendo per
colpa della selezione naturale, che dimostra di preferire (chi l'avrebbe mai
sospettato!) specie molto diverse da noi ma che qualcuno sostiene siano le
favorite di chiunque potesse dimostrare di avere un minimo di controllo sull'evoluzione.
Certo a molti non piace pensare che non ci sia un controllo sull'evoluzione
biologica, ma questa storia sembra proprio confermarlo, anche solo per non
ritenere qualcuno responsabile di un fatto che a qualcuno sembra assurdo:
visto che c'è l'uomo, come è possibile che esistano ancora virus e batteri?
Visto i guai che combinano, probabilmente molti sono tentati di nascondersi
dietro a questa domanda surreale.
Per tornare a Carl Zimmer e al
suo post che solleva molte domande e molti problemi ("Mutants:
A Story About Tracking A Hospital Killer"), già la prima frase può
risultare incredibile, in quanto fa riferimento alla selezione naturale
darwiniana applicata alla nostra specie, e l’associa addirittura ad uno dei
sistemi sanitari che molti ritengono sia fra i migliori al mondo (anche se la
durata media della vita negli USA non è certo fra le più elevate): "About 100,000 people die each year in the United States
from infections they pick up in hospitals".
Scopriamo così che la selezione naturale esiste e che ce l'ha anche parecchio
con noi proprio el momento i cui
pensiamo di essere più protetti e coccolati; purtroppo dovremmo diffidare di
strutture che proprio non riescono a garantire un'igiene adeguata e nemmeno
che che si riesca sempre ad uscire dagli ospedali in condizioni sanitarie
migliori. Le pulizie non sono adeguate alla bravura e alle conoscenze
scientifiche dei medici? Non si monitorizzano al meglio le condizioni
igieniche? Il dubbio è ragionevole e i dati giustificano il pessimismo.
Per chi volesse, l'articolo ha in serbo altre brutte notizie: l’aumento della
resistenza agli antibiotici a causa di rapide mutazioni, il KPC, la
riservatezza colpevole sui rischi che si corrono negli ospedali. Una buona
notizia è che le tecniche di sequenziamento (ovviamente un metodo costoso
anche se un sequenziamento costava 2000$ rispetto ai 500$ di oggi) permettono
di seguire da vicino le infezioni e le mutazioni; sono nuove strategie di
difesa più precise e più rapide, come Carl Zimmer racconta in dettaglio oggi
stesso in un altro articolo, ma su Wired.
Sicuramente sconcertante, ma informativo, questo semplice paragrafo in cui
Carl Zimmer descrive l'inutile battaglia di un microbiologo del Clinical
Center del National Institute of Health (consigliabile
rivolgersi a loro, in caso di necessità ... ma occorre munirsi di un “B2
visa”) contro mutazioni che avvengono rapidamente e che permettono al KPC
di dare scacco matto.
L'evoluzione avviene sotto i nostri occhi e le tecniche di sequenziamento ci
tolgono oggi anche i dubbi che potremmo avere sul ruolo e i tempi delle
mutazioni che garantiscono il successo di una specie: "Palmore could also track the spread of the bacteria
from patients to the hospital environment. When Snitkin and Segre
sequenced the bug from an ICU ventilator, they discovered it had come from a
KPC patient who had previously used the equipment—and it had survived a
supposedly sterilizing clean. As the bacteria spread, it was also adapting
to the antibiotics the doctors were using. When KPC colonized Patient 2,
for example, it acquired a new, two-base-pair mutation that likely blocked
colistin, a last-line-of-defense antibiotic, from passing through its cell
membrane. “Once the bacteria became resistant to colistin, there was
really nothing left to treat him with,” Snitkin says. Not long afterward,
Patient 2 was dead". Una frase che racconta un breve evento dell'evoluzione per
selezione naturale e la semplice mossa vincente che permette di superare
l'ultima difesa, l'ultimo antibiotico efficace: una mutazione di due coppie
di basi.
In tutti o quasi tutti gli altri ospedali di solito non si riesce a seguire
con questo livello di dettaglio la competizione della nostra specie con altre
che hanno una delle storie evolutive più lunghe e sembrano tuttora
indistruttibili, come se si credessero i prediletti dalla natura.
|
|
16/1/13-CA
|
·
Quasi terrorizzante, ma per fortuna non siamo in
Paraguay, un articolo
·
Larry
Moran nel suo
blog ("What? Me Worry? ") ci invita a dare un'occhiata
nel sito di EDGE alla domanda del 2013 (" 2013:
WHAT *SHOULD* WE BE WORRIED ABOUT?.") e alle risposte che
sono state fornite: interessante leggere rapidamente, essendo una per riga, e
subito tutto ciò che non fa dormire chi ha risposto alla domanda. Per chi
avesse tempo ci sono anche le risposte alle domande degli anni precedenti
|
|
16/1/13-USA
|
·
Nel blog di J.Coyne si riferisce ("Lame
creationist/evolutionist debate at the BBC") di
un articolo nel sito della BBC ("Perspectives: Evolution v
Creationism in modern-day faith") che riporta il testo di una
discussione fra due dei partecipanti all'interessantissima discussione
ospitata dalla BBC e citata qui sotto il 14/1/13 (“Is
It Time for All Religions to Accept Evolution?”).
Si tratta quindi di un approfondimento di alcuni dei problemi su cui si era
un po’ sorvolato durante il dibattito, che si è svolto solo fra un musulmano
(Inayat Bunglawala) e un pastore anglicano (Greg Haslam),
evidentemente poco disponibile a scusarsi
con Darwin secondo le indicazioni del precedente arcivescovo
di Canterbury, Rowan Douglas Williams (“Good
religion needs good science”).
Il confronto sicuramente non è stato facile: il musulmano accettava tutte le
scoperte scientifiche che dimostrano e confermano l'evoluzione, uomo
compreso, e il pastore che invece, e anche questo lo si era visto nel video,
insiste a sostenere l'indifendibile, cioè che il mondo sia stato creato in 6
giorni fra 6.000 e 10.000 anni fa.
Una discussione evidentemente del tutto inutile, com’è inevitabile quando, e
qui è molto chiaro, non c'è accordo nemmeno sui fatti oltre che sul metodo e
sui criteri di indagine, confondendo e mescolando continuamente scienza e
teologia.
Comunque anche il pastore era ben preparato sui temi polemici-ideologici che
con la scienza hanno poco a che fare ma che permettono ai creazionisti di
arrivare in fondo, come il solito Kipling e le sue favole, o la frase
assolutamente incontestabile che permette di convincere il pubblico di bocca
buona "no one was there 14.5 billion years
ago"; comunque gli si doveva credere a priori, in quanto è
difficile dubitare chi sostiene che "Creationists
are not enemies of true science and should never be afraid of the true facts,
for all truth is God's truth".
Su Darwin ovviamente non si tratteneva e gli attribuiva responsabilità di
eventi che coprono migliaia di anni di storia umana; il musulmano non
riusciva certo ad essere convincente, non avendo altre prove che quelle che
già erano state rifiutate come valiude; non era quindi sufficiente notare che
Darwin o non era ancora nato o era morto da tempo.
|
|
15/1/13-USA
|
·
Interessanti le riflessioni contenute nell'ultimo
post (“The importance of rare variants”)
nel blog dell’antropologo J.Hawks: mette in evidenza un curioso
confronto che è possibile fare fra i meccanismi che nella mostra specie
evidenziano gli “errori” nell’evoluzione biologica e in quella culturale; lo
stimolo gli arriva da un articolo (“MOOCs
Assessed, Modestly”) su un effetto collaterale nel processo che vede le
grandi università USA (Stanford, MIT, Harvard, ecc.) mettere a disposizione degli studenti di tutto il
mondo corsi on line di massa (massive
open online courses: Coursera, Udacity, edX, Canvas Network, ecc.).
