30/5/14-IT
|
·
Su un sito web ambientalista italiano (greenreport)
si commenta la confessione di un creazionista USA, David MacMillan.
Il materiale arriva da un blog evoluzionista USA, Panda's Thumb, che
in un post ("An
insider’s guide by a former young-Earth creationist") riporta
alcuni punti delle tecniche usate dai creazionisti USA "della terra
giovane" per convincere i tantissimi statunitensi che sono
handicappati dalle loro conoscenze limitate di biologia evoluzionistica.
E' interessante notare che nel post di Panda's Thumb e in questo articolo in italiano che lo cita
e lo commenta ("Confessioni
di un (ex) creazionista della Terra Giovane") si può imparare a
riconoscere i ragionamenti che caratterizano chi pensa di mimetizzarsi solo
negando di essere creazionista ma cercando di far credere di voler solo
criticare il darwinismo. Non basta presentarsi con i baffi finti ...
In realtà a questa premessa possono seguire anche le tradizionali posizioni
dei creazionisti che si illudono di poter facilmente negare il processo
evolutivo senza proporre alternative più convincenti ai fatti ben noti che
devono trovare spiegazioni razionali che devono ovviamente rimanere nei
confini, che pochi creazionisti conoscono, della moderna biologia
evoluzionistica. A cominciare dall'inesistenza di un confine preciso fra
microevoluzione e macroevoluzione.
L'aspetto più interessante e nuovo è comunque la partecipazione diretta dello
stesso creazionista pentito, David MacMillan, alla discussione che sta
avvenendo in questi giorni nel post del
28/5 su Panda's Thumb, e le sue risposte alle curiosità sollevate ad
esempio il 28/5 sui meccanismi che permettono la sopravvivenza della
pseudoscienza creazionista: "the rejection
of biological evolution by otherwise-intelligent scientists with strong
academic backgrounds is made possible by the
accumulation of many many major misconceptions and misunderstandings of
actual fact. They’ve replaced hundreds of critical facts with
pseudo-facts…understandings that are just close enough to the
truth to sound reasonable, but twisted enough to allow the pseudoscience to
survive".
|
|
29/5/14-IT
|
·
Arriva in Italia, a CinemAmbiente di Torino, il
film “Virunga”.
[da Greenreport,
ANSA,
DIRE]
Dopo il prestigioso Tribeca
Film festival di New York in aprile, arriva anche in Italia il
film/documentario “Virunga” (qui
il trailer) girato nell’omonimo Parco Nazionale africano
considerato Patrimonio dell’Unesco e minacciato da perforazioni petrolifere.
Giusto un mese fa, il 16/4 era stato ferito
in un attentato il direttore del parco, il belga Emmanuel
de Merode, marito
della paleoantropologa Louise Leakey. Qui un suo messaggio
dopo l’agguato e l’operazione che gli ha salvato la vita e qui il suo ritorno al
centro parco di Rumangabo il 24/5
Minacciati da bracconieri e
ribelli congolesi e rwandesi (e forse oggi anche dalle compagnie petrolifere,
che hanno diritto di cercare il petrolio nell’80% dell’area del parco) i
rangers del parco svolgono senza dubbio uno dei lavori più pericolosi del
mondo: più di 150 sono morti, dal 1996, per difendere i 200 gorilla di
montagna che vivono nel parco del Virunga.
News aggiornate si trovano nel sito
“SAVE VIRUNGA” o nel sito del
parco (o tramite twitter con hashtag: #virunga o
#SOCO).
In questi giorni il WWF sta rilanciando in
Italia la Petizione http://www.wwf.it/petizione_virunga.cfm
firmata da oltre 700mila persone da tutto il mondo e rivolto alla compagnia
petrolifera britannica Soco International, che, nonostante gli appelli
dell'Unesco, della Comunità Europea e l'opposizione del governo britannico,
"persiste nel proseguire le esplorazioni petrolifere in un luogo così
simbolico e delicato".
Numerosi
video gratuiti sui gorilla e i
Virunga (di durata > 20 minuti)
·
Oggi a Trento, Telmo Pievani ha tenuto
un’interessante seminario (“Exaptation e avvento del simbolico: come
l’evoluzione diventa culturale”)
[da Pikaia]
|
|
28/5/14-UK
|
·
Pubblicata su Nature la mappa delle proteine umane
che sono state identificate sequenziando il genoma di diversi tipi cellulari
in diverse fasi dello sviluppo.
L’argomento è trattato nell’articolo “A draft map of the
human proteome”, e i risultati sono consultabili nel sito interattivo
http://www.humanproteomemap.org
si possono trovare i risultati di un’indagine approfondita realizzata su 30
campioni istologici umani piuttosto eterogenei (17 tessuti adulti, 7
tessuti fetali e 7 tipi di cellule ematopoietiche purificate) che hanno
permesso di identificare proteine codificate da 17294 geni, circa l’84% dei 20,687 geni umani
finora identificati che codificano per le proteine.
Se ne parla anche in un articolo su Repubblica ("17mila
proteine ci rendono umani: ecco la biblioteca del DNA").
·
Su Nature un’analisi sugli effetti letali
conseguenti alla produzione domestica del cibo quotidiano.
L’articolo “Deadly
dinners” illustra i risultati delle ricerche epidemiologiche che
cercano di quantificare e analizzare la mortalità connessa con le condizioni
antigieniche in cui si svolge in alcune aree del mondo l’indispensabile
attività quotidiana di produzione del cibo (video: “Cooking that kills”).
Le statistiche
ONU del 2012 stimano in 4.3 milioni la mortalità annua derivante dalla
combustione domestica di biomassa e carbone per la produzione domestica del
cibo in ambienti chiusi. L’articolo illustra sia le diverse cause dirette di
mortalità (soprattutto per patologie polmonari e cardiache) che la distribuzione geografica,
evidenziando come il problema riguardi soprattutto le popolazioni asiatiche
ed africane (“A
burning issue”).
Ulteriori informazioni sulle iniziative coordinate dall’ONU e dagli organismi
internazionali per contrastare questa piaga (connessa anche a una gestione
poco efficiente delle risorse energetiche disponibili localmente) si possono
trovare nel sito della Global
Alliance of Clean Cookstoves, dove si trova anche un catalogo delle
iniziative (“The cookstove story”).
Ci sono link a prossime iniziative internazionali, che si svolgeranno in
giugno a New
York (“Sustainable
Energy for All”) e a Kigali
(“Training
on Safe Access to Fuel and Energy in Humanitarian Settings”).
Un altro articolo (“Clean break”)
sullo stesso numero di Nature riferisce su altri metodi (come l’uso del
forno
solare o di altri forni) più salubri ma non sempre accettati dalle
popolazioni.
|
|
26/5/14-USA
|
·
Un articolo
pubblicato su PNAS annuncia il test, effettuato con successo su scimpanzè in
cattività, di un vaccino che proteggerebbe dal virus Ebola.
Ne parla Ed Young
nel suo blog nel sito del National Geographic ("Testing Vaccines On Captive Chimps
To Protect Wild Chimps—Is It Worth It?").
Non è un vaccino utilizzabile sull'uomo, non essendo stati effettuati i
necessari controlli, ma potrebbe servire a salvare la vita ad altri
scimpanzé. Negli scimpanzé in cattività non è poi stato realmente iniettato
il virus Ebola, ma se ne è solo verificata l'attivazione della reazione
immunitaria nei soggetti vaccinati. Non si intende usare queste antropomorfe
in cattività per la sperimentazione umana ma solo per creare un vaccino che
possa proteggere loro o i gorilla, in alcuni casi falcidiati proprio dalla
diffusione del virus
Ebola già avvenuta nel 2007 in alcune foreste centrafricane. Ebola è una
minaccia anche per la nostra specie, e non ci sono terapie che permettano di ridurre la
mortalità a meno del 90%
|
|
25/5/14-IT
|
·
Su Left c'è un'intervista a T.Pievani sulla psicologia evoluzionistica americana
L'articolo ("Darwin e
la filosofia pop") è firmato da F.Tulli e la versione completa è
uscita poi sull'Unità
|
|
24/5/14-USA
|
·
Special Issue davvero interessante
sull'ultimo numero di Science: "The science of
inequality"
Il contenuto dell'issue è ad accesso libero per un mese, ed è
quindi possibile scaricarsi gli articoli, che sollevano problemi, suscitano
domande ed evocano scenari decisamente preoccupanti, difficili da gestire per
paesi che continuano a preferire la democrazia e la convivenza pacifica.
L'ineguaglianza infatti aumenta le differenze e crea quindi squilibri che
generano contrasti di interesse e una crescente instabilità economica e
politica.
Si può cominciare la lettura
dall'introduzione ("The Science of
Inequality
. What the numbers tell us", di Gilbert Chin, Elizabeth Culotta).
Lo scenario prospettato in uno degli articoli ("Tax man’s gloomy
message: the rich will get richer") rievoca un recente documento
dell'Accademia delle Scienze Pontificia, il booklet
pubblicato in occasione del workshop del 5/12/2013 ("The
Emergency of the Socially Excluded"): Come si capisce anche qui
si era discusso degli effetti della disuguaglianza. Fa una certa impressione
vedere che nell'opuscolo al testo dell'ultima enciclica papale (Evangelii
Gaudium) si associano immagini (o meglio grafici) che dimostrano gli enormi
squilibri di potere e di ricchezza esistenti oggi nel mondo. L'immagine più
impressionante è forse quella che evidenzia le cause del disastro economico
che sta angosciando gli italiani: siamo il terzo paese al mondo per evazione
fiscale e per dimesione dell'economia illegale.
Dovevamo aspettare il nuovo papa e l'Accademia Pontificia delle Scienze per
rendercene conto? quanti conoscono questo documento che dimostra la
particolare cattiveria di chi ha rapinato per anni uno dei paesi più ricchi e
sviluppati del mondo
·
|
|
23/5/14-USA
|
·
La paleontologia virtuale permette di
digitalizzare i reperti fossili.
Come spiega un post di S.Della Casa su Pikaia ("I
fossili rivivono online grazie agli scanner 3D"), oggi siamo in
condizione di far rivivere la specie del passato, sempre che ci accontentiamo
delle loro strutture scheletriche tridimensionali; si tratta solo di paleontologia
virtuale, ma grazie a internet e ai nostri computer chiunque potrà
migliorare la propria conoscenza (o ignoranza) sulle somiglianze e le
relazioni fra le migliaia di specie estinte anche senza nemmeno doversi
recare in un museo.
Il museo di paleontologia della
University of Michigan ha appena cominciato a mettere on-line - in un
al sito dedicato - i
modelli 3D della propria immensa collezione di fossili.
Un video presente
nel sito permette di capire i vantaggi della possibilità di osservazioni
anche dettagliate del materiale scannerizzato.
|
|
22/5/14-WORLD
|
·
Oggi tocca alla biodiversità, e la struttura più
competente dell’ONU ad occuparsene è l’UNEP.
A livello informativo se ne occupa in particolare il sito web della Convenzione sulla Diversità Biologica. La
giornata della biodiversità (festeggiata fin dal 2000) intende
ricordare anche il lavoro di chi ha costruito e portato all’approvazione il
testo preliminare della Convenzione, il Nairobi Final Act del
22/5/1992, poi approvata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992.
Si è preferito rispettare chi aveva da festeggiare altri eventi nei dintorni
del 29 dicembre, la data ufficiale di entrata in vigore della Convention on Biological Diversity
nel 1993.
Attualmente siamo nel Decennio
della Biodiversità, un periodo dedicato dall’ONU a implementare lo Strategic Plan for Biodiversity
(2011-2020) che prevede Thematic
Programmes and Cross-Cutting Issues, attivati e seguiti da periodiche
Conference of the Parties (COP).
Tema della giornata del 2014 sono i problemi dell’Island Biodiversity.
Nel sito web IDBD 2014 si
comincia a sottolineare l’importanza degli endemismi legati alle
isole (già Darwin e Wallace l’avevano notato); anche l’ONU aveva dedicato il
2014 all’ International
Year of Small Island Developing States. L’ultima COP aveva poi approvato
la decisione XI/15
paragraph 1(a), che prevede un maggior impegno nel “Programme
of Work on Island Biodiversity”.
Siti web utili per seguire e far conoscere queste iniziative sono quelli del
- Third International Conference on Small
Island Developing States (1/4 Settembre 2014 a Apia, Samoa),
- Global Island Partnership (GLISPA)
- GLISPA
brochure
- Global Islands Network
(GIN)
- Global
Islands Database (GID)
Come sappiamo il problema si presenta attualmente come piuttosto problematico
e senza dubbio piuttosto caldo. Dovrebbe interessare anche il nostro paese;
anche se l’Italia è una penisola, il possibile innalzamento dei livelli
marini non fa grande differenze fra isole e penisole, anche se per moltissime
piccole isole appena emergenti il rischio di naufragio non è da escludere,
alla fine di una lunga fase di progressive difficoltà a sopravvivere.
La Convenzione è una delle prime iniziative globali che nella gestione
dell’ambiente intende superare le conflittualità su basi culturali che hanno
caratterizzato millenni di storia umana.
Non essendoci alternative serie a una convivenza che porti rapidamente alla
gestione comune di un bene che solo oggi si può capire come sia limitato e
comune, diventa necessario il successo di iniziative che permettano di
migliorare il livello di consapevolezza e la capacità di gestione anche della
biodiversità necessaria alla sopravvivenza dell’uomo e dei diversi popoli che
gestiscono un mondo eterogeneo ma interdipendente e soprattutto unico.
Immagino che qualcuno si chieda quali iniziative sono state organizzate in Italia…
Dal database ne risultano due, una a Lucca
(Orto Botanico) e una a Siena (all’orto botanico: Biodiversity: a
necessity for all of us).
E’ molto probabile che comunque ce ne siano state altre, come questa,
certo meritoria, di Codice
Edizioni, che si conclude a fine mese
D’altronde si sa che abbiamo altro a cui pensare…
Il tema trova comunque spazio su alcuni quotidiani. Il Fatto Quotidiano
per esempio elenca oggi (“Biodiversità,
Onu: “L’uomo una minaccia per tutte le specie”. Italia in ritardo”) un
po’ di problemi in cui la gestione della biodiversità si interseca con i
cambiamenti climatici, e cita la comparsa dei primi profughi climatici anche
fra le popolazioni umane. Sono problemi di cui ogni essere umano potrebbe
cogliere i segni nelle notizie che gli potrebbero arrivare ogni giorno dal
mondo, se solo esistesse un quotidiano che si occupa di Biodiversità.
L’articolo ricorda e addirittura linka sia la “Strategia
nazionale per la biodiversità” (2010) che il I
Rapporto Italiano sulla Strategia Nazionale per la Biodiversità (2011/12),
di cui probabilmente pochi conoscono
non solo l’utilità ma anche la stessa esistenza (visto che non si parla di
cani o di gatti), e invita a conoscere la lista rossa delle specie
in via di estinzione, che si è iniziato a compilare 50 anni fa (qui
la RED LIST IUCN, e qui le liste italiane).
Le informazioni tratte da questo monitoraggio gestito per decenni oggi
dimostrano che si può seriamente sospettare che si stia preparando una sesta
estinzione di massa, la prima causata dall’uomo, un tema trattato anche in un
recente libro di Elizabeth Kolbert (“The sixth extinction: an
unnatural history”) di cui il sito dell’NCSE
offre un estratto, accompagnato da
un’intervista
all’autrice e da un link ad alcune
recensioni.
Il tema comunque non è nuovo e curiosamente non è un terreno di caccia per i
negazionisti; non si può negare che, caccia o non caccia, la minaccia alla
sopravvivenza di molte specie dipenda dalla pressione antropica, come da anni
confermano i testimoni.
Già nel 1998 il paleoantropologo Richard
E. Leakey aveva scritto con Roger
Lewin un libro tradotto anche in italiano, la “La
sesta estinzione”. Sapeva di cosa parlava in quanto era allora
responsabile della protezione della fauna selvatica di un intero paese, come
direttore del Kenya Wildlife Service.
L’articolo cita anche un recente (2004) volume sulla biodiversità curato da Niles
Eldredge, in questi giorni presente in Italia: “La vita sulla Terra”, di cui propone l’indice e
l’inizio.
|
|
21/5/14-IT
|
·
Due articoli free sulle novità
dell'evo-devo, i cui processi fanno necessariamente parte di quelli evolutivi.
[da Pikaia]
- Evo-Devo,
alle frontiere del pensiero biologico di Carlo Alberto Redi,
Maurizio Zuccotti e Silvia Garagna, da "Le Scienze", n. 434
- Evo-devo:
tra sviluppo ed evoluzione di Michele Bellone, da Micron Anno XI
numero 28 marzo 2014
|
|
21/5/14-USA
|
·
Nonostante l'evoluzione, a Dayton (Tennessee, USA)
il creazionismo sopravvive; e in ottima salute
Si stenta a crederlo, ma proprio a Dayton - dopo quasi 90 anni dal processo del 1925 -
gli animi si scaldano ancora su un
tema che continua ad essere un utile test del tasso di irrazionalità.
Il motivo è certo grave: sugli insegnanti di un liceo privato pende una seria
minaccia di licenziamento se non firmano un documento che certifichi la loro
fede nella storicità di Adamo ed Eva.
Il problema è talmente serio che ne parla anche il New York Times ("Bryan
College Is Torn: Can Darwin and Eden Coexist?"); il punto
centrale è proprio una nuova formulazione della dichiarazione di fede che devono firmare i docenti che volessero rimanere a
insegnare in questo liceo dedicato proprio all'avvocato (William
Jennings Bryan) che fece condannare
l'insegnante John Scopes nel memorabile Scopes Trial (o Monkey
Trial o Processo della
scimmia).
Sappiamo come il processo allora fosse stato un po'
stimolato; ora invece si fa seriamente e ci si trova davanti ad una provocazione
che sta già avendo i suoi effetti: il nuovo testo, che in Italia farebbe
piacere forse solo al prof.De
Mattei (che non ha trovato chi ripetesse le sue affermazioni), prevede
infatti di accettare che Adamo ed Eva “are
historical persons created by God in a special formative act, and not from
previously existing life-form”. Per De Mattei invece pure: "un
cattolico deve credere, per esempio, nella storicità di quel passo della
Genesi in cui si afferma che Adamo ed Eva sono la coppia originaria da cui è
nato il genere umano
Qualche insegnante del Bryan College sta già
preparandosi a passare in altri
college privati, come il biologo Brian Eisenback, che addirittura
non teme di dichiarare la sua accettazione (e anche questo sarebbe contestato
non solo in un college religioso
protestante) per una scienza non basata sull'ideologia ma sul metodo
scientifico: "I think it’s important for
me to teach my students the same material they would hear at any state
university".
Un commento a questi incredibili fatti lo possiamo
leggere nel blog di Jerry Coyne: "The
Adam-and-Eve war continues at Bryan College".
|
|
19/5/14-USA
|
·
In alcuni stati USA si cerca di bloccare
l'aggiornamento degli standard nazionali per l'educazione scientifica
Come riferisce un post sul bollettino
del NCSE ("The
New York Times on the Wyoming debacle"), anche il New York Times
si stupisce ("Science
Standards Divide a State Built on Coal and Oil") che proprio nello
Wyoming si cerchi di bloccare l'introduzione dei nuovi standard, che chiedono
che nelle scuole si insegni a interpretare i segnali che permettono di capire
l'impatto dell'attività dell'uomo sull'ambient e sul clima. Anche in Oklahoma
la settimana scorsa si era votato contro l'introduzione dei Next
Generation Science Standards, già approvati in 11 stati USA.
|
|
16/5/14-ARABIA
|
·
Aggiornamenti
sull'epidemia di un nuovo tipo di coronavirus (Mers-CoV), comparso per la
prima volta nel 2012 in Arabia Saudita.
Vengono dall'ECDC dell'Unione Europea ("Epidemiological
update: Middle East respiratory syndrome coronavirus (MERS-CoV)") e
evidenziano con un grafico
l'accelerazione avvenuta nell'ultimo mese, che ha portato a 621 casi
accertati (322 solo negli ultimi 16 giorni), di cui 188 letali.
Una mappa
indica le modalità e i tempi di
diffusione che hanno permesso la comparsa di singoli casi un po' in tutti i
continenti.
Un bollettino del CDC USA annuncia il 12/5 la
presenza di un secondo caso diagnosticato negli USA
|
|
15/5/14-USA
|
·
La pesca dei predatori può uccidere un intero
ambiente
Il giornalista Carl Zimmer riferisce in un articolo sul New
York Times ("When
Predators Vanish, So Does the Ecosystem") i risultati di una ricerca
- durata 26 anni - dell'ecologo Mark D. Bertness sugli effetti della pesca in
alcune lagune salate del New England (USA)
|
|
15/5/14-IT
|
·
Niles Eldredge parlerà di equilibri punteggiati. A
Padova il 21/5.
[da Pikaia]
N.Eldredge è oggi curatore emerito della sezione di paleontologia
degli invertebrati dell’American Museum of
Natural History di New York, e uno dei massimi evoluzionisti viventi,
avendo contribuito con Stephen J.Gould
ad adeguare la teoria dell’evoluzione anche alle prove che forniva la
paleontologia.
Nell’ambito delle Special Lectures in Evolutionary Biology, mercoledì
21 Maggio 2014 alle ore 15.00 (Aula Magna, Complesso Vallisneri)
illustrerà The Origin and Current Status of Punctuated Equilibria.
N.Eldredge collabora insieme ad evoluzionisti come Ian Tattersall, Ryan Gregory, Bruce Lieberman, Dan Brooks,
e a storici della biologia come David
Sepkoski e David
Kohn alla revisione degli aspetti teorici della teoria dell’evoluzione,
costantemente interrogata e verificata da migliaia di ricercatori sul campo.
|
|
14/5/14-IT
|
·
Sabato 17 maggio. La notte dei musei anche in
Italia.
[da Pikaia]
Sito ufficiale - Programma - Musei che hanno
aderito all'iniziativa (decine di musei italiani saranno aperti
gratuitamente dalle 22.00 alle 02.00). E' stata particolarmente pubblicizzata
l'iniziativa
a Roma, dove ci sono invitanti iniziative anche nel campo dell'evoluzione
umana, con iniziative che permettono di seguire una visita al Museo di Antropologia S.Sergi, articolato in due
sezioni:
1) LA NOSTRA STORIA. Un profilo dell’evoluzione umana
2) DALL’ANTROPOLOGO ALL’ANTROPOLOGIA. Due secoli di scienza dell’uomo.
Ma soprattutto, alle 22 del 17/5 si potranno incontrare i ricercatori che
hanno scoperto e studiato uno dei principali e più antichi reperti fossili
trovati in Italia, il cranio di Ceprano:
Ceprano,
detto "Argil". A vent'anni dalla scoperta (13 marzo 1993) del
cranio fossile umano più antico d'Italia:
- Italo
Biddittu (Istituto
Italiano di Paleontologia Umana): Il mio Argil: la scoperta del cranio di
Ceprano
- Giorgio Manzi (Direttore del Polo museale Sapienza): Il
cranio di Ceprano nell'evoluzione umana
|
|
13/5/14-USA
|
·
Il fossile ufficiale della South Carolina sarà il
mammuth (Mammuthus columbi).
Per fortuna il Senato è riuscito ad eliminare dalla legge un riferimento
ad aspetti metafisici che i creazionisti erano riusciti ad introdurre, con
grande sprezzo del ridicolo che avrebbe attirato su un organismo politico
rappresentativo dello stato.
L'inizio dell'iniziativa, partita dalla proposta di Olivia McConnell, una
bambina di 8 anni entusiasta della paleontologia, è raccontato in un articolo
del 4/4/14 ("A
mammoth debate in South Carolina") pubblicato sul bollettino del NCSE (National Center for Science
Education).
La proposta di nominare il Mammuthus columbi (di cui erano state
trovate alcune ossa fossili) come fossile di stato era passata senza problemi
alla Camera.
Ma la situazione si è poi complicata al Senato, dove in febbraio la
maggioranza creazionista aveva deciso che ad ogni comparsa del mammuth si dovesse aggiungere la frase
"as created on the Sixth Day with the
other beasts of the field", come si può verificare
qui.
La Camera si era però rifiutata di accettare questa incredibile modifica, e
solo l'8 maggio anche il Senato si è rassegnato all'abolizione di questa
precisazione, come si racconta nell'articolo "A mammoth
victory in South Carolina?".
|
|
13/5/14-IT
|
·
La Bufala è servita, tra scienza e pseudoscienza
[da Pikaia
e da Le
Scienze] L’evento “La
bufala è servita: tra scienza e pseudoscienza”, promosso da Italia Unita
per La Scienza, con l’aiuto organizzativo di Città della Scienza, Pro-Test
Italia e ANBI (Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani), nasce dalla
necessità di far fronte al problema della disinformazione scientifica che è motivo
di degrado sociale e culturale.
|
|
12/5/14-USA
|
·
Anche le ricorrenze annuali possono essere
sfruttate per migliorare le proprie conoscenze.
Il World
Migratory Bird Day e il World
Veterinary Day vengono sfruttati da una casa editrice scientifica per
farsi pubblicità.
Ovviamente non è proibito approfittare dell'accesso gratuito ad alcuni
articoli e riviste per acquisire una maggior conoscenza su temi come sia
necessario proteggere gli uccelli migratori e migliorare le proprie
conoscenze sulle tecniche di navigazione degli uccelli.
|
|
12/5/14-UK
|
·
Una nuova ipotesi sull'origine degli Eucarioti
Sentiremo ancora discutere un articolo di Nature Reviews Microbiology
("The
hybrid nature of the Eukaryota and a consilient view of life on Earth")
in cui James O. McInerney, Mary J. O'Connell & Davide Pisani esaminano e discutono le numerose ipotesi
sull'origine degli Eucarioti, ma la loro conclusione è che "cellular life consists of two primary,
paraphyletic prokaryotic groups and one secondary, monophyletic group that
has symbiogenic origins — the eukaryotes"
Per ora l'articolo ha attirato l'attenzione del giornalista Carl Zimmer
che lo commenta nel suo blog The Loom ("Seeing
The Branches for the Tree"). Zimmer cita nche un lungo post di Ed Young nella rivista Nautilus
("The
Unique Merger That Made You (and Ewe, and Yew)").
|
|
11/5/14-IT
|
·
Il 20 maggio, a Roma si terrà un convegno sulle
esplorazioni naturalistiche settecentesche, inaugurate dal grande naturalista
svedese Linneo. [da Pikaia]
Programma
e locandina - Info
|
|
10/5/14-IT
|
·
Il premio Galileo 2014 è stato attribuito al
primatologo De Waal.
[da Pikaia]
Frans De Waal ha vinto l'ottava l'edizione del Premio Letterario Galileo
con il suo ultimo libro "Il bonobo e
l'ateo. In cerca di umanità fra i primati", tradotto da Libero
Sosio e edito da Raffaello Cortina.
Intervista al
vincitore - La
cinquina finalista del Premio Galileo 2014
|
|
8/5/14-USA
|
·
Batteri isolati e resistenza agli antibiotici.
Brutte notizie.
Articolo molto interessante quello pubblicato oggi da Carl Zimmer
sul New York Times: "Antibiotic-Resistant
Germs, Lying in Wait Everywhere". In un periodo in cui l'OMS
è in allarme per il rapido incremento di batteri che presentano mutazioni
che garantiscono loro la sopravvivenza anche quando incontrano antibiotici
che credevamo invincibili, è interessante conoscere e capire i risultati di
alcuni esperimenti di Gerry
Wright, un microbiologo che sottopose a test di sopravvivenza alcuni
batteri trovati nelle profondità della Lechuguilla Cave
del New Mexico. I suoi risultati, da poco pubblicati su PLOS One
("Antibiotic
Resistance Is Prevalent in an Isolated Cave Microbiome") non suonano
come una musica piacevole alle nostre orecchie; lo si capisce fin dal titolo,
e Carl Zimmer cerca di spiegarne i motivi ma soprattutto le possibili conseguenze, citando anche un lavoro
pubblicato oggi ("Large-Scale
Metagenomic-Based Study of Antibiotic Resistance in the Environment")
dal microbiologo Joseph Nesme dell'Università di Lione, che ha cercato e trovato le
sequenze dei geni per la resistenza agli antibiotici in molti genomi
batterici conservati nelle banche dati genomiche.
|
|
5/5/14-ECUADOR
|
·
La Charles
Darwin Foundation festeggia nel 2014 il 50' della fondazione del suo laboratorio
alle Galapagos.
Nel parla oggi un articolo su Huffington Post ("Celebrating
Darwin and the Darwin Research Station in Galápagos").
|
|
3/5/14-IT
|
·
Informazioni sulla sconcertante storia della
vicenda Stamina.
Salvo Di Grazia, autore
del recente volume "Salute e bugie", riferisce le
ultime notizie in proposito in un post sul suo blog Medbunker ("Stamina
e media: vergognarsi? Macchè...").
|
|
2/5/14-NICARAGUA
|
·
[da Pikaia]
Speciazione simpatrica in un pescetto del lago Nicaragua.
Anche in questo articolo (“Genomic
architecture of ecologically divergent body shape in a pair of sympatric
crater lake cichlid fishes”) vediamo ricercatori italiani che
lavorano all’estero all’opera su temi che cercano di chiarire e spiegare gli
onnipresenti e interessanti dubbi su problemi dell’evoluzione. Se è facile
capire come la speciazione possa essere un conseguenza inevitabile nel caso
sorgano barriere geografiche (non è difficile immaginare quali fattori non
biologici possano creare col tempo una decina di
specie diverse all’interno di un genere di primati della foresta
amazzonica: barriere create dall’orografia e dalla
forza di gravità). Più difficile spiegare le speciazione simpatiche, in
cui anche aspetti biologici possono intervenire anche come cause e non solo
come conseguenze.
|
|
2/5/14-RWANDA
|
·
Una compagnia petrolifera sta minacciando il parco di Virunga.
A lanciare dalle pagine del World Post l'appello per impedire le prospezioni
petrolifere nel Parco dei Vulcani sono Sir Richard Branson e
l'arcivescovo Desmond Tutu.
Secondo il censimento più recente dei ricercatori rimangono solo 880 esemplari di gorilla, molti dei quali residenti proprio
nell’area vulcanica del Virunga, riserva, protetta dall'Unesco (qualche
anno fa erano comunque solo 700, ma la situazione è grave per la difficoltà e
l’aleatorietà nel controllo di quell’area, sempre teatro di conflitti per il
controllo delle ricchezze minerarie dell’area). Se ne parla sull’Huffington
Post, con foto di gorilla dal Telegraph e un video HD sul parco.
|
|
1/5/14-NAMIBIA
|
·
La matematica è uno strumento di lavoro anche per
i ragni?
Un articolo pubblicato oggi sul Journal of Arid Environments (“A
‘5mathematical’ spider living on gravel plains of the Namib Desert”)
fa notare gli aspetti quantitativi (matematici) di un incredibile
comportamento osservato in un ragno che vive in ambiente desertico. Una
sintesi dell’articolo, che non è liberamente accessibile, si può trovare in
un post
di J.Coyne.
|
|
1/5/14-WORLD
|
·
Minacce alle foreste centrafricane vengono anche
dal cielo (o no?)
Un articolo su Nature di oggi indica che nell’ultimo decennio si è
evidenziata una riduzione nella piovosità delle foreste del bacino del Congo,
una delle aree geografiche di maggior ricchezza della biodiversità al mondo,
l'unica in cui ancora sopravvivono abbastanza indisturbate diverse specie di
scimmie antropomorfe: "Widespread
decline of Congo rainforest greenness in the past decade".
La foresta pluviale sembra quindi stia manifestando periodi meno piovosi.
A proposito delle biodiversità, non dobbiamo dimenticare che la stessa area
mediterranea di cui siamo responsabili è uno dei più importanti “biodiversity
hotspots” mondiali. Qui una mappa
globale di queste aree (la maggioranza di aree chiare indica che la
biodiversità è quasi ovunque limitata), e qui la pagina web che Conservation
international dedica al Mediterranean
Basin.
|
|
1/5/14-USA/NL
|
·
Si indaga, anche sulla base di fatti e
informazioni nuove, sulla scomparsa
dei Neandertaliani.
Questa volta è un articolo di Paola Villa e Wil Roebroeks pubblicato su PLOSOne (“Neandertal
Demise: An Archaeological Analysis of the Modern Human Superiority Complex”).
Ovviamente la scomparsa di una specie che ha avuto così
tanto successo in Europa e nelle aree circostanti fra 400.000 e 40.000 anni
fa ha avuto certamente delle cause che sono da cercare non solo nel periodo
fra i 45000 e i 35000 anni fa. I recenti e sempre più numerosi dati genetici
– che evidenziano una ben più lunga storia comune - ci invitano oggi a
indagare anche su fatti avvenuti decine e forse centinaia di migliaia di anni
prima.
Una delle novità è evidenziata fin dal titolo di un
articolo divulgativo pubblicato oggi su Sci-News.com (“Neanderthals
were as Smart as Early Humans, Say Scientists”), dove la stessa P.Villa
conferma questa importante novità: “The
evidence for cognitive inferiority is simply not there. What
we are saying is that the conventional view of Neanderthals is not true”. Rimane
comunque da rispondere alla domanda che sorge immediatamente e
inevitabilmente: “But if Neanderthals were not
technologically and cognitively disadvantaged, why didn’t they survive?”
|
|
30/4/14-IT
|
·
L'ECDC (European Centre for
Disease Prevention and Control) diffonde un nuovo aggiornamento sulla
diffusione della Mers, una sindrome respiratoria causata da un coronavirus
comparso in Arabia Saudita nell'aprile 2012.
L'aggiornamento sembra giustificato dal fatto che il mese scorso ci sono
stati ben 217
nuovi casi, su un totale di 424 (con 131 vittime, di cui 38 in aprile) in
24 mesi ("Epidemiological
update"). Istruttiva anche l'immagine
che mostra la diffusione dei nuovi casi in paesi al di fuori del Medio
Oriente. Molto preoccupante anche l'elevato numero di personale sanitario
coinvolto nell'infezione (95 in totale, di cui 61 solo nell'ultimo mese).
L'aumento dei casi in aprile non sembra dipendere da modificazioni genetiche
rilevanti, anche se ci sono differenze genetiche in alcuni virus.
Non ci sono comunque preoccupazioni
in Europa, né si limitano i viaggi. Si raccomandano comunque rigorose
precauzioni igieniche a chi viaggia nei paesi arabi.
E' comparso anche un primo caso non mortale in Italia.
|
|
30/4/14-WORLD
|
·
Anche l'OMS vuole ricordarci che viviamo in un
mondo in evoluzione e che le forme di vita più semplici sono più veloci nei
meccanismi evolutivi, sia adattativi che no.
Proprio oggi a Ginevra l'OMS (Organizzazione Mondiale delle
Sanità) diffonde il report "Antimicrobial resistance: global report
on surveillance 2014") " ("WHO’s first global report on antibiotic
resistance reveals serious, worldwide threat to public health").
Questa pagina di news (che contiene una sintesi dei punti più rilevanti del
report) fa parte del sito Drug
resistance, che offre anche altre pubblicazioni
dell'OMS sull'evoluzione della resistenza agli antibiotici e invita a controllare e
tracciare l'uso degli antibiotici.
Il poster,
che mostra come dal 1980 non siano stati scoperti nuovi tipi di antibiotici,
avverte che "senza un'azione urgente ci
stiamo dirigendo verso un'era 'post-antibiotici', in cui infezioni oggi
comuni e ferite di poca importanza possono ancora tornare ad uccidere".
Insoliti, ma da diffondere, i suggerimenti (ancora maggiore igiene e pulizia,
vaccinazioni) per evitare l'insorgenza di infezioni che potrebbero richiedere
l'uso di antibiotici che possono rivelarsi
inefficaci.
Il report indica chiaramente come i dati dimostrino che in gran parte del
mondo sia oggi elevata la presenza della resistenza dei batteri agli
antibiotici finora utilizzati con successo.
Spero che la notizia non venga apprezzata da chi trae vantaggi contrastando
il comportamento razionale e il metodo scientifico. Pur imprecisi, sono i
migliori strumenti che abbiamo oggi a disposizione e che proprio nell'ultimo
secolo hanno dato prova della loro progressiva efficacia, raddoppiando
l'aspettativa di vita e gli esseri umani.
Può far piacere notare che questo tipo di eventi evolutivi possa essere da
tutti attribuito a meccanismi casuali più che a un progetto intelligente. L'
augurio è che la nostra specie possa trovare una soluzione intelligente.
|
|
30/4/14-UK
|
·
Altri si preoccupano invece in questi
giorni di informarci dei successi evolutivi del microworld.
E non sono buone notizie per il futuro della nostra specie se non affina
i suoi strumenti di indagine, ma soprattutto se non impara a progettare il
futuro su tempi lunghi e tenendo presente l'esigenza di concentrarsi su
problemi reali e di porsi obiettivi razionali.
Come si può leggere qui sotto, il 7 aprile l'OMS (Organizzazione
Mondiale delle Sanità) ci aveva invitato a guardarci intorno per
difenderci da certi insetti insidiosi, vettori di parassiti ("World Health
Day 2014: small bite, big threat").
Oggi Nature pubblica un inserto dal titolo Antibiotics; l'articolo
introduttivo rievoca l'incoscienza con cui l'uomo utilizzava gli
antibiotici negli anni '60; quasi fossero farmaci da usare preventivamente:
" It seemed that anything
from hangnails to headaches called for an antibiotic just in case".
E non ci si è
fermati lì, diffondendoli anche fra gli animali e nell'ambiente: "At the same time, most cows and pigs on even small
farms received antibiotics regularly whether they were needed or not".
A causa di un uso così
irrazionale ripetuto per decenni ora ci troviamo di fronte a batteri che sono
oggi geneticamente diversi e che ci assediano con infezioni intrattabili (che
sono in aumento) e le peggiori si incontrano proprio
negli ambienti ospedalieri, che dovrebbero essere quelli di cui ci
fidiamo maggiormente. Fra l'altro non ci consola il fatto che in
Italia l'abuso di antibiotici sia tuttora ancora maggiore che nei paesi
nordeuropei, anche se le situazioni peggiori si trovano in Grecia e in
Francia. Se poi consideriamo la ricerca e la scoperta di nuovi farmaci, questa
è sicuramente l'immagine meno tranquillizzante per chi non vorrebbe credere
all'utilità della medicina omeopatica, quella che almeno non produce effetti
collaterali.
[In italiano c'è questo articolo di Repubblica ("Resistenza
agli antibiotici, l'allarme dell'Oms: "Infezioni minori rischiano di
tornare a uccidere")]
·
Nello stesso
fascicolo si può leggere anche un curioso articolo ("Infectious diseases:
Smallpox watch") che
riguarda un virus di cui si sperava non ci dovessimo più preoccupare spiegherebbe
il motivo per cui si è rinviata un'altra volta la decisione di eliminare
anche gli ultimi esemplari dei virus del vaiolo, tuttora conservati in due
laboratori di massima sicurezza.
Il virus del vaiolo è infatti stato
eliminato dalla faccia della terra per cui si pensava che si potesse
eliminarlo anche dai laboratori.
La storia raccontata nell'articolo
riferisce di una tomba trovata casualmente in uno scavo nel 2011 negli USA.
La cassa, metallica e molto robusta e costosa, stranamente conteneva la
mummia di una donna di origine africana; tutto fu più chiaro quando si
scoprirono le tracce del vaiolo. "Purtroppo", per i curiosi
scienziati, non si trovarono tracce di un virus del vaiolo del 1850.
Si sa che l'effetto serra nelle zone
circumpolari sta facendo emergere
mummie che potrebbero portare virus che non si sa se potrebbero essere
ancora attivi; anche questo ha suggerito di continuare a rinviare la
decisione (" Frozen
mummies and envelopes of scabs could contain remnants of one of history's
most prolific killers").
Il virus è stato anche cercato in
reperti museali e anche in corrispondenze e libri risalenti all'800, quando
si provavano diverse tecniche di difesa dal vaiolo.
Un pacchettino del 1876 con
materiale biologico trovato in un
museo conteva tracce degradate di DNA virale, anche se non era vaiolo.
Non sapere con certezza la capacità
di sopravvivenza nel tempo di questi virus induce alla prudenza (finora si è
dimostrato che possono sopravvivere.fino a 13 anni nelle croste dei soggetti
colpiti dal vaiolo. (Queste
di Ramsete V sono quindi inoffensive).
Non si sa con certezza il rischio
che deriverebbe da materiale biologico.nel caso provenisse da cadaveri
congelati emersi dal permafrost e poi fosse stato disperso da uccelli.
|
|
29/4/14-IT
|
·
Pubblicato il nuovo rapporto al Club di Roma:
"Natura in bancarotta, perché rispettare i confini del pianeta”.
E' avvenuto oggi a Roma, nell’Aurelio Peccei Lecture
del 2014 organizzata oggi da WWF Italia, Club di Roma e Fondazione Aurelio Peccei. Autori
del rapporto, pubblicato in occasione del 30° anniversario della scomparsa di
Aurelio Peccei, sono stati Johan Rockström e Anders Wijkman. Qui il video dell'iniziativa.
|
|
29/4/14-WORLD
|
·
Il WorldWatch Institute ha pubblicato oggi State of the World 2014
Tema dell'anno è "Governing
for the sustainability". Il volume si può scaricare in formato
ebook a 3€; ancora per poco tempo (dicono).
|
|
29/4/14-USA
|
·
I neocreazionisti dell’ID non apprezzano la
retromarcia di ENCODE
Anche il sito web Evolution News dei sostenitori dell’ID è
costretto a commentare più ampiamente l’articolo del 21/4 dei ricercatori del
progetto ENCODE (PNAS: “Defining
functional DNA elements in the human genome”). Nella conclusione
ammettono di essere rimasti spiazzati dalla smentita su frazioni di DNA che
loro già sapevano non si potesse pensare di trovare in una creazione divina
così perfetta.
Nella conclusione del post (“Defining "Functional": The Latest
from ENCODE”) comparso oggi sul loro sito Evolution News sono
molto chiari: dimostrano di aver capito bene che l’articolo su PNAS
fosse una smentita (“Unfortunately, the authors do not specify exactly how the
three approaches could be integrated to yield a single reliable estimate
of the percentage of functional DNA”) ma fan credere che non sia
successo niente di grave: “So the debate
continues”.
Certo, ma dopo una retromarcia, dopo un articolo in cui non si
forniscono percentuali e non si confermano le percentuali fornite 19 mesi fa.
Come si sa da tempo (qui un post di Larry Moran del 2007: “Genome
Size, Complexity, and the C-Value Paradox”) bisogna ricordarsi dell’onion test
proposto da T.Ryan Gregory, gestore dell’Animal Genome Size Data Base, a cui a
suo tempo contribuii.
Ma soprattutto l’articolo su
PNAS del 21/4 conferma che per avere “a single reliable estimate of the percentage of functional DNA”
si deve prima cercare e trovare dati affidabili (reliable data>reliable
estimate?): “Given the limitations of
our current understanding of genome function, future work should seek to
better define genome elements by integrating all three methods to gain
insight into the roles they play in human biology and disease”.
Questo però è lavoro futuro, come ammettono anche loro.
·
Larry Moran commenta l'imbarazzo dei
neocreazionisti dell'ID
Lo fa con un post ("Creationists
admit that junk DNA may not be a "myth" after all") in
cui ricorda anche un libro ("The
Myth of Junk DNA", scritto da J.Wells del DI) che lui aveva
commentato nel 2011 ("The
Myth of Junk DNA by Jonathan Wells").
|
|
28/4/14-USA
|
·
I nuovi geni nascono sotto i cavoli; o oggi
finalmente siamo in grado di verificare vecchie e nuove ipotesi?
Cerca di spiegarlo il giornalista Carl Zimmer nel suo odierno
articolo sulla sua pagina scientifica del New York Times ("The
Continuing Evolution of Genes").
Con l'aiuto di esperti ricercatori (come David Begun, Diethard
Tautz, Anne-Ruxandra Carvunis, Aoife McLysaght, Christian Schlötterer, Yusuke Suenaga) che
lavorano su diversi modelli usati in biologia evoluzionistica, C.Zimmer cerca
di far capire alcune delle principali domande (e relative risposte ottenute)
della moderna biologia.
Per capire come si siano evolute le circa 20.000 proteine che oggi la nostra
specie sa come produrre per sopravvivere con successo, si incontrano anche spiegazioni che spesso
hanno avuto difficoltà ad essere accettate anche da ricercatori che pur
dovrebbero essere sempre pronti ad accogliere spiegazioni originali e
improbabili.
Un aiuto alla comprensione delle “incomprensioni” lo fornisce anche
una citazione di Arthur
Conan Doyle apprezzata anche dagli scienziati: “When you have eliminated the impossible, whatever
remains, however improbable, must be the truth”.
L'aspetto dell'articolo che sembra più interessante è la dimostrazione
dell'importanza fondamentale della recentissima possibilità di sequenziare
rapidamente ed economicamente interi genomi. Non solo si ha un'ulteriore
conferma dell'unitarietà della storia della vita, ma si dispone delle
conoscenze necessarie per seguire la comparsa di geni orfani, di geni
"de novo", o di intere famiglie di geni magari originati in tempi
rapidi per meccanismi di duplicazione.
Conoscendo le sequenze si riesce finalmente anche a localizzare e datare la
comparsa di particolari geni e a poter capire se e come il DNA non
codificante (e quindi impossibile da riconoscere sulla base delle sequenze
proteiche prodotte) dia origine a nuovi geni, avvenuta magari in seguito a
mutazioni casuali avvenute in una parte del DNA che non è nemmeno sottoposta
a selezione naturale.
|
|
27/4/14-USA
|
·
L‘Heartland Institute annuncia la 9’
International [CONTRO]Conference on Climate Change (in luglio a Las
Vegas).
La notizia
si accompagna all’invito a scaricare gratuitamente le recenti pubblicazioni
(“Climate
Change Reconsidered II”) curate
dai negazionisti del Nongovernmental International Panel
on Climate Change (NIPCC), pubblicate dall’Heartland Institute.
E’ un think tank che dispone di fonti di finanziamento decisamente
molto maggiori di quelle della squattrinata Flat Earth society, non più
fiorente come un tempo, quando felicemente conviveva con le numerose Young
Earth Societies, ancora oggi in buona salute grazie al sostegno
finanziario ma soprattutto culturale dei diversi tipi dicreazionisti.