La frequentazione così massiccia di questi corsi, utili anche per attirare
gli studenti miglliori di tutto il mondo anche ai corsi svolti in sede, si è
dimostrata molto utile anche per migliorare il materiale didattico: si è
visto che gli errori involontari presenti nel materiale didattico (ma
soprattutto le parti poco chiare e che si prestavano ad equivoci) venivano
evidenziate molto più facilmente e rapidamente, per cui era possibile porvi
rimedio in tempi decisamente più brevi, evitando un’eccessiva diffusione di
testi che si prestano a errate interpretazioni: “In
a regular Stanford class, if 2 of 100 students got something like that wrong,
we wouldn’t even notice it. But when 2,000 out of 100,000 do, it’s immediately
evident. It’s ironic that in order to achieve personalization at the level of
telling students exactly what their misconception is, what was needed was to
teach massive amounts of students”.
Certo il confronto fra l’evoluzione biologica e quella culturale non
può essere così semplificabile e banalizzabile, nel caso della nostra specie,
viste le numerose differenze; basta pensare al semplice fatto, che Mendel ha
scoperto e dimostrato, che negli organismi diploidi ci sono due copie
dell’informazione genetica; questa compresenza di informazioni genetiche
indipendenti (che non sarebbe davvero gestibile nel caso delle idee, dove la
migliore tende a prevalere, almeno all'interno del singolo) richiede e
permette una complessa interazione e crea una variabilità genetica, in gran
parte nascosta, difficilmente comparabile con la varietà esistita ed
esistente delle culture umane.
Sappiamo bene quanta variabilità sia presente anche solo all’interno delle
diverse culture umane (sacche di ignoranza e di permanenza di idee vecchie e
probabilmente di scarsa utilità per il futuro esistono certamente in tutte le
culture, e sopravvivono perfino dove da qualche decennio sono attivi anche
strumenti che permettono la diffusione di massa delle informazioni e delle
idee) ma nessuno mette in discussione che, gemelli monozigoti a parte, ogni
individuo ha un suo particolare genotipo, unico. Né si possono contestare le
conseguenze.
La variabilità genetica, e in particolare la presenza di alleli recessivi che
potrebbero conservarsi indefinitamente permette di archiviare, teoricamente
in eterno, il numero enorme di varianti genetiche; il caso gestisce la
probabilità non solo di successo (inteso come possibilità di manifestarsi nel
fenotipo) ma anche di sopravvivenza silente nel genoma di caratteri che
potrebbero improvvisamente manifestarsi (come l’esperimento di Lederberg
ha dimostrato 60 anni fa, anche se negli organismi aploidi c'è un unico
cromosoma); in organismi diploidi può avvenire anche in poche generazioni, in
caso di inbreeding.
Il processo di trasmissione e conservazione della varianti (comparse …
casualmente) non può che renderci il caso simpatico, dimostrandone l’utilità
e la necessità anche a chi ne è allergico, magari cominciando a pensare che
ogni essere vivente è unico, un fatto non solo reale ma anche tranquillamente
accettato, forse senza riflettere troppo su come si è arrivato a questo e
quali sono le conseguenze.
Basta pensare alla varietà e al numero certamente infiniti dei gameti
possibili che vengono prodotti da ogni specie costituita da organismi unici;
solo alcuni di questi gameti, scelti casualmente, contribuiscono alla
formazione di zigoti che hanno una qualche probabilità, (non così elevata
come ci si immagina), di dar luogo a nuovi individui, che avranno poi una
qualche probabilità di produrre altri esseri viventi. Una selezione, naturale
o meno, viene comunque effettuata in ogni tappa di questo processo a cui
contribuiscono certamente altri fattori, non necessariamente solo biologici.
|
|
15/1/13-DE
|
·
Un articolo su PNAS (“Genome-wide
data substantiate Holocene gene flow from India to Australia”) del gruppo
di ricerca di Mark
Stoneking (MP-EVA di Lipsia)
confermerebbe un processo di migrazione fra l’India e l’Australia avvenuto
recentemente, circa 4000 anni fa.
L’Australia non avrebbe quindi accolto solo una iniziale e molto più antica
colonizzazione (la prima, avvenuta almeno 40000 anni fa).
Se ne parla sul blog di Le Scienze (“Quei
geni indiani degli aborigeni australiani”), dove si sottolinea la
possibile contemporaneità con recenti cambiamenti nella tecnologia e con
l’introduzione in Australia del dingo,
un canide e quindi una specie non marsupiale presente da tempo.
·
Un caso recente di contatto fra ambienti terrestri
che erano rimasti finora isolati per un lungo periodo è stato annunciato il
10/1/13 da un’agenzia russa (“First Samples
Obtained from Sub-Glacial Antarctic Lake”), e viene ripreso nel blog di Scientific
American (“Lake Vostok
Water Ice Has Been Obtained”) del 13/1.
In questo caso l’isolamento sarebbe durato almeno 100.000 se non milioni di
anni, per cui è enorme l’interesse per la probabile scoperta di forme di vita
che dovrebbero essere presenti nelle acque del lago.
Il progetto
di ricerca russo, iniziato nel 1957, ha permesso il raggiungimento del
lago Vostok, che è situato in Antartide al di sotto di uno strato di ghiaccio
di 3400 metri.
|
|
15/1/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Dal 17 al 20 gennaio, all'Auditorium Parco della Musica di Roma
si terrà anche quest’anno il Festival della Scienza. L'ottava edizione
sarà sul tema della Felicità. Programma.
·
Pikaia, riportando
un post del blog di Emiliano Bruner, da Biozoologica,
ricorda che nel 2013 ricorre il centenario della morte di Alfred Russel
Wallace, il co-scopritore della teoria dell'evoluzione per selezione naturale
e pioniere di diverse discipline, fra cui la biogeografia (in suo onore la
“linea di Wallace”, che separa la fauna e la flora australiana rispetto a
quella asiatica). Su Radio3 T.Pievani
racconta A.Wallace
|
|
14/1/13-UK
|
·
Larry Moran nel suo blog Sandwalk attira
l’attenzione su un interessantissimo dibattito che è stato messo in rete
ieri dalla BBC: “Is
It Time for All Religions to Accept Evolution?”. Come sottolinea LM,
dibattiti di questo tipo, in cui si evidenziano anche le differenze fra ed
entro le varie religioni al confronto con la maggiore omogeneità delle
opinioni basate su fatti più che su verità immutabili (che comunque ogni
tanto vengono modificate) erano molto rari nel secolo scorso. Nel XIX/XX
secolo, in parallelo con gli sviluppi ed il successo della biologia, alcune
religioni hanno seguito percorsi culturali di avvicinamento alla comprensione
ed utilizzazione di strumenti di conoscenza che renderebbero meno traumatico
l'abbandono di "verità" sulla natura che la ragione non sostiene più.
Un esempio abbastanza clamoroso è certo la parte di un documento vaticano del
2004
(punti dal 63 in avanti), autorevolmente firmato dal card.Ratzinger, che
spiazza completamente chi crede ancora ad una “terra giovane” e a chi
contesta non le modalità ma il fatto stesso dell’evoluzione come processo che
connette ogni essere vivente esistente o vissuto sulla terra a forme
primitive vissute circa 3.5 miliardi di anni fa.
E’ proprio un biologo, Matt Ridley, che introduce il dibattito
ricordando come oggi i fossili, purtroppo per i paleontologi, hanno perso
valore come dimostrazione del processo evolutivo. L’evoluzione è dimostrata e
confermata anche solo dall’informazione genetica, che ci permette di
ricollocare tutte le specie viventi esattamente in una struttura simile a
quella che aveva disegnato Linneo nel '700 solo utilizzando l’aspetto fisico
esterno delle specie. Utile certo anche la presenza di ricercatori, come il
genetista Steve Jones
(che forse ha cambiato idea sui dibattiti) o il paleontologo Robert
Asher, che è stato presentato come non ostile all’uso della religione
in contesti diversi da quelli scientifici e naturalistici; per questo è
difficile che il suo contributo sia stato ignorato.
Larry Moran comunque evidenza un punto che mi sembra spesso sottovalutato:
che non tutte le religioni siano rimaste al punto in cui erano qualche secolo
fa, rifiutando la meravigliosa ricostruzione della storia evolutiva che oggi
ci viene mostrata e può anche essere spiegata.
Se non tutte le religioni sono oggi allo stesso punto, non possiamo negare
comunque né che rimangano sacche di resistenza (come ha dimostrato il convegno islamico
di Londra o il convegno creazionista antivaticano del 2009 al CNR) né che
non ci sia qualche spiegazione e qualche responsabilità di ciò.
Magari, “purtroppo”, qualche religione non può negare di avere qualche
responsabilità di mettere oggi in imbarazzo le altre, un fatto che si nota
anche in questo incontro davvero originale e insolito anche perché si nota
uno degli aspetti rilevanti del contrasto: le contestazioni sono molto
diverse ed è evidente che qualcuno confonde il processo evolutivo con la
teoria che lo spiega. Certo oggi ambedue possono ben essere considerati fatti
dimostrati, ma la differenza rimane. Per non parlare della scala dei tempi
che riguarda addirittura la storia dell’universo.
E’ difficile oggi negare che, grazie ad gram numero di ricercatori, da
Galileo fino a Teilhard de Chardin, i cristiani e in particolare i cattolici,
hanno responsabilità a cui non possono sfuggire e di cui infatti sembrano
oggi andare fieri (anche se forse non tutti sono d'accordo, e qualcuno
propone magari qualche distinzione).
Sappiamo bene, e la storia della scienza ci fornisce numerosi esempi di ciò
perfino vicino a noi geograficamente e cronologicamente (Stoppani,
Spallanzani, Mendel, Lemaitre e tantissimi altri sono infatti ricordati ed
onorati più come scienziati che come religiosi), che la conoscenza degli
aspetti materiali della realtà naturale ha progredito anche grazie a
religiosi colti e molto curiosi anche di capire e spiegare come “funziona” la
geologia, la zoologia e la botanica.
La loro attività di ricerca, che veniva svolta anche in strutture destinate
ad altri scopi ma che garantivano protezioni e finanziamenti, come conventi e
seminari, ha contribuito alla diffusione del metodo scientifico sperimentale
e quindi inevitabilmente allo sviluppo delle conoscenze naturalistiche. Il
livello di queste conoscenze in ogni caampo delle scienze della natura creò
le condizioni che hanno reso possibile a molti ricercatori (e Charles Darwin
fu certo quello più determinato e rigoroso), di utilizzare e integrare le
conoscenze messe a disposizione dai ricercatori precedenti.
Inevitabile conseguenza fu che si capi e si dimostrò che la storia, e quindi
la posizione tassonomica e il ruolo, della nostra specie erano ben diverse da
quelle, diverse e numerose come le popolazioni umane, che l’uomo si era
inventato centinaia di anni prima. Ormai era troppo tardi per impedire che la
notizia circolasse, nonostante qualcuno anche oggi fa di tutto affinché “non si sappia in giro”.
Certo le scoperte di Darwin inizialmente non fecero proprio piacere alla
chiesa anglicana, che però non pose ostacoli ad accogliere la tomba di Darwin
accanto a quella di Newton a Westminster; nel settembre 2008 fece addirittura
pubblica
ammenda “per non aver capito” subito
la genialità di un suo fedele (almeno lo era negli anni giovanili, quando
pensava di diventare pastore ed era sostenitore del disegno intelligente del reverendo
Paley). Scuse che alla chiesa cattolica non
sono piaciute, probabilmente perché qualcuno magari si sarebbe altrimenti
ricordato che il paleoantropologo evoluzionista Teilhard de
Chardin è ancora fuori dalla porta (il monitum,
rinnovato nel 1962 è tuttora attivo) e oltre oceano (ospitato dal Culinary
Institute), nonostante sia morto nel 1955.
La discussione che la BBC ha messo in rete, secondo L.Moran, sarebbe stata in
qualche modo favorita anche dalla necessità di superare una fase dominata dal
comportamento aggressivo tenuto negli anni scorsi da chi associava
strettamente l’accettazione dell’evoluzione con la negazione della
trascendenza anche in contesti che non interferivano con gli aspetti
materiali, di cui si occupa chi utilizza il metodo scientifico.
E’ un limite che comunque non ha impedito il rispetto e le scuse che, quando
necessarie, sono state indirizzate a Galilei, il primo che introdusse, e la
chiesa cattolica non
volle o non poté impedirlo …, il metodo
scientifico sperimentale (“gli eventi
naturali osservati hanno delle cause precise ed identificabili; prima osservazione,
seguita da un esperimento, sviluppato in maniera
controllata, in modo tale che si possa riprodurre il fenomeno che si
vuole studiare. L’esperimento ha lo scopo di convalidare o confutare
l’ipotesi che lo scienziato ha formulato, ipotesi che ha lo scopo di spiegare
i meccanismi alla base di quel particolare evento”), l’inizio di un
percorso che ha portato inevitabilmente a Darwin, oltre che, e qui però i
biologi non erano sufficienti e si utilizzarono anche gli ingegneri, sulla
luna. Per ritornarci però, sembra che oggi servano soprattutto nuovi e
diversi economisti.
|
|
14/1/13-IT
|
·
Un articolo sul Corriere della Sera (“LINCOLN E DARWIN, DUE RIVOLUZIONI”) anticipa di
pochi giorni l’uscita di un libro (“Il
sogno di una vita, Lincoln e Darwin” di A.Gopnik) che approfitta
dell’evento casuale della nascita, avvenuta nello stesso giorno pur in aree
biogeografiche ben isolate, per associare due grandi dell’evoluzione
culturale umana, Darwin e Lincoln. L’articolo del Corriere non si occupa
comunque di Darwin.
La versione originale in inglese si può trovare come ebook a circa 6€ (“Angels and Ages: A short book about
Darwin, Lincoln and modern life”); le recensioni sono in
maggioranza positive.
·
Sul sito web Dibattito Scienza, che
raccoglie più di 200 persone preoccupate nel vedere che nel nostro paese molti
credano di poter fare a meno della scienza e della cultura ma soprattutto del
motore e dell’espressione di questo interesse, la ricerca scientifica, ha
raccolto 10 domande da porre ai candidati che si propongono, per motivi
diversi, alla guida dell'Italia. Il documento è presente anche nel sito di Le
Scienze, a cui si arriva anche dalla homepage di Repubblica.
Le risposte sono attese con grande interesse (visto i ritardi nelle procedure
in atto per il reclutamento universitario, probabilmente in parte svuotato
dai tagli alle università e alla ricerca) per fine gennaio e si potranno
leggere nel loro sito, dopo
le domande. Difficile comunque farsi illusioni, trattandosi di promesse
preelettorali in una situazione che purtroppo non vede la scienza né la
ricerca (pubblica, soprattutto) fra le priorità
Alla fine del 2012, il 28/12, pochi giorni dopo della prima sentenza che ha
riguardato “il divorzio dell'anno”, si è conosciuta l'entità dei fondi
annuali per la ricerca: 38 milioni, solo 2 milioni in più delle spese per gli
alimenti che il tribunale di Milano ha attribuito ... (e comunque è stato
fatto ricorso contro la decisione); nessuno invece pensa che possa essere
utile fare ricorso per i tagli, notevoli rispetto all’anno scorso) ai fondi
per ricerca universitaria nel 2013 (PRIN).