Gli interessi di ambedue le associazioni sembrano comunque datati e legati a
interessi privati piuttosto sospetti (l’Heartland non è imbarazzata a
ricordarci che i “Benefits
of Global Warming Greatly Exceed Costs”; d’altronde la faccia tosta
viene da lontano; da anni si occupano
di difendere anche altri vizi letali: gestiscono tuttora il loro vecchio sito in difesa dei diritti
dei fumatori, ai quali offrono gratuitamente il libro “Please Don't Poop in My
Salad” in modo che continuino, fin quando sarà loro possibile, a
garantire la loro fiducia e i relativi “contributi economici” ai finanziatori
dell’Heartland Institute.
Dalla Philip Morris e dai fumatori minacciati nelle loro libertà (che ancora
ricordiamo esistesse anche in Italia fino a pochi anni fa), l’Heartland è poi
passata negli ultimi anni a difendere i diritti dei petrolieri con le stesse
tecniche propagandistiche, come raccontano due storici nel volume “Merchants
of Doubt”.
|
|
27/4/14- AS
|
·
Si prevedono problemi futuri a causa
dalla Mers in Arabia Saudita
Dopo la scoperta (Al-Arabiya: “Eight
new MERS deaths take Saudi toll to 102”) dei primi casi di infezione alla Mecca a causa del coronavirus che causa la Mers (Middle East
respiratory sindrome),
ci si preoccupa seriamente di come poter gestire e controllare/permettere gli
afflussi previsti in occasione dei prossimi pellegrinaggi dei fedeli islamici
(in luglio ma soprattutto in ottobre).
Il totale dei decessi in due anni è
salito a 102 (su 323 casi di Mers accertati); in alcuni ospedali non ben
attrezzati i medici si rifiuterebbero anche di curare i pazienti.
Qui gli
aggiornamenti dal sito del GAR (Global alert & response) dell’OMS per il coronavirus della Mers.
Sembra oggi abbastanza sotto
controllo il virus
Ebola; comparso il 13 marzo. Per la prima volta questo virus è comunque
uscito dalle foreste in cyui si annida ed ha raggiunto grandi città e
capitali, coinvolgendo ben 3 paesi (Guinea, Liberia e Sierra Leone).
Oltre a numerosi casi sospetti ci
sono stati 115 casi accertati con 72 morti (fra cui ben 16 fra il personale
sanitario).
|
|
26/4/14-VIETNAM
|
·
Hanoi ospiterà in agosto il 25’ Congresso dell’International
Primatological Society. Qui il sito
web
Tema del convegno sarà la
conservazione della biodiversità, particolarmente minacciata nel sud-est
asiatico ma necessaria per la sopravvivenza dei primati (e della nostra
specie): “MEETING
THE CHALLENGES OF CONSERVING PRIMATE DIVERSITY”.
|
|
25/4/14-WORLD
|
·
Oggi l’OMS festeggia la Giornata
della [lotta alla] Malaria.
Un poster scaricabile dal sito
web di Bill Gates (The
Deadliest Animal in the World) cerca
di far capire il motivo per cui lui preferirebbe che se ne parlasse per 7
giorni, anche se le
zanzare non sono diffondono solo la malaria.
|
|
25/4/14-CA
|
·
Quali sono i concetti di base di
biochimica e biologia molecolare
Il biochimico canadese Larry
Moran, sempre molto preoccupato
della precisione e della correttezza delle definizioni dei concetti usati da
studenti e colleghi di biologia (fu uno dei primi a sollevare dubbi su alcuni
risultati del progetto ENCODE), ha completato oggi con un post nel suo blog Sandwalk (“ASBMB
Core Concepts in Biochemistry and Molecular Biology: Molecular Structure and
Function”)i suoi commenti ad una iniziativa dell’American
Society for Biochemistry and Molecular Biology (ASBMB), esposta
nell’articolo di J.T.Tansey et al del 2013 (“Foundational
concepts and underlying theories for majors in biochemistry and molecular
biology”). I post di L.Moran, talvolta critici anche sulle definizioni
proposte da J.T.Tansey, si sono occupati dei seguenti “core concepts”:
- evolution
- matter
and energy transformation
- homeostasis
- biological
information
- macromolecular
structure and function.
|
|
24/4/14-RWANDA
|
·
Il WWF lancia allarme per le
trivellazioni petrolifere nell'area del Parco dei Vulcani, sui monti
Virunga,una delle poche aree in africa in cui vivono gli ultimi 800 esemplari
del Gorilla di montagna
Se ne parla nel sito del
WWF_Italia: "No ai test pre trivellazioni nel
Virunga". Oltre 670.000 persone in
tutto il mondo hanno sottoscritto fino ad ora la Petizione del WWF contro le
esplorazioni petrolifere della Soco nel Parco Nazionale Virunga. Il
Parco è anche patrimonio dell’UNESCO e racchiude specie animali e
vegetali estremamente rare, compresi i 200 esemplari degli 800 Gorilla
di montagna ancora superstiti in tutta l’Africa
|
|
25/4/14-IT
|
·
Un gruppo di ricercatori italiani ha
contribuito ad un’importante scoperta biologica, con probabili ripercussioni
sulla salute umana.
Sull'ultimo numero di Science la pagina di copertina rende omaggio all'articolo
"Genome
Sequence of the Tsetse Fly (Glossina morsitans): Vector of African
Trypanosomiasis", pubblicato dall'International
Glossina Genome Initiative,
un gruppo internazionale di ricerca a cui partecipa anche un gruppo di
zoologi di Pavia.
L'importanza della pubblicazione del
genoma della mosca tsetse deriva dal fatto che questo insetto è il vettore di
diverse specie di Tripanosoma, un genere di parassiti (umani ma anche animali)
che causano la malattia del sonno in aree dell'Africa subsahariana in cui
vivono circa 70 milioni di individui. Qui un video sul team di
Pavia.
Un altro articolo sullo stesso
numero di Science
("Genome Yields
Clues to Tsetse Fly's Strange and Deadly Ways" di Elizabeth Pennisi) illustra gli
effetti complessivi delle minacce che giungono all'uomo e ai suoi animali
domestici dai parassiti trasmessi dalla mosca tsetse (Glossina
morsitans), di cui è stato finalmente sequenziato il DNA.
|
|
24/4/14-USA
|
·
Su Uncommon Descent (il blog del
Discovery Institute) esce u primo breve commento al nuovo articolo su PNAS
dei ricercatori di ENCODE.
Con molta flemma (“Anyone
remember ENCODE? Not much
junk DNA? Still not much”) e un goccio di imbarazzo (“If they
say so”). In effetti loro avevano davvero creduto che l’80%
DNA avesse una qualche funzione biologica come avevano letto nel settembre
2012 su Nature (“An
integrated encyclopedia of DNA elements in the human genome”).
·
Per il quarto anno non si riesce ad
abolire il Louisiana Science Education Act
Come riferisce il National Center for Science Education (“Repeal
effort fails again in Louisiana”) anche quest’anno non si è riusciti ad
abolire la legge che in Louisiana permette di insegnare anche il creazionismo
a scuola nelle ore di scienze.
Le intenzioni della legge sembrano le migliori, ma in realtà indicano i
quattro temi per cui è possibile promuovere anche ipotesi non basate sul
metodo scientifico, con l’obiettivo di promuovere "critical thinking skills, logical analysis, and open
and objective discussion of scientific theories being studied including, but
not limited to, evolution, the origins of life, global warming, and human
cloning"
·
Riscaldamento globale e fenologia,
con citazioni letterarie.
Da 5 anni Richard B. Primack, un biologo della Boston
University studia ed analizza i numerosi segnali che permettono di quantificare
i tempi di comparsa della primavera
nei dintorni di Concord, una cittadina del Massachussets.
Quest'anno la primavera sembra arrivare con qualche ritardo rispetto agli
anni precedenti , probabilmente a causa dei venti freddi che hanno
caratterizzato l'ultimo inverno.
Ma, come racconta il giornalista scientifico Carl Zimmer nel suo
ultimo articolo sul New York Times ("Springing Forward, and
Its Consequences"), Richard B. Primack rimane comunque preoccupato.
Il riferimento utilizzato da questo biologo non sono infatti i ritmi della
natura che lui aveva osservato nel Walden Pond nelle scorse primavere,
ma quelli che descrisse 160 anni fa Henry David Thoreau
nel suo libro Walden ovvero Vita nei boschi,
frutto di un paio di anni vissuti a stretto contatto con la natura che
circondava il Walden
Pond.
I primi risultati delle ricerche di Richard B. Primack hanno
stimolato la pubblicazione di un suo volume da poco pubblicato dalla
Univ.Chicago Press, "Walden
Warming" e destinato probabilmente a trarre vantaggio anche
dalla notorietà di quello che è considerato uno dei primi romanzi che ha
influenzato il pensiero ecologico contemporaneo, ben prima che qualcuno iniziasse a
preoccuparci di un possibile riscaldamento globale. La connessione è ben ricordata dal sottotitolo: "Climate change comes to Thoreau's woods".
Forse sarebbe stato più importante sottolineare come questo libro e queste
ricerche, come quelle di tanti altri biologi e naturalisti che sono al lavoro
da qualche anno su questi temi, si preoccupano più degli effetti sui ritmi
degli esseri viventi, e quindi sulle loro interazioni, che dei problemi che
riguardano esclusivamente il clima.
Tutte queste ricerche si concentrano quindi sui processi evolutivi
inevitabilmente indotti dalle modificazioni dell'ambiente. Un'ottima
occasione per indagare - purtroppo - su fenomeni evolutivi attualmente in
corso.
Carl Zimmer cita in proposito anche un recente articolo uscito su PNAS
("Shifts in flowering phenology reshape a
subalpine plant community" di Amy M. Iler), in cui si
riferiscono i tempi di fioritura (=fenologia) in
una valle del Colorado; è uno dei tanti articoli peer-reviewed realizzati da
botanici interessati a studiare l'evoluzione oggi in atto, influenzata dalle
attuali modificazioni del clima.
Allo scopo di evidenziare variazioni di frequenze alleliche (=evoluzione) ed
eventuali comparse di nuove specie; è un momento particolarmente favorevole
per studiare e capire i meccanismi evolutivi, sia per i curiosi e dinamici
evoluzionisti che per i sedentari antievoluzionisti, poco disposti a farsi
coinvolgere dalle nuove dinamiche inter e intraspecifiche dimostrate e
quantificate oggi dalla fenologia.
Chiunque con un orto come quello di Mendel potrebbe probabilmente collaborare
al progetto Phenagri
del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali
(MiPAF), seguendo le indicazioni contenute nei testi proposti
nel sito.
|
|
22/4/14-USA
|
·
Una giusta conclusione all’articolo di ieri dei
ricercatori di ENCODE
La troviamo nel blog di Dan Graur, con un post che conferma la
soddisfazione per l’articolo comparso ieri su PNAS: “@ENCODE_NIH
in PNAS 2014: In 2012, the Dog Ate Our Lab Notebook and We Had No Laxative to
Retrieve It”.
Sembra che voglia attribuire comunque a sua madre almeno la responsabilità
per il suo carattere ritenuto piuttosto agressivo e polemico: “Let me retell the ENCODE version of the story the way
my mother would have told it. “First, we never claimed that
80% of the human genome is functional. Second, determining the fraction of
the human genome that is functional was never one of the aims of ENCODE. And
third, the dog ate our lab notebook and we had no laxative to retrieve it in
readable form.”
Graur continua poi elencando tutte le dichiarazioni pubblicate
dal gruppo di ENCODE sulla percentuale elevata di DNA che avrebbe una qualche
funzione, visto che nell’articolo di ieri non erano state ricordate. Conclude
sintetizzando l’articolo di ieri con parole sue. Riporto solo l'incipit, che è: “In 2012, ENCODE lied and deceived so well that a few
ignorant dimwits from Science to the New York Times fell for it big time”.
Interessanti anche i commenti al post: c’è Larry Moran che
apprezza che finalmente abbiano studiato i meccanismi evolutivi, e quindi
citato i buoni motivi che da tempo giustificano l’esistenza di “junk DNA”.
Fa comunque notare che, nonostante
gli esperti li avessero già avvertiti che le loro interpretazioni creavano
qualche problema (per cui avrebbero dovuto studiare meglio l’argomento)
abbiano aspettato che intervenisse più vigorosamente Dan Graur (“I guess they just forgot until people like Dan politely
reminded them of their ignorance”).
Cattivello invece Ryan Gregory, che è ancora molto critico e
sospettoso; polemicamente si chiede “Why on
Earth does a paper like this need 30 authors?”. Interviene
P.Gasiorowsky, che fornisce una giustificazione molto ragionevole: “To divide the blame into teeny-weeny chunks, of corse”.
|
|
21/4/14-USA
|
·
Un nuovo sondaggio sulla fiducia in quanto propone
la scienza
Se ne parla nel sito del National Center for Science Education: “Polling
confidence in science” e in un articolo dell’AP: “Poll:
Big Bang a big question for most Americans”
·
I ricercatori del progetto ENCODE
“precisano” su PNAS le loro valutazioni di 19 mesi fa sul ruolo limitato o
assente del junk DNA
Queste valutazioni incautamente erano state molto apprezzate dai
neocreazionisti dell’ID, ma furono subito criticate dagli evoluzionisti più
accorti.
Immagino che nel sito del Discovery Institute non sia stato apprezzato
l’articolo “Defining
functional DNA elements in the human genome” comparso oggi su PNAS.
Se si riesce ad accedere alla versione in PDF si potrà leggere la frase che
smentisce le audaci certezze sulla percentuale di DNA che, secondo gli autori
del progetto ENCODE, avrebbe un ruolo funzionale (“fino all’80%” [ma qualcuno si lanciò anche verso il 100%]
fu una frase che aveva fatto esultare i neocreazionisti non solo USA, da
sempre convinti che nulla fosse stato creato per niente o in modo
pasticciato).
Qualcuno addirittura non aveva nemmeno notato che la percentuale preferita
dal gruppo di ENCODE era l’80%, e si era buttato sulla percentuale che
sarebbe piaciuta si più anche ai suoi seguaci, il 100%: “Il DNA spazzatura
non esiste. Reazioni nervose dei darwinisti”.
La frase, nelle conclusioni
dell’articolo di oggi (che non “spara” percentuali), è “We believe that this public resource is far more important than any interim estimate of the
fraction of the human genome that is functional… Given the limitations of
our current understanding of genome function, future work should seek to
better define genome elements by integrating
all three methods to gain insight into the roles they play in human biology
and disease”. Insomma: massima prudenza e il lavoro sul
ruolo delle sequenze di DNA non è ancora iniziato…
Ma soprattutto sconcerta che nell’articolo vengono ripresi e citati alcuni
fatti noti da tempo agli evoluzionisti (il “C-value paradox”
[o “C-value
enigma”] o la teoria
neutrale dell’evoluzione) che erano già stati citati nelle critiche
fatte già 19 mesi fa da chi conosceva meglio i meccanismi evolutivi, come T.Ryan Gregory,
Larry Moran
e Dan
Graur.
Purtroppo è facile cadere in errori simili a quelli in cui erano cascati gli
“scopritori” del cranio di Piltdown, un falso ma ben costruito. Pochi
oggi conoscono il motivo del suo successo: corrispondeva proprio al cranio
che allora tutti avrebbero voluto trovare; purtroppo in quel caso i
preconcetti errati trassero in inganno anche chi voleva fare solo uno
scherzo.
Curioso notare cosa è successo nello scorso mese: su Science del
21/4/2014 è comparso un articolo dedicato a Dan Graur (“The Vigilante”),
in cui si evidenzia il dubbio che nel 2012 avesse esagerato nelle sue
critiche: “When the ENCODE Project declared
that there is no such thing as junk DNA, Dan Graur counterattacked. But does he go too
far?”.
A questo articolo si erano poi allacciati qualche giorno dopo, proprio
all’inizio di aprile, i neocreazionisti USA dell’ID, che insistevano a
sostenere i vecchi risultati di ENCODE, favorevoli ai loro idoli:
“Dan
Graur: The Vigilante Who Wants to Retain the Myth of Junk DNA”. A queste
critiche immotivate aggiungevano poi alcuni riferimenti al suo ateismo, non
avendo ovviamente competenze per attacchi non ad hominem alle sue
competenze scientifiche.
Per divertimento nell’articolo si ipotizzava poi un dialogo fra Graur e i
ricercatori di ENCODE (Graur asks, "How
do you know it's functional?" ENCODE responds, "How do you
know it's not?"), senza immaginare che meno di un mese
dopo la stessa gente di ENCODE ammettesse la sua incapacità a rispondere ad
una domanda che era molto ovvia e anche ben giustificata dai dati che ora
sono stati citati nell’articolo di oggi.
Oggi verifichiamo che anche i ricercatori di ENCODE hanno dovuto riconoscere
che la domanda era ovvia. E doverosa.
Chi volesse leggere una storia del junk DNA
scritta da Dan Graur, la trova qui: “The
Origin of Junk DNA: A Historical Whodunnit”.
|
|
21/4/14-IT
|
·
A Pavia conferenza della prof.Maria Daniela Candia Carnevali: "Le invenzioni della natura. Evoluzione biologica e creatività
adattativa" La
prof. Candia è ordinaria di Zoologia e Antropologia e Prorettore vicario
dell’Università Statale di Milano. La conferenza si terrà Domenica 27 aprile alle ore 11 alla
Libreria Feltrinelli di Pavia.
"L’ingegno umano mai troverà invenzione più bella, né
più facile né più breve della natura, perché nelle sue invenzioni nulla manca
e nulla è superfluo” (Leonardo da Vinci)
|
|
20/4/14-USA
|
·
L.Moran riprende e commenta sul suo
blog le risposte di V.Torley dell'ID.
L.Moran: Five questions for Intelligent
Design Creationists.
Fra le ulteriori novità, mette in evidenza come Torley definisca
la differenza fra l'ID e l'evoluzionismo teista dei cattolici ("the existence of an Intelligent Being guiding evolution
is scientifically detectable.
only according to Intelligent Design advocates") e l'accettazione dell'esistenza
di "junk DNA", finora contestata dagli altri sostenitori dell'ID.
|
|
18/4/14-USA
|
·
Continua la discussione fra L.Moran
e i neocreazionisti dell'ID
Vincent Torley - che contribuisce al blog Uncommon Descent del Discovery Institute – mette in
discussione l'elenco di 5
punti che L.Moran nel suo post “What
would happen if Intelligent Design Creationists understood evolution?” aveva indicato come probabili punti di crisi fra i
neocreazionisti dell’ID e i creazionisti YEC (da cui l'ID aveva avuto
origine, per motivi strumentali. solo nel 1989, come ha messo in evidenza un
vero anello mancante (cdesign proponentsists”) scoperto nel 2005 dalla filosofa Barbara Forrest).
Oggi V.Torley prova a rispondere
("Professor
Larry Moran poses five questions for the ID movement") alle questioni
sollevate da L.Moran che potrebbero turbare l'apparente quiete fra
neocreazionisti dell'ID e creazionisti YEC ("young earth
creationist").
L'interesse per i problemi sollevati da L.Moran dipende anche dalla sua
insistenza a rifiutare di essere etichettato come "darwinista",
l'etichetta che i sostenitori dell'ID amano spesso attribuire - spesso senza
riflettere troppo - a qualsiasi evoluzionista. L.Moran recentemente (11/4)
aveva obiettato a questa semplificazione che riteneva gli facesse torto:
"On
being "outed" as a closet Darwinist". In quel post aveva
citato suoi precedenti interventi in proposito, fra cui "Why I'm
Not a Darwinist" (17/11/06)
|
|
18/4/14-IT
|
·
Una conferenza a Ferrara su quel che
avveniva a casa Darwin
[da Pikaia] Il 18 aprile, a
Ferrara, si è tenuta un'interessante conferenza di Chiara Ceci ("Casa
Darwin e la Storia della Teoria dell'Evoluzione") sulla cornice
familiare che circondò Darwin durante l'elaborazione della teoria
dell'evoluzione
|
|
17/4/14-IT
|
·
Che fare in attesa degli Evolution
Days 2015?
Si può cercare se è già
disponibile in Internet il video del vostro Darwin
Day 2014 preferito. Qualche video interessante degli Evolution Days
degli anni precedenti si trova anche - a partire dal secondo - in Pikaia
Channel su You Tube o nella pagina web VideoEvol.
E’ evidente l’importante contributo
informativo e culturale fornito da queste iniziative sui temi sollevati dall’evoluzione
biologica, un processo
naturale che pochi oggi mettono seriamente in discussione e a cui certamente
tutti partecipano gratuitamente.
Quasi tutti hanno avuto occasione di
essere informati sull’evoluzione ma poi, se sono onesti e sinceri, molti ammettono
di essere stati poco attenti e di non aver capito bene, o di aver comunque
dimenticato presto.
Coloro che sono comunque cresciuti
rimanendo curiosi e interessati sono favoriti dagli strumenti oggi a
disposizione, che insegnano a riconoscere coloro che non concordano nemmeno
su alcune definizioni e spessonemmeno su alcune conoscenze di base necessarie
per capire come funziona la vita a questo mondo.
Per capire il ruolo della casualità
nei processi riproduttivi dimostrati da Gregor
Mendel più di un secolo fa, ci sono alcuni video in italiano, alcuni anche fatti da giovani studenti che
sembrano non abbiano difficoltà a
comprendere i semplici concetti della biologia.
Un recente articolo pubblicato da
Science ("A Single Gene
Affects Both Ecological Divergence and Mate Choice in Drosophila") dimostra come anche un singolo gene possa gestire
contem poraneamente sia aspetti connessi con l'adattamento all'ambiente che
barriere genetiche che probabilmente hanno portato a separare due
popolazioni, creando poi una barriera che agisce anche a livello di specie
[da Pikaia].
|
|
15/4/14-UK
|
·
La rivista Nature intervista James
Lovelock
[da Pikaia]
Fu lo scienziato che formulò l'ipotesi Gaia, ovvero
del pianeta vivente.
Sono passsati 35 anni dalla formulazione ("Gaia.
A New Look at Life on
Earth").
James Lovelock reflects on Gaia's
legacy
|
|
14/4/14-USA
|
·
Un piccolo Big One nella California
dell'Intelligent Design.
Sul blog Rational Skepticism si può leggere una sintesi ("Confusion
reigns at Uncommon Descent") dello
straordinaria novità, stimolato da un intervento (di circa venti giorni fa)
del biochimico e blogger (Sandwalk) Larry Moran, sempre molto preciso: è stata pubblicata su Uncommon
Design, il blog del Discovery
Institute, un'ammissione di
errore su aspetti si solito poco discussi dai neocreazionisti, quelli che
quantificano il reale tasso di mutazione fra una generazione e l'altra (100
nuove mutazioni casuali fra genitori e ogni figlio).
Le conseguenze coinvolgono ovviamente
il processo evolutivo che scorre entro la nostra specie. Larry Moran elenca
nel suo blog anche la catena di [interessanti e devastanti] conseguenze che
potrebbe portare ad una grossa frattura, che finora si è cercato di evitare,
fra creazionisti della terra giovane e creazionisti della terra vecchia.
Sembra che anche in Italia ci siano molti che ignora il numero di mutazioni
che compaiono fra una generazione e l'altra.
Questi i post che illustrano come sul
blog del Discovery Institute (Uncommon
Descent) i neocreazionisti Branko
Kozulic e Vincent Torley hanno reagito, in modo diverso, alle informazioni
fornite da Larry Moran per aiutare V.Torley a capire come un biologo
evoluzionista possa spiegare il processo che ha portato alla comparsa della
linea evolutiva che porta dopo qualche milione di anni alla nostra specie:
14/2 PZ Myers: The
state of modern evolutionary theory may not be what you think it is
15/2 Moran: On
the difference between Neutral Theory and random genetic drift
28/2 Moran: Why
are the human and chimpanzee/bonobo genomes so similar?
30/3
Torley: Fixation:
the neutral theory’s Achilles’ heel?
1/4 Torley: Can the neutral theory of
evolution explain what makes us human?
2/4 Moran: Breaking
news: Creationist Vincent Torley lies and moves goalposts
3/4 Moran: Vincent
Torley apologizes and claims that he is not a liar
5/4 Torley: A short post on fixation
6/4 Moran: Vincent
Torley tries to understand fixation
10/4 Kozulic: Branko
Kozulic responds to Professor Moran
11/4 Moran: On
the frustration of trying to educate IDiots
11/4 Torley: When
I’m wrong. [Qui Torley ammette che le nuove informazioni sul
tasso di mutazione l'hanno convinto].
13/4 Arrington: Branko Kozulic Responds
13/4 Kozulic: Branko Kozulic responds to
Professor Moran, Part II
13/4 Torley: A
question of bias
14/4: Moran: Why
creationists think they are more open-minded than scientists. Qui
L.Moran apprezza che l'11/4 Torley abbia dimostrato di aver capito meglio
l'evoluzione e i biologi evoluzionisti:
"Thank-you Vincent Torley.
I greatly respect you for taking the time to understand evolution and to
listen to the explanations of evolutionary biologists.
I think you can see how your initial biases affected your ability to
understand evolution. That's why you tried so hard to prove that population
genetics was wrong when you didn't understand it and had only heard of the
explanation for the first time a few days earlier".
16/4 Moran trae alcune
rilevanti conclusioni ("So, here's the
situation. If the IDiots actually start understanding modern evolution then there
will be consequences. Some of them realize the implications and they are not
happy. Here's a brief list of issues that are now on the table under the big
tent."): What
would happen if Intelligent Design Creationists understood evolution?
|
|
10/4/14-IT
|
·
A Fogligno apre oggi la IV Festa di
Scienza e Filosofia
[da Pikaia]
Il tema della IV edizione di Festa di Scienza e di Filosofia –
Virtute e Canoscenza sarà: Umano, Sensibile, Ignoto.
Ancora una volta un tema molto ampio che
abbraccia e riassume problematiche antiche, moderne e attuali riguardanti la
conoscenza dell’uomo e in particolar modo la scienza.
Referenti scientifici e culturali sono:
Edoardo Boncinelli, fisico e genetista; Giulio Giorello,
filosofo, matematico ed epistemologo; Silvano Tagliagambe, filosofo; Roberto
Battiston, fisico.
La festa abbraccerà quattro grandi aree scientifiche e filosofiche, con
decine di contributi da discipline diverse:
• Scienza
e Fede (si parlerà anche di evoluzione con G.Di Segni, F.Facchini), • Cervello
e Mente, • Semplice
e Complesso,• Il
Tempo
Il
programma completo in pdf è qui
|
|
8/4/14-IT
|
·
Commenti positivi alla puntata di
Visionari (RAI3) su Darwin
Questo risulta dalle reazioni
della quasi totalità dei commenti lasciati fino a ieri nel sito
di RAI3 che per qualche giorno permetterà di rivedere la prima puntata
del programma Visionari
(“Dopo di loro, nulla fu più come prima”), curata da Corrado Augias.
·
E’
stata interessante all’inizio la ricostruzione delle umane ragionevoli
preoccupazioni che, siamo certi, hanno reso prudenti molti “visionari”
come Copernico, Galilei e Darwin, che avevano avuto “visioni” che
immaginavano avrebbero potuto procurare seri guai invece che premi alla loro
genialità. Era troppo presto per ricevere i premi che Alfred Nobel introdusse
per sfruttare in modo creativo la sua esplosiva distruttività.
Copernico addirittura, nel dubbio
sulle possibili conseguenze, per maggiore sicurezza rinviò la pubblicazione
del suo libro fino a pochi giorni prima della sua morte.
L’imponente documentazione scritta (diari e appunti, ma anche le ricevute
delle spese fatte da studente – che nemmeno i consiglieri regionali
spesso conservano) sono state lasciate da Darwin ai posteri. E’ quindi possibile ricostruire il
susseguirsi delle sue esperienze, delle sue letture e i ragionamenti che
hanno portato alla comparsa delle idee, che spesso teneva nascoste anche ai
colleghi.
Risulta quindi dimostrabile come si
preoccupasse della reazione non solo dei suoi contemporanei, molto vincolati
alle tradizioni e condizionati dall’ignoranza scientifica del tempo, ma anche
dei suoi stessi amici e colleghi. Anche se in maggioranza questi ultimi non
dubitavano della “trasmutazione” dei viventi, non immaginavano di
scoprire che proprio la spiegazione naturalistica fosse la migliore: anche se
sapevano che la prima spiegazione scientifica proposta, quella di Lamarck,
non riuscisse ad essere convincente.
·
Oggi è per
noi difficile immaginare come avrebbe reagito un creazionista ottocentesco
che ignorava anche le basi scientifiche della teoria. dell’evoluzione intuita
da Darwin; era fra l’altro una teoria ancora molto imprecisa e carente di
alcune conoscenze di base: non era ancora noto nemmeno il contributo dato da
Gregor Mendel alla conoscenza dei meccanismi riproduttivi e all’evidente e
fondamentale ruolo del caso.
Possiamo immaginare le possibili
reazioni e le strane domande che si sarebbe posto se abbiamo la pazienza di
accostarci ai testi che troviamo nei numerosi siti creazionisti protestanti
USA (come AIG) o italiani (AISO,
con sito, lezioni e dimostrazioni
della creazione), o a quelli di uno
dei pochi creazionisti italiani che sono ancora convinti di poter smentire
l’evoluzione anche solo ricordando che tuttora sopravvivono specie comparse
prima dell’uomo [l'evoluzione prevede infatti la
sopravvivenza delle scimmie (ma anche delle specie che in alcune ore
della giornata – cacciate o acquistate, oggi nel nostro caso - sono
assolutamente indispensabili come alimento…); forse non necessari invece, ma
purtroppo ci perseguitano sempre, zanzare, batteri e virus…].
·
La
puntata di Visionari
ha poi evidenziato, con l’aiuto di un’intervista impossibile a Darwin,
e con la collaborazione di T.Pievani, alcuni aspetti della vita avventurosa,
delle esperienze e delle scoperte che stimolano la curiosità di chi oggi ha
la fortuna di avere ancora la curiosità e la giovane età di Darwin, che a
soli 22 anni si imbarcò sul Beagle per il suo viaggio intorno al mondo, alla
fine del quale, come avvenne anche ad A.Wallace, nulla fu come prima.
·
Interessante
poi l’esempio molto attuale (quello dell’irrazionalità della legge 40) che ha
dimostrato l’importanza del contributo alla medicina delle scoperte di Darwin
e di Mendel.
Non tutti riescono a capire
l’importanza della biologia evoluzionistica anche per la medicina; forse
anche perché quasi tutti ignorano che ognuno di noi costituisca un ambiente
molto affollato: ognuno convive quotidianamente con un numero di
microrganismi che è dieci volte il numero delle proprie cellule; di solito la
convivenza è apparentemente pacifica, ma proprio ieri ("World Health
Day 2014: small bite, big threat") l’OMS invitava gli ignoranti ad aggiornarsi (Vector-borne
diseases", " World
Malaria Report 2013", "Global
brief on vector-borne diseases", video sulle tecniche
di difesa) in modo da cercare di
mantenere una convivenza equilibrata con questi organismi che, nostro
malgrado, ospitiamo.
Non è comunque una novità: da secoli
ci garantiamo una sopravvivenza sempre migliore e più lunga, controllando e
modificando le strutture casuali disegnate dall’evoluzione geologica sulla
superficie del pianeta su cui viviamo. Poi, dalla fine dell’800, abbiamo
imparato anche a gestire sempre sempre più razionalmente gli eventi
soprattutto casuali che minacciavano la nostra salute, e grazie a questo la
qualità e la durata della vita sono migliorate.
Da qualche decennio è possibile un
ulteriore miglioramento: grazie agli enormi progressi della biologia abbiamo
anche imparato a controllare e gestire a nostro vantaggio anche gli aspetti
casuali – e potenzialmente letali - che coinvolgono, come scoprì Mendel, i
meccanismi riproduttivi che dimezzano l’informazione genetica che ognuno di
noi trasmette ai figli. Il risultato complessivo è che (anche se non
dappertutto, la durata della vita è raddoppiata e, anche se non solo per
questo, la popolazione umana è cresciuta esponenzialmente.
·
Nella trasmissione si è presentato anche il contributo di un teologo come Vito
Mancuso, che ha ammesso la
reazione negativa della chiesa cattolica al cambio di paradigma e di gestione
oggettivamente imposto nell’800 da uno sviluppo importante della conoscenza
scientifica, la teoria dell’evoluzione; Mancuso ha ricordato con piacere che
i libri dell’anglicano agnostico Darwin non sono mai stati messi all’indice
[ci si dimentica sempre che un messaggio molto chiaro fu comunque mandato a
famosi biologi evoluzionisti cattolici, come Paolo Mantegazza
ma soprattutto Teilhard de
Chardin, a monito per chi avesse voluto seguirli su strade perigliose
come quelle da loro intraprese].
Mancuso ha anche ricordato come da
quasi un secolo, soprattutto negli USA ma anche in Europa e in Italia, alcuni
cerchino, recentemente anche con l’Intelligent Design, un modo migliore per
far accettare le spiegazioni metafisiche nell’ora di scienze e di biologia
per favorire, solo in alcuni paesi, la
sopravvivenza della secolare ignoranza umana su alcune tematiche
“sensibili”.
·
Si
è poi cercato di verificare gli effetti di questa competizione, comunque oggettivamente
impari, presentando i risultati di un fresco sondaggio sulle opinioni degli
italiani sull’evoluzione.
Purtroppo in Italia non c’è, come
negli USA, una tradizione a realizzare sondaggi approfonditi e corretti su
questo tema; spesso quindi le stesse
domande presentano una notevole imprecisione o ambiguità; in questo
sondaggio non è ben chiaro, ad esempio, quale concetto un “sondato”
associ a “disegno superiore”, “creazione” o “scimmia” [termine
qui usato impropriamente al singolare (come fanno spesso i creazionisti…): ci
sono oggi ben 300 specie diverse di scimmie; anche solo il loro diverso
fenotipo e la loro biogeografia manifestano l’effetto di adattamenti ad
ambienti diversi, dimostrando facilmente l’esistenza oggettiva di un
precedente processo evolutivo, durato già 70 milioni di anni…].
·
La prima risposta al sondaggio, che dimostrerebbe che
in Italia ci sarebbe il 48% di evoluzionisti e il 47% di creazionisti e
neocreazionisti insieme [se davvero tutti gli “evoluzionisti” pensassero ad
un processo “non guidato”!], mostra una situazione che è molto diversa
da quella sondata contemporaneamente in
vari paesi del mondo nel 2005.
Ma c’è da notare che per gli
intervistati la domanda poteva sembrare molto diversa, non essendo associata
alle scimmie: “Human beings, as we know them, developed
from earlier species of animals”;
se in Italia c’era 9 anni fa il 75% di evoluzionisti e il 20% creazionisti,
certo i dati non sono comparabili con quelli più freschi.
Puo’ essere utile ricordare che
l’origine comune degli esseri viventi è oggi un fatto scientificamente
accertato con decine di metodi, anche se negato da creazionisti e neocreazionisti.
Già alla fine del ‘700 molti (fra cui Erasmus Darwin, il nonno di Charles, lo sospettavano, e tutti
dovrebbero sapere che nel 2004 anche la chiesa cattolica lo aveva accettato in un suo
documento ufficiale. Probabilmente fra il 75% di favorevoli del 2005 ci
saranno stati molti che pensavano comunque ad un processo guidato, come
risulterebbe dal confronto con altri sondaggi con domande meno ambigue ….
E’ probabile che su un tema così
intricato i dettagli delle domande possano influenzare le risposte: pesano
certamente anche le semplificazioni e confusioni infantili derivate dalla
permanenza dell’insegnamento in giovane età di spiegazioni
metafisiche legate al tradizionale creazionismo - tuttora insegnato anche
nelle scuole materne come questa di Torino - perfino per aspetti che oggi
sappiamo avere spiegazioni naturalistiche più convincenti.
Purtroppo sono ambienti in cui
sopravvivono le spiegazioni creazionistiche;
Mendel e Spallanzani non sono nati ieri, e oggi solo i ricercatori li
apprezzano e li ricordano soprattutto come ottimi naturalisti. C’è anche chi
si vanta di ignorare il loro
contributo alla scienza. Non c'è quindi da stupirsi che i creazionisti preferiscano impegnarsi a
cercare errori nei testi dei premi Nobel piuttosto che nei testi creazionisti
che circolano nelle scuole materne o nelle prediche
che apprezzano.
·
Un
po’ più interessante è la risposta alla seconda
domanda, che mostra una possibile interazione fra ignoranza e livello
della pratica religiosa [stupisce comunque che nelle risposte scompaia il “progetto
intelligente”, pur precedentemente citato, e ritenuto da Vito Mancuso
l’ipotesi più apprezzata dai cristiani…].
E’ evidente come per
un'interpretazione corretta dei risultati sarebbe necessario conoscere le dimensioni dei sottocampioni (anche per
capire se davvero il dato importante del sondaggio è che in Italia ci sono
solo cattolici, a cui si concede di essere solo più o meno praticanti…);
certo, rispetto alla media nazionale (48%) sembra rimanga elevata (31%) la
percentuale di evoluzionisti che silenziosamente si annidano fra i cattolici
“assidui”. Sono davvero così tanti i cattoevoluzionisti?
Può stupire anche il 19% di
creazionisti fra i “non praticanti”, ma o l’ignoranza ha influenzato
le risposte, o nelle ore di religione della scuola materna si imparano
concetti che risultano più semplici da ricordare. Le risposte alla seconda
domanda evidenziano comunque come nel campione cattolico sia notevole la
diversità di opinione sul creazionismo, di cui è difficile negare la
sopravvivenza.
·
Il
mistero sembra diradarsi un po' nella terza risposta,
dove finalmente compare,
apparentemente per la prima volta nel sondaggio, anche Darwin; stupisce
innanzitutto come fra gli italiani esisterebbe una notevole ignoranza su
Darwin (32%), nonostante sia spesso indicato come l’iniziale scopritore
proprio dell’idea rivoluzionaria che era stata apprezzata dal 49% degli
italiani; questo costringe a sperare che almeno qualcuno dei sondaggisti
avesse aiutato i “sondati” a connettere Darwin alla “teoria
dell’evoluzione”… o
anche solo alla “scimmia” citata nella prima domanda!
[Non ho trovato nel sito della Demos di Diamanti le informazioni mancanti,
indispensabili per valutare meglio domande e risultati].
Comunque è positivo scoprire non
solo quanto Darwin sia apprezzato (49%), ma anche quanto lavoro rimanga
ancora da fare per chi, come il prof.De Mattei, sembra non poter accettare
che perfino fra i cattolici “assidui” come lui o gli altri
creazionisti si
nasconda ben un terzo di fedeli con un visione evoluzionistica.
Secondo il prof.De Mattei ci
sarebbero comunque molti laici pronti alla pugna qualora
i pastori su questi temi arretrassero… Propaganda.
Anche lui sa da tempo (2009) che
almeno da 35 anni i papi accolgono ottimi evoluzionisti neodarwinisti all’Accademia
Pontificia delle Scienze.
Ora uno di loro (Werner
Arber) ne è addirittura il
presidente e un altro (Christian De Duve) ha fatto una scelta probabilmente non
apprezzata da tutti. Ci sono anche Cavalli
Sforza e - da poco - Francis
Collins, anche loro biologi evoluzionisti, esperti proprio
dell'evoluzione dell'uomo.
|
|
9/4/14-EU
|
·
Dobbiamo chiudere le frontiere europee o le
accogliamo tutte?
La domanda è di quelle che non
si possono proprio fare, visto che da che mondo è mondo le specie (almeno
quelle animali e vegetali, per non parlare dei microorganismi) non hanno mai
rispettato le frontiere.
Possono però essere almeno una fonte
di interesse e di lavoro per i cultori della tassonomia interessati
all’influenza degli “alieni” alla biodiversità e alla sua evoluzione
nel tempo.
Chi fosse interessato al tema può
visitare il sito della DAISIE
(Delivering Alien Invasive Species Inventories for Europe).
Chi fosse interessato a “NON festeggiamenti” che si rinnovano nel tempo, l’ISSG
(Invasive species specialist group)
dell’IUCN propone di “non
festeggiare” l’”Invasive Species
of the Week”.
Come si capisce bene dal titolo della pagina web che nel sito ISSG contiene
un lungo elenco di alieni invasori (“100 of the worst”),
sembra ci siano anche naturalisti a cui non piace l’evoluzione biologica (la
cui accelerazione è l’ovvia conseguenza della colonizzazione di ambienti
nuovi al di là di barriere geografiche).
Chi fosse quindi interessato a studiare la nascita di nuove specie, nei
prossimi secoli molte di queste specie lo diventeranno certamente, per gli ovvi motivi che già Darwin e Wallace
ben conoscevano. Nella pagina web European Summary si
può cominciare a pianificare il lavoro,
trovando l’area migliore per iniziare. Per documentare la
speciazione sarebbe utile surgelare
qualche zigote ogni tanto. Per accorgersi poi dell’inizio della
macroevoluzione.
·
A proposito di imprese a più lungo termine
di quella appena citata, in un post (“Launching
genetic diversity to the stars”) nel blog di John Hawks [che sta
scavando fossili di ominini nel sito Rising Star in Sudafrica] si
cerca di dare una mano per trovare la soluzione migliore ad una domanda che
qualcuno ha lanciato sulla rivista Popular Mechanics: “"How
Many People Does It Take to Colonize Another Star System?".
Ovviamente la domanda non è di quelle per cui si può trovare una soluzione
semplice, anche se, circolando l’ipotesi che si richieda un viaggio di almeno
due migliaia di anni su un’astronave con almeno 10000 passeggeri (per
garantire un minimo di biodiversità umana), forse si potrebbe pensare ad una
soluzione migliore, o trovare urgentemente il modo di andare d’accordo su
questa terra… a cominciare da chi si accapiglia perfino per fondamentali
questioni che ammette candidamente essere solo metafisiche.
Sembra comunque che qualcuno abbia proposto una soluzione “migliore” e più
economica: sarebbe possibile ridurre il carico trasportando su un’astronave
più maneggevole e un congelatore pieno di zigoti ben assortiti, sperando che
nessuno stacchi la corrente …
|
|
8/4/14-USA
|
·
Niles Eldredge difende gli equilibri
punteggiati
[da Pikaia]
In un articolo su Pikaia Francesco Suman ricostruisce e sintetizza una discussione sugli equilibri
punteggiati, iniziata con un articolo su Trends in Ecology
and Evolution (“Is
there room for punctuated equilibrium in macroevolution?”; [interessanti
le definizioni dei termini che precedono l’articolo]) e conclusa /(almeno
per ora) da Niles Eldredge e Bruce S. Lieberman con un articolo su Tree
di aprile (“What
is punctuated equilibrium? What
is macroevolution? A response to Pennell et al”)
|
|
7/4/13-WORLD
|
·
L'OMS invita ad usare il 7/4 per
informarsi e a informare sui rischi alla salute
La giornata odierna sarebbe
dedicata a quelli associati alle conseguenze dell’incontro con molti virus
e batteri che purtroppo
amano interagire con noi, soprattutto nei paesi tropicali.
Come sappiamo, ci sono giornate
che per motivi anagrafici (come il 12/2, il giorno in cui ci
sono anche pastori
protestanti che festeggiano il compleanno di Charles Darwin), strumentali
(come il 20/2
per Gregor Mendel,
nato giusto 5 mesi dopo) o casuali (come il 7/4, per la Giornata
Mondiale della Salute indetta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità) vengono dedicate all'approfondimento collettivo
di temi culturali diversi, per rinnovare ogni anno l’invito a ristudiare
conoscenze importanti già apprese in gioventù e magari dimenticate perché non
capite nonostante l'importanza per la cultura umana.
Spesso poi
queste conoscenze vengono lasciate anche senza aggiornamento (e se questo è
grave per le questioni scientifiche che si aggiornano ormai costantemente,
può essere anche letale per le questioni che riguardano la salute).
Sono molti i temi che riguardano
la salute e che sarebbe meglio che i terrestri (e i particolare quelli che si
occupano di politiche sanitarie) non dimenticassero cogli anni.
Gli enormi miglioramenti, della
salute e della stessa durata della vita, ottenuti nell'ultimo secolo in
alcuni paesi richiedono di mantenere elevate e costanti le conoscenze
necessarie per adeguare le procedure igieniche e sanitarie alle
trasformazioni culturali e ambientali.
Quest'anno l'OMS invita a portare
all'attenzione dei terrestri situazioni che
agiscono in un'area della conoscenza in cui interagiscono problemi igienici e
ambientali, ma anche evolutivi ("World Health
Day 2014: small bite, big threat").
I rapporti dell'uomo con virus e
batteri che gli vengono iniettati da zanzare e altri insetti sta diventando
critica, sia a causa dell'incremento demografico che dell'accelerazione, per
quantità e velocità, degli spostamenti delle popolazioni fra le diverse aree
geografiche ("40% of
the world's population is at risk from dengue; An estimated 1.3 million new cases
of leishmaniasis occur annually").
Per chi non fosse aggiornato, dal
2012 un'infezione virale trasmessa dalla zanzare tigre (qui la scheda
dell'OMS sul Dengue)
è arrivata anche in Europa (nell'isola di Madeira, P, molto frequentata da
turisti europei che poi rischiano di riportarla in patria).
Per chi ci volesse credere, non ci
sono cure specifiche efficaci né vaccini, e la recente estensione verso nord
dell'areale è ovviamente favorita dai cambiamenti climatici. La mortalità è
mantenuta sotto l'1% grazie a diagnosi precoci e terapie, non sempre
accessibili nei paesi tropicali, dove può causare anche letali febbri
emorragiche.
Nel sito web dell'OMS è disponibile
materiale informativo in inglese, che può essere utilizzato da chi fosse
interessato a verificare se ha capito male o dimenticato qualche informazione
utile magari per aggiornare i suoi protocolli sanitari: ci sono i poster con
l'efficace slogan ("Posters:
Small bite, big threat").
Sarebbe comunque meglio impegnarsi per ottenere un'informazione più
completa sulle strategie quotidianamente utilizzate dalle popolazioni che
vivono in aree del mondo che oggi sono anche molto apprezzate dai turisti
europei ("Vector-borne
diseases", " World
Malaria Report 2013", "Global
brief on vector-borne diseases", video sulle tecniche
di difesa).
Chi fosse interessato ad
approfittare della giornata del 7/4 per aggiornarsi soprattutto su
problematiche europee, può invece consultare le pagine dell'ECDC (European Center for
Diseases Prevention and Control), dove troverà aggiornamenti che
riguardano gli effetti della selezione naturale sull'evoluzione umana, oggi
influenzata anche in Europa dall'interazione con i microorganismi patogeni,
che purtroppo vivono e si evolvono bene soprattutto negli ospedali.
Nel sito ci sono pagine con News and
epidemiological updates, dove sono archiviati i bollettini
epidemiologici (fra cui quello
più recente), i risultati di indagini sull'aumento
della resistenza agli antibiotici, la notizia di un'epidemia di morbillo
su una nave da crociera italiana e del virus Ebola
in un'ampia zona della Guinea, con propaggini anche nei paesi
circostanti.
Ci sono poi anche le Press
Releases, fra cui una sull'incremento in alcuni paesi europei,
soprattutto mediterranei, di batteri
"ospedalieri" resistenti al carbapeneme e un'altra,
necessariamente connessa, sul fatto che una recente indagine, la prima
effettuata, quantifica in 1/18
i pazienti ricoverati che ogni giorno in Europa manifestano almeno
un'infezione ospedaliera, non sempre facile da controllare e curare con
antibiotici che vengono aggiornati con molta lentezza.
Qui un documento ufficiale svizzero sui rischi dell'aumento
della resistenza agli antibiotici e sulla differenza fra paesi europei,
con una situazione critica dell'Italia; statistiche preoccupanti sulla
mortalità dovuta a infezioni ospedaliere riguardano comunque anche la
Svizzera.
|
|
6/4/14-USA
|
·
L.Moran vorrebbe che si dovesse
insegnare biologia solo ai creazionisti.
Oggi
nel suo blog Sandwalk il biochimico Larry Moran si lamenta (“The
American Society of Plant Biologists embarrasses itself by publishing
"New functions for 'junk' DNA?"”) dell’uso errato dei termini “junk
Dna” e “non-coding DNA” che
The American Society of Plant Biologists fa in una sua press
release: “It's bad enough having to
teach biology to creationists but when you also have to teach it to
biologists, you know we're in big trouble”.
|
|
4/4/14-IT
|
·
Dopo di loro nulla è stato più come
prima.
[Da Pikaia]
Un nuovo programma di Corrado
Augias su RAI3: il 7 aprile alle 22.50 ci sarà la puntata
di apertura di un nuovo e promettente progetto,“Visionari”, dedicato a grandi personaggi
della storia (e della scienza) che hanno cambiato per sempre il nostro modo
di vedere il mondo. La prima serata sarà dedicata a Charles Darwin e
alla sua rivoluzione scientifica, con filmati, conversazioni, interviste a
esperti e un sondaggio inedito di Ilvo Diamanti. In studio ad accompagnare
Augias nel suo racconto ci sarà Telmo Pievani.
|
|
3/4/14-UK
|
·
Un nuovo fascicolo del settimanale
Nature: quello del 3 aprile.
Migliaia di ricercatori ogni settimana
dedicano qualche momento, lungo o breve, alla lettura dell’indice di una
delle tanti autorevoli riviste scientifiche settimanali peer-reviewed che
probabilmente pubblicherà qualche contributo utile per le ricerche che si
stanno realizzando nel proprio laboratorio. [Ovviamente rimanendo
diffidenti e ben sapendo che ogni nuova scoperta dovrà essere verificata e
poi confermata].
E’ possibile che lo stimolo
venga dalla curiosità di scoprire se un collega di un’altra università o di
un altro paese o di un altro continente ha appena fatto qualche scoperta
utile per capire un qualche aspetto importante connesso con le proprie
ricerche, fornendo un tassello utile magari anche solo come conferma di un
risultato che dovrebbe essere coerente con i propri.
A volte lo stimolo potrebbe essere
anche la seria preoccupazione di scoprire se qualcuno abbia appena pubblicato
proprio la soluzione ad un particolare problema che si sta cercando di
dimostrare.
Sono speranze e preoccupazioni che
dai tempi di Galilei i ricercatori curiosi e seri ben conoscono, soprattutto
se stanno inseguendo la soluzione ad un problema che cambierà in parte la
visione della realtà. Sappiamo bene quanto C.Darwin seguisse, in un contesto e con strumenti diversi
e più lenti di quelli oggi disponibili, le pubblicazioni dei principali
ricercatori naturalistici del suo tempo.
Sappiamo bene come nel 1858 non
avesse apprezzato che anche il giovane A.Wallace, sottoposto a stimoli naturali e culturali molto
simili, fosse arrivato un bel giorno a proporre la sua stessa soluzione ad un
problema che già nel secolo precedente qualcuno aveva intuito: l'origine
comune degli esseri viventi e il processo evolutivo che li unisce.
Già Lamarck per primo aveva dato una soluzione, che comunque
dopo 50 anni rimaneva ancora poco convincente, non riuscendo nemmeno a
suscitare né vivace interesse scientifico né violente critiche scientifiche o
ideologiche alla soluzione da lui proposta.
Sappiamo oggi come la nuova
soluzione proposta nel 1858 da Darwin e Wallace, pur ancora priva del
contributo di Mendel
e quindi con alcuni punti critici ancora oscuri, venne invece accolta con
grande entusiasmo in tutto il mondo, e venne rapidamente applicata e
verificata in numerosi contesti diversi, anche approfittando della contemporanea
comparsa dei primi reperti fossili di nostri antenati.
Oggi, diversamente dal secolo
scorso, è più facile avvicinarsi agli articoli scientifici che costituiscono
il pane quotidiano e la fonte degli stimoli e delle conoscenze per i
ricercatori. Come sanno bene gli studenti universitari, è oggi decisamente
più facile condividere anche nella stessa giornata le notizie che arrivano ai
docenti ed ai ricercatori.
Le notizie possono arrivare
facilmente e in pochi giorni anche in ambienti lontani al mondo della
ricerca, spesso attraverso passaggi intermedi in cui le notizie vengono
selezionate per essere poi presentate in modo più semplice, contestualizzate
per essere meglio comprese, ma anche per poterle presentare in modo distorto
o tendenzioso.
Per chi ha poca dimestichezza con la
scienza, e soprattutto con le aree di punta della ricerca, da qualche anno si
possono consultare i blog di chi fa ricerca scientifica per professione ma
dedica parte del suo tempo ad indicare le novità che ritiene più interessanti
per le persone curiose desiderose di capire il contesto in cui si muove oggi
la ricerca scientifica, per verificare la correttezza e l'aggiornamento del
proprio personale approccio alla scienza e al metodo scientifico.
·
E' per
esempio utile e interessante come alcuni blogger o giornalisti scientifici
abbiano recentemente fatto notare un articolo comparso qualche giorno fa su Cell, “Individualized medicine from prewomb to tomb” in cui Eric
J Topol riassume ed esamina i diversi
livelli (o se preferite i diverse approcci metodologici) tramite cui ciascuno
di noi potrebbe essere analizzato per capire i segreti del funzionamento del
nostro corpo. In italiano ne scrive M.Mandrioli sul suo
blog ("Vuoi
conoscere il tuo profilo biologico personale?") , riportando
anche alcune delle immagini che dimostrano i problemi che si pongono a
chiunque debba o voglia intervenire per modificare un qualsiasi sistema
vivente; impressionante quella del Geographic
Information System of a Human Being, che comunque fa riferimento ad
un singolo fotogramma di una complessità multidimensionale che accompagna
ogni essere vivente dalla nascita alla morte.
A pensarci bene l'articolo fa riflettere anche chi volesse solo trovare o
valutare un modello per prevedere la risposta (efficace o letale per l'uomo?)
ad un nuovo farmaco, magari dovendo scegliere fra un economico software e un
modello animale, che potrebbe essere comunque impreciso ma è certamente una
struttura complessa con innumerevoli controlli a vario livello.
·
Un argomento vicino è toccato anche dal
giornalista scientifico Carl Zimmer, che fa notare in un articolo sul New
York Times (“Enlisting
a Computer to Battle Cancers, One by One”) che se vogliamo andare verso
una medicina personalizzata che considera un numero più elevato di variabili,
è estremamente complesso gestire e sintetizzare la massa di informazioni che
escono dalle riviste scientifiche.
|
|
3/4/14-IT
|
·
Da Orvieto Scienza 2014 giunge la
proposta di costituire un’autority che dovrebbe aiutare la politica ad
evitare di lasciare un vuoto spesso riempito da ciarlatani o, quando va bene,
dalla magistratura.
Un articolo
sul sito di Pikaia
riporta con notevole risalto che: “Nell’ambito del convegno “OrvietoScienza” 2014, è stato sottoscritto
il “Manifesto
di Orvieto” in cui si propone la creazione in Italia di un’Authority
di raccordo tra il mondo della ricerca e della formazione e i luoghi della
decisione politica, sul modello della Royal Society britannica. Non
dimentichiamo mai le parole di Goethe “ Niente è più terribile di
un’ignoranza attiva”
In sintesi, il “Manifesto di Orvieto” richiede ai politici l’istituzione di
un’Authority scientifica, di un’autorità garante e indipendente che fornisca
le conoscenze necessarie per i processi decisionali, e che si trovi al centro
di una rete di “relazioni istituzionalizzate” tra la scuola, il territorio,
la società civile e la ricerca, da una parte, e i decisori pubblici di vario
livello, dall’altra. Non si tratta certamente di una richiesta
d’avanguardia o addirittura utopistica. In altri paesi, questo insieme di
relazioni è da anni ufficialmente strutturato e affidato a istituzioni
universalmente riconosciute per competenza e indipendenza.
Alcuni paesi occidentali interessati alla ricerca scientifica si sono già
dotati di authority (c’è ad esempio da tempo in UK la Royal society,
fondata nel 1660) che dovrebbero promuovere il ruolo e il rispetto della
scienza.
Una delle più antiche accademie, l'Accademia
dei Lincei, fu fondata nel 1603 in Vaticano e quindi in ambito cattolico,
ed ebbe fra i suoi primi membri G.Galilei, uno dei fondatori della
scienza moderna.
Dopo alterne vicende e diverse rifondazioni e gemmazioni, dal 1936 questa
struttura vaticana si chiama Accademia
Pontificia delle Scienze (PAS) e, secondo l'attuale presidente, il Nobel Werner
Arber, biologo molecolare e neodarwinista, questo organo vaticano di
consulenza scientifica, il più ricco di membri premiati con premi Nobel,
avrebbe l'obiettivo (12/10/12)
di "seguire con occhio critico lo sviluppo delle ricerche
scientifiche e i progetti di applicazione della conoscenza acquisita a
vantaggio del benessere dell’umanità e di un ambiente inalterato idoneo a uno
sviluppo sostenibile a lungo termine del nostro pianeta terra e dei suoi
abitanti; la conoscenza scientifica può influenzare, insieme ad altri
elementi del nostro sapere orientativo, le attività umane".
L'autorevolezza della PAS (che "pubblica periodicamente i suoi libri
per informare il mondo scientifico, la gerarchia della Chiesa e tutti i
cristiani e gli uomini di buona volontà, offrendo importanti suggerimenti a
favore di uno sviluppo sicuro, responsabile e sostenibile") ha da
tempo attirato l'ostilità non di chi vorrebbe conoscerne i costi - come forse
qualcuno potrebbe oggi pensare -, ma dei creazionisti "biblici",
come sono gli "esperti"
del Kolbe Center USA, le cui polemiche
spiegano i continui tentativi dei suoi "consulenti"
di reintrodurre in Italia il creazionismo biblico - anche grazie al prof.De
Mattei che nel 2009 li ospitò a Roma a sue spese).
E' sconcertante come i creazionisti e i neocreazionisti di solito neghino al
caso il ruolo importante che ha nell'evoluzione biologica. Esso è stato
osservato e dimostrato per la prima volta nel 1866 da Gregor Mendel
nei meccanismi riproduttivi che - negli organismi diploidi - dimezzano
l'informazione genetica trasmessa con i gameti ai figli.
Mendel aveva idee
molto chiare e tranquille sul ruolo del caso, che proprio non lo
innervosiva nemmeno: "Dipende
semplicemente dal caso -
scriveva nei suoi Versuche
über Pflanzenhybriden, Brno 1866 - quale
dei due tipi di polline si unirà con ciascuna cellula uovo".
Non si crede invece al ruolo del caso se si osserva chi collabora - non casualmente - con creazionisti biblici
come M.Giertych
o P.Rabischong, o altri che si dimostrano comunque creazionisti non
sopportando di accettare l'evidenza dell'origine dell'uomo dall'interno
dell'ordine dei primati; un fatto anatomicamente evidente già a Linneo, anche
molto prima delle risolutive analisi dei cromosomi ma soprattutto prima del
confronto fra il DNA umano e quello di altre specie di primati, più o meno
simili.
|
|
2/4/14-UK
|
·
A 50 anni dalla scoperta di Homo habilis
Su Nature un articolo del paleoantropologo Bernard Wood
commemora (“Human
evolution: Fifty years after Homo habilis”) il cinquantenario della scoperta ad
Olduvai, da parte di Louis Leakey, del primo reperto fossile associato
alla prima forma del genere Homo. L’articolo offre l’occasione non
solo di linkare alcuni importanti recenti articoli che hanno permesso
aggiungere nuove conoscenze sulle tappe dell’evoluzione umana e ovviamente
nuove ipotesi alla ricostruzione e all’interpretazione di una delle fasi
dell’evoluzione biologica che ci interessa maggiormente; senza escludere le
difficili relazioni con la tassonomia, a cui sta dando certo un grande
contributo anche la recente possibilità di analizzare le sequenze di parti
sempre più ampie del DNA dei nostri antenati.
Un esempio della possibilità di nuove audaci ipotesi lo vediamo anche in un
post odierno del blog del paleoantropologo John Hawks (“'My
sense is that handy man should belong to its own genus, neither australopith
nor human'”)
|
|
2/4/14-IT
|
·
La storia della biologia a Padova
[Da Pikaia] Martedì 8 aprile alle ore 16 presso l'Aula A al piano
terra del Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova, Elena
Canadelli e Alessandro Minelli presenteranno le "Cronache
della biologia padovana", ovvero il quaderno, trascritto per la
prima volta, che racconta la vita scientifica e accademica dei biologi di
Padova tra il 1735 e il 1967. Introduce Telmo Pievani. Programma.
|
|
|
31/3/14-IT
|
·
“Tra aggressività e altruismo negli
animali”, e nell’uomo.
Il genetista M.Mandrioli
riferisce nel suo blog Il gene irriverente (“Tra
aggressività e altruismo”) sull’ultima conferenza tenuta il 28/3 da
T.Pievani a Modena al Collegio San Carlo (qui l’archivio
dei video delle conferenze del decennio).
Pievani riferisce, e commenta, sulle interazioni fra egoismo/altruismo e
gradi di parentela nello svilupparsi delle relazioni sociali che si
instaurano nei mammiferi ma soprattutto nell’uomo. Inevitabili i riferimenti
all’ultimo numero di Micromega (2/2014) con alcuni contributi alla “Bellezza
di Homo sapiens” e alla sua evoluzione.
In particolare si cita il primo contributo, quello su “Homo sapiens,
ostile e solidale”, di Samuel Bowles, un economista
statunitense che attribuisce un ruolo importante all’evoluzione biologica
anche nella costruzione del significato che nella nostra specie diamo a
parole come democrazia, solidarietà e legalità.
Mandrioli continua quindi il discorso iniziato con un precedente recente post
(“Homo
sapiens, geneticamente ostile o solidale?”) che riguarda l’ultimo
fascicolo di Micromega, aggiungendo anche il suggerimento di dare un’occhiata
al recente libro di Luigi Luca Cavalli-Sforza e Daniela
Padoan, “Razzismo e Noismo”.
|
|
|
28/3/14-USA
|
·
Trovato il più antico genoma di Homo
sapiens, di 45k anni fa.
Per ora c’è la notizia,
presentata ad un convegno e annunciata su Science da Ann Gibbons con un suo articolo (“Oldest Homo
sapiens Genome Pinpoints Neandertal Input”), del ritrovamento di un osso di H.sapiens
di 45000 anni fa trovato in Siberia, che contiene DNA che sarà presto
sequenziato.
Ne parla anche l’antropologo Dienekes nel suo blog (“Oldest
modern human genome from Siberia ~45 thousand years ago”).
|
|
|
26/3/14-USA
|
·
Un nuovo esperimento su corvi della
Nuova Caledonia.
Sono davvero impressionanti gli
esperimenti che gli etologi riescono a progettare per dimostrare la capacità
dei corvi della Nuova Caledonia di raggiungere il cibo attraverso percorsi che
risulterebbero complessi anche per un essere umano.
Oggi è uscito su PlosOne l’articolo dal classicheggiante titolo “Using
the Aesop's Fable Paradigm to Investigate Causal Understanding of Water
Displacement by New Caledonian Crows”.
Qui
si possono trovare link a video e conferenze sull’incredibile abilità di
questa specie, e qui
troviamo l’esperimento citato da New Scientist
di oggi. L’argomento interessa anche a J.Coyne, che nel suo blog (“Eureka!
Canny crows figure out water displacement to get noms”), spiega
incuriosito e stupito le diverse fasi dell’esperimento.
|
|
|
24/3/14-UK
|
·
Un teologo ammette di dover lasciare
spazio agli scienziati?
Curioso articolo oggi sul Guardian (“Good
luck, physicists, with those tricky 'meaning of life' questions”;
chiaro e onesto anche il sottotitolo:”Scientists have replaced us
theologians as the people you'd ask your existential queries”), in cui sembra che un teologo della cattedrale di
S.Paolo e collaboratore del quotidiano (Giles Fraser) voglia gettare la spugna e passare la palla ai
fisici su temi che giustamente ammette essere ormai difficili da gestire,
almeno in certe ore della giornata (“To be honest, my head doesn't really get itself around gravitational waves at the
best of times, but before breakfast it's all too much”).
L’argomento sembra sia piaciuto ai
lettori (e ci sono quindi 600 commenti, se qualcuno ha tempo di leggerli).
Il ragionamento del teologo (e
l’augurio di buona fortuna) inizia citando la risposta apparentemente evasiva
(“clever but unsatisfying”)
di un fisico teorico a cui viene
chiesto cosa ci fosse stato prima del big bang.
Il teologo prosegue poi ammettendo
che la risposta del fisico non era però molto diversa dalla risposta ancor
più evasiva dei teologi a chi qualche secolo fa chiedeva loro “chi ha
creato Dio che ha creato il resto?”.
L’articolo e la discussione
proseguono poi, fra “God
of the gaps” e “non-overlapping
magisteria”, e continua anche in un post nel blog di J.Coyne
(“Theologian
gets pwned by physicist in The Guardian”).
A questo articolo risponderà poi sul Guardian un fisico, Jon Butterworth
(“Giles
Fraser says scientists are replacing theologians. Some thoughts on that”),
che fin dall’inizio apprezza che non si attribuisca alla scienza un ruolo
assurdo, che già Galilei rifiutava, quello di essere una nuova religione.
Ammette poi che non sia sempre facile conoscere il mondo e capirne il
significato, anche se terrebbe ben distinte le due questioni, evitando
soprattutto di concedere spazio al “God of the gaps”.
|
|
|
24/3/14-USA
|
·
Ci sono in giro delle bestie davvero
originali
Si tratta di una specie di
lucertola con le corna che vive in aree desertiche, si
ciba di formiche e si difende dai predatori con un cannone caricato “a
sangue” (video).
Per non sbagliare mira, il getto esce dagli occhi.
|
|
|
24/3/14-IT
|
·
Sono in rete molti video delle
conferenze dei Darwin Day
Molti di quelli realizzati nel
corso delle iniziative del 2014 si possono trovare qui (interessanti le iniziative realizzate al
Pigorini e a Firenze), mentre sono ancora disponibili alcuni dei video delle iniziative del 2013.
E’ evidente l’importante contributo
informativo e culturale fornito da queste iniziative sui temi sollevati
dall’evoluzione biologica, un processo naturale a cui certamente tutti
partecipano gratuitamente. Quasi tutti hanno avuto occasione di conoscere ma
che poi, se sono onesti e sinceri, avranno il coraggio di ammettere di non
aver capito bene, di aver comunque dimenticato
e magari di non essere interessato a cercare di capire anche se deve
parlarne.
Non può che far piacere che,
nonostante le iniziative su Mendel, di cui finora si trovano in giro solo un
paio di documenti audio di qualità non sempre accettabile, si lasci agli
evoluzionisti anche la divulgazione corretta, che già si dovrebbe fare a
scuola, delle importantissime scoperte fatte da Mendel.
E' l'unica possibilità per ottenere
che sia presentato correttamente il suo contributo anche alla scoperta del
ruolo rilevante del caso anche nei meccanismi riproduttivi, un punto
apparentemente incomprensibile
da creazionisti
poco interessati a capire il ruolo la scienza.
Evidente la differenza rispetto a
Mendel, che aveva idee
molto chiare e sul ruolo del caso, con cui non sembrava avesse allergie
particolari: "Dipende
semplicemente dal caso -
scriveva nei suoi Versuche
über Pflanzenhybriden, Brno 1866 - quale
dei due tipi di polline si unirà con ciascuna cellula uovo. Tuttavia, per la legge delle probabilità,
nella media di molti casi avverrà sempre che ogni forma di polline si
unirà con egual frequenza con ciascuna delle forme di cellule uovo [...].
I veri rapporti numerici possono risultare soltanto dalla media tratta dal
maggior numero possibile di casi individuali; più grande è il loro numero,
più facilmente si eliminano le perturbazioni accidentali".
|
|
|
23/3/14-USA
|
·
Risposta del fondatore di Wikipedia, Jimmy
Wales, ai “lunatic charlatans”
D’altronde la risposta era quasi
prevedibile: la petition
su Change.org per cui l’“Association for Comprehensive Energy
Psychology“ raccoglieva le firme iniziava infatti con la frase “Wikipedia is widely used and trusted”
purtroppo continuava lamentandosi che, nonostante i tentativi
dell’associazione che continuava a correggere in wikipedia i testi che
riguardavano l’”holistic approaches to
healing” i testi venivano sempre corretti (“For five years, repeated efforts to correct this
misinformation have been blocked”), per cui l’informazione
rimaneva “ biased, misleading, out-of-date, or
just plain wrong”.
La
risposta di J.Wales, pubblicata anche sul sito della petizione, è diretta
e precisa, confermando che intende mantenere il livello che porta a fidarsi
di wikipedia; invitava quindi i firmatari della petizione ad essere seri: “Every single person who signed this petition needs to
go back to check their premises and think harder about what it means to be
honest, factual, truthful”, ricordando gli obiettivi di Wikipedia:
“Wikipedia's policies around this kind of
thing are exactly spot-on and correct. If you can get your work
published in respectable scientific journals - that is to say, if you can
produce evidence through replicable scientific experiments, then
Wikipedia will cover it appropriately”. Brutale e precisa la conclusione: “What we won't do is pretend that the work of lunatic
charlatans is the equivalent of "true scientific discourse. It isn't”
Lo scambio di opinioni ovviamente ha interessato anche altri che negli USA
hanno spesso a che fare con gente simile, a cui anche i giudici chiedono dove
siano gli articoli che presentano esperimenti scientifici ripetibili che
confermino i fatti sostenuti.
Anche l’evoluzionista J.Coyne, preoccupato dei disastri culturali di cui sono
responsabili i creazionisti e i neocreazionisti, riporta la petizione e la
risposta di J.Wales (“Wikipedia
definitively rejects unsubstantiated woo”), che suscita molti
commenti positivi, fra cui un parallelo con un’altra famosa drastica
valutazione, quella del giudice
Jones che nella sentenza al processo di Harrisburg/Dover del 2005 aveva
chiamato 'Breathtaking
Inanity' (“inanità mozzafiato”) quella del Dover Area
School Board che aveva cercato di introdurre l’ID nelle lezioni di scienze: “lied to cover up their religious motives, made a
decision of breathtaking inanity and dragged their community into this legal
maelstrom with its resulting utter waste of monetary and personal resources."
Il termine era piaciuto anche ad altri, come a Michael
Zimmerman, fondatore del Clergy Letter Project,
che scrisse un articolo sull’Huff.Post (“The
'Breathtaking Inanity' of Rick Santorum and Michele Bachmann”) contro due
creazionisti USA, ricordando che nessuno oggi può contestare che
· Evolutionary
teaching has nothing to say about religion, and the leaders of most major
religions understand this;
1.Evolutionary theory
is the only viable scientific theory explaining the diversity of life found
on Earth and virtually every major biological society in the world has issued
a statement in support of this position
Lo stesso Zimmermann
scrisse sempre sull’Huff.Post un articolo su "Intelligent
Design's Final Days".
|
|
19/3/14-USA
|
·
Creazionismo ed educazione. Due
problemi con una soluzione unica?
Forse sì, ma la soluzione non è certo questa…
Nel blog di PZ.Myers si associano queste due emergenze (che certo
sarebbero incompatibili) nel post “If
you won’t pay people what they’re worth, you’ll get people worth what you pay”,
dove tratta il problema della crescente instabilità
e precarietà dei docenti universitari, assunti a tempo parziale, pagati
sempre meno, lasciati senza
benefits o assistenza sanitaria, e della stabile presenza dei
creazionisti negli USA.
Da qualche giorno PZ.Myers citava il primo
argomento, prendendo spunto dalla storia di un
buon brillante sessantenne, il filosofo della scienza John Wilkins, il cui unico lavoro da
3 anni sono i libri che scrive e il blog Evolving Thoughts.
Oggi aggiunge la dimostrazione che qualche struttura didattica cerchi una
soluzione al risparmio assumendo personale
docente part time che accetta la precarietà e un basso stipendio, forse
accontentandosi che vengano apprezzate anche le sue pubblicazioni sulle
migliori tecniche statistiche baraminologiche,
apprezzate solo da “Answer
in Genesis”.
Si racconta quindi la
storia di un entomologo
creazionista
biblico assunto come docente di microbiologia
da un’università confessionale (University
of Idaho).
|
|
|
18/3/14-WORLD
|
·
Amazzonia 3D, il film documentario,
sarà nei
cinema dal 23 marzo,
per celebrare la Giornata
Mondiale delle Foreste, indetta dall’ONU.
Il film è stato premiato dal WWF alla 70° Mostra del cinema di Venezia con il
Premio Ambiente. Si può leggere un articolo sul film su L’Espresso,
con una clip di questo straordinario viaggio per immagini nella foresta
amazzonica.
Per chi non avesse pazienza di aspettare per vedere un documentario sulle
foreste, è interessante anche il film Le foreste e l’uomo
diretto da Yann
Arthus-Bertrand, autore anche del documentario Home, che illustra
i locali più belli della casa in cui abita la nostra specie.
Oppure può leggersi un paio di documenti informativi fra quelli disponibili
nel sito dell’ONU: Forests in a Green Economy - A
Synthesis, UNEP e Forests for People.
Altri brevi film disponibili sono i finalisti al concorso “Forests for People: 2013
UN International Short Film Contest”.
Se si ha fretta e ci si accontenta di una sola foto, suggerirei questa;
chiarisce un po’ l’idea dell’importanza che la natura attribuisce alla nostra
specie, e del significato relativo che la nostra specie attribuisce al tempo
in cui si svolgono i processi evolutivi...
|
|
|
17/3/14-USA
|
·
Una nuova serie di “Cosmos”, 30 anni dopo quella
di Carl Sagan.
30 anni fa Carl
Sagan realizzò «Cosmos: A
Personal Voyage», che ebbe un successo planetario (500 milioni di
spettatori in tutto il mondo) soprattutto grazie al suo entusiasmo e alla sua
abilità divulgativa.
In Italia Cosmos trovò spazio all’interno di Quark,
di Piero Angela.
Ieri è andata in onda la seconda puntata della nuova serie («Cosmos, Odissea nello
Spazio»), realizzata da un altro abile divulgatore
scientifico, Neil
deGrasse Tyson, per la FOX e il National Geographic,. In Italia era
visibile sul National
Geographic Channel di Sky.
Ne parla un articolo sulla Stampa (“Il
ritorno di Cosmos”).
Il tema della seconda puntata era quello dell’evoluzione biologica e dei suoi
meccanismi.
Un post (“Discoveroids
React to “Cosmos” Episode 2”) su un blog USA sintetizza le critiche
del Discovery Institute contro questa puntata e riporta quali sono gli
antidoti suggeriti dai neocreazionisti.
La reazione del DI è giustificata dalla semplicità con cui Tyson ha
evidenziato, riferendosi proprio all’intelligent design, l’assurdità di
rimanere ancora dubbiosi oggi; dopo ben duecento anni di prove e
dimostrazioni, ci sono ormai spiegazioni decisamente convincenti (“Neil
DeGrasse Tyson Explains Evolution and Critiques Intelligent Design”).
Certo ci sono anche quelle meno convincenti e quelle poco convincenti.
I creazionisti, abituati a credere a quelle per niente convincenti, perdono
sempre molto tempo su quelle meno convincenti, di cui la loro mente è
stracolma e non lascia spazio alle altre. De gustibus ...
Se ricordiamo che il DI era già stato più volte invitato – anche da un
giudice nel 2005 - a fare ricerca se vuole dimostrare che le sue ipotesi sono
sia scientifiche che migliori, sconcerta che la reazione di un suo alto
esponente sia tuttora incoerente (o tendenziosa): “Imagine if intelligent design had the money and other resources to tell
our story at this length and in such high style”.
Evidentemente non solo non riescono a capire la biologia moderna (per
mantenere in vita – e non troppo affollata l’arca - insistono a credere che
sia sbagliata la solita definizione di evoluzione!), ma nemmeno che Cosmos
mostri e dimostri le conoscenze ottenute e accumulate nei secoli grazie a
migliaia di ricercatori e non a pochi sceneggiatori abili “to tell our story” …
In fondo sfruttano anche l’ambiguità, di cui si vantano e su cui si adagiano,
del verbo “credere”, che preferiscono usare ancor oggi nell’accezione
tradizionale e riduttiva, molto efficace con le verità metafisiche, anche se
non viviamo più una cultura prescientifica che lascia molto spazio
all’irrazionalità.
|
|
|
16/3/14-USA
|
·
Ancora sui problemi del DI con la Ball State
University
La situazione si complica – o si chiarisce - ad un’analisi delle
dichiarazioni comparse in questi giorni sull’EvolutionBlog di Jason
Rosenhouse (“Dubious
Legal Analysis From the Discovery Institute”). Lo sintetizza efficacemente il canadese Larry
Moran in un suo post (“On
teaching creationism in American public universities”): “It's okay to criticize ID as bad science but it's illegal
and a dereliction of duty to allow any professors to defend ID and make the
case that it's actually good science. My head is spinning”.
Il problema sorge anche se si riflette sull’utilità del fatto che
siano dei parlamentari o degli avvocati ad occuparsi di cosa si insegna nelle
università USA o sulla necessità che anche in università debba essere difesa
quella separazione fra religioni e scienza che viene garantita nelle altre
strutture scolastiche, a difesa della libertà religiosa individuale. Ci sono
tante religioni anche in Canada o in Italia, ma la situazione USA è molto
diversa (come si è visto ieri con lo studente della Louisiana che ha fatto
arrabbiare l’insegnante rispondendo “Lord Budda” invece che
semplicemente “Lord” nello spazio del compito riservato al nome del
creatore).
|
|
|
15/4/14-USA
|
·
In Louisiana un giudice condanna un’insegnante e
una scuola creazionista che aveva umiliato uno studente diversamente
credente.
Tutti i docenti sono stati addirittura condannati a seguire un corso
sulle procedure e i divieti derivanti dalla protezione alla libertà di
religione prevista ad ogni individuo dalla costituzione.
La sentenza,
pubblicata oggi, condanna la scuola anche al pagamento delle spese
processuali (40.000$).
La storia viene raccontata oggi (“Louisiana
Creationists Crushed in Sabine Parish”) in un blog che fornisce
anche una descrizione degli eventi di cui si è occupato il processo, davvero
offensivi per la scienza e per la religione ma soprattutto per il ragazzo
coinvolto, che ha dovuto cambiare scuola (“Louisiana
Creationism: A Typical Science Class).
Della sentenza si parla nel quotidiano locale (“Settlement
reached over harassment of Louisiana Buddhist student”) e nel sito
dell’ACLU che ha appoggiato i genitori del ragazzo (“Buddhist
Student, Religious Liberty Prevail In Louisiana; la notizia
viene ripresa e discussa anche dal blog di J.Coyne (“ACLU
overturns blatant First Amendment violation in Louisiana”).
Interessante il fatto che la scuola dovrà continuare a pagare per anni le
spese di trasporto che il ragazzo dovrà affrontare per spostarsi nella nuova
scuola.
La lettura della sentenza,
con tutte le definizioni e le restrittive norme di comportamento che gli
insegnanti dovranno studiare e rispettare rende evidente quanto sia difficile
ancor oggi far rispettare i diritti
costituzionali in un’area degli USA in cui l’integralismo religioso – e il
relativo creazionismo - è tuttora invadente e aggressivo, verso altre
religioni ma soprattutto verso l’evoluzione culturale umana.
|
|
|
14/4/14-USA
|
·
La situazione ritorna problematica alla Ball State
University (Indiana. USA).
L'anno
scorso, dopo la segnalazione (maggio 2013) che in un’università statale
un fisico (Eric
Hedin) stava tenendo un corso sull'Intelligent Design ("The Boundaries
of Science") utilizzando prevalentemente i testi poco scientifici
dei suoi principali esponenti, la presidente della BSU, sulla base anche di
una richiesta ufficiale pervenuta dalla Freedom
From Religion Foundation, aveva ritenuto necessario
e urgente aprire una procedura di verifica.
A seguito di ciò la commissione nominata dall’università aveva evidenziato
aspetti che ai
primi di agosto avevano poi portato alla sospensione del corso,
nonostante le proteste
del Discovery Institute, con cui E.Hedin collaborava.
La situazione si era ulteriormente complicata nel luglio
2013 per l'afferenza alle stessa università di un altro fisico (Guillermo
Gonzalez), un astrofisico che aveva collaborato con il DI (per il libro e
il video "The Privileged Planet") e
che era perfino stato citato nel film antievoluzionista "Expelled"
di Ben
Stein per aver perso il lavoro che aveva all'Università dello Iowa.
In
questi giorni la situazione sembra sul punto di riaprirsi, in seguito
all'iniziativa del Discovery Institute di far
intervenire 4 parlamentari repubblicani dell'Indiana (11/4, il 14/4 su USAToDay)
per indagare sul sospetto che ci sia
una situazione di attacco alla "libertà accademica" ("imposition of a speech code censoring faculty speech on
intelligent design”).
Se ne parla anche nel blog
di J.Coyne.
Un aspetto importante, quello che probabilmente ha spinto il DI a non subire
senza reagire l’annullamento del corso, è il documento molto netto che la
presidente della BSU, Ann M. Gora, inviò l’estate scorsa (31/7/13) a tutti i
docenti e gli studenti della BSU, e che viene riportato in questo
post.
Il documento è stato evidentemente scritto dopo aver verificato le opinioni
della scienza e della giustizia (la
sentenza del 2005) sull’ID. La frase principale è la seguente: “Intelligent design is
overwhelmingly deemed by the scientific community as a religious belief and
not a scientific theory. Therefore, intelligent design is not appropriate
content for science courses. The gravity of this issue and the level of
concern among scientists are demonstrated by more than 80 national and state
scientific societies’ independent statements that intelligent design and
creation science do not qualify as science”.
Un altro punto rilevante è il
seguente: “Teaching intelligent design as a scientific theory is not a
matter of academic freedom – it is an issue of academic integrity. As I
noted, the scientific community has overwhelmingly rejected intelligent
design as a scientific theory. Therefore, it does not represent the best
standards of the discipline as determined by the scholars of those
disciplines”.
Si è poi aperta poi anche una discussione sulla frase di un
alto esponente del DI citato anche qui sotto per il convegno di Huston, John
West, pubblicata da TheStarPress ("Lawmakers
probe religion vs. science at BSU"): "We determined through public documents one science
class is covering intelligent design in order to bash it. If they allow that,
it’s tantamount to state endorsement of an anti-religious view”.
Secondo Jerry
Coyne che ci ragiona nel suo blog, West sosterrebbe che l'Intelligent
Design sia meritevole della protezione speciale riservata alle opinioni
religiose o alle istituzioni religiose!
J.Coyne ritiene quindi che "this is an explicit admission by the Discovery
Institute that Intelligent Design (ID) is a religious point of view, for “bashing it” is “tantamount” to being
“anti-religious.”That’s an admission that they’ve avoided making, as they
claim that ID is not religion, but pure science".
Il DI nel
suo blog nega questa interpretazione della frase, anche se suggerisce che
l'intervistatore non abbia riferito correttamente il suo pensiero.
·
Comunque la notizia del convegno di Huston non sembra
escludere che ci sia, a questo proposito, qualche grossa novità in vista sul
futuro del Discovery Institute e dell’ID.
|
|
|
13/3/14-DE
|
·
S.Pääbo riferisce le curiose reazioni dei diversi
creazionisti alla notizia dell’ibridazione dimostrata fra neandertalensis
e sapiens. E da Panda’s thumb arriva la conferma.
Un post di Nick Matzke (del NCSE) sul blog Panda’s Thumb (“Svante
Pääbo on creationist reactions to Neanderthal interbreeding”) dimostra
quanto racconta Svante Pääbo in un suo recente libro (“Neanderthal Man: In Search of Lost Genomes”). Svante
Pääbo racconta di aver scoperto che
la sua dimostrazione sull’ibridazione fra neandertalensis
e sapiens ha ottenuto una ben
diversa valutazione fra creazionisti “della terra giovane” (a cui va bene) e creazionisti “della
terra vecchia” (per cui sarebbe
inaccettabile).
La dimostrazione viene dalla trascrizione
di un dibattito avvenuto nel 2010 fra diversi creazionisti, e ciò spiega
perché negli USA i diversi creazionisti avrebbero una qualche difficoltà ad
“ibridarsi” …
Negli USA infatti i diversi creazionisti
si danno molto da fare per proporre spiegazioni alternative, anche a costo di
essere ridicoli o di arrampicarsi sui vetri.
In Italia solo alcuni creazionisti “della
terra giovane” si impegnano a
diffondere in Italia ipotesi alternative
che nascono negli USA.
Purtroppo non è chiaro se la convivenza
con i creazionisti del gruppo che si riconosce in Evoluzione (?) Scientifica preveda anche la condivisione di queste certezze o
si prevedano piuttosto lunghe serate di discussioni fra idee incompatibili,
come quella riportata da Panda’s Thumb.
|
|
|
13/3/14-USA
|
·
Cosa succede al Discovery Institute? Si
arrende? O rinuncia alle ambiguità?
Da domani infatti inizia un convegno a Huston in Texas (REASONS 2014). Ci saranno i 3 massimi esponenti (William
A. Dembski, Ph.D., Stephen C. Meyer, Ph.D., John G. West, Ph.D.), che intendono
"to demonstrate the beautiful compatibility and
synergy of the natural sciences and orthodox Christianity". Assieme
a loro interverranno anche 4 docenti della vicina Houston Baptist
University.
Cos'è cambiato dal 2005, quando John West voleva far credere che
"Intelligent Design is Based on Science, Not
Religion"? La condanna a Harrisburg ha
cambiato qualcosa?
In realtà ancora
recentemente, nel 2013, Stephen Meyer del DI confermava che " Contrary to media reports, Intelligent Design is not
a religious-based idea, but instead an evidence-based scientific theory about
life's origins--one that challenges strictly materialistic views of evolution".
Già un mese fa si era insospettito per questa frase il Texas Freedom Network
(TFN), che conosce bene il DI, avendo sempre contrastato le sua iniziative
neocreazioniste in Texas: "'Intelligent Design’ Advocates
Acknowledge the Truth: It Really Is About Religion".
Nell'articolo si chiedono cosa sia successo, visto che il DI "have long insisted that they aren’t promoting a
religious concept like straight-up creationism".
Riportano anche una "curiosa" domanda che compare nella pagina web
del convegno: "Are science and Christian
faith friends or enemies? Do advances in cosmology, biochemistry,
paleontology, and genetics undermine essential Christian doctrines, or is
there in fact compelling evidence for design in nature?".
A pensarci bene infatti la stessa domanda se la facevano giù 20 anni
fa, quando inventarono l'ID. Forse qualcuno pensava o temeva che oggi
avessero già trovato una risposta?
Nel 2005 (l'anno del processo di Harrison/Dover) non
sembrava, visto che il giudice non la riteneva una risposta accettabile in un
tribunale. Forse non lo sarebbe neppure oggi, visto che se lo chiedono.
La conseguenza invece alla domanda che si era posto un mese fa il TFN
la vede molto chiaramente e brutalmente oggi Michael Zimmerman, il
fondatore del Clergy
Letter Project (un gruppo di migliaia di religiosi cristiani e
neodarwinisti; immaginetta
di Darwin in homepage e modelli
di sermone), e quindi pregiudizialmente non particolarmente
ostile: "Intelligent
Design's Final Days".
Zimmermann evidenzia una
situazione per lui inaccettabile: "According
to the conference promoters, therefore, intelligent design is the only
interpretation of scientific evidence that is compatible with their version
of Christianity".
Certo, sarà interessante vedere se a Huston anche i responsabili del
Discovery Institute trarranno le stesse conclusioni.
E' possibile che anche loro siano arrivati alla conclusione che se 9 anni fa
non erano riusciti a convincere nemmeno un giudice conservatore
dell'esistenza di un progetto di un essere superiore nell'evoluzione
biologica, ammetteranno addirittura che "genetics
undermine essential Christian doctrines"? Proprio adesso che
in Italia si ricorda come Mendel abbia scoperto il ruolo fondamentale del
caso nei meccanismi di trasmissione dei caratteri ereditari?
Curioso che Zimmermann nelle conclusioni del suo post sospetti che il DI
possa oggi scusarsi, 9 anni dopo, con il giudice John Jones III del
processo di Harrisburg/Dover per il testo che avevano diffuso subito dopo la sentenza:
"The Dover decision is an attempt by
an activist federal judge to stop the spread of a scientific idea and
even to prevent criticism of Darwinian evolution through government-imposed
censorship rather than open debate, and it won't work".
Il giudice infatti aveva dimostrato come non ci fosse traccia di lavoro
scientifico nei loro testi, come pure li aveva criticati per l'assenza di
laboratori e di ricerca sperimentale.
·
PS: Sono
davvero dinamici questi pastori, sacerdoti e rabbini evoluzionisti! Il Clergy Letter Project è riuscito ad organizzare in questo mese ben 605
iniziative per l'Evolution Weekend in onore di Darwin.
Quasi tutte negli USA, ma una era perfino a
Milano, alla All Saints'
Anglican Church. Celebrante: l'anglicano Rev. Russell G. Ruffino.
I laici, hanno sempre qualcosa da imparare dai religiosi evoluzionisti ...
Che l'evoluzionismo sia davvero una nuova religione con i suoi sacerdoti
(anche battisti ed evangelici) come ripetono i nostri creazionisti? Negli USA
sarebbe più facile confondersi.
Possiamo visitare anche il sito
di una grossa iniziativa realizzata a Fulton (MD) il 9 febbraio, forse anche
con la collaborazione di Biologos...
|
|
|
12/3/14-USA
|
·
205 anni fa Darwin e Wallace aiutarono a superare
un ostacolo notevole alla conoscenza umana; il mese dei Darwin Days si può
quindi concludere rivedendo un coretto molto particolare.
E' un Happy Birthday
C.Darwin del 2009 che dovrebbe essere apprezzato soprattutto in
Italia, un paese in cui i diversi tipi di
integralismo e [neo]creazionismo sono costretti a convivere anche con
gente che si nega di apprezzare e frequentare (i creazionisti biblici) pur di
fare un minimo di massa critica.
Partecipano infatti a questo video, con coretto e brindisi in onore di
Darwin, molti scienziati che frequentano l'Italia e il Vaticano, o docenti
che sono riusciti a cacciare i neocreazionisti dalla loro scuola, o
ricercatori impegnati nella difesa della scienza nei settori in cui è più
minacciata dall'irrazionalità, per motivi ideologici o economici.
Sono un esempio di quello che è necessario organizzare in paesi come gli USA,
dove un integralismo religioso ben finanziato diffonde e difende l'ignoranza
su un'ampia parte delle scoperte fatte dalla biologia negli ultimi 150 anni.
Possiamo riconoscere nel video ben tre autorevoli esponenti della ricerca
scientifica USA (P.George Coyne, Francisco Ayala, Paul Raven), cattolici che
fanno parte dall'Accademia Pontificia delle Scienze, dove sono spesso
intervenuti sui problemi dell'evoluzione o del riscaldamento globale, il
gruppo dirigente del NCSE e il gruppo di insegnanti di biologia del liceo di
Dover (che ha collaborato alla condanna del comitato didattico che aveva
provato ad imporre alla biblioteca del liceo i libri di biologia regalati
dalla vicina parrocchia battista).
Ricordiamo bene che il processo di Harrisburg/Dover
si concluse davvero male per i sostenitori dell'ID (se lo ricorda meglio il
comitato didattico che ha dovuto pagare un milione di dollari di spese
processuali).
·
Purtroppo sembra che dopo 9 anni il Discovery
Institute se ne stia dimenticando: l'anno scorso ha cercando di inserire
l'ID anche nei corsi universitari (alla Ball
State University, in Indiana) per insegnare un'ipotesi religiosa non
dimostrata, l'ID, che permetterebbe di chiamare scienza anche l'astrologia,
come ammise perfino lo stesso Behe al processo.
Il processo di Harrisburg permise anche di scoprire
un vero missing
link, capace di dimostrare la transizione (truffaldina) fra il
creazionismo della Genesi e il neocreazionismo dell'ID: fu merito della
filosofa della scienza Barbara
Forrest, che, controllando le successive edizioni del libro
dei creazionisti ("Of Panda and people"),
scoprì il missing link del 1987 e
contribuì all'umiliante sconfitta da cui il Discovery Institute si riprese
solo dopo anni, con difficoltà e solo parzialmente.
Nel suo sito web (Creationism's
trojan horse) ci sono link a documenti che permettono di conoscere
meglio il lato oscuro di un'ipotesi religiosa che nessuno può prendere
seriamente in considerazione, come spiegò nella sentenza del
2005 il giudice che condannò la commissione didattica: l'intelligent
design non è nè una teoria nè un'ipotesi scientifica, ma un'ipotesi religiosa
per cui "To preserve the
separation of church and state" si proibiva agli insegnanti "to denigrate or disparage the scientific
theory of evolution, and to refer to a religious, alternative theory known as
ID".