Il bando
di finanziamento del PRIN può essere una lettura interessante anche per
capire che il finanziamento alla ricerca è comunque parziale, e per conoscere
i complessi criteri che gestiranno una selezione che dovrebbe garantire la
massima qualità. Questi finanziamenti, drasticamente risotti rispetto
all'anno scorso, si prevede che potranno garantire lo svolgimento delle
ricerche ad una frazione molto limitata (circa 1500) dei 56000 docenti
universitari italiani che contribuiscono alla ricerca scientifica italiana,
la cui qualità e quantità
è riconosciuta anche, se non soprattutto, all'estero. Questo si aggiunge agli
altri pesanti
tagli all’università e ai ritardi nei processi di abilitazione in vista
del processo di sostituzione dei docenti che, numerosissimi, stanno
raggiungendo l’età della pensione.
|
|
13/1/13-IT
|
·
Quelli di Antonio Stoppani, evocati ieri, erano tempi
duri per gli intransigenti, ma soprattutto per chi, pensando di dare
il suo contributo per un futuro migliore, si impegnava per la libertà e per
l'autonomia in un'Italia ancora frammentata e per il progresso della
conoscenza scientifica; certo quelli erano anche gli anni in cui l’ordine
pubblico era compito del generale Bava Beccaris.
Incredibile come ancor oggi chi, come il filosofo della scienza Telmo
Pievani, collabora da anni alle attività e al successo del Museo
Civico di Storia Naturale di Milano, fondato proprio da A.Stoppani, è
costretto a difendersi da incomprensibili e continui attacchi alle sue
competenze e al suo lavoro da parte chi, nonostante il suo ruolo, mostra di
accettare con difficoltà le scoperte che sono alla base della biologia
attuale.
Con una "Lettera a un insegnante
antidarwiniano, leggibile sul sito di Pikaia, Pievani fa notare ad un intransigente
e polemico (soprattutto contro i ricercatori che hanno fatto alcune delle
migliaia di scoperte scientifiche – come quelle di Lederberg
o di Lenski - che sono finite sul libro di testo
adottato a scuola) insegnante di liceo, Enzo Pennetta, un piccolo
particolare: che non è lui ad avere il merito di quelle scoperte; per cui si
affretta a consigliargli gentilmente alcuni libri scritti da ricercatori, per
informarsi meglio e non insistere a sprecare le munizioni su un bersaglio
sbagliato.
Certo probabilmente è un bersaglio più facile rispetto alle migliaia di
ricercatori che continuano a mettere in dubbio, senza nemmeno immaginarne le
conseguenze, le sue certezze. Si sa che la sera si preferisce cercare le
chiavi sotto ad un lampione se vengono perse, ma il successo non è garantito.
Certo deve essere stato traumatico per alcuni cattolici rendersi conto che
dal 2002
(ultimo anno in cui i creazionisti biblici USA hanno avuto accesso libero ai
piani alti del Vaticano), ma soprattutto dal 2009, anno del bicentenario di
Darwin, che qualcosa di importante era cambiato nelle opinioni delle autorità
vaticane sulle conoscenze scientifiche che oggi confermano la teoria
dell'evoluzione.
Forse è per questo che alcuni cattolici si sono dati da fare per cercare di
sostituire il meccanismo di accumulo di conoscenze basato sul metodo
scientifico introdotto da Galilei (oggi integrato da meccanismi di controllo
basati sulla peer-review) con uno più semplice e gestibile da chiunque
anche da casa, "blog based":
basta impegnarsi in lunghe ricerche in costosi laboratori e in noiose
lezioni! Ora c’è internet e ora chiunque può contribuire alla pars
destruens di quel che preferisce.
Sembra quindi quasi scortese sottrarsi ad un gentile invito: "Perchè non viene anche lei a "dialogare" qui
da noi?"; peccato che venga da qualcuno che non immaginava che
E.Pennetta avesse sbagliato bersaglio.
Se questo è già stato davvero incredibilmente proposto a T.Pievani senza che alcuno
obiettasse, non gli è stato però ancora raccomandato di studiarsi prima tutti
i precedenti post, per comprendere al volo i link ai precedenti post e per
non passare quindi da ignorante; ma soprattutto per imparare ad evitare di
comportarsi come uno dei poveretti che vengono improvvisamente etichettati
come "troll" e a cui, magari senza preavviso, viene bloccato
l'accesso solo perché pensava che fosse utile fermarsi a discutere fornendo
le proprie competenze (e in giro per fortuna ci sono altri laureati in
biologia).
Immagino che, per chi si è studiato almeno i libri di Darwin e perfino i suoi
taccuini, oltre agli altri impegni in giro per contribuire a musei
naturalistici, festival scientifici e mostre sull’evoluzione, non può essere
un onore accogliere l'invito e trovarsi probabilmente nelle condizioni
ambientali che han convinto persino il paziente prof.G.Israel
a sfogarsi almeno una volta con i suoi visitatori prima di chiudere nel
gennaio 2009 un suo blog, raccontando i comportamenti anomali dei visitatori
che via internet passavano quotidianamente a trovarlo. E nei commenti non
mancava qualche pentito che faceva timidamente outing...
[Che questo atteggiamento ostile contro persone competenti in aree culturali
e politiche diverse e che si impegnano per lo sviluppo delle conoscenze
avvenga soprattutto negli anni in cui si prevede che l'occidente venga
travolto da giovani
orientali secchioni e ambiziosi ... lascia davvero sconcertati. Sembra
che in Italia non ci si preoccupi della "gathering storm"
che da tempo angoscia gli statunitensi, che vedono a rischio il loro attuale
ruolo nel mondo].
Che il metodo scientifico preveda la necessità di nuove scoperte prima di
impegnarsi a distruggere i modelli precedenti (la famosa e improduttiva pars
destruens, in questo caso pure fuori bersaglio); ripetutamente lo
chiarisce Pievani, indicando nella sua lettera dove poter trovare in Italia
sia le competenze che i bersagli migliori se ci si sente abbandonati dai
teologi che sostengono l'evoluzionismo teista ma non intendono più imporlo
agli scienziati),.Lo aveva ricordato (immagino ai cattolici) perfino un
articolo sull'Osservatore Romano del 16/1/2006 (Fiorenzo Facchini:
“Evoluzione e creazione”, in risposta all’intervento del card.Schönborn sul New York Times
in favore dell’ID): "Se il modello proposto
da Darwin viene ritenuto non sufficiente, se ne cerchi un altro, ma non è
corretto dal punto di vista metodologico portarsi fuori dal campo della
scienza pretendendo di fare scienza".
L'articolo di F.Facchini contro l'ID, per cui il cardinale aveva preso una
cotta, ha poi trovato l'approvazione anche di un articolo del gesuita G.De
Rosa sulla Civiltà Cattolica del 5/8/2006 (“L'Evoluzione dei viventi.
il fatto e i meccanismi”).
Queste sono state le polemiche e le discussioni che hanno preceduto i due
convegni vaticani del 2009 sull’evoluzione, finanziati dalla
fondazione Templeton e gestiti dal Progetto STOQ, diretto dal card.Ravasi che
già nel
2005 era stato molto chiaro: "Se la
teoria evolutiva è giusta, non spetta al teologo dirlo, perché invaderebbe un
campo non suo... compito dei teologi è cercare la verità solo attraverso lo
spirito, evitando quel che accadde a Galileo". [Utile e onesta
anche l'allusione ai guai di Galilei].
Soprattutto dopo i due convegni sull'evoluzione organizzati nel 2009 dalle
università vaticane, che hanno rifiutato (come ha ben raccontato il
creazionista biblico M.Giertych)
di accettare la presenza di chi la contestava senza proporre alternative
migliori e altrettanto dimostrabili , è evidente che è attivo un meccanismo
(che la Fondazione Templeton ha anche confermato) che tiene lontano dai
finanziamenti chi rifiuta di accettare i fatti scientifici che oggi sono
confermati dalle ricerche sperimentali.