Il giudizio
complessivo riportato nella sentenza
era senza appello: "We find
that ID is not science and cannot be adjudged a valid, accepted scientific
theory as it has failed to publish in peer-reviewed journals, engage in
research and testing, and gain acceptance in the scientific community. ID,
as noted, is grounded in theology, not science". E
in effetti i condannati non fecero appello.
|
|
|
11/3/14-USA
|
·
Cosa si insegna nelle scuole creazioniste USA?
Quali testi usano?
Il 28/1 avevo riferito dell'esistenza negli USA di un'ampia rete di
scuole semiprivate (riunite nel Responsive
Education Solutions charter system) in cui si
seguono programmi didattici che prevedono l'insegnamento di una biologia
irrazionale, non basata sull'evoluzione ma sulla creazione e sulla bibbia.
L'aspetto più grave è che queste scuole sono parzialmente finanziate dagli
stati, con un sistema di voucher.
Una situazione che, vista dall'Italia dove anche le scuole parificate devono
rispettare il programma didattico statale, eventualmente integrato con altri
corsi, sembra decisamente assurda.
Non avevo avuto tempo di raccontare altri elementi interessanti che avevo
potuto evidenziare. In particolare mi avevano colpito le informazioni fornite
da questa pagina web ("Say no
to creationst voucher").
Qui si può consultare l'elenco delle scuole che, in vari stati, usano questo
sistema di voucher. Per ognuna delle scuole ci sono schede con altre
informazioni, come ad esempio i link a siti con i manuali informativi, o con
eventuali dichiarazioni di fede richieste; viene poi indicato quale
curriculum didattico viene utilizzato gfra quelli accettati dalle chiese
evangeliche.
Si scopre così che ad ogni curriculum, corrisponde una casa editrica che
pubblica i libri di testo per tutte le materie.
Chi volesse immergersi in questo mondo di integralisti religiosi che usano la
bibbia come metro di valutazione dei libri di testo, e che vogliono imporre
anche ai loro figli lo stesso contesto culturale, scoprirebbe che si può
scegliere fra Accelerated
Christian Education (ACE), ABeka, Bob
Jones University Press, Apologia, Purposeful
Design, Concordia, Alpha
Omega, Landmark’s
Freedom Baptist Curriculum, Christian
Schools International (CSI), e The
Foundation for American Christian Education (FACE).
Ovviamente non ci si può fare un'idea precisa di questi testi senza comperarli
... ma ho scoperto in uno dei libri di biologia anche un'informazione che in
Italia sembra che i creazionisti ignorino completamente. Nella prima pagina
di questo testo si avverte infatti che da qualche secolo la scienza ufficiale
è materialista, cerca spiegazioni naturali, e quindi non ha bisogno di Dio.
Sembra che qualcuno in Italia non lo sappia..
Chiunque avesse studiato su quel libro invece avrebbe chiaro fin da piccolo
che non sarebbe educato accusare di ateismo chiunque sostenesse di non avere
ormai più bisogno di Dio per spiegare qualche fenomeno naturale.
Immagino che anche gli evoluzionisti Peter
Schuster e Werner
Arber, consulenti vaticani per la scienza e l'evoluzione biologica
che hanno espresso opinioni simili, non verrebbero inseguiti da integralisti
religiosi che li accusano di ateismo, apparentemente cercando qualche
pretesto per fare conoscenza con i loro avvocati.
Lo stesso avverrebbe ovviamente anche per normali ricercatori, che non sono
né premi Nobel né consulenti del papa.
Ricordo comunque come Francisco Ayala
nel 2008 sia stato coinvolto come consulente per certificare davanti ad un
tribunale che una preparazione in biologia effettuata su libri creazionisti
come quelli citati non fosse accettabile per iscriversi alla sua università,
l'U. of California (in quel caso i testi erano "Biology: God's Living
Creation", "Chemistry
for Christian Schools", "Science of the Physical Creation in
Christian Perspective"). Ayala lo ha certificato e il
giudice ha
dato ragione a lui e torto a
Michael Behe, consulente per le scuole religiose.
Certo negli USA deve essere imbarazzante avere una cultura creazionista, ma
almeno sono più coerenti: come si vede hanno anche una fisica e una chimica
creazionista, per cui si notano meno rispetto a chi altrove spera di non
essere riconosciuto come creazionista; ammettendo di avere problemi solo con Darwin, cerca di
mimetizzarsi come un antidarwinista semplice.
Aggiungo che non bisogna dimenticare il ruolo dell'homeschooling,
abbastanza diffuso fra gli integralisti religiosi USA, utile anche per far
seguire ai propri figli i curricula didattici creazionisti citati, che la
scuola più vicina a casa non sempre offre.
|
|
|
10/3/14-USA
|
·
Il NSB (National
science Board) che coordina la NSF (National Science Foundation)
ha realizzato e pubblicato il volume "Science
& Engineering Indicators 2014" (SEI).
Il volume presenta il panorama internazionale della ricerca scientifica e
tecnologica, in cui viene inserita la posizione degli USA e a cui affianca
un'analisi delle strutture didattiche che rendono possibile che gli USA
rimangano tuttora nelle migliori posizioni.
Il volume, interamente disponibile on line anche in formato PDF (overview,
sitemap),
si compone di 8 capitoli e presenta anche risultati di indagini che
presentano il livello di competenza raggiunto dai diversi paesi per quanto
riguarda la ricerca e lo sviluppo. Si trovano quindi anche valutazioni delle
conoscenze, e in particolare anche quelle sull'evoluzione, in diversi paesi.
Questi i capitoli del volume:
1-
Elementary
and Secondary Mathematics and Science Education
2- Higher Education in Science and
Engineering
3-
Science
and Engineering Labor Force
4- Research and Development: National
Trends and International Comparisons
5- Academic Research and Development
6- Industry, Technology, and the
Global Marketplace
7-
Science
and Technology: Public Attitudes and Understanding
8- State
Indicators (con interactive state data tool)
|
|
|
9/3/14-USA
|
·
Un aggiornamento sulla situazione a Dayton, dal
quotidiano locale.
Un nuovo articolo sul quotidiano locale TimesFreePress (“Discord
roils Bryan College as creation flap brings host of issues”) presenta
rapporti abbastanza tesi fra le varie componenti del Bryan College,
con un presidente che ottiene l’appoggio solo dal comitato dei garanti per la
sua richiesta oggettivamente eccessiva e assurda di certificare pubblicamente
che nel collegio si insegna una biologia sbagliata, priva dell'elemento che
unisce e collega tutti i fatti della vita, l'evoluzione.
Fra i docenti si teme quindi che, procedendo nella direzione imposta dal
presidente, il collegio potrebbe perdere in breve tempo “the school's identity, its academic integrity and its
viability” (e quindi anche i 29000$ che ogni famiglia paga di
retta annua).
|
|
|
8/3/14-IT
|
·
Filosofia/filosofi e scienza/scienziati . Vivace
cambio di opinioni fra Mancuso e Pievani su MicroMega. Molto vivace.
[da
Pikaia] Al ragionamento esposto da T.Pievani sull’ultimo numero di Micromega
sull’uso e l’abuso del pensiero degli scienziati per altri fini (“Con
buona pace dei teologi (eretici e non)”) il 4/3 aveva risposto Vito
Mancuso (“Il
cosmo e l’evoluzione sono tutto un Dharma”), pur non essendo l’unico
ad essere direttamente coinvolto.
Controreplica oggi di T.Pievani (“Perseverare
diabolicum. Risposta a Vito Mancuso”), certo provocato anche
dall’imprevedibile conclusione della replica.
L’aspetto più sconcertante è comunque che c’è ancora qualcuno (addirittura un
teologo in questo caso) che, prima di affrontare il tema dell’evoluzione e di
criticare le attuali conoscenze (non verità) scientifiche, evita di informare
sull’evidente rispetto delle conoscenze scientifiche dimostrato negli ultimi
anni dal Vaticano, con la nomina nel 2010 di un biologo evoluzionista alla
presidenza dell’Accademia Pontificia delle Scienze.
Certo il premio Nobel Werner
Arber non deve occuparsi di teologia (anche se pochi
mesi fa si era permesso di suggerire ad un pubblico qualificato che
sarebbe indispensabile e urgente un aggiornamento della teologia, per
adeguarsi allo sviluppo delle scienze) ma è assurdo che chi intende
influenzare scelte teologiche disprezzi e contesti, senza avere il coraggio
di manifestarlo esplicitamente, una scelta così precisa e significativa
effettuata solo 2 anni fa dalla massima autorità vaticana.
E questo sia sull’evoluzione biologica come fatto indiscutibile (origine
comune di tutti gli esseri viventi compresa, che si ammette risalga a 4.5
miliardi di anni fa) che sull’attuale teoria dell’evoluzione come migliore
spiegazione (per ora solo scientifica, ovviamente) di questo processo.
Non dimentichiamo che cambiamnti notevoli comunque si fanno: solo 12 anni fa,
nel
2002, l’attuale papa emerito accoglieva in Vaticano M.Giertych e
i suoi amici creazionisti biblici del Kolbe Center USA; poi cambiò idea e
cercò inutilmente
(anche nel 2009 qualcuno in Vaticano tradì la
fiducia del papa) di tenerli
lontani, soprattutto in occasione dei convegni
del 2009 su Darwin e l’evoluzione).
Se di queste novità recenti può essere considerato responsabile il
precedente papa, mi sembra improbabile che la situazione possa regredire
proprio ora che c’è un papa che ha, forse per primo, anche un po’ di
preparazione scientifica di base. Forse è anche uno dei primi religiosi
importanti, dopo l'abate Mendel, a conoscere l’importanza fondamentale di
eventi probabilistici, ben noti non solo a chiunque abbia studiato biologia,
ma anche a chi conosce la struttura dell’atomo e la chimica.
|
|
|
8/3/14-USA
|
·
Il gruppo Biologos, certamente coinvolto
nell’affare, chiarisce i fatti che hanno portato allo scontro al Bryan
College di Dayton.
Il post “BioLogos
Responds to Bryan College Decision” comparso sul sito Patheos
riporta alcuni fatti nuovi, che coinvolgono direttamente iniziative finanziate da Biologos proprio al Bryan College.
Biologos è
un gruppo di evangelici, fondato da Francis Collins per diffondere
l’evoluzionismo teista fra gli evangelici della bible belt.
Da notare che Biologos si
presenta con un sito web in cui non solo c’è un’ampia pars construens
(che non è necessariamente convincente per tutti, essendo rivolta
prevalentemente a creazionisti biblici) ma anche una paginetta semplice e
chiara (“What we believe”) in cui è
esposta la pars declarans, che aiuta a capire quali sono le premesse
che utilizzano per interpretare il mondo. Purtroppo se dalle undici premesse
elencate togliamo quelle che invocano Dio e i suoi multiformi e indimostrabili
interventi (“In both natural and supernatural
ways, God continues to be directly involved in creation and in human history”),
di quel paragrafo rimane solo il titolo (“What
we believe”), a cui sarebbe a questo punto necessario aggiungere almeno
un punto di domanda (sempre che sia utile lasciarlo…).
Essendo un sito rivolto ai creazionisti, educatamente manca una pars
destruens, del resto poco adatta per un sito di sostenitori dell’evolutionary
creation.
Tutto iniziò l’anno scorso con
il finanziamento
di Biologos ad un progetto di ricerca proposto da due docenti del college, un
biologo e un biblista, intenzionati a confrontare le diverse ipotesi sulle
origini della vita.
Con i soldi di Biologos il 3/2/14 è
stato organizzato un dibattito (“Young
earth creationist and theistic evolutionist discuss beliefs”) fra l’ex
presidente di Biologos e un creazionista biblico, che sono spesso in tournee insieme.
Nel sito del college è disponibile anche l’audio della discussione (“A question of origins”), se
qualcuno volesse verificare come sia più costruttivo discutere fra
creazionisti di diverso tipo, evitando di disturbare quelli che sono fissati
con le dimostrazioni, pur dovendo ormai sapere che è un atteggiamento
materialista e quindi considerato un po’ provocatorio.
Sembra che il presidente del Bryan College non abbia apprezzato
l’apparizione di un evoluzionista teista nel suo college, e abbia deciso di
utilizzare meglio la bibbia per stilare un nuovo giuramento non ambiguo, per
evitare che il suo college venga sommerso da questo diluvio di modernità (“We believe that there was a singular Adam and Eve, we
believe that Adam and Eve sinned and because of that sin that we have the
incredible fall of mankind. So that has been the historical position, continues
to be the position of Bryan College)”.
In realtà è possibile che vengano travolti i docenti , e forse anche
il collegio, visti i risultati della successiva votazione di sfiducia.
·
Materiale didattico interessante sul DNA
In un sito web creato dal Laboratorio di Cold Sping Harbor, “DNA from the beginning”, 75
spiegazioni con animazioni mostrano i 75 esperimenti scientifici che hanno
contributo a dimostrare le conoscenze su cui si basa la genetica e la
biologia moderna.
Si inizia con quelli che hanno permesso di capire la genetica classica
(e ovviamente incotriamo Mendel), passando poi agli esperimenti che hanno
dimostrato quali sono le strutture e i ruoli delle diverse molecole.
Alla fine si mostrano gli esperimenti più recenti che hanno svelato i
meccanismi che gestiscono l’organizzazione e il controllo che permettono al materiale genetico di fare,
se possibile, il suo dovere nel modo migliore e più sicuro (caso permettendo,
ovviamente). Prima di discutere di biologia bisogna conoscerli.
Lo so, è difficile, ma ora se non ci si fida non serve nemmeno un laboratorio
per controllare: ci sono anche su internet. E ora si conosce anche il sito
web: “DNA from the beginning”
|
|
|
8/3/14-IT
|
·
Esce un libro di Dario Maestripieri sul
comportamento dei primati.
Il libro, pubblicato da Cortina, è intitolato “A che
gioco giochiamo noi primati”.
Dario Maestripieri
insegna Biologia evoluzionistica, Neurobiologia, Psichiatria e Neuroscienze
comportamentali all’Università di Chicago, all’Institute for Mind and Biology, nel
Department of Comparative Human Development, dove dirige il Behavioral Biology Laboratory.
Qui gli altri libri di
D.Maestripieri e le principali
pubblicazioni.
Si è laureato alla Sapienza
in biologia nel 1987 e dopo il dottorato in Psicobiologia a Roma si è subito
trasferito negli USA (come post-doc all’Università di Emory); da quest’anno è
anche visiting professor a Cambridge (UK).
Come ci illustra Maestripieri, I codici che regolano il nostro comportamento
sono il frutto di milioni di anni di evoluzione e tutto, dal modo in cui gli
amanti si lasciano a quello in cui facciamo carriera, dipende dalle nostre
radici da primati.
·
A proposito: uno stimolante contributo italiano
alle ipotesi sul ruolo dei diversi tipi di sbadiglio nei Theropithecus
gelada
Un gruppo di primatologi delle università di Parma e di Pisa (P.F.Ferrari
ed E.Palagi) hanno pubblicato il 6/2/14, nella sezione Scientific Reports
di Nature, un articolo in cui si ipotizza che nei babbuini Gelada
i diversi tipi di sbadiglio abbiano diversi significati: “Different
yawns, different functions? Testing
social hypotheses on spontaneous yawning in Theropithecus gelada”
|
|
|
7/3/14-USA
|
·
Si è già allo scontro, a Dayton, sulla
dichiarazione di fede creazionista biblica da sottoporre agli insegnanti per
rimanere.
Un articolo su Christianity toDay (“Bryan College Faculty Vote 'No
Confidence' in President over Adam and Eve”) racconta
alcuni aspetti ancora poco noti della reazione dei docenti del Bryan College
a partire dal 23/2, quando si seppe della novità proposta dal presidente e
dal comitato dei garanti [dei finanziatori].
L’articolo offre la possibilità di consultare molti documenti chiarificatori
che sono emersi recentemente.
Per esempio si ricorda la votazione di sfiducia del collegio dei docenti
verso il presidente della scuola, Dr.Stephen Livesay, avvenuta il
25/2; era la prima volta che avveniva qualcosa di simile, ed era stata
approvata con una votazione schiacciante: 30-2 e 6 astenuti. Con un’altra
votazione altrettanto chiara (38-1) si era chiesta almeno “a one-year moratorium on signing the contracts with the
clarification statement”.
Anche fra gli studenti era circolato un documento
in appoggio alla posizione critica dei docenti, firmato da 300 su 800
studenti.
|
|
|
7/3/14-IT
|
·
Dal 28/2 c’è un research blog in italiano
che si occupa di biologia evoluzionistica, con interesse particolare per la
genetica e gli insetti.
Lo gestisce il prof.Mauro Mandrioli, genetista all’Università di
Modena/Reggio, ex-presidente della SIBE e collaboratore del sito di Pikaia.
Il titolo del blog è Il gene irriverente, e Mauro nella
presentazione ci ricorda che “La genetica
riserva ogni giorno nuove sorprese, mostrando come spesso i geni sfuggano ai
dogmi in cui abbiamo cercato di rinchiuderli. I geni guidano l’evoluzione,
mentre altre volte ne subiscono le bizzarrie. A volte si spostano, saltano o
si trasferiscono. Che irriverenti che sono!”
E’ particolarmente stimolante l’articolo commentato oggi, un interessante
editoriale su Nature dal titolo “Epigenetics: the sins of the father“ dedicato
all’eredità epigenetica e scritto da Virginia Hughes, che tiene
un suo blog (Only human)
sul sito del National Geographic. Vi si cita un recente esempio di
ereditarietà epigenetica presentato su Nature neuroscience:”Parental
olfactory experience influences behavior and neural structure in subsequent
generations”
·
Sempre nello stesso fascicolo di Nature, uno speciale sui Vaccini.
Nel numero di oggi di Nature è presente un inserto
sui vaccini, che rimarrà disponibile gratuitamente per i prossimi 6
mesi.
La prima frase dell’introduzione ricorda come la scoperta e la diffusione di
massa delle vaccinazioni costituisce un trionfo della medicina preventiva e
ha certamente contribuito all’in credibile successo della nostra, ma si
sottolinea anche come non abbiamo ancora uno scudo adeguato contro i patogeni
letali.
Ogni giorno abbiamo infatti le prove che non solo ci sono ancora patogeni di
fronte ai quali non abbiamo difese adeguate,
ma ci sono ancora ostacoli scientifici, tecnologici ed economici, per
non parlare dell’esistenza anche di irrazionali ostacoli culturali, di cui
tratta l’articolo “Polio:
The eradication endgame” di Cassandra Willyard. Un video (“Vaccine delivery: The last mile”)
illustra le difficoltà che si affrontano per distribuire i vaccini in alcune
delle aree più disagiate del mondo.
Il successo di ogni specie dipende dall’interazione con l’ambiente, di cui
fanno ovviamente parte anche le altre specie, sia quelle che ci circondano
che quelle con cui viviamo in simbiosi. Oggi conosciamo sempre meglio il
microbioma che ospitiamo e i microrganismi (nessuno li ha contati con
precisione, ma si pensa che mediamente per ogni nostra cellula ci siano ben
10 cellule di microrganismi a noi estranei ma con cui è meglio convivere nel
modo più pacifico possibile).
Ovviamente è un caso imbarazzante di coevoluzione, che può comprendere
situazioni di parassitismo ma anche di simbiosi; non per niente da quando ci
si è resi conto della realtà, da circa vent’anni, in qualche università
americana è nato l’interesse per la medicina darwiniana o evoluzionistica.
Certo che, se si altera il normale equilibrio, non si può escludere che siano
solo i microrganismi a vivere qualche
ora di più.
Questi supplementi di Nature (ad accesso libero) sono
decisamente interessanti, in quanto approfondiscono singoli argomenti,
cercando di usare un linguaggio non molto specialistico. Qui c’è
l’indice degli articoli sui vaccini.
Intro: “Vaccination is a triumph of preventative healthcare.
But the project to erect immunological shields against deadly pathogens is
far from complete — some of the most lethal diseases still lack effective
vaccines. Moreover, major inequities exist in the global distribution of
vaccines. Despite substantial advances in vaccine production and development,
global efforts to eradicate disease through inoculation still face
scientific, technological and economic hurdles”.
Video:
“In this film we hear how Riders for Health
are tackling the transport problem in the last mile or so of a vaccine's
journey from factory to child in Africa”.
Se qualcuno volesse dare un’occhiata ai supplementi di biologia,
qui c’è l’indice
completo. Troverà le conoscenze attuali su numerose questioni che per
secoli non hanno avuto risposte verificate con il metodo scientifico.
|
|
|
6/3/14-IT
|
·
Dal 10 al 16 marzo, a Verona si terrà il Festival
della Scienza – InfinitaMente.
Sono previste iniziative anche sull’evoluzione biologica, la mente, il
linguaggio e le interazioni con l’ambiente.
L’iniziativa, dal titolo “Viaggio nella vita. Il cambiamento”, è
costituita da più di 100 eventi con la partecipazione di circa 200 tra
scienziati e protagonisti di spicco del panorama culturale e artistico
internazionale.
Il festival ha inoltre il patrocinio dell’Istituto Italiano delle
Neuroscienze e della Società italiana di Neurologia, che dall’edizione 2013
ha fatto di Infinitamente il suo evento portante per la promozione nazionale
della Settimana mondiale del cervello.
I focus sono suddivisi in 12 aree tematiche su cui si fonda l’edizione
2014 del festival: “Flussi e ritmi del cambiamento”, “Dall’uomo
all’universo. Ordine, disordine e caos”, “Cervello e fattori di cambiamento”,
“Cambiamento e nuovi modelli”, “Itinerario storico-archeologico del
cambiamento”, “Linguaggi e simboli del cambiamento”, “Viaggio nella vita: le
regole e non regole del cambiamento”, “Interazioni con l’ambiente e stimoli
al cambiamento”, “Prevedere e adattarsi al cambiamento”, “Percorso
Galileiano”, “L’evoluzione è servita: scienza e cibo”, “Cambiamento e
dintorni”.
Programma
completo
|
|
|
4/3/14-USA
|
·
Un nuovo articolo sul preoccupante caso di Dayton.
Ci sarà un nuovo processo dopo quello del 1925? Gli avvocati lo sperano…
Anche New Repubblic pubblica oggi un articolo sull’incredibile
dichiarazione di fede creazionista richiesta dal Bryan College di
Dayton.
L’articolo (“A Tennessee College is Forcing its
Faculty to Swear They Believe Adam and Eve Existed”) è ripreso dal blog di Jerry Coyne; forse le sue opinoni non interesseranno molto ai
responsabili del Bryan College, ma è la prova che gli altri 119 collegi
privati evangelici non intervengano su questioni di interesse comune ma così
imbarazzanti (al Bryan college stesso il presidente ha proibito ai docenti di raccontare i segreti
agli studenti, per non distrarli,)
In fondo, perché si dovrebbe far
pressione contro chi vuol porre un
limite alla ragione, se si è d’accordo? Anche J.Coyne dovrebbe essere
d’accordo?
Possiamo sperare che in Italia pochi
firmerebbero una dichiarazione di fede in cui si chiede ad un docente di
biologia di mantenere nell’ignoranza i suoi allievi solo perché il preside
pretende che spieghi che Adamo ed Eva “non
provengono da forme di vita precedenti”.
Anzi, quasi nessuno ha finora
ammesso chiaramente e pubblicamente, di essere certo che non abbiamo antenati
fra le scimmie, tranne gli Avventisti
dell’AISO, il prof. De
Mattei, il
Card.Martino, F.Agnoli,
G.Sermonti e R.Fondi.
E’ comunque “curioso” che le
posizioni vaticane siano oggi ben diverse, anche se solo apparentemente
chiare: non solo lo stesso card.Ratzinger nel 2004 ha firmato un documento in cui si riconosce l’origine comune di tutti
gli esseri viventi, dimostrata dalla ricerca sperimentale, ma sempre lui nel
2009 ha fatto organizzare ben due convegni in Vaticano sull’evoluzione, in
occasione del bicentenario di Darwin.
Questo non è sufficiente per dire
che in Vaticano apprezzino o accettino anche la teoria dell’evoluzione e la
casualità che Mendel
dimostrò esistere nella trasmissione ereditaria, ma non c’è alcun dubbio che
(anche in assenza di alternative credibili) i biologi evoluzionisti siano
tenuti in grandissima considerazione: poco più di un anno fa, il 20/12/2010, il papa ha nominato un autorevole biologo
evoluzionista come presidente della PAS. W.Arber sostituì Nicola Cabibbo,
fisico ma anche lui evoluzionista, da poco scomparso. Cabibbo fu uno dei
pochi cattolici a strapazzare
il prof.De Mattei quando osò sostenere il creazionismo, facendo venire a
Roma a sue spese (lui dice…) un pittoresco gruppo di creazionisti del Kolbe
Center USA per contestare
la decisione vaticana di organizzare addirittura due convegni
sull’evoluzione.
|
|
|
3/3/14-IT
|
·
Padova ospiterà due conferenze di Michael Ghiselin,
biologo evoluzionista, studioso di Darwin e filosofo della biologia.
Special Lectures in
Evolutionary Biology:
Lunedì 10 Marzo 2014: The
size-advantage model for the evolution of hermaphroditism: its discovery
and implications
Martedì 11 Marzo 2014:“A
Radical Solution to the Species Problem" in retrospect
|
|
|
3/3/14-USA
|
·
Esiste perfino un sito web dedicato all’omeopatia darwiniana.
La ricerca dei termini inglesi corrispondenti fanno comparire articoli
che ci riportano solo ai tentativi disperati di Darwin di curarsi dai
misteriosi acciacchi che lo inseguirono per tutta la vita.
Si rivolse infatti ad un omeopata, il dott. James Manby Gully,
esperto di omeopatia e idroterapia. Per iniziare ad informarsi, si
puòcominciare un articolo sull’Huffington Post (“The Amazing Story Of Charles Darwin And
His Homeopathic Doctor”).
Gli attuali amici di Darwin comunque si premurano di dimostrare che
Darwin fosse ben cosciente dell’irrazionalità del metodo, che pur utilizzò.
C’è poi solo “just
another WordPress.com weblog” dal nome “Evolutionary Homeopathy”.
Disperatamente vuoto….
·
Sarà ancora ricco di interventi il Darwin Day di Parma
Si terrà il 14 marzo e avrà come titolo “Dal
micro al macro: piccole grandi storie di evoluzione”. Aula Magna dell’Università, Via
dell’Università 12, Parma.
Si parlerà della simbiosi dell’uomo (M.Mandrioli), dell’origine ed evoluzione
delle piante terrestri (R.Ligrone), degli insetti parassitoidi (R.Romani),
dei dinosauri (A.Cau) e degli adattamenti dimensionali (L.Signorile) e alla
vita acquatica (C.Fossati) dei mammiferi
·
E.Boncinelli il
7 marzo a Varese riconfermerà che “La
scienza non ha bisogno di Dio”
Lo farà in occasione del Darwin
Day e riconfermerà non solo quello che ha scritto nel
suo libro, ma anche quello che hanno confermato recentemente perfino i
biologi evoluzionisti a cui il Vaticano ha chiesto consulenza o offre cariche
rilevanti, come il biochimico Peter
Schuster (invitato a
Castelgandolfo nel 2006 per spiegare l’evoluzione biologica al papa) o Werner
Arber¸ biologo evoluzionista,
premio Nobel nel 1978 e attuale presidente dell'Accademia
Pontificia delle Scienze.
Ambedue, probabilmente indifferenti ai “rischi” d iincotrare
qualche integralista creazionista, ammettono spomjtaneamente che oggi la biologia
non ha più bisogno di Dio per spiegare l’evoluzione: “we don’t need a Creator to explain what we see”,
“In
our civilization, both scientific knowledge and religious beliefs contribute
essentially to our orientating knowledge, but these two sources of our
worldview should not be intermingled” [2009].
Solo chi ha una visione davvero limitata della realtà (e magari crede
che esista una sola religione al mondo) pensa ancora che si investano soldi e
tempo nella ricerca scientifica solo per mettere in difficoltà la sua fede o
perché qualche talebano lo etichetti come ateo scientista che vuole la fine
della religioni.
Certo oggi nel mondo occidentale non dovrebbero esserci più le preoccupazioni
che assillavano il prudente Darwin; ai suoi tempi la prudenza era un
atteggiamento comprensibile, a causa dalle tante ignoranze, anche sue, su
fatti che allora si studiavano da poco e che non si conoscevano.
Ora l’ignoranza (e l’impossibilità di proporre almeno una spiegazione
migliore) sopravvive prevalentemente in chi nega l’evoluzione; con la scusa
che lui personalmente non capisce la teoria che oggi la spiega nel modo
migliore, anche se non sarà mai perfetta e completa.
Purtroppo perfino Werner Arber ha dovuto imparare a preoccuparsi
dell’ignoranza dei creazionisti. Nel 2008 fu accusato di incoerenza da un biologo creazionista dell’Institute of Creation Research (nel post di
Jerry Bergman “Werner Arber: Nobel Laureate, Darwin Skeptic“ si legge: “Arber concluded that the genetic mechanisms that
produce variation are designed and are not products of Darwinian evolution.
Furthermore, this variation--often called microevolution--has clear limits
and is unable to produce macroevolution.”).
W.Arber gli rispose attraverso il blog
di J.Rosenau, oggi del NCSE: “W.Arber also pointed out a common
problem in dealing with creationists: “I slowly
learn to write my papers by taking care to reduce the chance of
misinterpretation, but this is not easy”. Given creationists’
propensity for misrepresentation and quotemining, it is indeed difficult to
prevent such misinterpretation”.
E in effetti gli capitò di essere contestato una seconda volta, nel
2011, quando ricomparvero incomprensioni molto simili a quelle dei
creazionisti USA dell’ICR:
“le affermazioni di Arber parlano di mutazioni
compatibili solo con la microevoluzione, e non con la macroevoluzione,
cosa che sostengono anche tutti i critici della teoria neodarwiniana”
(ma anche dell’evoluzione, come si è visto); si insiste su una distinzione
inutile, se ci riferiamo solo ai meccanismi e non ai tempi e quindi alla
possibilità di verifica:”despite their
differences, evolution at both of these levels relies on the same,
established mechanisms of evolutionary change”. Purtroppo non
è semplice ragionare utilizzando la scala dei tempi geologici.
|
|
|
2/3/14-USA
|
·
Sconcertante
la notizia pubblicata oggi dal sito del TimesFreePress di Dayton, Tennessee,
USA, adatta per festeggiare la legge Moratti.
Probabilmente molti si ricorderanno del
processo (lo Scopes Trial) che
si tenne nel 1925 proprio in questa città degli USA. Forse qualcuno si
ricorderà anche del nome di uno degli avvocati che parteciparono a questo
processo, William Jennings
Bryan, bravissimo e
appassionato antievoluzionista.
Bryan morì 5 giorni dopo la fine del processo, e
in sua memoria venne costruito a Dayton un collegio religioso (il Bryan College) che forniva corsi per
studenti universitari. Venne sostituito all’accusa da un
bel tipo, favorevole all’eugenetica: “Conservative Rev. Clarence
True Wilson, the General Secretary of the Methodist Episcopal Board of
Temperance, Prohibition and Public Morals, was
chosen to debate Clarence Darrow after William Jennings Bryan’s death, believed that "only the white Aryan race was the
descendent of the lost tribes of Israel”
L’articolo
di oggi informa che il “Bryan
College takes stand on creation that has professors worried for their jobs”.
Perché questi insegnanti sono preoccupati e dovranno forse trovarsi
degli avvocati bravi come Bryan?
La notizia ha dell’incredibile, ma permette di scoprire che in molti college
privati religiosi USA gli insegnanti e/o gli studenti sono obbligati a
firmare una dichiarazione di fede, pena la non ammissione come studenti o
insegnanti.
La novità è che il Bryan College ha deciso di modificare questa dichiarazione
di fede per rendere obbligatoria, ma soprattutto inequivocabile, l’adesione
al creazionismo biblico “della terra giovane”; sembra che il dibattito fra
Ken Han e Bill Nye abbia stimolato l’esigenza di distinguere nettamente
evoluzionisti e creazionisti (Ken Ham influenzerebbe
molti donatori che sostengono il collegio).
L’attuale dichiarazione di
fede (“the origin of man was by fiat of God in the act of creation as
related in the Book of Genesis; that he was created in the image of God; that
he sinned and thereby incurred physical and spiritual death”) verrebbe sostituita dalla seguente: “We
believe that all humanity is descended from Adam and Eve. They are
historical persons created by God in a special formative act, and not from
previously existing life forms”.
Nell’articolo vengono
citati altri esempi di dichiarazioni di fede (e questa è un’altra),
ma nessuna pretende che si creda che tutti gli esseri viventi siano comparsi
nello stesso momento, né che Adamo non deriverebbe da forme di vita
precedente.
Proprio sul Wheaton College appena citato, e sulla realtà esistente nelle 120 scuole evangeliche
in cui sarebbe forse impossibile insegnare correttamente biologia, ci sono un
paio di post gustosi e interessanti, scritti da un ex-studente di scuole
evangeliche: “Misstatements of faith: How lying is
mandatory for white evangelical institutions (part
1), (part
2)”; l’autore si chiede se non sia una truffa far pagare 29.000$ se
non si può insegnare la biologia moderna necessaria per passare ad altre
università, dove, fa notare, “I learned that
the science of evolution is true and beautiful and good, and nothing like the
menace to my faith that I’d been warned against growing up attending a
fundamentalist church and private school”.
Nel post ci sono anche molte altre osservazioni interessanti, come ad esempio
il dubbio che “those professors are instead
required to lie outside of the classroom”; questi
insegnanti racconterebbero quindi la
verità ai loro studenti e farebbero poi i creazionisti al pomeriggio?! Sarebbe
il caso di verificare meglio i libri di biologia che usano; se sono quelli
usati anche nelle altre università si potrebbe stare tranquilli?
Comunque nel post si fa
capire che domina l’ipocrisia “I know that
biology students at Messiah College study evolution. I suspect the same is true
for biology students at Gordon College and at Westmont and at Asbury. It’s probably
also true at Wheaton College, although it also seems as though Wheaton would
very much prefer that we not say anything in public that might associate them
with the E-word”.
Lo stesso viene riferito in altri post dello stesso sito evangelico: uno di Peter Enns di Biologos (“If
They Only Knew What I Thought”), e un altro di F.Clarck (“Most
evangelical college grads have a story like this one”). Sembra ci sia
qualche problema per docenti “under inhuman
stress trying to negotiate the line between
institutional expectations and academic integrity”.
Qui un altro articolo critico (“Bryan
College “takes a stand” on creationism”) su un sito web evangelico, con
centinaia di commenti.
Ovviamente non è credibile un creazionista
o un antievoluzionista che manifesta dubbi sulla teoria dell’evoluzione senza
akmeno chiarire subito se nega anche l’origine comune degli esseri viventi o
i tempi dell’evoluzione; è noto che, anche solo su questi punti, nell’ambito
dei sostenitori dell’ID ci sia confusione e un evidente imbarazzo (il loro
blog ha infatti un titolo molto esplicito, “Uncommon descent”; anche recentemente hanno cercato di convincere
che il confronto fra uomo e bonobo “Might
Be the World's Most Underwhelming Evidence for Darwinian Evolution”).
La pagina web
su Adamo ed Eva che troviamo nel sito di Biologos,
gestito da evangelici evoluzionisti teisti (come i cattolici osservanti quel
che avviene in Vaticano), propone una via d’uscita da una situazione che è
davvero imbarazzante da 205 anni, da quando Lamarck capì che era assolutamente urgente e necessario
spiegare l’evidente evoluzione degli esseri viventi.
Della questione parla anche un blog
(“Creationist
Chaos at Bryan College”)
|
|
|
2/3/14-IT
|
·
Decennale
Dieci anni fa, il 2/3/2004, è
stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la riforma Moratti (il
decreto legislativo 19 febbraio 2004, n.59: Definizione delle norme generali relative alla scuola
dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione), con le modifiche ai programmi scolastici, dalla
scuola materna alle superiori. Il coordinatore della commissione che propose
la modifica dei programmi scolastici della precedente riforma del 1976, fu il
prof.Bertagna.
Nel 1976 era stato accettato per la prima
volta dai tempi di Darwin di inserire nei programmi scolastici italiani delle
medie lo studio dell'evoluzione e della teoria dell'evoluzione, che la
riforma Moratti poi eliminò dai programmi delle medie, mentre avrebbe dovuto
essere inserito nei programmi delle elementari.
Quasi subito iniziarono le proteste
contro una riforma che, oltre ad eliminare dalle media la teoria
dell'evoluzione e quindi la stessa evoluzione, aveva tolto un'impostazione
che dal 1976 era favorevole al metodo sperimentale fin dalla scuola materna;
in quei giorni nacquero queste pagine web, che quindi iniziano con un file
che riguarda il 2004, tuttora
consultabile anche se probabilmente piena di links non più consultabili. I
titoli degli articoli e i testi citati sono comunque utilizzabili come chiavi
di ricerca per far ricomparire da internet i testi cercati.
Come qualcuno ricorderà, la protesta
aumentò quando si scoprirono gli
incredibili motivi che avevano portato al peggioramento dei programmi per la
parte che riguardava la scienza e il metodo scientifico (prima presenti fin
dalla scuola materna, invitata a stimolare la curiosità dei bimbi invece di
far portare a scuola la scienza imparata … a casa).
La protesta e una raccolta di firme
portarono alla formazione di una commissione con ben due premi nobel (Levi
Montalcini e Rubbia), che propose ed ottenne la modifica dei programmi.
Ricomparve così l'insegnamento di una delle
maggiori scoperte umane, che modificò l'interpretazione stessa della realtà
naturale, sostituendo (involontariamente, sia chiaro) miti religiosi che in
tutte le culture avevano completamente frainteso il meccanismo naturale, e
non soprannaturale, che aveva portato alla biodiversità in cui siamo immersi
e al processo evolutivo a cui partecipa anche la nostra specie.
Come si può verificare dalle notizie del 2004, l'entievoluzionismo di allora non era
molto diverso da quello attuale, anche se i nomi di chi criticava la teoria
dell'evoluzione con libri dal titolo “Per finirla con
l’evoluzionismo”, “L'uccellosauro
ed altri animali“ e “Dopo Darwin” sono in parte diversi da quelli degli
autori che, sempre con una motivazione religiosa integralista, oggi sfruttano
il nome di Darwin illudendosi di far dimenticare anche A.Wallace ma
soprattutto le migliaia di ricercatori che dopo Darwin hanno contribuito a
precisare e migliorare i dati e le ipotesi che, già 50 anni prima, nel 1809,
Lamarck aveva proposto.
I creazionisti si guardano bene dal ricordare questo dettaglio, soprattutto
per far dimenticare che le motivazioni scientifiche sono alla base della
ricerca delle spiegazioni naturalistiche, iniziata già prima di Galilei (o si
vuol dimenticare il coraggio di chi, contestando i miti del tempo, fece
l’importante scoperta che la terra non fosse piatta). Per fortuna a quei
tempi giustamente non c’era rispetto per l’ignoranza.
Proprio in quei giorni, il 23/4/04, a Milano venne fondata l'AISO,
l'associazione avventista che aveva organizzato un paio di anni prima un’assemblea
sul creazionismo in un liceo milanese e che ancor oggi propone con
ingenuità e molta ignoranza l'antico creazionismo biblico, forse ignorando
che alla fine G.Galilei era sopravvissuto nonostante fosse stato accusato “d'haver tenuto e creduto dottrina
falsa e contraria alle Sacre e divine Scritture” e di “tener e
difendere per probabile un'opinione dopo esser stata dichiarata e deffinita
per contraria alla Sacra Scrittura; e conseguentemente [essere]incorso in
tutte le censure e pene dai sacri canoni et altre constituzioni generali e
particolari contro simili delinquenti imposte e promulgate”.
Indubbiamente, forse anche grazie ad una grossa donazione di cui l’AISO si
era pubblicamente vantata, ha avuto un certo successo in questi dieci anni:
oggi nel loro sito www.creazionismo.org
ospitano anche testi che provengono anche da creazionisti diversi dai
creazionisti biblici e addirittura da antievoluzionisti che negano di essere
creazionisti, pur contestando anche l’evoluzionismo teista della chiesa
cattolica.
In realtà è una piattaforma che, dopo essersi mimetizzata anche dietro altri
nomi (come fece il creazionismo USA che divenne Intelligent Design
immediatame nte dopo la sentenza "Edwards v.
Aguillard, 1987"), raccoglie oggi antievoluzionismi
diversi, a dimostrazione dello svuotamento degli appoggi ufficiali al
creazionismo cattolico in Italia, probabilmente dovuto al documento firmato
dal card.Ratzinger nel 2004,
quando si accettò uno dei punti cardine della teoria dell’evoluzione,
l’origine comune di tutti gli esseri viventi, un dato scientifico oggi
evidente ma che distingue gli evoluzionisti dai creazionisti, sia quelli
biblici che quelli dell’Intelligent Design, alcuni dei quali accettano che la
terra sia “vecchia”.
Molti criptocreazionisti preferiscono nascondere la loro opinione
sull’origine comune di tutti gli esseri viventi. Quelli più sinceri, come G.Sermonti o R.Fondi ammettono di non
accettare l’origine comune degli esseri viventi (e giustamente collaborano
con i creazionisti biblici del Kolbe
center USA; li vediamo
con M.Giertych nel video “Evolution Fact or
Belief”, teso a dimostrare che la terra ha meno di 10000 anni).
Nel 2002
i creazionisti del Kolbe Center erano ospitati in Vaticano per un loro
convegno creazionista, e sono stati perfino ricevuti dal papa e dal
card.Ratzinger.
Già pochi anni dopo le porte del Vaticano si chiusero: nel 2009 M.Giertych
riuscì ad entrare solo di nascosto grazie a complicità interne (come racconta
in Investigating Evolution in Rome), ed erano costretti ad organizzare
collette per realizzare patetici controconvegni fuori dalle mura del Vaticano
(al cui interno si organizzavano invece convegni sull'evoluzione e su Darwin
nel centenario della nascita).
Oggi sembra che fra i consulenti del Kolbe center solo M.Giertych sia tuttora interessato a
contrastare le opinioni del Vaticano sull’evoluzione e la spiegazione
naturalistica dell'evoluzione biologica, unendosi ai pochi altri che non si
rassegnano al fatto che ormai in Vaticano sia tutto cambiato.
Come consulenti per i problemi scientifici oggi si chiamano solo ricercatori
evoluzionisti competenti, come Peter
Schuster (invitato a Castelgandolfo nel 2006 per spiegare
l’evoluzione) o come Werner
Arber¸ premio Nobel e
presidente dell'Accademia Pontificia delle Scienze.
Recentemente (12/12/2013: “Contemplation
on the Relations Between Science and Faith”) ha avuto l’eccezionale occasione di esporre al sinodo mondiale dei
vescovi i suoi auspici, da biologo evoluzionista, u un nuovo e diverso
rapporto con la scienza, invitando coraggiosamente a modificare la teologia
adeguandola all'evoluzione delle conoscenze scientifiche.
Ambedue i consulenti, probabilmente ignari dei “rischi” che qualcuno lo
etichettassei come ateo e scientista nemico della chiesa e della religione,
ammettono che la biologia non ha bisogno di Dio per spiegare l’evoluzione (“we don’t need a Creator to explain what we see”,
“In our civilization, both scientific
knowledge and religious beliefs contribute essentially to our orientating
knowledge, but these two sources of our worldview should not be intermingled”
[2009]).
Positiva è anche la notizia che la stessa università cattolica USA di Notre
Dame, che dispone di laboratori di biologia evoluzionistica e che ha collaborato
nel convegno varticano su Darwin del 2009, ha appena aperto una nuova sede a
Roma (Notre
Dame Rome Center). In questi
giorni hanno organizzato nella loro sede centrale un convegno in cui
invitano a non dimenticarsi della ragione: si terrà il 14/3/2014, è "What
Darwin Didn't Change: Enduring Interactions of Faith, Science, and Reason".
E’ possibile che queste recenti novità siano dovute anche al nuovo papa, il
primo, negli ultimi 2000 anni, ad avere anche un preparazione scientifica
che, da giovane chimico, gli ha già permesso di conoscere, e accettare quindi
come naturale, il ruolo del caso.
|
|
|
1/3/14-USA
|
·
69th Carnival of Evolution: Darwin’s Day
Edition
Sul blog
di Scientific
American si presentano i titoli (e relativi links) dei post che hanno
partecipato ad un “carnevale dell’evoluzione” in occasione del Darwin Day. Riguardo all’evoluzione ci sono” some exciting
new research on the ape in the trees and a discussion of
the definition of the human genus from John Hawks. From the
university of Vermont, we also have a study on sexual selection in
human populations”.
Molto attuale il post di J.Hawks sui problemi di
classificazione dei fossili di ominini (“Leakey,
Tobias and Napier on the definition of our genus”); si rievocano i
problemi sorti quando si dovette distinguere (e poi accettare) il genere Homo
in mezzo alle australopitecine.
Si capisce meglio come sia difficile fare un po’ di ordine quando aumentano
le conoscenze delle diverse fasi di una “macroevoluzione” che ci
coinvolge emotivamente. In effetti anche Linneo ebbe qualche difficoltà a
distinguere fra le scimmie e l’uomo, che comunque nessuno lo contestò per
averlo inserito insieme agli altri primati. I problemi cominciarono solo con
Darwin?
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
27/2/14-IT
|
·
Darwin Day a Ferrara il 27/2/14 alle 21.
Film sul viaggio di Darwin al giovedì pomeriggio fino al 20 marzo.
Sarà
dedicata a 'Vivere
insieme: la coesistenza fra le specie di grandi mammiferi'” la conferenza
in programma giovedì 27 febbraio alle 21 al Museo civico di Storia
naturale. L'incontro, inserito nel programma delle iniziative ferraresi per
il Darwin
Day 2014 promosse dalla stesso Museo di via De Pisis e
dall'Università di Ferrara, vedrà nelle vesti di relatore Sandro Lovari
dell'Università di Siena.
Il
film 'Il grande viaggio di Charles Darwin' diretto da A. Schuler
e K. von Flotow sarà riproposta ogni giovedì fino al 20 marzo,
sempre alle 16.
Le prossime conferenze (al Museo di Storia Naturale)
saranno:
- Giovedì 6 marzo, ore 21.00 – “L’impronta originale
” . Con Guido che lazzi
- Giovedì 13 marzo, ore
21.00 : “Uno, nessuno e centomila. Superorganismi e animali eusociali: due
teorie a confronto” . Con
Augusto Foà
- Giovedì 20 marzo, ore
21.00: “Le città invisibili" :
Conferenza e Laboratori: "Termiti e termitai”. Con Mario Marini e "Arnie,
formicai e altre metropoli”. Con
Lucrezia Mattioli e Carla Corazza
|
|
25/2/14-IT
|
·
La Grotta di Fumane (VE), uno dei maggiori siti
preistorici neandertaliani europei, ha finalmente un suo sito web ufficiale.
[da Pikaia]
Dopo avere visitato la photogallery,
è possibile anche a scaricare le pubblicazioni che
analizzano i reperti neandertaliani estratti da questa grotta.
|
|
24/2/14-AU
|
·
Trovato un pezzo di terra davvero molto antico:
4.4 miliardi di anni.
Lo annuncia un articolo accettato da Nature Geoscience (“Hadean
age for a post-magma-ocean zircon confirmed by atom-probe tomography”).
E’ un cristallo
di zircone trovato in Australia.
La linea
del tempo si arricchisce quindi di una conferma alle informazioni che
prima giungevano solo dall’analisi dei meteoriti, che indicavano 4.56
miliardi (4.560.000.000) di anni come il momento della formazione del nostro
pianeta. Secondo quanto riferisce un post su zmescience (“This is the oldest known piece of our
planet“) l’autore della ricerca, John W. Valley, ha qualche sospetto ma
nessuna certezza quando gli si fa una domanda intrigante (“We have no
evidence that life existed then. We have no evidence that it
didn’t. But there is no reason why life could not have existed on Earth 4.3
billion years ago”). Di certo finora si sapeva che i
primi fossili fossero comparsi circa 3,4 miliardi di anni fa (stromatoliti).
Anche Carl Zimmer dedica un suo post a questa prima datazione
radiometrica non effettuata su qualche oggetto arrivato dall'esterno del
pianeta : "Searching
For the Oldest Pieces of Earth".
·
Un altro Darwin Day in vista è quello di Terni, il
1’ marzo
Sabato 1
Marzo
alle ore 16.30 alla Sala Laura in Via Carrara 2, L'Associazione Culturale
Civiltà Laica, in collaborazione con il circolo di Terni dell'Uaar - Unione
Atei e Agnostici Razionalisti, organizzerà il decimo Darwin Day per la Città
di Terni. Si parlerà di evoluzione, il filo comune che lega i Darwin
Day, ma in questo caso si parlerà di come anche l’antievoluzionismo riesce ad
evolvere, nonostante non riesca proprio a sganciarsi dai robusti fili che lo
collegano, tranne nei pochi momenti in cui lo si nega, al neocreazionismo o
perfino al creazionismo della terra giovane, il cui materiale antididattico,
ora anche tradotto, continua a inquinare internet. Certo è più economico
finanziare dubbi che finanziare ricerche, le uniche che forniscono nuove
informazioni e nuove conoscenze utili per le generazioni future.
|
|
24/2/14-IT
|
·
Un articolo su Genome Research propone qualche
novità sulle prime fasi dell'evoluzione di Homo sapiens, avvenute in
Africa.
Ne riferisce un articolo
di Repubblica che vuole invitare a leggere quanto scritto sulla
pubblicazione scientifica "An
unbiased resource of novel SNP markers provides a new chronology for the
human Y chromosome and reveals a deep phylogenetic structure in Africa".
Si riportano i risultati di ricerche realizzate a Roma da docenti e
ricercatori formatisi alla Sapienza, e questo è ovviamente positivo anche
come invito ai giovani a stimolare la curiosità necessaria per
impegnarsi nella ricerca biologica.
Si parla di nuovi SNP (polimorfismi di singoli nucleotidi) fra i 2.368
analizzati e di ipotesi sull'origine geografica dell'Homo sapiens in
Africa (sarebbe più a occidente) e sui tempi di permanenza dei nostri
antenati in un'area contigua all'Africa, la penisola arabica, una della poche
via di uscita dal continente africano, l'unica area al mondo che aveva
ospitato i primi 4 milioni di anni di evoluzione delle diverse specie dei
nostri antenati bipedi.
Sono risultati ottenuti grazie a indagini effettuate su DNA ottenuto da
popolazioni umane attuali; quindi ci sono alcuni limiti dovuti alle ipotesi
sui meccanismi di trasmissione del DNA per 200.000 anni da una generazione
all'altra, oltre al fatto, evidenziato anche nell'abstract, che non esistono
documentazioni archeologiche e che si è analizzato solo il cromosoma Y. E' un
contributo che verrà confrontato e verificato, è una ricerca che perfeziona e
prepara laboratori e ricercatori che cercano di chiarire tutti i dubbi che
abbiamo sull'evoluzione umana negli ultimi 200.000 anni e anche prima.
|
|
23/2/14-USA
|
·
Sul NYT c'è un articolo di Carl Zimmer sulle
misteriose estinzioni di massa
In questo articolo ("Seeking
a Break in a 252 Million-Year-Old Mass Killing") si cita in
particolare quella avvenuta 252 milioni di anni fa, alla fine del Permiano e
segna l'inizio del Triassico. E' l'estinzione più drammatica; come se
qualcuno avesse voluto distruggere il lavoro realizzato dall'evoluzione
biologica, scompare il 96% delle specie allora viventi. Il problema serio che
pone l'articolo su PNAS "High-precision timeline for Earth’s most
severe extinction" di Sam Bowring è quello di
capire cosa sia successo sulla terra. La biodiversità scomparve quasi del
tutto in soli 60.000 anni e ne servirono poi
molti milioni prima che la biodiversità tornasse a livelli comparabili
a quella precedente. Ovviamente una diversità molto ... diversa. Il collasso
della biosfera sembra sia stato un effetto dell'incremento di attività di
vulcani siberiani, che potrebbero aver diffuso polveri che hanno reso sempre
più vivibili i diversi ambienti. I ricercatori stanno cercando di ricostruire
anche la sequenze di eventi, per capire le diverse fasi del collasso della
biodiversità.
|
|
22/2/14-IT
|
·
C’è almeno un direttore che interviene quando
qualcuno dei collaboratori non capisce l’evoluzione biologica. Ma in ritardo…
Anche se quasi in tempo per un insolito e imprevisto festeggiamento per il
Darwin Day: il 13 febbraio da P.Livio Fanzaga, direttore di Radio
Maria, ha sospeso la trasmissione “Radici Cristiane”, tenuta
mensilmente dal creazionista biblico ed ex-vicepresidente del CNR, R.De
Mattei.
Il fatto è avvenuto qualche giorno fa, ma sembra sia tenuto riservato;
l’unico che lo pubblicizza è lo stesso De Mattei che nel suo sito Corrispondenza
Romana rende nota sia
la lettera di Padre Livio che la sua risposta; e informa di una raccolta
di firme in favore di chi critica il papa e la chiesa.
L’aver organizzato nel 2009 nella stessa sede del CNR un convegno
creazionista e antivaticano finanziato da lui e un po’ anche dal CNR (nello
stesso periodo il Vaticano aveva infatti organizzato il convegno
evoluzionista «EVOLUZIONE BIOLOGICA. Fatti e Teorie»…)
non era stato sufficiente per una difesa della scienza da parte del massimo
organo che gestisce la ricerca scientifica in Italia.
E questo nonostante in quel convegno siano riusciti a scandalizzare tutte le
persone ragionevoli, cercando di far credere che la vita e la terra non avessero più di 10,000 anni. Si fecero
arrivare, a pagamento, i conferenzieri “creazionisti della terra giovane”
(YEC) del Kolbe center USA;
uno degli esperti ospitato a Roma nel 2008/09 (alla Sapienza nel 2008),
fu il polacco Maciej
Giertych, che grazie al fratello
teologo vaticano (che nel video difende una sua visione di natura che
escluderebbe gli omosessuali: “Treating
homosexuals with dignity means telling them the truth”)
·
), si infiltrò nel convegno vaticano del 2008
sull’evoluzione, dove non accettavano creazionisti e sostenitori dell’ID.
M.Giertych fece poi una gustosa relazione
ai colleghi del Kolbe Center presenti a Roma per il controconvegno tenutosi
alla Sapienza, dove spiegò che “Geneticists
Observe Devolution—Not Evolution.”; al successivo controconvegno
ospitato dalla S.Pio V, nel 2009, spiegò invece l'”Impact of
Research on Race Formation and Mutations on the Theory of Evolution”.
Aveva anche collaborato, con G.Sermonti e R.Fondi, al video YEC
contro l’evoluzione, curato dal Kolbe Center (“Evolution Fact or
Belief”), dove si spiega che la scienza (?) ha dimostrato (?) che la
vita sulla terra avrebbe solo meno di 10.000 anni.
Da un anno contribuisce con la sua esperienza di navigato creazionista
YEC anche ad un originale gruppo interconfessionale di creazionisti
(Evoluzione Scientifica). Non hanno in comune fra di loro nè opinioni su
fatti materiali oggi scientificamente verificabili (come l’evoluzione o i
tempi della terra o l’origine comune degli esseri viventi), nè una fede
comune in fatti e opinioni non scientificamente verificabili; condividono
però un dinamico responsabile della comunicazione, la cui afferenza religiosa
dipende dall'occasione sociale. E’ un esperimento forse unico di Arca di
Babele del XXI secolo.
Se il loro obiettivo è di riconciliare la scienza e le fedi, dovrebbero
diventare molto famosi, visto l’incompatibilità e la competizione esistente
fra le religioni. Inoltre finora nessuno aveva provato a trovare una sintesi
fra YEC,
neocreazionisti dell’ID,
antievoluzionisti antidarwinisti; magari creando spazio anche per i creazionisti islamici;
anche loro angociati per le recenti posizioni
vaticane sull’evoluzione; perché lasciarli fuori?
Come si può sospettare, vista la scelta delle “armi” utilizzate, l’obiettivo
è di contrastare l’evoluzionismo teista, apprezzato in Vaticano, facendo
notare gli elementi della teoria dell’evoluzione che presentano aspetti che
dovrebbero essere incompatibili con qualsiasi religione che volesse
controllare le aree del sapere che si occupano degli aspetti materiali, oggi
meglio spiegati con il metodo scientifico.
Per quanto riguarda l'epurazione effettuata da P.Livio a Radio Maria in
occasione del Darwin Day, altri integralisti allontanati qualche mese fa per
incompatibilità con la sua radio hanno effettuato una raccolta
di firme (arrivate a 870) per certificare l’ortodossia dell’articolo
comparso su “Corrispondenza Romana” e contestata da P.Livio.
Per ora prevalgono le 13000
firme di coloro che nel 2011 avevano chiesto (inutilmente) che De Mattei
fosse allontanato dal CNR.
Non diversamente dal contestato
convegno creazionista del 2009 al CNR, l’articolo
che ha causato l’allontanamento di De Mattei ha una posizione critica verso
il papa, sia per alcune sue opinioni, ma anche ritenendolo già ora in
difficoltà dai primi risultati di un sondaggio da
lui proposto l’autunno scorso in preparazione del sinodo sulla famiglia
previsto per ottobre 2014. Le prime risposte evidenziano fra i fedeli una
situazione di contestazione (per ora si sa di quelli europei)
su molte questioni su cui si pensava ci fosse obbedienza.
Sembra chiaro che alcune delle novità messe in luce dai questionari (se
compilati correttamente dai fedeli) coinvolgono la scoperta che (grazie allo
sviluppo delle conoscenze biologiche) si potrebbero ormai gestire – invece di
subire – anche alcune conseguenze di effetti che riguardano la biologia
riproduttiva; da tempo (molto tempo, e proprio grazie a Gregor Mendel) si sa
quanto questi siano in gran parte conseguenza di eventi dimostrati casuali, e
quindi non più misteriosi o sovrannaturali.
·
E’utile che in questo mese di febbraio,
dedicato di solito a Darwin, gli antievoluzionisti dell’associazione interconfessionale
creazionista ES preferiscano festeggiare proprio Gregor Mendel invece
di pensare a Darwin.
Si deve solo sperare che siano coerenti e approfondiscano la sua curiosità
per gli aspetti materiali della natura e le sue scoperte scientifiche, invece
di distrarre il pubblico con problemi metafisici facilmente risolvibili o
addirittura con contestazioni ai risultati della scienza.
Grazie alle sue insolite competenze in statistica e calcolo delle
probabilità, già ai tempi di Darwin Mendel era riuscito a dimostrare
dove si nascondessero proprio quei meccanismi casuali che Darwin non riusciva
a trovare e che indebolivano seriamente - come lo stesso Darwin, oltre agli
antidarwinisti, aveva allora già ben presente - l'intera teoria darwiniana,
che entrò in una fase di crisi, superata solo integrando definitivamente i
meccenismi ereditari scoperti da Mendel nella teoria di Darwin.
Mendel li trovò proprio dove era utile che si nascondessero (nei meccanismi
riproduttivi) togliendo a Darwin il merito della scoperta di un meccanismo
fondamentale, ma contribuendo al successo della teoria dell'evoluzione con
una nuova “informazione”, corretta e dimostrata da un impegnativo e
pignolo lavoro sperimentale.
Permise infatti di capire come si conservasse e si diffondesse quella che noi
oggi chiamiamo “variabilità genetica”, uno dei fattori evolutivi
identificati da Darwin, anche se non ben compresi. Alla creazione di questa
variabilità ci pensano invece le mutazioni e altri eventi, casuali ma
costanti fonti di novità (oggi si sa che c’è circa un
centinaio di nuove mutazioni in ogni nuovo essere umano, come
spiega anche LarryMoran
nel suo blog).
Qualcuno oggi si stupisce che Darwin non avesse capito che i caratteri
fenotipici avrebbero ben potuto trasmettersi proprio come avviene per il
sesso. Si sa da sempre che uno dei due cromosomi sessuali paterni si
trasmette casualmente e con una probabilità del 50% circa, ma soprattutto non
ci sono dubbi che nella generazione successiva non si manifesti mai la
situazione intermedia fra quella dei genitori prevista dalla teoria
premendeliana del
rimescolamento.
Purtroppo i pregiudizi non si superano tutti con uguale facilità.
|
|
22/2/14-SA
|
·
Riprendono gli scavi di reperti fossili di ominini
nel sito Rising Star in SudAfrica.
I paleoantropologi Lee Berger e John Hawks sono ricomparsi
nel blog Explorers
Journal del National Geographic: “Scientists
Return to Explore a Second Fossil Chamber.
|
|
22/2/14-USA
|
·
La Springer ha pubblicato il fascicolo
di dicembre della rivista Evolution:
Education and Outreach. diretta da Niles
Eldredge
Oltre ai numerosi articoli che aiutano gli evoluzionisti a capire come
gestire, soprattutto in ambienti scolastici, le interazioni, spesso
incomprensibili e irrazionali, fra la teoria dell'evoluzione e le diverse
culture e religioni, c'è la buona notizia che da questo numero Evolution:
Education and Outreach goes open access!. E non solo: anche i primi
5 anni della rivista sono a disposizione anche di coloro che non pagano per
leggerla.
Come si vede anche in questo fascicolo, gli argomenti trattati vanno dai
sussidi didattici per gli insegnanti, all'indagine delle interazioni fra
questo aspetto particolare della conoscenza scientifica e le diverse
religioni, fino alle risposte a domande che gli evoluzionisti spesso non
capiscono ("Does evolution
compromise Christian faith?"); è la recensione del libro del
paleontologo (e cristiano) W.Asher: "Evolution
and Belief". Libro utile utile quindi per i [neo]creazionisti
che, già dai tempi dell'abate Raffaello
Lambruschini, pensano di conoscere la risposta a quella domanda).
NB, PS, NB: Interessante verificare nel sito della sola Springer
quante riviste, quanti articoli e da quanti anni pubblichino solo sulla biologia
evoluzionistica; chiunque può capire
come non ci sia proprio tempo da perdere se si vuole rimanere
aggiornati e se si deve, con pochi soldi, garantire ai giovani competenze
adeguate e aggiornate. Ma soprattutto si riesce a capire immediatamente che
difficilmente chi si occupa di biologia o di medicina o di ingegneria possa
insegnare qualcosa di utile; anche solo perché non conoscono la letteratura e
non si aggiornano.
Non è difficile capire perché nessuna persona esperta ragionevole può pensare
di scambiare più che un caffè con chi non segue gli sviluppi della ricerca su
questi problemi. Spiace che non capiscano e di solito si offendano.
Forse negli USA, dove il creazionismo è diffuso e ha un sostegno culturale,
religioso e anche economico, la situazione è diversa. Per ora in Italia i
[neo]creazionisti devono essere importati dagli USA o da altri paesi europei.
|
|
21/2/14-IT
|
·
Si rievoca in questi giorni Filippo De Filippi, lo
zoologo che per primo diffuse in Italia le idee di Darwin sulla teoria
dell'evoluzione,.
Comincia oggi S.Bertani su Il Sussidiario con un articolo in cui
sottolinea l'importanza e il coraggio personale del primo evoluzionista
cattolico italiano, lo zoologo torinese Filippo de Filippi ("La
sfida a Darwin dell'evoluzionista cattolico De Filippi"), nato e
laureato in medicina a Pavia.
La sua sfida a Darwin volle ovviamente che fosse sullo stesso terreno, per
cui si convinse che il suo posto era in mezzo alla natura, nelle zone per cui
già era passato Darwin; volle provare a rivivere, con una maggiore competenza
naturalistica, l'avventura di vivere personalmente gli stessi stimoli e le
stesse impressioni vissute dal giovanissimo Darwin e da Wallace. Si imbarcò
il 2/2/1866 a Montevideo sulla pirocorvetta Magenta,
ma purtroppo il suo viaggio si concluse molto presto: morì di malattia a Hong
Kong durante la circumnavigazione del globo. Il previsto lavoro scientifico fu
quindi gestito da Enrico Giglioli, che creò la base della
collezione naturalistica del Museo di Storia Naturale di Firenze.
Di De Filippi ricordiamo, oltre all'immediata accoglienza dell'idea
geniale di Darwin (prima che qualcuno - dimenticando la tragica condanna di
G.Galilei - facesse notare che forse la scienza non avrebbe dovuto cercare
una spiegazione naturalistica dell'evoluzione dei viventi), una famosissima e
clamorosa conferenza ("L'uomo e le simie")
a Torino nel il 10/1/1864,giusto 150 anni fa) quando presentò anche in
pubblico - con grande successo - le idee di Darwin; evidenziò anche la parte
che riguardava la relazione fra i primati e l'uomo, ben prima che Darwin si
decidesse a pubblicare "L'origine dell'uomo"
(1871).
Altri zoologi che diffusero il darwinismo in Italia furono Michele Lessona,
allievo di De Filippi, e Giovanni Canestrini
oltre all'igienista, antropologo e senatore
Paolo Mantegazza,
laureatosi in medicina a Pavia, dove fondò l'istituto di patologia.
·
Il 28 febbraio, al Museo Paleoantropologico di San
Daniele Po si celebrerà il Darwin Day 2014. Ci sarà perfino ... Filippo De
Filippi
Pikaia
presenta il programma di un incontro sull'evoluzione del pensiero
darwiniano, che si terrà al museo paleontologico di San Daniele Po.
Oltre a vari interventi di ricercatori nostri contemporanei, ricomparirà De
Filippi, ma solo grazie ad un nattore che ripropone la sua famosa conferenza
di Torino "L'uomo
e le scimie", quando raccontò la parte dell'evoluzione che ancor
oggi fa inorridire molte persone religiose che non conoscono alcune scoperte
della scienza (dal card.Martino
che nel 2007 partecipò con altri cardinali ad un'iniziativa editoriale contro
la scienza e l'evoluzione, a F.Agnoli che nel
2007 organizzò nella sala dei salesiani di Trento una contestazione, mai
vista fino ad allora in Italia, a una mostra scientifica sull'evoluzione,
solo perché si dimostrava "che l’uomo deriva dalla scimmia", proprio il tema della conferenza di
De Filippi del il 10/1/1864, ben
150 anni fa).
E' importante scoprire che già nel 1864 c’erano zoologi cattolici che non
avevano proprio alcun timore a raccontarlo pubblicamente mentre oggi sanno
che verrebbero notati. Forse anche da qualcuno che scrive magari su ... Il
Sussidiario di qualche giorno fa.
·
Bisogna ricordare però anche la conferenza dal
titolo più esplicito "Sulla parentela fra l'uomo
e le scimmie", tenuta a Firenze nel 1869 da a.d.r., contestata
dall'abate e senatore
Raffaello Lambruschini.
Dopo il 1864 e dopo la conferenza di De Filippi anche i non-zoologi
capirono perché Darwin ci mise tanto a scrivere il libro in cui trattava
dell'evoluzione umana. Qui
il testo della conferenza con allegata la contestazione di Lambruschini e
la risposta.
Il fisiologo Alessandro
Herzen rispose a Lambruschini, e nel dibattito si inserirà "anche il filologo Niccolò Tommaseo nel libello
"L'uomo
e la scimmia",
dove con feroce retorica antidarwiniana Herzen sarà definito «Mosè delle
scimmie» e i praticanti della «scienza fetente» dell'evoluzionismo saranno
bollati come «bestie»".
Qualcosa in Italia era cambiato, rispetto al 1864.
Le cose si chiarirono poco dopo, e definitivamente: nel 1870 a Firenze "è istituita la prima cattedra di antropologia, tenuta
da Paolo Mantegazza, il quale tenne ad intendere la nuova disciplina
come una «storia naturale dell'uomo» interpretata in chiave darwiniana".
Ci si può stupire o no, ma - erano altri tempi - molti dei libri di
Mantegazza (anche lui divenne senatore), grande divulgatore scientifico
soprattutto come igienista, sono finiti nell'Index librorum prohibitorum. Certo
Darwin nell'Indice non c'è (c’è comunque il nnonno Erasmus!), ma Mantegazza
sì, e con tanti libri un po’ troppo scandalosi. E non tanto per l'evoluzione
e le scimmie: curiosamente per il suo grande sostegno all'autonomia e alla
libertà delle donne, oltre che al divorzio e all'aborto.
·
Dal 24 al 28 febbraio a Spoleto: settimana
darwiniana al laboratorio di scienze della terra
Lo annuncia Spoleto
On Line.
|
e
|
19/2/14-USA
|
·
Presentati all'AAAS i primi risultati della
ricerca di una sociologa della Rice University: "Religious
Understandings of Science”
Il 16/2 al congresso dell'AAAS (American Association for the
Advancement of Science) la sociologa Elaine Howard Ecklund ha
presentato alcuni risultati preliminari di un indagine da un milione di
dollari che ha realizzato con interviste a più di 10.000 americani (un po' di
ognuna delle religioni USA), fra cui religiosi e scienziati.
I primi risultati riguardano solo 6 sulle 75 questioni esaminate.
Se ne parla in Science
& Religion Today, Huff.Post,
Muslim Times, Rice News, Religion News service,
Wash.Post,
Phys
Org,
Qualche sospetto e qualche dubbio su questi risultati preliminari si trovano
in un blog (The Sensuous Curmudgeon, science
2.0, ).
Ad esempio non è chiaro, nei brevi testi disponibili, cosa si intenda per 'scienziati',
a quali discipline si faccia riferimento e se siano coinvolti con la ricerca.
Ci sono i numerosissimi ingegneri USA?
|
|
18/2/14-USA
|
·
L'università cattolica di Notre Dame (USA) sta
organizzando un convegno in cui si parlerà non solo di Darwin, di scienza e
fede, ma anche di ragione.
Il tema del convegno, che si terrà il 14/3/2014, è "What
Darwin Didn't Change: Enduring Interactions of Faith, Science, and Reason".
I biologi evoluzionisti di quest'università che ha appena
aperto una sede a Roma (Notre
Dame Rome Center) presso il Colosseo, avevano
collaborato con mons.Ravasi nell'organizzazione del convegno su Darwin nel
2009 («EVOLUZIONE BIOLOGICA. Fatti
e Teorie»).
|
|
18/2/14-IT
|
·
Sull'Avvenire si citano le iniziative per
festeggiare Mendel nei giorni in cui nel mondo si festeggia il compleanno di
Darwin (12 febbraio)
Probabilmente si teme che pochi parteciperebbero ad iniziative
organizzate il 20 luglio, oppure si teme che sarebbe meno piacevole
celebrare, ai primi di gennaio, la morte di Mendel.
Negli anni precedenti in questi giorni di metà febbraio si evocava
l'evoluzione biologica:
- il 12/2/2012
Bologna Sette, allegato all'Avvenire, intervistava l'antropologo F.Facchini
sull'evoluzione;
- il 10/2/2011
sull'Avvenire c'è un'intervista al biologo evoluzionista Werner
Arber, presidente dell'Accademia Pontificia delle Scienze", che
ricorda come le sue ricerche avevano contribuito a confermare la
"teoria neo-darwiniana dell'evoluzione biologica";
- anche l'11/2/2010 sull'Avvenire
si parlava di evoluzione, anche se il coinvolgimento di un medico aveva
portato a occuparsi dei "talebani
dell'evoluzione";
- ovviamente anche nel 2009 in febbraio l'Avvenire
citava l'evoluzione e Darwin, anzi era il periodo del convegno in Vaticano
organizzato da mons.Ravasi («EVOLUZIONE BIOLOGICA. Fatti
e Teorie»)
Un recente articolo sul MendelDay era già uscito sull'Avvenire (Bologna
sette del 9 febbraio.
Da notare che nella pagina, accanto alla notizia sul Mendel Day bolognese,
c'è un [casuale] riferimento all'importanza attribuita oggi dagli italiani
alla diagnosi precoce delle malattie genetiche incurabili, possibile
anticamera all'aborto ma anche - e stranamente non viene fatto notare un
aspetto molto positivo - il via libera ad una nascita che probabilmente non sarebbe stata nemmeno cercata se si sa
che ci sono gravi patologie ereditarie in famiglia.
In caso di malattia genetica di tipo mendeliano la diagnosi precoce,
soprattutto se la patologia compare casualmente solo in 1/4 delle gravidanze,
evita una costosissima fecondazione eterologa da fare probabilmente
all'estero.
Si spera che, celebrando il fondatore della genetica, si rifletta anche sulla
sua scoperta del ruolo del caso, e della possibilità di aumentare le gravidanze
sapendo di poter identificare ed evitare anche la comparsa di gravi malattie
genetiche prevedibili.
Questo sembra essere anche il messaggio, per alcuni sconcertante, che
recentemente è arrivato dai 12000 cattolici che, in 12 paesi nel mondo, hanno partecipato al sondaggio
"Voice
of the people" dell'Univision (in Italia ben il 68% dei
cattolici sarebbe - per alcuni casi particolari - favorevole all'aborto, il
15% sempre; la legge 40 sulla riproduzione assistita, che compie 10 anni, sembra
stare stretta non solo agli altri italiani).
·
Un altro articolo è uscito sull'Avvenire il
13/2/14, su un'iniziativa per far conoscere Mendel, che scoprì i meccanismi
biologici casuali che garantiscono il rimescolamento dell'informazione genetica da una
generazione all'altra ("Con
Mendel la genetica onesta").
Fa comunque piacere che l'animatore, nel 2007, di una inusitata contestazione ad una mostra
sull'evoluzione a Trento ("Simposio
anti-evoluzionista di un gruppo di intellettuali cattolici": "la natura e quindi il creato
non sono frutto del caso",
"la mostra esalta una concezione
materialistica della natura umana, che l’uomo deriva dalla scimmia") oggi abbia cambiato idea, almeno sul ruolo del caso.
Gregor Mendel è infatti il naturalista che per primo ha
dimostrato come il caso abbia un ruolo fondamentale nel determinare il sesso
e le caratteristiche genetiche in tutte le piante e gli animali, uomo
compreso, dotati di riproduzione sessuata. Il meccanismo da lui scoperto
garantisce la trasmissione e contribuisce, con le mutazioni, alla creazione
di variabilità. Aspetti dell'evoluzione biologica che Darwin ignorava.
La sua scoperta del ruolo determinante
del caso nell'evoluzione dipende
ovviamente dalla sua qualità - insolita a quel tempo - di esperto di
statistica e probabilità, e non certo al suo ruolo ecclesiastico.
Certo la scelta religiosa gli permise
(grazie all'abate Cyrill Napp che investì sulla sua
formazione dopo una grave bocciatura) di
studiare scienze all'università di Vienna (soprattutto botanica, fisica e
statistica), ma comunque poi lo costrinse ad abbandonare precocemente una
ricerca che aveva contribuito involontariamente a salvare la teoria
dell'evoluzione di Darwin.
Come contributo rilevante alla scienza, Mendel per primo fornì la
conoscenza necessaria per superare uno scoglio che aveva bloccato Darwin in
una posizione imbarazzante: usava infatti un'idea dell'ereditarietà, quella per
mescolamento, che era oggettivamente
incompatibile con la sua stessa teoria dell'evoluzione. D'altronde è
noto che le leggi di Mendel si trovino di solito nel primo capitolo di ogni
libro di biologia evoluzionistica.
·
Oggi è uscito sull'Avvenire un altro articolo sulle
iniziative in cui si associa Mendel, in quanto frate agostiniano, alla
relazione fra scienza e fede: "Mendel
Day, fede e scienza a braccetto".
In effetti negli ultimi anni la ricerca scientifica di Mendel venne bloccata
da chi non capì le sue eccezionali competenze e lasciò che si occupasse della
gestione amministrativa del monastero di Brno invece di coltivare il suo orto
per scoprire la probabilità di comparsa dei diversi caratteri.
Per fortuna oggi la ricerca scientifica viene coltivata soprattutto in
ambienti dove ne riconoscono il valore, che viene premiato con finanziamenti
ma anche con ambiti riconoscimenti individuali come i premi Nobel.
E' quindi giusto rilevare che la presenza di Werner
Arber, un premio Nobel che si occupa di biologia evoluzionistica, ai
vertici dell'Accademia
Pontificia delle Scienze dovrebbe essere una garanzia, in quanto
nominato direttamente dall'abate superiore, il papa.
W.Arber manca comunque dalle pagine dell'Avvenire da più di un
anno, dal dicembre del 2012, proprio dopo aver presentato al sinodo dei
vescovi la sua apprezzata
"Riflessione
sui rapporti tra scienza e fede", in cui cercò di spiegare ai
vescovi anche l'importanza della genetica e delle importanti mutazioni
casuali spontanee...
Le conclusioni di quell'intervento, con l'invito a "ristabilire
coerenze adeguate, sulla base della migliorata conoscenza scientifica
ora disponibile" forse non sono piaciuti ad altri abati
intermedi, che comunque non avrebbero potuto capire nulla dalla sintesi
dell'intervento.
Qualsiasi novità scientifica recente, "non biblica" che
metta in dubbio la fede "biblica" forse viene considerata
una minaccia? Le patetiche, vuote e assurde critiche - anche se non motivate
- a fatti dimostrati come l'evoluzione ne sono la prova.
Le "coerenze adeguate"
chieste W.Arber sono considerate minacce, e quindi gli integralisti, non
interessati al superamento delle conoscenza scientifiche, andranno sempre, come hanno già fatto, a
cercare le sue di incoerenze ("Il Nobel Werner Arber, un darwinista conflittuale?",
Werner Arber: Nobel
Laureate, Darwin Skeptic"), facendolo arrabbiare, ma non ricevendo
risposta.
Non c'è da stupirsi che la sintesi
della Radio Vaticana e anche un articolo successivo di V.Ascheri nel
suo blog (docente di filosofia alla Santa Croce ha scelto di dare spazio
nel suo post non a W.Arber ma a noti testi papali (spesso privi di
conseguenze e non diffusi nè utilizzati se non per sostituire il
"dialogo") e perfino ad una lezione agli "atei e
agnostici" (che probabilmente hanno capito meglio l'intervento con
l'onesto invito di W.Arber ad adeguarsi ai progressi della scienza).
Il risultato è che è evidente come Werner Arber non sia piaciuto, per cui
tutti hanno evitato di far notare l'invito pressante a "ristabilire le coerenze adeguate"
esistenti ai tempi della Bibbia.
|
|
17/2/14-IT
|
·
Inizia oggi, con Carrozza, il ministro uscente
dell'Università, l'iniziativa PalermoScienza
2014. Calendario
La settima edizione di Esperienza inSegna, dal
titolo "Certo… è probabile", viene realizzata nel Polididattico e vedrà la
partecipazione degli studenti delle scuole superiori e dei loro insegnanti di
scienze, che cattureranno l'attenzione dei visitatori che
potranno sperimentare, giocare e interagire
con gli oggetti. L'iniziativa durerà fino al 21.
|
|
17/4/14-USA
|
·
Coinvolge sia Darwin (la selezione artificiale, ma
anche il premio) che Mendel (il ruolo del caso nell’evoluzione) la notizia
sulla fine di chi ha troppa fede per accontentarsi di sfidare solo gli
evoluzionisti.
La notizia viene da un paesello del Kentucky, Middlesboro, e riguarda un
pastore pentecostale che insisteva in una pratica che sembra solo gli
animalisti cerchino da tempo di ostacolare, invocando inutilmente (un
tribunale un mese fa ha sentenziato che “Pastor
won't be charged with violating Tenn. Law”) proprio le leggi a protezione
dei diritti dei serpenti al benessere.
Purtroppo il Primo
Emendamento NON li può proteggere, pur se velenosi; il giudice ha
accertato che esiste una valida e documentata motivazione religiosa (Mc
14, 18, sempre che il testo non sia stato modificato).
Devono quindi difendersi da soli; la legge comunque non lo può impedire e non
li condannerà ("Snake
handlers not charged for violating state law; “religious freedom” cited").
La notizia, riferita da un giornale locale (“Snake-handling
pastor, reality star dies from snakebite”), sembra non sia del tutto
una novità; è successo anche nel 2012 a un altro pastore che si dedicava a
questo rito praticato da un migliaio di persone nell'area del Tennessee e del
Kentucky ("Serpent-handling
pastor dies from rattlesnake bite").
Si capisce il motivo per cui negli USA la maggior parte di coloro
(creazionisti soprattutto) che vogliono convincere che per chi ha fede l’evoluzione della vita avvenga attraverso
eventi non casuali ma decisi dall’alto, preferiscano comunque criticare i
poveri evoluzionisti invece di dimostrare pubblicamente la loro fede nella
parola del vangelo.
Sarebbe comunque sufficiente dimostrare che Mendel si era sbagliato nel
dimostrare che la trasmissione ereditaria dei caratteri fosse solo una
questione di probabilità e di calcolo combinatorio applicato al
rimescolamento casuale dei geni nei gameti dei piselli (la cui genetica non
interessa a nessuno ma funziona proprio come quella degli animali e
dell'uomo).
Qui il sito web di “Snake
salvation”, frequentato da sopravvissuti ed eredi di coloro che hanno
il buon gusto di dimostrare la loro fede senza insultare e sfidare la natura.
Un intervento recente (20/2/14) di una ragazza orfana di due genitori che
probabilmente non avevano abbastanza fede ("Girl
orphaned by snake-handling parents writes in") dimostra che ci
sono notevoli differenze fra quello che le religioni, o almeno gli dei,
pretendono dall'uomo, ma molti oggi credono davvero che lo spazio di libertà
che l'uomo ha conquistato grazie all'evoluzione
culturale possa un giorno essere considerato eccessivo ("no matter what happens in this life, it doesnt
change Gods word… it was simply just their time to go"
scrive la ragazza, probabilmente angosciata per il giudizio divino negativo
sulla fede dei genitori - annunciato da Mc
14, 18).
Secondo questa logica si dovrebbe temere che il recente raddoppio della
durata media della vita, o il consumo eccessivo di combustibili fossili possa
essere considerata una provocazione da che porterà punire la gente che vive
su questo pianeta, che d poco sappiamo essere solo un puntino invisibile che
vola in un universo infinito.
Chi lo sa? Il livello del mare in effetti sta salendo. Adesso
si capisce perchè negli USA insistono a negare, contro l'evidenza, qualsiasi
responsabilità umana! Hanno la coda di paglia..!.
|
|
16/2/14-IT
|
·
Sul web USA un antidarwinista viene soccorso e
aiutato a ragionare.
Come buoni samaritani, gli evoluzionisti presenti sul web corrono in
aiuto di Kas Thomas, che gestisce il blog BigThink, quando lo
vedono annaspare (pur dotato di due lauree biologiche non utilizzate, dalle
sue riflessioni sembrava che come unico inutile salvagente disponesse delle
sciocchezze [neo]creazioniste, di cui anche lui sembrava poco convinto) sulla
teoria dell'evoluzione presentata da Bill Nye.
Kas Thomas infatti in un suo post ("The Trouble
with Darwin") commette l'imprudenza di esporre in pubblico quello
che gli passa per la testa dopo aver visto il dibattito fra K.Ham e B.Nye.
Dopo aver premesso che non gli piacciono i creazionisti biblici, prova a
criticare la teoria dell'evoluzione che sembra conoscere solo dal film sul
processo del 1923 e dalle critiche che sente girare per le pianure della bible
belt (provenienti soprattutto dai neocreazionisti dell'ID) che comunque
ripete come se le avesse approfondite e ne fosse convinto ("Evolutionary
theory is terrible at explaining gain of function...").
La sua apparente ignoranza, profonda ma sincera, frequente nei paesi in cui
il creazionismo è così diffuso, ha stimolato l'aiutino che gli giunge dalla
rete, forse stimolato da una frase pubblicitaria, quasi un appello, presente
nel suo sito web (Brain want more food), indirizza rapidamente verso
il suo post più di 350 commenti di persone che invece dimostrano curiosità
per la biologia e una buona conoscenza dei meccanismi evolutivi.
E' interessante notare anche come i commenti facciano riferimento alle
attuali conoscenze scientifiche, e siano apparentemente ben poco preoccupati
- a differenza dei creazionisti professionisti USA - di cosa pensasse Darwin
155 anni fa; quasi tutti forniscono suggerimenti utili e aggiornati per
alimentare i suoi neuroni, che evidentemente sono apparsi a tutti poco
nutriti e quindi carenti di nuove informazioni aggiornate.
|
|
14/2/14-IT
|
·
Domani dalle 16 ci sarà un DarwinDay interessante
anche al Museo Pigorini: “ORIGINE ED
EVOLUZIONE DEL LINGUAGGIO”. E’ prevista la diretta in
streaming.
|
|
12/2/14-IT
|
·
Qualcuno oggi ha fatto la festa alla [sua]
ragione, più che a Darwin.
[da Il
Sussidiario] Da qualche anno in vari paesi del mondo occidentale
(ma anche orientale …, dato che coinvolge i paesi dell’OCSE) ci si preoccupa
di verificare i risultati che si ottengono dagli investimenti
nell’istruzione, che in molti paesi sono decisamente elevati.
Si tratta del sistema dei test PISA,
che in Italia vengono gestiti dall’INVALSI. Gli ultimi test
effettuali sono del 2012,
mentre i prossimi saranno nel 2015. Una sintesi dei risultati si può
consultare sui quotidiani pubblicati nei giorni dell'uscita dei risultati (Internazionale:
“L’Italia
delude nei test Pisa”), mentre qui si trova una sintesi
dei risultati
del 2012 con le tabelle
e i confronti
fra paesi.
Come si racconta nell'articolo e si verifica nelle tabelle, una parte del
test intendeva valutare fra l'altro la capacità di comprensione del testo da
parte degli studenti di 15 anni. I risultati non sembra pongano l'Italia in
buona posizione (con 490 è nella parte alta della metà peggiore). Qui
il report completo sui risultati per la lettura, riferito all’Italia. C'è da
notare che se si guardano i risultati degli studenti dei licei, sembra che
vivano in Giappone, il paese con il migliore risultato: 538 (che è un valore medio, però).
Precedenti indagini PISA avevano evidenziato però grosse
differenze fra le scuole statali e le scuole parificate, che avevano
suscitato reazioni che evidenziavano problemi di campionamento e
classificazione delle diverse scuole parificate («Le paritarie abbassano il livello ? È solo
un’idea (falsa) di Repubblica») ma senza negare ("La questione scottante
della campionatura") che nelle scuole paritarie (non le
professionali regionali) la qualità economica degli studenti fosse elevata,
ma la voglia di studiare invece no. L'articolo comunque fa sorgere il dubbio
che la difficoltà degli studenti di comprendere il testo possa essere indotta
anche dai docenti. L'OCSE sembra però orientata a non focalizzare le proprie
indagini sugli insegnanti. Qui una sintesi di una recentissima indagine
"Prospettive
dell’OCSE sulle competenze 2013. Primi risultati dello studio sulle
competenze degli adulti".
Lo sconcertante articolo sul sussidiario che dimostra l'incomprensione del
testo da parte di una docente
liceale di italiano (che ora sembra passata ad un'attività diversa e più
impegnativa) poi è incomprensibilmente ripreso e diffuso nel suo blog anche
da un docente liceale di scienze in una scuola paritaria. E' davvero strano
che, pur conoscendo il pensiero di Darwin, eviti di far notare il clamoroso
errore di interpretazione della collega, che ha capito il contrario di quanto
scrisse Darwin, diffondendolo.
Pur conoscendo il testo originale completo (che la collega probabilmente
ignora, come pure non ha letto quello che ha copiato "Noi uomini civilizzati facciamo tutto ciò che è in
nostro potere per controllare il processo di eliminazione")
non le fa neppure notare che già la frase successiva non fosse proprio
equivocabile, visto che si evidenzia come - ed è difficile non saperlo né
vederlo - la specie umana abbia ulteriormente sviluppato caratteristiche che
erano già presenti anche nei primati a noi filogeneticamente più vicini. E
anche Darwin lo sapeva: "L'aiuto che ci
sentiamo costretti a dare a chi ne è privo è soprattutto un risultato
incidentale dell'istinto di simpatia, che fu acquisito originariamente come
parte dell'istinto sociale".
Lo stesso testo, a cui si allega una traduzione in italiano altrettanto
sconcertante anche se meno strutturata, è comparsa sempre oggi sul Corriere
AL (magazine on line di Alessandria e provincia), sotto il titolo "Ciao Darwin".
Anche qui manca la frase successiva, assolutamente non ambigua, a prova della
malafede o dell'imbeccamento, e passa inosservata perfino l'osservazione sui
medici ("i nostri medici investono tutta la loro abilità per cercare
di salvare la vita di ciascuno fino all’ultimo momento").
La successiva sconcertante e stravolgente traduzione in italiano - riportata
con apparente soddisfazione in ambedue i post citati - è molto imbarazzante in quanto evoca
immediatamente le iniziative realmente poste in atto, ovviamente sulla base
di premesse in parte diverse, negli USA a partire dal 1922.
Si tratta della politica eugenetica che è iniziata nel 1907 nell'Indiana ed è
culminata con il "Model
Eugenical Sterilization Law" proposto nel 1922 da Harry Hamilton Laughlin
(diventato direttore dell'Eugenics Record Office dopo una carriera
come insegnante
e poi direttore didattico nelle scuole superiori, dove insegnava
agricoltura). La politica di sterilizzazione di è poi diffusa in altri stati,
con la seconda legge (promulgata in Virginia nel 1924 e poi replicata in
moltissimi altri stati USA) che ha permesso la sterilizzazione coatta fino
alla fine degli anni '80 (quando fu abolita l'ultima legge) effettuata su
circa 65000 americani.
Mentre in Germania le leggi sulla sterilizzazione vennero immediatamente
abolite nel dopoguerra, negli USA si dimostrarono meno sensibili al problema;
queste leggi vennero applicate sempre meno, ma in alcuni stati rimasero
incredibilmente in vigore fino al 1989.
Per alcuni anni dopo il 1922 queste pratiche di sterilizzazione coatta sono
rimaste confinate negli Stati Uniti, dove ebbero anche l'importante sostegno
ideologico di ambienti religiosi protestanti americani (in particolare
metodisti).
Nei primi anni '30 attraversarono l'oceano, trovando accoglienza nei paesi
protestanti del nord Europa (nella penisola scandinava e in Danimarca; e in
Germania, dove piacquero molto).
Sappiamo dell'apprezzamento e dell'applicazione intensiva da parte dei
nazisti, che ritennero doveroso attribuirne pubblicamente il merito a H.Laughlin, che
ricevette una laurea
honoris causa in medicina di Heidelberg nel 1936, poco dopo
l’introduzione, nel 1933, della legge
sulla sterilizzazione, che era stata copiata da quella in vigore negli
USA.
Esistono, consultabili on line, l’Eugenics Archive
(USA) e gli Eugenics
Record Office Records (USA).
I metodisti nel 2008 ammisero, con una votazione su un documento (Repentance
for Support of Eugenics), le loro responsabilità per
gli errori commessi dal 1910 al 1990, ma soprattutto quando sostennero, anche
con la loro rilevante presenza fra i dirigenti del movimento eugenetico,
perfino le leggi che prevedevano la sterilizzazione coatta.
Nel documento ci sono
ammissioni che sembrano poco giustificabili, sia attuali ("Ironically, as the Eugenics movement came to the United States,
the churches, especially the Methodists, the Presbyterians, and the
Episcopalians, embraced it", "Unlike the battles over evolution and creationism, both conservative and progressive
church leaders endorsed eugenics") che passate ("Christianity and Eugenics were compatible because both pursued the “challenge of removing the
causes that produce the weak", "only the white Aryan race was the descendent of the lost tribes of Israel",
"the strongest and the best are selected
for the task of propagating the likeness of God and carrying on God's work
of improving the race”).
Permettono comunque di capire quanta speranza avesse suscitato la
genetica mendeliana ai primi del 1900, purtroppo soprattutto fra chi avrebbe
difficoltà a capire che il numero dei portatori sani di patologie determinate
da caratteri mendeliani semplici aumentano esponenzialmente al ridursi della
frequenza dell'allele che determina la patologia, vanificando l'utilità della
sterilizzazione per le caratteristiche con base genetica di tipo mendeliano,
elencate nel database OMIM.
·
Nota storica 1: Qualcuno nel 1926 criticava
l'eugenetica USA?
Sì: fu colui che scrisse “The eugenics cult”
(The American Mercury, Volume VIII, Number 30, June 1926). Si chiamava
Clarence Darrow, e non è un nome nuovo: è l'
avvocato che nel 1926 sostenne con successo (soprattutto mediatico e
culturale, visto che la condanna arrivò comunque …) la difesa nel processo a John
Scopes, il giovane falso supplente di scienze che venne accusato di
violare la legge (il Butler Act) che impediva di parlare di evoluzione a
scuola, sia a Dayton (nel Tennessee, dove si svolse il processo), che in una
ventina di altri stati USA. C’è un sito web con una collezione di testi di Clarence Darrow.