Qualcuno si sarà certo angosciato vedendo che negli anni successivi anche
R.De Mattei, ammiratore
degli antidarwinisti ma soprattutto dei creazionisti "della terra
giovane" come il polacco M.Giertych del Kolbe
Center, non organizza più convegni con i
creazionisti USA al CNR.
Non migliori erano le notizie che uscivano dal Vaticano: se si verificano i
cambiamenti ai vertici della struttura vaticana che si occupa dei rapporti
con le scienze, l'Accademia Pontificia
delle Scienze, si nota che il presidente non è più il fisico, cattolico
ed evoluzionista neodarwiniano, Nicola Cabibbo (i suoi interventi
contro il convegno creazionista di de Mattei furono quelli più indignati). Da
due anni, dopo la morte di N.Cabibbo, il presidente è un biologo
evoluzionista e premio Nobel, Werner
Arber; W.Arber è stato invitato recentemente dal papa a parlare di
evoluzione biologica in occasione del recente sinodo
dei vescovi.
Da tempo sono quindi peggiorati i rapporti del Vaticano con gli scienziati
che, in ambito scientifico, ancora sostenevano il creazionismo (come R.Fondi)
o il disegno intelligente (come G.Sermonti);
ambedue hanno contribuito (con M.Giertych, consulente del Kolbe Center for the study of Creation USA) a
pseudo-documentari (come "Evoluzione: fatto o
credenza") in cui si cerca di far credere agli ignoranti che la
terra sia ben più giovane dell'età che gli esperti oggi le attribuiscono. E'
possibile che qualcun altro oggi si interessi a questi creazionisti, li
frequenti e magari collabori con
loro.
Sospetto sia stato per le critiche di qualcuno di loro che E.Pennetta nel
2011 ha disattivato e mai più messo on line integralmente il sito www.insegnamentoscienze.it, contenente anche materiale didattico
informativo sulle diverse discipline che insegna; per la parte biologica
questi powerpoint erano certamente corretti e mostravano come il
darwinismo sia stato aggiornato dal neodarwinismo; probabilmente era
materiale didattico coerente con il libro di testo che usava a scuola, per
cui non poteva essere una semplice introduzione a materiale didattico di
contenuto antievoluzionista o antidarwinista, del tutto assente, visto che
non ne ho copia.
Tant'è vero che il sito non è più ricomparso, se non in versione ridotta,
senza il materiale didattico (pur con tuttora una criticabile marcia
del progresso, ma la responsabilità è di un creazionista); e ciò
nonostante gli apprezzamenti ricevuti per la correttezza dei PPT scomparsi,
che probabilmente continuano ad essere usati per le lezioni, essendo coerenti
con il testo della Mondatori acquistato dai genitori degli studenti del
liceo, che immagino utilizzino.
[Anche pensando bene si fa peccato e si sbaglia ...?]
Si può concludere citando alcune
righe dell'articolo ("Ciao
Darwin, scusa l’equivoco") con
cui un collega universitario esperto di evoluzione umana chiudeva sull'Avvenire
le celebrazioni dell'anno darwiniano, il 2009, ribadendo concetti che avevano
trovato spazio anche sull'Osservatore Romano: "Nell’anno
che si conclude il pensiero di Darwin ha dominato la scena culturale. Le
iniziative sono state davvero tante a ogni livello, nelle sedi accademiche,
come nei centri culturali. Anche le mostre hanno fatto la loro parte. Molti i
saggi su giornali, riviste e libri, dedicati alla evoluzione e alle sue
problematiche, anche dal punto di vista religioso. A mio modo di vedere
avrebbe potuto esserci una maggiore attenzione al dibattito in corso nel
mondo scientifico sulle modalità e sui meccanismi evolutivi, specialmente in
relazione con le ricerche sulla biologia evolutiva e dello sviluppo e sulla
epigenesi, affrontando criticamente i punti chiave del darwinismo. Tali
ricerche non smentiscono la teoria di Darwin, almeno a certi livelli, ma
mettono in evidenza la necessità di integrarla". Nelle
conclusioni dell'articolo mons. F.Facchini si duole per le "preoccupazioni e i timori sul tema dell'evoluzione"
che sente circolare "sul fronte religioso",
molto preoccupato che si contesti gli aspetti teologici del creazionismo.
Posizioni e preoccupazioni che l’hanno portato a ricevere sconcertanti critiche
(“deleterio per il cristianesimo” sembra
un po' troppo, anche se viene da un creazionista che si assume anche la
missione di difendere la fede).
|
|
12/1/13-USA
|
·
Nel blog dell’antropologo J.Hawks un post (“Online
communication biases upon the public perception of science”) mette in
evidenza un articolo recentemente pubblicato da Science su "Science, New Media, and
the Public", di Dominique
Brossard e Dietram
A. Scheufele. Il problema che viene evidenziato è quello degli effetti
del ruolo rilevante dell'uso dei motori di ricerca per capire problemi
scientifici. Ovviamente questo fatto può avere conseguenze rilevanti e può
richiedere anche un controllo del materiale messo a disposizione di persone
con competenze e conoscenze molto diverse, per cui sarebbe davvero utile
poter monitorare la qualità delle informazioni ricevute e quindi potenzialmente
utilizzate per compiere scelte che potrebbero avere effetti con peso anche
molto diverso.
|
|
12/1/13-IT
|
·
Giusto qualche giorno fa (2-3/1/12) ricordavo il
contrasto scoppiato più di un secolo fa fra un geologo universitario
cattolico, l'abate Antonio
Stoppani, e un religioso integralista cattolico, Don
Davide Albertario, che scriveva su diversi siti cattolici.
Ricordavo come A.Stoppani, creatore del Museo di scienze del seminario
vescovile di Venegono (oggi Museo di
Storia Naturale “Antonio Stoppani”), dove aveva insegnato, e poi
cofondatore e poi direttore del Museo
Civico di Storia Naturale di Milano, fosse stato un patriota e un
liberale molto presente nella vita politica e culturale del suo tempo, dai
campi di battaglia alle università (a Pavia, dove insegnò geologia); proprio
non sopportava quelli che chiamava “Gli
intransigenti” (così definiva i suoi contemporanei che «professando il Cristianesimo e pretendendosi difensori
e propugnatori della sua integrità cattolica, hanno e manifestano il gusto,
come il bisogno, della divisione e della discordia e non pare loro vero di
attizzarla e mantenerla»), ai quali dedicò un
libro polemico.
La contesa finì addirittura in un tribunale laico e Don Albertario nel 1887
perse la causa, e il conto da pagare fu tale (44.000 lire) che dovette
chiudere alcuni dei suoi giornali.
[Non fu comunque l'unica conseguenza negativa dell'attività pubblicistica di
don Albertario, un po' sopra le righe: anche se non fu a causa di A.Stoppani,
né per i problemi che pur ebbe con i superiori che lo mandarono in trasferta
a Napoli, né per problemi di donne di cui pur fu accusato, né per un
cappuccino di troppo che nel 1898 indossò la divisa a righe (N.2557) che
vediamo illustrata in questo articolo ("Il
prete che impugnava la penna come una spada", che spiega il motivo
per cui si trovò davanti ad un tribunale militare)].
·
Il 18 gennaio, a proposito, al Museo
Civico di Storia Naturale di Milano (quello dell'abate Stoppani) c'è un
convegno per ricordare Stephen J.Gould e tutti gli interessati sono
invitati. Pikaia, alcuni giorni prima del grande convegno dedicato a S.J.