Chi leggesse “The
eugenics cult” scoprirebbe dove siamo arrivati senza volerlo. Già
allora negli USA si verificava la comprensione del testo!!
Sconcerta che si pensasse di
utilizzarla, e in questo modo: "On the basis
of literacy tests the population is to be divided into two classes, which we
may call the A and C classes. Intermarriage between these two classes is
to be strictly prohibited". [Caspita!]
·
Nota storica 2: Al processo di Dayton c'era
qualcuno che, invece, era favorevole alle leggi sull'eugenetica?
Sì, c'era anche uno dei maggiori responsabili. Era un altro avvocato presente nel processo a John Scopes, uno di quelli dell’accusa, però:
“Conservative Rev. Clarence True Wilson, the
General Secretary of the Methodist Episcopal Board of
Temperance, Prohibition and Public Morals, and
the man chosen to debate Clarence Darrow after William Jennings Bryan’s death, believed that "only the white Aryan race was the
descendent of the lost tribes of Israel”.
Come si auguravano
nel 2011 su Panda’s
Thumb, quando fu pubblicato il testo di Darrow, “Hopefully the IDists/creationists will never be able to
mention Darrow and eugenics in the same sentence again, without being sent a
link to this
essay”.
|
|
11/2/14-UK
|
·
E' scomparsa la primatologa Allison
Jolly
Dal 1963 il suo nome è strettamente legato ai lemuri di Berenty,
in Madagascar. Qui una sua biografia
in italiano, letta in occasione della laurea honoris causa attribuitale
dall'Università di Torino nel 2012. La notizia è arrivata anche alla Lemur Conservation Foundation.
Lei si occupava soprattutto del Progetto AKO, che
riguardava la produzione di materiale didattico e libri per bambini sui
lemuri
|
|
10/2/14-IT
|
·
Sul Corriere un link al programma dei Darwin Days
in Italia.
Sul Corriere troviamo un articolo ("Darwin
Day, l’evoluzione fa ancora discutere") che fa credere che
sull'evoluzione ci sia in corso una discussione.
Nulla di strano se si accennasse alle novità scientifiche: il 2013 è stato un
anno davvero eccezionale, in particolare per quanto riguarda la verifica di
poter arrivare ad analizzare il DNA di possibili nostri antenati di
addirittura 400.000 anni fa (immagino la gioia dei creazionisti romani che 5
anni fa hanno organizzato ben 3 conferenze di creazionisti fatti arrivare
dagli USA per farsi spiegare che la vita sulla terra c’era solo da 6000 anni,
e c’era cascato anche almeno un professore
di storia.
Le citazioni riguardano però solo critiche, diverse fra loro, che vengono da ambiti religiosi, sia
statunitensi (si cita il dibattito avvenuto recentemente con i creazionisti)
che italiani (e si citano un paio di articoli, uno di F.Facchini
sull'Avvenire del 2012 e uno dall'Osservatore
Romano che riguarda uno dei due convegni organizzati nel 2009 nel
bicentenario di Darwin).
Curiosamente si evidenzia solo che la S.Sede non incoraggerebbe l'Intelligent
Design (senza linkare l'articolo del 16/1/2006 di F.Facchini), anche se
sarebbe più facile dimostrare che esiste un orientamento positivo verso le
posizioni attuali della scienza e quindi della biologia evoluzionistica: non
solo il presidente dell'Accademia
Pontificia, l'organo di consulenza per le questioni scientifiche, è un
premio Nobel e biologo evoluzionista, Werner
Arber, ma si organizzano anche seminari di aggiornamento sull'evoluzione
umana. Uno di questi, dell'aprile 2013, riguardava l'evoluzione biologica
della nostra specie (Via
Humanitatis).
|
|
10/2/14-USA
|
·
Esce oggi sulla rete HBO il documentario “Questioning Darwin”.
Era stato citato qui sotto il 26/1.
|
|
10/2/14-WORLD
|
·
Un sondaggio in vari paesi evidenzia quanto il
caso abbia un ruolo importante anche per i cattolici quando sono
personalmente coinvolti in eventi casuali in ambito biologico. Non è quello
che ci si aspettava da loro, però. Forse.
Il sondaggio, condotto per Univision, la principale tv degli
Stati Uniti in lingua spagnola, dall'azienda internazionale di consulenza
Bendixen & Amandi, è consultabile in questo sito web: "Voice
of the people".
Il sondaggio ha coinvolto 12000 cattolici di 5 continenti e 12 paesi su temi
piuttosto caldi; i risultati hanno spinto molti giornalisti a pensare che il
termine choc fosse adeguato.
E’ interessante notare che alcune di queste domande coinvolgevano le opinioni
su eventi in cui il caso oggi sappiamo, anche grazie alle scoperte biologiche
e genetiche degli ultimi decenni, ha un ruolo rilevante. Sembra che le
risposte al sondaggio vengano da soggetti che si stanno rendendo conto che
oggi finalmente si possono gestire gli effetti negativi di eventi casuali che
in realtà oggi conosciamo meglio.
Tali erano per esempio la domanda su quanto fosse penalizzante il ruolo di
chi per il bene della specie casualmente nasce donna, se poi – come avviene
in molti contesti religiosi un po’ in tutto il mondo - questo comporta essere
poi limitato a ruoli subordinati, o la possibilità di esprimersi su un
evento, come la possibile nascita di un figlio, che è la conseguenza di una
serie di eventi casuali che possono a volte comportare anche dei rischi per
la propria vita.
E’ la dimostrazione evidente di una presa di coscienza di quanto il caso
abbia un ruolo importante e probabilmente eccessivo; sappiamo quanto questa
coscienza sia difficile da raggiungere ad esempio da parte dei pazienti
ludopatici, e quindi è sicuramente un fatto positivo, ma potrebbe ugualmente
essere interpretata come un desiderio di onnipotenza, una ribellione che prelude quindi ad un nuovo
peccato, simile ma certo meno originale del precedente.
Da questo sondaggio emerge come stia crescendo la coscienza che non sia più un
tabù controllare eventi che molti sanno attribuire correnttamente anche a
sequaneze di eventi casuali.
Stupisce che siano così numerosi coloro che non accettano di non potersi
esprimere e di non poter intervenire (spesso sono simili
le percentuali che accomunano il rifiuto assoluto all’aborto e alla
contraccezione, ad esempio anche in Italia, 12% e 13%, come fossero eventi di
uno stesso processo).
Le alte percentuali in favore del rispetto delle indicazioni della chiesa
purtroppo le troviamo solo nelle risposte su problemi (determinati dal caso,
oltre che da scelte volontarie) che però riguardano probabilmente “qualcun
altro” (le donne, i preti, i gay).
Del sondaggio si possono scaricare i dati, che
permettono anche analisi parziali per paese oppure per sottocampione (per
sesso, età, condizione economica), oppure il PDF
con una sintesi grafica dei principali risultati. I risultati sono
decisamente sconcertanti, anche perchè le differenze maggiori distinguono le
popolazioni dei diversi paesi esaminati (Argentina, Brasile, Congo, Colombia,
Spagna, Francia, Italia, Polonia, Filippine, Uganda, Stati Uniti), correlate
soprattutto con situazioni economiche e sanitarie diverse.
Per avere una veloce idea del proprio interesse verso i risultati di questo
sondaggio, questi sono i risultati complessivi ottenuti
sul campione italiano, che dimostrano la difficoltà ad accettare che il ruolo
subordinato della donna sia un dogma, ma soprattutto che sia necessario
subire il ruolo eccessivo del caso sia sulle conseguenze di rapporti sessuali
e che sulla probabilità di successo delle diverse fasi dello sviluppo
embrionale e fetale, che oggi sappiamo condizionate da numerosi meccanismi di
controllo a vario livello.
Tutti eventi che in tutte le culture un tempo venivano giustificati come
associati ad enti o eventi soprannaturali; oggi invece, grazie
all'apprezzamento dell’applicazione delle nuove conoscenza scientifiche alla
salute propria e dei propri cari, ci si è improvvisamente resi conto che,
come per la salute, si è creato comunque un po’ di spazio anche per scelte
personali autonome; oggi si è anche
capito che non si fa dispetto a nessuno, ma al massimo ci si sta difendendo
con intelligenza dal lavoro del caso, che nessuno – tranne i ludopatico –
pensa abbia un ruolo positivo. Perché non notare che l’intelligenza umana
espande continuamente le aree che traggono vantaggio da un contributo
intelligente?
Le basse frequenze di chi oggi (in tutti i paesi in cui ciò è possibile e
sicuro farlo) ancora teme di interferire su eventi casuali dimostra il
naturale desiderio di gestire un potere che deriva dalle maggiori conoscenza
oggi disponibili. E’ da meno di un secolo che lo si può fare in campo
sanitario, senza alcun rimorso ma con grande soddisfazione e grandi vantaggi,
oltre che. non dimentichiamolo, grandi costi e rischi),.
La grande novità del sondaggio è l’evidenza che fra i 12000 sono
pochissimi coloro che comunque condannano gli interventi umani che tengono
sotto controllo gli aspetti casuali di eventi biologici. Forse hanno capito
come non sia umano subire eventi casuali attribuendo loro significati
particolari o addirittura soprannaturali..
Forse sta anche diventando più facile capire che nel processo evolutivo (in
cui il caso ha solo il ruolo di creare novità e variabilità) intervengono poi
processi selettivi che producono risultati che sono spesso positivi. Perché
non sperare che l’intelligenza umana possa fare di meglio, quando si dispone
di conoscenze adeguate, e per migliorare le nostre conoscenze?
·
Sono comparsi articoli e commenti su questo
sondaggio
Un articolo sull’Irish
Times fa subito notare il motivo per cui non sarà facile criticare
molto questo sondaggio: “Ironically, many of
the findings of this opinion poll appeared to be confirmed by a series
of Vatican documents released in recent days”.
Effettivamente sarà molto interessante il confronto con i risultati della
consultazione (non è stato un sondaggio scientifico) promossa in tutto il
mondo dal Vaticano in vista del sinodo
mondiale dell’ottobre 2014 sulla famiglia, e di cui stanno circolando
alcuni interessanti risultati, proprio in questi giorni in cui vengono
raccolti i questionari.
Come nel sondaggio Univision, anche in questa indagine ci sono
risposte che verificano il rispetto delle indicazioni su aspetti connessi
perfino con aspetti casuali della vita che riguardano la biologia e
l’evoluzione (qui
il questionario, che per gli aspetti citati fa spesso riferimento ad una
“legge naturale” che sembra poco conosciuta).
In un articolo oggi su Repubblica (“Santa
Sede, dai paesi europei una valanga rinnovatrice”) si scopre che già
circolano, sul Sir (Servizio informazione religiosa) e
altrove, i risultati
(“I
cattolici tedeschi: morale sessuale lontana dalla vita reale”, "La
famiglia interroga i cattolici") che riguardano alcuni paesi (Belgio, Lussemburgo, Svizzera e Germania) e che
dimostrano la “grande differenza tra i
credenti e la dottrina ufficiale della Chiesa”, facendo perfino
notare che siamo in alcuni casi in una situazione di ribellione, silenziosa
forse, ma di massa: “il divieto di ricorrere
ai contraccettivi viene rifiutata e praticamente ignorata”.
Sembra che il termine choc potrebbe
essere tranquillamente usato anche per questa indagine, anche se le modalità
di compilazione del questionario sono probabilmente discutibili ed
eterogenee, e impediscano di
confermare o smentire il sondaggio dell’Univision (anche se la
valutazione "praticamente ignorata" potrebbe anche
corrispondere a meno del 12%, rilevato in Europa dal sondaggio) .
Stupisce che la disobbedienza poi che non si limiti affatto ai semplici
fedeli: i dati e le relazioni dei vescovi non
avrebbero dovuto essere resi pubblici, tanto meno ancora prima di
trasmetterli il Vaticano per preparare il sinodo di ottobre, ma in Lussemburgo
sono stati addirittura messi in rete (la Sir si è dimenticata di mettere il
link), dimostrando che anche le conferenze episcopali sono pronte anche loro
a scelte autonome. In Germania è stato già pubblicato dalla DBK il documento
conclusivo inviato in Vaticano, che si trova e si legge facilmente (“Le
sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”,
addirittura in italiano!).
Si viene così a sapere che, sulle tematiche connesse
con il ruolo del caso e presenti anche nel sondaggio svolto professionalmente
per l’Univision, la maggioranza rifiuta le indicazioni a credere che si
debbano subire passivamente eventi che un tempo si credeva davvero fossero
controllati dall’alto: ci sono infatti “difficolta'
ad accettare la dottrina della Chiesa su famiglia, matrimonio e omosessualita'',
e in particolare vi e' poi un ''disaccordo
profondo sul divieto dei metodi artificiali di contraccezione'',
per non parlare della scarsa conoscenza di una legge naturale, che non
si conosce e non si capisce quindi come potrebbe essere rispettata.
[Sembra che la scienza e la medicina abbiano fatto un bel guaio … ma
si sa che non è più possibile accontentarsi del God of the gaps]
·
Su ambedue le indagini interviene, con un articolo
sincero ed esplicativo su Il
Sussidiario, un parroco (“La
trappola del sondaggio che usa i cattolici per "rottamare" la
Chiesa”). Oltre alle critiche al sondaggio Univision, che presenterebbe i
“tabù che la famigerata base chiederebbe di
superare”, non sembra che il parroco abbia apprezzato nemmeno il
questionario del Vaticano. Scrive che “ha
affrontato e condiviso il famigerato questionario con i propri collaboratori”;
secondo lui il papa ha chiesto di sapere solo “cosa
prevedono le le leggi, come stanno e cosa ci dicono coloro che vivono queste
situazioni e come trattiamo le singole problematiche”.
Qualche
fedele s’è accorto della gestione “ristretta” del questionario.
Sembra che, almeno in altri paesi europei, abbiano capito che le
preoccupazioni e gli obiettivi del Vaticano fossero più audaci, che si
chiedesse di non accontentarsi di verificare solo le opinioni dei parroci e
dei collaboratori. Forse si voleva sapere qualcosa di più, anche su chi non
collabora...
Comunque anche alla diocesi di Torino si mostrano molto timorosi dei
risultati: il 5/11/13 nella lettera
di accompagnamento hanno consigliato ai parroci questa procedura: “La cosa migliore potrebbe essere
convocare una riunione con i tutti i sacerdoti e diaconi della tua Unità
Pastorale (o anche di alcune U.P. se già lavorano insieme) per raccogliere in
un documento unitario le risposte condivise al questionario”. A Parma invece seguono le
indicazioni (“consultazione
capillare nelle parrocchie e tra le associazioni”), e le risposte possono arrivare da “famiglie, gruppi, parrocchie, associazioni, movimenti o singoli fedeli”.
Qualcuno in ambito cattolico ha comunque già fatto
notare che l'indagine non sembra sia piaciuta ai vescovi italiani (Adista).
Gli inglesi forse hanno esagerato nell'altro senso:
il questionario era scaricabile online.
[In una città non a caso, Shrewsbury,
raccoglievano le risposte fino al 13/12/13].
·
Da associare (e confrontare): in Svizzera fallisce
il referendum per abolire il finanziamento pubblico dell'aborto.
E' stato ripetuto ieri un referendum che era già
fallito nel 2002. I risultati sono stati un po' diversi, forse nella
speranza di poter risparmiare qualcosa di tasse, forse per un aumento
dell'interesse ad ostacolare l'aborto, che non sarebbe più finanziato dallo stato.
Si è infatti passati dal 18% di contrari al 30%, con un incremento soprattutto nei cantoni di
linngua tedesca, a maggioranza religiosa protestante ("Voto
aborto in svizzera: sorprese dall'analisi"). La partecipazione è
stata elevata (55%), probabilmente trainata dal referendum antiimmigrazione.
Per quanto riguarda l'appartenenza religiosa, i dati più recenti (del
2012) riguardanti l'intera Svizzera
indicano i cattiolici al 28% (-4% rispetto al 2000), i protestanti al 27%
(-7% rispetto al 2000), i non credenti al 21% (+10%, addirittura raddoppiati
rispetto al 2000) e poi i musulmani
al 5% (+1%).
|
|
8/2/14-IT
|
·
Wired ci invita fare un controllo prima del Darwin
Day
Un articolo comparso ieri su WIRED ricorda che occorre presentarsi con le
idee a posto per non farsi trovare impreparati al prossimo Darwin Day.
L’articolo ha un titolo che sembra una sfida a chi forse nemmeno si accorge
di allevare bufale nella propria testa (“5
bufale sull’evoluzione”); la sfida continua anche nel sottotitolo (“Il Darwin Day sta per arrivare, ecco gli errori cui
andiamo spesso incontro. A quanti avete creduto?”), e in effetti
qualcuno accetta la sfida e va a controllare. Stefano Dalla Casa si illudeva
che non ci potessero stare più di 5 bufale nella testa della gente, ma una
bella grossa salta subito fuori:
tocca uno dei punti critici, e coinvolge addirittura l’equivoco fra
due definizioni di “teoria”, quella
utilizzata in ambito scientifico e quella usata nel linguaggio comune; quella
da usare copn l’evoluzione permette
di sostenere che l’evoluzione è ormai da considerare un fatto. Sono 150 anni
che si controllano tutti i fatti che possono confermare appunto che
l’evoluzione è complessivamente un fatto, e non si sono trovate smentite; è
imbarazzante ammettere che non solo Darwin e i suoi colleghi si
accontentavano di molto meno, ma anche tutti quelli che per 150 anni l’anno
studiata e capita.
Bisogna ammettere che le 5 proposte sono solo una parte della mandria.
Recentemente, dopo il dibattito Ham/Nye i creazionisti ne avevano fatte
circolare ben 22, a cui è stato risposto da persone in rete un po’ più
istruite. Qualcuno ha provato anche a raccogliere domande da porre ai
creazionisti, che sono state poi ridotte di numero, ma non si è riusciti a
scendere sotto le 80
domande.
|
|
7/2/14-IT
|
·
Un’università cattolica USA che svolge ricerche in
biologia evoluzionistica ha appena aperto una sede in centro a Roma.
A proposito di evoluzionismo teista di Biologos, è interessante la notizia di
un recente incontro
del papa con i responsabili dell’Università
Notre Dame, che ha sede nell’Indiana.
Sembra sia la più grande università cattolica esistente, ed era stata
invitata dal card.Ravasi a collaborare con il Vaticano nell’organizzare uno
dei due convegni del 2009 sull’evoluzione biologica.
Non sembrava facile trovare in Italia ambienti cattolici competenti
sull'evoluzione, e si è ricorso al loro dipartimento
di biologia.
Era il periodo in cui alcuni gruppi cattolici italiani avevano cercato di
contrastare pubblicamente queste iniziative vaticane, organizzando anche
convegni creazionisti biblici sotto alle mura vaticane – il più noto venne
organizzato addirittura nella sede CNR dal suo vicepresidente, ma ce ne furono
anche uno a medicina alla Sapienza e uno alla S.Pio V - per
cercare di far capire quanto gli integralisti cattolici romani aborrissero i
due convegni sull’evoluzione organizzati nel bicentenario di Darwin.
Preferirono far venire creazionisti biblici a pagamento dagli USA (Kolbe center for creation) e da altri
paesi europei. Nessun italiano fu presente, tranne De Mattei, che finanziò
personalmente quello che ospitò al CNR, molto simile agli altri due. Il CNR
comunque spese 9000 euro per pubblicare un volume contro l'evoluzione
(proprio pochi giorni dopo un convegno sul quaternario, sempre nella sala
Marconi si spiegò al prof.De Mattei - che ci credette e lo raccontò
in giro - che la terra avesse solo poche migliaia di anni)
L’università di Notre Dame si era fatta apprezzare già nel 2005, quando il prof.
Gary Belovsky aveva contestato ("Cardinal
Schönborn is afraid of Neo-Darwinsism because he has advocated literal
interpretation of biblical creation stories and proclaims Gods purpose in all
events. Particularly disturbing is the cardinal's disregard of overwhelming
scientific evidence that supports Neo-Darwinian evolution. If
Cardinal Schönborns perspective became doctrine, no Catholic university could
maintain a reputable biology or science program, because the vast majority of
scientists acknowledge that overwhelming evidence supports Neo-Darwinian
evolution. Notre Dame could no longer stand with Harvard, Stanford and other
world-class institutions of learning") un’articolo del card.Schönborn
in favore dei neocreazionisti dell’Intelligent Design, comparso il 7/7 sul New
York Times, a cui l’aveva fatto arrivare un’agenzia vicina al DI.
D’altronde l’università di Notre Dame aveva i titoli per rimanere
sconcertata. Sembra sia l’unica università cattolica che abbia le competenze
e l'interesse per svolgere normalmente ricerca scientifica in biologia
evoluzionistica. Proprio per queste competenze era stata chiamata poi ad una
collaborazione con il Vaticano, che sarebbe iniziata con la cogestione del
convegno sull’evoluzione del 2009, chiuso ai creazionisti ("Vatican
evolution congress to exclude creationism, intelligent design").
Come si legge, uno dei
docenti (P.Sloan) pensava che la collaborazione fosse indispensabile per
rimediare ad una carenza rilevante che aveva notato ("While there has been Catholic commentary on the compatibility of faith
and evolutionary theories, there is no definitive written source to which
people can refer to learn the church's position, he said. Sloan said he
hoped the March conference and other initiatives planned by Notre Dame and
the Vatican would foster the development of "informed Catholic
thought" on the subject").
L’occasione della visita
collettiva a Roma di qualche giorno fa (qui il discorso del papa) è
dovuta ad un’iniziativa che vedrebbe il Vaticano intenzionato a riprendere la
collaborazione instaurata nel 2009, apprezzando il successo dell’università e
il suo impegno anche nella ricerca biologica e ambientale.
Il dipartimento di Scienze Biologiche gestisce programmi di ricerca in Cellular
and Molecular Biology e in Ecology,
Evolution and Environmental Sciences). Studiano anche recenti eventi di speciazione, che vengono presentati
("Notre Dame biologists tackling big
question in evolution") nella newsletter del dipartimento di scienze
biologiche: “over the last 150 to 200 years,
the fruit flies have been gradually evolving from a single variety into two
distinct and separate species”.
L'università, nell'ambito del suo interesse per lo studio
dell'influenza dell'attività umana sui cambiamenti
climatici, ha anche organizzato nel 2013 un convegno "Climate change and the common good"
nella cui pagina web si premette che "Human-caused
climate change is a complex and urgent problem. Polar ice is melting
and sea levels are rising; storms and droughts have increased; and precious
agriculture and species and ecosystems have declined".
Fra gli esperti invitati a questo convegno (i cui video sono on line) c'è V. “Ram” Ramanathan, membro
dell'Accademia
Pontificia delle Scienze, dove ha organizzato nel 2011, con il Nobel P.J.Crutzen
il convegno "Fate
of Mountain Glaciers in the Anthropocene" sul ritiro dei ghiacciai.
Sono certo competenze utili a chiunque, in un mondo sotto stress, e non è
detto che in futuro nella nuova sede romana (Notre
Dame Rome Center, in via
Ostilia 15, presso il Colosseo) si gestiranno solo i titoli di studio
attualmente forniti dalla School of
Architecture e dal College of Arts and
Letters.
Potrebbero infatti fornire competenze qualificate di biologia
evoluzionistica, evitando il costoso trasferimento dei creazionisti esperti del
Kolbe Center, che
organizzano ovunque seminari chiavi in mano [da notare in homepage la foto del 2008 del prof.De
Mattei con i creazionisti del Kolbe Center invitati da lui nella sala
Marconi del CNR. Questi
"esperti" preferiscono essere chiamati per discutere con gli
evoluzionisti teisti: "Please pray that
the Pope and the Bishops will allow an open debate between the advocates of
theistic evolution and the defenders of the traditional doctrine of creation")].
Lo sbarco in Italia della Notre Dame University è una novità
probabilmente non apprezzata da tutti. Ci sono articoli in siti web USA in
cui si sorvola sul significato della nuova sede romana, ma si forniscono
suggerimenti sui possibili rimproveri che i dirigenti dell'università
avrebbero meritato di ricevere durante la visita al papa.
In rete si trovano addirittura molte pagine informative sulla “Notre Shame
University”, per cui è comunque probabile che molte iniziative della più
grande università cattolica siano state poco apprezzate dai cattolici
americani (e
italiani).
Sembra che recentemente le meno apprezzate siano state l'adesione al National Coming Out Day del
10 ottobre e la laurea
honoris causa attribuita ad Obama nonostante le sue posizioni
sull’aborto; tra l'altro la nuova legge di riforma sanitaria ha spinto
l'università a ribellarsi
all'obbligo di pagare
le spese ai dipendenti che volessero evitare gravidanze o abortire.
Forse qualcuno non apprezzerebbe molto nemmeno che nel 2009 alla Notre Dame
University abbiano festeggiato il bicentenario
della nascita di Darwin con una serie di iniziative "to promote discussion about the"father of
evolutionary biology"and his book that introduced the theory of natural
selection to explain evolution", rispettose
del secolare interesse dei cattolici per la scienza: “That Notre Dame would celebrate and investigate
Darwin’s accomplishments is especially appropriate given the long history of
interaction between Catholicism and modern science, from the geneticist monk
Gregor Mendel to scholars working at the Vatican observatory,”
|
|
6/2/14-IT
|
·
Stimolanti ipotesi sul ruolo dello sbadiglio nei
Gelada
Un gruppo di primatologi delle università di Parma e di Pisa (P.F.Ferrari
e E.Palagi) hanno pubblicato oggi nella sezione Scientific Reports di Nature
un articolo in cui si ipotizza che nei babbuini Gelada lo sbadiglio
abbia diversi significati: “Different
yawns, different functions? Testing
social hypotheses on spontaneous yawning in Theropithecus gelada”
|
|
6/2/14-USA
|
·
Reazioni al dibattito Ham/Nye vengono anche da
evoluzionisti teisti.
Biologos, non può ovviamente accettare
che la sua posizione (sono evangelici ma sull’evoluzione hanno una posizione
“evoluzionista
teista” che chiamano “Evolutionary creation”, simile a
quella della chiesa cattolica) scompaia dietro ad una discussione fra
creazionisti biblici (che comunque negli USA sono un problema che nessuno può
sottovalutare, essendo il 46%) e biologi evoluzionisti, che sostengono una
spiegazione naturalistica e materialistica, come è normale in ambito
scientifico.
Biologos è un centro creato dagli
evangelici USA che sull’evoluzione biologica si vogliono distinguere da
creazionisti e sostenitori dell’ID:
vorrebbero convincerli ad abbandonare ipotesi che si sono dimostrate
errate o comunque non dimostrabili. Fra i fondatori di Biologos c’è
perfino Francis
Collins, evoluzionista e direttore attuale del National
Institute of Health (NIH) che finanzia tutta la ricerca medica USA;
qualche anno fa fu anche direttore per vari anni dell’Human Genome Project
(HGP), che decifrò il DNA sia dell’uomo che di altre specie
filogeneticamente connesse).
Biologos si differenzia dagli altri gruppi in quanto si preoccupa del
46% di creazionisti biblici, più di loro che degli scienziati che studiano
l’evoluzione. Lo si vede dalla preoccupazione di spiegare subito la loro
posizione (“What We Believe”) e di
spiegarne i motivi (“Common Questions”),
fornendo materiale didattico (“Resources”)
rivolto soprattutto ai creazionisti, così numerosi negli USA.
Biologos aveva preparato al dibattito con i post “Ken Ham vs. Bill Nye”
e “Ham on Nye – What to Watch for”;
e risponde poi con i post “Ham on Nye: Our Take”
e “BioLogos
offers another choice”, dove manifesta appunto le reazioni di chi non
vede rappresentate le sue posizioni critiche sia verso il creazionismo della
terra giovane di Ken Ham che verso l’evoluzionismo che non ha bisogno di
ricorrere al soprannaturale (Bill Nye).
C’è da sottolineare come ovviamente la posizione di Biologos sia ambigua,
in quanto per spiegare l'evoluzione biologica attribuisce comunque un ruolo
ad enti ed eventi soprannaturali ma bisogna ammettere che il suo impegno
verso l’evangelizzazione dei creazionisti biblici protestanti per
allontanarli da una irrazionale interpretazione letterale di qualche riga
della bibbia è rilevante e costante, anche se il successo non appare evidente
(le percentuali dei creazionisti non cambiano molto).
·
Un'altra reazione simile la troviamo in un sito
cattolico, e quindi "evoluzionista teista"
Sul sito del quotidiano on line "Catholic Online" l'articolo
che commenta il dibattito è intitolato "In the debate
between Ken Ham's Creationism vs. Bill Nye's Science, both are wrong". L'articolo, scritto prima del dibattito, precisa che " Catholics
should know that biblical literalism in approaching the account of the
beginnings in the Book of Genesis is essentially Protestant, not Catholic. ..The Church also respects other prevailing scientific
theories pertaining to the origin and age of the universe and planet
Earth, global warming, and some notions of human evolution. The Catholic
Church essentially teaches that science and religion are not incompatible,
and that God still governs, not only as the First Mover and Creator of
all things, but as the One in whose Image men and women are fashioned and
then given the universe to properly steward".
Curiosamente si ammette comunque che i cattolici non si pongono in una
posizione intermedia, diversa da quella di ambedue gli oratori, ma "So while most Protestants will firmly support Ken Ham
and the Creation Museum, Catholics may find themselves divided or confused on
the debate". L'articolista si lamenta che " the dichotomy presented by a debate such as the one
that will be taking place on Tuesday, is a false dichotomy. Viewers are being
asked to either favor a Protestant literalistic young earth creation story,
or a scientific, atheistic view of the universe".
|
|
6/2/14-UK/USA
|
·
Risposta collettiva, quasi virale, ai ragazzi
creazionisti che sul web avevano fatto 22 domande - alcune assurde, altre
pure sbagliate - agli “evoluzionisti”.
Speriamo che anche i fedeli di altri tipi di antievoluzionismo/
antidarwinismo/ antiwallacismo/ antimaterialismo, ecc. non si sentano tagliati fuori (visto che nessuno
attribuisce importanza alla loro idea di evoluzione – che ritengono la
migliore) e apprezzino anche loro le risposte mandate alle domande proposte
da creazionisti biblici USA ("22 Messages From Creationists To People
Who Believe In Evolution") dopo il dibattito USA
sul creazionismo.
Le prime 22 risposte sono apparse in questa
pagina web, ma anche in un articolo del Guardian ("22
answers for creationists from someone who understands evolution").
Nei giorni successivi si sono poi aggiunte anche le seguenti pagine con
risposte che possono essere utili a chi capisce poco di evoluzione: “Answers
to the ’22 Messages From Creationists’ – Part 1” (di un ex-mormone),
“22 Messages of
Hope (and Science) for Creationists”, “A
Scientist Takes on 22 Questions From Creationists – The Result Is the Exact
Opposite of What You’re Used to Seeing”, “Messages
from Creationists”.
Comunque è difficile credere che dibattiti come quello fra Ham e Nye possa
avvicinare alla ragione chi ammette di aver ricevuto raccomandazioni precise:
"Why
I Don’t Care About Creation vs. Evolution Anymore".
Qualcuno poi ha voluto invece rivolgere qualche domanda ai creazionisti, e ne
propone (è prevedibile) una pagina facebook con quasi un centinaio di
domande: "80
questions (and comments) for creationists (and christians)"
·
A proposito di quiz sull’evoluzione, anche il
Discovery Institute propone le sue domande …
Qualche giorno fa, anche i sostenitori dell’ID hanno voluto mettere in
difficoltà i loro critici, proponendo di risolvere un test per verificare la
loto competenza: “A
Quiz for Intelligent Design Critics”. Il post, pubblicato sul blog “Uncommon
Descent”, ha avuto un certo successo, e moltissime sono stati gli
interventi sulle 10 domande che sono state proposte. Anche in
rete qualcuno ha provato a cimentarsi, per verificare il suo livello di
conoscenza sul neocreazionismo.
|
|
5/2/14-IT
|
·
Continuano ad aumentare le iniziative organizzate
in tutta Italia in occasione del Darwin
Day.
A Milano,
al Museo di Storia Naturale a Porta Venezia, l’iniziativa “IL BACKSTAGE
DELL’EVOLUZIONE” durerà tutto il giorno 12 febbraio. Altre iniziative
rilevanti si terranno a Roma (Museo Pigorini), Napoli, Grosseto (sulla didattica) e Firenze.
L’iniziativa più panoramica e avventurosa? Quella organizzata domenica 16
febbraio 2014, dalle ore 9,30 alle ore 16,30 – Parco del Beigua, loc. Prariondo:
Escursione guidata "Ciaspolando
con Darwin…" alla scoperta delle emergenze geomorfologiche presenti
nel Beigua e descritte anche in altre parti del mondo dal famoso scienziato
inglese; organizzata in collaborazione con il Museo Civico di Storia
Naturale "G. Doria". Credo che convenga seguire le precedenti
lezioni su "Darwin geologo e i pionieri della geologia in
Liguria" e vedere la mostra di Genova.
|
|
5/2/14/USA
|
·
Escono alcune altre reazioni al dibattito sul
creazionismo fra Ham e Nye.
Prima è utile fare una visita alla lunga valutazione del NCSE, scritta da
Josh Rosenau: “How Bill
Nye Won the Debate”.
·
Poi consiglierei di visitare alcune pagine che
raccolgono "22 Messages From Creationists To People
Who Believe In Evolution". I giovani creazionisti
biblici delle foto sono giovani, allegri e simpatici, ma alcune domande sono
davvero deprimenti, come la 5, 11, 16
(con una versione incomprensibile della solita domanda sull'aumento di
informazione che i creazionisti credono associata a ogni mutazione o processo
evolutivo... e che hanno fatto a Dawkins e a Pievani) e la 22,
che probabilmente il ragazzo non ha letto (o capito) altrimenti non
sorriderebbe affatto della sua ignoranza.
Forse non gli hannoancora detto che le università USA sono già da tempo più
interessate a persone intelligenti indipendentemente dal paese natale. Poi
magari, come il biologo evoluzionista Francisco
Ayala, possono permettersi di regalare 10M$ (magari guadagnati anche
facendo consulenze contro le scuole religiose creazioniste) all'università
che li ha accolti.
Qualcuno si è divertito a rispondere a queste domande, in gran parte fatte da
persone evidentemente poco scolarizzate in biologia. Qui risponde un
volontario anonimo (“22 Responses From An Evolutionist To
Creationists”) che ogni tanto si innervosisce, mente qui
risponde una giornalista scientifica. Roxanne Palmer dell’International
Business Times (“22
Responses To Buzzfeed's 22 Creationist Messages”), che non si
spazientisce e che fornisce anche utili link per educare questi giovani
creazionisti ignoranti. Non capisce proprio la domanda mal formulata
sull’informazione che non aumenterebbe, ma le arriva una soffiata dalla rete
(“Thanks to commenters below for adding
additional possible interpretations of the question”) che la
indirizza verso una risposta che forse è quella richiesta.
·
Ci sono anche reazioni da ambienti creazionisti: Il
Christian Science Monitor giustamente chiede in giro chi abbia vinto il
dibattito, che è stato visto in USA da 3 milioni di spettatori: “Bill
Nye versus Ken Ham: Who won?”; si cita ancora oggi pure il sondaggio,
probabilmente dirottato dagli evoluzionisti (“pharyngulated”),
proposto ingenuamente dal sito evangelico inglese Christian ToDay. [In
realtà fa piacere verificare che PZ Myers di Pharyngula deve
ammettere che il sondaggio non richiedeva
un suo intervento raddrizzatore: "it’s
a landslide even before I start pharyngulating it"
·
Qui un primo e parziale - poi si vedrà perché -
commento al dibattito, sul blog Uncommon Descent del
Discovery Institute; poi se ne parla nel blog dell'antropologo Greg
Laden (Who
won the Bill Nye – Ken Ham Debate? Bill Nye!,
con discussione), degli evoluzionisti Matt Young (Panda'sThumb Nye-Ham
debate an hour away) e Jerry Coyne (NBC News reports on the debate,
and bonus anti-Ham tw**ts). In quest'ultimo post si fa notare che un articolo su NBC
News (“Bill
Nye wins over the science crowd at evolution debate.”) sottolinea un
"dettaglio" che è stato trascurato.
·
L'antropologo Greg Laden ha notato nel suo
blog (“Who
won the Bill Nye – Ken Ham Debate? Bill Nye!”) come gli spettatori visti
nel video, probabilmente creazionisti, sembrassero più incantati quando
parlava Bill Nye.
Se Bill Nye aveva fatto notare un grave difetto della posizione creazionista
di Ken Ham basata sulla Bibbia (fino a qualche decennio fa non era un
problema, ma oggi il mondo è diventato più piccolo ed è evidente che qualche
miliardo di persone non sono ancora state informate dell'esistenza di questo
antico manuale sull'evoluzione ...), comunque il gravissimo errore del
dibattito è che non avesse nemmeno citato la grande novità che dal 1987
esiste sul mercato dell'antievoluzionismo, o
almeno dell'antidarwinismo: il "progetto intelligente".
Secondo il Discovery Institute dovrebbe aver da tempo sostituito
proprio il creazionismo biblico di Ken Ham... ma non sono evidentemente riusciti a coinvolgerlo, e li sta
intralciando.
Ovviamente l'avevano notato anche al Discovery Institute, e un loro secondo
commento, scritto da uno dei capi, C.Luskin, si occupa proprio di far
notare "A Huge
Missed Opportunity".
Grazie ai giudici, i fondatori del DI avevano già capito dal 1987 che ormai
non era più accettabile il creazionismo biblico "della terra giovane",
e avevano fatto risorgere l'ottocentesco "intelligent design",
illudendosi di poter dimostrare "the
compelling scientific evidence for design in nature anche con una terra di qualche miliardo di
anni, un po' più invecchiata ("all
of what Ken Ham said focused on trying to support a young earth
viewpoint. Since he's not a scientist, the great majority of his arguments
amounted -- over and over again -- to "Because the Bible says so".
Nye's main argument was, "Because the evidence says so" and
he cited a lot of reasonable evidence for an old earth").
C.Luskin del DI ha insomma evidenziato un "macigno" che
avrebbe dovuto sconsigliare qualsiasi dibattito fra i due, che comunque fan
finta di dialogare pur avendo oggettivamente posizioni incompatibili.
Lamentava quindi che non si fosse invitato anche qualcuno a difesa dell'ID (per
aumentare le incompatibilità?).
Con chi C.Luskin avrebbe voluto discutere le sue "powerful evidence for design in nature"?
Forse avrebbe preferito un suo dibattito solo con Ken Ham e senza "Nye's intolerant, materialist beliefs
about the history of life").
Sembra evidente che Ham e Nye hanno dimenticato di invitare qualcun altro
oltre al Discovery Institute… Ci sono in giro altre ipotesi?
Non illudiamoci, la domanda è retorica.
E' facile dimostrare che la creatività umana sia senza limiti e, è difficile
crederlo, altre ipotesi che si credono migliori potrebbero offendersi per
essere state ingiustamente trascurate!
Le alternative possibili sono probabilmente molte altre, e le iscrizioni sono
sempre aperte: qualcuno molto recentemente ha coraggiosamente sostenuto, come
novità rivoluzionaria e risolutiva, che intendono "prendere le distanze tanto dal darwinismo quanto dall’Intelligent
Design e, ovviamente, dal
creazionismo fondamentalista".
Il progetto sembra audace e ambizioso (che ne direbbe C.Luskin del DI?) e
richiederebbe la pianificazione di obiettivi a medio e lungo termine. Sedici
anni fa, nel 1998, il Discovery Institute ha pubblicato il progetto riservato
("The wedge
strategy") che avrebbe permesso di sostituire in 20 anni solo
altre 2 visioni alternative dell’evoluzione del mondo ... e non sembra
proprio che riescano a rispettare la tabella di marcia che prevedeva di
costringere l'uomo ad ampliare la definizione di scienza per renderla ben
poco materialista.
Come spiegò uno dei teorici dell'ID, il biochimico M.Behe, l'ID proponeva una
definizione di scienza talmente ampia che potesse “comprendere anche l'astrologia”. Questo fu uno dei punti
della deposizione di M.Behe che contribuì a convincere il giudice del processo di Harrisburg, che era chiamato a decidere se
l'Intelligent Design potesse entrare nel liceo di Dover).
Sembra sia difficile non accorgersi che in 100 anni la popolazione umana è
quadruplicata; siamo più di 7 miliardi e perfino la Bibbia, su cui si basa il
creazionismo “occidentale” e che ha cominciato a circolare già qualche secolo
fa, senza più imperi coloniali amici ha qualche difficoltà a farsi conoscere
da tutti loro.
Questi poi vorrebbero prendere le distanze dal neodarwinismo (se l'erano
dimenticato?), dal darwinismo, dal disegno intelligente e ovviamente dal
creazionismo poco intelligente di Ken Ham.
Anche se si dimenticassero di tutti gli altri creazionismi ben poco disposti
a cedere, non sembra proprio che per ora abbiano sponsor e risorse economiche
e intellettuali adeguate per competere, davanti ad una platea di più di 7
miliardi, con le proposte e i metodi della scienza moderna, oggi più o meno
sostenuta culturalmente e economicamente da tutti i paesi del mondo.
E' poi da escludere che razionalmente chiunque possa rinunciare ai criteri di
valutazione delle idee e dei risultati introdotti dal moderno metodo
scientifico e il cui successo è indubbio (e anche solo lo spostamento di
equilibri causato dalla transizione
demografica lo ha dimostrato).
Comunque ogni elettore italiano sa che opinioni che hanno una forte base
ideologica cambiano non tanto sulla base di un’analisi della realtà, quanto
dalla speranza in una realtà futura, anche se improbabile e magari poi
nemmeno verificabile.
·
Un commento su ABC News sottolinea gli errori di
Ham
Secondo un articolo su ABCNews (“Bill
Nye Wins Over the Science Crowd at Evolution Debate”) l’errore maggiore
nel dibatito sarebbe stata l’insistenza di Ham – impressionante la nenia nel
finale - sulla verità delle prime righe della Bibbia, un argomento che, anche
grazie all’aiuto dei giudici ("Edwards v.
Aguillard”, 1987, che chiuse le porte delle scuole al creazionismo)
i fondatori del Discovery Institute avevano capito che doveva essere tolto di
mezzo al più presto.
E scelsero di fare maggior riferimento alla scienza, anche se non era la
stessa scienza che tutti conoscono e hanno imparato ad apprezzare; e nel 2005
il giudice Jones se ne accorse...
Come ricorda l’articolo “Who
Won the Bill Nye and Ken Ham Debate Evolution vs Creation Battle?”, la
storia dell’Intelligent Design ha dimostrato che in caso di emergenza si può
anche fare a meno del creazionismo biblico, cambiando semplicemente idea
sulla lettura letterale della bibbia (e togliendo
la parola creazione dal proprio testo).
Ken Ham non ha ceduto, pur ammettendo che in altre parti la bibbia si può
leggere in chiave poetica, non ammette che lo si facia ai versetti della
genesi.; anzi ha instito sulla sua personale impossibilità di cambiare idea,
facendo capire chiaramente come il mito del peccato sia da difendere a
qualsiasi costo, anche del ridicolo. Lo ha dimostrato insistendo sui leoni
creati erbivori e trascinati anche loro nell’abisso delle conseguenze dell’incauto
acquisto di una mela.
Nye ha avuto quindi la possibilità di ricordare, e non è un
dettaglio:, che ci sono persone ragionevoli: “there
are billions of people in the world who are deeply religious, who get
enriched by the wonderful sense of community by their religion. But these same
people do not embrace the extraordinary view that the Earth is somehow only
6,000 years old”.
Un’altra buona carta giocata da Nye è stata l’evocazione di una
preoccupazione che da qualche anno angoscia gli statunitensi: dato che “technology preserves America as a world leader”
c’è il rischio che “if creationism is taught
to kids, the nation would degenerate”.
|
|
5/2/14-UK
|
·
Convegno EMBO sull’evoluzione umana a Leicester in
aprile.
1-4 aprile 2014: “Human evolution in the genomic
era: Origins, populations and phenotypes”. Si terrà a Leicester,
organizzato da Chiara Batini e Mark Jobling (Università of Leicester) per la European
Molecular Biology Organization, ed è sponsorizzato dall’Istituto Italiano
di Antropologia.
“Molecular studies of
human evolution have undergone an extraordinary transformation in the last
decade. The analysis of human genetic diversity has shifted from
locus-specific to genome-wide, with new molecular techniques and informatic
methods, and their application in large-scale collaborative projects. This
revolution is providing new insights into the human past, into mutation rates
and recombination processes, and into adaptation and the molecular and
evolutionary basis of genetic disease”
|
|
5/2/2014-USA
|
·
Dibattito fra il creazionista biblico Ken Ham e
Bill Nye. Ancora disponibile gratuitamente su You Tube.
I risultati di un sondaggio
dilentantesco e molto sospetto, probabilmente “pharyngulated”,
effettuato sul sito web evangelico britannico di ChristianToDay, rappresentano comunque l’impressione di chi
ha visto il dibattito (tuttora
scaricabile) dall’Europa: sembra che il 92% ritenga che abbia prevalso
Bill Nye, che ha veramente travolto il creazionista, che d’altronde può
essere scusato: aveva ben poca esperienza di confronti rispetto a Nye;
finora, a differenza di creazionisti collaudati come Duane
Gish, era stato coinvolto in un unico dibattito.
Come ha notato in uno dei suoi twitter il giornalista scientifico Carl Zimmer
(“A thousand “kinds” on the ark. So—several million
species in just the past 4000 years? That’s
quite a speciation rate!”), Ken Ham ha fatto molte dichiarazioni
incredibilmente masochiste anche perché
assurde: come si fa a dire per esempio che non più 7000 anni fa,
c’erano da imbarcare sull’arca solo poche migliaia di “kinds”/”tipi”
diversi di animali, mentre adesso ci sono milioni di specie viventi diverse?
Se fosse vero, avremmo una speciazione tutti i giorni. Ham ha dovuto quindi
ammettere che l’evoluzione c’è, almeno all’interno del “kind”. Questa novità
strana e imprecisa, inventata
da S.Scherer nel 1993, sembra piaccia molto ai creazionisti anche non
biblici (finalmente permette di rispondere alla domanda “How did
all the animals fit on Noah’s Ark?”); però si aprono molte altre domande
…
Assurda anche l’idea dei leoni erbivori che pascolavano sull’arca nonostante
la “caduta” – con l’arrivo del male, che sembra i creazionisti associno a una
dieta carnivora - nonostante osse già avvenuta …
E come fa Ken Ham poi a dire che
nulla gli farà mai cambiare idea? A nessuno piace cambiare idea, ma Nye ha
chiaramente detto che in alcuni casi è possibile e necessario. Ogni giorno la
ricerca scientifica (basta verificare su Google Scholar) fornisce moltissimi
motivi validi; anche solo per prepararsi a cambiare idea se un articolo verrà
poi confermato; evidentemente è questo che Ham non sopporta proprio… l’attesa
dell’apparizione (di una conferma).
Ham ha sbagliato anche insistendo che nessuno gli ha ancora dimostrato che
c’è un aumento di informazione associato alla formazione di una nuova specie.
E’ la solita domanda che oltre ai creazionisti USA fanno anche i sostenitori
dell’ID USA e gli antidarwinisti USA; nessuno di loro si è ancora accorto che
la domanda è sbagliata…. e insistono
Speriamo che il programma “no child left behind”
del U.S. Department of Education prosegua e raggiunga
anche i creazionisti
e tutti coloro che non hanno bisogno di informarsi sulla letteratura
scientifica e non sanno che nell’evoluzione
dell’olfatto nei primati o nei cetacei c’è ovviamente la perdita
di quella che loro chiamano “informazione”, e che è qualcosa un po’ diversa
dall’informazione genetica.
Importante è quindi qualsiasi differenza, e anche la perdita è utile perché
lascia disponibili informazioni genetiche inutilizzabili, che possono essere
modificate e riciclate per altre funzioni. Ken Ham ha anche insistito che
nell’esperimento di Lenski non c’è evoluzione, come sostengono al Discovery
Institute, e non solo.
Bill Nye avrebbe potuto forse non perdere qualche buona occasione (PZ
Meyers:“My main gripe with the #creationdebate
is that there were so many places where Ham could have been skewered, and Nye
missed”), ha comunque fatto emergere che oggi il mondo è cambiato,
ricordando che miliardi di persone non sanno nulla dell’arca, e già oggi
competono con culture che non si impegnano nella conoscenza, nella scienza e
nella creazione e sfruttamento dei prodotti della ricerca scientifica.
Difficile comunque che cambi idea chi crede a Ken Ham che pensa che anche i
leoni siano diventati cattivi (carnivori) dopo che un serpente ha fatto uno
spot molto convincente. E ci
fanno sapere che loro non crederebbero mai che tutto quello che vediamo
intorno a noi in gran parte non sia bio ma sia artificiale.
·
Dopo il dibattito sull’evoluzione, Ken Ham e Bill Nye
si sono trovati, fianco a fianco, a discutere di riscaldamento globale
con il moderatore del dibattito precedente; testo e video sulla CNN “Bill
Nye and Ken Ham join Piers Morgan to discuss global warming”).
|
|
3/2/14-USA
|
·
Domani ci sarà un dibattito
fra un noto creazionista. Ken
Ham, e un divulgatore di scienza ed evoluzione, Bill Nye (“the science
guy”).
Verrà trasmesso in diretta streaming gratuita e negli USA se ne parla da
tanto tempo; chi vorrà seguirlo potrà facilmente verificare come sia molto
difficile perfino contrastare un creazionista biblico come Ken Ham (di Answers in Genesis), cioè
uno che crede che il mondo sia stato creato solo circa 6000
anni fa.
Le sue opinioni, anche solo sulla cronologia, fanno sorgere la seguente
domanda: “Should
Evolution Really Be "Debated?"; fin dai tempi di Galilei
sappiamo che la conoscenza procede con la ricerca sperimentale.
Dopo l’arresto per reati patrimoniali del collega K.Hovind del Dinosaur
Adventure Land, sono soprattutto le idee di Ken Ham (ma soprattutto i
dubbi che in mancanza di meglio alimentano almeno la sua pars destruens)
a circolare anche al di fuori del mondo creazionista biblico a cui appartiene
(“Do
evolutionists have any examples of mutations or evolutionary processes which have
led to an increase in genetic information?”), cercando di dimostrare che
l’evoluzione è proprio impossibile.
Come sappiamo, sono dubbi formulati in modo da trarre in inganno anche i
neocreazionisti dell’ID e forse anche gli evoluzionisti teisti.
Di Ken Han dobbiamo ricordare la notevole cre-attività edilizia, che tuttora
procede anche se si prevede una fase tempestosa (suo è il Creation
Museum e il progetto di realizzare una copia dell’Arca, che dovrebbe essere utile per
chiarire meglio la logica della tassonomia creazionista, la Baraminologia, che si
cerca di diffondere anche in Europa fra i sostenitori dell’Intelligent
Design; è infatti applicata nel testo tedesco di Junker e Scherer
sull’evoluzione, tradotto e diffuso dai creazionisti protestanti in
Italia).
Bill Nye si impegna da tempo in iniziative di divulgazione
scientifica, ma tutti l’avevano dissuaso
dall’accettare un confronto diretto, anche perché sul tema della discussione
(“Is Creation a Viable Model of Origins?”) non ci sono ancora sufficienti
informazioni scientifiche e comunque l’origine della vita riguarda la chimica
più che la biologia, per cui nessuno crede che riguardi l’evoluzione
biologica.
Chiunque sia mai entrato in una
biblioteca piena di riviste e libri scientifici può immaginare come sia
impossibile che un singolo individuo possa gestire una discussione che
coinvolga critiche (e quindi non dimostrazioni di proposte alternative) a un
qualsiasi dettaglio su un argomento che coinvolga l’evoluzione biologica.
I creazionisti sanno bene che è
difficile sopravvivere a domande rivolte anche solo su una decina delle
migliaia dei punti su cui abbiamo conoscenze imprecise, e nel contempo
illudersi di poter dimostrare come errata anche una sola affermazione su
presunte “realtà” metafisiche che mai sono stati dimostrate, e di cui
comunque ci sono molte varianti fantasiose e casuali nei numerosi miti [della
creazione] esistenti.
Un creazionista molto abile e
simpatico scomparso l’anno scorso a 92 anni, il biochimico Duane Gish, metodista e
poi battista fondamentalista, era talmente bravo che questa strategia si
chiama oggi “Gish
gallop”. Il termine fu inventato da Eugene
Scott, direttrice del NCSE fino all’anno scorso, mentre Sam Harris associò
questa tecnica all’immagine di una situazione a cui è difficile rispondere: “accendere
10 incendi in 10 minuti”.
Anche il biologo italiano Massimo
Pigliucci, quand’era ancora un giovane universitario immigrato negli USA, si
mise a far pratica in uno sport USA che in Italia non è mai arrivato, e
incontrò Gish cinque volte, riportando la sua esperienza nel volume “Denying
evolution”.
La tecnica è molto efficace, tanto
che viene applicata anche in dibattiti in cui si negano anche altri dati
scientifici più limitati, come quelli connessi con i cambiamenti
climatici. Il successo ovviamente dipende soprattutto dalla probabile
ignoranza del pubblico su temi ampi e complessi che richiedono di solito anni
di studio e di cui in un’ora di dibattito viene presentata inevitabilmente
una parte limitata e sganciata dalle necessarie premesse.
·
Da notare che il 4/2/2014, nel sito web di Ken Ham,
il dibattito è già stato definito come quello dei “Two science guys”,
e si esaltano “two men who love
science” proprio sopra ad un link a “Remembering
The Genesis Flood”. Sembra un caso da manuale di scippo di
identità!
|
|
3/2/14-USA
|
·
Alla camera USA è stata presentata la proposta di
definire ufficialmente il 15 febbraio 2014 come “Darwin Day”.
La richiesta è contenuta nella House
Resolution 467, presentata il 29/1; in essa la proposta è
accompagnata dalla richiesta di considerare "Charles Darwin as a
worthy symbol on which to celebrate the achievements of reason, science, and
the advancement of human knowledge".
Interessante leggere nella richiesta anche l’associazione a Darwin, che ha
dimostrato come l’origine comune dei tutti gli esseri viventi fosse un’idea
molto ragionevole, del riferimento all’unità di tutti gli esseri umani, utile
e necessario in un momento in cui si vogliono creare o rinforzare le barriere
reali o virtuali che per millenni hanno condizionato l’evoluzione umana.
Queste barriere fra continenti, lingue, paesi, culture e religioni erano
sempre esistite, ma ora stanno cedendo anche grazie all’esplosione
demografica dell’ultimo secolo; è quindi giusto allarmarsi per i rischi che
certamente derivano dalla continua presenza del creazionismo nelle scuole USA
e dal suo diffondersi, un tema che aveva preoccupato anche il parlamento
europeo (“I
pericoli del creazionismo nell’educazione”, 2007) soprattutto in quanto
contrasta il ruolo formativo ed educativo della scuola, cercando di
introdurre altre barriere culturali.
Immagino che, se l’improbabile notizia pubblicata proprio oggi da Brescia
Oggi fosse vera (“Ciao
Darwin e gli strali del don”), bisognerebbe trovare un’ulteriore data ma
soprattutto un’ulteriore fulgido esempio su cui possa concordare don Sergio
di Roccafranca (BS) se un giorno volesse festeggiare la ragione e la scienza
(“don Sergio, infatti, non ha visto di buon
occhio questa iniziativa, a partire dalla scelta di evocare Darwin
l'evoluzionista … Darwin sarebbe inviso alla chiesa con la sua teoria
evoluzionista secondo la quale l'uomo e la scimmia sono parenti prossimi”).
Immagino che anche chi fa circolare idee prelamarckiane che giungono fin
nella bassa bresciana potrebbe suggerirgli Galilei, Mendel o
Spallanzani.
|
|
2/2/14-IT
|
·
Prossimamente (15 febbraio) ci sarà un DarwinDay
interessante anche al Museo Pigorini. E’ prevista la diretta in
streaming.
Pochi giorni dopo il ritorno a Roma di Noam
Chomsky (chi lo conosceva e se l’era perso quand’era passato l’ultima
volta - 40 anni fa - ha potuto verificare quanto fosse cambiato …), il 15/2
alle ore 16 al museo Pigorini all’EUR si torna a parlare di linguaggio (“ORIGINE ED
EVOLUZIONE DEL LINGUAGGIO”).
Questa volta ci saranno anche un paio di oratori esperti di evoluzione
umana e della cucina italiana - in quanto frequentano il nostro paese più di
Chomsky. Per avere certezze sulla corretta tassonomia dei nostri antenati più
vicini bisognerà però aspettare che si chiariscano meglio le relazioni di
parentela con le poche “forme” (specie o sottospecie?) ominine che solo da
poco tempo ci lasciano accedere al loro aDNA (ancient DNA),
permettendoci di svelare nuovi dettagli del funzionamento a livello del DNA
dei meccanismi evolutivi anche intraspecifici.
Programma:
- Ian
Tattersall: Becoming Human
- Dan Sperber: A che
cosa serve il linguaggio: una prospettiva evoluzionistica
- Tecumseh
Fitch: Musical Protolanguage: Darwin's Theory of Language
Evolution
- David
Frayer: Language in Neandertals?
·
Una ricca serie di conferenze si terrà a Ferrara dal
12 febbraio
Sono iniziative organizzate presso il Museo di Storia Naturale; iniziano proprio il 12/2 con la proiezione
in anteprima del nuovo film “Chimpanzee”
(2012), seguite ogni giovedì da conferenze di etologia (Palagi, Lovari,
Cherlazzi, Foà)
·
Il Museo
di Storia Naturale della Maremma (Grosseto) il 14 e 15 febbraio si
concentrerà sulla didattica dell’evoluzione.
E lo farà con un seminario (Teoria evolutiva ed Educazione)
e la collaborazione di Marcello Sala e Giorgio Narducci, che
gestiranno laboratori per alcune classi già prenotate.
Dato che siamo a Grosseto, il simbolo del museo è l’Oreopithecus
bambolii, un primate fossile filogeneticamente prossimo ai Gibboni
anche se di maggiori dimensioni, trovato per la prima volta in una miniera
sul monte Amiata, a Montebamboli.
|
|
1/2/14-USA
|
·
Un post di J.Hawks, preoccupato dell’assenza di
paleoantropologi nella sezione “paleoanthropology” delle TED conferences
il post è titolato: TED
needs a better curator, e si elencano i casi in cui la paleoantropologia
è stata rappresentata come pseudoscienza. Si cita anche un articolo sul Guardian
del 30 dicembre, da cui si capisce come attorno a questa iniziativa ci siano
probabilmente molti interessi (“We need to talk about TED: Science,
philosophy and technology run on the model of American Idol – as embodied by
TED talks – is a recipe for civilisational disaster”)
|
|
1/2/14-IT
|
·
Creazionismo e antidarwinismo, in USA e in Italia
[da Pikaia]
Una breve rassegna sui movimenti
antidarwinisti americani e italiani: origini, differenze, punti in comune e
un approfondimento su come sono
cambiate le loro strategie negli ultimi anni.
Sono due articoli del biogiornalista Michele Bellone,
pubblicati da Micron, la rivista di ARPA Umbria, nei suoi
ultimi numeri:
- Antidarwinismo
a stelle e strisce [dove i finanziamenti non mancano]
- L'evoluzione
dell'antidarwinismo [sull'Italia c'è davvero poco da dire, per
fortuna mancano i finanziatori, che negli USA abbondano]
|
|
1/2/14-UK
|
·
[da Pikaia]
Il genoma di un cacciatore-raccoglitore europeo, risalente a 7-8.000 anni fa,
mostra somiglianze e differenze con quello degli europei attuali
La rivista Nature ("Derived
immune and ancestral pigmentation alleles in a 7,000-year-old Mesolithic
European") ha pubblicato sull’ultimo
numero un importante studio che ha analizzato i cambiamenti nel genoma degli
europei occidentali in seguito alla conquista dell’agricoltura.
·
Altri articoli sul DNA antico neandertaliano sono
usciti in questi giorni su Nature (“The
genomic landscape of Neanderthal ancestry in present-day humans”) e
Science (“Resurrecting
Surviving Neandertal Lineages from Modern Human Genomes”); gli
articoli sono anche accompagnati da commenti (“Neandertals and Moderns
Made Imperfect Mates” di Ann Gibbons su Science e “Modern
human genomes reveal our inner Neanderthal” di E.Callaway su
Nature). Le notizie ovviamente circolano e molti quotidiani sottolineano gli
aspetti che ritengono interessanti (C.Zimmer sul NYT: “Neanderthals
Leave Their Mark on Us”, “Which
parts of us are Neanderthal? Our
genes point to skin and hair“ su NBCNews
|
|
31/1/14-IT
|
·
Ecco
l'elenco delle iniziative organizzate nell'ambito dei DarwinDays
in tutta Italia. [da Pikaia,
che invita a segnalare errori od omissioni]
Per quanto riguarda la grande iniziativa organizzata al Museo di Storia
Naturale di Milano,
il 12 febbraio, oltre al programma si trova anche il manifesto
(definitivissimo, dicono) e il pieghevole,
oltre al link
per lo streaming per i pigri, realizzato in collaborazione con www.scienzainrete.it.
Ci saranno iniziative varie in alcune sale del Museo, che seguiranno
le tre serie di conferenze:
- ore 9/11.45: Il cinema e Darwin - Letteratura ed evoluzione - Evo-comix
- Fantascienza ed evoluzione
- ore 14.30: Comunicare la scienza
- ore 17.45: IL GRANDE RACCONTO DELL’EVOLUZIONE UMANA, con
Giorgio Manzi
A Milano ci saranno anche iniziative didattiche per bambini e
famiglie, organizzate dall'ADM
il 9
e il 16 febbraio. E’ prevista anche la visita
guidata alla mostra BRAIN,
che chiuderà il 4 aprile.
Nel poster
del DarwinDay [“da ridere”] di Firenze, che invita ad
ascoltare gli interventi di Giulio Barsanti (Prove del diluvio
universale e dell’importanza, all’epoca, del sesso), Marco Tannini (“A
che servono le zanzare?”) e Jacopo Moggi (“Homo sapiens,
un’altra specie invasiva”), hanno preferito mostrare, un'immagine un po’
modificata, in cui Darwin appare meno preoccupato del solito della sua salute
(o di essere accusato di un qualche omicidio?).
|
|
30/1/14-CH
|
·
Il ministero indaga su una scuola religiosa;
nell'ora di scienze si insegnerebbe il creazionismo.
Un quotidiano on line svizzero riferisce dell'apertura di un'indagine per
il sospetto che in due scuole evangeliche private presso Ginevra (a
Grand-Saconnex e a Cologny) si siano inquinati i corsi di scienze con
informazioni creazioniste non autorizzate dai programmi ("Creazionismo
a scuola, controllati due istituti").
Si tratta di strutture connesse a
"instruire.ch", e il
Dipartimento dell'istruzione pubblica (DIP)
verificherà se "il programma scolastico rispetta gli obiettivi del
piano di studi romando o un programma d'insegnamento equivalente".
Ci sono notizie
e commenti su vari quotidiani svizzeri, come sulla Tribune
de Geneve dove c'è anche un dibattito; è impressionante come alcuni commentatori
non si preoccupino di pretendere che si forniscano le migliori e più
aggiornate conoscenze scientifiche a tutti i bambini che vivono nella loro
città, come se ogni scuola privata religiosa avesse anche il diritto di
insegnare una scienza diversa dalle altre, o i genitori, pagando, avessero il
diritto a non fornire una formazione scientifica aggiornata almeno all'ultimo
decennio.
Se ne parla anche in un bollettino evangelico pubblicato in Italia ("Svizzera.
Sette scuole private insegnano il creazionismo"), dove si intervista
il presidente di queste scuole private gtestite da "instruire.ch", che spiega come però
«Anche la teoria dell’evoluzione viene
presentata ma non come una verità. Per noi, è chiaro che siamo stati creati
da Dio».
Nello stesso articolo si evidenzia l'imbarazzo delle autorità didattiche
cantonali, che sembra ignorassero queste situazioni.
Aveva quindi ragione il Consiglio d’Europa a pubblicare nel 2007 un rapporto
su "I pericoli
del creazionismo nell’educazione", incoraggiando gli Stati
membri dell’Europa «a difendere e a promuovere
il sapere scientifico» e «a opporsi
fermamente all’insegnamento del creazionismo come disciplina scientifica allo
stesso titolo della teoria dell’evoluzione».
|
|
30/1/14-IT
|
·
Darwin temeva di scoprire che nella sua teoria
dell’evoluzione si celasse un meccanismo casuale che potesse smentire le idee
del reverendo Paley?
La preoccupazione non la tenne nascosta; temendo le probabili reazioni di
molti suoi contemporanei ad una spiegazione naturalistica dei meccanismi che
hanno provocato l'enorme biodiversità che ci circonda, scrisse chiaramente
che era imbarazzato («E'
come confessare un omicidio»). Ma le limitate conoscenze
del tempo non gli permisero però di dimostrare con precisione quale fosse
questo meccanismo casuale, anche se ne sospettava l'esistenza.
Come avviene normalmente quando si utilizza correttamente il metodo
scientifico, la competenza è di grande aiuto se si aggiunge alla curiosità e
alla genialità individuale. Infatti un altro ricercatore, con una
preparazione allora non comune in statistica e probabilità (ottenuta grazie
ad un suo docente dell'Università di Vienna, Andreas von
Ettingshausen, matematico specializzato in analisi combinatoria) riuscì a
scoprire che il meccanismo casuale era proprio dove Darwin sospettava si
nascondesse, nei meccanismi riproduttivi, allora erroneamente ricostruiti
sulla base della teoria
del mescolamento, che Darwin si accorse essere incompatibile con un punto
centrale della sua teoria, che pretendeva che la variabilità di ogni
carattere non scomparisse col tempo.
Gli esperimenti
di Mendel dimostrarono proprio come la trasmissione dei caratteri
ereditari avvenisse con un meccanismo che garantiva non solo la conservazione
nel tempo delle varianti (che oggi chiamiamo alleli) dei singoli caratteri
genetici, ma anche la loro trasmissione indipendente e il loro rimescolamento
da una generazione all'altra, per non parlare dell'evidenza dell'esistenza di
caratteri dominanti e recessivi.
La casualità della comparsa dei caratteri era confermata anche dalle
oscillazioni dei dati reali attorno alle percentuali attese, le uniche ad
essere precise.
Mendel riuscì perfino ad immaginare il funzionamento di alleli, geni e
cromosomi, e i vantaggi della diploidia prima che l'istologia potesse
dimostrarli e molto prima della scoperta della struttura e del funzionamento
del DNA.
Non c'è da stupirsi che i suoi colleghi, pur informati, non abbiano subito
capito e apprezzato i risultati dei suoi complessi esperimenti. Per non
parlare di Darwin, che si bloccò davanti al lavoro in tedesco che gli arrivò
dal monastero di Brno.
Peccato poi che frequentasse un ambiente che inizialmente lo aveva
appoggiato, permettendo che studiasse a Vienna la matematica che gestisce la
probabilità e gli eventi casuali, ma che poi, non capisse quanto le sue
scoperte sull'ereditarietà fossero fondamentali per capire la biologia
evoluzionistica.
Trentacinque anni dopo solo dei naturalisti (l'olandese Hugo
de Vries, il tedesco Carl Correns e l'austriaco Erich von Tschermak) riuscirono a capire che
Gregor Mendel aveva anticipato i loro ragionamenti.
Si può immaginare che, se la scoperta di Mendel fosse stata davvero capita
dai suoi contemporanei e subito applicata alla teoria dell'evoluzione, si
sarebbe potuto anche verificare se Darwin sarebbe stato incolpato di un
delitto, come temeva («E'
come confessare un omicidio»). Purtroppo si dovette
aspettare il 1900 e le preoccupazioni
di Darwin non ebbero una vera conferma fintanto che rimase in vita.
In realtà anche Mendel e Copernico non
riuscirono a vivere tanto a da conoscere la reazione dei colleghi e degli
altri contemporanei alle loro scoperte, che da vvero rivoluzionarono il
pensiero scientifico. Se Copernico aveva evidentemente cercato di evitarlo,
molto frenato dalla stessa preoccupazione di Darwin (giustificata, come
G.Galilei poté poi verificare), allo scarso successo delle leggi di Mendel
sembra abbiano contribuito sia un ambiente poco interessato alla scienza che
gli incombenti impegni amministrativi associati ai problemi col fisco
imperiale.
E’ quindi positivo che si stiano programmando molte iniziative (MendelDays) per pubblicizzare
l’importante contributo di Mendel alla teoria darwiniana dell’evoluzione, che
a quei tempi era incagliata, e tale rimase ancora per anni, proprio
sull’ipotesi errata dell’ereditarietà per mescolamento,
che era quella che allora passava forse anche al convento agostiniano di
Brno.
Può essere quindi positivo che queste iniziative siano successive all’uscita
di un fascicolo di Micromega
in cui si discute come la scienza non riesca tuttora ad eliminare
completamente le tradizionali ipotesi, basate su meccanismi non casuali e
magari destinati a realizzare un fine raggiungibile solo dopo miliardi di anni
(e a questo proprio Mendel fornì un contributo rilevante, permettendo di far
notare come anche solo 10 milioni di anni fa – su ben 4.5 miliardi! - quel
fine proprio non era per niente raggiunto né in vista; anche qui un
improbabile fine tuning riconoscibile solo a posteriori).
Certo Mendel nacque il 22 luglio 1822
(anche Google
lo conferma) e morì il 6 gennaio 1884 (giusto 130 anni fa).
Già nel 2008,
il 20 luglio, i botanici dell'Andhra Loyola College (Vijayawada, Andhra Pradesh, India)
iniziarono a festeggiare la nascita di
Mendel nel periodo della sua nascita, i luglio; forse furono i primi
ad aver avuto l’idea, che ripeterono nel 2011
e nel 2012.
Comunque bisogna riconoscere che può essere importante che queste iniziative,
sempre che privilegino gli aspetti scientifici che hanno reso famoso Mendel,
si svolgano in un periodo dell’anno che tradizionalmente invita a ricordare
la genialità di Charles Darwin (nato il 12/2/1809), che Mendel con le sue
leggi aiutò ad uscire da una situazione imbarazzante e insostenibile.
Come dimostrano le sue scoperte sulla probabilità della comparsa dei semplici
caratteri genetici che stava studiando sui piselli, Mendel aveva idee
molto chiare sul ruolo del caso: "Dipende
semplicemente dal caso -
scriveva nei suoi Versuche
über Pflanzenhybriden, Brno 1866 - quale
dei due tipi di polline si unirà con ciascuna cellula uovo. Tuttavia, per la legge delle probabilità,
nella media di molti casi avverrà sempre che ogni forma di polline si
unirà con egual frequenza con ciascuna delle forme di cellule uovo [...].
I veri rapporti numerici possono risultare soltanto dalla media tratta dal
maggior numero possibile di casi individuali; più grande è il loro numero,
più facilmente si eliminano le perturbazioni accidentali". Spero quindi che si riesca a bloccare in
tempo un eventuale titolo di Libero
che associasse ancora Mendel alla " vittoria sul caso”
Tutti sanno che in qualsiasi specie, animale e vegetale il caso ha un ruolo
fondamentale nella riproduzione, in quanto "condiziona" il
rimescolamento dei caratteri paterni e materni in ognuno dei gameti e nella
"scelta" casuale del gamete che ha successo.
Se ci limitiamo a considerare la nostra specie, la conoscenza è ancora migliore e spesso anche coinvolgente, come
può confermare chiunque aspetti un figlio, e tanto più se sa che in famiglia
circolano malattie genetiche.
Grazie a Mendel e alla genetica, oggi biologi e medici possono consultare
tabelle che indicano le diverse probabilità di rischio; e ovviamente ci sono
talvolta possibilità di intervenire: oggi i genetisti possono anche suggerire
procedure che permettano di evitare i danni peggiori, ben sapendo che,
secondo Mendel ma anche secondo i medici, spesso tutto "dipende semplicemente dal caso”.
E' certo importante che finalmente qualcuno cominci anche a festeggiare
l'importante contributo di Mendel allo sviluppo delle conoscenze su aspetti
talmente importanti della biologia da costituire in genere il primo
capitolo dei libri scolastici di biologia.
Se si volesse usare il nome di Mendel in un contesto scientifico, sarebbe
coerente che nei MendelDays si discutesse soprattutto delle
conseguenze delle sue ricerche e delle sue scoperte, magari riferendosi non
solo al fatto che avessero risolto un serio problema alla teoria di Darwin,
indirizzandola verso la soluzione corretta, ma anche alle applicazioni che
oggi sono o potrebbero essere utilizzate dai medici (magari realizzabili solo
in alcune nazioni o contesti culturali) per migliorare e aumentare le
possibilità di vita.
Se invece si evita di sottolineare l'importanza della sua scoperta del ruolo
del caso nella riproduzione e sulla conseguente possibilità che oggi abbiamo
di controllarne le conseguenze più gravi, si sospetterebbe che sia lui,
magari oltre a Darwin e più di Darwin, ad essere tuttora sospettato di
qualche possibile reato.
Se si volesse, si potrebbero poi associare a Mendel e alle sue competenze
sulla probabilità e il calcolo combinatorio applicate alla biologia altre
problematiche che troverebbero almeno sollievo, se non soluzione, se anche
gli italiani utilizzassero nella vita
reale una definizione corretta e razionale della probabilità e di tutto ciò
che ne consegue. Conosciamo bene le positive conseguenze del gioco d'azzardo
su molti bilanci statali, ma non possiamo negare che queste ricchezze
derivino dall'interesse a favorire un visione distorta e masochista della
probabilità di un evento casuale molto improbabile, che trascina molti verso
la schiavitù delle ludopatie.
Statistiche recenti (“Half
of American fans see supernatural forces at play in sports”) mostrano
come anche nel mondo dello sport i tifosi abbiamo indimostrabili motivi per
sottovalutare il ruolo del caso, sostituendolo con potenti forze metafisiche
non casuali (anche perché vengono ritenute “partigiane”) che influenzerebbero
i risultati.
Potrebbe essere utile e importante che si approfittasse delle scoperte di
Mendel sul ruolo rilevante del caso per aiutare la ragione a riprendere il
controllo delle menti dei tifosi e dei ludopatici italiani?
Per le iniziative previste, prevalentemente focalizzate sul tema "scienza
e fede" è lecito sospettare che Mendel sia il testimonial meno
adeguato, avendo avuto il merito di aver tentato inutilmente di dare fin dal
1865 una grossa mano Darwin, rimettendo in carreggiata una teoria
dell'evoluzione che si basava su premesse
coerenti con le conoscenze errate di Darwin sull'ereditarietà dei
caratteri.
Forse per questo si coinvolgono, insieme a Mendel, prevalentemente medici, ingegneri
e letterati, probabilmente poco adatti a discutere di problemi di biologia e
di evoluzione, che quindi passeranno in secondo piano.
|
|
29/1/14-IT
|
·
MicroMega
1/2014 - Almanacco della scienza
[da Pikaia] ”Da dove veniamo? Come si è formato l'universo? Esiste o
no un'anima separata dal corpo? Le nostre azioni sono libere o frutto di
necessari rapporti di causa e effetto? E che ne è, in quest'ultimo caso,
della nozione di responsabilità morale? Sono queste le principali domande che
la filosofia occidentale si è posta nel corso dei secoli, alle quali la
ricerca scientifica è oggi in grado di offrire alcune risposte che, per
quanto parziali e provvisorie, rendono superfluo ogni ulteriore ricorso alla
speculazione astratta … Pievani nel
saggio introduttivo si occupa di chi si ostina a considerare tanto l'universo
quanto l'essere umano, che starebbe al centro di esso, non come frutto di
un'evoluzione cieca, ma come il risultato di uno sviluppo finalizzato,
rispondente a un disegno e a uno scopo precostituiti, chiamando magari in
causa la scienza per fondare la propria visione finalistica del mondo”.
Indice del fascicolo:
Telmo Pievani – Con buona pace dei teologi (‘eretici’ e non)
Carlo Rovelli – Il principio antropico dalla scienza alla leggenda
Amedeo Balbi – L’universo è contingente
Ian Tattersall – La seconda nascita di Homo sapiens
Edoardo Boncinelli – Che cosa resta dell’anima
Arnaldo Benini – La mente è il cervello
Alessandro Treves – Il nostro cervello è una democrazia corticale
Giorgio Vallortigara – Kant e le neuroscienze
Daniel C. Dennett – Criminali si nasce o si diventa?
Paolo Legrenzi – L’empatia, il bene e il male
Stewart Guthrie – Dall’animismo animale al senso religioso
Vittorio Girotto – Se siamo nati per credere, da dove vengono gli atei?
Fabrizio Tassi – Io so di non sapere (Uh! Uh!)
|
|
28/1/14-USA
|
·
Un viaggio nelle scuole creazioniste USA; alla
ricerca dei testi.
Stimolato da una serie di citazioni ben poco scientifiche tratte dai
testi di scienze analizzati da F.Ayala, posso iniziare un viaggio,
grazie ad internet, sui banchi delle scuole pubbliche e private USA in cui si
insegna il creazionismo. Il momento è favorevole, dato che proprio oggi un
post del blog di J.Coyne indica la direzione e suggerisce la via per trovare
queste scuole creazioniste: “Teaching
creationism is widespread in U.S. public schools”.
Il post invia ad un paio di articoli investigativi recentemente pubblicati
sulla rivista Slate.
Il primo, scritto da Zack
Kopplin, un giovane studente universitario che si è molto impegnato a
contrastare l’insegnamento del creazionismo in Texas (“Texas
Public Schools Are Teaching Creationism“) evidenzia lo sconcertante
comportamento di alcune scuole che adottano il Responsive
Education Solutions charter system. Sono in parte finanziate da fondi
pubblici con
un sistema di vouchers, ma insegnano il creazionismo biblico. E' una
situazione inaccettabile: l’evoluzione sia scientificamente un fatto
dimostrato e da anni i tribunali hanno sempre condannato chi usava fondi
pubblici per insegnare un particolare punto di vista religioso (ogni
religione ha infatti un suo particolare creazionismo); violava infatti
il primo
emendamento che si preoccupa soprattutto della libertà religiosa.
Il 26/1 sempre Slate ha pubblicato un articolo di Chris Kirk (“Map: Publicly Funded Schools That Are
Allowed to Teach Creationism”) che allarga ad altri stati
oltre al Texas la ricerca di queste scuole.
Viene quindi presentata una mappa che localizza le scuole che, pur finanziate
da fondi pubblici, nell'ora di scienze insegnano anche il creazionismo.
E’ una situazione quindi diversa da quella prospettata da S.Romano sul
Corriere del 26/1 (“L’evoluzionismo
di Darwin. Processi in USA, dibattiti in Italia”): è evidente che le
differenze sono - anche con molte situazioni di sfida alla legalità - più fra
le scuole (pubbliche o private) che fra gli stati. E per non parlare del
fenomeno degli homeschoolers, molto diffuso fra i creazionisti
E’ evidente come gli stati indicati nella mappa su Slate siano ben di più dei
4 indicati da Romano (l’Alabama, la Georgia, la Louisiana, il Mississippi,
il Tennessee). Se si considerano anche le scuole religiose, presenti,
come si è visto, anche in California e negli altri stati, sono numerosissime
le situazioni che non garantiscono una formazione scolastica accettabile e
che non crei troppe difficoltà all'università.
Un argomento a parte è poi quello che riguarda la notevole disponibilità di
materiale didattico specifico per le scuole creazioniste e gli homeschoolers.
Cercherò di indagare
|
|
27/1/14-USA
|
·
E' entrato da poco nel consiglio di
amministrazione del NCSE (National Center of
Scientific Education) Francisco Ayala.
F.Ayala, docente di biologia all'univ. della California (Irvine) e uno
dei più premiati, produttivi e famosi biologi evoluzionisti USA, è ora fra i
dirigenti dell'NCSE ("Ayala
joins NCSE board of directors"): "I
have long been impressed with NCSE's effective advocacy in the cause of the
integrity of science education," Ayala explained. "At
a time when its efforts are as needed as ever, I am pleased to become a
member of NCSE's board of directors and to help it with its diverse efforts
to defend the teaching of evolution and climate". Anche
all'NCSE. con cui ha già collaborato molte volte, sono contenti ("Ayala's contributions to NCSE and its goal of defending
the teaching of evolution in the public schools have always been substantial")
e ricordano "Ayala's contributions to
NCSE and its goal of defending the teaching of evolution in the public
schools have always been substantial".
La collaborazione di Ayala dura da più di 30 anni, e iniziò con la sua
testimonianza nel processo McLean v. Arkansas (1981). Purtroppo la documentazione di questo importante
processo, il primo con la partecipazione di testimoni esperti contrapposti, è
andata in parte persa. Manca in particolare la testimonianza di Ayala, anche
se possiamo ancora leggere quelle di Michael
Ruse e di Stephen
Jay Gould, grazie all’archiviazione di tutto questo materiale che oggi è
gestita dal sito dell’NCSE.
Questo processo precedette l’importante
"Aguillard vs.
Treen" (Louisiana, 1983), che si concluse definitivamente solo con
la fondamentale sentenza della corte costituzionale USA del, "Edwards v.
Aguillard, 1987", che chiuse le porte delle scuole al creazionismo.
Questa sentenza, che garantiva la laicità della scuola ma anche la libertà ai
moltissimi culti presenti negli USA, costringeva chi smaniava per far insegnare a scuola il mito della Genesi
invece della teoria dell'evoluzione, a percorrere l'unica strada rimasta
aperta, quella di cancellare
in fretta dal loro libro “Of Pandas and People” la parola "creation", e tornare a riferirsi all' ottocentesco
Intelligent Design, di cui parla il progetto del Discovery Institute
"The wedge
strategy"; solo così sarebbe stato forse possibile rientrare
nelle scuole per provare a riproporre le vecchie alternative all'evoluzione.
Un altro processo a cui Ayala diede un
contributo rilevante fu ACSI et al. v.
Stearns et al. (nel 2005),
quando proprio la sua università della California bloccò l'accesso a 6
studenti che non avevano avuto una preparazione adeguata, avendo frequentato
una scuola privata confessionale in cui si insegnava il creazionismo.
F.Ayala fu molto più convincente
dei testimoni della difesa (fra cui c’era anche il neocreazionista M.Behe) e dimostrò che la Calvary Chapel Christian School in Murrieta
(California) aveva forse un bel sito web ma i suoi docenti adottavano testi
(come "Biology
for christian schools" e "Biology:
God's living creation", “Physics for christian schools”)
che secondo Ayala non potevano preparare gli studenti ad affrontare i corsi
di biologia dell'Università
E lo dimostra chiaramente nella sua impressionante analisi dei due testi, dimostrando
le gravi carenze e distorsioni indotte dall'esigenza di rispettare miti che
non proprio si possono adeguare allo sviluppo delle conoscenze (“The two textbooks demand that the statemements in the
Bible be held as unquestionable truth, no matter what questionable evidence
may exist on the contrary”).
La lettura dell’analisi di Ayala
dei testi creazionisti presenti nei libri usati per le scuole superiori
cristiane avrebbe trattenuto dal contestare nel 2007 la risoluzione 1580
approvata dal parlamento europeo: “I pericoli
del creazionismo nell’educazione”.
Quale insegnante di scienze europeo insegnerebbe ai suoi allievi a non
cambiare idea nonostante l’evidenza accertata e quindi accettata dalla
maggior parte degli scienziati esperti in una particolare disciplina? Quale
genitore non toglierebbe subito i figli da una scuola in cui questo
avvenisse? L’NCSE ha dimostrato di conoscere, apprezzare e saper utilizzare
il lavoro di F.Ayala in difesa della cultura e della scuola.
Per fortuna la Bible Belt (ma anche in California c'è qualcuno che non
sopporta le scoperte dell'evoluzione culturale umana....) è lontana.
F.Ayala recentemente viene spesso invitato in Vaticano (era presente al
convegno della PAS del 2009
organizzato da W.Arber e N.Cabibbo); lo chiamano quando serve un consulente
non ostile ma autorevole se si deve discutere di evoluzione o dei problemi
della biologia.
Di origini spagnole, da giovane infatti entrò fra i domenicani ma vi rimase
solo fino a quando iniziò la sua carriera universitaria in biologia
evoluzionistica negli USA.
E' noto per il suo autorevole ed efficace impegno nella divulgazione della
biologia e dell'evoluzione; in particolare si è dimostrato sempre pronto ad
impegnarsi - anche nei tribunali e per i comitati statali di valutazione dei
programmi scolastici - in difesa della biologia evoluzionistica: fu lui poi a
curare il volume Science,
Evolution, and Creationism (National Academies Press, 2008),
disponibile gratuitamente nel sito della NAP.
Non bisogna poi dimenticare che F.Ayala, oltre ad essere stato domenicano ...
è anche professore di filosofia, ha ricevuto la prestigiosa National Medal
for Science e il ricchissimo premio Templeton, oltre ad aver collezionato 21
lauree ad honorem in giro per il mondo.
Nel consiglio di amministrazione
raggiunge Barbara Forrest,
la filosofa della scienza famosa per aver scoperto al processo di
Dover/Harrisburg i segreti del Discovery Institute (svelati qui: Creationism's Trojan
Horse: The Wedge of Intelligent Design), e gli antropologi Andrew J. Petto e Eugenie C. Scott, direttrice
dell’NCSE prima dell’attuale Ann
Reid, microbiologa.
|
|
26/1/14-USA
|
·
Negli USA il 10 febbraio il canale via cavo HBO
trasmetterà un documentario che sembra critico verso la teoria
dell’evoluzione.
Il titolo del documentario è infatti “Questioning Darwin”, ma è
disponibile in rete un trailer
che comunque lascia intravedere (oltre a quella del creazionista J.Martin
di AiG che da tempo sfida
l’evoluzione) una faccia rassicurante, quella dell’ex-creazionista Rebecca Stott, autrice di “Darwin’s
Ghosts”, un interessante libro che indaga su naturalisti precursori
di Wallace e Darwin; lo stesso Darwin aveva approfondito le loro idee soprattutto
dopo che qualcuno gli aveva fatto
notare che sarebbe stato meglio scrivere qualcosa anche sui suoi
precursori, a cominciare da Aristotele.
Alcuni dei più interessanti li troviamo anche poco prima
dell’anno 1000, soprattutto localizzati in un ambiente culturale che a quel
tempo era più vivace rispetto al mondo medioevale europeo. E’ interessante
scoprire che alcuni naturalisti del mondo arabo avevano coltivato lo stesso
interesse di Aristotele per le caratteristiche del mondo materiale e si erano
fatti notare per i loro studi sulla natura.
Il più famoso fu probabilmemente un filosofo e naturalista
di origine africana, Uthman Amr bin Bahr al-Fukaymi al-Basri,
soprannominato Al-Jahiz, di cui si racconta nell’articolo “Al-Jahiz and the rise
of biological evolutionism” (di Mehmet Bayrakdar), anche se
una interpretazione più realistica e meno agiografica (è difficile
interpretare la frase “Gli animali si
scontrano in una lotta per l'esistenza; per le risorse, per evitare di essere
mangiati e per riprodursi” se non come una sintetica descrizione
della catena alimentare) viene proposto in un articolo (“The
Book of Animals by Al-Jahiz - 9th Century“) che appunto parla del
principale libro di Al-Jahiz (“Kitab al-Hayawan”, “Il libro
degli animali”).
E’ evidente comunque che Al Jahiz si rendeva conto anche
dell’interazione fra le specie animali e vegetali e l’ambiente e aveva notato
che la trasmissione ereditaria delle caratteristiche fenotipiche provocava
eventi di speciazione (“I fattori ambientali
spingono gli organismi viventi a sviluppare nuove caratteristiche per
assicurarsi la sopravvivenza, e questo li trasforma in nuove specie.
Gli animali che sopravvivono e si riproducono trasmettono
le loro caratteristiche di successo alla discendenza”),
osservazioni che comunque si trovano anche in altri precursori di Darwin,
come Lamarck.
Mancano però ancora le osservazioni e le ipotesi che Darwin collegava alla
selezione naturale; soprattutto manca l’origine comune degli esseri viventi
(già comunque sospettata dal nonno Erasmus, e la
riproduzione differenziale da cui deriva la selezione naturale.
Rebecca Stott inserisce Al-Jahiz
dopo Aristotele, nel secondo capitolo di “Darwin’s
Ghosts”, seguito da altri precursori.
Mettendo però Darwin alla fine di una lunga lista di precursori ne sminuisce
comunque l’importanza, un comportamento che però può essere utile,
evidenziando il fatto che spesso questa rilevanza oggi gli sia attribuita -
magari solo strumentalmente - da chi spesso contesta soprattutto il fatto
dell'evoluzione, non accettando che la fila dei sostenitori dell’evoluzione
biologica continui, sempre più imponente e determinata, soprattutto nei 150
anni successivi.
E’ davvero interessante che nella prefazione R.Stott si presenti raccontando
come sia nato il suo interesse per la teoria dell’evoluzione e per Darwin,
che i suoi genitori - integralisti e creazionisti – le presentavano come un
essere inviato sulla terra da satana per mettere in crisi le credenze
religiose.
Non so se può essere un motivo sufficiente per sconsigliare l’homeschooling
che tanto piace ai creazionisti USA, ma racconta che a nove anni, colpita da
irrefrenabile curiosità, non riuscì a trovare la pagina relativa a Darwin
nell’Enciclopedia Britannica che consultò di nascosto un giorno che era sola
in casa. Era stata asportata con cura.
Venne a sapere che suo nonno l’aveva religiosamente tagliata già anni prima,
il giorno stesso in cui l’imponente enciclopedia era stata sistemata in
salotto.
Questo piccolo trauma infantile fu l’inizio di una curiosità crescente di
Rebecca su una delle idee più geniali prodotte dall’evoluzione culturale
umana. Straripò poi nell’adolescenza, quando iniziò a scoprire quel che non
avrebbe dovuto conoscere.
Come sappiamo, ormai anche chi l’aveva criticato in vita non si vergogna
affatto di chiedere scusa a Darwin; magari anche solo per l'imbarazzo di “non averlo capito”
(come fece nel 2009 la chiesa
anglicana che comunque lo aveva subito ospitato nella cattedrale di
Westminster) o di cercare di capirlo meglio (come la chiesa cattolica che
recentemente, nel 2008
e nel 2009,
ha organizzato ben due convegni con
esperti anche di biologia per discutere di tutte le novità sulla
teoria dell’evoluzione e, molto recentemente, anche delle entusiasmanti
novità sulla stessa evoluzione
umana).
|
|
27/1/14-IT
|
·
Prossimamente: conferenza di Carel van Schaik:
("Cultural intelligence and
orangutans") a Roma.
Lunedì 10 FEBBRAIO alle ore 11:00 il Prof. Carel van Schaik,
primatologo e direttore dell'Istituto e del Museo di Antropologia
dell'Università di Zurigo, terrà una conferenza intitolata: "Cultural intelligence and orangutans" presso
l'Auditorium del Bioparco, con ingresso da via del Giardino Zoologico
20.
Carel van Schaik ha una lunga esperienza di ricerca sul campo con gli
oranghi in Indonesia (Sumatra e Kalimantan), di cui ha scritto in numerosi articoli
scientifici e in libri
in cui presenta osservazioni e ipotesi sulla comunicazione, sulla
cooperazione, sul social learning e sull'evoluzione della cultura e
dell'etica negli oranghi e nelle antropomorfe.
A ciò si aggiungono anche testi sulla conservazione della biodiversità e
della foresta tropicale.
|
|
24/1/14-USA
|
·
Un aggiornamento del “project Steve”. Sono
arrivati già a 1300.
Se ne parla nel sito USA del sito del NCSE, che gestisce l’elenco dei
firmatari di una dichiarazione di sostegno all’evoluzione biologica (“Evolution is a vital, well-supported, unifying
principle of the biological sciences, and the scientific evidence is
overwhelmingly in favor of the idea that all living things share a common
ancestry…. “)
Il progetto si propone di essere un omaggio a Steve J.Gould, rispondendo
soprattutto a quanto dichiarato da circa 800
laureati USA (in gran parte ingegneri e chimici) che dicono di non
credere nella teoria dell’evoluzione, che loro chiamano impropriamente “darwinismo”, come avviene talvolta/spesso
fra i creazionisti USA (“A scientific dissent from
darwinism”).