Gould, ha aggiornato l'elenco
delle sue pubblicazioni in italiano.
|
|
10/1/13-USA
|
·
Il giornalista scientifico Carl Zimmer trova
sempre argomenti stimolanti, e questo anche nella nuova locazione del blog,
oggi migrato nel sito del National Geographic.
Non poteva quindi sfuggirgli il post nelle news del NG dal titolo "Venomous
Primate Discovered in Borneo" (citato qui il 13/12/12). Dallo
stimolo trae un post interessante ("On
The Origin of Venom") sulla presenza di veleni in alcune specie che
possono essere anche isolate in mezzo a specie non velenose: "Venomous animals are not all closely related to each
other. The
platypus is much more closely related to us, for example, than it is to a
centipede. And that means that venom has independently evolved many times
over in the history of life. First there were animals without venom, and then
there were". L'osservazione
gli premette di provare a stendere una storia evolutiva dell'uso del veleno,
che si aggiunge a quella della mano,
delle piume
e dell'occhio,
fornendo anche un link interessante ad un articolo recentissimo su Trend
in ecology and evolution ("Complex
cocktails: the evolutionary novelty of venoms") che riguarda appunto
la storia evolutiva dei veleni,
per chi fosse interessato. Un altro articolo di un anno fa sempre su Trends
("Venom
evolution through gene duplications") aveva evidenziato il ruolo
della duplicazione dei geni nell'evoluzione di un carattere/prodotto davvero
molto particolare ("Venoms contain highly
complex mixtures that typically include hundreds of different components and
have evolved independently in a diverse range of animals"). Per
limitarci ai rettili, qui alcuni altri articoli e una ricca serie di links
(Venomous snake links,
Venomous snake
systematics update), sempre utile prima di mettersi in viaggio (qui una pagina solo sui
cobra asiatici) per conoscerne le facce o dopo per cercare un antidoto.
|
|
10/1/13-IT
|
·
A Trento oggi l’ultima conferenza, prima della
chiusura della mostra Homo
sapiens, il 13/1: Giovedì 10 gennaio alle 20.45: “Dal
ritiro glaciale alle foreste, all’uomo”.
·
[da Pikaia]
Cominciano invece oggi le iniziative connesse con gli Happy
hours organizzati presso il Museo di Zoologia di Roma.
|
|
9/1/13-UK
|
·
Sabato scorso si è tenuto a Londra un convegno
in cui si mettevano a confronto le diverse posizioni esistentioggi
sull’evoluzione e sulla teoria dell'evoluzione all’interno di una realtà
molto ampia come il mondo islamico, che avrà un ruolo sempre più importante
nei prossimi decenni che vedrà un indebolimento della sua influenza sulla
cultura e sull'economia mondiale.
Hanno partecipato sia ricercatori evoluzionisti, anche USA e creazionisti
come quelli della scuola
turca ben noti anche in Italia visto i contatti continui con gli antievoluzionisti
e i creazionisti avventisti milanesi.
Ne parla un articolo del Guardian (“Muslims
engage in quest to understand evolution”), a per approfondire l'argomento si può consultare il sito web
del convegno a cui hanno partecipato centiania di persone interessate. Il
titolo della conferenza, che potrebbe essere facilmente modificato per
adattarsi anche ad altri contesti culturali e religiosi è "Have muslisms
understood evolution?". Come si nota subito, il titolo non chiarisce
una confusione di cui approfitta chi cerca di evitare chiarimenti e si cerca
di confondere le idee. Ovviamente si può sempre sospettare che le idee
confuse siano quelle di chi non conosce la differenza fra il fatto
dell'evoluzione (su cui non si può più
dubitare) dalla teoria dell'evoluzione (che si può discutere ma solo
se si propongono ipotesi alternative migliori di quella attuale o almeno
miglioramenti parziali di quella attuale).
|
|
9/1/13-IT
|
·
[da Pikaia]
Il 18 gennaio, al Museo di Storia Naturale di Milano, si terrà un
convegno in omaggio al grande evoluzionista Stephen Jay Gould
|
|
8/1/13-RDC
|
·
Un articolo ("The Perils and Rewards of Protecting
Congo’s Gorillas") sulla rivista YALEEnvironment360 presenta una intervista a
Emmanuel de Merode, il belga responsabile dei rangers che dovrebbero
garantire la sopravvivenza dei circa 800 gorilla di montagna che vivono nel
parco dei Vulcani, nella zona del Kivu, nel nordest della Repubblica
Democratica del Congo (RDC) E.de Merode racconta le ultime novità da
quell'area, riportate aggiornate anche in altro sito web ("Africa's oldest park is under attack").
E' un lavoro difficile e pericoloso, e alcuni ranger purtroppo ogni anno muoiono per difendere gli ultimi
gorilla di montagna in una zona di guerra. Il parco si trova infatti in
un'area che da tempo è sotto il controllo di milizie autonome sotto controllo
ruandese che gestiscono un territorio che fa gola a molti in quanto contiene ricchezze
minerarie che si vendono bene in occidente: quanto sono terre rare molto
richieste nella produzione di telefonini e computer e qualcuno preferisce
toglierne il controllo alla RDC.
C'è un sito web di Wildlife
Direct, un'associazione di protezione ambientale, che permette di entrare
direttamente in contatto con i ranger per conoscere le
novità, per sostenerli finanziariamente e per far capire che il loro
lavoro in difesa dei gorilla è apprezzato anche in altri continenti.
|
|
8/1/13-IT
|
·
[da Pikaia]
In uno storico articolo del 1979 Lewontin e Gould sferrarono un
attacco feroce a coloro che utilizzano la selezione naturale come una
macchinetta. La pubblicazione di quell'articolo (qui il testo
italiano dal sito web SWIFT) suscitò
immenso scalpore. Marco Ferraguti ricostruisce
la genesi e l'accoglienza di Spandrels
|
|
5/1/13-USA
|
·
L'antropologo J.Hawks nel suo blog riporta
("Darwin's
primate phylogeny") un'immagine poco nota, disegnata da Darwin nel
1868. Rappresenta la sua idea dei rapporti filogenetici fra l'uomo e le
scimmie antropomorfe (orango, gorilla e scimpanzè). Nel post J.Hawks ricorda
come l'ipotesi di Darwin del 1868 contrasti sia con quella precedente di
Haeckel, che ipotizzava una maggiore somiglianza con l'orango, asiatico, che
con quella successiva proposta nel volume "Descent
of man" del 1871.
J.Hawks nota polemicamente anche che probabilmente Darwin maneggiava in modo
errato i grafici che rappresentano le ipotesi filogenetiche, un errore che
fanno spesso gli studenti anche oggi, che dimenticano che i nodi sono anche
punti di rotazione. Non si capirebbe altrimenti l'inutile semplice scambio di
posizione di alcune delle specie che costituiscono una tricotomia. T.Huxley (1863:
"Evidence as to Man's Place in Nature") e A.Wallace (1864)
sono probabilmente gli autori che hanno influenzato maggiormente questo
schema.
|
|
4/1/13-IT
|
·
Oggi, a Trento, faccio visita alla mostra Homo sapiens, che è arrivata qui da Roma, e il 13 chiuderà, per
trasferirsi poi prossimamente a Novara.
Apprezzabile l’insistenza sul ruolo della biogeografia, uno dei fattori non
biologici che hanno pesantemente condizionato anche l’evoluzione biologica umana.
Un fattore che è stato influenzato anche da altre fonti di variazione non
biologiche, come il clima e la distribuzione delle terre emerse, a sua volta
ancora influenzata dalla temperatura, molto variabile soprattutto durante
l’ultimo milione di anni a causa dell’alternanza di periodi glaciali e
interglaciali.
Un ambiente variabile è probabilmente “stimolante” e “creativo”, grazie alla
continua apertura e chiusura di corridoi che in alcuni periodi favorivano la
ricerca di nuove terre da colonizzare.