Peccato che non solo non forniscano spiegazioni alternative all’evoluzione
biologica (dicono solo che non gli piace; cosa vuol dire “Careful
examination of the evidence for Darwinian theory should be encouraged”?),
ma soprattutto che questi sappiano poco o niente di evoluzione e il dubbio
serio è che non ci credano nemmeno. Al contrario i i firmatari dell’elenco
gestito dal progetto Steve sono PhD (e quindi non solo competenti ma anche
addestrati alla ricerca) su discipline che prevedono. Per rendere l’impresa
ancora più difficile, tutti i 1300 hanno un nome che corrisponde a
Steve/Stefano/Stefania.
|
|
23/1/14-USA
|
·
L’antropologo John Hawks rispondendo alla domanda “Che
cos’è l’evoluzione?” spiega le 7 principali caratteristiche dell’evoluzione
biologica, quelle che leggiamo su tutti i testi di biologia.
Probabilmente il suo post “Seven
things about evolution” è stato
stimolato dal recentissimo inizio del suo MOOC dedicato a "Human Evolution: Past
and Future".
|
|
23/1/14-IT
|
·
Da oggi a Roma c’è il Festival delle Scienze.
Tema: “I Linguaggi”
Programma. Il
Festival delle Scienze si concluderà domenica 26/1. Se ne parla su Pikaia.
L’iniziativa, diretta da Vittorio Bo e Jacopo Romoli, si svolge in
collaborazione con Radio3 Scienza, che porterà i suoi microfoni all’Auditorium
Parco della Musica per raccontare gli eventi.
·
Dal 30 gennaio al 10 aprile, torna il Café
Scientifique di Bologna!
[da Pikaia]
Riparte anche quest’anno a Bologna Café Scientifique!, rassegna di
aperitivi scientifici in cui ricercatori nelle più diverse discipline delle
scienze naturali presenteranno al pubblico un aspetto peculiare delle loro
ricerche in un contesto del tutto informale.
Gli incontri si svolgeranno per cinque giovedì in orario aperitivo (18.30)
e la location di quest’anno sarà il Caffè La Gazzetta (Via Zamboni, 26), a
fianco del Teatro Comunale.
Si parlerà di coccodrilli in Puglia, di evoluzione della bellezza, della
scelta di coppia nei lupi, di ecosistemi fluviali e di biodiversità. L'ultimo
giorno il protagonista sarà l'uomo di Neandertal.
|
|
22/1/14-IT
|
·
In ottobre a Erice ci sarà un grande incontro
internazionale sull'evoluzione biologica e culturale di Homo sapiens.
[da Pikaia]
A questa interessante iniziativa (“What made us human? Biological and
cultural Evolution of Homo sapiens”) diretta da Ian
Tattersall, Telmo Pievani e Stefano Parmigiani ci si può iscrivere fino
al 31 maggio. Programma.
Gli oratori
saranno Quentin Atkinson (University of Auckland); Peter Brown
(University of New England, Armidale, Australia); Emiliano Bruner (Centro
Nacional de Investigación sobre la Evolución Humana, Sierra de Atapuerca,
Burgos); Francesco D’Errico (Université Bordeaux 1); Dean Falk (Florida State
University); Pier Francesco Ferrari (University of Parma); John Dupré
(University of Exeter); Robert D. Martin (The Field Museum, Chicago); Robert
Desalle (American Museum of Natural History, New York); Will Harcourt-Smith
(Lehman College, City University of New York); Philip Lieberman (Brown
University); Giuseppe Longobardi (University of York); Giorgio Manzi (La
Sapienza Università, Rome); Paola Palanza (University of Parma); Stefano
Parmigiani (University of Parma); Telmo Pievani (University of Padua); Thomas
Plummer (Queens College, City University of New York); Yoel Rak (Tel Aviv
University); Jeffrey Schwartz (University of Pittsburgh); Ian Tattersall
(American Museum of Natural History, New York), Bernard Wood (George
Washington University, Washington DC).
|
|
22/1/4-WORLD
|
·
Su molti quotidiani, settimanali e siti web si
inizia a discutere oggi del WEF
di Davos
Conviene cominciare a indagare quali siano le preoccupazioni per chi sta
saldamente al vertice della piramide delle ricchezze mondiali (che in totale è di
241.000 miliardi di $, 241.000.000.000.000 $, 51.600$ - in media - per ognuno
dei 4.7 miliardi di esseri umani adulti) …
E' utile quindi cominciare sfogliando Forbes e il sito della Bloomberg.
Nel sito delle News della Bloomberg risulta che gli ottanta
miliardari che hanno annunciato la loro presenza a Davos per tenere un occhio
sul convegno siano mediamente molto tranquilli per i profitti passati (“Davos
Billionaires See Wealth Gains on 2014 Stocks Rally”).
I dati confermano anche la
loro probabile soddisfazione per i successi che si prospettano nel prossimo
futuro (“The wealthiest people on the planet got
even richer last year, adding $524 billion to their collective net worth”,
“Billionaires attending the World Economic
Forum’s annual meeting this week in Davos, Switzerland, expect to be
richer when they return to the Alpine village next year”, “Using Gini
coefficients to measure income inequality, UBS economist Paul Donovan (“Inequality
in a time of crisis”) found those for the U.S., U.K., Japan, France and Canada have
each risen since 2005”).
Anche loro hanno qualche preoccupazione però: un certo Denis O’Brien (è il
N.233 della lista di Forbes), che tutti gli anni partecipa al WEF, rivela che
i politici sono il maggiore ostacolo all’economia globale, in quanto si
preoccupano della loro rielezione più che dello sviluppo dell’economia.
Sembra quindi che dovremmo fidarci piuttosto di lui, il cui posto invece è
permanente (e magari anche ereditabile) per cui si occupa tutto il giorno
solo dello sviluppo dell'economia; certamente della sua, forse anche di
quella degli altri.
Questi pochi UHNW (=ultra high net
worth) sono angosciati se a Davos si parla d’altro; in particolare
temono che si cerchi di colpevolizzarli e spaventarli: “A study released last week by the forum identified the income
gap as the most probable menace to the global economy during the next
decade. Wealth disparity -- driven by globalization and the recent financial
crisis -- threatens to breed poverty and social disorder, it said”.
Nelle parti alte (ma non troppo) della piramide sembra invece che
abbia creato un certo sconcerto l’allarme lanciato da Oxfam con
l’immagine degli 85 UHNW ognuno circondato da 41 milioni che posseggono quanto
lui, che viene rilanciata (a volte senza nemmeno verificare che quanto
scritto corrisponda al documento
originale di Oxfam e al documento
del Credit Suisse) da molte fonti informative in Italia e nel mondo
(Independent,
Guardian,
RAINews
[titolo errato], Internazionale
[titolo errato], Huffington
Post [titolo errato] ecc.).
Perfino Libero
[titolo errato] riporta la notizia con sottotitolo corretto ma
titolo clamorosamente sbagliato ("Classifica
Oxfam: 85 paperoni hanno la metà della richezza del pianeta"). In
realtà questi 85 paperoni hanno "solo" 1,7 miliardi di $; è
invece il primo 0,7% dell'umanità (32 milioni di
UHNW+HNW) che dispone di circa 110.000 miliardi di $, cioè 65 volte quanto
indicato da Libero e dagli altri quotidiani che non hanno consultato o capito
bene i dati del report del Credit Suisse (Global Wealth Report 2013)...
All'articolo di Libero segue poi il commento sconcertante di un lettore,
forse poco abituato ad accettare una realtà incoerente con quello che ha
imparato e a cui crede (“I tre miliardi già ci
vivono con i soldi dei ricconi! Fanno veramente pena questi calcoli
"geniali" da poveracci che vedono nei ricchi le cagioni della loro
povertà”).
Anche un altro commento cerca di colpevolizzare metà degli Homo sapiens,
parlando di milioni che vorrebbero essere "filantropi
ai costi altrui", e lamentandosi che "Qualunque migrante è convinto che sebbene qui vi stia
una crisi, basta togliere i soldi agli abbienti e tutto si aggiusta".
Certo nessuno dei due ha avuto occasione di leggere nemmeno il Conference
booklet + Final Statement pubblicato in occasione del workshop del 3/11/2013
dell'Accademia Pontificia delle Scienze (PAS), dedicato al moderno
schiavismo: "Trafficking in Human Beings: Modern
Slavery” o il Conference
Booklet del workshop del 5/12/2013, tenutosi sempre alla PAS,
dedicato a "The
Emergency of the Socially Excluded"; in cui ai 10 punti di
Davos si aggiunge anche (scomparirebbe il 2' punto) il problema
dell'evasione fiscale (illuminante ma sgradevole il grafico tratto da un
documento europeo che mostra l'Italia in ottima posizione nel mondo,
addirittura terza dopo USA e Brasile)
Certo che non è facile trovare soluzioni senza riuscire almeno a capire quali
differenze (forse epigenetiche? certo erano notevoli e si sono
dimostrate utili) esistevano fra gli zigoti dei primi 85 della lista di
Forbes e quelli degli altri 3 miliardi e mezzo di zigoti che hanno poi
avuto (complessivamente) la stessa disponibilità economica (="già ci vivono con i soldi dei ricconi"),
per cui spesso hanno avuto una vita
molto breve.
Nell'economia, a differenza che nella biologia, il caso di solito non serve a
spiegare la realtà. Forse spiace un po' (ma è prevedibile) che il caso sia
casuale, ma probabilmente è almeno democratico, non favorendo a priori il
benessere di nessuno zigote in particolare; sempre che non rientri nel terzo
– almeno - che viene naturalmente selezionato
prima della nascita (“Conception
to ongoing pregnancy: the ‘black box’ of early pregnancy loss”, e lavori
simili).
|
|
21/1/14-WORLD
|
·
Dal 22 al 25 oltre 2.500 personaggi saranno a
Davos al World Economic Forum. Il proposito ambizioso è "Rimodellare il
mondo”.
Un grafico
interessante mostrato nel sito web del WEF permette di identificare con un
pallino (colorabile in base a sesso e provenienza) ognuno dei 2500
partecipanti al WEF, permettendo una visione panoramica della loro tipologia,
della provenienza geografica e del solito gender
gap (presente anche al WEF). Sono 2500 persone eterogenee e con differenze.
E si dovrebbero preoccupare di gestire gli effetti delle differenze
individuali (biologiche, culturali, materiali ed economiche) sugli equilibri
globali futuri.
Secondo l’Oxfam,
un’organizzazione umanitaria inglese la situazione non è stata gestita bene:
“l'aumento della disuguaglianza rischia di
portare a disordini e squilibri sociali gravi, ovvero a proteste, caos,
violenze”, e suggerisce di mettersi in un'ottica diversa.
Per comprendere meglio la gravità della realtà e l’urgenza di affrontarla per
modificarla prima che sia troppo tardi, propone infatti un paio di altri
grafici; uno - facile da fare e da gestire - con solo 85 pallini e l’altro -
più angosciante - con 3.500.000.000 (“Gli
85 paperoni della terra sono ricchi come i 3,5 miliardi più poveri. E fa
notare che, secondo il Credit Suisse, questi due insiemi un po' asimmetrici
hanno la stessa disponibilità di risorse economiche: 1700 miliardi di $.
Per avere l’elenco degli 85 basta rivolgersi alla rivista Forbes (The World’s Billionaires e "Inside
the 2013 Billionaires List: Facts and Figures") o alla pagina
segnaletica della Bloomberg (Bloomberg
Billionaires) mentre sulla capacità di spesa e sul patrimonio anche
degli altri pallini, il Credit Suisse li ha studiati, e nel Global Wealth Report 2013 (sintesi
del più ampio e dettagliato Global
Wealth Databook 2013) ci spiega come si distribuisce la ricchezza
totale (che è di 241.000 miliardi di $, 51.600$ per adulto)
L’Oxfam ha quindi fornito ai 2500 partecipanti al Forum di Davos il
loro report “Working
for the Few: Political capture and economic inequality” che, sulla
base della documentazione disponibile, evidenzia la concentrazione della ricchezza e il suo costante
aumento (a Parigi c’è anche un World Top Incomes
Database) preoccupanti e minacciosi, certo più del riscaldamento
globale, soprattutto per chi dice di voler rimodellare il mondo per metterlo
in sicurezza.
Il documento
dell’Oxfam integra, con ulteriori documenti sull'iniqua distribuzione dei
patrimoni (e non solo delle entrate), il documento preparatorio del WEF
2014 (“Outlook
on the Global Agenda 2014”, che già presentava 10 punti critici da
affrontare urgentemente) sperando che di fronte alla documentazione della
realtà i partecipanti al WEF di Davos adeguino il proprio pensiero ai fatti
invece di illudersi di poter cambiare i fatti per adeguarli al proprio
pensiero. Questi i 10 punti critici:
1. Rising societal tensions in the Middle
East and North Africa
2. Widening income disparities
3. Persistent structural unemployment
4. Intensifying cyber threats
5. Inaction on climate change
6. The diminishing confidence in economic
policies
7. A lack of values in leadership
8. The expanding middle class in Asia
9. The growing importance of megacities
10. The rapid spread of misinformation online
|
|
20/1/14-USA
|
·
Abbiamo visto D.Attenborough socializzare con i gorilla di Dian Fossey;
altri umani si rotolano anche con animali ancora più grossi.
In un documentario vediamo che anche David Attenborough apprezza la
compagnia degli elefanti
marini, anche se mantiene comunque le distanze dagli enormi maschi di 4t.
Altri, e pure il giornalista
Charlie Bird, invece provano a socializzare facendo amicizia con questi
altri mammiferi, anche se per prudenza scelgono esemplari giovani e
giovanissimi.
Negli incontri con gli elefanti africani, invece, anche un’auto
può non essere abbastanza minacciosa.
Avendo intravisto dei pinguini insieme agli elefanti (marini), può essere
utile ricordare che il 7/1, dopo che il vento era cambiato, tutte e due le
navi attorno a cui si era accatastato il ghiaccio in Antartide avevano potuto
riprendere la loro rotta; quella russa il 14/1 è arrivata in Nuova
Zelanda. Il rompighiaccio USA è invece dalle
parti di Sidney.
|
|
19/1/14-USA
|
·
Sono consultabili le risposte alla domanda del
2014, proposta nel sito di EDGE: “Quale
teoria scientifica può andare in pensione?”.
Sulle pagine del Sole24Ore
si può leggere oggi qualcuna delle 174 riposte, anche in italiano. Una
fra quelle scelte per la traduzione coinvolge la biologia e non riguarda in
realtà una “teoria” ma la casualità delle mutazioni genetiche che a Kevin
Kelly piacerebbe non fossero del tutto casuali; lui le
preferirebbe anche un po’ caotiche… con “un caso "truccato", con diversi vincoli ed
errori, effetti di concentrazioni e distribuzioni asimmetriche” [sulla
cui non casualità non mi sembra si esprima].
Per rimanere nella biologia, queste sono alcune proposte che ho trovato: Nina
Jablonski pensionerebbe la razza, Seirian Sumner
pensionerebbe l’idea che Life Evolves Via A Shared
Genetic Toolkit, Scott Sampson
che Nature = Objects,
Kate
Jeffery l’ Animal Mindlessness,
Athena
Vouloumanos (ma giunge in ritardo) che Natural
Selection is the Only Engine of Evolution, Kurt Gray
Numbering Nature, Peter Richerson
pensionerebbe la Human
Nature, Satyajit
Das l’Anthropocentricity,
Pascal Boyer
vorrebbe provare a fare a meno del concetto di Cultura, Paul Davies
pensionerebbe la Somatic
Mutation Theory of Cancer, Jerry Coyne
invece la Free Will, Richard Dawkins
l’Essenzialismo, Matt Ridley
il Malthusianesimo, Eric J. Topol,
M D dice che sono troppe le prove del mosaicismo per non
pensionare l’idea che ci sia solo One Genome Per Individual, Timo Hannay
pensionerebbe l’idea di Nature
Versus Nurture, Steven
Pinker rinuncerebbe a Behavior = Genes +
Environment, Sean
Carroll la Falsifiability,
Daniel L.
Everett pensionerebbe Instinct and Innate,
Tania Lombrozo
non è convinta che The
Mind Is Just The Brain, mentre Kevin Kelly
rinuncerebbe all’idea delle Fully Random Mutations.
Comunque non c’è da preoccuparsi troppo; in almeno
tre altri contributi si vorrebbe impedire di pensionare una teoria
scientifica, rifiutando l’utilità della stessa proposta che un'idea debba
comunque non avere almeno un aspetto positivo.
E’ inoltre piuttosto sospetto che anche Sam Harris
vorrebbe farebbe a meno della Our Narrow Definition of
"Science"; meglio indagare su questa convergenza parallela
... anche se i creazionisti USA applaudirebbero con calore Roger
Highfield, un chimico già noto per questa sua idea non molto
originale, che rottamerebbe l’idea che Evolution is True.
Solo perché mancherebbe una formula lui abolirebbe addirittura una filogenesi
che già da secoli fa sospettare che tutti gli esseri viventi derivano da un
unico “vermicello”, come intuì già Erasmus Darwin alla fine del
1700...
Nel sito di Edge
rimangono sempre presenti anche le risposte alle intriganti domande proposte
negli anni precedenti, ma son consigliabili anche le numerose Conversazioni, ma si possono
acquistare libri o vedere
gratuitamente video.
|
|
19/1/14-IT
|
·
Tre scienziati puntano il dito sulle
responsabilità di chi, sul caso Stamina, ha cercato di a criminalizzare il metodo scientifico.
In una lettera oggi sulla Stampa (“Sul
caso Stamina l’informazione-spettacolo è stata irresponsabile”) tre
biologi molecolari (Elena Cattaneo, Gilberto Corbellini e Michele De Luca)
hanno manifestato la loro opinione sul ruolo negativo di una trasmissione TV
che ha indotto a comportamenti pericolosi e anche illegali nella gestione del
caso Stamina, presentando in modo distorto e negativo comportamenti
rispettosi sia del metodo scientifico che dei diritti dei pazienti di fronte
a "pseudo-trattamenti dai poteri
taumaturgici".
I tre ricercatori elencano nell'articolo i motivi per cui ritengono che ci possano
essere anche responsabilità oggettive nella ricostruzione dei fatti e
nell'indicazione della magistratura come la struttura da utilizzare per
ottenere una guarigione o almeno una terapia compassionevole, e che si è
"manipolato e spettacolarizzato le
sofferenze di malati e parenti" convincendo loro e il
pubblico che "il trattamento Stamina
producesse effettivi e «visibili» miglioramenti", mentre in
parallelo "hanno prodotto immagini
distorte del serio lavoro svolto dai professionisti della Commissione
incaricata dal ministro".
|
|
16/1/14-USA
|
·
Consulteremo le “previsioni dell’influenza” prima
di uscire di casa?
Sul New York Times Carl Zimmer presenta (“This
Week’s Forecast: What Flu Season May Look Like”) un’iniziativa che
potrebbe in futuro affiancare le previsioni del tempo, e che stanno
sperimentando alla Columbia University: “Influenza Forecast”.
|
|
16/1/14-RW
|
·
Il doodle di Google è oggi dedicato a Dian
Fossey. [Video]
La primatologa Dian Fossey nacque a S.Francisco nel 1932, il 16
gennaio; avrebbe oggi 82 anni se non fosse stata uccisa nel 1985,
probabilmente da bracconieri anche loro interessati ai gorilla che lei
studiava e proteggeva dalla caccia a scopo alimentare e anche dal
bracconaggio a scopo commerciale.
Seguendo i suggerimenti del paleoantropologo Louis Leakey, si dedicò
infatti allo studio dei gorilla a Karisoke (Ruhengeri),
in Ruanda, dove nel 1967 fondò il Karisoke Research Center.
La sua attività venne presto pubblicizzata dal National
Geographic e da un documentario
in cui un giovane David Attenborough nel 1979 fa vedere al mondo il suo
incontro con il gruppo di gorilla che Dian Fossey aveva abituato a
relazionarsi pacificamente con la nostra specie.
La sua figura è stata resa ancor più famosa dalla realizzazione del film “Gorilla nella nebbia”
(1988), in cui è interpretata da Sigourney Weaver, tratto dal suo libro “Gorillas in the Mist”.
La sua vita è raccontata in alcuni
libri (“No
one loved gorillas more: Dian Fossey, letters from the mist”, Gorillas
Dreams: The legacy of Diane Fossey); alcuni aspetti problematici
nella modalità di gestione delle popolazioni locali vengono descritti nel “Diario
di un uomo scimmia”, scritto da un neurobiologo e primatologo, Robert
Sapolskj, che la conobbe e che poi per anni studiò un gruppo di babbuini
in Kenya.
Un lungo articolo dedicato a Dian Fossey (con un video su di lei) si può
leggere anche su Il
Sussidiario on line di oggi e su molti altri siti di quotidiani e
settimanali on line, dimostrando l'utilità informativa dei doodle di Google.
|
|
15/1/14-USA
|
·
Inizia fra pochi giorni il primo MOOC di Human
Evolution
Purtroppo è in inglese, ma il corso "Human Evolution: Past
and Future" che inizierà il 21/1 è gratuito. E' tenuto da un
ottimo ricercatore in paleoantropologia, John
Hawks, ed è gestito dal sito web (Coursera) che molte
università, USA ma anche europee, usano come piattaforma di corsi mondiali on
line, a cui si possono iscrivere anche migliia di studenti.
Ho visto che esistono anche corsi in molte altre lingue, ed è già disponibile
anche un primo corso in italiano (su relatività e meccanica quantistica).
E' auspicabile che nessuno approfitti di questa possibilità per depontenziare
le università, ma soprattutto la ricerca italiana...
Se ci fossero dubbi anche sui modelli matematici necessari per capire il
processo evolutivo, purtroppo il corso "Computational Molecular
Evolution" (un corso danese) è iniziato il 13/1; credo che le
porte siano già chiuse e non basti la giustificazione dei genitori.
C'è chi, rifiutandosi di salire sulle spalle dei giganti che l'hanno
preceduto, confonde ancora l'evoluzione con la speciazione. Purtroppo per
farselo spiegare dovrà aspettare il passaggio del prossimo corso "Introduction to
Genetics and Evolution" (della Duke university); il corso in
corso è già iniziato il 3/1/14, per cui il modulo iniziale "Evidence for evolution" è già passato
da tempo.
Sono interessanti anche i 2 corsi di Useful genetics, ma anche loro
sono già stati fatti.
In arrivo ci sono invece i corsi Genetics and Society: A Course for Educators e Evolution: A Course for Educators,
tenuti da esperti dell'American Museum
Natural History.
|
|
15/1/14-IT
|
·
In questi giorni il dibattito su Stamina
stimola a riflettere su pseudoscienza, cattiva scienza e falsa scienza con
frode.
E' comprensibile e ragionevole, e lo si nota dalla comparsa recente di
almeno due articoli che recensiscono un libro collettivo che nell’estate
scorsa un biologo evoluzionista neo-italo-americano (e oggi anche e
soprattutto filosofo della scienza), Massimo
Pigliucci, ha pubblicato con Maarten Boudry: “Phylosophy
and pseudoscience. Reconsidering
the demarcation problem”.
E’stato commentato infatti sia sul Sole 24 Ore (A.Pagnini:
“Come si
individua la pseudoscienza”, dove è stato citato anche “La
falsa scienza” di S.Fuso) che sul Corriere della Sera (S.Gattei:
“Soltanto
la scienza può battere la scienza”). [Sulla pseudoscienza M.Pigliucci nel
2010 aveva anche pubblicato il libro “Nonsense on Stilts: How to Tell Science from Bunk”].
I temi trattati negli articoli e nei libri coinvolgono evidentemente anche i
tentativi di ostacolare la diffusione delle conoscenze sull’evoluzione
biologica e umana, che è fra gli obiettivi di ricerca scientifica che tutti
gli stati moderni finanziano e su cui impegnano quindi anche risorse
economiche.
D'altronde è noto che l'obiettivo dell'ID era soprattutto quello di cercare
di imporre, con un progetto di durata ventennale, un diverso e più ampio
concetto di scienza, come veniva spiegato nella "Strategia del cuneo",
delineata nel documento scritto verso il 1998 dal filosofo Phillip E. Johnson, autore del libro The Wedge of Truth:
Splitting the Foundations of Naturalism e uno dei fondatori del Discovery Institute;
egli si proponeva di sostituire il metodo scientifico, che era dai tempi di
Galileo alla base dell'obbiettivo di una spiegazione naturalista del mondo,
"with a science consonant with
Christian and theistic convictions" (da "The wedge strategy",
1998). Questa posizione oggi inaccettabile, esposta al processo
di Dover/Harrisburg nel 2005 anche da M.Behe (che ammise che anche
l'astrologia avrebbe potuto rientrare in una visione del mondo come la loro,
che utilizzava anche spiegazioni soprannaturali, ha portato alla condanna del
DI.
Forse A.Pagnini ha ragione a pensare (“Come si
individua la pseudoscienza”) che la diffusione del creazionismo e di
pseudoscienze come l’ID sia “socialmente meno
dannoso”, in quanto costa meno (infatti “il disegno intelligente lo si può trattare a tavolino”);
purtroppo costa meno anche a chi si contrappone allo sviluppo delle conoscenze
e della cultura umana, dato che non sembra abbiano intenzione di dover
fornire prove alle ipotesi alternative (come ha
dimostrato benissimo M.Behe nel disastroso processo di Dover); per
A.Pagnini i [neo]creazionisti dell'ID agiscono “rappresentando
disonestamente come fallace la teoria dell’evoluzione solo perché si vuole
impedire che un’educazione scientifica possa progressivamente sostituire
un’educazione religiosa”.
Bisognerebbe però considerare almeno le conseguenze negative sugli
investimenti umani ed economici che anche queste ricerche hanno comportato;
come le cattive scienze e le false scienze, anche le pseudoscienze come l’ID
“insinuano in menti deboli e ignoranti il
tarlo dello scetticismo e della sfiducia nella scienza”, e questo
avviene su temi, come quelli connessi con l’ambiente, che possono essere
affrontati solo in un’ottica globale e complessa, capace di gestire anche
problematiche che si sviluppano su tempi lunghi.
S.Gattei nel suo articolo (“Soltanto
la scienza può battere la scienza”) si preoccupa di quanto sta succedendo
(“Capita così che anziché lasciare l’ultima
parola in tema di efficacia, inutilità o pericolosità di un trattamento ai
ricercatori (medici e biologi), ci si lasci guidare dalla piazza, o
trascinare da una «folla» di manzoniana memoria, fomentata magari da
giornalisti improvvisati, comici e imbonitori catodici”) ma si
chiede anche se non ci sia una responsabilità dei giudici che si
sostituiscono addirittura ai medici (“Ancora
peggio, capita che anziché perseguire ciarlatani e truffatori, alcuni giudici
arrivino a prescrivere d’ufficio un trattamento inutile, se non addirittura
pericoloso, autorizzandolo come «cura compassionevole»).
Citando Pigliucci, S.Gattei fa notare che “Non
è solo una questione di alfabetizzazione scientifica: come osserva Pigliucci
(autore anche di Nonsense
on stilts. How to tell science from bunk, 2010), gli sforzi tesi a una migliore comprensione
delle conquiste della scienza da parte di strati sempre più ampi della
popolazione, pur importanti, devono essere integrati da un’attenzione
altrettanto forte verso le fallacie in cui incorre frequentemente il
linguaggio comune, i pregiudizi cognitivi e il ruolo svolto dall’ideologia”.
E’ evidente la preoccupazione per la debolezza e la scarsa solidità,
probabilmente inevitabile, della formazione scientifica scolastica, che
comunque difficilmente riuscirebbe a fornire in pochissimo tempo sia
strumenti di conoscenza adeguati ad ambiti culturali diversi e in continuo
avanzamento che gli strumenti di lettura e controllo delle attuali raffinate
tecniche di comunicazione di massa.
|
|
14/1//14-IT
|
·
Convegno sulla Sperimentazione animale, a Roma,
organizzato dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato.
La registrazione video e audio del convegno “Sperimentazione
animale e diritto alla conoscenza e alla salute” è disponibile nel
sito di R.Radicale.
|
|
14/1/14-USA
|
·
Phil Plait, astronomo e blogger USA, aggiorna
sulla letteratura sul riscaldamento globale e sul probabile ruolo dell’uomo.
Lo fa in un articolo (“The Very, Very Thin Wedge of Denial”)
sulla rivista Slate.
Riferisce di precedenti indagini, come quella del 2012 (“Why
Climate Deniers Have No Scientific Credibility - In One Pie Chart”) in
cui di James L.Powell (del National
Science Board e direttore del LA Natural History
Museum) aveva analizzato la letteratura scientifica
fra il 1991 e il 2012 ottenendo un grafico che, solo
ingrandito, permette di notare la presenza dei 24 lavori (su 13950) che
negano il riscaldamento globale o la responsabilità umana, o tutte e due.
Una successiva indagine è stata pubblicata nel maggio
2013 su Environmental
Research Letters; era orientata soprattutto a “Quantifying the
consensus on anthropogenic global warming in the scientific literature”,
per cui si è evidenziata anche una preoccupante distanza fra le conoscenze
dei ricercatori e la consapevolezza da parte del publico dell’assenza di
prove che supportassero ipotesi alternative.
L’intervento più recente citato da Phil Plait è dell’8/1/14 ed è un aggiornamento
di James L.Powell della sua precedente metaanalisi (“Why
Climate Deniers Have No Scientific Credibility: Only 1 of 9,136 Recent
Peer-Reviewed Authors Rejects Global Warming”).
L’autore (S. V. Avakyan)
dell’unico articolo (in questo aggiornamento il “cuneo”
tende davvero a scomparire) che propone un’ipotesi alternativa (“associates the recently observed climate warming and
carbon dioxide concentration growth in the lower atmospheric layers with
variations of solar–geomagnetic activity in global cloud formation”)
non nasconde le sue preoccupazioni e giustificazioni, comuni a quelle di
molti che, pur di negare la responsabilità umana, provano anche a negare le
modificazioni climatiche ("The switch of
world powers first to decreasing the use of fossil fuel and then to carbon-free energy within the framework of the Kyoto
Protocol may lead to economic collapse for Russia as a consequence of the
reduction and, probably, even loss of the possibility to sell oil and natural
gas on the world market").
|
|
13/1/14-IT
|
·
Un'indagine sulla diversità (biologica e
linguistica) degli Italiani.
Pikaia propone in un suo post ("Diversità
linguistica e genetica, un primato (…positivo) per l’Italia in Europa)
una pubblicazione scientifica recentissima che illustra la diversità
linguistica e genetica attuale della popolazione italiana.
La ricerca si è avvalsa della collaborazione di antropologi e genetisti di
molte università italiane, e presenta una variabilità linguistica e genetica
davvero elevata, probabilmente più elevata di quelle che si trovano in altre
aree del nostro continente. Probabilmente il merito è dovuto alla forma e
alla posizione della nostra penisola, utilizzabile come ponte di connessione
sia verso le aree dell'est europeo che verso il continente africano. Ai
fenomeni migratori, avvenuti durante i molti secoli passati, si sono poi
aggiunte anche situazioni in cui, grazie all’orografia, l'isolamento
geografico e il conseguente inbreeding
hanno contribuito ad aumentare ulteriormente la variabilità genetica, che
viene conservata nel tempo.
L'articolo ("Linguistic,
geographic and genetic isolation: a collaborative study of Italian
populations") è stato pubblicato sul Journal of Archeological
sciences (JASS).
|
f
|
10/1/14-IT
|
·
Un articolo di F.Facchini sulle nuove prove
dell’evoluzione umana
L’Avvenire pubblica un articolo (“Homo,
siamo sempre più africani”) in cui F.Facchini informa che le nuove
tecniche di sequenziamento del DNA antico permettono di integrare le
informazioni che venivano finora solo dall’analisi dei dati morfologici che
arrivano solo dai rarissimi fossili, poco informativi nel dimostrare eventi
fondamentali dell’evoluzione come divergenze genetiche e mescolanze fra
popolazioni che permettono finalmente di ipotizzare le precise relazioni fra
le diverse forme.
L’articolo fa riferimento ai dati genetici ottenuti dall’incredibile analisi
del DNA mitocondriale effettuata su un reperto di 400.000 anni fa,
trovato nella grotta di Sima
de los Huesos ad Atapuerca in Spagna ai primi di dicembre.
L’articolo cita anche la recente ricerca sulla variabilità genetica e
linguistica degli Italiani, ma non l’altra importante scoperta recente
(18/12/13), quella sul DNA nucleare (e non solo mitocondriale)
ottenuto da un ossicino
neandertaliano trovato nella grotta di Denisova sui monti Altai nella
Siberia Meridionale.
Nelle conclusioni si sottolinea il fatto che questi nuovi e imprevisti dati
che si ottengono dal DNA dei fossili permettono finalmente di capire meglio i
percorsi e le relazioni fra le diverse forme che si succedono nel tempo a
partire dagli antenati comuni. Certo l’osservazione “Le analisi del Dna mettono in guardia dal facile vezzo
di identificare specie ove si osserva qualche differenza” non
dovrebbe essere ingenerosa verso il comportamento di chi, come lui, aveva a
disposizione solo ossa, magari frammentate, che potevano essere solo o più
grandi o più piccole o di forma diversa. Possiamo sperare che ora la nuova
possibilità di confrontare sequenze genetiche che ci distinguono da individui
di decine o centinaia di migliaia di anni fa permetterà finalmente di
tracciare le linee continue che uniscono diversi reperti fossili, diverse
popolazioni e forse anche diverse specie.
Per ora non ci sono dubbi che nel pleistocene medio ci siano comunque stati
rimescolamenti e spostamenti di popolazioni diverse, molto condizionati dalla
possibilità di muoversi fra le diverse terre emerse disponibili.
|
|
10/1/14-CA
|
·
Tagli dei finanziamenti alla ricerca anche in
Canada
Nel blog Sandwalk di Larry Moran (“Canada
is destroying a generation of scientists”) si riportano le notizie
sul sottofinanziamento del Canadian
Institutes of Health Research (CIHR) e si illustrano gli effetti della
riduzione dei finanziamenti che permettono l’assunzione dei giovani borsisti
e il funzionamento dei laboratori: niente borse e chiusura dei laboratori di
ricerca che non ottengono i finanziamenti.
Le iniziative di protesta dei ricercatori in tutto il paese vengono
presentate in una trasmissione della CBCNews canadese: “Silence
in the labs”
|
|
10/1/14-IT
|
·
Il fascicolo
9 della rivista Riflessioni Sistemiche è consultabile del sito dell’Ass. It. di Epistemologia e Metodologia Sistemiche.
Il sito ionforma che è in preparazione un Convegno su Marcello Cini, che si terrà a Roma il 14 febbraio.
Nel sito sono disponibili anche i fascicoli precedenti, fino al 7°, della
rivista diretta da Sergio Boria e Giorgio
Narducci.
|
|
8/1/14-IT
|
·
Si è aperta a Roma una mostra sui problemi di
salute dei romani.
Come si capisce dal titolo ("Scritto Nelle Ossa. Vivere, Ammalarsi e Curarsi a
Roma in Età Imperiale") la mostra si occupa
comunque di problemi già risolti da tempo … in un modo o nell’altro
Sono consultabili i materiali informativi (Presentazione,
Comunicato
stampa e Catalogo
mostra).
La mostra (è al Museo
della Via Ostiense – a Porta S.Paolo e c’è ingresso gratuito) è stata
curata da Paola Catalano, Gino Fornaciari, Valentina Gazzaniga, Andrea
Piccioli, Olga Rickards.
Il catalogo, consultabile on line, fornisce anche una notizia che oggi
farebbe molto piacere (soprattutto a chi si preoccupa dei costi delle
pensioni, propria o altrui): “L’aspettativa di vita alla nascita in tutti i sepolcreti si
attesta intorno ai 27 anni”.
|
|
7/1/14-CINA
|
·
Dopo la giornata dell’#IVORYCRUSH,
organizzata negli USA il 14/11/13, oggi c’è stato il #ChinaIvoryCrush.
Anche quello che oggi è oggi il primo mercato dell’avorio, grazie alle
notevoli disponibilità economiche di una parte del paese, ha voluto dare un
segnale che è il momento di interrompere questo commercio illegale che sta
portando alla scomparsa
degli elefanti africani. E ha triturato 6 tonnellate di avorio,
grezzo e lavorato. Qui articolo
e foto da Repubblica.
Occorre muoversi
per chiedere che il 24/1 anche il governo di Hong Kong, un importante
punto di transito, decida di distruggere le 33 tonnellate che ha sequestrato.
Nel giugno 2013 anche nelle Filippine si era dato questo segnale
(delle 13 tonnellate sequestrate, 7 però erano state già rubate…), e in
questi giorni il WWF Italia
chiede che anche l’Italia prenda una decisione simile, per non dare
speranze a chi non rispetta l’ambiente naturale.
E’ infatti poco
sicuro conservare enormi quantità di avorio sequestrato.
|
|
6/1/14-USA
|
·
La nuova responsabile del NCSE prende servizio
oggi.
La nuova direttrice del National Center
for Scientific Education si chiama Anne
Reid, ed è stata ricercatrice in Biologia molecolare e microbiologia. Eugenie
Scott, la precedente direttrice, è andata a dirigere l'Advisory Council.
·
Una nuova interessante mutazione nelle fiasche di
R.Lenski
La descrive un recente lavoro su PNAS ("Recursive
genomewide recombination and sequencing reveals a key refinement step in the
evolution of a metabolic innovation in Escherichia coli") che
riferisce i risultati ottenuti da un ricercatore, J.Barrick, che ha
rianalizzato con nuovi metodi alcune mutazioni comparse durante il progetto
di evoluzione a lungo termine iniziato 25 anni fa da Richard Lenski.
E' stata messa in evidenza una mutazione che produce una nuova caratteristica
che conferisce un vantaggio competitivo decisivo.
L'articolo viene spiegato nel suo blog The Loom da Carl Zimmer
("Evolution
Hidden in Plain Sight") che riporta anche un commento soddisfatto di
R.Lenski, che non aveva partecipato alla scoperta di questa nuova mutazione,
che si aggiunge alle 79 che già si erano manifestate prima che comparisse,
alla 33.000' generazione, la mutazione che ha reso famosa questa
"coltivazione" pluriennale di E.coli.
|
|
4/1/13-USA
|
·
C'è una nuova definizione, più semplice,
dell'Intelligent Design?
Se lo chiedeva recentemente il biologo evoluzionista Larry Moran nel
suo blog Sandwalk ("What
do Intelligent Design Creationists believe?"). Ha infatti notato
che dal blog dell'ID c'era un invito
ad andare a leggere un editoriale scritto da un matematico, Granville
Sewell, su un quotidiano di El Paso ("Granville
Sewell: Intelligent design shouldn't be dismissed").
Preceduta dalla domanda
"So what do ID proponents believe?" e da un ragionamento che
prevede anche di presupporre che per qualche essere razionale la fisica sia
sufficiente a spiegare la mente e non solo, arriva una risposta in negativo
che dovrebbe sembrare estremamente semplice (ed è anche difficilmente rifiutabile,
se fosse vera): "Contrary to popular
belief, to be an ID proponent you do not have to believe that all species
were created simultaneously a few thousand years ago, or that humans are
unrelated to earlier primates, or that natural selection cannot cause
bacteria to develop a resistance to antibiotics.If you believe that a few
fundamental, unintelligent forces of physics alone could have rearranged the
basic particles of physics into Apple iPhones, you are probably not an ID
proponent".
Strano che qualcuno ritenga utile e sufficiente questa
definizione in negativo, ma questa sembra l'opinione del sito ID "Uncommon Design", che in
un post (dal titolo "Introduction
to ID") invita a leggere l'editoriale con questa bella pensata,
usando un testo proposto dallo stesso G.Sewell: "this one writing is especially basic, written as an
introduction for people who know little or nothing about the debate".
Forse il concetto sarà spiegato meglio nella sua pagina web "A
Mathematician's View of Evolution"?
|
|
3/1/14-IT
|
·
L'Ohio State University e l'università di Pisa
organizzano una Field School in archeologia medioevale e bioarcheologia
presso Lucca.
La scuola di Badia
Pozzeveri (Altopascio) è diretta da Clark Spencer Larsen e Gino Fornaciari. Qui la brochure e il poster 2014.
|
|
2/1/14 -VA
|
·
La prossima iniziativa della PAS - organizzata
insieme alla PASS - affronterà
aspetti che coinvolgono l'evoluzione umana, sia biologica che culturale.
Il tema del workshop che si terrà il 2/6 maggio all'Accademia delle
Scienze Pontificia (PAS) sarà infatti "Umanità
sostenibile, natura sostenibile: la nostra responsabilità" e
coinvolgerà anche la Pontificia Accademia
delle Scienza Sociali; coordinatori saranno P.S.
Dasgupta, V.
Ramanathan, R.
Minnerath; mentre fra i partecipanti ci sono economisti, climatologi,
sociologi, educatori, ambientalisti e paleoantropologi.
Si discuterà dell'inquinamento e dei suoi danni letali, della sostenibilità
di una crescita economica e demografica esponenziali, del recente notevole
progresso economico e dei limiti anche ambientali alla possibilità di
proseguirlo, dato lo sfruttamento eccessivo e squilibrato del capitale
naturale, che comincia a lanciare preoccupanti segnali:
"questo capitale naturale molto
probabilmente vedrà le sue caratteristiche mutare in peggio con poco
preavviso. Lo scioglimento dei ghiacciai e del ghiaccio marino sono sintomi
recenti. D’altra parte, se studiamo le tendenze del consumo di cibo,
dell’aspettativa di vita, e del reddito registrato nelle regioni attualmente
ricche e in quelle che stanno per diventarlo, la scarsità di risorse non
sembra ancora aver colpito". [qui il sito ONU sul “capitale naturale”]
Come si legge nel booklet
con il programma, il workshop inizierà il 2/5 con 2 interventi che
inquadreranno l'obiettivo ("Human-Nature Co-evolution", Werner Arber; The Emergence of Humans: Brains
(Bodies and Hands), Mind and Soul, Yves Coppens) e poi si analizzeranno in
modo integrato i diversi problemi, biologici e culturali.
"Se
davvero oggi il PIL è indifferente ai
vincoli della natura, non dovrebbe essere assolutamente messo in dubbio il
fatto che l’Umanità abbia urgente bisogno di reindirizzare il proprio
rapporto con la Natura in modo da promuovere un modello sostenibile di
sviluppo economico e sociale"; "Ci proponiamo di visualizzare gli interscambi
dell’umanità con la natura sulla base di tre bisogni umani fondamentali tra
loro collegati – alimentazione, salute e energia – e chiediamo alle nostre
rispettive Accademie di collaborare, per parlare dei vari percorsi per
soddisfare queste esigenze, sottolineando gli ostacoli che la Natura si trova
ad affrontare".
·
Anche il sito della PAS si è recentemente
rinnovato.
E' stato aggiunto un canale
twitter (forse ancora poco controllato, dato che arrivano anche informazioni
pubblicitarie di auto), e recentemente sono stati anche aggiunti i video
degli interventi degli esperti che hanno partecipato a un paio di workshop
molto interessanti: quello sull'evoluzione dell'uomo (2013: "Via
Humanitatis", contenente anche la relazione del premio Nobel De
Duve, biochimico ed evoluzionista, recentemente scomparso nel momento e
nel modo scelto da lui) e quello sul progresso delle scienze nel XX secolo
(2010: "The
Scientific Legacy of the 20th Century").
A questo proposito è apprezzabile che un sito antievoluzionista italiano
abbia finalmente sostituito con una frase che evoca la filosofia medioevale
(quindi pregalileiana e pre-PAS) la frase che prima compariva nell'homepage;
alludeva infatti al metodo scientifico, e molti visitatori rimanevano
perplessi, dato che sembrava poco coerente con un sito che utilizzava criteri
di valutazione un po' diversi da quelli utilizzati con rigore anche dal
ministero dell'università, oltre che dalla stessa PAS, piena di premi Nobel e
oggi presieduta da un premio Nobel biologo evoluzionista, Werner Arber.
|
|
1/1/14 - USA
|
·
Novità ci sono anche sull'arca di Noè. I soldi di Ken
Ham non bastano e rischia di affondare.
Negli USA Ken
Ham un creazionista esperto in parchi gioco su temi biblici, sta
sognando di ricostruirne un modello a grandezza naturale e con ampio parcheggio (Ark Encounter project) ma i finanziatori
latitano e il progetto rischia di non salpare ("Noah’s
Ark Risks Collapse Without Bond Buyers by February", "Ken
Ham’s Ark Bonds").
Per quanto riguarda i dubbi sulle dimensioni, proprio oggi se ne parla in un
post sul blog di J.Coyne ("The
mystery of Noah’s Ark solved"), che introduce all'improbabile baraminologia, la
"tassonomia creazionista" a volte linkata
e pubblicizzata
da creazionisti italiani, anche di diverse religioni,
che evidentemente non credono all'origine comune degli esseri viventi.
|
|
1/1/14-USA
|
·
Un ottimo articolo per cominciare bene l'anno. Da
ottimisti, che sperano che il caso collabori anche nel prossimo ...
E' l'articolo ("The
Most Fascinating Human Evolution Discoveries of 2013")
pubblicato da Kate Wong, la giornalista scientifica che segue la
paleontologia umana per Scientific American, dopo aver riguardato e
rivalutato per due giorni le grandi scoperte del 2013: "I must say it was a banner year. There were so many
exciting new findings that bear on scientists’ understanding of just about
every chapter of humanity’s seven-million-year saga—from our ancestors’ first
upright steps to the peopling of the Americas".
E' stato davvero un anno di nuove eccezionali scoperte, che spesso
stimolano a ragionare magari anche su nuove e diverse interpretazioni dei
dati. E' quindi estremamente utile rivedere l'elenco, contenente ben 15
scoperte, proposto da Kate Wong.
·
Interessante anche la lettura di un post nel blog The Sensuous Curmudgeon in cui si cerca
di dimostrare come il 2013 sia stato invece un anno negativo per il Discovery
Institute, a cominciare dalla stroncatura fatta da C.Marshall, un
vero esperto del Cambriano, su Science ("When Prior
Belief Trumps Scholarship") del nuovo libro in cui S.Mayer
aveva cercato di mettere in dubbio le nostre conoscenze sul Cambriano.
|
|