Certo Darwin e Wallace
il ruolo della biogeografia l’avevano osservato e verificato, personalmente e
sul campo, nel corso della loro vita; anche grazie a questa esperienza, e
alla comune lettura del lavoro di Malthus sul ruolo condizionante delle
risorse energetiche, hanno avuto indipendentemente l’idea di come spiegare
l’evoluzione delle specie.
E questo avvenne ben prima che si scoprissero i processi biologici
indispensabili per capire l’interazione fra genotipo, fenotipo e ambiente e
l’accumulazione continua e casuale di varianti genetiche che potrebbero un
giorno, casualmente, rivelarsi utili per sopravvivere (come ha dimostrato l'esperimento di Lederberg che conferma Darwin).
·
Spero che i visitatori della mostra abbiano
correttamente interpretato le mappe di un mondo ben diverso da quello che
conoscono e siano riusciti a collegarle dinamicamente fra di loro,
ricostruendo una successione continua del palcoscenico su cui si sono
sviluppati gli eventi biologici che hanno coinvolto la ventina di specie di
ominini, spesso vissute contemporaneamente, che ci hanno preceduto.
·
Stimolante la sala con l’immagine del Tree of Life (che permette di
farsi un’idea dei percorsi che collegano fra loro tutte le specie viventi) e
la simulazione connessa, nonostante un po’ di torcicollo per chi avesse
voluto verificare ogni volta le distanze
genetiche rispetto all'uomo delle varie specie proposte (dalla banana allo scimpanzè).
L’albero della vita comunque qui
può essere analizzato in dettaglio e tranquillamente anche da casa)
Questo grafico, che pochi conoscono, permetterebbe di capire il motivo per
cui gli evoluzionisti ricordano sempre che lo scimpanzé è imparentato,
attraverso un antenato comune di 6/8 milioni di anni fa, con i nostri
antenati, i primi ominini bipedi, e quindi anche con l’Homo sapiens
attuale. Il grafico spiega come e perché si possano oggi quantificare le
somiglianze e differenze del DNA fra le diverse specie, confermando una delle
principali idee alla base della biologia attuale fin dai tempi dei Darwin:
l’origine comune di tutti esseri viventi, un’idea lanciata per la prima volta
da Erasmus Darwin in Zoonomia
nel 1794 e confermata dal nipote più di 60 anni dopo.
Da qualche decennio, grazie alla genetica molecolare e quindi al facile e
economico (oggi) confronto fra le sequenze del DNA delle varie specie animali
e vegetali, l’unicità del processo evolutivo è definitivamente confermata, aggiungendosi prima e
sostituendosi poi ai fossili come principale prova dell'evoluzione.
Forse per quello, per colpa di Mendel, i
neocreazionisti preferiscono di solito fermarsi alle modeste conoscenze
di biologia di Darwin, evitando – e a volte ce la fanno - di parlare di
genetica.
·
L'immagine moderna di un unico albero della vita
smentisce anche le recenti fantasiose ipotesi creazioniste (il problema da
risolvere sembra fosse infatti quello dello spazio limitato sull’arca di Noè)
di alberelli diversi che rappresenterebbero eventi creativi multipli, come
quelli presentati per la prima volta alla 3’
Intl Conference on Creationism (a Pittsburg) da 2 creazionisti
“biblici” tedeschi, R.Junker e S.Scherer; un loro libro, diffuso negli
ambienti evangelici tedeschi e tradotto e pubblicato - come sussidio
biblico - da una casa editrice religiosa italiana, è distribuito da creazionisti – che
comunque provano inutilmente a negare di esserlo - anche in Italia.
Probabilmente imbarazzati dal dover credere alla impossibile “storia”
dell’arca, apprezzano
che "Non-evolutionary scientists accept
that species can change, but they believe that biological
change has natural limits. Instead of the
single evolutionary “tree of life”, according to which all living things have
arisen from a single common ancestor, non-evolutionary scientists
characterize the relationships between different living things as an
orchard of trees". L’idea geniale dei tedeschi Junker e Sherer di fare
imbarcare sull’arca di Noè solo una coppia di lupi e una di gatti selvatici
per avere poi tutti i canidi e i felidi di qualsiasi specie e dimensione deve
essere piaciuta davvero, anche se ha fatto inorridire gli scienziati che non
hanno mai bisogno solo di verità.
E' davvero curioso come il libro sia valutato “negativamente” (è infatti fra
i “Libri da non
leggere”) da esperti di evoluzione e di paleontologia che
continuano le ricerche sperimentali iniziate un secolo fa dal fondatore
del Museo di Storia Naturale di Milano (e delle società scientifiche che
si occupano della Geologia e della Paleontologia italiana) l’abate Antonio Stoppani.
Era un tipo particolarmente attivo e presente nella vita scientifica,
politica, sociale e religiosa del tempo, e, succedeva anche un secolo fa, ha
avuto qualche problema con una chiesa che forse non lo amava troppo.
Ancora oggi è possibile che chi cerca di capire e spiegare l'evoluzione dell’uomo facendo ricerca e
frequentando scavi, musei e mostre per capire i fossili (A.Stoppani non è più
“theologically correct”?) venga invece invitato caldamente a preferire
la lettura di “un
piccolo libro di quasi duemila anni fa”, che non racconterebbe
favole come invece farebbero Grimm o la mostra di Trento (che incredibilmente
viene presentata all’inizio del post come “una
fantasiosa ricostruzione spacciata per certezza scientifica“!? da
qualcuno che cerca la verità e non ha ancora capito che non la dovrebbe
cercare sempre inutilmente nel posto sbagliato; si trova infatti ad un piano
diverso, dove non esistono verità, tanto meno quelle che cerca).
·
Sembra quasi che il tempo non passi mai e che non ci
sia un’evoluzione biologica o culturale, ma … due secoli e mezzo fa un
religioso, Lazzaro Spallanzani, si dedicava pubblicamente senza problemi e
con successo alla ricerca sperimentale, e un secolo e mezzo fa Antonio
Stoppani, pubblicamente interessato a problemi evolutivi, vinse per due volte il processo che
intentò contro un sacerdote integralista che lo aveva offeso (A.Stoppani
metteva il battagliero don D.Albertario – che andò nei guai anche per un
cappuccino di troppo - fra “Gli
intransigenti”, ai quali dedicò un
libro polemico – bella e attuale la definizione di intransigente
secondo Stoppani.). In effetti sembra che qualcosa sia cambiato rispetto ai
secoli scorsi … ci sono pochi religiosi che fanno ricerca… e quei pochi
vengono pure offesi dai [neo]creazionisti. E’ urgente aprire nuovi musei
naturalistici nei seminari… o organizzare italici e confessionali Stoppani
Days (se il 15/8 non è un giorno consigliabile … il 2 gennaio potrebbe
essere accettabile).
·
Può essere anche utile ricordare, visto che si
parla di divulgazione scientifica, come l’abate Antonio Stoppani abbia
preso sul serio anche il problema di una formazione scientifica corretta e
aggiornata perfino per i giovani sacerdoti: creò e arricchì di reperti, anche
fossili, il museo naturalistico del seminario arcivescovile di Milano a Venegono
(oggi Museo
di Storia Naturale “Antonio Stoppani”).
Nonostante oggi non ci siano probabilmente TUTTI i fossili (e
quindi ce ne sia qualcuno ancora mancante…) forse il museo viene comunque
utilizzato per “distrarre” gli studenti del seminario dai 2 laboratori
didattici di scienze a loro disposizione …
·
E’ comunque da apprezzare che i [neo]creazionisti di
Trento non abbiano organizzato contestazioni anche in occasione di questa
mostra sull'evoluzione dell'uomo, se non in siti web.
Certo sarebbe stato troppo imbarazzante farlo oggi, a due anni dalla nomina
papale di un Nobel, biologo
ovviamente evoluzionista, (Werner
Arber) a capo della Pontificia Accademia delle Scienze, che si
occupa anche di fornire consulenze
sull’evoluzione, sulla demografia e sulle cause del riscaldamento globale.
Comunque fa piacere ricordare come nel 2007 ci fu un’imbarazzante conclusione
della contestazione
su base confessionale alla mostra "La scimmia nuda": iniziata
con un’assemblea dai Saveriani, fu subito bloccata addirittura da un
teologo cattolico, docente universitario in Germania.
Un motivo più ragionevole sarebbero i recenti
interessi dell’anima della contestazione verso l’approfondimento
dell'importante ruolo di alcuni religiosi - che nessuno storico della scienza
dimentica - nello sviluppo delle scienze biologiche, con il loro lavoro di
ricerca sperimentale, svolto anche a fianco o in contatto con i colleghi
universitari. Probabilmente questi approfondimenti hanno indotto ad accettare
ce è preferibile capirne i motivi e accogliere gli inviti di Stephen
J.Gould (qualcuno ricorda ancora l’ingestibile ipotesi dei “magisteri
non sovrapponibili”) ma soprattutto di GP2 (1988),
seriamente preoccupato
per il ritardo e la paura ad affrontare il rapporto con la scienza,.
·
Ultima conferenza, prima della chiusura della mostra il 13/1:
Giovedì 10 gennaio alle 20.45: “DAL
RITIRO GLACIALE ALLE FORESTE, ALL’UOMO”.
|
|
2/1/13-USA
|
·
[dal blog
di J.Hawks] La rivista “Frontiers in evolutionary and population
genetics” ospita un editoriale (“This I believe: we need to understand
evolution, adaptation, and phenotype”) del direttore del NCSE
(National Center for Science Education), Eugenie Scott, che sottolinea
come sia indispensabile fornire agli studenti una definizione corretta e
aggiornata di alcuni termini (“three
genetics-related concepts that, if taught properly, would greatly improve the
biological literacy of our fellow citizens.”) necessari per migliorare
la comprensione non solo della genetica ma anche dell’evoluzione biologica in
cui ognuno di noi è inserito.
L’ignoranza, che ha imbarazzato Darwin, sui meccanismi ereditari, è stata
risolta inizialmente da Mendel (che scoprì come i geni e le coppie di alleli
gestissero ottimamente anche la conservazione della variabilità utilizzata
creativamente dai processi evolutivi – [provate a trovare eterozigo* nei
testi di Darwin o in un sito web
creazionista USA o italiano! Devono ancora scoprire che non si può ignorare
Mendel e il ruolo del caso nella formazione dei gameti …]) ma soprattutto
dalla biologia molecolare (che di alleli e di geni ne trova spesso più o meno
di due).
E.Scott ritiene che ci siano le condizioni, oltre che la necessità, per
insegnare oggi meglio, sulla base delle attuali conoscenze genetiche, le
relazioni fra evoluzione, adattamento e fenotipo.
[Continua la battaglia di E.Scott per far sì che gli americani migliorino
le loro posizioni (oggi molto vicine a quelle dei turchi)
nelle statistiche sulla diffusione del creazionismo…?]
·
Nello stesso numero della rivista Frontiers è
consultabile un altro articolo di notevole interesse “Recent
progress in paleontological methods for dating the Tree of Life”, Michel Laurin, del Museo di Storia Naturale di Parigi.
E’ un articolo dettagliato in cui si affrontano molti dei problemi che non
vengono capiti da chi, negando il fatto stesso dell’evoluzione, non sa come
gestire i problemi che citava Eugenie Scott nell’articolo precedente.
Purtroppo alcuni dei problemi che sono facili da capire quando si parla di
specie attuali, diventano più complessi quando ci si riferisce a specie di
milioni di anni fa; diventa problematica anche la stessa definizione di
specie (“the entities that we call “species” and that are
registered into various databases are not ontologically comparable; some are
clades, some are reproductive communities, some are evolutionary lineages,
others are phenetic clusters, and yet others belong to two or more of these
categories”).
Abbiamo oggi la possibilità di dimostrare la sostanziale unitarietà
dell’albero della vita, grazie al confronto fra le sequenze del DNA delle
specie viventi (qui un esempio di un database di genomi
su un sito che archivia i dati di molti genomi di Homo sapiens e di
specie a noi vicine).
Non siamo più ai tempi di Darwin e oggi davvero non sono più i fossili la
principiale prova dell’evoluzione, per cui improvvisamente molte delle
critiche all’evoluzione come fatto negli ultimi anni sono diventate
inefficaci: grazie alla possibilità di analizzare il DNA delle specie
attualmente viventi si può ricostruire un albero della vita [dove è
disponibile un volume scaricabile gratuitamente e un poster che dimostra
l’origine comune di tutti esseri viventi] la cui struttura gerarchica
corrisponde perfettamente alla classificazione (anch’essa con una struttura
gerarchica) che Linneo aveva ricostruito nel ‘700, pur in un contesto
creazionista. Dal 2004 l'evoluzione, e in particolare la
macroevoluzione, non è più un problema nemmeno per il Card.Ratzinger che
l’accettava, ammettendo quello che nel 1794 Erasmus Darwin poteva solo
sospettare ma che poi la ricerca sperimentale dimostrò: l'origine comune di
tutti gli esseri attualmente viventi e quindi l'inserimento anche dell'uomo
in un unico processo evolutivo.
Sulla microevoluzione è curioso notare c’è un bel po’ di confusione fra i
neocreazionisti; negli USA i neocreazionisti sono piuttosto rigidi sul
confine di specie (“Microevolution
is changes within species, macroevolution is change from one species to
another, So a dog is still a dog and a horse is still a horse”); la stessa posizione era sostenuta qualche
anno fa anche dagli altri neocreazionisti nel mondo. In Germania dal 1993 chi
nega l’evoluzione si può permettere (grazie ai “basic
types” di Junker e Scherer, spiegati nel libro “Typen
des Lebens”, 1993) di
sostenere addirittura che la speciazione possa avvenire senza evoluzione,
come quando un
lupo diventare un barboncino o una volpe (“Microevolution for instance includes the formation of the different
dog races out of one archetype, probably the wolf).
Anche un creazionista settecentesco come Spallanzani,
uno dei primi che ha provato sperimentalmente la riproduzione
artificiale, rimarrebbe sconcertato di fronte a questa “elasticità
mentale” applicata ad una questione scientifica, non essendo supportata da
risultati sperimentali.
Qualcuno sta aspettando tranquillamente il giorno in cui arriverà il crocoduck che Ray Comfort
vuol vedere prima di convincersi del fatto che l’evoluzione esiste? Per ora
dobbiamo accontentarci della sua famosa banana (che
però non sa che è una specie artificiale, costruita dall’uomo).
|
|
2/1/13-IT
|
·
Un post nel blog di Le Scienze ("Le
doti di arrampicatrice dell'antenata Lucy") invita a leggere un
articolo dei PNAS ("Tree climbing
and human evolution") in cui si valuta l'evoluzione della capacità
dell'uomo, nel corso degli ultimi milioi di anni di evoluzione, di mantenere
comunqne una certa capacità di muoversi sugli alberi pur perdendo
progressivamente, a partire già dall'Australopithecus
afarensis di 3.5 milioni di anni fa, le caratteristiche anatomiche
che caratterizzavano i nostri antenati che vivevano sugli alberi.
Sono state verificate anche le caratteristiche anatomiche di alcune
popolazioni attuali abituate a muoversi a piedi nudi con grande e incredibile
agilità anche a grandi altezze su alberi per raccogliere noci di cocco o miele
(miele anche qui) o
addirittura su impalcature di canne.
|
|